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Luca Addante

Università degli Studi di Torino, Studi storici, Faculty Member

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Luca Addante è professore associato di Storia Moderna all'Università di Torino; e membre associé dell'Institut d'Histoire Moderne et Contemporaine (Université Paris 1-Panthéon Sorbonne, École Normale Supérieure, CNRS). I suoi interessi di ricerca sono in prevalenza orientati verso questioni storiografiche e personalità e movimenti del dissenso radicale, politico e religioso: eretici e libertini, deisti e panteisti, giacobini e carbonari. Si è inoltre occupato delle radici delle moderne libertà, del repubblicanesimo, del patriottismo, della fortuna di Machiavelli, di movimenti controrivoluzionari, di forme di governo, di politica e supereroi e di cannibalismo europeo. Con Eretici e libertini nel Cinquecento italiano (Laterza, 2010) ha vinto il premio Federico Chabod dell'Accademia dei Lincei (2011) per il miglior libro di storia medievale, moderna o contemporanea. Ha vinto inoltre altri premi per la sua attività scientifica

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Books by Luca Addante

Anonimo, Trattato de la politica (1648). Edizione critica del ms. Bibliothèque Mazarine n. 3548, a cura di Luca Addante, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2024

Il Trattato della politica che qui si presenta per la prima volta è un testo anonimo del 1648 che... more Il Trattato della politica che qui si presenta per la prima volta è un testo anonimo del 1648 che, negli anni tumultuosi delle rivoluzioni che scossero l'Europa a metà Seicento (dalla Catalogna a Napoli, dal Portogallo all'Inghilterra, alla Fronda in Francia), si schiera con decisione per i rivoluzionari, in una critica serrata non solo all'assolutismo ma anche al sistema monarchico in sé e per sé. Un testo sorprendente, esemplare delle contraddizioni ma anche delle spinte libertarie della cultura politica barocca.

Le Colonne della Democrazia. Giacobinismo e società segrete alle radici del Risorgimento, Laterza, Bari-Roma, 2024

Introduzione XIII I. L'aurora di un movimento politico italiano 3 65 IX Ringraziamenti Conduco le... more Introduzione XIII I. L'aurora di un movimento politico italiano 3 65 IX Ringraziamenti Conduco le indagini che hanno portato a questo libro da molti anni, parallelamente ad altre mie ricerche, e ho maturato numerosi debiti per letture, suggerimenti, critiche, confronti, discussioni, segnalazione di dati, invio di testi e documenti, anticipazione di studi non ancora stampati, verifiche archivistiche ed altro. Rivolgo pertanto i miei più sentiti ringraziamenti ad

I Cannibali dei Borbone. Antropofagia e politica nell'Europa moderna, Laterza, Bari-Roma, 2021

Tommaso Campanella. Il filosofo immaginato, interpretato, falsato, Laterza, Bari-Roma 2018

Tommaso Campanella: l'invention d'un philosophe (XVIIe-XXIe siècle), Classiques Garnier, Paris, 2021

Eretici e libertini nel Cinquecento italiano, Laterza, Roma-Bari, 2010

Valentino Gentile e il dissenso religioso nel Cinquecento. Dalla Riforma italiana al radicalismo europeo, Edizioni della Normale, Pisa 2014

Repubblica e controrivoluzione. Il 1799 nella Calabria cosentina, Presentazione di Anna Maria Rao, Vivarium-Istituto italiano per gli studi filosofici, Napoli 2005

Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Pellegrini, Cosenza 2009

Partendo dall’analisi dell’Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi (1802), Luca Addante ne ric... more Partendo dall’analisi dell’Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi (1802), Luca Addante ne ricostruisce il contesto storico e le radici politiche e culturali. In un’indagine condotta sia sul tempo breve sia sulla lunga durata, l’autore rivela come l'apparente omaggio a uno dei fondatori dell’Economia politica fosse in realtà espressione di quel mondo segreto del dissenso dal quale fiorì la Carboneria. Dissimulando i suoi reali intenti, Salfi avanzava tra le righe propositi eversivi, mirando all’unificazione dell’Italia in uno Stato democratico, libero e repubblicano, progetto da egli perseguito sin dagli anni della Rivoluzione francese. Il tentativo di incitare all’azione rivoluzionaria si legava a quello di tracciare un’identità italiana, obiettivi comuni alla stamperia che aveva edito l’Elogio, vera e propria centrale cospirativa dalla quale uscirono opere come il Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli di Vincenzo Cuoco e alcuni Discorsi di Maximilien Robespierre. Già in quel primo Ottocento Salfi e gli esponenti più avanzati del movimento patriottico rivelavano coscienza di quanto fosse necessario, per fare l’Italia, «fare gli Italiani», proponendo una cultura nazionale che s’alimentava anche di succhi cosmopolitici e locali. Con lo sguardo rivolto all’Europa, Salfi rielaborava in chiave risorgimentale una lunga tradizione patriottica, libertaria e democratica, che Addante ricostruisce in una genealogia che risale da Gaetano Filangieri ad Antonio Genovesi, da Pietro Giannone alla rivoluzione napoletana del 1647-48, fino a Tommaso Campanella che è uno dei protagonisti del volume. Una tradizione che maturò lungo i secoli dell’Età moderna fondandosi anche su un mito, d’ispirazione libertaria e patriottica, che vedeva in Pitagora e Telesio i suoi principali alfieri. Completa il testo l’edizione dell’Elogio di Antonio Serra, da tempo pressoché introvabile sia sul mercato sia nelle biblioteche (quarta di copertina).

