Eleonora Guzzo
Eleonora Guzzo è architetto e storica dell'architettura. In qualità di funzionario architetto, ha prestato servizio presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBACT), ricoprendo il ruolo di direttore del Servizio tecnico presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, istituto centrale del MIBACT. Titolare della cattedra di Storia dell'Arte presso il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), è responsabile di numerosi progetti educativi in collaborazione con il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI), la Fondazione Palazzo Strozzi, la Regione Toscana e la Water Right Foundation. Ha condotto ricerche scientifiche in ambito internazionale in seno all'INHA di Parigi e alla Scuola di Architettura di Firenze, in collaborazione con il Max Weber Kolleg für kultur und sozialwissenschaftliche Studien di Erfurt. É stata membro dell'Équipe de recherche Histara presso l'Ecole Pratique des Hautes Etudes Paris Sorbonne (EPHE) e l'Institut National d'Histoire de l'Art (INHA), borsista presso il Dipartimento di Disegno, Storia e Progetto presso l'Università di Firenze e presso il Deutsches Historische Institut - Paris (DHIP/IHA). Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'arte all'Écôle Pratique des Hautes Études di Parigi e in Storia dell'architettura e della città presso l'Università di Firenze. Autrice di monografie, saggi ed articoli scientifici pubblicati in Italia ed in Francia, i suoi studi si concentrano sull'architettura dal Rinascimento all'epoca moderna, in particolare sulle filiazioni della teoria architettonica italiana nel contesto europeo.
Supervisors: Sabine Frommel, Amedeo Belluzzi, Ulisse Tramonti, and Christian Comiot
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Talks by Eleonora Guzzo
Martedì 24 ottobre 2017, ore 17.00 – Biblioteca Forteguerriana
Interviene Sara Taglialagamba
Sarà presente l’autrice
Il monumento ligneo a Jean-Jacques Rousseau nel Panthéon di Parigi fu realizzato secondo il modello del tempio rustico in scala ridotta. La sua struttura è ispirata da un lato ai principi dell'architettura occidentale, attraverso l'aderenza al topos letterario della capanna vitruviana, dall'altro ai semplici principi naturali predicati da Rousseau. Nel saggio il progetto del tempio è inquadrato sia nel suo prestigioso contesto teorico, sia in quello storico della Francia rivoluzionaria. L'analisi di documenti inediti, l'elaborazione di nuovi rilievi e studi fotografici digitali supportano le ipotesi attributive, così come completano l'esame delle proporzioni classiche dell'opera, fra regola e rivoluzione.
Eleonora Guzzo, nata a Pistoia nel 1985, è architetto e storica dell'architettura. Insegnante di ruolo in Disegno e Storia dell'arte, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'arte all'École pratique des hautes études di Parigi e in Storia dell'architettura e della città presso l'Università di Firenze. Già membro dell'équipe di ricercatori del laboratorio Histara presso l'Institut national d'histoire de l'art, collabora come consulente del comitato di referaggio scientifico di alcune note case editrici italiane. Autrice di saggi ed articoli pubblicati in Italia e in Francia, i suoi studi si concentrano sull’architettura, spaziando dal Rinascimento all’epoca moderna. Si è interessata in particolare delle filiazioni della teoria architettonica italiana nel contesto europeo e specialmente francese. "Il tempio nel tempio", la sua prima opera monografica pubblicata, è tratto dalla tesi di dottorato discussa nel 2013 e premiata dall'Università di Firenze come la più innovativa nel suo anno nell'ambito tecnologico.
Eleonora Guzzo è attivamente impegnata con il FAI (Fondo per l'ambiente italiano) sul fronte della tutela e della valorizzazione e della valorizzazione del patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico italiano.
Durante la serata, l'architetto Eleonora Guzzo tratta delle architetture effimere che, sul finire del XVIII secolo, entrarono a far parte dello scenario urbano durante le feste civiche nazionali promosse dalla Rivoluzione. Le grandi riforme amministrative nel corso dei primissimi anni della prima Repubblica francese interessarono da vicino il settore delle arti e della gestione dell’immagine dello Stato. Le nuove istituzioni attribuivano all'architettura pubblica una notevole importanza, in quanto capace di mostrare esplicitamente la struttura del pensiero che ne aveva ispirato e poi costruito le fondamenta ideologiche.
L'architettura rivoluzionaria è quindi costruzione prima di tutto politica che, nelle sue manifestazioni, in primis quelle celebrative, mira a rappresentare gli ideali a cui anelava la società francese. Si celebrava innanzitutto la Libertà civile e quella d’espressione in tutte le sue forme: libertà, dunque, anche d’ispirazione nelle arti.
