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LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA. To be continued...

2007

La Fabbrica Borroni di Bollate, edificata intorno al 189O come opificio tessile, ospita oggi una delle più nutrite collezioni di arte contemporanea, con oltre 500 opere riunite a cominciare dagli anni settanta dall’erede della famiglia Borroni. Partendo da una serie di mostre collettive curate da Alessandro Riva e Maurizio Sciaccaluga tra il 1998 e il 2007, che hanno focalizzato l’attenzione su una tendenza artistica denominata Nuova Figurazione Italiana una nuova esposizione, allestita alla Fabbrica Borroni e accompagnata dal presente volume, intende riassumere e proseguire il percorso tracciato dai curatori, proponendo una selezione di opere di centoquarantotto artisti, scelte fra quelle esposte negli anni passati, rappresentativa di questa proposta critica. Il catalogo si configura nello stesso tempo come un’antologia illustrata, dedicata alle ricerche pittoriche figurative di questo ultimo decennio (1998—2OO7) secondo un’articolazione degli artisti in scuole, gruppi, temi o generi che hanno contraddistinto il percorso dell’arte contemporanea italiana. Il volume, presentato da Vittorio Sgarbi, accoglie un’introduzione di Eugenio Borrone, i testi di Chiara Canali, curatrice dell’esposizione, e del critico Argano Brigante, un’intervista a Luca Beatrice, e un testo postumo di Maurizio Sciaccaluga. Bollate (Mi), ottobre - novembre 2007

LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA. —TO BE CONTINUED… LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA. —TO BE CONTINUED… A CURA DI CHIARA CANALI LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA. —TO BE CONTINUED… FABBRICA BORRONI, BOLLATE (MI) 27 OTTOBRE — 18 NOVEMBRE 2OO7 SILVANA EDITORIALE PROGETTO E REALIZZAZIONE PRODUCED BY ARTI GRAFICHE AMILCARE PIZZI SPA DIREZIONE EDITORIALE DIRECTION DARIO CIMORELLI ART DIRECTOR GIACOMO MERLI COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO PRODUCTION COORDINATOR MICHELA BRAMATI SEGRETERIA DI REDAZIONE EDITORIAL ASSISTANT SABRINA GALASSO UFFICIO ICONOGRAFICO ICONOGRAPHIC OFFICE DEBORAH D’IPPOLITO UFFICIO STAMPA PRESS OFFICE LIDIA MASOLINI, PRESS@SILVANAEDITORIALE.IT Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. L’editore è a disposizione degli eventuali detentoridi diritti che non sia stato possibile rintracciare. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopy, recording or any other information storage and retrieval system, without prior permission in writing from the publisher. The publisher apologizes for any omissions that inadvertently may have been made. © 2007 Silvana Editoriale Spa Cinisello Balsamo, Milano © 2007 Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) © 2007 Gli autori per i testi © 2007 Gli artisti per le opere PROGETTO GRAFICO E COPERTINA GRAPHIC PROJECT AND COVER FRANCESCA HABE COORDINAMENTO EDITORIALE EDITORIAL COORDINATION CHIARA CANALI TESTI TEXTS LUCA BEATRICE EUGENIO BORRONI ARGÀNO BRIGANTE CHIARA CANALI MAURIZIO SCIACCALUGA VITTORIO SGARBI TRADUZIONI TRANSLATION GABRIELLE LEWKOWICZ CREDITI FOTOGRAFICI PHOTOGRAPHIC CREDITS GIOVANNI ALTANA FILIPPO BAIOCCHI IVO BALDERI MARCO BECK PECCOZ FOTO FINOTTI FEDERICA MUSMECI MOIRA RICCI STUDIO DANI PAOLO VANDRASCH RINGRAZIAMENTI Il curatore desidera ringraziare Eugenio Borroni, che ha scommesso sulla riuscita di questo progetto e lo ha coraggiosamente sostenuto fino alla sua effettiva realizzazione, e lo staff della Fabbrica Borroni, con Elisa Gusella, Andrea Gaspari e tutti coloro che si sono adoperati per il buon esito della mostra. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Vittorio Sgarbi, che ha concesso il patrocinio e ha subito appoggiato l’iniziativa. Argàno Brigante, sempre generoso nel suggerire consigli. Sabina Spada, per la collaborazione offerta nella scelta del testo di Maurizio Sciaccaluga. Luca Beatrice per l’intervista. Silvia Fabbri per la consulenza editoriale al catalogo. Alessandro Bassani, Daria Tansini e il loro staff per l’allestimento. Pierre Polonelli per la sua costante presenza, nonostante la lontananza. Luigi Martin per i suoi preziosi consigli legali. Infine Francesca Habe, Micaela Bonetti, Sara Travella e Silvia Berselli insostituibili compagne di strada, che mi hanno sorretto e accompagnato nella realizzazione del progetto. THANKS TO The curator thanks Eugenio Borroni that bet on the result of this project and supported it bravely till its effective realization, and the staff of Fabbrica Borroni, with Elisa Gusella, Andrea Gaspari and all of them who worked for the success of the exhibition. The Culture Councillor of Municipality of Milan Vittorio Sgarbi, that granted the patronage and immediatly sustained tha initiative. Argàno Brigante, always generous in prompting advices. Sabina Spada, for her collaboration in the choice of Maurizio Sciaccaluga’s text. Luca Beatrice for the interview. Silvia Fabbri for editorial counselling for the catalogue. Alessandro Bassani, Daria Tansini and their staff for the organization. Pierre Polonelli for his constant presence in spite of the distance. Luigi Martin for his juridical advice. Finally Francesca Habe, Micaela Bonetti, Sara Travella and Silvia Berselli irreplaceable company, that supported and accompanied me in the realization of this project. RINGRAZIAMO PER AVER GENTILMENTE ACCORDATO IL PRESTITO DELLE OPERE THANKS TO FOR KINDLY LEND WORKS Allegra Ravizza Art Project Andrea Arte Contemporanea Angel Art Gallery Annovi Arte Contemporanea Antonio Colombo Arte Contemporanea Cristina Artese B&D Studio Bonelli Arte Contemporanea Byblos Art Gallery Cardelli & Fontana Arte Contemporanea Gabriella Caruso Marco Cattaneo Fabio De Galeazzi Fiorino Ivan De Lettera Della Pina Arte Contemporanea Simona Di Bello e Giuseppe Lezzi Ermanno Tedeschi Gallery Fabio Paris Art Gallery Jena Filaccio Frittelli Arte Contemporanea Galleria Arteutopia Galleria Aus 18 Galleria Bianca Maria Rizzi Galleria Ca’ di Fra’ Galleria Delle Battaglie Galleria Forni Galleria Pack Galleria Santamarta Guidi & Schoen Arte Contemporanea Italian Factory Mandelli Arte Contemporanea Ettore Marchina NOTgallery nt art gallery Pittura Italiana Poggiali e Forconi RefreshProject Roberta Lietti Arte Contemporanea Romberg Arte Contemporanea Franco Sainini Raffaella e Stefano Sciarretta Sabina Spada Spazioinmostra Spirale Arte Artecontemporanea Il Torchio – Costantini Sergio Tossi Arte Contemporanea Vinavil Studio FABBRICA BORRONI PRESIDENTE PRESIDENT EUGENIO BORRONI CURATORE CURATOR ELISA GUSELLA MOSTRA E CATALOGO A CURA DI EXHIBITION AND CATALOGUE CURATED BY CHIARA CANALI COORDINAMENTO MOSTRA COORDINATION OF THE EXHIBITION ELISA GUSELLA COORDINAMENTO ALLESTIMENTO, TRASPORTI E ASSICURAZIONI COORDINATION OF EXHIBITION, TRANSPORTS AND ASSURANCE ANDREA GASPARI SEGRETERIA SECRETARIAT AURORA BENVENUTI ANDREA GASPARI WEB FABBRICA BORRONI ART DIRECTOR FRANCESCA HABE AMMINISTRAZIONE ADMINISTRATION FABBRICA BORRONI PROGETTO ALLESTIMENTO EXHIBITION PROJECT ALESSANDRO BASSANI ASSISTENZA OPERATIVA WORKING ASSISTANCE ELISA GUSELLA REALIZZAZIONE ALLESTIMENTO EXHIBITION ORGANIZATION NOÈ DI ALESSANDRO BASSANI DARIA TANSINI CUSTODIA CHARGE FRANCO JANNARONE TRASPORTI TRANSPORTATION RIKY MAIL DI RICCARDO RUGGIERO ASSICURAZIONI ASSURANCE ALLIANZ RAS, MILANO PROMOZIONE E ORGANIZZAZIONE PROMOTION AND ORGANIZATION IMMOBILIARE NERVI SI RINGRAZIANO PER IL SUPPORTO TECNICO FOR THE TECHNICAL SUPPORT THANKS TO ANDREA VIRDIS TANA CON IL PATROCINIO DI WITH THE PATRONAGE OF 6 Non finisce qui VITTORIO SGARBI ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI MILANO COUNCILLOR FOR CULTURE OF THE MUNICIPALITY OF MILAN VALENTINO MENGHI La scultura resiste , 2006 Pennarello su carta / Pen on paper cm 33 x 48 Di tanti artisti scoperti, sostenuti e amati da Alessandro Riva e da Maurizio Sciaccaluga, Chiara Canali ordina ora una variegata sequenza nella mostra La Nuova Figurazione Italiana. —To Be Continued... presso la Fabbrica Borroni. È la terza occasione, dopo Arte italiana 1968–2007. Pittura e Nuovi pittori della realtà, per conoscere gli sforzi degli artisti italiani in quella che è stata, volta a volta, chiamata Officina milanese, La ridefinizione dei generi, Nuova palestra artistica milanese, La linea dolce della nuova figurazione, Giovane pittura italiana e, finalmente o complessivamente, Italian Factory, nello sforzo dei due curatori di mostrare la ricchezza e la varietà delle esperienze, spesso mortificate ed emarginate, di un campione ampio di pittori e scultori italiani. In questo percorso, che riassume la lunga e appassionata ricerca di Riva e Sciaccaluga, non mancano anche imprevedibili deviazioni alle quali io stesso non fui estraneo, come la insolita apertura a linguaggi extrapittorici nel confronto di Sciaccaluga con Chiara Dynys per l’impegnativa mostra Luce negli occhi alla Rotonda della Besana. Naturalmente gli eroi di questi dieci anni di storia sono piuttosto ancorati ai generi tradizionali, e si chiamano Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco, Guida, Bazan, De Grandi, Di Piazza, Di Marco, Siciliano, Lombardi, Durini. Pittori; ma anche scultori come Bergomi, Cornini, Demetz, Scarpella, Schmidlin, tutti impegnati in una figurazione abile e suggestiva. Sullo scorcio finale di questa decennale esperienza si pone il coinvolgimento sorprendente dei giovani nella proposta di Street Art al PAC, momento estremo di legittimazione di ricerche controverse e osteggiate quanto amate, anche ragionevolmente. Chiara Canali sembra essersi data il compito di non disperdere l’impegno dei suoi “maggiori”, riassumendone e ampliandone l’impresa fino a proporci un esauriente inventario dell’esistente. E intanto qualche artista si allena a resistere contro il tempo. Altri passeranno, ma non potranno raccontare di non essere stati osservati. TO BE CONTINUED Of the many artists discovered, supported and loved by Alessandro Riva and Maurizio Sciaccaluga, Chiara Canali is now putting them into order in a varied sequence in the La Nuova Figurazione Italiana. —To Be Continued… exhibition at the Fabbrica Borroni. After Italian Art 1968 — 2007. Painting, and Nuovi pittori della realtà (New reality painters), this is the third opportunity to get to know the efforts of Italian artists in what, depending on the occasion, has been called Officina milanese, La ridefinizione dei generi, Nuova palestra artistica milanese, La linea dolce della nuova figurazione, Giovane pittura italiana and finally, or as a whole entity, Italian Factory, in the attempt by the two curators to demonstrate the wealth and variety of experiences, often disparaged and rejected, of a broad sample of Italian painters and sculptors. Along this path, which summarizes the long and impassioned research of Riva and Sciaccaluga, there is also no lack of unforeseeable deviations to which I myself was not a stranger, such as the unusual opening up to extra-pictorial languages in the Sciaccaluga’s encounter with Chiara Dynys for the challenging exhibition Luce negli occhi at the Rotonda della Besana. The heroes of the last ten years of history are naturally rather anchored in traditional genres, and are called Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco, Guida, Bazan, De Grandi, Di Piazza, Di Marco, Siciliano, Lombardi, Durini. Pittori, but also include sculptors like Bergomi, Cornini, Demetz, Scarpella and Schmidlin, all of whom are involved in a skilful and suggestive kind of figuration. Towards the end of this decade-long experience the surprising involvement of the young artist is laid out in the Street Art project at PAC, an extreme moment of legitimization of studies that are controversial and hotly opposed as much as loved, even if with good reason. Chiara Canali appears to have set herself the task of not of wasting the efforts of her “seniors”, recapitalizing and building on the enterprise in order to put before us an exhaustive inventory of the existing works. And in the meantime some artists are training to stand the test of time. Others will pass, but they will not be able to say that they went by unnoticed. 7 8 La svolta LA SVOLTA EUGENIO BORRONI EUGENIO BORRONI FABBRICA BORRONI, BOLLATE Via Matteotti, Bollate Villa Borroni, anni ’60 Ho fortemente voluto questa mostra per riaffermare con decisione la mia identità di collezionista, per mettere un punto fermo a una storia che deve continuare, per riconoscere una volta per tutte la validità di questi artisti, il duro lavoro di tanti curatori e critici come Alessandro Riva e Maurizio Sciaccaluga, per riaffermare la fiducia e il sostegno alla giovane arte italiana. Le origini della mia passione e del mio impegno risalgono agli ultimi anni Settanta. Avevo una buona collezione di autori conosciuti, ma mi mancava qualcosa di importante: il contatto, la voglia di conoscere e di imparare, la frequentazione dei giovani artisti anche sconosciuti che si affacciavano in quegli anni al mondo dell’arte, dominato dall’Arte Povera e dalla Transavanguardia, ambiguo e quasi ostile verso la pittura, orientato in gran parte ai nuovi media come il video, la fotografia, l’installazione, ecc. Fabbrica Borroni in origine era una filanda che mio nonno acquistò negli anni Venti facendone la sua abitazione e usandola solo in parte per scopi commerciali. Lui stesso adorava questa struttura, e fece di tutto per mantenerla in buono stato, arricchendola con il giardino e restaurando già alcune parti. Ancora oggi certi spazi nelle sale superiori raccontano storie di operai e di duro lavoro, e sembrano felici di ospitare la mia collezione… C’è una magia in certi ambienti che è data dalla loro storia e dal fascino che possono restituire anche ad una visita frettolosa. Ma incombeva la seconda guerra mondiale. Alla fine mio nonno e mio padre si resero conto che i loro prodotti (colle per legno e cartotecnica) stavano per essere superati da nuove scoperte e invenzioni, quali le colle di caseina e il Vinavil. Perciò rilevarono una piccola azienda chimica del milanese e trasformarono il tranquillo opificio in una vera e propria fabbrica. Gli spazi oggi adibiti alla collezione e alle mostre erano locali di produzione, di magazzinaggio, di spedizione. Io stesso ho lavorato qui per trent’anni, e questo mi ha permesso di procedere al restauro con la conoscenza quotidiana di ogni ambiente. L’attività lavorativa proseguì con profitto fino al 2001, poi dovetti prendere atto che la THE TURNING POINT I strongly wished for this exhibition to decisively reassert my identity as an art collector, to put a full stop at the end of a story that must continue, to recognize once and for all the validity of these artists, and the hard work of so many curators and critics like Alessandro Riva and Maurizio Sciaccaluga, in order to reaffirm the trust and support for young Italian art. The origins of my passion and dedication date back to the late Seventies. I had a good collection of well-known authors, but I felt that something important was missing: contact, the desire to know and to learn, spending time with as yet unknown young artists who were appearing in those years in the world of art, dominated by Arte Povera and Trans Avant-garde, ambiguous and almost hostile to painting, oriented for the most part towards new media like video, photography, installation and so on. Fabbrica Borroni was originally a spinning mill that my grandfather purchased in the Twenties, turning it immediately into his home and using only a part of it for commercial purposes. He himself adored this structure, and did everything in his power to keep it in good conditions, improving it with a garden and already restoring some parts of it. Even today, some of the spaces in the upper rooms tell the stories of the workers and hard labour, and seem happy to host my collection… Some environments are bestowed with a magic from their history and fascination, which they can lend to even a hurried visit. But the second world was looming. In the end my grandfather and father realised that their products (adhesives for the wood and paper industry) were about to be replaced by new discoveries and inventions, such as White Glue and Vinavil. For this reason they took over a small chemical works in the Milan area, and turned a sleepy little company into a real and proper factory. The spaces that are nowadays used for my collection and for exhibitions were production, storage and shipment areas back then. I myself worked here for thirty years, and this allowed me to go about the restoration project with a working knowledge of every environment. concorrenza delle multinazionali e la nostra specifica posizione nel centro della città erano ostacoli difficilmente sormontabili. Così presi la decisione più dolorosa della mia vita, chiudere. Fui assalito da grandi incertezze, dovevo decidere cosa fare della fabbrica, ormai vuota e silenziosa. Dal 1980 avevo iniziato ad allestire la mia collezione negli spazi al primo piano. A Roma ero rimasto affascinato dal lavoro di Ceccobelli, Nunzio, Pizzi Cannella e Tirelli, che occupavano una straordinaria ex fabbrica in via degli Ausoni e lavoravano a una nuova pittura, raccolta, religiosa e immaginifica, che non aveva riscontri in Italia. Acquistai tutto quello che potevo, con il risultato che oggi a Bollate si possono ammirare più di 100 opere del periodo più bello, gli anni Ottanta. Poi mi resi conto che un po’ dappertutto stavano sorgendo nuove “scuole” o correnti che meritavano tutta l’attenzione per la loro libertà e la loro freschezza. Ad esempio la Scuola Mediale, attiva soprattutto a Torino, le esperienze milanesi che cominciavano allora ed erano ancora piuttosto disperse, ecc. Decisi che la fabbrica poteva vivere con un altro ruolo: una struttura per esporre la collezione, ma anche e soprattutto per sostenere la giovane arte italiana. I grandi spazi, la dignitosa povertà dei muri e dei pavimenti, i corridoi, i cortili, il giardino, tutto mi suggeriva che l’operazione poteva essere possibile. Nel 2002 iniziò il restauro degli spazi a pianterreno: con rispetto, in punta di piedi, intervenendo solo dove era indispensabile e con materiale adeguato allo “status” della costruzione. Naturalmente qualcosa è mutato, qualche indispensabile misura di sicurezza, le luci, gli impianti di condizionamento. Ma tutto sommato mi sembra che il risultato finora raggiunto sia quello che volevo. La collezione invase anche tutto il pianterreno, cominciarono le visite guidate e la frequentazione con artisti, galleristi, curatori: insomma la fabbrica cominciava ad essere nota. Mancava un’ultima parte, la più importante: il progetto concreto in favore della giovane arte italiana, che non può essere soltanto il mantenimento e l’accrescimento della collezione. Bisognava chiamare dei giovani a collaborare The business enjoyed a turnover with profit until 2001, and then I had to admit that the competition from the multinationals and our specific position in the centre of the city were obstacles that were difficult to overcome. So I made the most painful decision of my life, to close down. I was plagued by plenty of uncertainties; I had to decide what to do with the factory, by now empty and silent. Since 1980 I had begun to hang my own collection in the spaces on the first floor. In Rome I had been struck by the work of Ceccobelli, Nunzio, Pizzi Cannella and Tirelli, who occupied an extra-ordinary exfactory in Via degli Ausoni and worked to a new style of painting, thoughtful, religious and imaginative, that had no comparison in Italy. I bought everything that I could snap up, with the result that in Bollate today you can admire more than one hundred works of the most wonderful period, the Eighties. Then it dawned on me that almost all over the place new “schools” or trends were springing up, which deserved every attention for their liberty and freshness. For example the Scuola Mediale, active above all in Turin, and the Milanese experiences, which were just beginning and were at that time somewhat scattered about. I decided that the factory could live on with another role: a structure for putting the collection on exhibition, but also for supporting young Italian art. The vast spaces, the dignified poverty of the walls and floors, the corridors, courtyards and garden, all of it suggested to me that this would be possible. In 2002 I started restructuring the spaces on the ground floor: with due respect, with delicacy, doing work only where it was indispensable and with materials that were suitable to the “status” of the construction. Naturally some things have been changed, some indispensable safety measures, the lights, and the airconditioning. But all things considered, it seems that the result obtained so far is what I was after. The collection overtook the entire ground floor, then we began guided visits and spending time with artists, gallery owners and curators: well, the factory was starting to be noticed. A final part was missing, the most important part: the concrete plan in support of young Italian art, that 9 10 LA SVOLTA EUGENIO BORRONI Nuova Figurazione Italiana: la ri-sensibilizzazione nella ricerca di fine millennio CHIARA CANALI CURATORE / CURATOR LUCA MATTI Inseparabili (Uomo al telefono), 2000 Camera d’aria, materiali vari Inner tube, various materials misure variabili various sizes Courtesy Frittelli Arte Contemporanea, Firenze stabilmente al progetto, accettando anche il fatto che l’arte non è solo pittura o scultura, ma si evolve rapidamente e usa e consuma tutti i nuovi mezzi di comunicazione. Dall’anno scorso c’è un curatore stabile che si occupa del progetto, e altri giovani assistenti che lavorano con entusiasmo. Molte cose sono ancora da fare: il completamento del restauro, la creazione di un vero archivio digitale aperto a tutti, la costruzione di quattro residenze per artisti e di laboratori per la sperimentazione delle nuove tecniche, il lavoro sul territorio. Già oggi la fabbrica è un punto di riferimento per l’area Nord di Milano, inserita in un contesto pieno di speranze e di promesse: la Bovisa con il Politecnico e la Biennale, la Fiera di Rho con i suoi problemi di adattamento al territorio, le immense possibilità di sviluppo culturale fra tutte le città come Bollate, che fra ville storiche, vecchie fabbriche in disuso, parchi sterminati e associazioni vivissime attendono solo la possibilità di unirsi in un polo culturale di cui è difficile prevedere la grandezza e l’importanza. Senza dimenticare l’enorme numero di giovani che hanno voglia di dedicarsi a queste attività, allo sviluppo culturale e non solo di questo territorio e che aspettano le nostre decisioni. Un patrimonio che non dobbiamo perdere, a nessun costo. Nell’imminenza dell’apertura di questa mostra, intitolata non a caso La Nuova Figurazione Italiana. —To Be Continued e affidata a Chiara Canali la cui competenza e serietà è ormai universalmente riconosciuta, mi tornano in mente molti ricordi, molte serate appassionate, molte scelte rischiose, molte discussioni al limite della follia… tutto sui giovani artisti italiani e sulla loro importanza. I miei più grandi amici, oltre ai quadri e agli artisti, non saranno forse tutti presenti. Ma è come se lo fossero, la loro assenza, definitiva o temporanea, aleggia sulla Fabbrica Borroni come un benevolo spirito dei luoghi. cannot only be about maintaining and increasing the collection. We needed to call young artists to collaborate on a stable basis with the project, accepting the fact that art is not merely painting or sculpture, but is something that evolves rapidly and swallows up all new means of communication. Since last year we have a permanent Curator who follows the project, and other young assistants who work enthusiastically. Many things are still to be done: the completion of the restructuring works, the creation of a proper digital archive that is accessible to everyone, the construction of four living spaces for artists, and laboratories for experimentation of new techniques, work on the territory. Nowadays the factory is already a point of reference for the area of North Milan, slotted into a context full of hopes and promise: la Bovisa with the Politecnico and the Biennial, the Showground in Rho with its problems of adaptation to the territory, the immense problems of cultural development between all of the towns like Bollate, which between period villas, old disused factories, immense parks and the strongest associations are all just waiting for the opportunity to join up with a cultural association whose size and importance is very hard to predict. Without forgetting the huge number of young people who want to dedicate themselves to these activities, to cultural development and not only within this territory, and who are just waiting on our decisions. A heritage that we must not lose at any cost. At the imminent opening of this exhibition, not merely by chance entitled La Nuova Figurazione Italiana. —To Be Continued and entrusted to Chiara Canali whose competence and seriousness is now universally recognized, many memories return to my mind, many impassioned evenings, many risky choices, many arguments bordering on madness… all about young Italian artists and their importance. My greatest friends, besides the pictures and the artists, perhaps will not all be present. But it will be as if they were, their absence, albeit definitive or temporary, pervades Fabbrica Borroni like a benevolent spirit of the places. Per ritrovare la genesi del termine “nuova figurazione” bisogna risalire alla metà degli anni Cinquanta del Novecento quando si afferma questo movimento come tentativo di uscita dall’Informale, in particolare dai suoi diversi aspetti non-figurativi (astrazione lirica, espressionismo astratto, gesto, materia, ecc…), recuperando elementi figurativi tradizionali, con tangenze e frizioni con la Pop Art. Ne tratteggia un quadro ampio e problematico Enrico Crispolti nel suo studio Fenomenologia di “nuova figurazione”1 PIERO PIZZI CANNELLA Sospeso per amore, 1985 Olio su tela Oil on canvas cm 270 x 170 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 1 Enrico Crispolti, Fenomenologia di “nuova figurazione”, Fausto Fiorentino Editrice, Napoli 1975. 2 Ibidem. 1 Enrico Crispolti, Fenomenologia di “nuova figurazione” (Phenomenology of “new figuration”), Fausto Fiorentino Editrice, Naples 1975. 2 Ibidem. che della nozione critica e storica di “nuova figurazione” dà un’interpretazione estensiva e inclusiva, non un ridotto significato di stretta “tendenza”, bensì una più ampia e articolata interpretazione di tensione all’immagine e di pratica dell’immagine nei suoi molteplici aspetti sociologici e ontologici. La “nuova figurazione” è intesa da Crispolti nel senso più ampio del dominio di proposizione d’immagini: “oniriche, archetipe, storiche, quotidiane, sociologiche, sociali, intimistiche, di massa, ecc…; è la sola possibilità d’elaborazione effettiva e articolata d’un nuovo linguaggio visuale: cioè di una nuova possibilità di comunicazione e di concretezza immaginativa, veramente aperta a tutte le necessità semantiche; e chi pratica la ‘nuova figurazione’ crede, esplicitamente o implicitamente, nella possibilità di intervento attraverso l’immagine (dipinta o oggettualizzata, di riporto fotomeccanico, ecc…) nel contesto sociologico attuale”2. Un’ampia rassegna internazionale dal titolo Nuova Figurazione viene organizzata alla “Strozzina” di Firenze nel 1966, sempre con il contributo di Crispolti, allineando le opere di artisti italiani e stranieri che verranno considerati i capofila di questo movimento: da Baj a Bueno, da Recalcati a Vacchi. La schiera di questi artisti si completa con l’introduzione di Cremonini, Ferroni, Fieschi, Guerreschi, Romagnoni, Vespignani, mentre nel 1965, a Roma, si afferma la Scuola Romana di Piazza del Popolo: Schifano, Rotella, Ceroli, Kounellis, Fioroni, Angeli, Festa e, infine, Titina Maselli. L’etichetta “nuova figurazione”, dunque, non è nuova, né recente, né rapportabile esclusivamente alla situazione artistica degli ultimi dieci o vent’anni, ma va ricollegata a un preciso momento NEW ITALIAN FIGURATION: THE RE-SENSITIZATION IN THE END OF THE MILLENIUM STUDY To discover the genesis of the term “new figuration”, you have to look back to the mid-Fifties in the Twentieth Century when this movement established itself as an attempt to escape from the Informal movement, and in particular its various non-figurative aspects (lyric Abstraction, abstract Expressionism, gesture, material, and so on), by reviving traditional figurative elements, with tangencies and frictions with Pop Art. Enrico Crispolti outlined a wide, problematic description for it in his study Fenomenologia di “nuova figurazione”1 which gave an extensive, comprehensive interpretation of the critical and historical notion of “new figuration”, not an abridged meaning of strict “trend”, but rather a broader, more articulated interpretation of tension to the image and of the practice of the image in its numerous sociological and ontological aspects. Crispolti interpreted the “new figuration” as in the wider sense of the domain of proposition of images: “oneiric, archetypal, historical, day-to-day, sociological, social, intimist, mass images…; it is the only possibility for effective and articulated elaboration of a new visual language, that is of a new opportunity for communication and imaginative concreteness, truly open to all of the semantic requirements, and those who practice the ‘new figuration’ believe either explicitly or implicitly in the possibility of working through the image (painted or objectified, of photomechanical content, and so on) in the current sociological context”2. A large international exhibition titled New Figuration was organized in 1966 at the Strozzina in Florence, again with Crispolti’s contribution, placing alongside one another the works of Italian and foreign artists who went on to be considered the leaders of this movement: from Baj to Bueno, and from Recalcati to Vacchi. The ranks of these artists was completed with the introduction of Cremonini, Ferroni, Fieschi, Guerreschi, Romagnoni and Vespignani, while in 1965 in Rome, the Roman School of Piazza del Popolo was established: Schifano, Rotella, Ceroli, Kounel- 11 12 NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO EMILIA FARO Paradiso perduto — ritratto di Francesco Clemente, 2006 Tecnica mista su carta Mixed media on paper cm 41 x 32 3 Vittorio Sgarbi, Pittura permanente, in “Vitalità della figurazione. Pittura italiana 1948-1988”, 22 dicembre 1988 — 29 gennaio 1989, Museo della Permanente, Milano. 4 Ibidem. 3 Vittorio Sgarbi, Pittura permanente, in “Vitalità della figurazione. Pittura italiana 19481988”(Vitality of figuration. Italian Painting 1948-1988), 22nd December 1988 — 29th January 1989, Museo della Permanente, Milan. 4 Ibidem. storico, quello degli anni Sessanta, come nascita di un movimento che si oppone alle tendenze astratte e informali, ma sempre sfoderando un discorso all’interno dell’indiscusso e predominante linguaggio pittorico. Da queste prime uscite, tuttavia, la linea della “nuova figurazione” incontra un periodo di precoce e progressivo declino negli appuntamenti pubblici e istituzionali. Quando appare, viene giudicata molto severamente, come per esempio da parte di Maurizio Fagiolo dell’Arco nel suo “Rapporto 60”, mentre nella Biennale di Venezia del 1966 non è per nulla rappresentata, e in quella del 1968 sono già documentate esperienze di segno diverso, dall’arte povera alla conceptual art. “Sono questi i momenti — afferma Vittorio Sgarbi3 — fino alla seconda metà degli anni Settanta, in cui la battaglia è più dura”, in cui si perderanno le tracce di molti artisti meritevoli. Tuttavia, continua Sgarbi, sul finire degli anni Settanta vi sono segni di rinascita: viene costituito il gruppo della Metacosa intorno a Ferroni, da Mannocci, Tonelli, Leporini, Bartolini e poi Biagi. Un fenomeno che propone “il problema di un percorso della storia non rettilineo, con valori in controtempo rispetto ai movimenti e alle tendenze prevalenti”4. Dopo di che la “vitalità della figurazione”, esaltata da Sgarbi in una mostra al Museo della Permanente, viene finalmente a galla, e la teoria dei movimenti si completa alla fine degli anni Settanta con le prime apparizioni dei cosiddetti citazionisti: da un lato i Nuovinuovi con Salvo e Ontani (Spoldi, Faggiano, Barbera, Mainolfi, Jori, e il trio romano Salvatori, Levini, Pagano), e dall’altro la confluenza di alcuni rappresentanti dell’arte concettuale nelle nuove file dei pittori colti e degli Anacronisti, in primis Carlo Maria Mariani (con Abate, Di Stasio, Galliani, Piruca, Bonechi). Dunque il gruppo della Transavanguardia (Clemente e Paladino, assieme a Chia, Cucchi e De Maria) capeggiato da Achille Bonito Oliva, che dal 1978-79 degrada e corrode ulteriormente la “citazione” concettuale, e infine espressioni locali dotate di intensa vivacità, come la Scuola romana di via degli Ausoni (Pizzi Cannella, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Tirelli, Bianchi). Siamo arrivati dunque alle soglie degli lis, Fioroni, Angeli, Festa and finally Titina Maselli. The “new figuration” label is therefore neither new nor recent, nor even exclusively referable to the art scene of the last or twenty years, but has to be reconnected to a precise moment in history, that of the Sixties, as the birth of a movement that was opposed to abstract and informal trends, yet which was still bringing up an argument within the undisputed, predominant pictorial language. After these first outings, nevertheless, the line of “new figuration” met with a period of precocious, progressive decline in public and institutional appointments. When it appeared, it was judged very harshly, as for example by Maurizio Fagiolo Dell’Arco in his “Rapporto 60” report, while at the 1966 Venice Biennial it was not represented at all, and in the Biennial of ’68 other experiences of a different sign were already being documented, from Arte Povera to Conceptual Art. “These were the moments”, states Vittorio Sgarbi3, “up to the second half of the Seventies, in which the battle was hardest”, in which all traces of many merit-worthy artists would be lost. Sgarbi goes on to say that nevertheless at the end of the Seventies there were signs of a rebirth. The Metacosa group was set up around Ferroni, from Mannocci, Tonelli, Leporini, Bartolini and then Biagi. This was a phenomenon that proposed “the problem of a path of history, which was not straight, with values that were out of sync with the prevalent movements and trends”4. After that the “vitalità della figurazione”, lauded by Sgarbi in a show at the Museo della Permanente, finally came out on top and the theory of the movements was completed at the end of the Seventies with the first appearances of the so-called citazionisti. On one side there were the Nuovi-nuovi with Salvo and Ontani (Spoldi, Faggiano, Barbera, Mainolfi, Jori, and the Roman trio Salvatori, Levini and Pagano), and on the other side there was the confluence of several representatives of Conceptual Art in the new trends of trained painters and the Anacronisti, first and foremost Carlo Maria Mariani (with Abate, Di Stasio, Galliani, Piruca and Bonechi). Then to the Trans Avant-garde group (Clemente NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO PIERO PIZZI CANNELLA Pacato dramma, 1983 Olio su tela Oil on canvas cm 180 x 140 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 5 Renato Barilli, Il ciclo del postmoderno. La ricerca artistica negli anni ’80, Feltrinelli Editore, Milano 1987. 5 Renato Barilli, Il ciclo del postmoderno. La ricerca artistica negli anni ’80, Feltrinelli Editore, Milan 1987. anni Ottanta, che segnano il ritorno all’arte senza “intenzioni”, senza “indici mentali” (come l’addita Renato Barilli), ma figurativa e basata sui tradizionali mezzi pittorici, che inaugurano “il ciclo del postmoderno” come teoria e pratica della citazione. “Esiste — secondo Barilli — una chiara linea di confine tra esperienze ‘citazioniste’ che non escono dalla concettualità, e che quindi insistono nel mettere in gioco le opere altrui, intervenendo per proprio conto solo con spostamenti, prelievi fotografici, segnalazioni verbali, e invece altre che prendono spunto dai testi del passato, ma poi li manipolano, ne traggono libere variazioni, riconquistando il colore, l’immaginazione compositiva e la variazione sul tema” 5. Naturalmente è questa la vocazione che ci interessa, che ha riportato in vigore il mestiere del pittore, benché ancora su istanze di un degrado regressivo e di un ingrandimento dei riferimenti colti e stilistici al passato. Allo stesso modo nell’ambiente dell’arte internazionale si vanno scoprendo nuove tendenze similmente orchestrate, guidate da critici e mercanti d’arte: Neo-Espressionismo, Bad Painting, Figuration Libre, graffiti sono appannaggio di tutta una nuova generazione che si va sviluppando in Europa e negli USA. A questo punto, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, si osserva nuovamente un brusco cambiamento di rotta: l’andamento altalenante delle ricerche artistiche di segno diverso porta negli Stati Uniti, prima che in Italia, a far affiorare alla superficie una predisposizione creativa genericamente definibile come neo-concettuale. Proprio nel momento culminante dell’esuberanza pittorica di segno citazionista, accadono alcuni fatti che, se per un certo periodo rimangono relegati in un’area trasgressiva o, perlomeno, underground, sono nondimeno avviati a una veloce conquista del campo culturale ed espositivo. Due gli eventi da ricordare in ambito locale: quello svoltosi nel 1985 alla Brown Boveri, che aggregava negli spazi fatiscenti della fabbrica milanese giovanissimi dagli interessi e dai fini più diversi (Cavenago, Mazzucconi, Arienti e Levi); e un intervento di occupazione abusiva di una piccola area della Biennale da parte di un gruppetto di “piombinesi” (Folci, Fontana, Modica). and Paladino, together with Chia, Cucchi and De Maria) led by Achille Bonito Oliva, who from 1978-79 degraded and furthermore corroded conceptual “citazione” (reference) and lastly local expressions full of intense vivacity, such as the Roman School of Via degli Ausoni (Pizzi Cannella, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Tirelli and Bianchi). We have therefore reached the beginning of the Eighties, which heralded a return to art without “intentions”, without “mental indices” (such as the dedicated art of Renato Barilli), yet figurative and based on traditional pictorial means, which inaugurated “The Post-Modern cycle” as theory and practice of Citazione. According to Barilli, “a clear borderline exists between ‘citazioniste’ experiences, that do not leave conceptuality, and that therefore insist on calling the works of others into play, working in their own right only with movements, photographic samples, verbal communication, and instead other experiences that use texts of the past as their starting points, but then they manipulate them, extracting liberal variations from them, winning back the colour, compositional imagination and the variation on the theme” 5. Naturally this is the vocation that interests us, the one that brought the trade of the painter back to life, albeit still on moments of a regressive degeneration and a increasing of the cultured, stylistic references to the past. In the same way in the sphere of international art, similarly orchestrated new trends, guided by critics and art dealers, were slowly being discovered: Neo-Expression, Bad Painting, Figuration Libre, and Graffiti were all an appanage of a whole new generation that was developing in Europe and the USA. At that point, between the Eighties and Nineties, we saw a sharp change of course. The widely oscillating progress of artistic research of a different sign brought about the emergence of a creative predisposition that could be generically defined as neo-Conceptual in the USA before Italy. Right at the crucial moment of the super-abundance of Citazionista painting, several events took place that, if they were relegated for a certain period to an unconventional or at least underground area, had nonetheless set off for a rapid vic- 13 14 NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO LIVIO SCARPELLA Shunga , 2006 Terracotta policroma Polycrome terracotta cm 40 x 54 x 30 FELIPE CARDEÑA I don’t know anyone who needs a critic to find out what art is , 2005 Epigrafe su marmo Marble epigraph cm 34 x 45 x 2 Collezione privata, Milano 6 Renato Barilli, Guida al grande cruciverba, in “Anninovanta”, catalogo della mostra, 28 maggio — 8 settembre 1991, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Arnoldo Mondadori, Milano 1991. 