Papers by Iolanda Ruggiero
BIDR 113, 2019
I propose an examination of Nino Tamassia’s thesis, contained in a book entitled
‘Testamentum mil... more I propose an examination of Nino Tamassia’s thesis, contained in a book entitled
‘Testamentum militis e diritto germanico’. Its basic premise relies on the absence of
the idea of testamentary succession in the Barbarian populations. In the osmotic
process of combination between Roman culture and barbaricum Tamassia finds
elements of continuity between testametum militis (where there wuold be a trace
of pre-Roman Italic law) and the affirmation of the principle of testamentary
succession which was applied by in thoose constellations of gentes who populated
the territories beyond the Rhine and the Danube. In particular, my analysis focuses
on investigation of the title 46 of Pactus legis Salicae (De adfathamire), in which
Tamassia detects an analogy with the Roman ‘fedecommesso’
SDHI 84, 2018
After reconstructing the framework of the historical problems evoked by the book of Rossella Laur... more After reconstructing the framework of the historical problems evoked by the book of Rossella Laurendi (Institutum Traiani. Alimenta Italiae obligatio praediorum sors et usura. Ricerche sull'evergetismo municipale e sull'iniziativa imperiale per il sostegno all'infanzia nell'Italia Romana, Romae MMXVII), the author proposes some reflections over the well-known book on evergetism by Paul Veyne (Le pain et le cirque. Sociologie historique d'un pluralism politique, Paris 1976), concerning economic history, ancient demography and imperial coinage.
(a cura di) Dario Mantovani, Serena Ammirati, Giurisprudenza romana nei papiri. Tracce per una ricerca, Pavia, 2018
The fragment of a parchment code, was probably discovered in Egypt and subsequently purchased by ... more The fragment of a parchment code, was probably discovered in Egypt and subsequently purchased by the Leiden University Library in 1954. The Leiden code has transmitted 12 sententiae of the homonymous work attribuited to Paul. Nine of these have exclusively handed down from this code. The fragment provides precious information on crimen repetundarum and crimen maiestatis.
Koinonia 41 (2017), 2017
A term unique in the jurisprudential literature appears in PS. 4, 9, 8: Latina ingenua. The frag... more A term unique in the jurisprudential literature appears in PS. 4, 9, 8: Latina ingenua. The fragment – taken from the Breviarium Alaricianum – probably refers to the Latin daughter or descendant from Latini Iuniani. Therefore, the condition of these kind of Latini (who have not been granted the Roman citizenship in 212 A. D.) was transmitted across the time, from generation to generation. We know nothing about their rights; our available sources do not allow to speculate about it. Nevertheless, we can assume that part of the human material used to stabilise the colonate was constituted by freedmen coming from the Latini Iuniani and their descendants.
Saturiani e Subafrensi. Il titulus dedicato ai veterani funge da perno per quelli, immediatamente... more Saturiani e Subafrensi. Il titulus dedicato ai veterani funge da perno per quelli, immediatamente successivi, relativi alle testimoniales da questi ultimi rilasciate e all'obbligo di avviare i figli all'esercito. Gli ultimi due titoli riguardano, rispettivamente, l'onere gravante su alcuni honorati di offrire, in scadenze determinate, cavalli all'esercito e l'oblatio votorum ricadente sui cittadini verso gli imperatori. Riferimenti alla materia militare sono presenti anche in altri luoghi del Codex Theodosianus: una loro puntuale enumerazione in V. Giuffré, «Iura» e «Arma» (cit. nt. 3), p. 394 nt. 23. 