Giampaolo Alciati della Motta e gli eretici piemontesi nell'Europa del Cinquecento, Aragno, Torino 2013

Ringrazio per il sostegno alla ricerca la Fondazione C.R.T. di Torino, la Fondazione Firpo di Tor... more Ringrazio per il sostegno alla ricerca la Fondazione C.R.T. di Torino, la Fondazione Firpo di Torino e il Comune di Savigliano, in particolare il sindaco Sergio Soave. Ringrazio inoltre Massimo Firpo e la mia compagna Maria D. Lupi. Stuttgart 1955; Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, a cura di Adriano Prosperi, Einaudi, Torino 1992, passim; Antonio Rotondò, Studi di storia ereticale del Cinquecento, 2 voll., Olschki, Firenze 2008, passim; Alain Dufour, Vers latins pour Servet, contre Calvin et contre Genève, in Id., Histoire politique et psychologie historique. Suivi de deux essais sur Humanisme et Rèformation et Le mythe de Genève aux temps de Calvin, Droz, Genève 1966, pp. 97-115; Uwe Plath, Noch einmal «Lyncurius». Einige Gedanken zu Gribaldi, Curione, Calvin und Servet, «Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance», XXXI, 1969, pp. 583-610; Id., Der Streit um C. S. Curiones «De amplitudine beati regni Dei» im Jahre 1554 in Basel, in Eresia e Riforma nell'Italia del Cinquecento. Miscellanea I, Biblioteca del Corpus Reformatorum Italicorum, Nothern Illinois University Press-The Newberry Library, Dekalb-Chicago 1974, pp. 269-81; Id., Calvin und Basel in den Jahren 1552-1556, Theologischer Verlag Zürich, Zürich 1974, pp. 155 sgg., 164 sgg., 207 sgg. e passim; Albano Biondi, Il "Pasquillus extaticus" di Celio Secondo Curione nella vita religiosa italiana della prima metà del '500, in «Bollettino della Società di studi valdesi», 128, 1970, pp. 29-38; e la voce dedicatagli dallo stesso Biondi in Dizionario biografico degli Italiani (disponibile online); Simonetta Adorni Braccesi, «Una città infetta». La Repubblica di Lucca nella crisi religiosa del Cinquecento, Olschki, Firenze 1994, passim; Luca D'Ascia, Celio Secondo Curione, erasmista o antierasmista?, in Erasmo, Venezia e la cultura padana, a cura di Achille Olivieri, Atti del XIX Convegno Internazionale di Studi storici (Rovigo, 8-9 maggio 1995), Minelliana, Rovigo 1995, pp. 209-223; Id., Curione e gli ebrei, in «Rinascimento», XXXVII, 1997, pp. 341-355; Id., Poetica del riso e grottesco in Erasmo e Curione, in Erasmo e il Funus. Dialoghi sulla morte e la libertà nel Rinascimento, a cura di Achille Olivieri, Unicopli, Milano 1998, pp. 123-42; Id., Tra platonismo e riforma. Curione, Zwingli e Francesco Zorzi, in «Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance», LXI, 1999, 3, pp. 673-699; Id., «Prisca dicendi libertas»: forma dialogica e dissenso religioso. A proposito di Celio Secondo Curione e Bernardino Ochino, in Il sapere delle parole: studi sul dialogo latino e italiano nel Rinascimento, Atti delle Giornate di studio (Anversa, 21-22 febbraio 1997), a cura di Walter Geerts, Annick Paternoster, Franco Pignatti, Bulzoni, Roma 2001, pp. 69-77; Id., Frontiere. Erasmo da Rotterdam, Celio Secondo Curione, Giordano Bruno, Pendragon, Bologna 2003; Adriano Prosperi, Preghiere di eretici: Stancaro, Curione e il Pater noster, in Querdenken: Dissens und Toleranz im Wandel der Geschichte: Festschrift zum 65. Geburstag von Hans R. Guggisberg, a cura di Michael Erbe, Hans Füglister et al., Palatium Verlag im

Pratiche politiche, pubbliche e segrete, nel giacobinismo italiano, a cura di L. Addante, «Rivista storica italiana», CXXXIV, 2022, 2: Indice e introduzione

Governare l'impero. La praefectura fabrum fra legami personali e azione politica (II sec. a. C.-I... more

Edizione scientifica del testo, introduzione e note a Giuseppe M. Galanti, Giornale di viaggio in Calabria, a cura di L. Addante, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, 2008.

