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UNPLUGGED ITALY/FULL BOOK

UNPLUGGED ITALY is a collection illustrating the works and research of eight young Italian architecture firms who, in spite of the quality of their production, have never been the object of trade publications in Italy. All the selected firms are small companies, led by architects of less than 50 years of age and comprehensively representing Italy’s geographical and cultural landscape: from Studiometrico, Studioazero/Transit and Made Associati in northern Italy to Mduarchitetti and 2A+P/A in central Italy, Fgp St.udio e Sdgr Studio in the southern Campania region, and finally the deep South with Aion in Siracusa.

a cura di Gennaro Postiglione MADE ASSOCIATI TREVISO STUDIOAZERO / TRANSIT BRESCIA / MILANO STUDIOMETRICO MILANO MDU ARCHITETTI PRATO 2A+P/A ROMA SDGR STUDIO CASERTA FGP ST.UDIO NAPOLI AION SIRACUSA ISBN 978-88-6242-022-8 Prima edizione Giugno 2010 © 2010, LetteraVentidue Edizioni © 2010, Gennaro Postiglione © of the works, their authors © of the texts, their authors © of the photographs, their authors All right reserved / Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. Le traduzioni dei testi relative agli studi AION, MDU, STUDIOMETRICO ed SDGR sono state curate da Eleonora Crucianelli; quelle relative ad i testi introduttivi sono state curate da Mauryn Martinez. Book design: Paolo Tringali e Francesco Trovato (Officina22.com) LetteraVentidue Edizioni S.r.l. www.letteraventidue.com Via Luigi Spagna, 50 L 96100 Siracusa, Italy Promoted by / Promosso da Italian Cultural Institute Curator / Curatore Gennaro Postiglione Partners / Partners The National Museum of Art, Architecture and Design (venue for 26.03 and 28.05) AHO-School of Architecture and Design (venue for 16.04) Exhibition / Mostra Erika Borsa Alice Labadini with / con AHO students Moderators / Moderatori 26.03: Anniina Koivu 16.04: Matteo Poli 28.05: Luigi Spinelli Discussants / Discussants 26.03: Ulf Groenvold 16.04: Neven Fucks 28.05: Karl-Otto Ellefsen Exhibition / Mostra 14-26 Aprile 2009 Galleria AHO The Italian Cultural Institute in Oslo gladly supports the project ”Unplugged Italy – Italian Architecture in Oslo” promoted by Professor Gennaro Postiglione from DPA-Politecnico di Milano. The initiative is an important example of intercultural dialogue on contemporary architecture in Norway and Italy, where the two realities are compared with each other. The Italian Cultural Institute expresses its heartfull thanks to Professor Postiglione, as well as to the National Museum of Art, Architecture and Design and the Oslo School of Architecture and Design for their cooperation, which made it possible to organize this important event. The Italian Cultural Institute in Oslo L’Istituto Italiano di Cultura di Oslo ha sostenuto con orgoglio il progetto “Unplugged Italy – Architettura italiana ad Oslo” promossa dal Professor Gennaro Postiglione del DPA-Politecnico di Milano. L’iniziativa è un importante esempio di dialogo interculturale tra Norvegia e Italia sull’architettura contemporanea delle giovani generazioni. L’Istituto Italiano di Cultura di Oslo esprime inoltre la propria gratitudine e i propri ringraziamenti al Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design e alla Scuola di Architettura e Design di Oslo per la loro cooperazione che ha reso possibile organizzare questo importante evento. INDEX 9 INTRODUCTION Gennaro Postiglione 13 BIG TROUBLES IN LITTLE ITALY 25 TRACES OF AN ALMOST INVISIBLE ITALY 30 2A+P/A 60 AION 90 MADE ASSOCIATI 120 MDU ARCHITETTI 32 42 50 62 70 82 92 102 112 122 132 142 Marco Biraghi Gennaro Postiglione LUGAR ESPECÍFICO ELEPHANT A DIAMOND IS FOREVER CONTINUOUS LAMINAE ARTIFICIAL BIOTIC CORRIDORS CATERPILLAR EARTH AND WATER IMPROVEMENTS IN THE UTILIZATION OF THE LANDSLIDE SITE AT VAJONT MASTERPLAN 4xQTV NEW THEATER MONTALTO DI CASTRO BETILE MUSEUM EUROPAN VII 150 FGP ST.UDIO 180 SDGR STUDIO 210 STUDIOMETRICO 240 STUDIOAZERO | TRANSIT 152 162 170 182 190 200 212 226 236 242 254 266 MELITO STATION AND CORRELATED SPACES IMMACULATE CONCEPTION CHURCH LA BIRRERIA WOODEN FLOORS HOUSE INFO POINT MATESE PARK BASED AND BLADE UNIVERSITY CENTER BASTARD STORE ATELIER YAN PEI MING BAM THE RESTORATION OF THE ENTRANCE TO SANT’EUFEMIA (studioazero) CULTURAL AND POLYVALENT CENTER (studioazero) THE ENVIRONMENTAL RIQUALIFICATION THE CORNA ROSSA QUARRY (transit) INTRODUCTION Gennaro Postiglione UNPLUGGED ITALY is a series of Architecture Lectures (at Museum of Architecture and at AHO in Oslo) by Italian architects whose work & offices are not published in the Italian main architectural press (very much involved with international archi-star system). In contrast with the wide presence of architecture publisher houses (probably the highest in all Europe or even in the whole Globe) and with the highest % of Schools of Architecture in Europe, in Italy there is a lack of information about the average of national production/professionality: Italian architects if not of a really “international dimension” are very often forgotten or dismised even before they can express all their potentiality. Therefore UNPLUGGED ITALY wishes to break the actual situation, promoting abroad a consciousness about what is “going on” in Italy. The project starts in the Spring 2009 in Oslo. The aim is also to make architectural debate not a private discussion among huge personalities, but something can be developed through a widespread and bottom-up dimension. The selection of the final 9 offices here-in-after UNPLUGGED ITALY è stata una iniziativa che ha proposto una serie di conferenze (presso il Museo di Architettura e la Scuola di Architettura di Oslo) di architetti italiani i cui lavori e i cui studi non hanno mai beneficiato, a dispetto della qualità della loro produzione, della pubblicistica di settore in Italia. Le principali riviste di architettura italiane infatti sono molto impegnate con lo star system internazionale e rivolgono scarsa attenzione a ciò che accade all’interno dei confini nazionali. A dispetto della presenza di una editoria specialistica (probabilmente la più alta in tutta Europa o perfino nel Mondo intero) e della più alta percentuale di Scuole di Architettura d’Europa, in Italia c’è una informazione del tutto insufficiente rispetto alla produzione media nazionale: gli architetti italiani, se non di “statura internazionale”, sono ignorati, respinti o persino messi da parte anche prima di poter esprimere a pieno il proprio potenziale creativo. Come conseguenza, c’è una diffusa ignoranza circa la produzione italiana, sia dentro sia fuori dei confini nazionali. Pertanto, UNPLUGGED ITALY ha inteso rompe- 10 presented has been arranged by Gennaro Postiglione, professor at DPA-Politecnico di Milano, starting from a wide group of almost 50 firms. Attention was paid also in presenting Italian geographic and cultural articulation, therefore there are offices coming both from the far North of Italy, like the one from Trento, to the far South, like the one from Siracusa, in Sicily. The lectures series is monthly scheduled, each time with 3 offices presenting only 3 of their works, introduced by an Italian critic and with a Norwegian discussant responsible for the closing remarks. From 14.04.2009 to 26.04.2009 all the presented works will be also exhibited at AHO Gallery, in Oslo. The conferences and the exhibition are promoted by The Italian Cultural Institute in Oslo, in collaboration with DPA-Politecnico di Milano, and with the logistics support of the National Museum of Art, Architecture and Design in Oslo and the AHO-Oslo School of Architecture and Design. // UNPLUGGED ITALY re la situazione attuale, promuovendo all’estero una coscienza e conoscenza circa quello che “sta accadendo” in Italia (le conferenze si sono svolte durante la Primavera 2009 a Oslo, Norvegia). Lo scopo è stato anche quello di rendere il dibattito architettonico nazionale non una discussione privata, ma una occasione di confronto interculturale sviluppato in una dimensione diffusa e dal basso. La selezione dei 9 invitati a presentare il proprio lavoro in Norvegia, qui di seguito illustrati, è stata effettuata da Gennaro Postiglione a partire da un ampio gruppo di candidati rappresentati da circa 50 studi. Oltre alla disamina della qualità della produzione, è stata posta attenzione anche al fatto che si trattasse di studi di piccola dimensione, con scarsissima presenza sulla pubblicistica di settore, composti prevalentemente di under 50 e, non da ultimo, in grado di rappresentare adeguatamente l’articolazione geografica e culturale italiana. Infatti, sono presenti studi provenienti sia dal lontano Nord Italia, come l’esempio di Treviso, che dal lontano Sud, come quello di Siracusa. / Introduction 11 BIG TROUBLES IN LITTLE ITALY Marco Biraghi After a long period of flourish in the Sixties and Seventies, a period of darkness ensued for Italian architecture in the Eighties and Nineties interrupted only by rare and isolated rays of light. In recent years something seems to be changing. Albeit slowly and begrudgingly, and not without endless contradictions, a generational turnover is underway that is progressively enabling “younger” generations (fifty and over) to take key positions in the field of architecture (at the helm of schools, directing magazines, serving on competition panels, etc.) in the place of their older counterparts in their seventies and eighties. Although with extreme caution and very slowly, doors are opening for younger generations (essentially between 30 and 50 years of age) that are now gaining access to university positions and professional opportunities. Of course, this change is often only partial and short-lived, undermined by situations of permanent precariousness that entail long waiting periods, practically no pay and unstable or “under the table” work. Suffice to say, however, that the challenges fac- Dopo avere conosciuto negli anni sessanta e settanta una lunga stagione di fioritura, l’architettura italiana ha attraversato negli anni ottanta e novanta un periodo altrettanto lungo di oscurità, rotta soltanto da qualche –raro, isolato– bagliore. Negli ultimi anni però qualcosa sembra cambiato: sebbene con grande lentezza e fatica, e non senza infinite contraddizioni, si è avviato un processo di ricambio generazionale che sta progressivamente portando alcuni “giovani” che hanno ormai passato i cinquant’anni a sostituire nelle posizioni chiave del panorama architettonico (guida delle scuole, direzione delle riviste, presenza nelle giurie dei concorsi, ecc.) i rappresentanti della vecchia guardia, ormai settantenni o ottantenni. Ciò, sia pure con estrema cautela e molta flemma, dischiude alle generazioni più giovani (ovvero, in sostanza, a persone in un’età compresa tra i 30 e i 50 anni) alcune possibilità di accesso tanto al mondo universitario quanto a quello degli incarichi professionali; emendamento spesso soltanto parziale di una situazione di provvisorietà che si configura a volte come un 14 ing young Italian architects continue to be enormous (probably even bigger than those facing their peers in other Western countries) as a result of problems that are structural rather than occasional and generalized rather than individual. The main challenges, which I summarize very succinctly below, include the following: 1) Clients. In one of the world’s most fervently committed countries to fighting corruption, where the degree of “politicization” (in the most derogatory sense of the word, obviously) of every decision, choice, job, etc. reaches astronomical levels and where State inefficiency (at every level) reigns supreme, public clients are almost always a problem rather than a possible solution. For a young Italian architect, who is hopefully armed with some talent and a lot of enthusiasm, but not necessarily with the right political connections, the sufficient financial resources or the skills to find their way in the legislative forest, it is not easy to gain access to public commissions. This is not to say that public work is entirely out of reach or that obtaining it automatically means that the above preconditions have been satisfied. Luckily, there is also room in Italy for more positive and virtuous situations. Undeniably, public commissions are problematic because often there is not a precise dialogue and therefore a clear and specific request. As a result, private clients represent an important –and in many instances crucial– source for work opportunities for young architectural firms. It is worthy to note that there is a certain prejudicial resistance (typically “Italian” and by now historical) against modern-contemporary architecture that makes experimentation less propitious for new Italian architects as opposed to their European colleagues, especially in the residential sector. To compensate, in recent years, private Italian clients have been significantly more open and willing to solicit and welcome innovative architectural proposals in commercial, cultural, leisure and even industrial fields. Increasingly, sports complexes, warehouses, stores, nightclubs (just to name a few) are becoming new territory for an architecture that instead of tackling the usual challenges in terms of distribution, typology or façade composition is called upon to find brilliant // UNPLUGGED ITALY precariato permanente, fatto di lunghe attese, di retribuzioni pressoché inesistenti e d’imposizione di condizioni di lavoro saltuario o “nero”. Questo non toglie che le difficoltà per la giovane architettura italiana continuino a essere di enorme portata (probabilmente più grandi rispetto a quelle cui vanno incontro realtà analoghe in altri Paesi dell’occidente) a causa di una serie di problemi a carattere assai più strutturale e generale che non occasionale o individuale. Quantunque in modo estremamente sintetico e sommario, le principali tra tali difficoltà possono essere individuate nelle questioni seguenti: 1) La committenza. In uno dei Paesi al mondo più pervicacemente impegnati nella lotta contro l’eliminazione della corruzione, in cui il tasso di “politicizzazione” (nel senso più deteriore del termine, ovviamente) di ogni decisione, scelta, incarico, ecc. è altissimo, e in cui regna un’atavica inefficienza statale (quest’ultima, non meno agli “alti vertici” che alla sua base), la committenza pubblica costituisce quasi sempre un problema, piuttosto che una possibile soluzione. Per un giovane architetto italiano, auspicabilmente armato di qualche talento e di molto entusiasmo, ma non per forza dotato di idonee conoscenze politiche, di adeguate risorse finanziarie e di sufficienti competenze per orientarsi nella selva legislativa, non è per nulla agevole avere accesso alla sfera delle commesse pubbliche. Ciò non significa che queste ultime gli risultino affatto precluse, né che il loro conseguimento equivalga automaticamente al possesso delle precondizioni sopra indicate. Per fortuna esistono situazioni locali più positive e virtuose. Gli incarichi pubblici sono tuttavia problematici anche a causa della mancanza di un’interlocuzione precisa, e dunque di richieste chiare e specifiche, che spesso li caratterizza. Questo fa della committenza privata un fattore importante –e in molti casi decisivo– per il reperimento delle occasioni di lavoro di un giovane studio di architettura. Proprio in quest’ambito –va rilevato–, una certa pregiudiziale resistenza (tipicamente “italiana” e ormai storica) nei confronti dell’architettura moderno-contemporanea rende meno propizia la sperimentazione per gli architetti esordienti italiani che per i loro colleghi euro- / Big troubles in little Italy 15 16 (and often low-cost) solutions that make it possible for different functions to co-exist in a single volume or asked to find alternative uses for buildings originally intended for another purpose. 2) Age. Despite the generational turnover mentioned earlier, the whole of Italian society (and with it the field of architecture) has seen an endemic slow-down in generational development and emancipation, resulting in young people entering the work force and occupying important roles with responsibility only late in life. In architecture, this means that Italian architects have quantitatively less plentiful résumés than their foreign peers. As a result, Italian architects risk being penalized seeing that more and more architects are circulating at European and global level (as much as or even more than in other sectors) and competition –understood in the more precise sense of contest– is becoming effectively globalized. Nowadays in Italy a “young” architect is often intended, as I mentioned before, as someone in their fifties who has realized an insignificant number of projects over the course of a significantly long career. Naturally there are exceptions, but for now they remain just that. 3) Visibility. These days, exposure is key. In an age in which (at least in Italy) having contacts is more important than having something to offer, and in which having a good press office is more important than having good designers, the passage from invisibility to visibility can determine the very existence of a studio or a project to an even greater extent than in the passage from idea to reality. For this reason, being included in(or excluded from) information channels can often make or break. More specifically, in a country such as Italy where architectural magazines have played a pivotal role since the 1920s, appearing on their pages is vitally important. However, gaining access to this world is often difficult for young architects. As in other areas of Italian society, so too in architectural publishing very little attention is allotted to young people and little or no investment is made in them. Among the main publications in Italian architecture today, only Casabella, Domus and Area devote attention, and sporadic at that, to young firms. // UNPLUGGED ITALY pei, in special modo nel settore residenziale. In compenso, la committenza privata italiana negli ultimi anni si è dimostrata notevolmente più aperta e disponibile a sollecitare e ad accogliere proposte architettoniche innovative in altri campi, come quello commerciale, culturale, del tempo libero, e persino industriale. Impianti sportivi, capannoni, spazi di vendita, locali serali (per fare soltanto qualche esempio), diventano così con sempre maggiore frequenza i nuovi territori di un’architettura chiamata – più che ad affrontare i consueti problemi distributivi o tipologici, o di composizione “di facciata” – a escogitare brillanti soluzioni (spesso a basso costo) per far convivere all’interno di un unico volume funzioni tra di loro disparate, oppure per reimpiegare in modo alternativo edifici concepiti originariamente per destinazioni differenti. 2) L’età. Nonostante il ricambio generazionale al quale si è accennato all’inizio, l’intera società italiana (e con essa di conseguenza anche il comparto architettonico) è segnata da un endemico rallentamento nello sviluppo e nell’emancipazione delle generazioni, e pertanto da un ineluttabile ritardo nell’ingresso di queste ultime nel mondo del lavoro con incarichi di qualche rilevanza e responsabilità. Nello specifico dell’architettura ciò comporta che, a parità di età rispetto ai colleghi di altre nazionalità, i giovani architetti italiani siano di sovente in possesso di curricula lavorativi quantitativamente meno abbondanti. Ciò rischia di essere penalizzante per loro in modo particolare allorché la circolazione degli architetti a livello europeo e mondiale (al pari e in misura anche superiore a quella di altri settori) sta diventando la norma, e la competizione –intesa anche nel senso più preciso del contest– si fa effettivamente globale. Oggi, in Italia, un “giovane” architetto s’identifica spesso – come già rilevato– con cinquantenne che non ha realizzato che un numero irrisorio di progetti nel corso della sua ormai abbastanza lunga carriera. Naturalmente esistono le eccezioni. Ma tali –appunto– rimangono per il momento. 3) La visibilità. La questione della visibilità è fondamentale nella contemporaneità. In un’epoca in cui –almeno in Italia– avere contatti è più / Big troubles in little Italy More specifically, the only space specifically devoted to documenting the activities of Italian architects under fifty is the Casabella Almanac, where projects are rightly selected on the basis of construction criteria as well as on the more questionable basis of whether they conform to more or less declared stylistic “canons.” As for the rest, the only publication worthy of note in this sense is Abitare, which features two columns “Ossigeno italiano” and “SOS abitare” that make an effort to explore the more “submerged” Italian architecture firms and at the same time provide “assistance” to young architects. More open and pluralistic (and for this reason fatally less selective), websites such as europaconcorsi.com provide a platform for a host of proposals that most faithfully reflect the (geographically and quantitatively) varied Italian panorama. Yet barring a few exceptions, there is a substantial disinterest on the part of the architectural establishment in Italy in including young architectural firms in a more comprehensive “mindset.” In other words, young firms are excluded from a critical reasoning that makes it possible for 17 importante che avere qualcosa da proporre, e in cui disporre di un buon ufficio stampa è più importante che disporre di buoni progettisti, nel passaggio dall’invisibilità alla visibilità ne va della stessa esistenza (di uno studio, di un progetto), in misura ancora maggiore che nel passaggio dall’idea alla realtà. Per questa ragione la presenza (o l’assenza) all’interno dei canali d’informazione risulta spesso determinante. In modo particolare, in un Paese come l’Italia in cui, a partire dagli anni venti del secolo scorso, il ruolo delle riviste di architettura è sempre stato molto forte, è la pubblicazione sulle pagine di queste ultime ciò che conta in misura considerevole. Ma proprio l’accesso a questi ambiti risulta spesso difficoltoso per gli architetti più giovani. Come nel resto della società italiana, d’altronde, anche nelle riviste di architettura la considerazione nei confronti dei giovani è abbastanza scarsa, e l’investimento su di essi molto modesto. Tra le principali testate di architettura italiane odierne, «Casabella», «Domus» e «Area» dedicano un’attenzione sporadica ai giovani studi, e l’unico luogo specificamente deputato alla registrazione dell’attività degli architetti italiani («under 50») è l’«Almanacco di Casabella», dove tuttavia la selezione, oltreché sul giusto criterio della costruzione dell’opera presentata, avviene sulla più opinabile base dell’adesione a più o meno dichiarati “canoni” stilistici. Per il resto si distingue unicamente «Abitare», che presenta rubriche come “Ossigeno italiano” e “SOS Abitare”, dove si tenta di avviare un’indagine sulla realtà architettonica italiana più “sommersa” e si fornisce al tempo stesso “assistenza” ai giovani progettisti. Maggiormente aperti e pluralisti (ma proprio per questo fatalmente meno selettivi) sono siti web come europaconcorsi.com, dove si può comunque trovare una molteplicità di proposte rispondente in modo più credibile al variegato (in senso sia geografico che qualitativo) panorama italiano. Ma al di là di poche eccezioni, ciò che va riscontrato è il sostanziale disinteresse da parte dell’establishment architettonico italiano per l’inserimento dei giovani studi di architettura all’interno di una “logica” più complessiva, ovvero di un ragionamento critico che si preoccupi di spiegare il senso del loro operare, mettendoli in relazione tra loro e con gli altri studi europei, 18 young architects to explain the meaning of their work and that encourages relationships among themselves and with European firms, as well as relationships (of continuity or rupture) with the architects that preceded them. 4) Organization of the firm. Following a practice adopted in many other European countries, but that also has a specifically Italian “tradition,” many young architects today are partnering up to form group firms. This provides undoubted economic advantages and is an opportunity for the partners to join forces as well as widen and diversify their relationships and offerings. However, this arrangement also has significant implications in terms of “image” and “poetics.” Besides the obvious benefits, sharing a studio with other architects also means losing (or at the least limiting) one’s personal and individual identity and acquiring a collective identity or multi-identity that in any case leads to dialogue, which is absent or hardly existent in one-person firms or strongly hierarchical and pyramidal firms. The fact alone that many of today’s stu- // UNPLUGGED ITALY così come in un rapporto (di continuità o di rottura) con la produzione degli architetti che li hanno preceduti. 4) L’organizzazione di studio. Seguendo una tendenza propria di molti altri Paesi europei, ma che possiede anche una specifica “tradizione” italiana, i giovani architetti oggi si associano con grande frequenza tra loro, così da formare studi di gruppo. Ciò presenta indubbi vantaggi tanto da un punto di vista economico quanto da quello della moltiplicazione delle forze e della capacità di ampliare e diversificare le proprie relazioni e proposte. Ma ha anche non irrilevanti riflessi sul piano dell’“immagine” e della “poetica”. Accettare la condivisione dello studio con altri architetti, oltre agli evidenti benefici, comporta infatti anche l’accettazione della perdita (o quantomeno della limitazione) dell’identità personale, individuale, e l’acquisizione di un’identità collettiva, o piuttosto di una multi-identità che in qualunque caso ha quale proprio inevitabile presupposto una forte componente dialettica, assente o poco presente negli studi composti da un / Big troubles in little Italy dios decide to use initials, an acronym or a word that is in some way emblematic and symbolic of a style or idea to name their firm instead of using the actual names of the people that compose it clearly shows their desire to go beyond a solipsistic or self-centered conception of their work and embrace a more participative and democratic outlook. After all, in the late Sixties and early Seventies, many Italian architectural groups were formed on the basis of a strategic and political purpose rather than a practical one. While ideally descending from the English group Archigram (whose highly utopic projects were conceived and realized by the group’s single members), neo avant-garde groups in Italy (Superstudio, Archizoom, Ufo, Zziggurat, 9999, etc.) engaged in a more collective effort that often went beyond architecture and expanded into fiction and performance art. Temptations toward the avant-garde in today’s young architectural studios in Italy, if any, are rare. Albeit not along strictly linear paths, it is not excluded that neo avant-garde influences and inspirations are felt by young Italian architects, even if on an emi- 19 solo architetto o organizzati in senso fortemente gerarchico, piramidale. La stessa scelta – estremamente diffusa negli studi attuali – di assumere come propria ragione sociale non i nomi dei loro componenti quanto piuttosto una sigla, un acronimo o un vocabolo in qualche modo emblematici, capaci di manifestarne lo stile o di compendiarne l’idea, dimostra in modo palese la volontà di oltrepassare la concezione solipsistica e autoriferita del mestiere di architetto, per abbracciarne invece una più compartecipativa e democratica. Proprio in Italia, del resto, nella seconda metà degli anni sessanta e nei primi anni settanta, si sono formati numerosi gruppi architettonici che hanno fatto di tale forma di aggregazione un fattore d’azione strategico e politico, anziché meramente pratico. Pur discendendo idealmente dal gruppo inglese Archigram (i cui progetti altamente utopici erano tuttavia concepiti – e conseguentemente firmati – dai suoi singoli componenti), i gruppi delle neo-avanguardie italiane (Superstudio, Archizoom, Ufo, Zziggurat, 9999, ecc.) coniugavano un’attività a carattere più collettivo con una progettualità che spes- 20 nently “aesthetic” level. 