Papers by Luca Fiorentino
Nuovi Studi, 2022
This article is centred on the discovery of a large canvas by Stefano Maria Legnani (known as Leg... more This article is centred on the discovery of a large canvas by Stefano Maria Legnani (known as Legnanino) representing Belisarius, a work documented in Palazzo Carignano in Turin. Studying its style and subject, the author first traces the principal stages of the painter’s career, bearing in mind the current state of scholarship and focusing on Roman points of reference for both style and iconography, in particular some precise citations from the Carracci vault in Palazzo Farnese. The article also addresses a number of inter-related elements: the painting’s art-historical context, its patronage, references to Roman and Genoese artists (above all Daniel Seiter) active in Turin and its iconography, inextricably linked to the life of the patron, Emanuele Filiberto, Prince of Carignano (1628-1709). The author traces the history of the painting through the Palazzo Carignano archives, noting its re-location to Paris after debts forced Emanuele Filiberto’s son Vittorio Amedeo (1690-1741) to flee. The latter’s posthumous inventory of 1741 and the 1743 auction at the Hôtel de Soissons in Paris (which until now provided the last secure reference to the Belisarius) show that the young prince brought with him several works from the collection in Turin; in addition to the rediscovered Belisarius, these included another canvas by Legnanino depicting Venus crowned by Love, probably part of the decoration of Palazzo Carignano, which remains untraced.
Venezia Arti, 2020
<div> <p>This article spotlights the lives of Italian still life painters in one of t... more <div> <p>This article spotlights the lives of Italian still life painters in one of the most important seventeenth-century Flemish source texts: <i>Het Gulden Cabinet van de edel vry schilder-const</i> by Cornelius De Bie (1662). This essay offers the first Italian translations of texts dedicated to these painters and examines the intrinsic motivations that led De Bie to choose them as the subject of his panegyrics. The writing underscores the connections De Bie must have had with information brought home by his father (who lived in Rome for years), with Gaspar Roomer and his collections, and with Italian art literature, to which he owed a debt as for information obtained and source documents. In addition, the article discusses the life of Pieter Boel, who spent many years in Italy, and of one of his best pupils, David De Coninck.</p> </div>
Venezia Arti, Dec 11, 2020
Disegni a pietra rossa. Fonti, tecniche e stili 1500-1800 circa, 2021
Gli Autori rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comuni... more Gli Autori rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. La bibliografia del presente volume è aggiornata alla consegna dei testi, avvenuta nel novembre-dicembre 2019. Solo ove è stato possibile gli Autori hanno integrato con aggiornamenti bibliografici più recenti. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall ' art. 68, comma 4,
Venezia Arti 2 - Vol. 29, 2020
This article spotlights the lives of Italian still life painters in one of the most important sev... more This article spotlights the lives of Italian still life painters in one of the most important seventeenth-century Flemish source texts: Het Gulden Cabinet van de edel vry schilder-const by Cornelius De Bie (1662). This essay offers the first Italian translations of texts dedicated to these painters and examines the intrinsic motivations that led De Bie to choose them as the subject of his panegyrics. The writing underscores the connections De Bie must have had with information brought home by his father (who lived in Rome for years), with Gaspar Roomer and his collections, and with Italian art literature, to which he owed a debt as for information obtained and source documents. In addition, the article discusses the life of Pieter Boel, who spent many years in Italy, and of one of his best pupils, David De Coninck.
L se tavolette dedicate alle storie di san Galgano, conservate al Museo di San Matteo di Pisa, so... more L se tavolette dedicate alle storie di san Galgano, conservate al Museo di San Matteo di Pisa, sono ben note agli studiosi da molto tempo. La definitiva attribuzione ad Andrea di Bartolo, mai più contestata, si deve far risalire a Enzo Carli che nel catalogo del museo descrisse brevemente la fortuna critica, la loro provenienza e lo stile 1 . Dopo l'intervento del Carli del 1974 pochi altri studiosi (in particolare Freuler, Chelazzi Dini, Cioni) hanno preso in esame le tavolette per contestualizzarle all'interno del corpus delle opere dell'artista. La difficoltà maggiore nell'analisi dei dipinti si deve a una scarsa comprensione del loro utilizzo e alla difficile collocazione stilistica e temporale all'interno della produzione di Andrea, ancora peraltro da indagare a fondo. I pannelli non sono mai stati analizzati con puntuali riscontri tecnici e nella maggior parte dei casi hanno avuto fortuna nei saggi degli iconografi e degli storici che si sono occupati della figura di san Galgano.
