Ambiente e salute
Lotta alle zanzare nelle area urbane
Pietro Massimiliano Bianco*
Roberto Ronchetti**
*ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
**Prof. Em. di Pediatria, Università “la Sapienza di Roma”, presidente ISDE Lazio
Per corrispondenza:
pietro.bianco@isprambiente.it,
roberto.ronchetti@uniroma1.it
L’Italia è il più grande consumatore di
insetticidi in Europa. Uno dei motivi di
questo massiccio uso di sostanze particolarmente tossiche è la lotta che da
vari anni si va conducendo contro le
zanzare in quanto possibili vettori di
malattie epidemiche di origine tropicale: tuttavia i fatti dimostrano che attualmente in Italia non vi sono le condizioni
per lo sviluppo di epidemie virali.
Di fatto in tutti i paesi in cui le citate
malattie sono endemiche o epidemiche
si è dimostrato che le intense
campagne contro le zanzare che ivi
hanno il signiicato di difesa vitale per
le popolazioni, mai hanno raggiunto
l’obiettivo si sterminare gli insetti ma
hanno piuttosto inito per favorire
gli insetti contro cui erano rivolte,
distruggendo i “predatori di insetti e
favorendo la sopravvivenza di ceppi
resistenti a qualsiasi prodotto.
Le recenti linee dell’Unione Europea
tendono a favorire nella lotta agli
organismi eventualmente “considerati
nocivi” metodi di lotta “integrata”
condotta cioè con l’uso contemporaneo
di mezzi diversi così da ridurre per
quanto possibile l’impatto ambientale
di ciascuno di essi sia in agricoltura che
nelle aree urbane.
Nel paragrafo 4 dell’allegato III “Principi generali di difesa integrata” della Direttiva 2009/128/CEI si dichiara che “ai
metodi chimici devono essere preferiti
metodi biologici sostenibili, mezzi isici
ed altri metodi non chimici per ottenere
un adeguato controllo degli organismi
nocivi”. Nell’art. Art. 3-quater n. 152 del
I. Istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini
dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi
28
Il Cesalpino 40/2015 · Ambiente e salute
decreto legislativo del 3 aprile 2006II,
“Norme in materia ambientale” si legge che l´attività della pubblica amministrazione, nell´ambito della scelta tra
interessi pubblici e privati connotata
da discrezionalità, deve dare prioritaria
considerazione alla tutela ambientale.
Seguendo queste linee il Piano di Azione Nazionale dei PesticidiIII del Ministero dell’Ambiente, entrato in vigore nel
febbraio del 2014, impone misure speciiche da adottare nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili, come parchi e giardini pubblici,
campi sportivi, aree ricreative, cortili e
aree verdi delle scuole o con esse coninanti. In particolare in queste aree è
espressamente vietato l’utilizzo di pesticidi pericolosi per la salute pubblica.
Occorre purtroppo costatare che
l’azione di molti Enti Locali è ben
lungi dal seguire queste disposizioni
volte a contenere la contaminazione
conseguente
alle
incessanti
disinfestazioni: di fatto quasi tutti i
Comuni Italiani (ci sono fortunatamente
varie eccezioni) consentono in questa
guerra contro gli organismi molesti
l’uso sistematico ed aprioristico di
II. Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme
in materia ambientale” pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006 - Supplemento
Ordinario n. 96. http://www.camera.it/parlam/leggi/
deleghe/06152dl.htm
III. Decreto 22 gennaio 2014 (pdf, 1.801 MB):
“Adozione del Piano di azione nazionale per
l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi
dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012,
n. 150 recante: «Attuazione della direttiva 2009/128/
CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria
ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi»”.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 1202-2014. Vedi: http://www.minambiente.it/pagina/
piano-dazione-nazionale-sulluso-sostenibile-deipesticidi#sthash.mQwPp3pl.dpuf
Ambiente e salute
sostanze sintetiche contaminanti senza programmare
gli interventi solo dove necessari o ipotizzando
pratiche alternative di lotta integrata. Ancora meno
sono i Comuni che hanno avviato adeguate campagne
di informazione ed educazione dei cittadini. Mancando
regole specifiche non sono adeguatamente valutate le
possibili sinergie tra le sostanze irrorate e altri
inquinanti già presenti nell’ambiente, rendendo
così possibili conseguenze mediche ben più nefaste
delle malattie che s’intendono prevenire.