5) Education. Most young people in Italy pursue higher learning in Italian universities. For all of its problems, the Italian university system still has its own identity and traditions. The most frequent and tangible way for students to become acquainted with the university system of other countries (and their culture and architecture) is through the Erasmus program. Often the period of study abroad becomes a chance to establish contacts and relationships that can lead to masters or PhD courses. It is probably not a coincidence that most young Italian architects have studied abroad. In other instances, professional studios rather than universities are the avenues for design ideas and methods that are not taught or implemented in Italy. This is yet another example of why foreign architectural firms are generally more appealing to young Italian architects than Italian firms. In general, the bigger the firm, the more high-level and interesting the work, the greater the responsibilities and the higher the salary. Gaining experience in the studio of a noted Dutch, Spanish or English architect has become almost a precondition for a young Italian architect to move autonomously within the profession. Both at university and professional level, Italy seems to offer less opportunities, fewer possibilities for exchange, less tangibility and lesser contact with reality, which is why, given the chance, Italian youngsters prefer to expand their horizons and opt for grander prospects, especially in light of an increasingly European and global job market. It is meaningful that today one of the best ways for young architects to emerge (and put their skills to the test) is through European competitions such as Europan and certainly not through weak and insubstantial Italian competitions. 6) Identity. Based on the above, the question still remains: to what extent can young Italian architects be considered truly Italian. Apart from their position within the generally negative context illustrated above, what makes the architecture of young Italian architects identifiable in a national sense? Does Italy still possess an identity that it can proudly represent? Clearly, the problem of // UNPLUGGED ITALY so oltrepassava il terreno dell’architettura per sconfinare nella narrativa e nella performance. Rare, o del tutto assenti, le tentazioni avanguardistiche dei giovani studi italiani contemporanei. Benché, per percorsi non sempre lineari (che a volte possono transitare anche per l’estero, dove i gruppi italiani degli anni ’60 hanno raggiunto una fama quasi mai eguagliata in patria), non siano da escludere influenze e suggestioni derivate da questi, sia pure trasposte su un piano eminentemente “estetico”. 5) La formazione. Nella gran parte dei casi i giovani italiani studiano nelle università italiane. Per quanto afflitta da innumerevoli problemi, l’università in Italia possiede infatti una propria identità e una propria tradizione. La più frequente e concreta occasione per conoscere realtà universitarie di altri paesi (e con essa anche la cultura e l’architettura di questi) è il programma Erasmus. Spesso tale periodo di permanenza di studio all’estero diviene occasione per ulteriori contatti e relazioni che possono sfociare nella frequentazione di corsi di master o di dottorati di ricerca. Non è forse casuale, ad ogni buon conto, che la maggior parte dei giovani studi di architettura italiani siano passati e passino – almeno con qualcuno dei loro componenti – attraverso simili esperienze. In altri casi, tramite di conoscenza di idee e metodi di progettazione diversi da quelli insegnati e praticati in Italia non sono le università quanto piuttosto gli studi professionali. Anche in questo caso, gli studi di architettura stranieri si dimostrano generalmente più appetibili di quelli nostrani per un giovane architetto italiano: maggiori mediamente le loro dimensioni, e dunque maggiori le possibilità di entrare in contatto con incarichi lavorativi più qualificati e interessanti; e inoltre, maggiori le responsabilità affidate, e maggiori le retribuzioni. La permanenza presso lo studio di qualche noto architetto olandese, o spagnolo, o inglese, finisce così per costituire quasi la precondizione indispensabile per un giovane architetto italiano per poter poi provare a muovere qualche passo nella professione in maniera autonoma. Tanto sul versante universitario quanto su quello del lavoro professionale, comunque, l’Italia sembra offrire minori aperture, più sporadiche occasioni di confronto / Big troubles in little Italy 21 e una scarsa concretezza e aderenza alla realtà, ragione per cui spesso i giovani italiani – quando possono – preferiscono allargare i propri orizzonti rivolgendosi a prospettive di respiro più ampio, anche in vista di un mercato del lavoro che si profila sempre più europeo e mondiale, e assai meno nazionale. In questo senso, è significativo che oggi una delle migliori possibilità per emergere (oltreché per sottoporre a verifica le proprie capacità), per un giovane architetto, italiano sia quella offerta dai concorsi europei Europan – e non certo dal debole e “gelatinoso” sistema dei concorsi vigente in Italia. the identity of Italian architecture cannot simply be down to place of birth seeing that Italy, although less so than other European countries, has become characterized by a multitude of nationalities and ethnicities, so that the mere fact of being born in Italy is neither a determining nor a discriminating factor. Nor can an architecture be deemed “Italian” merely because it is located in Italy, as several excellent examples show. Discarding further “a priori” like belonging to a culture or adhering to a style (which in both cases presuppose the dubious existence of one and the other), practically all that remains to determine the identity of an architect or an architecture is the participation in a school. As already mentioned, Italy has its own tradition in architecture, hybrid as it may currently be for the many international influences. If an Italian element can be found in the architecture of Italy’s young architects, it is the defence of a “heritage” that is non-linear, undefined and highly contradictory; a “heritage” that, more than past images and current trends, is represented by a problematic approach to a project. From this perspective, all the 6) L’identità. Sulla base delle notazioni fatte fin qui rimane da chiedersi in quale misura la giovane architettura italiana sia da considerarsi davvero italiana. Al di là del fatto di inserirsi nel quadro complessivamente negativo sopra delineato, che cosa rende identificabile in senso nazionale l’architettura dei giovani architetti italiani? Esiste ancora un’identità di cui l’Italia sia detentrice e possa farsi orgogliosamente portatrice? Come risulta evidente, il problema dell’identità dell’architettura italiana non è riducibile a un mero dato anagrafico, dal momento che anche l’Italia (sia pure in maniera meno massiccia rispetto ad altri Paesi europei) è ormai caratterizzata da una pluralità di provenienze geografiche ed etniche, tale da non consentire di fare del luogo di nascita un elemento determinante, o addirittura discriminante. Né l’“italianità” di una certa architettura si lascia stabilire in modo esclusivo sulla scorta della sua collocazione entro i confini del territorio nazionale italiano, come diversi casi eccellenti si sono da tempo incaricati di dimostrare. Scartati ulteriori “apriori” come l’appartenenza a una cultura o l’adesione a uno stile (che in entrambi i casi presuppongono l’ormai dubbia esistenza dell’una e dell’altro), rimane quasi soltanto la partecipazione a una scuola a connotare in senso identitario un architetto o un’architettura. E in questo campo, come visto, l’Italia possiede una propria tradizione, sia pure ibridata negli ultimi anni da molteplici influenze internazionali. Se comunque qualcosa di italiano è rintracciabile nella giovane architettura del nostro Paese, ciò consiste proprio nella difesa di un “patrimonio” certamente non lineare, non 22 aforementioned challenges often end up becoming resources and positive “opportunities” in the hands of young Italian architects accustomed to adversity. 7) Theory. In the cultural knowledge transmitted by architectural schools in Italy there is a significant theoretical component. Although this is perhaps the limitation of the education of young Italian architects (theory cannot be immediately put into practice in the professional world), in return, it constitutes added value for those wishing to confront their profession in more problematic terms. After all, there is no contradiction between theory and construction; in fact, to a certain extent, this latter reaches the dignity of meaning only on condition that it can make true a theoretical question that necessarily transcends it. Moreover, as a result of the “beneficial exposure” to the architectural theories of the Sixties and Seventies, in recent years, young Italian architects are returning to theoretical production, in other words, the elaboration of new theories. On the one hand, it is a cruel reflection of the many challenges that architects in Italy face in translating their projects into reality and on the other hand, it is a clear sign that at least some of today’s young leaders in architecture wish to focus on the conditions of thinkability of their future architectural work even before it is executed. Giulio Carlo Argan wrote at the end of L’architettura moderna in Italia (Modern Architecture in Italy), published in 1950: “We believe that the impossibility of characterizing Italian architecture within the scope of modern architecture is a testament to the validity of the efforts of Italian architects. This means that Italian architecture has reached a degree of topicality and fullness of historical content that enables it to classify its values in relation to an international tradition and no longer to an indigenous one, to a ‘culture’ rather than to a ‘nature’.” In hindsight, it is reasonably doubtful that at that time Italian architecture had in fact liberated itself from its “indigenous nature” and not that it instead continued to hold it under a te- // UNPLUGGED ITALY definito una volta per tutte e altamente contraddittorio; un “patrimonio” che, al di là di ogni suggestione d’immagini passate e di mode attuali, è rappresentato da un approccio problematico al progetto. In questa prospettiva, tutte le difficoltà qui rilevate finiscono spesso per tramutarsi in risorse, in “occasioni” positive, nelle mani addestrate alle contrarietà dei giovani architetti italiani. 7) La teoria. Nel bagaglio culturale trasmesso dalle scuole di architettura italiane ai suoi allievi vi è spesso una consistente dotazione teorica. Ciò, se può rappresentare il limite della preparazione dei giovani architetti (difficilmente tale dotazione può essere impiegata in senso immediato nella pratica professionale), costituisce in compenso il valore aggiunto per chi voglia affrontare la propria professione in termini più problematici. Del resto, non vi è contraddizione tra il piano della teoria e quello della costruzione; anzi, in una certa misura, quest’ultima assurge alla dignità del significato soltanto a condizione di riuscire a inverare una questione teorica che necessariamente la trascende. Inoltre, accanto a una “benefica esposizione” alle teorie dell’architettura legate soprattutto alla generazione degli anni sessanta e settanta, nella giovane architettura italiana, in anni più recenti, si è registrato un tendenziale ritorno alla produzione teorica, ovvero alla elaborazione di nuove teorie: specchio crudele, da un lato, delle difficoltà – niente affatto infrequenti in Italia – a tradurre i propri progetti in realtà; ma anche chiarissima indicazione, dall’altro, della volontà di almeno una parte dei giovani protagonisti dello scenario italiano attuale di concentrarsi – prima ancora che sulla sua esecuzione – sulle condizioni di pensabilità della propria architettura futura. Scriveva Giulio Carlo Argan al termine di L’architettura moderna in Italia, pubblicato nel 1950: «Crediamo che l’impossibilità di caratterizzare un’architettura italiana nell’ambito dell’architettura moderna sia la prova della validità degli sforzi degli architetti italiani: ciò significa che l’architettura italiana ha raggiunto quel grado di attualità, quella pienezza di contenuto storico, che le permette di qualificare i propri valori / Big troubles in little Italy nacious wish for internationalism. In any event, compared to sixty years ago, the tension that affected post-WWII society today has evidently disappeared. And not because its objectives are definitively behind us. On the contrary, now more than ever “topicality” and “fullness of historical content” are goals to be achieved. If anything, the challenge for young architects currently entering the profession in Italy is to show that they are still on a par with international culture and that, at the same time, they know how to once again draw from their “nature” as if it were a value. 23 in rapporto a una tradizione internazionale e non più indigena, ad una “cultura” invece che a una “natura”». A distanza di tempo si può ragionevolmente dubitare del fatto che l’architettura italiana si fosse davvero liberata, in quel momento, della propria “natura indigena”, e non invece che continuasse a custodirla sotto una pur tenace volontà di internazionalismo. Oggi, in ogni caso – rispetto a sessant’anni fa – è evidentemente scomparsa quella tensione che l’attraversava all’indomani della fine della guerra mondiale. E non certo perché i suoi obiettivi di allora siano ormai definitivamente alle spalle. Al contrario: “attualità” e “pienezza di contenuto storico” si presentano oggi più che mai come mete da raggiungere. Il problema, semmai, per le giovani generazioni di architetti che all’odierno si affacciano alla professione dalla “finestra” italiana è di sapersi dimostrare ancora all’altezza della cultura internazionale, ma anche – al tempo stesso – di sapere attingere nuovamente alla propria “natura” come a un valore. TRACES OF AN ALMOST INVISIBLE ITALY Gennaro Postiglione The idea of going abroad before a not necessarily specialized audience and illustrating the professional activity of young Italian studios took shape within the context of my didactic and research activity which for years has concerned itself with the Nordic fringes of Europe. L’idea di presentare all’estero, e ad un pubblico non per forza specialistico, l’attività professionale di alcuni giovani studi italiani è maturata nel contesto della mia attività didattica e di ricerca orientata da anni ormai ad lavorare sulle frange nordiche del vecchio continente. With increasing frequency, I was asked during my stays abroad to talk about what is going on within Italy’s borders; the Italy that in the Sixties and Seventies dominated the architectural debate almost hegemonically. The charismatic figure and scientific thought of Aldo Rossi had indeed monopolized critics and on-field activity both inside and outside the academic world, resulting in a cultural asphyxia expressed in all of its negativity in the years that followed. From the Eighties onward, Italian production rather quickly plunged into oblivion and became marginalized to the point that it was erased from the maps of international architectural debate. Con sempre maggiore insistenza, infatti, mi veniva chiesto durante i soggiorni all’estero di raccontare cosa succedesse dentro ai confini nazionali di quell’Italia che aveva dominato quasi in maniera egemonica il dibattito architettonico tra gli anni Sessanta e Settanta. La figura carismatica e il pensiero scientifico di Aldo Rossi avevano infatti monopolizzato la critica e l’attività sul campo sia dentro che fuori dall’accademia, generando una asfissia culturale le cui ricadute si sono espresse in tutta la loro negatività durante gli anni successivi. Dagli Ottanta in poi, è un dato di fatto, la produzione italiana è caduta, neppure tanto lentamente, in un oblio e una marginalità che ha portato alla sua cancellazione dalle mappe geografiche del dibattito internazionale sull’architettura. Over the following twenty years, works and reflections by Italian architects and scholars were 26 unable to break with parish loyalties, which, in the best cases, led to the erection of cultural garrisons aimed at defending the hegemony that had characterized the past. Little or nothing was done in a concerted and official manner to draw Italian architecture out of this deadlock: politicians and academics did nothing to reverse the decline. Unlike Italy, many countries across Europe were setting up social and cultural policies for the promotion of competitions, for example, or recruitment of young architects into universities and public administration. Furthermore, the fact that Italians, like the French, had little love for things foreign and were resistant to express themselves in languages other than their own (a limitation of which there is evidence still today) exacerbated the isolation and the already marginal position of Italian architecture. By contrast, foreign critics and architects were showing an increasing interest in the legacy of Italian architecture of the Fifties and Sixties. The young generations who had studied abroad seemed to acknowledge the high value of Italian culture of a period represented by such figures as De Sica, Pasolini or Gardella. While in the early Eighties Italy was sliding into a period aptly summarized by the famous slogan “Milano da bere” 1, beyond its borders there was great interest in studying the deeply measured and humane political and social forces that Italy had been able to rally in response to the Second World War. As a result of Italy’s cultural isolation and consumption-driven mentality during this period, the geography of the architectural debate was re-written and, as stated earlier, Italy was essentially erased off the architectural map. It is notable that, while this is not the place for indepth criticism, however necessary, the legacy of Aldo Rossi’s thought triggered two opposing phenomena. In Italy, it consolidated the asphyxia that had quashed the development of dissenting voices and consequently delayed the development and birth of other schools of thought, while abroad, and especially in Switzerland, where Rossi’s lesson resonated with greater continuity, the notion of La Tendenza gave rise to a num- // UNPLUGGED ITALY Durante gli ultimi vent’anni del secolo, opere e riflessioni di architetti e studiosi italiani non sono riuscite a superare la dimensione campanilistica del contesto in cui si sviluppavano, dando vita, nel migliore dei casi, alla nascita di veri e propri presidii culturali a difesa di quella egemonia che aveva caratterizzato il passato. Nulla, o quasi, inoltre, si era fatto in maniera concertata e ufficiale per far uscire da questa situazione di impasse il mondo dell’architettura italiana: la politica e l’accademia non misero in atto nessuna strategia per contrastare il declino a cui si assisteva. La promozione di concorsi, ad esempio, o il reclutamento di giovani leve nell’accademia come nella pubblica amministrazione che avevano caratterizzato le politiche sociali e culturali di molti paesi europei, non avevano trovato alcuno spazio in Italia. A ciò si aggiungeva la scarsa esterofilia della cultura italiana che, come quella francese, non ama esprimersi in una lingua diversa dalla propria (limite non ancora del tutto superato), facendo aumentare ulteriormente l’isolamento e la posizione già marginale dell’architettura italiana. Di contro, un interesse sempre maggiore verso l’eredità dell’architettura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta veniva espresso da parte della critica e degli architetti d’oltralpe: le giovani generazioni formatesi all’estero sembravano riconoscere un primato e un valore alla produzione culturale italiana di un periodo che aveva avuto i suoi paladini nei De Sica, nei Pasolini, nei Gardella. Mentre dunque l’Italia, agli inizi degli anni Ottanta, scivolava in quel periodo così ben stigmatizzato dalla slogan di una famosa pubblicità che recitava “La Milano da bere”, dall’estero il nostro Paese veniva invece studiato per quella carica politica e sociale di profonda misura e umanità che aveva era stato in grado di produrre come risposta al dopoguerra. L’isolamento culturale e lo stordimento consumistico di quel periodo portarono ad una ri-scrittura della geografia del dibattito architettonico che, come si è già accennato, sostanzialmente cancella l’Italia dalle mappe dell’architettura. E’ singolare notare, anche se non è questo il / Traces of an almost invisible Italy ber of multi-faceted theories and poetics whose “students” included such international names as Herzog and de Meuron as well as Marcel Meili or Steven Holl, to name a few. The situation began to change considerably at the close of the millennium. Some important changes were, to a certain extent, independent from any planned action in terms of social or political policy, largely unheard of in Italy, where culture is still limited to social aristocracies that are either family- or politically-based. The transformations that were taking place were the expression of an epiphenomenon and, in my opinion, the result of certain important social changes occurring in Europe--first and foremost the process of Europeanization of the various nations that made up the Europe of the fifteen nations,and later that of twenty-seven. Despite Italy’s weak European tradition, this process has obligated us to measure ourselves continually against others and, in the field of architecture, has pushed us to overcome the isolation into which Italy had fallen over the years. Greater mobility within Europe, even at the university level, best represented by the Erasmus exchange programs, has allowed young people, directly and indirectly, to develop a much wider platform than the one to which they had been bound for so long. Undoubtedly, information technology has also played a crucial role in this process. The internet and e-mail essentially have torn down borders and barriers and brought everyone closer together. Young people are taking advantage of this opportunity by widening their own educational horizons and seeking out their own points of reference. This has also led to the loss of hegemony of architectural magazines that in Italy have traditionally been the expression of the dominant culture. Despite the low cultural significance of Italian architecture in the international debate and perhaps as a consequence of the laurels of a glorious past, Italian publishers have turned their backs on young Italian architects and are focusing their attention solely on the more acclaimed star system (a sure way to sell magazines). This 27 luogo per un approfondimento critico pur necessario, come l’eredità del pensiero di Aldo Rossi abbia generato due opposti fenomeni: in Italia, ha decretato quell’asfissia che ha impedito lo sviluppo di voci dissidenti e, conseguentemente, ha di fatto reso lunga la gestazione e la nascita di correnti di pensiero altre; all’estero, invece, e soprattutto in Svizzera dove la lezione di Rossi si è espressa con maggiore continuità, il pensiero de La Tendenza è stato foriero di una molteplicità e poliedricità di teorie e di poetiche che vedono annoverare come suoi “allievi” Herzog e De Meuron ma anche Marcel Meili o Steven Holl, solo per fare qualche esempio nell’olimpo dell’architettura internazionale. La situazione fin qui descritta inizia a subire dei sostanziali cambiamenti in chiusura di millennio. Alcuni importanti cambiamenti, in certa misura, sono indipendenti da azioni pianificate di politiche sociali o culturali, per lo più assenti nel nostro paese dove la cultura rappresenta ancora un ambito di azione legato ad aristocrazie sociali che se non sono familiari sono politiche. Le trasformazioni a cui si assiste sono espressione epifenomeno e conseguenza, a mio avviso, di alcuni rilevanti cambiamenti sociali a cui si assiste in ambito europeo, da primo proprio il processo di europeizzazione delle diverse nazioni che costituiscono l’Europa dei 15, prima, e quella dei 27, dopo. Un processo che, nonostante la nostra tradizione non particolarmente europeista, ci obbliga ad una confronto continuo con gli altri, spingendoci a superare proprio in questo modo – in ambito architettonico – quell’isolamento in cui invece l’Italia era caduta negli anni precedenti. Le facilitazioni alla mobilità intra-europea anche a livello universitario, di cui il programma di scambio Erasmus rappresenta lo strumento privilegiato, consente alle giovani generazioni di formarsi, direttamente o indirettamente, ad una piattaforma più ampia di quella in cui invece si era rimasti impantanati per tanto tempo. Un altro importante contributo lo hanno svolto, sicuramente, le tecnologie informatiche: internet e la posta elettronica hanno sostanzialmente sgretolato confini e barriere rendendoci tutti prossimi l’uno all’altro. E i giovani hanno ben 28 has led to a strange contradiction in which, on the one hand, younger generations have set off a grass-roots movement that, also thanks to the internet, has set in motion a strong cultural renovation that has put Italy back in the international architectural debate, while on the other hand, Italian publishers are shunning domestic production and abdicating the important role that publishers play in promoting and supporting young people that are facing the job market and critics. Notwithstanding, as a result of the horizontal reach of the internet and the freedom and speed with which information travels, exclusion from hard copy press has not kept young architects from operating and promoting themselves in the same way that has happened in the music business, with large record producers slowly giving way to a multitude of small producers. The amount and range of stimulation has, in my view, made our architects less careful and more enterprising, also in light of the lack of official policy, Italian architects have been able to work well in both the private and public spheres, domestically and internationally. It is a shame, however, that there is a discrepancy between the actual quality and diffusion of production and the dearth of official information. Indeed, we need an official body that oversees and promotes the best resources circulating in Italy to spread the word in Italy and abroad. A partial exception are initiatives such as Medaglia d’Oro by the Milan Triennale, the Almanacco di Casabella (Casabella Annual selection of best built works) and, more recently, similar initiatives launched by other magazines such as Domus and Abitare. And yet these remain isolated “rescue” efforts whereby “reservations” are set up to save a species from extinction. We need less isolated and more consistent initiatives such as a magazine devoted to the best of Italian production also published in English so that Italy can reclaim its place on the international scene, not on account of its past alone, but for its current production. // UNPLUGGED ITALY saputo cavalcare questa opportunità, allargando ulteriormente i propri orizzonti formativi e rendendo più autonoma la ricerca dei propri riferimenti. Ciò ha implicato anche la perdita di egemonia delle riviste di architettura che da sempre nel nostro paese sono state espressione della cultura dominante. A dispetto dello scarso rilievo culturale dell’architettura italiana nel dibattito internazionale e, forse, in conseguenza degli allori di un passato glorioso, la pubblicistica nazionale ha smesso di interessarsi dei fenomeni interni per rivolgersi esclusivamente allo star system più acclamato (di sicura “cassetta”). Ciò a messo in atto una strana contraddizione: da una parte, le giovani generazion con una azione dal basso sono state artefici (anche grazie ai nuovi strumenti informatici) di un forte processo di rinnovamento culturale che ci ha rimessi in contatto con il dibattito architettonico internazionale; dall’altra, il mondo dell’editoria italiana ha voltato le spalle alla produzione interna, abdicando al ruolo fondamentale di promozione e supporto che la pubblicistica svolge per le generazioni che si affacciano al mercato del lavoro o della critica. Ciononostante, proprio grazie all’orizzontalità della “rete” e alla libertà/velocità con cui viaggiano le informazioni, l’esclusione dal circuito della carta stampata non ha impedito alle generazioni più giovani di operare e promuoversi da sole, in maniera analoga a quanto sempre più spesso avviene in ambito musicale, dove i grandi produttori discografici stanno cedendo lentamente il passo alla miriade dei produzioni locali. La ricchezza e la molteplicità degli stimoli ha, a mio avviso, reso meno prudenti e più intraprendenti i nostri architetti che, anche in assenza di una politica a riguardo, sono stati in grado di operare bene sia col privato sia col pubblico, sia dentro sia fuori i confini nazionali. Resta però il rammarico di registrare una discrepanza tra l’effettiva qualità e diffusione della produzione e la scarsità di informazione ufficiale a riguardo: servirebbe un organo ufficiale che si occupasse di monitorare e promuovere le mi- / Traces of an almost invisible Italy These are, on the whole, the reflections that underlie and inspire Unplugged Italy, a cycle of conferences and an exhibition on “invisible” Italian architecture that in fact exists and resists. Nine studios have been chosen out of roughly fifty, carefully selected to favor lesser known studios that have been unjustifiably ignored by sector publications and to promote younger generations and to provide wide geographic representation. That which follows is therefore not an exhaustive collection, a ranking, or by any means a list of the top architectural firms in Italy. Instead, much more simply and modestly, it is a representative sampling of the talent at work in Italy that, for reasons still not entirely clear, we continue to forget and leave by the wayside without giving these potential stars the chance to shine. After all, there is no use hiding the fact that in this field hands-on experience enables growth more than any academy ever can, and that press promotion is an important tool in constructing an image of legitimacy and authority that in Italy often goes unacknowledged. _________ 1. Literally, “Milan to be drunk,” in reference to the hedonism indulged in by the Milanese in the 1980s. 29 gliori energie e intelligenze che si muovono nel nostro paese, per operare una adeguata diffusione sia in Italia che all’estero. A ciò, in parte, ovviano iniziative quali la Medaglia d’Oro della Triennale di Milano, l’annuario di Casabella e, più di recente, analoghe azioni intraprese dalle riviste Domus e Abitare. Restano però sempre azioni sporadiche, come di “salvataggio”, quasi si trattasse di redigere delle “riserve” per impedire l’estinzione di una specie, mentre invece sarebbe necessario attivare iniziative a carattere meno sporadico e di maggiore continuità: un periodico della migliore produzione italiana da pubblicare anche in inglese per far rientrare il nostro paese nel circuito del dibattito internazionale e non solo limitatamente al nostro passato più o meno recente, ma per la nostra produzione contemporanea. Queste, grosso modo, le riflessioni che hanno accompagnato e suggerito la programmazione di Unplugged Italy, un ciclo di conferenze e una mostra sull’architettura italiana “invisibile” ma che pure però esiste e resiste. Nove studi scelti tra una rosa di circa cinquanta, selezionati con l’attenzione a privilegiare le realtà meno note, quelle appunto ingiustificatamente ignorate dalla pubblicistica di settore, ma anche con l’attenzione a promuovere le generazioni più giovani e una buona rappresentatività geografica del nostro paese. Quella che di seguito viene presentata, non si tratta dunque di una raccolta, per i numeri piccoli in campo, né tantomeno di una classifica, non è nel modo più assoluto la “top list” degli studi di architettura in Italia. E’ invece, molto più semplicemente e modestamente, un campione rappresentativo di ciò che è presente nel nostro territorio e che noi, per motivi ancora non del tutto chiari, continuiamo a dimenticare e a lasciare nell’oblio, talvolta senza dare la possibilità a queste stelle potenziali di brillare. Perché, è inutile nasconderlo, in questo mestiere l’esperienza del fare aiuta a crescere più di qualsiasi accademia e la promozione attraverso la pubblicistica aiuta non poco a costruire una legittimità e una autorità che talvolta in Italia i clienti tendono a non riconoscerti. 