Matricola num. 937566, Corso in: Storia e Politica dell'Integrazione Europea 1. Introduzione L'id... more Matricola num. 937566, Corso in: Storia e Politica dell'Integrazione Europea 1. Introduzione L'identità europea è oggi un tema molto dibattuto nella comunità scientifica e negli osservatori che si occupano di Europa. La problematicità nasce quando la struttura cui essa è legata viene definita in crisi. E ciò da una molteplicità di punti di vista e tematiche: politiche, economiche, sociali, fiscali, oltre che storiche e filosofiche. Il seguente lavoro vuole fare un punto su alcuni saggi apparsi sulla rivista Europea nel Maggio del 2016 1 e trattare in particolare il tema dell'identità europea; essi, seppur utilizzino punti di partenza, riferimenti e letture diverse, sostengono e ampliano legami, connessioni, per determinare conclusioni aperte, quasi mai pessimistiche. Il primo saggio di G.M. Chiodi, prende in esame le differenze filosofiche e culturali tra due concetti chiave, Occidente e Oriente, esplorando le relative peculiarità per giungere al ruolo dell'Europa e al modo in cui possa essa trovare una soluzione identitaria nella sua caratteristica di medietà. Analizza invece le specificità alla base della cultura europea G. Limone che descrive le difficoltà e le possibili vie d'uscita nel mantenersi tale, in un mondo globalizzato e colmo di nuove sfide da affrontare. Maggiormente storica e filosofica è l'analisi di G. Berti, che prende in esame vari autori liberali che si sono espressi tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, in un contesto diverso da quello attuale ma, per molti aspetti simile. Il rapporto tra USA e UE è invece al centro del saggio di G. Caroli, che analizza differenti percezioni delle relazioni transatlantiche, partendo da ciò che è stato, passando da ciò che è arrivando fino a ciò che potrebbe essere. Cercherò infine di trarre qualche considerazione personale delle letture effettuate. 2. L'Europa tra Occidente ed Oriente e il suo Asse Medio 2 L'Europa, scrive Chiodi, ha tentato di aprirsi a un consorzio d'ampio respiro nella sua "area" già un po' sconnessa, senza dapprima crearsi o impostarsi un'identità vera e propria e soprattutto un'autocoscienza. La mancanza d'identità è, insieme alla difficoltà di affrontare e sostenere un'accettabile politica internazionale, una delle ragioni del suo tramonto. D'altro canto, una possibilità mancata si è realizzata durante il secondo dopoguerra: l'Europa non si è costituita da un punto di vista identitario ma ha assecondato, piuttosto, l'avanzamento delle due super-potenze, URSS e USA. Il "Tramonto dell'Europa", citando O. Spengler, è avvenuto in quegli anni: non c'è stata un'occidentalizzazione propria ma, piuttosto, un assoggettamento ad alcuni asset economico-sociali specifici. Esiste per Chiodi una soluzione perché l'Europa possa ri-trovare la sua identità ed il suo ruolo: l'Europa dovrebbe essere, o meglio, ri-costituirsi quale Asse Medio tra Occidente ed Oriente 3 , sia da un punto di vista geografico che storico/politico. Dove, quindi, ciò può avvenire? Senza dubbio in Europa. Tralasciando la percezione attuale del considerare l'America come l'Oriente dell'Europa, in modo multi-settoriale e, soprattutto, acritico, esistono alcune ragioni che ci portano a pensare che in Europa si possa trovare l'Oriente. Innanzitutto a livello geografico: l'Europa è un prolungamento del continente asiatico. Ha caratteristiche, sociali e culturali, di un'entità insulare ma è anche continentale, nella misura in cui non ha limiti, estensioni e confini ben definiti ed è minacciata da ogni dove. Dall'altra parte si può considerare come la testa dell'Oriente, la parte creativa, fantasiosa e pensante. Tuttavia l'Europa si può considerare continente solo da un punto di vista storico: "Continente" è stato creato storicamente e non solamente da un punto di vista territoriale/geografico. Secondariamente, la sua posizione geo-storica fa sì che l'Europa possa essere considerata ponte tra Occidente e Oriente. 