Quale ispirazione avrebbe potuto apparire più degna, se non quella proveniente dalla schietta società delle origini, quella dorica o tuscanica che aveva raggiunto i propri apici nella forma altissima dell’Atene periclèa e nella Roma repubblicana, entrambe così prossime alla perfezione, nella propria forma urbis e nell’equilibrio politico? Come avrebbero potuto prescindere, gli architetti rivoluzionari, nella rappresentazione delle virtù alla base della nuova città, dalle forme naturali nella cui perfetta semplicità il buon selvaggio di Rousseau aveva trovato riparo, prima che la sofisticazione del modo di vivere lo trascinasse in una società corrotta?
L’architettura effimera delle feste repubblicane offre, forse con un’evidenza ancor maggiore di quella durevole degli interventi edificati, uno spaccato dei temi e degli archetipi del periodo rivoluzionario. I décors, gli apparati scenografici, le architetture monumentali temporanee delle feste nazionali erano progettati secondo due principali fili conduttori: in primo luogo l’antique revival, che impregnava l'ampio immaginario architettonico fortemente ispirato dall’antichità greco - italica; in secondo luogo il leitmotif unificante del tema archetipico del ritorno alla natura.
L’utopia dell’Arcadia, l’ideale rurale alla Rousseau, si rivelano proprio nella città travestita - non negata - da campagna durante l'allestimento e lo svolgimento delle feste civiche: attraverso pergolati, scenari vegetali, mazzi di fiori di campo e festoni di foglie, si palesava l’aspirazione della società urbana alla purezza della condizione originaria dell’uomo nello stato di natura teorizzata dal filosofo di Ginevra.
E' in tale contesto che viene progettata la festa che, nel 1794, celebra l'apoteosi di Jean - Jacques Rousseau, ormai ritenuto dalle istituzioni rivoluzionarie il principale ispiratore del nuovo ordine dello stato repubblicano.
Portando a supporto di tale argomentazione un'ampia base documentaria, pubblicata per la prima volta nel recente volume "Il tempio nel tempio" (Florence University Press, Firenze, 2016), l'intervento illustra le fasi di ideazione della festa e delle architetture effimere realizzate per la traslazione delle ceneri del philosophe da Ermenonville al Panthéon di Parigi, gli artisti ed gli architetti coinvolti nel progetto della cerimonia, dell'apparato scenografico complessivo e del sarcofago monumentale in forma di piccolo tempio rustico. Si metterà infine in luce l'originale e coerente rispondenza di questo tempietto ligneo e della scenografia architettonica urbana, con la filosofia di Rousseau e con il mito della prima architettura narrato da Vitruvio nel II secolo d.C.
Papers by Eleonora Guzzo
Articles by Eleonora Guzzo
EN - One of the most significant contribution of Elisa within her politics of public investments is the promotion of holyday locations. The study offers a comparison between Elisa's commissions for the thermal pavilions and her palazzo in Bagni di Lucca on the one side and Paolina's villa on the shoreline of Viareggio on the other one. The author shows which characteristics allow to define these architectures, conceived in an intimate relationship with the natural landscape, as designed to improve wellbeing, between the theories of Enlightment and the Romantic Era.
Books by Eleonora Guzzo
Martedì 24 ottobre 2017, ore 17.00 – Biblioteca Forteguerriana
Interviene Sara Taglialagamba
Sarà presente l’autrice
Il monumento ligneo a Jean-Jacques Rousseau nel Panthéon di Parigi fu realizzato secondo il modello del tempio rustico in scala ridotta. La sua struttura è ispirata da un lato ai principi dell'architettura occidentale, attraverso l'aderenza al topos letterario della capanna vitruviana, dall'altro ai semplici principi naturali predicati da Rousseau. Nel saggio il progetto del tempio è inquadrato sia nel suo prestigioso contesto teorico, sia in quello storico della Francia rivoluzionaria. L'analisi di documenti inediti, l'elaborazione di nuovi rilievi e studi fotografici digitali supportano le ipotesi attributive, così come completano l'esame delle proporzioni classiche dell'opera, fra regola e rivoluzione.
Eleonora Guzzo, nata a Pistoia nel 1985, è architetto e storica dell'architettura. Insegnante di ruolo in Disegno e Storia dell'arte, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'arte all'École pratique des hautes études di Parigi e in Storia dell'architettura e della città presso l'Università di Firenze. Già membro dell'équipe di ricercatori del laboratorio Histara presso l'Institut national d'histoire de l'art, collabora come consulente del comitato di referaggio scientifico di alcune note case editrici italiane. Autrice di saggi ed articoli pubblicati in Italia e in Francia, i suoi studi si concentrano sull’architettura, spaziando dal Rinascimento all’epoca moderna. Si è interessata in particolare delle filiazioni della teoria architettonica italiana nel contesto europeo e specialmente francese. "Il tempio nel tempio", la sua prima opera monografica pubblicata, è tratto dalla tesi di dottorato discussa nel 2013 e premiata dall'Università di Firenze come la più innovativa nel suo anno nell'ambito tecnologico.
