LTO - Lingua e testi di oggi
Linguistica, didattica dell’italiano e traduzione
✎
Rivista semestrale
n. 1-2020
Franco Cesati Editore
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Organi della Rivista
La Rivista è dotata di diversi organi adibiti ciascuno alla propria funzione:
- Direzione e Vicedirezione (D) – Quest’organo è responsabile della Rivista, della valutazione relativa alla scientificità dei contributi e della loro
pertinenza rispetto al taglio della Rivista;
- Direzione Responsabile (R) – Quest’organo si occupa della responsabilità legale della pubblicazione ai fini giuridici ed è rappresentato da
Cesati Editore;
- Comitato Redazionale (CR) – Quest’organo provvede alla ricezione dei
contributi e ne avvia una prima lettura, in modo da attivarsi come filtro,
verificando che le norme editoriali siano rispettate scrupolosamente e
che i contributi rispettino le tematiche della Rivista;
- Comitato Scientifico (CS) – I membri del Comitato Scientifico possono
proporre contributi per la rivista e dare suggerimenti sui contributi selezionati dai comitati di Direzione e Vicedirezione. Possono inoltre essere
coinvolti come revisori anonimi dei contributi ammessi alla revisione.
Direzione
Federico Della Corte (Univ. eCampus – Univ. Kardynała Stefana
Wyszyńskiego, Varsavia), Pierangela Diadori (Univ. per Stranieri di Siena), Paolo Nitti (Univ. degli Studi dell’Insubria), Donatella Troncarelli
(Univ. per Stranieri di Siena).
Vicedirezione
Cristiana De Santis (Alma Mater Bologna), Giada Mattarucco (Univ.
per Stranieri di Siena), Elena Monami (Univ. per Stranieri Siena), Giulio Facchetti (Univ. degli Studi dell’Insubria), Elisabetta Tonello (Univ.
eCampus).
Comitato Redazionale
Elena Ballarin (Univ. Ca’ Foscari Venezia), Giuseppe Caruso (Univ. per
Stranieri Siena), Micaela Grosso (Centro Interculturale Torino), Leonardo Masi (Univ. Kardynała Stefana Wyszyńskiego Varsavia), Alberto
Regagliolo (Univ. Kardynała Stefana Wyszyńskiego Varsavia), Stefania
Semplici (Univ. per Stranieri Siena), Gianni Sibilla (Università Cattolica
di Milano).
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Comitato Scientifico
Alvise Andreose, Università eCampus
Gaetano Berruto, già Università di
Torino e Università di Zurigo
Lucia Bertolini, Università eCampus
Paola Bocale, Università dell’Insubria
Césareo Calvo, Universitat de
València
Gabriella Cartago Scattaglia, Università di Milano
Lorenzo Coveri, Accademia della
Crusca, già Università di Genova
Sandra Covino, Università per
Stranieri di Perugia
Angela Ferrari, Università di Basilea
Fabiana Fusco, Università di Udine
Gianmarco Gaspari, Università
dell’Insubria
Marco Giola, Università eCampus
Riccardo Gualdo, Università della
Tuscia Viterbo
Sara Laviosa, Università di Bari
Sergio Lubello, Università di Salerno
Manuela Manfredini, Università di
Genova
Emilio Manzotti, Università della
Svizzera Italiana
Massimo Palermo, Università Stranieri Siena
Giuseppe Patota, Università di
Siena, sezione di Arezzo
Elena Pistolesi, Università Stranieri Perugia
Fabio Rossi, Università di Messina
Francesco Sabatini, Accademia della Crusca, già Università Roma Tre
Matteo Santipolo, Università di
Padova
Rosaria Sardo, Università di Catania
Enrico Serena, Ruhr-Universität
Bochum
Antonio Sorella, Università G.
d’Annunzio Chieti-Pescara
Stefano Telve, Università della Tuscia Viterbo
Carmen Van den Bergh, Universiteit Leiden
Matteo Viale, Alma Mater Università Bologna
Alessandra Vicentini, Università
dell’Insubria
Imsuk Yung, Università per Stranieri di Siena
La Rivista ha al centro dei suoi interessi il testo, considerato dal punto
di vista della linguistica italiana e dell’italianistica in senso lato, della
traduzione (anche intralinguistica e intersemiotica) e della didattica
dell’italiano come prima e seconda lingua.
L’asse portante è la linguistica testuale dell’italiano, con apertura a
discipline affini (sociolinguistica, pragmatica, analisi conversazionale
ecc.), in riferimento a testi contemporanei. Il taglio eminentemente
contemporaneo della Rivista si associa a questioni interdisciplinari, come
appunto quelle di ambito traduttologico e didattico oltre che linguistico.
La Rivista è suddivisa in tre sezioni, che corrispondono alle aree tematiche
individuate:
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Nel testo
Attraverso il testo
Da testo a testo
Questa sezione è dedicata allo studio del
testo come unità linguistico-comunicativa
Questa sezione comprende
contributi
sul testo nell’ambito
dell’insegnamento/
apprendimento dell’italiano come prima e
seconda lingua, anche
nell’alfabetizzazione
primaria e degli adulti
Questa sezione è centrata sul testo orale
e scritto nella traduzione interlinguistica
(da e verso l’italiano)
e intralinguistica (in
italiano)
La Rivista, a cadenza semestrale, afferisce al Centro di Ricerche Epigrafiche e Documentali (CRED) dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Contributi
Gli articoli (scritti in italiano o in inglese e riguardanti una delle tre sezioni della rivista) dovranno attenersi alle norme redazionali riportate in
fondo al fascicolo.
Ogni numero conterrà dai 4 ai 6 articoli e 1 o 2 recensioni.
I contributi saranno inviati ai Direttori della Rivista che, con l’aiuto del Comitato Scientifico, li sottoporranno alla procedura di valutazione secondo
una modalità di revisione doppia, cieca e anonima; se le valutazioni presenteranno contrasti netti, sarà prevista una terza revisione anonima. L’indirizzo e-mail al quale inviare i contributi è linguaetestidioggi@uninsubria.it
Destinatari
La Rivista è rivolta a coloro che si occupano in ambito sincronico di linguistica italiana, di didattica della lingua italiana, di traduzione da e verso l’italiano.
Abbonamento Italia: due numeri all’anno € 45. Fascicolo singolo €25.
Abbonamento estero: due numeri all’anno €90. Fascicolo singolo €50.
Distribuzione: Messaggerie libri spa.
ISSN: 2724-6701
© 2020 proprietà letteraria riservata
Franco Cesati Editore
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Sommario
Prefazione
Lo sviluppo della competenza testuale nella scuola primaria. Un’indagine esplorativa
Paolo Nitti, Università degli Studi dell’Insubria
Abstract: La competenza testuale rappresenta uno degli obiettivi della Scuola primaria. In questo contributo
si illustrano le tendenze didattiche più diffuse e la consapevolezza del corpo docente, a partire da un’analisi
di carattere glottodidattico. Il saggio rientra all’interno
delle ricerche di linguistica educativa.
Analisi di tratti linguistici sub-standard in un corpus di
una classe terza professionale di Torino
Giuseppe Fazzari, Centro Interculturale della città di Torino
Abstract: In questo contributo, basato sull’analisi di un
corpus scritto di 15 studenti di una classe terza professionale di Torino, si mette in luce come alcuni tratti dell’italiano sub-standard, tipici del parlato, siano preminenti
anche nello scritto. Il metodo di ricerca utilizzato può
essere collocato nel campo della linguistica corpus based.
A domanda risponde. Scrivere in italiano L2 per esprimere le proprie opinioni
Giovanni Favata, Università per Stranieri di Siena
Abstract: Nel presente contributo si studiano le produzioni scritte di studenti universitari alla fine di un corso di italiano L2. I dati sono letti secondo un duplice
punto di vista: l’analisi della struttura informativa delle
frasi prodotte e l’osservazione dello stadio dell’interlingua degli apprendenti principianti nel loro tentativo di
costruire un testo coerente e coeso.
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Lo sviluppo dell’abilità di scrittura: il corso Scrivere in
italiano L2 del Centro Interculturale di Torino
Micaela Grosso, Centro Interculturale di Torino
Abstract: Il contributo, prendendo le mosse dalla crucialità dell’abilità di scrittura, presenta come esempio
di buone pratiche glottodidattiche il corso Scrivere in
italiano L2 del Centro Interculturale di Torino. Del
corso si esaminano obiettivi, utenza, scelte didattiche e
di progettazione e un modello di lezione, analizzando
infine i risultati ottenuti dal questionario di gradimento.
Multiculturality and inclusion through multilingual signage in contemporary Italy
Pierangela Diadori, Università per Stranieri di Siena
Abstract: Un campo di ricerca relativamente nuovo per
gli studi linguistici e traduttologici riguarda le scritte
plurilingui che vengono realizzate da funzionari nazionali o locali (quando si tratta di segnaletica stradale) o
da altre figure del settore pubblico o privato (quando
si tratta di avvisi scritti o orali, affissi o trasmessi in luoghi al chiuso o all’aperto, abitualmente frequentati da
estranei.
La presenza della segnaletica di questo tipo nelle aree
bilingui o nelle zone di confine è ampiamente studiata da chi si occupa di bilinguismo dal punto di vista
socio-politico e sociolinguistico, così come la presenza
di scritte plurilingui nelle aree urbane che registrano
un’altra concentrazione di comunità immigrate è oggetto di ricerca costante da parte di chi si occupa di
immigrazione, multilinguismo e lingue delle minoranze. In questo caso il settore di studio, che va sotto il
nome di “linguistic landscapes”, indaga sulla presenza e
sul ruolo delle comunità alloglotte attraverso una mappatura socio- ed etnolinguistica di questi testi. Questo
lavoro, invece, si concentra sulle caratteristiche linguistiche e le strategie traduttive dei testi in esame. Dopo
una introduzione sull’area di studio dei Linguistic and
semiotic landscapes e sulla realtà plurilingue dell’Italia
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contemporanea, viene descritto il corpus di 226 avvisi pubblici – raccolti nel 2017 in 14 regioni italiane –
considerando le lingue usate, i contesti in cui sono stati
fotografati, la loro distribuzione sul territorio italiano,
le funzioni comunicative dei messaggi, la presenza di
immagini e infine le strategie traduttive adottate. Nelle
conclusioni, oltre a riportare i risultati dell’indagine,
vengono fornite delle ipotesi sull’immagine dell’identità italiana che emerge dal corpus analizzato.
Invio dei contributi e norme redazionali
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Prefazione
Federico Della Corte, Pierangela Diadori,
Paolo Nitti, Donatella Troncarelli
La triade del nome di questa nuova Rivista (Lingua - Testi Oggi) vuole essere una definizione ampia ma precisa dei confini
della direzione di ricerca che hanno voluto intraprendere gli ideatori. Netto è l’orizzonte cronologico in cui si è deciso di circoscrivere il materiale da sottoporre all’analisi: mai risalire a testi prodotti più di una decina di anni prima dell’uscita di ogni numero.
Ciò consentirà una sufficiente larghezza di scelta che possa dare
anche agio a osservazioni di un minimo spessore diacronico; in ciò
riprendendo, con più elasticità, esperimenti precedenti concentrati
su una più stretta sincronia. Ben scortata dalla delimitazione cronologica e dall’approccio linguistico, al centro della Rivista sarà
la testualità, intesa nel senso più ampio, tanto da evocare un retroterra semiotico nella sua definizione, e da aprirsi a traduzioni
intersemiotiche e intrasemiotiche. Altra coordinata - utile come
limitazione e come orientamento - è l’urgenza didattica che si cercherà di inseguire negli interventi.
L’orizzonte testuale è ribadito dai titoli delle tre sezioni (Nel
testo – Attraverso il testo – Da testo a testo), come dimostrano i
saggi raccolti già in questo primo numero della Rivista, sia pure
nelle loro diverse declinazioni: quello di Giovanni Favata affronta
la resa scritta di opinioni degli apprendenti di L2; quelli di Giuseppe Fazzari, di Micaela Grosso e di Paolo Nitti sono dedicati a
simili contesti di apprendimento, mente il dettagliato e conclusivo
saggio di Pierangela Diadori affronta, anche intersemioticamente,
le scritte bilingui, corredate da un ampio corredo statistico.
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Lo sviluppo della competenza
testuale nella scuola primaria.
Un’indagine esplorativa
Paolo Nitti*
Abstract: La competenza testuale rappresenta uno degli
obiettivi formativi della Scuola primaria. In questo
contributo si illustrano le tendenze didattiche più diffuse e la consapevolezza del corpo docente, a partire da
un’analisi di carattere glottodidattico. Il saggio rientra
all’interno delle ricerche di linguistica educativa.
Parole chiave: Didattica dell’italiano, Scuola primaria, Glottodidattica, Linguistica educativa, Competenza testuale
Abstract: Textual competence is one of the objectives of the
Primary School. This essay illustrates the most common
educational trends and the teachers’ awareness, based on
a language educational analysis. The essay is part of educational linguistic research.
Keywords: Italian language teaching, Primary school,
Language teaching, Language education, Textual
competence
1. La competenza testuale
Lo sviluppo della testualità rappresenta uno degli obiettivi più
delicati della scuola primaria (Lavinio 1990), intendendo il testo
come “una produzione linguistica creata con l’intenzione e con
*
Università degli Studi dell’Insubria, paolo.nitti@uninsubria.it.
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Paolo Nitti
l’effetto di trasmettere un particolare contenuto comunicativo a
uno o più destinatari” (Cerruti, Cini 2010: 3).
Alla luce della definizione proposta, il testo è inteso come produzione linguistica svincolata dal canale; esistono, difatti, testi scritti, orali e mediati da altri mezzi comunicativi (Lorenzetti 2002).
La competenza testuale, infatti, può essere descritta come:
capacità da parte del ricevente di instaurare relazioni fra gli elementi
sulla base della conoscenza di schemi cognitivi globali […], di integrare il senso degli enunciati connettendo il detto al non detto […],
di riconoscere il tipo di testo e le sue peculiarità e stabilire sulla base
di tutti questi elementi un sistema di attese che facilita il processo di
interpretazione. In altre parole per sapere se un enunciato costituisce una frase, ci basta far ricorso alla nostra competenza linguistica,
mentre per decidere se una sequenza di frasi costituisce un testo è
necessario conoscere il contesto e affidarsi anche ad elementi extralinguistici. La competenza testuale, insieme a quella sociolinguistica
e pragmatica, integra quella linguistica stricto sensu per formare la
più generale competenza comunicativa (Palermo 2013: 29).
La definizione precedentemente riportata riconduce esplicitamente la competenza testuale alla più ampia competenza comunicativa, contribuendo a prospettare una visione della lingua come
modalità dell’espressione e dell’interazione umana, mediata da più
“fattori che agiscono in concomitanza” (Nitti 2019: 76).
Sulla base di queste considerazioni è stata strutturata una ricerca di carattere linguistico e glottodidattico riguardo alla percezione della didattica della testualità, da parte di docenti di italiano
come L1, all’interno della scuola primaria.
Questo contributo illustra, pertanto, gli orientamenti del personale docente di scuola primaria rispetto alla didattica del testo
(Lavinio 1990), attraverso l’elaborazione dei dati ottenuti per mezzo di un questionario sociolinguistico e glottodidattico.
2. La ricerca
La scelta del questionario, come strumento di rilevazione dei
dati linguistici, non risulta scevra di criticità, poiché i dati raccolti
secondo questa modalità “non possono essere considerati oggetto
della ricerca; il compito del ricercatore è quello di far emergere
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alcuni frammenti della realtà, quindi dei dati linguistici per porre
ad essi le sue domande” (D’Agostino 2012: 242). L’obiettivo dell’indagine, dunque, non è l’inquadramento del fenomeno nella sua
complessità, ma semplicemente la fotografia di una tendenza.
Le risposte ai questionari, difatti, possono essere distorte a
causa di molteplici fattori: nel caso degli insegnanti, è possibile
che le risposte non coincidano effettivamente con le pratiche glottodidattiche attuate, rientrando a pieno titolo nel “paradosso del
ricercatore” (Eadem). La questione della complessità dei dati linguistici, inoltre, è ben conosciuta e documentata all’interno della
letteratura scientifica di riferimento: “dati di questo genere, ottenuti con sondaggi e rilevamenti in cui si chiede ai parlanti di riferire come si comportano linguisticamente in determinate situazioni
[…] richiedono una certa cautela, in quanto appunto riguardano
autodichiarazioni” (Berruto 2004: 23).
Il questionario, tuttavia, rappresenta uno dei mezzi più potenti
ed efficaci per inquadrare le tendenze linguistiche e didattiche.
La ricerca ha riguardato un campione di 300 docenti di scuola
primaria in Lombardia, Piemonte e Veneto. Gli informanti sono
stati contattati attraverso gruppi di didattica presenti all’interno
dei social media (Facebook, Instagram, Linkedin) e sono stati invitati a compilare il questionario in forma elettronica.
Il questionario conteneva una parte introduttiva riguardante la responsabilità della ricerca, l’indicazione delle tempistiche
per lo svolgimento e della sede di divulgazione dell’indagine,
la disponibilità al trattamento dei dati e l’informativa rispetto
alla privacy.
Oltre al frontespizio che inquadrava le specificità della ricerca
e le modalità di compilazione, il questionario prevedeva una batteria di 5 quesiti relativi a informazioni di carattere socio-anagrafico,
5 domande a risposta aperta di carattere definitorio rispetto alla
testualità e 7 quesiti di carattere didattico.
3. L’analisi dei dati
La fase di analisi dei dati, ottenuti nella seconda parte del
2019, ha evidenziato come la maggior parte degli informanti abbia
un’età superiore ai 50 anni (69%) e sia in servizio per un periodo
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superiore ai 15 anni (86%). Per quanto concerne il titolo di studio
la quantità di diplomati (26%) è minore rispetto a quella dei laureati (74%).
Al primo quesito, relativo alla percezione della propria
competenza testuale in italiano (Serianni 2012), attraverso l’espressione di un giudizio graduato da 1 (scarsa) a 5 (eccellente),
solamente il 12% del campione risponde assegnando il massimo valore, contro il valore minimo che riporta il 4% delle
preferenze e i valori intermedi che comprendono la prevalenza
delle risposte, a favore dell’indicazione del valore medio (35%)
medio-alto (29%).
Per quanto concerne l’importanza assegnata allo sviluppo della testualità a lezione, il parere è univoco e riguarda il 94% delle
risposte con giudizio massimo e il 6% con valore medio-alto.
Rispetto agli elementi problematici della didattica testuale, le
risposte risultano particolarmente interessanti, come evidenziato
nel Grafico 1.
Grafico 1 - Gli aspetti critici relativi alla didattica testuale
Il grafico mostra come la selezione del lessico non rappresenti un aspetto problematico relativo all’insegnamento, ma risulti
critica in merito all’apprendimento, evidenziando un paradosso
significativo per la ricerca. In effetti, un elemento che non pre-
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senta problematiche specifiche di insegnamento viene appreso in
maniera altrettanto facile, altrimenti si verifica una condizione
di incongruenza fra la percezione della propria attività didattica
e i risultati raggiunti o raggiungibili. La situazione è ribaltata in
senso contrario per quanto concerne la fluenza espositiva, quasi come se questo aspetto non risulti immediatamente connesso
con l’azione didattica e rientri piuttosto nel progresso linguistico
autonomo.
Il grafico evidenzia la percezione diffusa del testo come produzione scritta, in quanto le difficoltà maggiori si verificherebbero
proprio all’interno degli elementi tipici dello scritto: la punteggiatura e l’ortografia.
Queste risposte trovano una conferma abbondante anche
all’interno delle note alla fine del questionario. Una quota significativa di informanti (36%), infatti, ritiene che la punteggiatura rappresenti uno degli ostacoli principali relativi alla
competenza testuale degli apprendenti. In realtà, la punteggiatura costituisce solamente uno degli aspetti che contraddistinguono il testo scritto, mentre la selezione delle parole, le scelte
di registro e la coesione sono elementi che riguardano sia i testi
scritti che quelli orali (Corno 2002; Calaresu 2004; Andorno
2011).
Grafico 2 - Strategie per la didattica testuale
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In merito alle strategie privilegiate per lo sviluppo della testualità
è possibile notare che la produzione e la comprensione di testi scritti,
unite alla correzione, rappresentano le attività ritenute maggiormente
efficaci, mentre si affida poco spazio alla produzione di dialoghi e di
monologhi e alla comprensione del parlato, confermando ancora una
volta che la percezione del testo riguarda essenzialmente la scrittura.