2A+P/A 2A+P/A Partners: Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo Location: Rome Born: 2008 2A+P/A is an architectural practice based in Rome. It has been established by Gianfranco Bombaci and Matteo Costanzo, after ten years of experience begun in 1998. The office is involved in architecture, urbanism and landscape design, developing projects such as public building, housing and urban spaces. It’s active in the fields of research, through the partecipation in exhibitions and publishing initiatives. The two partners partecipated to international design competitions, receiving prizes and honorable mentions, and to several conferences and workshops. Their texts and projects have been published on international books and magazines. Previous projects, such as the urban allotment in Corviale, the roundabout in Torino, the garden in Calaf and the temporary garden for the last Nuit Blanche in Rome, brought their work to an international attention that brought them to be invited at the XXIII UIA World Congress in Tourin, at the Festarch, International Festival of architecture in Cagliari and at the 11th Venice Biennale of Architecture. 2A+P/A è uno studio di architettura con sede a Roma. È stato fondato da Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo, dopo dieci anni di esperienza iniziata nel 1998. Lo studio si occupa di architettura, urbanistica e paesaggio, sviluppando progetti per edifici pubblici, abitazioni e spazi urbani. Svolge attività di ricerca attraverso mostre e pubblicazioni. I due partner hanno partecipato a concorsi di progettazione internazionali, ricevendo premi e menzioni, e a diverse conferenze e workshop. I loro testi e progetti sono stati pubblicati in libri e riviste internazionali. Alcuni progetti, come gli orti urbani di Corviale, la rotonda stradale di Torino, il giardino di Calaf in spagna e il giardino temporaneo per l’ultima Notte Bianca di Roma, hanno dato un risalto internazionale al loro lavoro che li ha portati ad essere invitati al XXIII Congresso Mondiale UIA a Torino, al Festarch Festival Internazionale di Architettura a Cagliari, e all’11a Biennale di Architettura di Venezia. type Call for project “Idensitat” | Winner location Calaf (BCN), Spain program Public space team Gianfranco Bombaci, Domenico Cannistraci, Pietro Chiodi, Matteo Costanzo, Valerio Franzone client Idensitat, local municipality photos Xavier Gil Dalmau built area 400 m2 budget 60.000 Euros status Built date 2005 / 2007 LUGAR ESPECÍFICO 34 In 2005 we responded to a competition announced by Idensitat Calaf/Manresa. The Spanish cultural association, directed by the critic Ramon Parramon, aims to protect the identities of small towns in Catalonia, with “project for social interaction”. After an initial survey, including interviews with the population and public institutions, we submitted a comprhensive strategy for Calaf, a town of 3.500 inhabitants. The council took up our proposal and, in exchange offered us an opportunity to tackle a real project. An elderly lady happened to have left a legacy to the town council, consisting of a romantic garden enclosed by high walls and situated in the historic centre. Her single wish was that it be allocated to the town’s old people. We and the clients visited the garden together and settled the priorities. The ensuing ideas were turned into a preliminary design which was then shown to the interested parties during a workshop. The elderly people examined the drawings and the mock-ups, and made their objections. They suggested various ideas regarding the use and landscaping, such as the addition of chairs and tables for playing cards, planters, benches and even a dance floor. In memory of the high wall that once concealed the garden, the new perimeter is defined by a wall perforated with portholes of various sizes. Behind it a conservatory is to be built so that the garden can also be used in winter. The garden, no more secret, was inaugurated in summer 2007. The old people of the town are now looking after it themselves. // 2A+P/A Nel 2005 abbiamo risposto a un bando indetto da Idensitat Calaf/Manresa; questa associazione culturale spagnola, diretta dal critico Ramon Parramon, cerca di salvaguardare l’identità dei piccoli comuni della Catalogna con dei “progetti di interazione sociale”. Dopo una prima ricognizione, una serie di interviste con la popolazione e le istituzioni pubbliche, abbiamo formulato una strategia complessiva per Calaf, un paesino di 3500 abitanti. La giunta ha accolto la nostra proposta, offrendo in cambio un’occasione di confronto reale. Un’anziana signora aveva lasciato in eredità al comune, nel centro storico di Calaf, un giardino di stampo romantico, racchiuso da alte mura, con l’unico desiderio che fosse destinato agli anziani della città. Abbiamo così visitato il giardino assieme ai committenti e individuato le priorità. Le idee si sono successivamente evolute in un primo progetto che è stato comunicato agli interessati durante un workshop: gli anziani hanno esaminato i disegni, i plastici, e fatto le loro obiezioni. Hanno suggerito varie idee circa l’uso e la definizione degli spazi, come l’inserimento di tavoli e sedie per giocare a carte, la creazione di fioriere, il posizionamento di panchine e infine che si potesse danzare su aree pavimentate. In memoria dei vecchi muri che celavano il giardino, il nuovo perimetro è stato definito da un nuovo muro traforato con oblò di diverso diametro. Dietro questa parte è stata prevista una serra che ne permetterà l’uso anche nelle stagioni più fredde. Il giardino, non più segreto, è stato inaugurato nell’estate del 2007. Gli anziani del paese ne sono gli attuali custodi. Previus page: Entrance view (Ph. Xavier Gil Dalmau) Pagina precedente: Vista dell’ingresso / Lugar Específico / Built / 2007 Calaf Plan with the project site / Planimetria di Calaf con il luogo dell’intervento 35 36 // 2A+P/A / Lugar Específico / Built / 2007 37 6 5 3 4 2 1. Winter garden / Giardino d’inverno 2. Well / Pozzo 3. Vase-Seats / Sedute-Vaso 4. Dance area / Area dancing 5. Multiplay Area / Area plurifunzionale 6. Toilets / Toilette 1 Plan of the garden / Pianta del giardino Left: Diagrams / A sinistra: Diagrammi 38 Lugar Específico is a participative project: through a direct involvement of the elderly people of Calaf and a dialogue with the city administration, an abandoned municipal place turned into the garden of their community centre. Lugar Especìfico è un progetto partecipativo: attraverso il coinvolgimento diretto degli anziani di Calaf e il dialogo con l’amministrazione municipale, un luogo cittadino abbandonato si è trasformato nel giardino della loro comunità. Axonometric View / Vista assonometrica // 2A+P/A / Lugar Específico / Built / 2007 39 Internal view of greenhouse Vista interna della serra 40 Uneven pavement (detail) / Dettaglio della pavimentazione discontinua The garden as a space for relationships Il giardino come spazio di relazione // 2A+P/A / Lugar Específico / Built / 2007 Exterior views / Viste dell’esterno (Ph. Xavier Gil Dalmau) 41 type Design competition “Go Civic”, finalist location Prato, Italy program Kindergarden and public space team Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo client Local municipality built area 6.200 m2 budget 1.650.000 Euros date 2008 ELEPHANT 44 The project organizes the whole plot as a consecutive sequence of spaces. The first is a parking-wood area that aims to be integrated with the surrounding natural landscape. The second is conceived as a crossing area that create a connection amongst the scholastic structure, the parking and the naturalistic area placed in the eastern part of the project. The third area, the “heart” of the project, is a square. The idea of the project derives from this concept: conceiving the school as a public space, a place created for the relationships, for children as well as for their parents, enhancing the relationship through the construction of a multifunctional building. The forth area consists in the scholastic building, conceived as a “filter spot” between the urban space created by the square and the naturalistic one created by the garden, the fifth area. The sixth and last functional area is conceived as a playgrounds area for children activities and games. For the school complex, the project proposes the scheme open court, considering the big tree shape as an icon. The planning of the areas, the entry and the spaces wants to underline the School social value, as it represents not only the place for the growth and education but also the place for the meeting and social aggregation for the different cultures that live in our cities. // 2A+P/A Il progetto organizza l’intero lotto attraverso una sequenza continua di spazi. Una divisione in fasce funzionali accostate le une alle altre. La prima area è quella del parcheggio per le auto, l’idea è quella di un parcheggio-bosco che riesca ad integrarsi con il paesaggio naturale che lo circonda. La seconda area si struttura come una fascia di attraversamento che permette la connessione tra il sistema scolastico ed il parcheggio e l’area naturale posizionata ad est dell’intervento. La terza fascia, vero e proprio nucleo centrale del progetto, è una piazza. L’idea dell’intero progetto ruota attorno a questo concetto: ipotizzare la scuola come un vero e proprio spazio pubblico, un luogo fondamentale per le relazioni, tanto per i bambini quanto per i loro genitori, potenziando il sistema di relazioni grazie alla realizzazione di uno spazio polifunzionale. La quarta fascia è realizzata dall’edificio scolastico, inteso come luogo di filtro tra lo spazio urbano della piazza e quello naturale del giardino, che costituisce infine la quinta fascia. A questa segue la sesta fascia concepita come un’area di playground per le attività e il gioco dei bambini. Il progetto propone un’articolazione a corte aperta del complesso scolastico, individuando nel grande albero al suo interno l’elemento iconico di riconoscimento e di identità. L’organizzazione dell’area, degli accessi e degli spazi vuole sottolineare anzitutto il valore sociale dell’edificio scolastico, che oltre ad essere lo spazio della crescita e dell’educazione, è anche un luogo privilegiato di aggregazione sociale e incontro tra diverse culture. Masterplan / Planimetria generale 1. Parking-Wood / Parcheggio-Bosco 2. Public Square / Piazza 3. Labyrinth / Labirinto 4. Adventure area / Area dell’avventura 5. Sand for adult / Area sabbia grandi 6. Sand for children / Area sabbia piccoli 7. Playgrounds / Area gioco attrezzata 8. Tricycle race / Circuito tricicli 9. Eco-corner / Angolo ecologico 10. Roof / Tettoia / Elephant / Competition / 2008 45 1 10 2 3 9 4 5 6 7 8 46 // 2A+P/A Schema accessibilità esterna Percorso carrabile Percorso pedonale Schema connettività esterna Ingressi principali Ingressi secondari Schema area cantiere Prima fase Seconda fase Diagrams / Diagrammi The project organize the entire site through a division in functional zones: a pedestrian promenade, a public square, a school and it’s garden. The school is an open court around which halls, spaces for socializing and playgrounds gravitate. Il progetto organizza l’intero sito attraverso una divisione in zone funzionali: una passeggiata pedonale, una piazza pubblica, una scuola e il suo giardino. La scuola è una corte aperta attorno alla quale gravitano sale, spazi per la socializzazione e per il gioco. 1. Entrance / Ingresso 2. Lodge / Portineria 3. Atrium-theatre / Atrio-Teatrino 4. Square / Piazza 5. Activities area / Spazi per attività ordinate 6. Free activities / Spazi per attività libere 7. Cloakroom / Spogliatoio 8. Toilets / Servizi igienici 9. Storage / Deposito 10. Children-Parents Space / Spazio Bambini-Genitori 11. Public Toilets / Servizi igienici per il pubblico 12. Teacher’s toilets / Servizi igienici insegnanti 13. Teacher’s cloakroom / Spogliatoio insegnanti 14. Food space / Locale sporzionamento 15. Teacher’s classroom / Aula professori 16. Surgery / Ambulatorio / Elephant / Competition / 2008 47 + 0.0 1 16 14 2 11 13 6 10 12 15 3 + 0.3 5 6 8 9 7 6 8 8 7 9 9 4 7 5 5 7 5 9 8 6 8 9 7 7 6 5 + 0.0 Plan / Pianta 8 5 9 6 48 Axonometric view / Vista assonometrica View of the square / Vista della piazza d’ingresso // 2A+P/A / Elephant / Competition / 2008 Axonometric view (detail) / Vista assonometrica (dettaglio) View of interior square / Vista dello spazio interno comune 49 // 2A+P/A A DIAMOND IS FOREVER type Ideas Competition “Building for boukunde” location Delft, Netherlands program University of Architecture team Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo client TU Delft built area 33.000 m2 date 2009 52 Today building has to be considered a great occasion. Every square meter of free land is a great resource, a precious space to use. The ground of our cities is completely saturated and the same thing we can say for the whole territory, urban and natural. This project gives us the opportunity of reflecting on the meaning of architecture, not as an instrument for a boundless urbanism, but as a process of reorganization of the existing patrimony. It represents an occasion for evaluating strategies of reuse of the land. Architecture today is hardly ever temporary, but it is an irreversible transformation process of the environment we live in. Each unpredictable event gives us an occasion to experiment the replacement of an urban form; we are called to reconstruct a building that unfortunately we have lost. This is why today a new University of Architecture has to try to represent architecture itself as an exceptional event: a building where architecture is studied but that at the same time can give a new idea of city production. This project is an attempt to imagine an architecture as an extraordinary moment. A precious and rare occasion to build in the city. The building is composed of two simple volumes overlapped: a basement and a vertical prism. The basement, with a height of 16 mt, is designed as a big black glass greenhouse to control and manage the solar radiation intensity and to reduce energetic consumptions. The vertical prism, with a base of 72x30 mt and a height of 68 mt, appears as a great gold bullion, positioned on top of the basement on the north-west corner, to reduce to the minimum the shadowing of the transparent covering of the basement. // 2A+P/A Costruire oggi un edificio deve essere considerata una grande occasione. Ogni metro quadro di suolo libero del territorio è una grande risorsa, è un prezioso spazio da utilizzare. Il suolo delle nostre città è completamente saturo e lo stesso si può dire per l’intero territorio, urbano e naturale. Questo progetto ci da la possibilità di riflettere sul valore dell’architettura, non come uno strumento per una infinita urbanizzazione, ma come un processo di riorganizzazione del patrimonio esistente, rappresentando una occasione per valutare strategie di riuso del suolo. L’Architettura non è quasi mai temporanea, ma un processo irreversibile di trasformazione dell’ambiente in cui viviamo. Oggi un evento imprevedibile ci regala una occasione per sperimentare sulla sostituzione di una forma urbana; siamo chiamati a ricostruire un edificio che purtroppo abbiamo perso. In questo senso una nuova Università di Architettura deve oggi cercare di rappresentare l’architettura stessa come un evento eccezionale: un edificio dove si studia architettura e che allo stesso tempo possa dare una nuova idea di produzione della città. Questo progetto è un tentativo di immaginare un’architettura come un momento straordinario. Una rara e preziosa occasione di costruire nella città. L’edificio è composto dalla sovrapposizione di due semplici volumi: un basamento ed una prisma verticale. Il basamento, con un’altezza di 16 m, è strutturato come una grande serra di vetro nero per controllare e gestire l’intensità della radiazione solare e ridurre i consumi energetici. Il volume, che occupa totalmente lo spazio del basamento dell’edifico preesistente, 80 m x 140 m, è un prisma puro con gli spigoli tagliati a 45° come il taglio “brillante” dei diamanti. In questo modo il volume appare come un oggetto appena poggiato sul suolo: una pietra nera incastonata nel bosco del Mekelpark. Al suo interno lo spazio si presenta come un grande giardino d’inverno, in continuità con il fitto bosco che circonda l’edificio. Il prisma verticale, con una base di 72 m x 30 m e un’altezza di 68 m, si presenta come un grande lingotto d’oro, posizionato sopra il basamento nello spigolo nord-ovest, in modo da ridurre al minimo l’ombreggiatura della copertura trasparente del basamento. / Elephant / Competition / 2008 The TU Delf after fire / La TU di Delf dopo l’incendio 53 54 // 2A+P/A 0 Axonometry oblique cavalier 30° Axonometric View / Vista assonometrica 1:500 5 10 25 / A diamond is forever / Competition / 2007 55 Masterplan / Planimetria generale This project gives is an opportunity of reflecting on the meaning of architecture, as a process of reorganization of the existing patrimony. The project we present assumes the burned building as a model of organization and volumetric conception. Questo progetto dà un’opportunità di riflessione circa il significato dell’architettura, come processo di riorganizzazione del patrimonio esistente. Il progetto che presentiamo assume proprio l’edificio bruciato come modello di organizzazione e concezione volumetrica. 56 // 2A+P/A F F G + 0.0 F + 0.0 G F D F D Level 1 (12000 m2) / Livello 1 + 0.0 + 0.0 + 0.0 H I + 4.8 + 4.8 M L K + 0.0 + 4.8 D Level 2 (8200 m2) / Livello 2 J + 0.0 K L + 4.8 D + 0.0 K / A diamond is forever / Competition / 2007 57 A. Lecture halls / Sale Lettura B. Studio space / Zona Studio C. Offices / Uffici D. Restroom / Toilette E. Common spaces / Spazi comuni F. Facilities / Servizi accessori G. Cycle track/cycle parking / Parcheggio biciclette H. Pc’s workplaces / Sale computer I. Auditorium / Auditorium J. Library / Biblioteca K. Workplaces / Laboratori L. Lecture hall / Zona lettura M. Lounge / Foyer Informal meeting space / Area per meeting informali D A D + 38.0 A + 30.8 + 41.6 B C + 63.2 D D A C Level 3 - 1900 m2 B Level 14 - 540 m2 Level 9 - 1050 m2 D D 120 mq 60mq + 16.0 + 56.0 + 59.60 + 16.0 C 60mq B C D + 19.9 D + 45.2 B B B D + 66.8 B 240 mq B Level 4 - 850 m2 Level 15 - 1900 m2 Level 10 - 1900 m2 D B 120 mq 120 mq D 120 mq + 16.0 + 23.5 B C D + 19.9 D B C + 45.2 D + 48.80 + 48.80 + 48.8 + 66.80 + 48.8 + 70.4 B Level 11 - 1500 Level 5 -1650 m2 m2 D C B 120 mq D B Level 16 - 1900 m2 D 120 mq B D C E + 27.1 720 mq + 48.8 240 mq + 52.4 Level 12 - 600 Level 6 -1900 m2 m2 120 mq C120 mq 120 mq 60mq D E B 60mq + +77.6 74.00 + 70.4 + 54.2 D D + 30.8 D + 27.1 + 56.0 + 56.0 B C Level 7 - 1700 m2 C + 38.00 D B + 30.8 D Level 17 - 600 m2 Level 13 - 1900 m2 C + 38.0 C + 74.0 Level 17 - 1050 m2 D 240 mq + 70.4 B C ++ 59.6 34.40 D C Level 8 - 1600 m2 Higher floors plan / Piante degli altri livelli Level 14 - 540 m2 + 56.0 + 74.0 58 // 2A+P/A Rooftop plan / Pianta della copertura Elevation / Prospetto 1 6 4 2 1 5 Longitudinal section / Sezione longitudinale / A diamond is forever / Competition / 2007 59 Elevation / Prospetto June 21th December 21th KEY CONCEPT OF ENVIRONMENTAL STRATEGIES 1. The development of the section comes from the will to increase and optimize the surfaces facing South that can be used to support a dense photovoltaic and solar panneling 2. Wind driven natural ventilation is split by profile edges into two internal optimized flows 3. The flared octagons that cross the ceiling become a system of skylights that bring natural light in the interior and create natural ventilation 4. A square grid of brise soleil grants the administration of the luminous radiation on East and West fronts 5. The basement is designed as a big black glass greenhouse to control and manage the solar radiation intensity and to reduce energetic consumptions. 6. Voids and double storeys allow stack driven natural ventilation through the tower 3 0 Longitudinal section 1:500 5 10 25 AION Partners: Andrea Di Stefano, Aleksandra Jaeschke Location: Siracusa Born: 2005 AION is an architectural practice engaging with the material organization of the living. Matter, technique and function are treated as a continuum through a machinic design process triggering novelty out of sistematicity. The office operates within urban and environmental processes seeking for a high degree of performance across scales and domains and assessing praxis as a form of creative engineering of life. www.a-i-o-n.com Lo studio AION intende l’architettura come una pratica costruttiva direttamente coinvolta nell’organizzazione materiale del vivente. Materia, tecnica e funzione, poste in continuità, vengono trattate come un sistema di relazioni materiali attraverso una progettazione macchinica, che genera novità dall’eccesso di sistematicità. Lo studio opera sui processi multipli in atto nell’ambiente costruito, con l’obiettivo di migliorarne la performance ad ogni livello e scala ed affermare la pratica architettonica come una forma d’ingegneria creativa della vita. // AION CONTINUOUS LAMINAE type Research location Portopalo (SR), Italy program Biodegradable screens team Aleksandra Jaeschke Andrea Di Stefano consultants Prof. Dr. George Jeronimidis Center of Biomimetics, University of Reading photos Aleksandra Jaeschke, Emilio Gancia date 2005 64 Continuous Laminae is a sustainable and biodegradable screening system made from laminated timber and capable of modulating environmental conditions by utilising specific characteristics of timber; material properties on a micro-scale from a biomimetic point of view and manufacturing and assembly logics at a macro-scale. The task was to develop a self-supporting system made of laminated wood that is capable of bearing wind loads that can cope with abrasion and utilize changes in relative humidity, while simultaneously modulating air flow and light intensities. In order to combine these performance requirements in one system two strategies were adopted: [i] continuous use of one material (laminated wood with no joints), [ii] use of curved geometries (assuring structural and material integrity while allowing for control of environmental dynamics through local differentiations). // AION Continuous Laminae è un sistema costruttivo in legno lamellare per schermature biodegradabili che definiscono lo spazio attraverso la modulazione delle condizioni ambientali. Applicando i principi della biomimetica, le innate capacità espressive del materiale governano il progetto ad una microscala, mentre ad una macroscala sono determinanti le logiche produttive e di assemblaggio. L’intento era di sviluppare dalla laminazione del legno un sistema autoportante che servisse a modulare il vento e l’intensità della luce, oltre ad esser capace di sopportare i carichi del vento, far fronte all’abrasione ed assorbire le variazioni di umidità. Per integrare questi requisiti prestazionali in un unico sistema si sono adottate due strategie: [i] uso continuo di un unico materiale (legno lamellare senza giunti), [ii] uso di geometrie curve (per garantire integrità strutturale e controllare localmente le dinamiche ambientali variando la curvatura degli elementi). Self-organising tendency of wooden strips Tendenza di un fascio di fogli di legno a trovare autonomamente la configurazione ottimale / Continuous Laminae / Research / 2005 65 PHYSICAL tests TESTS on ONsingle SINGLEveneer VENEERstrips STRIPS/ Test fisico su di una singola striscia di legno da impiallacciatura PHYSICAL TESTS ON SINGLE VENEER STRIPS Physical 90° 100 200 300 -200 -100 u 0 100 200 300 100 200 100 -200 n n n n u 0 200 300 300 100 100 200 200 300 200 100 -100 0 DIGITAL RECONSTRUCTION OF THE DIGITALreconstruction RECONSTRUCTION OF geometry THE GEOMETRY GEOMETRY Digital of the / Ricostruzione digitale della geometria -200 180° 0 0 0 0 n 135° 300 45° 300 0° -100 u 0 100 200 300 -200 -100 u 0 100 200 300 -200 -100 u 0 100 200 300 TANGENCY ALIGNMENT ALONG U AXIS 90° ROTATION AROUND N AXIS n axis v axis u axis ROTATION AROUND N AXS DISPLACEMENT ALONG U AXIS TANGENT LINE A veneer strip self-organising in presence of external constraints Configurazione naturale di una singola striscia di legno vincolata alle estremità 090° GEOMETRIC DEFINITION - OPERATIONAL CONTROL PARAMETERS 29 (10mm) parallel 650mm 25mm 0.5mm fixed -080mm 00mm 00mm 00° 360° Sp_r Sd_l Sd_w Sd_d Mc_j Mc_u Mc_v Mc_n Mc_ru Mc_rv Sp_h Mc_rn Geometric definition: operational control parameters / Definizione geometrica: parametri operativi di controllo Material tests. The initial tests aimed at demonstrating the self-organising tendency of finitelength wooden veneer strips constrained at both ends. The elements naturally adopted geometries characterised by high degree of curvature continuity. Test materiali. I primi test mostravano la tendenza di un fascio di fogli di legno, vincolati alle estremità, a trovare autonomamente la configurazione ottimale. Gli elementi assumevano naturalmente geometrie definite da variazioni continue e coerenti della curvatura. 