■ Cultura della prevenzione e zanzare
La cultura della prevenzione assume, nel caso della lotta alle zanzare, connotati inquietanti. Le irrorazioni di
insetticidi per la lotta alle zanzare e ad altri organismi
molesti sono “giustiicate” nelle Ordinanze comunali dal
rischio epidemiologico riguardante Dengue eChikungunya (trasmesse da zanzare del genere Aedes) e West
Nile Virus (trasmesso da Culex).
Tal giustiicazioni non hanno valore in quanto,
attualmente, pur in presenza di stabili popolazioni di
zanzare in grado di trasmettere virus e pur essendo questi
importati in quantità massiccia da turisti con viremia,
mancano nelle nostre aree geograiche le condizioni
ambientali che consentano ad un agente patogeno virale
di diffondersi e di infettare eficacemente l’ospite-uomo
come abbondantemente avviene nelle aree con clima
tropicale Pertanto il veriicarsi di rari casi di Dengue e
Chikungunya nell’Europa Occidentale, non è, almeno per
il momento, un pericolo reale. Aedes aegypti, il vettore
della Dengue, è assente in Italia
Ciò non toglie importanza ai cambiamenti climatici:
negli ultimi 20-30 anni si è veriicato in Italia un aumento di un grado centigrado nella temperatura media,
e, come tutti sanno, c’è una minacciosa tendenza a ben
più gravi modiicazioni verso l’alto. È perciò quanto mai
necessaria una rilessione approfondita sulla pianiicazione strategica di misure non tese semplicisticamente
soltanto ad eliminare al momento attuale un “fastidio”
alla popolazione ma che tengano conto del fatto che
irrorando insetticidi oggi si creano insetti resistenti che
non saremo in grado di combattere nel deprecato caso
di epidemie future.
■ I danni ambientali della lotta adulticida
È opportuno ricordare che la contaminazione derivante
dalle attività di disinfestazione con insetticidi effettuate
da molti Comuni si aggiunge ad una situazione già grave
dal punto di vista ambientale perché l’Italia importatrice record di insetticidi in Europa, detiene nel Continente
anche il primato nella importazione di pesticidi impiegati in agricoltura (in kg per ettaro coltivato importiamo cinque-dieci volte più pesticidi dei maggiori paesi
Europei). Tutto ciò a livello nazionale si concretizza nel
fatto che nel 55% dei punti di monitoraggio delle acque
supericiali si ritrovano insetticidi/pesticidi, nel 34% dei
casi con concentrazioni superiori ai limiti ammissibili
per l’acqua potabile. Similmente le acque sotterranee
sono contaminate nel 31,8% dei punti di monitoraggio,
il 9,5% sopra ai limiti dell’acqua potabile1.
Gli insetticidi attualmente maggiormente utilizzati in
ambito urbano per la lotta adulticida sono i piretroidi
come si ricava dall’analisi dei capitolati, delle ordinanza
e delle linee guida della maggior parte dei Comuni e
delle Regioni. Ad esempio nei capitolati d’appalto dei
comuni di BergamoIV, BrindisiV, MilanoVI è autorizzata la
dispersione di queste sostanze anche nelle aree verdi
sia artiiciali che naturali.
■ I piretroidi alterano gravemente le comunità faunistiche e la diversità vegetale.
Queste sostanze agiscono sul sistema nervoso
inibendo l’acetilcolinesterasi. enzima che, bloccando
la degradazione dell’acetilcolina, determina gravi
alterazioni delle connessioni interneuronali. Poiché
i piretroidi si accumulano nei tessuti (specie in quelli
adiposi) essi espletano numerosi effetti tossici e di
interferenza endocrina2,3,4. I piretroidi provocano gravi
effetti ambientali: uccidono con grande eficacia gli
insetti non solo le zanzare ma anche quelli utili come le
api: nel progetto Beenet di monitoraggio nazionale delle
api, curato dalla Rete Rurale Nazionale (http://www.
reterurale.it/api) è stata trovata una forte coincidenza
tra presenza di piretroidi nell’ambiente circostante
e fenomeni di spopolamento degli alveari. Questi
insetticidi sono anche molto tossici per uccelli, pesci e
causano malformazioni negli anibi. Nei territori urbani
queste azioni provocano la scomparsa dei predatori
di insetti cosa assai controproducente: in generale è
comune nozione zoologica che la perdita di biodiversità
è evento favorevole a importanti proliferazioni di insetti.
