LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA.
—TO BE CONTINUED…
LA NUOVA
FIGURAZIONE
ITALIANA.
—TO BE
CONTINUED…
A CURA DI CHIARA CANALI
LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA. —TO BE CONTINUED…
FABBRICA BORRONI, BOLLATE (MI)
27 OTTOBRE — 18 NOVEMBRE 2OO7
SILVANA EDITORIALE
PROGETTO E REALIZZAZIONE
PRODUCED BY
ARTI GRAFICHE AMILCARE PIZZI SPA
DIREZIONE EDITORIALE
DIRECTION
DARIO CIMORELLI
ART DIRECTOR
GIACOMO MERLI
COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
PRODUCTION COORDINATOR
MICHELA BRAMATI
SEGRETERIA DI REDAZIONE
EDITORIAL ASSISTANT
SABRINA GALASSO
UFFICIO ICONOGRAFICO
ICONOGRAPHIC OFFICE
DEBORAH D’IPPOLITO
UFFICIO STAMPA
PRESS OFFICE
LIDIA MASOLINI,
PRESS@SILVANAEDITORIALE.IT
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte
di questo libro può essere riprodotta
o trasmessa in qualsiasi forma
o con qualsiasi mezzo elettronico,
meccanico o altro senza
l’autorizzazione scritta dei proprietari
dei diritti e dell’editore.
L’editore è a disposizione degli
eventuali detentoridi diritti che
non sia stato possibile rintracciare.
All rights reserved. No part
of this publication may be reproduced
or transmitted in any form or by any
means, electronic or mechanical,
including photocopy, recording or any
other information storage
and retrieval system, without prior
permission in writing from the publisher.
The publisher apologizes
for any omissions that inadvertently
may have been made.
© 2007 Silvana Editoriale Spa
Cinisello Balsamo, Milano
© 2007 Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
© 2007 Gli autori per i testi
© 2007 Gli artisti per le opere
PROGETTO GRAFICO E COPERTINA
GRAPHIC PROJECT AND COVER
FRANCESCA HABE
COORDINAMENTO EDITORIALE
EDITORIAL COORDINATION
CHIARA CANALI
TESTI
TEXTS
LUCA BEATRICE
EUGENIO BORRONI
ARGÀNO BRIGANTE
CHIARA CANALI
MAURIZIO SCIACCALUGA
VITTORIO SGARBI
TRADUZIONI
TRANSLATION
GABRIELLE LEWKOWICZ
CREDITI FOTOGRAFICI
PHOTOGRAPHIC CREDITS
GIOVANNI ALTANA
FILIPPO BAIOCCHI
IVO BALDERI
MARCO BECK PECCOZ
FOTO FINOTTI
FEDERICA MUSMECI
MOIRA RICCI
STUDIO DANI
PAOLO VANDRASCH
RINGRAZIAMENTI
Il curatore desidera ringraziare
Eugenio Borroni, che ha scommesso
sulla riuscita di questo progetto
e lo ha coraggiosamente sostenuto
fino alla sua effettiva realizzazione,
e lo staff della Fabbrica Borroni,
con Elisa Gusella, Andrea Gaspari
e tutti coloro che si sono adoperati
per il buon esito della mostra.
L’Assessore alla Cultura del Comune
di Milano Vittorio Sgarbi,
che ha concesso il patrocinio
e ha subito appoggiato l’iniziativa.
Argàno Brigante, sempre
generoso nel suggerire consigli.
Sabina Spada, per la collaborazione
offerta nella scelta del testo
di Maurizio Sciaccaluga.
Luca Beatrice per l’intervista.
Silvia Fabbri per la consulenza
editoriale al catalogo.
Alessandro Bassani, Daria Tansini
e il loro staff per l’allestimento.
Pierre Polonelli per la sua costante
presenza, nonostante la lontananza.
Luigi Martin per i suoi preziosi
consigli legali. Infine Francesca Habe,
Micaela Bonetti, Sara Travella
e Silvia Berselli insostituibili compagne
di strada, che mi hanno sorretto
e accompagnato
nella realizzazione del progetto.
THANKS TO
The curator thanks Eugenio Borroni
that bet on the result of this project
and supported it bravely till its
effective realization, and the staff
of Fabbrica Borroni, with Elisa Gusella,
Andrea Gaspari and all of them
who worked for the success of the
exhibition. The Culture Councillor
of Municipality of Milan
Vittorio Sgarbi, that granted
the patronage and immediatly
sustained tha initiative.
Argàno Brigante, always generous
in prompting advices.
Sabina Spada, for her collaboration
in the choice
of Maurizio Sciaccaluga’s text.
Luca Beatrice for the interview.
Silvia Fabbri for editorial counselling
for the catalogue. Alessandro
Bassani, Daria Tansini and their staff
for the organization.
Pierre Polonelli for his constant presence in spite of the distance.
Luigi Martin for his juridical advice.
Finally Francesca Habe,
Micaela Bonetti, Sara Travella and
Silvia Berselli irreplaceable company,
that supported and accompanied
me in the realization of this project.
RINGRAZIAMO PER AVER
GENTILMENTE ACCORDATO
IL PRESTITO DELLE OPERE
THANKS TO
FOR KINDLY LEND WORKS
Allegra Ravizza Art Project
Andrea Arte Contemporanea
Angel Art Gallery
Annovi Arte Contemporanea
Antonio Colombo Arte Contemporanea
Cristina Artese
B&D Studio
Bonelli Arte Contemporanea
Byblos Art Gallery
Cardelli & Fontana Arte Contemporanea
Gabriella Caruso
Marco Cattaneo
Fabio De Galeazzi
Fiorino Ivan De Lettera
Della Pina Arte Contemporanea
Simona Di Bello e Giuseppe Lezzi
Ermanno Tedeschi Gallery
Fabio Paris Art Gallery
Jena Filaccio
Frittelli Arte Contemporanea
Galleria Arteutopia
Galleria Aus 18
Galleria Bianca Maria Rizzi
Galleria Ca’ di Fra’
Galleria Delle Battaglie
Galleria Forni
Galleria Pack
Galleria Santamarta
Guidi & Schoen Arte Contemporanea
Italian Factory
Mandelli Arte Contemporanea
Ettore Marchina
NOTgallery
nt art gallery
Pittura Italiana
Poggiali e Forconi
RefreshProject
Roberta Lietti Arte Contemporanea
Romberg Arte Contemporanea
Franco Sainini
Raffaella e Stefano Sciarretta
Sabina Spada
Spazioinmostra
Spirale Arte Artecontemporanea
Il Torchio – Costantini
Sergio Tossi Arte Contemporanea
Vinavil Studio
FABBRICA BORRONI
PRESIDENTE
PRESIDENT
EUGENIO BORRONI
CURATORE
CURATOR
ELISA GUSELLA
MOSTRA
E CATALOGO A CURA DI
EXHIBITION
AND CATALOGUE CURATED BY
CHIARA CANALI
COORDINAMENTO MOSTRA
COORDINATION OF THE EXHIBITION
ELISA GUSELLA
COORDINAMENTO ALLESTIMENTO,
TRASPORTI E ASSICURAZIONI
COORDINATION OF EXHIBITION,
TRANSPORTS AND ASSURANCE
ANDREA GASPARI
SEGRETERIA
SECRETARIAT
AURORA BENVENUTI
ANDREA GASPARI
WEB
FABBRICA BORRONI
ART DIRECTOR
FRANCESCA HABE
AMMINISTRAZIONE
ADMINISTRATION
FABBRICA BORRONI
PROGETTO ALLESTIMENTO
EXHIBITION PROJECT
ALESSANDRO BASSANI
ASSISTENZA OPERATIVA
WORKING ASSISTANCE
ELISA GUSELLA
REALIZZAZIONE ALLESTIMENTO
EXHIBITION ORGANIZATION
NOÈ DI ALESSANDRO BASSANI
DARIA TANSINI
CUSTODIA
CHARGE
FRANCO JANNARONE
TRASPORTI
TRANSPORTATION
RIKY MAIL
DI RICCARDO RUGGIERO
ASSICURAZIONI
ASSURANCE
ALLIANZ RAS, MILANO
PROMOZIONE E ORGANIZZAZIONE
PROMOTION AND ORGANIZATION
IMMOBILIARE NERVI
SI RINGRAZIANO
PER IL SUPPORTO TECNICO
FOR THE TECHNICAL SUPPORT
THANKS TO
ANDREA VIRDIS
TANA
CON IL PATROCINIO DI
WITH THE PATRONAGE OF
6
Non finisce qui
VITTORIO SGARBI
ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI MILANO
COUNCILLOR FOR CULTURE OF THE MUNICIPALITY OF MILAN
VALENTINO MENGHI
La scultura resiste , 2006
Pennarello su carta / Pen on paper
cm 33 x 48
Di tanti artisti scoperti, sostenuti e
amati da Alessandro Riva e da Maurizio Sciaccaluga, Chiara Canali ordina ora una variegata sequenza nella
mostra La Nuova Figurazione Italiana.
—To Be Continued... presso la Fabbrica Borroni. È la terza occasione, dopo Arte italiana 1968–2007. Pittura e
Nuovi pittori della realtà, per conoscere gli sforzi degli artisti italiani in
quella che è stata, volta a volta, chiamata Officina milanese, La ridefinizione dei generi, Nuova palestra artistica milanese, La linea dolce della
nuova figurazione, Giovane pittura italiana e, finalmente o complessivamente, Italian Factory, nello sforzo dei
due curatori di mostrare la ricchezza
e la varietà delle esperienze, spesso
mortificate ed emarginate, di un campione ampio di pittori e scultori italiani. In questo percorso, che riassume la
lunga e appassionata ricerca di Riva
e Sciaccaluga, non mancano anche
imprevedibili deviazioni alle quali io
stesso non fui estraneo, come la insolita apertura a linguaggi extrapittorici
nel confronto di Sciaccaluga con
Chiara Dynys per l’impegnativa mostra Luce negli occhi alla Rotonda
della Besana. Naturalmente gli eroi di
questi dieci anni di storia sono piuttosto ancorati ai generi tradizionali, e si
chiamano Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco, Guida, Bazan, De Grandi, Di
Piazza, Di Marco, Siciliano, Lombardi,
Durini. Pittori; ma anche scultori come
Bergomi, Cornini, Demetz, Scarpella,
Schmidlin, tutti impegnati in una figurazione abile e suggestiva. Sullo scorcio finale di questa decennale esperienza si pone il coinvolgimento sorprendente dei giovani nella proposta
di Street Art al PAC, momento estremo di legittimazione di ricerche controverse e osteggiate quanto amate,
anche ragionevolmente. Chiara Canali sembra essersi data il compito di
non disperdere l’impegno dei suoi
“maggiori”, riassumendone e ampliandone l’impresa fino a proporci
un esauriente inventario dell’esistente. E intanto qualche artista si allena
a resistere contro il tempo. Altri passeranno, ma non potranno raccontare
di non essere stati osservati.
TO BE CONTINUED
Of the many artists discovered, supported and loved by Alessandro Riva and
Maurizio Sciaccaluga, Chiara Canali is
now putting them into order in a varied
sequence in the La Nuova Figurazione
Italiana. —To Be Continued… exhibition
at the Fabbrica Borroni. After Italian Art
1968 — 2007. Painting, and Nuovi pittori
della realtà (New reality painters), this is
the third opportunity to get to know the
efforts of Italian artists in what, depending on the occasion, has been called
Officina milanese, La ridefinizione dei
generi, Nuova palestra artistica milanese, La linea dolce della nuova figurazione, Giovane pittura italiana and
finally, or as a whole entity, Italian Factory, in the attempt by the two curators
to demonstrate the wealth and variety
of experiences, often disparaged and
rejected, of a broad sample of Italian
painters and sculptors. Along this path,
which summarizes the long and impassioned research of Riva and Sciaccaluga, there is also no lack of unforeseeable deviations to which I myself was
not a stranger, such as the unusual opening up to extra-pictorial languages
in the Sciaccaluga’s encounter with
Chiara Dynys for the challenging exhibition Luce negli occhi at the Rotonda
della Besana. The heroes of the last ten
years of history are naturally rather
anchored in traditional genres, and are
called Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco, Guida, Bazan, De Grandi, Di Piazza, Di Marco, Siciliano, Lombardi, Durini. Pittori, but also include sculptors like
Bergomi, Cornini, Demetz, Scarpella
and Schmidlin, all of whom are involved in a skilful and suggestive kind of figuration. Towards the end of this decade-long experience the surprising
involvement of the young artist is laid
out in the Street Art project at PAC, an
extreme moment of legitimization of
studies that are controversial and hotly
opposed as much as loved, even if
with good reason. Chiara Canali appears to have set herself the task of not
of wasting the efforts of her “seniors”,
recapitalizing and building on the enterprise in order to put before us an
exhaustive inventory of the existing
works. And in the meantime some artists
are training to stand the test of time.
Others will pass, but they will not be able
to say that they went by unnoticed.
7
8
La svolta
LA SVOLTA EUGENIO BORRONI
EUGENIO BORRONI
FABBRICA BORRONI, BOLLATE
Via Matteotti, Bollate
Villa Borroni, anni ’60
Ho fortemente voluto questa mostra
per riaffermare con decisione la mia
identità di collezionista, per mettere
un punto fermo a una storia che deve
continuare, per riconoscere una volta
per tutte la validità di questi artisti, il
duro lavoro di tanti curatori e critici
come Alessandro Riva e Maurizio
Sciaccaluga, per riaffermare la fiducia e il sostegno alla giovane arte italiana. Le origini della mia passione e
del mio impegno risalgono agli ultimi
anni Settanta. Avevo una buona collezione di autori conosciuti, ma mi mancava qualcosa di importante: il contatto, la voglia di conoscere e di imparare, la frequentazione dei giovani artisti anche sconosciuti che si affacciavano in quegli anni al mondo dell’arte,
dominato dall’Arte Povera e dalla
Transavanguardia, ambiguo e quasi
ostile verso la pittura, orientato in gran
parte ai nuovi media come il video, la
fotografia, l’installazione, ecc.
Fabbrica Borroni in origine era una filanda che mio nonno acquistò negli
anni Venti facendone la sua abitazione e usandola solo in parte per scopi
commerciali. Lui stesso adorava questa struttura, e fece di tutto per mantenerla in buono stato, arricchendola
con il giardino e restaurando già alcune parti. Ancora oggi certi spazi nelle
sale superiori raccontano storie di operai e di duro lavoro, e sembrano felici di ospitare la mia collezione… C’è
una magia in certi ambienti che è
data dalla loro storia e dal fascino
che possono restituire anche ad una
visita frettolosa.
Ma incombeva la seconda guerra
mondiale. Alla fine mio nonno e mio
padre si resero conto che i loro prodotti (colle per legno e cartotecnica)
stavano per essere superati da nuove
scoperte e invenzioni, quali le colle di
caseina e il Vinavil. Perciò rilevarono
una piccola azienda chimica del milanese e trasformarono il tranquillo opificio in una vera e propria fabbrica.
Gli spazi oggi adibiti alla collezione e
alle mostre erano locali di produzione,
di magazzinaggio, di spedizione. Io
stesso ho lavorato qui per trent’anni, e
questo mi ha permesso di procedere
al restauro con la conoscenza quotidiana di ogni ambiente. L’attività lavorativa proseguì con profitto fino al
2001, poi dovetti prendere atto che la
THE TURNING POINT
I strongly wished for this exhibition to
decisively reassert my identity as an art
collector, to put a full stop at the end of
a story that must continue, to recognize once and for all the validity of
these artists, and the hard work of so
many curators and critics like Alessandro Riva and Maurizio Sciaccaluga, in
order to reaffirm the trust and support
for young Italian art. The origins of my
passion and dedication date back to
the late Seventies. I had a good collection of well-known authors, but I felt
that something important was missing:
contact, the desire to know and to
learn, spending time with as yet unknown young artists who were appearing in those years in the world of art,
dominated by Arte Povera and Trans Avant-garde, ambiguous and almost
hostile to painting, oriented for the most
part towards new media like video,
photography, installation and so on.
Fabbrica Borroni was originally a spinning mill that my grandfather purchased in the Twenties, turning it immediately into his home and using only a
part of it for commercial purposes. He
himself adored this structure, and did
everything in his power to keep it in
good conditions, improving it with a
garden and already restoring some
parts of it. Even today, some of the
spaces in the upper rooms tell the stories of the workers and hard labour,
and seem happy to host my collection… Some environments are bestowed with a magic from their history
and fascination, which they can lend
to even a hurried visit.
But the second world was looming. In
the end my grandfather and father
realised that their products (adhesives
for the wood and paper industry) were
about to be replaced by new discoveries and inventions, such as White
Glue and Vinavil. For this reason they
took over a small chemical works in the
Milan area, and turned a sleepy little
company into a real and proper factory. The spaces that are nowadays used
for my collection and for exhibitions
were production, storage and shipment areas back then. I myself worked
here for thirty years, and this allowed
me to go about the restoration project
with a working knowledge of every
environment.
concorrenza delle multinazionali e la
nostra specifica posizione nel centro
della città erano ostacoli difficilmente
sormontabili. Così presi la decisione
più dolorosa della mia vita, chiudere.
Fui assalito da grandi incertezze, dovevo decidere cosa fare della fabbrica, ormai vuota e silenziosa.
Dal 1980 avevo iniziato ad allestire la
mia collezione negli spazi al primo piano. A Roma ero rimasto affascinato
dal lavoro di Ceccobelli, Nunzio, Pizzi
Cannella e Tirelli, che occupavano
una straordinaria ex fabbrica in via
degli Ausoni e lavoravano a una nuova pittura, raccolta, religiosa e immaginifica, che non aveva riscontri in
Italia. Acquistai tutto quello che potevo, con il risultato che oggi a Bollate si
possono ammirare più di 100 opere
del periodo più bello, gli anni Ottanta.
Poi mi resi conto che un po’ dappertutto stavano sorgendo nuove “scuole” o correnti che meritavano tutta
l’attenzione per la loro libertà e la loro
freschezza. Ad esempio la Scuola Mediale, attiva soprattutto a Torino, le
esperienze milanesi che cominciavano allora ed erano ancora piuttosto
disperse, ecc. Decisi che la fabbrica
poteva vivere con un altro ruolo: una
struttura per esporre la collezione, ma
anche e soprattutto per sostenere la
giovane arte italiana. I grandi spazi, la
dignitosa povertà dei muri e dei pavimenti, i corridoi, i cortili, il giardino, tutto mi suggeriva che l’operazione poteva essere possibile. Nel 2002 iniziò il
restauro degli spazi a pianterreno: con
rispetto, in punta di piedi, intervenendo solo dove era indispensabile e con
materiale adeguato allo “status” della
costruzione. Naturalmente qualcosa è
mutato, qualche indispensabile misura di sicurezza, le luci, gli impianti di
condizionamento. Ma tutto sommato
mi sembra che il risultato finora raggiunto sia quello che volevo. La collezione invase anche tutto il pianterreno, cominciarono le visite guidate e la
frequentazione con artisti, galleristi,
curatori: insomma la fabbrica cominciava ad essere nota. Mancava un’ultima parte, la più importante: il progetto concreto in favore della giovane arte italiana, che non può essere
soltanto il mantenimento e l’accrescimento della collezione. Bisognava
chiamare dei giovani a collaborare
The business enjoyed a turnover with
profit until 2001, and then I had to
admit that the competition from the
multinationals and our specific position
in the centre of the city were obstacles
that were difficult to overcome. So I
made the most painful decision of my
life, to close down. I was plagued by
plenty of uncertainties; I had to decide
what to do with the factory, by now
empty and silent. Since 1980 I had
begun to hang my own collection in
the spaces on the first floor. In Rome I
had been struck by the work of Ceccobelli, Nunzio, Pizzi Cannella and Tirelli,
who occupied an extra-ordinary exfactory in Via degli Ausoni and worked
to a new style of painting, thoughtful,
religious and imaginative, that had no
comparison in Italy. I bought everything that I could snap up, with the result that in Bollate today you can
admire more than one hundred works
of the most wonderful period, the
Eighties. Then it dawned on me that almost all over the place new “schools”
or trends were springing up, which
deserved every attention for their liberty and freshness. For example the Scuola Mediale, active above all in Turin,
and the Milanese experiences, which
were just beginning and were at that
time somewhat scattered about. I decided that the factory could live on
with another role: a structure for putting
the collection on exhibition, but also for
supporting young Italian art. The vast
spaces, the dignified poverty of the
walls and floors, the corridors, courtyards and garden, all of it suggested to
me that this would be possible. In 2002
I started restructuring the spaces on the
ground floor: with due respect, with
delicacy, doing work only where it was
indispensable and with materials that
were suitable to the “status” of the
construction. Naturally some things have been changed, some indispensable
safety measures, the lights, and the airconditioning. But all things considered,
it seems that the result obtained so far
is what I was after. The collection overtook the entire ground floor, then we
began guided visits and spending time
with artists, gallery owners and curators: well, the factory was starting to be
noticed. A final part was missing, the
most important part: the concrete plan
in support of young Italian art, that
9
10
LA SVOLTA EUGENIO BORRONI
Nuova Figurazione Italiana:
la ri-sensibilizzazione nella ricerca di fine millennio
CHIARA CANALI
CURATORE / CURATOR
LUCA MATTI
Inseparabili
(Uomo al telefono), 2000
Camera d’aria, materiali vari
Inner tube, various materials
misure variabili
various sizes
Courtesy Frittelli Arte
Contemporanea, Firenze
stabilmente al progetto, accettando
anche il fatto che l’arte non è solo pittura o scultura, ma si evolve rapidamente e usa e consuma tutti i nuovi
mezzi di comunicazione. Dall’anno
scorso c’è un curatore stabile che si
occupa del progetto, e altri giovani
assistenti che lavorano con entusiasmo. Molte cose sono ancora da fare:
il completamento del restauro, la
creazione di un vero archivio digitale
aperto a tutti, la costruzione di quattro
residenze per artisti e di laboratori per
la sperimentazione delle nuove tecniche, il lavoro sul territorio. Già oggi la
fabbrica è un punto di riferimento per
l’area Nord di Milano, inserita in un
contesto pieno di speranze e di promesse: la Bovisa con il Politecnico e la
Biennale, la Fiera di Rho con i suoi problemi di adattamento al territorio, le
immense possibilità di sviluppo culturale fra tutte le città come Bollate,
che fra ville storiche, vecchie fabbriche in disuso, parchi sterminati e associazioni vivissime attendono solo la
possibilità di unirsi in un polo culturale
di cui è difficile prevedere la grandezza e l’importanza. Senza dimenticare
l’enorme numero di giovani che hanno voglia di dedicarsi a queste attività,
allo sviluppo culturale e non solo di
questo territorio e che aspettano le nostre decisioni. Un patrimonio che non
dobbiamo perdere, a nessun costo.
Nell’imminenza dell’apertura di questa mostra, intitolata non a caso La
Nuova Figurazione Italiana. —To Be
Continued e affidata a Chiara Canali la cui competenza e serietà è ormai
universalmente riconosciuta, mi tornano in mente molti ricordi, molte
serate appassionate, molte scelte rischiose, molte discussioni al limite
della follia… tutto sui giovani artisti italiani e sulla loro importanza. I miei più
grandi amici, oltre ai quadri e agli artisti, non saranno forse tutti presenti.
Ma è come se lo fossero, la loro assenza, definitiva o temporanea, aleggia sulla Fabbrica Borroni come un
benevolo spirito dei luoghi.
cannot only be about maintaining and
increasing the collection. We needed
to call young artists to collaborate on a
stable basis with the project, accepting the fact that art is not merely painting or sculpture, but is something that
evolves rapidly and swallows up all
new means of communication. Since
last year we have a permanent Curator who follows the project, and other
young assistants who work enthusiastically. Many things are still to be done:
the completion of the restructuring
works, the creation of a proper digital
archive that is accessible to everyone,
the construction of four living spaces
for artists, and laboratories for experimentation of new techniques, work on
the territory. Nowadays the factory is
already a point of reference for the
area of North Milan, slotted into a context full of hopes and promise: la Bovisa
with the Politecnico and the Biennial,
the Showground in Rho with its problems of adaptation to the territory, the
immense problems of cultural development between all of the towns like Bollate, which between period villas, old
disused factories, immense parks and
the strongest associations are all just
waiting for the opportunity to join up
with a cultural association whose size
and importance is very hard to predict.
Without forgetting the huge number of
young people who want to dedicate
themselves to these activities, to cultural development and not only within this
territory, and who are just waiting on
our decisions. A heritage that we must
not lose at any cost.
At the imminent opening of this exhibition, not merely by chance entitled La
Nuova Figurazione Italiana. —To Be
Continued and entrusted to Chiara
Canali whose competence and seriousness is now universally recognized,
many memories return to my mind, many impassioned evenings, many risky
choices, many arguments bordering
on madness… all about young Italian
artists and their importance. My greatest friends, besides the pictures and the
artists, perhaps will not all be present.
But it will be as if they were, their absence, albeit definitive or temporary,
pervades Fabbrica Borroni like a benevolent spirit of the places.
Per ritrovare la genesi del termine
“nuova figurazione” bisogna risalire alla
metà degli anni Cinquanta del Novecento quando si afferma questo movimento come tentativo di uscita dall’Informale, in particolare dai suoi diversi
aspetti non-figurativi (astrazione lirica,
espressionismo astratto, gesto, materia,
ecc…), recuperando elementi figurativi
tradizionali, con tangenze e frizioni con
la Pop Art.
Ne tratteggia un quadro ampio e problematico Enrico Crispolti nel suo studio
Fenomenologia di “nuova figurazione”1
PIERO PIZZI CANNELLA
Sospeso per amore,
1985
Olio su tela
Oil on canvas
cm 270 x 170
Collezione Fabbrica
Borroni, Bollate (Mi)
1 Enrico Crispolti,
Fenomenologia
di “nuova figurazione”,
Fausto Fiorentino
Editrice, Napoli 1975.
2 Ibidem.
1 Enrico Crispolti,
Fenomenologia
di “nuova figurazione”
(Phenomenology
of “new figuration”),
Fausto Fiorentino
Editrice, Naples 1975.
2 Ibidem.
che della nozione critica e storica di
“nuova figurazione” dà un’interpretazione estensiva e inclusiva, non un ridotto significato di stretta “tendenza”, bensì una più ampia e articolata interpretazione di tensione all’immagine e di pratica dell’immagine nei suoi molteplici
aspetti sociologici e ontologici.
La “nuova figurazione” è intesa da Crispolti nel senso più ampio del dominio
di proposizione d’immagini: “oniriche,
archetipe, storiche, quotidiane, sociologiche, sociali, intimistiche, di massa,
ecc…; è la sola possibilità d’elaborazione effettiva e articolata d’un nuovo linguaggio visuale: cioè di una nuova possibilità di comunicazione e di concretezza immaginativa, veramente aperta
a tutte le necessità semantiche; e chi
pratica la ‘nuova figurazione’ crede, esplicitamente o implicitamente, nella
possibilità di intervento attraverso l’immagine (dipinta o oggettualizzata, di riporto fotomeccanico, ecc…) nel contesto sociologico attuale”2.
Un’ampia rassegna internazionale dal
titolo Nuova Figurazione viene organizzata alla “Strozzina” di Firenze nel 1966,
sempre con il contributo di Crispolti, allineando le opere di artisti italiani e stranieri che verranno considerati i capofila
di questo movimento: da Baj a Bueno,
da Recalcati a Vacchi. La schiera di
questi artisti si completa con l’introduzione di Cremonini, Ferroni, Fieschi, Guerreschi, Romagnoni, Vespignani, mentre nel
1965, a Roma, si afferma la Scuola Romana di Piazza del Popolo: Schifano,
Rotella, Ceroli, Kounellis, Fioroni, Angeli,
Festa e, infine, Titina Maselli.
L’etichetta “nuova figurazione”, dunque,
non è nuova, né recente, né rapportabile esclusivamente alla situazione artistica degli ultimi dieci o vent’anni, ma
va ricollegata a un preciso momento
NEW ITALIAN FIGURATION:
THE RE-SENSITIZATION
IN THE END OF THE MILLENIUM STUDY
To discover the genesis of the term
“new figuration”, you have to look
back to the mid-Fifties in the Twentieth
Century when this movement established itself as an attempt to escape
from the Informal movement, and in
particular its various non-figurative
aspects (lyric Abstraction, abstract Expressionism, gesture, material, and so
on), by reviving traditional figurative
elements, with tangencies and frictions
with Pop Art.
Enrico Crispolti outlined a wide, problematic description for it in his study Fenomenologia di “nuova figurazione”1
which gave an extensive, comprehensive interpretation of the critical and
historical notion of “new figuration”,
not an abridged meaning of strict
“trend”, but rather a broader, more articulated interpretation of tension to
the image and of the practice of the
image in its numerous sociological and
ontological aspects. Crispolti interpreted the “new figuration” as in the wider
sense of the domain of proposition of
images: “oneiric, archetypal, historical,
day-to-day, sociological, social, intimist, mass images…; it is the only possibility for effective and articulated
elaboration of a new visual language,
that is of a new opportunity for communication and imaginative concreteness, truly open to all of the semantic
requirements, and those who practice
the ‘new figuration’ believe either
explicitly or implicitly in the possibility of
working through the image (painted or
objectified, of photomechanical content, and so on) in the current sociological context”2.
A large international exhibition titled
New Figuration was organized in 1966
at the Strozzina in Florence, again with
Crispolti’s contribution, placing alongside one another the works of Italian
and foreign artists who went on to be
considered the leaders of this movement: from Baj to Bueno, and from
Recalcati to Vacchi. The ranks of these
artists was completed with the introduction of Cremonini, Ferroni, Fieschi,
Guerreschi, Romagnoni and Vespignani, while in 1965 in Rome, the Roman
School of Piazza del Popolo was established: Schifano, Rotella, Ceroli, Kounel-
11
12
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
EMILIA FARO
Paradiso perduto — ritratto
di Francesco Clemente, 2006
Tecnica mista su carta
Mixed media on paper
cm 41 x 32
3 Vittorio Sgarbi, Pittura
permanente, in
“Vitalità della figurazione.
Pittura italiana
1948-1988”,
22 dicembre 1988 —
29 gennaio 1989,
Museo della
Permanente, Milano.
4 Ibidem.
3 Vittorio Sgarbi, Pittura
permanente, in
“Vitalità della figurazione.
Pittura italiana 19481988”(Vitality of figuration.
Italian Painting
1948-1988),
22nd December 1988 —
29th January 1989,
Museo della
Permanente, Milan.
4 Ibidem.
storico, quello degli anni Sessanta, come nascita di un movimento che si
oppone alle tendenze astratte e informali, ma sempre sfoderando un discorso all’interno dell’indiscusso e predominante linguaggio pittorico.
Da queste prime uscite, tuttavia, la linea della “nuova figurazione” incontra
un periodo di precoce e progressivo
declino negli appuntamenti pubblici e
istituzionali. Quando appare, viene giudicata molto severamente, come per
esempio da parte di Maurizio Fagiolo
dell’Arco nel suo “Rapporto 60”, mentre
nella Biennale di Venezia del 1966 non è
per nulla rappresentata, e in quella del
1968 sono già documentate esperienze
di segno diverso, dall’arte povera alla
conceptual art.
“Sono questi i momenti — afferma Vittorio Sgarbi3 — fino alla seconda metà
degli anni Settanta, in cui la battaglia è
più dura”, in cui si perderanno le tracce
di molti artisti meritevoli. Tuttavia, continua Sgarbi, sul finire degli anni Settanta
vi sono segni di rinascita: viene costituito il gruppo della Metacosa intorno a
Ferroni, da Mannocci, Tonelli, Leporini,
Bartolini e poi Biagi. Un fenomeno che
propone “il problema di un percorso
della storia non rettilineo, con valori in
controtempo rispetto ai movimenti e
alle tendenze prevalenti”4.
Dopo di che la “vitalità della figurazione”, esaltata da Sgarbi in una mostra al
Museo della Permanente, viene finalmente a galla, e la teoria dei movimenti si completa alla fine degli anni
Settanta con le prime apparizioni dei
cosiddetti citazionisti: da un lato i Nuovinuovi con Salvo e Ontani (Spoldi, Faggiano, Barbera, Mainolfi, Jori, e il trio romano Salvatori, Levini, Pagano), e dall’altro la confluenza di alcuni rappresentanti dell’arte concettuale nelle nuove file dei pittori colti e degli Anacronisti, in
primis Carlo Maria Mariani (con Abate, Di
Stasio, Galliani, Piruca, Bonechi). Dunque il gruppo della Transavanguardia
(Clemente e Paladino, assieme a Chia,
Cucchi e De Maria) capeggiato da Achille Bonito Oliva, che dal 1978-79 degrada e corrode ulteriormente la “citazione” concettuale, e infine espressioni locali dotate di intensa vivacità,
come la Scuola romana di via degli Ausoni (Pizzi Cannella, Ceccobelli, Dessì,
Gallo, Nunzio, Tirelli, Bianchi).
Siamo arrivati dunque alle soglie degli
lis, Fioroni, Angeli, Festa and finally Titina Maselli. The “new figuration” label
is therefore neither new nor recent, nor
even exclusively referable to the art
scene of the last or twenty years, but
has to be reconnected to a precise
moment in history, that of the Sixties, as
the birth of a movement that was
opposed to abstract and informal
trends, yet which was still bringing up
an argument within the undisputed,
predominant pictorial language. After
these first outings, nevertheless, the line
of “new figuration” met with a period
of precocious, progressive decline in
public and institutional appointments.
When it appeared, it was judged very
harshly, as for example by Maurizio
Fagiolo Dell’Arco in his “Rapporto 60”
report, while at the 1966 Venice
Biennial it was not represented at all,
and in the Biennial of ’68 other experiences of a different sign were already being documented, from Arte
Povera to Conceptual Art. “These were
the moments”, states Vittorio Sgarbi3,
“up to the second half of the Seventies,
in which the battle was hardest”, in
which all traces of many merit-worthy
artists would be lost. Sgarbi goes on to
say that nevertheless at the end of the
Seventies there were signs of a rebirth.
The Metacosa group was set up
around Ferroni, from Mannocci, Tonelli,
Leporini, Bartolini and then Biagi. This
was a phenomenon that proposed
“the problem of a path of history,
which was not straight, with values that
were out of sync with the prevalent
movements and trends”4.
After that the “vitalità della figurazione”, lauded by Sgarbi in a show at the
Museo della Permanente, finally came
out on top and the theory of the movements was completed at the end of
the Seventies with the first appearances of the so-called citazionisti. On
one side there were the Nuovi-nuovi
with Salvo and Ontani (Spoldi,
Faggiano, Barbera, Mainolfi, Jori, and
the Roman trio Salvatori, Levini and
Pagano), and on the other side there
was the confluence of several representatives of Conceptual Art in the
new trends of trained painters and the
Anacronisti, first and foremost Carlo Maria Mariani (with Abate, Di Stasio, Galliani, Piruca and Bonechi). Then to the
Trans Avant-garde group (Clemente
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
PIERO PIZZI CANNELLA
Pacato dramma, 1983
Olio su tela
Oil on canvas
cm 180 x 140
Collezione Fabbrica
Borroni, Bollate (Mi)
5 Renato Barilli, Il ciclo
del postmoderno.
La ricerca artistica
negli anni ’80,
Feltrinelli Editore,
Milano 1987.
5 Renato Barilli, Il ciclo
del postmoderno.
La ricerca artistica negli
anni ’80, Feltrinelli
Editore, Milan 1987.
anni Ottanta, che segnano il ritorno all’arte senza “intenzioni”, senza “indici
mentali” (come l’addita Renato Barilli),
ma figurativa e basata sui tradizionali
mezzi pittorici, che inaugurano “il ciclo
del postmoderno” come teoria e pratica della citazione. “Esiste — secondo
Barilli — una chiara linea di confine tra
esperienze ‘citazioniste’ che non escono dalla concettualità, e che quindi
insistono nel mettere in gioco le opere
altrui, intervenendo per proprio conto
solo con spostamenti, prelievi fotografici, segnalazioni verbali, e invece altre
che prendono spunto dai testi del passato, ma poi li manipolano, ne traggono libere variazioni, riconquistando il
colore, l’immaginazione compositiva e
la variazione sul tema” 5.
Naturalmente è questa la vocazione
che ci interessa, che ha riportato in vigore il mestiere del pittore, benché ancora su istanze di un degrado regressivo
e di un ingrandimento dei riferimenti
colti e stilistici al passato. Allo stesso modo nell’ambiente dell’arte internazionale si vanno scoprendo nuove tendenze
similmente orchestrate, guidate da critici e mercanti d’arte: Neo-Espressionismo, Bad Painting, Figuration Libre, graffiti sono appannaggio di tutta una
nuova generazione che si va sviluppando in Europa e negli USA.
A questo punto, a cavallo tra gli anni
Ottanta e Novanta, si osserva nuovamente un brusco cambiamento di rotta: l’andamento altalenante delle ricerche artistiche di segno diverso porta
negli Stati Uniti, prima che in Italia, a far
affiorare alla superficie una predisposizione creativa genericamente definibile come neo-concettuale. Proprio nel
momento culminante dell’esuberanza
pittorica di segno citazionista, accadono alcuni fatti che, se per un certo periodo rimangono relegati in un’area trasgressiva o, perlomeno, underground,
sono nondimeno avviati a una veloce
conquista del campo culturale ed espositivo. Due gli eventi da ricordare in
ambito locale: quello svoltosi nel 1985
alla Brown Boveri, che aggregava negli
spazi fatiscenti della fabbrica milanese
giovanissimi dagli interessi e dai fini più
diversi (Cavenago, Mazzucconi, Arienti
e Levi); e un intervento di occupazione
abusiva di una piccola area della
Biennale da parte di un gruppetto di
“piombinesi” (Folci, Fontana, Modica).
and Paladino, together with Chia, Cucchi and De Maria) led by Achille Bonito
Oliva, who from 1978-79 degraded and
furthermore corroded conceptual “citazione” (reference) and lastly local expressions full of intense vivacity, such as
the Roman School of Via degli Ausoni
(Pizzi Cannella, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Tirelli and Bianchi). We have
therefore reached the beginning of
the Eighties, which heralded a return to
art without “intentions”, without “mental indices” (such as the dedicated art
of Renato Barilli), yet figurative and based on traditional pictorial means,
which inaugurated “The Post-Modern
cycle” as theory and practice of Citazione. According to Barilli, “a clear borderline exists between ‘citazioniste’ experiences, that do not leave conceptuality, and that therefore insist on calling the works of others into play, working in their own right only with movements, photographic samples, verbal
communication, and instead other
experiences that use texts of the past
as their starting points, but then they
manipulate them, extracting liberal
variations from them, winning back the
colour, compositional imagination and
the variation on the theme” 5.
Naturally this is the vocation that interests us, the one that brought the trade
of the painter back to life, albeit still on
moments of a regressive degeneration
and a increasing of the cultured, stylistic references to the past. In the same
way in the sphere of international art,
similarly orchestrated new trends, guided by critics and art dealers, were
slowly being discovered: Neo-Expression, Bad Painting, Figuration Libre, and
Graffiti were all an appanage of a
whole new generation that was developing in Europe and the USA. At that
point, between the Eighties and Nineties, we saw a sharp change of course.