Papers by Luca Addante

Uno «spirito libero» barocco di fronte alle «revolutioni de' popoli» europee, in Anonimo, Trattato de la politica (1648). Edizione critica del ms. Bibliothèque Mazarine n. 3548, a cura di Luca Addante, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2024, pp. VIII-CCXLIX

Capitolo 1 LA SCOPERTA DI GIUSEPPE FERRARI XVIII LUCA ADDANTE, «UNO SPIRITO LIBERO BAROCCO» scrit... more Capitolo 1 LA SCOPERTA DI GIUSEPPE FERRARI XVIII LUCA ADDANTE, «UNO SPIRITO LIBERO BAROCCO» scrittori politici italiani del 1862, nato dalle lezioni tenute all'Università di Torino all'indomani dell'Unità d'Italia 2. Qui, nel capitolo dedicato alla Disparizione delle scuole italiane, dopo aver evocato i nomi di «Grozio, Descartes, Locke», indicati quali primi protagonisti del pensiero moderno, si slanciava nel sostenere che al certo l'Italia non rimase estranea al progresso generale, anch'essa ci mostra la sua rivoluzione, equivalente alla monarchia di Luigi XIV, all'espulsione degli Stuardi, alla riforma politica della Germania, allo spostamento della capitale russa, e se la sua liberazione dagli Spagnoli si compie solo nel 1707 e con mezzi esteri, le illimitate franchigie interne di cui godevano gli Stati suoi, dove anche Milano, Napoli e Palermo conservavano tutti gli antichi diritti e progredivano come se fossero indipendenti, le permettevano di stare a livello e di Grozio e di Descartes, o almeno di tradurli nella forma delle proprie tradizioni. 54 Basti il rinvio a The World of Tavern. Public Houses in Early Modern Europe, eds. Beat A.

Da giacobini a carbonari. Appunti sulla prima generazione risorgimentale, in Sfida al Congresso di Vienna. Quadri internazionali e cultura politica nell'Italia delle rivoluzioni del 1820-21, a cura di S. Cavicchioli, G. Girardi, Torino, 2023

Le libertinage de Tommaso Campanella, les libertins français et les hérétiques du XVIe siècle, in «Libertinage et philosophie à l'époque classique (XVIe-XVIIIe siècle)», n. 20, 2023 (Libertins italiens/libertini italiani)

les libertins français et les hérétiques du XVI siècle » RÉSUMÉ-Grand dissimulateur et incrédule ... more les libertins français et les hérétiques du XVI siècle » RÉSUMÉ-Grand dissimulateur et incrédule foncier, au point d'identifier Dieu et la nature, Tommaso Campanella fut l'un des libertins les plus radicaux. Ses idées et son statut de rebelle condamné par toutes les orthodoxies furent la clef de sa célébrité dans l'Europe du XVII siècle : les libertins français, critiques des orthodoxies, l'admiraient et partageaient avec lui un grand nombre d'idées dont les racines plongent dans la Renaissance et les courants les plus radicaux des hérésies du XVI siècle. MOTS-CLÉS-libertinage, réforme radicale, Gabriel Naudé, Guy Patin, Theophrastus redivivus, Atheismus triumphatus e e e ADDANTE (Luca), « The libertinage of Tommaso Campanella, the French Libertines and the Radical Reformation of the sixteenth century » ABSTRACT-A dis/simulator and nonbeliever to the point of identifying God and nature, Tommaso Campanella was one of the most radical libertines. His ideas and status as a rebel, condemned by all orthodoxies, were the key to his celebrity in seventeenth-century Europe and to the admiration that the critics of orthodox religion had for him, such as the French libertines who shared many ideas for him-ideas rooted in the Renaissance and Radical Reformation of the sixteenth century.