Un’interpretazione possibile di questi dati, rappresentati nel Grafico 2, è ragionevolmente di carattere storico-culturale: le pratiche
glottodidattiche tendono a essere incardinate all’interno di una tradizione e, nel caso italiano, la Scuola di base ha il compito di insegnare a
leggere e a scrivere (Fasolo, Nitti 2017). Un’altra modalità interpretativa, tuttavia, riguarda la mancanza di preparazione e di addestramento
del corpo docente: i crediti formativi universitari di linguistica e di
didattica della lingua purtroppo sono pochi rispetto ai piani di studio
relativi alle lauree magistrali in Scienze della Formazione Primaria e
si assiste, di conseguenza, a un netto dislivello fra i traguardi ottenuti,
a livello di ricerca, in ambito accademico e le pratiche professionali.
In merito alla selezione dei tipi testuali maggiormente presenti all’interno delle attività didattiche, si è utilizzata la tassonomia
proposta da Palermo (2013: 240), mentre per i generi ci si è avvalsi
del contributo di Ferrari (2014: 257-316).
Grafico 3 - I tipi testuali maggiormente trattati a scuola secondo il campione
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Il Grafico 3 mostra come il testo narrativo identifichi la scelta
prioritaria relativa alla didattica testuale all’interno della scuola
primaria. Nello stesso grafico si nota anche la sostanziale assenza
dei testi regolativi, plausibilmente molto frequenti in merito all’oralità (regole di comportamento, regole dei giochi, divieti), ma trascurati e assenti sul piano scritto. Non è chiaro se vi sia un problema di consapevolezza della testualità e dunque l’interpretazione
sia sostanzialmente viziata da una definizione impropria del testo
e della didattica della testualità o, piuttosto, se le risposte abbiano
altre forme di giustificazione. In ogni caso, la tendenza che emerge
è chiara: i testi maggiormente trattati a lezione sono narrativi.
L’interrogativo che pare legittimo porsi riguarda la presenza
effettiva dei testi narrativi all’interno della realtà extrascolastica
rispetto ad altri tipi testuali, probabilmente maggiormente ricorrenti e, di conseguenza, sarebbe opportuno domandarsi quale sia
il ruolo della formazione scolastica in merito allo sviluppo della
competenza testuale (Notarbartolo 2014).
Il Grafico 4 riporta un’incongruenza rispetto al grafico precedente, in quanto sono indicati generi testuali non immediatamente riconducibili ai tipi testuali identificati, in precedenza, come maggiormente
ricorrenti. In particolare, è possibile notare una presenza significativa
di testi regolativi (istruzioni relative alla manualistica scolastica).
Grafico 4 - I generi testuali maggiormente trattati a scuola secondo il campione
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In ogni caso le risposte confermano il Grafico 3 rispetto alla
presenza abbondante di testi narrativi.
4. Conclusioni
La ricerca dimostra come l’orientamento generale del personale docente di scuola primaria riconduca il testo alla mera produzione scritta, rinunciando de facto a concepirlo come espressione
linguistica di portata molto più ampia (§ 1). Ne consegue, dunque,
una visione parziale e limitata della competenza testuale, riconosciuta comunque dal campione come obiettivo principale della
Scuola primaria.
I testi maggiormente presenti all’interno delle attività didattiche sono essenzialmente di carattere narrativo, assistendo a un
distanziamento significativo fra la scuola e la realtà extrascolastica.
Come si è esplicitato in precedenza, questo contributo non intende fornire una rappresentazione univoca dell’atteggiamento del
personale docente in servizio presso la scuola primaria, a causa dei
limiti evidenti della ricerca, tra i quali rientra il campione ridotto.
L’obiettivo dell’indagine è di problematizzare una tendenza delle
pratiche di insegnamento connesse con lo sviluppo della competenza testuale.
Riferimenti bibliografici
Andorno C. (2011), Linguistica testuale, Carocci, Roma.
Berruto G. (2004), Prima lezione di sociolinguistica, Editori Laterza, Roma.
Calaresu E. (2004), Testuali parole. La dimensione pragmatica e testuale del discorso riportato, FrancoAngeli, Milano.
Cerruti M., Cini M. (2010), Introduzione elementare alla scrittura
accademica, Editori Laterza, Roma-Bari.
D’Agostino M. (2012), Sociolinguistica dell’Italia contemporanea, Il
Mulino, Bologna.
Corno D. (2002), Scrivere e comunicare. Teoria e pratica della scrittura in lingua italiana, Mondadori, Milano.
Fasolo S., Nitti P. (2017), “Il riassunto: una competenza da riscoprire”, Nuova Secondaria 8, pp. 27–29.
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LTO - Lingua e testi di oggi
Ferrari A. (2014), Linguistica del testo. Principi, fenomeni, strutture,
Carocci, Roma.
Lavinio C. (1990), Teoria e didattica dei testi, La Nuova Italia, Firenze.
Lorenzetti L. (2002), L’italiano contemporaneo, Carocci, Roma.
Nitti P. (2019, Didattica dell’italiano L2. Dall’alfabetizzazione allo
sviluppo della competenza testuale, Editrice La Scuola, Brescia.
Notarbartolo D. (2014), Competenze testuali per la scuola, Carocci,
Roma.
Palermo M. (2013), Linguistica testuale dell’italiano, Il Mulino, Bologna.
Serianni L. (2012), Italiani scritti, Il Mulino, Bologna.
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Analisi di tratti linguistici
sub-standard in un corpus di una
classe terza professionale di Torino
Giuseppe Fazzari
Abstract: In questo contributo, basato sull’analisi di un corpus scritto di 15 studenti di una classe terza professionale
di Torino, si mette in luce come alcuni tratti dell’italiano
sub-standard, tipici del parlato, siano preminenti anche
nello scritto. Il metodo di ricerca utilizzato può essere
collocato nel campo della linguistica corpus based.
Parole chiave: Linguistica, Didattica, Testualità, Italiano
contemporaneo, Linguistica dei corpora
Abstract: The purpose of this paper, based on a corpus
analysis of texts written by 15 students attending a
vocational school in Turin, is to highlight how some
features of substandard Italian, which are typical of
the spoken language, are also prominent in the written
language. The research method can be placed in the
field of corpus based linguistics.
Keywords: Linguistics, Language teaching, Textuality,
Contemporary Italian, Corpus linguistics
1. Introduzione
L’italiano standard spesso viene interpretato, nel mondo della
scuola, come l’unica norma cui attingere nella costruzione del pen*
Centro Interculturale della città di Torino, giusfazzari@gmail.com.
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Giuseppe Fazzari
siero, sia nella forma scritta che in quella parlata. In realtà, prendendo in analisi le modalità comunicative utilizzate da un gruppo di
giovani inseriti in un percorso di formazione professionale, appare
evidente la sussistenza di una dicotomia tra l’italiano standard (Berruto 2010), presentato nelle grammatiche e nei manuali, e la lingua
effettivamente usata nelle produzioni scritte e orali degli apprendenti. In particolare, dai dati analizzati nella presente ricerca, risulta, sul
piano della pianificazione testuale, un marcato ricorso alle strutture
e alle espressioni tipiche del parlato; tutto ciò conferma l’esistenza di
un cambiamento in atto nell’italiano contemporaneo.
Il corpus preso in esame comprende gli elaborati degli studenti di una classe terza -operatore elettrico (il percorso di studio per
conseguire la qualifica professionale dura 3 anni), dell’ente di formazione professionale Casa di Carità Arti e Mestieri di Torino, ed è
composto da 15 testi, realizzati durante le 2 ore settimanali di lingua italiana previste dal percorso. La classe è formata da 15 ragazzi,
di età compresa tra i 16 e i 20 anni, provenienti dall’Italia, dalla
Romania, dalla Moldavia e dall’Albania. Il livello linguistico degli
alunni stranieri è comunque avanzato (C1-C2) (seguendo il Quadro
con la descrizione dettagliata dei livelli del Quadro Comune Europeo
di Riferimento1. Quattro dei componenti della classe sono bilingui
e vivono in Italia da circa 10 anni. Metà classe, inoltre, proviene da
altri percorsi scolastici e formativi, frequentati con durata differente
(da 6 mesi a 4 anni). Gli apprendenti, per motivi legati alla privacy,
verranno citati con l’iniziale del proprio nome, l’età e l’iniziale del
Paese di provenienza. I testi sono stati realizzati a partire da un’attività di classe sul clima e l’ambiente, spiegata in modo dettagliato
nel quarto paragrafo di questo contributo. L’analisi è avvenuta manualmente, senza avvalersi di software specifici; si è tenuto conto di
aspetti qualitativi non misurabili attraverso procedure automatiche.
2. Le varietà sub-standard dell’italiano scritto contemporaneo
L’italiano dell’uso medio pur non essendo dotato di stabilità e
di continuità grammaticale e non avendo una funzione di modello
1
Cfr. rm.coe.int/CoERMPublicCommonSearchServices/DisplayDCTMConte
nt?documentId=090000168045bb5d, (Ultima consultazione 12/01/2020).
22
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LTO - Lingua e testi di oggi
didattico, rappresenta un argomento di forte interesse in quanto
esprime forme alla base del codice linguistico contemporaneo in
passato accettate esclusivamente a livello diatopico (Nitti 2016).
Un elenco dettagliato dei tratti caratteristici dell’italiano substandard, cui ci riferiamo in questo lavoro, si trova in Sabatini
(1985:156-170) e in Berruto (2018:73-92). I tratti che abbiamo riscontrato nelle produzioni degli apprendenti sono i seguenti:
--
uso della dislocazione a sinistra (le scarpe riciclabili non saprei
che impatto);
--
uso del che polivalente (che non si può dire delle Adidas);
--
uso dell’indicativo al posto del congiuntivo in alcune subordinate e nelle ipotetiche (penso che l’articolo del murales da
spunti di riflessione);
--
uso della concordanza a senso (l’involucro di queste bolle d’acqua commestibili sono fatte di alghe brune);
--
scambi di preposizioni (lanciato al mercato);
--
uso di parole dal senso generico (cosa, fare);
--
accettazione nello scritto di espressioni tipiche del parlato (tutto fa brodo).
3. Analisi dei tratti salienti nel corpus di riferimento
La pianificazione testuale, nonostante le produzioni scritte siano brevi, appare piuttosto instabile. Un testo pianificato correttamente deve essere coerente e coeso (Palermo 2013). Alcuni testi
del corpus presentano un corretto uso della punteggiatura (Mortara Garavelli 2016), in altri invece è quasi del tutto assente come
nell’esempio proposto di seguito:
(1) L’adidas ha avuto un’ottima idea a studiare una scarpa biodegradabile cioè che la scarpa invece di andare a finire nelle
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discariche si decompone o si ricicla. La scarpa verrà messa
al mercato nel 2021 bisognerebbe constatare che la maggior
parte delle cose che noi utilizziamo creino smog o polveri
sottili quindi l’atmosfera è inquinata dovrebbero avere molte più idee da invece di fare uscire al mercato (mondiale)
prodotti che provocano danni allo smaltimento fare uscire
più cose biodegradabili o che si possano riciclare (C16IT)
Influisce in modo negativo sulla coesione anche la mancanza
dei connettivi testuali riscontrata nella maggior parte dei casi:
(2) [...] Ci sarebbe meno inquinamento in mare e cielo. Risparmio di materiale e di soldi per realizzare l’idea. Il palazzo è un
simbolo, come lo è l’atto di pitturarlo. Un uomo da solo non
può niente. Ma con un buon numero di persone alle spalle,
pitturare un palazzo, può cambiare il mondo. È questo che
ha e sta provando a fare il realizzatore di quel Murales. L’idea
di quelle bolle d’acqua è carina. Sarebbe un bel passo avanti.
Meno plastica di certo. [...] (Z18IT)
Sono pochi gli elaborati in cui l’uso dei connettivi risulta adeguato:
(3) [...] infatti trovo che l’impiego di questa vernice [...] Inoltre
penso che bisognerebbe sollecitare [...] e che inoltre faccia
meno male al nostro organismo [...] Infine penso che l’unico
modo per far diminuire l’inquinamento sia [...] (T19IT)
Mentre in (2) gli enunciati vengono giustapposti rendendo la
lettura poco scorrevole; in (3) l’apprendente dimostra maggiore padronanza linguistica, pur senza variare nella scelta dei connettivi,
il discorso appare in questo caso fluido.
Possiamo notare, inoltre, sequenze non scorrette ma tipiche di
usi parlati e meno formali come:
(4) Le scarpe riciclabili non saprei che impatto potrebbe dare
ma comunque “tutto fa brodo” e secondo me farebbe la differenza. (D18IT)
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A livello morfologico vengono espunte forme colte o complesse
a favore di altre maggiormente correnti. Inoltre il presente indicativo sostituisce quasi completamente il congiuntivo, in particolare
con i verbi di opinione:
(5) Penso che l’articolo del murales da spunti di riflessione [...]
(B19AL)
Penso che le loro proposte sono qualcosa di negativo [...]
(A16RO)
È quindi da imputare alla rapida pianificazione del discorso il
mancato accordo tra soggetto e verbo:
(6) L’involucro di queste bolle d’acqua commestibili sono fatte di
alghe brune [...] (A17IT)
Riguardo alla vernice anti smog, potrebbe essere un passo per
pulire l’aria e i cattivi odori che ci circondano ma dovrebbero
essere più sponsorizzate nell’economia e a livello pubblicitario
[...] (F20IT)
Un altro tratto rilevante è l’uso del che polivalente, una costruzione (presente nell’italiano popolare ma anche in quello letterario) che può assumere valori e funzioni differenti: da pronome
relativo a congiunzione causale, consecutiva, concessiva, finale,
locativa, esplicativa, ecc.:
(7) Io penso che siano tutte idee molto innovative e realistiche,
mi piacerebbe l’idea di provare una sfera trasparente con
l’interno composto d’acqua ed l’esterno un materiale biodegradabile idea fantastica!!!! che non si può dire delle Adidas
[...] (C17IT)
L’adidas ha avuto un’ottima idea a studiare una scarpa biodegradabile cioè che la scarpa invece di andare a finire nelle
discariche si decompone o si ricicla. (C16IT)
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E ancora l’uso errato delle preposizioni:
(8) [...] invece di fare uscire al mercato mondiale [...] (C16IT)
[...] per un bene a tutti [...] (P18MO)
Nel parlato la sintassi predilige un ordine delle parole che non
rispetta quello naturale. L’ordine cambia per ragioni di messa a
fuoco, serve a dare rilievo ad alcuni elementi rispetto ad altri. Tra
le strutture più usate troviamo anche nello scritto la dislocazione
a sinistra:
(9) Le scarpe riciclabili non saprei che impatto [...] (R16IT)
Delle scarpe biodegradabile sono… innovative [...] (S17IT)
Accanto ai tratti riscontrati negli esempi 1-9, sembrerebbe di
poterne aggiungere due nuovi. Notiamo l’uso del congiuntivo al
posto dell’indicativo:
(10) [...] bisognerebbe constatare che la maggior parte delle cose che noi utilizziamo creino smog o polveri sottili [...]
(C16IT)
E, inoltre, l’uso della d eufonica davanti a consonante, anche se
nell’italiano contemporaneo la si sta abbandonando, ad eccezione
dei casi in cui la d è seguita dalla stessa vocale:
(11) [...] ed l’esterno [...] (C17IT)
Si potrebbe forse ipotizzare che questi due tratti siano dovuti
alla volontà di alzare il proprio livello linguistico.
A livello lessicale si riscontra un largo impiego di termini presenti nel parlato per dare maggiore enfasi al testo scritto; troviamo
infatti l’uso ricorrente di parole come fantastica, batosta, azzeccato,
parole dal senso generico come cosa, fare (D’Achille 2010) - l’elenco
completo è riportato nella tabella 1- e di modi di dire come tutto fa
brodo, fa la differenza.
In generale assistiamo a un processo di semplificazione
(per esempio A16RO scrive: [...] perché hanno pensato solo ai
+; [...] toccherà il murales perché lo fascina), di velocizzazione
della pianificazione. Inoltre si riscontra nei testi del corpus pre26
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LTO - Lingua e testi di oggi
so in esame la ripetizione dello stesso concetto per enfatizzare
alcuni elementi (per esempio C17IT scrive: [...] se posso dire
la mia secondo me dovrebbero abbassare il prezzo; [...] quindi
se posso dire anche qua la mia dovrebbero abbassare il costo;
mentre A17IT: [...] l’involucro di queste bolle d’acqua, chiamate “OOHO”, è al 100% biodegradabile. L’involucro di queste
bolle d’acqua commestibili sono fatte di alghe brune [...]) e,
in alcuni casi, per sopperire a una scarsa conoscenza lessicale
dovuta probabilmente al background culturale, alle esperienze
formative pregresse.
Tratto
Morfologia
Occorrenza
Semplificazione del sistema verbale
6
Accordo a senso
3
Che polivalente
3
Uso errato delle preposizioni
3
Uso di ed davanti a consonante
1
Sintassi
Dislocazione a sinistra
2
Lessico
Fantastica/fantastiche
8
Cosa/cose
3
Esagerato
3
Magnifica
3
Fare
2
Azzeccato
1
Batosta
1
Carina
1
Cavolata
1
Vale
1
Tabella 1 - Occorrenze di tratti sub-standard
27
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Giuseppe Fazzari
4. L’attività didattica proposta
L’attività didattica che ha prodotto i testi del corpus è stata svolta
nel mese di ottobre 2019 sulla piattaforma digitale Google Classroom, scelta per utilizzare modalità comunicative e di interpretazione legate maggiormente alla realtà quotidiana degli apprendenti,
ed ha avuto come argomenti principali il clima e l’ambiente. In
particolare, dopo la lettura di due brevi articoli riguardanti rispettivamente un murale mangia smog2 e le scarpe biodegradabili3, e
la visione di un breve filmato sull’acqua in capsule4, (la scelta del
materiale testuale e audiovisivo breve viene incontro alle esigenze
degli apprendenti, abituati alla velocità di fruizione e di decodifica del messaggio) è stato chiesto al gruppo classe di esprimere
in un massimo di 1500 battute il proprio punto di vista in merito
a quanto letto e visto e, inoltre, di pensare eventuali rimedi, efficaci e alla portata di tutti, per tutelare l’ambiente. (Solo due studenti su quindici hanno proposto alcuni rimedi originali; il resto
della classe, invece, si è limitato a commentare i materiali usati
nell’attività.) Quando il docente ha restituito gli elaborati corretti agli apprendenti ha condotto con loro una riflessione sui tratti
individuati. I testi sono stati quindi riscritti prestando attenzione
alle proposte dei compagni e del docente. Nella fase finale è stata
condotta una riflessione sull’evoluzione dell’italiano contemporaneo e sui fenomeni che lo caratterizzano. Alla fine dell’attività è
stato somministrato un questionario (creato su Moduli Google e
caricato su Google Classroom) per avere un feedback da parte degli apprendenti sull’approccio didattico usato, sulla sua efficacia e
sull’utilità di aver attivato competenze trasversali. Questi ultimi
hanno apprezzato le attività proposte, le hanno trovate impegnative, coinvolgenti, “sfidanti”; inoltre hanno valutato positivamente il
fatto che la lezione fosse ancorata ad argomenti di attualità e hanno
2
www.repubblica.it/ambiente/2018/10/27/news/a_roma_il_murales_mangia-smog_e_il_piu_grande_d_europa-210148149/
(Ultima
consultazione
12/12/2019).
3 fashionunited.it/news/moda/rivoluzionario-adidas-lancia-le-scarpe-interamente-riciclabili/2019041919569 (Ultima consultazione 12/12/2019).
4 video.repubblica.it/socialnews/il-boom-dell-acqua-in-capsula-l-idea-eco-raccoglie-848-mila-sterline/283294/283909 (Ultima consultazione 12/12/2019).
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LTO - Lingua e testi di oggi
chiesto di continuare a lavorare seguendo questa modalità. Soltanto uno studente non ha considerato utile l’approccio metodologico
seguito dall’insegnante.
Nel complesso la classe ha partecipato alla realizzazione delle
attività didattiche in modo attivo, intervenendo con domande pertinenti e accogliendo gli spunti di riflessione critica del docente.
Un elemento negativo da tenere in considerazione riguarda invece
la fluttuazione delle presenze alle lezioni in generale, causata spesso dalla mancanza di motivazione.
5. Alcune considerazioni conclusive
Dalla riflessione in classe e dal questionario finale sono emersi alcuni elementi significativi; da un lato il bisogno sentito dagli
studenti di ampliare le conoscenze linguistiche per avere maggiori
possibilità di inserimento lavorativo, (è da tenere presente il fatto
che gli alunni sono inseriti in una classe “uscente”, che durante
l’anno si approccerà alle attività di stage formativo previste dal
percorso); dall’altro la volontà di usare un linguaggio giovanile (a
volte ricco di termini inglesi italianizzati) per fare bella figura nel
gruppo dei pari.