7 Ibidem. 6 Renato Barilli, Guida al grande cruciverba, in “Anninovanta” (The Nineties), show catalogue, 28th May — 8th September 1991, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Arnoldo Mondatori, Milan 1991. In che cosa consista il mutamento tra la situazione anni Ottanta e quella dei dieci anni successivi, viene ben espresso da Renato Barilli nel suo saggio introduttivo alla mostra Anninovanta, che mette in evidenza quella che era considerata la nuova linea preponderante: “allora dominavano la ‘citazione’, il ritorno all’immagine, ai valori della manualità e della pittura. ‘Caldi’ gli anni Ottanta, ripiegati su se stessi, nostalgici, e dunque anche deboli e soffici; laddove i Novanta nascono nel segno di un ‘raffreddamento’, rilanciano i valori del duro, del rigore, della fiducia nel futuro. (…) Si ha un bel riscoprire il minimalismo e il concettualismo, cioè le poetiche più ‘dure’ della congiuntura sessantottesca, ma appunto c’è di mezzo un ‘ri’ se la citazione è ancora là, tra di noi, ci accompagna come un indice ormai inevitabile” 6. Per continuare a esistere la pittura, secondo Barilli, deve quasi sacrificarsi alle nuove mode, deve presentarsi nei minimi termini, arrivare a un azzeramento che la riconduca al monocromo e alle partiture elementari (Fermariello, Iacchetti, Palmieri, Santoli, Serra). A tale conferma i pochi pittori figurativi presenti nella mostra Anninovanta sono tutti legati alla lezione concettuale di Kosuth e fanno riferimento alle poetiche oggettuali: nominano le cose, le fotografano, le ri-prendono tali e quali con operazioni pittoriche simili al readymade (Lavagetto, Passerella, Pusole). Infine, ammette Barilli, permane la via della rappresentazione artistica, ma lo considera appunto il “canale più minacciato, il più inutile, nel nostro secolo, esso ha ormai abbandonato quel piedistallo di nobiltà, di privilegio di cui aveva goduto in altri tempi, e anzi, si può salvare, può ancora essere praticato, solo se si appoggia agli altri canali più freddi e duri, quasi vivendo in simbiosi con loro o, peggio ancora, stabilendo con essi una dipendenza parassitaria”7. Un giudizio assai negativo e ostile nei confronti della pittura e soprattutto della pittura figurativa, che sembra essere esautorata dal suo ruolo di strumento espressivo autonomo e indipendente, e l’unica ancora di salvezza è nella “dipendenza” da altri linguaggi più “duri”, dalla fotografia al ready-made. Il quadro così ricostruito in maniera univoca ed esclusiva da Barilli non ha di tory of the cultural and expositional field. Two events that ought to be remembered on a local level: the event that took place in 1985 at the Brown Boveri, which gathered together young artists with vastly diverse interests and objectives in the dilapidated spaces of the Milanese factory (Cavenago, Mazzucconi, Arienti and Levi); and an abusive occupation of a small area of the Biennial by a small group of artists from Piombino (Folci, Fontana and Modica). The essence and nature of the change in the situation from the Eighties to the next ten years was well expressed by Renato Barilli in his introduction to the Anninovanta show, which highlighted what was considered the prevailing new image: “at the time the “Citazione” movement ruled, the return to the image, to the values of manual dexterity and painting. The Eighties were “warm”, tucked away into themselves, nostalgic and therefore also weak and lightweight; whereas the Nineties were born out of a sign of a “cooling down”, and have re-launched the values of hardness, strictness, and trust in the future (…) Minimalism and conceptualism, or rather the “harder” poetry of the juncture of ’68, have enjoyed a rediscovery, yet indeed there is a “re” in it if Citazione is still there, among us, and accompanies us like an almost unavoidable index” 6. According to Barilli, for painting to continue to exist, it almost had to sacrifice itself to the new fashions, to present itself in minimum terms, to reach a resetting that would bring it back to monochrome and elementary scores (Fermariello, Iacchetti, Palmieri, Santoli and Serra). In this confirmation, the few figurative painters who were present at the Anninovanta were all linked to Kosuth’s conceptual teaching and referred to objective poetry. They named things, photographed them, recorded them just as they were with pictorial operations similar to Ready-made (Lavagetto, Passerella and Pusole). Finally, admitted Barilli, the path of artistic representation remained, but he actually considered it the “most threatened, useless channel of our century, it has now abandoned that pedestal of nobility and privilege that it enjoyed in other times, and indeed, it can be saved, it can still be practised, if only it is NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO Prove tecniche di post-figurazione, a cura di curated by A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2000 8 A. Riva, Officine a Milano, in “La Pittura Ritrovata. 1978/98. Venti anni di riallineamento alla pittura di immagine”, catalogo della mostra, 1 ottobre — 1 novembre 1999, Museo del Risorgimento, Complesso del Vittoriano, Roma, Il Polittico, Roma 1998. 7 Renato Barilli, Guida al grande cruciverba, in “Anninovanta” (The Nineties), show catalogue, 28th May — 8th September 1991, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Arnoldo Mondatori, Milan 1991. certo tenuto conto di tanti fenomeni, all’inizio sotterranei, che stavano assumendo sempre più forza sia in Italia che all’estero. La “nuova figurazione” venuta alla luce negli anni Novanta si sviluppa, questa volta, in opposizione o in alternativa agli aspetti non-pittorici che ancora resistevano nel panorama italiano dell’arte contemporanea (post e neo-concettuali, neo-minimali, neomanuali), dimostrando il coraggio e il vigore di una pittura d’immagine che non ha voluto soccombere nel clima “duro” di quegli anni. Oltre alle figure eccezionali e isolate, che continuano a praticare la pittura come scelta di vita quotidiana, è sorta a metà degli anni Novanta una serie di gruppi, tendenze e scuole regionali che poi verranno meglio alla luce negli anni successivi grazie al lavoro militante dei critici italiani Alessandro Riva e Maurizio Sciaccaluga e, assieme a loro, di Luca Beatrice e Gianluca Marziani. In ambito bolognese, per esempio, è sorta una certa Officina romagnola, che ha riunito le ricerche di Lombardi, D’Ambrosio, Gattelli, Neri e Mingotti, mentre a Roma c’è stata un’Officina romana con la presenza di Zanazzo, Basilé, Pintaldi e Canevari; in Sicilia è apparsa prima la scuola di Scicli, e poi quella palermitana; a Torino la scuola mediale difesa da Gabriele Perretta. In Lombardia, fin da subito indiscusso polo attrattivo per la presenza intellettuale di Giovanni Testori, alcuni pittori si sono raccolti attorno all’Officina milanese (Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco), che presto Alessandro Riva ha allargato idealmente anche ad altri pittori più giovani che praticano una pittura di “nuove idee e fermenti” 8 : Papetti, Mehrkens, Damioli, Durini, Nahmad, Verlato; all’Officina milanese è succeduta una Palestra artistica milanese (Bellucco, De Filippi, Guida, Nido, Vescovi) e così di seguito il gruppo di Italian Factory. Tutti fenomeni italiani che hanno visto un contraltare nella situazione artistica internazionale, soprattutto inglese, dove lo straordinario mezzo promozionale del collezionista Saatchi ha dato vita ad ampie rassegne periodiche, raccolte sotto il titolo Sensation. Infatti molti artisti inglesi hanno condotto la ricerca a esiti decisamente “sensazionali” dopo essersi stancati dell’eccesso di banalità, based on other colder, harder channels, almost living in symbiosis with them or, worse still, establishing a parasitic dependence with them”7. A negative and hostile enough judgement of painting and above all figurative painting, which seemed to be discredited by its role as an autonomous, independent tool of expression, and its only anchor of salvation lay in the “dependence” on other “harder” languages, from photography to Ready-made. The outline thus reconstructed in an unambiguous, exclusive manner by Barilli had certainly not taken account of many phenomena, which were underground at the beginning, which were gaining more and more momentum both in Italy and abroad. The “new figuration” that came to light in the Nineties was this time developing in opposition or alternative to the non-pictorial aspects that were still hanging on within the Italian panorama of contemporary art (post and neo-Conceptual, neo-Minimalist, neo-Manual), demonstrated the courage and determination of an image painting that did not want to succumb in “hard” climate of those years. Besides the exceptional, isolated figures, who continued to practice painting as a daily life choice, in the mid-Nineties a series of groups, trends and regional schools emerged that would better emerge in the following years thanks to the militant labours of the Italian critics, Alessandro Riva and Maurizio Sciaccaluga, and along with them, Luca Beatrice and Gianluca Marziani. In the Bolognese circuit for example, a sort of Officina Romagnola came to be, which united the studies of Lombardi, D’Ambrosio, Gattelli, Neri and Mingotti, while in Rome there was an Officina Romana with the presence of Zanazzo, Basilé, Pintaldi and Canevari. In Sicily the Scicli School appeared first, and then the Palermo School. In Turin there was the Medial School defended by Gabriele Perretta. In Lombardy, from the start the undisputed attractive pole for the intellectual presence of Giovanni Testori, several painters had gathered around the Officina milanese (Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco), which Alessandro Riva soon opened up in terms of ideals to other younger painters who were practising a style of 15 16 NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO 9 Hal Foster, Il ritorno del reale, Postmedia, Milano 2006. 10 Ibidem. 11 In ambito internazionale lo stesso rapporto dei pittori con la vita quotidiana, la politica, la vita urbana e gli eventi di attualità è documentato dalla mostra The Painting of Modern Life (The Hayward Gallery, Londra, 2007). La mostra indaga la traduzione dell’immagine fotografica in pittura, riflettendo sul movimento di “post-pittura” contemporaneo, un modo di pensare la pittura con la consapevolezza di stare dipingendo dopo la fine della pittura tradizionale di rappresentazione realistica, quando la gestualità e la pennellata si combinano con i codici della rappresentazione fotografica. Il percorso prende inizio da opere ispirate a fotografie e realizzate negli anni Sessanta da Gerhard Richter, Vija Celmins, Malcolm Morley a Peter Doig, Marlene Dumas, Elizabeth Peyton, Luc Tuymans. 8 A. Riva, Officine a Milano, in “La Pittura Ritrovata. 1978/98. Venti anni di riallineamento alla pittura di immagine”, show catalogue, 1st October — 1st November 1999, Museo del Risorgimento, Complesso del Vittoriano, Rome, Il Polittico, Rome 1998. 9 Hal Foster, Il ritorno del reale, Postmedia, Milan 2006. 10 Ibidem. 11 On the international circuit, the very relationship that the painters have with daily life, politics, urban life and current events is being documented by The Painting of Modern Life show (The Hayward Gallery, London, 2007). The show explores the translation of the photographic image into painting, reflecting on the movement of contemporary “post-painting”, a way of thinking out the painting with the awareness that you are painting after the end of the traditional painting method of realistic representation, when gesture and brush-stroke are combined with the codices of photographic representation. The journey starts with works inspired by photographs and produced in the normalità, quotidianità insito nella prospettiva del post-concettuale, mirando di nuovo a raggiungere contenuti forti, affidati a materiali corposi e tangibili (Hirst, Fratelli Chapman, Saville, Quinn, Mueck). Questo processo di “ri-sensibilizzazione” della ricerca, che ha il suo fulcro nel ritorno della pittura, non disprezza nemmeno le soluzioni di tipo figurativo di Martin Maloney e Chantal Joffe oppure quelle in versione ambientale di Daniel Richter e Franz Ackermann oppure quelle illusioniste dell’iperrealismo americano. È in atto quello che Hal Foster ha definito “Il ritorno del reale”9: viene abbandonata la vecchia direttiva della visione pacificante dello sguardo, dell’unione di immaginario e simbolico contro il reale, ma la nuova arte vuole che il reale esista in tutta la gloria (od orrore) del suo desiderio pulsante, o almeno che evochi tale condizione. Si attua dunque un cambiamento della concezione: dalla realtà come effetto della rappresentazione al reale come elemento di “illusionismo traumatico”10, che risulta decisivo non solo nell’arte contemporanea, ma anche nella fiction e nel cinema. Questa teoria risulta particolarmente interessante per poter interpretare la sensibilità di questa nuova generazione di artisti figurativi a confronto con la precedente generazione postmoderna. Ora i pittori, rispetto ai progenitori citazionisti, hanno tralasciato di guardare all’interno del sistema dell’arte, hanno smesso di far riaffiorare formule primitive e repliche dai maestri del passato, e al contrario si sono rivolti alle suggestioni del cinema, della televisione, della musica, della letteratura, del fumetto11. Tra i capolavori di quegli anni, che rimarranno sicuramente nella storia a venire, e che hanno ispirato molti degli artisti oggi operanti sulla scena artistica italiana, possiamo ricordare per quanto riguarda il cinema: American Psyco (1991), Natural Born Killers (1994), Pulp Fiction (1994), Trainspotting (1996) e The Blair Witch Project (1999), che ridefiniscono il genere del thriller e del film noir con ibridazioni e contaminazioni da linguaggi provenienti anche della narrativa popolare. In letteratura, oltre al fenomeno della Gioventù cannibale, possiamo evocare anche Week-end postmoderno di Pier Vittorio Tondelli, ritratto pungente delle condizioni del painting of “new ideas and fervour”8: Papetti, Mehrkens, Damioli, Durini, Nahmad and Verlato. The Officina Milanese was succeeded by a Palestra artistica milanese (Bellucco, De Filippi, Guida, Nido and Vescovi) and thereafter by the Italian Factory group. All Italian phenomena that had seen a rival attraction in the international art scene, above all the English scene, where the extraordinary promotional machine of the collector Saatchi had given life to numerous regular exhibitions, gathered under the title Sensation. Indeed, many English artists had conducted their researches with decidedly “sensational” outcomes after having tired of the excess of banality, normality, and daily humdrum that was inherent in the post-Conceptual perspective, once again aiming to obtain strong content, entrusted to full-bodied and tangible materials (Hirst, Chapman brothers, Saville, Quinn and Mueck). This process of “re-sensitization” of the research, whose fulcrum was in the return of painting, did not even disregard the figurative-type solutions of Martin Maloney and Chantal Joffe or the environmental versions of Daniel Richter and Franz Ackermann or the illusionist versions of American hyper-realism. What Hal Foster defined as the “return of reality” 9 was in full swing. The old directive of the reconciling vision of the gaze, the union of imaginary and symbolic against reality, was abandoned, but the new art wanted reality to exist in the full glory (or horror) of its throbbing desires, or at least wanted it to evoke such conditions. A change of conception was therefore brought about: from reality as an effect of the representation to reality as an element of “traumatic illusionism”10, which turned out to be decisive not only in contemporary art but also in fiction and cinema. This theory was particularly interesting in order to be able to interpret the sensitivity of this new generation of figurative artists compared to the previous post-Modern generation. Now the painters, with respect to their citazionisti forerunners, stopped looking inside the system of art, they stopped making primitive formulas and replicas of past masters emerge, and on the contrary they turned to the suggestions of the cinema, television, music, literature and comic NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO Sixties by Gerhard Richter, Vija Celmins, Malcolm Morley a Peter Doig, Marlene Dumas, Elizabeth Peyton and Luc Tuymans. 12 M. Sciaccaluga, Un Fragonard alla Groucho Marx, in “Palermo Blues”, Danilo Montanari Editore, Verona 1999. 13 Il criterio scientifico della riscoperta dei generi, quale chiave di lettura per interpretare la pittura contemporanea, proposto inizialmente da A. Riva nel 2001 con la mostra Sui generis al PAC di Milano, ha trovato recentemente fortuna critica grazie al progetto Painting Codes (Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, 2006) a cura di A. Bruciati e A. Galasso, mostra dedicata alle categorie nelle quali tradizionalmente è stata suddivisa la pittura a partire dal Rinascimento: paesaggio, natura morta, nudo, ritratto, soggetto storico, rappresentazione sacra. 14 Prove tecniche di post-figurazione, a cura di A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2000. 12 M. Sciaccaluga, Un Fragonard alla Groucho Marx, in “Palermo Blues”, Danilo Montanari Editore, Verona 1999. 13 The scientific criteria for the rediscovery of genres, as in the key for interpreting contemporary painting, initially proposed by A. Riva in 2001 with the Sui generis show at PAC in Milano, has recently run into some good fortune in terms of critique thanks to the Painting Codes (Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, 2006) curated by A. Bruciati and A. Galasso, a show dedicated to the distinct categories into which painting has been traditionally divided since the Renaissance: portrait, landscape, still life, nude, historical subjects and religious themes. giovanilismo; i Non Luoghi di Marc Augé, opera fondamentale per tutto il discorso sul paesaggio urbano e sulla città sur-moderna; I miei luoghi oscuri di James Ellroy in cui il genere del giallo si interseca crudamente con la cronaca vera. Nel fumetto si spazia da Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller, ossessionato dai linguaggi mediali, a Watchman di Moore e Gibbons in cui si mescolano elementi del genere supereroistico, della fantascienza, del noir, della fantapolitica. Infine nella musica si assiste alla ripresa di una combinatoria di generi e stili, dal genere punk-rock al pop, per arrivare all’epica delle discoteche e alla moda delle boy band. “E queste generazioni — ha scritto Maurizio Sciaccaluga — per coerenza con la vocazione popolare e il desiderio di comunicare, hanno recuperato, attualizzandole, tecniche tradizionali come la pittura e la scultura, sparandole però nello stesso calderone della globalizzazione, del fashion, del kitsch, del colossal cine-pubblicitario di fine millennio. Risultati: nuove idee, nuovi temi e nuove soluzioni formali”12. Imbevuti in questo bagno di cultura popolare e delle molteplici forme di comunicazione di massa, dal cinema alla letteratura al fumetto, gli artisti hanno iniziato a lavorare con maggior consapevolezza e spregiudicatezza sul reale, si sono calati nella complessità del reale e l’hanno affrontato riportando in scena i vecchi generi13 del passato, come il ritratto, il paesaggio, la natura morta, la cronaca nera, il noir, il porno, la fantascienza. La ridefinizione teorica e critica di questa “neo-figurazione” o “post figurazione”14 italiana (come l’ha definita Riva) è stato un processo lento e difficile che si è attuato progressivamente attraverso una serie di mostre prima in gallerie private (Annovi, Bonelli, Tossi, ecc.) e poi presso spazi pubblici e istituzionali come il PAC di Milano, grazie al sostegno di un mecenate e collezionista come Eugenio Borroni (ora fondatore di Fabbrica Borroni dove si realizza il progetto espositivo sulla Nuova Figurazione Italiana) che per primo ha creduto nella nascita di una nuova generazione di giovani artisti italiani maturi e consapevoli nell’utilizzo dei propri strumenti artistici e nuclei tematici. In questo volume, ripercorrerò le principali tappe di tale percorso, che è nato strip11. Among the great works of those years, which will surely go down in history to come, and which inspired many of the artists who are working on the Italian art scene nowadays, we can remember in terms of cinema: American Psycho (1991), Natural Born Killers (1994), Pulp Fiction (1994), Trainspotting (1996) and The Blair Witch Project (1999), which redefined the genre of the thriller and film noir with hybridizations and contaminations of languages that also came popular narrative. In literature, besides the phenomenon of Cannibal youth, we can also mention A postmodern weekend by Pier Vittorio Tondelli, a pungent portrayal of the conditions of being young; Marc Augé’s Non Places, a fundamental work for the entire debate of urban landscape and the super-modern city; My dark places by James Ellroy in which the genre of crime writing intersected crudely with real news reporting. In the comic strip genre, it ranged from The Dark Knight Returns by Frank Miller, obsessed by the languages of the media, to Watchman by Moore and Gibbons in which elements of the superhero genre were mixed with science-fiction, noir and political fantasy. Lastly in music we saw the renewal of a combination of genres and styles from punk to pop, up to disco and the boy band fad. “And these generations”, wrote Maurizio Sciaccaluga, “in coherence with the popular inclination and desire to communicate, revived traditional techniques such as painting and sculpture by bringing them up to date, throwing them however into the same melting pot as globalization, fashion, kitsch, colossal, end-of-the-Millenium cine-advertising. The results: new ideas, new themes, and new formal solutions”12. Soaked in this popular culture bath and in the multiple forms of mass communication, from cinema to comic strip literature, the artists have started to work with increased awareness and unscrupulousness on reality, they have let themselves fall into the complexity of reality and have faced it by bringing the old genres13 of the past into the scene, such as portrait, landscape, still life, news reporting, noir, porn and science fiction. The theoretical and critical redefinition of this Italian “neo-figuration” or “post-figuration”14 (as Riva defi- 17 18 NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO Intervista a Luca Beatrice CHIARA CANALI Seven: everything goes to hell, a cura di curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio di Certaldo, Firenze 2005 15 A tal proposito ricordo le mostre: Kids are us, Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, 2003; Medioevo Prossimo Venturo, Palazzo Pretorio di Certaldo, Firenze, 2004; Seven: everything goes to hell, Palazzo Pretorio di Certaldo, Firenze, 2005; Curve pericolose, Casa del Pane, Casello Ovest di Porta Venezia di Milano, 2007. (Per una consultazione più approfondita si veda l’indice delle mostre negli apparati). 14 Prove tecniche di postfigurazione, curated by A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2000. 15 On this subject, I remember the shows: Kids are us, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento (2003); Medioevo Prossimo Venturo, Palazzo Pretorio di Certaldo, Florence (2004); Seven: everything goes to hell, Palazzo Pretorio di Certaldo, Florence (2005); Curve pericolose, Casa del Pane, Casello Ovest of the Porta Venezia, Milan (2007) (refer to the exhibitions index in the notes for a more complete consultation of the shows). e cresciuto soprattutto grazie all’impegno di Riva e Sciaccaluga, due critici italiani che hanno lavorato spesso assieme, con modalità diverse ma complementari: il primo concentrandosi in particolar modo sul recupero dei linguaggi appartenenti allo specifico della tradizione italiana, cioè la pittura e la scultura, con attenzione alla rinascita dei generi del ritratto e del paesaggio; il secondo portando alla luce una linea “dolce” ironica e disincantata all’interno della ricerca artistica italiana e ponendola in confronto con la situazione artistica internazionale in una serie di mostre pubbliche15 in cui le opere di italiani affiancavano quelle di stranieri. Il lavoro svolto in questi anni da questi critici non deve andare perduto, e questo catalogo, assieme alla mostra, sarà una testimonianza per le generazioni future. Bernardo di Chartres diceva che “noi siamo come nani che stanno sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere più lontano di loro non a causa della nostra statura o dell’acutezza della nostra vista, ma perché — stando sulle loro spalle — stiamo più in alto di loro”. Questo aforisma mi pare calzante anche per descrivere l’attuale situazione artistica italiana, dove grazie al contributo dei maestri della critica e all’esperienza da loro acquisita, la nuova generazione di curatori deve da un lato fare luce il più possibile sulle loro acquisizioni storiche, dall’altro deve avere il coraggio di portare avanti la ricerca, continuando a ridefinire i linguaggi della pittura e della scultura e, al tempo stesso, operare nuove scelte, indagando territori e scenari ancora inesplorati. —TO BE CONTINUED… ned it) has been a slow and difficult process that has been brought about progressively via a series of shows first in private galleries (Annovi, Bonelli, Tossi and so on) and then in public and institutional spaces such as PAC in Milan, thanks to the support of a patron and collector such as Eugenio Borroni (now founder of the Fabbrica Borroni where the exhibition project of the Nuova Figurazione Italiana is being held who was the first to believe in the birth of a new generation of mature young Italian artists who were conscious of the use of their own artistic tools and thematic nuclei. In this volume, I will go through the principal steps of this journey, which was created and developed above all because of the efforts of Riva and Sciaccaluga, two Italian critics who often worked together, with different yet complementary methods, the first concentrating particularly on the revival of languages that belong to the specific field of Italian tradition, that is to say, painting and sculpture, with attention to the revival of the genres of portrait and landscape, and the second who uncovered an ironic, disenchanted “soft” line within Italian artistic study and compared it to the International artistic situation in a series of public shows15 in which the Italian works were displayed side-by-side with the work of the foreign artists. The work carried out in recent years by these critics must not be lost, and along with the exhibition, this catalogue shall be a testimony for generations to come. Bernardo Chartres said that “we are like dwarves standing on the shoulders of giants, so that we can see further than them not because of our height or the sharpness of our vision, but because, standing on their shoulders, we stand higher up than they do”. This aphorism seems very fitting to also describe the current Italian artistic situation where, thanks to the contribution of the masters of critique and to the experience gained from them, the new generation of curators on the one hand must cast as much light as possible onto their historical acquisitions, and on the other hand they must have the courage to take the study forward, continuing to redefine the languages of painting and sculpture, and at the same time, making new choices, probing territories and scenes that are as yet unexplored. — TO BE CONTINUED… MARCO CINGOLANI Senza titolo, 1992 Acquerello su carta intelata / Watercolour on canvas-backed paper cm 75 x 57 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) Chiara Canali Come sono iniziate, a tuo avviso, le ricerche sulla Nuova Figurazione Italiana? Quali sono i presupposti e gli antefatti culturali che hanno portato alla nascita di una nuova arte che si confronta in primo luogo con le immagini e con la tradizione della pittura italiana? Luca Beatrice Due premesse vanno fatte: la prima è personale. Ho cominciato a lavorare nel campo dell’arte alla fine degli anni Ottanta, il decennio della Transavanguardia, ma, nonostante ciò, a Torino questa corrente non ha mai attecchito in maniera profonda, come invece è avvenuto a Roma dove, in seguito, sono usciti la Nuova Scuola Romana di via degli Ausoni, gli Anacronisti, i Citazionisti. A Torino invece continuava quest’Arte Povera di terza generazione, i giovani emergenti di quegli anni erano ex allievi di Mainolfi, Zorio, Mario Merz, Gastini, in parte di Paolini, in continuità con un discorso consolidato negli anni. La seconda premessa: credo che questa figurazione molto contaminata, molto pop, sia nata per un bisogno, essendo l’unica forma d’arte che abbia veramente avuto una necessità esistenziale, perché anche a Milano, verso la fine degli anni Ottanta, era in voga un’arte concettuale e leggera che trovò in Corrado Levi un personaggio carismatico a cui si sono aggregati una serie di artisti che utilizzavano mezzi diversi ma mai solamente pittorici, Arienti, Kaufmann, Martegani, Mazzucconi (mentre Cingolani faceva già una storia a sé), confluiti poi nella mostra La scena emergente al Museo Pecci di Prato. CC Ma nell’ambito in cui tu operavi, Torino, quali sono stati i primi segni di rinascita della pittura figurativa? LB Nella Torino di quegli anni ha preso vita tutta una serie di fenomeni tipo la galleria di Guido Carbone e la galleria In Arco diretta da Sergio Bertaccini, e un’altra serie di situazioni che promuovevano gli artisti figurativi, non per fatto strategico, ma in maniera spontanea. Mi ricordo che i primi artisti nostri coetanei a provocare un vero e proprio salto generazionale furono Bruno Zanichelli e Pier Luigi Pusole. Qualcosa di diverso stava dunque fermentando al di fuori dell’Arte Povera; diventò per me scontata e automatica la frequen- INTERVIEW WITH LUCA BEATRICE Chiara Canali In your opinion, how did the studies on New Italian Figuration come about? What are the assumptions and preceding cultural factors that have brought to life a new kind of art that is first and foremost compared with the images and tradition of Italian painting? Luca Beatrice Two preliminary observations must be made: the first is a personal one. I began working in the field of art at the end of the Eighties, the decade of Trans Avant-Garde and yet, in spite of what was going on elsewhere, this trend never caught on in a big way in Turin, as instead happened in Rome where the New Roman School of Via degli Ausoni, the Anacronisti and the Citazionisti movements went on to emerge. In Turin on the other hand this third-generation Arte Povera kept going, the young artists who were breaking through at the time were ex pupils of Mainolfi, Zorio, Mario Merz, Gastini, and for some part of Paolini, in keeping with a way of reasoning that had been consolidated over time. The second preliminary observation is this: I believe that this highly contaminated and very “pop” figuration was born out of need, being the only art form that has really had an existential necessity, because also in Milan towards the end of the Eighties, a conceptual, light art was in vogue that found in Corrado Levi a charismatic character with whom a series of artists had associated themselves, artists who were using methods that were different but never just pictorial methods, Arienti, Kaufmann, Martegani, Mazzucconi (while Cingolani was already making his own history), and who then came together in the La scena emergente (Emerging scene) show at the Museo Pecci in Prato. CC But what were the first signs of rebirth of figurative painting in Turin, the sphere that you were operating in? LB In the Turin of those years a whole series of phenomena started up such as Guido Carbone’s gallery and the In Arco gallery directed by Sergio Bertaccini, and another series of situations which promoted the figurative artists, not strategically, but in a spon- 19 20 INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI GIAN MARCO MONTESANO Il buon pastore, 1981 Olio su tela / Oil on canvas cm 50 x 40 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) DANIELE GALLIANO Senza titolo, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 133 x 120 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) tazione abituale di giovani pittori, come Enrico T. De Paris, Sergio Cascavilla, Stefano Pisano, Victor Kastelic e Monica Carocci nella fotografia. E poi la scoperta reciproca di Daniele Galliano, che è forse stato il pittore più talentuoso di tutto il decennio. In quegli stessi mesi anche a Bologna c’era una scuola, legata in un certo senso alla Nuova Figurazione. Lì la galleria di riferimento era Loretta Cristoforis, il cui fulcro era Gian Marco Montesano, con attorno una serie di personaggi “minori” come Luigi Mastrangelo, Gabriele Lamberti, Fabrizio Passerella, Antonella Mazzoni, Andrea Renzini. In tutto ciò, onestamente, bisogna ricordare che prima di me, prima di Alessandro Riva, prima di Maurizio Sciaccaluga e anche prima di Gianluca Marziani, in qualche modo c’è stato il passaggio di Gabriele Perretta, che proponeva il “medialismo” quale categoria teorica di una nuova pittura che nasceva dal concetto e univa personaggi di area post-concettuale (artisti che a Milano ruotavano attorno alla galleria del napoletano Paolo Vitolo: Fantin, Viel, Formento Sossella, Nello Teodori). Questa corrente fallì per conflitti interni e più probabilmente per non eccelsa qualità del progetto, dopo aver inaugurato con una mostra il Trevi Flash Art Museum nel 1993. CC Tuttavia il “medialismo”, come movimento artistico ispirato alle immagini dei mass media, della televisione, della pubblicità non è forse che una piccola branchia della cosiddetta “Nuova Figurazione”, quale istanza di ricerche molto diverse e lontane tra loro sia INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI taneous way. I remember that the first of our artist peers to provoke a real and proper generational leap were Bruno Zanichelli and Pier Luigi Pusole. Something different was therefore fermenting outside of Arte Povera; regularly spending time with young painters like Enrico T. De Paris, Sergio Cascavilla, Stefano Pisano, Victor Kastelic and Monica Carocci in photography, started to be something taken for granted and automatic for me. And then there was the mutual discovery of Daniele Galliano, who was perhaps the most brilliantly-talented painter of the entire decade. In those same months there was also a school in Bologna, linked in a certain sense to New Figuration. The gallery of reference there was Loretta Cristoforis, and its cornerstone was Gian Marco Montesano, surrounded by a series of “minor” personalities like Luigi Mastrangelo, Gabriele Lamberti, Fabrizio Passerella, Antonella Mazzoni and Andrea Renzini. To be honest, in the midst all of this it should be remembered that before me, before Alessandro Riva, before Maurizio Sciaccaluga and even before Gianluca Marziani, there was in some way the period of Gabriele Perretta, who proposed “medialism” as a theoretical category of a new kind of painting that came out of concept art and united characters from the post-conceptual area (artists in Milan who revolved around the gallery of Neapolitan Paolo Vitolo: Fantin, Viel, Formento Sossella and Nello Teodori). This trend failed because of internal conflicts and most probably because of the not-soexceptional quality of the project, after having inaugurated the Trevi Flash Art Museum with a show in 1993. CC Nevertheless as an artistic movement inspired by the images of the mass media, television and advertising, “medialism” is perhaps none other than a small offshoot of the socalled “New Figuration” movement, as in an instance of very diverse studies that are very distant from one another both in terms of theme and style, that range from reference to the mass media right up to crime reporting, passing through cinema, comic strip and literature, to arrive at direct comparison between figure and lan- BRUNO ZANICHELLI Nebbia brina morde il radiatore durante l’Intifada, 1988 Olio su tela / Oil on canvas cm 70 x 100 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) a livello tematico che stilistico, che dal riferimento ai mass media spaziano fino alla cronaca nera, passando attraverso il cinema, il fumetto, la letteratura, per arrivare al confronto diretto con la figura e il paesaggio, con i miti e i feticci quotidiani per esprimere una presa di coscienza individuale ed emotiva sulla realtà. Che cosa significa, secondo te, Nuova Figurazione Italiana? LB La Nuova Figurazione parte da un discorso ben diverso, non è stato un gruppo, come quello del “medialismo”, ma è stata un’area di sensibilità che ha compreso all’interno di sé espressioni molto diverse, addirittura contrastanti, e ricordo che quando organizzai a Torino la mostra Dodici pittori italiani nel 1995, trovai non poche difficoltà perché alcuni artisti non volevano essere raggruppati con altri. La Nuova Figurazione come area di sensibilità dunque, che attraverso le mie ricerche e quelle di Riva, Sciaccaluga e poi Marziani, ha tentato di spezzare la tradizione nefasta e funesta legata al ’68, per cui nella cultura conta più l’appartenenza che non il merito. Quando c’era il “medialismo” bisognava fare gruppo, ed era sempre un discorso legato appunto all’appartenenza, mai al talento; noi, assieme ai galleristi e ai collezionisti che ci hanno creduto, abbiamo tentato di fare riferimento più al talento