Se si aggiunge a questo quadro di tossicità il dato che
diversi piretroidi possono persistere nell’ambiente anche per vari mesi, specie se deposti su substrati acidi, è
evidente che queste sostanze dovrebbero essere abolite
negli abitati e comunque in nessun caso impiegate senza un appropriata analisi chimica dei contesti.
La lotta adulticida è quindi decisamente da sconsigliare.
■ La lotta alle zanzare condotta mediante
sostanze sintetiche ad azione larvicida
Nella lotta alle zanzare condotta con sostanze come i
piretroidi, che vengono deiniti adulticidi, si può colpire
tra il 25 e il 30% della popolazione infestante, mentre è
stato riportato che con l’impiego di prodotti “larvicidi”, in
I V. h t t p : // w w w. c o m u n e . b e r g a m o . i t / u p l o a d / b e r g a m o _ e c m 8 /
o r d i n a n z e / 2 014 -151% 2 0 -% 2 0 % 2 0 O r d i n a n z a% 2 0 z a n z a r a% 2 0
tigre_12849_7363.pdf
V. h t t p : / / w w w. c o m u n e . b r i n d i s i . i t / w e b / i m a g e s / d o c u m e n t i /
gareappalti/537146839E/disciplinare_disinfestazione.pdf
VI.http://mediagallery.comune.milano.it/cdm/objects/changeme:36063/
datastreams/dataStream10440740956605941/content
Il Cesalpino 40/2015 · Ambiente e salute
29
Ambiente e salute
condizioni ottimali ed al primo intervento, si può giungere ad eliminare anche l’85% di una popolazione di
insetti5,6. La lotta larvicida viene presentata come “ecocompatibile” perché dovrebbe distruggere le zanzare
senza danneggiare l’ambiente e i suoi abitanti.
L’azione larvicida può essere condotta mediante sostanze
sintetiche oppure mediante organismi viventi.
Tra le sostanze sintetiche è molto utilizzato il
Pyriproxifen, un “regolatore di crescita” che arresta la
metamorfosi disturbando la embriogenesi e lo sviluppo
larvale. Il largo uso di questo prodotto non appare
oggi giustiicato per vari motivi. Innanzi tutto è assai
persistente nell’ambiente in cui è immesso ove esplica
una azione indesiderata su insetti “non-target”. Inoltre
quando deluisce in qualsivoglia bacino idrico inluenza
negativamente il ciclo riproduttivo di piccoli crostacei
molto importanti nelle catene alimentari acquatiche.
Altra sostanza sintetica largamente utilizzata nelle lotte
larvicide condotte dai Comuni italiani è il Dilubenzuron
composto in grado di inibire l’enzima chitina-sintetasi,
così impedendo la deposizione della chitina durante la
muta. Le forme adulte che riescono a sopravvivere, sono
sterili e non in grado di fecondare o deporre le uova.
Alle dosi impiegate per controllare le larve di
zanzara anche il Dilubenzuron, come il composto
precedentemente citato, interferisce con la riproduzione,
crescita e sopravvivenza di piccoli invertebrati acquatici7.
Nel 1998 l’Agenzia Europea per la Valutazione dei Prodotti Medicinali ha identiicatola presenza nei salmoni
esposti di un metabolita del Dilurobenzon (il “PCA”), che
è un probabile agente cancerogeno per i mammiferi7,8,9.