«Parlare liberamente». I libertini del Cinquecento fra tradizioni storiografiche e prospettive di ricerca, «Rivista storica italiana», CXXIII, 2011, 3, pp. 927-1001

Un Giacobinismo à part entière, in Pratiche politiche, pubbliche e segrete, nel giacobinismo italiano, a cura di L. Addante, «Rivista storica italiana», CXXXIV, 2022, 2, pp. 453-511

Dopo che per decenni la «questione del giacobinismo italiano» tenne impegnati alcuni tra i maggio... more Dopo che per decenni la «questione del giacobinismo italiano» tenne impegnati alcuni tra i maggiori storici italiani e non soltanto, divisi sulla legittimità o meno dell'uso del termine giacobini in relazione ai partigiani italiani della Rivoluzione francese, la ripresa del dibattito in occasione dei bicentenari sul periodo rivoluzionario in Italia (1996-99) ha prodotto tra i più visibili esiti il fatto che, tra gli studiosi, il termine «giacobini» è praticamente scomparso dal lessico storiografico. Intanto, e opportunamente, quello che ci si era abituati a definire il «Triennio giacobino» è divenuto il «Triennio repubblicano», grazie a una convergente proposta avanzata da Anna Maria Rao e da Luciano Guerci 1. Opportunamente perché il movimento repubblicano di fine Settecento non fu di certo animato solo da giacobini. Né «giacobine» furono le repubbliche erette in Italia dal 1796 al 1799 grazie all'intervento dei francesi: dalla Repubblica cisalpina alla Repubblica napoletana, passando per la Repubblica ligure e quella romana, per non parlare dell'annessione alla Francia del Piemonte e della Toscana. * Ringrazio per la lettura del testo Vittorio Criscuolo, Antonino De Francesco, Anna Maria Rao e l'anonimo estensore della peer review. rivista storica italiana 2/2022 454 © Edizioni Scientifiche Italiane ISSN 0035-7073 4 Delio Cantimori, Nota a Giacobini italiani, I, a cura dello stesso, Bari, Laterza, 1956, pp. 407-44: 410 («il Venturi contesta che si possa parlare di "giacobini" e "giacobinismo" in Italia in questo periodo, osservando come la reazione termidoriana avesse già vinto allor che i nostri giacobini italiani cominciarono a poter agire con la venuta degli eserciti rivoluzionari»);

"Roasted And Eaten": The Neapolitan Counter-Revolution of 1799 and the Use of Jacobins Remains, in Public Uses of Humans Remains and Relics in History, ed. by S. Cavicchioli, L. Provero, New York-London, Routledge, 2020, pp. 169-88

Douter de la religion dans un long XVIe siècle: le cas italien, in Le doute dans l'Europe moderne, éd. par É. Boillet, M. Faini, Brepols, Turnhout, 2022

L'époque moderne, depuis l'Humanisme et la Renaissance jusqu'aux Lumières, fut propice au doute e... more L'époque moderne, depuis l'Humanisme et la Renaissance jusqu'aux Lumières, fut propice au doute et largement travaillée par celui-ci. La découverte de nouvelles techniques, l'exploration de nouveaux espaces, le développement de nouvelles disciplines, la formulation de nouvelles doctrines religieuses et politiques, la circulation accélérée et élargie des productions écrites par la voie de l'imprimerie ont favorisé, notamment dans les villes, la pluralité et la confrontation des idées et des opinions et l'émergence du doute dans tous les domaines. L'ambition de ce volume est de contribuer à une histoire culturelle du doute, qui reste largement à construire à partir de l'exploration de ses divers aspects. Là où le scepticisme, qui renvoie d'abord à un système, une position ou un argument philosophique, oriente l'enquête vers l'histoire intellectuelle, le doute, qui désigne un état de l'esprit ou une attitude mentale, s'applique à tous les modes de la connaissance, théoriques et pragmatiques, et invite à élargir son étude à l'histoire des émotions, des mentalités, des comportements et des pratiques. S'agissant de l'époque moderne, il a paru particulièrement opérant de privilégier le fil directeur du rapport à la religion, considérée aussi bien comme croyance que doctrine et église. En effet, loin de refermer l'enquête sur l'histoire confessionnelle, ce rapport ouvre sur les différents champs culturels, du droit aux sciences et à la littérature, et contribue à révéler les enjeux anthropologiques de la question. Les développements du doute au début de l'époque moderne semblent bien avoir introduit des attitudes que l'on retrouve dans le monde contemporain : le relativisme culturel ; la suspicion envers une information souvent surabondante et/ou peu fiable ; un élément personnel dans l'adhésion aux croyances religieuses ; la prédominance dans l'espace public de l'opinion sur le savoir. Une raison qui rend d'autant plus nécessaire la construction d'une histoire culturelle du doute à l'époque moderne.

Da Ribellia Rivoluzionari: un tema di lunga durata, in Rosario Villari: storiografia e politica nel secondo dopoguerra, a cura di L. Rapone, Roma, Carocci, 2022

Anonimo, Trattato de la politica (1648). Edizione critica del ms. Bibliothèque Mazarine n. 3548, a cura di Luca Addante, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2024

Il Trattato della politica che qui si presenta per la prima volta è un testo anonimo del 1648 che... more Il Trattato della politica che qui si presenta per la prima volta è un testo anonimo del 1648 che, negli anni tumultuosi delle rivoluzioni che scossero l'Europa a metà Seicento (dalla Catalogna a Napoli, dal Portogallo all'Inghilterra, alla Fronda in Francia), si schiera con decisione per i rivoluzionari, in una critica serrata non solo all'assolutismo ma anche al sistema monarchico in sé e per sé. Un testo sorprendente, esemplare delle contraddizioni ma anche delle spinte libertarie della cultura politica barocca.

