Papers by Arianna Carasol
Arianna Carasol , 2024
My essay wants to clarify some aspects on which Eric Dodds dealt with in two of his famous works:... more My essay wants to clarify some aspects on which Eric Dodds dealt with in two of his famous works: some extracts are from The Greeks and the Irrational, published in 1951, and other elements are from the book Pagan and Christian in an Age of Anxiety, published in 1965.
Arianna Carasol, 2023
La vista, il visivo, la visualità: ciò che ruota attorno agli occhi è di per sé uno "spettacolo" ... more La vista, il visivo, la visualità: ciò che ruota attorno agli occhi è di per sé uno "spettacolo" cui noi naturalmente assistiamo. Ed è con questo naturalismo che i Greci, sviluppando una "teoria della visualità", sono approdati al teatro e alla sua massima realizzazione nella tragedia. La componente teorica è illustrata da Aristotele nella Poetica, ma effettivamente bisognerebbe ritornare ad applicare quell'antico criterio della "visualità" e "vedere" anche ciò che non si vede e che si può apprendere solo a parole. La scelta sta tra opsis e lexis: è nell'equilibrio tra queste due componenti che si situa il logos, il pensiero.
Arianna Carasol, 2023
Riporto qui le mie suggestioni da un intervento di Tommaso Braccini sulla figura paradigmatica e ... more Riporto qui le mie suggestioni da un intervento di Tommaso Braccini sulla figura paradigmatica e mitologica della Lamia e della sua relativa fortuna nell'immaginario occidentale. La disamina dell'argomento consente un'interessante e curiosa riflessione sullo statuto che il "folklore" assume nella contemporaneità. Inoltre, si evidenzia che la “prospettiva antropologica” ‒ un approccio spesso posto in secondo piano negli studi ‒ è uno strumento di cui la filologia potrebbe servirsi maggiormente, guadagnandone in termini di pienezza e rotondità.
La cittadinanza: sinonimo di identità ed appartenenza di ARIANNA CARASOL VOLPI ~ L'accezione di c... more La cittadinanza: sinonimo di identità ed appartenenza di ARIANNA CARASOL VOLPI ~ L'accezione di cittadinanza e i valori a cui essa è correlata sono quotidianamente fonte di dibattito, di interrogativi e soprattutto di dubbi. Ma che cosa si intende realmente con cittadinanza? Ammetto che non è sicuramente immediato individuare una precisa definizione per una parola che, a mio avviso, ne racchiude moltissime altre. Riflettendo del tutto fuori dagli schemi, per descriverla, mi immagino con gli occhi chiusi davanti a un atlante: facendo ruotare l'indice in aria e poi fissandolo in un punto, ecco che il mio sguardo si accende per conoscere su quale nazione mi sono soffermata. Ed è a questo punto che ha inizio il viaggio, un viaggio con la mente, l'immaginazione e la curiosità, sospeso nella sua tensione a scoprire cosa si cela veramente dietro quel dito, chi e cosa si nasconde al di là di un polpastrello che casualmente si è lì arrestato. Direi quindi che la cittadinanza consiste proprio in quell'identità in cui, alcune persone che, in nome di quei principi, insegnamenti ed aspirazioni ai quali sono state educate, scelgono di sottostare, rispettare ed appartenere. La cittadinanza non è unicamente un certificato o uno "status" riconosciuto e stampato sul passaporto o la tessera sanitaria. La cittadinanza è un mappamondo che racchiude mille culture, tradizioni e bellezze. La cittadinanza non va mai data per scontata, come qualcosa che ci è dovuto, ma è anzi una fortuna, uno strumento e una garanzia, che permette a chi ne gode, di migliorare la comunità e al contempo se stesso. La cittadinanza è perciò un do ut des, non una rigida sottomissione, una cieca obbedienza, un sordo imperativo. Coloro che sfortunatamente sono costretti in mondi in cui la libertà è un lusso e il diritto di espressione non esiste, sottoposti a un governo che di fatto li immobilizza, non usufruiscono della nostra stessa cittadinanza, la loro è un vincolo, una prigione da cui evadere. Chi da qui fugge va accolto, non allontanato. Gli esuli, i rifugiati politici, gli apolidi, chi ricerca una vita migliore, deve rappresentare per noi un monito, renderci continuamente consapevoli della ricchezza che ci è stata donata e per cui in passato hanno combattuto. Consci di ciò, la cittadinanza va pertanto generosamente distribuita a chi la richiede, perché, onorandoci con tale richiesta, il nostro gesto risulterà conveniente soprattutto a noi, facendoci innanzitutto sentire di appartenere in realtà a una più ampia cittadinanza, l'umanità. Analogamente nel mondo antico, la cittadinanza veniva interpretata in primo luogo come una chiave preziosissima, attraverso la quale, chi ne era dotato, aveva la possibilità di rappresentare e farsi rappresentare all'interno della collettività. Chiaramente, restando coerenti con i tempi, la cittadinanza non spettava a tutti, o comunque, si perpetrava una selezione all'interno della società.