■ La lotta alle zanzare condotta mediante
organismi (batteri) ad azione larvicida
Come conseguenza delle nuove direttiva Europee
sull’uso sostenibile dei itofarmaci, sono stati proposti sul
mercato vari prodotti contenenti Bacillus thuringiensis
var. israelensis (B.t.i.), batterio che secondo i produttori è
in grado di ridurre signiicativamente e selettivamente
le larve di zanzara senza interferire con altre specie di
insetti. Pertanto il B.t.i. è stato nelle fasi iniziali del suo
impiego considerato la panacea per la lotta biologica
alle zanzare: è risultato tuttavia nelle fasi successive
che alcuni ceppi sono in grado provocare nei mammiferi
sindromi diarroiche emorragiche, dermatiti e allergie
varie: ciò dipende dal fatto che il B.t.i. è molto simile
al Bacillus cereus e diversi studi lo ritengono una specie
non chiaramente distinguibile da quest’ultimo10,11 del
quale in circostanze determinate riproduce l’azione
patogena: ciò è facilitato dal fatto che le spore di B.t.
possono sopravvivere più di un anno nel suolo dove
vanno incontro a modiicazioni c he l e r endono capaci
di produrre metaboliti con attività antifungina o in
grado di uccidere mosche grilli, ma anche farfalle e
api, importanti nella impollinazione delle piante. Bt
modificati possono alterare la popolazione microbica
del suolo, inluenzando sia la biodiversità che le stesse
30
Il Cesalpino 40/2015 · Ambiente e salute
rese agricole.
Per queste ragioni, in base al principio di precauzione,
il B.t.i. andrebbe impiegato soltanto in spazi circoscritti,
non comunicanti con acque aperte e non prossimi ad
habitat naturali.
Purtroppo nella maggior parte delle Ordinanze comunali
e delle linee guida regionali, non sono espressamente
“ordinate” questo tipo di precauzioni, ovviamente
perché si continua a considerare innocuo questo
batterio nonostante le più recenti pubblicazioni non lo
considerino tale.
Anche l’eficacia l ervicida d el prodotto commerciale è
andata progressivamente diminuendo per la comparsa
in varie specie di zanzare di resistenza12,13 specialmente
nei confronti di ceppi di B.t.i. che hanno proliferato a
lungo nell’ambiente e nei confronti di larve di zanzare
che sono state esposte a vari tipi di pesticidi come
l’usatissimo e pericoloso glifosato ma anche apermetrina,
imidacloprid e propoxur14,15,16,17,18.
■ La “ lotta alle zanzare” ecocompatibile
Una vasta pubblicistica (articoli, depliant, relazioni di
enti pubblici o di congressi) descrive una miriade di rimedi “naturali” che sfruttando le preferenze o le repulsioni delle zanzare, le attirano in trappole o le tengono
lontane: si tratta di rimedi empirici variamente eficaci,
ma che nel complesso rappresentano una difesa importante. Ma essenziale è il fatto che, se non si vuole essere
punti per semplici motivi edonistici (evitare un grosso
fastidio), è fondamentale un pertinente comportamento personale: abbigliamento, uso di opportune essenze,
protezione delle inestre e delle terrazze, del letto, eccetera, in funzione delle proprie esigenze e delle caratteristiche della zona di residenza.
La zanzara tigre è in grado di completare rapidamente
il suo ciclo larvale e usufruisce nelle aree urbane ove
sono assenti i suoi predatori, di habitat artiiciali quali:
vasi e sottovasi ripieni d’acqua per almeno una settimana, contenitori per raccolta temporanea dell’acqua
nei giardini; contenitori abbandonati (lattine, vasi,
secchi, bidoni), pneumatici abbandonati o stoccati
all’aperto con acqua al loro interno, vasche e fontane,
raccolte d’acqua nelle grondaie.
Per ridurre l’infestazione bisogna quindi intervenire in
questi ambienti e ricordare che queste zanzare si spostano solamente di poche centinaia di metri dal luogo
di nascita.
Dispositivi meccanici che si sono rivelati eficaci, ma
poco utilizzati dai Comuni nonostante intervengano
in uno dei maggiori focolai potenziali quali i tombini,
sono le caditoie munite di dispositivi che permettono
il passaggio di acqua e detriti richiudendosi al termine
del delusso e impedendo alle zanzare di raggiungere
l’acqua stagnante per la deposizione delle uova. Questa
procedura è risultata abbastanza eficace perché evita
sia l’ingresso che l’uscita degli insetti19.
Ambiente e salute
Anche le ovi-trappole, contenitori con acqua disposte
strategicamente
nelle
abitazioni, se
svuotate
regolarmente, sono in grado di intercettare gran parte
delle deposizioni di zanzara tigre.
