Arbitro
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Citazioni sugli arbitri.
Citazioni
[modifica]- Agli arbitri bisogna togliere potere e non aumentarlo. Già sono pochi e scarsi se poi li metti anche dietro le scrivanie a comandare è la fine. Più ne hai e peggio ti troverai. Ricordate anche le cretinate dei tempi quando misero gli addizionali di fianco le porte. L'arbitro può sbagliare, certo, ma avergli dato tutti questi poteri ti falsa il campionato anche perché la storia passata e recente ha dimostrato che tutto sono tranne che vergini. (Michele Criscitiello)
- Ai miei tempi c'era un club che mandava a tutti gli arbitri uno scatolone con un regalo. In uno, in uno solo, dicevano, c'era una pelliccia per la moglie dell'arbitro. Invece c'era una pelliccia in tutti gli scatoloni. (Helenio Herrera)
- Arbitrare: l'unico lavoro al mondo in cui puoi far cavolate tutti i giorni senza venire mai licenziato. (Andy Roddick)
- Ben vengano arbitri non bravissimi ma almeno umili ed educati. Quello che più dà fastidio è il loro essere protagonisti in un mondo dove dovrebbero essere il più invisibili possibile. (Michele Criscitiello)
- C'è qualcosa che accomuna arbitri e radiocronisti. Entrambi usano i loro occhi e la loro esperienza per fare il loro lavoro: decidere e raccontare una partita. Dentro lo stadio; in campo gli uni, in tribuna gli altri. Non sul divano di casa o in uno studio TV con 24 telecamere e decine di replay. Decidono e raccontano in tempo reale, cercando di capire e rischiando di sbagliare. (Riccardo Cucchi)
- Continuate gli studi, ragazzi, o potreste finire di diventare un giudice di sedia. (Andy Roddick)
- Dato che la guerra non la fate, è così che fate l'amore? Sentite, non fate la guerra, non fate l'amore, andate alla partita e ammazzate l'arbitro. (Marcello Marchesi)
- Di questi tempi non si può più parlare con gli arbitri. Se dici qualcosa ti ammoniscono, se non dici nulla ti espellono per l'insolenza di tacere. (Jack Charlton)
- È molto più difficile fare l'arbitro [in Italia] che in Inghilterra. Lì c'è un gioco leale, con fair play. Quando l'arbitro fischia, la partita finisce e non ci sono analisi dettagliate di ogni singolo episodio. Qui, tutte le situazioni vengono sezionate e i direttori di gara sono sotto pressione enorme. (José Mourinho)
- Errare è umano, perseverare è da arbitri. (Franco Rossi)
- [In merito agli errori arbitrali] Fanno parte del gioco, ci sono stati e ci saranno ancora. Anche i grandi arbitri dell'epoca hanno commesso degli errori. La componente arbitrale valuta non con mezzi tecnologici, e quindi l'errore umano è dietro l'angolo. La differenza con quanto accadeva prima, è che adesso con la televisione si può vivisezionare ogni immagine nel dettaglio. Innanzitutto però, bisogna escludere qualsiasi ipotesi di malafede sennò non saremmo neanche qui a parlare. (Giuseppe Marotta)
- Il mio punto di vista è che l'arbitro è un uomo e può sbagliare, anche se sono stati commessi errori marchiani e lo sbaglio pesa tutto su una delle due squadre e favorisce chiaramente l'altra. Vede, io ho girato il mondo nel mio lavoro, e posso assicurarle che i nostri arbitri sono i migliori di tutti. Purtroppo nei loro confronti esistono molte pressioni e il malcostume di chi fa parte di questo ambiente. L'arbitro può sbagliare, è un uomo, e purtroppo la sudditanza psicologica esiste e continuerà ad esistere. È una molla che scatta a livello inconscio, qualcosa di inevitabile. (Pietro Lo Monaco)
- Il nostro è un mondo sconosciuto persino a chi mastica pane e pallone: per questa ragione accetto di fare un libro che parli del nostro universo. Far vedere il calcio da una prospettiva diversa: gioie e dolori, ansie e paure, successi e delusioni. Provare a spiegare la passione. Insomma, che gusto c'è a fare l'arbitro. (Nicola Rizzoli)
- In 20 anni di carriera non ho mai incontrato qualcuno che abbia mai dubitato della buona fede degli arbitri, mai. Mi sono sempre messo nei loro panni: fanno il lavoro più difficile del mondo e un loro errore viene demonizzato o ingigantito molto più che per qualsiasi giocatore. (Giuseppe Poeta)
- In Italia la questione arbitrale è più importante della questione meridionale. (Fabio Baldas)