di un artista che alle sue relazioni sociali. In più si rilanciava una collocazione domestica, e dunque vivibile, della pittura, molto apprezzata dai collezionisti. CC Quando nasce e prende forma questa sfera di sensibilità attorno alla Nuova Figurazione Italiana? LB Sicuramente è una sensibilità che emerge attorno al 1994-95. Questo tipo di pittura figurativa, che è essenzialmente metropolitana, ha come suo teatro privilegiato la città. Non è un caso che il fenomeno della Nuova Figurazione è parallelo in letteratura a quello della “gioventù cannibale”, la vera avanguardia degli anni Novanta, e alla nascita nella musica di nuovi gruppi pop che scoprono la canzone di intrattenimento, rivestendola in qualche caso di angst generazionale: Marlene Kuntz, Subsonica, Mau Mau, Africa United. Tutta una serie di fenomeni che sono assolutamente italiani, di dscape, myths and day-to-day fetishes in order to express an individual and emotional awakening of consciousness of reality. What does New Italian Figuration mean, in your opinion? LB New Figuration started with something very different. It was not a group, like that of “medialism”, it was an area of sensitivity which included very diverse, even conflicting expressions within itself, and I remember that when I organized the Dodici pittori italiana (Twelve Italian painters) show in Turin in 1995, I ran into more than slight difficulties because some of the artists didn’t want to be grouped together with others. New Figuration is therefore like an area of sensitivity, which through my studies and those of Riva, Sciaccaluga and then Marziani, attempted to break up the fateful, disastrous tradition linked to ’68, which is the reason why in culture belonging is more important than merit. When “medialism” was in, you had to belong to a group, and it was always an issue that tied in with belonging, never to talent; together with the galleryowners and collectors who believed in us, we tried to make more reference to the talent of an artist than to his or her social ties. Furthermore a domestic, and therefore liveable, arrangement in painting was revived, something that was much appreciated by the collectors. CC When did this sphere of sensitivity come to life and take shape around New Italian Figuration? LB It is certainly a sensitivity that emerges around 1994-95. This type of figurative painting, which is essentially metropolitan, has the city as its preferred theatre. It is not by chance that the 21 22 INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI VIKTOR KASTELIC Push, 1994 Olio su tela / Olio on canvas cm 150 x 200 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) una generazione post-terrorismo, di cultura post-ideologica. Nel cinema invece il modello è esterno, si tratta di Pulp Fiction, che è stato il film cult degli anni Novanta, come esemplare testo di contaminazione. CC A proposito di Nuova Figurazione, da una parte Riva si è sempre occupato della ri-definizione dei generi maggiori e minori dell’arte (dal paesaggio al ritratto, dalla cronaca alla fantascienza), mentre Sciaccaluga ha inaugurato una tendenza che si potrebbe intitolare come una sua mostra del 2001, “La linea dolce della nuova figurazione”, fondata sulla libertà, sull’ironia, sull’inventiva linguistica che si caratterizza come più nuova, fresca e leggera rispetto alle consuete aree semantiche di riferimento. Quali credi siano state le specificità critiche di ognuno di loro? E le tue naturalmente? LB Mai come in questo caso, credo, quello che loro hanno scritto, le scelte che hanno fatto e le teorie che sono riusciti a formulare assomigliano veramente ai personaggi. Alessandro Riva, che viene dal mondo della letteratura (ha infatti una facilità di scrittura come pochi in Italia), matura inizialmente interessi esterni all’arte, che poi ha utilizzato in campo artistico. Se vogliamo trovare dei riferimenti per così dire milanesi, Alessandro è nipote di Buzzati e di Scerbanenco, è l’erede di una Milano nera anni Sessanta, come si vede nei racconti di Bianciardi. Maurizio Sciaccaluga per formazione era più uno storico dell’arte, sicuramente ha al suo attivo quest’ironia, questa leggerezza, tra l’altro venata da un certo disincanto. Nel discorso inserirei anche Marziani, che è emerso con il discorso legato al digitale, al Nuovo quadro contemporaneo e ha raggruppato un piccolo nucleo di artisti romani come Basilé, Consorti e Pintaldi. Quanto a me, ritengo, per fatto meramente anagrafico, di essere stato il primo a usare un certo tipo di scrittura contaminata e a non aver avuto paura di sporcarmi le mani con un materiale molto magmatico, emergente, con una curiosità che peraltro mi muove ancora oggi, a 46 anni d’età e quasi 20 di “militanza”. Quello che ci accomuna è stato sicuramente un esasperato senso del professionismo e il fatto di non pensare mai ad una strategia. Con Riva e INTERVISTA A LUCA BEATRICE CHIARA CANALI phenomenon of New Figuration is parallel in literature to that of “Gioventù cannibale”, the true Avant-garde of the Nineties, and in music to the creation of new pop groups who invented the entertainment song, in some cases dressing it up with generational angst: Marlene Kuntz, Subsonica, Mau Mau and Africa United. It’s a whole series of totally Italian phenomena from a postterrorism generation or a post-ideological culture. In the cinema the model comes from outside instead, meaning Pulp Fiction, which was the cult film of the Nineties, as the exemplary text of contamination. CC On the subject of New Figuration, on the one hand Riva was always busy with the redefinition of the major and minor genres of art (from landscape to portrait, from reporting to science fiction), whereas Sciaccaluga started a trend that could be entitled like one of his 2001 exhibitions, “The soft line of new figuration”, based on liberty, irony and the linguistic inventiveness that is characterized as newer, fresher and lighter than the usual areas of semantic reference. What do you believe were the critical characters of each of them? And naturally what was yours? Never more so than in this case do I believe that what they have written, the choices that they have made and the theories that they have managed to formulate do truly resemble their personalities. Alessandro Riva, who comes from the world of literature (in fact he possesses an ease of style in his writing like few others in Italy), initially developed interests outside of art, which he then used in the artistic field. If we want to find Milanese references, Alessandro is the nephew of Buzzati and Scerbanenco, and is the heir of a Fascist Milan of the Seventies, as seen in the tales of Bianciardi. Maurizio Sciaccaluga was more an art historian in education; he certainly has this irony, this lightness, tinged amongst other things with a slight disenchantment, at his disposal. I would also include in this discussion Marziani, who emerged with the debate linked to Digital, to the Nuovo Quadro contemporaneo (New contemporary picture) and he brought a small nucleus of Roman artists such as Basilé, Consorti and Pintaldi together. As for me, I think, in Sciaccaluga ci sono stati momenti molto intensi di collaborazione, non da ultimo il progetto Indicativo Presente per l’edizione di MiArt 2007, dove abbiamo selezionato giovani artisti ancora poco noti e privi di galleria di riferimento. CC Quali sviluppi futuri credi che vi siano per la Nuova Figurazione Italiana? LB La continuità è data dal fatto che la pittura in Italia rimane uno dei linguaggi più praticati, a giudicare da quanti artisti continuino a partecipare ai premi e ai concorsi di pittura e a mandar materiale da visionare. In ogni caso, devo dire che nella pittura trovo sempre una grande energia, che passa attraverso i ragazzi dei vent’anni e mi piace anche la sua imperfezione, il fatto che non sia un prodotto nato espressamente per piacere, ma che abbia una sua grinta, una sua voglia di rinnovarsi. Ritengo comunque che questo lavoro debba andare avanti, anche e nonostante i cambiamenti avvenuti al corso delle cose, grazie all’impegno di critici di nuova generazione come te, Zanchetta, Quaroni, Mangione. Più che continuare, però, la vostra generazione deve inventare, trovare nuove formule e nuovi modi di essere per l’arte contemporanea. E se noi passeremo alla storia, è perché non abbiamo avuto paura di inventarla questa storia. PIERLUIGI PUSOLE Il porto di Torino, 1990 Acrilico su tela Acrylic on canvas cm 300 x 200 Trittico / Triptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) purely personal terms, that I was the first to use a certain type of contaminated writing and the first person who wasn’t afraid to dirty my hands with a very magmatic emerging material, with a curiosity that moreover still moves me today, at 46 years of age and almost twenty of “political” activism. What we had in common was certainly an exasperated sense of professionalism and the fact that we never thought about strategy. With Riva and Sciaccaluga there were very intense moments of collaboration, not least the Indicativo Presente (Present Indicative) project for MiArt 2007, where we selected young scarcely known artists who are lacking galleries that they can use for reference. CC What future developments do you believe there will be New Italian Figuration? LB The continuity comes from the fact that painting in Italy is still one of the most widely practiced languages, judging by the number of artists who continue to take part in painting prizes and competitions and send their material to be viewed. In any case, I have to say that I always find a great energy in painting, which is channelled through young people in their twenties and I also like its imperfection, the fact that it is not a product created expressly to please, but which has its own determination and desire to renew itself. I do however maintain that this work has to go forward, because of and despite the changes that have taken place in the course of events, thanks to the hard work of critics of the new generation such as yourself, Zanchetta, Quaroni and Mangione. More than continuing, however, your generation must invent, find new formulae and new ways for contemporary art to exist. And if we pass down into history, it is because we weren’t afraid to invent that history. 23 24 AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA Affetti collaterali* MAURIZIO SCIACCALUGA CRITICO D’ARTE E GIORNALISTA / ART CRITIC AND JOURNALIST DARIO ARCIDIACONO Evil Box , 2000 Jukebox, materiali vari Jukebox , various materials Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) * Affetti collaterali di Maurizio Sciaccaluga tratto dal catalogo “La linea dolce della nuova figurazione”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2001. * Affetti collaterali by Maurizio Sciaccaluga from the catalogue “La linea dolce della nuova figurazione”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2001. Da un anno e mezzo a questa parte, ovvero dalla fine degli anni Novanta e dall’inizio del nuovo millennio, un ritornello risuona spesso nelle parole dei critici e sulle pagine delle riviste specializzate del settore artistico-contemporaneo. Le parole cambiano, ma il concetto rimane più o meno sempre lo stesso: la figurazione è viva, viva la figurazione! Tale constatazione accettata magari a denti stretti — perché è di un’inevitabile presa di coscienza che si tratta, di fronte alla sopravvivenza e alla recente affermazione di uno stile molte volte dato per morto o quantomeno per irrimediabilmente superato — nasce dal desiderio di salire al più presto sul carro del vincitore, dall’ansia di recuperare il terreno perduto, dalla voglia di abbracciare quella tendenza che il mercato e il grande pubblico hanno premiato nell’arco degli ultimi anni. Le cifre parlano chiaro, e sono molto più attendibili delle valutazioni di esperti e mercanti, spesso condizionati da problemi d’interesse, militanza, gusto o passione. Riguardo gli apprezzamenti degli spettatori, è esemplare il caso della mostra Sui generis, allestita al PAC di Milano circa sette mesi fa. Nonostante fosse una delle poche esposizioni d’arte contemporanea visitabili solo a pagamento, seppure alcuni quotidiani e riviste le avessero riservato recensioni estremamente negative già nei primi giorni d’apertura, nonostante non figurassero tra gli invitati gli artisti più in vista e di moda del panorama nazionale, Sui generis è stata nel suo campo una delle manifestazioni più visitate degli ultimi anni. Dedicata quasi esclusivamente alla figurazione, alla pittura e alla scultura, ha moltiplicato per dieci il numero degli spettatori rispetto a mostre — organizzate nello stesso periodo, sempre in grandi metropoli e con in più l’ingresso gratuito — dedicate alle installazioni, alle nuove tecnologie e alle ricerche neoconcettuali. Guadagnandosi anche una rassegna stampa paragonabile solo a quelle delle esposizioni sui grandi movimenti storici tipo impressionismo. Mentre i critici di regime la snobbavano, il pubblico rispondeva in massa alle sue sollecitazioni, e quando non ne condivideva gli assunti comunque intuiva quali fossero le motivazioni che li avevano generati. Riguardo i successi di COLLATERAL AFFECTION Since a year and a half ago, or rather since the end of the Nineties and the beginning of the new millenium, a refrain has often echoed in the words of the critics and on the pages of the specialist magazines of the Contemporary Art sector. The words change, but the concept always remains more or less the same: figuration is alive! Long live figuration! Perhaps accepted with clenched teeth — because this is about an unavoidable gaining of awareness, in the face of the survival and the recent affirmation of a style that has been presumed dead or at least irremediably out-of-date many times — this observation comes from the desire to jump on the bandwagon as soon as possible, from the anxiety to regain lost ground, from the desire to embrace that trend that the market and the wider public have rewarded in the course of the last few years. The figures speak clearly, and they are much more reliable than the evaluations of the experts and dealers, often conditioned by problems of interest, political persuasion, taste or passion. As regards the appreciation of the spectators, the case of the Sui generis exhibition, organized at the PAC in Milan about seven months ago is an example. Despite the fact that it was one of the few expositions of contemporary art that could only be visited with paying entry, even if some of the dailies and magazines had already given extremely negative reviews within the first few days of opening, despite the fact that the most high profile and fashionable artists of the national panorama were not among those invited, Sui generis was one of the most visited exhibitions in its field of the last few years. Dedicated almost exclusively to figuration, painting and sculpture, it multiplied the number of spectators by ten with respect to exhibitions — organized in the same period, always in large metropolises and with free entry as well — dedicated to installations, new technologies and neo-Conceptual studies. Also earning itself a press review that can only be compared to those of the expositions on the great historical art movements like Impressionism. While the regime critics snubbed it, the public responded to its solicitations en masse, and when the public did not share its Chiamami Peroni sarò la tua… arte, a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Bonelli Arte Contemporanea, Mantova 2001 Ultra(Corpi), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Pietrasanta (Ms) 2001 DARIO GHIBAUDO Museo di Storia Innaturale , 2000 Tecnica mista Mixed media cm 40 x 40 x 17 Collezione privata, Milano mercato, emblematica è la vicenda di molti artisti internazionali legati ai modi della figurazione. Nell’ultimo periodo la rivalutazione di esponenti storici del realismo come Philip Pearlstein e l’inarrestabile ascesa di giovani promettenti come John Currin e Lisa Yuskavage, attorno ai quali non ci sono mai state le manovre strategiche e politiche che hanno invece contraddistinto la vicenda di un Damien Hirst, ha dimostrato la salute di cui gode il collezionismo figurativo nel mondo. Che, cifre alla mano, è quello meno soggetto a sbalzi improvvisi di quotazione e cali repentini d’interesse. Cresce costantemente senza impennate istantanee ma con continuità, come meglio si conviene a un investimento (perché, vogliano o non vogliano i puristi, l’arte è anche questo!) destinato a durare. Di fronte a tali inequivocabii segnali lanciati dal pubblico e dal mercato — e se ne potrebbero elencare molti altri, ancora più articolati e circostanziati — l’atteggiamento di critici e galleristi da sempre disinteressati alla pittura e alla scultura figurative, legate a doppio filo alle capacità tecniche, è cambiato radicalmente, con un’inversione a U di centottanta gradi. Che sta sancendo la sconfitta definitiva ed evidentissima della ricerca concettuale. Chi perorava la causa della web art e del video si sta rapidamente riciclando come esperto di cattiva pittura, chi portava avanti le ragioni di happening e installazioni sta cercando appoggio e giustificazione in improbabili figliazioni da scuole secentesche, chi aveva in scuderia solo cloni di Robert Morris, Gary Hill e Cindy Sherman ha subito trovato (come ha potuto) un qualsiasi Martin Maloney dei poveri. Si potrebbero fare nomi e cognomi di questi sedicenti teorici e galleristi col pelo sullo stomaco, disposti ora a sostenere che la figurazione è davvero viva. Lo dicono le cifre e i successi di vendita, il gradimento degli spettatori e il comportamento di chi la osteggiava. Viva dunque la figurazione. La figurazione sta riconquistando grande spazio nella considerazione di appassionati e addetti ai lavori grazie anche al suo radicale rinnovamento, messo in piedi a partire dalla metà degli anni Novanta. Sono cambiati i soggetti, ora più cinematografici, letterari, propositions they however sensed what the motivations that had generated them were. As regards the successes of the market, what happened for many international artists linked to the methods of figuration is significant. Recently the revaluation of the historical exponents of Realism like Philip Pearlstein and the unstoppable ascent of promising young artists like John Currin and Lisa Yuskavage, around whom there have never been the strategic, political manoeuvres that have instead marked out the affair of a Damien Hirst, have demonstrated the rude health enjoyed by figurative collecting around the world. Which, from looking at the figures, is the type of collection least subject to sudden leaps in quotation and unexpected drops in interest. It is constantly growing not with momentary runups but with continuity, as is best suited to an investment (because, whether the purists want or not, art is also just that!) destined to endure. In the face of such unequivocal signals sent out by the public and by the market — and many other signals, even more detailed and circumstantiated could be listed — the attitude of the critics and gallery-owners who had always been disinterested in figurative painting and sculpture, inseparable from technical abilities, has radically changed, with a total one hundred and eighty degree about-face turn. Which is sanctioning the definitive and highly evident defeat of the conceptual study. Those who spoke in favour of the cause of web art and video art are rapidly recycling themselves as experts of bad painting, those who promoted the causes of happenings and installations are seeking support and justification in improbable derivations of the seventeenth-century schools of art, those who had only clones of Robert Morris, Gary Hill and Cindy Sherman in their stable have immediately found (as they were able) any old poor man’s Martin Maloney. You could list names and surnames of these self-styled theorists and ruthless gallery-owners, ready now to affirm that figuration is really alive. The figures and sales successes, the enjoyment of the spectators and the behaviour of those who were opposed to figuration say it all. Therefore, long live figuration! Figuration is winning back a lot of 25 26 AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA CORRADO BONOMI Fatina-Fatata-Fatale , 2006 Materiali vari, pittura Various materials, painting cm 25 x 45 x 35 Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova Curve pericolose, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Christian Maretti Editore, Faenza 2007 legati all’immaginario massmediale, e sono cambiate le tecniche, meno legate alla consistenza della materia e più ai diversi tipi di pennellata (nervosa, leggera, arrotondata, a scatti, confusa, sovrapposta, tirata all’estremo ecc.). Due direzioni opposte, parallele e complementari hanno preso il sopravvento all’interno sia della ricerca figurativa italiana, sia di quella internazionale (almeno in parte). Alla tendenza hard si è contrapposto uno stile soft, ai segni acidi un disegno morbido e raccolto. La linea dura della nuova figurazione si è ispirata al neonoir, alla fantascienza ridondante dei B-movie, all’efferatezze della cronaca vera, alla televisione verità (per modo di dire) stile Chi l’ha visto?, agli eccessi della pubblicità. E ha goduto del ritorno prepotente dello splatter, del nuovo gusto del sangue, delle curve ingombranti di imbarazzanti soubrette. Ha preso posto al fianco di Oliviero Toscani, Joe Dante, Wes Craven, Pamela Prati, Roberto D’Agostino, i Looney Tunes, Roberto Cavalli, Aldo Nove, e si è infine autobattezzata sotto il segno dell’aggressività. La linea dolce della nuova figurazione ha invece guardato i reportage del National Geographic, i caratteri delicati dei volti degli spot, il neointimismo del cinema francese o iraniano, il correre fluido senza esasperazioni dei romanzi di DeLillo. Ha fatto sue le passeggiate sensuali e tondeggianti delle modelle in passerella e la delicatezza di certi volti acqua e sapone del neoromanticismo musicale. Si è affiancata a Nanni Moretti, Armani, Armando Testa, Giorgio Celli, all’ecumenismo della Disney, ed è cresciuta sotto il segno del raccoglimento. Si è contraddistinta con la raffigurazione degli affetti, sempre ritratti senz’enfasi, collateralmente. Molte sono le caratteristiche che ritornano in quasi tutte le opere della parte più dolce della figurazione. Innanzi tutto, protagonista assoluta della scena è la figura umana, che vede rarefarsi, se non scomparire del tutto o divenire onirica, la scena alle sue spalle. Ambienti, architetture, linee di fuga cedono il passo a volti e corpi, e quando sono presenti restano assolutamente ai margini, come oggetti di puro complemento. Inoltre, la donna è la grande protagonista delle tele e delle sculture. Le poche volte che non si tratta di figu- AFFETTI COLLATERALI MAURIZIO SCIACCALUGA ground in the esteem of the art buffs and qualified persons thanks also to its radical renovation, which was set in motion halfway through the Nineties. The subjects have changed, now they are more cinematographic, literary, tied to the imagination of the mass-media, and the techniques have changed, linked less to the texture of the material and more to the different types of brushstrokes (incisive, light, rounded, jerky, confused, overlaid, drawn out to the extreme, and so forth). Two opposite, parallel and complementary directions have got the upper hand from the inside of both Italian and international figurative study (at least in part). A soft style has been set against the hard trend, and a soft and thoughtful design against the acid signs. The hard line of new figuration was inspired by neo-Noir, the redundant science fiction of the Bmovies, by the brutality of real news reporting, reality television (as the saying goes) like Chi l’ha visto? (Who saw it?), and by the excesses of advertising. And it has enjoyed the overwhelming return of splatter, the new taste of blood, and the cumbersome curves of embarrassing showgirls. It has taken its place next to Oliviero Toscani, Joe Dante, Wes Craven, Pamela Prati, Roberto D’Agostino, Looney Tunes, Roberto Cavalli and Aldo Nove, and has even baptised itself under the sign of aggressiveness. The soft line of new figuration has instead watched the reportage of National Geographic, the delicate features of the faces in the adverts, the neo-Intimism of French or Iranian cinema, the fluid exasperation-free flow of DeLillo’s novels. It has made the sensual, curvy walks of the models on the catwalk and the delicateness of certain soap-andwater faces of musical neo-Romanticism its own. It has drawn up alongside Nanni Moretti, Armani, Armando Testa, Giorgio Celli, the ecumenism of Disney, and has grown under the sign of concentration. It is marked out by the representation of the affections, always depicted without emphasis, side by side. Many characteristics are repeated in almost all of the works of the softest part of figuration. First and foremost, the absolute protagonist of the scene is the human figure, which sees, if it does not completely disappear or become dreamlike, the rarefaction of the scene behind it. PROFESSOR BAD TRIP Fiori 3D , 2006 Acrilico su tela Acrylic on canvas cm 50 x 70 Collezione privata Jena Filaccio, La Spezia La santa alleanza, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga e Luca Beatrice, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2005 re femminili, a campeggiare nelle opere sono i visi e le fisionomie di bambini o giovanotti imberbi, per niente affetti da machismo. Per continuare, i soggetti rappresentati guardano lo spettatore, si impongono alla sua attenzione, ma sembrano comunque assenti, lontani da lui, assorti in chissà quali pensieri e considerazioni. Lo guardano ma non lo vedono, sanno che c’è ma lo ignorano. Lo accettano ma non lo amano. Non c’è mai un ammiccamento, sensualità esasperata, gesto di sfida, voglia di seduzione. La nudità è diffusa ma impalpabile, e anche quando la scena può sembrare volgare o pornografica gli eccessi sono messi a tacere da un’ironia sorniona che rende ridicolo il tentato adescamento. Ancora, quasi ogni opera è, senza mai essere tragica, segnata dalla solitudine. Di rado c’è più di una figura in un’opera, e quando accade il dialogo interno sembra comunque essere segnato soprattutto dal silenzio. Per concludere con il veloce elenco delle caratteristiche della linea dolce figurativa, il dramma inaspettato cede quasi sempre il passo alla quotidianità, la difformità è mutata in un fascino delicatissimo, la vicenda ripresa sembra vivere l’esatto momento della sospensione. La figurazione più morbida e voluttuosa ha comunque diverse sfaccettature. Si potrebbe sostenere che sono tante quante gli artisti raccolti sotto questa tendenza, ma in realtà nella linea dolce sono facilmente individuabili alcune direzioni prevalenti, come la rarefazione, la ridondanza, la citazione e la cancellazione. Se da una parte la rarefazione del segno adotta in pittura i tagli cinematografici più intimisti o surreali, e trasforma le figure in visioni o apparizioni improvvise, dall’altra la ridondanza ironica esagera in scultura gli attributi fisici, che però non riescono a far altro che invitare a sorridere. Environments, architectures and vanishing lines give way to faces and bodies, and when they are present they remain absolutely at the edges, like objects of pure complement. Furthermore, the woman is the grand protagonist of the canvases and sculptures. On the few occasions that the subject is not about feminine figures, it is the faces and physiognomies of children or callow youths, with no hint at all of machismo, that animate the background in the works. Continuing, the subjects represented gaze out at the spectator, impose themselves on his attention, and yet they seem nonetheless to be absent, far away from him, deep in who-knows-what thoughts and contemplations. They look at him but they do not see him, they know that he is there but they ignore him. They accept him but they do not love him. There is never a wink, no exasperated sensuality, no gesture of challenge, and no desire for seduction. Nudity is widespread yet intangible, and even when the scene may seem vulgar or pornographic the excesses are silenced by a sly irony that makes the attempted enticement seem ridiculous. Still, almost every work is marked by solitude without ever being tragic. Rarely is there more than one figure in a work, and when internal dialogue occurs it nonetheless seems to be above all marked by silence. To conclude with the quick list of the characteristics of the soft figurative line, unexpected drama almost always gives way to daily routine, deformity is transformed into very delicate charm, and the depicted event seems to live out the very moment of its suspension. The very soft, voluptuous figuration nevertheless has different facets. It might be said that the directions are as many as the artists gathered under this trend, yet in reality in the soft line only a few prevalent directions are easily identifiable, such as rarefaction, excess, reference and cancelling out. If on the one hand rarefaction of the sign adopts the most intimist or surreal cinematic cuts in painting, and transforms the figures into improvised visions or apparitions, on the other hand ironic excess exaggerates the physical attributes in sculpture, which nevertheless can do nothing but invite you to smile. 27 28 FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE Formidabili quegli anni ARGÀNO BRIGANTE ESPERTO IN GOSSIP D’ARTE / EXPERT IN ART GOSSIP FLORENCIA MARTINEZ Tutte le gioie dei vincitori che si rilassano , 2002 Stampa a getto d’inchiostro su tessuto Ink jet print on fabric cm 170 x 55 Totemica. Feticci e rituali del contemporaneo, a cura di / curated by Alessandro Riva, Publi Paolini, Mantova 2001 Una cosa è certa: un ciclo s’è chiuso, un altro si sta aprendo. Che piaccia o no, per una decina d’anni, in un settore dell’arte — quello che, semplificando, oggi potremmo dire che ha posto soprattutto l’accento sulla ridefinizione dei linguaggi e sulla centralità dell’immagine —, dalla metà circa degli anni Novanta a oggi, quattro critici hanno lavorato in maniera serrata, a tratti frenetica, persino compulsiva: “battendo territori comuni”, come ha scritto Luca Beatrice nel testo per il catalogo dell’ultimo Premio Michetti, “non senza lo spirito di una sana competizione, nei periodi migliori sfociata in alleanze, confronti, ogni tanto in litigi, dispetti, marcamenti del territorio. Disistima mai”. I quattro critici sono lo stesso Luca Beatrice, che di questa vicenda si è autodefinito il precursore, e poi Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga e Gianluca Marziani. Di questi quattro, due oggi sono fuori gioco: Maurizio Sciaccaluga e Alessandro Riva, “un morto e un inguaiato”, come li ha definiti, col suo consueto stile ruspante, Paolo Manazza sul suo sito eart.com: “Alessandro Riva sta attualmente vivendo un periodo molto complicato a causa del suo presunto coinvolgimento in gravi vicende giudiziarie. E Maurizio Sciaccaluga è scomparso prematuramente a fine giugno lasciando addolorati parenti, amici e un po’ tutto l’entourage dell’arte contemporanea italiana”. Due su quattro fuori gioco. È per questo che si può affermare che si sia chiuso definitivamente un ciclo? Per questo, certo, ma non solo. Anche perché, di fatto, un’esperienza era forse arrivata al capolinea. E avrebbe comunque dovuto ripartire in altri modi, e forse sotto altre forme. Un’esperienza, un’avventura, che piaccia o no a chi ne è stato fuori, o a chi magari l’ha avversata, o a chi ne è stato a tratti compagno di strada e a tratti magari vi ha fatto la fronda dall’interno, che ha segnato un pezzo di storia di questi anni in Italia: segnata vuoi dalle mostre nelle tante gallerie private di Beatrice, vuoi dalle collettive di Riva, con e senza Italian Factory, vuoi dall’attività serratissima di Sciaccaluga, o da quella non meno frenetica di Marziani; e poi pubblicazioni a valanga, e una presenza sui media ipertrofica. Una vicen- THOSE YEARS WERE REMARKABLE One thing is for sure: one cycle has come to a close, another is opening up. Like it or not, for ten years or so, in a sector of art — to simplify things, the sector that we can today say has above all put the emphasis on the redefinition of the languages and on the centrality of the image — from about the mid-Nineties up to today, four critics have worked in an urgent, at times frenetic, even compulsive manner. “Treading common ground”, as Luca Beatrice wrote in his text for the last Michetti Prize catalogue, “not without the spirit of healthy competition, at the best of times resulting in allegiance, confrontation, every now and again arguments, sideswipes and marking of territories. Never in lack of esteem”. The four critics are the self-same Luca Beatrice, who has defined himself as the precursor of this event, and then Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga and Gianluca Marziani. Of these four, two are out of the contest today: Maurizio Sciaccaluga and Alessandro Riva, “one dead and one indisposed”, as Paolo Manazza defined them, with his usual matter-of-fact style, on his eart.com web site. “Alessandro Riva is currently going through a very complicated period because of his presumed involvement in extremely serious legal events. And Maurizio Sciaccaluga passed away prematurely at the end of June, leaving his relatives, friends and pretty much all of the contemporary Italian art scene to grieve.” Two out of four out of the game. And is this the reason that we can confirm that a cycle has been definitively closed? For this reason, of course, but not only because of this reason. Also because an experience had in fact come to the end of the line. And it would however have had to start again in other ways, and perhaps in other forms. Regardless of whether those who were on the outside of it, or who perhaps opposed it, or who for a time were companions on its journey and who maybe at times created a rebellion from within, like it or not, an experience or adventure that has marked a piece of the history of these years in Italy. Marked if you will by the exhibitions in Beatrice’s many private galleries, by Riva’s group exhibi- Riva&Viganò, 365 delitti uno al giorno, Baldini&Castoldi, Milano 1998 Flyer Flash Art Show, Milano 2005 da che non ha mai avuto la pretesa di rappresentare “tutta” l’arte italiana: ma certo ne è stata un pezzo importante, e ha lasciato il segno. Una vicenda che è stata accomunata da sfide, passioni, idee che giravano nell’aria, e che l’uno o l’altro ha colto al volo, magari nel “gioco strambo e demenziale nel fare a gara a chi avesse più faccia tosta da misurarsi con le cose più incredibili e assurde”, come ha scritto ancora Beatrice, trattando l’arte “come un film di serie B, un disco per l’estate, un romanzaccio pulp”: “a turno”, scrive Beatrice, “ci hanno definito sacerdoti della cattiva pittura, cultori del trash, macchine per fare soldi, cinici e disincantati. Eppure, a conti fatti, avremo presentato centinaia di artisti e lavorato con altrettanti galleristi, senza paura, come dicono altri, di sporcarci le mani, anzi giocandovi, frequentandoli, viaggiandoci, vivendoci”. Sono stati dieci anni di mostre, di incontri, di viaggi, di contatti, di battaglie, condotte a volte su fronti comuni, altre volte su fronti opposti (Arte, Flash Art, inizialmente anche Tema Celeste), con scambi di battute duri, con sgambetti a volte, linee non condivise, e magari riavvicinamenti e riconoscimenti a posteriori: anni faticosi, in cui spesso si sono sentiti, fatalmente, questi quattro critici, comunque “minoranza”, costretti a subire i diktat di un sistema che è sempre stato impermeabile alle loro battaglie, preferendo quasi sempre la melassa degli artisti più freddi o più furbi, quelli che strizzavano l’occhio alle tendenze internazionali e tenevano le distanze da ambienti che definivano sprezzantemente “provinciali”. Eppure, da quegli ambienti sono emersi artisti di peso, che, in un modo o nell’altro, hanno “fatto” la storia di questi anni in Italia (e che senza le tante collettive, le sistematiche pubblicazioni su Arte o su Flash Art, senza insomma il “movimento” che solo la critica, quando è appassionata e furibonda, pur negli errori e nelle confusioni e nei fraintendimenti che può e deve creare, forse non avrebbero avuto uguale fortuna). Artisti diversi tra loro, dunque, diversissimi: Cingolani, Velasco, Galliano, Schmidlin, Basilé, Guida, Bazan, Di Piazza, Petrus, Demetz, solo per citare alcuni nomi a tions, with and without Italian Factory, and by Sciaccaluga’s most fervent activity or Marziani’s no-less-frenetic activity; and then reams of publications, and a hypertrophic media presence. An event that has never had the presumption to represent “all” Italian art. Yet it has certainly been an important piece of it, and has left its mark. An event that has been united by challenges, passions and ideas that were floating around in the air, and that one or other snapped up immediately, perhaps in the “peculiar mental game of throwing down the gauntlet to whoever was the most daring in competing with the most incredible and absurd things”, as Beatrice again wrote, treating art “like a B-movie, a summer hit, or a pulp fiction novel”. “They have defined us in turn”, writes Beatrice, “as the high priests of bad painting, trash culturists, and cynical, disenchanted money-making machines. And yet, all things considered, we will have presented hundreds of artists and worked with just as many gallery-owners, without, as the others say, the fear of getting our hands dirty, instead getting involved with them, hanging out with them, travelling and living together”. It has been ten years of exhibitions, meetings, journeys, contacts, battles, sometimes conducted on the same side, other times on opposite sides, (Art, Flash Art and also Tema Celeste at the start), with exchanges of harsh ripostes, sometimes tripwires, lines that were not shared, and perhaps subsequent reconciliations and acknowledgements: difficult years, in which these four critics have often unfortunately felt themselves to be in the minority nonetheless, forced to take the diktats of a system that has always been so impervious to their battles, almost always giving preference to the treacle of the cooler or smarter artists, who gave the nod to international trends and kept their distance from environments which they disparagingly defined as being “provincial”. And yet, from those environments have emerged important artists, who in one way or another have “made” the history of these last years in Italy (and who perhaps would not have been so fortunate without the many group exhibitions, regular publications on Art or Flash Art or indeed 29 30 FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE FULVIO DI PIAZZA Turbo cavaturaccioli , 2000 Tempera su carta Tempera on paper cm 25 x 35 Alessandro Riva, Il lato oscuro della letteratura, Bonelli Arte Contemporanea, Mantova, Publi Paolini, Mantova 2002 Alessandro Riva, Primo manifesto della letteratura contaminata, Mantova 2000 caso… artisti gravitanti