66 // AION Geometric set-up. The definition of points of constraint and tangencies helped determine the path of individual components and allowed to maintain laminar relationships and curvature continuity. Configurazione geometrica. Dall’individuazione dei punti fissi e di tangenza è stato possibile determinare l’andamento dei singoli componenti e dunque garantire continuità della curvatura e coerenza nella laminazione. Tangency alignment and curvature continuity Allineamento delle tangenti e continuità della curvatura secondary constraint point secondary component direction primary constraint point primary component direction Organisation diagram: constraint points and directions Diagramma organizzativo: punti fissi e orientamento dei componenti secondary constraint point secondary component path primary constraint point primary component path Approximated component path Approssimazione della traiettoria di un componente / Continuous Laminae / Research / 2005 E anufactured from h the process of ad to the developat embeds much d is much more r laminate strucosed for applicaf the EU initiatives gramme, which s but encourages n use of sustaincosystem services, ent, education ed to tourism. In aden the possible 1:1 prototype: continuous lamination process / Prototipo 1:1 - processo di laminazione continua 67 68 // AION AUGUST the 15th TIME: 08.00 AUGUST the 15th TIME: 10.00 AUGUST the 15th TIME: 12.00 AUGUST the 15th TIME: 08.00 AUGUST the 15th TIME: 10.00 AUGUST the 15th TIME: 12.00 DIFFERENTIATED DENSITY REGIONAL SET-UP MAPPING OF SECONDARY COMPONENT GUIDE RAILS DISPLACEMENT OF PRIMARY COMPONENT GUIDE RAIL EQUAL DENSITY REGIONAL SET-UP Environmental effects: luminous performance / Effetti ambientali: performance luminosa Regional differentiation process / Processo di differenziazione di una regione di schermo Differentiated regional set-ups (RP models) / (modelli RP) Differenti configurazioni di una regione di schermo / Continuous Laminae / Research / 2005 69 AUGUST the 15th TIME: 14.00 AUGUST the 15th TIME: 16.00 AUGUST the 15th TIME: 14.00 AUGUST the 15th TIME: 18.00 AUGUST the 15th TIME: 16.00 AUGUST the 15th TIME: 18.00 min max Luminance (cd/sm) II.1.10 -203,121,-245 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 22° w 60 II.1.9 -210,110,-199 rn 22° w 60 I.1.10 204,1235,333 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 22° w 60 primary component path III.1.9-227,-186,148 forming support plates II.3.9 -136,180,-112 I.1.9 186,1091,392 II.1.6 -213,91,-133 rn 22° w 60 I.3.10 513,1225,298 rn 22° w 60 rn 22° w 60 PRIMARY COMPONENT ARM AXIS LENGTH II.3.10 -129,224,-108 III.1.10 -216,-231,185 II.1.7 -223,77,-141 rn 22° w 60 rn 22° w 60 secondary component path II.1.8 -191,119,-181 II.3.8 -116,160,-124 II.5.10 232,283,-83 III.1.8 -213,-145,110 I.1.8 169,963,436 rn 22° w 60 II.1.5 -192,112,-129 I.2.8 190,963,433 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 22° w 60 III.3.10 -136,-271,26 II.3.7 -148,123,-101 rn 22° w 60 I.3.9 504,1088,347 I.1.7 145,848,463 III.1.7 -173,-162,115 II.5.9 243,226,-89 II.1.4 -174,143,-108 rn 00° w 30 rn 22° w 60 I.2.7 214,848,451 rn 22° w 60 II.2.5 -32,159,-94 III.3.9 -148,-213,41 II.3.6 -137,128,-96 I.1.6 134,757,475 rn 22° w 60 rn 22° w 60 I.3.8 493,965,376 II.5.8 242,-200,65 II.1.3 -151,169,-127 rn 22° w 60 III.1.6 -161,-168,102 I.4.8 514,965,371 rn 6.5° w 36 rn 22° w 60 rn 22° w 60 II.2.4 -53,163,-95 I.2.6 233,758,454 rn 00° w 30 I.1.5 122,664,480 II.4.6 -3,155,-79 III.3.8 -133,-155,59 II.3.5 -114,140,-92 III.2.7 259,679,567 rn 22° w 60 rn 22° w 60 I.3.7 476,855,390 SECONDARY COMPONENT III.5.10 273,-179,-2 II.5.7 280,87,-85 II.1.2 -154,190,-115 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 10.5° w 42 II.2.3 -77,165,-96 III.1.5 -155,-161,90 II.4.5 -33,157,-93 I.4.7 514,965,371 II.3.4 96,150,-93 I.2.5 259,669,447 I.1 121,566,477.4 rn 00° w 30 rn 22° w 60 rn 14.5° w 48 1 III.3.7 -96,-159,44 III.2.6 85,575,434 rn 22° w 60 I.3.6 470,768,392 2 II.5.6 216,-4,-81 rn 22° w 60 rn 00° w 30 rn 22° w 60 II.1.1 -156,212,-101 rn 22° w 60 rn 14.5° w 48 III.5.9 277,-148,11 3 II.4.4 -58,164,-93 II.3.3 -77,167,-91 rn 22° w 60 II.4.1 -87,199,-82 sp position 1 194 2 237 3 225 4 182 4 I.4.6 571,775,361 II.2.2 -78,175,-96 rn 00° w 30 I.2 2 85,575,434 III.1.4 -155,-156,77 rn 22° w 60 I.1.3 129,465,462 rn 6.5° w 36 I.3.5 466,681,386 rn 22° w 60 III.4.7 -34,-122,41 II.5.5 214,75,-84 III.3.6 -83,-159,41 III.2.5 -81,-144,43 rn 22° w 60 rn 6.5° w 36 rn 22° w 60 III.5.8 269,129,-6 mid w 28 II.4.3 -85,169,-93 II.3.2 -78,185,-76 I.4.5 571,775,361 rn 14.5° w 54 II.2.1 -79,188,-92 I.3.4 471,591,371 rn 00° w 30 I.2.3 310,479,406 rn 22° w 60 III.1.3 -165,-145,64 rn 22° w 60 II.5.4 196,82,-83 III.4.6 -76,-54,118 rn 22° w 60 I.1.2 149,363,436 III.3.5 -77,-158,39 rn 10.5° w 42 rn 22° w 60 rn 10.5° w 42 III.2.4 -87,-150,41 rn 22° w 60 III.5.7 230,-189,24 II.4.2 -87,185,-86 rn 22° w 60 II.3.1 -79,187,-106 I.4.4 635,609,311 PRIMARY COMPONENT II.5.3 179,99,-67 I.3.3 485,498,344 rn 6.5° w 36 III.4.5 -91,-127,44 I.2.2 334,382,373 rn 22° w 60 rn 22° w 60 I.1.1 175,261,400 rn 14.5° w 48 rn 14.5° w 48 1 III.5.6 190,-204,12 II.4.1 -87,199,-82 III.2.3 -83,-156,46 rn 22° w 60 rail 1 III.1.2 -169,-145,55 rn 22° w 60 rn 14.5° w 48 III.3.4 -76,-155,43 2 II.4.1 -87,199,-82 sp position 1 194 2 237 3 225 4 182 4 II.5.2 180,97,-78 I.4.3 667,523,272 3 I.3.2 510,406,305 rn 10.5° w 42 III.4.4 -96,-238,31 I.2.1 361,286,331 rn 22° w 60 rn 22° w 60 rn 18.5° w 54 rn 22° w 60 II.5.1 182,95,-76 axis l 248 mid w 28 III.2.2 -85,-157,46 2 II.5.1 182,95,-76 sp position 1 85 2 127 3 111 4 71 4 I.4.2 695,437,227 rail 2 III.1.1 -172,-146,45 y 1 III.5.5 183,-213,28 rn 22° w 60 III.3.3 -84,-150,42 rn 22° w 60 3 I.3.1 540,315,257 rn 14.5° w 48 x 1 rn 22° w 60 rail 3 REGIONAL COORDINATE SYSTEM (RCS) axis l 262 mid w 37 rn 22° w 60 III.4.3 -94,-140,45 2 III.5.4 -58,164,-93 III.3.2 -86,-154,30 I.4.1 727,352,173 rn 22° w 60 sp position 1 201 2 187 3 153 4 167 I.4.1 727,352,173 III.2.1 -87,-159,43 4 rail 4 rn 18.5° w 54 III.4.2 -96,-142,40 3 rn 22° w 60 III.5.3 199,-213,29 rn 22° rn 22° w 60 axis l 194 mid w 25 III.3.1 -88,-152,44 1 2 4 rn 22° w 60 III.4.1 -97,-144,37 rn 22° w 60 III.4.1 -97,-144,37 III.5.2 201,-233,20 sp position 1 170 2 190 3 169 4 150 1 III.5.1 203,-253,25 sp position 4 1 39 2 75 3 52 4 16 rn 22° w 60 III.5.1 203,-253,25 Differentiations. Locally-introduced variations reverberate across the entire screen. Compatibly with the observed material behaviour, changes in density and orientation of individual elements are applied to modify environmental performance without disrupting the overall formal continuity. axis l 338 mid w 28 3 rail 5 Tested regional set-up and its basic components Regione di schermo e componenti rn 22° w 60 2 rn 22° w 60 3 Differenziazioni. Piccole variazioni indotte localmente si riverberano su tutto lo schermo. In virtù delle regole dedotte dal comportamento del materiale, al variare della densità e dell’orientamento dei singoli componenti, si modifica la performance ambientale mantenendo integra la coerenza dell’insieme. ARTIFICIAL BIOTIC CORRIDORS type Research location Siracusa, Italy program Eco-resort team Andrea Di Stefano Aleksandra Jaeschke date 2005 72 Biotic corridors are natural infrastructures which enable sea-land exchange. While collecting and purifying water, they fertilize the ground and nourish life, triggering biodiversity. This project extrapolates an architectural model from such process and develops Artificial Biotic Corridors (ABC), bionic infrastructures enabling a parametrically controlled integration of natural dynamics with human activities, towards a higher system performance. Calibrated for the Mediterranean Basin, this new type of primary infrastructure combines diverse natural wastewater treatment systems featuring only endemic plant species. A phytosociological evolutionary pattern drives a sustainable urban growth. A pilot project is tested in Siracusa, Sicily, where two Artificial Biotic Corridors absorb the tourist demand and take advantage of wastewater production for the revegetation of a degraded urban park along the coastal belt. The Trogylon fjord, Siracusa / Fiordo del Trogylon, Siracusa // AION I corridoi biotici sono infrastrutture naturali che stabiliscono continuità biologica fra terra e mare: convogliando e filtrando l’acqua, fertilizzano il terreno e alimentano la vita, favorendo la biodiversità. Riproducendone la funzione, i Corridoi Biotici Artificiali sviluppano un modello insediativo sostenibile basato su infrastrutture bioniche: un prototipo per l’infrastrutturazione primaria che combina sistemi di trattamento naturale delle acque reflue ed utilizza solo piante endemiche secondo uno schema evolutivo derivato dalla fitosociologia. Si attiva così dal basso un processo d’integrazione fra evoluzione naturale e sviluppo urbano, attraverso un modello controllabile parametricamente, che consente di massimizzare la prestazione del sistema nel suo complesso. Calibrato per l’habitat mediterraneo, un progetto pilota è stato elaborato per Siracusa, dove due Corridoi Biotici Artificiali soddisfano la domanda turistica, facendo della produzione di acque reflue una risorsa per la rivegetazione di un parco urbano degradato situato lungo la fascia costiera. / Artificial Biotic Corridors / Research / 2005 Next to an old Tuna Fish Factory, the Trogylon fjord is the largest biotic corridor in Siracusa and the richest for biodiversity. An accurate reading of the surrounding geomorphology and soil conditions shows watershed dynamics and subsequent vegetation grouping, distribution and evolutionary degree: a pattern of potential land occupation emerges from the recognition of maximum and minimum impact zones and following gradients locally measuring the ecosystem robustness. The site is understood as a set of environmental parameters defining its capacity to sustain anthropic pressure and to absorb the consequent pollution. As a form of proto-urbanisation, from the conditions found an augmented landscape anticipates human settlements through the implementation of natural wastewater treatment systems deriving from and intensifying natural dynamics. 73 Vicino ad un’antica tonnara, il fiordo del Trogylon è il più ampio corridoio biotico di Siracusa e il più ricco per biodiversità. Un’accurata lettura della geomorfologia e della consistenza del suolo mostra le dinamiche di scorrimento delle acque e la susseguente distribuzione, associazione e scala evolutiva della vegetazione. Ne emerge un modello per lo sfruttamento del suolo, definito da zone di massimo e minimo impatto e gradienti che localmente danno la misura delle ripercussioni sull’ecosistema. Il sito è tradotto in un sistema di parametri ambientali interrelati, che insieme ne definiscono la specifica capacità di sostenere la pressione antropica ed assorbirne l’inquinamento conseguente. Implementando particolari sistemi di trattamento naturale delle acque reflue, viene amplificata l’intensità delle dinamiche già in atto nell’ambiente e dunque la sua capacità di carico: come una forma di proto-urbanizzazione, anticipando i potenziali insediamenti abitativi, l’infrastrutturazione primaria favorisce simultaneamente lo sviluppo urbano e l’evoluzione naturale. Trogylon fjord, ridges and valleys system / Fiordo del Trogylon, sistema di valli e crinali 74 // AION The potential for two Artificial Biotic Corridors emerges from the natural watershed pattern. As augmentation of the landscape filtering capacity, a complex infrastructure is generated through layering natural wastewater treatment systems that amplify local conditions: valleys determine networks of canals and purification ponds, while ridges rule networks of reed beds. A sub-irrigation system re-distributes wastewater after treatment and nourishes parametrically distributed plant species. I Corridoi Biotici Artificiali, come un potenziale inespresso insito nel luogo, emergono dal modello dello scorrimento naturale delle acque e delle proprietà assorbenti dei suoli. Integrando sistemi di trattamento naturale delle acque reflue, queste infrastrutture complesse amplificano in modo controllato le condizioni locali e potenziano la capacità filtrante del sito: le valli determinano reti di canali e bio-laghi, i crinali generano reti di fito-depuratori, ed un sistema di sub-irrigazione ridistribuisce i reflui trattati, nutrendo capillarmente le formazioni vegetali. channel pond pipe septic tank valley watershed direction sub-irrigation system Porous bed contact method canals and macrophytes purification ponds Canali ossigenanti e biolaghi di macrofite Emergent canals and ponds network / Sistema emergente di canali e biolaghi MINIMUM IMPACT ZONE circulation and inhabitation RIDGE VALLEY / Artificial Biotic Corridors / Research / 2005 reedbeds revegetation TIMETUM SCHENETUM OLEO CERATONION TIMETUM SCHENETUM natural watershed basin phytoassociations 75 The enhanced landscape capacity to sustain wastewater allows for the accommodation of over 2000 users and enables for a revegetation programme for both the artificial landscape and the surrounding degraded flora. L’originale capacità di sostenere i reflui prodotti da un potenziale insediamento viene aumentata fino a poter sostenere più di 2000 utenti ed attivare un programma di rivegetazione sia del sito che dell’area circostante, caratterizzata da una flora degradata. Land occupation strategy / Strategia d’insediamento cost slope +12% 1°-2° min +20% +28% +42% 0°-1° 2°-3° 3°-4° 4°-5° VOLUME INCREASE Emergent reed beds network / Sistema emergente di fitodepuratori 76 // AION OLEO CERATONION Ceratonia siliqua Pteridium aquilinum THIMETUM CAPITATI Pistacia lentiscus Myrto lentiscetum Orchis italica Valeriana tuberosa Evolution of phyto-associations / Evoluzione delle fito-associazioni papyrus reed bed pond canal cultivated field Bionic infrastructure capable of sustaining specific anthropic pressure while ensuring high environmental performance (emergent capacity: over 2000 users) Infrastruttura bionica: garantisce l’equilibrio fra una data pressione antropica e la qualità ambientale relativa (max capacità ottenuta: 2000 utenti) CRITMO LIMONIETUM THIMETUM CAPITATI OLEO CERATONION Artificial Biotic Corridors / Corridoi Biotici Artificiali Thymus capitati CRITMO LIMONIETUM Chaemarops humilis Euphorbia characias Sarcopoterium spinos. Calendula maritima Limonietum syracusani / Artificial Biotic Corridors / Research / 2005 77 Treated water accumulation Accumulazione delle acque trattate Irrigation system outputs for revegetation of adjacent bcs Terminali del sistema di irrigazione atti alla rivegetazione Treated water accumulation: plants nourishment distribution Accumulazione delle acque trattate: distribuzione della risorsa per alimentare le piante Irrigation system outputs for revegetation of adjacent biotic corridors: the excess of treated water is re-directed to the nearby land Terminali del sistema di irrigazione atti alla rivegetazione dei corridoi biotici limitrofi: l’eccesso di acqua trattata è reindirizzato verso i terreni adiacenti. 78 0° - 8° SLOPE SURFACES // AION 8° - 20° SLOPE SURFACES Circulation devices / Dispositivi per la circolazione Circulation economy: the circulatory network emerges from low impact zones (ridges). Connective devices are determined by the slope conditions found. Economia dei percorsi: la rete per la circolazione emerge da quella dei crinali (zone a basso impatto) ed i dispositivi di connessione sono attribuiti in base all’inclinazione del terreno. Emergent circulatory network / Sistema emergente della circolazione 20° - 30° SLOPE SURFACES > 30 SLOPE SURFACES / Artificial Biotic Corridors / Research / 2005 79 A circulatory system is developed along the ridges network. Different degrees of connectivity suggest potential for more public or private programme. A highly perfomative resort layout is generated as a consequence. MIN guest room config. MAX guest room config. Public/private space ratio / Rapporto spazio pubblico-privato CONNECTIVITY AND PROGRAMMATIC ORGANISATION Generata la circolazione dalla rete dei crinali, ad ogni incrocio viene associata una funzione maggiormente pubblica o privata in base al grado di connettività. Automaticamente si configura il layout di un resort estremamente funzionale. Degrees of connectivity determine public and private spaces as well as programmatic clusters, performing a highly functional resort layout for 1500 users Al grado di connettività corrisponde il livello di privacy, definendo spazi privati, pubblici e blocchi funzionali, e determinando un modello di resort estremamente funzionale per 1500 utenti. PROGRAMMATIC BREAK_DOWN WEST CORRIDOR OUTDOOR INDOOR CAR PARK (EXISTING) 7,500 m² TRAM STATION (EXISTING) 120 m² PARYRUS WORKSHOP AND SHOP 300 m² CENTRAL CORRIDOR OUTDOOR INDOOR PIER 150 m² SWIMMING POOL 900 m² SUN DECK 275 m² BAR 20 m² KITCHEN 380 m² RESTAURANT 700 m² ENTRANCE HALL AND RECEPTION 320 m² STAFF OFFICE 180 m² CHANGING ROOMS 80 m² LOBBY 350 m² MEETING AREA AND BAR 250 m² FITNESS AND BEAUTY CENTRE 200 m² CHANGING ROOMS 20 m² EAST CORRIDOR OUTDOOR NIGHT CLUB 450 m² NIGHT MARKET 750 m² DIVING CENTRE 180 m² REST AREA 1 AND 2 150 m² (X2) THEATRE 300 m² TRAM STOP 15 m² TEMPORARY CAR PARK 300 m² TENNIS FIELD 450 m² INDOOR SWIMMING POOL 900 m² FITNESS AND BEAUTY CENTRE 250 m² LOBBY 350 m² MEETING AREA AND BAR 250 m² Connectivity and programmatic organisation / Connettività e organizzazione funzionale 80 // AION A set of parameters concerning environmental impact, programmatic requirements and social habits informs a generative matrix. Programmatic clusters, ranging from terraces to living units and public spaces unfold a lineage of prototypical spaces. Land occupation determines loss of available wastewater treatment system and imposes a renegotiation to eventually find a balance. A feedback-loop generative process allows for maximum inhabitable spaces while ensuring higher environmental performance. 2 branch node STEP 1 1.5m offset - pathways STEP 2 3.0m offset - reedbeds STEP 3 6.0m chamfer - common areas STEP 4 3.5m offset - guest rooms STEP 5 3.5m offset - terraces STEP 6 1.5m offset - access to room 3 branch node Node generative matrix / Matrice generativa dei nodi Serie di parametri definiscono impatto ambientale, requisiti funzionali e soglie di socialità, informando una matrice generativa. Insiemi funzionali, dai terrazzamenti alle unità abitative fino agli spazi pubblici, emergono come molteplicità di prototipi spaziali. Gli insediamenti, occupando lo spazio dedicato al trattamento dei reflui, impongono una riconfigurazione del sistema, affinchè ritrovi l’equilibrio fra utenti ed infrastrutture a servizio: il processo generativo consente di massimizzare al contempo spazio abitabile e prestazioni ambientali. 4 branch node 5 branch node 6 branch node / Artificial Biotic Corridors / Research / 2005 Parametric master-planning is a bottom-up inclusive approach for the material organisation of the living. The man-made and natural environments, synchronised in a new augmented territory, help emerge novel patterns of social and private life, towards an integral urban ecology. Parametric masterplan / Masterplan parametrico 81 Il masterplan, regola dal basso, parametricamente, l’organizzazione di tutto il materiale vivente che coinvolge. Un territorio definito da gradi d’intensità e soglie, ove l’ambiente costruito e quello naturale entrano in sincronia, facendo emergere nuovi modi di abitare, verso un’ecologia urbana integrale. // AION / Caterpillar / Ongoing / 2008 83 type Private commission location Augusta (SR), Italy program Footbridge & New facilities team Andrea Di Stefano Aleksandra Jaeschke collaborators Francesco Moncada Paolo Tringali consultants Daniele Catania (engeenering) status Ongoing date 2008 CATERPILLAR 84 // AION Caterpillar explores the notion of moire effect seeking to turn an undesired visual phenomenon into an intention and trying to virtually embed movement into the structure of a pedestrian footbridge. The project is part of a larger redevelopment of a transport company. It provides new facilities and interconnects them with the existing offices. The Caterpillar footbridge constitutes an infrastructural spine interconnecting an existing building with a new office tower, archive, canteen and a guest area. The structure of the footbridge, a regular array of tubular frames, forms a screen separating the industrial part of the site from the new relax area. The superposition of layers of tubular elements creates visual interferences while observed from different points and at different speeds. A shimmering effect caused by apparently undulating curved patterns augments the sensation of movement. ARTICULATED TANK TRUCKS Caterpillar esplora l’effetto moirè nella sua essenza, cercando di trasformare un effetto visivo indesiderato in un’intenzione progettuale, per incorporare la virtualità del movimento nella struttura di un ponte pedonale. Il progetto fa parte della più ampia riqualificazione della sede di una società di trasporti, per attrezzarla di nuove strutture e connetterle a quelle esistenti. Caterpillar è un ponte pedonale che costituisce l’asse infrastrutturale del complesso, connettendo l’edificio esistente con la nuova torre per uffici, l’archivio, la mensa e l’area per gli ospiti. La struttura, fatta da elementi tubolari allineati, crea uno schermo e separa la zona industriale dalla nuova area relax. La sovrapposizione di strati di elementi tubolari crea interferenze visive che variano al variare del punto di osservazione e della velocità: un effetto ondulatorio provocato dall’emergere di moti curvilinei quanto apparenti, che amplifica la percezione del movimento. VANS DUMP TRUCKS SERVICE CARS EARTH MOVERS PRIVATE VEHICLES (TRUCK DRIVERS) ARTICULATED DUMP TRUCKS PRIVATE VEHICLES (OFFICE EMPLOYEES) CATERPILLAR VEHICLES ENTRANCE RECEPTION TRUCKS WORKSHOP QUARRY CATERPILLAR VEHICLES AREA CLEANING POINT REFUELLING POINT QUARRY REFUELLING POINT ARCHIVE FACILITIES MANAGEMENT Masterplan for the redevelopment of an existing transport company Masterplan per la riqualificazione della sede di una società di trasporti OFFICES / Caterpillar / Ongoing / 2008 85 Structure and movement. The traditional bridge structure based on a horizontal beam supported by a minimum number of vertical load-bearing elements is replaced by a minimum-section deck supported by a multitude of equally distributed tubular elements approaching the maximum structural slenderness. While regularly arrayed along the deck, the 320 steel frames consist of elements inclined at incrementally changing angles. Thus formed layers of different arrangements create moire effects – virtual undulations produced by apparent patterns formed by the superposition of the structural layers. Struttura e movimento. La struttura convenzionale del ponte, una trave orizzontale che poggia su un numero minimo di pilastri, è sostituita da una passerella dalla sezione minima, sorretta da una moltitudine di elementi tubolari, estremamente snelli ed equamente distribuiti. I 320 telai in acciaio se da una parte sono allineati regolarmente lungo il ponte, dall’altra sono costituiti da elementi inclinati secondo un angolazione incrementale. Lo stratificarsi della struttura, caratterizzata da inclinazioni differenziali, genera l’effetto moirè – ondulazione virtuale che emerge sovrapponendo motivi coerenti ma non esattamente coincidenti. CATERPILLAR (MILLIPEDE) STRUCTURE MAX. SECTION FEW SUPPORT ELEMENTS MIN. SECTION MANY SUPPORT ELEMENTS Structural concept / Principio strutturale MOIRE’ EFFECT 86 // AION Structural performance. 320 tubular frames, distanced 17 cm, form the footbridge structure. Each frame is composed of a portal and two side elements. The latter ones prevent buckling of load bearing elements longer than 1.70 m and provide cross bracing. The redundant elements assume secondary functions. The elements distributed at incrementally changing angles support the shading system and simultaneously create a moiré effect. Performance strutturale. 320 telai strutturali, uno ogni 17cm, formano la struttura del ponte. Ogni telaio è composto da un portale e due elementi secondari. Questi ultimi fanno da controvento agli snellissimi elementi portanti, quando superano la soglia di deformazione consentita. In tutti gli altri casi risultano strutturalmente ridondanti, offrendosi a funzioni secondarie: distribuiti parametricamente, fungono da dispositivo per l’ombreggiatura e creano simultaneamente un effetto moirè. MOIRE’ BUCKLING DEFLECTION OVERHEATING WIND LOAD FLAT APPEARANCE Structure development / Sviluppo della struttura PARAMETERS N066 N070 N074 N078 N082 N086 N090 N094 N098 N102 N106 N110 N114 N118 N122 N126 N130 N134 N138 N142 N146 N150 N154 N158 N162 N166 N170 N174 N178 N182 N186 N190 N194 N198 N202 MAXIMUM HEIGHT (HMAX.)= 6.22 M CORRIDOR HEIGHT (H.)= 2.8 M CORRIDOR WIDTH (L.)= 1.8 M SECONDARY ELEMENT - SOUTH SECONDARY ELEMENT - NORTH STRUCTURAL RHYTHM (P.)= 170MM MAX. TUBE LENGTH= 1.7 M TUBE EXT DIAMETER = 28MM TUBE INT DIAMETER= 25MM BASE PORTAL STRUCTURAL ANALYSIS L. H. Dead loads Maximum deflection: 5mm H.MAX. Dead loads + earthquake forces Maximum deflection: 23mm Structural frame / Scheletro strutturale Incrementally Changing Angle Of Inclination Cambiamento incrementale dell’angolo / Caterpillar / Ongoing / 2008 20 km/h FAR AWAY 87 10 km/h CLOSE BY 5 km/h CLOSE BY 5 km/h INSIDE 5 km/h BELOW NEW OFFICE TOWER Perception of moire’ effect in function of distance and speed / Percezione dell’effetto moiré in funzione della distanza e velocità CAMERA POSITION TIPICAL A FOOTBRIDGE FRAME TARGET EXISTING OFFICES A B C CAMERA POSITION B TARGET A B C CAMERA POSITION C TARGET A B C Moire’ effect from different points of view / Effetto moiré da diversi punti di vista // AION Caterpillar –the spine of a transport company headquarters– investigates the complex relationship between matter and image. Beyond its basic connective function, the infrastructure is conceived as a movement perception device: it incorporates different time scales and materially connects dynamic experience with the performance of space. Not only does the path lead to a destination but it also takes one to an other space, through the looking-glass. Spina dorsale del quartier generale di una società di trasporti, Caterpillar indaga il rapporto complesso fra materia ed immagine. Al di là della semplice funzione connettiva, l’infrastruttura è concepita come una macchina per percepire il movimento: incorpora scale temporali differenti e connette materialmente esperienza dinamica e performance dello spazio, perché il percorso non porti solo a destinazione, ma introduca chi l’attraversa in uno spazio altro, attraverso lo specchio della visione. + 31,70m + 31,70m + 21,80m + 21,80m + 17m + 17m OFFICES MAIN ENTRANCE OFFICES MAIN ENTRANCE DELIVERIES RELAX AREA MANAGEMENT RELAX AREA MANAGEMENT 13.88 ARCHIVE CANTEEN DELIVERIES 11.40 14.90 13.55 dispensa 13.40 guardaroba dispensa 13.40 56m 67m 13.40 56m 10.50 10.45 13.61 10.50 10.45 10.30 10.30 VEL 67m 13.25 13.40 13.88 13.88 13.88 44m 13.40 44m guardaroba 11.40 13.40 23m 13.40 14.90 13.40 10.50 13.61 13.40 23m 13.55 0m CANTEEN 13.40 13.88 13.88 0m ARCHIVE 10.50 VEL 88 13.25 12.00 11.65 12.00 11.65 Plan (footbridge level) Above: North-West elevation / Pianta (livello del ponte) Sopra: Prospetto Nord-Ovest / Caterpillar / Ongoing / 2008 View from existing offices / Vista dagli uffici esistenti Axonometric view / Vista assonometrica 89 MADE ASSOCIATI Partners: Michela De Poli, Adriano Marangon Location: Treviso Born: 2001 Michela De Poli and Adriano Marangon on 2001 constitute MADE associati office in Treviso. They are engaged in architectural planning, urban development, and landscape architecture. They have taken part in conferences, exhibitions, seminars and workshops, received awards and been mentioned in numerous national and international competitions, and have been visiting professors both to Italian and to foreign universities. Michela De Poli e Adriano Marangon costituiscono nel 2001 lo studio MADE associati di Treviso. Si occupano di progettazione architettonica, di pianificazione urbana, di architettura del paesaggio. Hanno partecipato a conferenze, mostre, seminari e workshop internazionali. Hanno ottenuto premi e segnalazioni in numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Sono stati visiting professors in Università italiane e straniere. // MADE associati / Earth and water / Built / 2008 93 type Competition | Winner location Cendon di Silea, Treviso, Italy program Urban renewal of Cendon di Silea team Adriano Marangon, Michela De Poli client Comune di Silea - Treviso photos Adriano Marangon built area 8.000 m2 budget 1.200.000 Euros status Built date 1998 / 2006 EARTH AND WATER 94 The project (being undertaken in segments) is the result of a competition held by the Municipal- Administration and intended to give new impetus to the original spread of the old nucleus towards the river. The project aims to regenerate the free and empty spaces without the addition of any further constructions, achieving this through the use of a language derived from the analysis of a series of signs, materials, structures and textures which are already present in loco. Recognising the signs which identify the place, one engages in a dialogue through a project of the views; in the relationship with the church complex, for example, the dialogue is with the bell tower, the vertical symbol of an entire collective, or in comparison with the poplar grove in the background beyond the river which can be seen both from the water and from the road. For the area near the river, the elements and spaces were almost “deconstructed”, so that they could be re-presented on the basis of several considerations: 1. Differentiation of the relationships between the user and the river. This works on different levels of perception: the long wharf at a height of about 50-60 cm above water-level “facilitates” a direct view of the river (short view) and makes it easier for small boats to land. The paving stones afford longer views along the river and enable the spectator to see any events which take place on the water. 