In conclusione possiamo notare come i tratti sub-standard
dell’italiano contemporaneo siano presenti, anche in questo corpus ristretto, come visto in precedenza, e come si prediligano forme tipiche del parlato anche nello scritto (Serianni 2010). Se da
una parte, oggi, a scuola vengono richiesti testi meno impegnativi,
dall’altra osserviamo la vitalità della lingua scritta e parlata dai
giovani.
Riferimenti bibliografici
Berruto G. (2010), Italiano standard, in Enciclopedia dell’italiano Treccani. http://www.treccani.it/enciclopedia/italianostandard_(Enciclopedia-dell’Italiano)/ [ultima consultazione
12/12/19].
Berruto G. (2011), Varietà, in Enciclopedia dell’italiano Treccani.
(http://www.treccani.it/enciclopedia/varieta_(Enciclopediadell’Italiano)/) [ultima consultazione 12/12/2019].
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Giuseppe Fazzari
Berruto G. (2018), Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, Carocci, Roma.
De Mauro T. (1999-2007), Grande dizionario italiano dell’uso
(GRADIT), UTET, Torino.
D’Achille P. (2010), L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna.
D’Agostino M. (2012), Sociolinguistica dell’Italia contemporanea, Il
Mulino, Bologna.
Lo Duca M. G. (2014), Lingua italiana ed educazione linguistica, Carocci, Roma.
Mortara Garavelli B. (2016), Prontuario di punteggiatura, Editori
Laterza, Roma-Bari.
Nitti P. (2016), “I cambiamenti nella lingua usata a scuola”, La Ricerca, http://www.laricerca.loescher.it/lingua-italiana/1436-icambiamenti-nella-lingua-usata-a-scuola.html [ultima consultazione 12/12/2019].
Palermo M. (2013), Linguistica testuale dell’italiano, Il Mulino,
Bologna.
Sabatini F. (1985), “L’ ‘italiano dell’uso medio’: una realtà tra le
varietà linguistiche italiane”, in Holtus Radke (a cura di), Gesprochenes Italienish in Geschichte und Gegenwart, Gunter
Narr Verlag, Tübingen, pp. 154-184.
Santipolo M. (2006), Dalla sociolinguistica alla glottodidattica,
UTET, Novara.
Serianni L. (2000), Italiano, Garzanti, Torino.
Serianni L. (2010), Lingua scritta, in Enciclopedia dell’italiano Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/lingua-scritta_(Enciclopedia-dell’Italiano)/ [ultima consultazione 12/12/2019].
Serianni L. (2014), “Giusto o sbagliato. Dove comincia il territorio
dell’errore?”, in Lubello S. (a cura di), Lezioni d’italiano. Riflessioni sulla lingua del nuovo millennio, Il Mulino, Bologna,
p. 235246.
30
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A domanda risponde.
Scrivere in italiano L2
per esprimere le proprie opinioni
Giovanni Favata
Abstract: Nel presente contributo si studiano le produzioni scritte di studenti universitari alla fine di un corso di
italiano L2. I dati sono letti secondo un duplice punto
di vista: l’analisi della struttura informativa delle frasi
prodotte e l’osservazione dello stadio dell’interlingua
degli apprendenti principianti nel loro tentativo di costruire un testo coerente e coeso.
Parole chiave: Interlingua, Produzione scritta, Struttura
informativa, Italiano L2, Costruzione testuale
Abstract: The present study will focus on a corpus of written productions of university students, collected at the
end of a course of Italian as a foreign language. The corpus will be examined from two points of view, considering both the informative structure of the utterances
produced by the students, and the interlanguage of these learners (beginners in Italian as a second language),
in their attempt to build a coherent and cohesive text.
Keywords: Interlanguage, Written production, Information structure, Italian as a second language, Textual
construction
*
Università per Stranieri di Siena, g.favata@studenti.unistrasi.it.
31
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Giovanni Favata
1. Introduzione
L’utilizzo di tecniche didattiche diverse che abbiano lo scopo di
sviluppare competenze e abilità linguistiche dovrebbe essere la caratteristica di ogni corso di italiano L2 (Danesi et al. 2018: 47, Nitti
2019: 41). In questo contributo ci soffermeremo sulla disamina di
alcuni dati raccolti alla fine di un corso per studenti universitari
stranieri principianti, all’interno del quale alcuni argomenti sono
stati affrontati grazie all’ascolto di canzoni italiane. Non è nostra
intenzione, tuttavia, affrontare il tema dell’utilizzo della canzone
nell’insegnamento dell’italiano L2, poiché la sua importanza è stata già più volte messa in evidenza (Diadori e Troncarelli 1990; Diadori 1996, 1997; Caon 2010); vogliamo piuttosto concentrarci sul
modo in cui gli apprendenti hanno espresso, attraverso un compito
di produzione scritta, il loro parere, positivo e negativo, sulle canzoni ascoltate durante le lezioni. Il corso è stato tenuto da chi scrive
nel 2018 all’Università degli Studi di Torino ed era rivolto ad un
numeroso gruppo di studenti Erasmus, così distribuiti quanto alla
L1: per la maggior parte, locutori di una lingua romanza (francofoni, ispanofoni e lusofoni), un apprendente slavofono (slovacco),
uno studente arabofono (egiziano) e una studentessa sinofona, in
Italia per un progetto di scambio internazionale diverso dai progetti Marco Polo e Turandot. Nello studio di tali elaborati scritti,
ci proponiamo, alla luce dei risultati degli studi acquisizionali, di
indagare la struttura informativa relativamente alle nozioni di topic
e di focus1, senza tuttavia tralasciare gli aspetti che riguardano la
scelta dei tempi verbali e l’uso dei connettivi per la costruzione
della testualità. Per ottenere i dati necessari per la nostra ricerca,
abbiamo adottato il modello della quaestio (Andorno 2000: 115),
“secondo cui un testo può essere visto come la risposta ad una
domanda” (Chini 2010: 10).
1
La “struttura dell’informazione” è stata definita come “un tema tanto complesso e affascinante” (Chini 2010: 8). L’argomento è stato oggetto di studio e
di analisi nell’ambito di un PRIN 2006 coordinato da Giuliano Bernini e di un
progetto europeo coordinato da Christine Dimroth e da Wolfgang Klein. Attraverso le ricerche di questi gruppi di lavoro si è cercato di mettere in evidenza in
che modo le nozioni relative alla struttura informativa dell’enunciato potessero
essere applicate agli studi di linguistica acquisizionale.
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LTO - Lingua e testi di oggi
2. La produzione scritta in un corso di lingua
Lo sviluppo delle abilità di produzione della lingua è uno dei
temi caldi della glottodidattica, dato che non tutti gli studiosi si
trovano concordi sul quando iniziare a far sì che l’apprendente si
eserciti a produrre testi nella lingua seconda né sugli argomenti da
trattare in aula affinché sia in grado di gestirli anche in produzione. Dopo aver citato i principi presenti al riguardo in alcuni sillabi
di italiano per stranieri, Lo Duca (2011: 80)2 lascia all’insegnante
del corso la libertà di scegliere quali argomenti affrontare per la
sola ricezione e quali anche per la produzione. In merito a questa
libertà di scelta, concordiamo pienamente con la studiosa poiché
è il docente che, in effetti, conosce le competenze linguistiche dei
propri studenti in un determinato periodo del corso e, pertanto, è
in grado di selezionare gli argomenti da affrontare per l’esercizio
delle abilità produttive nel momento più consono.
2.1. Scelte didattiche e profilo di apprendente
La decisione va presa soprattutto tenendo in considerazione il
pubblico cui è indirizzata l’azione didattica. Tra i diversi profili di
apprendenti che troviamo nella tassonomia di Diadori et al. (2015:
45-46), gli studenti stranieri internazionali godono di un posto privilegiato perché la loro presenza “trasforma ogni aula universitaria
in un universo di socialità plurilingue e pluriculturale” (Diadori et
al. 2015: 51). Quanti hanno affrontato nello specifico l’argomento
relativo all’insegnamento dell’italiano a studenti universitari stranieri concordano nell’affermare che si tratta di apprendenti che
spesso arrivano in Italia senza la conoscenza dell’italiano (Diadori
et al. 2015: 51; Bagna 2017: 263); tuttavia, è pur sempre un profilo
di apprendenti con un repertorio linguistico ben consolidato relativamente alla propria L1 e ad altre lingue straniere. Pertanto, con
studenti motivati e allenati allo studio (Semplici et al. 2015: 208), se
si gestisce correttamente il tempo a disposizione durante le lezioni,
2
3
Lo Duca fa riferimento a Galli de’ Paratesi (1981) e Barki et al. (2003).
Bagna specifica che per gli studenti Erasmus non esiste il vincolo che hanno
altri studenti internazionali, per i quali è necessario un livello B2 in ingresso,
certificato nel Paese d’origine.
33
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Giovanni Favata
non è da considerare impossibile far sì che gli argomenti trattati
possano essere oggetto di esercizio sia per la ricezione sia per la
produzione della lingua.
2.2 Scrivere in italiano L2 all’Università
Qualunque sia il testo scritto da produrre, per l’apprendente di
una L2 si tratta ad ogni modo di un’attività molto complessa in cui
entrano in gioco “una componente cognitiva, il possesso di specifiche informazioni e la padronanza linguistica” (Balboni 2008: 126).
Un testo scritto, infatti, richiede più rigore rispetto a uno orale prodotto in aula. Durante l’interazione orale in classe, se lo studente
affronta una tematica rivolgendosi al docente, può tornare più volte
sui suoi enunciati cercando di giungere a un certo grado di correttezza anche grazie ai feedback del suo interlocutore nativo; nelle produzioni scritte in aula, invece, lo studente svolge il suo compito da
solo e quello che scrive e che consegna al docente è frutto del suo
lavoro portato a termine senza l’intromissione di terzi.
In merito alla produzione scritta, inoltre, le attività da svolgere in aula devono incentrarsi “soprattutto sulla progettazione di
testi” (Zanola 2010: 144), in modo da permettere all’apprendente
di passare da una fase iniziale in cui prepara degli schemi o dei
piani ad una fase successiva di produzione concreta di un testo
ben costruito in termini di coerenza e di coesione. La costruzione
del testo va quindi appresa in aula e, a nostro avviso, l’esercizio
orientato verso la produzione deve essere una pratica costante della didattica dell’Italiano L2 per studenti universitari.
3. La selezione dei testi
Lo scopo dell’ascolto della canzone scelta era presentare per
la prima volta un determinato tempo verbale in modo induttivo
oppure esercitarsi su un tempo verbale precedentemente studiato.
Per qualche argomento, inoltre, gli studenti hanno avuto modo di
ascoltare due canzoni: una, prima della spiegazione del docente, e
un’altra, per esercitarsi con altre attività di ascolto. In tal modo, si
è cercato di evitare di utilizzare schemi preconfezionati che, alla
lunga, avrebbero annoiato gli apprendenti.
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LTO - Lingua e testi di oggi
Le canzoni di seguito elencate, quindi, sono state scelte in base
ai tempi verbali in esse presenti; tuttavia, avendo di fronte un pubblico di giovani-adulti, abbiamo cercato di selezionare canzoni che
avessero una certa orecchiabilità per aiutare la memorizzazione di
determinate strutture linguistiche, ma anche altre meno orecchiabili per ottenere in seguito un giudizio negativo. Anche gli argomenti delle canzoni erano abbastanza coinvolgenti: delusioni sentimentali, tradimenti, incomprensioni e maltrattamenti all’interno
della coppia, desiderio di cambiare il mondo in cui si vive, ecc.
Titoli e cantautori
Argomenti grammaticali
Cosa devo fare di Dente
Presente dei verbi servili, (che
cosa/cosa)
Rose rosse di M. Ranieri
Passato prossimo
Quattro amici al bar di G. Paoli
Imperfetto
Sei bellissima di L. Bertè
Imperfetto, (superlativo assoluto)
Pescatore di P. Bertoli e F. Mannoia
Futuro semplice
Tabella 1 – Titoli e cantautori associati agli argomenti grammaticali
Anche se abbiamo lavorato sul sistema verbale, come si nota
dagli argomenti grammaticali tra parentesi presenti nella seconda
colonna, se il testo delle canzoni lo permetteva, veniva usato anche
per far notare l’uso di strutture nuove o di altre già affrontate. A
parte qualche tratto neostandard (cfr. Semplici 2015: 130), abbiamo evitato canzoni con pronunce regionali molto marcate o con
termini dialettali4.
In aula, inoltre, abbiamo presentato gli argomenti linguistici
rispettando le “sequenze di acquisizione” (cfr. Giacalone Ramat
2017: 23), mettendo quindi in atto una “didattica acquisizionale”
(Lo Duca 2009: 242; Rastelli 2009: 9) e monitorando lo stadio di
avanzamento dell’interlingua degli apprendenti (Rastelli 2009:
37, 93). Trattandosi di studenti principianti, ovviamente, non è
4
Sulle caratteristiche della lingua della canzone cfr. Cartago e Fabbri (2016) e
Zuliani (2018).
35
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Giovanni Favata
stato possibile presentare, in 40 ore, tutti gli argomenti presenti
nelle sequenze acquisizionali finora rilevate5. In maniera particolare, relativamente al sistema verbale ci siamo fermati al futuro
semplice. Per il condizionale, ci siamo limitati soltanto a qualche
formula di cortesia e al costrutto mi piacerebbe per esprimere dei
desideri.
4. Dalla ricezione verso la produzione
Partendo dal presupposto che una canzone è prodotta per
essere ascoltata interamente, le canzoni suddette, per quanto riguarda il primo ascolto, sono state presentate in modo integrale
in classe dopo una prima spiegazione generica del contenuto da
parte del docente. Solo in seguito sono state svolte delle attività
di comprensione per ogni singola strofa (Balboni 2014: 94, 137),
durante le quali si è cercato di predisporre insieme agli studenti
degli schemi o dei resoconti scritti, utili per la discussione orale da
tenere successivamente in aula.
Nel momento in cui ci si trova ad esprimere la propria opinione su un argomento, in italiano sono spesso utilizzati i verba putandi, che, di norma, sono seguiti dal congiuntivo, modo verbale il
cui studio non è previsto in un corso per principianti. Per ovviare
a tale problema, che sicuramente si presenta, occorre spiegare agli
studenti che è meglio evitare le frasi con i suddetti verbi in favore
di strategie di altro tipo, che rimandano comunque all’espressione
dell’opinione personale, come “secondo me”, “a mio avviso”, “a
mio parere”, ecc.
5. Il compito
Con gli studenti di cui analizzeremo le produzioni in questo
contributo, durante il corso è stato svolto un costante lavoro mirato alla costruzione di testi coesi, in particolar modo per quel che
riguarda l’uso di proposizioni subordinate causali e temporali e
proposizioni coordinate avversative.
5
Per un approfondimento sulle sequenze acquisizionali cfr. Chini (2005: 94105) e Rastelli (2009: 43-50).
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Per l’attività di cui ci occupiamo precipuamente in questo articolo, invece, il compito da svolgere consisteva nel rispondere a
due quesiti:
--
Quale canzone ascoltata durante il corso ti è piaciuta di più? Perché?
--
Quale canzone, invece, non ti è piaciuta? Per quale motivo?
Tali domande sono state formulate considerando le attività
svolte sul verbo “piacere” nei diversi tempi verbali spiegati durante
l’intero corso. Il costrutto “mi piace X”, infatti, è l’unico caso di
soggetto postverbale che appare nelle produzioni orali e scritte di
apprendenti iniziali. La difficoltà per gli apprendenti, al massimo,
può essere l’identificazione del soggetto della frase, dato che in
questo costrutto non si ha l’ordine SVO al quale gli apprendenti
sono abituati (Rastelli 2009: 20). Il compito, inoltre, è stato somministrato alla fine del corso per poter constatare in che modo
sarebbero stati usati, per la costruzione del testo, i tempi verbali e
i connettivi appresi in aula.
6. La struttura informativa nei testi degli apprendenti
In questo paragrafo presenteremo alcuni dei testi prodotti dagli apprendenti6. Non è nei nostri obiettivi fornire dati statistici,
ma vogliamo invece mostrare degli esempi di struttura informativa
presente nella formulazione delle risposte, osservando le diverse
scelte linguistiche effettuate per lo svolgimento del compito.
Gli studenti avrebbero potuto semplicemente cambiare il pronome dativo “ti” in “mi”, lasciando il verbo delle domande invariato come nelle due risposte fornite da un apprendente portoghese:
(1) La canzone che mi è piaciuta di più è “4 amici al bar” perché
parla di cose più importanti filosofiche importante per la vita,
come la speranza. La canzone anche ha una melodia bella e
6
La formattazione dei testi trascritti rispecchia fedelmente le produzioni degli
studenti (comprese le cancellature, l’uso delle lettere maiuscole/minuscole, gli
accenti, la punteggiatura, ecc.). Per ovvii motivi di spazio, abbiamo selezionato
un esempio per ogni modalità usata dagli apprendenti per esprimere le proprie
motivazioni.
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Giovanni Favata
mi fare fa lembrare del verano e delle discussione con i miei
amici al nostro bar.
(2)
La canzone che non mi è piaciuta è “Rose Rosse” perchè il messaggio non è interessante, è appena un’altra canzone de amore.
Nei due esempi possiamo notare come al referente “la canzone”, presente nelle quaestiones, venga assegnato il ruolo di topic in
posizione iniziale della frase, seguito dall’elemento nuovo, o focus
(il titolo della canzone). L’esempio (2), inoltre, è interessante perché
nel dare le sue motivazioni, l’apprendente fa un uso focalizzante
dell’avverbio “appena”, che tra l’altro non compare nei dati della
ricerca acquisizionale (Andorno 2000: 138).
Altri studenti, invece, pur avendo optato per l’uso del passato prossimo, che riprende dunque parte della quaestio, hanno avuto difficoltà
sia per quel che riguarda la coniugazione dell’ausiliare – coniugato appunto alla I persona, per una sorta di “accordo” con il soggetto “logico”
della frase, che è peraltro preposto – sia nell’accordo del participio passato, come nelle risposte seguenti date da una studentessa portoghese:
(3) Mi sono piaciuto di più la canzone “Rose Rosse” perché parla
d’amore: Un’uomo ha lasciato la sua donna ma si ha pentito
e provavo ritornare per la donna, comprando a lei una rosa
rosse, il simbolo d’amore.
Quindi, in questo canzone mi piace lo testo, la melodia e la
vuoce dello cantante.
(4) Non mi sono piaciuta la canzone “Sei belisima” perchè parla
di una donna che ama tanto il suo fidanzato pero lui la trata
male. L’uomo le dice cose brutissime e non l’ama. Purtroppo,
la donna non lo lascia e farlo dire “sei belissima” quando non
è la sua voglia. Tuttavia, a mio parere, la vuoce dello cantante
è più forte e bella.
Un apprendente colombiano è stato l’unico, invece, a selezionare
erroneamente l’ausiliare per il verbo piacere al passato prossimo:
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(5) La canzone che mi ha piaciuto di piu è tre amici al Bar perche
raconta una storia de 4 amici che volevano cambiare il mondo, ma prima o poi spariscono lasciando da solo a chi canta.
alla fine lui trova nuovi amici con chi fa nuovi piani.
(6) Non mi ha piaciuto sei bellissima perche raconta una storia tropo triste di una donna maltratata. inoltre la melodia e
troppo brutta e noiosa.
La selezione dell’ausiliare “avere” e il participio passato accordato al
maschile potrebbero essere dovuti a interferenza dalla L1 dello studente, dato che lo spagnolo forma i tempi composti solo con l’ausiliare haber.
L’apprendente egiziano, invece, non ha posto attenzione al
modo in cui sono state formulate le domande e ha omesso l’ausiliare nella risposta (7), come avviene spesso nelle fasi iniziali dell’apprendimento (Chini 2005: 96):
(7) La canzone que mi piaciuto di più è 4 amici al bar perché
questa canzone ha un significacion e la idea principale mi
piach mi piaccev piaciuto molto: la idea de como cambiar
el mundo. Segundo me, la accion canzone presenta una’idea
molto importante: le azioni sono difficili de
(8) Segundo el mio aveso, non mi piacco la canzone “Sei bellisima” perche non mi piache la musica en la canzone. Le parole
sono buone e hanno un gran significacion senso
Interessanti anche le risposte dello studente slovacco, che, nella risposta positiva (9) fornisce due frasi con una struttura informativa diversa, dando due titoli di canzoni che gli sono piaciute:
(9) La canzone che mi è piaciuta di più è “Quattro amici al bar”.