Nelle grandi città è necessario favorire i grandi “predatori di zanzare” la cui diminuzione è direttamente riferibile all’uso di pesticidi. E’ interessante rilevare che
nelle regioni in cui i consumi di pesticidi è più elevato
(le regioni del Nord Italia) la presenza di rondini, uccelli migratori e quindi dificili da proteggere, ha subito il
calo più alto: 60-70% in meno rispetto al 200020. Anche i
pipistrelli, ottimi predatori di zanzare, sono quasi scomparsi dalle aree urbane nonostante volenterosi tentativi
di richiamarli21.
Il controllo larvale è favorito anche dalla riduzione dell’inquinamento di laghi, iumi e canali cosa che favorisce la
presenza di eficienti predatori quali libellule, pesci e anibi
le zanzare. Nelle zone umide con adeguate popolazioni di
questi animali le zanzare sono molto are22.
■ La “lotta alle zanzare” mediante misure
applicate alla propria persona ed al proprio
ambiente
A livello personale è importante prediligere abiti di
colore chiaro (il giallo, in particolare, è il più repellente
per le zanzare) ed evitare i profumi, le lacche e le creme,
eventualmente sostituendo i prodotti abituali con altri a
base di piante repellenti.
L’estratto di Ledum palustre, è un rimedio omeopatico
che, come il lievito di birra, se assunto per bocca
conferisce alla pelle un odore sgradevole per le zanzare
ma assolutamente impercettibile per il nostro odorato.
Il DEET è una sostanza di sintesi sinora ritenuta assai
eficace per proteggersi dalle punture delle zanzare tigre
ma secondo recenti studi può avere effetti tossici. Una
repellenza di gran lunga superiore a quella del DEET può
essere ottenuta a parità di concentrazione con oli essenziali
ricavati da Coriandolo (Coriandrum sativum), Ruta d’Aleppo
(Ruta chalepensis) e Hyptis suaveolens23,24,25. Anche l’olio di
Neem se spalmato sulla pelle si è rivelato molto eficace e
privo di effetti collaterali26, come pure gli oli di citronella,
geranio, cedro, prezzemolo, menta, lavanda, pino,
rosmarino, basilico, timo, aglio, menta piperita, ecc..
Queste piante possono anche essere utilizzate per la
creazione di barriere verdi nei giardini pubblici e privati e
nei balconi.
■ Conclusioni
Le zanzare, fortunatamente, non rappresentano oggi in
Italia un problema sanitario.
Pertanto la crociata della “lotta alle zanzare”condotta
energicamente in tutto il Paese mediante pressanti
Ordinanze dei Sindaci non ha inalità mediche ma
è tutt’al più un tentativo di ridurre il “fastidio” alla
popolazione: ciò può essere in larga misura ottenuto con
l’allontanamento dell’insetto dalle aree antropizzate,
cosa che si persegue eliminando o coprendo i luoghi
adatti alla deposizione delle uova, fondamentalmente
le raccolte di acqua stagnante.
Un discorso completamente diverso è quello di
una “lotta alle zanzare” condotta, come si fa da molti
anni in Italia, irrorando condomini e abitazioni private
nonché aree pubbliche le più diverse con quantità
rilevanti di prodotti chimici o biologici che sono,
come abbiamo brevemente illustrato, mai privi di
importanti effetti negativi sulla salute umana e
sull’intero ecosistema. Si fa questo agitando lo spettro
della potenziale trasmissione di malattie da parte
delle zanzare e si attuano, ora ed in maniera
massiccia, misure da applicare solo in presenza di
reali epidemie, che nelle altre Nazioni Europee non
vengono applicate affatto o con tutt’atra,
più
meditata, modalità e che pertanto sono inutilmente
contaminanti e fortemente costose.
Su questa tematica sono assolutamente necessarie
campagne di informazione dei cittadini che devono,
dopo essere stati adeguatamente informati, condividere,
oppure no, le azioni proposte dalle “ordinanze” dei
Sindaci.
E compito delle associazioni ecologiste promuovere
orga-nizzare e rendere possibili tali campagne di
informazione.
Bibliograia
1.
ISPRA, 2014. Rapporto Nazionale pesticidi nelle acque – Dati 20112012. Edizione 2014. ISPRA, Rapporti, 208/2014.
2.
Ray D.E., Fry J.R., 2006. A reassessment of the neurotoxicity of
pyrethroid insecticides. Pharmacology& Therapeutics, 111(1): 17493.
