Papers by Antonio Branca
Estudos Kantianos, 2023
Moving from Kaulbach interpretation of the third Critique, the paper proposes some considerations... more Moving from Kaulbach interpretation of the third Critique, the paper proposes some considerations on the relationship between the aesthetical dimension and subjectivity in Kant. My aim, in so doing, is twofold. On the one hand, indeed, I want to reevaluate Kaulbach confrontation with Kant within the Kantian Studies. On the other, I aim to prove that every cognitive interpretation of the critique (such as Kaulbach’s) fails to understand Kant’s concept of transcendental subject. To do this, the paper articulates in three steps. A first, on Kaulbach’s book Ästhetische Welterkenntnis bei Kant. A second, looking for a definition of subjectivity by Kaulbach in an article of 1963. A third, finally, on the evolution of Kant’s thought between the Dissertatio of 1770 and the second edition of the first Critique.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
in V. Limone, F. Valagussa (a cura di), Pensare la relazione, Città Nuova, 2023
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il Pensiero. Rivista di filosofia, 2023
Moving from the Kantian biographies of Borowski and Jachmann, my contribution proposes some consi... more Moving from the Kantian biographies of Borowski and Jachmann, my contribution proposes some considerations on the autobiographical problem (broadly speaking) in Kant, through which I want to re-propose the question of the relationship between the transcendental and the empirical I. To do this, the article firstly points out Kant’s interest in his own biographies. It shows how this takes the peculiar form of a negative autobiography: something like “a self-presentation by a third person”. The article then tries to repeat the Kantian autobiographical gesture by reading Lyotard’s critical autobiography. Developing Lyotard’s idea according to which one writes “I” only de-scribing oneself in one’s own situation, it passes to Kant’s description of the empirical in the 1768 essay "Von dem ersten Grunde des Unterschiedes der Gegenden im Raume". The result, in geometric opposition to Lyotard, is the recovery of the Kantian affirmation according to which it is possible to identify the I in its own place only by referring the I-place plexus (the empirical subject) to the logical space of the I. The article ends with the re-proposition of the problem of the relationship between the empirical subject and the “logical I”.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Aisthesis - URL: https://oajournals.fupress.net/index.php/aisthesis/index, 2021
Starting from Lyotard's definition of Kantian reflection as "judgment repercussion", my contribut... more Starting from Lyotard's definition of Kantian reflection as "judgment repercussion", my contribution aims to describe the logical side of this repercussion. To do this, I will focus on Kant's concept of "judgment", explaining it as the logical act of constitution of experience. I will then point out how judgment involves sensibility for its self-affection and restriction to sensibility. Finally, I'll give a nominal explication of Kant's concept of Zweckmäßigkeit, returning to Lyotard's interpretation. The purpose, in so doing, is to offer to Lyotard's key concept a logical validation, finding its foundation in the Critique of pure Reason itself. And thus to gain an aesthetical definition of Judgment principle, to read the third Critique.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Introduction to: J.-F. Lyotard, Lezioni sull'Analitica del sublime, tr. it. a cura di A. Branca, ... more Introduction to: J.-F. Lyotard, Lezioni sull'Analitica del sublime, tr. it. a cura di A. Branca, Mimesis, Milano-Udine 2021
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il passaggio all'intuizione. Hegel, Kant e il problema della sensazione, 2020
Lo scopo del presente articolo consiste nello sviluppare il problema dello statuto della sensazio... more Lo scopo del presente articolo consiste nello sviluppare il problema dello statuto della sensazione nelle filosofie di Hegel e di Kant, al fine di mettere in luce le loro due diverse concezioni di esperienza. Per far questo, lo studio inizia intanto dalla critica di Lyotard al capitolo della Fenomenologia dello Spirito sulla certezza sensibile e, mostrando una possibile risposta hegeliana alla sua obiezione, ripercorre quindi brevemente lo sviluppo di questo primo capitolo della Fenomenologia. Il risultato è duplice. Ché mostra, da una parte, che la dialettica hegeliana della sensazione si costituisce nel suo superamento, come aver-luogo del pensiero, nell’esser-luogo della coscienza; dall’altra, invece, che lo sviluppo dell’intero movimento sensibile può esser letto in fondo come un confronto critico con Kant. La continuazione dell’articolo passa dunque alla filosofia trascendentale, analizza il rapporto che questa istituisce tra la sintesi dell’intelletto e la sensazione e mostra allora il ruolo giocato in essa da quest’ultima: quello dell’aver-luogo del pensiero come irriducibile al suo stesso essere-luogo. Ciò che emerge è infine la differenza tra il concetto hegeliano e quello kantiano di esperienza, nonché il problema, internamente all’ultimo, di spiegare la stessa posizione, in apparenza dialettica, del contenuto.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Determinazione e identità. Dal concetto aristotelico di potenza, 2017
Lo scopo del presente studio consiste nel riproporre il problema della determinazione in Aristote... more Lo scopo del presente studio consiste nel riproporre il problema della determinazione in Aristotele, al fine di mostrare non soltanto come esso rimanga sottinteso e presupposto alla non-contraddizione, quanto piuttosto come ne segni il limite. Il perché della scelta di Aristotele, da questo punto di vista, credo sia chiaro: ché con questo, infatti, voglio mettere in questione il comune e quotidiano modo di guardare l’esperienza.
