Books by Emanuele Di Muro
Randolfo Pacciardi Il sogno di una Nuova repubblica italiana, 2022
Il volume ripercorre la biografia
politica di Randolfo Pacciardi
(1899-1991) ricostruita attraver... more Il volume ripercorre la biografia
politica di Randolfo Pacciardi
(1899-1991) ricostruita attraverso
fonti di archivio, poco consultate,
che integrate con gli scritti e
discorsi del protagonista danno una
visione completa e originale della
sua azione pubblica. Formatosi da
giovane nel Partito repubblicano,
ha sempre avuto nell’insegnamento
politico di Giuseppe Mazzini
il suo faro. Sin dalla giovinezza ha
interpretato il pensiero mazziniano
in termini di europeismo e laicità
dello stato contro i totalitarismi.
Combattente della Grande Guerra,
Antifascista della prima ora, osò
sfidare Mussolini in piazza Venezia
con il suo Movimento di reduci
Italia Libera. Costretto all’esilio
nel 1926, operò per contrastare i
fascismi internazionali in Spagna.
Rientrato in Italia nel 1944 lottò
per la repubblica. Eletto alla
Costituente, divenne Ministro
della Difesa nella I Legislatura.
Nell’ultimo scorcio della sua
vita, dopo quattro legislature in
parlamento, continuò a contrastare
il totalitarismo comunista
con il desiderio di vedere una
Nuova Repubblica Italiana,
affrancata dalla partitocrazia,
in una federazione europea
Randolfo Pacciardi Il sogno di una Nuova repubblica italiana, 2022
L’esperienza politica di Randolfo Pacciardi, a
oltre sessanta anni da quelle innovative proposte
... more L’esperienza politica di Randolfo Pacciardi, a
oltre sessanta anni da quelle innovative proposte
costituzionali, viene quindi ricostruita nelle sue
numerose sfaccettature da Emanuele Di Muro in
questa agile ma densa biografia politica, la quale
permette oggi di ripercorrere uomini, idee e vicende di
una stagione molto significativa nella storia d’Italia.
Per Pacciardi, si sarebbe dovuto costruire uno
Stato democratico, efficiente, moderno, ordinato,
nel quale ogni organo costituzionale avrebbe
avuto una sua precisa funzione, con reciproco
controllo; e il potere esecutivo, legittimamente
investito dalla fiducia popolare, “non sarebbe
stato sottoposto a crisi di governo perenni”.
Così il nuovo sistema avrebbe ridimensionato i
partiti – intesi come gruppi di potere - ma avrebbe
permesso di conservare “la nobile funzione di
guida spirituale, intellettuale, ideologica, nella
Società nazionale della struttura partitica”.
Pietro Teulié e l'istruzione militare in età napoleonica. Le origini della scuola militare di Milano. , 2021
Lo scenario degli eventi legati alle truppe italiche al seguito della Grande Armée intreccia la v... more Lo scenario degli eventi legati alle truppe italiche al seguito della Grande Armée intreccia la vicenda personale di Pietro Teulié e quella dell'istituzione del collegio degli orfani. L'autore, dopo una panoramica sull'armata italica, affronta l'istituzione del collegio militare di Milano, partendo dalla vita del suo promotore, per poi offrire un affresco dell'educazione e dell'istruzione militare in età napoleonica. L'analisi dei regolamenti in relazione alle questioni militari dell'epoca rende lo studio un valido strumento di storia militare. Educazione militare ed istruzione di altissimo livello si coniugano, ancora oggi, nella formazione degli allievi della scuola Militare Teulié che è una delle realtà tangibili dell'eccellenza italiana contemporanea.
LA VALLE DEL PO ATTRAVERSO L'ARMA DEL GENIO NEI PRIMI ANNI DELL'ETÀ NAPOLEONICA, 2020
Il saggio analizza l'area della pianura Padana attraverso un'analisi geografico-militare del terr... more Il saggio analizza l'area della pianura Padana attraverso un'analisi geografico-militare del territorio per poi analizzare gli aspetti ordinativi ed operativi dell'attività sul territorio descritto dell'arma del genio, durate i primi anni dell'età napoleonica.