Le Colonne della Democrazia. Giacobinismo e società segrete alle radici del Risorgimento, Laterza, Bari-Roma, 2024

Introduzione XIII I. L'aurora di un movimento politico italiano 3 65 IX Ringraziamenti Conduco le... more Introduzione XIII I. L'aurora di un movimento politico italiano 3 65 IX Ringraziamenti Conduco le indagini che hanno portato a questo libro da molti anni, parallelamente ad altre mie ricerche, e ho maturato numerosi debiti per letture, suggerimenti, critiche, confronti, discussioni, segnalazione di dati, invio di testi e documenti, anticipazione di studi non ancora stampati, verifiche archivistiche ed altro. Rivolgo pertanto i miei più sentiti ringraziamenti ad

I Cannibali dei Borbone. Antropofagia e politica nell'Europa moderna, Laterza, Bari-Roma, 2021

Tommaso Campanella. Il filosofo immaginato, interpretato, falsato, Laterza, Bari-Roma 2018

Tommaso Campanella: l'invention d'un philosophe (XVIIe-XXIe siècle), Classiques Garnier, Paris, 2021

Eretici e libertini nel Cinquecento italiano, Laterza, Roma-Bari, 2010

Valentino Gentile e il dissenso religioso nel Cinquecento. Dalla Riforma italiana al radicalismo europeo, Edizioni della Normale, Pisa 2014

Repubblica e controrivoluzione. Il 1799 nella Calabria cosentina, Presentazione di Anna Maria Rao, Vivarium-Istituto italiano per gli studi filosofici, Napoli 2005

Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Pellegrini, Cosenza 2009

Partendo dall’analisi dell’Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi (1802), Luca Addante ne ric... more Partendo dall’analisi dell’Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi (1802), Luca Addante ne ricostruisce il contesto storico e le radici politiche e culturali. In un’indagine condotta sia sul tempo breve sia sulla lunga durata, l’autore rivela come l'apparente omaggio a uno dei fondatori dell’Economia politica fosse in realtà espressione di quel mondo segreto del dissenso dal quale fiorì la Carboneria. Dissimulando i suoi reali intenti, Salfi avanzava tra le righe propositi eversivi, mirando all’unificazione dell’Italia in uno Stato democratico, libero e repubblicano, progetto da egli perseguito sin dagli anni della Rivoluzione francese. Il tentativo di incitare all’azione rivoluzionaria si legava a quello di tracciare un’identità italiana, obiettivi comuni alla stamperia che aveva edito l’Elogio, vera e propria centrale cospirativa dalla quale uscirono opere come il Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli di Vincenzo Cuoco e alcuni Discorsi di Maximilien Robespierre. Già in quel primo Ottocento Salfi e gli esponenti più avanzati del movimento patriottico rivelavano coscienza di quanto fosse necessario, per fare l’Italia, «fare gli Italiani», proponendo una cultura nazionale che s’alimentava anche di succhi cosmopolitici e locali. Con lo sguardo rivolto all’Europa, Salfi rielaborava in chiave risorgimentale una lunga tradizione patriottica, libertaria e democratica, che Addante ricostruisce in una genealogia che risale da Gaetano Filangieri ad Antonio Genovesi, da Pietro Giannone alla rivoluzione napoletana del 1647-48, fino a Tommaso Campanella che è uno dei protagonisti del volume. Una tradizione che maturò lungo i secoli dell’Età moderna fondandosi anche su un mito, d’ispirazione libertaria e patriottica, che vedeva in Pitagora e Telesio i suoi principali alfieri. Completa il testo l’edizione dell’Elogio di Antonio Serra, da tempo pressoché introvabile sia sul mercato sia nelle biblioteche (quarta di copertina).

Giampaolo Alciati della Motta e gli eretici piemontesi nell'Europa del Cinquecento, Aragno, Torino 2013

