La violenza contro le donne nel lavoro del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze
Il dossier introduce e sviluppa la tematica della violenza contro le donne alla luce dei Rapporti... more Il dossier introduce e sviluppa la tematica della violenza contro le donne alla luce dei Rapporti presentati nell’ambito dei diversi mandati del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze, dal 1994 al 2014. In particolare l’obiettivo è quello di indagare l’evoluzione del concetto di violenza in riferimento al paradigma dei diritti umani e di comprendere i nodi critici e le sfide attuali connesse ai processi di globalizzazione che rallentano il superamento di questa problematica. L'analisi è stata condotta grazie anche al contributo di Federica Napolitano, E.MA's graduate ed è disponibile al link indicato sopra.
1988: Aung San Suu Kyi 7 1.b) Quale cambiamento? Il consolidamento del regime durante gli anni no... more 1988: Aung San Suu Kyi 7 1.b) Quale cambiamento? Il consolidamento del regime durante gli anni novanta 17 1.c) Vivere nella paura: le pratiche di controllo sulla società civile 24 Capitolo 2: LA BIRMANIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE 31 2.a) Le relazioni della Birmania con l'Occidente:una questione complessa.31 2.b) Il ruolo della Birmania in Asia 39 2.c) La crisi birmana del 2007: la risposta internazionale e il ruolo delle Nazioni Unite 52 CONCLUSIONI 63 Le elezioni del novembre 2010 63 BIBLIOGRAFIA 69 2 BIRMANIA: Mappa Geografica 3 INTRODUZIONE "Sogno ad occhi aperti sogni infiniti, [...] colei che imploro non arriva, colei che attendo non appare...". 1 Parole amare, tristi, disilluse; parole di chi tende al cambiamento, che non può raggiungere, di chi aspetta con forza il presentarsi di una alternativa, della possibilità di ricominciare e riscrivere la propria vita all'alba di un nuovo giorno; parole queste del poeta e umorista birmano Zargana, prigioniero politico in patria 2 , che ha rinunciato alla propria libertà per manifestare il profondo dissenso nei confronti del potere costituito, per esprimere la frustrazione sofferta dai suoi connazionali e per non lasciare nel silenzio la storia del popolo birmano, un popolo costretto all'oppressione da decenni. Come Zargana, migliaia di Birmani, rischiando ogni istante di perdere la propria esistenza nelle carceri o sotto il fuoco dell'esercito, conducono ogni giorno la propria lotta non-violenta contro le autorità governative, disconosciute dalla società civile e concepite come illegittime dall'ascesa del potere militare, dopo il colpo di Stato del 1962. Per quasi quarant'anni, la Birmania, indossando l'abito del militarismo e dell'intransigenza, rimaneva, anche per una scelta di isolamento volontario, una presenza "assente" dalle attenzioni dell'opinione pubblica mondiale. La questione birmana non suscitava interesse e il Paese, considerato uno dei tanti regimi illiberali, finiva nell'oblio, abbandonato a se stesso con le enormi problematiche interne in campo economico e sociale da risolvere, senza mezzi e appoggio popolare. Il silenzio sembrò tuttavia spezzarsi a partire dagli sconvolgimenti del 1988 che, oltre a portare alla ribalta la società civile a lungo sottomessa, attraverso lo scoppio generalizzato di moti di protesta in tutto il Paese, fecero emergere nella lotta politica figure chiave dell'opposizione, come Aung San Suu Kyi, la figlia del Generale Aung San (il "Padre dell'Indipendenza") 3 , che 1 Estratto della poesia "Oblio", scritta dal poeta birmano Zargana e raccolta in: Scrittori dal carcere, Antologia PEN di testimonianze edite e inedite, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 162 2 Il Poeta Maung Thura, noto come Zargana (che significa "pinzette"), nasce in Birmania nel 1962; viene incarcerato per cinque mesi nel 1990, in seguito ad una rappresentazione teatrale di satira politica; rilasciato, viene condannato per 59 anni di reclusione (poi ridotti a 35) nel 2008 per aver descritto a giornalisti stranieri le tragiche condizioni in Birmania. 3 Per maggiori delucidazioni riguardo a queste personalità si rimanda nel prossimo capitolo. 4 contribuirono ad attirare gli sguardi della Comunità Internazionale sulle vicende interne del popolo birmano. Da allora fino alle recenti elezioni del novembre 2010 (le prime dopo il fallimento elettorale del 1990) le Birmania rappresenta una sfida per la Comunità degli Stati, che si trova divisa nell'approcciarsi ad un Paese complesso, lacerato da una profonda crisi di legittimità politica e dall'instabilità interna per i conflitti intraetnici, che dimostra diffidenza nel relazionarsi con il mondo esterno e che sembra restio ad accogliere gli appelli internazionali di riforma. Manipolando e riducendo al minimo le informazioni riguardanti le condizioni politiche, economiche e sociali in Birmania, il regime ha sempre offerto ai propri cittadini e agli osservatori internazionali una visione distorta della realtà, camuffata dietro al vittimismo, alle esigenze di sicurezza nazionale, ai timori di perdere la propria indipendenza, mascherando così le sistematiche violazioni inferte sulla popolazione e continuando a soffocare le voci di opposizione che inneggiavano ad una radicale svolta politica verso la democratizzazione. Le difficoltà di reperire notizie attendibili circa lo Stato birmano hanno generato con il tempo il diffondersi di non pochi fraintendimenti nell'interpretazione della "questione birmana", marcando la generale disinformazione e per un certo senso disinteresse nel fenomeno.