Papers by Emanuele Di Muro
Rassegna dell’Arma dei Carabinieri., 2024
The article presents the role and employment of the Italian Carabinieri in the African territorie... more The article presents the role and employment of the Italian Carabinieri in the African territories
occupied by British troops, also integrating recent papers on the subject1, through British sources. After the
fall of the empire in East Africa and the Italian-German defeat in North Africa, not all Carabinieri
were repatriated. Some went into hiding; others cooperated with the occupation administration. In fact, the
British administration of the occupied territories continued to employ the Royal Carabinieri in the institutional tasks of public security and territorial control. On the other hand, however, the Carabinieri played an important informational role, maintaining the network created since the 1930s, which was then
useful in the management of the Italian colonial question in post-conflict discussions before its final conclusion in 1949 in the UN General Assembly.
L’articolo presenta il ruolo e l’impiego dei Carabinieri Italiani nei territori africani
occupati dalle truppe britanniche, integrando anche recenti interventi sul tema1, attraverso
le fonti inglesi. Dopo la caduta dell’impero in Africa Orientale e la sconfitta italo-tedesca in
Africa Settentrionale, non tutti i carabinieri furono rimpatriati. Alcuni si diedero alla macchia, altri collaborarono con l’amministrazione di occupazione. Infatti, l’amministrazione
britannica dei territori occupati continuò ad impiegare i Carabinieri Reali nei compiti istituzionali di pubblica sicurezza e controllo del territorio. D’altra parte però, i carabinieri svolsero un importante ruolo informativo, mantenendo la rete creata sin dagli anni trenta, utile
poi per la gestione della questione coloniale italiana in sede di discussioni dopo il conflitto,
prima della definitiva conclusione nel 1949 in seno all’Assemblea Generale dell’ONU.
Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Il Presente Storico , 2024
La crisi dell'impero britannico apparve sulla scena internazionale già all'indomani della Seconda... more La crisi dell'impero britannico apparve sulla scena internazionale già all'indomani della Seconda guerra mondiale. La storiografia sul tema pone un forte accento su come Londra avesse perso progressivamente importanza nei confronti dell'alleato statunitense, mentre in questo saggio si cercherà di analizzare la crisi imperiale attraverso fonti diplomatico-militari al fine di ricostruire le impressioni dei vertici militari italiani all'epoca. The crisis of the British empire through the Italian intelligence services (1946-1960) The crisis of the British Empire appeared on the international scene already in the aftermath of the Second World War. The historiography on the subject places a strong emphasis on how London had progressively lost importance to its Us ally, while in this essay an attempt will be made to analyse the imperial crisis through diplomatic-military sources in order to reconstruct the impressions of the Italian military leadership at the time.
DEMOCRAZIA TRA CRISI E NUOVE SFIDE, 2024
L’intervento è volto a riprendere la figura di Pacciardi e del suo movimento politico Unione Dem... more L’intervento è volto a riprendere la figura di Pacciardi e del suo movimento politico Unione Democratica per una Nuova Repubblica (UDNR). La lezione politica di Giuseppe Maranini che introdusse nell’analisi politologica la partitocrazia e crisi della repubblica fu alla base del movimento del politico maremmano che raccolto attorno a sé esponenti politici di varia estrazione ideologica proponeva una formula per la stabilità dei governi e della democrazia italiana. Pacciardi contestava lo strapotere delle direzioni dei partiti a danno della discussione parlamentare, deprecava il balletto di parlamentari che erano legati alle correnti interne dei partiti a danno del confronto democratico.
Obiettivo sulla storia , 2024
L’immaginario collettivo colloca l’uniforme dei militari in un contesto celebrativo, prevalenteme... more L’immaginario collettivo colloca l’uniforme dei militari in un contesto celebrativo, prevalentemente, rivolto al momento dell’esibizione, come quello delle parate. Tuttavia l’uniforme non è mai stata concepita come elemento coreografico governato dal solo ordine estetico, ma ha sempre avuto stretto contatto con il mondo operativo rispondendo alle necessità tattiche del campo di battaglia.