The widely oscillating progress of artistic
research of a different sign brought
about the emergence of a creative
predisposition that could be generically defined as neo-Conceptual in the
USA before Italy. Right at the crucial
moment of the super-abundance of
Citazionista painting, several events
took place that, if they were relegated
for a certain period to an unconventional or at least underground area,
had nonetheless set off for a rapid vic-
13
14
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
LIVIO SCARPELLA
Shunga , 2006
Terracotta policroma
Polycrome terracotta
cm 40 x 54 x 30
FELIPE CARDEÑA
I don’t know anyone who
needs a critic to find out
what art is , 2005
Epigrafe su marmo
Marble epigraph
cm 34 x 45 x 2
Collezione privata, Milano
6 Renato Barilli, Guida
al grande cruciverba,
in “Anninovanta”,
catalogo della mostra,
28 maggio —
8 settembre 1991,
Galleria d’Arte Moderna,
Bologna,
Arnoldo Mondadori,
Milano 1991.
7 Ibidem.
6 Renato Barilli, Guida
al grande cruciverba,
in “Anninovanta”
(The Nineties),
show catalogue,
28th May —
8th September 1991,
Galleria d’Arte Moderna,
Bologna, Arnoldo
Mondatori,
Milan 1991.
In che cosa consista il mutamento tra la
situazione anni Ottanta e quella dei
dieci anni successivi, viene ben espresso da Renato Barilli nel suo saggio introduttivo alla mostra Anninovanta, che
mette in evidenza quella che era considerata la nuova linea preponderante:
“allora dominavano la ‘citazione’, il ritorno all’immagine, ai valori della manualità e della pittura. ‘Caldi’ gli anni
Ottanta, ripiegati su se stessi, nostalgici,
e dunque anche deboli e soffici; laddove i Novanta nascono nel segno di un
‘raffreddamento’, rilanciano i valori del
duro, del rigore, della fiducia nel futuro.
(…) Si ha un bel riscoprire il minimalismo
e il concettualismo, cioè le poetiche
più ‘dure’ della congiuntura sessantottesca, ma appunto c’è di mezzo un ‘ri’
se la citazione è ancora là, tra di noi, ci
accompagna come un indice ormai
inevitabile” 6.
Per continuare a esistere la pittura, secondo Barilli, deve quasi sacrificarsi alle
nuove mode, deve presentarsi nei minimi termini, arrivare a un azzeramento
che la riconduca al monocromo e alle
partiture elementari (Fermariello, Iacchetti, Palmieri, Santoli, Serra). A tale
conferma i pochi pittori figurativi presenti nella mostra Anninovanta sono
tutti legati alla lezione concettuale di
Kosuth e fanno riferimento alle poetiche oggettuali: nominano le cose, le
fotografano, le ri-prendono tali e quali
con operazioni pittoriche simili al readymade (Lavagetto, Passerella, Pusole).
Infine, ammette Barilli, permane la via
della rappresentazione artistica, ma lo
considera appunto il “canale più minacciato, il più inutile, nel nostro secolo,
esso ha ormai abbandonato quel piedistallo di nobiltà, di privilegio di cui aveva goduto in altri tempi, e anzi, si può
salvare, può ancora essere praticato,
solo se si appoggia agli altri canali più
freddi e duri, quasi vivendo in simbiosi
con loro o, peggio ancora, stabilendo
con essi una dipendenza parassitaria”7.
Un giudizio assai negativo e ostile nei
confronti della pittura e soprattutto della pittura figurativa, che sembra essere
esautorata dal suo ruolo di strumento
espressivo autonomo e indipendente, e
l’unica ancora di salvezza è nella “dipendenza” da altri linguaggi più “duri”,
dalla fotografia al ready-made.
Il quadro così ricostruito in maniera univoca ed esclusiva da Barilli non ha di
tory of the cultural and expositional
field. Two events that ought to be
remembered on a local level: the event that took place in 1985 at the
Brown Boveri, which gathered together
young artists with vastly diverse interests
and objectives in the dilapidated
spaces of the Milanese factory (Cavenago, Mazzucconi, Arienti and Levi);
and an abusive occupation of a small
area of the Biennial by a small group of
artists from Piombino (Folci, Fontana
and Modica). The essence and nature
of the change in the situation from the
Eighties to the next ten years was well
expressed by Renato Barilli in his introduction to the Anninovanta show,
which highlighted what was considered the prevailing new image: “at the
time the “Citazione” movement ruled,
the return to the image, to the values
of manual dexterity and painting. The
Eighties were “warm”, tucked away into themselves, nostalgic and therefore
also weak and lightweight; whereas
the Nineties were born out of a sign of
a “cooling down”, and have re-launched the values of hardness, strictness,
and trust in the future (…) Minimalism
and conceptualism, or rather the “harder” poetry of the juncture of ’68, have
enjoyed a rediscovery, yet indeed there is a “re” in it if Citazione is still there,
among us, and accompanies us like an
almost unavoidable index” 6.
According to Barilli, for painting to continue to exist, it almost had to sacrifice
itself to the new fashions, to present itself in minimum terms, to reach a resetting that would bring it back to monochrome and elementary scores (Fermariello, Iacchetti, Palmieri, Santoli and
Serra). In this confirmation, the few figurative painters who were present at the
Anninovanta were all linked to Kosuth’s
conceptual teaching and referred to
objective poetry. They named things,
photographed them, recorded them
just as they were with pictorial operations similar to Ready-made (Lavagetto, Passerella and Pusole). Finally,
admitted Barilli, the path of artistic representation remained, but he actually
considered it the “most threatened,
useless channel of our century, it has
now abandoned that pedestal of nobility and privilege that it enjoyed in
other times, and indeed, it can be saved, it can still be practised, if only it is
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
Prove tecniche
di post-figurazione,
a cura di
curated by A. Riva,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2000
8 A. Riva, Officine
a Milano, in “La Pittura
Ritrovata. 1978/98. Venti
anni di riallineamento
alla pittura di immagine”,
catalogo della mostra,
1 ottobre —
1 novembre 1999,
Museo del Risorgimento,
Complesso
del Vittoriano, Roma,
Il Polittico, Roma 1998.
7 Renato Barilli, Guida
al grande cruciverba,
in “Anninovanta”
(The Nineties),
show catalogue,
28th May —
8th September 1991,
Galleria d’Arte Moderna,
Bologna, Arnoldo
Mondatori,
Milan 1991.
certo tenuto conto di tanti fenomeni,
all’inizio sotterranei, che stavano assumendo sempre più forza sia in Italia che
all’estero. La “nuova figurazione” venuta alla luce negli anni Novanta si sviluppa, questa volta, in opposizione o in alternativa agli aspetti non-pittorici che
ancora resistevano nel panorama italiano dell’arte contemporanea (post e
neo-concettuali, neo-minimali, neomanuali), dimostrando il coraggio e il vigore di una pittura d’immagine che
non ha voluto soccombere nel clima
“duro” di quegli anni.
Oltre alle figure eccezionali e isolate,
che continuano a praticare la pittura
come scelta di vita quotidiana, è sorta
a metà degli anni Novanta una serie di
gruppi, tendenze e scuole regionali che
poi verranno meglio alla luce negli anni
successivi grazie al lavoro militante dei
critici italiani Alessandro Riva e Maurizio
Sciaccaluga e, assieme a loro, di Luca
Beatrice e Gianluca Marziani.
In ambito bolognese, per esempio, è
sorta una certa Officina romagnola,
che ha riunito le ricerche di Lombardi,
D’Ambrosio, Gattelli, Neri e Mingotti,
mentre a Roma c’è stata un’Officina
romana con la presenza di Zanazzo, Basilé, Pintaldi e Canevari; in Sicilia è apparsa prima la scuola di Scicli, e poi
quella palermitana; a Torino la scuola
mediale difesa da Gabriele Perretta.
In Lombardia, fin da subito indiscusso
polo attrattivo per la presenza intellettuale di Giovanni Testori, alcuni pittori si
sono raccolti attorno all’Officina milanese (Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco), che presto Alessandro Riva ha allargato idealmente anche ad altri pittori più giovani che praticano una pittura di “nuove idee e fermenti” 8 :
Papetti, Mehrkens, Damioli, Durini, Nahmad, Verlato; all’Officina milanese è
succeduta una Palestra artistica milanese (Bellucco, De Filippi, Guida, Nido,
Vescovi) e così di seguito il gruppo di
Italian Factory.
Tutti fenomeni italiani che hanno visto
un contraltare nella situazione artistica
internazionale, soprattutto inglese, dove lo straordinario mezzo promozionale
del collezionista Saatchi ha dato vita
ad ampie rassegne periodiche, raccolte sotto il titolo Sensation. Infatti molti artisti inglesi hanno condotto la ricerca a
esiti decisamente “sensazionali” dopo
essersi stancati dell’eccesso di banalità,
based on other colder, harder channels, almost living in symbiosis with them
or, worse still, establishing a parasitic
dependence with them”7.
A negative and hostile enough judgement of painting and above all figurative painting, which seemed to be discredited by its role as an autonomous,
independent tool of expression, and its
only anchor of salvation lay in the “dependence” on other “harder” languages, from photography to Ready-made.
The outline thus reconstructed in an unambiguous, exclusive manner by Barilli
had certainly not taken account of
many phenomena, which were underground at the beginning, which were
gaining more and more momentum
both in Italy and abroad. The “new figuration” that came to light in the Nineties was this time developing in opposition or alternative to the non-pictorial aspects that were still hanging on
within the Italian panorama of contemporary art (post and neo-Conceptual,
neo-Minimalist, neo-Manual), demonstrated the courage and determination
of an image painting that did not want
to succumb in “hard” climate of those
years.
Besides the exceptional, isolated figures, who continued to practice painting as a daily life choice, in the mid-Nineties a series of groups, trends and regional schools emerged that would
better emerge in the following years
thanks to the militant labours of the Italian critics, Alessandro Riva and Maurizio Sciaccaluga, and along with them,
Luca Beatrice and Gianluca Marziani.
In the Bolognese circuit for example, a
sort of Officina Romagnola came to
be, which united the studies of Lombardi, D’Ambrosio, Gattelli, Neri and Mingotti, while in Rome there was an Officina Romana with the presence of Zanazzo, Basilé, Pintaldi and Canevari. In
Sicily the Scicli School appeared first,
and then the Palermo School. In Turin
there was the Medial School defended
by Gabriele Perretta. In Lombardy, from
the start the undisputed attractive pole
for the intellectual presence of Giovanni Testori, several painters had
gathered around the Officina milanese
(Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco),
which Alessandro Riva soon opened
up in terms of ideals to other younger
painters who were practising a style of
15
16
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
9 Hal Foster, Il ritorno
del reale, Postmedia,
Milano 2006.
10 Ibidem.
11 In ambito internazionale
lo stesso rapporto dei pittori
con la vita quotidiana,
la politica, la vita urbana e gli
eventi di attualità è documentato dalla mostra The
Painting of Modern Life (The
Hayward Gallery, Londra,
2007). La mostra indaga la
traduzione dell’immagine
fotografica in pittura, riflettendo sul movimento di “post-pittura” contemporaneo, un
modo di pensare la pittura
con la consapevolezza di
stare dipingendo dopo la fine
della pittura tradizionale di
rappresentazione realistica,
quando la gestualità e la
pennellata si combinano con
i codici della rappresentazione
fotografica. Il percorso prende inizio da opere ispirate a
fotografie e realizzate negli
anni Sessanta da Gerhard
Richter, Vija Celmins, Malcolm
Morley a Peter Doig,
Marlene Dumas, Elizabeth
Peyton, Luc Tuymans.
8 A. Riva, Officine a Milano,
in “La Pittura Ritrovata.
1978/98. Venti anni di riallineamento alla pittura di
immagine”, show catalogue,
1st October — 1st November
1999, Museo del Risorgimento,
Complesso del Vittoriano,
Rome, Il Polittico, Rome 1998.
9 Hal Foster, Il ritorno del
reale, Postmedia, Milan 2006.
10 Ibidem.
11 On the international
circuit, the very relationship
that the painters have with
daily life, politics, urban life
and current events is being
documented by The Painting
of Modern Life show (The
Hayward Gallery, London,
2007). The show explores the
translation of the photographic image into painting,
reflecting on the movement
of contemporary “post-painting”, a way of thinking out
the painting with the awareness that you are painting
after the end of the traditional painting method of realistic representation, when
gesture and brush-stroke are
combined with the codices
of photographic representation. The journey starts with
works inspired by photographs and produced in the
normalità, quotidianità insito nella prospettiva del post-concettuale, mirando
di nuovo a raggiungere contenuti forti,
affidati a materiali corposi e tangibili
(Hirst, Fratelli Chapman, Saville, Quinn,
Mueck). Questo processo di “ri-sensibilizzazione” della ricerca, che ha il suo
fulcro nel ritorno della pittura, non disprezza nemmeno le soluzioni di tipo figurativo di Martin Maloney e Chantal
Joffe oppure quelle in versione ambientale di Daniel Richter e Franz Ackermann oppure quelle illusioniste dell’iperrealismo americano. È in atto quello che Hal Foster ha definito “Il ritorno
del reale”9: viene abbandonata la
vecchia direttiva della visione pacificante dello sguardo, dell’unione di
immaginario e simbolico contro il reale,
ma la nuova arte vuole che il reale esista in tutta la gloria (od orrore) del suo
desiderio pulsante, o almeno che evochi tale condizione. Si attua dunque un
cambiamento della concezione: dalla
realtà come effetto della rappresentazione al reale come elemento di “illusionismo traumatico”10, che risulta decisivo non solo nell’arte contemporanea,
ma anche nella fiction e nel cinema.
Questa teoria risulta particolarmente interessante per poter interpretare la sensibilità di questa nuova generazione di
artisti figurativi a confronto con la precedente generazione postmoderna.
Ora i pittori, rispetto ai progenitori citazionisti, hanno tralasciato di guardare
all’interno del sistema dell’arte, hanno
smesso di far riaffiorare formule primitive
e repliche dai maestri del passato, e al
contrario si sono rivolti alle suggestioni
del cinema, della televisione, della
musica, della letteratura, del fumetto11. Tra i capolavori di quegli anni, che
rimarranno sicuramente nella storia a
venire, e che hanno ispirato molti degli
artisti oggi operanti sulla scena artistica
italiana, possiamo ricordare per quanto
riguarda il cinema: American Psyco
(1991), Natural Born Killers (1994), Pulp
Fiction (1994), Trainspotting (1996) e The
Blair Witch Project (1999), che ridefiniscono il genere del thriller e del film noir
con ibridazioni e contaminazioni da linguaggi provenienti anche della narrativa popolare. In letteratura, oltre al fenomeno della Gioventù cannibale,
possiamo evocare anche Week-end
postmoderno di Pier Vittorio Tondelli, ritratto pungente delle condizioni del
painting of “new ideas and fervour”8:
Papetti, Mehrkens, Damioli, Durini,
Nahmad and Verlato. The Officina Milanese was succeeded by a Palestra
artistica milanese (Bellucco, De Filippi,
Guida, Nido and Vescovi) and thereafter by the Italian Factory group. All
Italian phenomena that had seen a rival attraction in the international art
scene, above all the English scene,
where the extraordinary promotional
machine of the collector Saatchi had
given life to numerous regular exhibitions, gathered under the title Sensation. Indeed, many English artists had
conducted their researches with decidedly “sensational” outcomes after having tired of the excess of banality, normality, and daily humdrum that was inherent in the post-Conceptual perspective, once again aiming to obtain
strong content, entrusted to full-bodied
and tangible materials (Hirst, Chapman
brothers, Saville, Quinn and Mueck). This
process of “re-sensitization” of the research, whose fulcrum was in the return
of painting, did not even disregard the
figurative-type solutions of Martin Maloney and Chantal Joffe or the environmental versions of Daniel Richter and
Franz Ackermann or the illusionist versions of American hyper-realism. What
Hal Foster defined as the “return of reality” 9 was in full swing. The old directive
of the reconciling vision of the gaze,
the union of imaginary and symbolic against reality, was abandoned, but the
new art wanted reality to exist in the full
glory (or horror) of its throbbing desires,
or at least wanted it to evoke such conditions. A change of conception was
therefore brought about: from reality as
an effect of the representation to reality as an element of “traumatic illusionism”10, which turned out to be decisive not only in contemporary art but
also in fiction and cinema. This theory
was particularly interesting in order to
be able to interpret the sensitivity of this
new generation of figurative artists compared to the previous post-Modern generation. Now the painters, with respect to their citazionisti forerunners,
stopped looking inside the system of
art, they stopped making primitive formulas and replicas of past masters
emerge, and on the contrary they turned to the suggestions of the cinema,
television, music, literature and comic
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
Sixties by Gerhard Richter,
Vija Celmins, Malcolm
Morley a Peter Doig,
Marlene Dumas, Elizabeth
Peyton and Luc Tuymans.
12 M. Sciaccaluga,
Un Fragonard alla
Groucho Marx, in “Palermo
Blues”, Danilo Montanari
Editore, Verona 1999.
13 Il criterio scientifico della
riscoperta dei generi,
quale chiave di lettura per
interpretare la pittura contemporanea, proposto
inizialmente da A. Riva nel
2001 con la mostra Sui
generis al PAC di Milano,
ha trovato recentemente
fortuna critica grazie al
progetto Painting Codes
(Galleria Comunale d’Arte
Contemporanea di
Monfalcone, 2006) a cura
di A. Bruciati e A. Galasso,
mostra dedicata alle
categorie nelle quali
tradizionalmente è stata
suddivisa la pittura a
partire dal Rinascimento:
paesaggio, natura morta,
nudo, ritratto, soggetto
storico, rappresentazione
sacra.
14 Prove tecniche
di post-figurazione,
a cura di A. Riva, Annovi
Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2000.
12 M. Sciaccaluga,
Un Fragonard alla Groucho
Marx, in “Palermo Blues”,
Danilo Montanari Editore,
Verona 1999.
13 The scientific criteria for
the rediscovery of genres,
as in the key for interpreting contemporary painting, initially proposed by
A. Riva in 2001 with the Sui
generis show at PAC in
Milano, has recently run
into some good fortune in
terms of critique thanks to
the Painting Codes
(Galleria Comunale d’Arte
Contemporanea di
Monfalcone, 2006)
curated by A. Bruciati and
A. Galasso, a show
dedicated to the distinct
categories into which
painting has been traditionally divided since the
Renaissance: portrait,
landscape, still life, nude,
historical subjects and
religious themes.
giovanilismo; i Non Luoghi di Marc Augé, opera fondamentale per tutto il discorso sul paesaggio urbano e sulla città sur-moderna; I miei luoghi oscuri di
James Ellroy in cui il genere del giallo si
interseca crudamente con la cronaca
vera. Nel fumetto si spazia da Il ritorno
del cavaliere oscuro di Frank Miller, ossessionato dai linguaggi mediali, a
Watchman di Moore e Gibbons in cui si
mescolano elementi del genere supereroistico, della fantascienza, del noir,
della fantapolitica. Infine nella musica si
assiste alla ripresa di una combinatoria
di generi e stili, dal genere punk-rock al
pop, per arrivare all’epica delle discoteche e alla moda delle boy band.
“E queste generazioni — ha scritto
Maurizio Sciaccaluga — per coerenza
con la vocazione popolare e il desiderio di comunicare, hanno recuperato,
attualizzandole, tecniche tradizionali
come la pittura e la scultura, sparandole però nello stesso calderone della globalizzazione, del fashion, del kitsch, del
colossal cine-pubblicitario di fine millennio. Risultati: nuove idee, nuovi temi e
nuove soluzioni formali”12. Imbevuti in
questo bagno di cultura popolare e
delle molteplici forme di comunicazione di massa, dal cinema alla letteratura
al fumetto, gli artisti hanno iniziato a lavorare con maggior consapevolezza e
spregiudicatezza sul reale, si sono calati nella complessità del reale e l’hanno
affrontato riportando in scena i vecchi
generi13 del passato, come il ritratto, il
paesaggio, la natura morta, la cronaca
nera, il noir, il porno, la fantascienza. La
ridefinizione teorica e critica di questa
“neo-figurazione” o “post figurazione”14
italiana (come l’ha definita Riva) è stato un processo lento e difficile che si è
attuato progressivamente attraverso
una serie di mostre prima in gallerie private (Annovi, Bonelli, Tossi, ecc.) e poi
presso spazi pubblici e istituzionali come
il PAC di Milano, grazie al sostegno di un
mecenate e collezionista come Eugenio Borroni (ora fondatore di Fabbrica
Borroni dove si realizza il progetto espositivo sulla Nuova Figurazione Italiana)
che per primo ha creduto nella nascita
di una nuova generazione di giovani
artisti italiani maturi e consapevoli nell’utilizzo dei propri strumenti artistici e
nuclei tematici.
In questo volume, ripercorrerò le principali tappe di tale percorso, che è nato
strip11. Among the great works of those
years, which will surely go down in history to come, and which inspired
many of the artists who are working on
the Italian art scene nowadays, we
can remember in terms of cinema:
American Psycho (1991), Natural Born
Killers (1994), Pulp Fiction (1994), Trainspotting (1996) and The Blair Witch Project (1999), which redefined the genre
of the thriller and film noir with hybridizations and contaminations of languages that also came popular narrative.
In literature, besides the phenomenon
of Cannibal youth, we can also mention
A postmodern weekend by Pier Vittorio
Tondelli, a pungent portrayal of the
conditions of being young; Marc Augé’s
Non Places, a fundamental work for
the entire debate of urban landscape
and the super-modern city; My dark places by James Ellroy in which the genre
of crime writing intersected crudely
with real news reporting. In the comic
strip genre, it ranged from The Dark
Knight Returns by Frank Miller, obsessed
by the languages of the media, to
Watchman by Moore and Gibbons in
which elements of the superhero genre
were mixed with science-fiction, noir
and political fantasy. Lastly in music we
saw the renewal of a combination of
genres and styles from punk to pop, up
to disco and the boy band fad.
“And these generations”, wrote Maurizio Sciaccaluga, “in coherence with
the popular inclination and desire to
communicate, revived traditional techniques such as painting and sculpture
by bringing them up to date, throwing
them however into the same melting
pot as globalization, fashion, kitsch, colossal, end-of-the-Millenium cine-advertising. The results: new ideas, new
themes, and new formal solutions”12.
Soaked in this popular culture bath and
in the multiple forms of mass communication, from cinema to comic strip literature, the artists have started to work
with increased awareness and unscrupulousness on reality, they have let
themselves fall into the complexity of
reality and have faced it by bringing
the old genres13 of the past into the
scene, such as portrait, landscape, still
life, news reporting, noir, porn and science fiction. The theoretical and critical
redefinition of this Italian “neo-figuration” or “post-figuration”14 (as Riva defi-
17
18
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
Intervista a Luca Beatrice
CHIARA CANALI
Seven: everything goes
to hell, a cura di
curated by M. Sciaccaluga,
Palazzo Pretorio di Certaldo,
Firenze 2005
15 A tal proposito ricordo
le mostre: Kids are us,
Galleria Civica di Arte
Contemporanea
di Trento, 2003; Medioevo
Prossimo Venturo,
Palazzo Pretorio di Certaldo,
Firenze, 2004; Seven:
everything goes to hell,
Palazzo Pretorio di Certaldo,
Firenze, 2005;
Curve pericolose,
Casa del Pane, Casello
Ovest di Porta Venezia di
Milano, 2007.
(Per una consultazione più
approfondita si veda
l’indice delle mostre
negli apparati).
14 Prove tecniche di postfigurazione, curated by
A. Riva, Annovi
Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2000.
15 On this subject,
I remember the shows:
Kids are us, Galleria Civica di
Arte Contemporanea,
Trento (2003); Medioevo
Prossimo Venturo,
Palazzo Pretorio di Certaldo,
Florence (2004);
Seven: everything goes
to hell, Palazzo Pretorio
di Certaldo, Florence (2005);
Curve pericolose, Casa del
Pane, Casello Ovest of the
Porta Venezia, Milan (2007)
(refer to the exhibitions
index in the notes for
a more complete consultation of the shows).
e cresciuto soprattutto grazie all’impegno di Riva e Sciaccaluga, due critici
italiani che hanno lavorato spesso assieme, con modalità diverse ma complementari: il primo concentrandosi in particolar modo sul recupero dei linguaggi
appartenenti allo specifico della tradizione italiana, cioè la pittura e la scultura, con attenzione alla rinascita dei
generi del ritratto e del paesaggio; il
secondo portando alla luce una linea
“dolce” ironica e disincantata all’interno della ricerca artistica italiana e
ponendola in confronto con la situazione artistica internazionale in una serie di
mostre pubbliche15 in cui le opere di
italiani affiancavano quelle di stranieri.
Il lavoro svolto in questi anni da questi
critici non deve andare perduto, e questo catalogo, assieme alla mostra, sarà
una testimonianza per le generazioni
future. Bernardo di Chartres diceva che
“noi siamo come nani che stanno sulle
spalle dei giganti, così che possiamo
vedere più lontano di loro non a causa
della nostra statura o dell’acutezza
della nostra vista, ma perché — stando
sulle loro spalle — stiamo più in alto di
loro”. Questo aforisma mi pare calzante
anche per descrivere l’attuale situazione artistica italiana, dove grazie al contributo dei maestri della critica e
all’esperienza da loro acquisita, la
nuova generazione di curatori deve da
un lato fare luce il più possibile sulle loro
acquisizioni storiche, dall’altro deve
avere il coraggio di portare avanti la
ricerca, continuando a ridefinire i linguaggi della pittura e della scultura e,
al tempo stesso, operare nuove scelte,
indagando territori e scenari ancora
inesplorati.
—TO BE CONTINUED…
ned it) has been a slow and difficult
process that has been brought about
progressively via a series of shows first in
private galleries (Annovi, Bonelli, Tossi
and so on) and then in public and institutional spaces such as PAC in Milan,
thanks to the support of a patron and
collector such as Eugenio Borroni (now
founder of the Fabbrica Borroni where
the exhibition project of the Nuova Figurazione Italiana is being held who
was the first to believe in the birth of a
new generation of mature young Italian artists who were conscious of the
use of their own artistic tools and thematic nuclei. In this volume, I will go
through the principal steps of this journey, which was created and developed above all because of the efforts of
Riva and Sciaccaluga, two Italian critics who often worked together, with
different yet complementary methods,
the first concentrating particularly on
the revival of languages that belong to
the specific field of Italian tradition, that
is to say, painting and sculpture, with
attention to the revival of the genres of
portrait and landscape, and the second
who uncovered an ironic, disenchanted “soft” line within Italian artistic study
and compared it to the International artistic situation in a series of public shows15
in which the Italian works were displayed side-by-side with the work of the
foreign artists. The work carried out in recent years by these critics must not be
lost, and along with the exhibition, this
catalogue shall be a testimony for generations to come. Bernardo Chartres
said that “we are like dwarves standing
on the shoulders of giants, so that we
can see further than them not because
of our height or the sharpness of our vision,
but because, standing on their shoulders,
we stand higher up than they do”. This
aphorism seems very fitting to also
describe the current Italian artistic situation where, thanks to the contribution of
the masters of critique and to the experience gained from them, the new generation of curators on the one hand must
cast as much light as possible onto their
historical acquisitions, and on the other
hand they must have the courage to take the study forward, continuing to redefine the languages of painting and
sculpture, and at the same time, making new choices, probing territories and
scenes that are as yet unexplored.
— TO BE CONTINUED…
MARCO CINGOLANI
Senza titolo, 1992
Acquerello su carta
intelata / Watercolour
on canvas-backed paper
cm 75 x 57
Collezione Fabbrica
Borroni, Bollate (Mi)
Chiara Canali Come sono iniziate, a
tuo avviso, le ricerche sulla Nuova Figurazione Italiana? Quali sono i presupposti e gli antefatti culturali che
hanno portato alla nascita di una nuova arte che si confronta in primo luogo
con le immagini e con la tradizione
della pittura italiana?
Luca Beatrice Due premesse vanno
fatte: la prima è personale. Ho cominciato a lavorare nel campo dell’arte
alla fine degli anni Ottanta, il decennio della Transavanguardia, ma, nonostante ciò, a Torino questa corrente
non ha mai attecchito in maniera profonda, come invece è avvenuto a Roma dove, in seguito, sono usciti la Nuova Scuola Romana di via degli Ausoni,
gli Anacronisti, i Citazionisti.
A Torino invece continuava quest’Arte
Povera di terza generazione, i giovani
emergenti di quegli anni erano ex allievi di Mainolfi, Zorio, Mario Merz, Gastini, in parte di Paolini, in continuità
con un discorso consolidato negli anni.
La seconda premessa: credo che questa figurazione molto contaminata,
molto pop, sia nata per un bisogno,
essendo l’unica forma d’arte che abbia veramente avuto una necessità esistenziale, perché anche a Milano,
verso la fine degli anni Ottanta, era in
voga un’arte concettuale e leggera
che trovò in Corrado Levi un personaggio carismatico a cui si sono aggregati una serie di artisti che utilizzavano mezzi diversi ma mai solamente
pittorici, Arienti, Kaufmann, Martegani,
Mazzucconi (mentre Cingolani faceva
già una storia a sé), confluiti poi nella
mostra La scena emergente al Museo
Pecci di Prato.
CC Ma nell’ambito in cui tu operavi,
Torino, quali sono stati i primi segni di
rinascita della pittura figurativa?
LB Nella Torino di quegli anni ha preso
vita tutta una serie di fenomeni tipo la
galleria di Guido Carbone e la galleria
In Arco diretta da Sergio Bertaccini, e
un’altra serie di situazioni che promuovevano gli artisti figurativi, non per fatto strategico, ma in maniera spontanea. Mi ricordo che i primi artisti nostri
coetanei a provocare un vero e proprio salto generazionale furono Bruno
Zanichelli e Pier Luigi Pusole. Qualcosa
di diverso stava dunque fermentando
al di fuori dell’Arte Povera; diventò per
me scontata e automatica la frequen-
INTERVIEW WITH LUCA
BEATRICE
Chiara Canali In your opinion, how
did the studies on New Italian Figuration come about? What are the assumptions and preceding cultural factors that have brought to life a new
kind of art that is first and foremost
compared with the images and tradition of Italian painting?
Luca Beatrice Two preliminary observations must be made: the first is a
personal one. I began working in the
field of art at the end of the Eighties,
the decade of Trans Avant-Garde and
yet, in spite of what was going on elsewhere, this trend never caught on in a
big way in Turin, as instead happened
in Rome where the New Roman School
of Via degli Ausoni, the Anacronisti
and the Citazionisti movements went
on to emerge.
In Turin on the other hand this third-generation Arte Povera kept going, the
young artists who were breaking
through at the time were ex pupils of
Mainolfi, Zorio, Mario Merz, Gastini, and
for some part of Paolini, in keeping
with a way of reasoning that had
been consolidated over time.
The second preliminary observation is
this: I believe that this highly contaminated and very “pop” figuration was
born out of need, being the only art
form that has really had an existential
necessity, because also in Milan
towards the end of the Eighties, a conceptual, light art was in vogue that
found in Corrado Levi a charismatic
character with whom a series of artists
had associated themselves, artists
who were using methods that were
different but never just pictorial methods, Arienti, Kaufmann, Martegani,
Mazzucconi (while Cingolani was already making his own history), and
who then came together in the La
scena emergente (Emerging scene)
show at the Museo Pecci in Prato.
CC But what were the first signs of rebirth of figurative painting in Turin, the
sphere that you were operating in?
LB In the Turin of those years a whole
series of phenomena started up such
as Guido Carbone’s gallery and the In
Arco gallery directed by Sergio Bertaccini, and another series of situations which promoted the figurative
artists, not strategically, but in a spon-
19
20
INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI
GIAN MARCO MONTESANO
Il buon pastore, 1981
Olio su tela / Oil on canvas
cm 50 x 40
Collezione Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
DANIELE GALLIANO
Senza titolo, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 133 x 120
Collezione
Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
tazione abituale di giovani pittori,
come Enrico T. De Paris, Sergio Cascavilla, Stefano Pisano, Victor Kastelic e
Monica Carocci nella fotografia. E poi
la scoperta reciproca di Daniele Galliano, che è forse stato il pittore più talentuoso di tutto il decennio. In quegli
stessi mesi anche a Bologna c’era una
scuola, legata in un certo senso alla
Nuova Figurazione. Lì la galleria di riferimento era Loretta Cristoforis, il cui fulcro era Gian Marco Montesano, con
attorno una serie di personaggi “minori” come Luigi Mastrangelo, Gabriele Lamberti, Fabrizio Passerella, Antonella Mazzoni, Andrea Renzini.
In tutto ciò, onestamente, bisogna ricordare che prima di me, prima di Alessandro Riva, prima di Maurizio Sciaccaluga e anche prima di Gianluca
Marziani, in qualche modo c’è stato il
passaggio di Gabriele Perretta, che
proponeva il “medialismo” quale categoria teorica di una nuova pittura
che nasceva dal concetto e univa
personaggi di area post-concettuale
(artisti che a Milano ruotavano attorno
alla galleria del napoletano Paolo Vitolo: Fantin, Viel, Formento Sossella, Nello Teodori). Questa corrente fallì per
conflitti interni e più probabilmente per
non eccelsa qualità del progetto,
dopo aver inaugurato con una mostra
il Trevi Flash Art Museum nel 1993.
CC Tuttavia il “medialismo”, come movimento artistico ispirato alle immagini
dei mass media, della televisione, della pubblicità non è forse che una piccola branchia della cosiddetta “Nuova Figurazione”, quale istanza di ricerche molto diverse e lontane tra loro sia
INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI
taneous way. I remember that the first
of our artist peers to provoke a real
and proper generational leap were
Bruno Zanichelli and Pier Luigi Pusole.
Something different was therefore fermenting outside of Arte Povera; regularly spending time with young painters like Enrico T. De Paris, Sergio Cascavilla, Stefano Pisano, Victor Kastelic and Monica Carocci in photography, started to be something taken for
granted and automatic for me. And
then there was the mutual discovery
of Daniele Galliano, who was perhaps
the most brilliantly-talented painter of
the entire decade. In those same
months there was also a school in Bologna, linked in a certain sense to New
Figuration. The gallery of reference
there was Loretta Cristoforis, and its
cornerstone was Gian Marco Montesano, surrounded by a series of “minor” personalities like Luigi Mastrangelo, Gabriele Lamberti, Fabrizio Passerella, Antonella Mazzoni and Andrea
Renzini.
To be honest, in the midst all of this it
should be remembered that before me,
before Alessandro Riva, before Maurizio Sciaccaluga and even before
Gianluca Marziani, there was in some
way the period of Gabriele Perretta,
who proposed “medialism” as a theoretical category of a new kind of painting that came out of concept art and
united characters from the post-conceptual area (artists in Milan who revolved around the gallery of Neapolitan Paolo Vitolo: Fantin, Viel, Formento Sossella and Nello Teodori). This trend
failed because of internal conflicts and
most probably because of the not-soexceptional quality of the project,
after having inaugurated the Trevi
Flash Art Museum with a show in 1993.
CC Nevertheless as an artistic movement inspired by the images of the
mass media, television and advertising, “medialism” is perhaps none
other than a small offshoot of the socalled “New Figuration” movement,
as in an instance of very diverse studies that are very distant from one
another both in terms of theme and
style, that range from reference to the
mass media right up to crime reporting, passing through cinema, comic
strip and literature, to arrive at direct
comparison between figure and lan-
BRUNO ZANICHELLI
Nebbia brina morde
il radiatore durante
l’Intifada, 1988
Olio su tela / Oil on canvas
cm 70 x 100
Collezione
Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
a livello tematico che stilistico, che dal
riferimento ai mass media spaziano fino alla cronaca nera, passando attraverso il cinema, il fumetto, la letteratura, per arrivare al confronto diretto
con la figura e il paesaggio, con i miti
e i feticci quotidiani per esprimere una
presa di coscienza individuale ed
emotiva sulla realtà. Che cosa significa, secondo te, Nuova Figurazione Italiana?
LB La Nuova Figurazione parte da un
discorso ben diverso, non è stato un
gruppo, come quello del “medialismo”,
ma è stata un’area di sensibilità che
ha compreso all’interno di sé espressioni molto diverse, addirittura contrastanti, e ricordo che quando organizzai a Torino la mostra Dodici pittori italiani nel 1995, trovai non poche difficoltà perché alcuni artisti non volevano
essere raggruppati con altri. La Nuova
Figurazione come area di sensibilità
dunque, che attraverso le mie ricerche e quelle di Riva, Sciaccaluga e
poi Marziani, ha tentato di spezzare la
tradizione nefasta e funesta legata al
’68, per cui nella cultura conta più l’appartenenza che non il merito. Quando
c’era il “medialismo” bisognava fare
gruppo, ed era sempre un discorso legato appunto all’appartenenza, mai
al talento; noi, assieme ai galleristi e ai
collezionisti che ci hanno creduto, abbiamo tentato di fare riferimento più al
talento di un artista che alle sue relazioni sociali. In più si rilanciava una collocazione domestica, e dunque vivibile, della pittura, molto apprezzata dai
collezionisti.
CC Quando nasce e prende forma
questa sfera di sensibilità attorno alla
Nuova Figurazione Italiana?
LB Sicuramente è una sensibilità che emerge attorno al 1994-95. Questo tipo
di pittura figurativa, che è essenzialmente metropolitana, ha come suo
teatro privilegiato la città. Non è un
caso che il fenomeno della Nuova Figurazione è parallelo in letteratura a
quello della “gioventù cannibale”, la
vera avanguardia degli anni Novanta,
e alla nascita nella musica di nuovi
gruppi pop che scoprono la canzone
di intrattenimento, rivestendola in qualche caso di angst generazionale: Marlene Kuntz, Subsonica, Mau Mau, Africa United. Tutta una serie di fenomeni
che sono assolutamente italiani, di
dscape, myths and day-to-day fetishes in order to express an individual
and emotional awakening of consciousness of reality. What does New
Italian Figuration mean, in your opinion?
LB New Figuration started with something very different. It was not a group,
like that of “medialism”, it was an area
of sensitivity which included very diverse, even conflicting expressions within
itself, and I remember that when I
organized the Dodici pittori italiana
(Twelve Italian painters) show in Turin
in 1995, I ran into more than slight difficulties because some of the artists
didn’t want to be grouped together
with others. New Figuration is therefore
like an area of sensitivity, which
through my studies and those of Riva,
Sciaccaluga and then Marziani, attempted to break up the fateful, disastrous tradition linked to ’68, which is
the reason why in culture belonging is
more important than merit. When
“medialism” was in, you had to belong to a group, and it was always an
issue that tied in with belonging, never
to talent; together with the galleryowners and collectors who believed in
us, we tried to make more reference
to the talent of an artist than to his or
her social ties. Furthermore a domestic, and therefore liveable, arrangement in painting was revived, something that was much appreciated by
the collectors.
CC When did this sphere of sensitivity
come to life and take shape around
New Italian Figuration?
LB It is certainly a sensitivity that emerges around 1994-95. This type of figurative painting, which is essentially metropolitan, has the city as its preferred
theatre. It is not by chance that the
21
22
INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI
VIKTOR KASTELIC
Push, 1994
Olio su tela / Olio on canvas
cm 150 x 200
Collezione Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
una generazione post-terrorismo, di
cultura post-ideologica. Nel cinema
invece il modello è esterno, si tratta di
Pulp Fiction, che è stato il film cult degli anni Novanta, come esemplare testo di contaminazione.