5 Sull'accelerazione del processo di barbarizzazione dell'esercito nel corso del III secolo cfr. E. GaBBa, Considerazioni sugli ordinamenti militari del tardo impero ora in Per la storia dell'esercito romano in età imperiale, Bologna 1974, pp. 55 ss., 68 ss., A. MiLan, Le forze armate (cit. nt. 3), pp. 183 ss. e C. ZuCkerMan, Les «Barbares» romains: au sujet de l'origine des auxilia tétrarchiques, in F. VaLLet, M. Kazanski (a cura di), L'armée romaine et les Barbares du III e au VII e siècle, Paris 1993, pp. 17 ss. Sulla sua rilevanza sociale -il fenomeno avvicinò notevolmente le popolazioni più arretrate dell'impero a forme più alte di civiltà, prima fra tutte la vita delle città -imprescindibile S. Mazzarino, Aspetti sociali del quarto secolo. Ricerche di storia tardo-romana, Roma 1951, p. 320. In generale, sulle istituzioni militari d'epoca tardoantica -fondamentale rimane il lavoro di a.h.M. Jones, Il tardo impero romano (284-602 d.C.) (ed. or. The Later Roman Empire, 284-602, vol. 2, Oxford 1964), vol. 2, Milano 1974, pp. 839 ss. -si vedano almeno J-M. Carrié, L'esercito: trasformazioni funzionali ed economie locali, in A. Giardina (a cura di), Istituzioni, ceti, economie, Bari 1986, pp. 449 ss., ove -in base a un esame scrupoloso di numerose testimonianze archeologiche, epigrafiche e papirologiche -si prendono le distanze dai principali orientamenti seguiti dalla ricerca precedente sulla tarda realtà militare, in particolare da quello culminato nella teoria, ritenuta dal Carrié riduttiva, di una militarizzazione (nel senso di subordinazione del potere politico a quello militare) a oltranza della società romana a cominciare dal III secolo; Y. Le BoheC, L'esercito romano. Le armi imperiali da Augusto alla fine del terzo secolo (ed. or. L'armée romaine sous le Haut-Empire, Paris 1989), Roma 1992, pp. 11 ss.; Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero (ed. or. L'armée romaine sous le Bas-Empire, Paris 2006), Roma 2008, pp. 13 ss.; L'armée romaine dans la tourmente. Une nouvelle approche de la «crise du III e siècle», Condé-Sur-Noireau 2009, pp. 11 ss. 6 In base a una notizia fornita da Procopio, De bello Ghotico, 1.12, ancora al tempo di Clodoveo alcune popolazioni aggregatesi ai Franchi Salii avrebbero mantenuto divise e costumi romani: sul passo V. Marotta, Il problema dei laeti. Fonti e storiografia, in questo volume, p. 156 nt. 119. L'efficacia delle tecniche di combattimento, l'organizzazione interna della milizia e l'elevata capacità di risoluzione d'ogni genere di problemi costituivano senz'altro motivi di fascinazione per la popolazione dell'impero. Attraverso l'esercito i barbari entrarono effettivamente in contatto con i valori della romanitas, cominciando a conoscere realtà differenti e a misurarsi con nuovi modelli di aggregazione sociale. Sul ruolo giocato dall'esercito nelle vicende dell'impero in età tardoantica, con particolare attenzione alla profonda influenza dei regolamenti militari romani nelle cd. leges barbarorum, a tal punto incisiva da consentire quantomeno una parziale revisione della tradizionale visione storiografica in materia, incentrata, in maniera fin troppo semplicistica, sullo scontro fra valori opposti -romanitas e barbaritas appunto -si vedano L. LosChiaVo, Le 'leges barbarorum' e i regolamenti militari romani. Alcuni esempi e spunti per una ricerca, in «Atti dell'Accademia Romanistica Costantiniana», 19 (2013), pp. 233 ss. e V. Marotta, Potere imperiale e leggi barbariche. Il Pactus legis Salicae, in Ravenna Capitale. Società, diritto e istituzioni nei papiri ravennati (V -VIII secolo), 14-15 maggio 2010, pp. 1-9, consultabile on line alla pagina http://amsacta.unibo.it/2801/, ove bibliografia. Cfr. anche H. WoLfraM, L'armée romaine comme modèle pour l'Exercitus barbarorum, in F. VaLLet, M. Kazanski (a cura di), L'armée romaine (cit. nt.5), pp. 13 ss. in un corposo articolo teso, fra l'altro, a demolire i più svariati topoi sulla figura del soldato romano, J.-M. Carrié, Il soldato, in A. Giardina (a cura di), L'uomo romano, Bari 1989, p. 101 ha ricordato come già
La Spagna dominata dai Visigoti agli albori del VII secolo d.C., ormai da tempo profondamente rom... more La Spagna dominata dai Visigoti agli albori del VII secolo d.C., ormai da tempo profondamente romanizzata, rappresenta l'imprescindibile sfondo della seguente indagine, un contesto dal quale si diramano, a mo' di raggiera, le linee guida della terza edizione di "Ravenna Capitale".