Le immagini proposte fanno parte dell’importantissimo fondo iconografico dell’artista Quinto Cenni. Esse ripercorrono gli ultimi anni delle uniformi storiche dell’Esercito italiano precedenti l’adozione del grigioverde.
Bollettino dell'ufficio Storico. Raccolta di studi storico-militari. 2021-2022, 2023
L'arma del genio è una componente fondamentale per il supporto al combattimento. Nell'articolo, s... more L'arma del genio è una componente fondamentale per il supporto al combattimento. Nell'articolo, si analizza, tramite le fonti fotografiche, l'intenso lavoro per garantire la mobilità ai reparti in oerazione durante la campagna di Grecia.
Bollettino dell'ufficio Storico. Raccolta di studi storico militari, 2021-2022, 2023
La questione coloniale italiana dopo la Seconda guerra mondiale passò anche attraverso il breve ... more La questione coloniale italiana dopo la Seconda guerra mondiale passò anche attraverso il breve periodo di discussioni internazionale sulla sorte dei territori d'oltremare.
Durante i colloqui politici, l'Esercito iniziò a preparare dei piani militari di ritorno in colonia al fine di prendere il controllo del territorio dall'Amministrazione Britannica di occupazione e assumere l'eventuale amministrazione fiduciaria.
Tra i territori coloniali, la Tripolitania assunse un valore politico ed economico maggiore, tanto che la pianificazione militare arrivò fino ai dettagli tattici di impiego delle unità militari, frutto delle lezioni individuate durante il conflitto. Fu così, che un ex ufficiale coloniale, presentò un modello per agire in un territorio vasto e desertico come quello tripolitano.
Nucleo Radio Chiama Roma. La ritirata di Russia in clandestinità attendendo la liberazione, memorie e immagini di un ufficiale dei trasmettitori 1940-45. Ediz. illustrata, 2023
Il testo è un capitolo introduttivo del diario di Francesco Grassi, curato da Anna Maria Grassi,... more Il testo è un capitolo introduttivo del diario di Francesco Grassi, curato da Anna Maria Grassi, sulla dottrina italiana dei collegamenti strategici in guerra (pp. 8-15):
"Nucleo Radio Chiama Roma. La ritirata di Russia in clandestinità attendendo la liberazione, memorie e immagini di un ufficiale dei trasmettitori 1940-45. Ediz. illustrata", 172 pp., brossura, Ravizza editore, 2023.
Nuova storia contemporanea, 2020
ABSTRACT ITA
La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli... more ABSTRACT ITA
La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale; l’evoluzione diplomatica della nascente Guerra Fredda condizionò la sistemazione territoriale.
L’Italia, attraverso gli studi dello Stato Maggiore dell’Esercito, cercava la riabilitazione
diplomatica e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito dell’amministrazione fiduciaria delle sue ex colonie. Questo ritorno, però, era condizionato dalla minaccia al confine orientale e dai tentativi di eversione interna che rimanevano i tempi principali della politica di difesa dello stato repubblicano.
Studiando i piani di operazione emerge un modus operandi italiano fortemente influenzato dall’ombra britannica sia in termini di costante paragone che di effettiva influenza esercitata attraverso le politiche dell’ Allied Control Commission attraverso la Military Mission to the Italian Army.
Le analisi militari degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate in quei territori, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
ABSTRACT ENG
This essay deals with the reorganization of Italian colonies after War World 2. The growth of Western countries and Soviet Union rivalry in the Mediterranean sea and Middle East postponed the solution of the Italian colonies question to the United Nation Assembly.
After a quick overview of the international scenario, the essay leads us to the main focus, which is the Italian army study. In those planning documents Italian military officers gave an overview of the long wished for (long awaited) upcoming decision of an international community: to give back colonies to Italy.
Italy was trying to coming back on the international community asking for a trusteeship.
Keeping save the internal situation and oriental border safe was the main purpose of the new Italian state, but succeed in the former colonies as good administrator would have done a boost to the rehabilitation of the country.
It is clear from that plans that Italian Officers were influenced by British ones in terms of
comparison and also lessons learned. In fact the action of the Allied Control Commission
through the Military Mission to the Italian Army was still evident.