2. The need to restore a link with the river, including the areas further back. The paving stones constitute a consequential link with the areas behind. The small square opposite the social centre, the church sacristy and the open space of the bar have all been integrated into a new -system which provides a natural continuity with the spaces which extend towards the river Sile. 3. The use of raw materials. The use of materials of which the project is composed recovers the raw qualities of the material: cor-ten steel, wood and stone. They have been used untreated to allow natural integration with the site. // MADE associati Il progetto per la riqualificazione architettonicoambientale del Centro Storico di Cendon, attualmente in fase di realizzazione per stralci, è il risultato di un Concorso di idee indetto dall’amministrazione Comunale di Silea (Treviso) nel 1997. Il concorso nasce dalla volontà dell’amministrazione di ridare unità e riconoscibilità al paese attraverso una definizione architettonica dell’area che ne valorizzi le presenze storiche e paesaggistiche. Il progetto recupera l’antico protendersi del nucleo storico verso il fiume. L’obiettivo primario è la ricomposizione dell’area esaltando le risorse del sito, interpretando il paesaggio come spazio pubblico e impiegando strumenti che appartengono alla sensibilità della cultura ambientale. Attraverso l’uso di un linguaggio che nasce dall’analisi di una serie di segni, materiali, strutture, texture già presenti in loco, si é attuata una ricomposizione dello spazio libero e interstiziale senza l’aggiunta di alcun volume architettonico costruito. 1. Differenziazione dei rapporti tra fruitore e fiume attuata attraverso diversi livelli di percezione. La lunga banchina posta ad un’altezza di circa 50-60 cm dal livello dell’acqua “facilita” una percezione diretta del fiume (visuali corte) e una fruizione più agevole per l’approdo delle piccole imbarcazioni. Le “piastre” permettono visuali più lunghe verso l’asse fluviale in relazione alle manifestazioni che si svolgono sull’acqua. 2. Necessità, anche rispetto agli spazi arretrati, di ripristinare un legame con l’asse fluviale. Le “piastre” costituiscono un consequenziale collegamento con le aree retrostanti. La piazzetta di fronte al centro sociale, il sagrato della chiesa, lo spazio verde per manifestazioni sono state integrate in un nuovo sistema che ha una naturale continuazione, collegamento con gli spazi che si protendono verso il Sile. E’ stato evidenziato il collegamento tra l’accesso laterale alla chiesa e il fiume. 3. Uso di materiali grezzi. L’impiego dei materiali che compongono il progetto recupera le qualità grezze della materia: l’acciaio cor-ten, il legno, la pietra. Sono stati usati senza trattamenti per predisporli ad una naturale integrazione con il luogo. / Earth and water / Built / 2008 Actual situation / Stato dei luoghi Maquette of the design proposal / Plastico area di progetto 95 96 Masterplan / Planimetria generale // MADE associati / Earth and water / Built / 2008 97 98 // MADE associati Xxxxxxxx | Xxxxxxx xxxxx / Earth and water / Built / 2008 99 100 // MADE associati / Earth and water / Built / 2008 101 // MADE associati / Improvements in the utilization of the landslide site at vajont / Competition / 2006 IMPROVEMENTS IN THE UTILIZATION OF THE LANDSLIDE SITE AT VAJONT 103 type Competition | Winner location Comune di Erto e Casso (Pn) program Service structures in Vajont valley team Adriano Marangon, Michela De Poli collaborators Massimo Romeo, Leonardo Silvello client Comune di Erto e Casso status Unbuilt date 2006 104 The area where building will take place is an exceptional site where morphology and vegetal arrangements contribute to accentuating the sacredness of a place of memory where man must remain a silent witness and beneficiary. The touchstone for the project stems from an observation of the complexity of the existing landscape and seeks to contribute to the making of a new “equilibrium” in an area greatly altered the moment in which an appreciable flow of people come to use the space. Using the quality of the site as a starting point, the project aims to organize the movement of people, their fruition, and their stay in such a way as to bring greater awareness to the time they spend there and to the observations they make. The general philosophy of the project is one of keeping to a minimum the number of interventions. The project will impact on the territory in 4 building points interlinked by a system of paths and relationships. Giving rhythm to the paths, the “objects”, the architecture, will constitute bases where the functions requested by the administration, namely an information point, toilet facilities, first aid point, etc. are located. Their positioning is such that they take account of the main views in terms of the territorial dimension – to better understand how a mountainous system is organized – and in terms of the local dimension – to present a visible reconstruction of the disaster area, taking in the line of detachment of the mountain, the landslide, the dam and the town. The configuration they take emerges from the site, but diverges in their form and material. The new interventions are treated as recognizably added objects placed on the existing ground, almost without touching it. This condition, underlined through the use of materials, reveals their significance as added objects and is applied both to small volumes and to the parking area objects. The latter are built all of a piece with the small volumes housing the services and information. These simple-shape objects provide a new order to the spaces and a means of orientation to the visitor. // MADE associati L’area di intervento rappresenta un sito eccezionale in cui la morfologia e la composizione vegetale, contribuiscono a sottolineare la sacralità di luogo della memoria in cui l’uomo deve essere muto spettatore e fruitore. I criteri progettuali nascono dall’osservazione della complessità del paesaggio esistente per costruire un nuovo “equilibrio” nell’area (uomoambiente) ora alterato nel momento in cui l’uso degli spazi è sottoposto a sensibile afflusso di persone. Il progetto organizza la mobilità, la fruizione e la permanenza delle persone partendo dalle qualità del sito e orientandone la presenza all’osservazione e alla frequentazione consapevole. La filosofia generale del progetto è stata orientata a ridurre al minimo gli interventi. Il progetto si inserisce nel territorio attraverso 4 interventi puntuali connessi tra loro da un sistema di percorsi e relazioni. Gli “oggetti”, le architetture, ritmano l’andamento dei percorsi, costituendo dei punti base in cui trovano collocazione le funzioni richieste dall’amministrazione (il punto informativo, i servizi igienici, punto soccorso, ecc.). La loro localizzazione è stata studiata in relazione alle principali viste sia alla dimensione territoriale (per comprendere come si organizza il sistema montuoso) che alla dimensione puntuale (per ricostruire visivamente il luogo del disastro e quindi cogliendo la linea di distacco della montagna, la frana, la diga, il paese). La loro conformazione nasce dal sito, ma vi si allontana per forma e materiali. I nuovi interventi sono trattati come oggetti riconoscibili appoggiati al suolo esistente, senza quasi toccarlo. Questa condizione, sottolineata dall’uso dei materiali, rende evidente la loro connotazione di oggetti aggiunti ed è applicata sia ai piccoli volumi (il padiglione accoglienza e il punto panoramico n.3) che agli oggetti parcheggio. Questi ultimi sono costruiti in un tutt’uno con i piccoli volumi che ospitano i servizi e le informazioni. Sono oggetti dalle forme semplici che orientano e danno nuova regola agli spazi per i visitatori. / Improvements in the utilization of the landslide site at vajont / Competition / 2006 Study model / Plastico di studio con vista dalla diga 105 106 Xxxxxxxx | Xxxxxxx xxxxx // MADE associati / Improvements in the utilization of the landslide site at vajont / Competition / 2006 Competition entries with masterplan and service structures localization Elaborati di concorso con planimetria generale e localizzazione dei nuovi oggetti 107 108 Panoramic site nr 3: guided observation box / Punto panoramico n.3: scatola di osservazione guidata Model for the visual connections among different sites Modello plastico tridimensionale con le relazioni visive tra i punti // MADE associati / Improvements in the utilization of the landslide site at vajont / Competition / 2006 Site nr 1: panoramic viewpoint with facilities / Punto-oggetto n.1 contenitore di servizi e punto di osservazione Site nr 1: view towards the dam / Vista interna del punto-oggetto n.1 con vista diretta sulla diga 109 110 Panoramic site nr 3: view from the road / Punto panoramico n.3 visto dalla strada Site nr 2: parking plot with facilities / Punto n.2 Area parcheggio con servizi // MADE associati / Improvements in the utilization of the landslide site at vajont / Competition / 2006 111 // MADE associati MASTERPLAN 4xQTV type Masterplan location Quinto di Treviso program Urban renewal of Quinto di Treviso team Adriano Marangon, Michela De Poli collaborators Giovanni Frisan, Massimo Romeo client Comune di Quinto di Treviso-Treviso photos Adriano Maragon status Unbuilt date 2003 114 The territory of Quinto di Treviso is characterised by the river Sile. Its meandering course creates a landscape particularly interesting by the environment point of view and by the one of the relationship with what lays around. The urban development of the country has preserved the river while leaving, where in contact with the water surfaces, a functional and formal vagueness. Its potentialities can be reinterpreted and become this way the natural centre of a town over the waters. Within the idea of this re-qualification lays the area of the ex Biasuzzi pit. A wide basin of water offering a unifying element within the areas it flows through and the sights that it proposes bridging together the two sides of the river in a continuum towards the centre of the village. This central area, now an element severing in two the town, could become a bridge in a new system of paths and functions. The configuration of the river Sile shows all of its continuity at the site of the ex Biasuzzi pit; and this continuity has become the leading thread that unifies all scheduled new activities. In this area, working on abandoned sections and in the transformation phase, it has been devised a system of different interventions. It is called here “a system” as its overall arrangement works according to a scheme of connections and spaces that is linked to the urban fabric, enabling a continuing transit from the centre through natural areas all around. The project system is defined in the following areas: gate \ mall \ water garden \ equipped area The planned cultural, recreational and sport ac- // MADE associati Il territorio di Quinto di Treviso è segnato dalla presenza del fiume Sile. Le caratteristiche meandriformi del corso d’acqua rendono il paesaggio fluviale particolarmente interessante sia dal punto di vista ambientale che di relazione con l’intorno. Lo sviluppo urbano del paese ha preservato l’ambito fluviale lasciando però nelle aree di contatto con le superfici d’acqua un’indeterminatezza funzionale e formale. Il tratto che interessa il centro urbano è utilizzato come spazio di risulta, è il retro del nucleo abitato esistente e non presenta attività se non saltuarie e poco organizzate. Questo si ripercuote sul territorio portando ad un degrado dei luoghi e dei loro usi, e quindi ad una perdita di conoscenza delle qualità del corso d’acqua e dei paesaggi che disegna. Le potenzialità che racchiude possono essere reinterpretate e diventare il centro naturale di un paese sull’acqua. L’ambito di questa riqualificazione coincide con l’area dell’ex cava Biasuzzi. Un ampio specchio d’acqua che offre una continuità sia degli spazi che attraversa, sia delle visuali che propone legando le due sponde fluviali in un continuum verso il centro urbano. Quest’area centrale può diventa da elemento di divisione tra due parti del paese, il punto di collegamento di un nuovo sistema di percorsi e funzioni. Lo si definisce sistema in quanto la struttura generale funziona secondo un disegno delle connessioni e degli spazi che si lega al tessuto urbano, che consente una percorribilità continua dal centro urbano attraverso le aree verdi naturali. Il sistema di progetti si definisce nelle seguenti aree: • Porta: recupero del legame paesaggio urbano-struttura fluviale • Promenade: rivitalizzare il rapporto con l’acqua. Definizione di manifestazioni culturali che hanno una centralità nel vedere e frequentare il Sile. • Giardino acquatico: occasione di conoscenza del patrimonio vegetale ed acquatico proprio dei corsi d’acqua. • Area attrezzata: ridisegno del suolo nella relazione con il corso d’acqua (tra terra e fiume). Le attività previste culturali, ricreative, sportive consentono di “usare” la morfologia del paesaggio fluviale sfruttandone le diverse vocazio- / Masterplan 4xQTV / Competition / 2003 tivities let an “use” of the river landscape morphology that capitalises its divers vocations. Walk along the water will turn into a way to enrich its understanding, to detect its sensitivity and assure its “maintenance”- management. To bring back the centrality of ideas and projects along the river Sile maintains the link with its past and thinks then to the territory with modern functions in respect of the region characteristics. Diagrams of urban analysis / Analisi dei luoghi Entrance to the river Park / Ingresso al parco fluviale 115 ni. Percorrere il paesaggio dell’acqua sarà un modo per approfondirne le conoscenze, per rilevarne le sensibilità e per assicurarne la “manutenzione”-gestione. Riportare la centralità delle idee e dei progetti sull’asse dei Sile mantiene il legame con il passato e ripensa al territorio con funzioni attuali nel rispetto delle caratteristiche dei luoghi. I progetti si integrano con l’esistente, disegnando gli spazi con gli strumenti propri di una sensibilità ambientale che usa il linguaggio dei paesaggi d’acqua. 116 // MADE associati Water garden / Giardino acquatico BAR STANZA 2 STANZA 4 0 Museum structures / Struttura museale View of the promenade / Promenade 1 5 10 / Masterplan 4xQTV / Competition / 2003 117 area progetto flussi attuali aree di interesse edifici di interesse pubblico linee guida (assi visuali, geometrie) limite arboreo canneto masse arboree campi agricoli 1 ingresso principale / informazioni 1 vasche con piante acquatiche percorsi 2 stanze informative / didattiche 2 bar / ristorante canneto Masterplan for the water garden / Giardino acquatico (planimetria generale) 118 // MADE associati 1_ volume vegetazione c a rapida crescita A bassa manutenzione 2_ superficie a verde spor bordo vegetato pian a bassa manutenzione 3_ superficie a verde (libera evoluzione di pian a bassa manutenzione 4_ superficie libera ricomposizione densa della v sul fronte acqua Organization of green structures / Organizzazione della struttura vegetale 1_ volume vegetazione c a rapida crescita A bassa manutenzione 2_ superficie a verde spor bordo vegetato pian a bassa manutenzione 3_ superficie a verde (libera evoluzione di pian a bassa manutenzione 4_ superficie libera ricomposizione densa della v sul fronte acqua schema vegetazione / Masterplan 4xQTV / Competition / 2003 119 Area with service buildings: study rendering / Area attrezzata: modellazioni di suolo ore 8.00 viale alberato ore 12.00 ore 16.00 parcheggio 1 ore 20.00 ore 24.00 2 ore 8.00 ore 12.00 area attrezzabile ore 16.00 ore 20.00 ore 24.00 servizi ore 8.00 3 superficie a verde ore 12.00 ore 16.00 ore 20.00 ore 24.00 teatro sull’acqua piano inclinato 4 ore 8.00 ore 12.00 fronte alberato ore 16.00 ore 20.00 ore 24.00 ore 8.00 ore 12.00 ore 16.00 ore 20.00 ore 24.00 Xxxxxxxx | Xxxxxxx xxxxx masterplan / Masterplan dell’area servizi Area with service buildings: “the Heavenly City”, video 2’ 33’’, Visions, 9th edition of Beyond Media International Festival for Architecture and Media, Florence, iItaly, 2009 MDU ARCHITETTI Partners: Valerio Barberis, Alessandro Corradini, Marcello Marchesini, Cristiano Cosi Location: Prato Born: 1998 MDU architetti (Urban Differential Measurers) is an architecture studio founded in Prato (Italy) by Valerio Barberis, Alessandro Corradini and Marcello Marchesini; afterwards also Cristiano Cosi has become member of the studio. The practice has had a high success rate in architectural competitions, from 1998 to the present its efforts in these fields has been rewarded with many prizes and among them 6 first prizes. Our studio has been invited to take part in many architetural expositions in Florence, Lisboa, London, Milan, Oderzo, Oslo, Parma, Pontedera, Rome, San Cassiano, Trevi, Venice, and it is linked to many specific websites, magazines and publications on contemporary architecture. MDU’s project for the Montalto di Castro City Theatre, the Greve in Chianti new Public Library, the Acri City Theatre and the Castelnuovo Civic Centre are now under construction; moreover at present MDU is working on executory projects for the Chamber of Commerce of Prato, the Lucca PIUSS Masterplan, the Masterplan for the Lucca Fair Area and the Church of Visitazione in Prato. MDU architetti _ Misuratori Differenziale Urbano_ è uno studio associato fondato a Prato da Valerio Barberis, Alessandro Corradini e Marcello Marchesini, al quale si è aggiunto Cristiano Cosi. Il lavoro di MDU architetti si è distinto in ambito concorsuale per i numerosi premi e riconoscimenti conseguiti, tra cui, dal 1998, sei primi premi. Lo studio è stato invitato a numerose mostre di architettura a Firenze, Lisbona, Londra, Milano, Oderzo, Oslo, Parma, Pontedera, Roma, San Cassiano, Trevi, Venezia ed è presente in siti web, riviste e pubblicazioni di settore nazionali ed internazionali. Tra le opere in costruzione si segnalano il Teatro Polivalente di Montalto di Castro (VT), la Nuova Biblioteca Comunale di Greve in Chianti (FI) il Teatro Comunale di Acri (CS), il Circolo di Castelnuovo (PO); tra i progetti in corso si segnalano quello per la nuova Sede della Camera di Commercio di Prato, il Masterplan per il PIUSS di Lucca, il Masterplan per il Polo Fieristico di Lucca, la Chiesa della Visitazione di Prato. // MDU architetti / New Theater Montalto di Castro / On Going / 2005 NEW THEATER MONTALTO DI CASTRO 123 type International competition, winner location Montalto di Castro, Viterbo, Italy program New theater team MDU architetti collaborators Nicola Becagli, Michele Fiesoli client Montalto di Castro Municipality consultants ACS ingegneri (structural project), Ing. F. Boragine (mechanical, electrical and special installations project), arch. B. Gori (risk management), arch. L. Pacini (procedure manager) photos MDU architetti, Pietro Savorelli built area 1.220 m2 budget 2.400.000 Euros status On going date 2004 / 2010 124 The project, which won first place in the international competition for the new Theater at Montalto di Castro, was born with a dual aim: as a conceptual model for site “measuring” and,simultaneously, as an expression of the magical world of drama. Montalto di Castro originated in the Etrurian period, the remains of wich are mainly made up of great masses of tuff; at the same time in collective italian immagination Montalto di Castro evokes the world of machinery that belongs to Italy’s greatest power station. The project proposes a temporal shot circuit where the evolution of the territory is concentrated and expressed through a sole architectural moment: antiquity “versus” the esthetics of machinery. The new theater is a cement monolith characterized by chromatic and textural variations on wich the volume of the scenic tower seems to rest ethereally. This volume is to be built in translucent polycarbonate that is dematerialized in the daylight, blending inwith the sky, while at night, as it lights up from within, it turns into a great “lantern”. A new long colored asphalt square leads to the entrance to the new teatre, wich features an imposing overhanging roof. Spectators areimmersed in a continuous space where the foyer and stalls flow freely into one another. The wooden walls create a space that is conceptually linked with excavations in the cement monolith. The structure’s morphological heaviness is countered by the vibration of the material, wich seems to envelope the entire space in a great curtain, introducing the audience to a magical anticipation: the raising of the curtain. In addition to the 400 seats of the theater, there are 500 seats set in an outdoor arena that can also enjoy the scenes on stage. // MDU architetti Il progetto per il Nuovo Teatro di Montalto di Castro, che è risultato vincitore da un concorso internazionale di progettazione, nasce con un duplice obiettivo: si propone come modello concettuale di misurazione del territorio e contemporaneamente cerca di esprimere architettonicamente la magia esercitata dall’evento teatrale nello spettatore. Il territorio di Montalto di Castro affonda le origini nell’antropizzazione etrusca le cui vestigia testimoniano un’architettura di grandi masse stereometriche in tufo; nell’immaginario collettivo contemporaneo Montalto di Castro evoca il mondo delle macchine della più grande centrale elettrica italiana. Il progetto propone un corto-circuito temporale rispetto al quale l’evoluzione del territorio viene concentrata ed espressa in un unico momento architettonico: arcaicità etrusca versus estetica della macchina. Il Nuovo teatro è un grande monolite in cemento, caratterizzato da leggere variazioni cromatiche e di texture, sul quale la torre scenica appare appoggiata in modo etereo: un volume in policarbonato che si smaterializza di giorno confondendosi con il cielo e che di notte, illuminandosi dall’interno, si trasforma in una grande “lanterna” alla scala territoriale. Una nuova piazza in asfalto colorato, concepita come deviazione del tracciato della strada di accesso al centro storico, conduce all’ingresso del Nuovo Teatro individuato da un’imponente copertura a sbalzo. Attraverso di esso lo spettatore viene introdotto in un ambiente continuo in cui foyer e platea fluiscono liberamente l’uno nell’altra. Le pareti, dall’andamento spezzato, generano uno spazio che deriva concettualmente dallo scavo del monolite in cemento. Alla platea per 400 persone è contrapposta un’arena all’aperto per 500 persone che può, così, usufruire della scena del teatro. / New Theater Montalto di Castro / On Going / 2005 125 A. Volta Power Station / Centrale elettrica A. Volta THERE ARE INVISIBLE CITIES BEYOND THE OFFICIAL ONES, IT IS POSSIBLE TO DISCOVER THEM ONLY WITH A NEW AND TRANSGRESSIVE GLANCE ESISTONO MOLTEPLICI CITTÁ INVISIBILI OLTRE QUELLA “UFFICIALE”, SOLO CON UNO SGUARDO NUOVO, “TRASGRESSIVO” É POSSIBILE SCOPRIRLE “Tempio Grande” (IV century b.c.), Vulci / Basamento del Tempio Grande (IV secolo a.C.), Vulci 126 Conceptual schemes / Schemi concettuali di progetto Main entrance / Fronte di ingresso // MDU architetti / New Theater Montalto di Castro / On Going / 2005 127 Rear front / Fronte sul retro PIERCING REALITY IS RESEARCHING CONTRADICTIONS THAT COMPOSE REALITY ITSELF Side front / Fronte laterale “FORARE” LA REALTÁ É CERCARE LE CONTRADDIZIONI DI CUI SI COMPONE LA REALTÁ STESSA 128 01 // MDU architetti 02 01 Main entrance / Fronte di ingresso 02 Foyer / Il foyer 03 Stalls / La platea 03 Details / Dettagli / New Theater Montalto di Castro / On Going / 2005 129 Longitudinal section / Sezione longitudinale ARCHITECTURE BECOMES A COLLISION BETWEEN DIVERSITIES OF THE LANDSCAPE Ground floor plan / Pianta piano terra L’ARCHITETTURA É UNA COLLISIONE TRA LE DIVERSITÁ CHE COMPONGONO OGNI PAESAGGIO 130 01 // MDU architetti 02 01.02.03.04.05 The building site / Il cantiere 03 04 05 / New Theater Montalto di Castro / On Going / 2005 Rear front (ph. P. Savorelli) / Il fronte sul retro Main front / Il fronte principale 131 // MDU architetti / Betile Museum / Competition / 2008 133 type International competition, mentioned location Cagliari, Italy program Museum of mediterranean nuragic and contemporary art team MDU architetti with Archea, Franz Prati collaborators Michele Fiesoli client Autonomous Region of Sardinia consultants Studio Chessa (structural project), Milano Progetti s.p.a (mechanical, electrical and special installations project) built area 12.050 m2 budget 36.000.000 Euros status Project date 2006 BETILE MUSEUM 134 Architecture towards landscape. The waterfront of the city is enriched by the mysterious presence of a monolite dug by the wind: a timeless rock located between the sea and the contemporary urban landscape with its infrastructural networks and hyper-functions. An “objet trouvé” on a ladscape scale, wich seems to be generated by the endless action of the natural elements, wich is able to create relations from the scale of the man wandering on the waterfront to the scale of the clouds. // MDU architetti Architettura verso Paesaggio. Il porto della città è arricchito dalla presenza misteriosa di un monolite scavato dal vento: una pietra senza tempo posizionata tra il mare e il paesaggio urbano contemporaneo con le sue reti infrastrutturali e le sue funzioni. Un objet trouvè alla scala del paesaggio, apparentemente generato dall’infinita azione degli agenti naturali, che è in grado di creare relazioni dalla scala dell’uomo che passeggia sul molo alla scala delle nuvole. 