biblioteca d’arte
“Sia la chasa spechio
del spirito”
Abitare in Friuli nel Quattrocento
a cura di
Maurizio d’Arcano Grattoni e Francesco Fratta de Tomas
Didascalie delle immagini di apertura
p. 6: Antonio Baietto, Incoronazione della Vergine e Miracoli
di san Nicolò, particolare, prima metà del XV secolo,
tempera su tavola. Udine, Museo del Duomo-Cattedrale
p. 16: Sigillo trecentesco della città di Cividale, 1396,
bronzo. Cividale del Friuli, Museo Archeologico
Nazionale
p. 28: Andrea Bellunello, Paggio in livrea con palafreno
impennato, nono decennio del XV secolo, affresco.
Spilimbergo, Castello
p. 52: Joseph Heintz il Giovane, Veduta di Udine a volo
d’uccello, 1660, olio su tela. Udine, Musei Civici, Galleria
d’Arte Antica
p. 78: Ignoto, Storie del Vecchio Testamento, Susanna
al bagno, particolare, metà XIV secolo, affresco.
Spilimbergo (PN), Duomo di Santa Maria
p. 108: Soffitto ligneo dipinto, prima metà del XV secolo.
Udine, casa Beltrame (soffitto A)
p. 122: Antonio Baietto, Incoronazione della Vergine
e Miracoli di san Nicolò, particolare, prima metà
XV secolo, tempera su tavola. Udine, Museo del
Duomo-Cattedrale
p. 148: Fiaccola in legno, inizio XVI secolo (ante 1518),
ritrovata sotto il pavimento della canipa nella casaforte
della Brunelde (Fagagna, UD). Collezione privata
p. 166: Theatrum sanitatis, particolare, inizio XV secolo.
Roma, Biblioteca Casanatense, cod. 4182, tav. 80
p. 182: Francesco di Giorgio Martini, [Architettura
ingegneria e arte militare] (redatto fra il 1478 e il 1481),
particolare con disegno di cisterna a chiocciola, copia
del 1482-1486. Torino, Biblioteca Reale, codice Torinese
Saluzziano 148, f. 26r
p. 198: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto
Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Suonatore
di viella, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata
p. 216: Guarnerio d’Artegna, Inventario dei libri, 1456
agosto 25, f. 1r. San Daniele del Friuli (UD), Biblioteca
Guarneriana
Con il contributo di
p. 228: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto
Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Cavaliere
che impugna con la destra il bastone di comando, 1437
circa, tempera su tavola. Collezione privata
p. 246: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto
Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Dama, 1437
circa, tempera su tavola. Collezione privata
Comune di Cividale del Friuli.
Assessorato alla cultura
p. 260: Segno di tabellionato e sottoscrizione del notaio
Matteo Clapiceo da una pergamena dell’archivio di Stato
di Udine, riprodotta in Nuovo Liruti 2009, sub vocem
“Clapiz Matteo” (?-1546); anche se il documento con il
signum si riferisce al nonno omonimo
p. 266: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto,
Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Scena
cortese, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata
p. 276: Maestro To[maso], mattonella in ceramica graffita
rettangolare con mezza figura di giovinetto avente
funzione di bordura, circa 1500, dallo scavo di palazzo
Ottelio. Udine, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio del Friuli Venezia Giulia (inv. 440.103; E)
p. 286: Manifattura domestica, tovaglia, particolare, XVIII
secolo (?), lino e cotone, diamantina, spina e trame lanciate
serrate, disegno in indaco tinto in filo, 50 × 250 cm.