4 L'Europa deve configurarsi e "identificarsi", come realtà media: non può giocare il ruolo d'Occidente d'Oriente e d'Oriente d'Occidente ma deve leggersi come realtà arricchita dal continuo scambio tra le due proposte 5. Il compito dell'Europa è di orientare l'occidente. Come svolgere il compito che abbiamo delineato? Cercando nell'anima (o spirito) della civiltà europea, anima pluralistica ed universalistica. Per pluralistica, s'intende una diversità di culture, società, lingue, leggi, modus vivendi, all'interno di un territorio geograficamente ristretto. Per universalistica, un pluralismo non sommatorio di più elementi avente valenza condivisa dalla totalità. Chiodi usa l'immagine del mosaico: la civiltà europea non può e non deve essere considerata come una composizione di "localismi autoreferenziali", ovvero chiusi in se stessi, bensì come un mosaico di "tessere mobili". La chiusura 1 Ved. "Europea", rivista N. 1-Anno 1-maggio 2016. 2 Giulio Maria Chiodi, Europea, pg. 11-38. 3 Cosa s'intende per Oriente e Occidente? Due categorie dello Spirito, da qui la definizione di Chiodi dell'europeo come il più orientale tra gli occidentali ed il più occidentale tra gli orientali. L'europeo deve quindi ergersi a guida del processo. 4 Una domanda che ci si può porre, a questo punto, è se questi concetti identitari abbiano perduto di senso con l'avanzare del processo globalizzante. Può essere, anche se la globalizzazione è un processo puramente occidentale che ha dis-orientato l'oriente. Questo concetto verrà anche ripreso nel lavoro di Limone. 5 Interessante constatare come il discorso d'Oriente valga per Chiodi anche per il continente africano, dove i continui ed incessanti rapporti e scambi portano a considerare il discorso come simile a quello "orientale".
Matricola num. 937566, Corso in: Storia e Politica dell'Integrazione Europea 1. Introduzione L'id... more Matricola num. 937566, Corso in: Storia e Politica dell'Integrazione Europea 1. Introduzione L'identità europea è oggi un tema molto dibattuto nella comunità scientifica e negli osservatori che si occupano di Europa. La problematicità nasce quando la struttura cui essa è legata viene definita in crisi. E ciò da una molteplicità di punti di vista e tematiche: politiche, economiche, sociali, fiscali, oltre che storiche e filosofiche. Il seguente lavoro vuole fare un punto su alcuni saggi apparsi sulla rivista Europea nel Maggio del 2016 1 e trattare in particolare il tema dell'identità europea; essi, seppur utilizzino punti di partenza, riferimenti e letture diverse, sostengono e ampliano legami, connessioni, per determinare conclusioni aperte, quasi mai pessimistiche. Il primo saggio di G.M. Chiodi, prende in esame le differenze filosofiche e culturali tra due concetti chiave, Occidente e Oriente, esplorando le relative peculiarità per giungere al ruolo dell'Europa e al modo in cui possa essa trovare una soluzione identitaria nella sua caratteristica di medietà. Analizza invece le specificità alla base della cultura europea G. Limone che descrive le difficoltà e le possibili vie d'uscita nel mantenersi tale, in un mondo globalizzato e colmo di nuove sfide da affrontare. Maggiormente storica e filosofica è l'analisi di G. Berti, che prende in esame vari autori liberali che si sono espressi tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, in un contesto diverso da quello attuale ma, per molti aspetti simile. Il rapporto tra USA e UE è invece al centro del saggio di G. Caroli, che analizza differenti percezioni delle relazioni transatlantiche, partendo da ciò che è stato, passando da ciò che è arrivando fino a ciò che potrebbe essere. Cercherò infine di trarre qualche considerazione personale delle letture effettuate. 