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Appunti sulla radianza

2019, Cosmo e Testo-scrivere col kykeon

Appunti sulla vastità, e sulla radianza , dell'essere. 1 Ogni esistenza è la danza di una stella attorno all'orizzonte degli eventi, il guado costruito con spade affilate, l'angolo tortuoso al di la del quale si manifesta l'aprirsi del labirinto di specchi. Nessun passaggio è dimenticato, tutto è l'orizzonte entro cui ogni cosa è eterna ed accade senza finire. Nel fondo generativo della terra e del cielo, gli Antichi Dei Archetipali, gli Eroi, i Titani ed i Canti sono le costellazioni lungo cui trarre la sintassi della parola che si dice per permettere che appaia ciò che, palese, rimarrebbe sparsa, visibile, udibile, eppure ente tra gli enti, datità. Se è vero che, come scrisse Heidegger noi"siamo troppo in ritardo per gli dei, troppo in anticipo per comprendere l'Essere", vero è anche che il lavoro di sottrazione e politura, di scavo nelle miniere della nostra terra, e di scalata alle nubi più estreme del nostro cielo, è l'unico ethos che permette di riconoscere l'impronta del dio nel passo sulla pietra e dentro l'acqua, nel confondersi dei secoli e nel nascere e cadere di lingue, civiltà ed esistenze. Come ebbe ad affermare C.G. Jung "in ogni caos vi è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto". Occorre ri-conoscere questo, accordando le parti frammentate di noi stessi ad un livello più alto, o profondo. Occorre non fermarsi alla datità, al grezzo addensarsi di limiti ed orizzonti sotto forma di coordinate spazio-temporali, di egoicità schiudentesi come sviluppo del limite, consumando, al contempo, la nostra energheia entro una entelecheia disegnata dal con-esserci; occorre svellere l'assenso al dato, la cui cifra, l'entropia, sembra precludere ogni senso ultimo alla parola, pur, paradossalmente, assumendosene appieno il peso con la levità del passo che danza, girovaga, errabonda di era in era. E' necessario però assumere il peso del trasformarsi del Chaos in Cosmo, intenderne il suo continuo accadere come un problematico, apparente e fenomenico, stare-per-svanire, che risolve la propria aporia nel poter essere disvelato dalla poiesis. Erebo, genitore archetipale e distante, prolifico ed avaro re dello spazio colmo di tenebre, oltre e prima di Chronos, oltre l'avanzare della falce del tempo, generò le Parche, e da esse i mortali trassero il filo che continuamente muove a danza le loro stelle. Oltre e prima delle stelle, oltre l'ombra precedente la luce di padre Erebo, abbracciato alla Notte, oltre il silenzio di Nun e Nunet, al centro dell'indefinito Tutto/Nulla, ricondurre l'urlo (im)mortale degli eroi e

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