Die Perspektive des Wissenschaftlers, der sich mit Werken befasst, deren Zuschreibung gesichert i... more Die Perspektive des Wissenschaftlers, der sich mit Werken befasst, deren Zuschreibung gesichert ist, unterscheidet sich erheblich von der Perspektive desjenigen Wissenschaftlers, der sich mit Werken auseinandersetzt, deren Urheberschaft umstritten ist, und der sich infolgedessen in einem Umfeld bewegt, in dem ohne Zweifel höchste Vorsicht geboten ist.
Die Suche nach der historischen Individualität der Juristen kann ein wirkungsvolles Mittel sein, um die hiermit verbundenen Fragen kritisch zu prüfen. Zusammen mit der Betrachtung der Textstruktur, der Gegebenheiten der Textüberlieferung, der Art, des Zwecks und der Adressaten des Textes, sowie mit der Betrachtung etwaiger stilistischer Ähnlichkeiten in anderen Schriften innerhalb des Gesamtwerkes bietet sich so eine zusätzliche Möglichkeit, um das Problem der Zuschreibung zu lösen (das heute für manche Texte beinahe unlösbar scheint), und um den kulturellen Kontext zu beurteilen, in dem jede einzelne Schrift verfasst worden ist.
Unter den zahlreichen Werken, die in den justinianischen Digesten Paulus zugeschrieben werden, gehören die Sententiae – rectius Pauli Sententiarum receptarum ad filium libri quinque – zusammen mit einigen der libri singulares zu jenen Schriften, zu denen sich die Wissenschaft überaus kritisch geäußert hat, und zwar nicht nur im Hinblick auf ihre Echtheit. Dabei scheint es unter Berücksichtigung der neuesten Forschungen nicht ausgeschlossen, dass die Sententiae auf Paulus oder zumindest auf die Schule des severianischen Juristen zurückgehen. In diesem Zusammenhang wird eine stichprobenartige Untersuchung einiger Fragmente aus diesem “handy compendium” vorgeschlagen, um einige wichtige Aspekte der erwähnten Thematik zu erörtern, wobei insbesondere die unterschiedlichen Zitattechniken der Juristen sowie die Isolierung bestimmter Passagen zum ius receptum berücksichtigt werden. Auch wenn diese Vorgehensweise – vor einer noch ausstehenden umfassenden Prüfung aller Fragmente der Sententiae – noch nicht die sichere Zuordnung dieser Schrift zu ihrem Verfasser erlaubt (in Bezug auf seine “forte personalità” und “profonda indipendenza di pensiero in ogni campo”), so ermöglicht sie es zumindest, das schwache Fundament zu erschüttern, auf das sich die Interpolationenkritik nach wie vor stützt.