Enemonzo (UD), chiesa dei Santi Ilario e Taziano
Centro internazionale
di studi monastici
In collaborazione con
Centro internazionale di studio
sulle arti applicate
p. 296: Lunetta dello speziale, particolare, seconda metà
del XV secolo. Valle d’Aosta, Castello di Issogne
p. 306: Jan Luyken, Fabbricante di candele, 1694,
acquaforte
p. 310: Sant’Antonio di Padova, particolare, secondo
decennio del XVI secolo, legno di cipresso punzonato e
disegno a inchiostro. Pordenone, collezione privata
p. 316: Vergine orante, pietra policroma e dorata, terzo
quarto del XV secolo. Pordenone, collezione privata
La pubblicazione è stata realizzata
grazie al contributo della Direzione generale
Educazione, ricerca e istituti culturali.
Contributi finalizzati alla pubblicazione
di volumi monografici inediti di rilevante interesse
culturale.
LIDA - Laboratorio informatico
per la documentazione storico artistica - DIUM,
Università degli studi di Udine
RCPPM - Association internationale de recherche
sur les charpentes et les plafonds peints médiévaux
AHLOMA - Anthropologie historique
du long Moyen Âge
Arcidiocesi di Udine - Ufficio diocesano
per i Beni Culturali
Diocesi di Concordia-Pordenone, Ufficio Arte Sacra
e Beni Culturali
ADSI - Associazione dimore storiche italiane
AICS - Associazione italiana per lo sviluppo
d’impresa culturale e turistica
Sommario
11
IV. Sotto la lente
“Sia la chasa spechio del spirito al istesso che questo elo di Dio”
Maurizio d’Arcano Grattoni, Francesco Fratta de Tomas
261
14. Gli inventaria bonorum di Matteo Clapiceo
Maria Sguazzin
267
15. Il sogno e la realtà: il soffitto Vanni degli Onesti
Francesco Fratta de Tomas
277
16. Le mattonelle di Palazzo Ottelio
Paolo Casadio
287
17. “A capi blavi”: prodotti e immagini dei tessitori friulani
Sonia Daneluzzi
297
18. Dallo speziale: in una bottega udinese del Quattrocento
Elisa Pallavicini
307
19. Fabbricando le candele
Maurizio d’Arcano Grattoni
311
20. “Una anchona in uno armario”: intaglio piatto e devozione domestica
Francesco Fratta de Tomas
317
21. Lo spirito delle cose
Gianfranco Santini
323
TAVOLE A COLORI
I. Il contesto: nel Friuli del Quattrocento
17
1. Politica e società
Tommaso Vidal
29
2. L’arte
Paolo Casadio
53
3. Edilizia e urbanistica: dalle campagne ai centri maggiori
Alessandro Groppo Conte
II. Vivere la casa
79
4. Dentro la dimora: distribuzione, spazi, complementi
Maurizio d’Arcano Grattoni
109
5. Soffitti lignei dipinti
Francesco Fratta de Tomas
123
6. Le res mobilia del vivere quotidiano: gli arredi
Maurizio d’Arcano Grattoni
149
7. Per fuggire il buio: luce naturale e artificiale
Maurizio d’Arcano Grattoni
167
8. “In coquina”: ambienti e sapori
Elisa Pallavicini
183
9. L’utilizzo di un bene prezioso: l’acqua
Maurizio d’Arcano Grattoni
III. Gli oggetti della mente e del gusto
199
10. Strumenti musicali nelle case friulane del tardo Medioevo
Paolo Zerbinatti
217
11. Il posto dei libri
Laura Pani
229
12. Le armi: esibizione, esercizio, guerra
Francesco Fratta de Tomas
247
13. Vesti e ornamenti
Erica Martin
Apparati bibliografici
387
387
392
Abbreviazioni
Inventaria bonorum
Bibliografia
12. Le armi: esibizione, esercizio, guerra
Francesco Fratta de Tomas
In una società fortemente gerarchizzata come
quella medievale le armi costituiscono uno fra
gli indicatori primari per determinare non solo
lo status ma, in alcuni casi, anche le ambizioni
dei proprietari. Gli equipaggiamenti guerreschi
non erano, infatti, solo mezzi di difesa e offesa
ma rappresentavano anche un’occasione per
esibire potenza e ricchezza. In questo contesto il
Quattrocento rappresenta un momento fondamentale giacché proprio in quest’epoca si assiste
all’elaborazione e al perfezionamento di un’armatura che avrà successo per i secoli seguenti.