Il Trionfo della Pace dipinto da Claudio Francesco Beaumont sulla volta della Galleria Nuova ( , ... more Il Trionfo della Pace dipinto da Claudio Francesco Beaumont sulla volta della Galleria Nuova ( , terminato nel 1748, testimonia un momento storico molto importante non solo per il Piemonte, ma per l'Europa intera che aveva passato più di trent'anni impegnata in un conflitto causato dalla guerra di successione austriaca. In particolar modo la Francia era divenuta sempre più invadente nei confronti del Regno Sabaudo, considerato piuttosto potente ed agguerrito. Dopo aver affrontato le truppe franco-ispaniche a Cuneo, ad Asti e ad Alessandria, il Piemonte vide la vittoria definitiva con la battaglia dell'Assietta (19 luglio 1747). Nel 1748 la pace di Aquisgrana suggellò la fine della guerra ed il Piemonte ottenne i territori intorno al Lago Maggiore e al Ticino.
Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, 2009
Books by Luca Fiorentino
Disegni a pietra rossa. Fonti, tecniche e stili 1500-1800 ca., 2021
Gli Autori rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comuni... more Gli Autori rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare.
Conservazione e restauro della carta, 2019
L'album di disegni di Claudio Francesco Beaumont, pittore alla corte di Vittorio Amedeo II e di C... more L'album di disegni di Claudio Francesco Beaumont, pittore alla corte di Vittorio Amedeo II e di Carlo Emanuele III, è una delle opere più importanti tra le collezioni di grafica del Museo Civico d'Arte Antica di Palazzo Madama a Torino. Il museo possiede un nucleo di 5.450 disegni che vanno dal XVI secolo alla fine dell'Ottocento, in gran parte acquisiti durante gli anni della direzione di Vittorio Viale , quando l'istituzione estese alla pittura e alla grafica l'orizzonte dei suoi interessi, inizialmente rivolti alle arti decorative in rapporto all'industria, con un'attenzione particolare per la tradizione figurativa piemontese. I maggiori acquisti avvennero nel campo dei disegni di architettura e scenografici, ma non mancarono gli arrivi di disegni figurativi di vari artisti italiani. Oltre alla raccolta di Beaumont, vanno ricordati i quattro volumi di pensieri architettonici e decorativi dell'architetto Filippo Juvarra, protagonista del rinnovamento di Torino capitale del regno sabaudo, contenenti studi per edifici, vedute di fantasia, scenografie, modelli d'ornato, memorie sepolcrali e repertori iconografici. E ancora i progetti di Bernardo Vittone e Mario Ludovico Quarini, i disegni scenografici dei fratelli Galliari e Leonardo Marini, le scene di strada di Pietro Domenico Olivero, le cineserie di Christian Wherlin, gli acquerelli botanici di Irene Chiapusso Voli e i disegni di mano di artisti del Rinascimento e barocco italiano della collezione Dubini, acquistata tra il 1940 e il 1945. Lo studio di Luca Fiorentino ha coinvolto tutto il volume di Beaumont, composto da 307 fogli incollati su 189 pagine dal figlio del pittore, e suo collaboratore, l'abate Vincenzo Annibale Beaumont. Sono stati esaminati i disegni autografi di Beaumont, gli studi della sua bottega, e il nucleo di fogli del Settecento e primo Ottocento legato agli interessi artistici degli ultimi discendenti della famiglia: ne è emerso un corpus di estrema qualità, sia dal punto di vista dei contenuti, legati all'attività romana del pittore, alla produzione torinese per la corte e per le chiese, sia dal punto di vista della raffinatezza e dell'efficacia delle tecniche. Sono i momenti più alti della grande decorazione torinese, degli interni rinnovati per Carlo Emanuele III, aggiornati da Juvarra e da Alfieri con limpida sensibilità moderna ed estrema qualità professionale. Il catalogo che oggi viene dedicato all'album di Beaumont è il risultato di una fase di ricerche iniziata nel 2010 con il dottorato all'Università degli Studi di Siena. Da questa prima catalogazione sono scaturite occasioni di confronto e di approfondimento che hanno condotto a un assestamento critico complessivo della produzione grafica dell'artista. Per la prima volta l'album appare, foglio per foglio, esplorato nella sua complessità e messo in rapporto con la cultura del rococò torinese e le aperture sulla scena internazionale. Le indagini hanno approfondito la conoscenza di Beaumont disegnatore, valente interprete della strategia culturale dei Savoia, delineando una base di dati preziosa per la ricerca e per future prospettive di studio e di lavoro. Un ringraziamento sentito va quindi a Luca Fiorentino, che con tenacia e competenza ha portato a termine la stesura di un catalogo accurato, che valorizza e mette a disposizione dei lettori una delle opere di maggior rilievo del nostro museo.