Per far questo, ho diviso l’analisi in due momenti principali: un primo, in cui si mostra la presupposizione della determinazione al principio che rende possibile la scienza dell’ente in quanto tale; e un secondo, invece, nel quale – a partire dalla comprensione dell’articolazione dell’essere (o dell’accadere) dell’ente stesso così per come è inteso da Aristotele – si dimostra l’impossibilità di sostenere in modo acritico la non-contraddizione e la necessità di definire in altro modo (e in altro senso?) il rapporto fra l’atto e la potenza – e quindi la determinazione stessa.
Il progetto, così esposto, deve fare riferimento a due luoghi ben precisi degli scritti aristotelici: da una parte, il libro Γ (capp. 1-4), dall’altra il libro Θ della Metafisica; ai quali si accompagneranno sporadiche incursioni nella Fisica, nel De generatione et corruptione e, in conclusione, nel De Interpretazione.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Conference Presentations by Antonio Branca
Dalla problematizzazione del Nachleben der Antike alla composizione dell’Atlas Mnemosyne l’opera ... more Dalla problematizzazione del Nachleben der Antike alla composizione dell’Atlas Mnemosyne l’opera di Warburg rappresenta un punto di svolta nella storia del pensiero per il modo in cui costringe a ripensare le categorie storiche e cronologiche. Che sia in senso anacronistico, ricorsivo o inconscio, ciò che la “psicostoria” di Warburg fa saltare è la concezione lineare del tempo, a favore di un tempo sintomale, differenziale e anomalistico, costituito della e dalla dinamica tra latenze e riemergenze conflittualmente precipitanti nella vita delle forme. Si tratta di sopravvivenze d’una paura primordiale ma non archetipica, nella cui immaginazione l’uomo prende distanza dalla notte oscura che da ogni parte lo circonda e dischiude a se stesso il proprio Denkraum: lo spazio intermedio del pensiero che, funzionando come strumento di orientamento, è certo “orizzontale”, una volta aperto, e quindi articolato in senso estatico, come spaziotempo; ma che, per la duplicità delle formule utilizzate, resta nondimeno sempre esposto al rischio del ritorno di quella paura, rivelando il tempo storico come tempo patologico. Nella Ninfa c’è la Menade, nel dio il demone. In questo contesto il seminario mette a tema la concezione warburghiana della temporalità, soffermandosi sulle figure che esso assume tra storia dell’arte, antropologia, filosofia e psicanalisi.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Programma del convegno
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Books by Antonio Branca
The confrontation between Kant and idealism represents a fundamental junction in the history of t... more The confrontation between Kant and idealism represents a fundamental junction in the history of thought, not only in relation to the reworking of critical philosophy attempted by Hegel, Fichte, Beck and Schelling, but already within the Kantian system. From the Critique of Pure Reason to the Opus postumum, there is no place in Kant's thought where the problem of idealism does not come up again, calling into question the very status of the transcendental. By following the realisation of transcendental logic in the metaphysics of nature, this volume intends to offer a Kantian response to the objections of his successors and to attempt, at the same time, a theoretical recovery of Kant in the dispersion of the contemporary. In what sense, in fact, can and should one speak of a system in Kant? What is the more properly ontological core of the critique? What does it mean that reason is realised in nature? And above all: how?
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Antonio Branca
Per far questo, ho diviso l’analisi in due momenti principali: un primo, in cui si mostra la presupposizione della determinazione al principio che rende possibile la scienza dell’ente in quanto tale; e un secondo, invece, nel quale – a partire dalla comprensione dell’articolazione dell’essere (o dell’accadere) dell’ente stesso così per come è inteso da Aristotele – si dimostra l’impossibilità di sostenere in modo acritico la non-contraddizione e la necessità di definire in altro modo (e in altro senso?) il rapporto fra l’atto e la potenza – e quindi la determinazione stessa.
Il progetto, così esposto, deve fare riferimento a due luoghi ben precisi degli scritti aristotelici: da una parte, il libro Γ (capp. 1-4), dall’altra il libro Θ della Metafisica; ai quali si accompagneranno sporadiche incursioni nella Fisica, nel De generatione et corruptione e, in conclusione, nel De Interpretazione.
Conference Presentations by Antonio Branca
Books by Antonio Branca
Per far questo, ho diviso l’analisi in due momenti principali: un primo, in cui si mostra la presupposizione della determinazione al principio che rende possibile la scienza dell’ente in quanto tale; e un secondo, invece, nel quale – a partire dalla comprensione dell’articolazione dell’essere (o dell’accadere) dell’ente stesso così per come è inteso da Aristotele – si dimostra l’impossibilità di sostenere in modo acritico la non-contraddizione e la necessità di definire in altro modo (e in altro senso?) il rapporto fra l’atto e la potenza – e quindi la determinazione stessa.
Il progetto, così esposto, deve fare riferimento a due luoghi ben precisi degli scritti aristotelici: da una parte, il libro Γ (capp. 1-4), dall’altra il libro Θ della Metafisica; ai quali si accompagneranno sporadiche incursioni nella Fisica, nel De generatione et corruptione e, in conclusione, nel De Interpretazione.