In conclusion those analysis of the Italian Army are a starting point to understand the current situation on that scenario who is back a battlefield of old and new international actors.
Conference Presentations by Emanuele Di Muro
The Wars of Independence, diplomacy and society. New perspectives and approaches on the Great Eastern Crisis 1875-1878, 2023
Following the process of national unification, the interest of the Italian military authorities t... more Following the process of national unification, the interest of the Italian military authorities towards the balkan area became more and more accentuated, in line with the growing need to secure the state’s borders. This article aims to analyze the Italian military interest in Dobruja, especially through the perspective of topographical studies regarding this region. At the same time, an important component of the analysis deals with the representation of this province in the Italian military reports, in which one can find, beyond aspects of military interest, valuable elements regarding the ethnic and religious component of the population, as well as the administrative-territorial structure of Dobruja.
La questione Mediterraneo. Tradizione, cambiamenti, prospettive., 2023
La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli anni successi... more La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale; l’evoluzione diplomatica della nascente Guerra Fredda condizionò la sistemazione territoriale dell’oltremare italiano.
L’Italia cercava la riabilitazione e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito del riassetto delle sue ex colonie.
Lo spazio mediterraneo divenne il terreno di scontro diplomatico tra l’Impero Britannico in crisi, spalleggiato dagli USA, e l’Unione Sovietica che cercava di raggiungere i mari caldi, anche attraverso la richiesta dell’amministrazione fiduciaria della Tripolitania.
Le forti speranze italiane di ritornare nelle colonie prefasciste, soprattutto in Tripolitania, erano di pubblico dominio tra le forze politiche. L’Italia sperava di sedersi al tavolo della pace con la qualifica di cobelligerante, mentre, soprattutto da parte britannica, vi era la forte intenzione di mantenere l’Italia al tavolo da sconfitta senza diritto di trattativa: per Londra, Roma doveva rinunciare alle proprie colonie, in quanto da quei territori erano partite le aggressioni all’Impero Britannico.
Le analisi strategiche degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate nelle ex colonie italiane, soprattutto la Libia, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
Di fatto accanto alle potenze vincitrici, negli anni 1945- 1950, giocarono un ruolo importante l’Egitto che tentava di emergere come potenza regionale e la repubblica di Turchia che cercava di recuperare i territori persi con la pace di Sèvres.
Dal quadro tracciato si evidenziano delle analogie di alcuni attori geopolitici impegnati nel mondo contemporaneo nel Mediterraneo:il costante interesse russo e disinteresse statunitense, il neo ottomanesimo di Ankara e le attività francesi, nell’area subsahariana, sottolineano una continuità di politica estera di alcuni stati, e in tutto questo l’unico assente è il mondo europeo ed atlantico che non ha mai considerato abbastanza importante il fronte sud, sin dai tempi del secondo dopoguerra.
Book Reviews by Emanuele Di Muro
Nuova Antologia Militare , 2024
Nuova Antologia Militare, 2024
Nuova Antologia Militare , 2024
Dopo la sua brillante carriera militare il Maresciallo d'Italia Messe si dedicò alla politica, de... more Dopo la sua brillante carriera militare il Maresciallo d'Italia Messe si dedicò alla politica, dedicandosi in un'altra veste al servizio dell'Italia.
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Books by Emanuele Di Muro
politica di Randolfo Pacciardi
(1899-1991) ricostruita attraverso
fonti di archivio, poco consultate,
che integrate con gli scritti e
discorsi del protagonista danno una
visione completa e originale della
sua azione pubblica. Formatosi da
giovane nel Partito repubblicano,
ha sempre avuto nell’insegnamento
politico di Giuseppe Mazzini
il suo faro. Sin dalla giovinezza ha
interpretato il pensiero mazziniano
in termini di europeismo e laicità
dello stato contro i totalitarismi.
Combattente della Grande Guerra,
Antifascista della prima ora, osò
sfidare Mussolini in piazza Venezia
con il suo Movimento di reduci
Italia Libera. Costretto all’esilio
nel 1926, operò per contrastare i
fascismi internazionali in Spagna.