- [Sulle polemiche arbitrali] In Italia le polemiche arbitrali ci saranno sempre. Facile giudicare seduti in poltrona da casa, in una frazione di secondo non è facile decidere. Poi chi vince viene sempre attaccato. Accadeva al Milan di Sacchi, all'Inter di Mancini e alla Juve. Dobbiamo imparare ad accettare gli errori degli arbitri. Certi giudizi di alcuni presidenti sono commenti da bar... (Massimo Bonini)
- Io dico, quando mi presento, che sono l'arbitra. Ancora oggi c'è chi dice «arbitra» con ironia, oppure con il tono di chi mi sta facendo un favore. Io non ne faccio una questione di principio: se in campo mi chiamano «arbitro», va bene lo stesso, non sto a correggerli. Però trovo giusto che la lingua, piano piano, si adatti alla realtà. (Clara Munarini)
- Io proverò sempre tenerezza per quei giovani che ancora oggi vanno ad arbitrare. Giovani che rinunciano alla gita fuoriporta o al cinema per dare inizio, in perfetto orario, a quel rito laico, che ci fa gioire o essere tristi. Senza arbitro non avrebbe senso la pallavolo: è possibile giocare senza libero o senza un titolare, non senza quell'uomo sempre lì impalato senza mai poter toccare la palla. Senza schiacciare. E poter ricevere, almeno una volta, un applauso sincero. Un applauso lungo. Un applauso da far venire i brividi. Ad Andrea Onori. (Darwin Pastorin)
- Io sono convinto da sempre che il fulcro del gioco del calcio sia l'arbitro. La moviola molte volte mi può dire se era fuorigioco o meno, ma per un fallo di gioco credo che valga molto di più il giudizio dell'arbitro in campo che non il ralenty della moviola. [...] Certo gli arbitri possono anche sbagliare, ma questo fa parte del gioco. (Dino Zoff)
- L'arbitraggio non può diventare centrale in una partita, perché l'arbitro è lì per garantire la partita, non per diventare lui la partita. (Matteo Marani)
- L'arbitro è un po' magistrato e un po' sacerdote. (Gianni Brera)
- L'arbitro neutrale non fischia mai per non scontentare nessuno, cioè è un pessimo arbitro. L'arbitro cerchiobottista cerca di fischiare una volta da una parte e una volta dall'altra e anche lui è un pessimo arbitro. L'arbitro imparziale fischia ogni volta che gli pare giusto farlo, alla luce di regolamenti, della sua coscienza, dei pesi e delle misure che è abituato ad applicare in ogni partita, su tutti i campi, nei confronti di chiunque gli capiti a tiro. A parità di comportamenti pari sanzioni. Ecco questo e solo questo è un buon arbitro. (Marco Travaglio)
- L'arbitro non è quel personaggio negativo che sbaglia se non dà un calcio di rigore, ma è un uomo di sport che si sacrifica come gli atleti e cerca di portare in campo principi di giustizia applicati allo sport. (Salvatore Lombardo)
- La diffidenza verso la nostra categoria credo sia acuita dall'isolamento. (Piero Ceccarini)
- La nostra professione è crudele perché possiamo prendere 199 decisioni giuste ma poi il primo sbaglio può essere fatale. (Viktor Kassai)
- La risposta dell'arbitro ad una mia analisi, magari un po' forte, è: "Stia zitto sennò la caccio fuori". Queste sono solo le loro interpretazioni. Sono di un permaloso mai visto [...]. Ci cacciano sempre fuori. In 20 anni di carriera sono stato espulso una sola volta da calciatore e ho sempre avuto grande rispetto degli arbitri. Però non si può lavorare in questo modo, bisogna darsi una regolata. Sembrano attori di Hollywood, basta. (Christian Panucci)
- Mi erano più simpatici quando, in A almeno, guadagnavano meno di un cardiochirurgo, ma mi sforzo di pensare a quelli delle serie inferiori, molto più a rischio, anche fisicamente, e molto meno ricompensati. Se non ho voglia di sforzarmi, penso che in Italia giornalisti e arbitri sono gemellati dalle certezze del tifo: servi e corrotti, giacchette nere (ora variopinte) e pennivendoli, infami. (Gianni Mura)
- Noi in campo ci accorgiamo subito quando un direttore di gara è sereno. In questo modo siamo tutti più garantiti. Se un arbitro è sereno in campo uno accetta anche un errore. (Rafael Benitez)
- Non è la prima volta che la mia squadra viene fortemente penalizzata dalle decisioni del direttore di gara. Perché non istituire una classifica dedicata agli arbitri? Facciamo votare tutti gli allenatori della Premier League e alla fine della stagione avremo una graduatoria di gradimento. Gli ultimi tre della lista "retrocedono" a dirigere nelle serie minori, come accade ai club. Sarebbe più equo. (Tony Pulis)
