Festung Fenestrelle

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Il Forte di Fenestrelle è un complesso fortificato eretto nel secolo XVIII in località Fenestrelle in Val Chisone (provincia di Torino).br /

Per le sue dimensioni ed il suo sviluppo lungo tutta il fianco sinistro della valle la fortezza è detta anche la grande muraglia piemontese.br / Dal 1999 è diventata il simbolo della Provincia di Torino.

Progettato dall'ingegnere Ignazio Bertola con funzione di protezione del confine italo-francese venne completato solamente nel secolo successivo e non fu mai coinvolto in fatti d'arme correlati con la sua funzione.br / Dopo un lungo periodo di abbandono è stato, parzialmente, restaurato ed aperto al pubblico. La costruzione, composta, in realtà, da numerosi forti collegati da spalti, bastioni risalti e scale ha una superficie complessiva di 1.300.000msup2/sup sviluppandosi per oltre 5 chilometri su un dislivello di circa 700 metri, risulta essere la più estesa costruzione europea in muratura. Insieme al Forte di Exilles a al Forte di Vinadio, rappresenta una delle più significative strutture difensive del Piemonte.

Storia

La struttura

La storia delle fortificazioni nella zona di Fenestrelle inizia nel 1694 quando il re di Francia, Luigi XIV, ordinò la costruzione di un forte, il Fort Mutin, a protezione del confine con il Ducato di SavoiarefFino a quel momento l'alta Val Chisone era sempre appartenuta alla Francia/ref.br / Nel 1708, dopo il fallimento del tentativo di conquista di Torino le truppe di Vittorio Amedeo II conquistarono il forte e l'alta valle.br / Il trattato di Utrecht, del 1713, sancì questa situazione spostando quindi il confine tra Ducato di Savoia (poi Regno di Sardegna) sullo spartiacque alpino assegnado quindi le valli di Susa e Chisone ai Savoia.br / Ritenendo insufficiente il Fort Mutin, posto sul lato destro della valle, Vittorio Amedeo II diede incarico al Bertola, conte di Exilles, di progettare un complesso di fortificazioni che proteggesse la pianura torinese da eventuali tentativi francesi di invasione passando per la Valle Chisone. I lavori iniziarono nel 1727 e proseguirono, anche con varie interruzioni, per 122 anni.br / Il progetto originale prevedeva la realizzazione di opere solamente nella parte più alta, sul monte Pinaia ossia la realizzazione di quelle che diventeranno le ridotte di Elmo, Sant'Antonio e Belvedere, riunite a formare il Forte delle Valli. In seguito venne progettata, e realizzato il collegamento con il fondo valle inglobando una precedente ridotta francese, il Forte Tre Denti, e costruendo, a partire dal 1731 l'imponente Forte San Carlo. Il collegamento tra le varie componenti del complesso, oltre che dalla strada che risale da Fenestrelle fino al Forte delle Valli, strada dei Cannoni, era garantito da una scala coperta di ben 4000 scalini che risale tutto il fianco sinistro della valle collegando la piazza d'armi del Forte San Carlo con le ridotte del Forte delle Valli.br / Nel 1836 in sostituzione dell'ormai obsoleto e pericolate Forte Mutin venne realizzata la Ridotta Carlo Alberto posta a cavallo della strada risalente la valle. Quest'ultima costruzione è l'unica parte della fortezza ad avere avuto, in qualche modo, un ruolo bellico: nel luglio del 1944 parte della Ridotta Carlo Alberto venne fatta saltare in aria dai partigiani della divisione A. Serafino allo scopo di rallentare l'avanzata delle truppe nazi-fasciste che avevano lanciato una vasta operazione antipartigiana nelle vallate alpine.br / Nel 1882, in occasione della firma del patto con detto Triplice Alleanza il forte di Fenestrelle venne ulteriormente potenziato con l'aggiunta di due avamposti: il Forte Serre-Marie ed il Corpo di guardia del Falouel, detto il dado a causa della sua forma, posto verso il Colle delle Finestre. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la struttura, ormai obsoleta da un punto di vista militare, venne abbandonata subì anni di degrado e saccheggio. In pratica venne rimosso tutto ciò che era possibile asportare: infissi, porte e persino le travi dei pavimenti delle caserme. A partire dal 1990, grazie all'azione di un gruppo di volontari, è iniziato il recupero della struttura: al suo interno vengono realizzate visite guidate ed organizzate rappresentazioni teatrali e culturali. Nel 1992 è stato redatto per conto del Demanio e del Ministero dei Lavori Pubblici un progetto generale di rifunzionalizzazione per opera dell'arch.Donatella D'Angelo, che ha portato a conoscere le problematiche costruttive e di riuso del più grande Forte d'Europa.