Rientrato in Italia nel 1944 lottò
per la repubblica. Eletto alla
Costituente, divenne Ministro
della Difesa nella I Legislatura.
Nell’ultimo scorcio della sua
vita, dopo quattro legislature in
parlamento, continuò a contrastare
il totalitarismo comunista
con il desiderio di vedere una
Nuova Repubblica Italiana,
affrancata dalla partitocrazia,
in una federazione europea
oltre sessanta anni da quelle innovative proposte
costituzionali, viene quindi ricostruita nelle sue
numerose sfaccettature da Emanuele Di Muro in
questa agile ma densa biografia politica, la quale
permette oggi di ripercorrere uomini, idee e vicende di
una stagione molto significativa nella storia d’Italia.
Per Pacciardi, si sarebbe dovuto costruire uno
Stato democratico, efficiente, moderno, ordinato,
nel quale ogni organo costituzionale avrebbe
avuto una sua precisa funzione, con reciproco
controllo; e il potere esecutivo, legittimamente
investito dalla fiducia popolare, “non sarebbe
stato sottoposto a crisi di governo perenni”.
Così il nuovo sistema avrebbe ridimensionato i
partiti – intesi come gruppi di potere - ma avrebbe
permesso di conservare “la nobile funzione di
guida spirituale, intellettuale, ideologica, nella
Società nazionale della struttura partitica”.
Papers by Emanuele Di Muro
occupied by British troops, also integrating recent papers on the subject1, through British sources. After the
fall of the empire in East Africa and the Italian-German defeat in North Africa, not all Carabinieri
were repatriated. Some went into hiding; others cooperated with the occupation administration. In fact, the
British administration of the occupied territories continued to employ the Royal Carabinieri in the institutional tasks of public security and territorial control. On the other hand, however, the Carabinieri played an important informational role, maintaining the network created since the 1930s, which was then
useful in the management of the Italian colonial question in post-conflict discussions before its final conclusion in 1949 in the UN General Assembly.
L’articolo presenta il ruolo e l’impiego dei Carabinieri Italiani nei territori africani
occupati dalle truppe britanniche, integrando anche recenti interventi sul tema1, attraverso
le fonti inglesi. Dopo la caduta dell’impero in Africa Orientale e la sconfitta italo-tedesca in
Africa Settentrionale, non tutti i carabinieri furono rimpatriati. Alcuni si diedero alla macchia, altri collaborarono con l’amministrazione di occupazione. Infatti, l’amministrazione
britannica dei territori occupati continuò ad impiegare i Carabinieri Reali nei compiti istituzionali di pubblica sicurezza e controllo del territorio. D’altra parte però, i carabinieri svolsero un importante ruolo informativo, mantenendo la rete creata sin dagli anni trenta, utile
poi per la gestione della questione coloniale italiana in sede di discussioni dopo il conflitto,
prima della definitiva conclusione nel 1949 in seno all’Assemblea Generale dell’ONU.
Le immagini proposte fanno parte dell’importantissimo fondo iconografico dell’artista Quinto Cenni. Esse ripercorrono gli ultimi anni delle uniformi storiche dell’Esercito italiano precedenti l’adozione del grigioverde.
Durante i colloqui politici, l'Esercito iniziò a preparare dei piani militari di ritorno in colonia al fine di prendere il controllo del territorio dall'Amministrazione Britannica di occupazione e assumere l'eventuale amministrazione fiduciaria.
Tra i territori coloniali, la Tripolitania assunse un valore politico ed economico maggiore, tanto che la pianificazione militare arrivò fino ai dettagli tattici di impiego delle unità militari, frutto delle lezioni individuate durante il conflitto. Fu così, che un ex ufficiale coloniale, presentò un modello per agire in un territorio vasto e desertico come quello tripolitano.
"Nucleo Radio Chiama Roma. La ritirata di Russia in clandestinità attendendo la liberazione, memorie e immagini di un ufficiale dei trasmettitori 1940-45. Ediz. illustrata", 172 pp., brossura, Ravizza editore, 2023.