in certi momenti intorno ad alcuni cardini, vuoi geografici (Torino con Beatrice, Roma con Marziani, Milano con Riva e Sciaccaluga), vuoi culturali, di affinità, di amicizie: cenacoli, confraternite, nate e finite nel giro d’una manciata d’anni; artisti che hanno acquisito fama e visibilità con Dodici pittori italiani o con Sui generis, con il Nuovo Quadro Digitale di Marziani o con Palermo Blues, con l’Officina milanese o con i vari “Padiglioni Italia” al Flash Art Museum, con Italian Factory o con le tante, tantissime mostre personali e collettive nelle gallerie private che per anni, compulsivamente, uno o l’altro hanno instancabilmente organizzato, creando quel circolo virtuoso di scambi, di interessi, di innamoramenti, di passaparola e di denaro che solo fa vivere e diventare importante l’arte, quando è buona: poiché anche il più grande tra gli artisti, oggi, se abbandonato a se stesso, se isolato dal mercato, dalla passione contagiosa delle migliaia di medi e piccoli collezionisti di cui è fatta l’arte italiana, non potrà lasciare alcun segno nella storia artistica presente e futura. Beatrice, Marziani, Riva e Sciaccaluga in questi anni hanno fatto questo: hanno creato interesse, movimento, consenso intorno ad almeno due generazioni di artisti italiani; tirando fuori soprattutto un linguaggio, quello pittorico, dalle secche cui l’aveva cacciata un’abilità di mestiere fine a stessa da una parte, o certe leziosità provenienti dalla tradizione anacronista dall’altra, o ancora la molta, inutile pittura “sporca” di derivazione espressionista, figlia illegittima dell’onda lunga transavanguardista. Su Milano, in particolare, hanno lavorato duramente, in questi dieci anni, Riva e Sciaccaluga; anche se fa bene Beatrice a considerarsi precursore d’una situazione, in quanto la data d’inizio del rilancio di un “nuovo” modo d’intendere la pittura (più scanzonata, ironica, “pulp”, diverita e irriverente, spesso “dura” e quantomai diretta nei temi) può a buon diritto esser fatta risalire al 1995, con la mostra torinese Dodici pittori italiani, curata assieme a Cristiana Perrella (e sostenuta, guarda caso, proprio da Eugenio Borroni, che poi per molti anni sarà instan- FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE without the “movement” which only critique, when it is impassioned and furious, even in its errors, confusions and miscomprehensions, can and must create). Artists who are therefore different from one another, hugely different: Cingolani, Velasco, Galliano, Schmidlin, Basilé, Guida, Bazan, Di Piazza, Petrus and Demetz, just to randomly quote some names… artists who at given moments are gravitating around some cardinal points, both geographical (Turin with Beatrice, Rome with Marziani, Milan with Riva and Sciaccaluga), and cultural points, of affinities and friendships: artistic coteries, confraternities, that have started and ended within just a few years; artists who have acquired fame and visibility with Dodici pittori italiani (Twelve Italian Painters) or Sui generis, with the Nuovo Quadro Digitale (New Digital Portrait) by Marziani or with Palermo Blues, with the Officina milanese or with the various “Padiglioni Italia” (Halls of Italy) at the Flash Art Museum, with Italian Factory or with the many, many personal and group shows in the private galleries which one or other of them have for years organized tirelessly and compulsively, creating that useful circle of exchanges, interests, enamourments, word-of-mouth advertising and money that make art live and become more important only when it is good: since even the greatest of artists today, if left to himself, if cut off from the market and the contagious passion of the thousands of medium and small collectors of which Italian Art consists, will not be able to leave any trace on present and future artistic history. Beatrice, Marziani, Riva and Sciaccaluga have done this in these last few years. They have created interest, movement and consensus around almost two generations of Italian artists; above all extracting pictorial language, from the rocks onto which it had on the one hand driven an ability for a fine career to come undone, or on the other hand certain traits of affectedness that arose from the anachronistic tradition, or even the intense, useless “dirty” painting of Expressionist derivation, the illegitimate daughter of the long TransAvant-garde wave. In particular, Riva and Sciaccaluga worked hard on Milan in these last ten Alessandro Riva, Le carte dell’Officina milanese, Skira, Ginevra-Milano 1999 Alessandro Riva, Il demone della città , Despina, Milano 2003 In copertina / Cover : MARCO PETRUS Torre , 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 125 x 105 cabile mecenate delle più importanti iniziative artistiche volte a portare a galla la nuova arte italiana). Da lì, seguono a ruota moltissime iniziative, quasi quella mostra avesse fatto da detonatore di ciò che evidentemente stava covando sotto le ceneri: è il 1997 quando Riva inventa l’Officina milanese, che riunisce quattro artisti (Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco), il cui lavoro, sebbene molto diverso dal punto di vista stilistico, era unito, come ha sottolineato la nuova Garzantina dell’arte (che gli dedicherà un lemma, unico gruppo italiano dopo la Transavanguardia), da alcune caratteristiche di base, quali “il recupero del disegno e di una figurazione che oscilla tra restituzione oggettiva delle forme e visionarietà”. Dal 1998 l’attività di Riva e Sciaccaluga è vulcanica: Cronache vere, curata da Riva allo Spazio Consolo (sempre fortemente sostenuta da Borroni) è il primo segnale di attenzione ai generi non artistici, che segnerà poi un filone molto battuto: con l’idea dell’arte come territorio libero, atto a ricevere suggestioni, temi, stimoli dalle altre forme linguistiche, in perfetta sintonia con ciò che sta accadendo in altri ambiti, come la letteratura e il cinema, ormai naturalmente contaminati da stimoli provenienti dall’esterno dei propri codici linguistici. La pittura, in quegli anni, “scopre” dunque il fumetto, il cinema, il pulp, la foto amatoriale, il porno, il gioco irriverente dell’ironia sulla società e sulla cronaca: giocando con i linguaggi più disparati e anche con i generi artistici tradizionali (come il paesaggio e il ritratto, cui Riva dedica una mostra nel 1998, Nuovo ritratto in Italia: è ancora Borroni a sostenerla). È poi la volta della rivisitazione, in chiave sempre di pastiche ironico, dei cliché d’un genere classico della letteratura e del cinema: la fantascienza, in un momento di piena riscoperta ironica dei miti del futuro (siamo, simbolicamente, alla svolta del passaggio di millennio): ecco allora sia Riva che Sciaccaluga gettarsi, nello stesso anno, in due mostre affini, Essi vivono e Trapassato futuro (e c’è sempre dietro Borroni). Riva strutturerà poi questo lavoro in una mostra che metterà un punto fermo: Sui generis. Dal ritratto alla fantascienza, la ridefinizione dei years; even if Beatrice does well to consider himself the precursor of a situation, in that the starting date of the re-launch of a “new” way of interpreting painting (more light-hearted, ironic, “pulp”, witty and irreverent, often “tough” and extremely direct in its subject matter) can quite rightly be traced back to 1995, with the Turinese show Dodici pittori italiani, curated with Cristiana Perrella (and supported, as luck would have it, by none other than Eugenio Borroni, who then for many years was to be the untiring patron of the most important artistic initiatives destined to bring new Italian art to the fore. From there, many initiatives follow close behind, almost as if that show had turned what had obviously been lurking beneath the ashes into a detonator. It is 1997 when Riva invents the Officina milanese, that reunites four artists (Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco), whose work, even though very different in terms of style, was, as highlighted by the new Garzantina dell’arte encyclopedia (which dedicated an entry to this, the only Italian group since Trans Avant-garde), united by several basic characteristics, such as “the reclamation of drawing and of a figuration that oscillates between the objective restitution of forms and visionary elements. Since 1998 Riva and Sciaccaluga’s activity has been volcanic. Cronache vere, curated by Riva at the Spazio Consolo (once again supported solidly by Borroni) is the first sign of attention to non-artistic genres, which then goes on to inaugurate a much-followed trend: with the idea of art as a free territory, capable of receiving suggestions, themes and stimuli from other linguistic forms, in perfect agreement with what is happening in other circles, such as cinema or literature, by now naturally contaminated by stimuli that come from outside their own linguistic codes. In those years painting therefore “discovers” the comic strip, cinema, pulp, amateur photography, porn, the irreverent playing of irony on society and news reporting; toying with the most unequal languages and also with the traditional artistic genres (such as landscape and portrait, to which Riva dedicates a show in 1998, Nuovo ritratto in Italia: once again it is Borroni who supports it). It is then time to revisit, once 31 32 FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE PAOLA GANDOLFI Non vedo, non parlo, ma sento , 2001 Olio su tavola / Oil on board cm 45 x 35 GIORDANO CURRERI (ULTRAPOP) Supermarket , 2001 Tecnica mista Mixed media cm 20 x 15 Collezione privata, Milano generi nella nuova arte italiana al PAC, nel 2001, che, con il record dei suoi 20 mila visitatori, offrirà molti spunti di riflessione su ciò che sta accadendo nell’arte italiana: il riutilizzo dei generi, tradizionali e non, come grimaldello per ragionare sul reale; e la ridefinizione dei linguaggi tradizionali, rivisitati in chiave post-moderna, in linea con le coeve esperienze extra-artistiche (i cannibali e la riscoperta del noir in letteratura, la science-fiction, lo sdoganamento del cinema erotico, il medioevalismo del Nome della Rosa, ecc…). Sui generis “lancerà” molti di questi artisti, fino ad allora un po’ ghettizzati e tenuti sottotono, nel grande circo mediatico. Ma, all’interno del sistema dell’arte, la levata di scudi è impressionante; decine di artisti rifiutano di partecipare alla mostra, le gallerie e i collezionisti che guardano più all’estero che all’Italia dichiarano guerra fredda, Flash Art va all’attacco: con l’unica eccezione di Beatrice, che la difende: e per questo si prende un ironico rimbrotto da Politi (“lui, si sa, è di bocca buona”). Ma che cosa sta succedendo? Sta succedendo che, per la prima volta, attraverso un lavoro concentrico e non concordato, spesso caotico, certo fortemente spontaneo, divertito, fremente, una manciata di critici sta costruendo la coscienza di una nuova generazione di artisti italiani: che spesso, molto spesso, non ne capiscono la portata, si smarcano, hanno paura, prendono le distanze, fanno melina: nulla di nuovo sotto il sole. Sta di fatto che se questa generazione cresce, si fa forte, si fa conoscere, ha successo, vende, e potrà anche, in futuro, riflettere su se stessa, è grazie anche al lavoro incessante di mescolamento, di agit-prop, di promozione sui media, di contatto frenetico con gallerie e mercanti, di attivismo esasperato che questi e altri critici stanno compiendo. Sono di questi anni anche la riscoperta di nuove “scuole regionali”: una scuola torinese sostenuta fortemente da Beatrice, l’Officina milanese con Riva e in seguito quella che verrà chiamata la Palestra artistica milanese, con Sciaccaluga, una scuola romana con Marziani, la Scuola palermitana sostenuta da tutti e quattro i critici a periodi alterni; prima di queste, Riva era arrivato alla FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE again in tones of ironic pastiche, the cliché of a classic genre of literature and cinema: science-fiction in a moment of full ironic rediscovery of the legends of the future (symbolically, we are at the turning point of the passing of the millenium). Here we have both Riva and Sciaccaluga, in the same year, once again throwing themselves into two similar shows, Essi vivono and Trapassato futuro (and Borroni is behind it all again). Riva then goes on to structure this work in a show that will place a full stop on things: Sui generis. Dal ritratto alla fantascienza, la ridefinizione dei generi nella nuova arte italiana (From portrait to science fiction, the redefinition of the genres of new Italian Art) at the PAC in 2001, which, with its record twenty thousand visitors, will offer many starting points for reflection on what is happening in Italian art: the recycling of genres, traditional and not, like a picklock for reflecting on what is real; and the redefinition of traditional languages, revisited in post-modern terms, in line with the contemporary extraartistic experiences (cannibals and the rediscovery of noir in literature, science-fiction, the uncensoring of erotic cinema, the medievalism of the Name of the Rose, and so forth). Sui generis goes on to “launch” many of these artists, who have been until now ghettoized and kept down in the great media circus. But the uprising within the art system is shocking; scores of artists refuse to take part in shows, galleries and collectors who look abroad more than they do in Italy are declaring a cold war, and Flash Art attacks: with the single exception of Beatrice, who defends Italian art: and for this reason an ironic rebuke from Politi is delivered (“everyone knows, he’s easily satisfied”). But what is going on? What’s going on is that, for the first time, by means of work that is concentric and not agreed upon, often chaotic, certainly extremely spontaneous, amused and agitated, a handful of critics are putting together the awareness of a new generation of Italian artists: who often, very often, do not understand its capacity, they shake it off, they are afraid, they distance themselves from it, and they waste time: nothing new under the sun. It is true that if this generation grows, becomes strong, beco- MARCO NERI S.F. , 1997 Tempera su tela Tempera on canvas cm 60 x 50 Collezione privata, Milano Alessandro Riva, Provaci ancora, Johnny , Despina, Milano 2003 In copertina / Cover : MAX ROHR Run , 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 90 x 120 particolare / detail critica sostenendo, troppo in anticipo, un’officina romagnola che però rimarrà lettera morta, a causa di dissapori interni e mancanza di obiettivi: peccato, perché al suo interno vi erano artisti che in seguito seguiranno strade separate ma di qualità: Marco Neri che arriverà in Biennale, Enrico Lombardi che costruirà un suo ottimo percorso, Stefano Gattelli e infine Silvano D’Ambrosio, pittore straordinario mai abbastanza apprezzato. Siamo agli anni Duemila: mentre Beatrice e Marziani, ognuno per la propria strada, si lanciano anche su esperienze e prospettive internazionali, Riva e Sciaccaluga, separatamente ma con frequenti interscambi, intensificano il loro lavoro proprio sul terreno dell’approfondimento di un’identità forte dell’arte italiana. Spesso con l’appoggio e la complicità di galleristi, anch’essi amici e insostituibili compagni di strada: come Bonelli, Annovi, Tossi, Guidi & Schoen, De Silva, Jannone, Bracco, Forni, Paglione, Marco Rossi, Lucchesi-Della Pina, e poi tanti, tanti altri, anche con storie e percorsi diversissimi l’uno dall’altro (impossibile qui citarli tutti). Riva, com’è noto, dopo l’incontro con Simona Di Bello e Giuseppe Lezzi, con la creazione di Italian Factory, movimento marketing oriented, che nel giro di pochi anni diventerà una vera e propria macchina da guerra di produzione di mostre, eventi, premi per i giovani artisti, iniziative editoriali, anche con l’ambizione (attraverso Italian Factory International) mes well-known, is successful, sells, and can also be able to reflect back on itself in the future, it is also down to the endless work of mixing, agitprop, promotion in the media, frenetic contact with galleries and dealers, exasperated activism that these and other critics are carrying out. The rediscovery of new “regional schools” also belongs to these years: a Turinese school staunchly supported by Beatrice, the Officina milanese with Riva and to follow the school that will be called the Palestra artistica milanese, with Sciaccaluga, a Roman school with Marziani, and the Palermitan school supported by all four critics in alternate periods. Before this, Riva went as far as to write a critique supporting, a little prematurely, a workshop in Romagna that however is to remain a dead letter, because of internal disagreements and lack of objectives. It is a shame, because within it there were artists who will go on to follow different paths but of high quality: Marco Neri who will go on to the Biennial, Enrico Lombardi who will go on to chart an excellent path, Stefano Gattelli and finally Silvano D’Ambrosio, an extraordinary yet never sufficiently appreciated painter. We reach the 2000’s: while Beatrice and Marziani, each set on their own path, are also getting into international experiences and prospects, Riva and Sciaccaluga are separately but with frequent exchanges intensifying their own work in the field of in-depth study of a strong identity of Italian art. Often with the support and mutual understanding of the gallery owners, themselves also friends and irreplaceable travelling companions: like Bonelli, Annovi, Tossi, Guidi & Schoen, De Silva, Jannone, Bracco, Forni, Paglione, Marco Rossi, Lucchesi-Della Pina, and many, many others, who also have histories and paths that are so very different from one another (it’s impossible to list them all). Riva, as he is known after the meeting with Simona Di Bello and Giuseppe Lezzi, with the creation of Italian Factory, a marketing oriented movement, which in just a few years will become a real and proper war machine of the production of shows, events, prizes for young artists, editorial initiatives, even with the ambition (through Italian Factory International) of export- 33 34 FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE KARIN ANDERSEN Up , 2002 Acrilico su stampa digitale su tela / Acrylic on digital print on canvas cm 116 x 150 Racconti d’estate, a cura di / curated by Alessandro Riva con 14 incipit di Carlo Lucarelli, B&B Arte, Mantova 2000 di esportazione all’estero, culminata con la mostra allo Shanghai Art Museum del 2007; Sciaccaluga, con un incessante lavoro nelle gallerie e negli spazi pubblici, di primo o di secondo piano, senza timore di apparire ancora una volta, per chi lavora solo sui “grandi” circuiti, provinciale: anzi, facendo una bandiera, di questo incessante e capillare radicamento sul territorio, di un’arte che deve continuamente rimettersi in gioco e confrontarsi con le mille realtà, grandi e piccole, italiane. Il lavoro di Sciaccaluga degli ultimi anni è caratterizzato da un titolo che è stata una delle sue più belle intuizioni: La linea dolce della nuova figurazione. Se prendiamo la “linea dolce” non come singola mostra, ma come stato d’animo di una situazione, quella di Sciacca è davvero un’intuizione importante: laddove c’è soprattutto l’idea di un passaggio generazionale, di una pittura rinnovata, anziché all’insegna del gioco “duro” del pulp, del noir, dei generi rivisitati, come avveniva un tempo, attraverso, invece, il filtro del sarcasmo, del gioco, della dissacrazione dolce e divertita; e in questo senso, in quest’ambito è lecito far confluire, oltre ai tanti “concettuali ironici” che Sciaccaluga ha sempre e tenacemente seguito (Bonomi in primis), anche molti artisti che negli ultimi anni hanno lavorato con Riva in esperienze parallele a Italian Factory, di divertito fiancheggiamento alla linea ironica sciaccalughiana: da Leperino ad Abbate, dai Saccardi a Cardeña, da Buglisi a Valentino Menghi. È l’ultima fase, questa della (ri)scoperta d’una “linea dolce”, fortemente ironica, della nuova arte italiana, attraverso cui si giunge, in maniera quasi naturale, a quello “sconfinamento” — nel marzo 2007 — verso altri territori: con la mostra Street Art Sweet Art e i suoi 40 mila visitatori, avviene infatti lo sdoganamento dei writers e dei graffitisti, non a caso al PAC, come, nel 2001, era avvenuto il lancio dei protagonisti della “nuova ondata” pittorica di Sui generis. Questa è storia recentissima: e appartiene all’ultimo periodo, in cui Riva aveva ritrovato quello che, un po’ seriamente un po’ per celia, aveva sempre rivendicato come il “suo maestro” FORMIDABILI QUEGLI ANNI ARGÀNO BRIGANTE ing overseas, culminating in the show at the Shanghai Art Museum in 2007; Sciaccaluga, with endless work in galleries and public spaces, of first or second grade, without any fear of once again appearing provincial, to those who only work on the “grand” circuits: actually, making a flag out of this incessant, widespread taking-root on the territory, out of an art that must continually throw itself back into action and tackle the thousands of Italian realities, great and small. Sciaccaluga’s work of these last years is characterized by a title that was one of his most beautiful insights: La linea dolce della nuova figurazione. If we take the “soft line” not as a single exhibition, but rather as the state of mind of a situation, Sciacca’s is a really important insight: where there is above all the idea of the passing of a generation, of a renewed painting, rather than being under the banner of the “tough” action of pulp, noir and revisited genres, as instead happened in the past, through the filter of sarcasm, fun and gentle, playful profanity; and in this sense, in this sphere, besides the many “ironic conceptual artists” who Sciaccaluga has always steadfastly followed (Bonomi first and foremost), it is also right to bring together many artists who in recent years have worked with Riva in parallel experiences at the Italian Factory, in an amused back up to the ironic line of Sciaccaluga: from Leperino to Abbate, from the Laboratorio Saccardi to Cardeña, and from Buglisi to Valentino Menghi. This is the last phase, the phase of this (re)discovery of a highly ironic “soft line” of the new Italian art, through which — in March 2007 — that “transgression” towards other territories is reached in an almost natural manner: with the exhibition Street Art Sweet Art and its forty thousand visitors, the uncensoring of graffiti writers and artists indeed takes place, not by chance at PAC, just as the launch of the protagonists of the pictorial “new wave” of Sui generis took place in 2001. This is really recent history: and belongs to recent times, when Riva had run into the person who, a little seriously and a little in jest, he had always claimed as his “maestro” in the field of art critique, and to whom he had also given the FELIPE CARDEÑA Le sue prigioni , 2007 Materiali vari Different materials cm 19 x 20 x 25 Collezione privata, Milano nel campo della critica d’arte, e al quale aveva anche riconosciuto il merito, seppure solo a livello ideale, di aver “ispirato” la creazione di Italian Factory: Vittorio Sgarbi. È, questo, l’anno di Riva e di Sciaccaluga nella pazza avventura sgarbiana a Milano, all’Assessorato alla cultura, che i due critici (assieme a Chiara Canali, cooptata, fino a che è riuscita a resistere: poi ha fatto le valigie e se n’è andata) hanno vissuto con la pienezza e il divertimento di una rivoluzione permanente, sentendosi un po’ come Marinetti e Carli nel tourbillon dell’impresa fiumana al seguito della contagiosa pazzia di d’Annunzio; ma anche con le eterne lotte contro i burocrati, contro i voltagabbana, contro i nemici travestiti da amici; con qualche buon alleato, però: come Andrea Brunello di Artematica, che sosterrà sistematicamente tutte le loro mostre e le loro iniziative. Certo è che, grazie a Sgarbi, la vicenda della nuova pittura italiana si colora dei toni folli e dell’energia straripante degli street artists al PAC; mentre, sempre grazie a Sgarbi, Sciaccaluga inaugura un’importante serie di mostre, sempre al PAC: troppo tardi, purtroppo. Sbarca al PAC il Premio Michetti, che Riva e Sciaccaluga si sono passati di mano l’un l’altro, con un curiosissimo, e un po’ malinconico, scambio incrociato (il titolo della mostra, Nuovi realismi, era nato anni fa come progetto d’una mostra comune che non si era mai fatta: poi Riva, che avrebbe dovuto curare il Michetti 2007, l’aveva fatto suo; quindi, una volta arrestato, ha “passato” la mostra a Sciaccaluga; il quale, però, è morto prima di poterla inaugurare). E, il prossimo anno, sempre al PAC arriverà, anch’essa postuma purtroppo, la mostra più bella di Sciaccaluga, il suo vero sogno critico: Festa Barocca, dove intendeva affiancare, con intelligente regia, alcuni tra i migliori pittori italiani della nuova generazione ai più grandi nomi internazionali, all’insegna del neobarocco. In questo passaggio di testimone da una generazione pittorica all’altra, a quanto pare, l’onda lunga del lavoro di Sciaccaluga continua ad accompagnare coloro che restano. E questo, dopotutto, è il dono più bello che tutti noi potevamo ricevere. credit, albeit merely on an ideal level, of having “inspired” the creation of Italian Factory: Vittorio Sgarbi. This is the year of Riva and Sciaccaluga in the crazy Sgarbian adventure in Milan at the Assessorato alla cultura (Council for Culture), when the two critics (along with Chiara Canali, co-opted, as long as she could stand, then she packed her bags and left) lived with the fullness and the entertainment of a permanent revolution, feeling a bit like Marinetti and Carli in the vortex of the Fiume affair after the contagious madness of d’Annunzio; but also with the eternal struggles against the bureaucrats, turncoats and enemies masquerading as friends; with a few good allies, however: like Andrea Brunello from Artematica, who is to systematically support all of their exhibition and initiatives. One thing is for sure, thanks to Sgarbi, the matter of new Italian painting is coloured with mad tones and the overflowing energy of the street artists at PAC; while, once again thanks to Sgarbi, Sciaccaluga inaugurates an important series of shows, again at Pac: too late, however. The Michetti Prize, which Riva and Sciaccaluga passed from one to the other, debuts at PAC with a most curious, and slightly melancholic, crossed exchange (the title of the exhibition, Nuovi realismi (New realisms), was born years before as the plan for a common show that was never made. Then Riva, who should have curated the Michetti 2007, put on his own show; therefore, once arrested, he “handed over” the show to Sciaccaluga, who however died before being able to inaugurate it). And, again at PAC next year, the most beautiful of Sciaccaluga’s shows will arrive, even if it will unfortunately be a posthumous show, his true critical dream: Festa Barocca (Baroque Feast), where he intended, with intelligent organization, to put some of the best Italian painters of the new generation side-by-side with the greatest international names, under the banner of Neo-baroque. In this passage of witness from one pictorial generation to another, it appears that the long wave of Sciaccaluga’s work continues to go forth with those who remain. And this, after all, is the most beautiful gift that we could all receive. 35 OFFICINA MILANESE —1998 38 OFFICINA MILANESE 1998 Officina milanese CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previus page, catalogue cover: OFFICINA MILANESE, a cura di / curated by Alessandro Riva, Edizioni Appiani Arte Trentadue, Milano 1998 OFFICINA MILANESE Arte Fiera, Bologna, Galleria Appiani Arte Trentadue, gennaio 1998 MARCO PETRUS Senza titolo , 1999 Tempera su carta Tempera on paper cm 30 x 40 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) In occasione di Arte e Fiera a Bologna, nel gennaio 1998, Alessandro Riva presenta una pubblicazione tascabile, più simile a un libretto di racconti che a un catalogo d’arte, in cui introduce una situazione artistica già esistente a Milano, coniandone il nome di Officina milanese. Un luogo non fisico, ma di scambi e di comunicazione, in cui quattro pittori lombardi — Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco — quattro artisti e quattro amici, si ritrovano a parlare, a discutere e ad affrontare i nodi irrisolti del loro lavoro. Già dalla metà degli anni Ottanta i quattro cominciano a dipingere, a lavorare e a uscire allo scoperto nell’ambiente artistico milanese; gradualmente iniziano a conoscersi e a frequentarsi: prima Frangi e Velasco, in seguito alla collettiva Artisti e scrittori organizzata nel 1984 alla Rotonda della Besana, poi Petrus e Pignatelli, entrambi invitati negli anni Novanta alle stesse mostre collettive in Italia e all’estero. Contestualmente si intensificano i rapporto d’amicizia, grazie all’avvicinamento degli studi (Frangi e Pignatelli nei pressi di Porta Romana; Petrus e successivamente Velasco in zona Isola). Tra i temi indagati, la città è inizialmente il punto di riferimento fondamentale per la formazione di quasi tutti. Pignatelli e Petrus mostrano uno sguardo altro, diverso dal consueto, che si esercita sui luoghi fisici e immaginari della metropoli. Anche Frangi inizia la sua ricerca dalla città, e precisamente dalla Milano delle periferie, dei gasometri, dei cavalcavia e delle tangenziali. Velasco invece esordisce con paesaggi naturali, quelli del Lago di Como e della Valtellina, finché intorno al 1997, il trasferimento dello studio da Bellano a Milano gli permette un primo confronto con la città, che lo porterà a partecipare, senza alcuna forzatura, alla mostra Esterno città. L’individuazione del cosiddetto “nocciolo duro” dell’Officina milanese è avvenuto, racconta Riva, per avvicinamento progressivo e casuale: “cercando gli artisti che meglio avrebbero rappresentato una certa ricerca contempora- MILANESE WORKSHOP For the Arte e Fiera show in Bologna in January 1998, Alessandro Riva is presenting a pocket edition, more similar to a book of tales than an art catalogue, in which he is introducing an artistic scene that already exists in Milan, for which he is coining the name Officina milanese (Milanese workshop). It is not a physical place, but rather a place of exchanges and communication, in which four Lombard pain- ters, Frangi, Petrus, Pignatelli and Velasco, (four artists and four friends), get together to talk, to discuss and deal with the unresolved hitches in their work. The four had already started painting, working and raising their profiles in the Milanese artistic environment from the middle of the Eighties. They gradually started getting to know one another and spending time together. First Frangi and Velasco, after the group show Artisti e scrittori (Artists and writers) put on at the Rotonda della Besana in 1984, then Petrus and Pignatelli, who were both invited to the same group shows in Italy and abroad in the Nineties. The friendships began to intensify at the same time, thanks to their studies becoming closer (Frangi and Pignatelli in the Porta Romana area; Petrus and then Velasco in the Isola area). Among the themes investigated, the city is initially the principal point of reference for the formation of most of them. Pignatelli and Petrus have a different way of looking at things from the accepted standard, which they apply to the physical and imaginary places of the metropolis. Frangi also began his study from the city, precisely the suburbs of Milan, and their gas towers, flyovers and ring-roads. Velasco, instead, started his career with the natural landscapes of Lake of Como and Valtellina until in about 1997, the transfer of his studio from Bellano to Milan gave him his first comparison with the city that would bring him to participate with no forcing in the show Esterno città (The city’s outside). Riva says that the identification of the so-called “hard core” of the Officina milanese came about through its progressive, casual coming together. 1 A. Riva, Officina milanese, Edizioni Appiani Arte Trentadue, Milano 1998. 2 A. Riva, La riconquista del segno, in “Le carte dell’Officina milanese”, Skira, Milano 1999. 1 A. Riva, Officina milanese, Edizioni Appiani Arte Trentadue, Milan 1998. 2 A. Riva, La riconquista del segno, in “Le carte dell’Officina milanese”, Skira, Milan 1999. LUCA PIGNATELLI Aereo , 2002 Olio su canapa Oil on hemp cm 31 x 42 Collezione privata, Milano nea sul paesaggio urbano, si è arrivati, quasi per esclusione, a isolare i quattro dell’Officina, e nessun altro”1. L’Officina milanese, sosterrà ancora Riva nel catalogo alla mostra Le carte dell’Officina milanese, “non si configura se non come un gruppo, un sodalizio, un’accolita di artisti — al momento quattro, ma in futuro potenzialmente allargato ad altri — gruppo non codificato e tantomeno voluto, e tuttavia già esistente nei fatti, se è vero che pur nella completa autonomia di lavoro si sono trovati spesso a fare, progettare, pensare in comune, a scambiarsi idee e consigli reciproci, pur non rinunciando mai alla propria, gelosissima individualità e al proprio percorso autonomo, ben distinto l’uno da quello degli altri”2. Oggi tuttavia le strade dei quattro si sono definitivamente separate: le ricerche si sono fatte sempre più individuali e personali e le poetiche hanno assunto risvolti differenti, sebbene l’esperienza dell’Officina abbia avuto una parte importante nella formazione dei quattro. “By seeking the artists who would best represent a certain kind of contemporary study on urban landscape, the four artists of the Officina came to be isolated almost by a process of elimination, and noone else”1. Riva again claims in the catalogue at the Le carte dell’Officina milanese (The Milanese Workshop papers) that the Officina milanese “only takes shape as a group, a brotherhood, a company of artists, (at the moment four, but in the future possibly opened up to others), a group that is not codified and much less sought out, and that nevertheless already exists in events, if it is true that despite working in complete autonomy they have often found themselves doing, planning, thinking in common, exchanging reciprocal ideas and advice, and yet never renouncing their own, jealously-guarded individuality and their own autonomous path, each one very distinct from the path of the others”2. Nowadays the paths of the four have nevertheless separated definitively. Their studies have continued to become more individual and personal and the poetry has taken on different implications, even though the experience of the Officina has played an important part in the formation of the four artists. 39 40 OFFICINA MILANESE 1998 LUCA PIGNATELLI Nato nel / Born in 1962 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. TIFFANY, 1988 Tecnica mista su cartone / Mixed media on cardboard cm 101 x 71 Collezione privata, Milano OFFICINA MILANESE 1998 MARCO PETRUS Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. CARSON PIRIE SCOTT, 1999 Olio e carboncino su carta intelata / Oil and charcoal on canvas-backed paper cm 160 x 120 Collezione privata, Milano 41 42 OFFICINA MILANESE 1998 GIOVANNI FRANGI Nato nel / Born in 1959 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. PAESAGGIO LUNATICO (SAN BERNARDINO), 1999 Olio su cartone riportato su tela / Oil on canvas-backed cardboard cm 210 x 120 Courtesy Poggiali e Forconi, Firenze OFFICINA MILANESE 1998 VELASCO Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. CONTRAFFORTI, 1997 Matita su carta / Pencil on paper cm 46 x 35 Collezione privata, Milano 43 CRONACHE VERE —1998 46 Cronache vere CRONACHE VERE 1998 CHIARA CANALI A pagina precedente, frontespizio del catalogo: On previous page, catalogue title page: CRONACHE VERE, a cura di / curated by Alessandro Riva, Marcos y Marcos, Milano 1998 CRONACHE VERE Spazio Consolo, Milano 7 — 24 luglio 1998 Tutto l’odio del mondo a cura di / curated by Alessandro Riva, © arnet De Agostini Rizzoli Periodici, Milano 2001 SILVIA LEVENSON Kill me softly , 1999 Vetro fuso in stampo aperto Fused glass in open die cm 25 x 16 x 4 Collezione privata, Milano La realtà supera in continuazione il talento, e la civiltà tira fuori ogni giorno personaggi che fanno invidia a qualsiasi romanziere. —Philip Roth Cronache vere, titolo di una mostra curata da Alessandro Riva nel 1998, rimanda alla più nota intestazione della rivista popolare, a contenuto scandalistico, che di volta in volta getta in pasto ai lettori le notizie più trash, violente e sensazionali, accompagnate da immagini crude, dirette e oscene. La citazione puntuale è necessaria per introdurre una nuova tendenza che, dall’inizio degli anni Novanta, ha accomunato l’ultima generazione degli scrittori a quella degli artisti italiani: il riferimento alla “cronaca” come a una delle muse ispiratrici; la compenetrazione dei differenti ambiti linguistici — cinema, fumetto, televisione, stampa —; l’attenzione alle modalità con cui televisione, moda, pubblicità, mezzi di comunicazione di massa filtrano la realtà, al punto che il critico Gabriele Perretta ha coniato il termine “medialismo”1. Il genere “noir” è diventato sempre più un sentimento diffuso che ha caratterizzato gli anni Novanta attraversando il cinema, la letteratura e la musica: dal romanzo di James Ellroy I miei luoghi oscuri a Pulp Finction di Quentin Tarantino per arrivare a Natural Born Killers di Oliver Stone dove la brama di spettacolarizzazione, più che l’inclinazione alla violenza, viene esaltata dalla comunicazione mediale. In questo senso è significativa la provocazione suscitata dalla mostra Sensation, allestita alla Royal Academy di Londra nel 1997, in cui uscivano allo scoperto le ricerche della Young British Art ispirate a fatti di cronaca nera, dal ritratto di un serial killer di bambini a TRUE STORIES Reality continually exceeds talent, and every day civilization produces characters who would make any novelist envious. —Philip Roth The title of a show curated by Alessandro Riva in 1998, Cronache vere (True Stories) refers to the very well-known title of the popular sensationalist journal, which from time to time throws its readers morsels of the trashiest, most violent and shocking news stories, accompanied by crude, direct and obscene images. Precise reference is required to introduce a new trend that since the early Nineties has united the latest generation of writers with that of Italian artists: reference to “news stories” as if to one of the inspirational muses, the intermingling of different linguistic spheres (cinema, comic strip, television, press), the attention to way that television, fashion, advertising, mass media communications channels filter reality to such an extent that the critic Gabriele Perretta has coined the phrase “medialismo” ( medialism)1. The “noir” genre has become an increasingly widespread sentiment that has characterised the Nineties through cinema, literature and music, from James Ellroy’s novel My Dark Places to Quentin Tarantino’s Pulp Fiction right up to Oliver Stone’s Natural Born Killers where the desire for creating a spectacle, rather than the tendency towards violence, is glorified by mass media communications. In this sense the provocation whipped up by the Sensation exhibition, put on by the Royal Academy in London in 1997, is significant, a show that uncovered the studies of Young British Art inspired by events in crime reports, from the portrait of a serial killer of children to display cases of animals cut into sections, from images of the Virgin Mary made out of elephant dung to the LUCA MATTI L’impermeabile dell’assassino , 1998 Matita su carta Pencil on paper cm 21 x 29,7 Collezione privata, Milano teche di animali sezionati, dall’immagine della Vergine realizzata con sterco d’elefante alla scultura di un cadavere. Se in questo caso si è trattato principalmente di un’operazione di marketing promossa dal mago della pubblicità Charles Saatchi, 1 Gabriele Perretta, Medialismo, Politi Editore, Milano 1993. 