CC A proposito di Nuova Figurazione,
da una parte Riva si è sempre occupato della ri-definizione dei generi
maggiori e minori dell’arte (dal paesaggio al ritratto, dalla cronaca alla
fantascienza), mentre Sciaccaluga ha
inaugurato una tendenza che si potrebbe intitolare come una sua mostra
del 2001, “La linea dolce della nuova
figurazione”, fondata sulla libertà, sull’ironia, sull’inventiva linguistica che si
caratterizza come più nuova, fresca e
leggera rispetto alle consuete aree semantiche di riferimento. Quali credi siano state le specificità critiche di ognuno di loro? E le tue naturalmente?
LB Mai come in questo caso, credo,
quello che loro hanno scritto, le scelte
che hanno fatto e le teorie che sono
riusciti a formulare assomigliano veramente ai personaggi. Alessandro Riva,
che viene dal mondo della letteratura
(ha infatti una facilità di scrittura come
pochi in Italia), matura inizialmente interessi esterni all’arte, che poi ha utilizzato in campo artistico. Se vogliamo
trovare dei riferimenti per così dire milanesi, Alessandro è nipote di Buzzati e
di Scerbanenco, è l’erede di una Milano nera anni Sessanta, come si vede
nei racconti di Bianciardi. Maurizio
Sciaccaluga per formazione era più
uno storico dell’arte, sicuramente ha
al suo attivo quest’ironia, questa leggerezza, tra l’altro venata da un certo
disincanto. Nel discorso inserirei anche
Marziani, che è emerso con il discorso
legato al digitale, al Nuovo quadro
contemporaneo e ha raggruppato un
piccolo nucleo di artisti romani come
Basilé, Consorti e Pintaldi. Quanto a
me, ritengo, per fatto meramente anagrafico, di essere stato il primo a usare
un certo tipo di scrittura contaminata
e a non aver avuto paura di sporcarmi
le mani con un materiale molto magmatico, emergente, con una curiosità
che peraltro mi muove ancora oggi, a
46 anni d’età e quasi 20 di “militanza”.
Quello che ci accomuna è stato sicuramente un esasperato senso del professionismo e il fatto di non pensare
mai ad una strategia. Con Riva e
INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI
phenomenon of New Figuration is
parallel in literature to that of “Gioventù cannibale”, the true Avant-garde of
the Nineties, and in music to the creation of new pop groups who invented
the entertainment song, in some cases
dressing it up with generational angst:
Marlene Kuntz, Subsonica, Mau Mau
and Africa United. It’s a whole series of
totally Italian phenomena from a postterrorism generation or a post-ideological culture. In the cinema the model
comes from outside instead, meaning
Pulp Fiction, which was the cult film of
the Nineties, as the exemplary text of
contamination.
CC On the subject of New Figuration,
on the one hand Riva was always busy
with the redefinition of the major and
minor genres of art (from landscape to
portrait, from reporting to science fiction), whereas Sciaccaluga started a
trend that could be entitled like one of
his 2001 exhibitions, “The soft line of new
figuration”, based on liberty, irony and
the linguistic inventiveness that is characterized as newer, fresher and
lighter than the usual areas of semantic reference. What do you believe
were the critical characters of each of
them? And naturally what was yours?
Never more so than in this case do I
believe that what they have written,
the choices that they have made and
the theories that they have managed
to formulate do truly resemble their
personalities. Alessandro Riva, who
comes from the world of literature (in
fact he possesses an ease of style in his
writing like few others in Italy), initially
developed interests outside of art,
which he then used in the artistic field.
If we want to find Milanese references,
Alessandro is the nephew of Buzzati
and Scerbanenco, and is the heir of a
Fascist Milan of the Seventies, as seen
in the tales of Bianciardi. Maurizio Sciaccaluga was more an art historian in education; he certainly has this irony,
this lightness, tinged amongst other
things with a slight disenchantment, at
his disposal. I would also include in this
discussion Marziani, who emerged
with the debate linked to Digital, to
the Nuovo Quadro contemporaneo
(New contemporary picture) and he
brought a small nucleus of Roman artists such as Basilé, Consorti and Pintaldi together. As for me, I think, in
Sciaccaluga ci sono stati momenti
molto intensi di collaborazione, non da
ultimo il progetto Indicativo Presente
per l’edizione di MiArt 2007, dove abbiamo selezionato giovani artisti ancora poco noti e privi di galleria di riferimento.
CC Quali sviluppi futuri credi che vi siano per la Nuova Figurazione Italiana?
LB La continuità è data dal fatto che
la pittura in Italia rimane uno dei linguaggi più praticati, a giudicare da
quanti artisti continuino a partecipare
ai premi e ai concorsi di pittura e a
mandar materiale da visionare. In ogni
caso, devo dire che nella pittura trovo
sempre una grande energia, che passa attraverso i ragazzi dei vent’anni e
mi piace anche la sua imperfezione, il
fatto che non sia un prodotto nato
espressamente per piacere, ma che
abbia una sua grinta, una sua voglia di
rinnovarsi. Ritengo comunque che
questo lavoro debba andare avanti,
anche e nonostante i cambiamenti
avvenuti al corso delle cose, grazie all’impegno di critici di nuova generazione come te, Zanchetta, Quaroni,
Mangione. Più che continuare, però,
la vostra generazione deve inventare,
trovare nuove formule e nuovi modi di
essere per l’arte contemporanea. E se
noi passeremo alla storia, è perché
non abbiamo avuto paura di inventarla questa storia.
PIERLUIGI PUSOLE
Il porto di Torino, 1990
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
cm 300 x 200
Trittico / Triptych
Collezione
Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
purely personal terms, that I was the
first to use a certain type of contaminated writing and the first person who
wasn’t afraid to dirty my hands with a
very magmatic emerging material,
with a curiosity that moreover still
moves me today, at 46 years of age
and almost twenty of “political” activism. What we had in common was
certainly an exasperated sense of professionalism and the fact that we never thought about strategy. With Riva
and Sciaccaluga there were very intense moments of collaboration, not
least the Indicativo Presente (Present
Indicative) project for MiArt 2007,
where we selected young scarcely
known artists who are lacking galleries
that they can use for reference.
CC What future developments do you
believe there will be New Italian Figuration?
LB The continuity comes from the fact
that painting in Italy is still one of the
most widely practiced languages, judging by the number of artists who continue to take part in painting prizes
and competitions and send their material to be viewed. In any case, I have
to say that I always find a great energy in painting, which is channelled
through young people in their twenties
and I also like its imperfection, the fact
that it is not a product created expressly to please, but which has its own determination and desire to renew itself.
I do however maintain that this work
has to go forward, because of and
despite the changes that have taken
place in the course of events, thanks
to the hard work of critics of the new
generation such as yourself, Zanchetta, Quaroni and Mangione. More
than continuing, however, your generation must invent, find new formulae
and new ways for contemporary art to
exist. And if we pass down into history,
it is because we weren’t afraid to
invent that history.
23
24
AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA
Affetti collaterali*
MAURIZIO SCIACCALUGA
CRITICO D’ARTE E GIORNALISTA / ART CRITIC AND JOURNALIST
DARIO ARCIDIACONO
Evil Box , 2000
Jukebox, materiali vari
Jukebox ,
various materials
Collezione Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
*
Affetti collaterali
di Maurizio Sciaccaluga
tratto dal catalogo
“La linea dolce
della nuova figurazione”,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2001.
*
Affetti collaterali
by Maurizio Sciaccaluga
from the catalogue
“La linea dolce
della nuova figurazione”,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2001.
Da un anno e mezzo a questa parte,
ovvero dalla fine degli anni Novanta e
dall’inizio del nuovo millennio, un ritornello risuona spesso nelle parole dei critici e sulle pagine delle riviste specializzate del settore artistico-contemporaneo. Le parole cambiano, ma il concetto rimane più o meno sempre lo
stesso: la figurazione è viva, viva la figurazione! Tale constatazione accettata
magari a denti stretti — perché è di
un’inevitabile presa di coscienza che si
tratta, di fronte alla sopravvivenza e alla recente affermazione di uno stile
molte volte dato per morto o quantomeno per irrimediabilmente superato
— nasce dal desiderio di salire al più
presto sul carro del vincitore, dall’ansia
di recuperare il terreno perduto, dalla
voglia di abbracciare quella tendenza
che il mercato e il grande pubblico
hanno premiato nell’arco degli ultimi
anni. Le cifre parlano chiaro, e sono
molto più attendibili delle valutazioni di
esperti e mercanti, spesso condizionati
da problemi d’interesse, militanza, gusto o passione. Riguardo gli apprezzamenti degli spettatori, è esemplare il
caso della mostra Sui generis, allestita
al PAC di Milano circa sette mesi fa.
Nonostante fosse una delle poche esposizioni d’arte contemporanea visitabili solo a pagamento, seppure alcuni quotidiani e riviste le avessero riservato recensioni estremamente negative
già nei primi giorni d’apertura, nonostante non figurassero tra gli invitati gli
artisti più in vista e di moda del panorama nazionale, Sui generis è stata nel
suo campo una delle manifestazioni
più visitate degli ultimi anni. Dedicata
quasi esclusivamente alla figurazione,
alla pittura e alla scultura, ha moltiplicato per dieci il numero degli spettatori rispetto a mostre — organizzate nello
stesso periodo, sempre in grandi metropoli e con in più l’ingresso gratuito —
dedicate alle installazioni, alle nuove
tecnologie e alle ricerche neoconcettuali. Guadagnandosi anche una rassegna stampa paragonabile solo a
quelle delle esposizioni sui grandi movimenti storici tipo impressionismo. Mentre i critici di regime la snobbavano, il
pubblico rispondeva in massa alle sue
sollecitazioni, e quando non ne condivideva gli assunti comunque intuiva
quali fossero le motivazioni che li avevano generati. Riguardo i successi di
COLLATERAL AFFECTION
Since a year and a half ago, or rather
since the end of the Nineties and the
beginning of the new millenium, a
refrain has often echoed in the words of
the critics and on the pages of the specialist magazines of the Contemporary
Art sector. The words change, but the
concept always remains more or less
the same: figuration is alive! Long live
figuration! Perhaps accepted with
clenched teeth — because this is about
an unavoidable gaining of awareness,
in the face of the survival and the
recent affirmation of a style that has
been presumed dead or at least irremediably out-of-date many times — this
observation comes from the desire to
jump on the bandwagon as soon as
possible, from the anxiety to regain lost
ground, from the desire to embrace
that trend that the market and the
wider public have rewarded in the
course of the last few years. The figures
speak clearly, and they are much more
reliable than the evaluations of the
experts and dealers, often conditioned
by problems of interest, political persuasion, taste or passion. As regards the
appreciation of the spectators, the
case of the Sui generis exhibition, organized at the PAC in Milan about seven months ago is an example. Despite
the fact that it was one of the few expositions of contemporary art that could
only be visited with paying entry, even if
some of the dailies and magazines had
already given extremely negative reviews within the first few days of opening, despite the fact that the most high
profile and fashionable artists of the
national panorama were not among
those invited, Sui generis was one of the
most visited exhibitions in its field of the
last few years. Dedicated almost exclusively to figuration, painting and sculpture, it multiplied the number of spectators by ten with respect to exhibitions —
organized in the same period, always in
large metropolises and with free entry as
well — dedicated to installations, new
technologies and neo-Conceptual studies. Also earning itself a press review
that can only be compared to those of
the expositions on the great historical art
movements like Impressionism. While the
regime critics snubbed it, the public
responded to its solicitations en masse,
and when the public did not share its
Chiamami Peroni
sarò la tua… arte,
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga,
Bonelli Arte
Contemporanea,
Mantova 2001
Ultra(Corpi),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga,
Pietrasanta (Ms) 2001
DARIO GHIBAUDO
Museo di Storia
Innaturale , 2000
Tecnica mista
Mixed media
cm 40 x 40 x 17
Collezione privata,
Milano
mercato, emblematica è la vicenda di
molti artisti internazionali legati ai modi
della figurazione. Nell’ultimo periodo la
rivalutazione di esponenti storici del
realismo come Philip Pearlstein e l’inarrestabile ascesa di giovani promettenti
come John Currin e Lisa Yuskavage,
attorno ai quali non ci sono mai state le
manovre strategiche e politiche che
hanno invece contraddistinto la vicenda di un Damien Hirst, ha dimostrato la
salute di cui gode il collezionismo figurativo nel mondo. Che, cifre alla mano,
è quello meno soggetto a sbalzi
improvvisi di quotazione e cali repentini d’interesse. Cresce costantemente
senza impennate istantanee ma con
continuità, come meglio si conviene a
un investimento (perché, vogliano o
non vogliano i puristi, l’arte è anche
questo!) destinato a durare. Di fronte a
tali inequivocabii segnali lanciati dal
pubblico e dal mercato — e se ne
potrebbero elencare molti altri, ancora
più articolati e circostanziati — l’atteggiamento di critici e galleristi da sempre disinteressati alla pittura e alla scultura figurative, legate a doppio filo alle
capacità tecniche, è cambiato radicalmente, con un’inversione a U di
centottanta gradi. Che sta sancendo
la sconfitta definitiva ed evidentissima
della ricerca concettuale. Chi perorava la causa della web art e del video si
sta rapidamente riciclando come esperto di cattiva pittura, chi portava
avanti le ragioni di happening e installazioni sta cercando appoggio e giustificazione in improbabili figliazioni da
scuole secentesche, chi aveva in scuderia solo cloni di Robert Morris, Gary
Hill e Cindy Sherman ha subito trovato
(come ha potuto) un qualsiasi Martin
Maloney dei poveri. Si potrebbero fare
nomi e cognomi di questi sedicenti
teorici e galleristi col pelo sullo stomaco, disposti ora a sostenere che la figurazione è davvero viva. Lo dicono le
cifre e i successi di vendita, il gradimento degli spettatori e il comportamento
di chi la osteggiava. Viva dunque la
figurazione.
La figurazione sta riconquistando grande spazio nella considerazione di appassionati e addetti ai lavori grazie anche al suo radicale rinnovamento,
messo in piedi a partire dalla metà degli anni Novanta. Sono cambiati i soggetti, ora più cinematografici, letterari,
propositions they however sensed what
the motivations that had generated
them were. As regards the successes of
the market, what happened for many
international artists linked to the methods of figuration is significant. Recently
the revaluation of the historical exponents of Realism like Philip Pearlstein and
the unstoppable ascent of promising
young artists like John Currin and Lisa
Yuskavage, around whom there have
never been the strategic, political
manoeuvres that have instead marked
out the affair of a Damien Hirst, have
demonstrated the rude health enjoyed
by figurative collecting around the
world. Which, from looking at the figures, is the type of collection least subject to sudden leaps in quotation and
unexpected drops in interest. It is constantly growing not with momentary runups but with continuity, as is best suited
to an investment (because, whether the
purists want or not, art is also just that!)
destined to endure. In the face of such
unequivocal signals sent out by the
public and by the market — and many
other signals, even more detailed and
circumstantiated could be listed — the
attitude of the critics and gallery-owners
who had always been disinterested in
figurative painting and sculpture, inseparable from technical abilities, has radically changed, with a total one hundred and eighty degree about-face
turn. Which is sanctioning the definitive
and highly evident defeat of the conceptual study. Those who spoke in
favour of the cause of web art and
video art are rapidly recycling themselves as experts of bad painting, those
who promoted the causes of happenings and installations are seeking
support and justification in improbable
derivations of the seventeenth-century
schools of art, those who had only
clones of Robert Morris, Gary Hill and
Cindy Sherman in their stable have immediately found (as they were able)
any old poor man’s Martin Maloney.
You could list names and surnames of
these self-styled theorists and ruthless
gallery-owners, ready now to affirm that
figuration is really alive. The figures and
sales successes, the enjoyment of the
spectators and the behaviour of those
who were opposed to figuration say it
all. Therefore, long live figuration!
Figuration is winning back a lot of
25
26
AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA
CORRADO BONOMI
Fatina-Fatata-Fatale , 2006
Materiali vari, pittura
Various materials,
painting
cm 25 x 45 x 35
Courtesy Bonelli
Arte Contemporanea,
Mantova
Curve pericolose,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Christian Maretti Editore,
Faenza 2007
legati all’immaginario massmediale, e
sono cambiate le tecniche, meno legate alla consistenza della materia e
più ai diversi tipi di pennellata (nervosa,
leggera, arrotondata, a scatti, confusa, sovrapposta, tirata all’estremo
ecc.). Due direzioni opposte, parallele
e complementari hanno preso il sopravvento all’interno sia della ricerca
figurativa italiana, sia di quella internazionale (almeno in parte). Alla tendenza hard si è contrapposto uno stile soft,
ai segni acidi un disegno morbido e
raccolto. La linea dura della nuova figurazione si è ispirata al neonoir, alla
fantascienza ridondante dei B-movie,
all’efferatezze della cronaca vera, alla
televisione verità (per modo di dire) stile Chi l’ha visto?, agli eccessi della
pubblicità. E ha goduto del ritorno prepotente dello splatter, del nuovo gusto
del sangue, delle curve ingombranti di
imbarazzanti soubrette. Ha preso posto
al fianco di Oliviero Toscani, Joe Dante,
Wes Craven, Pamela Prati, Roberto D’Agostino, i Looney Tunes, Roberto Cavalli, Aldo Nove, e si è infine autobattezzata sotto il segno dell’aggressività. La
linea dolce della nuova figurazione ha
invece guardato i reportage del National Geographic, i caratteri delicati dei
volti degli spot, il neointimismo del cinema francese o iraniano, il correre fluido
senza esasperazioni dei romanzi di
DeLillo. Ha fatto sue le passeggiate
sensuali e tondeggianti delle modelle
in passerella e la delicatezza di certi
volti acqua e sapone del neoromanticismo musicale. Si è affiancata a Nanni
Moretti, Armani, Armando Testa, Giorgio Celli, all’ecumenismo della Disney,
ed è cresciuta sotto il segno del raccoglimento. Si è contraddistinta con la
raffigurazione degli affetti, sempre
ritratti senz’enfasi, collateralmente.
Molte sono le caratteristiche che ritornano in quasi tutte le opere della parte
più dolce della figurazione. Innanzi tutto, protagonista assoluta della scena è
la figura umana, che vede rarefarsi, se
non scomparire del tutto o divenire onirica, la scena alle sue spalle. Ambienti,
architetture, linee di fuga cedono il
passo a volti e corpi, e quando sono
presenti restano assolutamente ai margini, come oggetti di puro complemento. Inoltre, la donna è la grande
protagonista delle tele e delle sculture.
Le poche volte che non si tratta di figu-
AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA
ground in the esteem of the art buffs
and qualified persons thanks also to its
radical renovation, which was set in
motion halfway through the Nineties.
The subjects have changed, now they
are more cinematographic, literary, tied
to the imagination of the mass-media,
and the techniques have changed,
linked less to the texture of the material
and more to the different types of brushstrokes (incisive, light, rounded, jerky,
confused, overlaid, drawn out to the
extreme, and so forth). Two opposite,
parallel and complementary directions
have got the upper hand from the
inside of both Italian and international
figurative study (at least in part). A soft
style has been set against the hard
trend, and a soft and thoughtful design
against the acid signs. The hard line of
new figuration was inspired by neo-Noir,
the redundant science fiction of the Bmovies, by the brutality of real news
reporting, reality television (as the saying
goes) like Chi l’ha visto? (Who saw it?),
and by the excesses of advertising. And
it has enjoyed the overwhelming return
of splatter, the new taste of blood, and
the cumbersome curves of embarrassing showgirls. It has taken its place next
to Oliviero Toscani, Joe Dante, Wes
Craven, Pamela Prati, Roberto D’Agostino, Looney Tunes, Roberto Cavalli and
Aldo Nove, and has even baptised itself
under the sign of aggressiveness. The
soft line of new figuration has instead
watched the reportage of National
Geographic, the delicate features of
the faces in the adverts, the neo-Intimism of French or Iranian cinema, the
fluid exasperation-free flow of DeLillo’s
novels. It has made the sensual, curvy
walks of the models on the catwalk and
the delicateness of certain soap-andwater faces of musical neo-Romanticism its own. It has drawn up alongside
Nanni Moretti, Armani, Armando Testa,
Giorgio Celli, the ecumenism of Disney,
and has grown under the sign of concentration. It is marked out by the representation of the affections, always depicted without emphasis, side by side.
Many characteristics are repeated in
almost all of the works of the softest part
of figuration. First and foremost, the absolute protagonist of the scene is the human figure, which sees, if it does not completely disappear or become dreamlike,
the rarefaction of the scene behind it.
PROFESSOR BAD TRIP
Fiori 3D , 2006
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
cm 50 x 70
Collezione privata
Jena Filaccio,
La Spezia
La santa alleanza,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga
e Luca Beatrice,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2005
re femminili, a campeggiare nelle opere sono i visi e le fisionomie di bambini o giovanotti imberbi, per niente affetti da machismo. Per continuare, i
soggetti rappresentati guardano lo
spettatore, si impongono alla sua attenzione, ma sembrano comunque assenti, lontani da lui, assorti in chissà
quali pensieri e considerazioni. Lo guardano ma non lo vedono, sanno che
c’è ma lo ignorano. Lo accettano ma
non lo amano. Non c’è mai un ammiccamento, sensualità esasperata, gesto
di sfida, voglia di seduzione. La nudità
è diffusa ma impalpabile, e anche
quando la scena può sembrare volgare o pornografica gli eccessi sono messi a tacere da un’ironia sorniona che
rende ridicolo il tentato adescamento.
Ancora, quasi ogni opera è, senza mai
essere tragica, segnata dalla solitudine. Di rado c’è più di una figura in
un’opera, e quando accade il dialogo
interno sembra comunque essere segnato soprattutto dal silenzio. Per concludere con il veloce elenco delle caratteristiche della linea dolce figurativa, il dramma inaspettato cede quasi
sempre il passo alla quotidianità, la difformità è mutata in un fascino delicatissimo, la vicenda ripresa sembra vivere l’esatto momento della sospensione.
La figurazione più morbida e voluttuosa ha comunque diverse sfaccettature. Si potrebbe sostenere che sono tante quante gli artisti raccolti sotto questa
tendenza, ma in realtà nella linea dolce sono facilmente individuabili alcune
direzioni prevalenti, come la rarefazione, la ridondanza, la citazione e la cancellazione. Se da una parte la rarefazione del segno adotta in pittura i tagli
cinematografici più intimisti o surreali, e
trasforma le figure in visioni o apparizioni
improvvise, dall’altra la ridondanza ironica esagera in scultura gli attributi fisici, che però non riescono a far altro
che invitare a sorridere.
Environments, architectures and vanishing lines give way to faces and bodies, and when they are present they
remain absolutely at the edges, like
objects of pure complement. Furthermore, the woman is the grand protagonist of the canvases and sculptures.
On the few occasions that the subject
is not about feminine figures, it is the
faces and physiognomies of children or
callow youths, with no hint at all of
machismo, that animate the background in the works. Continuing, the
subjects represented gaze out at the
spectator, impose themselves on his
attention, and yet they seem nonetheless to be absent, far away from him,
deep in who-knows-what thoughts and
contemplations. They look at him but
they do not see him, they know that he
is there but they ignore him. They accept him but they do not love him. There is never a wink, no exasperated sensuality, no gesture of challenge, and
no desire for seduction. Nudity is widespread yet intangible, and even when
the scene may seem vulgar or pornographic the excesses are silenced by a
sly irony that makes the attempted
enticement seem ridiculous. Still, almost
every work is marked by solitude without ever being tragic. Rarely is there
more than one figure in a work, and
when internal dialogue occurs it nonetheless seems to be above all marked
by silence. To conclude with the quick
list of the characteristics of the soft figurative line, unexpected drama almost
always gives way to daily routine, deformity is transformed into very delicate
charm, and the depicted event seems
to live out the very moment of its suspension.
The very soft, voluptuous figuration nevertheless has different facets. It might
be said that the directions are as many
as the artists gathered under this trend,
yet in reality in the soft line only a few
prevalent directions are easily identifiable, such as rarefaction, excess, reference and cancelling out. If on the one
hand rarefaction of the sign adopts the
most intimist or surreal cinematic cuts in
painting, and transforms the figures
into improvised visions or apparitions,
on the other hand ironic excess exaggerates the physical attributes in sculpture, which nevertheless can do nothing but invite you to smile.
27
28
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
Formidabili quegli anni
ARGÀNO BRIGANTE
ESPERTO IN GOSSIP D’ARTE / EXPERT IN ART GOSSIP
FLORENCIA MARTINEZ
Tutte le gioie dei vincitori
che si rilassano , 2002
Stampa a getto
d’inchiostro su tessuto
Ink jet print on fabric
cm 170 x 55
Totemica. Feticci e rituali
del contemporaneo,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Publi Paolini, Mantova 2001
Una cosa è certa: un ciclo s’è chiuso,
un altro si sta aprendo. Che piaccia o
no, per una decina d’anni, in un settore dell’arte — quello che, semplificando, oggi potremmo dire che ha posto
soprattutto l’accento sulla ridefinizione dei linguaggi e sulla centralità dell’immagine —, dalla metà circa degli
anni Novanta a oggi, quattro critici
hanno lavorato in maniera serrata, a
tratti frenetica, persino compulsiva:
“battendo territori comuni”, come ha
scritto Luca Beatrice nel testo per il
catalogo dell’ultimo Premio Michetti,
“non senza lo spirito di una sana competizione, nei periodi migliori sfociata
in alleanze, confronti, ogni tanto in litigi, dispetti, marcamenti del territorio.
Disistima mai”. I quattro critici sono lo
stesso Luca Beatrice, che di questa vicenda si è autodefinito il precursore, e
poi Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga e Gianluca Marziani. Di questi
quattro, due oggi sono fuori gioco:
Maurizio Sciaccaluga e Alessandro
Riva, “un morto e un inguaiato”, come li ha definiti, col suo consueto stile
ruspante, Paolo Manazza sul suo sito
eart.com: “Alessandro Riva sta attualmente vivendo un periodo molto
complicato a causa del suo presunto
coinvolgimento in gravi vicende giudiziarie. E Maurizio Sciaccaluga è scomparso prematuramente a fine giugno
lasciando addolorati parenti, amici e
un po’ tutto l’entourage dell’arte contemporanea italiana”. Due su quattro
fuori gioco. È per questo che si può affermare che si sia chiuso definitivamente un ciclo? Per questo, certo, ma
non solo. Anche perché, di fatto,
un’esperienza era forse arrivata al capolinea. E avrebbe comunque dovuto
ripartire in altri modi, e forse sotto altre
forme. Un’esperienza, un’avventura,
che piaccia o no a chi ne è stato
fuori, o a chi magari l’ha avversata, o
a chi ne è stato a tratti compagno di
strada e a tratti magari vi ha fatto la
fronda dall’interno, che ha segnato
un pezzo di storia di questi anni in Italia: segnata vuoi dalle mostre nelle
tante gallerie private di Beatrice, vuoi
dalle collettive di Riva, con e senza
Italian Factory, vuoi dall’attività serratissima di Sciaccaluga, o da quella
non meno frenetica di Marziani; e poi
pubblicazioni a valanga, e una presenza sui media ipertrofica. Una vicen-
THOSE YEARS WERE
REMARKABLE
One thing is for sure: one cycle has come to a close, another is opening up.
Like it or not, for ten years or so, in a
sector of art — to simplify things, the
sector that we can today say has
above all put the emphasis on the redefinition of the languages and on the
centrality of the image — from about
the mid-Nineties up to today, four critics have worked in an urgent, at times
frenetic, even compulsive manner.
“Treading common ground”, as Luca
Beatrice wrote in his text for the last Michetti Prize catalogue, “not without the
spirit of healthy competition, at the
best of times resulting in allegiance,
confrontation, every now and again
arguments, sideswipes and marking of
territories. Never in lack of esteem”. The
four critics are the self-same Luca Beatrice, who has defined himself as the
precursor of this event, and then Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga and
Gianluca Marziani. Of these four, two
are out of the contest today: Maurizio
Sciaccaluga and Alessandro Riva,
“one dead and one indisposed”, as
Paolo Manazza defined them, with his
usual matter-of-fact style, on his
eart.com web site. “Alessandro Riva is
currently going through a very complicated period because of his presumed
involvement in extremely serious legal
events. And Maurizio Sciaccaluga passed away prematurely at the end of
June, leaving his relatives, friends and
pretty much all of the contemporary
Italian art scene to grieve.” Two out of
four out of the game. And is this the
reason that we can confirm that a
cycle has been definitively closed? For
this reason, of course, but not only because of this reason. Also because an
experience had in fact come to the
end of the line. And it would however
have had to start again in other ways,
and perhaps in other forms. Regardless
of whether those who were on the outside of it, or who perhaps opposed it, or
who for a time were companions on its
journey and who maybe at times created a rebellion from within, like it or
not, an experience or adventure that
has marked a piece of the history of
these years in Italy. Marked if you will by
the exhibitions in Beatrice’s many private galleries, by Riva’s group exhibi-
Riva&Viganò,
365 delitti uno al giorno,
Baldini&Castoldi,
Milano 1998
Flyer Flash Art Show,
Milano 2005
da che non ha mai avuto la pretesa di
rappresentare “tutta” l’arte italiana:
ma certo ne è stata un pezzo importante, e ha lasciato il segno. Una vicenda che è stata accomunata da
sfide, passioni, idee che giravano nell’aria, e che l’uno o l’altro ha colto al
volo, magari nel “gioco strambo e
demenziale nel fare a gara a chi avesse più faccia tosta da misurarsi con
le cose più incredibili e assurde”, come ha scritto ancora Beatrice, trattando l’arte “come un film di serie B, un
disco per l’estate, un romanzaccio
pulp”: “a turno”, scrive Beatrice, “ci
hanno definito sacerdoti della cattiva
pittura, cultori del trash, macchine per
fare soldi, cinici e disincantati. Eppure,
a conti fatti, avremo presentato centinaia di artisti e lavorato con altrettanti galleristi, senza paura, come dicono
altri, di sporcarci le mani, anzi giocandovi, frequentandoli, viaggiandoci,
vivendoci”. Sono stati dieci anni di
mostre, di incontri, di viaggi, di contatti, di battaglie, condotte a volte su
fronti comuni, altre volte su fronti opposti (Arte, Flash Art, inizialmente anche Tema Celeste), con scambi di
battute duri, con sgambetti a volte,
linee non condivise, e magari riavvicinamenti e riconoscimenti a posteriori:
anni faticosi, in cui spesso si sono sentiti, fatalmente, questi quattro critici,
comunque “minoranza”, costretti a
subire i diktat di un sistema che è sempre stato impermeabile alle loro battaglie, preferendo quasi sempre la
melassa degli artisti più freddi o più
furbi, quelli che strizzavano l’occhio
alle tendenze internazionali e tenevano le distanze da ambienti che definivano sprezzantemente “provinciali”.
Eppure, da quegli ambienti sono emersi artisti di peso, che, in un modo o
nell’altro, hanno “fatto” la storia di
questi anni in Italia (e che senza le
tante collettive, le sistematiche pubblicazioni su Arte o su Flash Art, senza
insomma il “movimento” che solo la
critica, quando è appassionata e furibonda, pur negli errori e nelle confusioni e nei fraintendimenti che può e
deve creare, forse non avrebbero avuto uguale fortuna). Artisti diversi tra
loro, dunque, diversissimi: Cingolani,
Velasco, Galliano, Schmidlin, Basilé,
Guida, Bazan, Di Piazza, Petrus, Demetz, solo per citare alcuni nomi a
tions, with and without Italian Factory,
and by Sciaccaluga’s most fervent
activity or Marziani’s no-less-frenetic
activity; and then reams of publications, and a hypertrophic media presence. An event that has never had
the presumption to represent “all” Italian art. Yet it has certainly been an important piece of it, and has left its mark.
An event that has been united by challenges, passions and ideas that were
floating around in the air, and that one
or other snapped up immediately, perhaps in the “peculiar mental game of
throwing down the gauntlet to whoever was the most daring in competing
with the most incredible and absurd
things”, as Beatrice again wrote, treating art “like a B-movie, a summer hit, or
a pulp fiction novel”. “They have defined us in turn”, writes Beatrice, “as the
high priests of bad painting, trash culturists, and cynical, disenchanted money-making machines. And yet, all
things considered, we will have presented hundreds of artists and worked
with just as many gallery-owners, without, as the others say, the fear of getting our hands dirty, instead getting involved with them, hanging out with
them, travelling and living together”. It
has been ten years of exhibitions,
meetings, journeys, contacts, battles,
sometimes conducted on the same side, other times on opposite sides, (Art,
Flash Art and also Tema Celeste at the
start), with exchanges of harsh ripostes,
sometimes tripwires, lines that were not
shared, and perhaps subsequent reconciliations and acknowledgements:
difficult years, in which these four critics
have often unfortunately felt themselves to be in the minority nonetheless,
forced to take the diktats of a system
that has always been so impervious to
their battles, almost always giving preference to the treacle of the cooler or
smarter artists, who gave the nod to
international trends and kept their distance from environments which they
disparagingly defined as being “provincial”. And yet, from those environments have emerged important artists,
who in one way or another have
“made” the history of these last years in
Italy (and who perhaps would not
have been so fortunate without the
many group exhibitions, regular publications on Art or Flash Art or indeed
29
30
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
FULVIO DI PIAZZA
Turbo cavaturaccioli , 2000
Tempera su carta
Tempera on paper
cm 25 x 35
Alessandro Riva,
Il lato oscuro
della letteratura,
Bonelli
Arte Contemporanea,
Mantova,
Publi Paolini, Mantova 2002
Alessandro Riva, Primo
manifesto della
letteratura contaminata,
Mantova 2000
caso… artisti gravitanti in certi momenti intorno ad alcuni cardini, vuoi
geografici (Torino con Beatrice, Roma
con Marziani, Milano con Riva e
Sciaccaluga), vuoi culturali, di affinità,
di amicizie: cenacoli, confraternite,
nate e finite nel giro d’una manciata
d’anni; artisti che hanno acquisito fama e visibilità con Dodici pittori italiani
o con Sui generis, con il Nuovo Quadro Digitale di Marziani o con Palermo
Blues, con l’Officina milanese o con i
vari “Padiglioni Italia” al Flash Art
Museum, con Italian Factory o con le
tante, tantissime mostre personali e
collettive nelle gallerie private che per
anni, compulsivamente, uno o l’altro
hanno instancabilmente organizzato,
creando quel circolo virtuoso di scambi, di interessi, di innamoramenti, di
passaparola e di denaro che solo fa
vivere e diventare importante l’arte,
quando è buona: poiché anche il più
grande tra gli artisti, oggi, se abbandonato a se stesso, se isolato dal mercato, dalla passione contagiosa delle
migliaia di medi e piccoli collezionisti
di cui è fatta l’arte italiana, non potrà
lasciare alcun segno nella storia artistica presente e futura. Beatrice, Marziani, Riva e Sciaccaluga in questi anni
hanno fatto questo: hanno creato interesse, movimento, consenso intorno
ad almeno due generazioni di artisti
italiani; tirando fuori soprattutto un linguaggio, quello pittorico, dalle secche cui l’aveva cacciata un’abilità di
mestiere fine a stessa da una parte, o
certe leziosità provenienti dalla tradizione anacronista dall’altra, o ancora
la molta, inutile pittura “sporca” di
derivazione espressionista, figlia illegittima dell’onda lunga transavanguardista.
Su Milano, in particolare, hanno lavorato duramente, in questi dieci anni,
Riva e Sciaccaluga; anche se fa bene
Beatrice a considerarsi precursore
d’una situazione, in quanto la data
d’inizio del rilancio di un “nuovo” modo d’intendere la pittura (più scanzonata, ironica, “pulp”, diverita e irriverente, spesso “dura” e quantomai diretta nei temi) può a buon diritto esser
fatta risalire al 1995, con la mostra torinese Dodici pittori italiani, curata assieme a Cristiana Perrella (e sostenuta,
guarda caso, proprio da Eugenio Borroni, che poi per molti anni sarà instan-
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
without the “movement” which only
critique, when it is impassioned and
furious, even in its errors, confusions and
miscomprehensions, can and must create). Artists who are therefore different
from one another, hugely different: Cingolani, Velasco, Galliano, Schmidlin,
Basilé, Guida, Bazan, Di Piazza, Petrus
and Demetz, just to randomly quote
some names… artists who at given
moments are gravitating around some
cardinal points, both geographical
(Turin with Beatrice, Rome with Marziani, Milan with Riva and Sciaccaluga), and cultural points, of affinities
and friendships: artistic coteries, confraternities, that have started and
ended within just a few years; artists
who have acquired fame and visibility
with Dodici pittori italiani (Twelve Italian Painters) or Sui generis, with the
Nuovo Quadro Digitale (New Digital
Portrait) by Marziani or with Palermo
Blues, with the Officina milanese or with
the various “Padiglioni Italia” (Halls of
Italy) at the Flash Art Museum, with Italian Factory or with the many, many
personal and group shows in the private galleries which one or other of
them have for years organized tirelessly and compulsively, creating that useful circle of exchanges, interests, enamourments, word-of-mouth advertising
and money that make art live and
become more important only when it is
good: since even the greatest of artists
today, if left to himself, if cut off from
the market and the contagious passion
of the thousands of medium and small
collectors of which Italian Art consists,
will not be able to leave any trace on
present and future artistic history. Beatrice, Marziani, Riva and Sciaccaluga
have done this in these last few years.
They have created interest, movement
and consensus around almost two
generations of Italian artists; above all
extracting pictorial language, from the
rocks onto which it had on the one
hand driven an ability for a fine career
to come undone, or on the other hand
certain traits of affectedness that arose
from the anachronistic tradition, or
even the intense, useless “dirty” painting of Expressionist derivation, the illegitimate daughter of the long TransAvant-garde wave.
In particular, Riva and Sciaccaluga
worked hard on Milan in these last ten
Alessandro Riva,
Le carte
dell’Officina milanese,
Skira, Ginevra-Milano
1999
Alessandro Riva,
Il demone della città ,
Despina, Milano 2003
In copertina / Cover :
MARCO PETRUS
Torre , 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 125 x 105
cabile mecenate delle più importanti
iniziative artistiche volte a portare a
galla la nuova arte italiana).