La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale; l’evoluzione diplomatica della nascente Guerra Fredda condizionò la sistemazione territoriale.
L’Italia, attraverso gli studi dello Stato Maggiore dell’Esercito, cercava la riabilitazione
diplomatica e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito dell’amministrazione fiduciaria delle sue ex colonie. Questo ritorno, però, era condizionato dalla minaccia al confine orientale e dai tentativi di eversione interna che rimanevano i tempi principali della politica di difesa dello stato repubblicano.
Studiando i piani di operazione emerge un modus operandi italiano fortemente influenzato dall’ombra britannica sia in termini di costante paragone che di effettiva influenza esercitata attraverso le politiche dell’ Allied Control Commission attraverso la Military Mission to the Italian Army.
Le analisi militari degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate in quei territori, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
ABSTRACT ENG
This essay deals with the reorganization of Italian colonies after War World 2. The growth of Western countries and Soviet Union rivalry in the Mediterranean sea and Middle East postponed the solution of the Italian colonies question to the United Nation Assembly.
After a quick overview of the international scenario, the essay leads us to the main focus, which is the Italian army study. In those planning documents Italian military officers gave an overview of the long wished for (long awaited) upcoming decision of an international community: to give back colonies to Italy.
Italy was trying to coming back on the international community asking for a trusteeship.
Keeping save the internal situation and oriental border safe was the main purpose of the new Italian state, but succeed in the former colonies as good administrator would have done a boost to the rehabilitation of the country.
It is clear from that plans that Italian Officers were influenced by British ones in terms of
comparison and also lessons learned. In fact the action of the Allied Control Commission
through the Military Mission to the Italian Army was still evident.
In conclusion those analysis of the Italian Army are a starting point to understand the current situation on that scenario who is back a battlefield of old and new international actors.
Conference Presentations by Emanuele Di Muro
L’Italia cercava la riabilitazione e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito del riassetto delle sue ex colonie.
Lo spazio mediterraneo divenne il terreno di scontro diplomatico tra l’Impero Britannico in crisi, spalleggiato dagli USA, e l’Unione Sovietica che cercava di raggiungere i mari caldi, anche attraverso la richiesta dell’amministrazione fiduciaria della Tripolitania.
Le forti speranze italiane di ritornare nelle colonie prefasciste, soprattutto in Tripolitania, erano di pubblico dominio tra le forze politiche. L’Italia sperava di sedersi al tavolo della pace con la qualifica di cobelligerante, mentre, soprattutto da parte britannica, vi era la forte intenzione di mantenere l’Italia al tavolo da sconfitta senza diritto di trattativa: per Londra, Roma doveva rinunciare alle proprie colonie, in quanto da quei territori erano partite le aggressioni all’Impero Britannico.
Le analisi strategiche degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate nelle ex colonie italiane, soprattutto la Libia, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
Di fatto accanto alle potenze vincitrici, negli anni 1945- 1950, giocarono un ruolo importante l’Egitto che tentava di emergere come potenza regionale e la repubblica di Turchia che cercava di recuperare i territori persi con la pace di Sèvres.
Dal quadro tracciato si evidenziano delle analogie di alcuni attori geopolitici impegnati nel mondo contemporaneo nel Mediterraneo:il costante interesse russo e disinteresse statunitense, il neo ottomanesimo di Ankara e le attività francesi, nell’area subsahariana, sottolineano una continuità di politica estera di alcuni stati, e in tutto questo l’unico assente è il mondo europeo ed atlantico che non ha mai considerato abbastanza importante il fronte sud, sin dai tempi del secondo dopoguerra.
Book Reviews by Emanuele Di Muro
politica di Randolfo Pacciardi
(1899-1991) ricostruita attraverso
fonti di archivio, poco consultate,
che integrate con gli scritti e
discorsi del protagonista danno una
visione completa e originale della
sua azione pubblica. Formatosi da
giovane nel Partito repubblicano,
ha sempre avuto nell’insegnamento
politico di Giuseppe Mazzini
il suo faro. Sin dalla giovinezza ha
interpretato il pensiero mazziniano
in termini di europeismo e laicità
dello stato contro i totalitarismi.