Coscienza statica o versatile dinamismo?, 2022
Pensare alla memoria è abbastanza immediato, perché il pensiero è fatto soprattutto di memoria. I... more Pensare alla memoria è abbastanza immediato, perché il pensiero è fatto soprattutto di memoria. Il nostro sistema nervoso è così specializzato da registrare nelle sue innumerevoli cellule un'informazione. Tale informazione scaturisce prevalentemente dall'esperienza o da una personale proiezione nella propria interiorità, ma ciò che forse è più affascinante è come la memoria si appropri di noi attraverso i mezzi e i vissuti più vari. Fin dai primi passi della nostra vita assumiamo una memoria, che diviene ben presto consapevolezza di ciò che ci circonda, assorbendo dati che, codificati, poi risulteranno un fondamentale riferimento per il resto della nostra esistenza. Questo processo di assorbimento o registrazione, avviene prima di tutto a livello sensoriale, attraverso il tatto, la vista, l'olfatto o l'udito. Quante volte è capitato che, avvertendo un suono o odorando l'aria, sentissimo dentro di noi, come un segnale, la "spia del già conosciuto"? La scienza e la medicina hanno spiegato razionalmente ed anatomicamente quel complesso meccanismo che si cela nella nostra testa, che parte dai neuroni per poi esplodere in un attimo di sorpresa, di rivelazione e nostalgia. In una civiltà votatasi in nome del progresso, la memoria non costituisce più un interrogativo, ne sono stati analizzati gli ordigni e le peculiarità, ma a mio parere la questione non è ancora risolta. La memoria è e rimarrà sempre una facoltà inafferrabile, quell'abilità che ci rende prima di tutto uomini pensanti, quella capacità che incanala le nostre emozioni sulla base di quello che abbiamo già visto, toccato, percepito, conosciuto. La memoria è una continua indagine, un'esortazione all'analisi, all'osservazione, alla riflessione, un contenitore vuoto che gradualmente si riempie, ma che non sarà mai del tutto pieno. La memoria è anche quella scatola in cui si può frugare alla ricerca di un ricordo, di un tempo passato, una scatola che non tradisce mai perché rimane sempre nel posto in cui la si lascia, magari in uno scaffale, in alto, coperta da qualche maglione e chiusa in un armadio. La memoria è come un vaso, che si rispolvera per renderlo nuovamente lucido. Non si conosce tuttavia la profondità di questo vaso, se ci sia realmente un fondo. L'attrazione per questo indefinito o non-finito, la spinta a sondarne i confini, si è sempre impossessata dell'uomo, l'unico a comprenderne la portata e innanzitutto il potere. La memoria, nella sua duttilità, è infine un vortice che risucchia tutto ciò che incontra, ed è qui che sta a noi decidere quanto si debba rimuovere e rinchiudere definitivamente in un baule con un lucchetto, e cosa trattenere, afferrare, per riportarlo costantemente al nostro fianco.
Pantheon di valori e insegnamenti per la nostra civiltà, 2022
A una studentessa del classico, al termine del proprio ciclo di studi superiori, appare chiaro e ... more A una studentessa del classico, al termine del proprio ciclo di studi superiori, appare chiaro e palese il teso, stretto nodo che lega due estremità: il mondo greco con la civiltà romana. Questo nodo ha il merito di creare un continuum tra due culture così simili ma al contempo diverse nella loro unicità. Tale condizione di continuità è da indagarsi nel fitto gomitolo di trame, intessutosi tra grecità e romanità, che, se a prima vista risulta scontato, è in realtà estremamente complesso e va individuato partendo dalla considerazione di due pilastri: l'humanitas e la caritas.
