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Le armi: esibizione, esercizio, guerra

2024, “Sia la chasa spechio del spirito” Abitare in Friuli nel Quattrocento

La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali. Contributi finalizzati alla pubblicazione di volumi monografici inediti di rilevante interesse culturale. Con il contributo di In collaborazione con LIDA-Laboratorio informatico per la documentazione storico artistica-DIUM, Università degli studi di Udine RCPPM-Association internationale de recherche sur les charpentes et les plafonds peints médiévaux AHLOMA-Anthropologie historique du long Moyen Âge Arcidiocesi di Udine-Ufficio diocesano per i Beni Culturali Diocesi di Concordia-Pordenone, Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali ADSI-Associazione dimore storiche italiane AICS-Associazione italiana per lo sviluppo d'impresa culturale e turistica Didascalie delle immagini di apertura

biblioteca d’arte “Sia la chasa spechio del spirito” Abitare in Friuli nel Quattrocento a cura di Maurizio d’Arcano Grattoni e Francesco Fratta de Tomas Didascalie delle immagini di apertura p. 6: Antonio Baietto, Incoronazione della Vergine e Miracoli di san Nicolò, particolare, prima metà del XV secolo, tempera su tavola. Udine, Museo del Duomo-Cattedrale p. 16: Sigillo trecentesco della città di Cividale, 1396, bronzo. Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale p. 28: Andrea Bellunello, Paggio in livrea con palafreno impennato, nono decennio del XV secolo, affresco. Spilimbergo, Castello p. 52: Joseph Heintz il Giovane, Veduta di Udine a volo d’uccello, 1660, olio su tela. Udine, Musei Civici, Galleria d’Arte Antica p. 78: Ignoto, Storie del Vecchio Testamento, Susanna al bagno, particolare, metà XIV secolo, affresco. Spilimbergo (PN), Duomo di Santa Maria p. 108: Soffitto ligneo dipinto, prima metà del XV secolo. Udine, casa Beltrame (soffitto A) p. 122: Antonio Baietto, Incoronazione della Vergine e Miracoli di san Nicolò, particolare, prima metà XV secolo, tempera su tavola. Udine, Museo del Duomo-Cattedrale p. 148: Fiaccola in legno, inizio XVI secolo (ante 1518), ritrovata sotto il pavimento della canipa nella casaforte della Brunelde (Fagagna, UD). Collezione privata p. 166: Theatrum sanitatis, particolare, inizio XV secolo. Roma, Biblioteca Casanatense, cod. 4182, tav. 80 p. 182: Francesco di Giorgio Martini, [Architettura ingegneria e arte militare] (redatto fra il 1478 e il 1481), particolare con disegno di cisterna a chiocciola, copia del 1482-1486. Torino, Biblioteca Reale, codice Torinese Saluzziano 148, f. 26r p. 198: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Suonatore di viella, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata p. 216: Guarnerio d’Artegna, Inventario dei libri, 1456 agosto 25, f. 1r. San Daniele del Friuli (UD), Biblioteca Guarneriana Con il contributo di p. 228: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Cavaliere che impugna con la destra il bastone di comando, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata p. 246: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Dama, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata Comune di Cividale del Friuli. Assessorato alla cultura p. 260: Segno di tabellionato e sottoscrizione del notaio Matteo Clapiceo da una pergamena dell’archivio di Stato di Udine, riprodotta in Nuovo Liruti 2009, sub vocem “Clapiz Matteo” (?