Ringrazio per il sostegno alla ricerca la Fondazione C.R.T. di Torino, la Fondazione Firpo di Tor... more Ringrazio per il sostegno alla ricerca la Fondazione C.R.T. di Torino, la Fondazione Firpo di Torino e il Comune di Savigliano, in particolare il sindaco Sergio Soave. Ringrazio inoltre Massimo Firpo e la mia compagna Maria D. Lupi. Stuttgart 1955; Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, a cura di Adriano Prosperi, Einaudi, Torino 1992, passim; Antonio Rotondò, Studi di storia ereticale del Cinquecento, 2 voll., Olschki, Firenze 2008, passim; Alain Dufour, Vers latins pour Servet, contre Calvin et contre Genève, in Id., Histoire politique et psychologie historique. Suivi de deux essais sur Humanisme et Rèformation et Le mythe de Genève aux temps de Calvin, Droz, Genève 1966, pp. 97-115; Uwe Plath, Noch einmal «Lyncurius». Einige Gedanken zu Gribaldi, Curione, Calvin und Servet, «Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance», XXXI, 1969, pp. 583-610; Id., Der Streit um C. S. Curiones «De amplitudine beati regni Dei» im Jahre 1554 in Basel, in Eresia e Riforma nell'Italia del Cinquecento. Miscellanea I, Biblioteca del Corpus Reformatorum Italicorum, Nothern Illinois University Press-The Newberry Library, Dekalb-Chicago 1974, pp. 269-81; Id., Calvin und Basel in den Jahren 1552-1556, Theologischer Verlag Zürich, Zürich 1974, pp. 155 sgg., 164 sgg., 207 sgg. e passim; Albano Biondi, Il "Pasquillus extaticus" di Celio Secondo Curione nella vita religiosa italiana della prima metà del '500, in «Bollettino della Società di studi valdesi», 128, 1970, pp. 29-38; e la voce dedicatagli dallo stesso Biondi in Dizionario biografico degli Italiani (disponibile online); Simonetta Adorni Braccesi, «Una città infetta». La Repubblica di Lucca nella crisi religiosa del Cinquecento, Olschki, Firenze 1994, passim; Luca D'Ascia, Celio Secondo Curione, erasmista o antierasmista?, in Erasmo, Venezia e la cultura padana, a cura di Achille Olivieri, Atti del XIX Convegno Internazionale di Studi storici (Rovigo, 8-9 maggio 1995), Minelliana, Rovigo 1995, pp. 209-223; Id., Curione e gli ebrei, in «Rinascimento», XXXVII, 1997, pp. 341-355; Id., Poetica del riso e grottesco in Erasmo e Curione, in Erasmo e il Funus. Dialoghi sulla morte e la libertà nel Rinascimento, a cura di Achille Olivieri, Unicopli, Milano 1998, pp. 123-42; Id., Tra platonismo e riforma. Curione, Zwingli e Francesco Zorzi, in «Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance», LXI, 1999, 3, pp. 673-699; Id., «Prisca dicendi libertas»: forma dialogica e dissenso religioso. A proposito di Celio Secondo Curione e Bernardino Ochino, in Il sapere delle parole: studi sul dialogo latino e italiano nel Rinascimento, Atti delle Giornate di studio (Anversa, 21-22 febbraio 1997), a cura di Walter Geerts, Annick Paternoster, Franco Pignatti, Bulzoni, Roma 2001, pp. 69-77; Id., Frontiere. Erasmo da Rotterdam, Celio Secondo Curione, Giordano Bruno, Pendragon, Bologna 2003; Adriano Prosperi, Preghiere di eretici: Stancaro, Curione e il Pater noster, in Querdenken: Dissens und Toleranz im Wandel der Geschichte: Festschrift zum 65. Geburstag von Hans R. Guggisberg, a cura di Michael Erbe, Hans Füglister et al., Palatium Verlag im

Pratiche politiche, pubbliche e segrete, nel giacobinismo italiano, a cura di L. Addante, «Rivista storica italiana», CXXXIV, 2022, 2: Indice e introduzione

Governare l'impero. La praefectura fabrum fra legami personali e azione politica (II sec. a. C.-I... more

Edizione scientifica del testo, introduzione e note a Giuseppe M. Galanti, Giornale di viaggio in Calabria, a cura di L. Addante, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, 2008.

Uno «spirito libero» barocco di fronte alle «revolutioni de' popoli» europee, in Anonimo, Trattato de la politica (1648). Edizione critica del ms. Bibliothèque Mazarine n. 3548, a cura di Luca Addante, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2024, pp. VIII-CCXLIX

Capitolo 1 LA SCOPERTA DI GIUSEPPE FERRARI XVIII LUCA ADDANTE, «UNO SPIRITO LIBERO BAROCCO» scrit... more Capitolo 1 LA SCOPERTA DI GIUSEPPE FERRARI XVIII LUCA ADDANTE, «UNO SPIRITO LIBERO BAROCCO» scrittori politici italiani del 1862, nato dalle lezioni tenute all'Università di Torino all'indomani dell'Unità d'Italia 2. Qui, nel capitolo dedicato alla Disparizione delle scuole italiane, dopo aver evocato i nomi di «Grozio, Descartes, Locke», indicati quali primi protagonisti del pensiero moderno, si slanciava nel sostenere che al certo l'Italia non rimase estranea al progresso generale, anch'essa ci mostra la sua rivoluzione, equivalente alla monarchia di Luigi XIV, all'espulsione degli Stuardi, alla riforma politica della Germania, allo spostamento della capitale russa, e se la sua liberazione dagli Spagnoli si compie solo nel 1707 e con mezzi esteri, le illimitate franchigie interne di cui godevano gli Stati suoi, dove anche Milano, Napoli e Palermo conservavano tutti gli antichi diritti e progredivano come se fossero indipendenti, le permettevano di stare a livello e di Grozio e di Descartes, o almeno di tradurli nella forma delle proprie tradizioni. 54 Basti il rinvio a The World of Tavern. Public Houses in Early Modern Europe, eds. Beat A.