01 Nuragic ruin / Nuraghe 02 Rocks of sardinia / Rocce sarde 01 ARCHITECTURE TOWARDS LANDSCAPE 02 ARCHITETURA VERSO PAESAGGIO / Betile Museum / Competition / 2008 135 Rocks eroded by the wind / Rocce erose dal vento THE FIGURE AND THE BACKGROUND -ARCHITECTURE AND LANDSCAPE- MERGE TOGETHER The new waterfront / Il nuovo lungomare Masterplan / Xxxxxxx xxx x xxxxxxx xxx LA FIGURA E LO SFONDO – ARCHITETTURA E PAESAGGIO– SI MESCOLANO 136 // MDU architetti Rocks eroded by the wind / Rocce erose dal vento THE ARCHITECTURAL DESIGN BECOMES A MEDIUM The new waterfront / Il nuovo lungomare Masterplan / Xxxxxxx xxx x xxxxxxx xxx IL PROGETTO DIVENTA UN MEDIUM / Betile Museum / Competition / 2008 137 Rocks and sky / Rocce e cielo WICH IS ABLE TO ABSORB THE ESSENTIAL OF EXPRESSIONS AND ACTS OF THE LANDSCAPE ITSELF The internal void / Il vuoto interno CAPACE DI ASSORBIRE L’ESSENZA DELLE ESPRESSIONI E DEGLI ATTI DEL PAESAGGIO STESSO 138 Facades and perspective section Prospetti e sezione prospettica // MDU architetti / Betile Museum / Competition / 2008 Main entrance detail / Dettaglio dell’ingresso The new waterfront / Il nuovo lungomare 139 140 The internal void at sea level / Il vuoto interno al livello del mare // MDU architetti / Betile Museum / Competition / 2008 Exibition space / Lo spazio espositivo all’interno 141 // MDU architetti / Europan VII / Competition / 2005 143 type International competition first prize ex aequo location Livorno, Italy program Urban renovation team MDU architetti with Nicola Becagli collaborators Michele Fiesoli client Livorno Municipality built area 35.780 m2 status Project date 2005 / 2006 EUROPAN VII 144 The project opens the existing Lorenese Walls Park towards the district, introducing in the city a new landscape suspended between architecture and nature. The new residential buildings along the Park define a filter urban margin located between the city and the Lorenese Walls. The residential standards of the Fiorentina District buildings, wich go back to the fascist period, are raised up with a new wooden skin, located next to the existing facades, wich extends on the ground generating an artificial soil with new public facilities. The urban renewal provides a new public area defined by residential and public buildings, whose severe architecture aims the creation of a landscape wich talks a contemporary languageintroducing a new dialogue between past, present and future. Existing Lorenese Walls Park and new residential buildings Il parco delle Mura Lorenesi e le nuove residenze // MDU architetti Il progetto apre al quartiere il parco delle Mura Lorenesi, introducendo nella città un nuovo paesaggio sospeso tra architettura e natura. I nuovi edifici residenziali lungo il parco definiscono un margine urbano di filtro tra la città e le mura cittadine che vengono inquadrate dalle facciate lignee. Gli edifici residenziali del quartiere di Fiorentina, risalenti al periodo fascista, vengono dotati di standards abitativi più elevati introducendo una nuova pelle lignea, addossata alle facciate esistenti, che si prolunga a terra generando un suolo artificiale che crea nuovi spazi pubblici. Il ridisegno del quartiere è concluso dal nuovo spazio pubblico, ricavato sul sedime dell’attuale mercato ortofrutticolo, che si articola attorno a edifici residenziali e pubblici, la cui severa architettura è finalizzata alla creazione di un luogo che parli un linguaggio marcatamente contemporaneo in grado di introdurre un nuovo dialogo tra passato, presente e futuro. / Europan VII / Competition / 2005 Natural vs artificial / Naturale vs artificiale Aerial view / Veduta aerea 145 146 Aerial view / Veduta aerea TheMasterplan new civic centre / Il nuovo centro civico / Xxxxxxx xxx x xxxxxxx xxx // MDU architetti / Europan VII / Competition / 2005 New wooden facedes and public spaces LeMasterplan nuove facciate e pavimentazioni pubbliche in legno / Xxxxxxx xxx x xxxxxxx xxx 147 148 // MDU architetti Aerial view / Veduta aerea 01 Vehicular and pedestrian roads Percorsi pedonali e veicolari 02 Residential functions / Funzioni residenziali 03 Public functions / Funzioni pubbliche 02 01 03 / Europan VII / Competition / 2005 New residential buildings / Nuovi edifici residenziali Public area inside the new residential buildings Spazio collettivo nei nuovi edifici residenziali 149 FGP ST.UDIO Partners: Nicola Flora, Paolo Giardiello, Marella Santangelo, Vincenzo Tenore Location: Napoli Born: 2006 fgp st.udio s.r.l. is an architectural studio founded in Naples in 2006 by Nicola Flora (1961), Paolo Giardiello (1961), Vincenzo Tenore (1974), and in 2008 Marella Santangelo (1964) joined. The studio’s work is based on their professional and scientific experiences. They teach currently at the University of Naples and University of Camerino. The fgp st.udio’s professional work is also connected with the university work, theoretical and applicated research and with experience in the local council. The most important team’s activities are: urban and architectural project, research, work and artistic management, city planning, landscape and urban areas renovation and development, design of expositions and scenography. Actually fgp st.udio is building the Melito’s Underground Station. fgp st.udio è nato a Napoli nel 2006 dagli architetti Nicola Flora, Paolo Giardiello e Vincenzo Tenore, ai quali si è aggiunta nel 2008 anche Marella Santangelo. Lo studio si è costituito per mettere in comune l’esperienza di anni di lavoro professionale e di ricerca scientifica. I soci insegnano nell’Università di Napoli e nell’Università di Camerino. Il lavoro professionale è sempre andato avanti di pari passo alla ricerca teorica e applicata, e con l’impegno nella pubblica Amministrazione. Le attività principali dello studio sono: progettazione definitiva ed esecutiva, ricerca, consulenza, direzione dei lavori tecnica e artistica, pianificazione, progetto del paesaggio e dello spazio urbano, di restauro, di consolidamento e di recupero, di allestimento, del mobile, dell’oggetto e di design, museografico, di scenografia. Attualmente fgp st.udio sta costruendo la Stazione di Melito della Metropolitana Regionale. MELITO STATION AND CORRELATED SPACES type New construction location Melito, Naples, Italy program Metro Station and public spaces team Nicola Flora, Paolo Giardiello, Marella Santangelo, Vincenzo Tenore with O. Basso, D. Rapuano, G. Morlando, G. Ciaccio, S. Grieco, E. Mastrangelo, C. Pelosi, A. Marmo, G. Spinelli, C. Terranova client Metrocampania Nord Est consultant Studio Techno project with B. Melillo, C. Sarno, F. Cipolletta, L. D’Alterio, G. Russo, A. Silvestro built area 51.000 m2 budget 30.000.000 Euros status On going date 2008 / 2010 154 It is our firm belief that is possible to change the site’s “destiny” through architecture; this project should be considered as unique form of urban architecture, a site created with/by more sites, opened, closed, covered, uncovered, to cross and to stop, in the core there is the new Metro Station awaiting the link with Naples, the region and territory, and the symbol of town’s autonomy. The infrastructure’s project are like an instrument to qualify the city and the area. The infrastructure has a central role in the transformation of the area, in particular transport’s infrastructure like an element, which constructs the system of urban space, to give a sense of ambient with important regard to the environment. The new Station’s role in the reconstruction of urban identity is central. Melito, an underground line which is connected to the town and a superficial overground line, are at the center of the new station, a section of the territory and connected like new urban abstract figures. The line, space and architecture correlated with the station, the kindergarten, the technological tower, the sports center, the linear park, and the gardens which there is the parking, the equipped area. The Station project makes a new public space open to the town and its environments, this is an area constructed with residential buildings only, without equipment, public services, schools and shops. The Station and around it will become like urban architecture, integrated in the design of entire area through its on shape. The architectural concept of the Station building affirms its new indispensable identity in terms of the form, materials and above the functions. The functions are clearly individuate and spacious, both internal and external, its configuration has clear and precise idea in its sense and architectural role to recreate this urban area. The section of building shows the construction of different places in relation to light, the spaces at different levels, internally and externally. The northern face is in close relation with the lengths of railways and the ground design, gives the passengers inside the sense of continuity. The eastern face is characterized in a closed way on the outside and the only sign on it is the entry to the Station (itself). // fgp st.udio E’ nostra convinzione che sia possibile cambiare il destino di un luogo attraverso l’architettura; questo progetto vuole essere nel suo complesso un’articolata architettura urbana, un luogo costruito da più luoghi, aperti e chiusi, coperti e scoperti, da attraversare ed in cui fermarsi, al centro dei quali c’è la nuova Stazione della Metropolitana agognato collegamento con Napoli, con la Regione, con il territorio tutto, simbolo di libertà e autonomia. Il progetto delle infrastrutture è come uno strumento attraverso cui riqualificare la città e il territorio. L’infrastruttura ha assunto un ruolo centrale nella trasformazione del territorio, in particolare l’infrastruttura di trasporto che si pone come elemento strutturante il sistema di spazi urbani a rete anche in grado di riqualificare parti di città e di territorio in senso ambientale e morfologico. Il ruolo della nuova Stazione è centrale nel processo di ricostruzione dell’identità urbana. Melito, una linea sotterranea segnata dai binari che scava e connette le città e una linea in superficie, con al centro la nuova Stazione, che solca la pelle del territorio e connette le nuove figure urbane. La linea genera forme, gli spazi e le architetture correlati alla Stazione stessa, la scuola materna, il centro polifunzionale, la ludoteca e i giardini sotto cui sono i parcheggi, la fascia attrezzata. Il progetto della Stazione di Melito fa del “luogo stazione” un nuovo spazio pubblico, aperto alla città e al territorio immediatamente circostante, in un’area costruita unicamente da complessi residenziali recintati, senza servizi pubblici, senza attrezzature, né scuole, né negozi. La stazione e il suo intorno si configurano come un’architettura urbana, integrata al disegno dell’intera area attraverso la sua forma. La concezione architettonica dell’edificio Stazione muove dalla sua riconoscibilità, indispensabile ad affermare una nuova identità, in termini di forma e materiali, oltre che in termini di funzioni; queste ultime sono chiaramente individuate e lo spazio, sia interno che esterno, si configura a partire da un’idea chiara e precisa del senso e del ruolo dell’architettura della mobilità nel recupero di questa parte urbana. La sezione dell’edificio racconta la costruzione di luoghi diversi messi in relazione attraverso la luce, gli / Melito Station / On going / 2006 Instead the Station at south has a unique lateral entrance, in the inside of the mezzanine level there is a direct connection between it and the underground car park which gives privilege access to the users. The heart of the Station comprises of a series of units which are stretched and near each other, but they are of different materials. The central unit is glass, and it’s higher than the other units, and it’s closed between two opaque walls. The design of platform, near the railway line, are the same at all the stations of this metro line, but in this case we have collaborates with an important neapolitan graphic studio, who has produces graphic and artistic designs on the glass panels. Kindergarten The kindergarten is thought to be like a park under hill that rises above as a large green cover to receive children and where they can plays between the mantle’s folds. Technological tower and gardens The technological tower is an important part of 155 spazi ai distinti livelli, l’interno e l’esterno. La Stazione può essere raggiunta da più lati: dal percorso pedonale a nord che proviene dal centro polifunzionale, mostrando da questo lato la sua stretta relazione con il tracciato dei percorsi e il disegno del parterre accogliendo i passeggeri al proprio interno senza soluzione di continuità; da est dove il prospetto è caratterizzato dalla forte chiusura verso l’esterno e segnato solo dall’ingresso alla stazione stessa; a sud la stazione ha invece un unico ingresso laterale, e all’interno il mezzanino mette direttamente in connessione con il parcheggio adiacente, che diviene così accesso privilegiato. Il corpo della stazione si compone di una serie di volumi allungati accostati uno all’altro e di materiale differente. Il volume centrale vetrato, che spicca anche in altezza e corrisponde al vuoto, è chiuso tra due “muri” opachi a cui si affiancano ulteriori setti e percorsi. L’insieme, segnato da un forte dinamismo secondo l’asse nord-sud, è invece chiaro e lineare nella percezione da est e accoglie per gradi successivi i passeggeri all’interno. Lo schema funzionale interno è quello consolidato delle stazioni di questa linea: distribuito su tre livelli, banchina, mezzanino e piano terra. Il disegno del piano banchina, progettato in coerenza con l’impostazione dell’intera linea, si è arricchito grazie alla collaborazione con un importante studio di grafica napoletano “Zelig”, con cui sono stati progettati interventi grafici o artistici sulla pannellatura in vetro con la tecnica della serigrafia per caratterizzare la fermata, esaltandone la riconoscibilità e la percezione. La scuola materna La scuola materna è concepita proprio come una collina del parco che si eleva come una grande copertura verde per accogliere e proteggere tra le pieghe del suo manto i bambini e i loro giochi. La torre tecnologica e i giardini La torre tecnologica è un pezzo importante della composizione di questo progetto, ha il ruolo di totem segnaletico della precisa posizione della Stazione e di riferimento percettivo visibile anche da molto lontano, ma è al contempo un elemento per il risparmio energetico della nuova // fgp st.udio Sport Center It is the other big architectural element in this urban project, it is a center for sports with a swimming pool and a basketball court, a fitness center and a gymnasium, and with sport’s shops. In the area the two most remarkable buildings are the Metro Station and Sport Center. Linear Park Linear park This area is projected as a linear park, it is enclosed and protected for children, with a rectangular shape whose edges are built with little shops and craft center. The central area is open spaced with gardens and principally children’s play area, this is urban gardens with services. Like an equipment there is a playroom for children who lives in this district. Masterplan / Planimetria generale: inserimento nello stato di fatto Struttura Intorno alla torre sono disegnati i giardini pubblici e al di sotto degli spazi verdi si sviluppano i parcheggi. Il centro sportivo Il centro è, con la Stazione, l’altra architettura di notevoli dimensioni di questo progetto urbano. E’ un centro per gli sport con piscina e campo da basket, un fitness center e una palestra, con un piccolo centro commerciale interamente dedicato allo sport. Il parco lineare L’area a sud è disegnata come un parco lineare, recintato e protetto per i bambini, che ospita anche alcune piccole strutture commerciali e artigianali. La zona centrale è aperta con giardini e spazi gioco, una sorta di giardino urbano con alcune attrezzature, la principale delle quali è una ludoteca interamente dedicata all’infanzia. Melito Station this project’s composition, it’s role is like directional signal to indicate exactly where the Station is and it is visible from all angles, but also it is an element for energy saving. Around the tower there is a public park that is the cover of underground car park. Technological Tower 156 / Melito Station / On going / 2006 157 Sport Center Kindergarden Garden South view / Prospetto sud 158 East elevation / Prospetto est West elevation / Prospetto ovest South and north elevations / Prospetti sud e nord Roof plan / Pianta delle coperture // fgp st.udio / Melito Station / On going / 2006 Internal view from entry / Vista interna dall’ingresso Sketch from mezzanine / Schizzo dal mezzanino 159 Internal view from mezzanine / Vista dal mezanino 160 Linear park / Parco lineare The platform / Il piano banchina // fgp st.udio / Melito Station / On going / 2006 Kindergarten / La scuola materna Sport Center / Il centro polisportivo 161 IMMACULATE CONCEPTION CHURCH type New construction location Baku, Azerbaijan program Church team Nicola Flora, Paolo Giardiello, Marella Santangelo, Vincenzo Tenore with P. Ruggiero collaborators G. Ciaccio, A. Lanzuise, C. Persico, D. Rapuano, A. Angelillo client Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli-Roma consultant A&A engineering – Baku with P. Ruggiero photos P. Ruggiero built area 1000 m2 budget 1.000.000 Euros status Built date 2004 / 2007 164 This Church is the first church built in Azerbaijan after the end of communist’s regime. The project wants to create a sacred space planned upon the ecumenical council’s rules, and able to generate new urban spaces to meet the people. The church’s position respects the traditional catholic’s orientation, and with the parish house configures a hortus conclusus, with 12+1 olive trees, the 12 apostles + Judas. There are the “green square”, the garden, and the “stone square”, the churchyard, that holds the people. The walls are covered with flagstones badandar, the local stone with typical cream-colored that renders all the city monochrome. Plan entry level / Pianta piano terra // fgp st.udio La chiesa dell’Immacolata Concezione è stata la prima chiesa realizzata in Azerbaijan dopo la caduta dal regime comunista. Il progetto vuole generare uno spazio sacro impostato secondo le prescrizioni conciliari e capace, allo stesso tempo, di divenire generatore di luoghi urbani di incontro per la popolazione. La posizione della Chiesa rispetta l’orientamento planimetrico tradizionale e, con il complesso parrocchiale, configura una sorta di hortus conclusus, con i 12+1 ulivi, i 12 apostoli + Giuda. In continuità con la piazza verde –il giardino– è posta la piazza di pietra –il sagrato– che accoglie le persone. Il materiale di rivestimento è la badandar, pietra locale dal caratteristico color crema, con cui è stata costruita nel tempo tutta la città che risulta essere sostanzialmente monocroma. / Immaculate Conception Church in Baku / Built / 2007 The entry and the garden / L’ingresso e il giardino Night view / Vista notturna 165 166 Plan sketch / Schizzo planimetrico Model total view / Vista complessiva del modello // fgp st.udio / Immaculate Conception Church in Baku / Built / 2007 The bell tower / Il campanile 167 168 View from garden / Vista dal giardino // fgp st.udio / Immaculate Conception Church in Baku / Built / 2007 The large glass window / La grande vetrata 169 type Redevelopment area ex-Peroni and new construction location Naples, Italy program Plan and new residential buildings team Nicola Flora, Paolo Giardiello, Marella Santangelo, Vincenzo Tenore with O. Basso, D. Rapuano, G. Ciaccio, E. Bassolino, S. Grieco, A. Marmo, E. Mastrangelo, C. Pelosi client MediaCom srl consultant Filippo Cavuoto, Gioacchino Forzano photos fgp st.udio built area new construction 11.000 m2 budget 24.000.000 Euros status On going date 2006 / 2010 LA BIRRERIA 172 The ultimate objective of this plan is to generate, starting from the industrial area a process which involves the entire area and could have a good rebounds also on the urban centers in the north face of Naples. The area was occupied by the industrial plant Birra Peroni, which was active until a few years ago, what remains today are the architectural structures. The characteristics of the plant and of the streets, are at the ancient heart of Miano and so this area maintains the original form today. The redevelopment of the margins is the central idea o this complex plan; another important project’s aspect is that of the entrances, that are different according to their functions. The plan came from the recuperation of the old architecture of Birra Peroni which intend to give new life and to conserve the area, with the old factory it could represent a new public space, with a commercial center which would revitalize the entire area. With this plan it was possible to construct and to create a program which brought different elements to the place for the community, like kindergarten and social and cultural premises, private residence, centers of entertainments which could be considered viable in the area. Hotel, resident and commercial center are the functions structures for the new operation, these occupied (in the major part) the old disused industrial buildings, while the residential buildings have been reconstructed using the original form of the old industrial buildings. The commercial center will be in the old production and bottling building, the project will maintain the architectural characteristics of the bottling building. The new hotel will occupy the original factory building, while the residential building will be new, and will be the face of the complex. // fgp st.udio L’obiettivo principale di questo Piano è avviare, a partire dal recupero dell’ex complesso industriale, un processo di sviluppo che investa l’intera area e che possa avere ripercussioni positive anche sui centri urbani dell’area a nord di Napoli. L’area è stata occupata dall’impianto industriale della Birra Peroni, attivo fino a pochi anni fa, del quale rimangono oggi i corpi architettonici; la forza e la chiarezza dell’impianto degli assi viari e la posizione limitrofa al nucleo originario del casale di Miano hanno consentito che questo brano di territorio mantenesse la sua forma fino ad oggi. Il tema della riconfigurazione del margine è centrale nell’idea complessiva sottesa al Piano; altro tema di progetto nodale è quello degli ingressi, che naturalmente variano a seconda degli accessi alle diverse funzioni che vengono realizzate nei nuovi spazi. Il progetto prevede il recupero dell’architettura della vecchia Birreria Peroni con l’intento di dare vita a un insieme di luoghi che conservino l’unitarietà della vecchia fabbrica e possano rappresentare un nuovo luogo pubblico, un centro di relazioni e commercio che rivitalizzi l’intera zona. Con questo Piano si è voluto costruire un programma che metta insieme differenti elementi quali luoghi per la comunità, come gli asili e le strutture culturali per la socializzazione e gli spazi privati, la residenza, i luoghi per il commercio e i locali per l’intrattenimento che renderanno vivibile il complesso. Albergo, residenze e centro commerciale sono le funzioni strutturanti il nuovo intervento, queste occupano in buona parte i vecchi edifici industriali dismessi, mentre i corpi delle residenze sono ricostruiti sul sedime di quanto abbattuto. Il centro commerciale verrà realizzato interamente all’interno della struttura originaria dello stabilimento di produzione e imbottigliamento; il progetto mantiene le caratteristiche architettoniche della sala. Il rispetto per la preesistenza è alla base anche del progetto per il nuovo albergo che occupa il vecchio edificio della fabbricazione; gli edifici residenziali sono progettati ex-novo e disegnano i nuovi prospetti del complesso. / La Birreria, redevelopment area ex-Peroni / On going / 2006 01 02 01 The entry / L’ingresso 02 The old industrial sheds / I vecchi capannoni industriali 03 The original factory building Il vecchio edificio della fabbricazione 03 The Miano district: the context / Il quartiere di Miano: il contesto 173 174 Residential building’s preliminary sketch / Schizzo preliminare delle residenze Preliminary studies / Studi preliminari Masterplan: model view / Planimetria generale: vista del modello // fgp st.udio / La Birreria, redevelopment area ex-Peroni / On going / 2006 01.02.03.04 Residential building’s preliminary studies Studi preliminari delle residenze 05 Residential building view Veduta di uno degli edifici residenziale 01 02 03 05 04 175 176 Elevation / Prospetto Plan / Pianta Longitudinal section / Sezione longitudinale // fgp st.udio / La Birreria, redevelopment area ex-Peroni / On going / 2006 Panoramic views R1 / Vedute panoramiche isolato R1 177 178 Elevation / Prospetto Plan / Pianta Elevation / Prospetto // fgp st.udio / La Birreria, redevelopment area ex-Peroni / On going / 2006 Panoramic views R2 / Vedute panoramiche isolato R2 179 SDGR STUDIO Partners: Andrea Santacroce, Maria Linda Di Giacomo Russo Location: Caserta Born: 2003 SDGR Studio Architetti Associati was co-founded by Andrea Santacroce and Maria Linda Di Giacomo Russo. Both scientific and didactic activities have a strong correlation with theoretic research and practice, combining work experience with university studies. SDGR opend in 2003 primarily to work on the matters of re-qualification and regeneration of urban texture and landscape. Main activities regard: the dynamics involved in transformation of the contemporary city; the deepening the principles which govern the recovery of historic center for the elaboration of environmental and urban renewal proposals. Within this framework, urban texture and historic buildings zvcxare dis-assembled and re-assembled through use of new architectural elements. SDGR Studio Architetti Associati è composto da Andrea Santacroce (Napoli,1968) e Maria Linda Di Giacomo Russo (Caserta, 1970). L’attività scientifica e didattica ha sempre trovato una forte corrispondenza con una ricerca teorica e pratica, coniugando esperienze lavorative con quelle universitarie. SDGR Studio viene fondato nel 2003, occupandosi prevalentemente dei temi della riqualificazione e rigenerazione dei tessuti urbani e del paesaggio, partendo dalla lettura delle dinamiche di trasformazione della città contemporanea, approfondendo i principi che governano il recupero dei centri storici fino all’elaborazione di proposte di dettaglio urbano e definendo nuove tecniche d’intervento per il risanamento ambientale. In tale ottica i tessuti urbani e gli edifici storici vengono scomposti e assemblati attraverso nuovi elementi architettonici. WOODEN FLOORS HOUSE type Functional recovery location Caserta, Italy program Private house team Andrea Santacroce Maria LInda Di Giacomo Russo consultants ing. Piercarlo D’Andrea photos Andrea Santacroce built area 140 m2 budget 100.000 Euros status Built date 2003 184 The first project is the recovery of an apartment in the center of caserta city. We are close to a masterpiece of Italian architecture of the seventies (‘700), the royal palace built by Vanvitelli. This monument is the second for visitors a year, in italy, however the urban fabric that surrounds it is “bad town”: most of the buildings are dilapidated and abandoned. However, some important elements resist strongly: the relationship between atrium –courtyard– garden has remained intact, reinforced by the distribution systems that accompany it (balconies, galleries, arches, stairways and lookout towers). The situation: four rooms that are developed on the balcony, very introverted, one room opens in the another. The second block is an orthogonal system composed of the tower, a porch and from the terrace. The roof was set to an environment called “suppigno”, used as a deposit, typical of homes of that period. The first operation was done dismantling the existing roof. It becomes visible the plan used as deposit. Removing this plan, we have recovered considerable height in the rooms. The septa of masonry load-bearing have become fixed elements on which we worked in this part of the house. The transverse block, opening to the garden, was made up of the tower volume, the stairs and the terrace. Unlike the closed room, all these environments are compared with the garden. Summarizes the key existent facts : the open gallery of access, the septum of masonry loadbearing, the floor of the attic, the lookout tower, stairs, terrace. The project choice, started by the intention to preserve the typology character of the so called “house on gallery”, maintaining the continuity relationship between rooms. (the so-called “row of doors” or series of doors ) so we put on this level all public functions: entry-library, office, cloakroom and toilet, living room, kitchen and dining room. Lowering the attic, we recovered the height to lead the bedrooms on the upper level. this is the plan of the wooden floors with two bedrooms and an office. The system of wooden floors, is accessed by two stairs at the margin. One side is the “home”, the other side the “workshop”. In the main load-bearing walls, // SDGR studio strictly white, were included some added volumes and some fixed furniture, noted by the use of color. Il primo progetto illustra il recupero di un voume per uso residenziale in un Palazzo storico nel Centro di Caserta. Ci troviamo accanto ad un capolavoro dell’architettura italiana del Settecento, il Palazzo Reale di Caserta di Luigi Vanvitelli. Sebbene questo monumento sia secondo solo agli scavi di Pompei per visitatori all’anno, il tessuto urbano che lo circonda è nella maggior parte dei casi fatiscente e abbandonato. Comunque, alcuni elementi importanti resistono strenuamente: la relazione tra il giardino della corte d’ingresso è rimasta intatta, rinforzata dal sistema di distribuzione che l’accompagna. Lo stato di fatto: un primo blocco è costituito da quattro stanze che si sviluppano sul ballatoio, molto introverse, l’una che si apre nell’altra. Un secondo blocco è costituito da ed un sistema ortogonale composto dalla torretta, da una veranda e dal terrazzo. La copertura insiste su un ambiente chiamato “suppigno” (un piccolo soppalco) usato come deposito, tipico delle case di quel periodo. La prima operazione è stata lo smontaggio del tetto esistente. Diventa così visibile il piano di deposito di cui abbiamo parlato. Smontando questo impalcato, abbiamo recuperato un’altezza notevole nelle stanze. I setti di muratura portante sono diventati gli elementi fissi su cui abbiamo lavorato in questa parte di casa. Il corpo trasversale che apre sul giardino, era composto dal volume torretta, dalle scale e dal terrazzo. A differenza delle stanze chiuse, questi ambienti si confrontano tutti con il giardino. Sintetizziamo così gli elementi salienti dello stato difatto: il ballatoio di accessoi setti di muratura portante, il piano del sottotetto, la torretta belvedere, le scale, il terrazzo. La scelta progettuale partiva dall’intenzione di conservare il carattere tipologico della casa a ballatoio, salvaguardando il rapporto di continuità tra gli ambienti a quota 0,00 (la così detta “infilata di porte”); quindi le funzioni sono ingressobiblioteca, studio, guardaroba e wc, soggiorno, cucina e pranzo. Abbassando il sottotetto, si è re- / Wooden floors house / Built / 2003 cuperata l’altezza per portare le camere da letto al livello superiore. Il progetto per questo piano, che chiamiamo “soppalco in legno” per l’uso diffuso di questo materiale, prevede due camere da letto e un ufficio. Il sistema dei piani di legno, è accessibile da due scale collocate alle estremità. Da un lato si accede alla “casa”, dall’altro lato al “laboratorio”. Nelle pareti portanti, severamente bianche, sono stati inseriti alcuni volumi di arredo fisso, messi in evidenza dall’uso del colore. Urban typology / Tipologia urbana 185 186 Exploded existing volumes / Esploso volumi esistenti // SDGR studio / Wooden floors house / Built / 2003 Exploded project volumes / Esploso volumi di progetto 187 188 Section sleeping quarter-stairway / Sezione scala-piano notte // SDGR studio / Wooden floors house / Built / 2003 Plan and elevation / Pianta e prospetto The house in the urban context / La casa nel contesto urbano 189 INFO POINT MATESE PARK type Environmental restoration location Fontegreca,Caserta, Italy program Information point team Andrea Santacroce Maria LInda Di Giacomo Russo collaborators arch. Antonio Capriata consultants ing. Gaetano Nacci photos Andrea Santacroce built area 80 m2 budget 300.000 Euros status Built date 2007 192 The project requested by the Recupero Paesaggistico ed Ambientale della Strada Provinciale 89 Colleperito consists of the redefinition of the boundaries on the valley side of said street as well as the definition of the rest area called Porta del Parco del Matese. An info-point, along with a small car parking area is proposed to be positioned in the curve of the west end of the park, which is about 1200 square meters. The area is composed of two sections at different levels, separated by a dividing wall about 1 meter in height. The lower level