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Worcester contro Georgia

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Worcester v. Georgia
Worcester contro Georgia
TribunaleCorte suprema degli Stati Uniti d'America
Caso31 U.S. 515 6 Pet. 515; 8 L. Ed. 483
Data20 febbraio 1832
Sentenza3 marzo 1832; 192 anni fa
GiudiciJohn Marshall (Presidente della Corte) William Johnson · Gabriel Duvall · Joseph Story · Smith Thompson · John McLean · Henry Baldwin
Opinione del caso
La condanna di Worcester non ha valore in quanto gli stati non hanno giurisdizione nelle riserve indiane.
Leggi applicate
Art. 1 della Costituzione

La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti nel Caso Worcester contro Georgia (1832) è una delle decisioni più importanti nella storia della giurisprudenza statunitense. Il presidente della Corte suprema all'epoca era John Marshall, ex segretario di Stato del presidente degli Stati Uniti John Adams.

La questione riguardava gli indiani cherokee, e del loro allontanamento dalle terre dello stato della Georgia. Gli indiani vivevano tranquillamente nelle loro terre grazie ad antichi trattati di pace effettuati nel 1791 con gli Stati Uniti. Essi avevano leggi proprie e uno stato proprio. Accadde che nel 1828 venne scoperto l'oro nei loro possedimenti e la Georgia approfittò dell'occasione per dichiarare nulli tutti i patti precedenti per recuperare terre e beni preziosi in esse contenute. Gli indiani allora ricorsero con l'aiuto del missionario Samuel Austin Worcester che ebbe pesanti pressioni da parte del governatore George R. Gilmer.

Marshall si espresse dichiarando l'incostituzionalità della legge statale, in quanto solo il governo federale poteva esprimersi in merito sulla questione dei cherokee.

Espresse il dissenso il solo Henry Baldwin, mentre favorevoli furono fra gli altri Joseph Story, Smith Thompson e John McLean.

Eventi successivi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Atto di rimozione degli indiani.

Andrew Jackson (presidente degli Stati Uniti d'America) sembra avesse seri dubbi sulla sentenze espressa, e appoggiando di fatto lo stato della Georgia gli indiani furono cacciati dal territorio sotto le minacce di armi, e durante il loro trasferimento, in quella che fu chiamata pista delle lacrime circa un quarto di tutti gli indiani trovarono la morte, si trattava di una marcia di circa 1600 km.[1]

  1. ^ A. Jones Maldwyn, Storia degli Stati Uniti d'America dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri, Bompiani, 2007, p. 129, ISBN 978-88-452-3357-9.
  • A. Jones Maldwyn, Storia degli Stati Uniti d'America dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri, Bompiani, 2007, ISBN 978-88-452-3357-9.

Collegamenti esterni

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