Da giacobini a carbonari. Appunti sulla prima generazione risorgimentale, in Sfida al Congresso di Vienna. Quadri internazionali e cultura politica nell'Italia delle rivoluzioni del 1820-21, a cura di S. Cavicchioli, G. Girardi, Torino, 2023

Le libertinage de Tommaso Campanella, les libertins français et les hérétiques du XVIe siècle, in «Libertinage et philosophie à l'époque classique (XVIe-XVIIIe siècle)», n. 20, 2023 (Libertins italiens/libertini italiani)

les libertins français et les hérétiques du XVI siècle » RÉSUMÉ-Grand dissimulateur et incrédule ... more les libertins français et les hérétiques du XVI siècle » RÉSUMÉ-Grand dissimulateur et incrédule foncier, au point d'identifier Dieu et la nature, Tommaso Campanella fut l'un des libertins les plus radicaux. Ses idées et son statut de rebelle condamné par toutes les orthodoxies furent la clef de sa célébrité dans l'Europe du XVII siècle : les libertins français, critiques des orthodoxies, l'admiraient et partageaient avec lui un grand nombre d'idées dont les racines plongent dans la Renaissance et les courants les plus radicaux des hérésies du XVI siècle. MOTS-CLÉS-libertinage, réforme radicale, Gabriel Naudé, Guy Patin, Theophrastus redivivus, Atheismus triumphatus e e e ADDANTE (Luca), « The libertinage of Tommaso Campanella, the French Libertines and the Radical Reformation of the sixteenth century » ABSTRACT-A dis/simulator and nonbeliever to the point of identifying God and nature, Tommaso Campanella was one of the most radical libertines. His ideas and status as a rebel, condemned by all orthodoxies, were the key to his celebrity in seventeenth-century Europe and to the admiration that the critics of orthodox religion had for him, such as the French libertines who shared many ideas for him-ideas rooted in the Renaissance and Radical Reformation of the sixteenth century.

«Parlare liberamente». I libertini del Cinquecento fra tradizioni storiografiche e prospettive di ricerca, «Rivista storica italiana», CXXIII, 2011, 3, pp. 927-1001

Un Giacobinismo à part entière, in Pratiche politiche, pubbliche e segrete, nel giacobinismo italiano, a cura di L. Addante, «Rivista storica italiana», CXXXIV, 2022, 2, pp. 453-511

Dopo che per decenni la «questione del giacobinismo italiano» tenne impegnati alcuni tra i maggio... more Dopo che per decenni la «questione del giacobinismo italiano» tenne impegnati alcuni tra i maggiori storici italiani e non soltanto, divisi sulla legittimità o meno dell'uso del termine giacobini in relazione ai partigiani italiani della Rivoluzione francese, la ripresa del dibattito in occasione dei bicentenari sul periodo rivoluzionario in Italia (1996-99) ha prodotto tra i più visibili esiti il fatto che, tra gli studiosi, il termine «giacobini» è praticamente scomparso dal lessico storiografico. Intanto, e opportunamente, quello che ci si era abituati a definire il «Triennio giacobino» è divenuto il «Triennio repubblicano», grazie a una convergente proposta avanzata da Anna Maria Rao e da Luciano Guerci 1. Opportunamente perché il movimento repubblicano di fine Settecento non fu di certo animato solo da giacobini. Né «giacobine» furono le repubbliche erette in Italia dal 1796 al 1799 grazie all'intervento dei francesi: dalla Repubblica cisalpina alla Repubblica napoletana, passando per la Repubblica ligure e quella romana, per non parlare dell'annessione alla Francia del Piemonte e della Toscana. * Ringrazio per la lettura del testo Vittorio Criscuolo, Antonino De Francesco, Anna Maria Rao e l'anonimo estensore della peer review. rivista storica italiana 2/2022 454 © Edizioni Scientifiche Italiane ISSN 0035-7073 4 Delio Cantimori, Nota a Giacobini italiani, I, a cura dello stesso, Bari, Laterza, 1956, pp. 407-44: 410 («il Venturi contesta che si possa parlare di "giacobini" e "giacobinismo" in Italia in questo periodo, osservando come la reazione termidoriana avesse già vinto allor che i nostri giacobini italiani cominciarono a poter agire con la venuta degli eserciti rivoluzionari»);