La idea della canzone è molto come la mia vita. Con i miei
amici vado al bar è pensiamo di come cambiare il mondo.
Anche “Le rose rosse” mi è piacuta e io ho cantato questa
canzone due o tre volte in la doccia 😊
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(10) Il pescatore, probablemente, una diretta storia diretta più
come una canzone clasica. Per quale motivo è la sola canzone
sua nome io ho olvidato. Era più parlata come cantata.
Nella seconda frase dell’esempio (9), infatti, troviamo l’uso del
focalizzatore additivo “anche” (Andorno 2000: 83) a inizio di frase
per introdurre un altro elemento nuovo. Nella risposta sul parere
negativo (10), invece, lo studente opta per dare soltanto l’elemento
nuovo, senza riprendere parte della domanda.
Abbiamo volutamente posto le produzioni dell’apprendente
slavofono dopo quelle dell’apprendente arabofono perché nelle risposte di entrambi si nota una forte interferenza da un’altra lingua
conosciuta: lo spagnolo. Se, da un lato, un’altra lingua romanza d’appoggio può risultare utile per l’apprendimento dell’italiano, dall’altro, avvertire tale vicinanza fra le lingue fa sì che negli apprendenti
vi sia una forte interferenza in diversi livelli di analisi della lingua.
Viste le difficoltà nel dover costruire il passato prossimo con
un pronome, la scelta dell’ausiliare e l’accordo del participio passato, alcuni studenti hanno optato per l’uso del presente, come nelle
due risposte date da uno studente spagnolo:
(11) La canzone que più mi piace è Rose Rosse. è molto difficile per
explicare. La prima cosa que più me piace è la musica de la
canzone. Il cantante, canta molto benne e la letra è bellissima.
(12) 4 amici al bar è la canzone que non me piace niente. Io penso
que è una canzone molto monotona e la musicalita è sempre
la mesma. Pero il tema è divertito.
Come si può notare, tuttavia, sebbene nella risposta (11) l’ordine topic/focus sia uguale agli esempi (1) e (2), nella risposta (12)
l’ordine è invertito, prima il focus e subito dopo il topic.
Anche nelle due risposte che seguono, scritte da una studentessa spagnola, troviamo differenze interessanti:
(13) Mi piace molto la canzone: “cosa debo fare”. perché io ho
imparato molto vocabulari e penso secondo me è una can-
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zone qui ti fa pensare. Tuttavia, secondo la mia opinione, è
lenta e non mi piacerebbe ascoltare in discoteque. È molto
interessante quando parla di uno specchio, e nesu e no h e il
uomo e lo uomo no ha una risposta.
(14) “Pescatore” è una oltra canzone que noi abbiamo ascoltato.
Questa non mi piace come “Cosa debo fare” perché il significato è confuso.
Nella risposta (13), la studentessa segue un ordine degli elementi diverso rispetto alla domanda. Nella risposta (14) invece, oltre ad aver dato immediatamente l’elemento nuovo, la studentessa
usa una ripresa anaforica attraverso il pronome dimostrativo.
In altri casi, invece, notiamo che la strategia è stata trovata nel
dare immediatamente il titolo della canzone in entrambe le risposte,
situazione tipica delle interazioni dialogiche (Andorno 2015: 53), per
poi dare le motivazioni in una frase successiva. Negli esempi che seguono, notiamo questa strategia adottata dalla studentessa sinofona:
(15) 4 amici al bar.
Perché la canzone è interssante e mangiavo con la mia amica
sempre (I mean it reminds me of my best friend).
La mia amica è in Giappone e andavamo a viaggiare e mangiare insieme.
Faccio una voglia di tornare con le, quindi, possiamo parlare
che cambiare la vita e il mondo insieme.
(16) Pescatore.
Perché non mi piace la donna.
La donna è andata con l’altro uomo mentre il suo marito non
sa deve sapere ninte.
Il suo marito è partito a lavorare mentre la donna ha conosceto l’altro uomo.
Secondo me, la donna deve vivere solo e apertire (? wait)
l’uomo.
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La stessa strategia, anche se in modo differente, è stata applicata da uno studente spagnolo:
(17) 4 amici al bar, perche è come una metafora de molto amici.
Se situazione familiare, sempre gli amici vanno a otra città, o
con la donna …
Anche, è più facile di capire
(18) Inizialmente, “sei bellissima”. Ma quando
Per il motivo di non capire la canzone, è facile ma per me
tutti le canzone sono dificile da comprendere.
Tuttavia, era una bella canzione e la cantaró a la mia mamma
si posso.
A livello di struttura informativa, l’esempio (18) è molto importante perché vede all’inizio della frase l’avverbio “inizialmente” che
ha un valore di focalizzatore: esso, infatti, ha sostituito una parte del
testo (Andorno 2000: 127), vale a dire la ripresa della domanda.
Altri studenti, invece, hanno preferito usare costrutti diversi,
anch’essi corretti, come negli esempi che seguono, prodotti da una
studentessa francese:
(19) Ho trovato che la canzona Rose rosse era la più bella canzona.
Le parole della canzona sono bellissima et e la storia è romantica. L’uomo che canta ha una dolce voce. Mi ricordo che
la storia d’amore e un po trista ma bella.
(20) Non mi ricordo bene ma penso che pescatore è la canzone
che non mi è piaciuta. La storia è troppo trista e la volce
dell’uomo è male. Le parole eranno no belle.
7. Conclusioni
Come affermato all’inizio del paragrafo precedente, il nostro
scopo era mostrare il modo in cui gli studenti avrebbero organizzato
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la struttura informativa per argomentare le loro opinioni, anche da
un punto di vista testuale. I comportamenti adottati sono stati diversi e risulta, quindi, difficile poter fornire una regola generica sulle
scelte linguistiche effettuate. Nei testi che abbiamo fornito a titolo
di esempio, tuttavia, è possibile notare che gli apprendenti hanno
utilizzato tutti gli strumenti linguistici che sono stati insegnati loro
durante il corso: nelle varie risposte sono emersi, infatti, tutti i tempi
verbali appresi e numerosi avverbi e congiunzioni utili per rendere
coeso un testo. Attraverso la risposta 16), fornita dalla studentessa
sinofona, possiamo notare come l’apprendente sia riuscita, a parte
qualche imprecisione ortografica, a gestire più tempi verbali (presente dei verbi servili, passato prossimo, imperfetto). Un progresso
simile, quindi, ci permette di affermare che non sempre per apprendenti universitari sinofoni è necessario attendere dei mesi prima di
introdurre la nozione di tempo verbale in italiano.
In ogni caso, si tratta pur sempre di “varietà di apprendimento” ancora abbastanza lontane da quelle che potrebbero essere le
produzioni di parlanti nativi; tuttavia, trattandosi di produzioni
di studenti giunti nella nostra nazione senza alcuna competenza in italiano, i progressi registrati in poco tempo permettono di
posizionare alcune delle interlingue sopra analizzate anche a uno
“stadio intermedio” delle “fasi post-basiche” dello sviluppo dell’italiano come lingua seconda (Chini 2005: 85-87).
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Lo sviluppo dell’abilità di scrittura:
il corso Scrivere in italiano L2 del
Centro Interculturale di Torino
Micaela Grosso
Abstract: Il contributo, prendendo le mosse dalla
crucialità dell’abilità di scrittura, presenta come
esempio di buone pratiche glottodidattiche il corso Scrivere in italiano L2 del Centro Interculturale
di Torino. Del corso si esaminano obiettivi, utenza,
scelte didattiche e di progettazione e un modello di
lezione, analizzando infine i risultati ottenuti dal
questionario di gradimento.
Parole Chiave: Italiano L2, Glottodidattica, Corso, Buone
pratiche, Abilità di scrittura
Abstract: The essay, taking as its starting point the crucial importance of writing skills, presents the course
Scrivere in italiano L2 of the Centro Interculturale
di Torino as an example of good language teaching
practices. The course examines objectives, target,
educational and planning choices and a lesson model, finally analyzing the results obtained from the
satisfaction questionnaire.
Keywords: Italian L2, Language teaching, Course, Good
practices, Writing skills
*
Università degli Studi eCampus, micaela.grosso@uniecampus.it.
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Micaela Grosso
1. Introduzione
L’abilità di scrittura è un pilastro fondante della competenza linguistica e della competenza pragmatica e sociolinguistica
del parlante L2, il quale ne ha urgente necessità per proseguire
il percorso di apprendimento (Nitti 2017). Senza padroneggiare
l’abilità di scrittura, non vi è modo di raggiungere un livello
autonomo e una congrua integrazione con il tessuto sociale del
paese di arrivo.
In particolare, nel processo di perfezionamento dell’interlingua, per un principiante l’abbinamento iniziale di fonemi a grafemi non noti risulta un’operazione piuttosto impegnativa ma del
tutto necessaria a una serie di funzioni irrinunciabili, tra cui il
consolidamento di quanto appreso a lezione. Compiendo un passo
ulteriore alla decodifica della L2, nei livelli più alti la scrittura è
necessaria per controllare morfologia, sintassi, lessico, fonologia e
ortografia (Nitti 2017).
Nel variegato panorama dell’offerta formativa, però, l’abilità di
scrittura è stata stranamente sottovalutata, a vantaggio dell’abilità di
produzione orale. I metodi comunicativi sviluppatisi recentemente,
infatti, hanno fatto sì che il pensiero comune di chi si occupa di stesura e organizzazione di moduli e corsi di italiano L2 concentrasse
molto spesso la propria attenzione sulla produzione orale. In questo
modo, sono sorti diversi corsi di conversazione, a vari livelli, e i moduli più “istituzionali” sono stati spesso orientati all’oralità.
Senza dubbio, rispetto all’apprendimento di una L2, il parlato
è da intendersi come la dimensione più rilevante (Facchetti 2007).
A differenza dello scritto, la produzione orale si connota con una
maggiore volatilità ed esposizione al mutamento di pianificazione
e alle interferenze (Diadori, Palermo, Troncarelli 2009), portando con sé attributi che talvolta sono sottovalutati dalla letteratura
scientifica in glottodidattica (Nitti 2018b).
Nonostante queste caratteristiche del parlato, è tuttavia impossibile disconoscere l’importanza sostanziale dello sviluppo dell’abilità di scrittura, che accresce spesso la sua impellenza in parallelo
all’aumentare del livello del discente: un apprendente principiante
può, almeno nelle prime fasi di avvicinamento alla L2, fare a meno
di scrivere; in seguito, con il progresso e con l’acquisizione di con-
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tenuti, è obbligato a confrontarsi con la scrittura per realizzare differenti atti linguistici e potersi calare completamente in situazioni
comunicative sempre più elaborate.
2. La scrittura oggi
Come molti hanno osservato (tra gli altri, Troncarelli 2016),
nonostante negli anni Ottanta ci fossero margini per disperare
della buona salute della lingua scritta a causa della sua allora crescente perdita di rilievo e del diffuso analfabetismo di ritorno, si è
assistito recentemente a una netta controtendenza, attraverso una
diffusione della scrittura di molto incrementata negli ultimi anni.
Con il progresso della tecnologia e l’impiego di mezzi di comunicazione multimediale, che prevedono una forma comunicativa mediata dal computer (Berruto, Cerruti 2015), lo scritto ha riguadagnato centralità. La sociolinguistica della scrittura, a questo
proposito, sostiene che un parlante debba essere necessariamente
definito includendo anche, nel suo repertorio di varietà semiotiche, le varietà scritte (Fiorentino 2018).
Se si pensa all’evoluzione e alla specializzazione delle mansioni lavorative, non si potrà che concludere facilmente che oggigiorno ormai
poche professioni consentono ai lavoratori di non entrare in contatto
con la tecnologia e, di conseguenza, con la scrittura; a molte persone è
richiesta un’alfabetizzazione informatica utile innanzitutto a comunicare per mezzo di posta elettronica, sistemi di messaggistica interna o
esterna al posto di lavoro, piattaforme di scambio materiali e così via.
L’ampia diffusione dei supporti di natura mobile hanno dato
infine uno slancio insperato a questo tipo di approccio, ridefinendo le metriche della presenza online.
La scrittura è insomma assurta a ruolo autonomo, rispetto al
parlato, perché pressoché onnipresente nella quotidianità di tutti
gli utilizzatori di smartphone, tablet, computer.
3. Gli obiettivi del corso
Date queste premesse, vista l’innegabile importanza di un
modulo dedicato all’approfondimento dell’abilità di scrittura, la
direzione scientifica del Centro Interculturale di Torino, corrobo49
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Micaela Grosso
rata dagli insegnanti incaricati, si è rivolta all’individuazione degli
obiettivi del corso “Scrivere in italiano L2”. Tra questi sono state
identificate:
--
l’abilità di riconoscimento degli aspetti caratterizzanti determinati generi testuali, mediante l’individuazione di lessico,
strutture e usi specifici;
--
l’abilità di riconoscimento del contesto adatto a ciascun genere;
--
la coesione e la coerenza dei testi;
--
la prospettiva pragmatica;
--
la variazione diafasica quale elemento trasversale a diversi generi testuali ma al contempo prettamente costitutivo di situazioni specifiche, sulla base del livello di formalità implicato.
L’abilità di produzione di testi, poi, è stata giudicata estremamente rilevante, ragione per la quale si è deciso che, per agevolarne
lo sviluppo, ogni lezione avrebbe dovuto contemplare un momento
di taglio laboratoriale in cui lasciare spazio alla composizione e
alla correzione dei testi.
Sulla base dell’esperienza dell’équipe che ha lavorato alla costruzione del corso, si è infine deciso di affrontare, in un’intera lezione dedicata all’argomento, gli errori ricorrenti relativi alla scrittura.
Durante l’ultima lezione si è inserito un test finale che, oltre
alle esercitazioni testuali ordinarie, è stato adottato per fornire un
feedback complessivo ai corsisti e ai docenti.
4. L’utenza del corso
Il corso “Scrivere in italiano L2” è stato commissionato e ospitato nel febbraio 2018 dal Centro Interculturale1, una struttura comunale attiva sul territorio Piemontese dal 1996. Il centro ospita
mensilmente numerosi utenti ed è caratterizzato da un alto turnover di fruitori di servizi poiché l’offerta formativa include seminari,
convegni, tavoli di lavoro, incontri di formazione interculturale rivolti a docenti e ad aspiranti tali, giornate di simulazioni e di esami
1
www.interculturatorino.it/chi-siamo-2/ (Ultima consultazione 12/12/2019).
50
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di certificazione, rassegne cinematografiche, corsi di tutti i livelli
di lingua italiana rivolti a rifugiati politici e a migranti, lezioni di
discipline artistiche e diversi progetti legati al mondo dell’associazionismo e dell’intercultura.
Data la grande esposizione e l’alta affluenza alle iniziative promosse, si è deciso di porre un limite temporale massimo per la
presentazione della domanda di iscrizione, stimando una finestra
di un mese utile alla presentazione della propria richiesta sul sito
internet della struttura. Si è deciso aprire le iscrizioni a una utenza
di livello intermedio, pari al livello B del Quadro Comune Europeo per le lingue. Sulla pagina del sito internet dedicata al corso
si è infatti specificato il livello dei destinatari, per disincentivare la
candidatura di apprendenti dal livello troppo basso o, al contrario,
dal livello troppo alto.
Per selezionare l’utenza, è stata fissata una giornata dedicata
alla somministrazione di un test di ammissione obbligatorio per la
partecipazione. In quella sede i presenti sono stati testati attraverso
una prova composta da una produzione scritta e da un colloquio
motivazionale e hanno compilato una breve sezione socio-anagrafica, finalizzata alla raccolta di dati utili all’analisi dei bisogni. Al
termine della selezione, da 85 candidati presenti al momento del
test, il gruppo classe selezionato è risultato composto da 35 studenti, che sono stati in seguito ricontattati per una conferma. Si
è deciso di permettere l’accesso a un numero così alto di corsisti
per via della grande capacità dell’aula messa a disposizione per
le lezioni e del presumibile decremento effettivo dei partecipanti,
quantificabile, sulla base dell’esperienza pregressa dei docenti, in
circa il 20-25% durante il progredire delle lezioni.
Dalla sezione socio-anagrafica si è potuto presto evincere che
il gruppo sarebbe stato composto da una maggioritaria componente arabofona, rumenofona e ispanofona, data la distribuzione dei
corsisti per paesi d’origine. Un nucleo significativo di corsisti proveniva dal Marocco, seguito dal secondo e dal terzo gruppo più
numeroso, originari della Romania e del Perù. Di poco inferiore
è risultato il gruppo di studenti provenienti dal Pakistan, Congo e
Francia, mentre Iran, Nigeria, Ghana e Australia erano rappresentati da un più basso numero di partecipanti.
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Micaela Grosso
Grafico 1 - I Paesi d’origine dei corsisti
La sezione socio-anagrafica ha restituito un quadro non altamente equilibrato per quanto riguarda la distribuzione del genere
maschile o femminile, data la partecipazione di un 60% composto
da donne e un 40% composto da uomini.
Di tutti i partecipanti, il 49% aveva già usufruito del servizi
del Centro Interculturale di Torino, mentre ben il 51% prendeva
parte per la prima volta a un corso offerto dall’ente; questo è un
dato che restituisce un’ottima impressione sulle modalità di promozione adottate per pubblicizzare il corso.
Sulla modalità di scoperta e adesione al corso, l’accesso a
Internet si è rivelato decisivo, poiché quasi la metà dei partecipanti ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del progetto
attraverso il sito web o i canali social del Centro Interculturale.
Un terzo dei corsisti ha invece dichiarato di aver saputo del
corso attraverso materiale cartaceo come locandine, volantini e
opuscoli diffusi in biblioteche civiche ed enti comunali particolarmente frequentati nella città di Torino. Un nucleo rilevante,
poi, ha dichiarato di aver sentito parlare positivamente o di aver
ricevuto espliciti suggerimenti di iscrizione al corso da parte di
conoscenti, il qual dato costituisce un indice del buon lavoro
svolto nelle edizioni precedenti.
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LTO - Lingua e testi di oggi
Grafico 2 - Le modalità di scoperta del corso
A quasi tutti è stato possibile riconoscere la competenza in altre LS quali l’inglese e il francese; ciò è da attribuirsi ragionevolmente al livello in media alto di scolarizzazione; tutti i partecipanti
hanno dichiarato di aver frequentato corsi nel paese d’origine, solo
7 persone hanno affermato di aver avuto un percorso scolastico
compreso tra uno e cinque anni, ben 16 hanno dichiarato di aver
studiato da 5 a 8 anni e 12 per periodi superiori agli 8 anni.
Il gruppo è risultato, infine, caratterizzato da una storia di permanenza piuttosto significativa in Italia, dal momento che solo 7
corsisti hanno dichiarato di risiedervi da meno di un anno, 12 da
un periodo superiore a un anno e inferiore a due, 8 da un periodo
superiore a due ma inferiore a tre anni e infine 8 hanno affermato
di essere in Italia da più di tre anni.
Grafico 3 - Gli anni trascorsi in Italia
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Micaela Grosso
5. La progettazione del corso
Il corso è stato progettato per valorizzare in generale la dimensione sociolinguistica della lingua, e in particolare l’asse di variazione
diamesica (Massobrio 1990), con attenzione ai differenti contesti d’uso dello scritto. A questa si è affiancata la considerazione scrupolosa
della variazione diafasica, per via degli ambiti lavorativi di cui si è
deciso di occuparsi e della variazione diastratica, legata al ruolo e alla
vera e propria identità sociale dei parlanti (Berruto, Cerruti 2015).
Sono state infatti individuate delle tematiche particolarmente
pregnanti alle quali afferiscono sottocodici con caratteristiche proprie; si è costruito un impianto operativo alla luce della competenza pragmatica che si mirava a sviluppare.
Si è deciso che il corso prevedesse poco meno di due mesi di lezioni, con un incontro settimanale di 3 ore, per una mole oraria complessiva di 21 ore. La durata degli incontri è stata reputata opportuna
e in linea con la pianificazione interna che si intendeva rispettare per
le lezioni – composte da una prima parte di intervento teorico con
analisi di materiali e da una seconda, più laboratoriale, in cui si sarebbe chiesto ai partecipanti di produrre dei testi. La relativa brevità
del corso, nella sua totalità, è da attribuirsi alla problematica della
defezione e della differenza tra iscritti e partecipanti effettivi cui si
faceva cenno poco sopra e che di norma si riscontra al cospetto di
un’utenza adulta, integrata nel tessuto sociale e naturalmente condizionata dai propri impegni privati. Si deve tener conto, peraltro, che
il corso è stato concepito come approfondimento tematico specifico,
e dunque non necessitava di un intervento massiccio né di un’immersione totale, ma si avvantaggiava del tempo intercorrente tra un
incontro e l’altro per l’assegnazione di composizioni e compiti da
svolgere settimanalmente. In aggiunta alla decisione di accogliere un
gruppo classe iniziale composto da numerosi partecipanti, a livello di
coordinamento corsi si è anche deciso di imporre una piccola cifra da
pagare per la frequenza, di certo utile a coprire le spese di cancelleria
e opportuna al tempo stesso per rincarare il valore percepito.