- Non sono mai stato un mangia-arbitri [...]. Ho sempre avuto stima e rispetto per una categoria che, a parte qualche eccezzione, dà più di quello che riceve. Sono dilettanti ai quali i richiedono prestazioni da rofessionisti. Agli allenamenti possono dedicare soltanto i ritagli del loro tempo; il rimborso spese, che ripaga ferie non godure, è minimo, quasi ridicolo. Per un pizzico di notorietà e per la passione, questi signori vanno domenicalmente a prendersi la loro razione di insulti; raramente un applauso. Sono sempre nell'occhio della critica, spesso impietosa: moviole e replay vivisezionano il loro operato. Noi giudichiamo da comode poltrone e con i più sofisticati mezzi tecnici; loro devono decidere in un attimo, sperando di avere visto giusto. Insomma, non è facile il mestiere dell'arbitro. (Domenico Morace)
- Qualcuno ancora chiede: «Che gusto c'è a fare l'arbitro?» Rispondo: «Vuoi dire: che gusto c'è a fare l'arbitro!» (Nicola Rizzoli)
- Quando arbitravo dovevo mantenere un certo profilo, ero molto riservato. Adesso gli arbitri scambiano il cinque e danno del tu ai calciatori... Ai miei tempi non esisteva. Ci davamo del Lei, avevamo un certo distacco [...], però se vedevo un bel passaggio, un bel cross o una bella azione non rinunciavo nel dire che fosse bellissima. (Salvatore Lombardo)
- Quando un arbitro tira fuori otto cartellini gialli in una partita non posso escludere che sia un pirla. (Paolo Casarin)
- Se vuoi fare una brutta figura, parla con gli arbitri, scoprirai le tue debolezze di carattere. (Vujadin Boškov)
- Sono stufo di attacchi agli arbitri. E poi per cosa? Un'espulsione sacrosanta di un portiere? Non è colpa nostra se la regola è sbagliata. L'altra sera ho visto una partita di Premier League: signori, tutta un'altra musica. L'arbitro fischiava, ammoniva e mostrava il rosso senza subire una protesta. (Marcello Nicchi)
- Un arbitro può essere condizionato dalla difficoltà a concentrarsi per lo stress di una partita più sentita delle altre, per un errore che magari commette all'inizio della gara e poi condiziona tutto il resto. Anche, naturalmente, per colpa di giocatori poco collaborativi. E c'è l'aspetto psicologico: a volte uno si convince di una cosa che in realtà è accaduta in modo diverso. La capacità di arbitrare è un meccanismo perfetto che può essere messo in crisi da un granello di sabbia. (Graziano Cesari)
- Ci sono arbitri che preferiscono non sapere niente della partita. È un errore colossale. Io entravo in campo cercando di avere il massimo delle informazioni possibili sui protagonisti.
- Non vivo il rigore o l'espulsione come gratificazione. L'arbitro non è felice quando espelle un giocatore. L'espulsione è una piccola sconfitta. Non c'è nessuna libido nel tirare fuori il cartellino rosso.
- Preparando bene la partita e conoscendo gli schemi delle squadre, le caratteristiche dei giocatori, si riesce quasi sempre a trovarsi nelle migliori condizioni per giudicare e decidere.
- Saggio è chi pensa. L'arbitro non può essere saggio. Deve essere impulsivo. Deve decidere in tre decimi di secondo.
- Senza un pizzico di follia non ci si mette a rischio in maniera così elevata.
- Addirittura oggi ti leggono il labiale! Invece io ero un arbitro di quelli che non badava a spese, davo qualche schiaffone io! Adesso vai nei guai. Invece io davo sberle, spintoni...
- L'empatia serve sempre: capire come sono fatti gli altri in un arbitro è fondamentale. Se riesci a farlo sei già un passo avanti.
- [«La serie A ha cambiato qualcosa nei suoi rapporti con la gente?»] Niente. L'unica cosa è che tutti mi conoscevano, non potevo fare niente senza che lo sapesse tutta Parma, ma alla fine era anche piacevole. Però non bisogna atteggiarsi. Io facevo l'artigiano, l'ho continuato a fare perché allora gli arbitri non prendevano niente, andavo sotto a degli autotreni e lavoravo con i camionisti assolutamente come prima. [...] Io ho fatto delle trasferte a Bari, per esempio, tutta la notte in treno e poi alle 7 e mezza ero in officina.
- [«Il successo nell'arbitraggio, la fama, la popolarità sono stati anche un riscatto sociale?»] Sì, senz'altro. Mi si sono aperte porte che non avrei mai immaginato avrebbero potuto aprirsi. E poi, il calcio mi ha insegnato tante cose. Ho imparato a leggere e scrivere. All'inizio, era un problema compilare il referto che l'arbitro deve redigere a fine partita.