-1546); anche se il documento con il signum si riferisce al nonno omonimo p. 266: Antonio Baietto e bottega, pettenella del soffitto, Vanni degli Onesti in Udine, particolare con Scena cortese, 1437 circa, tempera su tavola. Collezione privata p. 276: Maestro To[maso], mattonella in ceramica graffita rettangolare con mezza figura di giovinetto avente funzione di bordura, circa 1500, dallo scavo di palazzo Ottelio. Udine, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia (inv. 440.103; E) p. 286: Manifattura domestica, tovaglia, particolare, XVIII secolo (?), lino e cotone, diamantina, spina e trame lanciate serrate, disegno in indaco tinto in filo, 50 × 250 cm. Enemonzo (UD), chiesa dei Santi Ilario e Taziano Centro internazionale di studi monastici In collaborazione con Centro internazionale di studio sulle arti applicate p. 296: Lunetta dello speziale, particolare, seconda metà del XV secolo. Valle d’Aosta, Castello di Issogne p. 306: Jan Luyken, Fabbricante di candele, 1694, acquaforte p. 310: Sant’Antonio di Padova, particolare, secondo decennio del XVI secolo, legno di cipresso punzonato e disegno a inchiostro. Pordenone, collezione privata p. 316: Vergine orante, pietra policroma e dorata, terzo quarto del XV secolo. Pordenone, collezione privata La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali. Contributi finalizzati alla pubblicazione di volumi monografici inediti di rilevante interesse culturale. LIDA - Laboratorio informatico per la documentazione storico artistica - DIUM, Università degli studi di Udine RCPPM - Association internationale de recherche sur les charpentes et les plafonds peints médiévaux AHLOMA - Anthropologie historique du long Moyen Âge Arcidiocesi di Udine - Ufficio diocesano per i Beni Culturali Diocesi di Concordia-Pordenone, Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali ADSI - Associazione dimore storiche italiane AICS - Associazione italiana per lo sviluppo d’impresa culturale e turistica Sommario 11 IV. Sotto la lente “Sia la chasa spechio del spirito al istesso che questo elo di Dio” Maurizio d’Arcano Grattoni, Francesco Fratta de Tomas 261 14. Gli inventaria bonorum di Matteo Clapiceo Maria Sguazzin 267 15. Il sogno e la realtà: il soffitto Vanni degli Onesti Francesco Fratta de Tomas 277 16. Le mattonelle di Palazzo Ottelio Paolo Casadio 287 17. “A capi blavi”: prodotti e immagini dei tessitori friulani Sonia Daneluzzi 297 18. Dallo speziale: in una bottega udinese del Quattrocento Elisa Pallavicini 307 19. Fabbricando le candele Maurizio d’Arcano Grattoni 311 20. “Una anchona in uno armario”: intaglio piatto e devozione domestica Francesco Fratta de Tomas 317 21. Lo spirito delle cose Gianfranco Santini 323 TAVOLE A COLORI I. Il contesto: nel Friuli del Quattrocento 17 1. Politica e società Tommaso Vidal 29 2. L’arte Paolo Casadio 53 3. Edilizia e urbanistica: dalle campagne ai centri maggiori Alessandro Groppo Conte II. Vivere la casa 79 4. Dentro la dimora: distribuzione, spazi, complementi Maurizio d’Arcano Grattoni 109 5. Soffitti lignei dipinti Francesco Fratta de Tomas 123 6. Le res mobilia del vivere quotidiano: gli arredi Maurizio d’Arcano Grattoni 149 7. Per fuggire il buio: luce naturale e artificiale Maurizio d’Arcano Grattoni 167 8. “In coquina”: ambienti e sapori Elisa Pallavicini 183 9. L’utilizzo di un bene prezioso: l’acqua Maurizio d’Arcano Grattoni III. Gli oggetti della mente e del gusto 199 10. Strumenti musicali nelle case friulane del tardo Medioevo Paolo Zerbinatti 217 11. Il posto dei libri Laura Pani 229 12. Le armi: esibizione, esercizio, guerra Francesco Fratta de Tomas 247 13. Vesti e ornamenti Erica Martin Apparati bibliografici 387 387 392 Abbreviazioni Inventaria bonorum Bibliografia 12. Le armi: esibizione, esercizio, guerra Francesco Fratta de Tomas In una società fortemente gerarchizzata come quella medievale le armi costituiscono uno fra gli indicatori primari per determinare non solo lo status ma, in alcuni casi, anche le ambizioni dei proprietari. Gli equipaggiamenti guerreschi non erano, infatti, solo mezzi