"Roasted And Eaten": The Neapolitan Counter-Revolution of 1799 and the Use of Jacobins Remains, in Public Uses of Humans Remains and Relics in History, ed. by S. Cavicchioli, L. Provero, New York-London, Routledge, 2020, pp. 169-88

Douter de la religion dans un long XVIe siècle: le cas italien, in Le doute dans l'Europe moderne, éd. par É. Boillet, M. Faini, Brepols, Turnhout, 2022

L'époque moderne, depuis l'Humanisme et la Renaissance jusqu'aux Lumières, fut propice au doute e... more L'époque moderne, depuis l'Humanisme et la Renaissance jusqu'aux Lumières, fut propice au doute et largement travaillée par celui-ci. La découverte de nouvelles techniques, l'exploration de nouveaux espaces, le développement de nouvelles disciplines, la formulation de nouvelles doctrines religieuses et politiques, la circulation accélérée et élargie des productions écrites par la voie de l'imprimerie ont favorisé, notamment dans les villes, la pluralité et la confrontation des idées et des opinions et l'émergence du doute dans tous les domaines. L'ambition de ce volume est de contribuer à une histoire culturelle du doute, qui reste largement à construire à partir de l'exploration de ses divers aspects. Là où le scepticisme, qui renvoie d'abord à un système, une position ou un argument philosophique, oriente l'enquête vers l'histoire intellectuelle, le doute, qui désigne un état de l'esprit ou une attitude mentale, s'applique à tous les modes de la connaissance, théoriques et pragmatiques, et invite à élargir son étude à l'histoire des émotions, des mentalités, des comportements et des pratiques. S'agissant de l'époque moderne, il a paru particulièrement opérant de privilégier le fil directeur du rapport à la religion, considérée aussi bien comme croyance que doctrine et église. En effet, loin de refermer l'enquête sur l'histoire confessionnelle, ce rapport ouvre sur les différents champs culturels, du droit aux sciences et à la littérature, et contribue à révéler les enjeux anthropologiques de la question. Les développements du doute au début de l'époque moderne semblent bien avoir introduit des attitudes que l'on retrouve dans le monde contemporain : le relativisme culturel ; la suspicion envers une information souvent surabondante et/ou peu fiable ; un élément personnel dans l'adhésion aux croyances religieuses ; la prédominance dans l'espace public de l'opinion sur le savoir. Une raison qui rend d'autant plus nécessaire la construction d'une histoire culturelle du doute à l'époque moderne.

Da Ribellia Rivoluzionari: un tema di lunga durata, in Rosario Villari: storiografia e politica nel secondo dopoguerra, a cura di L. Rapone, Roma, Carocci, 2022

Dal radicalismo religioso del Cinquecento al deismo (e oltre): vecchie e nuove prospettive di ricerca, in «Rivista storica italiana», CXXVIII, 2015, 3, pp. 770-807

La riscoperta di un rivoluzionario: Anacharsis Cloots, «Rivista storica Italiana», CXXXIII, 2021, 2, pp. 631-663

Bernardino Telesio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 95

Machiavel et les Jacobins, in Machiavel, le peuple, la politique, l'expérience, «La Pensée», n. 406, 2021

Tiziano, leader anabattista, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 95, 2019, pp. 761-764

Unblief Deism and Libertinism in Sixteenth-Century Italy, in From Doubt to Unbelief. Forms of Scepticism in the Iberian World, ed. by Mercedes García-Arenal and Stefania Pastore, Oxford, Legenda, 2019, pp. 107-122

Rosario Villari, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 99

Camillo Renato, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 86, 2016, pp. 802-806

Antonio Serra, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 92, 2018, pp. 191-195

Nuove tendenze negli studi libertini. Jean-Pierre Cavaillé e la crisi del paradigma pintardiano, in «Rivista storica italiana», CXXVIII, 2016, 3, pp. 1137-1157

Fabrizio Ruffo (cardinale), in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 89, 2017, pp. 133-38

Francesco Salfi (Francesco Saverio, Franco), in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 89, 2017, pp. 679-85

Anna Maria Rao, Vittorio Criscuolo, Gian Mario Cazzaniga, Su Le Colonne della Democrazia. Giacobinismo e società segrete alle radici del Risorgimento (Laterza, 2024), in «Il Risorgimento», 2, 2024, pp. 218-231

Michele Ciliberto, Review of Tommaso Campanella. Il filosofo immaginato, interpretato, falsato, Laterza, Roma-Bari 2018, in Domenica del Sole 24 ore, 8 aprile 2018

Jean-Pierre Cavaillé, Review of Eretici e libertini nel Cinquecento italiano, «Annales H.S.S.», LXIX, 2014, 4