is marked by a vehicular lane that allows parking for a maximum of five automobiles. A reinforced concrete ramp connects the parking area with the upper level where the info-point would be located. This upper level would be paved with calcareous stone cut in irregular shapes defining the area surrounding the info-point, with large gravel used to define the entrance. A ramp positioned opposite to the third floor entrance serves as a passage for the first two levels. The area protected by a containing wall has a small, open terrace with a countryside view of the surrounding valleys. The structure, which includes an office, handicap accessible restroom facilities, and an area with porticos designed for the sale of authentic regional products, is entirely constructed in wood both in the frame and the horizontal fasteners, so as to facilitate its rapid assembly and disassembly. This structure is intended as an archaic construction, a small temple-like built on a raised wooden base and covered by a single-pitched roof with a trapezoidal pediment, a single copper volume will be placed on pillars. A system of arbored staves has been positioned at intervals of 2,40 in the base of the pillars on the northeast side. On the southwest side it remains open onto the panoramic view of the valley with a system of structures between the pillars, base, and ceiling, that like drawers, slide autonomously from the structure. // SDGR studio Il progetto, che ha previsto il Recupero Paesaggistico ed Ambientale della Strada Provinciale 89 Colleperito, consiste nella ridefinizione del bordo verso valle di tale strada e nella sistemazione dell’area di sosta denominata Porta del Parco del Matese. In un tornante di circa 1200 mq, posto al limite ovest del Parco, si è previsto il posizionamento di un info-point ed un piccolo parcheggio auto. L’area è composta da due piani a quote differenti divise da un muro di contenimento alto di circa un metro. Il piano inferiore è segnato da una corsia carrabile che serve il parcheggio per un massimo cinque auto. Una rampa in cemento vibrato collega il parcheggio con il piano dell’infopoint. Tale piano è in parte pavimentato con pietra calcarea tagliata a ricorsi irregolari definendo l’area che circonda l’infopoint, in parte con un pietrisco di grana doppia che definisce l’area di accesso all’infopoint. Una gradonata sul lato opposto al fronte di accesso porta ad terzo livello, intermedio ai primi due. E’ un’area di sosta protetta dal muro di contenimento, una piccola terrazza aperta verso il paesaggio delle valli circostanti. Il volume, che ospita un ufficio, servizi igienici per i diversamente abili e un’area porticata destinata alla vendita dei prodotti tipici locali, è completamente costruito in legno sia nella struttura che nelle chiusure orizzontali in modo da poter essere montato e smontato in tempo breve. Tale volume è inteso come una piccola architettura arcaica, un tempietto posto su una base di legno sollevata da terra e coperta con un tetto ad una falda con un frontone trapezoidale; un unico volume di rame che si appoggia sopra i pilastri. Nell’interasse dei pilastri, scanditi da un passo di 2,40 m, sono state collocate sul lato nord-est un sistema di doghe frangisole e sul lato sud-ovest, che si apre verso il panorama della valle, un sistema di volumi tra i pilastri, la base e la copertura che, come cassetti, slittano autonomamente rispetto alla struttura. / Info Point, Matese Park / Built / 2007 Intervention area / Area d’intervento 193 194 // SDGR studio 01 02 03 04 05 06 07 08 / Wooden floors house / Built / 2003 Plan and Elevation / Pianta e prospetto 01.02 Platform / Basamento 03.04 Pillars sistem / Struttura 05.06 Wood volume / Volume 07.08 Roof flap / Tettoia View from the down road / Vista dal basso 195 196 The north side / Fronte nord General plan / Planimetria generale View from the upper road / Vista dal tornante superiore // SDGR studio / Info Point, Matese Park / Built / 2007 Box office / Blocco uffici 197 198 North side’s shielding / Schermatura fronte nord // SDGR studio / Info Point, Matese Park / Built / 2007 199 BASED AND BLADE UNIVERSITY CENTER type university center location Nola, Napoli, italy program student halls, auditoriums, classrooms, common areas team Andrea Santacroce Maria LInda Di Giacomo Russo with Giampaolo Cianci, Alfredo Del Prete, Achille Molitierno, Gaetano Fusco client Municipality of Nola (Napoli) built area 1.050 m2 budget 5.000.000 Euros status On going date 2009 202 The last work we present is a project in progress of a University Centre in Nola (in the province of Naples). Nola is a small city of Roman origin placed at the foot of the Vesuvius between Napoli and Caserta. Not far from the old town, on the ancient route leading to Napoli, there is an area that the local government wants it to become a University Centre. It is a little developed area with no significant urban elements, actually compressed between Napoli-Bari motorway and the rail station surrounding the Vesuvius. The significant places of the old town and the rinascimental buildings tell about a rich town, seat of important public and religious institutions, such as the Orsini palace (now seat of the Tribunal) which is a big court building, and the cathedral, bishop’s see, where stone elements, (lava stone and white limestone) witness this richness in decorating bases and cornices. On the road to Napoli, there is a country road leading to a small suburb having no regard, but that its houses are founded following the cadastral divisions. It is a urban area with no feature. It does not have any kind of public service, neither the “food shop nor the police station”. On this small road there is the lot of the above mentioned project which is squared (50 x 50 meters), currently occupied by four warehouses of no value, one of which sold to a private. The building, for a particular project choice, does not settle any direct urban relation with the context. We just think to a chance of linking to the fast-flowing road placed on the South, with a pedestrian route which should link the centre with this adjacent area, that will be a parking. The typology detected is related to the old town buildings, empowering the idea of a building introverted towards the context, but it opens in the court/square, where the different element of the composition are compared. // SDGR studio Nola è una piccola cittadina di origine Romana ai piedi del Vesuvio situata in linea d’aria tra Napoli e Caserta. Poco distante dal centro storico, sull’antica strada che portava verso Napoli, c’è un’area che il comune vuole destinare alla realizzazione di un Centro Universitario. E’ un’area poco sviluppata con nessun elemento urbano significativo, anzi compressa tra l’autostrada Napoli-Bari e la linea della Circumvesuviana. I luoghi significativi del centro storico ed i palazzi seicenteschi /settecenteschi raccontano di una cittadina ricca e sede di importanti istituzioni pubbliche e religiose, come il Palazzo Orsini (ora sede del Tribunale) che è un grande edificio a corte, e la cattedrale sede vescovile dove gli elementi lapidei, (la pietra lavica e calcare bianco) denunciano tale ricchezza nelle decorazioni dei basamenti e delle cornici. Sulla strada, che porta a Napoli, c’è una strada di campagna che conduce in un piccolo borgo di abitazioni senza alcun pregio, che hanno come unica regola d’impianto il tracciato delle divisioni catastali. E’ una parte urbana che non ha riconoscibilità. E’ sprovvista di qualunque tipo di servizio pubblico, dalla “salumeria al presidio dei carbinieri”. Su questa piccola strada si incontra il lotto interessato dal progetto che è di forma quadrata (50 x 50 metri), attualmente occupato da quattro capannoni di nessun valore uno dei quali ceduto ad un privato. L’edificio, per una precisa scelta progettuale, non stabilisce nessun rapporto urbano diretto con il contesto. Si è pensata solo una possibilità di collegamento con la strada a scorrimento veloce posta a sud, con un percorso pedonale che dovrebbe collegare il complesso con quest’area adiacente, da destinarsi a parcheggio. La tipologia individuata si rapporta agli edifici storici del centro, rafforzando l’idea di un edificio introverso verso il contesto, ma che si apre nella corte/ piazza, in cui si misurano i diversi elementi della composizione. / Based and Blade University Center / On going / 2009 Nola city: plan / Città di Nola: planimetria University center plan Centro universitario planovolumetrico 203 Aerial photograph / Aerofotogrammetria 204 Plan -3,00 m / Pianta quota -3,00 m Composition of the building elements / Elementi compositivi // SDGR studio / Based and Blade University Center / On going / 2009 Plan 0,00 m / Pianta quota 0,00 m Refernce-inside front reading area / Riferimento-fronte interno sale di lettura 205 206 Section AA / Sezione AA Section BB / Sezione BB Section CC / Sezione CC // SDGR studio / Based and Blade University Center / On going / 2009 207 South elevation / Prospetto sud Detail hall / Particolare hall Detail reading area / Particolare zona lettura 208 Court view / Vista della corte // SDGR studio / Based and Blade University Center / On going / 2009 209 East side view / Vista lato est South side view / Vista lato sud N.B. Il lavoro di impaginazione, preparazione e documentazione per la mostra e la conferenza tenuta ad Oslo è stata curata insiseme a Giampaolo Cianci e Alfredo Del Prete. Milano Lubriano Castell’Arquato Wien London Paris Shanghai Milano S. Michele Appiano Lille Bologna Oslo Pristina Londra Innsbruck OF ESSIO N Dubrovnik PR Edimburgh Nottingham RES CH ACTI EAR V ITI ES C O LL A B O R AT I O N S Berlin Milano Ascoli Piceno Rotterdam Oslo Trondheim Melbourne Dublin Oslo Milano Rotterdam Milano Cecina STUDIOMETRICO Partners: Lorenzo Bini, Francesca Murialdo Location: Milan Born: 2004 Born in Milan in 2004 from the collaboration between Lorenzo Bini and Francesca Murialdo, studiometrico is the place where few people conceive and develop architectural projects and researches on interior and outdoor spaces, on existing buildings or new constructions.The practice works for private clients in Milan, in Italy and abroad, designing, transforming and building places for living, working and traveling. Although studiometrico’s roots are Milanese, its branches are articulated over an international net of collaborations, links and physical places. Contents, problems, successes, defeats and important moments of the day by day activity of the office are featured in a web blog. To find out more about us visit: www.studiometrico.com Fondato a Milano nel 2004 dalla collaborazione tra Lorenzo Bini e Francesca Murialdo, studiometrico è il luogo dove un gruppo di persone concepisce e sviluppa progetti architettonici e ricerche sugli spazi interni ed esterni, sugli edifici esistenti o su nuove costruzioni. Lavori professionali per clienti privati a Milano, in Italia e all’estero, progettando, trasformando e costruendo spazi residenziali, di lavoro, di viaggio. Sebbene le radici di studiometrico siano Milanesi, le sue ramificazioni sono articolate su una rete internazionale di collaborazioni, collegamenti e luoghi fisici. I contenuti, i problemi, i successi, le sconfitte e i momenti importanti dell’attività quotidiana dello studio sono pubblicati in un web blog. Per avere maggiori dettagli sulla nostra attività: www.studiometrico.com type Refurbishment of existing building location Milan, Italy program team Lorenzo Bini, Francesca Murialdo collaborators Marco Lampugnani Mattia Mancarella client Comvert s.r.l. consultants Atelier LC (structures) Studio Corelli (electrical) Studio Giustini (mechanical) photos Giuliano Berarducci built area 1.700 m2 budget 800.000 Euros status Built date 2008 BASTARD STORE 214 1. The Clients // Studiometrico orari Founded in Milan in 1994 by four skateboarders, Comvert S.r.l. creates, produces and distributes clothing for skateboarders and snowboarders under the brand ‘bastard’. Few years ago Comvert asked studiometrico to search for a location to realize a new headquarter that could host an administrative department, a design department, a flagship store, a storage facility and a skate-bowl for employees, friends and team riders. 2. The Building 3. The Project To define a shared idea of ‘working together’, informations concerning habits and attitudes of Comvert employees were first gathered. The idea of a working place that could facilitate the communication was then made clear. Transforming and equipping the Cinema for its new function has been a very complex task, but the building proved adapt to respond to those needs that had been put into focus. All the elements of world of bastard world are put in a constant physical and visual communication. 4. Bastard Store The entrance of the Cinema has been transformed in a flagship store, conceived not only to sell products, but also to meet the people that belong to the bastard universe. The furnitures can be freely placed on the floor and have been assembled using left-over wooden panels from the offices construction, the dressing rooms have been fitted out with the left-over elements from the bastard bowl. A system of wooden elements has been designed to display skateboards, sunglasses and goggles. 15:00 14:00 13:00 12:00 11:00 10:00 9:00 8:00 Designed by engineer Mario Cavallé in the 40’s, Cinema Istria has an overall surface of 1.400 m² and a volume of 6.600 m³ occupied by the old pit and by a 350 m² balcony. The roof of the building is composed by several arches in reinforced concrete. Although it had been used by its last owner as a car dealer for years, the building was still able to show its original character and seemed adapt to fulfill the Client’s needs. / Bastard Store / Built / 2008 215 1. I Committenti Fondato a Milano nel 1994 da quattro skateboarders, Comvert S.r.l. crea, produce e distribuisce abbigliamento per skateboarders e snowboarders sotto il marchio “Bastard”. Qualche anno fa Comvert chiese a studiometrico di cercare una location per realizzare una nuova sede centrale che potesse ospitare un reparto amministrativo, un reparto creativo (la zona Design), un flagship store, un magazzino per le attrezzature e una skatebowl per dipendenti, amici e per la squadra dei riders. 2. L’edificio Progettato dall’Ing. Mario Cavallé negli anni ‘40, Il Cinema Istria di Milano è un edificio con una superficie totale di 1.400 mq ed un volume principale di 6.600 mc occupato dalla vecchia platea e da una galleria di 350 mq. La copertura dell’edificio è costituita da una serie di archi in cemento armato. Benché fosse stato usato dal suo ultimo proprietario come autorimessa, l’edificio era ancora in grado di mostrare il suo carattere originale e sembrava adatto a soddisfare le necessità del Cliente. 3. Il Progetto Per definire un’idea comune di “lavorare insieme”, sono state prima raccolte le informazioni riguardo le abitudini e le attitudini dei dipendenti di Comvert . L’idea di uno spazio lavoro che potesse facilitare la comunicazione è diventata dunque chiara. Trasformare e attrezzare il Cinema per la sua nuova funzione è stato un compito molto arduo, ma l’edificio si è dimostrato adatto a rispondere a quelle richieste che erano state messe in luce. Tutti gli elementi del mondo Bastard sono messi in una costante comunicazione fisica e visiva. 4. Bastard Store L’ingresso principale, è stato trasformato in un flagshipstore, concepito non solo per vendere, ma soprattutto per conoscere le persone che appartengono all’universo della Bastard. Gli elementi d’arredo del negozio possono essere disposti liberamente a terra e sono stati montati usando pannelli di legno avanzati dalla costruzione degli uffici mentre i camerini sono rivestiti con gli scarti in legno lamellare della Bastard Bowl. Un sistema di elementi di legno è stato progettato per esporre skateboard, occhiali da sole e da piscina. 216 // Studiometrico 5. Administrative Department The half-moon shaped foyer, flanked by two staircases and connected with the old pit, it’s a recurrent element in Cavallé’s projects and works as a central joint element. The marble floor lays on a slightly slanted plane, the stairs have wooden handrails and two light fixtures composed by metallic circular elements. The offices have been placed on a platform that straightens the level of the floor. The banisters work as containers and give privacy from the curious eyes of the visitors of the shop. 6. Design Department The idea of building the offices on the slanted surface of the balcony has provoked a structural and an architectural challenge but has also positively responded to the problems related to the dynamics of work. The balcony is, with the skate bowl, the most spectacular element of the project. The wooden platforms modify the levels of the old steps without changing their nature. Fitted out with 3-layered larch panels that work as banisters or desk, they provide privacy and exposition at the same time. 7. Showroom The lower steps of the balcony have been kept and restored to be used as showroom for the products that are presented to the sales representatives. The black painted removable steel standers can be interchanged with the ones in the bastard store and are characterized by two little ‘horns’ recalling the Comvert logo designed by studiometrico. The showroom can be also used for informal meetings, video projections, fashion shows or, more simply, chill-out sessions. 8. Bastard Bowl Suspended at 6m over the products depot, placed in front of the design department, the bastard bowl is too important not to find a location inside the offices of a company founded by skateboarders, and is the ‘dream that comes true’ for partners, employees and teamriders. The position of this 200 m² bowl came from the shortage of space and from the will of establishing a visual relation with the design department. Composed by glue laminated wooden element and steel beams it’s unique in the World. / Bastard Store / Built / 2008 217 5. Amministrazione Lo spazio a mezzaluna del foyer, affiancato da due scalinate curve e collegato alla vecchia platea, è un elemento ricorrente nei progetti di Mario Cavallè e funge da elemento centrale di connessione. Il pavimento di marmo poggia su di un piano leggermente pendente e le scale hanno corrimano in legno e due strutture illuminanti composte da elementi metallici circolari. Gli uffici sono stati posizionati su una piattaforma che ricostruisce l’orizzontalità del piano di calpestio. Le ringhiere fungono da contenitori e forniscono privacy dagli occhi indiscreti dei visitatori del negozio. 6. Design Department L’idea di costruire gli uffici sulla superficie inclinata della terrazza ha dato il via ad una sfida strutturale ed architettonica ma ha anche risposto positivamente ai problemi relativi alle dinamiche del lavoro. La balconata è, con lo skatebowl, il più spettacolare elemento del progetto. Le piattaforme di legno modificano i livelli dei vecchi gradoni senza cambiare la loro natura. Realizzati con pannelli tri-strato di larice che fungono da balaustre o scrivanie, garantiscono la privacy e l’esposizione allo stesso tempo. 7. Lo showroom I gradoni inferiori della balconata sono stati ripresi e restaurati per usarli come showroom per i prodotti che sono presentati agli agenti di vendita e ai rappresentanti. Gli espositori in acciaio verniciato nero (removibili) possono essere intercambiati con quelli presenti nel bastard store e sono caratterizzati da due piccoli “corni” che richiamano il logo Comvert disegnato anch’esso da studiometrico. Lo showroom può anche essere usato per incontri informali, video proiezioni, sfilate di moda o, più semplicemente, momenti di relax. 8. Bastard Bowl Sospesa a circa 6 metri d’altezza al di sopra del magazzino, collocata di fronte alla zona Design, la Bastard Bowl è troppo importante per non trovare una posizione di rilievo all’interno degli uffici di una società fondata da skateboarders, ed è il “sogno che diventa realtà” per soci, dipendenti e riders. La collocazione di questa bolla di 200mq è stata determinata dalla ristrettezza dello spazio e dalla volontà di stabilire una relazione visuale con il reparto di design. Composta da originalissimi elementi di legno lamellare e da travi d’acciaio è unica al Mondo nel suo genere. 218 Cinema Istria as found / Cinema Istria stato di fatto // Studiometrico / Bastard Store / Built / 2008 Cinema Istria historical pictures / Cinema Istria foto storiche 219 220 // Studiometrico independence from shape organising wthout stuffing Project diagrams / Diagrammi di progetto Ground Floor / Piano terra Upper Floor / Livello superiore combine without / Bastard Store / Built / 2008 overlapping 221 stressing proportions design department bastard store Overall section / Sezione longitudinale administrative department relieving the edges bastard bowl products depot 222 1. Gradinate esistenti // Studiometrico 2. Pilastri verticali Design department development / Sviluppo della sezione dedicata ai Designers della Bastard 3. Travi principali / Bastard Store / Built / 2008 4. Pedane 223 5. Tamponamenti 6. Parapetti 224 // Studiometrico 01 02 03 04 05 06 07 08 / Bastard Store / Built / 2008 225 Product depot / Deposito dei prodotti 01.02 Bastard store / Bastard Store 03.04 Administrative department / Spazi per l’Amministrazione 05.06.07.08 Design department / Spazi per i Designers 09. Product depot / Deposito dei prodotti 10. Bastard bowl / La Bastard bowl 11. Daniel Cardone - Fs Flip 10 09 11 ATELIER YAN PEI MING type Refurbishment of existing building location Paris, France program Artist’s atelier team Lorenzo Bini, Francesca Murialdo collaborators Marco Di Nallo, Roberta Pezzulla, Dora Pugliese, Emanuela Ragazzoni client Yan Pei Ming photos Lorenzo Bini built area 2.100 m2 status Unbuilt date 2007 228 Yan Pei Ming is a Chinese painter that moved to France in the early 80’s. Among his most famous works there are several portraits of Mao Zedong and Bruce Lee. Few years ago we had the opportunity to be introduced to him by his Italian Gallerist. Yan Pei Ming needed help to transform an old industrial 2.500 sqm warehouse in Paris into an equipped atelier and showroom for his works. We took the task very seriously, we flew over to visit the building and to understand his requirements. Together we agreed a deadline to present our design proposal. Back in Milan we joined a French language course to facilitate the communication with our new client and started to work intensively for some weeks. We then went back to Paris and presented a consistent proposal that featured architectural drawings, diagrams, collages and a 1:50 scale model. Our work was first described through a set of architectural drawings in 1:200 scale featuring a number of elements inserted and organised into the existing space. Each element hosted one or more functions according to the client’s needs and desires. The proposed constructions were conceived as small independent buildings while the existing industrial environment was treated as an architectural landscape with minimal and only necessary interventions. The atmosphere and the character of the transformed space were depicted and communicated in a number of collages and perspective views. Some collages were manipulations based on the actual photographs of the building. Other images, based on a simple digital 3d model, were completely ‘artificial’ and much more abstract, but still helpful to describe the space inside, outside, above and around the new constructed elements of the project. A 1:50 scale model has been built to allow ourselves to understand the proportions of the new inserted elements and their effects and implications on the natural light inside the building. Unmounted and wrapped in paper, the miniature was transported to Paris and then reassembled, presented, discussed and left inside the space it represented as a ‘gift’ to the client. The presentation in Paris was actually the last // Studiometrico event of this project. Despite his apparent will to go on and start with the refurbishment, the client vanished into hiding... After a never ending wait for a longed-for phone call that never arrived, we eventually understood that this was just another lost project and therefore decided it could be made public without delay. Yan Pei Ming è un pittore Cinese arrivato in Francia nei primi anni 80. Tra i suoi lavori più famosi ci sono serie di ritratti di Mao Zedong e Bruce Lee. Qualche anno fa abbiamo avuto l’opportunità di essere presentati a lui dal suo gallerista italiano.Yan Pei Ming aveva bisogno di trasformare un magazzino industriale a Parigi, ca 2500 mq, in un atelier attrezzato e uno showroom per i suoi lavori. Abbiamo assunto l’incarico molto seriamente e siamo volati lì per visitare l’edificio e capire le necessità del committente. Abbiamo, in quell’occasione, anche concordato insieme una scadenza per presentare la nostra proposta di progetto. Tornati a Milano abbiamo frequentato un corso di lingua francese per facilitare la comunicazione con il nuovo cliente e abbiamo iniziato a lavorare intensamente per alcune settimane. Poi siamo tornati a Parigi ed abbiamo presentato una proposta concreta attraverso disegni architettonici, diagrammi funzionali, fotomontaggi e ambientazioni, e un modello in scala 1:50. Il nostro lavoro è stato descritto prima istanza attraverso una serie di disegni architettonici in scala 1:200 che mostravano un certo numero di attrezzature inserite ed organizzate nello spazio esistente. Ogni elemento ospitava una o più funzioni in base ai bisogni e ai desideri del cliente. Le costruzioni proposte sono state concepite come piccoli edifici indipendenti mentre l’ambiente industriale esistente è stato trattato come un paesaggio architettonico indipendente con interventi minimi e strettamente necessari. L’atmosfera e il carattere dello spazio trasformato sono stati dipinti e comunicati in numerosi fotomontaggi e viste prospettiche. Alcuni fotomontaggi sono stati manipolati in base a foto reali dell’edificio. Altre immagini, basate sul semplice modello 3D, erano completamente “artificiali” e molto più astratte, ma comunque d’aiuto per descrivere lo spazio dentro, fuori, so- / Atelier Yan Pei Ming / Unbuilt / 2007 pra ed attorno ai nuovi elementi introdotti nello spazio dal progetto. Un modello in scala 1:50 era stato costruito per permettere, prima di tutto a noi stessi, di capire le proporzioni dei nuovi elementi inseriti ed i loro effetti e implicazioni sulla luce naturale all’interno dell’edificio. Dopo averla costruita, la miniatura è stata smontata e incartata per essere trasportata a Parigi dove è stata nuovamente riassemblata per essere presentata, discussa e lasciata nello spazio che rappresentava, come un “dono” per il cliente. La presentazione a Parigi è stata in realtà l’ultimo evento di questo progetto. Al contrario delle sue apparenti intenzioni di andare avanti e iniziare i lavori di rinnovo, il cliente è scomparso dalla circolazione…dopo un’infinita attesa della telefonata ardentemente aspettata, ma che non arrivava mai, abbiamo finalmente capito che questo era solo un altro progetto perso e perciò abbiamo deciso che poteva essere pubblicato senza indugio sul nostro web blog. The building as found / Stato di fatto 229 230 The elements of the project / Elementi del progetto Stock paintings / L’archivio dei dipinti // Studiometrico / Atelier Yan Pei Ming / Unbuilt / 2007 Stock paintings / L’archivio dei dipinti 231 232 // Studiometrico Ground Floor / Pianta piano terra 01 01 Entrance hall / La hall di ingresso 02 Ming’s office / L’ufficio di Ming 03 Meeting room / La sala riunioni / Atelier Yan Pei Ming / Unbuilt / 2007 233 Upper Floor / Pianta livello superiore 02 03 234 Towards the inner courtyard / Verso la corte interna // Studiometrico / Atelier Yan Pei Ming / Unbuilt / 2007 The inner courtyard / Il giardino interno 235 Gabicce Monte Castel di Mezzo Fiorenzuola di Focara Santa Marina Foglia Est Metauro Ovest Scapezzano Montignano Esino Ovest Falconara Alta Petra la Croce Sirolo Conero Est Chienti Ovest Torre di Palme Piceno Est Marano Grottammare San Benedetto Colonella Tortoreto Tortoreto Est Giulianova Montepagano Vomano Ovest Silvi Paese Torre Cerrano Est Montesilvano Colle Alento Ovest Ortona San Vito Chietino Fossacesia Sangro Est Stefania Gabriele Matteo and Giulia is traveling from Venezia to Bari he’s about to enter the gallery and park his car he has booked a room for the night at Alto Market left from Bergamo and are heading to Ostuni they spent the night at Alto Market and are about to enjoy a morning swim St Matteo and Giulia Dora left Innsbruck and is going to Dubrovnik she just woke up at Alto Market she is going to board this evening in Pescara Roberta type Invited Idea Competition location Marano, Italy program Urban renewal team Lorenzo Bini, Francesca Murialdo collaborators Erica Borsa, Valenina Cocco client University of Camerino photos Lorenzo Bini status Project date 2008 is driving between Bolzano and Brindisi 50 Km before Marano decides to stop at Alto Market BAM 238 // Studiometrico BAM is an invited idea