Eleonora Guzzo è attivamente impegnata con il FAI (Fondo per l'ambiente italiano) sul fronte della tutela e della valorizzazione e della valorizzazione del patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico italiano.
Durante la serata, l'architetto Eleonora Guzzo tratta delle architetture effimere che, sul finire del XVIII secolo, entrarono a far parte dello scenario urbano durante le feste civiche nazionali promosse dalla Rivoluzione. Le grandi riforme amministrative nel corso dei primissimi anni della prima Repubblica francese interessarono da vicino il settore delle arti e della gestione dell’immagine dello Stato. Le nuove istituzioni attribuivano all'architettura pubblica una notevole importanza, in quanto capace di mostrare esplicitamente la struttura del pensiero che ne aveva ispirato e poi costruito le fondamenta ideologiche.
L'architettura rivoluzionaria è quindi costruzione prima di tutto politica che, nelle sue manifestazioni, in primis quelle celebrative, mira a rappresentare gli ideali a cui anelava la società francese. Si celebrava innanzitutto la Libertà civile e quella d’espressione in tutte le sue forme: libertà, dunque, anche d’ispirazione nelle arti.
Quale ispirazione avrebbe potuto apparire più degna, se non quella proveniente dalla schietta società delle origini, quella dorica o tuscanica che aveva raggiunto i propri apici nella forma altissima dell’Atene periclèa e nella Roma repubblicana, entrambe così prossime alla perfezione, nella propria forma urbis e nell’equilibrio politico? Come avrebbero potuto prescindere, gli architetti rivoluzionari, nella rappresentazione delle virtù alla base della nuova città, dalle forme naturali nella cui perfetta semplicità il buon selvaggio di Rousseau aveva trovato riparo, prima che la sofisticazione del modo di vivere lo trascinasse in una società corrotta?
L’architettura effimera delle feste repubblicane offre, forse con un’evidenza ancor maggiore di quella durevole degli interventi edificati, uno spaccato dei temi e degli archetipi del periodo rivoluzionario. I décors, gli apparati scenografici, le architetture monumentali temporanee delle feste nazionali erano progettati secondo due principali fili conduttori: in primo luogo l’antique revival, che impregnava l'ampio immaginario architettonico fortemente ispirato dall’antichità greco - italica; in secondo luogo il leitmotif unificante del tema archetipico del ritorno alla natura.
L’utopia dell’Arcadia, l’ideale rurale alla Rousseau, si rivelano proprio nella città travestita - non negata - da campagna durante l'allestimento e lo svolgimento delle feste civiche: attraverso pergolati, scenari vegetali, mazzi di fiori di campo e festoni di foglie, si palesava l’aspirazione della società urbana alla purezza della condizione originaria dell’uomo nello stato di natura teorizzata dal filosofo di Ginevra.
E' in tale contesto che viene progettata la festa che, nel 1794, celebra l'apoteosi di Jean - Jacques Rousseau, ormai ritenuto dalle istituzioni rivoluzionarie il principale ispiratore del nuovo ordine dello stato repubblicano.
Portando a supporto di tale argomentazione un'ampia base documentaria, pubblicata per la prima volta nel recente volume "Il tempio nel tempio" (Florence University Press, Firenze, 2016), l'intervento illustra le fasi di ideazione della festa e delle architetture effimere realizzate per la traslazione delle ceneri del philosophe da Ermenonville al Panthéon di Parigi, gli artisti ed gli architetti coinvolti nel progetto della cerimonia, dell'apparato scenografico complessivo e del sarcofago monumentale in forma di piccolo tempio rustico. Si metterà infine in luce l'originale e coerente rispondenza di questo tempietto ligneo e della scenografia architettonica urbana, con la filosofia di Rousseau e con il mito della prima architettura narrato da Vitruvio nel II secolo d.C.
EN - One of the most significant contribution of Elisa within her politics of public investments is the promotion of holyday locations. The study offers a comparison between Elisa's commissions for the thermal pavilions and her palazzo in Bagni di Lucca on the one side and Paolina's villa on the shoreline of Viareggio on the other one. The author shows which characteristics allow to define these architectures, conceived in an intimate relationship with the natural landscape, as designed to improve wellbeing, between the theories of Enlightment and the Romantic Era.