Combattente della Grande Guerra,
Antifascista della prima ora, osò
sfidare Mussolini in piazza Venezia
con il suo Movimento di reduci
Italia Libera. Costretto all’esilio
nel 1926, operò per contrastare i
fascismi internazionali in Spagna.
Rientrato in Italia nel 1944 lottò
per la repubblica. Eletto alla
Costituente, divenne Ministro
della Difesa nella I Legislatura.
Nell’ultimo scorcio della sua
vita, dopo quattro legislature in
parlamento, continuò a contrastare
il totalitarismo comunista
con il desiderio di vedere una
Nuova Repubblica Italiana,
affrancata dalla partitocrazia,
in una federazione europea
oltre sessanta anni da quelle innovative proposte
costituzionali, viene quindi ricostruita nelle sue
numerose sfaccettature da Emanuele Di Muro in
questa agile ma densa biografia politica, la quale
permette oggi di ripercorrere uomini, idee e vicende di
una stagione molto significativa nella storia d’Italia.
Per Pacciardi, si sarebbe dovuto costruire uno
Stato democratico, efficiente, moderno, ordinato,
nel quale ogni organo costituzionale avrebbe
avuto una sua precisa funzione, con reciproco
controllo; e il potere esecutivo, legittimamente
investito dalla fiducia popolare, “non sarebbe
stato sottoposto a crisi di governo perenni”.
Così il nuovo sistema avrebbe ridimensionato i
partiti – intesi come gruppi di potere - ma avrebbe
permesso di conservare “la nobile funzione di
guida spirituale, intellettuale, ideologica, nella
Società nazionale della struttura partitica”.
occupied by British troops, also integrating recent papers on the subject1, through British sources. After the
fall of the empire in East Africa and the Italian-German defeat in North Africa, not all Carabinieri
were repatriated. Some went into hiding; others cooperated with the occupation administration. In fact, the
British administration of the occupied territories continued to employ the Royal Carabinieri in the institutional tasks of public security and territorial control. On the other hand, however, the Carabinieri played an important informational role, maintaining the network created since the 1930s, which was then
useful in the management of the Italian colonial question in post-conflict discussions before its final conclusion in 1949 in the UN General Assembly.
L’articolo presenta il ruolo e l’impiego dei Carabinieri Italiani nei territori africani
occupati dalle truppe britanniche, integrando anche recenti interventi sul tema1, attraverso
le fonti inglesi. Dopo la caduta dell’impero in Africa Orientale e la sconfitta italo-tedesca in
Africa Settentrionale, non tutti i carabinieri furono rimpatriati. Alcuni si diedero alla macchia, altri collaborarono con l’amministrazione di occupazione. Infatti, l’amministrazione
britannica dei territori occupati continuò ad impiegare i Carabinieri Reali nei compiti istituzionali di pubblica sicurezza e controllo del territorio. D’altra parte però, i carabinieri svolsero un importante ruolo informativo, mantenendo la rete creata sin dagli anni trenta, utile
poi per la gestione della questione coloniale italiana in sede di discussioni dopo il conflitto,
prima della definitiva conclusione nel 1949 in seno all’Assemblea Generale dell’ONU.
Le immagini proposte fanno parte dell’importantissimo fondo iconografico dell’artista Quinto Cenni. Esse ripercorrono gli ultimi anni delle uniformi storiche dell’Esercito italiano precedenti l’adozione del grigioverde.
Durante i colloqui politici, l'Esercito iniziò a preparare dei piani militari di ritorno in colonia al fine di prendere il controllo del territorio dall'Amministrazione Britannica di occupazione e assumere l'eventuale amministrazione fiduciaria.
Tra i territori coloniali, la Tripolitania assunse un valore politico ed economico maggiore, tanto che la pianificazione militare arrivò fino ai dettagli tattici di impiego delle unità militari, frutto delle lezioni individuate durante il conflitto. Fu così, che un ex ufficiale coloniale, presentò un modello per agire in un territorio vasto e desertico come quello tripolitano.