Nel 1995 un intervento di ristrutturazione e ampliamento del porto di Rodi portava alla luce, ass... more Nel 1995 un intervento di ristrutturazione e ampliamento del porto di Rodi portava alla luce, assieme ad altre antichità oggi custodite nel Museo Archeologico del luogo, una colonna in marmo bianco, alta 2,20 m. e larga 1,25 1 : su di essa -questo il dato singolare -è iscritto un brano corrispondente a un passo del II libro delle Sententiae attribuite a Giulio Paolo 2 , il immagini di ius receptum Torino, 2001, pp. IX ss.; H.I. Marrou, Decadenza romana o tarda antichità?, trad. it., Milano, 1979, pp. 9 ss.; Saggi sulla decadenza, trad. it., Milano, 2002, pp. 21 ss. È difficile dire fino a che punto gli studi dell'uno abbiano influenzato quelli dell'altro. Certo è che entrambi hanno ben presenti le rispettive ricerche. Per fare un solo esempio, Marrou spiega le grandi innovazioni culturali del tardoantico (cfr. H.I. Marrou, Decadenza, cit., pp. 110 s. nt. 1) parafrasando Brown e, in una nota, riconosce in lui, più giovane e di diversa formazione, l'autore della migliore biografia di Agostino mai scritta. Sarebbe interessante indagare le ragioni per cui, nella storiografia successiva, le riflessioni di questi autori -che mi sembra si siano occupati in modo non troppo difforme degli stessi temi nel volgere di anni più o meno coincidenti (si vedano a tal proposito A. Marcone, La tarda antichità e le sue periodizzazioni, in Rivista storica italiana, 112.1, 2000, p. 320 s.; La tarda antichità o delle difficoltà delle periodizzazioni, in Studi Storici, 45.1, 2004, pp. 26 ss.; L. De Giovanni, Istituzioni, cit., pp. 7 s.) -siano state solo parzialmente accostate e mai oggetto di un puntuale confronto. Un esempio di quanto appena detto in L. Cracco Ruggini, Il Tardoantico, cit., pp. XXXIII ss., ove si nota la ripresa della metafora spengleriana di "pseudomorfosi" da parte del Marrou, ma, a proposito dell'uso del termine 'rivoluzione', si cita il solo Brown. Se ne riscontra invece l'impiego anche in Marrou, con riferimento all'abbigliamento: H.I. Marrou, Decadenza, cit., p. 18. Forse la diversa formazione dei due studiosi può costituire la giusta chiave di lettura di questa vicenda storiografica: Marrou, cattolico e membro dell'École française di Roma già dal 1930 e Brown, presbiteriano, medievista, formatosi agli studi antichistici sotto la guida di Arnaldo Momigliano. La prospettiva anglocentrica in cui versavano gli studi tardoantichi sul volgere degli anni settanta del secolo scorso, con la conseguente sottovalutazione di aspetti e momenti rilevanti della storiografia internazionale francese, italiana e tedesca, è del resto acutamente percepita da A. Giardina, Esplosione di tardoantico, in Studi Storici, 40, 1999, p. 167 nt. 35. Quanto poi ai rischi che può generare l'impiego, in chiave storiografica, della nozione di 'crisi', osservazioni condivisibili in L. Raggi, Materialismo storico e studio del diritto romano, in Scritti, Milano, 1975, pp. 2 ss., cui si possono aggiungere, pur con sfumature diverse, L. Cracco Ruggini, Il Tardoantico, cit., pp. XXXVII ss.; A. Carandini, L'ultima civiltà sepolta o del massimo oggetto desueto, secondo un archeologo, in A. Schiavone (a cura di), Storia di Roma, III.2, Torino, 1993, pp. 11 ss. (secondo il quale occorre evitare l'edulcorazione della tarda antichità, pur riconoscendo un valore alle "trasformazioni disarmoniche" e alle "imperfezioni" che la caratterizzano: un'attenzione che non implica, tuttavia, "la rimozione della catastrofe"); A. Cameron, Il tardo impero romano, trad. it., Bologna, 1995, pp. 10 ss. Sul punto cfr. anche E. Stolfi, Studi sui ‹‹libri ad edictum›› di Pomponio. I. Trasmissione e fonti, Napoli, 2002, p. 15 nt. 23. Fondamentali su questi temi, negli ultimi anni, A. Giardina, Esplosione, cit., pp. 157 ss. e, da ultimo, con ricca bibliografia, L. De Giovanni, Istituzioni, cit., pp. IX ss., 1 ss. Cfr. anche infra, nt. 13. L'uso improprio delle categorie "oppositive" per indicare il di-
Book Reviews by Iolanda Ruggiero
Esta publicación tiene carácter anual. El volumen XXV es ordinario y se vende al precio de 110 eu... more Esta publicación tiene carácter anual. El volumen XXV es ordinario y se vende al precio de 110 euros Los pedidos deben realizarse a: Marcial Pons c/ San Sotero, 6 -28037 Madrid (91 304 33 03)
Books by Iolanda Ruggiero
La ricerca ha ad oggetto le Pauli Sententiae, un’opera dalla paternità controversa, attribuita da... more La ricerca ha ad oggetto le Pauli Sententiae, un’opera dalla paternità controversa, attribuita da una costante tradizione al giurista severiano Giulio Paolo.