di difesa e offesa ma rappresentavano anche un’occasione per esibire potenza e ricchezza. In questo contesto il Quattrocento rappresenta un momento fondamentale giacché proprio in quest’epoca si assiste all’elaborazione e al perfezionamento di un’armatura che avrà successo per i secoli seguenti. Al periodo che va dal 1420 al 1480 circa, infatti, risale l’introduzione dell’‘armatura italiana’, affermazione di una linea perfetta, liscia, levigata, dalle superfici ampie, arrotondate e scivolanti; un modello che si pone in contrapposizione alla plastica angolosa tipica invece delle linee d’oltralpe, caratterizzata da superfici spezzate, ondulazioni e margini aguzzi1. Armature che, superato l’armamento misto ferro/cuoio trecentesco2, diventano nel corso del XV secolo autentiche ‘macchine antropomorfe’3: un insieme di piastre variamente articolate e modellate sul corpo del cavaliere allo scopo di garantirne una piena protezione mantenendo al contempo una sufficiente libertà di movimento. Pure se gli elementi fondamentali sono già tutti presenti a partire dai primi decenni del Quattrocento4, saranno le loro modificazioni, trasformazioni e implementazioni a costituire un indizio grazie al quale è possibile seguirne l’evoluzione. Se tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, infatti, assistiamo all’elaborazione dell’armatura di metallo, attraverso una sperimentazione che vede l’aggiunta o la sostituzione di diversi elementi in piastra o a lame, fino a giungere alla codificazione dei suoi elementi costitutivi; tra il secondo decennio del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento tutta l’attenzione sarà invece spesa al miglioramento di queste parti. A partire dalla testa, con l’introduzione dell’elmet- to, composto da un coppo tondeggiante, modellato e aderente e da due guanciali incernierati e che si chiudono lasciando liberi solo gli occhi. Il collo, difeso prima da un gorzarino in maglia ad anelli, poi sostituito dalla gola e dalla goletta, costituite da una struttura a lame metalliche. Il busto, inizialmente protetto da un petto e da una schiena uniti lungo i fianchi, poi suddivisi longitudinalmente e articolati in petto-panziera e schiena-guardarene per avere una maggiore mobilità del corpo5, mentre il graduale innalzamento del margine superiore della panziera, a partire dalla seconda metà del Quattrocento, porterà alla formazione di un vero e proprio sovrappetto. Gli arti superiori, protetti da bracciali, cubitiere ad aletta in corrispondenza del gomito e spallacci – ultima parte a evolversi nell’armatura – a copertura delle spalle6. I bracciali, in particolare, inizialmente sono formati da una sola piastra a protezione del lato esterno del braccio (quello esposto ai colpi avversari), in seguito sostituita da una protezione integrale formata da due piastre bloccate oppure ‘apribili’ (incernierate cioè da un lato e affibbiate dall’altro). Gli arti inferiori, protetti dall’arnese, struttura costituita dall’articolazione di cosciale, ginocchiera e schiniera. Al cosciale verrà dapprima sovrapposto un fiancale, costituito da una singola piastra metallica, sostituito in un secondo tempo dalla scarsella, più lunga e formata da un numero variabile di lame. Questo il contesto generale, ma qual era la situazione nel Friuli del XV secolo? Se fra i beni lasciati da Ambrogio della Torre nel 1359 (elencati nell’inventario di Giovanni Furlano della Torre) è descritto un armamento che è ancora chiaramente del tipo misto, con elementi in ferro (usbergo, manopole e cosciali) associati ad altri in cuoio cotto (bracciali e schiniere), a partire dai primi anni del Quattrocento anche in Friuli si osserva la graduale introduzione di un’armatura costituita da sole piastre in acciaio. 229