2 A. Riva, Il fantasma del genere, in “Sui generis”, Medusa, Milano 2000. 3 Estetica del delitto, a cura di L. Beatrice e C. Perrella, febbraio 1995, Galleria Sergio Tossi, Prato. 4 Tutto l’odio del mondo, a cura di A. Riva, 14 dicembre 2001 — 6 gennaio 2002 Arengario, Milano. 1 Gabriele Perretta, Medialismo, Politi Editore, Milan 1993. 2 A. Riva, Il fantasma del genere, in “Sui generis”, Medusa, Milan 2000. 3 Estetica del delitto, curated by L. Beatrice and C. Perrella, Galleria Sergio Tossi, Prato. 4 Tutto l’odio del mondo, curated by A. Riva, 14th December 2001 — 6th January 2002 Arengario, Milan. in Italia si è formata una vera e propria scuola che assiste alla nascita di una “pittura di genere dura, allo stesso tempo ironica e spietata, per niente politicamente corretta e irridente di riti e miti mediatico-moralisti” 2. A fondarla sono artisti cresciuti con i fumetti e i telefilm, artisti che hanno seguito da vicino non solo le vicende della scuola letteraria denominata “pulp” o “cannibale”, ma anche la ricostruzione rigorosa e meticolosa di molti giallisti (come Carlo Lucarelli nelle trasmissioni Blu Notte). All’interno di questo versante va ricordato il progetto espositivo Estetica del delitto3, curato da Luca Beatrice alla Galleria Sergio Tossi di Prato, che ha anticipato le ricerche figurative di artisti affascinati dalla scena del crimine e del delitto o dalla suggestione estetica di fatti cronachistici. Continua il filone la mostra Tutto l’odio del mondo 4 che, in risposta a una indagine della rivista ©arnet Arte sul tema della violenza dell’11 settembre, ripropone una serie di opere ispirate al dramma del terrorismo e della guerra. sculpture of a corpse. If in this case it was mainly about a marketing operation promoted by the advertising genius Charles Saatchi, in Italy a true school has been formed that helps create a “hard genre painting style, which is at the same time ironic and ruthless, not at all politically correct and derisive of the rituals and myths of the media-moralists”2. Those who founded it were artists raised on comic strips and TV shows, artists who not only followed the events of the literary schools known as “pulp” or “cannibale” first hand, but who also followed the thorough, meticulous reconstructions of many crime writers (like Carlo Lucarelli in the Blu Notte programmes). Within this side of things, we should mention the expositional project Estetica del delitto (Aesthetics of the crime)3, curated by Luca Beatrice at the Galleria Sergio Tossi in Prato, which revealed the figurative studies of artists fascinated by crime and murder scenes or by the aesthetic suggestion of events in the news reports. This trend continues with the Tutto l’odio del mondo (All the hate in the world) 4 exhibition, which re-proposes a series of works inspired by the drama of terrorism and war, in response to a study by the journal ©arnet Arte on the subject of the brutality of September 11th. 47 48 CRONACHE VERE 1998 VELASCO Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. OK O. J., 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 75 x 70 Collezione privata, Milano CRONACHE VERE 1998 KLAUS MEHRKENS Nato nel / Born in 1955 a / in Brema. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. O.J., 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 50 x 60 Collezione privata, Milano 49 50 CRONACHE VERE 1998 DANIELE GALLIANO Nato nel / Born in 1961 a / in Pinerolo (To). Vive e lavora a / Lives and works in Torino. TRITTICO DEL NERVOSO, 1995 Olio su tela / Oil on canvas cm 30 x 30, cm 40 x 40, cm 50 x 50, trittico / triptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) CRONACHE VERE 1998 SILVIA LEVENSON Nata nel / Born in 1957 a / in Buenos Aires. Vive e lavora a / Lives and works in Vigevano (Pv). SONO UNA SIGNORA, IO, 1999 Vetro in lastra con rete metallica inclusa Sheet glass with inner metallic grille cm 30 x 25 x 8 Collezione privata, Milano 51 52 CRONACHE VERE 1998 ALESSANDRO BAZAN Nato nel / Born in 1966 a / in Palermo, dove vive e lavora / where he lives and works. CRONACHE VERE 1998 MARCO CINGOLANI Nato nel / Born in 1961 a / in Como. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. ZOMBIE CHE SI TOGLIE LA VITA, 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 180 x 150 Collezione privata, Milano INTERVISTA, 1989 Olio su tela / Oil on canvas cm 185 x 185 Collezione privata, Milano 53 54 CRONACHE VERE 1998 BRUNO ZANICHELLI (1963 — 1990) Ha vissuto e lavorato a / He lived and worked in Torino. SACRO SACRO, SACRO PROFANO, PROFANO POLITICO, 1988 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 50 x 80 ciascuno / each, polittico / polyptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) CRONACHE VERE 1998 VICTOR KASTELIC Nato nel / Born in 1964 a / in Salt Lake City (Utah, USA). Vive e lavora a / Lives and works in Torino. THE SITTING ROOM, 1995 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 140 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 55 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA —1998 LA FANTASCIENZA —1999 2OOO 70 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO La fantascienza ADRIAN TRANQUILLI CHIARA CANALI A pagina precedente, in alto, copertina del catalogo: On previous page, up, catalogue cover: ESSI VIVONO, UN OMAGGIO AL CINEMA DI FANTASCIENZA a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Galleria Ferrari Arte Moderna e Contemporanea, Rivergaro (Pc) 1999 ESSI VIVONO Casa del Popolo, Rivergaro (Pc) 8 — 31 maggio 1999 In basso, copertina del catalogo: Bottom, catalogue cover : TRAPASSATO FUTURO a cura di / curated by Alessandro Riva, Cartiere Vannucci Edizioni, Milano 2000 TRAPASSATO FUTURO Cartiere Vannucci, Milano 4 maggio — 4 giugno 2000 1 Science-Fiction fu un’esposizione realizzata con le opere della collezione di Pierre Versins, un mecenate svizzero che nel 1952 aveva fondato nella Svizzera del Canton Vaud la “Maison d’Ailleurs”, la casa dell’altrove. Science-Fiction, curata da H. Szeeman, venne organizzata al Kunsthalle di Berna nel 1967 e nello stesso anno anche a Parigi, nel Museo delle arti decorative, e a Dusseldorf l’anno seguente. 1 Science-Fiction was an exposition produced with the works from the collection of Pierre Versins, a Swiss dealer who founded the “Maison d’Ailleurs”, the elsewhere house in Switzerland in the Vaud Canton in 1952. Science-Fiction, curated by H. Szeeman, was organized at the Berne Kunsthalle in 1967 and in the same year in Paris, at the Museum of Decorative Arts, and in Dusseldorf the following year. Nato nel / Born in 1966 a / in Melbourne. Vive e lavora a / Lives and works in Roma. Alle soglie del terzo millennio, nel passaggio nodale tra un secolo e un millennio, quando alle profezie dell’Apocalisse si sono sommate quelle di Nostradamus che preannunciavano una catastrofica fine epocale, si sono intensificate anche le forme pubblicitarie che promuovevano aspettative e speranze rispetto a un futuro diverso e migliore, dove l’avanzamento delle conoscenze medico-scientifiche andava di pari passo con lo sviluppo dei nuovi processi di biotecnologia, clonazione genetica e robotizzazione. In questo panorama, gli artisti si sono sempre più confrontati con i temi della fantascienza, da un lato affascinati e ossessionati dai miti cinematografici, letterari e visivi che sono dilagati in questi decenni (da L’invasione degli Ultracorpi a 2001: Odissea nello spazio, da Fog a Blade Runner, da Lo Squalo a Essi vivono), dall’altro stimolati criticamente a irridere e ironizzare sarcasticamente sui falsi miti del progresso, sulle banalità e sui luoghi comuni della visione futuristica. Sul filone di simili progetti artistici organizzati all’estero, come la mostra Science-Fiction 1 curata da Harald Szeemann nel 1967, anticipatrice di tutta una corrente sul genere della fantascienza, sono nate a cavallo del Duemila, una dietro l’altra, due mostre: Essi vivono , a cura di Maurizio Sciaccaluga, che presenta, in omaggio al cinema di fantascienza, una serie di opere scultoree nate dalla suggestione dell’ignoto e dell’inaspettato, accompagnate da un’inedita antologia di racconti di fantascienza; Trapassato Futuro , a cura di Alessandro Riva, che rimescola le carte tra passato, presente e futuro e propone le ricerche paradossali di artisti che ambientano in un tempo alieno le proprie visioni e utopie. SCIENCE FICTION On the threshold of the Third Millenium, in the critical passage between a century and a millenium, when the prophesies of Nostradamus announcing a catastrophic epochal end were added to the prophesies of the Apocalypse, there was also an intensification of the forms of advertising that promoted hopes and expectations for a different and better future, where the advance of medical and scientific knowledge would keep pace with the development of new processes of biotechnology, genetic cloning and automation. In this panorama, the artists have been dealing more and more with themes of science fiction, on the one hand fascinated and obsessed with the cinematographic, literary and visual myths that have been spreading in recent decades (from Invasion of the Bodysnatchers to 2001: A space odyssey, from The Fog to Blade Runner, from Jaws to They Live), and on the other hand critically stimulated to deride and sarcastically mock the false myths of progress, on the banalities and cliché of futuristic vision. On the same vein of similar artistic projects organized abroad, such as the Science-Fiction1 exhibition curated by Harald Szeemann in 1967, forerunner of a whole trend on the genre of science fiction, two shows have come about at the turn of the year 2000, one after the other. The first is Essi vivono (They Live), curated by Maurizio Sciaccaluga, who, in homage to science fiction cinema, presents a series of sculptural works born out of the suggestion of the unknown and unexpected, accompanied by an inedited anthology of science fiction tales. The second is Trapassato Futuro (Past Perfect Future), curated by Alessandro Riva, who shuffles the cards between past, present and future and proposes paradoxical studies of artists who set their own visions and utopias in an alien time. YODA – THE DAY AFTER, SANTIAGO DE COMPOSTELA, SPAIN, 1998 Tecnica mista / Mixed media cm 200 x 40 x 44 Collezione Raffaella e Stefano Sciarretta, Roma 71 72 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO KARIN ANDERSEN Nata nel / Born in 1966 a / in Burghausen (Germania). Vive e lavora a / Lives and works in Bologna. SENZA TITOLO (INSETTOIDI), 2000 Acrilico e stampa digitale su tela Acrylic and digital print on canvas cm 100 x 120 Collezione privata, Milano LA FANTASCIENZA 1999 2OOO PROFESSOR BAD TRIP (1963 — 2006) Ha vissuto e lavorato a / He lived and worked in La Spezia. EL TOPO (OMAGGIO A JODOROWSKY), 2001 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 50 x 50 Collezione privata Jena Filaccio, La Spezia 73 74 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO FULVIO DI PIAZZA Nato nel / Born in 1969 a / in Siracusa. Vive e lavora a / Lives and works in Palermo. SUPERVILLAGE, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 220 x 200 Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze LA FANTASCIENZA 1999 2OOO DARIO GHIBAUDO Nato nel / Born in 1955 a / in Cuneo. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. MUSEO DI STORIA INNATURALE, SALA XI – I DIORAMI “Il faut écouter pour entendre”, 1999 Legno, vetro, poliuretano, resine, pigmenti Wood, glass, polyurethane, resins, pigments cm 300 x 185 x 150 Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Fondazione VAF 75 76 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO ALEX PINNA Nato nel / Born in 1967 a / in Imperia. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. LA FANTASCIENZA 1999 2OOO LUCA MATTI Nato nel / Born in 1964 a / in Firenze. Vive e lavora a / Lives and works in Montespertoli (Fi). MUMBLE MUMBLE, 1997 Acrilico su resina, borotalco / Acrylic on resin, talcum powder Misure variabili / various sizes Collezione privata, Milano SENZA TITOLO, 2000 Acrilico e smalti su tela / Acrylic and enamel on canvas cm 130 x 170 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 77 78 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO VITTORIO VALENTE Nato nel / Born in 1954 a / in Asti. Vive e lavora a / Lives and works in Genova. FAGI, 2006 Silicone colorato e ferro, installazione Coloured silicon and iron, installation cm 120 x 25 x 25, cm 90 x 60 x 60 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO CORRADO BONOMI Nato nel / Born in 1956 a / in Novara, dove vive e lavora / where he lives and works. GODZILLA, 1996 Pneumatico, led rossi, altoparlante / Tyre, red LEDs, loudspeaker cm 150 x 80 x 130 Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova 79 80 LA FANTASCIENZA 1999 2OOO LA FANTASCIENZA 1999 2OOO ULTRAPOP ULTRAPOP Il gruppo si è formato nel 1995 a Milano. The group consists of 1995 in Milan. DARIO ACIDIACONO Nato nel / Born in 1967 a Catania. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. CHI TROPPO CHI NIENTE, 1999 Tecnica mista su tela Mixed media on canvas cm 100 x 200 GIORDANO CURRERI Nato nel / Born in 1967 a / in Genova. Vive e lavora a Lives and works in Milano. HAPPY TOGETHER, 2000 Acrilico su tela Acrylic on canvas cm 60 x 50 ANTONIO SORRENTINO Nato nel / Born in 1969 a / in Catania, dove vive e lavora where he lives and works. CLOWNS ON MARS, 1999 Acrilico su plexiglas Acrylic on plexiglas cm 50 x 70 SANDRA VIRLINZI Nata nel / Born in 1973 a / in Catania. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. MECCANOMAN TURNS MAD, 2000 Acrilico su tela Acrylic on canvas cm 70 x 100 81 58 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 Il nuovo ritratto in Italia CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA, a cura di / curated by Alessandro Riva, Electa, Milano 1998 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA Spazio Consolo, Milano 30 ottobre — 2 dicembre 1998 Il ritratto nella storia dell’arte italiana è sempre stato un genere tra i più visitati: si pensi alla moda dei ritratti su commissione che dall’epoca rinascimentale arriva fin ai nostri giorni, passando attraverso la lettura fisiognomica e psicosomatica che Flavio Caroli attribuisce ai capolavori dell’arte, dal Cinquecento in poi, nell’importante rassegna L’Anima e il Volto. Ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon, in cui il termine “ritratto” viene inteso non solo come genere ma anche come percezione di se stessi, del proprio corpo e del proprio volto. Con la mostra Il nuovo ritratto in Italia, a fine anni Novanta, Alessandro Riva dimostra l’attendibilità, da parte dei giovani artisti, di THE NEW PORTRAIT IN ITALY The portrait has always been one of the most examined genres in the history of Italian art. Think about the trend for commissioned portraits that stretches from the Renaissance up to our times, passing through the physiognomical and psychosomatic interpretation that Flavio Caroli ascribes to the great works of art, from the sixteenth century onwards, in his important review L’Ani- una nuova riappropriazione metaforica e simbolica del genere del ritratto, per riflettere sui problemi dell’identità dell’uomo. GIULIO DURINI Rio , 2005 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 80 Courtesy Italian Factory, Milano Icone del volto , a cura di / curated by Alessandro Riva, Il Polittico, Roma 1998 Gli artisti hanno restituito un “lavoro sull’immagine dell’uomo — che si tratti di un’immagine apparentemente classica (pittura e scultura, of course), o più che mai, anche esteriormente, ‘contemporanea’ (computer art, fotografia digitale, ecc…). Perché è l’uomo, e il corpo dell’uomo oggi — dall’arte, alla scienza, alla letteratura — a essere uno dei principali oggetti del dibattito contemporaneo”1. La rappresentazione fisica e materiale dell’uomo, secondo Riva, non è altro che una modalità congeniale all’artista per riflettere sul problema dell’identità: ma e il Volto. Ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon (The Soul and the Face. Portrait and physiognomy from Leonardo to Bacon), in which the term “portrait” is intended not only as a genre but also as a perception of ourselves, our own bodies and faces. At the end of the Nineties, with the show Il nuovo ritratto in Italia (The new portrait in Italy), Alessandro Riva demonstrates how much young artists are relying on a new meta- identità generazionale o individuale, sociale o affettiva, sessuale o allegorica, a seconda della lettura dell’uno o dell’altro ar- phoric and symbolic repossession of the genre tista. of portrait to reflect on Questo “ritorno al ritratto”, preceduto the problems of the all’estero da alcune esperienze come identity of Man. The artists la mostra The Portrait Now, tenutasi alla National Portrait Gallery di Londra nel 1994, ha preso sempre maggior vigore nella situazione artistica italiana, attraverso una pittura incentrata sulla figura umana, libera dai canoni della ritrattistica e alleggerita dalle pulsioni carnali del corpo (dalla mostra Figura/zione 2 allo Studio Forni di Milano a Figuralia 3, a Sassuolo (Mo) entrambe a cura di have revived a “work on the image of Man, which is about a seemingly classical image (painting and sculpture, of course), or increasingly “contemporary”, even on the outside, (computer art, digital photography, and so forth). Because Man, and Man’s body today, (from art to science and literature), is one of the main subjects of the con- 1 A. Riva, Il nuovo ritratto. Rinascita di un (non) genere, in “Il nuovo ritratto in Italia”, Electa, Milano 1998. 2 Figura/zione, a cura di A. Riva, novembre 2001— gennaio 2002, Studio Forni, Milano. 3 Figuralia, a cura di A. Riva, marzo-aprile 2002, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo). 4 Italian Factory. La nuova scena artistica italiana, a cura di A. Riva, giugno-ottobre 2003, Istituto S. Maria della Pietà, Venezia; luglio-novembre 2003, Parlamento Europeo, Strasburgo. 5 15 volte 1 volto, a cura di Chiara Canali, 14 settembre-14 ottobre 2006, Spazioinmostra, Milano. 1 A. Riva, Il nuovo ritratto. Rinascita di un (non) genere, in “Il nuovo ritratto in Italia”, Electa, Milan 1998. 2 Figura/zione, curated by A. Riva, November 2001— January 2002, Studio Forni, Milan 3 Figuralia, curated by A. Riva, March-April 2002, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 4 Italian Factory. La nuova scena artistica italiana, curated by A. Riva, June-October 2003, Istituto S. Maria della Pietà, Venice; JulyNovember 2003, European Parliament, Strasbourg. 5 15 volte 1 volto, curated by Chiara Canali, 14th September-14th October 2006, Spazioinmostra, Milan. Alessandro Riva). Dalla figura umana si è passati all’indagine del volto, con la sezione Volti all’interno del progetto artistico Italian Factory. La nuova scena artistica italiana 4, per arrivare alla recentissima 15 volte 1 volto 5, da me curata, dove il ritratto diventa l’incontro con uno sguardo, come pratica con cui l’artista indaga la psicologia e l’interiorità del soggetto per farne emergere un’immagine inconsueta o inaspettata. In questa sezione è raccolta una selezione degli artisti che avevano partecipato all’iniziale progetto espositivo de Il nuovo ritratto in Italia, e che ancora oggi, a distanza di una decina d’anni, affrontano il genere del ritratto con la specificità dei linguaggi, delle tecniche e dei riferimenti culturali propria di ognuno di essi. temporary debate”.1 According to Riva, the physical and material representation of Man is nothing other than a convenient way for the artist to consider the problem of identity: generational or individual, social or emotional, sexual or allegorical identity, according to the interpretation of one artist or another. This “portrait revival”, preceded abroad by several experiences such as The Portrait Now show, held at the National Portrait Gallery in London in 1994, has kept on gaining strength in the Italian artistic scene, through a style of painting focused on the human form, free of the canons of portrait painting and relieved of the carnal urges of the body (from the Figura/zione 2 show at the Studio Forni in Milan to Figuralia 3, in Sassuolo (Mo), both of which were curated by Alessandro Riva). We have moved on from the human figure to the study of the face, with the section Volti (Faces) within the artistic project Italian Factory. La nuova scena artistica italiana 4, to reach the very recent 15 volte 1 volto (15 faces 1 face)5, which I curated, where the portrait becomes an encounter with the eyes, like a technique with which the artist probes the psychology and inner being of the subject in order to make an unusual, unexpected image emerge. This section gathers together a selection of artists who participated in the initial expositional project of Il nuovo ritratto in Italia, and who today, ten years on, are still confronting the genre of the portrait with the specific nature of the languages, techniques and cultural references unique to each individual artist. Figuralia, a cura di / curated by Alessandro Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2002 59 60 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 GIULIO DURINI Nato nel / Born in 1964 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. CRISTIANA, 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 150 x 100 Collezione privata, Milano IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 BERNARDO SICILIANO Nato nel / Born in 1969 a / in Roma. Vive e lavora a / Lives and works in New York. MARCO 3, 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 60 x 88 Collezione privata, Vicenza 61 62 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 ALBERTO CASTELLI Nato nel / Born in 1970 a / in Torino, dove vive e lavora / where he lives and works. SABINE I, 1998 Olio su lino Oil on linen cm 191 x 144 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 ALESSANDRO PAPETTI Nato nel 1958 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. OMAGGIO A NAN GOLDIN, 1998 Olio su tela Oil on canvas cm 143 x 100 63 64 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 MATTEO BASILÉ Nato nel / Born in 1974 a / in Roma, dove vive e lavora / where he lives and works. ISWRITTEN, 2001 Stampa digitale su alluminio / Digital print on aluminium cm 174 x 120 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 FEDERICO LOMBARDO Nato nel / Born in 1970 a / in Castellammare di Stabia (Na). Vive e lavora a / Lives and works in Marigliano (Na). RAGAZZA, 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 70 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 65 66 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 GIOVANNI LA COGNATA Nato nel / Born in 1954 a / in Comiso (Rg), dove vive e lavora / where he lives and works. LUISA (FIGURA CHE MANGIA), 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 140 x 120 Courtesy Galleria Forni, Bologna IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA 1998 ANDREA MARTINELLI Nato nel / Born in 1965 a / in Prato, dove vive e lavora / where he lives and works. L’UOMO CON LA TUTA NERA, 1995 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 180 x 120 Courtesy Museo Frissiras, Atene 67 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI —2OOO 84 La ridefinizione dei generi CHIARA CANALI A pagina precedente, manifesto della mostra: On previous page, exhibition poster: SUI GENERIS. DAL RITRATTO ALLA FANTASCIENZA. LA RIDEFINIZIONE DEL GENERE NELLA NUOVA ARTE ITALIANA, a cura di / curated by Alessandro Riva, Medusa, Milano 2000 SUI GENERIS PAC, Milano 30 novembre 2000 — 11 febbraio 2001 OMAR GALLIANI Sutra , 1999 Matita e oro su tavola Pencil and gold on board cm 200 x 200, dittico / diptych Courtesy Cardelli & Fontana Arte Contemporanea, Sarzana (Sp) MARCO CORNINI Una coppia , 1999 Terracotta / Terracotta cm 34,5 x 30 x 11 Collezione privata, Milano LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI MARCO PETRUS Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. Nel 1999 Harald Szeeman, nel suo testo programmatico alla 48 a Biennale di Venezia, affermava che nell’arte contemporanea non si usa più la distinzione in generi, stili, tecniche. L’anno dopo Alessandro Riva organizzava l’esposizione Sui generis al PAC di Milano per mostrare come al contrario di quanto si stava affermando in ambito internazionale, gli artisti sentivano l’esigenza di lavorare inquadrando le loro ricerche nelle griglie offerte dai generi tradizionali. “Negli ultimi anni — afferma Riva — molti artisti italiani hanno ricominciato a lavorare su alcuni temi portanti. E lo hanno fatto utilizzando appunto una chiave, un grimaldello, un’arma fondamentalmente impropria — quella del genere appunto — per tornare ad intervenire non su questioni linguistiche, o formali, né su domande e dubbi autoreferenziali e tutti interni al sistema dell’arte”1, ma piuttosto sulla “realtà”, la vita che ci circonda. Questa tesi, già da tempo sostenuta dal critico in progetti e mostre precedenti, prevede l’innesto, all’interno delle categorie tradizionali del ritratto, del paesaggio e della natura morta, di nuovi generi come il noir, la fantascienza e il porno. Le otto sezioni di questa mostra ( Luoghi, Scenari Futuri, Science-Painting, Contaminazioni, Still Life & Feticci alla moda, Ellroy & Co., Peep Show, Il nuovo ritratto) raggruppavano una serie di artisti tra i più significativi sulla scena artistica italiana insieme ad altri allora emergenti, che ho qui selezionato a rappresentare i diversi sviluppi tematici, mentre ho aggiunto la sezione de Il grande disegno, originalmente non prevista, per rappresentare la ricerca di Omar Galliani, maestro indiscusso di questo linguaggio da sempre alla base di ogni forma e creazione artistica. THE REDEFINITION OF GENRES In 1999 Harald Szeeman claimed in his programme text at the 48th Venice Biennial that the distinction of genres, styles and techniques is no longer used in contemporary art. The following year Alessandro Riva organized the Sui generis exhibition at PAC in Milan to demonstrate how, on the contrary to what people on the international circuit were saying, the artists felt the need to work setting their studies against the frameworks that the traditional genres offered. “In recent years”, states Riva, “many Italian artists have begun to work on several principal supporting themes. And they have actually done this using a key, a lockpick, a fundamentally inappropriate weapon, to be precise the weapon of genre, to go back to working not on linguistic or formal questions, self-referential questions and doubts all within the system of art”1, they have rather gone back to working on “reality”, the life that surrounds us. This theory, which the critic has already upheld for some time in previous projects and shows, foresees the grafting together of new genres such as noir, science fiction and porn within the traditional categories of the portrait, landscape and still life. The eight sections of this show (Places, Future Scenarios, Science-Painting, Contaminations, Still Life & Fashion Fetishes, Ellroy & Co., Peep Show, The New Portrait) grouped together some of the most important artists of the Italian artistic scene with others who are still breaking through, who I have selected here to represent the different thematic developments, while I have added The Grand Design section, which was not in the original plans, in order to represent the study of Omar Galliani, undisputed maestro of this language that has always been at the basis of every artistic form and creation. 1 A. Riva, Il fantasma del genere, in “Sui generis”, Medusa, Milano, 2000. 1 A. Riva, Il fantasma del genere, in “Sui generis”, Medusa, Milan, 2000. PALAZZO MONTECATINI, 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 115 Collezione privata, Milano 85 86 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI GIOVANNI FRANGI Nato nel / Born in 1959 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. VISTA FREDDA, 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 160 Courtesy Poggiali e Forconi, Firenze LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI LUCA PIOVACCARI Nato nel / Born in 1963 a / in Cesena, dove vive e lavora / where he lives and works. PERIFERIE, 1999-2000 Trasporto fotografico su pellicola / Photographic transfer onto film cm 170 x 180 Courtesy Della Pina Arte Contemporanea, Pietrasanta (Lu), Romberg Arte Contemporanea, Roma 87 88 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI LUCA PIGNATELLI Nato nel / Born in 1962 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. FERROVIA, 2002 Tecnica mista su carta intelata Mixed media on canvas-backed paper cm 31 x 42 Collezione privata, Milano LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —LUOGHI ALDO DAMIOLI Nato nel / Born in 1952 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. VENEZIA – NEW YORK, 2000 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 130 x 180 Collezione privata Marco Cattaneo, Cannobio (Vb) 89 90 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI FRANCESCO DE GRANDI Nato nel / Born in 1968 a / in Palermo. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI ANDREA ZUCCHI Nato nel / Born in 1964 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. TRITTICO, 2000 Olio su lino / Oil on linen cm 312 x 200 Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Fondazione VAF SABOK, 1999 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 150 Collezione privata, Milano 91 92 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCENARI FUTURI ENRICO LOMBARDI Nato nel / Born in 1958 a / in Meldola (Fo), dove vive e lavora / where he lives and works. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —SCIENCE–PAINTING CRISTIANO PINTALDI Nato nel / Born in 1970 a / in Roma, dove vive e lavora / where he lives and works. LA SEDUZIONE DEL NULLA, 1995 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 190 x 120 Collezione privata Roberto Giusti, Cento (Fe) MARZIANI, 2000 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 195 x 265 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 93 94 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —CONTAMINAZIONI ENRICO T. DE PARIS Nato nel / Born in 1960 a / in Mel (Bl). Vive e lavora a / Lives and works in Torino. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —CONTAMINAZIONI PAOLO LEONARDO Nato nel / Born in 1973 a / in Torino, dove vive e lavora / where he lives and works. SENZA TITOLO, 2002 Tecnica mista su manifesto / Mixed media on poster cm 140 x 100 Collezione privata, Milano WELCOME, 1994 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 180 x 450, 120 pezzi / pieces, polittico / polyptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 95 96 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI ANTONELLA MAZZONI Nata nel / Born in 1957 a / in Fiorenzuola d’Arda (Pc). Vive e lavora a / Lives and works in Parma. STORIA DELL’ARTE IN GERMANIA, 1991 Smalto su tela / Enamel on canvans cm 15 x 12 ciascuno / each, polittico / polyptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI SANTOLO DE LUCA Nato nel / Born in 1960 a / in Napoli, dove vive e lavora / where he lives and works. LE DISOCCUPATE ORGANIZZATE, 1993 Olio su cartone sagomato / Oil on shaped cardboard cm 200 x 200 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 97 98 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —STILL LIFE & FETICCI CHIARA LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL GRANDE DISEGNO OMAR GALLIANI Nata nel / Born in 1976 a / in Varese. Vive e lavora a / Lives and works in Roma. Nato nel / Born in 1954 a / in Montecchio Emilia (Re), dove vive e lavora / where he lives and works. FLEURS–CLAIRE PARFUM, 2006 C-print, cm 120 x 120 Stampa digitale, tecnica mista e plexiglas Digital print, mixed media and plexiglas cm 25 x 25 x 25 MANTRA, 1998 Matita su tavola, valigia, acciaio Pencil on board, bag, steel cm 179 x 65 x 65 Courtesy Cardelli & Fontana Arte Contemporanea, Sarzana (Sp) 99 100 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO. MAX ROHR Nato nel / Born in 1960 a / in Bolzano. Vive e lavora a / Lives and works in Firenze. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO. PAOLO SCHMIDLIN Nato nel / Born in 1964 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. SERIAL JOAN, 2000 Terracotta policroma / Polycrome terracotta cm 90 x 40 x 40 Collezione privata, Milano BAD BOYS, 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 180 x 240 Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze 101 102 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO. SIMONE RACHELI Nato nel / Born in 1966 a / in Firenze. Vive e lavora a / Lives and works in Parma. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —ELLROY & CO. PAUL BEEL Nato nel / Born in 1970 a / in Westlake (Ohio, USA). Vive e lavora a / Lives and works in Firenze. CLEANER, 1999 Vetroresina, tessuti, plastica, smalti Fibreglass, fabrics, plastic, enamels cm 100 x 60 x 60 Collezione privata, Milano SENZA TITOLO, 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 120 Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova 103 104 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW NICOLA VERLATO Nato nel / Born in 1965 a / in Verona. Vive e lavora a / Lives and works in New York. TRAVESTA N°5, 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 104 Collezione Ettore Marchina, Brescia LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW PAOLA GANDOLFI Nata a / Born in Roma, dove vive e lavora / where she lives and works. APPARIZIONE DI SIGNORINA, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 125 Courtesy Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Fondazione VAF 105 106 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW PAOLO CASSARÀ Nato nel / Born in 1968 a / in Monreale (Pa). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW ANTONELLA BERSANI Nata nel / Born in 1962 a / in Milano, dove vive e lavora / where she lives and works. CATTOLICO FRENETICO SMANIOSO ECCITANTE, 2000 Terracotta dipinta, pasta di cellulosa, legno Painted terracotta, cellulose paste, wood cm 127,5 x 160 x 120 Collezione privata, Milano CORPO N. 40, 1999 Olio su resina, velluto, legno e gommapiuma Oil on resin, velvet, wood and foam rubber cm 75 x 65 Ø Courtesy B&D Studio, Milano 107 108 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —PEEP SHOW BARBARA NAHMAD Nata nel / Born in 1967 a / in Milano, dove vive e lavora / where she lives and works. GEMMA, 2001 Olio e smalto su tela / Oil and enamel on canvans cm 140 x 100 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO ALFREDO CANNATA Nato nel / Born in 1961 a / in Adrano (Ct). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. SOGGETTI NON IDENTIFICATI, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 140 x 110 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 109 110 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO VALENTINA D’AMARO Nata nel / Born in 1966 a / in Massa. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. SENZA TITOLO, 2001 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 120 x 90 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI 2OOO —IL NUOVO RITRATTO FLORENCIA MARTINEZ Nata nel / Born in 1962 a / in Buenos Aires. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. GESÙ FATE LUCE IV, 2000 Stampa a getto d’inchiostro su tessuto / Ink jet print on fabric cm 60 x 40 Courtesy Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 111 PALERMO BLUES —2OO1 114 PALERMO BLUES 2OO1 Palermo Blues CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: PALERMO BLUES Danilo Montanari Editore, Verona 2001 PALERMO BLUES Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo 22 giugno — 12 luglio 2001 FRANCESCO DE GRANDI Senza titolo , 2002 Carboncino su carta Charcoal on paper cm 70 x 100 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 1 M. Sciaccaluga, Un Fragonard alla Groucho Marx, in “Palermo Blues”, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo 2001. 2 Ibidem. 1 M. Sciaccaluga, Un Fragonard alla Groucho Marx, in “Palermo Blues”, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo 2001. 2 Ibidem. La Nuova Scuola Palermitana (così il nome diffuso da giornali e stampa specializzata) è un fenomeno che è iniziato a crescere a metà degli anni Novanta, riunendo le ricerche di quattro artisti che a Palermo sono nati e che qui hanno passato la loro adolescenza e parte della loro giovinezza: Bazan, De Grandi, Di Marco, Di Piazza. La mostra Palermo Blues, la prima che li vede tutti e quattro assieme e li consacra in Sicilia nel 2001, avviene nel momento in cui la loro storia individuale d’artisti e quella di gruppo è ormai arrivata a un punto di svolta, quando ognuno sta per prendere una strada artistica personale e connotata. Tuttavia questa scuola, la più “genuina, sanguigna, spettacolare, spontanea tra quelle manifestatesi a cavallo tra i due secoli”1, che è inizialmente partita dallo studio comune in via Gemmellaro a Palermo, ha raccolto un gruppo di artisti a cui avrebbero poi fatto riferimento le nuove generazioni del territorio. Benché i punti di riferimento di ognuno siano differenti, due sono gli elementi che hanno unito la loro storia: da un lato il richiamo al mito come dimensione a cui ricondurre tutte le storie noir, a fumetti, visionarie o iperrealistiche; dall’altro l’utilizzo di un linguaggio colto e antico, raffinato e difficile come quello della pittura. La forte componente immaginifica e simbolica, unita a riferimenti bassi e quotidiani, ha dato vita a immagini paradossali e al limite dell’impossibile, che li ha portati a forzare la lettura del reale senza perdere di vista la verosimiglianza, “in questo essere insieme attenti al dettaglio del qui-ed-ora e perennemente in viaggio verso i confini dell’assurdo, del fuori scala, dell’orrido, del mostruoso, del barocchismo esasperato di situazioni e folli dettagli anatomici e architettonici”2. PALERMO BLUES The Nuova Scuola Palermitana (the name thus spread about by the papers and specialist press) is a phenomenon that started growing in the mid-Nineties, bringing together the studies of four artists born in Palermo and who spent their adolescence and part of their youth there: Bazan, De Grandi, Di Marco and Di Piazza. The Palermo Blues show, the first to see all four together and recognizes them in Sicily in 2001, is taking place just as their individual history as artists and the history of the group has reached a turning point, when each artist is about to take a personal and distinctive artistic path. Nevertheless this school, the most “genuine, bloody, spectacular and spontaneous among the that have appeared at the turn of the two centuries”1, which initially started out from the shared studio in via Gemmellaro in Palermo, has brought together a group of artists to whom the new generations of this territory will then refer. Although the reference points of each are different, there are two elements that have united their history: on the one hand, reference to the myth as a dimension to which all noir, comic strip, visionary or hyperrealistic stories can be traced back; on the other hand the use of a cultured, ancient language, that is refined and difficult like the language of painting. The strong imaginative and symbolic element, combined with base, day-to-day references has given life to paradoxical images that border on the impossible, which have led them to force interpretation of what is real without losing sight of verisimilitude, “in this both paying attention to the detail of the hereand-now and perpetually on a voyage towards the limits of the absurd, off-the-scale, horrid, monstrous, exasperated Baroquism of situations and insane anatomical and architectural details”2. In questa pagina, disegni e quadri di Alessandro Bazan, Francesco De Grandi, Andrea Di Marco e Fulvio Di Piazza, tratti dal catalogo Palermo Blues . On this page are drawings and paintings by Alessandro Bazan, Francesco De Grandi, Andrea Di Marco and Fulvio Di Piazza, from the catalogue Palermo Blues . 