Da lì, seguono a ruota moltissime iniziative, quasi quella mostra avesse fatto da detonatore di ciò che evidentemente stava covando sotto le ceneri:
è il 1997 quando Riva inventa l’Officina milanese, che riunisce quattro artisti (Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco), il
cui lavoro, sebbene molto diverso dal
punto di vista stilistico, era unito, come
ha sottolineato la nuova Garzantina
dell’arte (che gli dedicherà un lemma, unico gruppo italiano dopo la
Transavanguardia), da alcune caratteristiche di base, quali “il recupero
del disegno e di una figurazione che
oscilla tra restituzione oggettiva delle
forme e visionarietà”. Dal 1998 l’attività di Riva e Sciaccaluga è vulcanica:
Cronache vere, curata da Riva allo
Spazio Consolo (sempre fortemente
sostenuta da Borroni) è il primo segnale di attenzione ai generi non artistici,
che segnerà poi un filone molto battuto: con l’idea dell’arte come territorio
libero, atto a ricevere suggestioni, temi, stimoli dalle altre forme linguistiche, in perfetta sintonia con ciò che
sta accadendo in altri ambiti, come la
letteratura e il cinema, ormai naturalmente contaminati da stimoli provenienti dall’esterno dei propri codici linguistici. La pittura, in quegli anni, “scopre” dunque il fumetto, il cinema, il
pulp, la foto amatoriale, il porno, il gioco irriverente dell’ironia sulla società e
sulla cronaca: giocando con i linguaggi più disparati e anche con i generi artistici tradizionali (come il paesaggio e il ritratto, cui Riva dedica una
mostra nel 1998, Nuovo ritratto in Italia: è ancora Borroni a sostenerla). È
poi la volta della rivisitazione, in chiave sempre di pastiche ironico, dei cliché d’un genere classico della letteratura e del cinema: la fantascienza,
in un momento di piena riscoperta ironica dei miti del futuro (siamo, simbolicamente, alla svolta del passaggio di
millennio): ecco allora sia Riva che
Sciaccaluga gettarsi, nello stesso anno, in due mostre affini, Essi vivono e
Trapassato futuro (e c’è sempre dietro
Borroni). Riva strutturerà poi questo lavoro in una mostra che metterà un
punto fermo: Sui generis. Dal ritratto
alla fantascienza, la ridefinizione dei
years; even if Beatrice does well to
consider himself the precursor of a situation, in that the starting date of the
re-launch of a “new” way of interpreting painting (more light-hearted, ironic,
“pulp”, witty and irreverent, often
“tough” and extremely direct in its subject matter) can quite rightly be traced
back to 1995, with the Turinese show
Dodici pittori italiani, curated with Cristiana Perrella (and supported, as luck
would have it, by none other than Eugenio Borroni, who then for many years
was to be the untiring patron of the
most important artistic initiatives destined to bring new Italian art to the fore.
From there, many initiatives follow close
behind, almost as if that show had
turned what had obviously been lurking beneath the ashes into a detonator. It is 1997 when Riva invents the Officina milanese, that reunites four artists
(Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco),
whose work, even though very different in terms of style, was, as highlighted
by the new Garzantina dell’arte encyclopedia (which dedicated an entry to
this, the only Italian group since Trans
Avant-garde), united by several basic
characteristics, such as “the reclamation of drawing and of a figuration that
oscillates between the objective restitution of forms and visionary elements.
Since 1998 Riva and Sciaccaluga’s
activity has been volcanic. Cronache
vere, curated by Riva at the Spazio
Consolo (once again supported solidly
by Borroni) is the first sign of attention to
non-artistic genres, which then goes on
to inaugurate a much-followed trend:
with the idea of art as a free territory,
capable of receiving suggestions,
themes and stimuli from other linguistic
forms, in perfect agreement with what
is happening in other circles, such as
cinema or literature, by now naturally
contaminated by stimuli that come
from outside their own linguistic codes.
In those years painting therefore “discovers” the comic strip, cinema, pulp,
amateur photography, porn, the irreverent playing of irony on society and
news reporting; toying with the most
unequal languages and also with the
traditional artistic genres (such as landscape and portrait, to which Riva dedicates a show in 1998, Nuovo ritratto in
Italia: once again it is Borroni who supports it). It is then time to revisit, once
31
32
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
PAOLA GANDOLFI
Non vedo, non parlo,
ma sento , 2001
Olio su tavola / Oil on board
cm 45 x 35
GIORDANO CURRERI
(ULTRAPOP)
Supermarket , 2001
Tecnica mista
Mixed media
cm 20 x 15
Collezione privata, Milano
generi nella nuova arte italiana al PAC,
nel 2001, che, con il record dei suoi 20
mila visitatori, offrirà molti spunti di
riflessione su ciò che sta accadendo
nell’arte italiana: il riutilizzo dei generi,
tradizionali e non, come grimaldello
per ragionare sul reale; e la ridefinizione dei linguaggi tradizionali, rivisitati in
chiave post-moderna, in linea con le
coeve esperienze extra-artistiche (i cannibali e la riscoperta del noir in letteratura, la science-fiction, lo sdoganamento del cinema erotico, il medioevalismo del Nome della Rosa, ecc…).
Sui generis “lancerà” molti di questi
artisti, fino ad allora un po’ ghettizzati
e tenuti sottotono, nel grande circo
mediatico. Ma, all’interno del sistema
dell’arte, la levata di scudi è impressionante; decine di artisti rifiutano di
partecipare alla mostra, le gallerie e i
collezionisti che guardano più all’estero che all’Italia dichiarano guerra
fredda, Flash Art va all’attacco: con
l’unica eccezione di Beatrice, che la
difende: e per questo si prende un ironico rimbrotto da Politi (“lui, si sa, è di
bocca buona”). Ma che cosa sta succedendo? Sta succedendo che, per
la prima volta, attraverso un lavoro
concentrico e non concordato, spesso
caotico, certo fortemente spontaneo,
divertito, fremente, una manciata di
critici sta costruendo la coscienza di
una nuova generazione di artisti italiani: che spesso, molto spesso, non ne
capiscono la portata, si smarcano,
hanno paura, prendono le distanze,
fanno melina: nulla di nuovo sotto il
sole. Sta di fatto che se questa generazione cresce, si fa forte, si fa conoscere, ha successo, vende, e potrà
anche, in futuro, riflettere su se stessa,
è grazie anche al lavoro incessante di
mescolamento, di agit-prop, di promozione sui media, di contatto frenetico con gallerie e mercanti, di attivismo esasperato che questi e altri critici stanno compiendo. Sono di questi
anni anche la riscoperta di nuove
“scuole regionali”: una scuola torinese
sostenuta fortemente da Beatrice,
l’Officina milanese con Riva e in seguito quella che verrà chiamata la Palestra artistica milanese, con Sciaccaluga, una scuola romana con Marziani, la Scuola palermitana sostenuta da
tutti e quattro i critici a periodi alterni;
prima di queste, Riva era arrivato alla
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
again in tones of ironic pastiche, the
cliché of a classic genre of literature
and cinema: science-fiction in a moment of full ironic rediscovery of the legends of the future (symbolically, we
are at the turning point of the passing
of the millenium). Here we have both
Riva and Sciaccaluga, in the same
year, once again throwing themselves
into two similar shows, Essi vivono and
Trapassato futuro (and Borroni is behind
it all again). Riva then goes on to structure this work in a show that will place a
full stop on things: Sui generis. Dal ritratto alla fantascienza, la ridefinizione dei
generi nella nuova arte italiana (From
portrait to science fiction, the redefinition of the genres of new Italian Art) at
the PAC in 2001, which, with its record
twenty thousand visitors, will offer many
starting points for reflection on what is
happening in Italian art: the recycling
of genres, traditional and not, like a
picklock for reflecting on what is real;
and the redefinition of traditional languages, revisited in post-modern terms,
in line with the contemporary extraartistic experiences (cannibals and the
rediscovery of noir in literature, science-fiction, the uncensoring of erotic cinema, the medievalism of the Name of
the Rose, and so forth). Sui generis goes
on to “launch” many of these artists,
who have been until now ghettoized
and kept down in the great media circus. But the uprising within the art system is shocking; scores of artists refuse
to take part in shows, galleries and collectors who look abroad more than
they do in Italy are declaring a cold
war, and Flash Art attacks: with the single exception of Beatrice, who defends Italian art: and for this reason an
ironic rebuke from Politi is delivered
(“everyone knows, he’s easily satisfied”). But what is going on? What’s
going on is that, for the first time, by
means of work that is concentric and
not agreed upon, often chaotic, certainly extremely spontaneous, amused
and agitated, a handful of critics are
putting together the awareness of a
new generation of Italian artists: who
often, very often, do not understand its
capacity, they shake it off, they are
afraid, they distance themselves from
it, and they waste time: nothing new
under the sun. It is true that if this generation grows, becomes strong, beco-
MARCO NERI
S.F. , 1997
Tempera su tela
Tempera on canvas
cm 60 x 50
Collezione privata,
Milano
Alessandro Riva,
Provaci ancora, Johnny ,
Despina, Milano 2003
In copertina / Cover :
MAX ROHR
Run , 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 90 x 120
particolare / detail
critica sostenendo, troppo in anticipo,
un’officina romagnola che però rimarrà lettera morta, a causa di dissapori
interni e mancanza di obiettivi: peccato, perché al suo interno vi erano
artisti che in seguito seguiranno strade
separate ma di qualità: Marco Neri
che arriverà in Biennale, Enrico Lombardi che costruirà un suo ottimo percorso, Stefano Gattelli e infine Silvano
D’Ambrosio, pittore straordinario mai
abbastanza apprezzato.
Siamo agli anni Duemila: mentre Beatrice e Marziani, ognuno per la propria
strada, si lanciano anche su esperienze e prospettive internazionali, Riva e
Sciaccaluga, separatamente ma con
frequenti interscambi, intensificano il
loro lavoro proprio sul terreno dell’approfondimento di un’identità forte
dell’arte italiana. Spesso con l’appoggio e la complicità di galleristi, anch’essi amici e insostituibili compagni
di strada: come Bonelli, Annovi, Tossi,
Guidi & Schoen, De Silva, Jannone,
Bracco, Forni, Paglione, Marco Rossi,
Lucchesi-Della Pina, e poi tanti, tanti
altri, anche con storie e percorsi diversissimi l’uno dall’altro (impossibile qui
citarli tutti). Riva, com’è noto, dopo
l’incontro con Simona Di Bello e Giuseppe Lezzi, con la creazione di Italian
Factory, movimento marketing oriented, che nel giro di pochi anni diventerà una vera e propria macchina da
guerra di produzione di mostre, eventi, premi per i giovani artisti, iniziative
editoriali, anche con l’ambizione (attraverso Italian Factory International)
mes well-known, is successful, sells, and
can also be able to reflect back on
itself in the future, it is also down to the
endless work of mixing, agitprop, promotion in the media, frenetic contact
with galleries and dealers, exasperated
activism that these and other critics are
carrying out. The rediscovery of new
“regional schools” also belongs to these years: a Turinese school staunchly
supported by Beatrice, the Officina milanese with Riva and to follow the
school that will be called the Palestra
artistica milanese, with Sciaccaluga, a
Roman school with Marziani, and the
Palermitan school supported by all four
critics in alternate periods. Before this,
Riva went as far as to write a critique
supporting, a little prematurely, a workshop in Romagna that however is to remain a dead letter, because of internal
disagreements and lack of objectives.
It is a shame, because within it there
were artists who will go on to follow different paths but of high quality: Marco
Neri who will go on to the Biennial, Enrico Lombardi who will go on to chart
an excellent path, Stefano Gattelli and
finally Silvano D’Ambrosio, an extraordinary yet never sufficiently appreciated painter.
We reach the 2000’s: while Beatrice
and Marziani, each set on their own
path, are also getting into international
experiences and prospects, Riva and
Sciaccaluga are separately but with
frequent exchanges intensifying their
own work in the field of in-depth study
of a strong identity of Italian art. Often
with the support and mutual understanding of the gallery owners, themselves also friends and irreplaceable
travelling companions: like Bonelli, Annovi, Tossi, Guidi & Schoen, De Silva,
Jannone, Bracco, Forni, Paglione, Marco Rossi, Lucchesi-Della Pina, and many, many others, who also have histories and paths that are so very different
from one another (it’s impossible to list
them all). Riva, as he is known after the
meeting with Simona Di Bello and Giuseppe Lezzi, with the creation of Italian
Factory, a marketing oriented movement, which in just a few years will become a real and proper war machine
of the production of shows, events,
prizes for young artists, editorial initiatives, even with the ambition (through
Italian Factory International) of export-
33
34
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
KARIN ANDERSEN
Up , 2002
Acrilico su stampa digitale
su tela / Acrylic
on digital print on canvas
cm 116 x 150
Racconti d’estate,
a cura di / curated by
Alessandro Riva
con 14 incipit
di Carlo Lucarelli,
B&B Arte, Mantova 2000
di esportazione all’estero, culminata
con la mostra allo Shanghai Art Museum del 2007; Sciaccaluga, con un
incessante lavoro nelle gallerie e negli
spazi pubblici, di primo o di secondo
piano, senza timore di apparire ancora una volta, per chi lavora solo sui
“grandi” circuiti, provinciale: anzi, facendo una bandiera, di questo incessante e capillare radicamento sul territorio, di un’arte che deve continuamente rimettersi in gioco e confrontarsi con le mille realtà, grandi e piccole,
italiane.
Il lavoro di Sciaccaluga degli ultimi anni è caratterizzato da un titolo che è
stata una delle sue più belle intuizioni:
La linea dolce della nuova figurazione. Se prendiamo la “linea dolce” non
come singola mostra, ma come stato
d’animo di una situazione, quella di
Sciacca è davvero un’intuizione importante: laddove c’è soprattutto l’idea di un passaggio generazionale, di
una pittura rinnovata, anziché all’insegna del gioco “duro” del pulp, del
noir, dei generi rivisitati, come avveniva un tempo, attraverso, invece, il filtro del sarcasmo, del gioco, della dissacrazione dolce e divertita; e in questo senso, in quest’ambito è lecito far
confluire, oltre ai tanti “concettuali ironici” che Sciaccaluga ha sempre e
tenacemente seguito (Bonomi in primis), anche molti artisti che negli ultimi
anni hanno lavorato con Riva in esperienze parallele a Italian Factory, di divertito fiancheggiamento alla linea
ironica sciaccalughiana: da Leperino
ad Abbate, dai Saccardi a Cardeña,
da Buglisi a Valentino Menghi. È l’ultima fase, questa della (ri)scoperta
d’una “linea dolce”, fortemente ironica, della nuova arte italiana, attraverso cui si giunge, in maniera quasi naturale, a quello “sconfinamento” — nel
marzo 2007 — verso altri territori: con
la mostra Street Art Sweet Art e i suoi
40 mila visitatori, avviene infatti lo sdoganamento dei writers e dei graffitisti,
non a caso al PAC, come, nel 2001,
era avvenuto il lancio dei protagonisti
della “nuova ondata” pittorica di Sui
generis.
Questa è storia recentissima: e appartiene all’ultimo periodo, in cui Riva aveva ritrovato quello che, un po’ seriamente un po’ per celia, aveva sempre rivendicato come il “suo maestro”
FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE
ing overseas, culminating in the show
at the Shanghai Art Museum in 2007;
Sciaccaluga, with endless work in galleries and public spaces, of first or second grade, without any fear of once
again appearing provincial, to those
who only work on the “grand” circuits:
actually, making a flag out of this incessant, widespread taking-root on the
territory, out of an art that must continually throw itself back into action
and tackle the thousands of Italian
realities, great and small.
Sciaccaluga’s work of these last years
is characterized by a title that was one
of his most beautiful insights: La linea
dolce della nuova figurazione. If we take the “soft line” not as a single exhibition, but rather as the state of mind of
a situation, Sciacca’s is a really important insight: where there is above all
the idea of the passing of a generation, of a renewed painting, rather
than being under the banner of the
“tough” action of pulp, noir and revisited genres, as instead happened in
the past, through the filter of sarcasm,
fun and gentle, playful profanity; and
in this sense, in this sphere, besides the
many “ironic conceptual artists” who
Sciaccaluga has always steadfastly followed (Bonomi first and foremost), it is
also right to bring together many artists
who in recent years have worked with
Riva in parallel experiences at the
Italian Factory, in an amused back up
to the ironic line of Sciaccaluga: from
Leperino to Abbate, from the Laboratorio Saccardi to Cardeña, and from
Buglisi to Valentino Menghi. This is the
last phase, the phase of this (re)discovery of a highly ironic “soft line” of the
new Italian art, through which — in
March 2007 — that “transgression”
towards other territories is reached in
an almost natural manner: with the
exhibition Street Art Sweet Art and its
forty thousand visitors, the uncensoring
of graffiti writers and artists indeed
takes place, not by chance at PAC,
just as the launch of the protagonists of
the pictorial “new wave” of Sui generis
took place in 2001.
This is really recent history: and belongs
to recent times, when Riva had run into
the person who, a little seriously and a
little in jest, he had always claimed as
his “maestro” in the field of art critique,
and to whom he had also given the
FELIPE CARDEÑA
Le sue prigioni , 2007
Materiali vari
Different materials
cm 19 x 20 x 25
Collezione privata,
Milano
nel campo della critica d’arte, e al
quale aveva anche riconosciuto il
merito, seppure solo a livello ideale, di
aver “ispirato” la creazione di Italian
Factory: Vittorio Sgarbi. È, questo, l’anno di Riva e di Sciaccaluga nella pazza avventura sgarbiana a Milano, all’Assessorato alla cultura, che i due critici (assieme a Chiara Canali, cooptata, fino a che è riuscita a resistere: poi
ha fatto le valigie e se n’è andata)
hanno vissuto con la pienezza e il divertimento di una rivoluzione permanente, sentendosi un po’ come Marinetti e Carli nel tourbillon dell’impresa
fiumana al seguito della contagiosa
pazzia di d’Annunzio; ma anche con
le eterne lotte contro i burocrati, contro i voltagabbana, contro i nemici
travestiti da amici; con qualche buon
alleato, però: come Andrea Brunello
di Artematica, che sosterrà sistematicamente tutte le loro mostre e le loro
iniziative.
Certo è che, grazie a Sgarbi, la vicenda della nuova pittura italiana si colora dei toni folli e dell’energia straripante degli street artists al PAC; mentre,
sempre grazie a Sgarbi, Sciaccaluga
inaugura un’importante serie di mostre, sempre al PAC: troppo tardi, purtroppo. Sbarca al PAC il Premio Michetti, che Riva e Sciaccaluga si sono passati di mano l’un l’altro, con un curiosissimo, e un po’ malinconico, scambio incrociato (il titolo della mostra,
Nuovi realismi, era nato anni fa come
progetto d’una mostra comune che
non si era mai fatta: poi Riva, che
avrebbe dovuto curare il Michetti
2007, l’aveva fatto suo; quindi, una
volta arrestato, ha “passato” la mostra a Sciaccaluga; il quale, però, è
morto prima di poterla inaugurare). E,
il prossimo anno, sempre al PAC arriverà, anch’essa postuma purtroppo, la
mostra più bella di Sciaccaluga, il suo
vero sogno critico: Festa Barocca, dove intendeva affiancare, con intelligente regia, alcuni tra i migliori pittori
italiani della nuova generazione ai più
grandi nomi internazionali, all’insegna
del neobarocco. In questo passaggio
di testimone da una generazione pittorica all’altra, a quanto pare, l’onda
lunga del lavoro di Sciaccaluga continua ad accompagnare coloro che restano. E questo, dopotutto, è il dono più
bello che tutti noi potevamo ricevere.
credit, albeit merely on an ideal level,
of having “inspired” the creation of Italian Factory: Vittorio Sgarbi. This is the
year of Riva and Sciaccaluga in the
crazy Sgarbian adventure in Milan at
the Assessorato alla cultura (Council for
Culture), when the two critics (along
with Chiara Canali, co-opted, as long
as she could stand, then she packed
her bags and left) lived with the fullness
and the entertainment of a permanent
revolution, feeling a bit like Marinetti
and Carli in the vortex of the Fiume affair after the contagious madness of
d’Annunzio; but also with the eternal
struggles against the bureaucrats, turncoats and enemies masquerading as
friends; with a few good allies, however: like Andrea Brunello from Artematica, who is to systematically support all
of their exhibition and initiatives.
One thing is for sure, thanks to Sgarbi,
the matter of new Italian painting is coloured with mad tones and the overflowing energy of the street artists at
PAC; while, once again thanks to Sgarbi, Sciaccaluga inaugurates an important series of shows, again at Pac: too
late, however. The Michetti Prize, which
Riva and Sciaccaluga passed from
one to the other, debuts at PAC with a
most curious, and slightly melancholic,
crossed exchange (the title of the exhibition, Nuovi realismi (New realisms),
was born years before as the plan for a
common show that was never made.
Then Riva, who should have curated
the Michetti 2007, put on his own show;
therefore, once arrested, he “handed
over” the show to Sciaccaluga, who
however died before being able to
inaugurate it). And, again at PAC next
year, the most beautiful of Sciaccaluga’s shows will arrive, even if it will unfortunately be a posthumous show, his
true critical dream: Festa Barocca
(Baroque Feast), where he intended,
with intelligent organization, to put
some of the best Italian painters of
the new generation side-by-side with
the greatest international names,
under the banner of Neo-baroque. In
this passage of witness from one pictorial generation to another, it appears that the long wave of Sciaccaluga’s work continues to go forth with
those who remain. And this, after all,
is the most beautiful gift that we
could all receive.
35
OFFICINA
MILANESE
—1998
38
OFFICINA MILANESE 1998
Officina milanese
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previus page,
catalogue cover:
OFFICINA MILANESE,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Edizioni Appiani Arte
Trentadue, Milano 1998
OFFICINA MILANESE
Arte Fiera, Bologna,
Galleria Appiani Arte
Trentadue,
gennaio 1998
MARCO PETRUS
Senza titolo , 1999
Tempera su carta
Tempera on paper
cm 30 x 40
Collezione
Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
In occasione di Arte e Fiera a Bologna, nel gennaio 1998, Alessandro Riva presenta una pubblicazione tascabile, più simile a un libretto di racconti
che a un catalogo d’arte, in cui introduce una situazione artistica già esistente a Milano, coniandone il nome
di Officina milanese.
Un luogo
non fisico, ma di scambi e di comunicazione,
in cui quattro pittori lombardi — Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco — quattro
artisti e quattro amici, si ritrovano a
parlare, a discutere e ad affrontare i
nodi irrisolti del loro lavoro.
Già dalla metà degli anni Ottanta i
quattro cominciano a dipingere, a lavorare e a uscire allo scoperto nell’ambiente artistico milanese; gradualmente iniziano a conoscersi e a
frequentarsi: prima Frangi e Velasco,
in seguito alla collettiva Artisti e scrittori organizzata nel 1984 alla Rotonda
della Besana, poi Petrus e Pignatelli,
entrambi invitati negli anni Novanta
alle stesse mostre collettive in Italia e
all’estero. Contestualmente si intensificano i rapporto d’amicizia, grazie all’avvicinamento degli studi (Frangi e
Pignatelli nei pressi di Porta Romana;
Petrus e successivamente Velasco in
zona Isola).
Tra i temi indagati, la città è inizialmente il punto di riferimento fondamentale per la formazione di quasi
tutti. Pignatelli e Petrus mostrano uno
sguardo altro, diverso dal consueto,
che si esercita sui luoghi fisici e immaginari della metropoli. Anche Frangi
inizia la sua ricerca dalla città, e precisamente dalla Milano delle periferie,
dei gasometri, dei cavalcavia e delle
tangenziali. Velasco invece esordisce
con paesaggi naturali, quelli del Lago
di Como e della Valtellina, finché intorno al 1997, il trasferimento dello studio da Bellano a Milano gli permette
un primo confronto con la città, che lo
porterà a partecipare, senza alcuna
forzatura, alla mostra Esterno città.
L’individuazione del cosiddetto “nocciolo duro” dell’Officina milanese è avvenuto, racconta Riva, per avvicinamento progressivo e casuale:
“cercando gli artisti che
meglio avrebbero rappresentato una certa
ricerca contempora-
MILANESE WORKSHOP
For the Arte e Fiera show in Bologna in
January 1998, Alessandro Riva is presenting a pocket edition, more similar
to a book of tales than an art catalogue, in which he is introducing an
artistic scene that already exists in Milan, for which he is coining the name
Officina milanese (Milanese workshop).
It is
not a physical place,
but rather a place of exchanges and communication, in which four Lombard pain-
ters, Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco, (four artists and four friends), get together to talk, to discuss and deal with
the unresolved hitches in their work.
The four had already started painting,
working and raising their profiles in the
Milanese artistic environment from the
middle of the Eighties. They gradually
started getting to know one another
and spending time together. First Frangi
and Velasco, after the group show
Artisti e scrittori (Artists and writers) put
on at the Rotonda della Besana in
1984, then Petrus and Pignatelli, who
were both invited to the same group
shows in Italy and abroad in the
Nineties. The friendships began to
intensify at the same time, thanks to
their studies becoming closer (Frangi
and Pignatelli in the Porta Romana
area; Petrus and then Velasco in the
Isola area).
Among the themes investigated, the
city is initially the principal point of reference for the formation of most of
them. Pignatelli and Petrus have a different way of looking at things from the
accepted standard, which they apply
to the physical and imaginary places
of the metropolis. Frangi also began his
study from the city, precisely the suburbs of Milan, and their gas towers, flyovers and ring-roads. Velasco, instead,
started his career with the natural landscapes of Lake of Como and Valtellina
until in about 1997, the transfer of his
studio from Bellano to Milan gave him
his first comparison with the city that
would bring him to participate with no
forcing in the show Esterno città (The
city’s outside).
Riva says that the identification of the
so-called “hard core” of the Officina
milanese came about through its
progressive, casual coming together.
1 A. Riva, Officina
milanese,
Edizioni Appiani Arte
Trentadue,
Milano 1998.
2 A. Riva, La riconquista
del segno, in
“Le carte dell’Officina
milanese”,
Skira, Milano 1999.
1 A. Riva, Officina
milanese,
Edizioni Appiani Arte
Trentadue,
Milan 1998.
2 A. Riva, La riconquista
del segno, in “Le carte
dell’Officina milanese”,
Skira, Milan 1999.
LUCA PIGNATELLI
Aereo , 2002
Olio su canapa
Oil on hemp
cm 31 x 42
Collezione privata,
Milano
nea sul paesaggio urbano, si è arrivati, quasi per esclusione, a isolare i quattro dell’Officina, e nessun altro”1.
L’Officina milanese, sosterrà ancora
Riva nel catalogo alla mostra Le carte
dell’Officina milanese, “non si configura se non come un gruppo, un sodalizio, un’accolita di artisti — al momento quattro, ma in futuro potenzialmente allargato ad altri — gruppo non
codificato e tantomeno voluto, e tuttavia già esistente nei fatti, se è vero
che pur nella completa autonomia di
lavoro si sono trovati spesso a fare,
progettare, pensare in comune, a
scambiarsi idee e consigli reciproci,
pur non rinunciando mai alla propria,
gelosissima individualità e al proprio
percorso autonomo, ben distinto l’uno
da quello degli altri”2. Oggi tuttavia le
strade dei quattro si sono definitivamente separate: le ricerche si sono
fatte sempre più individuali e personali e le poetiche hanno assunto risvolti
differenti, sebbene l’esperienza dell’Officina abbia avuto una parte importante nella formazione dei quattro.
“By seeking the artists
who would best represent a certain kind of
contemporary study on
urban landscape, the
four artists of the Officina came to be isolated almost by a process
of elimination, and noone else”1. Riva again claims in
the catalogue at the Le carte dell’Officina milanese (The Milanese Workshop papers) that the Officina milanese “only takes shape as a group, a
brotherhood, a company of artists, (at
the moment four, but in the future possibly opened up to others), a group
that is not codified and much less
sought out, and that nevertheless already exists in events, if it is true that
despite working in complete autonomy they have often found themselves
doing, planning, thinking in common,
exchanging reciprocal ideas and advice, and yet never renouncing their
own, jealously-guarded individuality
and their own autonomous path, each
one very distinct from the path of the
others”2. Nowadays the paths of the
four have nevertheless separated definitively. Their studies have continued
to become more individual and personal and the poetry has taken on different implications, even though the
experience of the Officina has played
an important part in the formation of
the four artists.
39
40
OFFICINA MILANESE 1998
LUCA PIGNATELLI
Nato nel / Born in 1962 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
TIFFANY, 1988
Tecnica mista su cartone / Mixed media on cardboard
cm 101 x 71
Collezione privata, Milano
OFFICINA MILANESE 1998
MARCO PETRUS
Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
CARSON PIRIE SCOTT, 1999
Olio e carboncino su carta intelata / Oil and charcoal on canvas-backed paper
cm 160 x 120
Collezione privata, Milano
41
42
OFFICINA MILANESE 1998
GIOVANNI FRANGI
Nato nel / Born in 1959 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
PAESAGGIO LUNATICO (SAN BERNARDINO), 1999
Olio su cartone riportato su tela / Oil on canvas-backed cardboard
cm 210 x 120
Courtesy Poggiali e Forconi, Firenze
OFFICINA MILANESE 1998
VELASCO
Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
CONTRAFFORTI, 1997
Matita su carta / Pencil on paper
cm 46 x 35
Collezione privata, Milano
43
CRONACHE
VERE
—1998
46
Cronache vere
CRONACHE VERE 1998
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
frontespizio del catalogo:
On previous page,
catalogue title page:
CRONACHE VERE,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Marcos y Marcos,
Milano 1998
CRONACHE VERE
Spazio Consolo, Milano
7 — 24 luglio 1998
Tutto l’odio del mondo
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
© arnet
De Agostini Rizzoli Periodici,
Milano 2001
SILVIA LEVENSON
Kill me softly , 1999
Vetro fuso in stampo aperto
Fused glass in open die
cm 25 x 16 x 4
Collezione privata, Milano
La realtà supera in continuazione il talento,
e la civiltà tira fuori ogni giorno personaggi che
fanno invidia a qualsiasi romanziere.
—Philip Roth
Cronache vere, titolo di una mostra
curata da Alessandro Riva nel 1998,
rimanda alla più nota intestazione della rivista popolare, a contenuto scandalistico, che di volta in volta getta in
pasto ai lettori le notizie più trash, violente e sensazionali, accompagnate
da immagini crude, dirette e oscene.
La citazione puntuale è necessaria
per introdurre una nuova tendenza
che, dall’inizio degli anni Novanta, ha
accomunato l’ultima generazione degli scrittori a quella degli artisti italiani:
il riferimento alla “cronaca” come a
una delle muse ispiratrici; la compenetrazione dei differenti ambiti linguistici — cinema, fumetto, televisione,
stampa —; l’attenzione alle modalità
con cui televisione, moda, pubblicità,
mezzi di comunicazione di massa filtrano la realtà, al punto che il critico
Gabriele Perretta ha coniato il termine
“medialismo”1.
Il genere “noir” è diventato sempre
più un sentimento diffuso che ha caratterizzato gli anni Novanta attraversando il cinema, la letteratura e la musica: dal romanzo di James Ellroy I miei
luoghi oscuri a Pulp Finction di Quentin Tarantino per arrivare a Natural
Born Killers di Oliver Stone dove la brama di spettacolarizzazione, più che
l’inclinazione alla violenza, viene esaltata dalla comunicazione mediale. In
questo senso è significativa la provocazione suscitata dalla mostra Sensation, allestita alla Royal Academy di
Londra nel 1997, in cui uscivano allo
scoperto le ricerche della Young British
Art ispirate a fatti di cronaca nera, dal
ritratto di un serial killer di bambini a
TRUE STORIES
Reality continually
exceeds talent,
and every day civilization
produces characters
who would make
any novelist envious.
—Philip Roth
The title of a show curated by Alessandro Riva in 1998, Cronache vere (True
Stories) refers to the very well-known
title of the popular sensationalist journal, which from time to time throws its
readers morsels of the trashiest, most
violent and shocking news stories, accompanied by crude, direct and
obscene images. Precise reference is
required to introduce a new trend that
since the early Nineties has united the
latest generation of writers with that of
Italian artists: reference to “news stories” as if to one of the inspirational
muses, the intermingling of different
linguistic spheres (cinema, comic strip,
television, press), the attention to way
that television, fashion, advertising,
mass media communications channels filter reality to such an extent that
the critic Gabriele Perretta has coined
the phrase “medialismo” ( medialism)1.
The “noir” genre has become an
increasingly widespread sentiment
that has characterised the Nineties
through cinema, literature and music,
from James Ellroy’s novel My Dark Places to Quentin Tarantino’s Pulp Fiction
right up to Oliver Stone’s Natural Born
Killers where the desire for creating a
spectacle, rather than the tendency
towards violence, is glorified by mass
media communications. In this sense
the provocation whipped up by the
Sensation exhibition, put on by the
Royal Academy in London in 1997, is
significant, a show that uncovered the
studies of Young British Art inspired by
events in crime reports, from the portrait of a serial killer of children to display cases of animals cut into sections, from images of the Virgin Mary
made out of elephant dung to the
LUCA MATTI
L’impermeabile
dell’assassino , 1998
Matita su carta
Pencil on paper
cm 21 x 29,7
Collezione privata,
Milano
teche di animali sezionati, dall’immagine della Vergine realizzata con sterco d’elefante alla scultura di un
cadavere. Se in questo caso si è trattato principalmente di un’operazione
di marketing promossa dal mago
della pubblicità Charles Saatchi,
1 Gabriele Perretta,
Medialismo, Politi Editore,
Milano 1993.
2 A. Riva,
Il fantasma del genere,
in “Sui generis”,
Medusa, Milano 2000.
3 Estetica del delitto,
a cura di L. Beatrice
e C. Perrella,
febbraio 1995,
Galleria Sergio Tossi,
Prato.
4 Tutto l’odio del mondo,
a cura di A. Riva,
14 dicembre 2001 —
6 gennaio 2002
Arengario, Milano.
1 Gabriele Perretta,
Medialismo,
Politi Editore, Milan 1993.
2 A. Riva, Il fantasma del
genere, in “Sui generis”,
Medusa, Milan 2000.
3 Estetica del delitto,
curated by L. Beatrice
and C. Perrella, Galleria
Sergio Tossi, Prato.
4 Tutto l’odio del mondo,
curated by A. Riva,
14th December 2001 —
6th January 2002
Arengario, Milan.
in
Italia si è formata una
vera e propria scuola
che assiste alla nascita di una “pittura di
genere dura, allo stesso tempo ironica e
spietata, per niente
politicamente corretta
e irridente di riti e miti
mediatico-moralisti” 2.
A fondarla sono artisti cresciuti con i
fumetti e i telefilm, artisti che hanno
seguito da vicino non solo le vicende
della scuola letteraria denominata
“pulp” o “cannibale”, ma anche la ricostruzione rigorosa e meticolosa di
molti giallisti (come Carlo Lucarelli nelle trasmissioni Blu Notte).
All’interno di questo versante va ricordato il progetto espositivo Estetica del
delitto3, curato da Luca Beatrice alla
Galleria Sergio Tossi di Prato, che ha
anticipato le ricerche figurative di artisti affascinati dalla scena del crimine
e del delitto o dalla suggestione estetica di fatti cronachistici.
Continua il filone la mostra Tutto l’odio
del mondo 4 che, in risposta a una
indagine della rivista ©arnet Arte sul
tema della violenza dell’11 settembre,
ripropone una serie di opere ispirate al
dramma del terrorismo e della guerra.
sculpture of a corpse. If in this case it
was mainly about a marketing operation promoted by the advertising genius Charles Saatchi,
in Italy a
true school has been
formed that helps create a “hard genre painting style, which is at the
same time ironic and
ruthless, not at all politically correct and derisive of the rituals and
myths of the media-moralists”2. Those who founded it
were artists raised on comic strips and
TV shows, artists who not only followed
the events of the literary schools
known as “pulp” or “cannibale” first
hand, but who also followed the thorough, meticulous reconstructions of
many crime writers (like Carlo Lucarelli
in the Blu Notte programmes).
Within this side of things, we should
mention the expositional project Estetica del delitto (Aesthetics of the crime)3, curated by Luca Beatrice at the
Galleria Sergio Tossi in Prato, which
revealed the figurative studies of
artists fascinated by crime and murder
scenes or by the aesthetic suggestion
of events in the news reports.
This trend continues with the Tutto l’odio del mondo (All the hate in the
world) 4 exhibition, which re-proposes
a series of works inspired by the
drama of terrorism and war, in response to a study by the journal
©arnet Arte on the subject of the brutality of September 11th.
47
48
CRONACHE VERE 1998
VELASCO
Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
OK O. J., 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 75 x 70
Collezione privata, Milano
CRONACHE VERE 1998
KLAUS MEHRKENS
Nato nel / Born in 1955 a / in Brema.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
O.J., 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 50 x 60
Collezione privata, Milano
49
50
CRONACHE VERE 1998
DANIELE GALLIANO
Nato nel / Born in 1961 a / in Pinerolo (To).
Vive e lavora a / Lives and works in Torino.
TRITTICO DEL NERVOSO, 1995
Olio su tela / Oil on canvas
cm 30 x 30, cm 40 x 40, cm 50 x 50, trittico / triptych
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
CRONACHE VERE 1998
SILVIA LEVENSON
Nata nel / Born in 1957 a / in Buenos Aires.
Vive e lavora a / Lives and works in Vigevano (Pv).
SONO UNA SIGNORA, IO, 1999
Vetro in lastra con rete metallica inclusa
Sheet glass with inner metallic grille
cm 30 x 25 x 8
Collezione privata, Milano
51
52
CRONACHE VERE 1998
ALESSANDRO BAZAN
Nato nel / Born in 1966 a / in Palermo,
dove vive e lavora / where he lives and works.
CRONACHE VERE 1998
MARCO CINGOLANI
Nato nel / Born in 1961 a / in Como.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
ZOMBIE CHE SI TOGLIE LA VITA, 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 180 x 150
Collezione privata, Milano
INTERVISTA, 1989
Olio su tela / Oil on canvas
cm 185 x 185
Collezione privata, Milano
53
54
CRONACHE VERE 1998
BRUNO ZANICHELLI
(1963 — 1990)
Ha vissuto e lavorato a / He lived and worked in Torino.
SACRO SACRO, SACRO PROFANO, PROFANO POLITICO, 1988
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 50 x 80 ciascuno / each, polittico / polyptych
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
CRONACHE VERE 1998
VICTOR KASTELIC
Nato nel / Born in 1964 a / in Salt Lake City (Utah, USA).
Vive e lavora a / Lives and works in Torino.
THE SITTING ROOM, 1995
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 140
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
55
IL NUOVO
RITRATTO IN
ITALIA
—1998
LA FANTASCIENZA
—1999
2OOO
70
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
La fantascienza
ADRIAN TRANQUILLI
CHIARA CANALI
A pagina precedente, in alto,
copertina del catalogo:
On previous page, up,
catalogue cover:
ESSI VIVONO, UN OMAGGIO
AL CINEMA DI FANTASCIENZA
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Galleria Ferrari Arte Moderna
e Contemporanea,
Rivergaro (Pc) 1999
ESSI VIVONO
Casa del Popolo,
Rivergaro (Pc)
8 — 31 maggio 1999
In basso,
copertina del catalogo:
Bottom,
catalogue cover :
TRAPASSATO FUTURO
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Cartiere Vannucci Edizioni,
Milano 2000
TRAPASSATO FUTURO
Cartiere Vannucci, Milano
4 maggio — 4 giugno 2000
1 Science-Fiction
fu un’esposizione realizzata
con le opere della collezione
di Pierre Versins,
un mecenate svizzero che
nel 1952 aveva fondato
nella Svizzera del Canton
Vaud la “Maison d’Ailleurs”,
la casa dell’altrove.
Science-Fiction, curata da
H. Szeeman, venne
organizzata al Kunsthalle
di Berna nel 1967 e nello
stesso anno anche a Parigi,
nel Museo delle arti
decorative, e a Dusseldorf
l’anno seguente.
1 Science-Fiction was
an exposition produced with
the works from the collection
of Pierre Versins, a Swiss
dealer who founded the
“Maison d’Ailleurs”,
the elsewhere house
in Switzerland in the Vaud
Canton in 1952.
Science-Fiction, curated by
H. Szeeman, was organized
at the Berne Kunsthalle
in 1967 and in the same year
in Paris, at the Museum
of Decorative Arts, and in
Dusseldorf the following year.
Nato nel / Born in 1966 a / in Melbourne.