La scelta degli argomenti è stata operata in coerenza al livello
linguistico degli apprendenti (Nitti 2018a) e individuando tipi testuali che avessero una reale importanza per gli apprendenti L2
sulla base della loro utilità e spendibilità nel contesto privato e
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LTO - Lingua e testi di oggi
pubblico, con particolare attenzione all’ambito lavorativo già praticato oppure preferito in un’ottica di ricerca di un impiego.
6. Tipi testuali e argomenti: un esempio di lezione
Gli argomenti scelti sono stati selezionati, si diceva, sulla base
della loro ricaduta pratica e della loro utilità, in una prospettiva
pragmatica volta ai bisogni dei corsisti. Per ciascuna lezione si è scelto di presentare il numero più alto possibile di materiali autentici
(Mezzadri 2003), come esempi del tipo di volta in volta affrontato.
Di seguito si riporta un breve schema della scansione degli
argomenti selezionati, ripartiti per lezioni:
Incontro
Tema
Esempi d’argomenti
1
Analisi dei tipi di testo,
Comunicazioni ufficiali,
caratteristiche di testi for- posta elettronica e messagmali e informali.
gistica istantanea.
2
Scrittura aziendale, il con- Lettere commerciali, scrittesto del marketing.
tura per affari e dimensione della pubblicità.
3
Errori comuni relativi alla Ortografia: maiuscole/miscrittura.
nuscole, accenti, apostrofi,
pronomi, concordanze.
4
Coerenza e coesione.
Strategie di costruzione di
un testo non contraddittorio, uniforme, ordinato.
5
Italiano per il lavoro.
Espansioni microlinguistiche, analisi e stesura del
curriculum vitae.
6
Analisi e comprensione
del testo.
Analisi e approfondimenti
di testi, esercizi di comprensione.
7
Riassunto, test finale.
Analisi di testi e strategie di
produzione del riassunto.
Tabella 1 – Schema della scansione degli argomenti
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Micaela Grosso
Durante l’ultimo incontro si è svolto un test finale con elementi
tratti dagli argomenti di tutte le lezioni, ed è stato somministrato un
questionario di gradimento, compilato dagli utenti in forma anonima.
Per ragioni di spazio, in questa sede si analizzerà il contenuto e
la struttura della sola lezione dedicata alla dimensione aziendale e
commerciale, mentre non si approfondirà l’aspetto del linguaggio
della pubblicità, affrontato nella seconda parte della stessa lezione.
In un primo momento, per avviare la fase di globalità (Freddi
1979) e per incentivare la motivazione (Balboni 2012), si è chiesto
agli studenti di pensare a termini ed espressioni tipiche dell’italiano in azienda, attraverso un’attività di brainstorming in gruppo.
Poco dopo, si è scelto di presentare un testo che riportasse diversi elementi della microlingua, ed è stato richiesto agli studenti di
individuarne gli elementi salienti: lessico, espressioni tipiche, usi
specifici dei verbi, ricorsività di tempi verbali, etc. Dopo aver raccolto le caratteristiche, queste ultime sono state sistematizzate alla
lavagna con una modalità induttiva, rispettando quanto emerso
dalle osservazioni dei corsisti.
L’insegnante ha in seguito introdotto a sua volta la varietà della
lingua, presentandone i tratti teorici, confrontandoli e integrandoli a quelli individuati dai partecipanti. Una parentesi successiva
è stata dedicata alla presentazione di espressioni fisse ricorrenti
nell’ambito aziendale, prestiti e calchi dalla lingua inglese, e al
completamento di esercizi mediante espressioni segnalate, con
composizione finale di brevi enunciati.
Successivamente, si è affrontata la struttura della lettera commerciale dal punto di vista di forme, registri e contenuti specifici, con l’analisi dei materiali autentici proposti. L’organizzazione
formale del tipo testuale è stata presentata in maniera schematica
e semplificata ed è stata data molta evidenza agli elementi fissi e
necessari (quali intestazione, destinatario, saluti) nella loro contrapposizione agli elementi superflui o facoltativi (oggetto, allegati,
numero di protocollo e altri). A tutti gli studenti sono stati forniti
una lista recante le più diffuse formule di apertura e di congedo e
un elenco delle abbreviazioni ricorrenti (quali “Dott.” per “Dottore”, “all.” per “allegato”, “ns.” per “nostro”, e così via).
Le attività proposte nella prima parte della lezione sono state
in primo luogo procedure di cloze e di ricomposizione – riguardo
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LTO - Lingua e testi di oggi
a queste ultime, sono stati presentati ai corsisti dei testi frantumati, in cui l’ordine delle parti costituenti di lettere ed e-mail
commerciali era sovvertito in maniera casuale. L’attività richiedeva di ricomporre il testo dopo aver preso visione complessivamente dei singoli segmenti (Balboni 2015). Una volta ricostruito
l’intero, si sono analizzati i dettagli in plenaria. Per agevolare la
didattica collaborativa, parte di queste attività sono state condotte in piccoli gruppi, composti da circa 5 componenti. Nella fase
di correzione e restituzione, ciascun gruppo ha dovuto nominare
un portavoce che leggesse al resto della classe quanto prodotto
dal suo gruppo.
In seguito, ai partecipanti è stato assegnato il compito di stendere il testo di una e-mail commerciale. A ciascuno è stato assegnato un obiettivo specifico e contestuale: sollecitare un pagamento,
chiedere informazioni su un ordine, proporre un incontro per la
presentazione di servizi specifici, etc.
Nell’ultima parte della lezione, condotta specularmente alla
prima, il docente si è dedicato al linguaggio della pubblicità di cui
ha esplicitato fini, contenuti, forme ed esempi.
7. Risultati e gradimento
Il corso “Scrivere in italiano L2” si è concluso con un’ottima
tenuta del gruppo classe: solo l’8% ha abbandonato le lezioni,
mentre il 92% dei partecipanti ha frequentato con costanza oltre
il 70% degli incontri.
Prescindendo dalla percezione della buona riuscita dell’azione didattica, ricavata dal dato delle presenze, ottimi risultati
sono stati sicuramente raggiunti con il test finale somministrato
nell’ultima lezione e composto da 15 quesiti; di questi, 10 erano
costituiti da domande a risposta chiusa e 5 richiedevano invece
di produrre piccoli testi basati sugli argomenti affrontati durante il percorso. Il 65% dei corsisti ha totalizzato il punteggio
massimo, rispondendo senza errori a 15 o 14 quesiti, mentre il
30% ha raggiunto la piena sufficienza, completando correttamente più di 10 quesiti. Solo due persone non hanno raggiunto
la sufficienza, svolgendo però un test finale con ampi margini di
miglioramento.
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Micaela Grosso
A pochi minuti dal termine, infine, come è prassi al Centro
Interculturale di Torino, è stato approfondito il gradimento da
parte dei partecipanti per mezzo di un questionario composto da
quesiti a risposta chiusa attraverso i quali si richiedeva di esprimere un giudizio sul corso in generale, sui temi trattati, sull’organizzazione e sui docenti. Erano inoltre presenti nel questionario
due quesiti a risposta aperta su suggerimenti ed eventuali altre
considerazioni.
Per quanto riguarda la valutazione espressa attraverso la scala di giudizi ottimo - sufficiente, i risultati sono stati molto positivi
poiché per tutti gli ambiti la soddisfazione massima si è attestata
intorno al 90% di media. Le risposte aperte, poi, hanno fornito
ottimi spunti; in diversi casi (ben 10 rispondenti) è stata esplicitata la volontà di approfondimento di tematiche relative a settori
lavorativi specifici, mentre un nucleo minore (4 rispondenti) ha
richiesto un laboratorio aggiuntivo dedicato unicamente al curriculum vitae e alla lettera di presentazione. Due partecipanti hanno poi posto l’accento sulla necessità di approfondire le modalità
di comunicazione tra scuola e famiglia, con interesse specifico
a note e avvisi sul diario dei figli, alle circolari e alla burocrazia
scolastica in genere.
L’edizione 2018 del corso “Scrivere in italiano L2”, in definitiva, ha costituito un esperimento soddisfacente ma migliorabile,
specialmente ex post: dalle considerazioni avanzate dall’utenza,
di base molto soddisfatta, emerge una grande necessità di avvicinamento e di approfondimento della scrittura, utile alla gestione
dei testi per l’interazione efficace nei domini pubblici e privati.
Massimamente ai livelli avanzati, ma anche ai livelli intermedi e
principianti, l’interlingua esige una riflessione dedicata alla testualità, per poter progredire e puntare alla reale autonomia, con
piena consapevolezza del sapere e del saper fare con la lingua,
condividendo e negoziando con gli interlocutori spazi sociali, politici, culturali.
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LTO - Lingua e testi di oggi
Grafico 4 - Giudizio sul corso in generale
Grafico 5 - Giudizio sui temi trattati
Grafico 6 - Giudizio sull’organizzazione
del corso
Grafico 7 - Giudizio sui docenti
Riferimenti bibliografici
Balboni P.E. (2015), Le sfide di Babele, UTET, Torino.
Berruto G., Cerruti M. (2015), Manuale di sociolinguistica, UTET,
Torino.
Diadori P., Palermo M., Troncarelli D. (2009), Manuale di didattica
dell’italiano L2, Guerra, Perugia.
Facchetti G. (2007), Antropologia della Scrittura, Arcipelago Edizioni, Novara.
Fiorentino G. (2018), “Sociolinguistica della scrittura; varietà del
web nel repertorio linguistico italiano”, CLUB Working Papers
in Linguistics 2, pp. 40-60.
Freddi G. (1979), Didattica delle lingue moderne, Minerva italica,
Bergamo.
Massobrio L. (1990), Corso di geografia linguistica, Edizioni Arti
Grafiche Novesi, Novi Ligure.
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Micaela Grosso
Mezzadri M. (2003), I ferri del mestiere, Guerra, Perugia.
Nitti P. (2017), La grammatica nell’insegnamento dell’italiano per
stranieri, Edizioni Accademiche Italiane, Saarbrücken.
Nitti P. (2018a), La didattica della lingua italiana per gruppi disomogenei, Editrice La Scuola, Brescia.
Nitti P. (2018b), “Insegnare e imparare il lessico”, Scuola e Didattica 5, pp. 41-43.
Troncarelli D. (2016), “La riflessione grammaticale nei recenti manuali didattici per l’insegnamento dell’italiano L2”, Italiano a
stranieri 20, pp. 8-14.
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Multiculturality and inclusion
through multilingual signage in
contemporary Italy
Pierangela Diadori
Abstract: Un campo di ricerca relativamente nuovo per gli
studi linguistici e traduttologici riguarda le scritte plurilingui che vengono realizzate da funzionari nazionali o
locali (quando si tratta di segnaletica stradale) o da altre
figure del settore pubblico o privato (quando si tratta di
avvisi scritti o orali, affissi o trasmessi in luoghi al chiuso o all’aperto, abitualmente frequentati da estranei).
La presenza della segnaletica di questo tipo nelle aree
bilingui o nelle zone di confine è ampiamente studiata da chi si occupa di bilinguismo dal punto di vista
socio-politico e sociolinguistico, così come la presenza
di scritte plurilingui nelle aree urbane che registrano
un’altra concentrazione di comunità immigrate è oggetto di ricerca costante da parte di chi si occupa di
immigrazione, multilinguismo e lingue delle minoranze. In questo caso il settore di studio, che va sotto il
nome di “linguistic landscapes”, indaga sulla presenza
e sul ruolo delle comunità alloglotte attraverso una
mappatura socio- e etnolinguistica di questi testi.
Questo lavoro, invece, si concentra sulle caratteristiche
linguistiche e le strategie traduttive dei testi in esame.
Dopo una introduzione sull’area di studio dei Linguistic
and semiotic landscapes e sulla realtà plurilingue dell’Italia contemporanea, viene descritto il corpus di 226
avvisi pubblici - raccolti nel 2017 in 14 regioni italiane –
*
Università per Stranieri di Siena, diadori@unistrasi.it.
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Pierangela Diadori
considerando le lingue usate, i contesti in cui sono stati
fotografati, la loro distribuzione sul territorio italiano,
le funzioni comunicative dei messaggi, la presenza di
immagini e infine le strategie traduttive adottate. Nelle conclusioni, oltre a riportare i risultati dell’indagine,
vengono fornite delle ipotesi sull’immagine dell’identità italiana che emerge dal corpus analizzato.
Parole chiave: Avvisi plurilingui – traduzione – Italia contemporanea – turismo – contesti migratori
Abstract: A relatively new research field for language and
translation studies includes multilingual signage produced by national or local employees (e.g. in the case of
street signage) or by other subjects in the public or private sector (e.g. written or oral announcements, in open or
closed environments where passers-by usually hang out).
The presence of such signage in bilingual regions or
along the national borders has been studied by scholars
who are interested in bilingualism from a socio-political
and sociolinguistic point of view, while the presence of
multilingual signs in urban areas with a high concentration of immigrants is constantly monitored by scholars
who are interested in migrations, multilingualism and
minority languages. In this case the research area called
“linguistic landscapes” investigates the presence and
the role of minority language speakers through a socioand ethnolinguistic mapping.
This chapter, on the contrary, will focus the linguistic
features and translation strategies of the texts taken into
exam. After an introduction on linguistic and semiotic
landscapes and on multilingualism in contemporary
Italy, a corpus of 226 pubic signs, collected in 14 Italian
regions in 2017, will be described, considering the languages used, the contests where they have been photographed, their distribution on the Italian territory, the
communicative functions of the messages, the presence
of images and finally the translation strategies adopted.
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LTO - Lingua e testi di oggi
The conclusion offers the result of the survey and makes some hypothesis on the image of the Italian identity
that comes to light from the corpus examined.
Keywords: Multilingual signage – translation – contemporary Italy – tourism – migration contexts
1. Introduction
Italy is a multifaceted country and “variety” is the keyword to understand it from various points of view: language, traditions, food culture, architecture, art, environmental heritage, whatever is the focus of
a research, it has to take into consideration the extreme differentiation
that is constantly in struggle with trends towards homogenisation.
The parameters that will be taken into account in this research
are “language” and “space”, in order to give an insight into contemporary Italy and its social asset through multilingual signage,
i.e. those written texts (with or without an iconic component) that
are under everybody’s eyes in the streets and in public or private
facilities, where people have either free or limited access.
The importance of an effective communication in open spaces, where a large number of subjects who do not share the same
language and culture circulate, is commonly shared. These are no
longer limited to bilingual regions or to those areas devoted to
international exchanges or concentrations of tourists, like airports,
congress halls, hotels, museums, historical centres, etc. An explosion of multilingualism has emerged in many other contexts as
an expression of ethnicity, especially in urban centres where new
migrants tend to settle and live. The study of multilingual signage
may prove particularly interesting to investigate multiculturality
and inclusion in contemporary Italy1. Not only the languages used
and the sign location can be interpreted as witnesses of social phenomena in a changing Italy, but also the translation quality can
be an important key to understand their social impact and the
1
On linguistic landscapes in Italy see Ross 1997, Schlick 2002, Griffin 2004,
Gorter 2007, Coluzzi 2009, Vettorel & Franceschi 2013, Tufi & Blackwood
2015, Tufi 2016 (on immigrant languages and linguistic landscapes see n. 7).
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Pierangela Diadori
emotional reaction of addressees in the case of a poor translation.
In this presentation a series of recent examples will be analysed
and discussed.
2. Linguistic and semiotic landscapes as research fields
The study of words and images displayed in open spaces has
been largely investigated during the last decades, starting from the
Nienties of the last century (see Calvet 1990, 1994).
One first field of study on this spatial dimension of language
was focused on the growing intrusion of English in urban public
spaces, as a consequence of its leading role as a global language.
Shop signs and street signage in particular have been analyzed in
various towns, where English is always present together with local
and other foreign languages2. The use of English in commercial signage in multilingual urban contexts seems not due to the need of
being understood when giving information but rather to “trigger
aspects of identity and aspiration that are likely to create a desire
for whatever is being sold” (McCormick & Agnihotri 2009). As a
consequence, the reason of the predominance of English can be
explained in terms of prestige, style, modernity, consumerism and
wealth, all ideas associated with the English speaking countries of
nowadays (Bolton 2012).
Another research field connecting discourse with space, particularly urban and open spaces, appears in the same decade, with a
wider sociological, anthropological and psychological dimension,
under the name of Linguistic Landscapes (LL). In their seminal
work on this subject, Rodrigue Landry and Richard Bourhis (1997)
consider languages on public and commercial signs as “markers of
the relative power and status of the linguistic communities inhabiting the territory”. Their hypothesis is that “the experience of
the linguistic landscape by members of a language group may contribute to social psychological aspects of bilingual development”
2 See Ross (1997) on English names of shops in a suburb of Milan; McArthur
(2000) on street signage in Uppsala and Zurich; Schlick (2002) on shop signs in
Klagenfurt, Udine and Ljubliana; McGregor (2003) on shop signs in Tokyo; Griffin (2004) on written English in the streets of Rome; Dimova (2007) on shop signs
in Macedonia; Vettorel & Franceschi (2016) on inventive English signs in Italy.
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LTO - Lingua e testi di oggi
(the so called “ethnolinguistic vitality”). In other words, the use
of certain languages, especially in institutional settings, suggests
a “carryover effect” of the linguistic landscape on language behaviour. In his study on multilingual signs in Tokyo, Peter Backhaus
(2007) demonstrates that multilingual official and non-official signs show a different affiliation to power according to the languages they contain and how these are organized in a sign: official
signs reinforce the existing power relations3, while non-official /
private signs show a higher degree of multilingualism and communicate solidarity with non-Japanese addressees. Other studies
under the umbrella of LL use multilingual signs in urban spaces to
compare the effects of official language policy regarding minority
languages4 or the effective use of the languages with equal legal
rights in bilingual regions5. As Elana Shohamy and Durk Gorter
point out (2009: 1), “LL touches various fields and attracts scholars
from a variety of different and tangent disciplines: from linguistics
to geography, education, sociology, politics, environmental studies,
semiotics, communication, architecture, urban planning, literacy,
applied linguistics, and economics”6.
A broader perspective has been added through the research
field of Semiotic Landscapes (SL). According to Adam Jaworski
3
These official/public signs use mostly Japanese and English and in a lower
percentage Chinese and Korean.
4 E.g. Ben-Rafael et al (2006) on the use of Hebrew, Arabic and English in three areas
of East Jerusalem: predominantly Jewish, Israeli-Palestinian and non-Israeli Palestinian (see also Spolsky & Cooper 1991); Cenoz & Gorter (2008) on two streets in two
cities where a minority language is spoken: Frisian in Friesland (The Netherland),
and Basque in the Basque Country (Spain); Barni and Extra (2008) on regional languages, immigrant languages and language diversity in Europe and beyond.
5 E.g. Plank (2006) on the bilingual province of Bozen in Italy; Boschung (2016)
on a street in the centre of Moncton, a bilingual English-French town in New
Brunswick, Canada.
6 On linguistic landscapes see also Spolsky and Cooper (1991); Scollon & Scollon (2003), Barni & Extra (2008), Shoami et al. (2010), Heliot et al. (2013),
Laitinen & Zabrodskaja (2015), Gorter (2016), Blackwood et al (2016). For
a review of the pioneer studies see Gorter (2013). On specific contexts see
Backhaus (2007, 2008) on Tokyo; McCormick & Agnihotri (2009) on Delhi and
Cape Town; Brown (2012) on Estonia; Pappenhagel et al. (2013) on Hamburg;
Boschung (2016) on Canada. On the presence of English in public signs in
China, see Ning & Yu (2008), Ko (2010), Ma (2012). On Chinatown in Bankok
see Wu & Techasan 2016, on Chinatown in Washington, DC, see Lou 2016.
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Pierangela Diadori
and Crispin Thurlow (2010) written discourse on place interacts
with other discours modalities: not only the language(s) exhibited in a public space give important insights on demographic and
sociolinguistics aspects of the territory, but also images and architectural shapes are part of the complex semiotic codes related to
a certain context: verbal and visual discourse are part of a more
complex and multimodal communicative procedure. This is why
the authors “take semiotic landscape to mean (...) any (public) space
with visible inscription made through deliberate human intervention and meaning making” (Jaworski & Thurlow 2010: 2) (see also
Tufi 2015). From this perspective also the oral language spoken by
passers-by or the oral messages in stations, means of transport and
museums may be considered as “soundscape” (Mitchell 2010).