Una lente sulla realtà umana, 2022
Che cos'è il lavoro se non la massima espressione di noi stessi? Per definizione, il lavoro equiv... more Che cos'è il lavoro se non la massima espressione di noi stessi? Per definizione, il lavoro equivale a quello strumento con cui quotidianamente garantiamo la nostra ed altrui esistenza. Coincidendo il lavoro con un'occupazione, che può essere delle più varie, l'uomo si è sempre trovato impegnato in un'attività, da delle mansioni più pratiche e fisiche, a dei compiti che prediligessero lo studio e la riflessione. Appare quindi chiaro che il vastissimo tema del lavoro ritorni più volte nelle arti figurative, in particolare nella pittura, in quanto massima rappresentazione di un'umanità colta nell'attività umana per antonomasia, quale è il lavoro. Nel corso delle varie fasi storiche che si sono susseguite, la pittura si è fatta voce e narrazione innanzitutto delle condizioni in cui l'uomo lavorava, fino a giungere all'Ottocento, momento a partire dal quale si conoscerà una diversa idea di lavoro. Con gli sconvolgimenti politici in atto, i moti rivoluzionari del '48, la necessità, di matrice romantica, della lotta per l'indipedenza nazionale e la ricerca di un'identità collettiva, ma soprattutto attraverso la nascita della società di massa e di una nuova classe, il proletariato, il bisogno di ritrarre tali novità sarà tale, che il lavoro diventerà il perno attorno a cui ruoterà gran parte della produzione artistica. Mettendo da parte il messaggio moralizzante e celebrativo del Neoclassicismo, passando per l'idealismo romantico, il lavoro acquisterà sempre maggior autonomia, fino ad arrivare al dato oggettivo e alla concretezza realista. Il Realismo individua infatti la sua principale fonte di espressione proprio nella raffigurazione del lavoro e del ceto lavoratore che, dalla seconda metà del XIX secolo, si era via via sempre più imposto. Grazie al contributo della corrente realista, si assisterà alla progressiva evoluzione del tema del lavoro anche in altri artisti che, eccezion fatta per l'Impressionista Monet, per la loro singolarità non possono essere inseriti in filoni prestabiliti: Daumier, Caillebotte, Van Gogh, Signac.
La negazione dell'intelligenza porta alla perdita di noi stessi, 2020
Ci è voluta anche una pandemia a farmi dire: "Ora che hai finalmente tempo per te stessa, siediti... more Ci è voluta anche una pandemia a farmi dire: "Ora che hai finalmente tempo per te stessa, siediti e apri un libro." Ma cosa racchiude veramente un libro? Cosa significano davvero per noi delle pagine rilegate, raccolte da una copertina talvolta colorata, che ha lo scopo di indurci alla lettura? Durante la mia giovinezza, ho sempre considerato la lettura come un momento di crescita, di ampliamento dei propri orizzonti, come un strumento di arricchimento, volto alla riflessione, improntata egoisticamente a un nostro piacere o a una distrazione intellettuale, un'occasione per concentrarsi sul nostro ego. "1984" è quel libro che, mentre l'ho tenuto tra le mani, ha ribaltato in me questo meccanismo: Orwell, come una catapulta, mi ha inserito in un mondo che non conoscevo, mi ha indotto ad uscire dal mio "io", personificandomi così nell'altro. Però sono quasi sicura che questo altro, in realtà sia un altro mio io, un'altra declinazione della mia essenza, che è andata a coincidere con l'identità di Winston. Chi è Winston? È un uomo tra gli altri, svolge con serietà il proprio lavoro, adempie alle mansioni che giornalmente gli sono affidate, conduce una vita aliena da stravolgimenti di ogni tipo, semplice, e soprattutto vuota. La sua esistenza non è scandita dalla sua coscienza, non è guidata da alcun desiderio, non è condizionata da nessuna aspirazione. La sua, di esistenza, come quella dei suoi "compagni", è paradigmatica, perché paradigmatica è stata resa dal Grande Fratello.
Drafts by Arianna Carasol
Storie di uomini e giochi di forme, 2022
Storie di uomini e giochi di forme" di ARIANNA CARASOL VOLPI ~ L'esplorazione del mondo delle met... more Storie di uomini e giochi di forme" di ARIANNA CARASOL VOLPI ~ L'esplorazione del mondo delle metamorfosi si è rivelata un'instancabile scoperta. La narrazione di una metamorfosi offre, a chi vi assiste, uno spettacolo multiforme e unico al contempo. Una metamorfosi sottintende per definizione una trasformazione, la quale prevede un passaggio, una dialettica unità-pluralità. Chi o cosa subisce una metamorfosi, è inevitabilmente destinato a scindersi in più elementi, o identità. Il tema delle metamorfosi rappresenta una costante nella letteratura, sia poetica che prosastica. Questa mutabilità si replica anche nelle figure degli autori di metamorfosi, che si presentano al proprio pubblico come delle personalità caleidoscopiche.
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