Vive e lavora a / Lives and works in Roma.
Alle soglie del terzo millennio, nel passaggio nodale tra un secolo e un millennio, quando alle profezie dell’Apocalisse si sono sommate quelle di Nostradamus che preannunciavano una
catastrofica fine epocale, si sono intensificate anche le forme pubblicitarie che promuovevano aspettative e
speranze rispetto a un futuro diverso e
migliore, dove l’avanzamento delle
conoscenze medico-scientifiche andava di pari passo con lo sviluppo dei
nuovi processi di biotecnologia, clonazione genetica e robotizzazione.
In questo panorama,
gli artisti
si sono sempre più
confrontati con i temi
della fantascienza, da
un lato affascinati e ossessionati dai miti cinematografici, letterari
e visivi che sono dilagati in questi decenni
(da L’invasione degli Ultracorpi a
2001: Odissea nello spazio, da Fog a
Blade Runner, da Lo Squalo a Essi vivono), dall’altro stimolati criticamente a irridere e ironizzare sarcasticamente sui falsi
miti del progresso, sulle banalità e sui
luoghi comuni della visione futuristica.
Sul filone di simili progetti artistici
organizzati all’estero, come la mostra
Science-Fiction 1 curata da Harald
Szeemann nel 1967, anticipatrice di
tutta una corrente sul genere della
fantascienza, sono nate a cavallo del
Duemila, una dietro l’altra, due mostre: Essi vivono , a cura di Maurizio
Sciaccaluga, che presenta, in omaggio al cinema di fantascienza, una serie di opere scultoree nate dalla suggestione dell’ignoto e dell’inaspettato, accompagnate da un’inedita antologia di racconti di fantascienza;
Trapassato Futuro , a cura di Alessandro Riva, che rimescola le carte tra
passato, presente e futuro e propone
le ricerche paradossali di artisti che
ambientano in un tempo alieno le
proprie visioni e utopie.
SCIENCE FICTION
On the threshold of the Third Millenium,
in the critical passage between a century and a millenium, when the prophesies of Nostradamus announcing a catastrophic epochal end were added to
the prophesies of the Apocalypse,
there was also an intensification of the
forms of advertising that promoted
hopes and expectations for a different
and better future, where the advance
of medical and scientific knowledge
would keep pace with the development of new processes of biotechnology, genetic cloning and automation.
In this panorama,
the artists
have been dealing more and more with
themes of science fiction, on the one hand
fascinated and obsessed with the cinematographic, literary and visual myths that have
been spreading in recent decades (from Invasion
of the Bodysnatchers to 2001: A space
odyssey, from The Fog to Blade Runner,
from Jaws to They Live), and on the
other hand critically stimulated to deride and sarcastically mock the false
myths of progress, on the banalities
and cliché of futuristic vision.
On the same vein of similar artistic projects organized abroad, such as the
Science-Fiction1 exhibition curated by
Harald Szeemann in 1967, forerunner of
a whole trend on the genre of science
fiction, two shows have come about at
the turn of the year 2000, one after the
other. The first is Essi vivono (They Live),
curated by Maurizio Sciaccaluga, who,
in homage to science fiction cinema,
presents a series of sculptural works
born out of the suggestion of the unknown and unexpected, accompanied by an inedited anthology of science fiction tales. The second is Trapassato Futuro (Past Perfect Future),
curated by Alessandro Riva, who shuffles the cards between past, present
and future and proposes paradoxical
studies of artists who set their own visions and utopias in an alien time.
YODA – THE DAY AFTER, SANTIAGO DE COMPOSTELA, SPAIN, 1998
Tecnica mista / Mixed media
cm 200 x 40 x 44
Collezione Raffaella e Stefano Sciarretta, Roma
71
72
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
KARIN ANDERSEN
Nata nel / Born in 1966 a / in Burghausen (Germania).
Vive e lavora a / Lives and works in Bologna.
SENZA TITOLO (INSETTOIDI), 2000
Acrilico e stampa digitale su tela
Acrylic and digital print on canvas
cm 100 x 120
Collezione privata, Milano
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
PROFESSOR BAD TRIP
(1963 — 2006)
Ha vissuto e lavorato a / He lived and worked in La Spezia.
EL TOPO (OMAGGIO A JODOROWSKY), 2001
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 50 x 50
Collezione privata Jena Filaccio, La Spezia
73
74
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
FULVIO DI PIAZZA
Nato nel / Born in 1969 a / in Siracusa.
Vive e lavora a / Lives and works in Palermo.
SUPERVILLAGE, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 220 x 200
Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
DARIO GHIBAUDO
Nato nel / Born in 1955 a / in Cuneo.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
MUSEO DI STORIA INNATURALE, SALA XI – I DIORAMI
“Il faut écouter pour entendre”, 1999
Legno, vetro, poliuretano, resine, pigmenti
Wood, glass, polyurethane, resins, pigments
cm 300 x 185 x 150
Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea
di Trento e Rovereto, Fondazione VAF
75
76
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
ALEX PINNA
Nato nel / Born in 1967 a / in Imperia.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
LUCA MATTI
Nato nel / Born in 1964 a / in Firenze.
Vive e lavora a / Lives and works in Montespertoli (Fi).
MUMBLE MUMBLE, 1997
Acrilico su resina, borotalco / Acrylic on resin, talcum powder
Misure variabili / various sizes
Collezione privata, Milano
SENZA TITOLO, 2000
Acrilico e smalti su tela / Acrylic and enamel on canvas
cm 130 x 170
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
77
78
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
VITTORIO VALENTE
Nato nel / Born in 1954 a / in Asti.
Vive e lavora a / Lives and works in Genova.
FAGI, 2006
Silicone colorato e ferro, installazione
Coloured silicon and iron, installation
cm 120 x 25 x 25, cm 90 x 60 x 60
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
CORRADO BONOMI
Nato nel / Born in 1956 a / in Novara,
dove vive e lavora / where he lives and works.
GODZILLA, 1996
Pneumatico, led rossi, altoparlante / Tyre, red LEDs, loudspeaker
cm 150 x 80 x 130
Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova
79
80
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
LA FANTASCIENZA 1999 2OOO
ULTRAPOP
ULTRAPOP
Il gruppo si è formato nel 1995 a Milano.
The group consists of 1995 in Milan.
DARIO ACIDIACONO
Nato nel / Born in 1967 a Catania.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
CHI TROPPO CHI NIENTE, 1999
Tecnica mista su tela
Mixed media on canvas
cm 100 x 200
GIORDANO CURRERI
Nato nel / Born in 1967 a / in Genova.
Vive e lavora a
Lives and works in Milano.
HAPPY TOGETHER, 2000
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
cm 60 x 50
ANTONIO SORRENTINO
Nato nel / Born in 1969 a / in Catania,
dove vive e lavora
where he lives and works.
CLOWNS ON MARS, 1999
Acrilico su plexiglas
Acrylic on plexiglas
cm 50 x 70
SANDRA VIRLINZI
Nata nel / Born in 1973 a / in Catania.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
MECCANOMAN
TURNS MAD, 2000
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
cm 70 x 100
81
58
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
Il nuovo ritratto in Italia
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Electa, Milano 1998
IL NUOVO RITRATTO
IN ITALIA
Spazio Consolo, Milano
30 ottobre —
2 dicembre 1998
Il ritratto nella storia dell’arte italiana è
sempre stato un genere tra i più visitati:
si pensi alla moda dei ritratti su commissione che dall’epoca rinascimentale
arriva fin ai nostri giorni, passando attraverso la lettura fisiognomica e psicosomatica che Flavio Caroli attribuisce
ai capolavori dell’arte, dal Cinquecento in poi, nell’importante rassegna L’Anima e il Volto. Ritratto e fisiognomica
da Leonardo a Bacon, in cui il termine
“ritratto” viene inteso non solo come
genere ma anche come percezione di
se stessi, del proprio corpo e del proprio volto.
Con la mostra Il nuovo ritratto in Italia,
a fine anni Novanta, Alessandro Riva
dimostra l’attendibilità, da parte dei
giovani artisti, di
THE NEW PORTRAIT
IN ITALY
The portrait has always been one of
the most examined genres in the history of Italian art. Think about the trend
for commissioned portraits that stretches from the Renaissance up to our times, passing through the physiognomical and psychosomatic interpretation
that Flavio Caroli ascribes to the great
works of art, from the sixteenth century
onwards, in his important review L’Ani-
una nuova
riappropriazione metaforica e simbolica del
genere del ritratto, per
riflettere sui problemi
dell’identità dell’uomo.
GIULIO DURINI
Rio , 2005
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 80
Courtesy Italian Factory,
Milano
Icone del volto ,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Il Polittico, Roma 1998
Gli artisti hanno restituito un “lavoro sull’immagine dell’uomo — che si tratti di
un’immagine apparentemente classica (pittura e scultura, of course), o più
che mai, anche esteriormente, ‘contemporanea’ (computer art, fotografia
digitale, ecc…). Perché è l’uomo, e il
corpo dell’uomo oggi — dall’arte, alla
scienza, alla letteratura — a essere uno
dei principali oggetti del dibattito contemporaneo”1.
La rappresentazione fisica e materiale
dell’uomo, secondo Riva, non è altro
che una modalità congeniale all’artista per riflettere sul problema dell’identità:
ma e il Volto. Ritratto e fisiognomica
da Leonardo a Bacon (The Soul and
the Face. Portrait and physiognomy
from Leonardo to Bacon), in which the
term “portrait” is intended not only as
a genre but also as a perception of
ourselves, our own bodies and faces.
At the end of the Nineties, with the
show Il nuovo ritratto in Italia (The new
portrait in Italy), Alessandro Riva demonstrates how much young artists
are relying on a new meta-
identità generazionale o individuale, sociale o affettiva, sessuale o allegorica, a seconda della lettura
dell’uno o dell’altro ar- phoric and symbolic repossession of the genre
tista.
of portrait to reflect on
Questo “ritorno al ritratto”, preceduto
the problems of the
all’estero da alcune esperienze come
identity of Man. The artists
la mostra The Portrait Now, tenutasi alla
National Portrait Gallery di Londra nel
1994, ha preso sempre maggior vigore
nella situazione artistica italiana, attraverso una pittura incentrata sulla figura
umana, libera dai canoni della ritrattistica e alleggerita dalle pulsioni carnali del corpo (dalla mostra Figura/zione 2
allo Studio Forni di Milano a Figuralia 3,
a Sassuolo (Mo) entrambe a cura di
have revived a “work on the image of
Man, which is about a seemingly classical image (painting and sculpture, of
course), or increasingly “contemporary”, even on the outside, (computer
art, digital photography, and so forth).
Because Man, and Man’s body today,
(from art to science and literature), is
one of the main subjects of the con-
1 A. Riva, Il nuovo ritratto.
Rinascita di un (non)
genere, in “Il nuovo ritratto
in Italia”,
Electa, Milano 1998.
2 Figura/zione,
a cura di A. Riva,
novembre 2001—
gennaio 2002,
Studio Forni, Milano.
3 Figuralia, a cura di A. Riva,
marzo-aprile 2002,
Annovi Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo).
4 Italian Factory.
La nuova scena artistica
italiana, a cura di A. Riva, giugno-ottobre 2003,
Istituto S. Maria
della Pietà, Venezia;
luglio-novembre 2003,
Parlamento Europeo,
Strasburgo.
5 15 volte 1 volto,
a cura di Chiara Canali,
14 settembre-14 ottobre 2006,
Spazioinmostra, Milano.
1 A. Riva, Il nuovo ritratto.
Rinascita di un (non) genere,
in
“Il nuovo ritratto in Italia”,
Electa, Milan 1998.
2 Figura/zione,
curated by A. Riva,
November 2001—
January 2002,
Studio Forni, Milan
3 Figuralia, curated by A.
Riva, March-April 2002,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo)
4 Italian Factory.
La nuova scena artistica
italiana, curated by
A. Riva, June-October
2003, Istituto S. Maria della
Pietà, Venice; JulyNovember 2003, European
Parliament, Strasbourg.
5 15 volte 1 volto, curated
by Chiara Canali,
14th September-14th October
2006, Spazioinmostra, Milan.
Alessandro Riva). Dalla figura umana si
è passati all’indagine del volto, con la
sezione Volti all’interno del progetto artistico Italian Factory. La nuova scena
artistica italiana 4, per arrivare alla recentissima 15 volte 1 volto 5, da me curata, dove il ritratto diventa l’incontro
con uno sguardo, come pratica con
cui l’artista indaga la psicologia e l’interiorità del soggetto per farne emergere un’immagine inconsueta o inaspettata.
In questa sezione è raccolta una selezione degli artisti che avevano partecipato all’iniziale progetto espositivo de Il
nuovo ritratto in Italia, e che ancora
oggi, a distanza di una decina d’anni,
affrontano il genere del ritratto con la
specificità dei linguaggi, delle tecniche e dei riferimenti culturali propria di
ognuno di essi.
temporary debate”.1
According to Riva, the physical and
material representation of Man is nothing other than a convenient way for
the artist to consider the problem of
identity:
generational or individual, social or emotional, sexual or allegorical identity, according
to the interpretation of
one artist or another.
This “portrait revival”, preceded
abroad by several experiences such
as The Portrait Now show, held at the
National Portrait Gallery in London in
1994, has kept on gaining strength in
the Italian artistic scene, through a
style of painting focused on the
human form, free of the canons of portrait painting and relieved of the carnal urges of the body (from the
Figura/zione 2 show at the Studio Forni
in Milan to Figuralia 3, in Sassuolo (Mo),
both of which were curated by Alessandro Riva). We have moved on from
the human figure to the study of the
face, with the section Volti (Faces)
within the artistic project Italian
Factory. La nuova scena artistica italiana 4, to reach the very recent 15
volte 1 volto (15 faces 1 face)5, which
I curated, where the portrait becomes
an encounter with the eyes, like a
technique with which the artist probes
the psychology and inner being of the
subject in order to make an unusual,
unexpected image emerge.
This section gathers together a selection of artists who participated in the
initial expositional project of Il nuovo ritratto in Italia, and who today, ten
years on, are still confronting the genre
of the portrait with the specific nature
of the languages, techniques and cultural references unique to each individual artist.
Figuralia,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2002
59
60
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
GIULIO DURINI
Nato nel / Born in 1964 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
CRISTIANA, 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 150 x 100
Collezione privata, Milano
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
BERNARDO SICILIANO
Nato nel / Born in 1969 a / in Roma.
Vive e lavora a / Lives and works in New York.
MARCO 3, 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 60 x 88
Collezione privata, Vicenza
61
62
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
ALBERTO CASTELLI
Nato nel / Born in 1970 a / in Torino,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SABINE I, 1998
Olio su lino
Oil on linen
cm 191 x 144
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
ALESSANDRO PAPETTI
Nato nel 1958 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
OMAGGIO A NAN GOLDIN, 1998
Olio su tela
Oil on canvas
cm 143 x 100
63
64
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
MATTEO BASILÉ
Nato nel / Born in 1974 a / in Roma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
ISWRITTEN, 2001
Stampa digitale su alluminio / Digital print on aluminium
cm 174 x 120
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
FEDERICO LOMBARDO
Nato nel / Born in 1970 a / in Castellammare di Stabia (Na).
Vive e lavora a / Lives and works in Marigliano (Na).
RAGAZZA, 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 70
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
65
66
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
GIOVANNI LA COGNATA
Nato nel / Born in 1954 a / in Comiso (Rg),
dove vive e lavora / where he lives and works.
LUISA (FIGURA CHE MANGIA), 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 140 x 120
Courtesy Galleria Forni, Bologna
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998
ANDREA MARTINELLI
Nato nel / Born in 1965 a / in Prato,
dove vive e lavora / where he lives and works.
L’UOMO CON LA TUTA NERA, 1995
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 180 x 120
Courtesy Museo Frissiras, Atene
67
LA RIDEFINIZIONE
DEI GENERI
—2OOO
84
La ridefinizione dei generi
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
manifesto della mostra:
On previous page,
exhibition poster:
SUI GENERIS. DAL RITRATTO
ALLA FANTASCIENZA.
LA RIDEFINIZIONE
DEL GENERE NELLA NUOVA
ARTE ITALIANA,
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Medusa, Milano 2000
SUI GENERIS
PAC, Milano
30 novembre 2000 —
11 febbraio 2001
OMAR GALLIANI
Sutra , 1999
Matita e oro su tavola
Pencil and gold on board
cm 200 x 200, dittico / diptych
Courtesy
Cardelli & Fontana
Arte Contemporanea,
Sarzana (Sp)
MARCO CORNINI
Una coppia , 1999
Terracotta / Terracotta
cm 34,5 x 30 x 11
Collezione privata, Milano
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI
MARCO PETRUS
Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
Nel 1999 Harald Szeeman, nel suo testo programmatico alla 48 a Biennale
di Venezia, affermava che nell’arte
contemporanea non si usa più la distinzione in generi, stili, tecniche. L’anno dopo Alessandro Riva organizzava
l’esposizione Sui generis al PAC di Milano per mostrare come al contrario
di quanto si stava affermando in
ambito internazionale, gli artisti sentivano l’esigenza di lavorare inquadrando le loro ricerche nelle griglie
offerte dai generi tradizionali.
“Negli ultimi anni — afferma Riva —
molti artisti italiani
hanno ricominciato a
lavorare su alcuni temi portanti. E lo hanno fatto utilizzando
appunto una chiave,
un grimaldello, un’arma fondamentalmente impropria — quella del genere appunto — per tornare
ad intervenire non su
questioni linguistiche,
o formali, né su domande e dubbi autoreferenziali e tutti
interni al sistema dell’arte”1, ma piuttosto sulla “realtà”, la
vita che ci circonda.
Questa tesi, già da tempo sostenuta
dal critico in progetti e mostre precedenti, prevede l’innesto, all’interno
delle categorie tradizionali del ritratto,
del paesaggio e della natura morta,
di nuovi generi come il noir, la fantascienza e il porno.
Le otto sezioni di questa mostra ( Luoghi, Scenari Futuri, Science-Painting,
Contaminazioni, Still Life & Feticci alla
moda, Ellroy & Co., Peep Show, Il nuovo ritratto) raggruppavano una serie
di artisti tra i più significativi sulla scena artistica italiana insieme ad altri
allora emergenti, che ho qui selezionato a rappresentare i diversi sviluppi
tematici, mentre ho aggiunto la sezione de Il grande disegno, originalmente non prevista, per rappresentare la
ricerca di Omar Galliani, maestro indiscusso di questo linguaggio da sempre alla base di ogni forma e creazione artistica.
THE REDEFINITION
OF GENRES
In 1999 Harald Szeeman claimed in his
programme text at the 48th Venice
Biennial that the distinction of genres,
styles and techniques is no longer
used in contemporary art. The following year Alessandro Riva organized
the Sui generis exhibition at PAC in Milan to demonstrate how, on the contrary to what people on the international circuit were saying, the artists
felt the need to work setting their studies against the frameworks that the
traditional genres offered.
“In recent years”, states Riva, “many
Italian artists have begun to work on
several principal supporting themes.
And they have actually done this
using a key, a lockpick, a fundamentally inappropriate weapon, to be precise the weapon of genre, to go back
to working not on linguistic or formal
questions, self-referential questions
and doubts all within the system of
art”1, they have rather gone back to
working on “reality”, the life that surrounds us.
This theory, which the critic has already upheld for some time in previous projects and shows, foresees the
grafting together of new genres such
as noir, science fiction and porn within
the traditional categories of the portrait, landscape and still life.
The eight sections of this show (Places,
Future Scenarios, Science-Painting,
Contaminations, Still Life & Fashion
Fetishes, Ellroy & Co., Peep Show, The
New Portrait) grouped together some
of the most important artists of the
Italian artistic scene with others who
are still breaking through, who I have
selected here to represent the different thematic developments, while I
have added The Grand Design section, which was not in the original
plans, in order to represent the study
of Omar Galliani, undisputed maestro
of this language that has always been
at the basis of every artistic form and
creation.
1 A. Riva, Il fantasma del genere,
in “Sui generis”, Medusa, Milano, 2000.
1 A. Riva, Il fantasma del genere,
in “Sui generis”, Medusa, Milan, 2000.
PALAZZO MONTECATINI, 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 115
Collezione privata, Milano
85
86
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI
GIOVANNI FRANGI
Nato nel / Born in 1959 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
VISTA FREDDA, 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 160
Courtesy Poggiali e Forconi, Firenze
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI
LUCA PIOVACCARI
Nato nel / Born in 1963 a / in Cesena,
dove vive e lavora / where he lives and works.
PERIFERIE, 1999-2000
Trasporto fotografico su pellicola / Photographic transfer onto film
cm 170 x 180
Courtesy Della Pina Arte Contemporanea, Pietrasanta (Lu),
Romberg Arte Contemporanea, Roma
87
88
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI
LUCA PIGNATELLI
Nato nel / Born in 1962 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
FERROVIA, 2002
Tecnica mista su carta intelata
Mixed media on canvas-backed paper
cm 31 x 42
Collezione privata, Milano
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI
ALDO DAMIOLI
Nato nel / Born in 1952 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
VENEZIA – NEW YORK, 2000
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 130 x 180
Collezione privata Marco Cattaneo,
Cannobio (Vb)
89
90
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI
FRANCESCO DE GRANDI
Nato nel / Born in 1968 a / in Palermo.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI
ANDREA ZUCCHI
Nato nel / Born in 1964 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
TRITTICO, 2000
Olio su lino / Oil on linen
cm 312 x 200
Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea
di Trento e Rovereto, Fondazione VAF
SABOK, 1999
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 150
Collezione privata, Milano
91
92
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI
ENRICO LOMBARDI
Nato nel / Born in 1958 a / in Meldola (Fo),
dove vive e lavora / where he lives and works.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCIENCE–PAINTING
CRISTIANO PINTALDI
Nato nel / Born in 1970 a / in Roma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
LA SEDUZIONE DEL NULLA, 1995
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 190 x 120
Collezione privata Roberto Giusti, Cento (Fe)
MARZIANI, 2000
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 195 x 265
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
93
94
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —CONTAMINAZIONI
ENRICO T. DE PARIS
Nato nel / Born in 1960 a / in Mel (Bl).
Vive e lavora a / Lives and works in Torino.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —CONTAMINAZIONI
PAOLO LEONARDO
Nato nel / Born in 1973 a / in Torino,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SENZA TITOLO, 2002
Tecnica mista su manifesto / Mixed media on poster
cm 140 x 100
Collezione privata, Milano
WELCOME, 1994
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 180 x 450, 120 pezzi / pieces, polittico / polyptych
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
95
96
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI
ANTONELLA MAZZONI
Nata nel / Born in 1957 a / in Fiorenzuola d’Arda (Pc).
Vive e lavora a / Lives and works in Parma.
STORIA DELL’ARTE IN GERMANIA, 1991
Smalto su tela / Enamel on canvans
cm 15 x 12 ciascuno / each, polittico / polyptych
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI
SANTOLO DE LUCA
Nato nel / Born in 1960 a / in Napoli,
dove vive e lavora / where he lives and works.
LE DISOCCUPATE ORGANIZZATE, 1993
Olio su cartone sagomato / Oil on shaped cardboard
cm 200 x 200
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
97
98
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI
CHIARA
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL GRANDE DISEGNO
OMAR GALLIANI
Nata nel / Born in 1976 a / in Varese.
Vive e lavora a / Lives and works in Roma.
Nato nel / Born in 1954 a / in Montecchio Emilia (Re),
dove vive e lavora / where he lives and works.
FLEURS–CLAIRE PARFUM, 2006
C-print, cm 120 x 120
Stampa digitale, tecnica mista e plexiglas
Digital print, mixed media and plexiglas
cm 25 x 25 x 25
MANTRA, 1998
Matita su tavola, valigia, acciaio
Pencil on board, bag, steel
cm 179 x 65 x 65
Courtesy Cardelli & Fontana
Arte Contemporanea, Sarzana (Sp)
99
100
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO.
MAX ROHR
Nato nel / Born in 1960 a / in Bolzano.
Vive e lavora a / Lives and works in Firenze.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO.
PAOLO SCHMIDLIN
Nato nel / Born in 1964 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SERIAL JOAN, 2000
Terracotta policroma / Polycrome terracotta
cm 90 x 40 x 40
Collezione privata, Milano
BAD BOYS, 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 180 x 240
Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze
101
102
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO.
SIMONE RACHELI
Nato nel / Born in 1966 a / in Firenze.
Vive e lavora a / Lives and works in Parma.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO.
PAUL BEEL
Nato nel / Born in 1970 a / in Westlake (Ohio, USA).
Vive e lavora a / Lives and works in Firenze.
CLEANER, 1999
Vetroresina, tessuti, plastica, smalti
Fibreglass, fabrics, plastic, enamels
cm 100 x 60 x 60
Collezione privata, Milano
SENZA TITOLO, 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 120
Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova
103
104
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW
NICOLA VERLATO
Nato nel / Born in 1965 a / in Verona.
Vive e lavora a / Lives and works in New York.
TRAVESTA N°5, 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 104
Collezione Ettore Marchina, Brescia
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW
PAOLA GANDOLFI
Nata a / Born in Roma,
dove vive e lavora / where she lives and works.
APPARIZIONE DI SIGNORINA, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 125
Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea
di Trento e Rovereto, Fondazione VAF
105
106
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW
PAOLO CASSARÀ
Nato nel / Born in 1968 a / in Monreale (Pa).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW
ANTONELLA BERSANI
Nata nel / Born in 1962 a / in Milano,
dove vive e lavora / where she lives and works.
CATTOLICO FRENETICO SMANIOSO ECCITANTE, 2000
Terracotta dipinta, pasta di cellulosa, legno
Painted terracotta, cellulose paste, wood
cm 127,5 x 160 x 120
Collezione privata, Milano
CORPO N. 40, 1999
Olio su resina, velluto, legno e gommapiuma
Oil on resin, velvet, wood and foam rubber
cm 75 x 65 Ø
Courtesy B&D Studio, Milano
107
108
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW
BARBARA NAHMAD
Nata nel / Born in 1967 a / in Milano,
dove vive e lavora / where she lives and works.
GEMMA, 2001
Olio e smalto su tela / Oil and enamel on canvans
cm 140 x 100
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO
ALFREDO CANNATA
Nato nel / Born in 1961 a / in Adrano (Ct).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
SOGGETTI NON IDENTIFICATI, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 140 x 110
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
109
110
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO
VALENTINA D’AMARO
Nata nel / Born in 1966 a / in Massa.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
SENZA TITOLO, 2001
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 120 x 90
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO
FLORENCIA MARTINEZ
Nata nel / Born in 1962 a / in Buenos Aires.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
GESÙ FATE LUCE IV, 2000
Stampa a getto d’inchiostro su tessuto / Ink jet print on fabric
cm 60 x 40
Courtesy Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
111
PALERMO
BLUES
—2OO1
114
PALERMO BLUES 2OO1
Palermo Blues
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
PALERMO BLUES
Danilo Montanari Editore,
Verona 2001
PALERMO BLUES
Cantieri Culturali alla Zisa,
Palermo
22 giugno — 12 luglio 2001
FRANCESCO DE GRANDI
Senza titolo , 2002
Carboncino su carta
Charcoal on paper
cm 70 x 100
Collezione Fabbrica Borroni,
Bollate (Mi)
1 M. Sciaccaluga,
Un Fragonard
alla Groucho Marx,
in “Palermo Blues”,
Cantieri Culturali
alla Zisa, Palermo 2001.
2 Ibidem.
1 M. Sciaccaluga,
Un Fragonard
alla Groucho Marx,
in “Palermo Blues”,
Cantieri Culturali
alla Zisa, Palermo 2001.
2 Ibidem.
La Nuova Scuola Palermitana (così il
nome diffuso da giornali e stampa
specializzata) è un fenomeno che è iniziato a crescere a metà degli anni
Novanta, riunendo le ricerche di quattro artisti che a Palermo sono nati e
che qui hanno passato la loro adolescenza e parte della loro giovinezza:
Bazan, De Grandi, Di Marco, Di Piazza.
La mostra Palermo Blues, la prima che
li vede tutti e quattro assieme e li consacra in Sicilia nel 2001, avviene nel
momento in cui la loro storia individuale d’artisti e quella di gruppo è ormai arrivata a un punto di svolta, quando ognuno sta per prendere una strada artistica personale e connotata.
Tuttavia
questa scuola, la
più “genuina, sanguigna, spettacolare, spontanea tra quelle manifestatesi a cavallo tra i
due secoli”1, che è inizialmente partita dallo
studio comune in via
Gemmellaro a Palermo, ha raccolto un gruppo di artisti
a cui avrebbero poi fatto riferimento
le nuove generazioni del territorio.
Benché i punti di riferimento di ognuno siano differenti, due sono gli elementi che hanno unito la loro storia:
da un lato il richiamo al mito come dimensione a cui ricondurre tutte le storie noir, a fumetti, visionarie o iperrealistiche; dall’altro l’utilizzo di un linguaggio colto e antico, raffinato e difficile
come quello della pittura. La forte
componente immaginifica e simbolica, unita a riferimenti bassi e quotidiani, ha dato vita a immagini paradossali e al limite dell’impossibile, che li ha
portati a forzare la lettura del reale
senza perdere di vista la verosimiglianza, “in questo essere insieme attenti al
dettaglio del qui-ed-ora e perennemente in viaggio verso i confini dell’assurdo, del fuori scala, dell’orrido,
del mostruoso, del barocchismo esasperato di situazioni e folli dettagli anatomici e architettonici”2.
PALERMO BLUES
The Nuova Scuola Palermitana (the
name thus spread about by the
papers and specialist press) is a phenomenon that started growing in the
mid-Nineties, bringing together the
studies of four artists born in Palermo
and who spent their adolescence and
part of their youth there: Bazan, De
Grandi, Di Marco and Di Piazza.
The Palermo Blues show, the first to see
all four together and recognizes them
in Sicily in 2001, is taking place just as
their individual history as artists and
the history of the group has reached a
turning point, when each artist is
about to take a personal and distinctive artistic path.
Nevertheless this school,
the most “genuine,
bloody, spectacular and
spontaneous among the
that have appeared at
the turn of the two centuries”1, which initially started out from the shared
studio in via Gemmellaro in Palermo, has brought together a group of artists to whom the
new generations of this territory will
then refer. Although the reference
points of each are different, there are
two elements that have united their
history: on the one hand, reference to
the myth as a dimension to which all
noir, comic strip, visionary or hyperrealistic stories can be traced back;
on the other hand the use of a cultured, ancient language, that is refined and difficult like the language of
painting. The strong imaginative and
symbolic element, combined with
base, day-to-day references has given life to paradoxical images that
border on the impossible, which have
led them to force interpretation of
what is real without losing sight of
verisimilitude, “in this both paying
attention to the detail of the hereand-now and perpetually on a voyage towards the limits of the absurd,
off-the-scale, horrid, monstrous, exasperated Baroquism of situations and
insane anatomical and architectural
details”2.
In questa pagina,
disegni e quadri
di Alessandro Bazan,
Francesco De Grandi,
Andrea Di Marco
e Fulvio Di Piazza,
tratti dal catalogo
Palermo Blues .
On this page are
drawings and paintings
by Alessandro Bazan,
Francesco De Grandi,
Andrea Di Marco and
Fulvio Di Piazza,
from the catalogue
Palermo Blues .
115
116
PALERMO BLUES 2OO1
FRANCESCO DE GRANDI
Nato nel / Born in 1968 a / in Palermo.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
TARAHUMARA, 1999
Olio su tela / Oil on canvas
cm 150 x 150
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
PALERMO BLUES 2OO1
ANDREA DI MARCO
Nato nel / Born in 1970 a / in Palermo,
dove vive e lavora / where he lives and works.
TERRA DI NESSUNO, 2001
Olio su tela / Oil on canvas
cm 110 x 120
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
117
118
PALERMO BLUES 2OO1
ALESSANDRO BAZAN
Nato nel / Born in 1966 a / in Palermo,
dove vive e lavora / where he lives and works.
FAMIGLIA ALIENA, 1997
Olio su tela / Oil on canvas
cm 130 x 100
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
PALERMO BLUES 2OO1
FULVIO DI PIAZZA
Nato nel / Born in 1969 a / in Siracusa.
Vive e lavora a / Lives and works in Palermo.
AUTORITRATTO, 1998
Olio su tela / Oil on canvas
cm 200 x 170
Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze
119
SCULTURAMA:
NUOVA
SCULTURA
ITALIANA
—2OO2
122
Sculturama: nuova
scultura italiana
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
MARCO CORNINI
Nato nel / Born in 1966 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
CHIARA CANALI
A pagina precedente, in alto,
copertina del catalogo:
On previous page, up,
catalogue cover:
NUOVA SCULTURA ITALIANA
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Edizioni Il Polittico, Roma
2002
NUOVA SCULTURA ITALIANA
Il Polittico, Roma
10 giugno — 15 luglio 2002
In basso,
copertina del catalogo:
Bottom ,
catalogue cover :
SCULTURAMA
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Sassuolo (Mo) 2002
SCULTURAMA
Annovi Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo)
4 luglio — 15 settembre 2002
Nell’estate del 2002, quasi in contemporanea, vengono organizzate due
mostre che propugnano il ritorno a
“qualcosa di tangibile, di evidente,
addirittura di artigianale (nel senso di
realizzato grazie alle proprie capacità
e qualità tecniche)”1, in risposta alla
dilagante moda delle installazioni, dei
video, delle performance e delle provocazioni artistiche.
Nuova scultura italiana, alla galleria Il Polittico a Roma, e Sculturama, alla galleria
Annovi di Sassuolo, dimostrano come il linguaggio della scultura
non sia affatto “morto”, ma sia tornato a rifiorire attraverso il recupero di tecniche e
abilità manuali legate
alla tradizione classica:
dall’intaglio del legno (Demetz) al modellato della terracotta (Cassarà, Cornini, Scarpella, Schmidlin), dalla fusione in bronzo (Bergomi) fino alla lavorazione del marmo (Michelangelo Galliani che ho voluto comunque inserire
in questa sezione per la forte padronanza del mezzo scultoreo).
“Singolare — sostiene Riva — è che
questa generazione si approcci al linguaggio scultoreo non rinunciando
però alla capacità, propria dei migliori artisti contemporanei, di mixare tra
loro le più disparate suggestioni, le
lezioni della tradizione classica italiana e quelle ipercontemporanee, riferimenti culturali ibridi e multiculturali, e
poi suggestioni pop, afflati romantici e
citazioni di stampo post-moderno”2.
Il ritorno alla costruzione scultorea coincide anche con un ritorno di interesse per il soggetto umano e la sua identità, spaziando attraverso i temi
legati alla vita e alla morte, ai sentimenti e alle passioni.
PAOLO SCHMIDLIN
Madame X , 1997
Terracotta policroma
Polycrome terracotta
Grandezza naturale
Natural size
Collezione privata
Fiorino Ivan De Lettera,
Milano
1 M. Sciaccaluga, Ritorno
alla costruzione, in “Sculturama”,
Annovi Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2002.
2 A. Riva, Ritorno a casa,
in “Italiana”, Shanghai Art Museum,
Shanghai, 2007.
SCULTURAMA: NEW
ITALIAN SCULPTURE
In the summer of 2002, two exhibitions
are almost at the same time being
organized, which champion the return
to “something tangible, obvious, of
actual craftsmanship (as in create
with unique abilities and technical
qualities)”1, in response to the rampant mode for installations, video, performances and artistic provocations.
Nuova scultura italiana
(New Italian Sculpture),
at the Polittico gallery in
Rome, and Sculturama,
at the Annovi Gallery in
Sassuolo, demonstrate
how the language of
sculpture is not “dead”
at all, but has returned
to blossom via the revival of manual techniques and abilities that
are linked to classical
tradition: from wood carving (De-
metz) to terracotta modelling (Cassarà, Cornini, Scarpella and Schmidlin),
from bronze casting (Bergomi) right up
to marble working (Michelangelo Galliani who I nevertheless wanted to put
in this section because of his notable
mastery of the sculptural method).
“The unique feature”, claims Riva, “is
that this generation approaches sculptural language without holding back
their ability, precisely as the best contemporary artist, to between them mix
up the most distinct suggestions, lessons on the classical Italian tradition
and the hyper-contemporary traditions, hybrid cultural and multi-cultural
references, and then hints of Pop, Romantic inspirations and references of
a post-Modern stamp”2.
The return to sculptural construction
also coincides with a return of interest
in the human subject and his identity,
ranging through themes linked to life
and death, and to sentiments and
passions.
1 M. Sciaccaluga, Ritorno
alla costruzione, in “Sculturama”,
Annovi Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2002.
2 A. Riva, Ritorno a casa,
in “Italiana”, Shanghai Art Museum,
Shanghai, 2007.
GRANDE NUDO DISTESO, 1998
Terracotta / Terracotta
cm 50 x 202 x 56
Collezione privata, Milano
123
124
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
GIUSEPPE BERGOMI
Nato nel / Born in 1953 a / in Brescia.
Vive e lavora a / Lives and works in Ome (Bs).
RITRATTO DI ILARIA CON TESTA RECLINATA, 1998
Bronzo policromo / Polycrome bronze
cm 83,7 x 57,6 x 32
Courtesy Italian Factory, Milano
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
ARON DEMETZ
Nato nel / Born in 1972 a / in Vipiteno (Bz).
Vive e lavora a / Lives and works in Selva di Valgardena (Bz).
RED HAIR, 2001
Legno di pero dipinto / Painted pearwood
cm 78 x 47 x 27
Courtesy Italian Factory, Milano
125
126
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
MICHELANGELO GALLIANI
Nato nel / Born in 1975 a / in Montecchio Emilia (Re),
dove vive e lavora / where he lives and works.
CARNE ALTRUI, 2006
Marmo statuario di Carrara / Carrara marble statue
cm 250 x 130 x 40
Collezione privata, Montecchio Emilia (Re)
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
PAOLO CASSARÀ
Nato nel / Born in 1968 a / in Monreale (Pa).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
SARAH, 2004
Terracotta policroma
Polycrome terracotta
cm 87 x 35 x 25
127
128
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
LIVIO SCARPELLA
Nato nel / Born in 1969 a / in Ghedi (Bs),
dove vive e lavora / where he lives and works.
SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2
PAOLO SCHMIDLIN
Nato nel / Born in 1964 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
L’INVIDIA, 2005
Terracotta policroma / Polycrome terracotta
cm 73 x 55 x 40
Courtesy Italian Factory, Milano
BABY BOOM, 2006
Terracotta policroma / Polycrome terracotta
cm 50 x 45 x 36
Courtesy Italian Factory, Milano
129
NUOVA
PALESTRA
ARTISTICA
MILANESE
—2OO3
132
Nuova palestra artistica milanese
DANY VESCOVI
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
PENTATHLON.
NUOVA PALESTRA
ARTISTICA MILANESE,
a cura di / curated by
Marco Meneguzzo,
Alessandro Riva,
Maurizio Sciaccaluga
Publi Paolini, Mantova 2003
PENTATHLON.
NUOVA PALESTRA
ARTISTICA MILANESE
Museo della Permanente,
Milano
29 gennaio —
19 febbraio 2003
1 M. Sciaccaluga,
Cinque giocatori,
un risultato, in “Pentathlon”,
Museo della Permanente,
Milano 2003.
2 A. Riva, Milano,
dall’Officina
alla Nuova palestra artistica,
in “Pentathlon”,
Museo della Permanente,
Milano 2003.
