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Mouse on Mars

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Mouse on Mars
Paese d'origineGermania (bandiera) Germania
GenereIntelligent dance music
Musica d'ambiente
Musica sperimentale
Periodo di attività musicale1993 – in attività
Sito ufficiale

I Mouse On Mars sono un duo musicale tedesco (Jan St. Werner da Dusseldorf e Andi Toma da Colonia). Considerati i principali autori del rinnovamento nella scena elettronica tedesca, contaminano techno, trance, disco, ambient, kraut-rock, techno e pop[1] facendo un largo utilizzo di campionatori e sintetizzatori. Nelle esibizioni dal vivo, si avvalgono anche dell'utilizzo di strumenti musicali appartenenti al genere rock, quali batteria, basso e chitarra. I Mouse On Mars traggono ispirazione da gruppi quali Kraftwerk, Faust, Can e Neu!.

Esordirono nel 1994 con l'EP Frosch pubblicato per l'etichetta discografica britannica Too Pure, che ottenne un buon successo nelle classifiche indipendenti.[1] Fu seguito nello stesso anno dal primo album, Vulvaland, lavoro in cui sono evidenti le caratteristiche che distingueranno il caratteristico ed ecletticosound del gruppo. Alla sperimentazione di sonorità, che spaziano dall'ambient alla techno del primo lavoro, fa seguito un secondo album, Iaora Tahiti, datato 1995, più allegro e vario del predecessore. L'album combina dub, jungle e hip-hop con divagazioni nella world-music e nelle sonorità di Tangerine Dream. L'anno successivo uscì il singolo Cache Coeur Naif, che divenne in breve tempo un successo nei club in tutta Europa. Il brano, realizzato con la collaborazione di Laetitia Sadier e Mary Hanson degli Stereolab (con i quali i due componenti tedeschi avevano già lavorato come produttori) è debitore del pop e della lounge. Questo lavoro consolidò la fama del gruppo nei club europei e nella scena musicale internazionale grazie anche a lavori come Autoditacker (1997) e Instrumentals, sempre dello stesso anno.

Dalla collaborazione con il regista statunitense Josh Evans, nacque l'album Glam (1998). Nell'anno 2000, uscì il loro quarto album, Niun Niggung con la Domino Records. L'uso dei classici strumenti musicali, soprattutto nelle performance dal vivo, diventerà una costante. Una tendenza, che si evidenzia nel quinto album, dal nome Ideology (Sonig, 2001) per l'uso di violini, violoncelli, clarinetti, trombe e gran piano[2]. A tale repertorio si attiene anche il sesto lavoro Radical Connector, caratterizzato da una rinuncia alla tendenza minimalista, per una maggiore sonorità pop. La vocazione strumentale coincide con la partecipazione del batterista Dodo NKishi agli ultimi due album.

Dopo una lunga collaborazione con l'etichetta americana Thrill Jockey l'ultimo disco della band per l'etichetta Ipecac Records di Mike Patton, Varcharz, ha svelato aperture al funk e al free-jazz. L'album, tuttavia, non ebbe il successo sperato.

Nel 2021 uscìAAI (sigla di "Anarchic Artificial Intelligence"), un concept album sull'intelligenza artificiale che vede la partecipazione dello studioso di diaspora africana Louis Chude-Sokei, il percussionista Dodo NKishi e l'agenzia di sviluppo di modelli di intelligenza artificiale Birds of Mars.[3]

  1. ^ a b Mouse On Mars. Il post-techno futurista, su ondarock.it.
  2. ^ Roberto Michieletto, Idiology (recensione), in Ritual, #6 anno II - Maggio/Giugno 2001.
  3. ^ Andrea Prevignano, Mouse on Mars - AAI, in Rumore, febbraio 2021.
  • AA.VV., Millesuoni. Deleuze, Guattari e la musica elettronica, a cura di Roberto Paci Dalò e Emanuele Quinz, Napoli, Cronopio, 2006, ISBN 88-89446-13-7.

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Controllo di autoritàVIAF (EN126851005 · ISNI (EN0000 0001 2109 303X · Europeana agent/base/149772 · LCCN (ENno2002107639 · GND (DE10068576-6 · BNF (FRcb139701403 (data)