115 116 PALERMO BLUES 2OO1 FRANCESCO DE GRANDI Nato nel / Born in 1968 a / in Palermo. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. TARAHUMARA, 1999 Olio su tela / Oil on canvas cm 150 x 150 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) PALERMO BLUES 2OO1 ANDREA DI MARCO Nato nel / Born in 1970 a / in Palermo, dove vive e lavora / where he lives and works. TERRA DI NESSUNO, 2001 Olio su tela / Oil on canvas cm 110 x 120 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 117 118 PALERMO BLUES 2OO1 ALESSANDRO BAZAN Nato nel / Born in 1966 a / in Palermo, dove vive e lavora / where he lives and works. FAMIGLIA ALIENA, 1997 Olio su tela / Oil on canvas cm 130 x 100 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) PALERMO BLUES 2OO1 FULVIO DI PIAZZA Nato nel / Born in 1969 a / in Siracusa. Vive e lavora a / Lives and works in Palermo. AUTORITRATTO, 1998 Olio su tela / Oil on canvas cm 200 x 170 Courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze 119 SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA —2OO2 122 Sculturama: nuova scultura italiana SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 MARCO CORNINI Nato nel / Born in 1966 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. CHIARA CANALI A pagina precedente, in alto, copertina del catalogo: On previous page, up, catalogue cover: NUOVA SCULTURA ITALIANA a cura di / curated by Alessandro Riva, Edizioni Il Polittico, Roma 2002 NUOVA SCULTURA ITALIANA Il Polittico, Roma 10 giugno — 15 luglio 2002 In basso, copertina del catalogo: Bottom , catalogue cover : SCULTURAMA a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Sassuolo (Mo) 2002 SCULTURAMA Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 4 luglio — 15 settembre 2002 Nell’estate del 2002, quasi in contemporanea, vengono organizzate due mostre che propugnano il ritorno a “qualcosa di tangibile, di evidente, addirittura di artigianale (nel senso di realizzato grazie alle proprie capacità e qualità tecniche)”1, in risposta alla dilagante moda delle installazioni, dei video, delle performance e delle provocazioni artistiche. Nuova scultura italiana, alla galleria Il Polittico a Roma, e Sculturama, alla galleria Annovi di Sassuolo, dimostrano come il linguaggio della scultura non sia affatto “morto”, ma sia tornato a rifiorire attraverso il recupero di tecniche e abilità manuali legate alla tradizione classica: dall’intaglio del legno (Demetz) al modellato della terracotta (Cassarà, Cornini, Scarpella, Schmidlin), dalla fusione in bronzo (Bergomi) fino alla lavorazione del marmo (Michelangelo Galliani che ho voluto comunque inserire in questa sezione per la forte padronanza del mezzo scultoreo). “Singolare — sostiene Riva — è che questa generazione si approcci al linguaggio scultoreo non rinunciando però alla capacità, propria dei migliori artisti contemporanei, di mixare tra loro le più disparate suggestioni, le lezioni della tradizione classica italiana e quelle ipercontemporanee, riferimenti culturali ibridi e multiculturali, e poi suggestioni pop, afflati romantici e citazioni di stampo post-moderno”2. Il ritorno alla costruzione scultorea coincide anche con un ritorno di interesse per il soggetto umano e la sua identità, spaziando attraverso i temi legati alla vita e alla morte, ai sentimenti e alle passioni. PAOLO SCHMIDLIN Madame X , 1997 Terracotta policroma Polycrome terracotta Grandezza naturale Natural size Collezione privata Fiorino Ivan De Lettera, Milano 1 M. Sciaccaluga, Ritorno alla costruzione, in “Sculturama”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2002. 2 A. Riva, Ritorno a casa, in “Italiana”, Shanghai Art Museum, Shanghai, 2007. SCULTURAMA: NEW ITALIAN SCULPTURE In the summer of 2002, two exhibitions are almost at the same time being organized, which champion the return to “something tangible, obvious, of actual craftsmanship (as in create with unique abilities and technical qualities)”1, in response to the rampant mode for installations, video, performances and artistic provocations. Nuova scultura italiana (New Italian Sculpture), at the Polittico gallery in Rome, and Sculturama, at the Annovi Gallery in Sassuolo, demonstrate how the language of sculpture is not “dead” at all, but has returned to blossom via the revival of manual techniques and abilities that are linked to classical tradition: from wood carving (De- metz) to terracotta modelling (Cassarà, Cornini, Scarpella and Schmidlin), from bronze casting (Bergomi) right up to marble working (Michelangelo Galliani who I nevertheless wanted to put in this section because of his notable mastery of the sculptural method). “The unique feature”, claims Riva, “is that this generation approaches sculptural language without holding back their ability, precisely as the best contemporary artist, to between them mix up the most distinct suggestions, lessons on the classical Italian tradition and the hyper-contemporary traditions, hybrid cultural and multi-cultural references, and then hints of Pop, Romantic inspirations and references of a post-Modern stamp”2. The return to sculptural construction also coincides with a return of interest in the human subject and his identity, ranging through themes linked to life and death, and to sentiments and passions. 1 M. Sciaccaluga, Ritorno alla costruzione, in “Sculturama”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2002. 2 A. Riva, Ritorno a casa, in “Italiana”, Shanghai Art Museum, Shanghai, 2007. GRANDE NUDO DISTESO, 1998 Terracotta / Terracotta cm 50 x 202 x 56 Collezione privata, Milano 123 124 SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 GIUSEPPE BERGOMI Nato nel / Born in 1953 a / in Brescia. Vive e lavora a / Lives and works in Ome (Bs). RITRATTO DI ILARIA CON TESTA RECLINATA, 1998 Bronzo policromo / Polycrome bronze cm 83,7 x 57,6 x 32 Courtesy Italian Factory, Milano SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 ARON DEMETZ Nato nel / Born in 1972 a / in Vipiteno (Bz). Vive e lavora a / Lives and works in Selva di Valgardena (Bz). RED HAIR, 2001 Legno di pero dipinto / Painted pearwood cm 78 x 47 x 27 Courtesy Italian Factory, Milano 125 126 SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 MICHELANGELO GALLIANI Nato nel / Born in 1975 a / in Montecchio Emilia (Re), dove vive e lavora / where he lives and works. CARNE ALTRUI, 2006 Marmo statuario di Carrara / Carrara marble statue cm 250 x 130 x 40 Collezione privata, Montecchio Emilia (Re) SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 PAOLO CASSARÀ Nato nel / Born in 1968 a / in Monreale (Pa). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. SARAH, 2004 Terracotta policroma Polycrome terracotta cm 87 x 35 x 25 127 128 SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 LIVIO SCARPELLA Nato nel / Born in 1969 a / in Ghedi (Bs), dove vive e lavora / where he lives and works. SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA 2OO2 PAOLO SCHMIDLIN Nato nel / Born in 1964 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. L’INVIDIA, 2005 Terracotta policroma / Polycrome terracotta cm 73 x 55 x 40 Courtesy Italian Factory, Milano BABY BOOM, 2006 Terracotta policroma / Polycrome terracotta cm 50 x 45 x 36 Courtesy Italian Factory, Milano 129 NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE —2OO3 132 Nuova palestra artistica milanese DANY VESCOVI CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: PENTATHLON. NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE, a cura di / curated by Marco Meneguzzo, Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga Publi Paolini, Mantova 2003 PENTATHLON. NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE Museo della Permanente, Milano 29 gennaio — 19 febbraio 2003 1 M. Sciaccaluga, Cinque giocatori, un risultato, in “Pentathlon”, Museo della Permanente, Milano 2003. 2 A. Riva, Milano, dall’Officina alla Nuova palestra artistica, in “Pentathlon”, Museo della Permanente, Milano 2003. 1 M. Sciaccaluga, Cinque giocatori, un risultato, in “Pentathlon”, Museo della Permanente, Milan 2003 2 A. Riva, Milano, dall’Officina alla Nuova palestra artistica, in “Pentathlon”, Museo della Permanente, Milan 2003. NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3 Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. Non è tanto un gruppo, quello rappresentato dalla Nuova palestra artistica milanese, ma una situazione di comunità, di sensibilità, di incontro che ha unito nella mostra Pentathlon cinque artisti operanti in ambito milanese: Bellucco, De Filippi, Guida, Nido, Vescovi. Come già era successo per altre aggregazioni come quella di Via Lazzaro Palazzi o con i quattro dell’Officina milanese, “più che su un’unità di stile — dice Maurizio Sciaccaluga1 — più che su un’idea teorica omogeneizzante, queste situazioni si sono mosse e sviluppate sul confronto tra posizioni spesso affini in quanto a bisogni ed esigenze, ma lontane come segno distintivo e presupposti teorici”, perché i protagonisti non si sono mai sentiti vicini come gruppo, non sono mai stati condizionati e indirizzati dalle idee di un solo critico di riferimento o dalle scelte di uno fra i compagni di viaggio. “Non un gruppo coerente — afferma Alessandro Riva — ma un sodalizio, un luogo di incontro, di amicizia, di scambi di esperienze e di interessi comuni. Come, ad esempio. il lavoro sui materiali e i supporti (dalla stoffa alla resina), l’attenzione ai diversi linguaggi (dalla foto al video alla scultura alla serigrafia), pur continuando a muoversi tutti e cinque sempre, e linearmente, nell’ambito della superficie pittorica”2. Ciò che accomuna il percorso dei cinque artisti di Pentathlon è il riferimento costante alla pratica pittorica come un “mestiere” da esercitare nel tempo con costanza, tecnica, abilità e meticolosità, come una disciplina sportiva in cui allenarsi quotidianamente per giungere a risultati formali diversi eppure complementari. THE NEW MILANESE ARTISTIC TRAINING GROUND The group represented by the Nuova palestra artistica milanese (New Milanese artistic training ground), is not so much a group as a scene of community, sensitivity and encounter that has united five artists operating on the Milanese circuit in the Pentathlon show: Bellucco, De Filippi, Guida, Nido and Vescovi. As already happened with other groups such as the Via Lazzaro Palazzi group or with the four artists of the Officina milanese, “More than on a unity of style”, said Maurizio Sciaccaluga1, “More than on a homogenizing theoretical idea, these scenes have moved and developed on the comparison between positions that are often similar in terms of need and requirements, but distant in terms of distinctive sign and theoretical assumptions”, because the protagonists have never felt close as a group. They have never been conditioned and directed by the ideas of one single reference critic or by the choices of one of their travelling companions. “It’s not a coherent group”, confirms Alessandro Riva, “It’s a brotherhood, a meeting place, a place of friendship, of exchanges of experience and common interests. Like for example the work on materials and supports (from fabric to resin), the attention to different languages (from photo to video to sculpture to silk-screen printing), and yet all five of them continuing to keep moving forward in straight line all the time, in the environment of pictorial appearance”2. What brings the path of the five Pentathlon artists together is the constant reference to pictorial practice as a “craft” to be practiced over time with constancy, technique, ability and meticulousness, like a sporting discipline in which they have to train daily in order to achieve different and yet complementary formal results. SENZA TITOLO, 2002 Olio su lino / Oil on linen cm 150 x 180 Collezione Franco Sainini, Milano Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova 133 134 NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3 LEONIDA DE FILIPPI Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3 FEDERICO GUIDA Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. STILL E-MOTION, 2004 Smalto su tela / Enamel on canvas cm 140 x 150 Collezione privata, Milano SENZA TITOLO, 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 150 x 150 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 135 136 NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3 DAVIDE NIDO Nato nel / Born in 1966 a / in Senago (Mi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. GAME OVER (PRIMA PUNTATA), 2003 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 160 x 150 Courtesy Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE 2OO3 ALESSANDRO BELLUCCO Nato nel / Born in 1970 a / in Torino. Vive e lavora a / Lives and works in Roma. IPERTROFIE, 2003 Olio su tela / Oil on canvas cm 170 x 150 Collezione privata, Milano 137 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE —2OO1 2OO7 140 La linea dolce della nuova figurazione LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 CHIARA CANALI A pagina precedente, in alto, copertina del catalogo: On previous page, up, catalogue cover: LASCIATECI DIVERTIRE. NON È MAI TROPPO TARDI... PER FARSI UN’INFANZIA FELICE a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Arezzo 2004 LASCIATECI DIVERTIRE. NON È MAI TROPPO TARDI... PER FARSI UN’INFANZIA FELICE Palazzo Comunale, Arezzo 5 giugno — 4 luglio 2004 In basso, copertina del catalogo: Bottom, catalogue cover: LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Sassuolo (Mo) 2001 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) maggio 2001 Cluedo, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Arezzo 2003 Inaugurata da Maurizio Sciaccaluga con la mostra La linea dolce della nuova figurazione, presso la Galleria Annovi a Sassuolo, questa vocazione figurativa soft ha preso il sopravvento negli ultimi anni sulla tendenza hard, ispirata al noir della cronaca, alla fantascienza dei B-movie, alla televisione e alla pubblicità. La linea dolce della nuova figurazione “ha invece guardato i reportage del National Geographic, i caratteri delicati dei volti degli spot, il neointimismo del cinema francese o iraniano, il correre fluido senza esasperazioni dei romanzi di DeLillo”1. Protagonista della scena diventa la figura umana, in primo luogo la donna (Debora Hirsch e Daniela Montanari), oppure fisionomie di bambini e giovanotti imberbi (Elisabetta Vignato), assieme alla nudità impalpabile ed evanescente dei corpi (Marco Grassi) colti altre volte in situazioni di intimità quotidiana (Alì Hassoun). Questa linea dolce si accentua sempre più nei progetti posteriori del critico fino a diventare una vera e propria dichiarazione di disimpegno nella mostra Lasciateci divertire: “L’ironia, il sarcasmo, l’irriverenza — afferma Sciaccaluga — sono uno strumento capace di ricontattare il pubblico, di riconquistarlo alle mostre, e urlano il bisogno disperato dell’arte di tornare a comunicare”2. Nelle gallerie e nei musei ci si può da ora imbattere in un linguaggio nuovo, all’insegna dell’ironia, del gioco, del divertimento, del sarcasmo e dell’immaginazione sfrenata, propugnato da artisti come Arcidiacono, Bonomi e Pinna. Un’ars ludica, un’Ars in Fabula 3 che può anche prendere le mosse dal magico mondo delle favole, trasfigurando la realtà attraverso la THE SOFT LINE OF NEW FIGURATION Inaugurated by Maurizio Sciaccaluga with the exhibition La linea dolce della nuova figurazione (The soft line of the New Figuration), at the Galleria Annovi in Sassuolo, this leaning towards soft figuration has in the last few years gained the upper hand on the hard trend, inspired by the noir of news reporting, Bmovie science fiction, television and advertising. The soft line of new figuration has looked instead to the reportages of National Geographic, the delicate features of faces of TV ads, the neo-Intimism of French or Iranian cinema, the seamless flow that is without extreme of DeLillo’s novels”1. The human figure has become the protagonist of the scene, primarily the woman (Debora Hirsch and Daniela Montanari), or the physiognomies of children and beardless young men (Elisabetta Vignato), together with the intangible, evanescent nudity of the 1 M. Sciaccaluga, Affetti collaterali, in “La linea dolce della nuova figurazione”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2001. 2 M. Sciaccaluga, La compagnia dei Celestini, in “Lasciateci divertire. Non è mai troppo tardi… Per farsi un’infanzia felice”, Palazzo Comunale, Arezzo 2003. 3 Così il titolo di un’altra mostra di Maurizio Sciaccaluga realizzata presso il Palazzo Pretorio di Certaldo (Fi) nel 2006. 1 M. Sciaccaluga, Affetti collaterali, in “La linea dolce della nuova figurazione”, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 2001. 2 M. Sciaccaluga, La compagnia dei Celestini, in “Lasciateci divertire. Non è mai troppo tardi… Per farsi un’infanzia felice”, Palazzo Comunale, Arezzo 2003. 3 This is the title of another Maurizio Sciaccaluga’s exhibitions realized at the Palazzo Pretorio in Certaldo (Fi) in 2006. Ars in fabula, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Certaldo (Fi) 2006 spontaneità infantile e l’entusiasmo adolescenziale, secondo la voglia di esplorare e stupire che è propria della narratività fiabesca (Arruzzo, Bergamasco, Buccella, Cuoghi e Mastrovito). Un’ars ludica che pesca nell’immenso serbatoio dell’araldica medioevale e della decorazione liberty, contaminandosi con motivi del visual design contem- Subway 3004 , a cura di curated by Alessandro Riva, Milano 2004 poraneo (Gobbo, Mair, Mendini). Un tentativo, da parte della Nuova Figurazione, di superare il rigore formale e la serietà tematica della pittura degli anni precedenti con l’immissione di formule linguistiche e sperimentazioni visive nuove, i cui risultati e- spressivi si riversano in altri progetti spiritosi e irridenti dello stesso Sciaccaluga come Cluedo, Seven: everything goes to hell e Curve pericolose oppure in calembour raffinati e divertenti come Subway 3004 e Miracolo a Milano ideati da Alessandro Riva, dove confluiscono le ricerche di una nuova generazione di giovani artisti ironici e scanzonati come Abbate, Buglisi, Cardeña, Leperino, Laboratorio Saccardi, Menghi, Veneziano e Virlinzi, che qui ho voluto tutti riunire liberamente in questa sezione sulla “linea dolce” della Nuova Figurazione. bodies (Marco Grassi) surprised at times in intimate day-to-day situations (Alì Hassoun). This soft line is more and more accentuated in the critic’s subsequent projects until it becomes a true declaration of fulfilment in the show Lasciateci divertire (Let us have fun) “Irony, sarcasm and irreverence”, states Sciaccaluga, “are tools that can get back in touch with the public, and conquer them again at shows, and they shout out art’s desperate need to go back to communicating”2. In the galleries and museums from there on you can encounter a new language, which teaches irony, jokiness, entertainment, sarcasm and unrestrained imagination, championed by artists like Arcidiacono, Bonomi and Pinna. A playful art, an Ars in Fabula (Fairytale Art) 3 that can also arise from the magical world of fairy tales, transforming reality with infantile spontaneity and adolescent enthusiasm, accor- ding to the desire of the fairy tale narrative to explore and amaze (Arruzzo, Bergamasco, Buccella, Cuoghi and Mastrovito). This is playful art that dips into the immense reserve of medieval heraldry and liberty decorative work, contaminating itself with motifs of contemporary visual design (Gobbo, Mair and Mendini). An attempt, by New Figuration to go beyond the formal rigour and serious themes of painting in preceding years with the introduction of linguistic formulae and new visual experimentation, whose expressional results are poured back into other witty, derisive projects by the same Sciaccaluga like Cluedo, Seven: everything goes to hell and Curve pericolose (Dangerous curves) or into refined, entertaining wordgames such as Subway 3004 and Miracolo a Milano (Miracle in Milan) conceived by Alessandro Riva, where the studies of a new generation of young, ironic, carefree artists come together, artists like Abbate, Buglisi, Cardeña, Leperino, Laboratorio Saccardi, Menghi, Veneziano and Virlinzi, who I wanted to liberally group together in this section on the “soft line” of the New Figuration. 141 142 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 DANIELA MONTANARI Nata nel / Born in 1971 a / in Varese, dove vive e lavora / where she lives and works. SENZA NOME, 2003 Olio su tela / Oil on canvas cm 200 x 250 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 ALÌ HASSOUN Nato nel / Born in 1964 a / in Sidone (Libano). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. IL CABBALISTA, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 120 x 150 Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano 143 144 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 ELISABETTA VIGNATO Nata nel / Born in 1964 a / in Padova. dove vive e lavora / where she lives and works . OSSERVATI, 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 110 x 155 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 DEBORA HIRSCH Nata nel / Born in 1967 a / in San Paolo del Brasile. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. REPLICA, 2000 Olio su tela / Oil on canvas cm 200 x 150 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 145 146 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 MARCO GRASSI Nato nel / Born in 1966 a / in Milano. Vive e lavora a / Lives and works in Mariano Comense (Co). LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 SYLVIA MAIR Nata nel / Born in 1967 a / in Bressanone (Bz). Vive e lavora a / Lives and works in Merano (Bz). LA VIE EN ROSE, 2007 Olio su tela / Oil on canvas cm 185 x 140 Collezione privata, Milano ALTER EGO (2/∞), 2007 Bitume su fotocopie / Bitumen on photocopy cm 108,5 x 104 Courtesy Galleria Delle Battaglie, Brescia 147 148 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE ALEX PINNA DARIO ARCIDIACONO Nato nel / Born in 1967 a / in Imperia. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. ORIZZONTE, 2005 Bronzo patinato / Varnished bronze cm 20 x 150 x 15 Collezione privata, Milano Nato nel / Born in 1967 a / in Catania. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. NOVUS ORDUS SECLORUM, 2002 Gesso dipinto ad acrilico dentro distributore di palline, materiali vari Chalk painted with acrylic in toy dispenser, various materials cm 190 x 58 x 58 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 149 150 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —LASCIATECI DIVERTIRE CORRADO BONOMI Nato nel / Born in 1956 a / in Novara, dove vive e lavora / where he lives and works. FATINA-FATATA-FATALE, 2002 Materiali vari, pittura a olio Various materials, oil painting cm 28 x 28 x 28 Courtesy Bonelli Arte Contemporanea, Mantova LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA GABRIELE ARRUZZO Nato nel / Born in 1979 a / in Roma. Vive e lavora a / Lives and works in Pesaro. LITTLE RED RIDING HOOD (WITH HANGING WOLVES), 2006 Smalto e acrilico su tela Enamel and acrylic on canvas cm 200 x 200 Courtesy Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano 151 152 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA DANILO BUCCELLA Nato nel / Born in 1974 a / in Liestal (Svizzera). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. L’INDIFFERENZA, 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 120 x100 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA MATTEO BERGAMASCO Nato nel / Born in 1982 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. INTERNO SPIRITUALE CON IPPOPOTAMO NERO, 2004 Olio su tela / Oil on canvas cm 160 x 240 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 153 154 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA VANNI CUOGHI Nato nel / Born in 1966 a / in Genova. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. LA FINE DELLA STAGIONE DEI FUMETTI, 2006 Acquerello su carta / Watercolour on paper cm 18 x 9 Collezione privata, Milano LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA ANDREA MASTROVITO Nato nel / Born in 1978 a / in Bergamo. Vive e lavora a / Lives and works in Seriate (Bg). SEMPRE STATO SUI COGLIONI, A ME, SUPERMAN, 2006 Collage su carta intelata / Collage on canvas-backed paper cm 200 x 280 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 155 156 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA ELOISA GOBBO Nata nel / Born in 1969 a / in Padova, dove vive e lavora / where she lives and works. LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —ARS IN FABULA FULVIA MENDINI Nata nel / Born in 1966 a / in Milano, dove vive e lavora / where she lives and works. LA VIRGEN DA LAS FLORES, 2003 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 69 x 60 Courtesy Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como CONCENTRICO, 2007 Tappeto / Carpet cm 400 x 500 Courtesy Angel Art Gallery, Milano 157 158 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 ADALBERTO ABBATE Nato nel / Born in 1975 a / in Palermo, dove vive e lavora/ where he lives and works. L’INSOSPETTABILE, 2005 Tecnica mista / Mixed media cm 32 x 19 x 19 Courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 ANDREA BUGLISI Nato nel / Born in 1974 a / in Palermo, dove vive e lavora / where he lives and works. HELMET, 2004 Olio su stoffa / Oil on fabric cm 134 x 90 Courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza 159 160 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 SANDRA VIRLINZI Nata nel / Born in 1973 a / in Catania. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 GIUSEPPE VENEZIANO Nato nel / Born in 1971 a / in Mazzarino (Cl). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. JEFF KOONS & THE PINK PANTHER, 2005 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 165 x 125 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) PIOVE, IL TEMPO È BRUTO, 2003 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 100 x 130 Courtesy Fabio Paris Art Gallery, Brescia 161 162 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 FELIPE CARDEÑA Nato nel / Born in 1979 a / in Balaguer (Spagna). Vive e lavora a / Lives and works in Madrid. VIA DELLE RIMEMBRANZE, 2007 Materiali vari / Various materials cm 30 x 37 x 23 Collezione privata, Milano LABORATORIO SACCARDI Il gruppo si è formato nel 2002 a Palermo / The group consists of 2002 in Palermo, dove tuttora vive e lavora / where now lives and works. MARCO BARONE Nato nel / Born in 1978 a / in Palermo. TOTHI FOLISI Nato nel / Born in 1979 a / in Sant’Agata di Militello (Me). GIUSEPPE BORGIA Nato nel / Born in 1978 a / in Palermo. VINCENZO PROFETA Nato nel / Born in 1977 a / in Palermo. COGNE, 2005 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 200 x 250 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 163 164 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 CHRISTIAN LEPERINO Nato nel / Born in 1979 a / in Napoli, dove vive e lavora / where he lives and works. LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE 2OO1 2OO7 —SUBWAY 3OO4 VALENTINO MENGHI Nato nel / Born in 1973 a / in Cesena (FC). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. METALLO URLANTE II, 2005 Olio su tela / Oil on canvas cm 230 x 110 Courtesy NOTgallery, Napoli ONDAPOLI, 2007 Polionda, cartone, plastica, alluminio, installazione Corrugated plastic, cardboard, plastic, aluminium, installation cm 200 x 200 x 234 165 ITALIAN FACTORY: Venezia Strasburgo Torino Milano Palermo Roma Shanghai Taipei —2OO3 2OO7 168 Italian Factory: 169 Venezia, Strasburgo, Torino, Milano, Palermo, Roma, Shanghai, Taipei CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: ITALIAN FACTORY LA NUOVA SCENA ARTISTICA ITALIANA a cura di / curated by Alessandro Riva, Electa, Milano 2003 ITALIAN FACTORY LA NUOVA SCENA ARTISTICA ITALIANA Istituto S. Maria della Pietà, Venezia 12 giugno — 30 ottobre 2003 Parlamento Europeo, Strasburgo 1 luglio — 21 novembre 2003 Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino 8 novembre — 28 dicembre 2003 Nato nel 2003 in seguito all’“esigenza di dare un nome, un marchio e una grande visibilità al rinnovamento che ha contraddistinto l’arte italiana in questi ultimi anni” 1 , Italian Factory è un movimento ideato da Alessandro Riva e basato sul recupero della figurazione e sulla ridefinizione dei linguaggi propri della tradizione italiana, dalla pittura alla scultura. Una riappro- priazione, afferma Riva, “di pratiche, visioni e materiali profondamente e radicalmente italiani, che di fatto ha portato a ridefinire quello che si può chiamare, senza tema d’errore, il vero linguaggio emergente dell’arte di questi anni”2. Italian Factory non è una scuola, una squadra e nemmeno una scuderia, ma si configura sotto la veste di una ITALIAN FACTORY: VENICE, STRASBOURG, TURIN, MILAN, PALERMO, ROME, SHANGHAI, TAIPEI Created in 2003 out of the “need to give a name, trademark and major visibility to the renewal identifying Italian art in recent years”1, Italian Factory is a movement that was conceived by Alessandro Riva and is based on the revival of figuration and the redefinition of the languages of the Italian tradition, from painting to sculpture. It is a reclaiming, as Riva states, “of practices, visions and materials that are profoundly and completely Italian, which has indeed brought about a redefinition of what can, without any fear of mistake, be called the true emerging language of the art of recent years”2 . Italian Factory is not a school, a team and not even a stable, it is emerging as a moderna agenzia di modern marketing marketing e comunicazione che propone and communication avere e proprie azioni di gency that offers real guerrilla marketing, co- and proper guerrilla marketing, such as the stickers which me gli stickers che invadono le città, Locandina della mostra Poster on exhibition Italian Factory. Ritratti Fabrizio Ferri Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino 2003 Mimmo Rotella e Tiziano Scarpa, Verbale n. 2847 , collana “i quaderni di Italian Factory”, Charta, Milano 2005 oppure campagne di affissioni in stile politico, come quella paradossale firmata da Oliviero Toscani nel 2004. Numerosi i progetti e le iniziative espositive ed editoriali che si sono succedute nel corso del tempo: dalla presenza alla Biennale di Venezia nel 2003 alla mostra a Strasburgo, durante il semestre di Presidenza italiana all’Unione Europea; da partnership con Istituti Italiani di Cultura all’estero e istituzioni no profit come l’ISCP di New York all’organizzazione di mostre collettive in importanti musei italiani e stranieri, come lo Shanghai Art Museum o il Taipei Fine Art Museum. Italian Factory è un movimento aperto, “è un sentimento, un’appartenenza, un sentire comune degli artisti cresciuti in Italia tra gli anni Novanta e il Duemila”3; la stessa presenza di artisti, di volta in volta nuovi e diversi, varia a seconda delle esigenze della mostra, dell’artista e del curatore. Dopo i progetti realizzati nel 2004 a Palermo e Milano dedicati all’opera di Velasco, le iniziative sono continuate con le personali di Marco Petrus a Milano, Venezia e New York, Bernardo Sici- Advertising Italian Factory, gennaio 2003 invade the cities, or the political-style fly-posting campaigns, like the ironical Oliviero Toscani campaign in 2004. Numerous projects and expositional and editorial initiatives have taken place over time: from its presence at the Venice Biennial in 2003 to the Stra- 1 Così si legge nella voce “Profilo” all’interno del sito www.italianfactory.biz. 2 A. Riva, Italiana 2003. La nuova scena artistica, in “Italian Factory. La nuova scena artistica italiana”, Electa, Milano 2003. 3 Ibidem. 1 As can be read in the “Profile” section on the website www.italianfactory.biz. 2 A. Riva, Italiana 2003. La nuova scena artistica, in “Italian Factory. La nuova scena artistica italiana”, Electa, Milan 2003. 3 Ibidem. liano a Roma e Shanghai, Giuseppe Bergomi a Roma e Brescia, Aron Demetz a Roma, Alessandro Busci a Milano e Madrid, mentre dal 2004 Italian Factory si è aperta a nuove generazioni di artisti con l’ideazione del Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana, da cui sono usciti giovani e promettenti artisti che uniscono sperimentazione e innovazione agli strumenti propri della tradizione pittorica (Daniele Girardi, Luka Moncaleano, Cristiano Tassinari e Svitlana Grebenyuk). sbourg exhibition during the term of Italian Presidency of the European Union; from the partnership with the Italian Institutes of Culture abroad and no-profit organizations such as the ISCP in New York to the organization of group exhibition in important museums in Italy and abroad, such as the Shanghai Art Museum or the Taipei Fine Art Museum. Italian Factory is an open movement, “a sentiment, a sense of belonging, a common feeling among the artists cultivated in Italy between the Nineties and 2000”3: The presence of artists, every now and then new and different artists, varies according to the requirements of the show, the artist and the curator. After the projects realized in 2004 in Palermo and Milano dedicated to the work of Velasco, the initiatives have continued with personal shows by Marco Petrus in Milan, Venice and New York, Bernardo Siciliano in Rome and Shanghai, Giuseppe Bergomi in Rome and Brescia, Aron Demetz in Roma, Alessandro Busci in Milan and Madrid, while since 2004 Italian Factory has opened its doors to new generations of artists with the conception of the Italian Factory Award for Young Italian Painting, from which have emerged young and promising artists who combine experimentation and innovation with the actual tools of pictorial tradition (Daniele Girardi, Luka Moncaleano, Cristiano Tassinari and Svitlana Grebenyuk). Postcard Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana, 2007 170 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI BERNARDO SICILIANO Nato nel / Born in 1969 a / in Roma. Vive e lavora a / Lives and works in New York. ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI MASSIMILIANO ALIOTO Nato nel / Born in 1972 a / in Brindisi. Vive e lavora a / Lives and works in Domodossola (Vb). BERG, 2007 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 150 Courtesy Italian Factory, Milano ROMA #2, 2003-2005 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 260 Courtesy Italian Factory, Milano 171 172 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI ENRICO LOMBARDI Nato nel / Born in 1958 a / in Meldola (Fo), dove vive e lavora / where he lives and works. ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI ALESSANDRO BUSCI Nato nel / Born in 1971 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. NOSTRO CASTELLO DI CARTE, 2005 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 150 x 100 Courtesy Italian Factory, Milano AEREO_BIANCO, 2007 Smalto su ferro / Enamel on iron cm 91 x 136 Courtesy Italian Factory, Milano 173 174 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI MAURO REGGIO Nato nel / Born in 1971 a / in Roma, dove vive e lavora / where he lives and works. ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI MARCO PETRUS Nato nel / Born in 1960 a / in Rimini. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. PONTE, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 200 x 150 Courtesy Italian Factory, Milano NEW YORK, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 140 x 180 Collezione privata, Milano 175 176 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —LUOGHI PAOLO FIORENTINO Nato nel / Born in 1965 a / in Roma, dove vive e lavora / where he lives and works. DAL VUOTO, 2006 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 180 x 180 Courtesy Italian Factory, Milano ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 VELASCO Nato nel / Born in 1960 a / in Bellano (Lc). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. CANE, 2006 Ferro e cemento / Iron and cement cm 162 x 90 Courtesy Italian Factory, Milano 177 178 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI ARON DEMETZ Nato nel / Born in 1972 a / in Vipiteno (Bz). Vive e lavora a / Lives and works in Selva di Valgardena (Bz). METAMORFOSI II, 2006 Legno di tiglio e foglia d’alluminio Lime wood and aluminium foil cm 129 x 49 x 99 Courtesy Italian Factory, Milano ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI FEDERICO GUIDA Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. SENZA TITOLO, 2007 Olio su tela / Oil on canvas cm 140 x 180 Courtesy Italian Factory, Milano 179 180 ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI GIULIO DURINI Nato nel / Born in 1964 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. ITALIAN FACTORY 2OO3 2OO7 —VOLTI GIUSEPPE BERGOMI Nato nel / Born in 1953 a / in Brescia. Vive e lavora a / Lives and works in Ome (Bs). MODELLA NERA SU TAVOLINO IKEA, 2005 Bronzo policromo / Polycrome bronze cm 224,5 x 55,3 x 55,3 Courtesy Italian Factory, Milano GIOVANNI, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 130 x 170 Courtesy Italian Factory, Milano 181 ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE —2OO4 2OO7 184 ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7 DANIELE GIRARDI Nato nel / Born in 1977 a / in Verona. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7 LUKA MONCALEANO Nato nel / Born in 1990 a / in Piacenza, dove vive e lavora / where lives and works. SECOND GENERATION, 2006 Acrilico su tavola / Acrylic on board cm 195 x 140 Courtesy Italian Factory, Milano INTO THE WILDE, 2007 Tecnopittura su tela / Technopainting on canvas cm 150 x 200 Courtesy Italian Factory, Milano 185 186 ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7 SVITLANA GREBENYUK Nata nel / Born in 1979 in / in Ucraina. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. MEMORIA “OCCHIO DI GUFO”, 2007 Smalto e acrilico su tela / Enamel and acrylic on canvas cm 145 x 110 Courtesy Italian Factory, Milano ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE 2OO4 2OO7 CRISTIANO TASSINARI Nato nel / Born in 1980 a / in Forlì, dove vive e lavora / where lives and works. HEAD, 2007 Olio su acetato, tecnica mista su carta applicata Oil on acetate, mixed media on applied paper cm 255 x 187 Courtesy Italian Factory, Milano 187 PITTURA DIGITALE —2OO6 190 191 Pittura digitale CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: REFRESHPROJECT L’ULTIMA DOMANDA a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, RefreshProject, Seregno (Mi) 2006 REFRESHPROJECT L’ULTIMA DOMANDA RefreshProject, Seregno (Mi) maggio — giugno 2006 Le ricerche sulla pittura digitale iniziano in Italia attorno al Duemila con il saggio Nuovo quadro contemporaneo1di Gianluca Marziani che spiega i rapporti del quadro con i nuovi modelli tecnologici, secondo diverse categorie teoriche come Pittura Digitale, Fotografia Digitale, Fotopittura Digitale e Tecnopittura. Sull’onda lunga di questi risultati, Maurizio Sciaccaluga presenta la mostra RefreshProject, un’indagine sull’ultima generazione di artisti tecnologici che “in Italia sta portando ad una certa rivoluzione delle proposte, a un mercato e a esposizioni decisamente inaspettati e spiazzanti, finalmente fuori dagli schemi e dai generi classici dell’arte contemporanea (dunque finalmente e soltanto ora, effettivamente contemporanei)”2. In questo progetto sono riuniti una decina di artisti che utilizzano i più moderni mezzi tecnologici e mediali, meccanici e tecnici, che hanno costruito macchine ed elaboratori in grado di operare, scegliere, realizzare, vitalizzare, quasi nascondessero un afflato divino e creatore. Una generazione di artisti tecnologici che ha a che fare con “carni riprogettate, paesaggi riscritti, orizzonti ricalcolati, membra ridefinite, tutto sembra fluttuare in un tempo senza orari, in uno spazio senza coordinate”3. In questa sezione ho selezionato sei artisti che mi sembrano tra i più interessanti e significativi dell’attuale panorama sulle ricerche digitali: Karin Andersen, che compenetra differenti discipline artistiche — dalla fotografia al digital imaging, dalla pittura al video — affrontando i temi della biologia e della genetica; Matteo Basilé, che come uno stregone cibernetico ibrida qualsiasi tipo di immagine possibile, derivante dalla tradizione dell’arte alle formule più virtuali, secondo infinite combinazioni matematiche; Mauro Ceolin, che con i Solid DIGITAL PAINTING The studies on digital painting in Italy started around the year 2000 with the Nuovo quadro contemporaneo1(New digital picture) by Gianluca Marziani who explains the relationships of the picture with new technological models, according to different theoretical categories such as Digital Painting, Digital Photography, Digital Photo-painting and Technopainting. In the aftermath of these results, Maurizio Sciaccaluga presents RefreshProject, a study on the latest generation of technological artists that “in Italy is bringing about a certain revolution of proposals, a market and expositions that are decidedly unexpected and shocking, finally breaking away from the standard moulds and classical genres of contemporary art (therefore finally and only now, effectively contemporary”2. This project brings together ten or so artists who use the most modern technological, media, mechanical and technical means, and who have constructed machines and processors capable of operating, selecting, visualizing and revitalizing, almost as if they were hiding a divine, creative inspiration. A generation of technological artists that are involved with “redesigned flesh, rewritten landscapes, recalculated horizons, redefined limbs, and everything seems to float in time with no schedule, or in a space with no co-ordinates”3. In this section I have selected six artists who I feel are the most interesting and important of the current panorama on digital studies: Karin Andersen, who delves into different artistic disciplines (from photography to digital imaging, from painting to video), covering the themes of biology and genetics; Matteo Basilé, who like a cybernetic wizard hybridizes all possible kinds of image, deriving from pure art tradition to more virtual formulae, according to endless 1 G. Marziani, N.Q.C. Arte italiana e tecnologie: il Nuovo Quadro Contemporaneo, Edizioni Castelvecchi, Roma 1998. 2 M. Sciaccaluga, Elaboratore perfettissimo Creatore e Signore, in “RefreshProject. L’ultima domanda”, Seregno (Mi) 2006. 3 Ibidem. 1 G. Marziani, N.Q.C. Arte italiana e tecnologie: il Nuovo Quadro Contemporaneo, Edizioni Castelvecchi, Rome 1998. 2 M. Sciaccaluga, Elaboratore perfettissimo Creatore e Signore, in “RefreshProject. L’ultima domanda”, Seregno (Mi) 2006. 3 Ibidem. DAVIDE COLTRO Medium Colour Landscape , 2007 Fotopittura digitale Ink jet on photopaper plast cm 90 x 150 Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi) Landscapes rappresenta la documentazione pittorica di uno spazio nuovo, a cui arriva attraverso il disegno vettoriale e la geometria poligonale dei programmi di elaborazione tridimensionale; Davide Coltro, che al tradizionale quadro a parete sostituisce un quadro elettronico, una ipercornice in cui egli trasmette le sue icone digitali dominate dal Colore medio; Giacomo Costa, che esegue particolari visioni urbane servendosi dell’elaborazione computerizzata di elementi preesistenti ricavati da scatti fotografici; infine Luisa Raffaelli, che realizza immagini che seppur costruite digitalmente con elementi fotografici, si trasformano qualitativamente in pittura in cui il set virtuale diventa dinamico. mathematical combinations; Mauro Ceolin, who with Solid Landscapes represents the pictorial documentation of a new space, that is reached via vector design and the polygonal geometry of 3-dimensional computer programs; Davide Coltro, who replaces the traditional picture on the wall with an electronic picture, a hyper-frame in which he transmits his digital icons dominated by their Medium colour; Giacomo Costa, who creates unusual urban visions using computer processing on elements that already exist, picked out from photographic shots; and finally Luisa Raffaelli, who produces images that, despite being digitally constructed with photographic elements, are qualitatively transformed into painting and the virtual set becomes dynamic. 192 PITTURA DIGITALE 2OO6 KARIN ANDERSEN Nata nel / Born in 1966 a / in Burghausen (Germania). Vive e lavora a / Lives and works in Bologna. MISSION, 2004 Stampa digitale su alluminio Digital print on aluminium cm 70 x 100 Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi) PITTURA DIGITALE 2OO6 GIACOMO COSTA Nato nel / Born in 1970 a / in Firenze, dove vive e lavora / where he lives and works. FUSIONE 1, 2007 Stampa lambda su alluminio Lambda print on aluminium cm 100 x 240 Collezione privata, Catania 193 194 PITTURA DIGITALE 2OO6 MATTEO BASILÉ Nato nel / Born in 1974 a / in Roma, dove vive e lavora / where he lives and works. PITTURA DIGITALE 2OO6 LUISA RAFFAELLI Nata nel / Born in 1960 a / in Torino, dove vive e lavora / where she lives and works. QUINTO POTERE, 2006 Stampa lambda su alluminio / Lambda print on aluminium cm 190 x 120 Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi) BATTITI, 2006 Fotopittura digitale sotto plexiglas Digital photo-painting under plexiglas cm 125 x 157 Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi) 195 196 PITTURA DIGITALE 2OO6 DAVIDE COLTRO Nato nel / Born in 1967 a / in Verona. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. MEDIUM COLOUR LANDSCAPE, 2005 Pittura digitale / Digital painting cm 70 x 90 Courtesy RefreshProject, Seregno (Mi) PITTURA DIGITALE 2OO6 MAURO CEOLIN Nato nel / Born in 1963 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. SOLIDLANDSCAPES.THESIMS.04, 2004 Stampa fotografica su plexiglas da pittura a mano libera con penna ottica Photographic print on plexiglas, freehand painting with optical pen cm 60 x 100 Courtesy nt art gallery, Bologna 197 IL PAESAGGIO —2OO7 200 IL PAESAGGIO 2OO7 Il paesaggio CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: LINEE ALL’ORIZZONTE PAESAGGI TRA DESCRIZIONE E ASTRAZIONE, a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Christian Maretti Editore, Faenza (Ra), 2007 LINEE ALL’ORIZZONTE Galleria d’Arte Moderna, Genova 10 marzo — 10 giugno 2007 1 La città che sale, a cura di M. Sciaccaluga, giugno–settembre 2006, Galleria Santamarta, Milano. 2 M. Sciaccaluga, Linee all’orizzonte, in “Linee all’orizzonte”, Christian Maretti Editore, Faenza 2007. 3 Ibidem. 1 La città che sale, curated by M. Sciaccaluga, june–september 2006, Galleria Santamarta, Milan. 2 M. Sciaccaluga, Linee all’orizzonte, in “Linee all’orizzonte”, Christian Maretti Editore, Faenza 2007. 3 Ibidem. Un filone sempre vivo nella ricerca artistica contemporanea è quello sul paesaggio, che continua a esercitare un forte fascino sugli artisti, proprio perché suggerisce loro schemi formali e sensazioni visive con straordinaria immediatezza. Nel contesto di un progressivo ritorno ai generi, LANDSCAPE sempre più configurata come metropoli, sugli scenari futuri, sull’ambiente naturale e sullo spazio psichico delle percezioni. Maurizio Sciaccaluga ha percorso con costanza questo tema prima con la mostra La città che sale1, in cui gli artisti hanno dato forma sulla tela alla metropoli che perennemente sale, e poi con il progetto Linee all’orizzonte, tation of the places of our existence, the modern city, depicted more and more often as a metropolis, future scenarios, the natural environment and on the psychic space of the perceptions. Maurizio Sciaccaluga consistently explored this subject in the past with the show La città che sale1 (The city rising), in which the artists recreated on canvas the shapes of the metropolis that keeps on rising, and then with the project Linee all’orizzonte (Lines on the horizon) which deals with “the ancient genre of landscape, focusing on the geometric representation of the horizons, and presents many of the studies that manage to narrate the space through a rational, ordered and obsessive study”2. nei muri che frenano l’immaginazione o nelle griglie materiche e psichiche del vedere quotidiano. Nel capitolo sulla Ridefinizione dei generi abbiamo incontrato una sezione sui Luoghi in cui erano riuniti artisti che già da tempo si sono confrontati con l’identità e la struttura dei luoghi secondo linguaggi e prospettive diverse (Aldo Damioli, Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Luca Piovaccari); in questa sezione ritroviamo altri artisti (presenti nel progetto Linee all’orizzonte) che continuano a ragionare sul paesaggio, sul luogo fisico e mentale in cui si trovano ad operare, sull’habitat quotidiano in cui sono immersi, un ambiente profondamente mutato, che può anche diventare “non-luogo”, secondo la definizione dell’antropologo francese Marc Augé, che punta l’attenzione sulla spersonalizzazione crescente degli spazi in cui viviamo, sulla perdita di confini geografici e sullo spaesamento moderno. A movement which is still alive in contemporary artistic research is that of landscape, which continues to hold a strong fascination for artists, precisely because it suggests formal outlines and visual sensations to them with extraordinary spontaneity. In the context of a progressive return to genres, gli artisti sono tornati a riflettere sul “paesaggio”, the artists have gone back to reflecting on sulla rappresentazione dei luoghi della “landscape”, on the represennostra esistenza, sulla città moderna, che affronta “l’antico genere del paesaggio privilegiando la rappresentazione geometrica degli orizzonti e presenta molte tra le ricerche che riescono a raccontare lo spazio attraverso uno studio razionale, ordinato, ossessivo”2. Questo studio sul paesaggio rimane in bilico “sul filo inesistente teso tra due emisferi terrestri”3, tra due dimensioni, quella reale e quella del sogno, indagate attraverso la linea dell’orizzonte che segna il confine tra finito e infinito: a volte si tratta delle linee di fuga che geometrizzano il paesaggio, altre volte l’orizzonte va cercato nelle metropoli e nelle città, This study on landscape is balancing “on the inexistent wire pulled between two terrestrial hemispheres”3, between two dimensions, that of reality and that of dreams, explored through the horizon line which marks the boundary between finite and infinite: sometimes it’s about vanishing lines that lend geometry to the landscape, other times the horizon has to be sought out in the metropolises and cities, in the walls that dash the imagination, or in the material and psychic frameworks of day-to-day vision. In the chapter on the Redefinition of genres we have already encountered a section on Places in which artists, who had already been working for some time on the identity and structure of places according to different languages and perspectives, were reunited (Aldo Damioli, Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli and Lu- Ken Damy, Chiara Canali, Orizzonti e dintorni , Tipolitotas, Gussano (Bs) 2005 ca Piovaccari). In this section we find other artists (present in the Linee all’orizzonte project) who continue to reflect on landscape, the physical and mental place in which they find themselves working, on the day-to-day habitat in which they are immersed, an extreme altered environment, which can also become a non-place, according to the definition of the French anthropologist Marc Augé, who focuses attention on the increasing depersonalization of the spaces in which we live, on the loss of geographic boundaries and on the sense of modern bewilderment. 201 202 IL PAESAGGIO 2OO7 ALESSANDRO PAPETTI Nato nel / Born in 1958 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. NEW YORK, 2007 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 200 IL PAESAGGIO 2OO7 ANDREA CHIESI Nato nel / Born in 1966 a / in Modena, dove vive e lavora / where he lives and works. KALI YUGA 31, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 140 Courtesy Guidi & Schoen, Genova 203 204 IL PAESAGGIO 2OO7 CORRADO ZENI Nato nel / Born in 1967 a / in Genova, dove vive e lavora / where he lives and works . IL PAESAGGIO 2OO7 FRANCESCO LAURETTA Nato nel / Born in 1964 a / in Ispica (Rg). Vive e lavora a / Lives and works in Torino. DOLCE, 2003 Olio su tela / Oil on canvas cm 180 x 121 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) CROSSING, 2006 Olio e gesso su tela / Oil and chalk on canvas cm 120 x 200 Courtesy Guidi & Schoen, Genova 205 206 IL PAESAGGIO 2OO7 TOM PORTA Nato nel / Born in 1970 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. IL PAESAGGIO 2OO7 WALTER TRECCHI Nato nel / Born in 1964 a / in Como. Vive e lavora a / LIves and works in Torno (Co). CANTIERE XLVIII, 2007 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 150 x 110 Courtesy Pittura Italiana, Milano ANOTHER SHOOTING STAR, 2007 Olio su tela / Oil on canvas cm 130 x 250 Collezione Gabriella Caruso, Milano Courtesy Il Torchio – Costantini Arte Contemporanea, Milano 207 208 IL PAESAGGIO 2OO7 JONATHAN GUAITAMACCHI Nato nel / Born in 1961 a / in Londra. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. IL PAESAGGIO 2OO7 ALESSANDRO SPADARI Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. IL VOLO, 2002 Olio su tela / Oil on canvas cm 230 x 140 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) ATTESA SUL MARE, 2007 Tecnica mista su tela Mixed media on canvas cm 140 x 180 Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano 209 210 211 MAURIZIO GALIMBERTI Nato nel / Born in 1956 a / in Meda (Mi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano e Parigi. STUDIO DI RITMO SU DUOMO IMPACCHETTATO CON FREGI COLORATI A SCRIVERE IL RITMO…, 2005 Polaroid / Polaroid cm 164 x 100 Courtesy Il Torchio – Costantini Arte Contemporanea, Milano VALENTINA D’AMARO Nata nel / Born in 1966 a / in Massa. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. SENZA TITOLO, 2004 Olio su tela / Oil on canvas cm 130 x 220 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) LUCE NEGLI OCCHI —2OO7 214 Luce negli occhi LUCE NEGLI OCCHI 2OO7 CHIARA DYNYS CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: CHIARA DYNYS. LUCE NEGLI OCCHI a cura di / curated by Maurizio Sciaccaluga, Electa, Milano 2007 CHIARA DYNYS. LUCE NEGLI OCCHI Rotonda della Besana, Milano 31 marzo — 10 giugno 2007 Nata a / Born in Mantova. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. Alle soglie del terzo millennio si stanno affacciando sulla scena artistica italiana ricerche formali che utilizzano le nuove tecnologie, e in particolar modo il medium luminoso, per creare suggestive e inedite geometrie visive. In que- sto senso la mostra di Chiara Dynys ne è una prova esemplare: “costruita con la luce, dedicata alla luce, persa e ritrovata nella luce a ogni stazione del suo ardito percorso, priva lo spettatore di un qualunque punto di riferimento spaziale, cancella le coordinate classiche della dimensione, annulla qualsivoglia certezza nei sensi e nella visione”1. Assieme alla Dynys altri artisti hanno indagato il linguaggio espressivo della luce per dare vita a lievi e incorporee forme che appartengono più alla sfera delle storie mentali che a quella delle installazioni fisiche. La ricerca estetica di Romano CHIARA DYNYS Shanghai , 2007 Vetro e luce Glass and light cm 320 Rotonda della Besana, Milano 1 M. Sciaccaluga, Salto nel buio, in “Chiara Dynys. Luce negli occhi”, Electa, Milano 2007. 1 M. Sciaccaluga, Salto nel buio, in “Chiara Dynys. Luce negli occhi”, Electa, Milan 2007. Baratta si concentra sull’utilizzo di fasci colorati di luce per dare vita a spiazzanti metamorfosi ambientali, come è avvenuto per le facciate esterne di Fabbrica Borroni, illuminate con i colori freddi del blu e del verde, che trasformano la consistenza strutturale dell’edificio novecentesco in un cubo futuristico e spaziale. L’intervento di Carlo Bernardini, realizzato con fibre ottiche tese nello spazio, dà vita a una rete illusoria di tracciati luminosi che attraversano lo spazio secondo disposizioni cosmiche. La sua è una forma di creatività che lavora sulla base di un codice di interventi spaziali che riflettono variazioni prodotte dalla luce in contesti di buio totale. CHIARA DYNYS Panopticon , 2007 Gesso e cera, pannelli luminosi-lenticolari Chalk, wax and lenticular panels with light cm 325 x 40 x 210 Rotonda della Besana, Milano LIGHT IN THE EYES On the threshold of the third Millennium, formal studies using the new technologies, and particularly the medium of light, to create suggestive, unexpected visual geometries, are being presented on the Italian artistic scene. In this sense the Chiara Dynys exhibition is a perfect example: “constructed with light, dedicated to light, lost and found again in light in every step of its bold journey, it deprives the spectator of any spatial point of reference whatsoever, it cancels out the classical coordinates of dimension and eliminates any certainty of sense or vision”1. Along with Dynys, other artists have researched the expressional language of light in order to create light, shapeless forms which belong more to the sphere of mental tales than to that of physical installations. Romano Baratta’s aesthetic study focuses on the use of shafts of coloured light to create unexpected ambient metamorphosis, as has been done on the external façades of the Fabbrica Borroni, illuminated in shades of blue and green, which transform the structural texture of the Twentieth Century building into a futuristic, space-like cube. Carlo Bernardini’s exhibit, made out of optical fibres stretched across the space, creates an illusory network of light paths that cross the space according to cosmic layouts. His is a form of creativity that works on the basis of a code of spatial interventions that reflect variations produced by light in contexts of total darkness. TI GUARDO, 2006 Ferro, plexiglas e neon, installazione alla Rotonda della Besana, Milano Iron, plexiglas and neon, installation at the Rotonda della Besana, Milan cm 110 x 70 x 10 215 216 LUCE NEGLI OCCHI 2OO7 ROMANO BARATTA Nato nel / Born in 1979 a / in Foggia. Vive e lavora a / Lives and works in Gallarate (Va). LUCE NEGLI OCCHI 2OO7 CARLO BERNARDINI Nato nel / Born in 1966 a / in Viterbo. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. CATALIZZATORE DI LUCE, 2007 Acciaio inox e fibre ottiche Stainless steel and fibreoptics cm 260 x 90 x 280 LIGHT#6 – GLUELIGHT, 2007 Installazione illuminotecnica site-specific Site-specific light engineering installation Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 217 GIOVANE PITTURA ITALIANA —2OO4 2OO7 220 Giovane pittura italiana 221 CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: 15 VOLTE 1 VOLTO, a cura di / curated by Chiara Canali, Grafiche Speed, Milano 2006 15 VOLTE 1 VOLTO Spazioinmostra, Milano 14 settembre — 14 ottobre 2006 Una premessa va fatta per questa sezione: oggi si sono moltiplicati in maniera esponenziale le possibilità offerte ai giovani artisti per emergere e farsi conoscere: dai Premi aperti nei quali critici e curatori, come novelli talent scout, vanno alla scoperta dei geni di domani (Premio Italian Factory, di cui ho già parlato; Premio Artivisive San Fedele ormai un’istituzione in vita da cinquant’anni; Premio Cairo Communication e Premio Arte; Premio Celeste; Germinazioni ecc…) ai Premi ad invito (Premio Michetti; Premio Vasto; Premio Morlotti; Premio Maretti) per arrivare alle Esposizioni Quadriennali, alle mostre collettive in spazi non convenzionali (Allarmi alla Caserma De Cristoforis di Como) come in quelli pubblici e così di via, di seguito. Negli ultimi quattro o cinque anni è comunque venuta alla ribalta una nuova generazione di artisti non tutti giovanissimi dal punto di vista anagrafico, bensì per la tipologia della ricerca formale e per l’utilizzo di nuovi supporti e formule espressive. Le ricerca di questi artisti non disdegna l’olio e l’acrilico della pittura, ma privilegia una rivoluzione interna al linguaggio dell’arte per giungere alla soglia di nuovi media non sempre codificati, in un mix di elementi di stampo differente derivati dalla confusione della cultura post-moderna. Ora la pittura si contamina con la fotografia e la stampa su tela; l’olio e l’acrilico si mescolano con la grafite, la cenere, lo Premio Artivisive San Fedele, 2006-2007. Il senso del male 30 maggio — 6 luglio 2007, Galleria San Fedele, Milano YOUNG ITALIAN PAINTING This section requires an introductory comment. Nowadays the possibilities offered to young artist so that they can emerge and get themselves know have multiplied in a staggering way: from the open Prizes and Awards in which critics and curators search out the genii of tomorrow like youth talent scouts (Premio Italian Factory, which I have already mentioned; the Premio Artivisive San Fedele which has been an institution for fifty years; the Premio Cairo Communication and Premio Arte; Premio Celeste; Germinazioni, and so on) to the Prizes by invitation (Premio Michetti, Premio Vasto, Premio Morlotti, and Premio Maretti) and going onto the Quadrienniale Exhibitions, to group shows in non-conventional spaces (Allarmi at the Caserma De Cristoforo in Como) such as those public places and subsequently onto others. In the last four or five years a new generation of artists who are notso-young in years has taken a curtain call, for because of the type of formal research and the use of new supports and expressive formulae. The studies of these artists do not spurn the oils and acrylics of painting, but rather gives preference to an internal revolution against the language of art in order to reach the threshold of new media that are not always codified, in a mix of elements of a different mould that derive from the confusion of post-Modern culture. Now painting is contaminated with photography and printing on canvas. Oil and acrylic are mixed with graphite, charcoal, enamel, India ink and glitter. Lifted from the world of graffiti, collage and stencil techniques are added to watercolour technique. Supports of linen, gauze, silk, woven fabric, wallpaper, and any other material that can transmit new tactile and visual sensations are added to the canvas support. All this marrying of styles and processes, often experimented in an autonomous, spontaneous fashion, allows representations to take shape that are lie further 1 Henri Focillon, Esthétique des visionaires, in “Journal de psychologie normale et pathologique”, XXIII, Paris, 1926. 2 Ibidem. 1 Henri Focillon, Esthétique des visionaires, in “Journal de psychologie normale et pathologique”, XXIII, Paris, 1926. 2 Ibidem. smalto, l’inchiostro di china e il glitter; alla tecnica ad acquerello si aggiunge anche quella a collage e a stencil, desunta dal mondo dei graffiti; al supporto su tela si aggiunge quello su lino, garza, seta, tessuto, stoffa da parati, e qualsiasi materiale che può veicolare nuove sensazioni tattili e visive. Tutto questo connubio di stili e procedimenti, spesso sperimentati in maniera autonoma e spontanea, permette di dare origine a rappresentazioni che esulano sempre più la referenza del reale per diventare visioni naturalistiche e paesaggistiche, oniriche e fantastiche. Sono artisti visionari, che come il gruppo teorizzato ormai ottant’anni fa da Henri Focillon nel suo scritto Esthétique des visionnaires 1 formano un ordine a parte, singolare, indeterminato, in cui prendono posto talenti diversi e fors’anche espressioni ineguali. Il genio dei visionari crea spontaneamente i mezzi e gli strumenti che sono loro indispensabili (“sono stati i più grandi innovatori tecnici”). I visionari “interpretano più che imitare, e trasfigurano più di quanto non interpretino”2. Icons. Kate Moss , a cura di / curated by Chiara Canali, 18 novembre 2006 — 19 gennaio 2007, Galleria In S. Lorenzo, 3, Parma and further outside the testimony of what is real in order to become dreamlike, fantastical visions of Naturalism and Landscape. They are visionary artists, who, like the group on which Henri Focillon wrote in his theory Esthétique des visionnaires 1 approximately eighty years ago, form a unique, undefined, separate order in which different talents and perhaps also changing expressions take their place. The genius of the visionaries spontaneously creates the means and tools that are indispensable for them (“they were the greatest technical innovators”). The visionaries “interpret more than they imitate, and transfigure much more than they interpret”2. 222 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 BARBARA GIORGIS Nata a / Born in Taranto. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. DONNA D’ORIENTE, 2005 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 127 x 99 Courtesy Galleria Forni, Bologna GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 EMILIA FARO Nata nel / Born in 1979 a / in Catania, dove vive e lavora / where she lives and works. NOLI ME TANGERE, 2005 Acquerello su carta / Watercolour on paper cm 41 x 31 Courtesy Galleria Ermanno Tedeschi, Torino 223 224 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 ROBERTA SAVELLI Nata nel / Born in 1969 a / in Giussano (Mi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 ANDREA MARICONTI Nato nel / Born in 1978 a / in Lodi. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. INTERFERENZA 21, 2004 Tecnica mista con cenere su carta intelata Mixed media with charcoal on canvas-backed paper cm 85 x 70 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) SENZA TITOLO, 2004 Olio su garza / Oil on gauze cm 120 x 120 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 225 226 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 ELISA ROSSI Nata nel / Born in 1980 a / in Venezia, dove vive e lavora / where she lives and works . GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 MAURIZIO CARRIERO Nato nel / Born in 1980 a / in Piedimonte Matese (Ce). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. KATE MOSS. THE DARK SIDE OF THE MOON, 2006 Olio e smalto su lino / Oil and enamel on linen cm 130 x 90 Collezione Fabio De Galeazzi, Sesto Calende (Va) DOVE 22, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 100 x 140 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 227 228 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 COSTANTIN Nato nel / Born in 1974 a / in Poggibonsi (Si). Vive e lavora a / Lives and works in Milano . MATTEO+LA LINEA+MATTEO 2, 2007 Olio su tela Oil on canvas cm 51 x 151 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 SONIA CECCOTTI Nata nel / Born in 1974 a / in Vicopisano (Pi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. SILVIA / SUSSURRO, 2005 Olio su tela / Oil on canvas cm 130 x 144, dittico / diptych Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 229 230 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 NICOLA SAMORÌ Nato nel / Born in 1977 a / in Forlì. Vive e lavora a / Lives and works in San Pietro in Trento (Ra). SENZA TITOLO, 2006 Tecnica mista su carta / Mixed media on paper cm 60 x 60 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 GIORGIA BELTRAMI Nata nel / Born in 1969 a / in Reggio Emilia. Vive e lavora a / Lives and works in Rubiera (Re). CONTINUITÀ XXIV, 2005 Grafite e olio su tavola trattata Graphite and oil on teated tableau cm 120 x 60 Courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano 231 232 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 DANIELE GIUNTA Nato nel / Born in 1981 a / in Arona (No). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. REGINA DI LUCE, 2007 Inchiostro di china, matita e glitter su seta India ink, pencil and glitter on silk cm 100 x 80 Collezione privata Cristina Artese, Milano GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 SIMONA BRAMATI Nata nel / Born in 1975 a / in Jesi (An). Vive e lavora a / Lives and works in Castelplanio (An). PLOTINIA, 2006 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 180 x 120 Courtesy Romberg Arte Contemporanea, Roma 233 234 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 IVA KONTIC GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 MIHAILO BELI KARANOVIC Nata nel / Born in 1982 a / in Belgrado (Serbia). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. Nato nel / Born in 1980 a / in Vrsac (Serbia). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. MY STILL LIVES #8, 2007 Tecnica mista su tela Mixed media on canvas cm 115 x 90 Collezione privata, Milano BEOGRAD III, 2006 Acrilico e collage su tela Acrylic and collage on canvas cm 140 x 200 Courtesy Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano 235 236 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 STEFANO FIORESI Nato nel / Born in 1965 a / in Modena, dove vive e lavora / where he lives and works . CAOS, 2007 Collage, stencil, acrilico e resina su tela Collage, stencil, acrylic and resin on canvas cm 50 x 50 ciascuno, 6 pezzi / each, 6 pieces GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 LEONARDO GRECO Nato nel / Born in 1975 a / in Modena. Vive e lavora a / Lives and works in Piumazzo (Mo). SOMEONE LIKE YOU WITH SOMEONE LIKE ME, 2006 Olio su tela / Oil on canvas cm 190 x 200 Courtesy Spirale Arte Artecontemporanea, Milano 237 238 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 SIVA Nato nel / Born in 1982 a / in Milano, dove vive e lavora/ where he lives and works. GIARDINO COSMICO CON COLONNA DEL PALAZZO REALE 10, 2007 Acrilico su tessuto Acrylic on fabric cm 100 x 100 Courtesy Angel Art Gallery, Milano GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 ALESSANDRO GIORDANI Nato nel / Born in 1971 a / in Parma, dove vive e lavora / where he lives and works. BABY BLUE, 2005 Olio su tessuto e plexiglas Oil on fabric and plexiglas cm 130 x 110 Collezione Fabio De Galeazzi, Sesto Calende (Va) 239 240 GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 GIUSEPPE RADO Nato nel / Born in 1970 a / in Brindisi. Vive e lavora a / Lives and works in Bologna. GIOVANE PITTURA ITALIANA 2OO4 2OO7 DANIELA CAVALLO Nata nel / Born in 1982 a / in Ostuni (Br), Vive e lavora a / Lives and works in Milano. IDOL(I)S I, 2007 Stampa lambda su alluminio Lambda print on aluminium cm 115 x 70 N, 2006 Stampa digitale su carta di cotone Digital print on cotton paper cm 100 x 100 Collezione Fabio De Galeazzi, Sesto Calende (Va) 241 STREET ART —2OO7 244 Street Art 245 BLU CHIARA CANALI A pagina precedente, copertina del catalogo: On previous page, catalogue cover: STREET ART SWEET ART. DALLA CULTURA HIP HOP ALLA GENERAZIONE POP UP a cura di / curated by Alessandro Riva, Skira, Ginevra-Milano 2007 STREET ART SWEET ART PAC, Milano 8 marzo — 9 aprile 2007 Nato nel / Born in 1977 a / in Rusco (Bo). Vive e lavora a / Lives and works in Stellina (Bo). Sviluppatosi tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, tra Philadelphia e New York, il fenomeno del graffitismo o writing ha sempre più preso piede in Italia negli ultimi vent’anni, come testimonia la mostra Street Art Sweet Art al PAC di Milano1, a cura di Alessandro Riva e promossa da Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano. L’azione dei writers, per potersi sviluppare direttamente sulla città e nei luoghi pubblici di maggior frequentazione, quali le metropolitane e le stazioni, è sempre dovuta avvenire per forza di cose in maniera illegale. In questo caso, con un atto eversivo, “si invitano e si accolgono nelle eleganti e ordinate stanze del Padiglione d’Arte Contemporanea gli artisti più trasgressivi, cresciuti sui marciapiedi di una città amata e odiata”2, STREET ART Developed between the end of the Sixties and the start of the Seventies, between Philadelphia and New York, the phenomenon of graffiti art or writing has been continuing to gain popularity in Italy over the last twenty years, as testified by the Street Art Sweet Art exhibition at PAC in Milan1, curated by Alessandro Riva and promoted by Vittorio Sgarbi, Councillor for Culture of the Municipality of Milan. In order to be able to develop directly on the city and in the most widely visited public places, such as the underground and railway stations, the activity of graffiti writers has always had to take place illegally because of the way things are. In this case, “the most unconventional artists, who grew up on the streets of a city both loved and hated, are invited and welcomed to the elegant and ordered halls of the Padiglione d’Arte Contemporanea”2 with a subversive action, rendendoli “finalmente prigionieri” (così il titolo della presentazione di Vittomaking rio Sgarbi al catalogo them “finally prisoners” della mostra Street Art (thus the title of Vittorio Sweet Art ). Sgarbi’s presentation in Con questa operazione, e con tante the Street Art Sweet Art altre successive come l’evento Street exhibition catalogue). PUS Fino addio! Feat.Aceto, 2005 Acrilico su carta Acrylic on paper cm 500 x 400 Courtesy Città di Lodi 1 Street Art Sweet Art, curated by A. Riva, 8t h March — 25th April 2007, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milan. 2 V. Sgarbi, Finalmente prigionieri, in “Street Art Sweet Art”, Skira, Milan 2007. 3 Ibidem. Up. The best summer Pop Up show che dalla galleria Byblos di Verona ha conquistato i canali di Venezia durante la Biennale, si è deciso di “sdoganare” un fenomeno sociale e culturale come quello del graffitismo per trasformarlo in una forma d’arte decontestualizzata, da fruire non dall’esterno ma all’interno di uno spazio espositivo, con l’ambizione di renderlo categoria estetica e con la speranza di comunicarlo a un pubblico vasto e allargato. “Dalla strada al Museo attraverso l’ateneo del Leoncavallo: è ciò che è accaduto ad Atomo, ad Ozmo, a Sea (e a tanti altri writers e street artists riuniti in questa sezione) che hanno maturato uno stile distinto e riconoscibile”3. 1 Street Art Sweet Art, a cura di A. Riva, 8 marzo — 25 aprile 2007, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano. 2 V. Sgarbi, Finalmente prigionieri, in “Street Art Sweet Art”, Skira, Milano 2007. 3 Ibidem. With this event and with so many other subsequent shows such as the Street Up. The best summer Pop Up show event which went from the Galleria Byblos in Verona to conquer the canals of Venice during the Biennial, it was decided to “let in” a social and cultural phenomenon like Graffiti art in order to transform it into a decontextualized art form, to be enjoyed not from outside but from inside an exhibition space, with the goal of making it an aesthetic category and with the aspiration of communicating it to a wide, extensive public. “From the street to the Museum via the university of Leoncavallo: that’s what happened to Atomo, Ozmo, Sea (and so many other graffiti writers and street artists brought together in this section) who have matured a distinct and recognizable style”3. SENZA TITOLO, 2007 Tempera su muro / Tempera on wall cm 1200 x 700 Collezione Fabbrica Borroni, Bollate (Mi) 246 STREET ART 2OO7 ATOMO Nato nel / Born in 1965 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. STREET ART 2OO7 PUS Nato nel / Born in 1977 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. WAR, 2007 Spray su tela / Spray on canvas cm 120 x 70 Collezione privata, Milano ZERO, 2007 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 120 x 120 Courtesy Byblos Art Gallery, Verona 247 248 STREET ART 2OO7 AIRONE Nato nel / Born in 1973 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. STREET ART 2OO7 ABBOMINEVOLE + FOSTPAZZ a.k.a. Falko Nato nel / Born in 1979 a / in Legnano (Mi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. TAGREMOVER, 2007 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 80 x 120 ciascuno, dittico / each, diptych GRAZIE (VITTORIO SGARBI), 2007 Stampa plotter su carta / Plotter print on paper installazione sui muri del PAC, Milano installation on PAC’s wall, Milan cm 240 x 60 249 250 STREET ART 2OO7 JOYS Nato nel / Born in 1974 a / in Padova, dove vive e lavora / where he lives and works. SENZA TITOLO, 2007 Legno dipinto / Painted wood cm 94 x 320 x 200 Courtesy Allegra Ravizza Art Project, Milano STREET ART 2OO7 DADO E STEFY Nati nel / Born in 1975 a / in Bologna, dove vivono e lavorano / where they live and work. DADO&STEFY LOVE, 2007 Gesso dipinto / Painted chalk cm 60 x 220 251 252 STREET ART 2OO7 BO130 Nato nel / Born in 1971 a / in Bergamo. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. STREET ART 2OO7 MICROBO Nata nel / Born in 1970 a / in Catania. Vive e lavora a / Lives and works in Milano. NAVIGANDO IN UNA GOCCIA D’ACQUA, 2006 Tecnica mista su tela e muro / Mixed media on canvas and wall cm 80 x 100 Courtesy Vinavil Studio, Milano SENZA TITOLO, 2007 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 75,5 x 150 253 254 STREET ART 2OO7 PAO Nato nel / Born in 1976 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. STREET ART 2OO7 OZMO Nato nel / Born in 1975 a / in Pontedera (Pi). Vive e lavora a / Lives and works in Milano. I LAV MILAN!, 2007 Acrilico su tela e legno / Acrylic on canvas and wood cm 100 x 70 UNTITLED, 2006 Pennarello su pvc / Pen on pvc cm 150 x 200 255 256 STREET ART 2OO7 BROS STREET ART 2OO7 TVBOY Nato nel / Born in 1981 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. Nato nel / Born in 1980 a / in Palermo. Vive e lavora a / Lives and works in Barcellona. GIOCO D’AZZARDO, 2007 Smalto su tela Enamel on canvas cm 300 x 200 THE DEATH OF NICO, 2007 Tecnica mista su tela / Mixed media on canvas cm 100 x 80 257 258 STREET ART 2OO7 NAIS Nata nel / Born in 1981 a / in Milano. Vive e lavora ad / Lives and works in Arluno (Mi). IL PESCATORE, 2006 Tecnica mista su tela Mixed media on canvas cm 100 x 70 STREET ART 2OO7 IVAN Nato nel / Born in 1981 a / in Milano, dove vive e lavora/ where he lives and works. IL FUTURO DI UNA VOLTA, 2007 Acrilico su tela / Acrylic on canvas cm 70 x 50 Collezione privata, Milano 259 260 STREET ART 2OO7 SONDA Nato nel / Born in 1976 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. TRENO SOCIALE, 2007 Tecnica mista su tela Mixed media on canvas cm 80 x 120 STREET ART 2OO7 RENDO Nato nel / Born in 1969 a / in Milano, dove vive e lavora / where he lives and works. TDK, 2007 Legno smaltato / Enameled wood cm 110 x 140 x 110 261 INDICI INDEXES INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 —1998 Officina milanese (Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Velasco), a cura di / curated by A. Riva, Arte Fiera, Bologna Cronache vere (Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Ennio Bertrand, Corrado Bonomi, Roberto Carbone, Paolo Cassarà, Marco Cingolani, Gianluigi Colin, Francesco De Grandi, Santolo De Luca, Enrico T. De Paris, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza, Daniele Galliano, Paola Gandolfi, Federico Guida, Daniele Guolo, Mark Kostabi, Paolo Leonardo, Silvia Levenson, Marco Lodola, Flavio Marinoni, Florencia Martinez, Luca Matti, Klaus Mehrkens, Ryan Mendoza, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin, Nicola Pellegrini, Dario Molinari, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Cristina Pavesi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Raffaele Piseddu, Max Rohr, Marco Samoré, Mario Schifano, Filippo Sciascia, Ultrash, Velasco, Massimo Viegi, Claudio Vitale, Andrea Zucchi), a cura di / curated by A. Riva, Spazio Consolo, Milano Il nuovo ritratto in Italia (Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Ennio Bertrand, Sarah Bowyer, Alfredo Cannata, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Andrea Chiesi, Marco Cornini, Francesco De Grandi, Fabrice De Nola, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini, Giovanni Frangi, Emanuele Giannelli, Federico Guida, Anna Keen, Giovanni La Cognata, Paolo Leonardo, Federico Lombardo, Andrea Martinelli, Klaus Mehrkens, Marco Neri, Alessandro Papetti, Federica Perazzoli, Luca Pignatelli, Luca Piovaccari, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Filippo Sciascia, Bernardo Siciliano, Enrico Trevisan, Nicola Verlato, Velasco, Claudio Vitale), a cura di / curated by A. Riva, Spazio Consolo, Milano —1999 Le carte dell’Officina milanese (Giovanni Frangi, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Velasco), a cura di / curated by A. Riva, Appiani Arte Trentadue, Milano Essi Vivono (Antonella Bersani, Corrado Bonomi, Dario Ghibaudo, Massimo Kaufmann, Paolo Leonardo, Tony Oursler, Alex Pinna, Luisa Rabbia, Pia Stadtbäumer, Ultrapop, Vittorio Valente, Simona Vergani, Koen Wastijn - Joan Deschuymer), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Casa del Popolo, Rivergaro (Pc) —2OOO Trapassato futuro (United Aliens, Karin Andersen, Fabio Annunziata, Gianluigi Antonelli, Dario Arcidiacono, Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Bene Bergado, Antonella Bersani, Corrado Bonomi, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Chiara, Andrea Chiesi, Giuliana Cuneaz, Giordano Curreri, Leonida De Filippi, Francesco De Grandi, Enrico T. De Paris, Francesco Di Lernia, Elisabetta Di Maggio, Fulvio Di Piazza, Michele Dieli, Giorgio Frassi, Michelangelo Galliani, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Emanuele Giannelli, Micha Klein, Dirk Larsen, Paolo Leonardo, Silvia Levenson, Florencia Martinez, Miguel Ángel Martín, Luca Matti, Tony Oursler, Ed Pashke, Luca Pignatelli, Alex Pinna, Plumcake, Cristiano Pintaldi, Marco Porta, Professor Bad Trip, Luisa Rabbia, Simone Racheli, Giovanna Ricotta, Antonio Riello, Max Rohr, Francesco Scialò, Francesca Semeria, Paolo Schmidlin, Antonio Sorrentino, Adrian Tranquilli, Vittorio Valente, Guido Venturini, Nicola Verlato, Dany Vescovi, Sandra Virlinzi, Ximo, Robert Yarber, Andrea Zucchi), a cura di / curated by A. Riva, Cartiere Vannucci, Milano Prove tecniche di post-figurazione (Alfredo Cannata, Alberto Castelli, Federico Vescovo, Andrea Zucchi), a cura di / curated by A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) Sui generis. Dal ritratto alla fantascienza. La ridefinizione del genere nella nuova arte italiana (Karin Andersen, Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Paul Beel, Antonella Bersani, Ennio Bertrand, Corrado Bonomi, Alfredo Cannata, Monica Carocci, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Annalisa Cattani, Sergio Ceccotti, Chiara, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Gianluca Corona, Marco Cornini, Giacomo Costa, Valentina D’Amaro, Silvano D’Ambrosio, Aldo Damioli, Leonida De Filippi, Francesco De Grandi, Santolo De Luca, Fabrice De Nola, Enrico T. De Paris, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza, Stefano Di Stasio, Nathalie Du Pasquier, Giulio Durini, Giovanni Frangi, Michelangelo Galliani, Omar Galliani, Daniele Galliano, Paola Gandolfi, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Federico Guida, Paolo Leonardo, Silvia Levenson, Enrico Lombardi, Federico Lombardo, Florencia Martinez, Matia, Luca Matti, Antonella Mazzoni, Klaus Mehrkens, Marzia Migliora, Barbara Nahmad, Marco Neri, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Alex Pinna, Cristiano Pintaldi, Luca Piovaccari, Luisa Rabbia, Simone Racheli, Antonio Riello, Max Rohr, Marco Samorè, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Francesco Scialò, Bianca Sforni, Bernardo Siciliano, Adrian Tranquilli, Ultrapop, Vittorio Valente, Velasco, Nicola Verlato, Dany Vescovi, Andrea Zucchi), a cura di / curated by A. Riva, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano —2OO1 (Ultra)Corpi (Matteo Basilé, Paul Beel, Alberto Castelli, Marco Cingolani, Ciriaca Erre, Marco Cornini, Valentina D’Amaro, Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Omar Galliani, Federico Guida, Debora Hirsch, Kazumasa, Klaus Mehrkens, Barbara Nahmad, Caterina Notte, Simone Racheli, Marco Saviozzi, Velasco, Dany Vescovi, Luca Zampetti), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Chiesa e Chiostro di S. Agostino, Pietrasanta (Lu) Totemica. Feticci e rituali del contemporaneo (Daniele Buetti, Sandro Chia, Wim Delvoye, Michelangelo Galliani, Paola Gandolfi, Robert Gligorov, Federico Guida, Micha Klein, Paolo Leonardo, Marco Neri, Luigi Ontani, Orlan, Mimmo Palladini, Luca Pignatelli, Alex Pinna, Mimmo Rotella, Sandy Skoglund, Andres Serrano, Ultrapop), a cura di / curated by A. Riva, Casa del Mantenga, Mantova La linea dolce della nuova figurazione (Corrado Bonomi, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Marco Cornini, Federico Guida, Alì Hassoun, Debora Hirsch, Miriam Pertegato, Luca Zampetti), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) 263 264 INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 Chiamami Peroni sarò la tua... arte (Matteo Basilé, Paul Beel, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Ciriaca Erre, Fasoli m&m, Michelangelo Galliani, Luca Giovagnoli, Federico Guida, Debora Hirsch, Barbara Nahmad, Caterina Notte, Luca Zampetti), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Bonelli Arte Contemporanea, Mantova Paradiso Perduto (Corrado Bonomi, Paolo Cassarà, Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Ernesto Jannini, Davide Nido, David Reimondo, Vittorio Valente, Dany Vescovi), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, La Giarina, Verona Figura/zione (Lidia Bagnoli, Giuseppe Bergomi, Andrea Boyer, Aurelio Bulzatti, Alberto Castelli, Stefanos Daskalakis, Aron Demetz, Leticia Feduchi, Andrew Gadd, Girbent, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Sean Henry, Claude Jammet, Andrea Martinelli, Klaus Mehrkens, Tassos Missouras, Marcos Palazzi, Kostas Papanikolaou, Alessandro Papetti, George Rorris, Edward Sacallian, Joseph Santillari, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano, Julio Vaquero, Velasco, Alexandros Veroucas), a cura di / curated by A.Riva, Studio Forni, Milano Tutto l’odio del mondo (Franko B., Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Ennio Bertrand, Corrado Bonomi, Gianluigi Colin, Guido Crepax, Silvano D’Ambrosio, Leonida De Filippi, Enrico T. De Paris, Fulvio Di Piazza, Dylan Dog/Angelo Stano, Fabrica/Anselmo Tumpic, Dario Fo, Daniele Galliano, Paola Gandolfi, Robert Gligorov, Yumi Karasumaru, Mark Kostabi, Joe Kubert, Silvia Levenson, Miltos Manetas, Miguel Ángel Martín, Lorenzo Mattotti, James Natchwey, Marco Neri, Luca Pignatelli, Cristiano Pintaldi, Simone Racheli, Antonio Riello, Omar Ronda, Cracking Art, Mimmo Rotella, Saatchi & Saatchi, Filippo Di Sanbuy, Medhat Shafik, Emilio Tadini, Ultrapop, Gilberto Zorio), a cura di / curated by A. Riva, Arengario, Milano Palermo Blues (Alessandro Bazan, Francesco De Grandi, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza), con testi di / texts by A. Riva, G. Marziani, A. Galletta, R. Jannella, A. Sciaccaluga, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo —2OO2 Ricomincio da 8 (Matteo Basilé, Alessandro Bellucco, Alfonso Bonavita, Alberto Castelli, Federico Guida, Debora Hirsch, Dany Vescovi, Luca Zampetti), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Galleria Guidi & Schoen, Genova Figuralia (Federico Lombardo, Klaus Mehrkens, Federico Vescovo), a cura di / curated by A. Riva, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) Premio Durini (Valeria Agostinelli, Pietro Capogrosso, Loris Cecchini, Susanna De Bernardi, Leonida De Filippi, Marta Dell’Angelo, Giorgio Frassi, Giuliano Guatta, Federico Guida, Paolo Maggis, Francesco Merletti, Dario Molinari, Barbara Nahmad, Davide Nido, Alex Pinna, Livio Scarpella, Alessandro Spadari, Dany Vescovi, Federico Vescovo, Yoon Si-Young), a cura di / curated by A. Riva, Museo della Permanente, Milano Nuova Scultura Italiana (Paolo Annibali, Carlo Bertocci, Giuseppe Bergomi, Paolo Cassarà, Marco Cornini, Dino Cunsolo, Aron Demetz, Paola Gandolfi, Alberto Mingotti, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Nicola Verlato), a cura di / curated by A. Riva, Il Polittico, Roma Sculturama (Adalberto Abbate, Rosario Antoci, Alfonso Bonavita, Corrado Bonomi, Paolo Cassarà, Gianni Cella, Marco Cornini, Ursula Engelke, Paolo Schmidlin, Maria Luisa Tadei), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) Sconfinamenti (Aldo Damioli, Angelo Davoli, Leonida De Filippi, Fulvio Di Piazza, Roberto Floreani, Omar Galliani, Marco Giovani, Jonathan Guaitamacchi, Giuliano Guatta, Federico Guida, Marcello Jori, Aldo Mondino, Alessandro Papetti, Eric Serafini, Tino Stefanoni), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Castello di Spezzano, Spezzano Fiorano Modenese (Mo) Premio Lissone 2OO2 (Angelo Bellobono, Matteo Bergamasco, Danilo Buccella, Alberto Castelli, Luca Conca, Valentina D’Amaro, Andrea Di Marco, Pieralli)(Favi, Gavino Ganau, Federico Lombardo, Marco Memeo, Davide Nido, Paolo Quaresima, Giuseppe Restano, Robert Shore), a cura di / curated by F. Gualdoni, A. Riva, M. Robecchi, M. Sciaccaluga, Civica Galleria di Arte Contemporanea, Lissone (Mi) —2OO3 Pentathlon. Nuova Palestra artistica milanese (Alessandro Bellucco, Leonida De Filippi, Federico Guida, Davide Nido, Dany Vescovi), a cura di / curated by M. Meneguzzo, A. Riva, M. Sciaccaluga, Museo della Permanente, Milano Kids are us… I bambini siamo noi (Stefano Arienti, Jean-Michel Basquiat, Corrado Bonomi, James Brown, David Burrows, Maurizio Cattelan, Gianni Cella, Cuoghi Corsello, Ronnie Cutrone, Wim Delvoye, Enrico T. De Paris, Fulvio Di Piazza, Keith Haring, Mike Kelley, Jeff Koons, Edward Lipski, Miltos Manetas, Liliana Moro, Takashi Murakami, Motomichi Nakamura, Yoshitomo Nara, Luigi Ontani, Alex Pinna, Plumcake, Antonio Riello, Pipilotti Rist, Tom Sachs, Shih Chieh Huang, Team cHmAN, Ultrapop, Stefan Wissel), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento Mito contemporaneo. Futurismo e oltre (Ubaldo Bartolini, Enrica Borghi, Paolo Borghi, Fratelli Calgaro, Alberto Castelli, Chiara, Girolamo Ciulla, Marco Cornini, Giacomo Costa, Aldo Damioli, Letizia Fornasieri, Maurizio Galimberti, Omar Galliani, Marco Giovani, Alì Hassoun, Federico Lombardo, Claudio Marconi, Carlo Maria Mariani, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Fabrizio Plessi, Stefania Ricci), a cura di / curated by B. Buscaroli e M. Sciaccaluga, Basilica Palladiana, Vicenza Italian Factory. La nuova scena artistica italiana (Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Matteo Bergamasco, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Chiara, Marco Cornini, Aldo Damioli, Leonida De Filippi, Marta Dell’Angelo, Aron Demetz, Enrico T. De Paris, Andrea Di INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 Marco, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini, Paolo Fiorentino, Giovanni Frangi, Michelangelo Galliani, Salvatore Garau, Federico Guida, Paolo Leonardo, Federico Lombardo, Paolo Maggis, Andrea Martinelli, Marco Neri, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Francesco Pignatelli, Luca Pignatelli, Max Rohr, Sara Rossi, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano, Velasco, Dany Vescovi), a cura di / curated by A. Riva, Istituto Santa Maria della Pietà, Venezia; Palazzo del Parlamento, Strasburgo; Promotrice delle Belle Arti, Torino Cluedo. La linea dura della nuova figurazione (Matteo Bergamasco, Alberto Castelli, Enrico Cazzaniga, Andrea Chiesi, Roberto Coda Zabetta, Costantin, Leonida De Filippi, Michelangelo Galliani, Vered Gamliel, Luca Giovagnoli, Marco Grassi, Sarah Ledda, Paolo Maggis, Gian Marco Montesano, Barbara Nahmad, Alessandro Papetti, Antonio Riello, Paolo Schmidlin), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Sala Sant’Ignazio, Arezzo Baby Gang (Valerio Berruti, Paolo Maggis, Harding Mayer e Elisabetta Vignato), a cura di / curated by A. Riva, Spirale Arte Artecontemporanea, Milano —2OO4 XIV Esposizione Quadriennale d’Arte. Anteprima Torino (0100101110101101.org, Davide Baroggi, Matteo Bergamasco, Valerio Berruti, Davide Bertocchi, Paolo Bertocchi, Paola Binante, Francesco Bocchini, Paolo Borrelli, Danilo Buccella, Alessandro Busci, Luca Caccioni, Stefano Cagol, Pietro Capogrosso, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Silvia Chiarini, Andrea Chiesi, Antonia Ciampi, Roberto Coda Zabetta, Davide Coltro, Paolo Consorti, Giacomo Costa, Giuliana Cuneaz, Salvatore Buschera, Alessandro Dal Pont, Angelo Davoli, Laura De Bernardi, Leonida De Filippi, Francesco De Grandi, Danilo Derenzis, Aron Demetz, Nicola Di Caprio, Marco Di Giovanni, Giulio Durini, Epidemic, Simonetta Fadda, Flavio Favelli, Mara Festari, Helga Franza, Fratelli Calgaro, Greta Frau, Raul Gabriel, Michelangelo Galliani, Fausto Gilberti, Marco Giovani, Daniele Girardi, Jonathan Guaitamacchi, Vittorio Gui, Federico Guida, Alessandra Grolla, Alì Hassoun, Debora Hirsch, Jaromil, Alessandro Kyriakides, Federica La Rosa, Donata Lazzaroni, Paolo Leonardo, Paolo Maggis, Marcello Maloberti, Giovanni Manfredini, Annamaria Martena, Luca Matti, Maurizio Mercuri, Davide Minuti, Barbara Nahmad, Marco Neri, Sandrine Nicoletta, Davide Nido, Daniele Pario Perra, Marco Petrus, Robert Pettina, Alex Pinna, Luca Piovaccari, Chiara Pirito, Patrick Rizzi, Max Rohr, Anna Rossi, Franco Ruaro, Tommaso Russo, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Giovanni Sesia, Rita Siragusa, Softly Kicking, Attilio Solzi, Annalisa Sonzogni, Nicola Toffolini, Mario Tomasello, Umberto Torricelli, Simone Tosca, Dany Vescovi, Laura Viale, Alberto Zamboni, Corrado Zeni, Andrea Zucchi), a cura di / curated by L. Beatrice, B. Buscaroli, F. Gualdoni, A. Riva, G. Simongini, Promotrice delle Belle Arti, Torino Medioevo prossimo venturo (Matteo Basilé, James Brown, Stefano Cagol, Andrea Chiesi, Giacomo Costa, Wim Delvoye, Omar Galliani, Alì Hassoun, Giovanni Manfredini, Giuseppe Maraniello, Munoz Vera, Hidetoshi Nagasawa, Shirin Neshat, Juan Bautista Nieto, Giovanni Novaresio, Alessandro Papetti, Leonardo Pivi, Antonio Riello, Pablo Santibanez Servat, Andres Serrano, Medhat Shafik, Valerio Tedeschi, Bernardo Torrens, Spencer Tunick, Sergio Vidal, Dania Zanotto), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio, Certaldo (Fi) Lasciateci divertire. Non è mai troppo tardi per farsi… un’infanzia felice (Maurizio Arcangeli, Dario Arcidiacono, Andrea Bianconi, Clara Bonfiglio, Corrado Bonomi, Enrica Borghi, Dario Brevi, Stefano Cagol, Gianni Cella, Chiara, Cuoghi Corsello, Santolo De Luca, Enrico T. De Paris, Maurizio Galimberti, Alex Guzzetti, Ernesto Jannini, Alessandro Lupi, Antonella Mazzoni, Fratelli Perone, Alex Pinna, Plumcake, Antonio Riello, Ultrapop), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Comunale, Arezzo Iconica. Arte contemporanea e archeologia in Sicilia (Alessandro Bazan, Sandro Chia, Wim Delvoye, Aron Demetz, Paola Gandolfi, Carlo Maria Mariani, Ryan Mendoza, Luigi Ontani, Luca Pignatelli, Antonio Riello, Mimmo Rotella, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Luigi Serafini, Velasco), a cura di / curated by A. Riva, sedi varie / travelling, Sicilia XXXVII Premio Vasto 2004. Metamorfosi. Le ambiguità della visione (Adalberto Abbate, Gino Armuzzi, Paul Beel, Alessandro Belgiojoso, Matteo Bergamasco, Simone Bergantini, Carlo Bernardini, Antonella Bersani, Marina Bolmini, Danilo Buccella, Andrea Buglisi, Enrico Cazzaniga, Paolo Consorti, Leonida De Filippi, Andrea Di Marco, Carlo Galfione, Emanuele Gregolin, Alessandro Grisoni, Hiroto Kitagawa, Christian Leperino, Paolo Maggis, Monica Palumbo, Lorenzo Petrantoni, Luca Piovaccari, Laboratorio Saccardi, Mario Salina, Livio Scarpella, Giulietta Spadaccini, Nicola Vinci, Andrea Zucchi), a cura di / curated by A. Riva, Musei Civici, Palazzo d’Avalois, Vasto (Ch) Subway 3004 (Andrea Buglisi, Davide Caforio, Paolo Cassarà, Christian Leperino, Fulvia Mendini, Lorenzo Petrantoni, Marco Prestia, Laboratorio Saccardi, Roberta Savelli, Simona Spaggiari, Nicola Vinci, Sandra Virlinzi), a cura di / curated by A. Riva, Superstudio Più, Milano Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana (Stefano Abbiati, Daniela Benedetti, Gabriele Benefico, Yuri Ceccotti, Marco Cerutti, Matteo Confalonieri, Daniele D’Acquisto, Emiliano Di Mauro, Simone Ferrarini, Daniele Girardi, Leonardo Greco, Andrea Grosso Ciponte, Iva Kontic, Siva, Michela Lorenzi, Anna Madia, Luka Moncaleano, Elena Monzo, Davide Savorani, Marina Scognamiglio), a cura di / curated by A. Riva, Superstudio Più, Milano —2OO5 Milano Flash Art Show. Ex Aula Bunker (Adalberto Abbate, Andrea Buglisi, Christian Leperino), a cura di / curated by A. Riva, ATA Hotel Executive, Milano Paintspotting. Le ultime frontiere della pittura (Gianluca Capozzi, Antonella Ci- 265 266 INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 nelli, Silvia De Bastiani, Mara Festari, Vered Gamliel, Francesca Forcella, Odette Scapin), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Allegretti Contemporanea, Torino Miracolo a Milano (Adalberto Abbate, Massimiliano Alioto, Matteo Basilé, Matteo Bergamasco, Andrea Bianconi, Corrado Bonomi, Danilo Buccella, Felipe Cardeña, Marco Cornini, Aron Demetz, Fulvio Di Piazza, Giulio Durini, Paolo Fiorentino, Letizia Fornasieri, Dario Ghibaudo, Federico Guida, Josh Levine, Enrico Lombardi, Franco Losvizzero, Michela Martello, Valentino Menghi, Davide Nido, Luigi Ontani, Giorgio Ortona, Tony Oursler, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Alex Pinna, Arash Radpour, Mauro Reggio, Antonio Riello, Mimmo Rotella, Paolo Schmidlin, Luigi Serafini, Nicola Verlato, Dany Vescovi), a cura di / curated by A. Riva, Palazzo della Ragione, Milano Seven: everything goes to hell (Nobuyoshi Araki, Dario Arcidiacono, Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Maurizio Bongiovanni, Corrado Bonomi, Roberto Coda Zabetta, Marco Cornini, Donatella di Cicco, Jiri Georg Dokoupil, Marco Fantini, Fratelli Calgaro, Nan Goldin, Marco Grassi, Timothy Greenfield-Sanders, Giuliano Guatta, Federico Guida, Richard Kern, Lucia Leuci, Alessandro Lupi, Margherita Manzelli, Gian Marco Montesano, Yasumasa Morimura, Barbara Nahmad, Luigi Ontani, Fabrizio Orsi, Daniela Perego, Alex Pinna, Daniela Rossel, Nicola Samorì, Paolo Schmidlin, Collier Schorr, Sandy Skoglund, Wolfgang Tillmans, Inez van Lamsweerde, Corrado Zeni), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio, Certaldo (Fi) Padiglione Italia Out of Biennale a cura di / curated by L. Beatrice (Marco Cingolani, Valentina D’Amaro, Massimo Kaufmann, Aldo Mondino); A. Bellini (Gianni Caravaggio, Piero Golia, Gabriele Picco); M. Coccia (Mario Consiglio, Giorgio Lupattelli, Elisa Macellari e Alessandro Tinelli); C. Leoni (Nicola Carignani, Deborah Ligorio, Rä di Martino, Mario Rizzi); G. Marziani (Matteo Basilé, Robert Gligorov, Rafael Pareja, Adrian Tranquilli); G. Molinari (David Casini, Luca Tre- visani, Nico Vascellari, Luca Vitone); F. Pasini (Chiara Camoni, Marta Dell’Angelo, Marcello Maloberti, Marcella Vanzo); B. Pietromarchi (Elisabetta Benassi, Rossella Biscotti, Jorge Peris, Lorenzo Scotto di Luzio); G. Politi (Carla Accardi, Getulio Alviani, Enrico Castellani, Gabo, Angelo Mosca); A. Riva (Aldo Damioli, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Paolo Schmidlin); M. Sciaccaluga (Davide Coltro, Giacomo Costa, Fulvio Di Piazza, Federico Guida), Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg) Apollo e Dioniso (Aron Demetz, Lino Frongia, John Kirby, Andrea Martinelli, Enrico Robusti, Paolo Schmidlin, Dino Valls), a cura di / curated by V. Sgarbi e A. Riva, Palazzo Casali, Cortona (Ar) Altre voci, altre stanze (Adalberto Abbate, Stefano Abbiati, Dario Arcidiacono, Gabriele Arruzzo, Christos Athanassiadis, Davide Avogadro, Zelimir Baric, Mirko Baricchi, Alessandro Belgiojoso, Giorgia Beltrami, Tarik Berber, Simone Bergantini, Eitan Buganim, Andrea Buglisi, Alessandro Busci, Chiara Camoni, Alfredo Cannata, Felipe Cardeña, Juanjo Castillo, Enrico Cazzaniga, Antonis Christodoulou, Davide Coltro, Giordano Curreri, Emilano Di Mauro, Alessandro Durini, Nezaket Ekici, Ramón Enrich, Deniz Erk, Wisam Farag, Loredana Galante, Daniele Girardi, Leonardo Greco, Deniz Gul, Alì Hassoun, Kostas Ioannidis, Eleni Kamma, Mihailo Karanovic-Beli, Iva Kontic, Mehmet Kösemen, Elyasaf Kowner, Kruno Jasprica, Christos Laskaris, Marcelo Lauber, Christian Leperino, Liuba, Dacia Manto, Florencia Martinez, Antonella Mazzoni, Isana Meirovich Yakov, Fulvia Mendini, Miltos Michailidis, Luka Moncaleano, Daniela Montanari, Öznur Özkurt, Massimo Pedrazzi, Stefano Porro, Alejandro Quincoces, Hugit Rubinstein, Roberta Savelli, Antonio Scoccimarro, Siva, Mauro Soggiu, Antonio Sorrentino, Alessandro Spadari, Simona Spaggiari, Lina Theodorou, Armando Tinnirello, Jovana Tomanovic, Nicola Vinci, Sandra Virlinzi, Andrea Zucchi, Gaston Zvi Ickowicz), a cura di / curated by A. Riva e C. Canali, Centro Culturale Le Ciminiere, Catania La Santa Alleanza (Matteo Basilé, Jessica Carroll, Alberto Castelli, Andrea Chiesi, Mar- co Cingolani, Roberto Coda Zabetta, Mario Consiglio, Giacomo Costa, Leonida De Filippi, Roberto Floreani, Omar Galliani, Daniele Galliano, Federico Guida, Massimo Kaufmann, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Daniela Montanari, Gian Marco Montesano, Alex Pinna, Salvo, Corrado Zeni), a cura di / curated by L. Beatrice e M. Sciaccaluga, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (Mo) —2OO6 RefreshProject. L’ultima domanda (Karin Andersen, Matteo Basilé, Stefano Cagol, Mauro Ceolin, Davide Coltro, Giacomo Costa, Robert Gligorov, Marotta & Russo, Luisa Raffaelli), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, RefreshProject, Seregno (Mi) Ars in Fabula (Karin Andersen, Gabriele Arruzzo, Matteo Bergamasco, Andrea Bianconi, Nicola Bolla, Danilo Buccella, Marco Cingolani, Davide Coltro, Vanni Cuoghi, Alessia De Montis, Gehard Demetz, Fulvio Di Piazza, Francesca Forcella, Fratelli Calgaro, Franco Losvizzero, Andrea Mastrovito, Lucio Perone, Peppe Perone, Luisa Raffaelli, Federico Solmi), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio, Ceraldo (Fi) Shoot Games (Matteo Basilé, Davide Coltro, Fratelli Calgaro, Maurizio Galimberti, Marina Giannobi, Nino Migliori, Arash Radpour, Luisa Raffaelli), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, La Scuderia, Bologna Cuore di pietra (Chiara Albertoni, Alessandro Busci, Piero Gilardi, Marcello Iori, Gian Marco Montesano, Leonardo Pivi, Walter Trecchi, Luca Zampetti), a cura di / curated by M. Sciccaluga, Mole Vanvitelliana, Ancona Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana (Simona Bramati, Maurizio Carriero, Mimmo Centonze, Cora Chiavedale, Raffaele Collu, Fabio Coruzzi, Andrea D’Aguanno, Cristiana Depedrini, Nebojsa Despotovic, Annaclara Di Biase, Emilia Faro, Paola Ferla, Ettore Frani, Daniele Giunta, Svitlana Grebenyuk, Mihailo Beli Karanovic, Piero Mezzabotta, Da- INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 – 2OO7 niela Pedretti, Marco Salvetti, Cristiano Tassinari), a cura di / curated by A. Riva, Casa del Pane – Casello Ovest di Porta Venezia, Milano La città che sale (Dario Arcidiacono, Alessandro Busci, Claudio Buso, Andrea Chiesi, Aldo Damioli, Angelo Davoli, Leonida De Filippi, Jonathan Guaitamacchi, Fabrizio Musa, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Walter Trecchi), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Galleria Santamarta, Milano Sculture da viaggio (Enrica Borghi, Piergiorgio Colombara, Marco Cornini, Gehard Demetz, Michelangelo Galliani, Alessandro Lupi, Gian Marco Montesano, Matteo Negri, Leonardo Pivi, Marco Porta, Fabio Viale), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Galleria del Tasso, Bergamo —2OO7 Italiana (Giuseppe Bergomi, Aron Demetz, Giulio Durini, Federico Guida, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano), a cura di / curated by A. Riva, Shanghai Art Museum, Shanghai Sei gradi di separazione (Pietro Capogrosso, Leonida De Filippi, Daniele Galliano, Federico Guida, Debora Hirsch, Davide Le Grazie, Gian Marco Montesano, Luigi Presicce, Elisabetta Vignato), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Andrea Arte Contemporanea, Vicenza Street Art Sweet Art (Abbominevole, Airone, Aris, Atomo, Basik, Blu, Bo130, Bros, Cano, Dado e Stefy, Dem, Gatto, Ericailcane, Eron, ivan, Joys, KayOne, Led, Mambo, Microbo, Nais, Ozmo, Pao, Pho, Pus, Rae Martini, Rendo, Sea, Sonda, Teatro, Tvboy, Wany), a cura di / curated by A. Riva, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano Indicativo presente (Maura Biava, Luca Del Baldo, Vanni Cuoghi, Christian Leperino, Stefano Mosena, Svitlana Grebenyuk, Giuseppe Rado, Debora Romei, Maria Francesca Tassi), a cura di / curated by L. Beatrice, A. Riva, M. Sciacca- luga, MiArt 2007, Fiera Milano City, Milano Linee all’Orizzonte (Massimiliano Alioto, Maddalena Ambrosio, Matteo Basilé, Gabriele Basilico, Bernd & Illa Becher, Matteo Bergamasco, Corrado Bonomi, James Brown, Andrea Chiesi, Christo, Giacomo Costa, Ronnie Cutrone, Aldo Damioli, Leonida De Filippi, Francesco De Molfetta, Paolo Fiorentino, Roberto Floreani, Maurizio Galimberti, Francesca Galliani, Marina Giannobi, Piero Guccione, Franco Guerzoni, Cai Guo-Qiang, Peter Halley, Hans Hartung, Fathi Hassan, Pier Paolo Koss, Alessandro Lupi, Jason Martin, Hiroyuki Masuyama, Gian Marco Montesano, Marco Neri, Kenneth Noland, Occhiomagico, Lucio Perone, Peppe Perone, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Antonello Plantamura, Tom Porta, Antonio Riello, Salvo, Paolo Serra, Medhat Shafik, Toshio Shibata, Alessandro Spadari, Carlo Steiner, Thomas Struth, Philip Taaffe, Spencer Tunick, Vittorio Valente, Dany Vescovi, Massimo Vitali, Corrado Zeni), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, GAM Galleria d’Arte Moderna, Genova The new Italian art Scene (Giuseppe Bergomi, Alessandro Busci, Aron Demetz, Giulio Durini, Paolo Fiorentino, Enrico Lombardi, Giorgio Ortona, Marco Petrus, Mauro Reggio, Livio Scarpella) a cura di / curated by A. Riva, Taipei Fine Arts Museum, Taipei, Taiwan Curve Pericolose (Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé, Corrado Bonomi, Delia Brown, Daniele Buetti, Kathe Burkhart, Paolo Cassarà, Antonella Cinelli, Larry Clark, ConiglioViola, Vanni Cuoghi, Alessia De Montis, Frantisek Driktol, Tracey Emin, Fratelli Calgaro, Francesca Galliani, Omar Galliani, Robert Gligorov, Marco Grassi, Leeta Harding, Debora Hirsch, Jasmine Hirst, J&Peg, Richard Kern, Micha Klein, David LaChapelle, Davide Le Grazie, Sabrina Milazzo, Gian Marco Montesano, Barbara Nahmad, Shirin Neshat, Nora Ness, Erwin Olaf, Alessandro Papetti, Mel Ramos, Man Ray, Bettina Rheims, Elisa Rossi, Mimmo Rotella, Paolo Schmidlin, Paul Smith, Bernardo Torrens, JoelPeter Witkin, Luca Zampetti, Corrado Zeni), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Casa del Pane – Casello Ovest di Porta Venezia, Milano Street Up. The best summer Pop Up show (Bo130, ivan, Microbo, Nais, Ozmo, Pao, Pus, Sonda, Niko Stumpo, Tvboy), a cura di / curated by A. Riva, Byblos Art Gallery, Verona Arte Italiana. Pittura. 1968-2007 ideata da / coinceive by V. Sgarbi, a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Palazzo Reale, Milano 58° Premio Michetti. Nuovi Realismi (Pierluigi Abbondanza, Fernando Adam, Massimiliano Alioto, Agostino Arrivabene, Giuseppe Bartolini, Paul Beel, Carlo Bertocci, Tomas Birkner, Maurizio Bottoni, Andrea Boyer, Danilo Buccella, Paolo Campa, Carlo Cane, Gianluca Capozzi, Paolo Cassarà, Alberto Castelli, Juanjo Castillo, Sonia Ceccotti, Mimmo Centonze, Claudio Cionini, Valentina D’Amaro, Sivano D’Ambrosio, Aldo Damioli, Luca Del Baldo, Giovanni La Cognata, Christos Lascaris, Claudia Marchetti, Salvatore Marrone, Constantin, Claudio Monnini, Mariano Moroni, Vladimir Pajeyic, Ekaterina Panikanova, Victor Rodriguez, Aimone Sambuy, Behi Shamiri, Bernardo Siciliano, Cristiano Tassinari, Giorgio Tonelli, Dino Valls, Luciano Ventrone, Nicola Verlato, Angela Volpi, Corrado Zeni, Giovanni Zoda, Andrea Zucchi), a cura di / curated by M. Sciaccaluga, Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch) 267 268 ARTISTS’ INDEX INDICE ARTISTI Maurizio Sciaccaluga e Alessandro Riva davanti alla scultura Big Boy di Ron Mueck alle Corderie della 49 a Biennale d’Arte, Venezia, 2001. Foto Francesca Habe. Maurizio Sciaccaluga and Alessandro Riva in front of the Big Boy sculpture by Ron Mueck at the Corderie of the 49 th Biennial of Art, Venice 2001. Photo Francesca Habe. Abbate, Adalberto Abbominevole Airone Alioto, Massimiliano Andersen, Karin Arcidiacono, Dario Arruzzo, Gabriele Atomo Baratta, Romano Basilé, Matteo Bazan, Alessandro Beel, Paul Bellucco, Alessandro Beltrami, Giorgia Bergamasco, Matteo Bergomi, Giuseppe Bernardini, Carlo Bersani, Antonella Blu Bo130 Bonomi, Corrado Bramati, Simona Bros Buccella, Danilo Buglisi, Andrea Busci, Alessandro Cannata, Alfredo Cardeña, Felipe Carriero, Maurizio Cassarà, Paolo Castelli, Alberto Cavallo, Daniela Ceccotti, Sonia Ceolin, Mauro Chiara Chiesi, Andrea Cingolani, Marco Coltro, Davide Cornini, Marco Costa, Giacomo Costantin Cuoghi, Vanni Curreri, Giordano Dado e Stefy D’Amaro, Valentina Damioli, Aldo De Filippi, Leonida De Grandi, Francesco De Luca, Santolo Demetz, Aron De Paris, Enrico T. Di Marco, Andrea Di Piazza, Fulvio Durini, Giulio Dynys, Chiara Faro, Emilia Fiorentino, Paolo Fioresi, Stefano Frangi, Giovanni Galimberti, Maurizio Galliani, Michelangelo Galliani, Omar Galliano, Daniele Gandolfi, Paola Ghibaudo, Dario Giordani, Alessandro Giorgis, Barbara Girardi, Daniele Giunta, Daniele Gobbo, Eloisa Grassi, Marco Grebenyuk, Svitlana Greco, Leonardo Guaitamacchi, Jonathan 158 249 248 171 72, 192 80, 149 151 246 216 64, 194 52, 118 103 137 231 153 124, 181 217 107 245 252 79, 150 233 256 152 159 173 109 162 227 106, 127 62 241 229 197 98 203 53 196 123 193 228 154 81 251 110, 211 89 134 90, 116 97 125, 178 94 117 74, 119 60, 180 215 223 176 236 42, 86 210 126 99 50 105 75 239 222 184 232 156 146 186 237 208 Guida, Federico Hassoun, Alì Hirsch, Debora ivan Joys Karanovic, Mihailo Beli Kastelic, Victor Kontic, Iva Laboratorio Saccardi La Cognata, Giovanni Lauretta, Francesco Leonardo, Paolo Leperino, Christian Levenson, Silvia Lombardi, Enrico Lombardo, Federico Mair, Sylvia Mariconti, Andrea Martinelli, Andrea Martinez, Florencia Mastrovito, Andrea Matti, Luca Mazzoni, Antonella Mehrkens, Klaus Mendini, Fulvia Menghi, Valentino Microbo Moncaleano, Luka Montanari, Daniela Nahmad, Barbara Nais Nido, Davide Ozmo Pao Papetti, Alessandro Petrus, Marco Pignatelli, Luca Pinna, Alex Pintaldi, Cristiano Piovaccari, Luca Porta, Tom Professor Bad Trip Pus Racheli, Simone Rado, Giuseppe Raffaelli, Luisa Reggio, Mauro Rendo Rohr, Max Rossi, Elisa Samorì, Nicola Savelli, Roberta Scarpella, Livio Schmidlin, Paolo Siciliano, Bernardo Siva Sonda Sorrentino, Antonio Spadari, Alessandro Tassinari, Cristiano Tranquilli, Adrian Trecchi, Walter Tvboy Ultrapop Valente, Vittorio Velasco Veneziano, Giuseppe Verlato, Nicola Vescovi, Dany Vignato, Elisabetta Virlinzi, Sandra Zanichelli, Bruno Zeni, Corrado Zucchi, Andrea 135, 179 143 145 259 250 235 55 234 163 66 205 95 164 51 92, 172 65 147 225 67 111 155 77 96 49 157 165 253 185 142 108 258 136 255 254 63, 202 41, 85, 175 40, 88 76, 148 93 87 206 73 247 102 240 195 174 261 100 226 230 224 128 101, 129 61, 170 238 260 81 209 187 71 207 257 80, 81 78 43, 48, 177 161 104 133 144 80, 160 54 204 91 269 270 INDICE SEZIONI SECTIONS INDEXES ANTOLOGY INDEX INDICE DEL VOLUME 40 41 42 43 OFFICINA MILANESE —1998 Luca Pignatelli Marco Petrus Giovanni Frangi Velasco Il nuovo ritratto 109 Alfredo Cannata 110 Valentina D’Amaro 111 Florencia Martinez 48 49 50 51 52 53 54 55 CRONACHE VERE —1998 Velasco Klaus Mehrkens Daniele Galliano Silvia Levenson Alessandro Bazan Marco Cingolani Bruno Zanichelli Victor Kastelic 60 61 62 63 64 65 66 67 IL NUOVO RITRATTO IN ITALIA —1998 Giulio Durini Bernardo Siciliano Alberto Castelli Alessandro Papetti Matteo Basilé Federico Lombardo Giovanni La Cognata Andrea Martinelli 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 LA FANTASCIENZA —1999 2OOO Adrian Tranquilli Karin Andersen Professor Bad Trip Fulvio Di Piazza Dario Ghibaudo Alex Pinna Luca Matti Vittorio Valente Corrado Bonomi Ultrapop (Arcidiacono, Virlinzi, Curreri, Sorrentino) 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 LA RIDEFINIZIONE DEI GENERI —2OOO Luoghi Marco Petrus Giovanni Frangi Luca Piovaccari Luca Pignatelli Aldo Damioli Scenari futuri Francesco De Grandi Andrea Zucchi Enrico Lombardi Science–painting Cristiano Pintaldi Contaminazioni Enrico T. De Paris Paolo Leonardo Still Life & Feticci Antonella Mazzoni Santolo De Luca Chiara Il grande disegno Omar Galliani Ellroy & Co. Max Rohr Paolo Schmidlin Simone Racheli Paul Beel Peep show Nicola Verlato Paola Gandolfi Paolo Cassarà Antonella Bersani Barbara Nahmad 181 Giuseppe Bergomi 116 117 118 119 PALERMO BLUES —2OO1 Francesco De Grandi Andrea Di Marco Alessandro Bazan Fulvio Di Piazza 184 185 186 187 ITALIAN FACTORY: ULTIME TENDENZE —2OO4 2OO7 Daniele Girardi Luka Moncaleano Svitlana Grebenyuk Cristiano Tassinari 123 124 125 126 127 128 129 SCULTURAMA: NUOVA SCULTURA ITALIANA —2OO2 Marco Cornini Giuseppe Bergomi Aron Demetz Michelangelo Galliani Paolo Cassarà Livio Scarpella Paolo Schmidlin 192 193 194 195 196 197 PITTURA DIGITALE —2OO6 Karin Andersen Giacomo Costa Matteo Basilé Luisa Raffaelli Davide Coltro Mauro Ceolin 133 134 135 136 137 NUOVA PALESTRA ARTISTICA MILANESE —2OO3 Dany Vescovi Leonida De Filippi Federico Guida Davide Nido Alessandro Bellucco 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 IL PAESAGGIO —2OO7 Alessandro Papetti Andrea Chiesi Corrado Zeni Francesco Lauretta Tom Porta Walter Trecchi Jonathan Guaitamacchi Alessandro Spadari Maurizio Galimberti Valentina D’Amaro 158 159 160 161 162 163 164 165 LA LINEA DOLCE DELLA NUOVA FIGURAZIONE —2OO1 2OO7 Daniela Montanari Alì Hassoun Elisabetta Vignato Debora Hirsch Marco Grassi Sylvia Mair Lasciateci divertire Alex Pinna Dario Arcidiacono Corrado Bonomi Ars in fabula Gabriele Arruzzo Danilo Buccella Matteo Bergamasco Vanni Cuoghi Andrea Mastrovito Eloisa Gobbo Fulvia Mendini Subway 3OO4 Adalberto Abbate Andrea Buglisi Sandra Virlinzi Giuseppe Veneziano Felipe Cardeña Laboratorio Saccardi Christian Leperino Valentino Menghi 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 ITALIAN FACTORY: Venezia, Strasburgo, Torino, Milano, Palermo, Roma, Shanghai, Taipei —2OO3 2OO7 Bernardo Siciliano Massimiliano Alioto Enrico Lombardi Alessandro Busci Mauro Reggio Marco Petrus Paolo Fiorentino Velasco Aron Demetz Federico Guida Giulio Durini 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 LUCE NEGLI OCCHI —2OO7 215 Chiara Dynys 216 Romano Baratta 217 Carlo Bernardini 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 GIOVANE PITTURA ITALIANA —2OO4 2OO7 Barbara Giorgis Emilia Faro Roberta Savelli Andrea Mariconti Elisa Rossi Maurizio Carriero Costantin Sonia Ceccotti Nicola Samorì Giorgia Beltrami Daniele Giunta Simona Bramati Iva Kontic Mihailo Beli Karanovic Stefano Fioresi Leonardo Greco Siva Alessandro Giordani Giuseppe Rado Daniela Cavallo 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 STREET ART —2OO7 Blu Atomo Pus Airone Abbominevole Joys Dado e Stefy Bo130 Microbo Pao Ozmo Bros Tvboy Nais ivan Sonda Rendo 271 NON FINISCE QUI TO BE CONTINUED Vittorio Sgarbi 7 LA SVOLTA THE TURNING POINT Eugenio Borroni 8 NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA: LA RI-SENSIBILIZZAZIONE NELLA RICERCA DI FINE MILLENNIO NEW ITALIAN FIGURATION: THE RE-SENSITIZATION IN THE END OF THE MILLENIUM STUDY Chiara Canali 11 INTERVISTA A LUCA BEATRICE INTERVIEW WITH LUCA BEATRICE Chiara Canali 19 AFFETTI COLLATERALI COLLATERAL AFFECTION Maurizio Sciaccaluga 24 FORMIDABILI QUEGLI ANNI THOSE YEARS WERE REMARKABLE Argàno Brigante 28 SEZIONI SECTIONS 36 INDICI INDEXES 262 INDICE MOSTRE COLLETTIVE CURATE DA A. RIVA E M. SCIACCALUGA 1998 — 2OO7 INDEX GROUP EXHIBITIONS CURATED BY A. RIVA AND M. SCIACCALUGA 1998 — 2OO7 263 INDICE ARTISTI ARTISTS’ INDEX 269 INDICE SEZIONI SECTIONS’ INDEX 270 FABBRICA BORRONI VIA MATTEOTTI, 19 2OO21 BOLLATE, MILANO TEL. O2 36 50 73 81 WWW.FABBRICABORRONI.IT SILVANA EDITORIALE SPA VIA MARGHERITA DE VIZZI, 86 2OO92 CINISELLO BALSAMO, MILANO TEL. O2 61 83 63 37 FAX O2 61 72 464 WWW.SILVANAEDITORIALE.IT LE RIPRODUZIONI, LA STAMPA E LA RILEGATURA SONO STATE ESEGUITE PRESSO LO STABILIMENTO ARTI GRAFICHE AMILCARE PIZZI SPA CINISELLO BALSAMO, MILANO FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI OTTOBRE 2OO7