1 M. Sciaccaluga,
Cinque giocatori,
un risultato, in “Pentathlon”,
Museo della Permanente,
Milan 2003
2 A. Riva, Milano, dall’Officina
alla Nuova palestra artistica,
in “Pentathlon”,
Museo della Permanente,
Milan 2003.
NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
Non è tanto un gruppo, quello rappresentato dalla
Nuova palestra artistica milanese, ma una situazione
di comunità, di sensibilità, di incontro che
ha unito nella mostra
Pentathlon cinque artisti operanti in ambito
milanese: Bellucco, De
Filippi, Guida, Nido,
Vescovi.
Come già era successo per altre aggregazioni come quella di Via Lazzaro
Palazzi o con i quattro dell’Officina milanese, “più che su un’unità di stile —
dice Maurizio Sciaccaluga1 — più che
su un’idea teorica omogeneizzante,
queste situazioni si sono mosse e sviluppate sul confronto tra posizioni
spesso affini in quanto a bisogni ed esigenze, ma lontane come segno distintivo e presupposti teorici”, perché i
protagonisti non si sono mai sentiti vicini come gruppo, non sono mai stati
condizionati e indirizzati dalle idee di
un solo critico di riferimento o dalle
scelte di uno fra i compagni di viaggio.
“Non un gruppo coerente — afferma
Alessandro Riva — ma un sodalizio, un
luogo di incontro, di amicizia, di scambi di esperienze e di interessi comuni.
Come, ad esempio. il lavoro sui materiali e i supporti (dalla stoffa alla resina), l’attenzione ai diversi linguaggi
(dalla foto al video alla scultura alla
serigrafia), pur continuando a muoversi tutti e cinque sempre, e linearmente, nell’ambito della superficie
pittorica”2. Ciò che accomuna il percorso dei cinque artisti di Pentathlon è
il riferimento costante alla pratica pittorica come un “mestiere” da esercitare nel tempo con costanza, tecnica, abilità e meticolosità, come una
disciplina sportiva in cui allenarsi quotidianamente per giungere a risultati
formali diversi eppure complementari.
THE NEW MILANESE
ARTISTIC TRAINING
GROUND
The group represented by the Nuova palestra artistica milanese (New Milanese
artistic training ground),
is not so much a group
as a scene of community, sensitivity and encounter that has united
five artists operating on
the Milanese circuit in
the Pentathlon show:
Bellucco, De Filippi, Guida, Nido and Vescovi.
As already happened with other
groups such as the Via Lazzaro Palazzi
group or with the four artists of the Officina milanese, “More than on a unity of
style”, said Maurizio Sciaccaluga1,
“More than on a homogenizing theoretical idea, these scenes have moved
and developed on the comparison
between positions that are often similar
in terms of need and requirements, but
distant in terms of distinctive sign and
theoretical assumptions”, because the
protagonists have never felt close as a
group. They have never been conditioned and directed by the ideas of
one single reference critic or by the
choices of one of their travelling companions.
“It’s not a coherent group”, confirms
Alessandro Riva, “It’s a brotherhood, a
meeting place, a place of friendship,
of exchanges of experience and common interests. Like for example the work
on materials and supports (from fabric
to resin), the attention to different languages (from photo to video to sculpture to silk-screen printing), and yet all
five of them continuing to keep moving
forward in straight line all the time, in
the environment of pictorial appearance”2. What brings the path of the
five Pentathlon artists together is the
constant reference to pictorial practice as a “craft” to be practiced over
time with constancy, technique, ability
and meticulousness, like a sporting discipline in which they have to train
daily in order to achieve different and
yet complementary formal results.
SENZA TITOLO, 2002
Olio su lino / Oil on linen
cm 150 x 180
Collezione Franco Sainini, Milano
Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova
133
134
NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3
LEONIDA DE FILIPPI
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3
FEDERICO GUIDA
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
STILL E-MOTION, 2004
Smalto su tela / Enamel on canvas
cm 140 x 150
Collezione privata, Milano
SENZA TITOLO, 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 150 x 150
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
135
136
NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3
DAVIDE NIDO
Nato nel / Born in 1966 a / in Senago (Mi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
GAME OVER (PRIMA PUNTATA), 2003
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 160 x 150
Courtesy Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como
NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3
ALESSANDRO BELLUCCO
Nato nel / Born in 1970 a / in Torino.
Vive e lavora a / Lives and works in Roma.
IPERTROFIE, 2003
Olio su tela / Oil on canvas
cm 170 x 150
Collezione privata, Milano
137
LA LINEA
DOLCE DELLA
NUOVA
FIGURAZIONE
—2OO1
2OO7
140
La linea dolce
della nuova figurazione
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
CHIARA CANALI
A pagina precedente, in alto,
copertina del catalogo:
On previous page, up,
catalogue cover:
LASCIATECI DIVERTIRE.
NON È MAI TROPPO TARDI...
PER FARSI UN’INFANZIA
FELICE
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Arezzo 2004
LASCIATECI DIVERTIRE.
NON È MAI TROPPO
TARDI... PER FARSI
UN’INFANZIA FELICE
Palazzo Comunale, Arezzo
5 giugno — 4 luglio 2004
In basso,
copertina del catalogo:
Bottom,
catalogue cover:
LA LINEA DOLCE
DELLA NUOVA FIGURAZIONE,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Sassuolo (Mo) 2001
LA LINEA DOLCE
DELLA NUOVA FIGURAZIONE
Annovi Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo)
maggio 2001
Cluedo,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Arezzo 2003
Inaugurata da Maurizio Sciaccaluga
con la mostra La linea dolce della
nuova figurazione, presso la Galleria
Annovi a Sassuolo, questa vocazione
figurativa soft ha preso il sopravvento
negli ultimi anni sulla tendenza hard,
ispirata al noir della cronaca, alla fantascienza dei B-movie, alla televisione
e alla pubblicità. La linea dolce della
nuova figurazione “ha invece guardato i reportage del National Geographic, i caratteri delicati dei volti degli
spot, il neointimismo del cinema francese o iraniano, il correre fluido senza
esasperazioni dei romanzi di DeLillo”1.
Protagonista della scena diventa la
figura umana, in primo luogo la donna
(Debora Hirsch e Daniela Montanari),
oppure fisionomie di bambini e giovanotti imberbi (Elisabetta Vignato), assieme alla nudità impalpabile ed evanescente dei corpi (Marco Grassi) colti altre volte in situazioni di intimità
quotidiana (Alì Hassoun).
Questa linea dolce si accentua sempre più nei progetti posteriori del critico fino a diventare una vera e propria
dichiarazione di disimpegno nella mostra Lasciateci divertire: “L’ironia, il sarcasmo, l’irriverenza — afferma Sciaccaluga — sono uno strumento capace di ricontattare il pubblico, di riconquistarlo alle mostre, e urlano il bisogno disperato dell’arte di tornare a
comunicare”2.
Nelle gallerie
e nei musei ci si può
da ora imbattere in un
linguaggio nuovo, all’insegna dell’ironia,
del gioco, del divertimento, del sarcasmo
e dell’immaginazione
sfrenata, propugnato da artisti
come Arcidiacono, Bonomi e Pinna.
Un’ars ludica, un’Ars in Fabula 3 che
può anche prendere le mosse dal magico mondo delle favole, trasfigurando la realtà attraverso la
THE SOFT LINE OF NEW
FIGURATION
Inaugurated by Maurizio Sciaccaluga
with the exhibition La linea dolce della
nuova figurazione (The soft line of the
New Figuration), at the Galleria Annovi
in Sassuolo, this leaning towards soft figuration has in the last few years gained
the upper hand on the hard trend, inspired by the noir of news reporting, Bmovie science fiction, television and
advertising. The soft line of new figuration has looked instead to the reportages of National Geographic, the
delicate features of faces of TV ads,
the neo-Intimism of French or Iranian
cinema, the seamless flow that is without extreme of DeLillo’s novels”1. The
human figure has become the protagonist of the scene, primarily the
woman (Debora Hirsch and Daniela
Montanari), or the physiognomies of
children and beardless young men
(Elisabetta Vignato), together with the
intangible, evanescent nudity of the
1 M. Sciaccaluga,
Affetti collaterali,
in “La linea dolce
della nuova figurazione”,
Annovi Arte
Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2001.
2 M. Sciaccaluga,
La compagnia
dei Celestini, in
“Lasciateci divertire. Non è
mai troppo tardi… Per farsi
un’infanzia felice”,
Palazzo Comunale,
Arezzo 2003.
3 Così il titolo di un’altra
mostra di Maurizio
Sciaccaluga realizzata
presso il Palazzo Pretorio
di Certaldo (Fi)
nel 2006.
1 M. Sciaccaluga,
Affetti collaterali,
in “La linea dolce
della nuova
figurazione”, Annovi
Arte Contemporanea,
Sassuolo (Mo) 2001.
2 M. Sciaccaluga,
La compagnia
dei Celestini, in
“Lasciateci divertire. Non è
mai troppo tardi… Per farsi
un’infanzia felice”,
Palazzo Comunale,
Arezzo 2003.
3 This is the title
of another Maurizio
Sciaccaluga’s
exhibitions realized
at the Palazzo
Pretorio in Certaldo (Fi)
in 2006.
Ars in fabula,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Certaldo (Fi) 2006
spontaneità infantile e l’entusiasmo adolescenziale, secondo la voglia di esplorare e
stupire che è propria della narratività
fiabesca (Arruzzo, Bergamasco, Buccella, Cuoghi e Mastrovito). Un’ars ludica che pesca nell’immenso serbatoio dell’araldica medioevale e della
decorazione liberty, contaminandosi
con motivi del visual design contem-
Subway 3004 ,
a cura di
curated by
Alessandro Riva,
Milano 2004
poraneo (Gobbo, Mair, Mendini).
Un tentativo, da parte della Nuova
Figurazione, di superare il rigore formale e la serietà tematica della pittura degli anni precedenti con l’immissione di
formule linguistiche e sperimentazioni
visive nuove, i cui risultati e-
spressivi si riversano in altri progetti spiritosi e irridenti dello stesso Sciaccaluga come Cluedo, Seven: everything
goes to hell e Curve pericolose oppure in calembour raffinati e divertenti
come Subway 3004 e Miracolo a
Milano ideati da Alessandro Riva,
dove confluiscono le ricerche di una
nuova generazione di giovani artisti
ironici e scanzonati come Abbate,
Buglisi, Cardeña, Leperino, Laboratorio Saccardi, Menghi, Veneziano e Virlinzi, che qui ho voluto tutti riunire liberamente in questa sezione sulla “linea
dolce” della Nuova Figurazione.
bodies (Marco Grassi) surprised at
times in intimate day-to-day situations
(Alì Hassoun).
This soft line is more and more accentuated in the critic’s subsequent projects
until it becomes a true declaration of
fulfilment in the show Lasciateci divertire (Let us have fun) “Irony, sarcasm
and irreverence”, states Sciaccaluga,
“are tools that can get back in touch
with the public, and conquer them
again at shows, and they shout out
art’s desperate need to go back to
communicating”2.
In the galleries and museums from
there on you can encounter a new language, which teaches irony,
jokiness, entertainment,
sarcasm and unrestrained imagination, championed by artists like Arcidiacono, Bonomi
and Pinna. A playful art, an Ars in Fabula (Fairytale Art) 3 that can also arise
from the magical world of fairy tales,
transforming reality with
infantile
spontaneity and adolescent enthusiasm, accor-
ding to the desire of the fairy tale narrative to explore and amaze (Arruzzo,
Bergamasco, Buccella, Cuoghi and
Mastrovito). This is playful art that dips
into the immense reserve of medieval
heraldry and liberty decorative work,
contaminating itself with motifs of contemporary visual design (Gobbo, Mair
and Mendini). An attempt, by New
Figuration to go beyond the formal
rigour and serious themes of painting in
preceding years with the introduction
of
linguistic formulae and
new visual experimentation, whose expressional results are
poured back into other witty, derisive
projects by the same Sciaccaluga like
Cluedo, Seven: everything goes to hell
and Curve pericolose (Dangerous curves) or into refined, entertaining wordgames such as Subway 3004 and Miracolo a Milano (Miracle in Milan) conceived by Alessandro Riva, where the
studies of a new generation of young,
ironic, carefree artists come together,
artists like Abbate, Buglisi, Cardeña, Leperino, Laboratorio Saccardi, Menghi,
Veneziano and Virlinzi, who I wanted to
liberally group together in this section
on the “soft line” of the New Figuration.
141
142
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
DANIELA MONTANARI
Nata nel / Born in 1971 a / in Varese,
dove vive e lavora / where she lives and works.
SENZA NOME, 2003
Olio su tela / Oil on canvas
cm 200 x 250
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
ALÌ HASSOUN
Nato nel / Born in 1964 a / in Sidone (Libano).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
IL CABBALISTA, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 120 x 150
Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano
143
144
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
ELISABETTA VIGNATO
Nata nel / Born in 1964 a / in Padova.
dove vive e lavora / where she lives and works .
OSSERVATI, 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 110 x 155
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
DEBORA HIRSCH
Nata nel / Born in 1967 a / in San Paolo del Brasile.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
REPLICA, 2000
Olio su tela / Oil on canvas
cm 200 x 150
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
145
146
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
MARCO GRASSI
Nato nel / Born in 1966 a / in Milano.
Vive e lavora a / Lives and works in Mariano Comense (Co).
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7
SYLVIA MAIR
Nata nel / Born in 1967 a / in Bressanone (Bz).
Vive e lavora a / Lives and works in Merano (Bz).
LA VIE EN ROSE, 2007
Olio su tela / Oil on canvas
cm 185 x 140
Collezione privata, Milano
ALTER EGO (2/∞), 2007
Bitume su fotocopie / Bitumen on photocopy
cm 108,5 x 104
Courtesy Galleria Delle Battaglie, Brescia
147
148
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE
ALEX PINNA
DARIO ARCIDIACONO
Nato nel / Born in 1967 a / in Imperia.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
ORIZZONTE, 2005
Bronzo patinato / Varnished bronze
cm 20 x 150 x 15
Collezione privata, Milano
Nato nel / Born in 1967 a / in Catania.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
NOVUS ORDUS SECLORUM, 2002
Gesso dipinto ad acrilico
dentro distributore
di palline, materiali vari
Chalk painted with acrylic in toy dispenser,
various materials
cm 190 x 58 x 58
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
149
150
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE
CORRADO BONOMI
Nato nel / Born in 1956 a / in Novara,
dove vive e lavora / where he lives and works.
FATINA-FATATA-FATALE, 2002
Materiali vari, pittura a olio
Various materials, oil painting
cm 28 x 28 x 28
Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
GABRIELE ARRUZZO
Nato nel / Born in 1979 a / in Roma.
Vive e lavora a / Lives and works in Pesaro.
LITTLE RED RIDING HOOD (WITH HANGING WOLVES), 2006
Smalto e acrilico su tela
Enamel and acrylic on canvas
cm 200 x 200
Courtesy Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano
151
152
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
DANILO BUCCELLA
Nato nel / Born in 1974 a / in Liestal (Svizzera).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
L’INDIFFERENZA, 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 120 x100
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
MATTEO BERGAMASCO
Nato nel / Born in 1982 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
INTERNO SPIRITUALE CON IPPOPOTAMO NERO, 2004
Olio su tela / Oil on canvas
cm 160 x 240
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
153
154
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
VANNI CUOGHI
Nato nel / Born in 1966 a / in Genova.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
LA FINE DELLA STAGIONE DEI FUMETTI, 2006
Acquerello su carta / Watercolour on paper
cm 18 x 9
Collezione privata, Milano
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
ANDREA MASTROVITO
Nato nel / Born in 1978 a / in Bergamo.
Vive e lavora a / Lives and works in Seriate (Bg).
SEMPRE STATO SUI COGLIONI, A ME, SUPERMAN, 2006
Collage su carta intelata / Collage on canvas-backed paper
cm 200 x 280
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
155
156
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
ELOISA GOBBO
Nata nel / Born in 1969 a / in Padova,
dove vive e lavora / where she lives and works.
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA
FULVIA MENDINI
Nata nel / Born in 1966 a / in Milano,
dove vive e lavora / where she lives and works.
LA VIRGEN DA LAS FLORES, 2003
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 69 x 60
Courtesy Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como
CONCENTRICO, 2007
Tappeto / Carpet
cm 400 x 500
Courtesy Angel Art Gallery, Milano
157
158
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
ADALBERTO ABBATE
Nato nel / Born in 1975 a / in Palermo,
dove vive e lavora/ where he lives and works.
L’INSOSPETTABILE, 2005
Tecnica mista / Mixed media
cm 32 x 19 x 19
Courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
ANDREA BUGLISI
Nato nel / Born in 1974 a / in Palermo,
dove vive e lavora / where he lives and works.
HELMET, 2004
Olio su stoffa / Oil on fabric
cm 134 x 90
Courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza
159
160
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
SANDRA VIRLINZI
Nata nel / Born in 1973 a / in Catania.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
GIUSEPPE VENEZIANO
Nato nel / Born in 1971 a / in Mazzarino (Cl).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
JEFF KOONS & THE PINK PANTHER, 2005
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 165 x 125
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
PIOVE, IL TEMPO È BRUTO, 2003
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 100 x 130
Courtesy Fabio Paris Art Gallery, Brescia
161
162
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
FELIPE CARDEÑA
Nato nel / Born in 1979 a / in Balaguer (Spagna).
Vive e lavora a / Lives and works in Madrid.
VIA DELLE RIMEMBRANZE, 2007
Materiali vari / Various materials
cm 30 x 37 x 23
Collezione privata, Milano
LABORATORIO SACCARDI
Il gruppo si è formato nel 2002 a Palermo / The group consists of 2002 in Palermo,
dove tuttora vive e lavora / where now lives and works.
MARCO BARONE
Nato nel / Born in 1978 a / in Palermo.
TOTHI FOLISI
Nato nel / Born in 1979 a / in Sant’Agata di Militello (Me).
GIUSEPPE BORGIA
Nato nel / Born in 1978 a / in Palermo.
VINCENZO PROFETA
Nato nel / Born in 1977 a / in Palermo.
COGNE, 2005
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 200 x 250
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
163
164
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
CHRISTIAN LEPERINO
Nato nel / Born in 1979 a / in Napoli,
dove vive e lavora / where he lives and works.
LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4
VALENTINO MENGHI
Nato nel / Born in 1973 a / in Cesena (FC).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
METALLO URLANTE II, 2005
Olio su tela / Oil on canvas
cm 230 x 110
Courtesy NOTgallery, Napoli
ONDAPOLI, 2007
Polionda, cartone, plastica, alluminio, installazione
Corrugated plastic, cardboard, plastic, aluminium, installation
cm 200 x 200 x 234
165
ITALIAN
FACTORY:
Venezia
Strasburgo
Torino
Milano
Palermo
Roma
Shanghai
Taipei
—2OO3
2OO7
168
Italian Factory:
169
Venezia, Strasburgo, Torino, Milano, Palermo, Roma, Shanghai, Taipei
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
ITALIAN FACTORY
LA NUOVA SCENA ARTISTICA
ITALIANA
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Electa, Milano 2003
ITALIAN FACTORY
LA NUOVA SCENA
ARTISTICA ITALIANA
Istituto S. Maria della Pietà,
Venezia
12 giugno —
30 ottobre 2003
Parlamento Europeo,
Strasburgo
1 luglio —
21 novembre 2003
Palazzo della Promotrice
delle Belle Arti,
Torino
8 novembre —
28 dicembre 2003
Nato nel 2003 in seguito all’“esigenza
di dare un nome, un marchio e una
grande visibilità al rinnovamento che
ha contraddistinto l’arte italiana in
questi ultimi anni” 1 ,
Italian
Factory è un movimento ideato da Alessandro Riva e basato sul
recupero della figurazione e sulla ridefinizione dei linguaggi
propri della tradizione
italiana, dalla pittura
alla scultura. Una riappro-
priazione, afferma Riva, “di pratiche,
visioni e materiali profondamente e
radicalmente italiani, che di fatto ha
portato a ridefinire quello che si può
chiamare, senza tema d’errore, il vero
linguaggio emergente dell’arte di
questi anni”2.
Italian Factory non è una scuola, una
squadra e nemmeno una scuderia,
ma si configura sotto la veste di una
ITALIAN FACTORY:
VENICE, STRASBOURG, TURIN, MILAN,
PALERMO, ROME, SHANGHAI, TAIPEI
Created in 2003 out of the “need to
give a name, trademark and major
visibility to the renewal identifying Italian art in recent years”1,
Italian
Factory is a movement
that was conceived by
Alessandro Riva and is
based on the revival of
figuration and the redefinition of the languages of the Italian tradition, from painting to
sculpture. It is a reclaiming, as Riva states, “of practices, visions and materials that are profoundly and completely Italian, which has indeed
brought about a redefinition of what
can, without any fear of mistake, be
called the true emerging language of
the art of recent years”2 .
Italian Factory is not a school, a team
and not even a stable, it is emerging
as a
moderna agenzia di
modern marketing
marketing e comunicazione che propone and communication avere e proprie azioni di gency that offers real
guerrilla marketing, co- and proper guerrilla marketing, such as the stickers which
me gli stickers che invadono le città,
Locandina della mostra
Poster on exhibition
Italian Factory.
Ritratti Fabrizio Ferri
Palazzo della Promotrice
delle Belle Arti, Torino 2003
Mimmo Rotella
e Tiziano Scarpa,
Verbale n. 2847 ,
collana “i quaderni
di Italian Factory”,
Charta, Milano 2005
oppure campagne di affissioni in stile
politico, come quella paradossale firmata da Oliviero Toscani nel 2004.
Numerosi i progetti e le iniziative espositive ed editoriali che si sono succedute nel corso del tempo: dalla presenza alla Biennale di Venezia nel
2003 alla mostra a Strasburgo, durante il semestre di Presidenza italiana all’Unione Europea; da partnership con
Istituti Italiani di Cultura all’estero e
istituzioni no profit come l’ISCP di New
York all’organizzazione di mostre collettive in importanti musei italiani e
stranieri, come lo Shanghai Art Museum o il Taipei Fine Art Museum.
Italian Factory è un movimento aperto, “è un sentimento, un’appartenenza, un sentire comune degli artisti cresciuti in Italia tra gli anni Novanta e il
Duemila”3; la stessa presenza di artisti,
di volta in volta nuovi e diversi, varia a
seconda delle esigenze della mostra,
dell’artista e del curatore. Dopo i progetti realizzati nel 2004 a Palermo e
Milano dedicati all’opera di Velasco,
le iniziative sono continuate con le
personali di Marco Petrus a Milano,
Venezia e New York, Bernardo Sici-
Advertising
Italian Factory,
gennaio 2003
invade the cities, or the political-style
fly-posting campaigns, like the ironical Oliviero Toscani campaign in
2004.
Numerous projects and expositional
and editorial initiatives have taken
place over time: from its presence at
the Venice Biennial in 2003 to the Stra-
1 Così si legge nella voce
“Profilo” all’interno del sito
www.italianfactory.biz.
2 A. Riva, Italiana 2003.
La nuova scena artistica,
in “Italian Factory.
La nuova scena artistica
italiana”,
Electa, Milano 2003.
3 Ibidem.
1 As can be read
in the “Profile” section
on the website
www.italianfactory.biz.
2 A. Riva, Italiana 2003.
La nuova scena
artistica, in “Italian
Factory. La nuova
scena artistica
italiana”,
Electa, Milan 2003.
3 Ibidem.
liano a Roma e Shanghai, Giuseppe
Bergomi a Roma e Brescia, Aron Demetz a Roma, Alessandro Busci a Milano e Madrid, mentre dal 2004 Italian
Factory si è aperta a nuove generazioni di artisti con l’ideazione del
Premio Italian Factory per la giovane
pittura italiana, da cui sono usciti giovani e promettenti artisti che uniscono sperimentazione e innovazione
agli strumenti propri della tradizione
pittorica (Daniele Girardi, Luka Moncaleano, Cristiano Tassinari e Svitlana
Grebenyuk).
sbourg exhibition during the term of
Italian Presidency of the European
Union; from the partnership with the
Italian Institutes of Culture abroad
and no-profit organizations such as
the ISCP in New York to the organization of group exhibition in important
museums in Italy and abroad, such as
the Shanghai Art Museum or the
Taipei Fine Art Museum.
Italian Factory is an open movement,
“a sentiment, a sense of belonging, a
common feeling among the artists
cultivated in Italy between the Nineties and 2000”3: The presence of
artists, every now and then new and
different artists, varies according to
the requirements of the show, the
artist and the curator. After the projects realized in 2004 in Palermo and
Milano dedicated to the work of
Velasco, the initiatives have continued with personal shows by Marco
Petrus in Milan, Venice and New York,
Bernardo Siciliano in Rome and Shanghai, Giuseppe Bergomi in Rome and
Brescia, Aron Demetz in Roma, Alessandro Busci in Milan and Madrid,
while since 2004 Italian Factory has
opened its doors to new generations
of artists with the conception of the
Italian Factory Award for Young Italian
Painting, from which have emerged
young and promising artists who
combine experimentation and innovation with the actual tools of pictorial tradition (Daniele Girardi, Luka
Moncaleano, Cristiano Tassinari and
Svitlana Grebenyuk).
Postcard Premio Italian Factory
per la giovane pittura italiana, 2007
170
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
BERNARDO SICILIANO
Nato nel / Born in 1969 a / in Roma.
Vive e lavora a / Lives and works in New York.
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
MASSIMILIANO ALIOTO
Nato nel / Born in 1972 a / in Brindisi.
Vive e lavora a / Lives and works in Domodossola (Vb).
BERG, 2007
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 150
Courtesy Italian Factory, Milano
ROMA #2, 2003-2005
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 260
Courtesy Italian Factory, Milano
171
172
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
ENRICO LOMBARDI
Nato nel / Born in 1958 a / in Meldola (Fo),
dove vive e lavora / where he lives and works.
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
ALESSANDRO BUSCI
Nato nel / Born in 1971 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
NOSTRO CASTELLO DI CARTE, 2005
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 150 x 100
Courtesy Italian Factory, Milano
AEREO_BIANCO, 2007
Smalto su ferro / Enamel on iron
cm 91 x 136
Courtesy Italian Factory, Milano
173
174
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
MAURO REGGIO
Nato nel / Born in 1971 a / in Roma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
MARCO PETRUS
Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
PONTE, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 200 x 150
Courtesy Italian Factory, Milano
NEW YORK, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 140 x 180
Collezione privata, Milano
175
176
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI
PAOLO FIORENTINO
Nato nel / Born in 1965 a / in Roma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
DAL VUOTO, 2006
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 180 x 180
Courtesy Italian Factory, Milano
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7
VELASCO
Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
CANE, 2006
Ferro e cemento / Iron and cement
cm 162 x 90
Courtesy Italian Factory, Milano
177
178
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI
ARON DEMETZ
Nato nel / Born in 1972 a / in Vipiteno (Bz).
Vive e lavora a / Lives and works in Selva di Valgardena (Bz).
METAMORFOSI II, 2006
Legno di tiglio e foglia d’alluminio
Lime wood and aluminium foil
cm 129 x 49 x 99
Courtesy Italian Factory, Milano
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI
FEDERICO GUIDA
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SENZA TITOLO, 2007
Olio su tela / Oil on canvas
cm 140 x 180
Courtesy Italian Factory, Milano
179
180
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI
GIULIO DURINI
Nato nel / Born in 1964 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI
GIUSEPPE BERGOMI
Nato nel / Born in 1953 a / in Brescia.
Vive e lavora a / Lives and works in Ome (Bs).
MODELLA NERA SU TAVOLINO IKEA, 2005
Bronzo policromo / Polycrome bronze
cm 224,5 x 55,3 x 55,3
Courtesy Italian Factory, Milano
GIOVANNI, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 130 x 170
Courtesy Italian Factory, Milano
181
ITALIAN
FACTORY:
ULTIME
TENDENZE
—2OO4
2OO7
184
ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7
DANIELE GIRARDI
Nato nel / Born in 1977 a / in Verona.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7
LUKA MONCALEANO
Nato nel / Born in 1990 a / in Piacenza,
dove vive e lavora / where lives and works.
SECOND GENERATION, 2006
Acrilico su tavola / Acrylic on board
cm 195 x 140
Courtesy Italian Factory, Milano
INTO THE WILDE, 2007
Tecnopittura su tela / Technopainting on canvas
cm 150 x 200
Courtesy Italian Factory, Milano
185
186
ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7
SVITLANA GREBENYUK
Nata nel / Born in 1979 in / in Ucraina.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
MEMORIA “OCCHIO DI GUFO”, 2007
Smalto e acrilico su tela / Enamel and acrylic on canvas
cm 145 x 110
Courtesy Italian Factory, Milano
ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7
CRISTIANO TASSINARI
Nato nel / Born in 1980 a / in Forlì,
dove vive e lavora / where lives and works.
HEAD, 2007
Olio su acetato, tecnica mista su carta applicata
Oil on acetate, mixed media on applied paper
cm 255 x 187
Courtesy Italian Factory, Milano
187
PITTURA
DIGITALE
—2OO6
190
191
Pittura digitale
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
REFRESHPROJECT
L’ULTIMA DOMANDA
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
RefreshProject,
Seregno (Mi) 2006
REFRESHPROJECT
L’ULTIMA DOMANDA
RefreshProject, Seregno (Mi)
maggio — giugno 2006
Le ricerche sulla pittura digitale iniziano in Italia attorno al Duemila con il
saggio Nuovo quadro contemporaneo1di Gianluca Marziani che spiega i
rapporti del quadro con i nuovi modelli tecnologici, secondo diverse categorie teoriche come Pittura Digitale,
Fotografia Digitale, Fotopittura Digitale e Tecnopittura.
Sull’onda lunga di questi risultati, Maurizio Sciaccaluga presenta la mostra
RefreshProject, un’indagine sull’ultima
generazione di artisti tecnologici che
“in Italia sta portando ad una certa rivoluzione delle proposte, a un mercato e a esposizioni decisamente inaspettati e spiazzanti, finalmente fuori
dagli schemi e dai generi classici dell’arte contemporanea (dunque finalmente e soltanto ora, effettivamente
contemporanei)”2.
In questo progetto sono riuniti una decina di
artisti che utilizzano i
più moderni mezzi tecnologici e mediali, meccanici e tecnici, che
hanno costruito macchine ed elaboratori
in grado di operare,
scegliere, realizzare, vitalizzare, quasi nascondessero un afflato
divino e creatore. Una
generazione di artisti
tecnologici che ha a
che fare con “carni
riprogettate, paesaggi
riscritti, orizzonti ricalcolati, membra ridefinite, tutto sembra
fluttuare in un tempo
senza orari, in uno spazio senza coordinate”3.
In questa sezione ho selezionato sei
artisti che mi sembrano tra i più interessanti e significativi dell’attuale panorama sulle ricerche digitali: Karin
Andersen, che compenetra differenti
discipline artistiche — dalla fotografia
al digital imaging, dalla pittura al video — affrontando i temi della biologia e della genetica; Matteo Basilé,
che come uno stregone cibernetico
ibrida qualsiasi tipo di immagine possibile, derivante dalla tradizione dell’arte alle formule più virtuali, secondo infinite combinazioni matematiche; Mauro Ceolin, che con i Solid
DIGITAL PAINTING
The studies on digital painting in Italy
started around the year 2000 with the
Nuovo quadro contemporaneo1(New
digital picture) by Gianluca Marziani
who explains the relationships of the
picture with new technological models, according to different theoretical
categories such as Digital Painting, Digital Photography, Digital Photo-painting and Technopainting.
In the aftermath of these results, Maurizio Sciaccaluga presents RefreshProject, a study on the latest generation of
technological artists that “in Italy is
bringing about a certain revolution of
proposals, a market and expositions
that are decidedly unexpected and
shocking, finally breaking away from
the standard moulds and classical genres of contemporary art (therefore finally and only now, effectively contemporary”2.
This project brings together ten or so artists
who use the most modern technological, media, mechanical and
technical means, and
who have constructed
machines and processors capable of operating, selecting, visualizing
and revitalizing, almost as
if they were hiding a divine, creative inspiration.
A generation of technological artists that are
involved with “redesigned flesh, rewritten
landscapes, recalculated horizons, redefined
limbs, and everything
seems to float in time
with no schedule, or in a
space with no co-ordinates”3.
In this section I have selected six artists
who I feel are the most interesting and
important of the current panorama on
digital studies: Karin Andersen, who
delves into different artistic disciplines
(from photography to digital imaging,
from painting to video), covering the
themes of biology and genetics; Matteo Basilé, who like a cybernetic wizard
hybridizes all possible kinds of image,
deriving from pure art tradition to more
virtual formulae, according to endless
1 G. Marziani, N.Q.C.
Arte italiana e tecnologie:
il Nuovo Quadro
Contemporaneo,
Edizioni Castelvecchi,
Roma 1998.
2 M. Sciaccaluga,
Elaboratore perfettissimo
Creatore e Signore,
in “RefreshProject.
L’ultima domanda”,
Seregno (Mi) 2006.
3 Ibidem.
1 G. Marziani, N.Q.C.
Arte italiana e tecnologie:
il Nuovo Quadro
Contemporaneo,
Edizioni Castelvecchi,
Rome 1998.
2 M. Sciaccaluga,
Elaboratore perfettissimo
Creatore e Signore,
in “RefreshProject.
L’ultima domanda”,
Seregno (Mi) 2006.
3 Ibidem.
DAVIDE COLTRO
Medium Colour
Landscape , 2007
Fotopittura digitale
Ink jet on
photopaper plast
cm 90 x 150
Courtesy RefreshProject,
Seregno (Mi)
Landscapes rappresenta la documentazione pittorica di uno spazio
nuovo, a cui arriva attraverso il disegno vettoriale e la geometria poligonale dei programmi di elaborazione
tridimensionale; Davide Coltro, che al
tradizionale quadro a parete sostituisce un quadro elettronico, una ipercornice in cui egli trasmette le sue
icone digitali dominate dal Colore
medio; Giacomo Costa, che esegue
particolari visioni urbane servendosi
dell’elaborazione computerizzata di
elementi preesistenti ricavati da scatti fotografici; infine Luisa Raffaelli, che
realizza immagini che seppur costruite digitalmente con elementi fotografici, si trasformano qualitativamente in pittura in cui il set virtuale
diventa dinamico.
mathematical combinations; Mauro
Ceolin, who with Solid Landscapes represents the pictorial documentation
of a new space, that is reached via
vector design and the polygonal
geometry of 3-dimensional computer
programs; Davide Coltro, who replaces
the traditional picture on the wall with
an electronic picture, a hyper-frame in
which he transmits his digital icons
dominated by their Medium colour;
Giacomo Costa, who creates unusual
urban visions using computer processing on elements that already exist,
picked out from photographic shots;
and finally Luisa Raffaelli, who produces images that, despite being digitally constructed with photographic
elements, are qualitatively transformed
into painting and the virtual set
becomes dynamic.
192
PITTURA DIGITALE 2OO6
KARIN ANDERSEN
Nata nel / Born in 1966 a / in Burghausen (Germania).
Vive e lavora a / Lives and works in Bologna.
MISSION, 2004
Stampa digitale su alluminio
Digital print on aluminium
cm 70 x 100
Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi)
PITTURA DIGITALE 2OO6
GIACOMO COSTA
Nato nel / Born in 1970 a / in Firenze,
dove vive e lavora / where he lives and works.
FUSIONE 1, 2007
Stampa lambda su alluminio
Lambda print on aluminium
cm 100 x 240
Collezione privata, Catania
193
194
PITTURA DIGITALE 2OO6
MATTEO BASILÉ
Nato nel / Born in 1974 a / in Roma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
PITTURA DIGITALE 2OO6
LUISA RAFFAELLI
Nata nel / Born in 1960 a / in Torino,
dove vive e lavora / where she lives and works.
QUINTO POTERE, 2006
Stampa lambda su alluminio / Lambda print on aluminium
cm 190 x 120
Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi)
BATTITI, 2006
Fotopittura digitale sotto plexiglas
Digital photo-painting under plexiglas
cm 125 x 157
Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi)
195
196
PITTURA DIGITALE 2OO6
DAVIDE COLTRO
Nato nel / Born in 1967 a / in Verona.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
MEDIUM COLOUR LANDSCAPE, 2005
Pittura digitale / Digital painting
cm 70 x 90
Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi)
PITTURA DIGITALE 2OO6
MAURO CEOLIN
Nato nel / Born in 1963 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SOLIDLANDSCAPES.THESIMS.04, 2004
Stampa fotografica su plexiglas
da pittura a mano libera con penna ottica
Photographic print on plexiglas,
freehand painting with optical pen
cm 60 x 100
Courtesy nt art gallery, Bologna
197
IL
PAESAGGIO
—2OO7
200
IL PAESAGGIO 2OO7
Il paesaggio
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
LINEE ALL’ORIZZONTE
PAESAGGI TRA DESCRIZIONE
E ASTRAZIONE,
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Christian Maretti Editore,
Faenza (Ra), 2007
LINEE ALL’ORIZZONTE
Galleria d’Arte Moderna,
Genova
10 marzo — 10 giugno 2007
1 La città che sale,
a cura di M. Sciaccaluga,
giugno–settembre 2006,
Galleria
Santamarta, Milano.
2 M. Sciaccaluga,
Linee all’orizzonte,
in “Linee all’orizzonte”,
Christian Maretti Editore,
Faenza 2007.
3 Ibidem.
1 La città che sale,
curated by
M. Sciaccaluga,
june–september 2006,
Galleria Santamarta, Milan.
2 M. Sciaccaluga,
Linee all’orizzonte,
in “Linee all’orizzonte”,
Christian Maretti Editore,
Faenza 2007.
3 Ibidem.
Un filone sempre vivo nella ricerca
artistica contemporanea è quello sul
paesaggio, che continua a esercitare
un forte fascino sugli artisti, proprio
perché suggerisce loro schemi formali
e sensazioni visive con straordinaria
immediatezza. Nel contesto di un progressivo ritorno ai generi,
LANDSCAPE
sempre più configurata come metropoli, sugli scenari futuri, sull’ambiente
naturale e sullo spazio psichico delle
percezioni.
Maurizio Sciaccaluga ha percorso
con costanza questo tema prima con
la mostra La città che sale1, in cui gli
artisti hanno dato forma sulla tela alla
metropoli che perennemente sale, e
poi con il progetto Linee all’orizzonte,
tation of the places of our existence,
the modern city, depicted more and
more often as a metropolis, future scenarios, the natural environment and
on the psychic space of the perceptions.
Maurizio Sciaccaluga consistently
explored this subject in the past with
the show La città che sale1 (The city
rising), in which the artists recreated
on canvas the shapes of the metropolis that keeps on rising, and then with
the project Linee all’orizzonte (Lines on
the horizon) which deals with “the
ancient genre of landscape, focusing
on the geometric representation of
the horizons, and presents many of the
studies that manage to narrate the
space through a rational, ordered
and obsessive study”2.
nei muri che frenano l’immaginazione
o nelle griglie materiche e psichiche
del vedere quotidiano.