3. Languages other-than-Italian in contemporary Italy
Italy has always been a crossroad of people who came in contact with the locals: merchants, soldiers, sailors, clergy, gipsies, artists and intellectuals, tourists, migrants, just to mention a few categories of travellers who have moved to and through Italy for the
most different reasons and with the most different effects. Since
the expansion of the Roman Empire languages and cultures mixed, expanded or disappeared in the limited surface of the Italian
peninsula, under the influence of social, political and economic
events. Contemporary Italy is therefore a complex texture of cultural sediments that are continuously re-shaped by new flows of
people, like tourists or migrants, who move across the country or
settle down for shorter or longer periods of time.
Mapping linguistic diversity through the study of signage can
offer new interesting insight in modern Italy. Various scholars have
investigated the increasing presence of English in the streets of
some Italian towns like Rome (Gorter 2000) or in the Italian landscape (Vettorel and Franceschi 2013); others have explored “the
contact between immigrant languages and the Italian linguistic
space” (Barni 2008: 222)7; others have investigated the visibility
7
See also Bagna, Barni & Siebetcheu (2004) on immigrant languages in the
province of Siena; Bagna & Barni (2005) on mapping Italian multilingualism;
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LTO - Lingua e testi di oggi
of minority languages, like Milanese, Friulan and Slovenian, on
the Italian territory8, or the expression of identity through public
signage in bilingual areas, like the province of Bozen (Plank 2006).
Other researches have concentrated on specific areas, like Italian
coastal cities, examining how national language, regional languages, dialects, migrant languages and English collectively mark the
public space (Tufi 2013). Few studies have been devoted to translation issues as they appear in multilingual signs in Italy (Diadori
2013). This is the reason why our research has taken into account
only multilingual signage in various contexts of contemporary
Italy, as a starting point for a wide-range interpretation of the connection between linguistic and social phenomena, including the
translation aspects of signage multilingualism.
This research wants to explore the effects of the increasing
multilingualism and multiculturality of contemporary Italy as it
is mirrored in the LL – i.e. multilingual signage on the territory –
due to the presence on signage (if any) of minority languages, immigrant languages and tourist languages. A rapid overview of the
latest statistic data (2015) are useful to understand the linguistic
environment in which the research has taken place.
On January 1, 2016 according to ISTAT - Italian citizens were
60.656.000. For them, Italian is the national language, which is
taught at school and is presently understood and spoken by the
majority of the population. In certain regions (like Veneto, Liguria, Campania, Sicily), local dialects are still vital and widely used
especially in oral communication and informal contexts in oral
communication, or as expressive codes in songs, poetry, cinema,
theatre. In Sardinia and Friuli the local minority languages (Sardinian and Friulian) are used together with Italian. While standard
Italian is mostly used in writing, regional varieties of Italian are
the rule, both in formal and in informal contexts, each with its
typical prosody, pronunciation, lexical and syntactic specificity.
Bagna, Barni & Vedovelli (2007) on immigrant languages in Rome; Tufi (2010)
on the visibility of immigrant communities in the linguistic landscape of Genoa
and Cagliari.
8 See e.g. Coluzzi (2008) on the presence of minority languages (Milanese and
Friulan) in the linguistic landscape of Milan and Udine; Tufi (2016) on the visibility of the Slovenian-speaking minorities in the area of Trieste.
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Pierangela Diadori
Moreover, in various parts of Italy, minority languages are present,
as a consequence of ancient migrations (like Greek/Grico or Albanian/Arberesh) or of political changes of geo-linguistic borders
(like French in Valle d’Aosta and German in Alto Adige), with
around 2.500.000 speakers in 14 regions (see Fig. 1).
Figure 1 - Minority languages present in Italy in 2015
Standard Italian, regional varieties of Italian, Italian dialects
and languages of ancient settlement are the languages of bilingual
Italians living in bilingual regions. But other languages are also present in contemporary Italy: the languages of tourists and migrants.
Thousands and thousands of foreign visitors constantly move
through Italy touching every single corner of the peninsula, in search of cultural and natural hot spots. In 2015, according to ENIT
– Agenzia Nazionale per il Turismo (www.enit.it), Italy was the fifth
destination of world tourist flows, with 50.700.000 international
arrivals, with an increase of 4.4% compared to 2014. (Tab. 1). This
means that a variety of other languages are constantly used on the
68
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LTO - Lingua e testi di oggi
Italian territory when tourists enter in contact with the locals.
International arrivals (in million)
2014
2015
var. %
1 France
83,7
84,5
0,9
2 USA
75,0
n.d.
n.d.
3 Spain
64,9
68,2
5,0
4 China
55,6
56,9
2,3
5 Italy
48,6
50,7
4,4
6 Turkey
39,8
n.d.
n.d.
7 Germany
33,0
35,0
6,0
8 UK
32,6
n.d.
n.d.
9 Mexico
29,3
32,1
9,5
10 Russia
29,8
31,3
5,0
Table 1 - Top 10 destinations of international tourism (UNWTO World Tourism Barometer, vol.14 - July 2016)
The five first countries from where tourists arrived to Italy in
2015 were USA, Germany, France, China and United Kingdom
(see Tab. 2).
Percentage
2015
2015
Rank Country
Arrivals
Presences
Arrivals Presences
1
Germany
10.858.540 53.294967
20,4
28,1
2
USA
4.531.141
11.657.085
9,2
6,4
3
France
4.331.623
13.010.397
7,6
6,4
4
China
3.338.040
5.378.298
4,4
1,9
5
UK
3.316.921
12.482.716
6,0
6,4
6
Switzerland
2.691.106
10.046.878 4,7
5,0
7
Austria
2.320.615
8.807.043
4,6
4,3
69
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Pierangela Diadori
8
The Nether1.941.555
lands
10.218.449 3,7
5,6
9
Spain
1.779.258
4.582.106
3,3
2,5
10
Poland
1.203.526
4.688.076
2,1
2,3
11
Russia
1.194.656
4.417.359
3,5
3,7
12
Belgium
1.177.933
4.749.500
2,2
2,5
13
Japan
1.109.491
2.303.854
2,5
1,4
14
Australia
906.224
2.428.671
1,7
1,2
15
Brasil
872.736
2.196.001
1,5
1,0
Table 2 - Top 15 countries of origin of tourists in Italy in 2015 (ISTAT 2016)
Tourists are not the only speakers of languages other-thanItalian in Italy. The number of foreign citizens on the Italian
territory is growing due to the migrant flows started in the Seventies of the last century and constantly incremented by economic and humanitarian reasons. According to IDOS (2016), in
2015 foreign citizens residents in Italy were 5.054.000 (8,3% of
the total population): 58,6% in Northern Italy, 25,4 in Central
Italy, 15% in the South and in the islands.9 The first five immigrant communities resident in Italy in 2015 were from Romania,
Albania, Morocco, China and Ukraine (see Tab. 3). At the moment around 130 immigrant languages have been counted on the
territory. The growing number of refugees and asylum seekers
(almost 60.000 in 2015: ECRE 2015) is also to be considered,
although their presence on the Italian territory is not related to
specific areas or languages10.
9
According to IDOS (2016), at the end of 2015, considering those who had
obtained the Italian citizenship, the total number of citizens of foreign origin in
Italy was of around 1.150.000.
10 In this case the definition of “migrant languages” can be used (Barni 2008:
221: “Migrant languages are languages passing through, used by migrant
groups who drift around the social territory, non-cohesive and in relatively
small numbers”).
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LTO - Lingua e testi di oggi
Rank Country
Number of residents
Percentage on Italian
population
1
Romania
1.151.395
22,9
2
Albania
467.687
9,3
3
Morocco
437.485
8,7
4
China
271.330
5,4
5
Ukraine
230.728
4,6
6
Philippine
165.900
3,3
7
India
150.456
3,0
8
Moldavia
142.266
2,8
9
Bangladesh 118.790
2,4
10
Egypt
2,2
109.871
Table 3 - Top 10 countries of origin of immigrant communities resident in Italy in
2015 (IDOS 2016)
Italian complex and growing multilingualism is the object of
the present preliminary research, that has been carried out using
a database of multilingual signage: the methodology and scope of
the research will be discussed in the following chapter.
4. The research: design and methodology.
This sociolinguistic survey is based on a database of 226 multilingual static signs (SIGN-1-DATABASE) 11, collected in Italy from
March to June 2017 as part of a larger project on Translation in
multilingual signage.
Technology has made enormous improvements in the last years
and data collection of public signs in the field of linguistic and semiotic landscape research has become much easier and inexpensive,
especially through mobile technology. Previous researches used digital cameras or mobile vans to collect data through the territory, toge-
11
More than 300 pictures were uploaded, but only 226 have been included in
the survey, after an accurate examination of their quality and characteristics.
71
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Pierangela Diadori
ther with recorded interviews or questionnaires12. In this case, on the
contrary, participants13 were asked to observe any multilingual sign
on the Italian territory, take a picture of each most relevant one with
their mobile phone, upload it in a database specifically crated on the
website of the Univeristà per Stranieri di Siena, and answer the multiple-choice questions contained in the corresponding template14 (see
Appendix). The questionnaire had the aim of collecting information
on various aspects, associated to each sign included in the database.
To define what could be considered a “sign” these broad definitions were initially considered:
(a)
Any sign or announcement located outside or inside a public
institution or a private business in a given geographical location (Ben-Rafael et al. 2006: 14)15.
(b) Any piece of written text within a spatially definable frame
(Backhaus 2008: 315)
12
An example is the Sociolinguistic Data Collection Mobile Laboratory, hosted in a
mobile van, used for the researches on immigrant languages in Italy (Bagna, Barni &
Siebetcheu 2004, Bagna & Barni 2005, Bagna, Barni & Vedovelli 2007, Barni 2008).
13 The project, started in March 2017, has been carried out by the students of
the graduate course in Theory and technique of translation, of the Università per
Stranieri di Siena, given by Prof. Pierangela Diadori.
14 Software management and database have been designed by Gianpiero Ciacci,
head of the computer department of the Università per Stranieri di Siena. The
choice of using Google Forms was determined by the possibility for all the informants to connect and upload pictures through their academic google account.
Moreover, this user-friendly and inexpensive interface has the same properties
on each device (i.e. it is “natively responsive”). At the end of the data collection
all meta-data (pictures and answers) were exported using an Excel template and
analyzed though SQL (Structured Query Language). The graphics contained in
this paper have been created using the query results of the survey.
15 Landry & Bourhis (1997: 25) define the concept of LL as follows: “The language of public road signs, ad advertising billboards, street names, place names,
commercial shop signs, and public signs on government buildings combines
to form the linguistic landscape of a given territory, region, or urban agglomeration.” In brief, linguistic landscape “refers to the visibility and salience of
languages on public and commercial signs” (Landry & Bourhis 1997: 23). For
Dailey et al. (2005) the linguistic landscape is so comprehensive as to include
not only signs outside and inside shops and businesses, but also a wide variety
of other items such as advertisements sent to one’s home, the language heard
when walking in one’s neighborhood, the language one hears on television, etc.
72
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LTO - Lingua e testi di oggi
(c)
Any display of visible written language (Gorter 2013: 190)
Further restrictions have been adopted, due to the scope of
the research, therefore only signs with the following features have
been included in the database:
(d) Static signs visible to people with free or limited access to the
location (e.g. signs along the street but also notices for the
visitors of a museum);
(e)
Static signs intentionally positioned in a place by the local
authority or by the owner of a private facility, to communicate a message to passers-by, and not to be removed or taken
away (no graffiti, no flyers, objects or brochures have been
considered);
(f)
Static signs containing a message:
(a) printed on any surface (paper, metal, wood);
(b) either only verbal (only verbal text) or verbal and non-verbal (verbal text accompanied by a picture, image, graphic
sign etc.);
(c) with at least two languages on the same sign (in the same
picture).
No signs with street or town names were included in the research, although they might be bilingual. No monolingual signs
were considered, even if written in a language other than Italian,
because the scope of the research is not only to describe the multilingual landscape of contemporary Italy, but also to investigate on
translation issues due to the simultaneous presence of more than
one language on signage16.
16
Peter Backhaus (2008) decided, on the contrary, to include non-Japanese signs, even if monolingual, to investigate the presence of foreign languages in the
LL of Tokyo 2003. He collected 2.321 signs, both monolingual and bilingual, in
28 survey areas of Tokyo, written in 14 languages other than Japanese.
73
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Pierangela Diadori
As to the sender (i.e. the authority or person that created or ordered the creation of the sign), both “top-down” and “bottom-up”
signs (Ben-Rafael et al. 2006) have been included:
--
“top-down signs” produced by national or local authorities, e.g.
traffic indications, public instructions in public facilities like national or regional offices, public hospitals, central police station etc.;
--
“bottom-up signs” produced by privates to communicate with
their visitors (e.g. in shops, restaurants, hotels, etc.)17.
The following contexts were taken into consideration in the
template (Appendix), always allowing the informants to add an extra context in the space left open at the end of the list (Question 1):
STATION:
Bus station
Train station
Metro station
Taxi station
Harbor
Airport
Other: ____
MEAN OF TRANSPORT:
Bus
Train
Metro
Taxi
Ship
Airplane
Other: ____
HOSPITAL:
Entrance
Emergency Room
Neonatology
STREET OR PARK: Other: ____
Street in the centre
Street in the outskirts SCHOOL:
Park
Kindergarden
Other: ____
Primary
Secondary of Ist deOFFICE:
gree
Post office
Secondary of 2nd de
Police station
gree
Tourist information University
Other: ____
Private school
17
Top-down signs represent the power of a national or local authority to choose
and use certain languages instead of others or to decide how they are organized
in the space where they co-exist: bilingual regions can offer interesting examples (see Plank 2006; Boschung 2016). On the other hand, bottom-up signs are
an expression of the choice of private individuals that decide which languages
are most relevant and useful in their context for their aims. For this reason
they “may be the site of opposition and resistance to the official, bureaucratic
language choice norms through omission” (Jaworski & Thurlow 2010: 13). The
role of English and of minority languages has been widely investigated from this
point of view in various urban contexts all over the world.
74
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LTO - Lingua e testi di oggi
Adult education cen- Beach resort
tre
Ski resort
Other: _____
Other: _____
COMMERCIAL
FACILITY:
Restaurant
Bar
Hotel
Shop
Shopping centre
MUSEUM:
Modern art
Ancient art
Technology
Popular culture
Archeological site
Open air museum
Other: _____
PLACE OF
WORSHIP:
Church
Monistry
Mosque
Synagogue
Temple
Other: _____
OTHER:_______
The location of each sign has been possible by means of Google
Maps, in order to produce digital maps - like the one presented in Fig.
4 - through the coordinates of the address written by the informants in
correspondence of each sign introduced in the database (Question 2).
Three main functions of the messages contained on the signs
were considered, although informants were allowed to add an extra
function in the space left open at the end of the list (Question 3):
--
information;
--
prohibition (more or less mandatory invitation not to do a certain action);
--
instruction, order, advice (more or less mandatory invitation to
do a certain action).
A question on the presence or absence of iconic information
(picture, image, graphic) was aimed at observing how much verbal
or verbal and non verbal signs were used to convey messages on
the territory trough multilingual signage (Question 4).
The informants were also asked to indicate which languages
were present on each sign, choosing from five options (Italian, English, German, French, Spanish) and adding any other language
not present in this list (Question 5).
The final question refers to the quality of the translations present in the sign (Question 6): a list of possible cases is offered to
allow a critical evaluation of the parallel texts present on the sign:
75
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Pierangela Diadori
--
no mistakes in the translations;
--
translations show cases of cancellations;
--
translations show cases of additions;
--
translations show cases of morphological/syntactical mistakes;
--
translations show cases of lexical mistakes;
--
translations show cases of pragmatic mistakes.
The option “Other” allowed to inform on further phenomena observed from the comparison of the various texts in different
languages.
5. Results
The results of this preliminary survey will be now discussed
on the basis of a quantitative and qualitative analysis, in order to
answer six research questions on the 226 signs collected:
--
in which contexts are they displayed? (RQ1)
--
which is their distribution on the territory? (RQ2)
--
which communicative functions do they express? (RQ3)
--
are messages conveyed only through a verbal text or is the verbal text accompanied by nonverbal components? (RQ4)
--
which languages are present on the signs? (RQ5)
--
is the translation quality good or poor, and which translation
strategies are adopted? (RQ6)
76
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LTO - Lingua e testi di oggi
RQ1: In which contexts?
Text-space relationships in term of contexts of emplacement are
important indicators of the sociolinguistic impact of multilingual signs. The collection of signs in this piloting phase of the research has
adopted a random procedure and the data collected are not representative of the presence of multilingual signs in the 9 broad categories
(plus an open one) used in the template. Other studies have investigated much more restricted areas (either a single street, or a city suburb,
or specific towns) and the data collected have been interpreted also on
a representative and quantitative basis. In this case the contexts reflect
the profile of the informants, i.e. university students moving around
Italy for their pleasure, or travelling from and to their own town from
the seat of their study (Siena). This is probably the reason why “Commercial facility” (59) and “Station” (58) are the most represented contexts, followed by “Street or park” (36), “Museum” (25), “Mean of
transport” (21), “Place of worship” (14). Much less represented are
“Office” (6), “School” (3), “Hospital” (2) (see Fig. 2). Nevertheless, it
is useful to know that the following discussion is based on these contexts and not others, leaving further investigations to the follow-up of
the research that will be carried out in the next years.
Figure 2 - Public and private contexts where sighs have been collected
77
LTO 1-2020.indb 77
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Pierangela Diadori
RQ2: Which distribution on the territory?
The site-specific data of this research, based on 226 pictures
taken in situ on a random base, suffer of the same problematics
illustrated for the contexts, as the locations are not representative of the whole Italian territory, although a wide range of Italian
provinces are included in this piloting phase (Figg. 3 and 4). The
reason why Siena (64 signs) and Florence (30 signs) are the most
represented provinces is due to the fact that the students involved
in the collection of data study in Siena, although they mostly come
either from other regions or other states.
Figure 3 - Distribution by province of the signs included in the included in the database
(March-June 2017)
78
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LTO - Lingua e testi di oggi
Figure 4 - Distribution on the
Italian territory
of the signs database (MarchJune 2017)
RQ3: Which communicative functions?
According to Roman Jakobson (1960), any act of verbal communication is composed of six factors: (1) a context (the co-text, that is,
the other verbal signs in the same message, and the world in which
the message takes place), (2) an addresser (a sender, or enunciator),
(3) an addressee (a receiver, or enunciatee), (4) a contact between an
addresser and addressee, (5) a common code and (6) a message. Each
factor is the focal point of a function: (1) referential (e.g. when informing on the context), (2) emotive (i.e. when communicating emotions
or information about oneself), (3) conative (i.e. when influencing or
trying to influence the behavior of the receiver); (4) phatic (i.e. when
communicating that the contact between sender and receiver is still
alive); (5) metalingual (i.e. when communicating about the language
itself), and (6) poetic (i.e. when using the language creatively).
1
2
3
4
5
6
TARGET FACTOR SOURCE FACTOR
Context
Message
Addresser
Message
Addressee
Message
Contact
Message
Code
Message
Message
Message
FUNCTION
Referential
Emotive
Conative
Phatic
Metalingual
Poetic
In a previous research on multilingual signage in public transport, Diadori (2013) observed that the main purposes of the mes79
LTO 1-2020.indb 79
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Pierangela Diadori
sages that the local authorities consider necessary to convey to the
public in this context are:
--
to inform (about schedules, arrival and departure times, temporary or permanent location of public areas, etc.);
--
to give instructions on procedures to follow (how to deplane in
the case of an accident, how to use the emergency handle, how
to reach the exit, etc.),
--
to prohibit dangerous or inappropriate behaviour (smoking,
leaning on an entrance/exit door, opening the window, spitting on the floor, etc.).
These main functions (informative and conative) were also
confirmed in SIGN-1-DATABASE: the most represented function
is the informative one (137 cases), followed by prohibition messages (47) and by instruction messages (36) (see Fig. 5).