L’Autrice si propone, attraverso una disamina esegetica, di dimostrare che i contenuti di questo scritto corrispondono interamente al pensiero giuridico d’età severiana.
L’indagine consta di due parti. Nella prima si prendono in esame il quadro storiografico, le vicende della tradizione testuale, nonché la fortuna tardoantica dei libri sententiarum. La seconda è invece dedicata all’esegesi dei passi contenenti la dicotomia honestiores / humiliores. Chiude il volume una rilettura critica delle ipotesi di Ernst Levy e Detlef Liebs, con un primo bilancio sulle proposte storiografiche in gioco.
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Papers by Iolanda Ruggiero
‘Testamentum militis e diritto germanico’. Its basic premise relies on the absence of
the idea of testamentary succession in the Barbarian populations. In the osmotic
process of combination between Roman culture and barbaricum Tamassia finds
elements of continuity between testametum militis (where there wuold be a trace
of pre-Roman Italic law) and the affirmation of the principle of testamentary
succession which was applied by in thoose constellations of gentes who populated
the territories beyond the Rhine and the Danube. In particular, my analysis focuses
on investigation of the title 46 of Pactus legis Salicae (De adfathamire), in which
Tamassia detects an analogy with the Roman ‘fedecommesso’
Die Suche nach der historischen Individualität der Juristen kann ein wirkungsvolles Mittel sein, um die hiermit verbundenen Fragen kritisch zu prüfen. Zusammen mit der Betrachtung der Textstruktur, der Gegebenheiten der Textüberlieferung, der Art, des Zwecks und der Adressaten des Textes, sowie mit der Betrachtung etwaiger stilistischer Ähnlichkeiten in anderen Schriften innerhalb des Gesamtwerkes bietet sich so eine zusätzliche Möglichkeit, um das Problem der Zuschreibung zu lösen (das heute für manche Texte beinahe unlösbar scheint), und um den kulturellen Kontext zu beurteilen, in dem jede einzelne Schrift verfasst worden ist.
Unter den zahlreichen Werken, die in den justinianischen Digesten Paulus zugeschrieben werden, gehören die Sententiae – rectius Pauli Sententiarum receptarum ad filium libri quinque – zusammen mit einigen der libri singulares zu jenen Schriften, zu denen sich die Wissenschaft überaus kritisch geäußert hat, und zwar nicht nur im Hinblick auf ihre Echtheit. Dabei scheint es unter Berücksichtigung der neuesten Forschungen nicht ausgeschlossen, dass die Sententiae auf Paulus oder zumindest auf die Schule des severianischen Juristen zurückgehen. In diesem Zusammenhang wird eine stichprobenartige Untersuchung einiger Fragmente aus diesem “handy compendium” vorgeschlagen, um einige wichtige Aspekte der erwähnten Thematik zu erörtern, wobei insbesondere die unterschiedlichen Zitattechniken der Juristen sowie die Isolierung bestimmter Passagen zum ius receptum berücksichtigt werden. Auch wenn diese Vorgehensweise – vor einer noch ausstehenden umfassenden Prüfung aller Fragmente der Sententiae – noch nicht die sichere Zuordnung dieser Schrift zu ihrem Verfasser erlaubt (in Bezug auf seine “forte personalità” und “profonda indipendenza di pensiero in ogni campo”), so ermöglicht sie es zumindest, das schwache Fundament zu erschüttern, auf das sich die Interpolationenkritik nach wie vor stützt.