Nel capitolo sulla Ridefinizione dei
generi abbiamo incontrato una sezione sui Luoghi in cui erano riuniti artisti
che già da tempo si sono confrontati
con l’identità e la struttura dei luoghi
secondo linguaggi e prospettive
diverse (Aldo Damioli, Giovanni
Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli,
Luca Piovaccari); in questa sezione
ritroviamo altri artisti (presenti nel progetto Linee all’orizzonte) che continuano a ragionare sul paesaggio, sul
luogo fisico e mentale in cui si trovano
ad operare, sull’habitat quotidiano in
cui sono immersi, un ambiente profondamente mutato, che può anche
diventare “non-luogo”, secondo la
definizione dell’antropologo francese
Marc Augé, che punta l’attenzione
sulla spersonalizzazione crescente
degli spazi in cui viviamo, sulla perdita
di confini geografici e sullo spaesamento moderno.
A movement which is still alive in contemporary artistic research is that of
landscape, which continues to hold a
strong fascination for artists, precisely
because it suggests formal outlines
and visual sensations to them with
extraordinary spontaneity. In the context of a progressive return to genres,
gli artisti sono tornati a riflettere sul “paesaggio”, the artists have gone
back to reflecting on
sulla rappresentazione dei luoghi della
“landscape”, on the represennostra esistenza, sulla città moderna,
che affronta “l’antico genere del
paesaggio privilegiando la rappresentazione geometrica degli orizzonti e
presenta molte tra le ricerche che riescono a raccontare lo spazio attraverso uno studio razionale, ordinato,
ossessivo”2.
Questo studio sul paesaggio rimane in bilico
“sul filo inesistente teso tra due emisferi terrestri”3, tra due dimensioni, quella reale e
quella del sogno, indagate attraverso la linea
dell’orizzonte che segna il confine tra finito
e infinito: a volte si tratta delle
linee di fuga che geometrizzano il
paesaggio, altre volte l’orizzonte va
cercato nelle metropoli e nelle città,
This study on landscape
is balancing “on the
inexistent wire pulled
between two terrestrial
hemispheres”3, between
two dimensions, that of reality and that of dreams,
explored through the
horizon line which marks
the boundary between
finite and infinite: sometimes
it’s about vanishing lines that lend
geometry to the landscape, other
times the horizon has to be sought out
in the metropolises and cities, in the
walls that dash the imagination, or in
the material and psychic frameworks
of day-to-day vision.
In the chapter on the Redefinition of
genres we have already encountered
a section on Places in which artists,
who had already been working for
some time on the identity and structure of places according to different
languages and perspectives, were reunited (Aldo Damioli, Giovanni Frangi,
Marco Petrus, Luca Pignatelli and Lu-
Ken Damy,
Chiara Canali,
Orizzonti e dintorni ,
Tipolitotas,
Gussano (Bs) 2005
ca Piovaccari). In this section we find
other artists (present in the Linee all’orizzonte project) who continue to reflect on landscape, the physical and
mental place in which they find themselves working, on the day-to-day
habitat in which they are immersed,
an extreme altered environment,
which can also become a non-place,
according to the definition of the
French anthropologist Marc Augé,
who focuses attention on the increasing depersonalization of the spaces in
which we live, on the loss of geographic boundaries and on the sense
of modern bewilderment.
201
202
IL PAESAGGIO 2OO7
ALESSANDRO PAPETTI
Nato nel / Born in 1958 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
NEW YORK, 2007
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 200
IL PAESAGGIO 2OO7
ANDREA CHIESI
Nato nel / Born in 1966 a / in Modena,
dove vive e lavora / where he lives and works.
KALI YUGA 31, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 140
Courtesy Guidi & Schoen, Genova
203
204
IL PAESAGGIO 2OO7
CORRADO ZENI
Nato nel / Born in 1967 a / in Genova,
dove vive e lavora / where he lives and works .
IL PAESAGGIO 2OO7
FRANCESCO LAURETTA
Nato nel / Born in 1964 a / in Ispica (Rg).
Vive e lavora a / Lives and works in Torino.
DOLCE, 2003
Olio su tela / Oil on canvas
cm 180 x 121
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
CROSSING, 2006
Olio e gesso su tela / Oil and chalk on canvas
cm 120 x 200
Courtesy Guidi & Schoen, Genova
205
206
IL PAESAGGIO 2OO7
TOM PORTA
Nato nel / Born in 1970 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
IL PAESAGGIO 2OO7
WALTER TRECCHI
Nato nel / Born in 1964 a / in Como.
Vive e lavora a / LIves and works in Torno (Co).
CANTIERE XLVIII, 2007
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 150 x 110
Courtesy Pittura Italiana, Milano
ANOTHER SHOOTING STAR, 2007
Olio su tela / Oil on canvas
cm 130 x 250
Collezione Gabriella Caruso, Milano
Courtesy Il Torchio – Costantini Arte Contemporanea, Milano
207
208
IL PAESAGGIO 2OO7
JONATHAN GUAITAMACCHI
Nato nel / Born in 1961 a / in Londra.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
IL PAESAGGIO 2OO7
ALESSANDRO SPADARI
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
IL VOLO, 2002
Olio su tela / Oil on canvas
cm 230 x 140
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
ATTESA SUL MARE, 2007
Tecnica mista su tela
Mixed media on canvas
cm 140 x 180
Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano
209
210
211
MAURIZIO GALIMBERTI
Nato nel / Born in 1956 a / in Meda (Mi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano e Parigi.
STUDIO DI RITMO SU DUOMO IMPACCHETTATO CON FREGI
COLORATI A SCRIVERE IL RITMO…, 2005
Polaroid / Polaroid
cm 164 x 100
Courtesy Il Torchio – Costantini Arte Contemporanea, Milano
VALENTINA D’AMARO
Nata nel / Born in 1966 a / in Massa.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
SENZA TITOLO, 2004
Olio su tela / Oil on canvas
cm 130 x 220
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
LUCE
NEGLI
OCCHI
—2OO7
214
Luce negli occhi
LUCE NEGLI OCCHI 2OO7
CHIARA DYNYS
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
CHIARA DYNYS.
LUCE NEGLI OCCHI
a cura di / curated by
Maurizio Sciaccaluga,
Electa, Milano 2007
CHIARA DYNYS.
LUCE NEGLI OCCHI
Rotonda della Besana,
Milano
31 marzo — 10 giugno 2007
Nata a / Born in Mantova.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
Alle soglie del terzo millennio si stanno
affacciando sulla scena artistica italiana
ricerche formali
che utilizzano le nuove
tecnologie, e in particolar modo il medium
luminoso, per creare
suggestive e inedite
geometrie visive. In que-
sto senso la mostra di Chiara Dynys ne
è una prova esemplare: “costruita
con la luce, dedicata alla luce, persa
e ritrovata nella luce a ogni stazione
del suo ardito percorso, priva lo spettatore di un qualunque punto di riferimento spaziale, cancella le coordinate classiche della dimensione, annulla
qualsivoglia certezza nei sensi e nella
visione”1.
Assieme alla Dynys altri artisti hanno indagato
il linguaggio espressivo della luce
per dare vita a lievi e
incorporee forme che
appartengono più alla sfera delle storie
mentali che a quella
delle installazioni fisiche. La ricerca estetica di Romano
CHIARA DYNYS
Shanghai , 2007
Vetro e luce
Glass and light
cm 320
Rotonda della Besana,
Milano
1 M. Sciaccaluga, Salto
nel buio, in “Chiara
Dynys. Luce negli occhi”,
Electa, Milano 2007.
1 M. Sciaccaluga, Salto
nel buio, in “Chiara
Dynys. Luce negli occhi”,
Electa, Milan 2007.
Baratta si concentra sull’utilizzo di fasci
colorati di luce per dare vita a spiazzanti metamorfosi ambientali, come è
avvenuto per le facciate esterne di
Fabbrica Borroni, illuminate con i colori freddi del blu e del verde, che trasformano la consistenza strutturale
dell’edificio novecentesco in un cubo
futuristico e spaziale.
L’intervento di Carlo Bernardini, realizzato con fibre ottiche tese nello spazio, dà vita a una rete illusoria di tracciati luminosi che attraversano lo spazio secondo disposizioni cosmiche. La
sua è una forma di creatività che lavora sulla base di un codice di interventi spaziali che riflettono variazioni
prodotte dalla luce in contesti di buio
totale.
CHIARA DYNYS
Panopticon , 2007
Gesso e cera,
pannelli luminosi-lenticolari
Chalk, wax and lenticular panels
with light
cm 325 x 40 x 210
Rotonda della Besana, Milano
LIGHT IN THE EYES
On the threshold of the third Millennium, formal studies using
the new technologies,
and particularly the medium of light, to create
suggestive, unexpected
visual geometries, are being
presented on the Italian artistic scene.
In this sense the Chiara Dynys exhibition
is a perfect example: “constructed
with light, dedicated to light, lost and
found again in light in every step of its
bold journey, it deprives the spectator
of any spatial point of reference whatsoever, it cancels out the classical coordinates of dimension and eliminates
any certainty of sense or vision”1.
Along with Dynys, other artists have
researched
the expressional
language of light in order to create light, shapeless forms which belong more to the sphere
of mental tales than to
that of physical installations. Romano Baratta’s aesthetic
study focuses on the use of shafts of coloured light to create unexpected ambient metamorphosis, as has been
done on the external façades of the
Fabbrica Borroni, illuminated in shades
of blue and green, which transform the
structural texture of the Twentieth Century building into a futuristic, space-like
cube.
Carlo Bernardini’s exhibit, made out of
optical fibres stretched across the space, creates an illusory network of light
paths that cross the space according
to cosmic layouts. His is a form of creativity that works on the basis of a code
of spatial interventions that reflect variations produced by light in contexts of
total darkness.
TI GUARDO, 2006
Ferro, plexiglas e neon,
installazione alla Rotonda della Besana, Milano
Iron, plexiglas and neon,
installation at the Rotonda della Besana, Milan
cm 110 x 70 x 10
215
216
LUCE NEGLI OCCHI 2OO7
ROMANO BARATTA
Nato nel / Born in 1979 a / in Foggia.
Vive e lavora a / Lives and works in Gallarate (Va).
LUCE NEGLI OCCHI 2OO7
CARLO BERNARDINI
Nato nel / Born in 1966 a / in Viterbo.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
CATALIZZATORE DI LUCE, 2007
Acciaio inox e fibre ottiche
Stainless steel and fibreoptics
cm 260 x 90 x 280
LIGHT#6 – GLUELIGHT, 2007
Installazione illuminotecnica site-specific
Site-specific light engineering installation
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
217
GIOVANE
PITTURA
ITALIANA
—2OO4
2OO7
220
Giovane pittura italiana
221
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
15 VOLTE 1 VOLTO,
a cura di / curated by
Chiara Canali,
Grafiche Speed,
Milano 2006
15 VOLTE 1 VOLTO
Spazioinmostra, Milano
14 settembre —
14 ottobre 2006
Una premessa va fatta per questa sezione: oggi si sono moltiplicati in maniera esponenziale le possibilità offerte ai giovani artisti per emergere e farsi conoscere: dai Premi aperti nei quali
critici e curatori, come novelli talent
scout, vanno alla scoperta dei geni di
domani (Premio Italian Factory, di cui
ho già parlato; Premio Artivisive San
Fedele ormai un’istituzione in vita da
cinquant’anni; Premio Cairo Communication e Premio Arte; Premio Celeste; Germinazioni ecc…) ai Premi ad
invito (Premio Michetti; Premio Vasto;
Premio Morlotti; Premio Maretti) per
arrivare alle Esposizioni Quadriennali,
alle mostre collettive in spazi non convenzionali (Allarmi alla Caserma De
Cristoforis di Como) come in quelli pubblici e così di via, di seguito.
Negli ultimi quattro o
cinque anni è comunque venuta alla ribalta una nuova generazione di artisti non
tutti giovanissimi dal
punto di vista anagrafico, bensì per la tipologia della ricerca formale e per l’utilizzo di
nuovi supporti e formule espressive. Le ricerca di
questi artisti non disdegna l’olio e
l’acrilico della pittura, ma privilegia
una rivoluzione interna al linguaggio
dell’arte per giungere alla soglia di
nuovi media non sempre codificati, in
un mix di elementi di stampo differente derivati dalla confusione della cultura post-moderna. Ora la pittura si
contamina con la fotografia e la
stampa su tela; l’olio e l’acrilico si mescolano con la grafite, la cenere, lo
Premio Artivisive San Fedele,
2006-2007.
Il senso del male
30 maggio — 6 luglio 2007,
Galleria San Fedele,
Milano
YOUNG ITALIAN PAINTING
This section requires an introductory
comment. Nowadays the possibilities
offered to young artist so that they
can emerge and get themselves
know have multiplied in a staggering
way: from the open Prizes and Awards
in which critics and curators search
out the genii of tomorrow like youth
talent scouts (Premio Italian Factory,
which I have already mentioned; the
Premio Artivisive San Fedele which has
been an institution for fifty years; the
Premio Cairo Communication and
Premio Arte; Premio Celeste; Germinazioni, and so on) to the Prizes by invitation (Premio Michetti, Premio Vasto,
Premio Morlotti, and Premio Maretti)
and going onto the Quadrienniale Exhibitions, to group shows in non-conventional spaces (Allarmi at the Caserma De Cristoforo in Como) such as
those public places and subsequently
onto others.
In the last four or five
years a new generation
of artists who are notso-young in years has
taken a curtain call, for
because of the type of
formal research and
the use of new supports
and expressive formulae. The studies of these artists do
not spurn the oils and acrylics of painting, but rather gives preference to an
internal revolution against the language of art in order to reach the
threshold of new media that are not
always codified, in a mix of elements
of a different mould that derive from
the confusion of post-Modern culture.
Now painting is contaminated with
photography and printing on canvas.
Oil and acrylic are mixed with
graphite, charcoal, enamel, India ink
and glitter. Lifted from the world of
graffiti, collage and stencil techniques
are added to watercolour technique.
Supports of linen, gauze, silk, woven
fabric, wallpaper, and any other
material that can transmit new tactile
and visual sensations are added to
the canvas support.
All this marrying of styles and processes, often experimented in an autonomous, spontaneous fashion, allows
representations to take
shape that are lie further
1 Henri Focillon,
Esthétique des visionaires,
in “Journal
de psychologie normale
et pathologique”,
XXIII, Paris, 1926.
2 Ibidem.
1 Henri Focillon,
Esthétique des visionaires,
in “Journal
de psychologie normale
et pathologique”,
XXIII, Paris, 1926.
2 Ibidem.
smalto, l’inchiostro di china e il glitter;
alla tecnica ad acquerello si aggiunge anche quella a collage e a stencil,
desunta dal mondo dei graffiti; al supporto su tela si aggiunge quello su lino,
garza, seta, tessuto, stoffa da parati, e
qualsiasi materiale che può veicolare
nuove sensazioni tattili e visive.
Tutto questo connubio di stili e procedimenti, spesso sperimentati in maniera autonoma e spontanea, permette
di dare origine a
rappresentazioni che esulano
sempre più la referenza del reale per diventare visioni naturalistiche e paesaggistiche,
oniriche e fantastiche.
Sono artisti visionari,
che come il gruppo teorizzato ormai
ottant’anni fa da Henri Focillon nel suo
scritto Esthétique des visionnaires 1 formano un ordine a parte, singolare,
indeterminato, in cui prendono posto
talenti diversi e fors’anche espressioni
ineguali. Il genio dei visionari crea
spontaneamente i mezzi e gli strumenti che sono loro indispensabili (“sono
stati i più grandi innovatori tecnici”). I
visionari “interpretano più che imitare,
e trasfigurano più di quanto non interpretino”2.
Icons. Kate Moss ,
a cura di / curated by
Chiara Canali,
18 novembre 2006 —
19 gennaio 2007,
Galleria In S. Lorenzo, 3,
Parma
and further outside the
testimony of what is real
in order to become
dreamlike, fantastical visions of Naturalism and
Landscape. They are visionary artists, who, like the group
on which Henri Focillon wrote in his
theory Esthétique des visionnaires 1
approximately eighty years ago, form
a unique, undefined, separate order
in which different talents and perhaps
also changing expressions take their
place. The genius of the visionaries
spontaneously creates the means and
tools that are indispensable for them
(“they were the greatest technical innovators”). The visionaries “interpret
more than they imitate, and transfigure much more than they interpret”2.
222
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
BARBARA GIORGIS
Nata a / Born in Taranto.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
DONNA D’ORIENTE, 2005
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 127 x 99
Courtesy Galleria Forni, Bologna
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
EMILIA FARO
Nata nel / Born in 1979 a / in Catania,
dove vive e lavora / where she lives and works.
NOLI ME TANGERE, 2005
Acquerello su carta / Watercolour on paper
cm 41 x 31
Courtesy Galleria Ermanno Tedeschi, Torino
223
224
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
ROBERTA SAVELLI
Nata nel / Born in 1969 a / in Giussano (Mi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
ANDREA MARICONTI
Nato nel / Born in 1978 a / in Lodi.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
INTERFERENZA 21, 2004
Tecnica mista con cenere su carta intelata
Mixed media with charcoal on canvas-backed paper
cm 85 x 70
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
SENZA TITOLO, 2004
Olio su garza / Oil on gauze
cm 120 x 120
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
225
226
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
ELISA ROSSI
Nata nel / Born in 1980 a / in Venezia,
dove vive e lavora / where she lives and works .
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
MAURIZIO CARRIERO
Nato nel / Born in 1980 a / in Piedimonte Matese (Ce).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
KATE MOSS. THE DARK SIDE OF THE MOON, 2006
Olio e smalto su lino / Oil and enamel on linen
cm 130 x 90
Collezione Fabio De Galeazzi, Sesto Calende (Va)
DOVE 22, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 100 x 140
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
227
228
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
COSTANTIN
Nato nel / Born in 1974 a / in Poggibonsi (Si).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano .
MATTEO+LA LINEA+MATTEO 2, 2007
Olio su tela
Oil on canvas
cm 51 x 151
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
SONIA CECCOTTI
Nata nel / Born in 1974 a / in Vicopisano (Pi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
SILVIA / SUSSURRO, 2005
Olio su tela / Oil on canvas
cm 130 x 144, dittico / diptych
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
229
230
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
NICOLA SAMORÌ
Nato nel / Born in 1977 a / in Forlì.
Vive e lavora a / Lives and works in San Pietro in Trento (Ra).
SENZA TITOLO, 2006
Tecnica mista su carta / Mixed media on paper
cm 60 x 60
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
GIORGIA BELTRAMI
Nata nel / Born in 1969 a / in Reggio Emilia.
Vive e lavora a / Lives and works in Rubiera (Re).
CONTINUITÀ XXIV, 2005
Grafite e olio su tavola trattata
Graphite and oil on teated tableau
cm 120 x 60
Courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
231
232
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
DANIELE GIUNTA
Nato nel / Born in 1981 a / in Arona (No).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
REGINA DI LUCE, 2007
Inchiostro di china, matita e glitter su seta
India ink, pencil and glitter on silk
cm 100 x 80
Collezione privata Cristina Artese, Milano
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
SIMONA BRAMATI
Nata nel / Born in 1975 a / in Jesi (An).
Vive e lavora a / Lives and works in Castelplanio (An).
PLOTINIA, 2006
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 180 x 120
Courtesy Romberg Arte Contemporanea, Roma
233
234
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
IVA KONTIC
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
MIHAILO BELI KARANOVIC
Nata nel / Born in 1982 a / in Belgrado (Serbia).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
Nato nel / Born in 1980 a / in Vrsac (Serbia).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
MY STILL LIVES #8, 2007
Tecnica mista su tela
Mixed media on canvas
cm 115 x 90
Collezione privata, Milano
BEOGRAD III, 2006
Acrilico e collage su tela
Acrylic and collage on canvas
cm 140 x 200
Courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
235
236
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
STEFANO FIORESI
Nato nel / Born in 1965 a / in Modena,
dove vive e lavora / where he lives and works .
CAOS, 2007
Collage, stencil, acrilico e resina su tela
Collage, stencil, acrylic and resin on canvas
cm 50 x 50 ciascuno, 6 pezzi / each, 6 pieces
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
LEONARDO GRECO
Nato nel / Born in 1975 a / in Modena.
Vive e lavora a / Lives and works in Piumazzo (Mo).
SOMEONE LIKE YOU WITH SOMEONE LIKE ME, 2006
Olio su tela / Oil on canvas
cm 190 x 200
Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano
237
238
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
SIVA
Nato nel / Born in 1982 a / in Milano,
dove vive e lavora/ where he lives and works.
GIARDINO COSMICO CON COLONNA DEL PALAZZO REALE 10, 2007
Acrilico su tessuto
Acrylic on fabric
cm 100 x 100
Courtesy Angel Art Gallery, Milano
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
ALESSANDRO GIORDANI
Nato nel / Born in 1971 a / in Parma,
dove vive e lavora / where he lives and works.
BABY BLUE, 2005
Olio su tessuto e plexiglas
Oil on fabric and plexiglas
cm 130 x 110
Collezione Fabio De Galeazzi,
Sesto Calende (Va)
239
240
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
GIUSEPPE RADO
Nato nel / Born in 1970 a / in Brindisi.
Vive e lavora a / Lives and works in Bologna.
GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7
DANIELA CAVALLO
Nata nel / Born in 1982 a / in Ostuni (Br),
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
IDOL(I)S I, 2007
Stampa lambda su alluminio
Lambda print on aluminium
cm 115 x 70
N, 2006
Stampa digitale su carta di cotone
Digital print on cotton paper
cm 100 x 100
Collezione Fabio De Galeazzi, Sesto Calende (Va)
241
STREET ART
—2OO7
244
Street Art
245
BLU
CHIARA CANALI
A pagina precedente,
copertina del catalogo:
On previous page,
catalogue cover:
STREET ART SWEET ART.
DALLA CULTURA HIP HOP
ALLA GENERAZIONE POP UP
a cura di / curated by
Alessandro Riva,
Skira, Ginevra-Milano 2007
STREET ART SWEET ART
PAC, Milano
8 marzo — 9 aprile 2007
Nato nel / Born in 1977 a / in Rusco (Bo).
Vive e lavora a / Lives and works in Stellina (Bo).
Sviluppatosi tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, tra
Philadelphia e New York, il fenomeno
del graffitismo o writing ha sempre più
preso piede in Italia negli ultimi vent’anni, come testimonia la mostra
Street Art Sweet Art al PAC di Milano1,
a cura di Alessandro Riva e promossa
da Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
L’azione dei writers, per potersi sviluppare direttamente sulla città e nei luoghi pubblici di maggior frequentazione, quali le metropolitane e le stazioni,
è sempre dovuta avvenire per forza di
cose in maniera illegale. In questo caso, con un atto eversivo, “si invitano e
si accolgono nelle eleganti e ordinate
stanze del Padiglione d’Arte Contemporanea gli artisti più trasgressivi, cresciuti sui marciapiedi di una città amata e odiata”2,
STREET ART
Developed between the end of the
Sixties and the start of the Seventies,
between Philadelphia and New York,
the phenomenon of graffiti art or writing has been continuing to gain popularity in Italy over the last twenty years,
as testified by the Street Art Sweet Art
exhibition at PAC in Milan1, curated by
Alessandro Riva and promoted by Vittorio Sgarbi, Councillor for Culture of
the Municipality of Milan.
In order to be able to develop directly
on the city and in the most widely visited public places, such as the underground and railway stations, the activity of graffiti writers has always had to
take place illegally because of the
way things are. In this case, “the most
unconventional artists, who grew up on
the streets of a city both loved and hated, are invited and welcomed to the
elegant and ordered halls of the Padiglione d’Arte Contemporanea”2 with
a subversive action,
rendendoli
“finalmente prigionieri” (così il titolo della
presentazione di Vittomaking
rio Sgarbi al catalogo them “finally prisoners”
della mostra Street Art (thus the title of Vittorio
Sweet Art ).
Sgarbi’s presentation in
Con questa operazione, e con tante
the Street Art Sweet Art
altre successive come l’evento Street
exhibition catalogue).
PUS
Fino addio! Feat.Aceto, 2005
Acrilico su carta
Acrylic on paper
cm 500 x 400
Courtesy Città di Lodi
1 Street Art Sweet Art,
curated by A. Riva,
8t h March — 25th April 2007,
PAC Padiglione d’Arte
Contemporanea, Milan.
2 V. Sgarbi, Finalmente
prigionieri, in “Street Art
Sweet Art”, Skira, Milan 2007.
3 Ibidem.
Up. The best summer Pop Up show che
dalla galleria Byblos di Verona ha conquistato i canali di Venezia durante la
Biennale, si è deciso di “sdoganare”
un fenomeno sociale e culturale come quello del graffitismo per trasformarlo in una forma d’arte decontestualizzata, da fruire non dall’esterno
ma all’interno di uno spazio espositivo,
con l’ambizione di renderlo categoria
estetica e con la speranza di comunicarlo a un pubblico vasto e allargato.
“Dalla strada al Museo attraverso
l’ateneo del Leoncavallo: è ciò che è
accaduto ad Atomo, ad Ozmo, a Sea
(e a tanti altri writers e street artists riuniti in questa sezione) che hanno
maturato uno stile distinto e riconoscibile”3.
1 Street Art Sweet Art, a cura di A. Riva,
8 marzo — 25 aprile 2007,
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea,
Milano.
2 V. Sgarbi, Finalmente prigionieri, in
“Street Art Sweet Art”, Skira, Milano 2007.
3 Ibidem.
With this event and with so many other
subsequent shows such as the Street
Up. The best summer Pop Up show
event which went from the Galleria Byblos in Verona to conquer the canals of
Venice during the Biennial, it was decided to “let in” a social and cultural
phenomenon like Graffiti art in order to
transform it into a decontextualized art
form, to be enjoyed not from outside
but from inside an exhibition space,
with the goal of making it an aesthetic
category and with the aspiration of
communicating it to a wide, extensive
public. “From the street to the Museum
via the university of Leoncavallo: that’s
what happened to Atomo, Ozmo, Sea
(and so many other graffiti writers and
street artists brought together in this
section) who have matured a distinct
and recognizable style”3.
SENZA TITOLO, 2007
Tempera su muro / Tempera on wall
cm 1200 x 700
Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi)
246
STREET ART 2OO7
ATOMO
Nato nel / Born in 1965 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
STREET ART 2OO7
PUS
Nato nel / Born in 1977 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
WAR, 2007
Spray su tela / Spray on canvas
cm 120 x 70
Collezione privata, Milano
ZERO, 2007
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 120 x 120
Courtesy Byblos Art Gallery, Verona
247
248
STREET ART 2OO7
AIRONE
Nato nel / Born in 1973 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
STREET ART 2OO7
ABBOMINEVOLE
+ FOSTPAZZ a.k.a. Falko
Nato nel / Born in 1979 a / in Legnano (Mi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
TAGREMOVER, 2007
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 80 x 120 ciascuno, dittico / each, diptych
GRAZIE (VITTORIO SGARBI), 2007
Stampa plotter su carta / Plotter print on paper
installazione sui muri del PAC, Milano
installation on PAC’s wall, Milan
cm 240 x 60
249
250
STREET ART 2OO7
JOYS
Nato nel / Born in 1974 a / in Padova,
dove vive e lavora / where he lives and works.
SENZA TITOLO, 2007
Legno dipinto / Painted wood
cm 94 x 320 x 200
Courtesy Allegra Ravizza Art Project, Milano
STREET ART 2OO7
DADO E STEFY
Nati nel / Born in 1975 a / in Bologna,
dove vivono e lavorano / where they live and work.
DADO&STEFY LOVE, 2007
Gesso dipinto / Painted chalk
cm 60 x 220
251
252
STREET ART 2OO7
BO130
Nato nel / Born in 1971 a / in Bergamo.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
STREET ART 2OO7
MICROBO
Nata nel / Born in 1970 a / in Catania.
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
NAVIGANDO IN UNA GOCCIA D’ACQUA, 2006
Tecnica mista su tela e muro / Mixed media on canvas and wall
cm 80 x 100
Courtesy Vinavil Studio, Milano
SENZA TITOLO, 2007
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 75,5 x 150
253
254
STREET ART 2OO7
PAO
Nato nel / Born in 1976 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
STREET ART 2OO7
OZMO
Nato nel / Born in 1975 a / in Pontedera (Pi).
Vive e lavora a / Lives and works in Milano.
I LAV MILAN!, 2007
Acrilico su tela e legno / Acrylic on canvas and wood
cm 100 x 70
UNTITLED, 2006
Pennarello su pvc / Pen on pvc
cm 150 x 200
255
256
STREET ART 2OO7
BROS
STREET ART 2OO7
TVBOY
Nato nel / Born in 1981 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
Nato nel / Born in 1980 a / in Palermo.
Vive e lavora a / Lives and works in Barcellona.
GIOCO D’AZZARDO, 2007
Smalto su tela
Enamel on canvas
cm 300 x 200
THE DEATH OF NICO, 2007
Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas
cm 100 x 80
257
258
STREET ART 2OO7
NAIS
Nata nel / Born in 1981 a / in Milano.
Vive e lavora ad / Lives and works in Arluno (Mi).
IL PESCATORE, 2006
Tecnica mista su tela
Mixed media on canvas
cm 100 x 70
STREET ART 2OO7
IVAN
Nato nel / Born in 1981 a / in Milano,
dove vive e lavora/ where he lives and works.
IL FUTURO DI UNA VOLTA, 2007
Acrilico su tela / Acrylic on canvas
cm 70 x 50
Collezione privata, Milano
259
260
STREET ART 2OO7
SONDA
Nato nel / Born in 1976 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
TRENO SOCIALE, 2007
Tecnica mista su tela
Mixed media on canvas
cm 80 x 120
STREET ART 2OO7
RENDO
Nato nel / Born in 1969 a / in Milano,
dove vive e lavora / where he lives and works.
TDK, 2007
Legno smaltato / Enameled wood
cm 110 x 140 x 110
261
INDICI INDEXES
INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
—1998
Officina milanese
(Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Velasco),
a cura di / curated by
A. Riva, Arte Fiera, Bologna
Cronache vere
(Matteo Basilé, Alessandro Bazan,
Ennio Bertrand, Corrado Bonomi,
Roberto Carbone, Paolo Cassarà,
Marco Cingolani, Gianluigi Colin,
Francesco De Grandi, Santolo De
Luca, Enrico T. De Paris, Andrea Di
Marco, Fulvio Di Piazza, Daniele
Galliano, Paola Gandolfi, Federico
Guida, Daniele Guolo, Mark Kostabi, Paolo Leonardo, Silvia Levenson, Marco Lodola, Flavio Marinoni,
Florencia Martinez, Luca Matti,
Klaus Mehrkens, Ryan Mendoza,
Marzia Migliora, Ottonella Mocellin,
Nicola Pellegrini, Dario Molinari,
Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi,
Cristina Pavesi, Marco Petrus, Luca
Pignatelli, Raffaele Piseddu, Max
Rohr, Marco Samoré, Mario Schifano, Filippo Sciascia, Ultrash, Velasco, Massimo Viegi, Claudio Vitale,
Andrea Zucchi),
a cura di / curated by
A. Riva, Spazio Consolo, Milano
Il nuovo ritratto in Italia
(Matteo Basilé, Alessandro Bazan,
Ennio Bertrand, Sarah Bowyer, Alfredo Cannata, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Andrea Chiesi, Marco
Cornini, Francesco De Grandi, Fabrice De Nola, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini, Giovanni Frangi, Emanuele Giannelli, Federico Guida, Anna
Keen, Giovanni La Cognata, Paolo
Leonardo, Federico Lombardo, Andrea Martinelli, Klaus Mehrkens,
Marco Neri, Alessandro Papetti, Federica Perazzoli, Luca Pignatelli, Luca Piovaccari, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Filippo Sciascia, Bernardo Siciliano, Enrico Trevisan, Nicola Verlato, Velasco, Claudio Vitale),
a cura di / curated by
A. Riva, Spazio Consolo, Milano
—1999
Le carte dell’Officina milanese
(Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Velasco),
a cura di / curated by
A. Riva, Appiani Arte Trentadue,
Milano
Essi Vivono
(Antonella Bersani, Corrado Bonomi, Dario Ghibaudo, Massimo Kaufmann, Paolo Leonardo, Tony Oursler, Alex Pinna, Luisa Rabbia, Pia
Stadtbäumer, Ultrapop, Vittorio Valente, Simona Vergani, Koen Wastijn - Joan Deschuymer),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Casa del Popolo,
Rivergaro (Pc)
—2OOO
Trapassato futuro
(United Aliens, Karin Andersen, Fabio Annunziata, Gianluigi Antonelli,
Dario Arcidiacono, Matteo Basilé,
Alessandro Bazan, Bene Bergado,
Antonella Bersani, Corrado Bonomi,
Paolo Cassarà, Alberto Castelli,
Chiara, Andrea Chiesi, Giuliana Cuneaz, Giordano Curreri, Leonida De
Filippi, Francesco De Grandi, Enrico
T. De Paris, Francesco Di Lernia,
Elisabetta Di Maggio, Fulvio Di Piazza, Michele Dieli, Giorgio Frassi, Michelangelo Galliani, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Emanuele
Giannelli, Micha Klein, Dirk Larsen,
Paolo Leonardo, Silvia Levenson,
Florencia Martinez, Miguel Ángel
Martín, Luca Matti, Tony Oursler, Ed
Pashke, Luca Pignatelli, Alex Pinna,
Plumcake, Cristiano Pintaldi, Marco
Porta, Professor Bad Trip, Luisa Rabbia, Simone Racheli, Giovanna Ricotta, Antonio Riello, Max Rohr,
Francesco Scialò, Francesca Semeria, Paolo Schmidlin, Antonio
Sorrentino, Adrian Tranquilli, Vittorio
Valente, Guido Venturini, Nicola
Verlato, Dany Vescovi, Sandra Virlinzi, Ximo, Robert Yarber, Andrea
Zucchi),
a cura di / curated by
A. Riva, Cartiere Vannucci, Milano
Prove tecniche di post-figurazione
(Alfredo Cannata, Alberto Castelli,
Federico Vescovo, Andrea Zucchi),
a cura di / curated by
A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
Sui generis. Dal ritratto alla
fantascienza. La ridefinizione del
genere nella nuova arte italiana
(Karin Andersen, Matteo Basilé,
Alessandro Bazan, Paul Beel, Antonella Bersani, Ennio Bertrand, Corrado Bonomi, Alfredo Cannata, Monica Carocci, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Annalisa Cattani, Sergio Ceccotti, Chiara, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Gianluca Corona, Marco Cornini, Giacomo Costa, Valentina D’Amaro, Silvano
D’Ambrosio, Aldo Damioli, Leonida
De Filippi, Francesco De Grandi,
Santolo De Luca, Fabrice De Nola,
Enrico T. De Paris, Andrea Di Marco,
Fulvio Di Piazza, Stefano Di Stasio,
Nathalie Du Pasquier, Giulio Durini,
Giovanni Frangi, Michelangelo Galliani, Omar Galliani, Daniele Galliano, Paola Gandolfi, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Federico
Guida, Paolo Leonardo, Silvia Levenson, Enrico Lombardi, Federico
Lombardo, Florencia Martinez, Matia, Luca Matti, Antonella Mazzoni,
Klaus Mehrkens, Marzia Migliora,
Barbara Nahmad, Marco Neri, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Alex Pinna, Cristiano
Pintaldi, Luca Piovaccari, Luisa
Rabbia, Simone Racheli, Antonio
Riello, Max Rohr, Marco Samorè, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin,
Francesco Scialò, Bianca Sforni,
Bernardo Siciliano, Adrian Tranquilli,
Ultrapop, Vittorio Valente, Velasco,
Nicola Verlato, Dany Vescovi, Andrea Zucchi),
a cura di / curated by
A. Riva, PAC Padiglione d’Arte
Contemporanea, Milano
—2OO1
(Ultra)Corpi
(Matteo Basilé, Paul Beel, Alberto
Castelli, Marco Cingolani, Ciriaca
Erre, Marco Cornini, Valentina D’Amaro, Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Omar Galliani, Federico Guida, Debora Hirsch, Kazumasa, Klaus Mehrkens, Barbara Nahmad, Caterina Notte, Simone Racheli, Marco Saviozzi, Velasco, Dany Vescovi, Luca Zampetti),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Chiesa e Chiostro
di S. Agostino, Pietrasanta (Lu)
Totemica. Feticci
e rituali del contemporaneo
(Daniele Buetti, Sandro Chia, Wim
Delvoye, Michelangelo Galliani,
Paola Gandolfi, Robert Gligorov,
Federico Guida, Micha Klein, Paolo
Leonardo, Marco Neri, Luigi Ontani,
Orlan, Mimmo Palladini, Luca Pignatelli, Alex Pinna, Mimmo Rotella, Sandy Skoglund, Andres Serrano, Ultrapop),
a cura di / curated by
A. Riva, Casa del Mantenga, Mantova
La linea dolce della nuova
figurazione
(Corrado Bonomi, Paolo Cassarà,
Alberto Castelli, Marco Cornini, Federico Guida, Alì Hassoun, Debora
Hirsch, Miriam Pertegato, Luca
Zampetti),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
263
264
INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
Chiamami Peroni sarò la tua... arte
(Matteo Basilé, Paul Beel, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Ciriaca Erre,
Fasoli m&m, Michelangelo Galliani,
Luca Giovagnoli, Federico Guida,
Debora Hirsch, Barbara Nahmad,
Caterina Notte, Luca Zampetti),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Bonelli Arte Contemporanea, Mantova
Paradiso Perduto
(Corrado Bonomi, Paolo Cassarà,
Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Ernesto Jannini, Davide Nido,
David Reimondo, Vittorio Valente,
Dany Vescovi),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, La Giarina, Verona
Figura/zione
(Lidia Bagnoli, Giuseppe Bergomi,
Andrea Boyer, Aurelio Bulzatti, Alberto Castelli, Stefanos Daskalakis,
Aron Demetz, Leticia Feduchi, Andrew Gadd, Girbent, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Sean
Henry, Claude Jammet, Andrea
Martinelli, Klaus Mehrkens, Tassos
Missouras, Marcos Palazzi, Kostas
Papanikolaou, Alessandro Papetti,
George Rorris, Edward Sacallian,
Joseph Santillari, Livio Scarpella,
Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano,
Julio Vaquero, Velasco, Alexandros
Veroucas),
a cura di / curated by
A.Riva, Studio Forni, Milano
Tutto l’odio del mondo
(Franko B., Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Ennio Bertrand, Corrado
Bonomi, Gianluigi Colin, Guido Crepax, Silvano D’Ambrosio, Leonida
De Filippi, Enrico T. De Paris, Fulvio
Di Piazza, Dylan Dog/Angelo Stano,
Fabrica/Anselmo Tumpic, Dario Fo,
Daniele Galliano, Paola Gandolfi,
Robert Gligorov, Yumi Karasumaru,
Mark Kostabi, Joe Kubert, Silvia Levenson, Miltos Manetas, Miguel Ángel Martín, Lorenzo Mattotti, James
Natchwey, Marco Neri, Luca Pignatelli, Cristiano Pintaldi, Simone
Racheli, Antonio Riello, Omar Ronda, Cracking Art, Mimmo Rotella,
Saatchi & Saatchi, Filippo Di Sanbuy, Medhat Shafik, Emilio Tadini,
Ultrapop, Gilberto Zorio),
a cura di / curated by
A. Riva, Arengario, Milano
Palermo Blues
(Alessandro Bazan, Francesco De
Grandi, Andrea Di Marco, Fulvio Di
Piazza),
con testi di / texts by
A. Riva, G. Marziani, A. Galletta, R.
Jannella, A. Sciaccaluga, Cantieri
Culturali alla Zisa, Palermo
—2OO2
Ricomincio da 8
(Matteo Basilé, Alessandro Bellucco, Alfonso Bonavita, Alberto Castelli, Federico Guida, Debora Hirsch,
Dany Vescovi, Luca Zampetti),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Galleria Guidi &
Schoen, Genova
Figuralia
(Federico Lombardo, Klaus Mehrkens, Federico Vescovo),
a cura di / curated by
A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
Premio Durini
(Valeria Agostinelli, Pietro Capogrosso, Loris Cecchini, Susanna De Bernardi, Leonida De Filippi, Marta Dell’Angelo, Giorgio Frassi, Giuliano Guatta, Federico Guida, Paolo Maggis,
Francesco Merletti, Dario Molinari,
Barbara Nahmad, Davide Nido,
Alex Pinna, Livio Scarpella, Alessandro Spadari, Dany Vescovi, Federico Vescovo, Yoon Si-Young),
a cura di / curated by
A. Riva, Museo della Permanente,
Milano
Nuova Scultura Italiana
(Paolo Annibali, Carlo Bertocci, Giuseppe Bergomi, Paolo Cassarà,
Marco Cornini, Dino Cunsolo, Aron
Demetz, Paola Gandolfi, Alberto Mingotti, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Nicola Verlato),
a cura di / curated by
A. Riva, Il Polittico, Roma
Sculturama
(Adalberto Abbate, Rosario Antoci,
Alfonso Bonavita, Corrado Bonomi,
Paolo Cassarà, Gianni Cella, Marco Cornini, Ursula Engelke, Paolo
Schmidlin, Maria Luisa Tadei),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
Sconfinamenti
(Aldo Damioli, Angelo Davoli, Leonida De Filippi, Fulvio Di Piazza, Roberto Floreani, Omar Galliani, Marco Giovani, Jonathan Guaitamacchi, Giuliano Guatta, Federico Guida, Marcello Jori, Aldo Mondino,
Alessandro Papetti, Eric Serafini,
Tino Stefanoni),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Castello di Spezzano, Spezzano Fiorano Modenese
(Mo)
Premio Lissone 2OO2
(Angelo Bellobono, Matteo Bergamasco, Danilo Buccella, Alberto
Castelli, Luca Conca, Valentina
D’Amaro, Andrea Di Marco, Pieralli)(Favi, Gavino Ganau, Federico
Lombardo, Marco Memeo, Davide
Nido, Paolo Quaresima, Giuseppe
Restano, Robert Shore),
a cura di / curated by
F. Gualdoni, A. Riva, M. Robecchi,
M. Sciaccaluga, Civica Galleria di
Arte Contemporanea, Lissone (Mi)
—2OO3
Pentathlon. Nuova
Palestra artistica milanese
(Alessandro Bellucco, Leonida De
Filippi, Federico Guida, Davide Nido, Dany Vescovi),
a cura di / curated by
M. Meneguzzo, A. Riva, M. Sciaccaluga, Museo della Permanente,
Milano
Kids are us… I bambini siamo noi
(Stefano Arienti, Jean-Michel Basquiat, Corrado Bonomi, James
Brown, David Burrows, Maurizio Cattelan, Gianni Cella, Cuoghi Corsello, Ronnie Cutrone, Wim Delvoye, Enrico T. De Paris, Fulvio Di
Piazza, Keith Haring, Mike Kelley,
Jeff Koons, Edward Lipski, Miltos
Manetas, Liliana Moro, Takashi Murakami, Motomichi Nakamura, Yoshitomo Nara, Luigi Ontani, Alex
Pinna, Plumcake, Antonio Riello, Pipilotti Rist, Tom Sachs, Shih Chieh
Huang, Team cHmAN, Ultrapop,
Stefan Wissel),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Galleria Civica di
Arte Contemporanea, Trento
Mito contemporaneo.