3.
Shelton J.F., Geraghty M.E., Tancredi D.J., Delwiche L.D., Schmidt R.J.,
Ritz B., Hansen R.L., Hertz-Picciotto I., 2014. Neurodevelopmental
Disorders and Prenatal Residential Proximity to Agricultural Pesticides: The CHARGE Study. Environmental Health Perspectives,
122(10):1103-1110.
4.
Sinha C., Agrawal A.K., Islam F., Seth K., Chaturvedi R.K., Shukla
S., Seth P.K., 2003. Mosquito repellent (pyrethroid-based) induced
dysfunction of blood–brain barrier permeability in developing brain.
International Journal of Developmental Neuroscience, 22: 31–37.
5.
Invest J.F., Lucas J.R., 2008. Pyriproxyfen as a mosquito larvicide. In:
Robinson W.H.,Bajomi D. (eds). Proceedings of the Sixth International Conference on Urban Pests, Printed by OOK-Press Kft., H-8200
Veszprém, Pápaiút 37/a, Hungary
6.
Seccacini E., Lucia A., Harburguer L., Zerba E., Licastro S., Masuh H.,
2008. Effectiveness of Pyriproxyfen and Dilubenzuron formulations
as larvicides against Aedesa egypti. Journal of the American Mosquito Control Association, 24(3):398–403.
7.
EPA (U.S. Environmental Protection Agency), 1997. R.E.D. Facts: Dilubenzuron. Prevention, Pesticides and Toxic Substances. 738-F-97008.
8.
PPDB, 2013. Pesticide Properties DataBase: dilubenzuron (Ref: OMS
1804). http://sitem.herts.ac.uk/aeru/footprint/es/Reports/234.htm
9.
Rowland J., 2006. Chemicals Evaluated for Carcinogenic Potential .
Ofice of Pesticide Programs, USEPA.
10. Damgaard P.H., 1996. Diarrhoeal enterotoxin production by strains of
Bacillus thuringiensis isolated fromcommercial Bacillus thuringiensis-based insecticides. FEMS Immunology and Medical Microbiology,
12:245-250.
11. Yamada S., Ohashi E., Agata N., Venkateswaran K., 1999. Cloning and
nucleotide sequence analysis ofgyrB of Bacillus cereus, B. thurin-
Il Cesalpino 40/2015 · Ambiente e salute
31
Ambiente e salute
giensis, B. mycoidesand B. anthracis and their application to the detection of B. cereus in rice. Applied and Environmental Microbiology,
65: 1483-1490.
12. Tabashnik B.E., Brévault T., Carrière Y., 2013. Insect resistance to Bt
crops: lessons from the irst billion acres.Nature Biotechnology, 31:
510–521.
24. Conti B., Leonardi M., Pistelli L., Profeti R., Ouerghemmi I., G. Benelli,2013. Larvicidal and repellent activity of essential oils from wild
and cultivated Rutachalepensis L. (Rutaceae) against AedesalbopictusSkuse (Diptera: Culicidae), an arbovirus vector.Parasitology Research,112(3):991-999.
13. Paris M., Tetreau G., Laurent F., Lelu M., Despres L., David J.P.,. 2011.
Persistence of Bacillus thuringiensis israelensis (Bti) in the environment induces resistance to multiple Bti toxins in mosquitoes.
Pest Management Science, 67(1):122-8.
25. Conti B., Benelli G., Flamini G., Cioni P.L., Profeti R.,Ceccarini L.,
Macchia M., Canale A., 2012. Larvicidal and repellent activity of
Hyptissuaveolens(Lamiaceae) essential oil against the mosquito
AedesalbopictusSkuse (Diptera: Culicidae). Parasitol Res, 110:2013–
2021.
14. Bara J.J., Montgomery A., Muturi E.J., 2014. Sublethal effects of atrazine and glyphosate on life history traits of Aedesaegypti and Aedesalbopictus (Diptera: Culicidae). Parasitol Research, 113:2879–2886.
26. Dua V.K., Nagpal B.N., Sharma V.P., 1995. Repellent action of neem
cream against mosquitoes. Indian Journal of Malariology, 32(2):4753.
