lunedì 6 giugno 2011

Tormento.
Lo spazio non mi appartiene.
Ologramma.
Sono dappertutto, niente.
Una persona al secondo. Vuoto spinto.
Ogni attimo inodore sferza l'ipotalamo in ossitocina.

Non sono mai stato qui. Nulla.


H2SO4.

Il tuo sorriso che mi squaglia le labbra in sordi lamenti.
L'anima si contorce e stride. Spasmi fluttuanti.
Cenere e polvere. Cloro e vaselina.

Non sono mai stato qui. Niente.

Il portone è pesante,scuro. Il vuoto trafigge, trapassa e vince.
Deboli segnali di riflesso dal grande buio.
Cammino lento, fiaccato nei passi.
Resti muta, immobile osservi.

Non sono mai stato qui. Nessuno.

I tuoi occhi come lame mi squarciano il petto.
La tua bocca è porta per l'inferno.
Conto le dita infinite volte.
Bevo prima di parlare.
Schiudo appena le palpebre prima di svenire.

Immobile. Impotente. Sterile.

Nei tuoi fianchi è la scia di veleno liquido.
Soffocante morte. Asfissìa del lobo frontale.
Sono ancora lì. Nel tuo letto.
A fissare lo spazio angusto dove mi cingevi le idee.
Al centro della tela. Di spalle mi osservi e stringi la corda attorno alla mia fame.

Puoi parlare, se vuoi.


Il paradiso è in fiamme. Ucciderò i tuoi guai.
Laverò la bocca, ripudiato e sfatto, su petali di loto.

lunedì 30 maggio 2011

Resto in bilico, sul bordo del crepaccio.
Il vuoto mi chiama insistente, io debole rispondo.
Accenno uno sguardo a questo oceano di corruzione.
E resto lì, ancora un po'.
Voci di ogni mondo mi parlano. Non so decifrarle.
Le gambe paralizzate. Rumore.

Presto, vieni a vedere! E' lei che sta male?

Lui non parla. Mi guarda con occhi scuri e tremanti.
Vorrebbe dirmi tutto.
Della prima volta. Di tutta la vita privata. Di ogni consapevolezza inespressa.
Loro sono tanti, vestiti uniformi, un esercito del nulla.

Perché non ce lo dice?


Arte da ascolto.
Resto lì, lo reggo. Decifro ogni scansione di tempo sospeso.
Io lo so, perché.

Ciao. Ciao.

sabato 28 maggio 2011

Guardo le forme. Loro non guardano me.

Parla con lui, spiegagli. Racconta!

Lui urla, è geloso, fuori di sé. Lei  fredda, stupida, recalcitrante.

Il fumo affolla la stanza. I gas sforano dagli interstizi. C'è puzza, qui dentro.

Scendo. Gli uomini hanno purgato i nostri animi oscuri.

Scarafaggi sotto i piedi, in strada, muovono ovunque.

La loro Fine incombe, lo sento. La conosco.

Spacca una pietra.

mercoledì 11 maggio 2011

Se pensassi a ciò che penso, mi troverei nuovo.
In testa è il colore del sangue.
Hai mai sognato Dio? Che colore ha il suo volto?
Quale faccia mostruosa deve avere Dio?

Ode a te, O' Mio Dio.

Il suono all'ingresso della stanza mi provoca una sottile irrequietezza.
L'aria di Primavera stilizzata mi piace. E' teatrale. Stupida.

249. Le stanze che si chiudono.

Il quadro asimmetrico porta segni perfettamente incomprensibili.
Rivela la macchia nera sul fondo del bicchiere.
Ottimo. Rompersi le pupille e tradire la paura.
Nell' attesa la gamba sinistra accenna l'inganno.

Fingere.

Le voci si fanno frastuono e i suoi occhiali sono rumore.
Quei baffi rassicuranti e fedelmente conciati trapelano la sua infedeltà. Chissà perché,poi.
Lei è perfetta. Cura ogni possibilità. Il suo biondo naturale racconta tutte le sue imperizie.
Ogni mancanza propriamente trascinata nell' utero.

Quinta sinfonia.
Tutto è giusto. Il mio colore è adeguatamente inconsistente.
Un tempismo unico, dice. Scegli la tua strada.
L'imbuto ad angolo convoglia ogni possibilità di opposizione.

Sei sicuro? Quante volte hai imparato a contare?

Entro al buio. Tolgo le scarpe. Il pavimento è freddo.
Raccontati, figlio.. Cosa ti angoscia?
Guardati gli occhi! Sei vero?
Chi sei, tu? Dove hai lasciato tua madre?
Magari preferisci camminare sulle mani..
In quale cazzo di posto ti trovi, me lo vuoi dire? Disturbi?

Non lo so. Credevo. Non credo di sapere.
Tutto è selvaggiamente debole.
Sono l'aria sporca che inghiottisco. La saliva che sputi dal ventre.
La carne putrescente che mastichi e vomito.
Mostri sanguinolenti, brandelli penzolanti e sterili disposizioni.

Qui tutto puzza. Marcisce l'attitudine e lo stomaco giura il falso.
Cola l'olio ingrassato e sono vermi sul pavimento.
Si contorcono, si dimenano, perché devi capire.

L'aria non è cosa di tutti. Buttala fuori.
Vuoi una coperta?
E' monossido di carbonio negli occhi.

Lettori fissi