La prigione

Durante tutta la sua attività come struttura militare, durata fino al termine della seconda guerra mondiale, la fortezza venne usata come luogo di detenzione degli ufficiali condannati, appunto, in fortezza, di semplici soldati e degli oppositori politici del momento.

Nei primi anni del XIX secolo, vi furono rinchiusi gli oppositori di Napoleone, soprattutto prelati borbonici, poi, in seguito ai primi moti risogimentali, Fenestrelle ospitò ufficiali di ideali mazziniani. Dopo il 1861, furono deportati nella fortezza ufficiali e soldati borbonici e, come riportato da alcune fonti, anche civili Duosiciliani catturati con l'accusa di brigantaggio. Inoltre, in seguito ai falliti tentativi di Garibaldi di occupare lo Stato della Chiesa, anche alcuni garibaldini conobbero la detenzione nella fortezza.br /

Lapide commemorativa in onore delle vittime Duosiciliane posta all'interno del Forte

Dunque il forte non è mai stato teatro di battaglie: sua destinazione principale, invece, fu quella di prigione. In particolare nel decennio tra il 1860 e il 1870, la fortezza divenne un campo di sterminio in cui furono deportati circa 24.000 Duosiciliani che si erano opposti alla conquista e alla successiva annessione delle Due Sicilie al neonato Regno d'Italia. Gli internati erano soprattutto soldati borbonici (e, poi, papalini), ma anche poveri contadini. I reclusi di erano tenuti in pessime condizioni: laceri e poco nutriti era usuale vederli appoggiati a ridosso dei muraglioni, nel tentativo disperato di catturare i timidi raggi solari invernali, ricordando forse con nostalgia il caldo di altri climi mediterraneirefPrigionieri. Sito Ufficiale della Fortezza di Fenestrelle;/ref. Senza pagliericci, senza coperte, senza luce, in posti dove la temperatura era quasi sempre sotto lo zero, vennero smontati i vetri e gli infissi per rieducare con il freddo i segregatiref name=Fora!La pagina più nera della storia d’Italia, tra segreti e omissioni. Fora!;/ref.

Il 22 agosto 1861, si ebbe un tentativo di ribellione: i reclusi in rivolta cercarono di assumere il controllo della fortezza. L'insurrezione fu sventata, quasi per caso, dalle autorità piemontesi ed ebbe come solo risultato l'inasprimento delle pene (i più furono costretti con palle al piede da 16 chili, ceppi e catene). Rari erano i casi di scarcerazione per proscioglimento della condanna. La liberazione avveniva perlopiù solo con la morte ed i corpi venivano disciolti nella calce viva collocata in una grande vasca situata nel retro della chiesa (che sorgeva all'ingresso del Forte): una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo, affinché non restassero tracce dei misfatti compiutiref name=Fora!/. Ancora oggi, entrando a Fenestrelle, su un muro è ancora visibile l'iscrizione: Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce. Queste parole ricordano non poco la frase Arbeit macht frei, il crudele messaggio di benvenuto posto all'ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti.

Datei:Incisione di un fante del 3° Reggimento Alpini.JPG
Incisione di una alpino su una scalinata del Forte di Fenestrelle agli inizi del '900

A partire dal 1887 il forte di Fenestrelle fu la sede del Battaglione alpino Fenestrelle inquadrato nel 3° Reggimento Alpini.

Durante la prima guerra mondiale vennero rinchiusi a Fenestrelle prigionieri di guerra austro-ungarici, mentre, con l'avvento del fascismo la struttura venne usata come prigione per detenuti politici.

Note

references/

Voci correlate

Collegamenti esterni

Vorlage:Portale Fenestrelle Fenestrelle Categoria:Monumenti e luoghi legati agli alpini