Futurismo e oltre
(Ubaldo Bartolini, Enrica Borghi,
Paolo Borghi, Fratelli Calgaro, Alberto Castelli, Chiara, Girolamo
Ciulla, Marco Cornini, Giacomo
Costa, Aldo Damioli, Letizia Fornasieri, Maurizio Galimberti, Omar
Galliani, Marco Giovani, Alì Hassoun, Federico Lombardo, Claudio
Marconi, Carlo Maria Mariani, Luigi
Ontani, Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Fabrizio Plessi, Stefania
Ricci),
a cura di / curated by
B. Buscaroli e M. Sciaccaluga, Basilica Palladiana, Vicenza
Italian Factory.
La nuova scena artistica italiana
(Matteo Basilé, Alessandro Bazan,
Matteo Bergamasco, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Chiara, Marco
Cornini, Aldo Damioli, Leonida De
Filippi, Marta Dell’Angelo, Aron Demetz, Enrico T. De Paris, Andrea Di
INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
Marco, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini, Paolo Fiorentino, Giovanni Frangi, Michelangelo Galliani, Salvatore
Garau, Federico Guida, Paolo Leonardo, Federico Lombardo, Paolo
Maggis, Andrea Martinelli, Marco
Neri, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Francesco Pignatelli, Luca Pignatelli, Max Rohr, Sara Rossi, Livio
Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano, Velasco, Dany Vescovi),
a cura di / curated by
A. Riva, Istituto Santa Maria della
Pietà, Venezia; Palazzo del Parlamento, Strasburgo; Promotrice delle Belle Arti, Torino
Cluedo. La linea dura
della nuova figurazione
(Matteo Bergamasco, Alberto Castelli, Enrico Cazzaniga, Andrea
Chiesi, Roberto Coda Zabetta, Costantin, Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Vered Gamliel,
Luca Giovagnoli, Marco Grassi,
Sarah Ledda, Paolo Maggis, Gian
Marco Montesano, Barbara Nahmad, Alessandro Papetti, Antonio
Riello, Paolo Schmidlin),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Sala Sant’Ignazio,
Arezzo
Baby Gang
(Valerio Berruti, Paolo Maggis, Harding Mayer e Elisabetta Vignato),
a cura di / curated by
A. Riva, Spirale Arte Artecontemporanea, Milano
—2OO4
XIV Esposizione Quadriennale
d’Arte. Anteprima Torino
(0100101110101101.org, Davide Baroggi, Matteo Bergamasco, Valerio
Berruti, Davide Bertocchi, Paolo
Bertocchi, Paola Binante, Francesco Bocchini, Paolo Borrelli, Danilo
Buccella, Alessandro Busci, Luca
Caccioni, Stefano Cagol, Pietro
Capogrosso, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Silvia Chiarini, Andrea
Chiesi, Antonia Ciampi, Roberto
Coda Zabetta, Davide Coltro, Paolo Consorti, Giacomo Costa, Giuliana Cuneaz, Salvatore Buschera,
Alessandro Dal Pont, Angelo Davoli, Laura De Bernardi, Leonida De
Filippi, Francesco De Grandi, Danilo
Derenzis, Aron Demetz, Nicola Di
Caprio, Marco Di Giovanni, Giulio
Durini, Epidemic, Simonetta Fadda,
Flavio Favelli, Mara Festari, Helga
Franza, Fratelli Calgaro, Greta Frau,
Raul Gabriel, Michelangelo Galliani, Fausto Gilberti, Marco Giovani,
Daniele Girardi, Jonathan Guaitamacchi, Vittorio Gui, Federico Guida, Alessandra Grolla, Alì Hassoun,
Debora Hirsch, Jaromil, Alessandro
Kyriakides, Federica La Rosa, Donata Lazzaroni, Paolo Leonardo, Paolo Maggis, Marcello Maloberti, Giovanni Manfredini, Annamaria Martena, Luca Matti, Maurizio Mercuri,
Davide Minuti, Barbara Nahmad,
Marco Neri, Sandrine Nicoletta, Davide Nido, Daniele Pario Perra, Marco Petrus, Robert Pettina, Alex Pinna, Luca Piovaccari, Chiara Pirito,
Patrick Rizzi, Max Rohr, Anna Rossi,
Franco Ruaro, Tommaso Russo, Livio
Scarpella, Paolo Schmidlin, Giovanni Sesia, Rita Siragusa, Softly
Kicking, Attilio Solzi, Annalisa Sonzogni, Nicola Toffolini, Mario Tomasello, Umberto Torricelli, Simone Tosca,
Dany Vescovi, Laura Viale, Alberto
Zamboni, Corrado Zeni, Andrea
Zucchi),
a cura di / curated by
L. Beatrice, B. Buscaroli, F. Gualdoni, A. Riva, G. Simongini, Promotrice delle Belle Arti, Torino
Medioevo prossimo venturo
(Matteo Basilé, James Brown, Stefano Cagol, Andrea Chiesi, Giacomo Costa, Wim Delvoye, Omar Galliani, Alì Hassoun, Giovanni Manfredini, Giuseppe Maraniello, Munoz
Vera, Hidetoshi Nagasawa, Shirin
Neshat, Juan Bautista Nieto, Giovanni Novaresio, Alessandro Papetti, Leonardo Pivi, Antonio Riello,
Pablo Santibanez Servat, Andres
Serrano, Medhat Shafik, Valerio Tedeschi, Bernardo Torrens, Spencer
Tunick, Sergio Vidal, Dania Zanotto),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio,
Certaldo (Fi)
Lasciateci divertire.
Non è mai troppo tardi per farsi…
un’infanzia felice
(Maurizio Arcangeli, Dario Arcidiacono, Andrea Bianconi, Clara Bonfiglio, Corrado Bonomi, Enrica Borghi, Dario Brevi, Stefano Cagol,
Gianni Cella, Chiara, Cuoghi Corsello, Santolo De Luca, Enrico T. De
Paris, Maurizio Galimberti, Alex Guzzetti, Ernesto Jannini, Alessandro
Lupi, Antonella Mazzoni, Fratelli Perone, Alex Pinna, Plumcake, Antonio Riello, Ultrapop),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Palazzo Comunale,
Arezzo
Iconica. Arte contemporanea
e archeologia in Sicilia
(Alessandro Bazan, Sandro Chia,
Wim Delvoye, Aron Demetz, Paola
Gandolfi, Carlo Maria Mariani,
Ryan Mendoza, Luigi Ontani, Luca
Pignatelli, Antonio Riello, Mimmo
Rotella, Livio Scarpella, Paolo
Schmidlin, Luigi Serafini, Velasco),
a cura di / curated by
A. Riva, sedi varie / travelling, Sicilia
XXXVII Premio Vasto 2004.
Metamorfosi.
Le ambiguità della visione
(Adalberto Abbate, Gino Armuzzi,
Paul Beel, Alessandro Belgiojoso,
Matteo Bergamasco, Simone Bergantini, Carlo Bernardini, Antonella
Bersani, Marina Bolmini, Danilo Buccella, Andrea Buglisi, Enrico Cazzaniga, Paolo Consorti, Leonida De Filippi, Andrea Di Marco, Carlo Galfione, Emanuele Gregolin, Alessandro Grisoni, Hiroto Kitagawa, Christian Leperino, Paolo Maggis, Monica Palumbo, Lorenzo Petrantoni,
Luca Piovaccari, Laboratorio Saccardi, Mario Salina, Livio Scarpella,
Giulietta Spadaccini, Nicola Vinci,
Andrea Zucchi),
a cura di / curated by
A. Riva, Musei Civici, Palazzo
d’Avalois, Vasto (Ch)
Subway 3004
(Andrea Buglisi, Davide Caforio,
Paolo Cassarà, Christian Leperino,
Fulvia Mendini, Lorenzo Petrantoni,
Marco Prestia, Laboratorio Saccardi, Roberta Savelli, Simona Spaggiari, Nicola Vinci, Sandra Virlinzi),
a cura di / curated by
A. Riva, Superstudio Più, Milano
Premio Italian Factory
per la giovane pittura italiana
(Stefano Abbiati, Daniela Benedetti, Gabriele Benefico, Yuri Ceccotti,
Marco Cerutti, Matteo Confalonieri, Daniele D’Acquisto, Emiliano Di
Mauro, Simone Ferrarini, Daniele Girardi, Leonardo Greco, Andrea Grosso Ciponte, Iva Kontic, Siva, Michela Lorenzi, Anna Madia, Luka Moncaleano, Elena Monzo, Davide Savorani, Marina Scognamiglio),
a cura di / curated by
A. Riva, Superstudio Più, Milano
—2OO5
Milano Flash Art Show.
Ex Aula Bunker
(Adalberto Abbate, Andrea Buglisi,
Christian Leperino),
a cura di / curated by
A. Riva, ATA Hotel Executive, Milano
Paintspotting.
Le ultime frontiere della pittura
(Gianluca Capozzi, Antonella Ci-
265
266
INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
nelli, Silvia De Bastiani, Mara Festari,
Vered Gamliel, Francesca Forcella,
Odette Scapin),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Allegretti Contemporanea, Torino
Miracolo a Milano
(Adalberto Abbate, Massimiliano
Alioto, Matteo Basilé, Matteo Bergamasco, Andrea Bianconi, Corrado Bonomi, Danilo Buccella, Felipe
Cardeña, Marco Cornini, Aron Demetz, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini,
Paolo Fiorentino, Letizia Fornasieri,
Dario Ghibaudo, Federico Guida,
Josh Levine, Enrico Lombardi, Franco Losvizzero, Michela Martello, Valentino Menghi, Davide Nido, Luigi
Ontani, Giorgio Ortona, Tony Oursler, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Alex Pinna, Arash Radpour,
Mauro Reggio, Antonio Riello, Mimmo Rotella, Paolo Schmidlin, Luigi
Serafini, Nicola Verlato, Dany Vescovi),
a cura di / curated by
A. Riva, Palazzo della Ragione,
Milano
Seven: everything goes to hell
(Nobuyoshi Araki, Dario Arcidiacono, Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Maurizio Bongiovanni, Corrado Bonomi, Roberto Coda Zabetta,
Marco Cornini, Donatella di Cicco,
Jiri Georg Dokoupil, Marco Fantini,
Fratelli Calgaro, Nan Goldin, Marco
Grassi, Timothy Greenfield-Sanders,
Giuliano Guatta, Federico Guida,
Richard Kern, Lucia Leuci, Alessandro Lupi, Margherita Manzelli, Gian
Marco Montesano, Yasumasa Morimura, Barbara Nahmad, Luigi Ontani, Fabrizio Orsi, Daniela Perego,
Alex Pinna, Daniela Rossel, Nicola
Samorì, Paolo Schmidlin, Collier
Schorr, Sandy Skoglund, Wolfgang
Tillmans, Inez van Lamsweerde,
Corrado Zeni),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio,
Certaldo (Fi)
Padiglione Italia Out of Biennale
a cura di / curated by L. Beatrice
(Marco Cingolani, Valentina D’Amaro, Massimo Kaufmann, Aldo
Mondino); A. Bellini (Gianni Caravaggio, Piero Golia, Gabriele Picco); M. Coccia (Mario Consiglio,
Giorgio Lupattelli, Elisa Macellari e
Alessandro Tinelli); C. Leoni (Nicola
Carignani, Deborah Ligorio, Rä di
Martino, Mario Rizzi); G. Marziani
(Matteo Basilé, Robert Gligorov,
Rafael Pareja, Adrian Tranquilli); G.
Molinari (David Casini, Luca Tre-
visani, Nico Vascellari, Luca Vitone); F. Pasini (Chiara Camoni, Marta Dell’Angelo, Marcello Maloberti,
Marcella Vanzo); B. Pietromarchi
(Elisabetta Benassi, Rossella Biscotti,
Jorge Peris, Lorenzo Scotto di Luzio); G. Politi (Carla Accardi, Getulio Alviani, Enrico Castellani, Gabo,
Angelo Mosca); A. Riva (Aldo Damioli, Marco Petrus, Luca Pignatelli,
Paolo Schmidlin); M. Sciaccaluga
(Davide Coltro, Giacomo Costa,
Fulvio Di Piazza, Federico Guida),
Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg)
Apollo e Dioniso
(Aron Demetz, Lino Frongia, John
Kirby, Andrea Martinelli, Enrico Robusti, Paolo Schmidlin, Dino Valls),
a cura di / curated by
V. Sgarbi e A. Riva, Palazzo Casali,
Cortona (Ar)
Altre voci, altre stanze
(Adalberto Abbate, Stefano Abbiati, Dario Arcidiacono, Gabriele
Arruzzo, Christos Athanassiadis, Davide Avogadro, Zelimir Baric, Mirko
Baricchi, Alessandro Belgiojoso,
Giorgia Beltrami, Tarik Berber, Simone Bergantini, Eitan Buganim,
Andrea Buglisi, Alessandro Busci,
Chiara Camoni, Alfredo Cannata,
Felipe Cardeña, Juanjo Castillo, Enrico Cazzaniga, Antonis Christodoulou, Davide Coltro, Giordano
Curreri, Emilano Di Mauro, Alessandro Durini, Nezaket Ekici, Ramón
Enrich, Deniz Erk, Wisam Farag, Loredana Galante, Daniele Girardi,
Leonardo Greco, Deniz Gul, Alì
Hassoun, Kostas Ioannidis, Eleni
Kamma, Mihailo Karanovic-Beli, Iva
Kontic, Mehmet Kösemen, Elyasaf
Kowner, Kruno Jasprica, Christos
Laskaris, Marcelo Lauber, Christian
Leperino, Liuba, Dacia Manto, Florencia Martinez, Antonella Mazzoni, Isana Meirovich Yakov, Fulvia
Mendini, Miltos Michailidis, Luka
Moncaleano, Daniela Montanari,
Öznur Özkurt, Massimo Pedrazzi,
Stefano Porro, Alejandro Quincoces, Hugit Rubinstein, Roberta Savelli, Antonio Scoccimarro, Siva,
Mauro Soggiu, Antonio Sorrentino,
Alessandro Spadari, Simona Spaggiari, Lina Theodorou, Armando Tinnirello, Jovana Tomanovic, Nicola
Vinci, Sandra Virlinzi, Andrea Zucchi, Gaston Zvi Ickowicz),
a cura di / curated by
A. Riva e C. Canali, Centro Culturale Le Ciminiere, Catania
La Santa Alleanza
(Matteo Basilé, Jessica Carroll, Alberto Castelli, Andrea Chiesi, Mar-
co Cingolani, Roberto Coda Zabetta, Mario Consiglio, Giacomo Costa, Leonida De Filippi, Roberto Floreani, Omar Galliani, Daniele Galliano, Federico Guida, Massimo
Kaufmann, Luigi Mainolfi, Giuseppe
Maraniello, Daniela Montanari,
Gian Marco Montesano, Alex Pinna, Salvo, Corrado Zeni),
a cura di / curated by
L. Beatrice e M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo)
—2OO6
RefreshProject. L’ultima domanda
(Karin Andersen, Matteo Basilé, Stefano Cagol, Mauro Ceolin, Davide
Coltro, Giacomo Costa, Robert Gligorov, Marotta & Russo, Luisa Raffaelli),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, RefreshProject, Seregno (Mi)
Ars in Fabula
(Karin Andersen, Gabriele Arruzzo,
Matteo Bergamasco, Andrea Bianconi, Nicola Bolla, Danilo Buccella,
Marco Cingolani, Davide Coltro,
Vanni Cuoghi, Alessia De Montis,
Gehard Demetz, Fulvio Di Piazza,
Francesca Forcella, Fratelli Calgaro, Franco Losvizzero, Andrea Mastrovito, Lucio Perone, Peppe Perone, Luisa Raffaelli, Federico Solmi),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio,
Ceraldo (Fi)
Shoot Games
(Matteo Basilé, Davide Coltro, Fratelli Calgaro, Maurizio Galimberti,
Marina Giannobi, Nino Migliori,
Arash Radpour, Luisa Raffaelli),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, La Scuderia, Bologna
Cuore di pietra
(Chiara Albertoni, Alessandro Busci,
Piero Gilardi, Marcello Iori, Gian
Marco Montesano, Leonardo Pivi,
Walter Trecchi, Luca Zampetti),
a cura di / curated by
M. Sciccaluga, Mole Vanvitelliana,
Ancona
Premio Italian Factory
per la giovane pittura italiana
(Simona Bramati, Maurizio Carriero,
Mimmo Centonze, Cora Chiavedale, Raffaele Collu, Fabio Coruzzi,
Andrea D’Aguanno, Cristiana Depedrini, Nebojsa Despotovic, Annaclara Di Biase, Emilia Faro, Paola
Ferla, Ettore Frani, Daniele Giunta,
Svitlana Grebenyuk, Mihailo Beli
Karanovic, Piero Mezzabotta, Da-
INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7
niela Pedretti, Marco Salvetti, Cristiano Tassinari),
a cura di / curated by
A. Riva, Casa del Pane – Casello
Ovest di Porta Venezia, Milano
La città che sale
(Dario Arcidiacono, Alessandro Busci, Claudio Buso, Andrea Chiesi,
Aldo Damioli, Angelo Davoli, Leonida De Filippi, Jonathan Guaitamacchi, Fabrizio Musa, Alessandro
Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Walter Trecchi),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Galleria Santamarta, Milano
Sculture da viaggio
(Enrica Borghi, Piergiorgio Colombara, Marco Cornini, Gehard Demetz, Michelangelo Galliani, Alessandro Lupi, Gian Marco Montesano, Matteo Negri, Leonardo Pivi,
Marco Porta, Fabio Viale),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Galleria del Tasso,
Bergamo
—2OO7
Italiana
(Giuseppe Bergomi, Aron Demetz,
Giulio Durini, Federico Guida, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Livio
Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano),
a cura di / curated by
A. Riva, Shanghai Art Museum,
Shanghai
Sei gradi di separazione
(Pietro Capogrosso, Leonida De Filippi, Daniele Galliano, Federico
Guida, Debora Hirsch, Davide Le
Grazie, Gian Marco Montesano,
Luigi Presicce, Elisabetta Vignato),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Andrea Arte Contemporanea, Vicenza
Street Art Sweet Art
(Abbominevole, Airone, Aris, Atomo, Basik, Blu, Bo130, Bros, Cano,
Dado e Stefy, Dem, Gatto, Ericailcane, Eron, ivan, Joys, KayOne,
Led, Mambo, Microbo, Nais, Ozmo,
Pao, Pho, Pus, Rae Martini, Rendo,
Sea, Sonda, Teatro, Tvboy, Wany),
a cura di / curated by
A. Riva, PAC Padiglione d’Arte
Contemporanea, Milano
Indicativo presente
(Maura Biava, Luca Del Baldo, Vanni Cuoghi, Christian Leperino, Stefano Mosena, Svitlana Grebenyuk,
Giuseppe Rado, Debora Romei,
Maria Francesca Tassi),
a cura di / curated by
L. Beatrice, A. Riva, M. Sciacca-
luga, MiArt 2007, Fiera Milano City,
Milano
Linee all’Orizzonte
(Massimiliano Alioto, Maddalena
Ambrosio, Matteo Basilé, Gabriele
Basilico, Bernd & Illa Becher, Matteo Bergamasco, Corrado Bonomi,
James Brown, Andrea Chiesi, Christo, Giacomo Costa, Ronnie Cutrone, Aldo Damioli, Leonida De Filippi, Francesco De Molfetta, Paolo
Fiorentino, Roberto Floreani, Maurizio Galimberti, Francesca Galliani,
Marina Giannobi, Piero Guccione,
Franco Guerzoni, Cai Guo-Qiang,
Peter Halley, Hans Hartung, Fathi
Hassan, Pier Paolo Koss, Alessandro
Lupi, Jason Martin, Hiroyuki Masuyama, Gian Marco Montesano,
Marco Neri, Kenneth Noland, Occhiomagico, Lucio Perone, Peppe
Perone, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Antonello Plantamura, Tom
Porta, Antonio Riello, Salvo, Paolo
Serra, Medhat Shafik, Toshio Shibata, Alessandro Spadari, Carlo Steiner, Thomas Struth, Philip Taaffe,
Spencer Tunick, Vittorio Valente,
Dany Vescovi, Massimo Vitali, Corrado Zeni),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, GAM Galleria
d’Arte Moderna, Genova
The new Italian art Scene
(Giuseppe Bergomi, Alessandro Busci, Aron Demetz, Giulio Durini, Paolo Fiorentino, Enrico Lombardi, Giorgio Ortona, Marco Petrus, Mauro
Reggio, Livio Scarpella)
a cura di / curated by
A. Riva, Taipei Fine Arts Museum,
Taipei, Taiwan
Curve Pericolose
(Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé,
Corrado Bonomi, Delia Brown, Daniele Buetti, Kathe Burkhart, Paolo
Cassarà, Antonella Cinelli, Larry
Clark, ConiglioViola, Vanni Cuoghi,
Alessia De Montis, Frantisek Driktol,
Tracey Emin, Fratelli Calgaro, Francesca Galliani, Omar Galliani, Robert Gligorov, Marco Grassi, Leeta
Harding, Debora Hirsch, Jasmine
Hirst, J&Peg, Richard Kern, Micha
Klein, David LaChapelle, Davide Le
Grazie, Sabrina Milazzo, Gian Marco Montesano, Barbara Nahmad,
Shirin Neshat, Nora Ness, Erwin Olaf,
Alessandro Papetti, Mel Ramos,
Man Ray, Bettina Rheims, Elisa Rossi, Mimmo Rotella, Paolo Schmidlin,
Paul Smith, Bernardo Torrens, JoelPeter Witkin, Luca Zampetti, Corrado Zeni),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Casa del Pane –
Casello Ovest di Porta Venezia,
Milano
Street Up. The best summer
Pop Up show
(Bo130, ivan, Microbo, Nais, Ozmo,
Pao, Pus, Sonda, Niko Stumpo,
Tvboy),
a cura di / curated by
A. Riva, Byblos Art Gallery, Verona
Arte Italiana. Pittura. 1968-2007
ideata da / coinceive by
V. Sgarbi, a cura di / curated by M.
Sciaccaluga, Palazzo Reale, Milano
58° Premio Michetti.
Nuovi Realismi
(Pierluigi Abbondanza, Fernando
Adam, Massimiliano Alioto, Agostino Arrivabene, Giuseppe Bartolini,
Paul Beel, Carlo Bertocci, Tomas
Birkner, Maurizio Bottoni, Andrea
Boyer, Danilo Buccella, Paolo Campa, Carlo Cane, Gianluca Capozzi,
Paolo Cassarà, Alberto Castelli,
Juanjo Castillo, Sonia Ceccotti,
Mimmo Centonze, Claudio Cionini,
Valentina D’Amaro, Sivano D’Ambrosio, Aldo Damioli, Luca Del Baldo, Giovanni La Cognata, Christos
Lascaris, Claudia Marchetti, Salvatore Marrone, Constantin, Claudio
Monnini, Mariano Moroni, Vladimir
Pajeyic, Ekaterina Panikanova,
Victor Rodriguez, Aimone Sambuy,
Behi Shamiri, Bernardo Siciliano,
Cristiano Tassinari, Giorgio Tonelli,
Dino Valls, Luciano Ventrone,
Nicola Verlato, Angela Volpi, Corrado Zeni, Giovanni Zoda, Andrea
Zucchi),
a cura di / curated by
M. Sciaccaluga, Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch)
267
268
ARTISTS’ INDEX INDICE ARTISTI
Maurizio Sciaccaluga e Alessandro Riva davanti alla scultura Big Boy di Ron Mueck
alle Corderie della 49 a Biennale d’Arte, Venezia, 2001. Foto Francesca Habe.
Maurizio Sciaccaluga and Alessandro Riva in front of the Big Boy sculpture by Ron Mueck
at the Corderie of the 49 th Biennial of Art, Venice 2001. Photo Francesca Habe.
Abbate, Adalberto
Abbominevole
Airone
Alioto, Massimiliano
Andersen, Karin
Arcidiacono, Dario
Arruzzo, Gabriele
Atomo
Baratta, Romano
Basilé, Matteo
Bazan, Alessandro
Beel, Paul
Bellucco, Alessandro
Beltrami, Giorgia
Bergamasco, Matteo
Bergomi, Giuseppe
Bernardini, Carlo
Bersani, Antonella
Blu
Bo130
Bonomi, Corrado
Bramati, Simona
Bros
Buccella, Danilo
Buglisi, Andrea
Busci, Alessandro
Cannata, Alfredo
Cardeña, Felipe
Carriero, Maurizio
Cassarà, Paolo
Castelli, Alberto
Cavallo, Daniela
Ceccotti, Sonia
Ceolin, Mauro
Chiara
Chiesi, Andrea
Cingolani, Marco
Coltro, Davide
Cornini, Marco
Costa, Giacomo
Costantin
Cuoghi, Vanni
Curreri, Giordano
Dado e Stefy
D’Amaro, Valentina
Damioli, Aldo
De Filippi, Leonida
De Grandi, Francesco
De Luca, Santolo
Demetz, Aron
De Paris, Enrico T.
Di Marco, Andrea
Di Piazza, Fulvio
Durini, Giulio
Dynys, Chiara
Faro, Emilia
Fiorentino, Paolo
Fioresi, Stefano
Frangi, Giovanni
Galimberti, Maurizio
Galliani, Michelangelo
Galliani, Omar
Galliano, Daniele
Gandolfi, Paola
Ghibaudo, Dario
Giordani, Alessandro
Giorgis, Barbara
Girardi, Daniele
Giunta, Daniele
Gobbo, Eloisa
Grassi, Marco
Grebenyuk, Svitlana
Greco, Leonardo
Guaitamacchi, Jonathan
158
249
248
171
72, 192
80, 149
151
246
216
64, 194
52, 118
103
137
231
153
124, 181
217
107
245
252
79, 150
233
256
152
159
173
109
162
227
106, 127
62
241
229
197
98
203
53
196
123
193
228
154
81
251
110, 211
89
134
90, 116
97
125, 178
94
117
74, 119
60, 180
215
223
176
236
42, 86
210
126
99
50
105
75
239
222
184
232
156
146
186
237
208
Guida, Federico
Hassoun, Alì
Hirsch, Debora
ivan
Joys
Karanovic, Mihailo Beli
Kastelic, Victor
Kontic, Iva
Laboratorio Saccardi
La Cognata, Giovanni
Lauretta, Francesco
Leonardo, Paolo
Leperino, Christian
Levenson, Silvia
Lombardi, Enrico
Lombardo, Federico
Mair, Sylvia
Mariconti, Andrea
Martinelli, Andrea
Martinez, Florencia
Mastrovito, Andrea
Matti, Luca
Mazzoni, Antonella
Mehrkens, Klaus
Mendini, Fulvia
Menghi, Valentino
Microbo
Moncaleano, Luka
Montanari, Daniela
Nahmad, Barbara
Nais
Nido, Davide
Ozmo
Pao
Papetti, Alessandro
Petrus, Marco
Pignatelli, Luca
Pinna, Alex
Pintaldi, Cristiano
Piovaccari, Luca
Porta, Tom
Professor Bad Trip
Pus
Racheli, Simone
Rado, Giuseppe
Raffaelli, Luisa
Reggio, Mauro
Rendo
Rohr, Max
Rossi, Elisa
Samorì, Nicola
Savelli, Roberta
Scarpella, Livio
Schmidlin, Paolo
Siciliano, Bernardo
Siva
Sonda
Sorrentino, Antonio
Spadari, Alessandro
Tassinari, Cristiano
Tranquilli, Adrian
Trecchi, Walter
Tvboy
Ultrapop
Valente, Vittorio
Velasco
Veneziano, Giuseppe
Verlato, Nicola
Vescovi, Dany
Vignato, Elisabetta
Virlinzi, Sandra
Zanichelli, Bruno
Zeni, Corrado
Zucchi, Andrea
135, 179
143
145
259
250
235
55
234
163
66
205
95
164
51
92, 172
65
147
225
67
111
155
77
96
49
157
165
253
185
142
108
258
136
255
254
63, 202
41, 85, 175
40, 88
76, 148
93
87
206
73
247
102
240
195
174
261
100
226
230
224
128
101, 129
61, 170
238
260
81
209
187
71
207
257
80, 81
78
43, 48, 177
161
104
133
144
80, 160
54
204
91
269
270
INDICE SEZIONI SECTIONS INDEXES
ANTOLOGY INDEX INDICE DEL VOLUME
40
41
42
43
OFFICINA MILANESE
—1998
Luca Pignatelli
Marco Petrus
Giovanni Frangi
Velasco
Il nuovo ritratto
109 Alfredo Cannata
110 Valentina D’Amaro
111 Florencia Martinez
48
49
50
51
52
53
54
55
CRONACHE VERE
—1998
Velasco
Klaus Mehrkens
Daniele Galliano
Silvia Levenson
Alessandro Bazan
Marco Cingolani
Bruno Zanichelli
Victor Kastelic
60
61
62
63
64
65
66
67
IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA
—1998
Giulio Durini
Bernardo Siciliano
Alberto Castelli
Alessandro Papetti
Matteo Basilé
Federico Lombardo
Giovanni La Cognata
Andrea Martinelli
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
LA FANTASCIENZA
—1999 2OOO
Adrian Tranquilli
Karin Andersen
Professor Bad Trip
Fulvio Di Piazza
Dario Ghibaudo
Alex Pinna
Luca Matti
Vittorio Valente
Corrado Bonomi
Ultrapop (Arcidiacono, Virlinzi,
Curreri, Sorrentino)
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI
—2OOO
Luoghi
Marco Petrus
Giovanni Frangi
Luca Piovaccari
Luca Pignatelli
Aldo Damioli
Scenari futuri
Francesco De Grandi
Andrea Zucchi
Enrico Lombardi
Science–painting
Cristiano Pintaldi
Contaminazioni
Enrico T. De Paris
Paolo Leonardo
Still Life & Feticci
Antonella Mazzoni
Santolo De Luca
Chiara
Il grande disegno
Omar Galliani
Ellroy & Co.
Max Rohr
Paolo Schmidlin
Simone Racheli
Paul Beel
Peep show
Nicola Verlato
Paola Gandolfi
Paolo Cassarà
Antonella Bersani
Barbara Nahmad
181 Giuseppe Bergomi
116
117
118
119
PALERMO BLUES
—2OO1
Francesco De Grandi
Andrea Di Marco
Alessandro Bazan
Fulvio Di Piazza
184
185
186
187
ITALIAN FACTORY:
ULTIME TENDENZE
—2OO4 2OO7
Daniele Girardi
Luka Moncaleano
Svitlana Grebenyuk
Cristiano Tassinari
123
124
125
126
127
128
129
SCULTURAMA:
NUOVA SCULTURA ITALIANA
—2OO2
Marco Cornini
Giuseppe Bergomi
Aron Demetz
Michelangelo Galliani
Paolo Cassarà
Livio Scarpella
Paolo Schmidlin
192
193
194
195
196
197
PITTURA DIGITALE
—2OO6
Karin Andersen
Giacomo Costa
Matteo Basilé
Luisa Raffaelli
Davide Coltro
Mauro Ceolin
133
134
135
136
137
NUOVA PALESTRA
ARTISTICA MILANESE
—2OO3
Dany Vescovi
Leonida De Filippi
Federico Guida
Davide Nido
Alessandro Bellucco
202
203
204
205
206
207
208
209
210
211
IL PAESAGGIO
—2OO7
Alessandro Papetti
Andrea Chiesi
Corrado Zeni
Francesco Lauretta
Tom Porta
Walter Trecchi
Jonathan Guaitamacchi
Alessandro Spadari
Maurizio Galimberti
Valentina D’Amaro
158
159
160
161
162
163
164
165
LA LINEA DOLCE
DELLA NUOVA FIGURAZIONE
—2OO1 2OO7
Daniela Montanari
Alì Hassoun
Elisabetta Vignato
Debora Hirsch
Marco Grassi
Sylvia Mair
Lasciateci divertire
Alex Pinna
Dario Arcidiacono
Corrado Bonomi
Ars in fabula
Gabriele Arruzzo
Danilo Buccella
Matteo Bergamasco
Vanni Cuoghi
Andrea Mastrovito
Eloisa Gobbo
Fulvia Mendini
Subway 3OO4
Adalberto Abbate
Andrea Buglisi
Sandra Virlinzi
Giuseppe Veneziano
Felipe Cardeña
Laboratorio Saccardi
Christian Leperino
Valentino Menghi
170
171
172
173
174
175
176
177
178
179
180
ITALIAN FACTORY:
Venezia, Strasburgo, Torino,
Milano, Palermo,
Roma, Shanghai, Taipei
—2OO3 2OO7
Bernardo Siciliano
Massimiliano Alioto
Enrico Lombardi
Alessandro Busci
Mauro Reggio
Marco Petrus
Paolo Fiorentino
Velasco
Aron Demetz
Federico Guida
Giulio Durini
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153
154
155
156
157
LUCE NEGLI OCCHI
—2OO7
215 Chiara Dynys
216 Romano Baratta
217 Carlo Bernardini
222
223
224
225
226
227
228
229
230
231
232
233
234
235
236
237
238
239
240
241
GIOVANE PITTURA ITALIANA
—2OO4 2OO7
Barbara Giorgis
Emilia Faro
Roberta Savelli
Andrea Mariconti
Elisa Rossi
Maurizio Carriero
Costantin
Sonia Ceccotti
Nicola Samorì
Giorgia Beltrami
Daniele Giunta
Simona Bramati
Iva Kontic
Mihailo Beli Karanovic
Stefano Fioresi
Leonardo Greco
Siva
Alessandro Giordani
Giuseppe Rado
Daniela Cavallo
245
246
247
248
249
250
251
252
253
254
255
256
257
258
259
260
261
STREET ART
—2OO7
Blu
Atomo
Pus
Airone
Abbominevole
Joys
Dado e Stefy
Bo130
Microbo
Pao
Ozmo
Bros
Tvboy
Nais
ivan
Sonda
Rendo
271
NON FINISCE QUI
TO BE CONTINUED
Vittorio Sgarbi
7
LA SVOLTA
THE TURNING POINT
Eugenio Borroni
8
NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA:
LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO
NEW ITALIAN FIGURATION:
THE RE-SENSITIZATION IN THE END OF THE MILLENIUM STUDY
Chiara Canali
11
INTERVISTA A LUCA BEATRICE
INTERVIEW WITH LUCA BEATRICE
Chiara Canali
19
AFFETTI COLLATERALI
COLLATERAL AFFECTION
Maurizio Sciaccaluga
24
FORMIDABILI QUEGLI ANNI
THOSE YEARS WERE REMARKABLE
Argàno Brigante
28
SEZIONI
SECTIONS
36
INDICI
INDEXES
262
INDICE MOSTRE COLLETTIVE
CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 — 2OO7
INDEX GROUP EXHIBITIONS
CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 — 2OO7
263
INDICE ARTISTI
ARTISTS’ INDEX
269
INDICE SEZIONI
SECTIONS’ INDEX
270
FABBRICA BORRONI
VIA MATTEOTTI, 19
2OO21 BOLLATE, MILANO
TEL. O2 36 50 73 81
WWW.FABBRICABORRONI.IT
SILVANA EDITORIALE SPA
VIA MARGHERITA DE VIZZI, 86
2OO92 CINISELLO BALSAMO, MILANO
TEL. O2 61 83 63 37
FAX O2 61 72 464
WWW.SILVANAEDITORIALE.IT
LE RIPRODUZIONI, LA STAMPA E LA RILEGATURA
SONO STATE ESEGUITE PRESSO LO STABILIMENTO
ARTI GRAFICHE AMILCARE PIZZI SPA
CINISELLO BALSAMO, MILANO
FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI OTTOBRE 2OO7