15. Boyer S., Serandour J., Lemperiere G., Raveton M., Ravanel P., 2006.
Doherbicide treatments reduce the sensitivity of mosquito larvae
toinsecticides? Chemosphere, 65:721–724.
Citazioni normative e legislative
16. Poupardin R., Reynaud S., Strode C., Ranson H., Vontas J., David J.P.,
2008. Cross-induction of detoxiication genes by environmental
xenobioticsand insecticides in the mosquito Aedesaegypti: impact
onlarval tolerance to chemical insecticides. Insect Biochemistry and
Molecular Biology, 38:540–551
•
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia
ambientale”. Gazzetta Uficiale n. 88 del 14 aprile 2006,Suppl.
Ordinario
n.
96.
http://www.camera.it/parlam/leggi/
deleghe/06152dl.htm
•
Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consigliodel
21 ottobre 2009che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai
ini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. http://www.isprambiente.
gov.it/iles/sostanze-pericolose/dir-2009-128-uso-sostenibile.pdf
•
Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente
e per un’aria piu’ pulita in Europa”. Gazzetta Uficiale n.216 del
15-9-2010,Suppl. Ordinario n. 217.http://www.camera.it/parlam/
leggi/deleghe/10155dl.htm
•
Decreto 22 gennaio 2014 (pdf, 1.801 MB): Adozione del Piano di
azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti itosanitari, ai
sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150
recante: «Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un
quadro per l’azione comunitaria ai ini dell’utilizzo sostenibile dei
pesticidi»”. PubblicatosullaGazzettaUficiale n. 35 del 12-02-2014.
http://www.minambiente.it/pagina/piano-dazione-nazionale-sulluso-sostenibile-dei-pesticidi#sthash.mQwPp3pl.dpuf
17. Riaz M.A., Poupardin R., Reynaud S., Strode C., Ranson H., David J.P.,
2009. Impact of glyphosate and benzo[a]pyrene on the tolerance of
mosquitolarvae to chemical insecticides. Role of detoxiication genes inresponse to xenobiotics. Aquatic Toxicology, 93:61–69
18. David J.P., Coissac E., Melodelima C., Poupardin R., Riaz M.A., ChandorProustA., Reynaud S., 2010 Transcriptome response to pollutantsand insecticides in the dengue vector Aedesaegypti using nextgenerationsequencing technology. BMC Genomics, 11:216-227
19. Furlan M., 2005. Valutazione dell’eficacia di contenimento delle
zanzare del “Dispositivo per la limitazione della proliferazione delle
zanzare della ditta Sistemambiente s.r.l. di Padova. Università degli
Studi di Padova, Dipartimento di agronomia ambientale e di produzioni vegetali.
http://www.sistemambiente.eu/prodotto/sperimentazioni.
20. Buoninconti F., Fornaro G.A., Lucchini C., 2015. I pesticidi allontanano le rondini dall’Italia. Galileo, 26 maggio 2015. http://www.galileonet.it/2015/05/cosi-i-pesticidi-allontanano-le-rondini-dallitalia/
21. Agnelli P., Bambi S., Dondini G., 2009. Un pipistrello per amico. Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, UNICOOP Firenze.
22. Carver S., Spafford H., Storey A., Weinstein P., 2010. The Roles of Predators, Competitors, and secondary Salinization in Structuring Mosquito (Diptera: Culicidae) Assemblages in Ephemeral Water Bodies
of the Wheatbelt of Western Australia. EnvironmentalEntomology,
39(3):798-810.
23. Benelli G., Flamini G., Fiore G., Cioni P.L., Conti B., 2013. Larvicidal
and repellent activity of the essential oil of Coriandrumsativum L.
(Apiaceae) fruits against the ilariasis vector AedesalbopictusSkuse
(Diptera: Culicidae). Parasitol Res., 112:1155–1161
32
Il Cesalpino 40/2015 · Ambiente e salute
Siti citati e consigliati
•
ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale:
http://www.isprambiente.gov.it
•
Rete Rurale Nazionale http://www.reterurale.it
•
Agenzia Europea per l’Ambiente: http://www.eea.europa.eu
•
Sito del CNR sulle zanzare: http://www.infozanzare.it
•
Sito d’informazione sulle zanzare della Regione Emilia Romagna:
http://www.zanzaratigreonline.it