competition held by the University of Camerino. The overall theme was to imagine possible re-uses of a number of half abandoned historical centers (Borghi Alti di Mare) scattered along the Italian Adriatic Coast. These small villages used to be important centers but are today completely cut off from the sea by new infrastructures and disorganised aggressive urban development. The centre that was assigned to us is Marano. Our entry was well received by the Jury and awarded with the 1st Prize. A14 In our vision the Highway A14 – co-responsible with the railway and the route SS16 of the birth and growth of the Adriatic City as well as the fall of the historical centers – takes back and save Marano from death and abandonment. TRIP The generous hug of the naughty asphalt strip redeems Marano and transforms it into the first Highway City separating it from the territory and offering it to the travelers - its new citizens - that don’t know it and, therefore, love it. STOP Only accessible from underground through two parking areas and two spectacular escalators (one for each driving direction) ‘Alto Market’ is a 13 hectares retail Park completely enclosed and separated from the outer world. Travelers that have been driving for too long can find here (for a maximum of 24 hours) everything they need: a swimming pool, some shops that sell whatever is needed, good restaurants, a good movie, a healthy massage, a turf for the dog, a fast internet connection and a room for free (if a minimum of 100 euros is spent in goods or services). ALTO (high) The Village of Marano – comletely regenerated by this new dimensions – keeps that Italian character that British and German tourists love. Its Architecture hasn’t changed and its buildings haven’t been radically transformed. The only real change is in the intensity and in the quality of the activities. Alto Market provides the good products of the Italian territory as well as the ‘best sellers’ of the consumers’ culture. iatic aadriatic aadriatic aadriat icaadr iaticaa driatic aadriatica adriatica adriatic aadria ticaadr Gabriele sta viaggiando da Venezia a Bari sta per entrare in galleria e parcheggiare la propria auto ha prenotato una stanza per la notte ad Alto Market iaticaa driatic aadriatica adriaticaadriaticaadriatica Roberta marsi ad Alto Market vive a Gr adriatica adriaticaa driatica adri Alto Market driaticaa driat driaticaa driaticaa aticaad riaticaa icaadriatic aadriatic aadria ticaad riatic aadri aticaadr iaticaa driatica adr caad riatica adria iaticaad riatica adriati Gianluca sta viaggiando da Lecce a Torino sulla scala mobile che porta ad Alto Market sorride mentre un’amica gli scatta una foto Dora è partita da Innsbruck per andare a Dubrovnik si è appena svegliata ad Alto Market ha un traghetto questa sera a Pescara Ortona San Vito Chietino Vasto costa ferrovia adriatica Fossacesia / BAM / Competition / 2007 239 MARKET Thanks to this lucky ‘distant proximity’ to the A14 and to a small engineering construction, Marano becomes, in our vision, the prototype of future ‘highway villages’. Alto market is the study case and the gear of a new powerful phenomenon that spreads on the asphalt and conquers dead fragments of territory regenerating them and transforming them into a new life. BAM (Borghi Alti di Mare) è un concorso d’idee ad invito promosso dall’Università di Camerino. Il tema principale era immaginare riusi possibili di un certo numero di centri storici semi abbandonati dispersi lungo la costa Adriatica. Questi piccoli paesi erano stati, nel passato, importanti centri ma oggi, completamente tagliati via dal mare dalla presenza di nuove infrastrutture e da uno sviluppo urbano aggressivo e disorganizzato, sono quasi del tutto dismessi. Il Borgo a noi assegnato era Marano. La nostra proposta fu ben accolta dalla giuria conseguendo il primo premio. Paola e Amit viaggiano da Francoforte alla Puglia prima di rimettersi in strada comprano dell’ottimo vino Marchigiano in un’enoteca di Alto Market Marco rottammare ed ha appena finito il turno sta bevendo un caffè di fronte al mare lavora come cameriere ad Alto Market Stefania viaggia tutti i giorni tra Ascoli e Pedaso sta lasciando Alto Market dove ha comprato un libro da regalare ad un amico Matteo e Giulia sono partiti da Bergamo alla volta di Ostuni dopo una notte di riposo ad Alto Market si concedono un bagno in piscina Mattia viaggia con un gruppo di amici di Genova in giro per l’Italia è seduto sotto ad un albero nel parco di Alto Market consulta la carta autostradale prima di rimettersi in viaggio A14 Nella nostra visione dell’Autostrada A14 - corresponsabile insieme alla linea ferroviaria e alla strada SS16 della nascita e crescita della “Città continua adriatica” e quindi della decadenza dei Borghi storici - recupera Marano dalla morte e dall’abbandono. VIAGGIO L’abbraccio generoso delle dispettose fasce d’asfalto riscatta Marano e la trasforma nella prima “Città Autostradale”, separandola completamente dal territorio circostante per offrirla esclusivamente agli automobilisti, i suoi nuovi cittadini che non la conoscono e, quindi, la amano. STOP Accessibile soltanto da sottoterra attraverso due aree parcheggio e due scale mobili spettacolari (una per ogni senso di marcia) “Alto Market” è un Parco commerciale di 13 ettari completamente chiuso e separato dal mondo esterno. I viaggiatori che hanno guidato troppo a lungo possono trovare qui (per massimo 24 ore) tutto ciò di cui hanno bisogno: una piscina, alcuni negozi che vendono tutto ciò di cui hanno bisogno, buoni ristoranti, un bel film, un massaggio rigenerante, del verde per i cani, una connessione veloce a internet e una camera gratis (con un minimo di 100 euro spesi in buoni o servizi). ALTO Il Paese di Marano – completamente rigenerato da questa nuova dimensione – prende quel carattere italiano che i turisti Inglesi e i Tedeschi amano. La sua architettura non è cambiata e i suoi edifici non sono stati modificati radicalmente. L’unico cambiamento vero è nell’intensità e nella qualità delle attività. Alto Market fornisce i buoni prodotti del territorio italiano nonché i “best sellers” della cultura dei consumatori. MERCATO Grazie alla sua fortunata propizia vicinanza all’A14 e ad una piccola costruzione ingegneristica, Marano diventa, nella nostra visione, il prototipo dei futuri “paesi autostradali”. Alto market è il case study e l’ingranaggio di un nuovo potente fenomeno che si estende sull’asfalto e conquista frammenti abbandonati di territorio rigenerandoli e trasformandoli in una nuova vita. STUDIOAZERO|TRANSIT Partners: Paolo Mestriner / Elisabetta Bianchessi Location: Brescia / Milan Born: 2000 / 2007 MILANO Studioazero - Paolo Mestriner Professor in Architecture, Politecnico di Milano. Founder and director of the Master Extraordinary Landscapes; founder Studioazero office in Brescia. Award-winning in: Matosinhos, Brescia, Segovia, Roma, Firenze, Perugia, Varese, Samarate, Quartu Sant’Elena. Published in Housing, Pasajes, d’Architettura, Wettwerbe Aktuell, Costruire, Cadernos, Future Arquitecturas, Progettare. Exhibitions in Brescia, Milano, Porto, Parma, Venezia, Londra, Cina e Norvegia. Founder of the Association Connceted Landscapes. Editor of the quarterly Magazine ARCH+. Transit - Elisabetta Bianchessi Graduated in Architecture FAUP Lisboa, ETSAM Madrid, Politecnico di Milano. PhD in Architecture ETSAB Barcelona, ETSAM Madrid. Professor at Politecnico di Milano in Architecture and Landscape Design. Creator and Director of the Master Extraordinary Landscapes, Politecnico di Milano. Founder TRANSIT office in Milan, research and project on ambient and landscape design. Founder of the association ATLANTIDE in Barcelona. Studioazero - Paolo Mestriner Docente di Architettura al Politecnico di Milano. Fondatore e direttore del Master Extraordinary Landscapes; fondatore di Studioazero a Brescia. Premiato a Matosinhos, Brescia, Segovia, Roma, Firenze, Perugia, Varese, Samarate, Quartu Sant’Elena. Pubblicato su Housing, Pasajes, d’Architettura, Wettwerbe Aktuell, Costruire, Cadernos, Future Arquitecturas, Progettare. Mostre a Brescia, Milano, Porto, Parma, Venezia, Londra, Cina e Norvegia. Fondatore dell’associazione Paesaggi Connessi. Cura il trimestrale ARCH+. Transit - Elisabetta Banchessi Laureata in Architettura alla FAUP Lisbona, ETSAM Madrid, Politecnico di Milano. Dottorato in Architettura all’ETSAB Barcellona e all’ETSAM Madrid. Docente di Architettura e Paesaggio al Politecnico di Milano. Creatrice e Direttrice del Master Extraordinary Landscapes al Politecnico di Milano. Fondatrice dello studio Transit a Milano, ricerca e progetti sul design dell’ambiente e del paesaggio. Fondatrice dell’associazione Atlantide a Barcelona. // STUDIOAZERO / The restoration of the entrance to sant’eufemia / Built / 2002-2004 THE RESTORATION OF THE ENTRANCE TO SANT’EUFEMIA 243 type Public space location Brescia, Italy team Arch. Paolo Mestriner - studioazero, P.Pedrali, A. Rossini collaborators M. J. Cruz Moreno, B. Tasca, E. Viva, M. Romano, A. Busi client Local municipality consultants A. Gasparini photos Archivio studioazero built area 12.198 m2 budget 574.717 Euros date 2002-2006 244 This project began from the directive of the municipal administration, which drew up the preliminary plan: an urban project with a homogeneous character. The strip of 140x27 metres, lay in an east/west direction towards the urban centre, where this large space becomes a sequence of areas and articulations that interacts with the surrounding and pre-existing systems. Thus there is not a single focal point to the project, but rather a sort of backbone from which the public canals of communication radiate. The plan of the historical streets becomes the generating axis of a new system, creating a path that enhances the old monastic complex and the streets themselves. The conservation of the line of trees along this axis is important; it creates green spaces and stopping or parking areas on the new strip of land. This would suggest an organic area where space and time outlines the sharp form of the strip. The green and the material qualities of the space, with its stone, levelled earth, wood and corten metal characterise this area. Furthermore the water, the aromatic gardens and the lighting give a sensorial role to this public area. The churchyard to the north of the strip will have two paths: one paved in acacia wood and another in granite at the beginning of Viale Rimembranze. The garden will be more or less levelled to form an area contained by a raised limit, acting as both septum, and also straightforward benches.. The granite pavement plays an important role. The material is worked in various ways so as to mark out for the pedestrian a path between one system and another. The levelled earth breaks up the project visually, giving the environment a certain harmony with the surrounding hilly area. Il progetto parte dalle direttrici che l’amministrazione comunale ha steso per il progetto preliminare: una riqualificazione urbana che tende a dare carattere ad un tessuto eterogeneo. La piastra, di 140x27 metri, che si estende in direzione est-ovest viene spinta a bacino urbano, dove la grande dimensione diviene sequenza di spazi e articolazioni che dialogano con i sistemi limitrofi e con le preesistenze. Non abbiamo così una // STUDIOAZERO vera e propria centralità, ma una sorta di spina dorsale dalla quale partono i canali di flusso dello spazio pubblico. Il tracciato viario del viale storico, che arriva dalla città, diviene l’asse generatore del nuovo sistema formando un percorso che valorizza l’ex complesso monastico e l’articolazione dello spazio pubblico. Avvalora tutto ciò il mantenimento delle alberature allineate su quest’asse; saranno queste a generare gli spazi verdi e di sosta all’interno della nuova piastra sollecitando i fruitori verso percorsi organici dove solo lo spazio ed il tempo restituiscono la forma cristallina della piastra. Il verde quindi, ma anche la qualità materica degli spazi con la pietra, la terra stabilizzata, il legno ed il metallo cortèn. L’acqua, i giardini aromatici e l’illuminazione pubblica sollecitano il ruolo sensoriale dello spazio pubblico. La sistemazione del Sagrato della Chiesa a nord sarà integrata con la piastra con due percorsi: uno pavimentato in legno di acacia e l’altro, tracciato sul sedime di viale Rimembranze, in granito. Il Giardino viene portato ad una quota pressoché costante sino a formare un terrapieno il cui contenimento ha una duplice funzione: setto e panca lineare. Assume un ruolo importante, la pavimentazione in granito che, seppur trattata cromaticamente in modo uniforme, si differenzia per lavorazione in modo tale da segnalare al pedone le soglie di passaggio tra un sistema e l’altro. La terra stabilizzata frammenta cromaticamente l’intervento, restituendo allo spazio pubblico un carattere ambientale in sintonia con la zona pedecollinare vicina. L’importante tema dell’acqua all’interno dello spazio pubblico viene trattato come elemento ludico e sensoriale, dove le griglie di smaltimento all’interno della piastra fungono anche da bacini di scorrimento e lo scroscìo assume un ruolo evocativo. L’area posta ad sud-est e sud-ovest sarà trattata con materiali in sintonia con il progetto. Una strategia che mira quindi a riqualificare il tessuto urbano nella sua complessità sia esso piazza, strada, parcheggio o parco. / The restoration of the entrance to sant’eufemia / Built / 2002-2004 01 02 01 Aerial photography / Foto aerea 02 Localization map / Localizzazione 03 Sketches / Schizzi 03 Rendering view / Vista 245 246 Xxxxxxxx xxxxx xxxxxxx / Xxxxxxx xxx x xxxxxxx xxx // STUDIOAZERO / The restoration of the entrance to sant’eufemia / Built / 2002-2004 247 248 // STUDIOAZERO granito cordoli granito canaletta cordoli corten corpo illuminante lineare a terra corpo illuminante lineare a parete corpo illuminante ottica asimmetrica, palo 8m corpo illuminante ottica stradale, palo 8m terra stabilizzata granito a lastre granito a cubetti asfalto Layers diagrams / Schemi / The restoration of the entrance to sant’eufemia / Built / 2002-2004 249 rampa legno granito diffuso granito percorso ruvido setti murari muri di contenimento sedute corten panche lineari acqua alberi esistenti alberi progetto alberi trapiantati alberi rimossi essenze aromatiche verde esteso grigliato erboso 250 Masterplan / Planimetria generale Intervention plan / Pianta dell’intervento // STUDIOAZAERO / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 251 252 // STUDIOAZAERO Bench detail / Dettaglio della panca 1. Granite / Granito 2. Concrete layer for floor laying / Caldana 3. Plaster / Stucco 4. Ground / Terra vegetale 5. Sheath / Guaina 6. Concrete / Cls 7. Drainage gravel / Ciottoli per drenaggio 8. Drainage pipe / Tubo drenante 9. Hardcore / Massicciata 10. Sand / Sabbia 11. Water collection basin / Raccolta acqua piovana 12. Cor-ten 10 mm / Corten 10 mm 13. Cor-ten 3 mm / Corten 3 mm 14. Cor-ten grate / Griglia in corten Section: corner fountain Sezione verticale: fontana ad angolo / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 Shelter detail / Dettaglio della pensilina 1. Corten cover 10 mm / Copertura in corten 10 mm 2. Concrete / Cls 3. Corten covering 3mm / Rivestimento in corten 3 mm 4. Corten seats 10 mm / Seduta in corten 10 mm 5. Water collection basin / Raccolta acque pivane 253 // STUDIOAZAERO / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 CULTURAL AND POLYVALENT CENTER 255 type Public space location Samarate (varese), Italy program Cultural center team Arch.Paolo Mestriner-studioazero, Arch. M. Facchinelli, Arch. A. Dotti, Ing A. Gaparini collaborators Arch. A. Romani, Arch. C. Rovati, Arch. M. Battistini, Arch. Rodolfi consultants L. liev, Orizomodelli, Studio Bernoni photos Archivio studioazero built area 2.000 m2 budget 2.673.490 Euros date 2008 256 The site in which the cultural center will be built is located in the outskirts of the town, there where the Ticino Park begins, acting as an alternation to the natual areas of the Ticino Park itself. Three are the main principles for the All-Purpose Cultural Center in Samarate project: • to enhance the territorial structure putting it in connection with the areas for pubblic endusers; • to create an architecture concept that blends with the surrounding residential area and, at the same time, without opting out its civic characteristics that such public uses shall keep. • to meet the need of constructing an open air car park for hundred cars reshaping the ground area in such a way that it works as territorial administration. Through a simple operation of filling-up the project surface it was possible to create a sort of horizontal and vertical container, like a bowl that can collect the spreading growth of the native vegetation, not only concerning the specific project area but also including the low hills geographical district. In this context the woods in the Plain Area wood represents our reference system. The whole action aims to move beyond a simple services provider, reaching instead the quality of a cultural operation spreading a strong message from an environmental point of view – this means, the opportunity of granting a surplus value for the territory, not only functionally and socially speaking but also connecting it indissolubly to the environmental development the society is having. The project shall start from one single building which dimensions refer to settlements for collective use. Functional and context needs shall determine its development forming four elements that can be recognized and easily led to one only unity. The breaking down of its volume identifies four homogeneous areas. Three of them contain the library, and one the auditorium. The new volumes shall have one floor only. The core of the new building shall work as pivot for the four volumes. This core shall actually be an empty area, a sort of dig within the original volume which has monolithic character. The two accesses to the area shall be put from // STUDIOAZAERO Giosuè Barsi Street: one for pedestrians, and one for cars. Once the doorstep of the area in question is crossed, the user shall follow ways without continuity–this is due to the features of the ways in the inner and in the outer rooms. L’area destinata ad accogliere il Centro Culturale Polivalente di Samarate è situata in una parte della città dove il costruito si sfrangia e si alterna ai sistemi naturali legati al Parco del Ticino. Tre sono i principi che sviluppano il progetto per il Centro Culturale Polivalente di Samarate: • potenziare la struttura territoriale ponendola in relazione con le aree a destinazione pubblica; • concepire un’architettura in grado di relazionarsi con il contesto limitrofo a vocazione residenziale senza rinunciare al carattere civico che una funzione come questa deve avere. • soddisfare la necessità programmatica di cento posti auto a raso per mezzo del ridisegno del suolo ponendolo come principio di ordinamento del territorio. Con una semplice operazione di riempimento abbiamo considerato l’area destinata al progetto come un contenitore di verde orizzontale e verde verticale. Un catino in grado di accogliere l’estendersi della vegetazione autoctona caratteristica non solo di questa area ma di tutto il comprensorio geografico pedecollinare. Il sistema di riferimento è il Bosco Pianiziale. L’operazione vuole andare al di là di un semplice soddisfacimento di servizi, diventare essa stessa operazione culturale con un forte messaggio dal punto di vista ambientale. Determinare un valore aggiunto territoriale non solamente da un punto di vista sociale e funzionale, ma legarlo indissolubilmente all’evoluzione ambientale che la società sta avendo. Il progetto si sviluppa partendo da un monoblocco con dimensioni che rimandano ad insediamenti ad uso collettivo. Per necessità funzionali e contestuali, si disarticola sino a formare quattro elementi riconoscibili e al contempo facilmente riconducibili ad un unico organismo. La scomposizione volumetrica identifica quattro aree di utilizzo omogenee. Tre contengono la biblioteca, uno l’auditorium. I nuo- / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 257 vi volumi saranno prevalentemente monopiano. Il cuore del nuovo edificio è la parte di cerniera dei quattro volumi, cuore che si manifesta come vuoto, scavo nella monoliticità del volume originario. I due accessi all’area, situati su via Giosuè Borsi, sono uno pedonale e l’altro carrabile. Una volta varcata la soglia dell’area in oggetto, l’utente segue percorsi senza soluzione di continuità, grazie ad una percorribilità degli spazi sia esterni che interni. The site project and the urban system of green Sito di progetto e sistema urbano del verde Strategic coordination of the areas for pubicuse / Coordinazione strategica delle aree ad uso pubblico Qualitative elements of landscape context (wood/ glade) / elementi qualitativi del contesto paesaggistico (legno/radure) 258 // STUDIOAZAERO / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 259 01 04 02 05 01.02 Modeling / Modellazione 03 Final model / Modello finale 04.05.06.07 Study model / Modello di studio 06 03 07 260 Rooftop plan Pianta della copertura // STUDIOAZAERO / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 1. Wc / Wc 2. Rehearsal room / Sala prove 3. Music hall / Spazio musica 4. Image hall / Spazio immagine 5. Laboratory 1 / Laboratorio1 6. Laboratory 2 / Laboratorio2 7. Laboratory 3 / Laboratorio3 8. Laboratory 4 / Laboratorio4 9. Listening hall/vision / Sala ascolto-visione 10. Wc / Wc 11. Wc boys / Wc ragazzi 12. “Child hole” [3-5 anni] / “Tana dei piccoli”(3-5anni) 13. “Soft corner” [0-2 anni] / “Angolo morbido” (0-2 anni) 14. Boys zone [6-13 anni] / Area ragazzi (6-13 anni) 15. Paper library / Emeroteca 16. Coffee shop / Caffetteria 17. Dressing room / Spogliatoio 18. Reception / Accoglienza 19. Wc / Wc 20. Reading space with open shelves 180 mq [fiction and no-fiction] Spazio lettura a scaffale aperto (fiction e non-fiction) 21. Internal service [2 offices] / Servizi interni (2 uffici) 22. Wc / Wc 23. Lending point / Punto prestito 24. Back office / Back-office 25. Studying space [study and socializing] Spazio studio (studio e socializzazione) 26. Foyer / Foyer 27. Reception / Accoglienza 28. Cloakroom / Guardaroba 29. Wiring closet / Vano tecnico 30. Stalls / Platea 31. Stage-set / Palcoscenico 32. Dressing-room / Camerini 33. Wc / Wc 34. Storage / Magazzino 35. Dressing-room / Spogliatoio 36. Closed store/ Magazzino chiuso Plan / Pianta 261 262 // STUDIOAZAERO Section / Sezione Elevation / Prospetto Section / Sezione 1. External covering type Rheinzink with chip shaped net 2. Wooden flooring 2,5 cm 3. Double layer of insulation of wood fiber with interposed wooden flooring 2,5 cm 4. Ventilated facade 5. Bearing structure of Glued Laminated Timber 6. Aluminium frame with double glass 6/12/6 and argon 7. Bituminous sheath 8. Continuous foundation beam 9. Ventilated hipped roof 10. Skylight “velux” type 11. Air chamber 12. Double layer of plaster 13. Flooring 14. Concrete for floor laying 15. Floor heating 16. Insulation – polystyrene 6 cm 17. Concrete 18. Bituminous sheath 19. Igloo 20. Drainage pipes 1. Rivestimento esterno tessitura a scaglie tipo “Rheinzink 2. Assito in legno sp. 2,5 cm 3. Doppio strato di isolamento in fibra di legno con interposto assito in legno sp. 2,5 cm 4. Facciata ventilata 5. Struttura portante in legno lamellare 6. Serramento in alluminio a taglio termico, vetro 6/12/6 e argon 7. Guaina bituminosa armata 8. Trave di fondazione continua 9. Colmo ventilato 10. Lucernario tipo “velux” 11. Camera d’aria 12. Doppio strato di cartongesso 2+2 su profili omega 13. Pavimentazione 14. Caldana per pavimenti con rete elettrosaldata 15. Riscaldamento a pavimento 16. Isolamnento - polistirene sp. 6 cm 17. Cartella in cls sp. 9 cm per impianti 18. Guaina bituminosa armata 19. Igloo da 35 cm 20. Tubazioni di scarico / Cultural and polyvalent center / Competition / 2008 Constuctive section / Sezione costruttiva 263 264 // STUDIOAZERO / The environmental riqualification the corna rossa quarry / Built / 2007-2009 THE ENVIRONMENTAL RIQUALIFICATION THE CORNA ROSSA QUARRY 265 type Public space location Rezzato (Brescia), Italy team Arch. Paolo Mestriner - studioazero, Arch. Elisabetta Bianchessi - transit collaborators M. Gottini, M.Zambetti, L.Feliciani consultants Arch. Annalisa Romani, Arch. Crolina Rovati photos Archivio studioazero built area 10.993 m2 budget 400.000 Euros date 2007-2009 266 The environmental riqualification of the Corna Rossa quarry is born by the need to convert a working area into a public space. The quarry was already used as natural background for several events: its walls have been climbed, and recently have been the natural theater for concerts and screenings of movies. This new Corna Rossa’s life shows that certain spaces could have an important public meaning. Some elements make the operation more achievable as the position close to the center, the proximity of some parking areas available to use, the proper dimensions for “en plain air” shows. The riqualification required to put inside the area a mass of “press filter mud” coming from the marble work. This chance makes the potential of the site higher and sets up a new scenario: re-shaping the mass creating a new morphology. The aim is to sew together the actual void and the natural contest designing a new balance of full and empty spaces. The design has come out working with alignments and triangulations and the new public space is marked by two areas: • the first one emphasizes the climbing wall with a sloping audience spot used as watching point and school; • the second one, differentiated by the orientation, is a flexible public space ready to welcome different performances and manifestations. The access to these two areas happens by the only passage that touched the street. To complete the scenario a vertical green platform outdistances the public space. This choice from one hand wants to move away the users from the danger of rock-falling, from the other hand wants to give a garden with native essences as natural filter. The result is a new way of living the nature of the site where the production needs of the marble live together with the need of going near the natural setting of reference. 01.02 Aerial photograph / Foto aerea 03 Localization map / Localizzazione 04.05.06 Study model / Modello di studio // STUDIOAZERO Il progetto di riqualificazione ambientale dell’ex cava Corna Rossa parte dalla necessità di recuperare un’area estrattiva a fini pubblici. Già nel passato la cava è stata utilizzata per eventi: dall’utilizzo di alcune pareti per la palestra di roccia, ai più recenti concerti o proiezioni. Questa nuova vita della cava ha messo in evidenza il ruolo pubblico che uno spazio come questo può avere. A favorire l’operazione alcuni fattori quali la vicinanza con il centro abitato, la possibilità di sfruttare aree a parcheggio limitrofe, la dimensione adatta a spettacoli en plain air. Il lavoro di recupero parte dall’ esigenza di collocare all’interno dell’area fanghi filtro pressati risultanti dalla lavorazione del marmo. Questa opportunità aumenta la potenzialità del sito configurando un nuovo scenario: rimodellare la massa da riportare determinando una nuova morfologia; l’obiettivo è ricucire il vuoto attuale con il contesto ambientale ri - proporzionando il rapporto tra i pieni e i vuoti. Partendo da una massa data per mezzo di allineamenti planialtimetrici e di triangolazioni si è raggiunto un disegno che traccia il nuovo spazio pubblico delimitando due aree: • la prima valorizza la palestra di roccia con una platea inclinata che funge da piano di osservazione/scuola; • la seconda si distingue per orientamento dalla precedente e sarà uno spazio pubblico polifunzionale che potrà accogliere manifestazioni di varia natura. Si accede a questi due ambienti tramite l’unico passaggio che insiste sulla strada. A completamento di ciò una piattaforma di verde verticale distanzia lo spazio pubblico. Questa scelta nasce dalla volontà di allontanare i fruitori da possibili cadute di materiale roccioso, ma ha anche all’importante ruolo di giardino / bosco autoctono legato alle specificità del luogo con la funzione di filtro naturale. Il risultato è uno nuovo modo di vivere il territorio dove le necessità produttive, siano esse estrattive o di lavorazione, convivono con il bisogno di riavvicinarsi al contesto ambientale di riferimento. / The environmental riqualification the corna rossa quarry / Built / 2007-2009 01 02 03 04 05 06 267 268 // STUDIOAZERO 01 02 03 04 / The environmental riqualification the corna rossa quarry / Built / 2007-2009 08 05 06 09 07 10 01 Plan / Pianta 02 Façade / Prospetto 03.04 Sections / Sezioni 05.06. 07 Study model / Modello di studio 08.09. 10.11 Conceptual model exposed at Sustainab.Italy Modello concettuale sposto a Sustainab.Italy 11 269 Finito di stampare nel mese di Giugno 2010 per conto di LetteraVentidue Edizioni S.r.l. presso lo Stabilimento Tipolitografico Priulla S.r.l. (Palermo) Printed in Sicily in June 2010