La violenza contro le donne nel lavoro del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze
Il dossier introduce e sviluppa la tematica della violenza contro le donne alla luce dei Rapporti... more Il dossier introduce e sviluppa la tematica della violenza contro le donne alla luce dei Rapporti presentati nell’ambito dei diversi mandati del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze, dal 1994 al 2014. In particolare l’obiettivo è quello di indagare l’evoluzione del concetto di violenza in riferimento al paradigma dei diritti umani e di comprendere i nodi critici e le sfide attuali connesse ai processi di globalizzazione che rallentano il superamento di questa problematica. L'analisi è stata condotta grazie anche al contributo di Federica Napolitano, E.MA's graduate ed è disponibile al link indicato sopra.
1988: Aung San Suu Kyi 7 1.b) Quale cambiamento? Il consolidamento del regime durante gli anni no... more 1988: Aung San Suu Kyi 7 1.b) Quale cambiamento? Il consolidamento del regime durante gli anni novanta 17 1.c) Vivere nella paura: le pratiche di controllo sulla società civile 24 Capitolo 2: LA BIRMANIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE 31 2.a) Le relazioni della Birmania con l'Occidente:una questione complessa.31 2.b) Il ruolo della Birmania in Asia 39 2.c) La crisi birmana del 2007: la risposta internazionale e il ruolo delle Nazioni Unite 52 CONCLUSIONI 63 Le elezioni del novembre 2010 63 BIBLIOGRAFIA 69 2 BIRMANIA: Mappa Geografica 3 INTRODUZIONE "Sogno ad occhi aperti sogni infiniti, [...] colei che imploro non arriva, colei che attendo non appare...". 1 Parole amare, tristi, disilluse; parole di chi tende al cambiamento, che non può raggiungere, di chi aspetta con forza il presentarsi di una alternativa, della possibilità di ricominciare e riscrivere la propria vita all'alba di un nuovo giorno; parole queste del poeta e umorista birmano Zargana, prigioniero politico in patria 2 , che ha rinunciato alla propria libertà per manifestare il profondo dissenso nei confronti del potere costituito, per esprimere la frustrazione sofferta dai suoi connazionali e per non lasciare nel silenzio la storia del popolo birmano, un popolo costretto all'oppressione da decenni. Come Zargana, migliaia di Birmani, rischiando ogni istante di perdere la propria esistenza nelle carceri o sotto il fuoco dell'esercito, conducono ogni giorno la propria lotta non-violenta contro le autorità governative, disconosciute dalla società civile e concepite come illegittime dall'ascesa del potere militare, dopo il colpo di Stato del 1962. Per quasi quarant'anni, la Birmania, indossando l'abito del militarismo e dell'intransigenza, rimaneva, anche per una scelta di isolamento volontario, una presenza "assente" dalle attenzioni dell'opinione pubblica mondiale. La questione birmana non suscitava interesse e il Paese, considerato uno dei tanti regimi illiberali, finiva nell'oblio, abbandonato a se stesso con le enormi problematiche interne in campo economico e sociale da risolvere, senza mezzi e appoggio popolare. Il silenzio sembrò tuttavia spezzarsi a partire dagli sconvolgimenti del 1988 che, oltre a portare alla ribalta la società civile a lungo sottomessa, attraverso lo scoppio generalizzato di moti di protesta in tutto il Paese, fecero emergere nella lotta politica figure chiave dell'opposizione, come Aung San Suu Kyi, la figlia del Generale Aung San (il "Padre dell'Indipendenza") 3 , che 1 Estratto della poesia "Oblio", scritta dal poeta birmano Zargana e raccolta in: Scrittori dal carcere, Antologia PEN di testimonianze edite e inedite, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 162 2 Il Poeta Maung Thura, noto come Zargana (che significa "pinzette"), nasce in Birmania nel 1962; viene incarcerato per cinque mesi nel 1990, in seguito ad una rappresentazione teatrale di satira politica; rilasciato, viene condannato per 59 anni di reclusione (poi ridotti a 35) nel 2008 per aver descritto a giornalisti stranieri le tragiche condizioni in Birmania. 3 Per maggiori delucidazioni riguardo a queste personalità si rimanda nel prossimo capitolo. 4 contribuirono ad attirare gli sguardi della Comunità Internazionale sulle vicende interne del popolo birmano. Da allora fino alle recenti elezioni del novembre 2010 (le prime dopo il fallimento elettorale del 1990) le Birmania rappresenta una sfida per la Comunità degli Stati, che si trova divisa nell'approcciarsi ad un Paese complesso, lacerato da una profonda crisi di legittimità politica e dall'instabilità interna per i conflitti intraetnici, che dimostra diffidenza nel relazionarsi con il mondo esterno e che sembra restio ad accogliere gli appelli internazionali di riforma. Manipolando e riducendo al minimo le informazioni riguardanti le condizioni politiche, economiche e sociali in Birmania, il regime ha sempre offerto ai propri cittadini e agli osservatori internazionali una visione distorta della realtà, camuffata dietro al vittimismo, alle esigenze di sicurezza nazionale, ai timori di perdere la propria indipendenza, mascherando così le sistematiche violazioni inferte sulla popolazione e continuando a soffocare le voci di opposizione che inneggiavano ad una radicale svolta politica verso la democratizzazione. Le difficoltà di reperire notizie attendibili circa lo Stato birmano hanno generato con il tempo il diffondersi di non pochi fraintendimenti nell'interpretazione della "questione birmana", marcando la generale disinformazione e per un certo senso disinteresse nel fenomeno.
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