Figure 5 - Key communicative functions of the messages present on the signs
The conative function can be realized in various forms, with varying degrees of politeness. In Picture 1 there is an example, collected
along a street. The owners of a house have put this notice in front of
their gate, asking not to park in front of it. The English message (first) is
clearly directed to tourists and asks not to park in a polite way (“For tourist do not park here please”). On the contrary, the Italian version, placed
in the following lines, uses a trivial colloquial form to induce drivers or
bikers not to park, as usual, in front of the gate (“Per tutti gli altri avete
rotto le palle!!!!!”). A conative function is also present in the message of
Picture 2, taken in the bathroom of a café in the centre of Trieste: cu80
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LTO - Lingua e testi di oggi
stomers here are kindly invited
to keep the place clean, simply
inviting them to give an example of respect towards the next
ones who will use it. Different
degrees of politeness are also
visible in a billboard placed in
front of a Theatre in Montepulciano (Siena) (Picture 3).
Picture 1
Picture 2
Picture 3
RQ4 Verbal text only, or verbal + nonverbal?
A message conveyed through a public or private signage may
be expressed by means of a verbal and/or by an iconic/symbolic
code (images, colours, symbols). Verbal and the iconic code can
therefore mix in a multilingual sign, especially when the receivers
are presumed to be unable to understand the verbal message. In
SIGN-1-CORPUS the combination of verbal and nonverbal message is slightly less represented (97 cases) than verbal-only multilingual messages (129) (see Fig. 6).
Figure 6 - Signs with only verbal message vs signs with verbal and nonverbal message
81
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Pierangela Diadori
Picture 4
Picture 5
Street signs are often examples of double coded messages:
in Picture 4 the municipality of a city near Perugia prohibits
passers-by to bring their dogs by means of three short sentences
(“area vietata ai cani”, “dogs are not allowed”, “hunde verboten”)
and the corresponding graphic symbol. In Picture 5, taken in the
metro station of Rome, mandatory orders and prohibitions are
not only conveyed through the text in Italian and its translations
in English, French and German, but also by means of symbols
and by the use of two different colours: blue of orders and red
for prohibition.
Another example of verbal and nonverbal message is in
Picture 6, taken in a MacDonald restaurant in Salerno, where
a series of prohibitions and information for the use of a playground are conveyed both in Italian, in German and in English
(in this order) and also through childish images, presumably
considering that also foreign children may be the addressees
of the notice. Pictures and other symbols (crosses and arrows)
may also be used, like in Picture 7, where the owner of a hotel
in Sestrière (Turin) invites to avoid the use of skis and boots
inside the building.
82
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LTO - Lingua e testi di oggi
Picture 6
Picture 7
RQ 5: Which languages?
This is the core of the research, which aimed at investigating
which languages are used in contemporary Italy to convey messages in private and public locations. In SIGN-1-DATABASE, as
expected, the largest majority of languages represented are Italian
(222) and English (211), which means that English is almost always
present in the signs, as well as Italian18 (see Fig. 7).
Figure 7 - Languages present in the signs included in the database
18
In fact, surprisingly, a few signs (4) did not include Italian among the languages (see Pictures 12-14).
83
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Pierangela Diadori
The third most represented language in the corpus is German (75), which indicates that the sign was either addressed to
German speaking inhabitants of the province of Bozen, or to
German-speaking tourists on the Italian territory. The fourth and
fifth languages are French (55) and Spanish (19): this is either a
signal of the presence of French and Spanish speaking tourists,
or it indicates that the message was designed for immigrants from
French-speaking countries (Northern and Sub-Saharian Africa) or
from Spanish-speaking countries (Southern America), according
to the context where the sign was located. The same consideration
refers to the presence of Russian in 7 signs of the corpus, either as
a consequence of the increasing number of Russian tourists or due
to the Russian ethnic communities on the territory. Other languages have also been reported, but with a very limited number of
occurences: Ladinian (2) as a local minority language in the area of
the Dolomites, and immigrant languages like Chinese (9), Arabic
(2), Romenian (2), Albanian (1). Eight more languages were also represented, with one occurrence each: 20 languages in the whole19.
As a matter of fact, “the degree of prominence of a language
in a particular site is not necessarily the most accurate indicator
of the ethnolinguistic vitality of its speakers. Rather, the presence
or absence of a language on public signage, in combination with
the type (or genre) of signs, their contents and style, are indicative
of public and private ideologies” (Jaworski & Thurlow 2010: 1011). In this case it is possible to draw a preliminary conclusion
on the addressees of multilingual signage in contemporary Italy:
a) locals and tourists (in hotels, museums, restaurants), b) locals
and immigrants (in offices, hospitals, schools), c) locals, tourists
and immigrants (in streets and parks, stations, means of transport,
commercial facilities, places of worship).
The choice of the languages used, combined with the type of
the location, allow to make hypothesis on the presumable addressees of the sign. In Picture 10, taken in a luxury thermal resort
19
This is a good indicator of the degree of multilingualism of contemporary
Italy, if we compare the 20 languages represented in 226 multilingual signs collected in SIGN-1-DATABASE in 2017 with the 14 languages represented in
the 2.321 monolingual and multilingual signs collected by Backhaus in Tokyo
in 2003 (Backhaus 2008).
84
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LTO - Lingua e testi di oggi
(Bagno Vignoni, Siena), the languages used are Italian, English
and German: Italian on top can be interpreted as the local language and also the language of the proto-text; English on second
position may be interpreted as the most commonly used language
among the guests of the facility (presumably foreign tourists); German in third position can indicate that a good number of guests
come from Germany, Austria or Switzerland. In Picture 11, taken
in a café in front of the Cathedral of Florence, English is probably
used to convey an image of internationality and good taste. Picture 12, taken in an ice cream shop in Florence, the addressees
are more specifically Russian, Chinese, Japanese, Korean, French,
Spanish and English customers (no Italian is present, in spite of
the colours of the Italian flag).
Picture 11
Picture 10
Picture 12
In the latter and in other cases, the absence of Italian, the kind
of message, the languages present and the location are clear clues
for identifying the addressee as a non-local (like in Picture 12). The
notice of Picture 13, hanging on the window of a tourist office in
85
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Pierangela Diadori
front of the Cathedral of Florence, is another example, where only
English, German, French and Spanish are used. Similar considerations for Picture 14, with a bilingual menu in English and German.
Picture 13
Picture 14
The majority of the signs collected in SIGN-1-DATABASE are
addressed to tourists and locals (as demonstrated by the low number
of immigrant languages). Apart from the almost constant presence of
English, there is no clear explanation of the choice that either the local
authorities or the local private facility owners. In museums and other
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LTO - Lingua e testi di oggi
tourist attractions the rule is either Italian/English or Italian/English
plus one or all the languages commonly associated to tourism in contemporary Italy: German, French and Spanish (like in Picture 15, an
informative sign in Italian, English, French and German on a historical building in Montepulciano, Siena) or only one of them (like in Picture 16, taken in the centre of Florence, where passers-by are invited,
surprisingly only in Italian, English and Spanish, to pay at the kiosk).
Picture 15
Picture 16
87
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Pierangela Diadori
Only in a few cases signs addressed to tourists use other languages: it is the case of Picture 17, where the information on a typical cave dwelling of Matera are given in Italian, English, French,
German, Spanish, Japanese, Russian and Chinese. Considering
that this town will be European Capital of Culture 2019, the Municipality of Matera is probably preparing for a huge flow of tourists,
also from Japan, Russia and China.
Picture 17
88
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LTO - Lingua e testi di oggi
It is also to be noted that in certain cases, even if Italian is present,
it is placed in the last position or has a minor role, as if the Italians
addressees were fewer, less important or mostly competent in English.
Picture 18 for example, taken in Agrigento, welcomes visitors in English, French, German, Spanish and finally in Italian, or Picture 19,
taken in La Spezia, where part of the text is an hybrid Italian/ English.
Picture 18
Picture 19
Signage in bilingual regions is particularly sensitive to language
choice, as it also obeys to local laws that protect minority langua89
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Pierangela Diadori
Picture 20
ges. Top-down signage in particular, produced by local authorities,
must be respectful of the linguistic policy adopted in the territory,
while the local commercial facilities will follow principles of identity
faithfulness and economic advantage. The trilingual Italian region
in Trentino Alto Adige may show public signs in German, Italian
and Ladin (in this order) like the prohibition to smoke of Picture 20.
Immigrant languages20 are also represented in SIGN-1-DATABASE. The sign in Picture 21, taken in the waiting room of the
railway station of Florence, includes Romanian as last language (under the texts in Italian, English and French): this is a clear consideration of the presence of many passengers speaking this language, as
the Romanian immigrant community is the largest in Italy. In Picture
22, the parking prohibition of the Municipality of Fucecchio (a town
20
The definition of “immigrant language” refers to the language spoken by a
large and stable group of immigrants, while “migrant language” is the language
of migrant groups who are passing by on the territory and have only sporadic
contacts with the local community (Bagna, Machetti & Vedovelli 2003). On
mapping immigrant languages in Italy see Barni (2008: 217-242).
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LTO - Lingua e testi di oggi
Picture 22
Picture 21
Picture 24
near Florence with a high presence
of immigrants) is given in Italian (big
letters), with translations into Albanian, Arabic and Chinese. The
same languages are also used in the sign of Picture 24: the prohibition of spitting is very unusual in Italian signs and it is probably due
to this habit imported with Chinese and Arab speaking immigrants.
In Picture 23, taken at a long distance bus station, the language used to invite to check the tickets at the purchase are Italian,
English, Polish, Spanish, French, Albanian and Romanian21.
Picture 23
21 Only in the Romanian text shows an additional sentence: “No reclamation will be considered legitimate. Thank you”. Apparently this implies a
different attitude towards Romanians, and it might be read as an indicator
of prejudice.
91
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Pierangela Diadori
Picture 25
Apart from stations and streets, another context where frequently multilingual signs include immigrant languages are hospitals,
where an increasing number of members of the settled communities
circulate when in need of medical help. In Picture 25, taken in a hospital in Rome, instructions on how to have access to primary cares
are given in Italian, English, French, Romanian and Arabic.
In Picture 26, taken in a hospital in Florence, patients are directly interrogated on how much pain they feel in Italian, Romanian, Spanish, English, Chinese, Albanian, Russian, French and
Arabic (each language using a different colour).
But immigrant languages are not only associated to transport or
hospital: some immigrant communities have already gained in Italy a
certain degree of wealth that, combined with their cultural habits, ma-
92
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LTO - Lingua e testi di oggi
Picture 26
kes them regular clients in shops and other commercial facilities. This
is the key to understand why, at a shopping centre in Campi Bisenzio,
north of Florence, (I Gigli) the entrance is signalled by a welcome sign
in Italian, English and Chinese (Picture 27), considering that in this
area is one of the largest Chinese communities on the Italian territory.
Picture 27
The case of trains is particularly interesting. Public transport (Trenitalia) still uses rather old carriages, especially in the lateral lines, while the line Turin-Salerno (passing through Milan, Bologna, Florence,
Rome and Naples) has much more modern speed trains, both public
(Frecciarossa and Frecciargento) and private (Italo). The most recent wagons (Frecciarossa and Italo) use signs in Italian and English only, while
the older ones still have a signage in four languages (Italian, French,
German and English, in this order), dating back to the first decades
after the Second World War, as shown in Pictures 28 and 29.
93
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Pierangela Diadori
Picture 28
Picture 29
Picture 31
Picture 30
Picture 32
Train stations have had a recent restyling and all signage is
now mostly bilingual Italian-English (Pictures 30 and 31), like it is
the rule in airports (Picture 32).
94
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LTO - Lingua e testi di oggi
The position of the different languages is also interesting. In
Alto Adige both Italian and German are present, but when the
local authority or private facility owner belongs to the German
speaking community, German is in first position (Picture 33 and
36), on the contrary when they belong to the Italian community
(Picture 34 and 35), Italian precedes (either on top or at the left of
the sign, according to a vertical top-down or horizontal left-right
decreasing power).
Picture 33
Picture 34
Picture 35
Picture 36
95
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Pierangela Diadori
Text prominence may be revealed by the position of the text, by the
font used and by its colour or size, like in the case of the announcements
by Trenitalia in a railway station (Pictures 37 and 38), where the text in
Italian precedes and uses bigger letters than the English translation.
Picture 37
Picture 38
The most relevant language (which is not always Italian) may be
also identified according to a decreasing relevance either from top
downwards or from left to right, as it is visible in Pictures 39 and 40,
both belonging to a series of metal signs in the historical town of Monteriggioni (Siena), where Italian is either on top or at the left of the sign
(following direction from left to right of most western languages).
Picture 39
96
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LTO - Lingua e testi di oggi
Picture 40
RQ6: Which translation quality and translation strategies?
A multilingual sign can say a lot about who are presumably the
addressees for which it has been designed, on who is the sender
and the effective producer. In particular, translation strategies and
mistakes may give information on these aspects, and allow to investigate on the impact that the sign may have on its public.
In SIGN-1-DATABASE the majority of the signs seem to have no
relevant translation mistakes (155 signs). Two main adaptation strategies
are used: in 42 cases translators used the strategy of addition, integrating
the original Italian text with further information, while in 33 cases a
cancellation strategy was used. Translation mistakes were nevertheless
detected in a certain number of cases, with 15 lexical mistakes, 12 mistakes of morphology and syntax, 6 pragmatic mistakes (Fig. 8).
Figure 8 - Quality of the translations present on the signs included in the database
and types of mistakes and text adaptation
97
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Pierangela Diadori
The choice of not translating certain realia is an indicator
about the presumed competencies of the addressees: in the case
of the well-known word “gelato” (Picture 41), for example, but
also of other typical products (like “Grappa”, “Limoncello”, “Vin
Santo”, “Pizza”, “Cantuccini”, “Panforte”, “Ricciarelli”, “Torta coi
bischeri”, in Picture 42). In other cases realia on the contrary are
translated using similar realia of other cultures (e.g. “panini/focacce ripiene” become “sandwiches” or “bocadillos”) (Picture 43).
Picture 41
Picture 42
Picture 43
98
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LTO - Lingua e testi di oggi
Cases of addition are sometime present with the aim of making
the message more suitable for the addressees or more comprehensible.
In Picture 44 the English translation of “porta allarmata” (“alarmed
door”) is completed with a clearer order “Do not open”. Cancellation
can also be observed, like in Picture 45, which has been collected at
the entrance of a church. Here the verbal information on access to visitors prohibited during the celebration is presented from left to right
in Italian, French, German and Spanish, but the request of switching
mobile phones (“Entrando in chiesa si prega di spegnere il cellulare.
Grazie”) has not been translated and is only conveyed by the corresponding symbol. On the other hand the advice to dress conveniently
is only conveyed by means of another symbol and not through a verbal message. Also, the title of the notice is only in Italian and English
(“Luogo di preghiera. SILENZIO”, “Reserved for Prayer. SILENCE”).
Picture 45
Picture 44
Picture 46 shows a sign produced by the “Cooperativa Magnificat di Tropea” in a Sanctuary in Calabria, giving information
on what is included in the price of 2 Euros (visit of the garden,
museum and view): here the English and German versions are full
of lexical and syntactic mistakes (“for visiting of garden” instead
of “for visiting the garden”; “der Besuch des kleines Museum” instead of “für den Besuch des kleinen Museums”). The author of
the sign, printed on common paper, was probably an Italian office
worker, with limited knowledge of both these languages. Picture
99
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Pierangela Diadori
47 shows another example taken in a restaurant, where the English
version has various mistakes (“the management of restaurant”, “giving is own welcome”, “monaster”). Picture 48, taken in a beach
resort, has plenty of mistakes in the three versions in English,
French and German. Finally, the English translation of a notice in
a laundry (Picture 49) is absolutely incomprehensible (“To free the
machine to fine cicle”).
Picture 46
Picture 48
Picture 47
Picture 49
100
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Syntactic and lexical mistakes are present also in the signs
exhibited in public transport, like the example in Picture 50, where the order of closing the door, given in Italian, French, German
and English (in this vertical order) is problematic in the German
version (“Bitte, schliessen diese tur” instead of “Bitte, schliessen
Sie diese Tür”), or in Picture 51, at the railway station of Pisa (“traveller” instead of “traveller”).
Picture 50
Picture 51
101
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Pierangela Diadori
An example of lexical/pragmatic mistakes can be found in Picture 52, showing a message found in a park in the bilingual region of
Alto-Adige. Here the German text, which is presumably the prototext as it is the first on top of the plate, contains a common expression inviting to “keep clean” (“sauber halten”): not only this order
switches into a prohibition in the text translated into Italian (“non
lordare”, “do not dirty”), but the sentence becomes ruder due to
the verb “lordare”, which is absolutely obsolete and negative. The
corresponding verb “sporcare” would be much more appropriate.
Picture 52
6. Conclusion
This study, based on 226 multilingual static signs collected randomly in Italy between March and June 2017 (SIGN1-DATABASE) and analysed through a software designed for
digital mapping, was aimed at offering a piloting survey on the
dynamics of Italian transcultural exchanges in public places and
on the visibility of different languages and cultures in situ as a
mirror of the sociolinguistic environment of contemporary Italy.
In a recent book on “The linguistic landscape of the Mediterranean” (2015) Stefania Tufi and Robert Blackwood examined ten
102
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LTO - Lingua e testi di oggi
French and Italian Mediterranean coastal cities from the point of
view of public signage, demonstrating the presence of national
languages, regional languages and dialects, migrant languages,
and the English language, as they collectively mark the public space. As a matter of fact, public signs are a mirror of the addressees
for whom they are produced: on one side they reflect their personal characteristics (age, gender, cultural background, mother
tongue, competence in other languages, psychological features),
on the other they take into account their motivations, their needs,
their habits, according to the context where the sign is placed.
The research questions that were directly related to the data
collected in SIGN-1-DATABASE through the template coupled
with each picture taken by mobile phone, will be discussed here
and, subsequently, they will be used for a final consideration on
general sociolinguistic and cultural issues of contemporary Italy.
Although randomly collected, the signs included in this piloting phase were distributed on the majority of the Italian territory
(14 regions out of 20), with a higher concentration in Tuscany, Lazio and Alto Adige.
The contexts were predominantly commercial facilities, stations, streets, museums and means of transport. A few were also
collected in worship places, offices, hospitals and schools.
Their main communicative function was to inform (60,6 %)
and the remaining were prohibitions or orders.
The distribution of verbal text only and verbal-nonverbal texts
is almost equal, with a slight majority of signs that use only a verbal
message.
The languages that appear almost in all signs are Italian and
English: in a few cases Italian is absent, as well as English, but
most signs are bilingual Italian-English. The second foreign language most represented is German, followed by French and Spanish. Residual numbers are referred to signs in Chinese, Russian,
Japanese, Arabic and Romanian. It is not surprising that, covering
the whole Italian territory, the incidence of languages commonly
related to the immigrant communities (Romanian, Arabic, Chinese) is lower than that of the languages generally associated to tourism (English, German, French). Nevertheless, the use of English,
French, Russian, Chinese and Spanish may also be associated to
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Pierangela Diadori
the presence of both tourists or immigrants who speak these languages. No Italian dialect was recorded 22.
Translations were mostly correct, with a few number of addition
and cancellation strategies, but also a significant number of lexical,
morpho-syntactic and pragmatic mistakes were detected, not only in
the signs produced by private owners, but also by local authorities.
The visibility of languages and scripts in the Italian environment are the product of various factors23:
--
national language policies (aiming to protect minority languages or to the internationalization of a territory);
--
concentration of speakers of other languages (e.g. in certain
urban area where large immigrant communities of the same
origin have settled, like Esquilino in Rome);
--
favorable attitude towards the visibility of other languages
(English in particular);
--
knowledge of other languages by local speakers (English in
particular).
The image that appears from these data is that of a country
were both “top-down signs”, produced by national or local authorities, and “bottom-up signs” produced by privates use more
than one language to convey their messages. Multilingualism is
therefore mirrored in a consistent way by signage on the whole territory, although a large number of speakers of languages
other-than Italian in the Italian territory are not represented: Italian dialects, for example, are totally absent in our corpus, and
only a few immigrant languages (5 out of around 140) are visible
with very few occurences (Chinese, Russian, Spanish, Romanian
and Albanian).
22
Results would have probably been different if we had included monolingual
shop names in languages other than Italian, as dialects are often used as expressive means or as trademarks of local authenticity.
23 See Backhaus (2008: 329) on these factors referred to the situation of Tokyo
2003, as witnesses of the change from a mainly monolingual to more multilingual city.
104
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LTO - Lingua e testi di oggi
The most popular languages on static signs are now English,
German and French: they are the languages of tourism, the same
that reflected the presence of foreign visitors in the past decades.
