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Conferenza online, tenuta presso l'Istituto tedesco di Perugia il 12 maggio 2021
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Papers by Biancamaria Brumana
Biancamaria Brumana Critica musicale e musicologia tra passato e presente Desidero ringraziare pe... more Biancamaria Brumana Critica musicale e musicologia tra passato e presente Desidero ringraziare per l'invito a questo incontro gli organizzatori: la prof. Giuseppina La Face dell'Università di Bologna e i suoi collaboratori, il prof. Stefano Ragni dell'Università per Stranieri di Perugia e il prof. Gianluigi Mattietti dell'Università di Cagliari, tutti e tre membri della Associazione nazionale dei critici musicali. Desidero, poi, far presente che mi è particolarmente gradito prendere la parola in questa aula in cui ho insegnato Storia della musica italiana dal 1980 al 1986.
Music in Art , 2022
The Fondation Custodia in Paris houses an exquisite ink drawing representing a young man at the o... more The Fondation Custodia in Paris houses an exquisite ink drawing representing a young man at the organ in the recto and on the verso musical notes similarly due to the hand of the Venetian painter. The analysis of the musical notes allows hypotheses to be made about Carpaccio's musical knowledge and the drawing is related to the canvas of the Visione di Sant’Agostino at the Scuola di San Giorgio, an opera in which music and its symbology have a great importance. Other paintings by Carpaccio with elements of musical iconography and drawings preparatory of the Visione are taken into consideration. The drawings suggest that the project of the third painting of St. Jerome cycle gradually shifted from the saint’s study (later left empty after his death at the bottom on the left) to the study of St. Augustine and music. The reasons for this choose were perhaps related to the competition between the Scuola di San Giovanni Evangelista e la Scuola di San Giorgio.
«Ex libris… ne pereant». Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, 2023
Viene analizzato un libro di madrigali a cinque voci del monaco camaldolese Gabriele Fattorini, L... more Viene analizzato un libro di madrigali a cinque voci del monaco camaldolese Gabriele Fattorini, La rondinella (Venezia, 1604). Il dedicatario è monsignor Offredo Offredi, nunzio apostolico a Firenze dal 1596 al 1598, mentre il contenuto della raccolta evidenzia i legami con le accademie perugine degli Insensati e degli Unisoni. Cesare Crispolti (1563-1608), principe e promotore dell’accademia musicale, possedeva un esemplare dell’opera e le scelte poetiche della Rondinella includono testi degli Insensati Gaspare Murtola e Filippo Alberti. Le quattordici strofe della canzone La rondinella di Alberti (già presente in una edizione del 1586) corrispondono ai sette madrigali posti al centro della raccolta (i nn. 8-14 su 22) e danno il titolo all’intero volume. Tutte le composizioni musicali ruotano intorno al tema della rondine (che diventa affettuosamente rondinella) e delle molteplici simbologie legate a questo uccello migratore. L’esile trama narrativa che si dipana nella successione dei madrigali, nei quali la rondinella è l’arte musicale di Fattorini, sembra alludere al desiderio del compositore di tornare a far parte della cerchia mecenatistica dell’Offredi. Si riporta l’edizione e il commento del madrigale n. 8, Perch’io pianga al tuo pianto.
Montepulciano in Toscana. Catalogo della mostra bibliografica 23-24 settembre 2023, 2023
L’esaltazione della croce di Giovanmaria Cecchi (1518-1587) fu rappresentata in occasione delle n... more L’esaltazione della croce di Giovanmaria Cecchi (1518-1587) fu rappresentata in occasione delle nozze di Ferdinando dei Medici con Cristina di Lorena nel 1589, a cura di Baccio Cecchi, figlio del letterato fiorentino. I resoconti ufficiali non fanno menzione di questo spettacolo, organizzato dalla Compagnia di S. Giovanni Evangelista e non dalla corte. L’analisi dei sei intermedi con le musiche per essi previste si mostra, nondimeno, di grande interesse per i rapporti con il nascente genere del melodramma. I testi, tutti opera di Cecchi, e le musiche, tutte dovute alla penna di Luca Bati, rivelano una coerenza drammaturgica ed una unità sconosciute ad altri spettacoli che facevano sfoggio della collaborazione di molti autori. Essi, inoltre, sono in stretto rapporto con il testo dello spettacolo in prosa, il cui tema principale costituisce un episodio della secolare guerra dell’occidente contro i turchi, tornato di attualità con la battaglia di Lepanto. Il soggetto sacro è intercalato da molte scene comiche ispirate alla vita reale che offrivano a ben trentadue giovani della Compagnia (la cui età era compresa fra i 13 e i 24 anni) di esibire la loro abilità nella recitazione e nella musica.
Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, 2022
Tutti i testi proposti per la pubblicazione alla Deputazione di storia patria per l'Umbria sono p... more Tutti i testi proposti per la pubblicazione alla Deputazione di storia patria per l'Umbria sono preventivamente vagliati dal Comitato scientifico e da lettori anonimi, scelti in base alle competenze disciplinari (procedura di peer review).
Roma moderna e contemporanea, 1996
Conferenza con immagini e ascolti tenuta il 22 maggio 2022 per l'Istituto Tedesco di Perugia nell... more Conferenza con immagini e ascolti tenuta il 22 maggio 2022 per l'Istituto Tedesco di Perugia nell'ambito delle iniziative dedicate a "La Perugia dei tedescxhi"
Bellarmino e i gesuiti. Studi in occasione del IV centenario della morte (1621-2021), a cura di Manlio Sodi e Anna Glusiuk, Firenze, Olschki, 2022, pp. 179-217, 2022
Al tempo di Canova. Un itinerario umbro, 2022
L'armonia che si percepisce alla vista delle opere di Canova sembra andare oltre la mutuazione di... more L'armonia che si percepisce alla vista delle opere di Canova sembra andare oltre la mutuazione di termini propri di altre arti che ricorrono nelle pagine della critica, per affondare le proprie radici nella sensibilità del Nostro per le "arti sorelle" della musica e della danza, a partire dall'antichità classica. I richiami al mondo greco e romano sono evidenti nell'Orfeo (Venezia, Museo Correr) commissionatogli dal senatore veneziano Giovanni Falier ed esposto alla fiera della Sensa del 1776. Il mitico cantore è effigiato nel momento in cui si volge a guardare Euridice perdendola definitivamente, e l'arpa, lo strumento con il quale era riuscito a commuovere anche le divinità infernali, giace abbandonata sotto i suoi piedi. La lira, invece, compare come emblema ormai muto della poesia nel Monumento funebre a Vittorio Alfieri (Firenze, Santa Croce); oppure affianca la morbida figura della musa Tersicore (Milano, Collezione privata); oppure ancora accresce la sensualità della Naiade distesa sulla pelle di lince (Londra, Buckingham Palace) con le corde sfiorate delicatamente da Cupido accoccolato ai suoi piedi. La danza, accompagnata o meno da strumenti, però, è l'aspetto più visibile e più studiato della produzione canoviana in rapporto alle altre arti 1. Lo scultore Antonio D'Este (1754-1837), amico e collaboratore di Canova, scrive nelle sue Memorie relative all'estate del 1785 che costui «sentendo poi una grande propensione al ballo, ne avrebbe appreso i principj, se l'amore per l'arte non l'avesse trattenuto», e prosegue raccontando che nei giorni di festa andavano a passeggio «nelle Regioni dei Monti e di Trastevere a veder ballare quelle fanciulle della plebe; ballo che nella innocenza di quelle danzatrici molto lo dilettava, ricavandovi sempre la sua morale per alcune osservazioni sulle naturali mosse di quelle ragazze a profitto dell'arte sua» 2. Il bassorilievo in gesso con la Danza dei figli di Alcinoo (Possagno, Gipsoteca) mostra un esempio di 93 Antonio Canova e le "arti sorelle" della musica e della danza Biancamaria Brumana
"Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria", 2021
Nell’ambito della ricca produzione oratoriale perugina tra Sei e Settecento, la Santa Cecilia all... more Nell’ambito della ricca produzione oratoriale perugina tra Sei e Settecento, la Santa Cecilia all’organo, data all’oratorio dei Filippini il 22 novembre 1701 dall’accademia degli Unisoni, rappresenta un unicum. Il componimento, creato per l’arrivo del nuovo vescovo bolognese Anton Felice Marsigli, si avvalse di un significativo apparato scenografico. Sono analizzati il libretto di Niccolò Montemellini e la musica di Evilmerodach Milanta (1651-1712), con una nota sulla ripresa dell’oratorio a Bologna nel 1704.
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