2. L'Europa tra Occidente ed Oriente e il suo Asse Medio 2 L'Europa, scrive Chiodi, ha tentato di aprirsi a un consorzio d'ampio respiro nella sua "area" già un po' sconnessa, senza dapprima crearsi o impostarsi un'identità vera e propria e soprattutto un'autocoscienza. La mancanza d'identità è, insieme alla difficoltà di affrontare e sostenere un'accettabile politica internazionale, una delle ragioni del suo tramonto. D'altro canto, una possibilità mancata si è realizzata durante il secondo dopoguerra: l'Europa non si è costituita da un punto di vista identitario ma ha assecondato, piuttosto, l'avanzamento delle due super-potenze, URSS e USA. Il "Tramonto dell'Europa", citando O. Spengler, è avvenuto in quegli anni: non c'è stata un'occidentalizzazione propria ma, piuttosto, un assoggettamento ad alcuni asset economico-sociali specifici. Esiste per Chiodi una soluzione perché l'Europa possa ri-trovare la sua identità ed il suo ruolo: l'Europa dovrebbe essere, o meglio, ri-costituirsi quale Asse Medio tra Occidente ed Oriente 3 , sia da un punto di vista geografico che storico/politico. Dove, quindi, ciò può avvenire? Senza dubbio in Europa. Tralasciando la percezione attuale del considerare l'America come l'Oriente dell'Europa, in modo multi-settoriale e, soprattutto, acritico, esistono alcune ragioni che ci portano a pensare che in Europa si possa trovare l'Oriente. Innanzitutto a livello geografico: l'Europa è un prolungamento del continente asiatico. Ha caratteristiche, sociali e culturali, di un'entità insulare ma è anche continentale, nella misura in cui non ha limiti, estensioni e confini ben definiti ed è minacciata da ogni dove. Dall'altra parte si può considerare come la testa dell'Oriente, la parte creativa, fantasiosa e pensante. Tuttavia l'Europa si può considerare continente solo da un punto di vista storico: "Continente" è stato creato storicamente e non solamente da un punto di vista territoriale/geografico. Secondariamente, la sua posizione geo-storica fa sì che l'Europa possa essere considerata ponte tra Occidente e Oriente. 4 L'Europa deve configurarsi e "identificarsi", come realtà media: non può giocare il ruolo d'Occidente d'Oriente e d'Oriente d'Occidente ma deve leggersi come realtà arricchita dal continuo scambio tra le due proposte 5. Il compito dell'Europa è di orientare l'occidente. Come svolgere il compito che abbiamo delineato? Cercando nell'anima (o spirito) della civiltà europea, anima pluralistica ed universalistica. Per pluralistica, s'intende una diversità di culture, società, lingue, leggi, modus vivendi, all'interno di un territorio geograficamente ristretto. Per universalistica, un pluralismo non sommatorio di più elementi avente valenza condivisa dalla totalità. Chiodi usa l'immagine del mosaico: la civiltà europea non può e non deve essere considerata come una composizione di "localismi autoreferenziali", ovvero chiusi in se stessi, bensì come un mosaico di "tessere mobili". La chiusura 1 Ved. "Europea", rivista N. 1-Anno 1-maggio 2016. 2 Giulio Maria Chiodi, Europea, pg. 11-38. 3 Cosa s'intende per Oriente e Occidente? Due categorie dello Spirito, da qui la definizione di Chiodi dell'europeo come il più orientale tra gli occidentali ed il più occidentale tra gli orientali. L'europeo deve quindi ergersi a guida del processo. 4 Una domanda che ci si può porre, a questo punto, è se questi concetti identitari abbiano perduto di senso con l'avanzare del processo globalizzante. Può essere, anche se la globalizzazione è un processo puramente occidentale che ha dis-orientato l'oriente. Questo concetto verrà anche ripreso nel lavoro di Limone. 5 Interessante constatare come il discorso d'Oriente valga per Chiodi anche per il continente africano, dove i continui ed incessanti rapporti e scambi portano a considerare il discorso come simile a quello "orientale".
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