Alcune carte di varie maniere, di colori o d'altra fatta, Introduzione di Luca Fiorentino, saggi di Marco Palumbo, Gianluca Puccio, Miriam Pitocco, Carlotta Brovadan, Maria Elena Maffei, collana 'Avere disegno' Vol. 1, Firenze, EdiFir, 2016
Questo libro è dedicato alla produzione incisoria di Orazio Borgianni. Nasce come tesi di diploma... more Questo libro è dedicato alla produzione incisoria di Orazio Borgianni. Nasce come tesi di diploma in Storia dell'Arte Moderna discussa, io relatore, presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università degli Studi di Siena. E proprio dallo studio dell'importante fondo di stampe del Borgianni conservate presso l'Istituto Statale d'Arte «Duccio di Buoninsegna» di Siena -si tratta di un volume dove sono conservate le acqueforti del Borgianni tratte dai celebri affreschi raffaelleschi delle Logge Vaticane; volume che in questa sede è stato riprodotto per intero -prende origine la corposa ricerca di Luca Fiorentino, che progressivamente si allarga allo studio delle ulteriori acqueforti del Borgianni, conosciute attraverso lo spoglio sistematico di altre più importanti raccolte (la Biblioteca Palatina di Parma, i Gabinetti Disegni e Stampe degli Uffizi e della Biblioteca Nazionale Centrale a Firenze e dell'Istituto Nazionale per la Grafica a Roma). Confrontando le sue osservazioni scaturite dalla costante visione degli originali, con quelle degli studiosi che lo hanno preceduto, l'autore riesce così a delineare un percorso accurato, convincente e, in molte parti, innovativo per il Borgianni incisore; un percorso che riconsidera per intero cronologia, stile, fortuna critica, collezionismo e diffusione delle sue stampe. In questo modo offre agli studiosi un libro utile e di gradevole lettura, che si pone accanto ai recenti, e fondamentali, studi di Marco Gallo e Gianni Papi sopra Orazio Borgianni pittore, senza creare però inutili e, credo, oramai sorpassate barriere fra gli studiosi della pittura e dell'incisione italiana fra XVI e XVII secolo.
Conference Presentations by Luca Fiorentino
Conference, 2019
The Dutch University Institute for Art History in Florence (NIKI) and the Scientific Committee of... more The Dutch University Institute for Art History in Florence (NIKI) and the Scientific Committee of Avere Disegno are pleased to host an International Conference devoted to one of the most fascinating graphic media: red chalk. Red chalk has an expressive power with vibrant and noticeable traits and artists were quick to explore its tonal possibilities, stretching its limits with rubbing and washing. This conference, the first of its kind in Italy, invites scholars to study this medium from various angles. By taking a multi-disciplinary approach, the papers in the conference encourage an interweaving of technical and scientific findings with the insights yielded by the analysis of either an artist’s different uses of the medium and its impact on style or of the interplay with other graphic media. On occasion of this conference, a selection of privately-owned drawings in red chalk will be on display in the rooms of the Dutch Institute between 17 and 22 September. The Conference Proceedings will be published within the editorial line Edifir Avere Disegno.
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