Al periodo che va dal 1420 al 1480 circa, infatti,
risale l’introduzione dell’‘armatura italiana’, affermazione di una linea perfetta, liscia, levigata,
dalle superfici ampie, arrotondate e scivolanti;
un modello che si pone in contrapposizione
alla plastica angolosa tipica invece delle linee
d’oltralpe, caratterizzata da superfici spezzate,
ondulazioni e margini aguzzi1. Armature che,
superato l’armamento misto ferro/cuoio trecentesco2, diventano nel corso del XV secolo
autentiche ‘macchine antropomorfe’3: un insieme di piastre variamente articolate e modellate
sul corpo del cavaliere allo scopo di garantirne
una piena protezione mantenendo al contempo
una sufficiente libertà di movimento. Pure se gli
elementi fondamentali sono già tutti presenti
a partire dai primi decenni del Quattrocento4,
saranno le loro modificazioni, trasformazioni e
implementazioni a costituire un indizio grazie
al quale è possibile seguirne l’evoluzione. Se tra
la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento,
infatti, assistiamo all’elaborazione dell’armatura
di metallo, attraverso una sperimentazione che
vede l’aggiunta o la sostituzione di diversi elementi in piastra o a lame, fino a giungere alla
codificazione dei suoi elementi costitutivi; tra
il secondo decennio del Quattrocento e i primi
anni del Cinquecento tutta l’attenzione sarà invece spesa al miglioramento di queste parti. A
partire dalla testa, con l’introduzione dell’elmet-
to, composto da un coppo tondeggiante, modellato e aderente e da due guanciali incernierati e
che si chiudono lasciando liberi solo gli occhi.
Il collo, difeso prima da un gorzarino in maglia
ad anelli, poi sostituito dalla gola e dalla goletta, costituite da una struttura a lame metalliche.
Il busto, inizialmente protetto da un petto e da
una schiena uniti lungo i fianchi, poi suddivisi
longitudinalmente e articolati in petto-panziera
e schiena-guardarene per avere una maggiore
mobilità del corpo5, mentre il graduale innalzamento del margine superiore della panziera,
a partire dalla seconda metà del Quattrocento,
porterà alla formazione di un vero e proprio
sovrappetto. Gli arti superiori, protetti da bracciali, cubitiere ad aletta in corrispondenza del
gomito e spallacci – ultima parte a evolversi
nell’armatura – a copertura delle spalle6. I bracciali, in particolare, inizialmente sono formati
da una sola piastra a protezione del lato esterno
del braccio (quello esposto ai colpi avversari),
in seguito sostituita da una protezione integrale
formata da due piastre bloccate oppure ‘apribili’ (incernierate cioè da un lato e affibbiate
dall’altro). Gli arti inferiori, protetti dall’arnese,
struttura costituita dall’articolazione di cosciale,
ginocchiera e schiniera. Al cosciale verrà dapprima sovrapposto un fiancale, costituito da una
singola piastra metallica, sostituito in un secondo tempo dalla scarsella, più lunga e formata da
un numero variabile di lame.
Questo il contesto generale, ma qual era la situazione nel Friuli del XV secolo? Se fra i beni
lasciati da Ambrogio della Torre nel 1359 (elencati nell’inventario di Giovanni Furlano della Torre) è descritto un armamento che è ancora chiaramente del tipo misto, con elementi
in ferro (usbergo, manopole e cosciali) associati
ad altri in cuoio cotto (bracciali e schiniere), a
partire dai primi anni del Quattrocento anche
in Friuli si osserva la graduale introduzione di
un’armatura costituita da sole piastre in acciaio.
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