No longitudinal study is available on this subject, but a change in
prestige and diffusion is certainly related to English, which is now
either the only foreign language combined with (or at the place of)
Italian, or is in the first place when more than one foreign language
are used. Together with German and French it was always visible
in the Italian linguistic landscape, as witnessed by some signs on
Italian trains dating back to the Sixties of the last century, but its
position witnesses its different prestige and diffusion (see Picture
27): Italian used to be first, followed by French and German, while
English was generally in the last place. It is to be noted that until
the Sixties French was the only language taught in Italian schools,
flanked by English during the Seventies and Eighties and finally
replaced by English since the Nineties of the last century. This
reflects a national language policy that has emphasized the role
of English in education and in communication during the last 30
years. Completely different is the case of the autonomous bilingual
regions Alto Adige and Valle d’Aosta, where the use of German,
Ladin and French are even more strictly ruled and associated to
English in education and public communication.
Three main categories of adressees of multilingual signs have
been identified: tourists, immigrants and locals. In some cases the
language chosen, the kind of message and the location define the
target group with a certain degree of precision. The message in
Romanian printed on an informative sign of a long-distance bus
(Picture 23), where an extra sentence is added (“No complaints
will be accepted”) to complete the advice of checking the tickets
before the departure, is clearly addressed to immigrant travelling
from Italy to Romania, also considering that the Romanian immigrant community is the largest in Italy. In other cases locals, immigrants and tourists are all potential addressees, as demonstrated
by the messages in Italian, Romanian, Spanish, English, Chinese,
Albanian, Russian, French and Arabic in the Emergency Rooms of
local hospitals (Pictures 24 and 25). Luxury hotels and restaurants
use traditionally Italian and English (plus German and French) as
the guests either are native speakers of these languages or can use
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Pierangela Diadori
them as second languages. English is certainly the preferred choice, due to its growing role of lingua franca in the world. Impressive
is also the trend to use only English in certain private commercial
facilities, or the position of Italian at the end of a list of translations
in other languages, as if Italian addressees were not as relevant as
the foreign clients. The position of a language (either on top or at
the left of the material support) identifies both the sender and the
addressees of the message: this is clear in bilingual signs in Alto
Adige, where Italian is first when the sender is a national entity
(like “Poste italiane”: Picture 34) and where German is first when
the sender is a private or local German speaking entity (like the
grocer shop of Picture 32). Language and cultural clashes also are
witnessed by this apparently innocent or casual positioning.
The location of multilingual signs are also interesting as sites
of language contact, connection and exchange in Italian public
and private context. Most of the contexts considered in this survey
were open to all the three categories identified, although offices,
schools and hospitals are generally frequented more by residents
than by tourists. The residual cases of immigrant languages, together with Italian, were in fact found in these contexts. On the contrary, museums, hotels and restaurants were totally monopolized
by English and other tourist languages (German, French and Spanish, in this order). In the middle other public and private spaces,
where all these three categories circulate: streets, stations, means
of transport, bars and shops: here the presence of Italian together
with tourist and immigrant languages shows that public signage is
sensitive to communication needs and changes.
The analysis of the quality of translations of multilingual signs
show that often they reflect uneven exchanges at linguistic and cultural level. The authors of the messages often show a poor competence in the language used, as demonstrated by the mistakes that
are often displayed on the scripts, even when these are printed on a
museum plaque, on a street sign or on a notice in a private facility.
The image that each institution or commercial enterprise offers to
the addressees is highly influenced by the quality of these translations, with a positive or negative impact on local and national economy. But there is also the risk of misunderstanding which is particularly serious when the sign is giving orders or prohibitions related
106
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LTO - Lingua e testi di oggi
to personal safety (e.g. in stations or means of transport). The social
impact of signs and notices is therefore relevant, as a consequence
of the increasing mobility of people with different languages and
cultures on the territory. The risk of misunderstanding is certainly
to be avoided, but it is also important to offer adequate translations
in order to give a sense of reliability and harmony, that is particularly relevant for foreign passengers when travelling as tourists. As a
matter of fact the quality of services in transport as well as in other
contexts like museums, hospitals, offices, hotels and restaurants,
certainly also includes multilingual communication.
Which is the Italian identity that appears through multilingual
signage? Imagine of being one of the 60 million citizens living in
Italy, or one of the 50 million of tourists yearly moving through
Italy, or one of the 5 million resident immigrants. Most signage
that you will encounter, offering you information or addressing
you with prohibitions or orders, will be in more than one language, sometimes even in your mother tongue, but more often in a
language that you may have studied as a second language, often
accompanied by images that make the message clearer. Communication is essential and you will probably have no difficulty in decoding them. Sometimes you will note that the translations into your
mother tongue or other languages are not perfect, and this will
not have a good impact on your perception of the facility where
you are or of the community in general (“What kind of education
is offered in this country?” you may ask yourself). If you are an
Italian citizen you may be offended by the same observation, but
you may be even more irritated when you see that your language,
the national language, is not present in the sign, or relegated in the
last position of a list. If your mother tongue is an Italian dialect
or one of the minority languages of ancient settlements you may
note that these are not present as a rule in multilingual signs: your
bilingualism which includes your competence of Italian and other
languages, will guarantee that you will understand the message in
any case. If you are an immigrant of first generation and your Italian is not yet fluent, signs will take into consideration your difficulty and will include your language among the others, but only if
you are part of a large community: Chinese, Romanian, Albanian
therefore appear in certain contexts where your presence is most
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Pierangela Diadori
probable. Whatever you are, as an addressee, multilingual signage
will give you the idea that Italy is open to multiculturalism: 20
languages have been detected in SIGN-1-DATABASE, even without choosing to explore specific areas of high concentration of
residents speaking languages other than Italian.
But foreign languages in public signage are often used also
to create or manipulate perceptions, not only to overcome comprehension issues. The high number of English translations has
certainly not only the aim of making messages understandable for
the highest number of addressees, but also of giving the idea of
a modern, fashionable and up-to dated context, especially when
the location is a commercial enterprise. The English language may
therefore act as a means of inclusion, in countertrend against the
growing multiculturalism of Italian contemporary society, due to
its prestige, diffusion, widespread knowledge among tourists, local
Italians and immigrants. The increasing competence in English
among the younger generations will probably contribute to this
trend, which may result in a generalized bilingual signage, Italian/English, as it has been observed in Japan and more recently in
China, or may be reinforced by Augmented Reality (AR) Technology, with instant translation devices, wireless audio chips, virtual
reality pop ups etc. that may change a multilingual environment
into a monolingual one, according to the individual user.
But at the moment this is not yet the case, as both opposed
tendencies seem mirrored in multilingual signage: on one side, as
a proof of the intrinsic cultural variety of the Italian culture, on
the other side as an effect of the inter-comprehension needs of
a society where mobility and personal contacts are crucial for a
peaceful coexistence.
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IDOS – Dossier Statistico Immigrazione www.dossierimmigrazione.it.
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Appendix
www.signs.unistrasi.it
SIGNS is a research project of the Università per Stranieri di
Siena on Translation in multilingual signage in Italy, that aims at
investigating on the contexts where they are offered to the public,
on the languages they use and on the quality of the translations.
Please download the picture of a multilingual sign that you have
taken and answer to the following questions in order to help creating our database!
Write the complete address of the place where you have taken the
picture of a public sign (ex. Via Alessandro Volta, not Via Volta or Via
A. Volta). In the case of signs on public transport (train, metro, bus,
ship, airplane etc.) write the address of the station of departure.
DESCRIZIONE DELL’AVVISO
[ ] 1.1.Stazione
1.
CONT ESTO
In cui è stata
scattata la foto
(una sola risposta possibile)
[
[
[
[
[
[
[
] 1.1.1. Stazione di bus
] 1.1.2. Stazione di treni
] 1.1.3. Stazione di metro
] 1.1.4. Stazione di taxi
] 1.1.5. Porto
] 1.1.6. Aeroporto
] 1.1.7. ALTRO: ____
[ ] 1.2.Mezzo di [
trasporto
[
[
[
[
[
[
] 1.2.1. Bus
] 1.2.2. Treno
] 1.2.3. Metro
] 1.2.4. Taxi
] 1.2.5. Nave/Traghetto
] 1.2.6. Aereo
] 1.2.7. ALTRO:____
[ ] 1.3.Strada o [
parco
[
[
[
] 1.3.1. Strada del centro città
] 1.3.2. Strada di periferia
] 1.3.3. Parco
] 1.3.4. ALTRO: _____
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A ppendix
[ ] 1.4.Ufficio
[ ] 1.4.1. Ufficio postale
[ ] 1.4.2. Ufficio della polizia
[ ] 1.4.3. Ufficio di informazioni turistiche
[ ] 1.4.4. ALTRO: _____
[ ] 1.5.Ospedale
[
[
[
[
] 1.5.1. Ospedale ingresso
] 1.5.2. Pronto soccorso
] 1.5.3. Neonatologia
] 1.5.4. ALTRO: ____
[ ] 1.6.Scuola
[
[
[
[
[
[
[
[
] 1.6.1. Prima infanzia
] 1.6.2. Primaria
] 1.6.3. Secondaria di I grado
] 1.6.4. Secondaria di II grado
] 1.6.5. Università
] 1.6.6. Scuola Privata
] 1.6.7. CPIA
] 1.6.8. ALTRO: ____
1.7.Esercizio com- [
merciale
[
[
[
[
[
[
[
] 1.7.1. Ristorante
] 1.7.2. Bar
] 1.7.3. Hotel
] 1.7.4. Negozio
] 1.7.5. Centro commerciale
] 1.7.6. Stabilimento balneare
] 1.7.7. Stazione sciistica
] 1.7.8. ALTRO: ____
1.8.Museo
[
[
[
[
[
[
[
] 1.8.1. Arte moderna
] 1.8.2. Arte antica
] 1.8.3. Tecnologia
] 1.8.4. Cultura popolare
] 1.8.5. Sito archeologico
] 1.8.6. Museo all’aria aperta
] 1.8.5. ALTRO: ____
1.9.Luogo di culto
[
[
[
[
[
[
] 1.9.1. Chiesa
] 1.9.2. Monastero
] 1.9.3. Moschea
] 1.9.4. Sinagoga
] 1.9.5. Tempio
] 1.9.6. ALTRO: ____
1.10.
____
ALTRO:
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2.
LUOGO
In cui è stata scattata la
foto
NAZIONE: Italia
CITTA’
CAP
VIA (nome completo)
NUMERO CIVICO
DATA
(gg/mm/aa)
In cui è stata scattata la
foto
3.
FUNZIONE dell’avviso
(una sola risposta possibile)
[
[
[
[
] 3.1. Informare
] 3.2. Proibire
] 3.3. Invitare a fare
] 3.4. ALTRO: _____
[ ] 4.1. Solo messaggio verbale
4.
VERBALE E NON VERBALE [ ] 4.2. Messaggio verbale e imma(una sola risposta possibile)
gini
5.
[ ] 5.1. Italiano
LINGUE presenti nell’avviso [ ] 5.2. Inglese
(più risposte possibili)
[ ] 5.3. Tedesco
[ ] 5.4. Francese
[ ] 5.5. Spagnolo
[ ] 5.6. ALTRO: _____
6.
QUALITÀ
DELLE
TRADUZIONI
(più risposte possibili)
[ ] 6.1. Non ci sono errori di traduzione
[ ] 6.2. Nei testi tradotti ci sono
cancellazioni
[ ] 6.3. Nei testi tradotti ci sono
aggiunte
[ ] 6.4. Nei testi tradotti ci sono
errori di morfosintassi
[ ] 6.5. Nei testi tradotti ci sono
traduzioni errate a livello di lessico
[ ] 6.6. Nei testi tradotti ci sono traduzioni errate a livello pragmatico
[ ] 6.7. ALTRO: _____
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INVIO DEI CONTRIBUTI E NORME REDAZIONALI
La Rivista LTO è dotata di diversi organi adibiti ciascuno alla propria funzione:
- Direzione e Vicedirezione (D) – Quest’organo è responsabile della Rivista, della valutazione relativa alla scientificità dei contributi e delle recensioni, nonché della loro pertinenza rispetto al taglio della Rivista;
- Direzione Responsabile (R) – Quest’organo si occupa della responsabilità legale della pubblicazione ai fini giuridici ed è rappresentato da Cesati
Editore.
- Comitato Redazionale (CR) – Quest’organo provvede alla ricezione dei
contributi e ne avvia una prima lettura, in modo da attivarsi come filtro,
verificando che le norme editoriali siano rispettate scrupolosamente e che
i contributi rispettino le tematiche della Rivista;
- Comitato Scientifico (CS) – I membri del Comitato Scientifico possono
proporre contributi per la rivista e dare suggerimenti sui contributi selezionati dai comitati di Direzione e Vicedirezione. Possono inoltre essere
coinvolti come revisori anonimi dei contributi ammessi alla revisione.
Lingua dei contributi
I contributi potranno essere scritti in italiano o in inglese.
Lunghezza minima e massima dei contributi
Ogni contributo, compresa la bibliografia, dovrà avere una lunghezza minima di 20.000 caratteri (spazi inclusi) e una lunghezza massima di
25.000 caratteri (spazi inclusi). Non rientrano nel conteggio gli abstract
e le parole-chiave.
Per le recensioni (non soggette a referaggio) la lunghezza massima
consentita è di 7000 caratteri (spazi inclusi).
Abstract e parole chiave
Ogni contributo sarà preceduto da:
- Un abstract di massimo 250 parole in italiano e uno in inglese.
- Minimo 5 parole chiave in italiano e 5 in inglese.
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Norme redazionali
Le proposte per il numero della Rivista che esce nel mese di gennaio
devono essere inviate entro il 1 ottobre dell’anno precedente.
Le proposte per il numero della Rivista che esce nel mese di luglio
devono essere inviate entro il 1 aprile dello stesso anno.
I contributi vanno realizzati secondo le norme redazionali della Rivista LTO (vedi sotto).
L’autore dovrà inviare il proprio CV sintetico, di max 500 parole (con
indicazione di indirizzo, email e telefono) e la proposta di contributo (in
formato .doc e in formato .pdf) a questo indirizzo:
linguaetestidioggi@uninsubria.it
PROCEDURA DI VALUTAZIONE DEI CONTRIBUTI
Una volta ricevuto un contributo, entro i tempi stabiliti dalle call,
attraverso l’e-mail ufficiale della Rivista, la D lo invia al CR, che ne valuta
entro 15 giorni la pertinenza e l’appropriatezza linguistica. In caso di
approvazione da parte del CR, il contributo ritorna alla D, che lo invia a
due revisori, occultando il nome e i dati del/la proponente.
Entro 30 giorni dal ricevimento del contributo, due membri del
CS (o due esperti esterni), attraverso l’utilizzo della scheda di valutazione anonima, esprimono il proprio parere e forniscono eventualmente i
suggerimenti per la revisione. In caso di contraddizione fra i pareri dei
revisori, la D può valutare la richiesta di un ulteriore parere da parte
di un membro del CS (o di un esperto esterno), che ha a disposizione
ulteriori 20 giorni. Il contributo con le relative proposte per le modifiche è inviato nuovamente al/la proponente, che ha a disposizione 15
giorni per l’invio definitivo. Il tempo massimo per il responso definitivo sull’eventuale accettazione di un contributo sarà dunque di circa
due mesi e mezzo.
La decisione ultima e inequivocabile di pubblicazione di un contributo, così come la comunicazione di accettazione/rifiuto al/la proponente, infine, è di competenza esclusiva della D. Il contributo accettato passa
alla R, che redige una prima bozza valutativa, apporta le eventuali modifiche redazionali e lavora all’impaginato finale del fascicolo nei tempi
opportuni. La D invia la bozza a ogni proponente e concede 10 giorni di
tempo per apportare le eventuali modifiche; i contributi definitivi sono
successivamente inviati di nuovo alla R per l’ultima revisione.
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LTO - Lingua e testi di oggi
NORME REDAZIONALI
Il titolo centrale e in grassetto, Arial 14.
Sotto, senza rientro, segue il nome e il cognome dell’Autore/Autrice, con
l’affiliazione, Arial 11.
In nota segue l’indirizzo di posta elettronica dell’Autore/Autrice, Arial 9.
In caso di contributi a più mani, la nota dovrà contenere la distribuzione
dei paragrafi.
I titoli dei paragrafi sono in grassetto, Arial 12.
I titoli dei sottoparagrafi in corsivo, Arial 12.
Il corpo del testo è in Arial 12.
Fra il titolo del paragrafo/sottoparagrafo e il testo non ci sono righe vuote, mentre alla fine di ogni paragrafo ci sarà una riga vuota.
Nel testo si esclude l’uso del grassetto e del sottolineato.
Le parole straniere e i titoli di opere vanno in corsivo.
Le parole da evidenziare vanno fra virgolette alte (“ ”).
Il testo deve essere giustificato e non devono esserci spazi prima e dopo
i capoversi.
Non sono previsti rientri.
I grafici, le figure e le tabelle, sempre centrati, devono essere corredati da
una didascalia, posizionata al di sotto, in Arial 11 corsivo, centrato
(Fig.1 – Didascalia / Tab. 1 – Didascalia / Graf. 1 - Didascalia). I grafici
e le tabelle vanno numerati in ordine progressivo.
I numeri relativi alle note nel testo vanno prima dei segni di interpunzione.
Le note (Arial 9), a piè di pagina, devono essere sempre concluse con un
punto fermo.
Le citazioni devono rispettare le seguenti indicazioni:
Citazioni di parole o frasi di altri autori/autrici: “esempio esempio esempio” (Diadori 2015: 44).
Le citazioni più lunghe di 3 righe dovranno essere in corpo minore (Arial
10), precedute e seguite da una riga bianca e il testo dovrà rientrare
di un centimetro a destra e di uno a sinistra.
Le opere di tre autori nel testo si citano così: (Diadori, Palermo, Troncarelli 2015).
Le opere di più di tre autori nel testo si citano così: (De Mauro et al. 2001).
Più opere citate fra parentesi: (Nitti 2018; Della Corte 2005).
La bibliografia è strutturata come segue:
La bibliografia contiene tutti i contributi citati nel testo e si privilegia
l’indicazione breve della casa editrice (es.: Editrice La Scuola > La
Scuola), salvo in caso di ambiguità (es.: Editrice Salerno).
Tra una voce e l’altra non occorre inserire linee bianche o spazi.
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Norme redazionali
Edizioni critiche:
Aretino P., L’Orazia, a cura di Della Corte F., 2005, Editrice Salerno, Roma.
Monografie:
Diadori P., 2015, Insegnare italiano L2 a religiosi cattolici, Le Monnier, Milano.
Chomsky N. 1965, Aspects of the Theory of Syntax, MIT, Cambridge (MA).
Nel caso di edizioni successive alla prima, inserire fra parentesi quadre
la data di prima edizione, es.: Bettoni C., 2019 [I ed. 2001], Imparare
un’altra lingua, Laterza, Roma-Bari.
Articoli su rivista (sempre accompagnati dalle pagine):
Nitti P., 2018, “La fonologia applicata all’acquisizione dell’italiano come
lingua seconda. I risultati di una sperimentazione attraverso il metodo TPR”, Expressio vol. 2(1), pp. 41-61.
Articoli su rivista online (laddove possibile accompagnati dalle pagine):
Cacciari C., Padovani R., 2007, “Further evidence of gender stereotype
priming in language: Semantic facilitation and inhibition in Italian role nouns”, Applied Psycholinguistics vol. 28(2), pp. 277-293,
in
https://www.cambridge.org/core/journals/applied-psycholinguistics/article/further-evidence-of-gender-stereotype-priming-inlanguage-semantic-facilitation-and-inhibition-in-italian-role-nouns/
B663F2A03A7FCCFCF873F16E81A6643B
Capitoli di libri (sempre accompagnati dalle pagine):
Troncarelli D., 2016, “Nuovi e vecchi paradigmi nell’insegnamento delle
lingue e culture straniere in Rete”, in M. La Grassa, D. Troncarelli (a
cura di), Orientarsi in rete. Tecnologie digitali e didattica delle lingue,
Becarelli, Siena, pp. 42-60.
Snell-Hornby M., 1999, “The ‘Ultimate Confort’: Word, Text and the
Translation of Tourist Brochures”, in G. Anderman, M. Rogers,
(eds.), Word, Text, Translation. A Liber Amicorum for Peter Newmark,
Multilingual Matters, Clevedon, pp. 95–103.
Per la sitografia è necessario inserire il nome della pagina, il collegamento URL e la data di ultima consultazione:
Atlante Linguistico Italiano - http://www.atlantelinguistico.it/ (ultima
consultazione 18/06/2019)
Le opere letterarie, i manuali scolastici e gli altri riferimenti non riconducibili
immediatamente a contributi di carattere scientifico devono essere inseriti dopo la bibliografia e la sitografia, sotto la voce “altri riferimenti”.
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2020
presso Area Grafica 47 srls – Città di Castello (PG)
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