"Nucleo Radio Chiama Roma. La ritirata di Russia in clandestinità attendendo la liberazione, memorie e immagini di un ufficiale dei trasmettitori 1940-45. Ediz. illustrata", 172 pp., brossura, Ravizza editore, 2023.
La questione coloniale italiana costituì un complicato dossier internazionale negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale; l’evoluzione diplomatica della nascente Guerra Fredda condizionò la sistemazione territoriale.
L’Italia, attraverso gli studi dello Stato Maggiore dell’Esercito, cercava la riabilitazione
diplomatica e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito dell’amministrazione fiduciaria delle sue ex colonie. Questo ritorno, però, era condizionato dalla minaccia al confine orientale e dai tentativi di eversione interna che rimanevano i tempi principali della politica di difesa dello stato repubblicano.
Studiando i piani di operazione emerge un modus operandi italiano fortemente influenzato dall’ombra britannica sia in termini di costante paragone che di effettiva influenza esercitata attraverso le politiche dell’ Allied Control Commission attraverso la Military Mission to the Italian Army.
Le analisi militari degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate in quei territori, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
ABSTRACT ENG
This essay deals with the reorganization of Italian colonies after War World 2. The growth of Western countries and Soviet Union rivalry in the Mediterranean sea and Middle East postponed the solution of the Italian colonies question to the United Nation Assembly.
After a quick overview of the international scenario, the essay leads us to the main focus, which is the Italian army study. In those planning documents Italian military officers gave an overview of the long wished for (long awaited) upcoming decision of an international community: to give back colonies to Italy.
Italy was trying to coming back on the international community asking for a trusteeship.
Keeping save the internal situation and oriental border safe was the main purpose of the new Italian state, but succeed in the former colonies as good administrator would have done a boost to the rehabilitation of the country.
It is clear from that plans that Italian Officers were influenced by British ones in terms of
comparison and also lessons learned. In fact the action of the Allied Control Commission
through the Military Mission to the Italian Army was still evident.
In conclusion those analysis of the Italian Army are a starting point to understand the current situation on that scenario who is back a battlefield of old and new international actors.
L’Italia cercava la riabilitazione e l’ingresso nel consesso internazionale che passava anche attraverso il grave compito del riassetto delle sue ex colonie.
Lo spazio mediterraneo divenne il terreno di scontro diplomatico tra l’Impero Britannico in crisi, spalleggiato dagli USA, e l’Unione Sovietica che cercava di raggiungere i mari caldi, anche attraverso la richiesta dell’amministrazione fiduciaria della Tripolitania.
Le forti speranze italiane di ritornare nelle colonie prefasciste, soprattutto in Tripolitania, erano di pubblico dominio tra le forze politiche. L’Italia sperava di sedersi al tavolo della pace con la qualifica di cobelligerante, mentre, soprattutto da parte britannica, vi era la forte intenzione di mantenere l’Italia al tavolo da sconfitta senza diritto di trattativa: per Londra, Roma doveva rinunciare alle proprie colonie, in quanto da quei territori erano partite le aggressioni all’Impero Britannico.
Le analisi strategiche degli anni 1945-1949 si configurano quali punti di partenza per un’attenta riflessione sulle dinamiche contemporanee scoppiate nelle ex colonie italiane, soprattutto la Libia, oggetto, oggi come allora, di una riconfigurazione geopolitica.
Di fatto accanto alle potenze vincitrici, negli anni 1945- 1950, giocarono un ruolo importante l’Egitto che tentava di emergere come potenza regionale e la repubblica di Turchia che cercava di recuperare i territori persi con la pace di Sèvres.
Dal quadro tracciato si evidenziano delle analogie di alcuni attori geopolitici impegnati nel mondo contemporaneo nel Mediterraneo:il costante interesse russo e disinteresse statunitense, il neo ottomanesimo di Ankara e le attività francesi, nell’area subsahariana, sottolineano una continuità di politica estera di alcuni stati, e in tutto questo l’unico assente è il mondo europeo ed atlantico che non ha mai considerato abbastanza importante il fronte sud, sin dai tempi del secondo dopoguerra.