Lo spazio non mi appartiene.
Ologramma.
Sono dappertutto, niente.
Una persona al secondo. Vuoto spinto.
Ogni attimo inodore sferza l'ipotalamo in ossitocina.
Non sono mai stato qui. Nulla.
H2SO4.
Il tuo sorriso che mi squaglia le labbra in sordi lamenti.
L'anima si contorce e stride. Spasmi fluttuanti.
Cenere e polvere. Cloro e vaselina.
Non sono mai stato qui. Niente.
Il portone è pesante,scuro. Il vuoto trafigge, trapassa e vince.
Deboli segnali di riflesso dal grande buio.
Cammino lento, fiaccato nei passi.
Resti muta, immobile osservi.
Non sono mai stato qui. Nessuno.
I tuoi occhi come lame mi squarciano il petto.
La tua bocca è porta per l'inferno.
Conto le dita infinite volte.
Bevo prima di parlare.
Schiudo appena le palpebre prima di svenire.
Immobile. Impotente. Sterile.
Nei tuoi fianchi è la scia di veleno liquido.
Soffocante morte. Asfissìa del lobo frontale.
Sono ancora lì. Nel tuo letto.
A fissare lo spazio angusto dove mi cingevi le idee.
Al centro della tela. Di spalle mi osservi e stringi la corda attorno alla mia fame.
Puoi parlare, se vuoi.
Il paradiso è in fiamme. Ucciderò i tuoi guai.
Laverò la bocca, ripudiato e sfatto, su petali di loto.