Book Reviews by Iolanda Ruggiero
Books by Iolanda Ruggiero
L’Autrice si propone, attraverso una disamina esegetica, di dimostrare che i contenuti di questo scritto corrispondono interamente al pensiero giuridico d’età severiana.
L’indagine consta di due parti. Nella prima si prendono in esame il quadro storiografico, le vicende della tradizione testuale, nonché la fortuna tardoantica dei libri sententiarum. La seconda è invece dedicata all’esegesi dei passi contenenti la dicotomia honestiores / humiliores. Chiude il volume una rilettura critica delle ipotesi di Ernst Levy e Detlef Liebs, con un primo bilancio sulle proposte storiografiche in gioco.
‘Testamentum militis e diritto germanico’. Its basic premise relies on the absence of
the idea of testamentary succession in the Barbarian populations. In the osmotic
process of combination between Roman culture and barbaricum Tamassia finds
elements of continuity between testametum militis (where there wuold be a trace
of pre-Roman Italic law) and the affirmation of the principle of testamentary
succession which was applied by in thoose constellations of gentes who populated
the territories beyond the Rhine and the Danube. In particular, my analysis focuses
on investigation of the title 46 of Pactus legis Salicae (De adfathamire), in which
Tamassia detects an analogy with the Roman ‘fedecommesso’
Die Suche nach der historischen Individualität der Juristen kann ein wirkungsvolles Mittel sein, um die hiermit verbundenen Fragen kritisch zu prüfen. Zusammen mit der Betrachtung der Textstruktur, der Gegebenheiten der Textüberlieferung, der Art, des Zwecks und der Adressaten des Textes, sowie mit der Betrachtung etwaiger stilistischer Ähnlichkeiten in anderen Schriften innerhalb des Gesamtwerkes bietet sich so eine zusätzliche Möglichkeit, um das Problem der Zuschreibung zu lösen (das heute für manche Texte beinahe unlösbar scheint), und um den kulturellen Kontext zu beurteilen, in dem jede einzelne Schrift verfasst worden ist.
Unter den zahlreichen Werken, die in den justinianischen Digesten Paulus zugeschrieben werden, gehören die Sententiae – rectius Pauli Sententiarum receptarum ad filium libri quinque – zusammen mit einigen der libri singulares zu jenen Schriften, zu denen sich die Wissenschaft überaus kritisch geäußert hat, und zwar nicht nur im Hinblick auf ihre Echtheit. Dabei scheint es unter Berücksichtigung der neuesten Forschungen nicht ausgeschlossen, dass die Sententiae auf Paulus oder zumindest auf die Schule des severianischen Juristen zurückgehen. In diesem Zusammenhang wird eine stichprobenartige Untersuchung einiger Fragmente aus diesem “handy compendium” vorgeschlagen, um einige wichtige Aspekte der erwähnten Thematik zu erörtern, wobei insbesondere die unterschiedlichen Zitattechniken der Juristen sowie die Isolierung bestimmter Passagen zum ius receptum berücksichtigt werden. Auch wenn diese Vorgehensweise – vor einer noch ausstehenden umfassenden Prüfung aller Fragmente der Sententiae – noch nicht die sichere Zuordnung dieser Schrift zu ihrem Verfasser erlaubt (in Bezug auf seine “forte personalità” und “profonda indipendenza di pensiero in ogni campo”), so ermöglicht sie es zumindest, das schwache Fundament zu erschüttern, auf das sich die Interpolationenkritik nach wie vor stützt.
L’Autrice si propone, attraverso una disamina esegetica, di dimostrare che i contenuti di questo scritto corrispondono interamente al pensiero giuridico d’età severiana.
L’indagine consta di due parti. Nella prima si prendono in esame il quadro storiografico, le vicende della tradizione testuale, nonché la fortuna tardoantica dei libri sententiarum. La seconda è invece dedicata all’esegesi dei passi contenenti la dicotomia honestiores / humiliores. Chiude il volume una rilettura critica delle ipotesi di Ernst Levy e Detlef Liebs, con un primo bilancio sulle proposte storiografiche in gioco.