Thesis Chapters by Marco Marras
Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è ... more Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è centrale nella narrativa (e nelle riflessioni di poetica, espresse sia in opere saggistiche che in interviste che accompagnano la produzione d'invenzione) di due autori contemporanei per altri versi molto distanti tra loro, Salvatore Mannuzzu e Walter Siti.
Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è ... more Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è centrale nella narrativa (e nelle riflessioni di poetica, espresse sia in opere saggistiche che in interviste che accompagnano la produzione d'invenzione) di due autori contemporanei per altri versi molto distanti tra loro, Salvatore Mannuzzu e Walter Siti.
Pier Paolo Pasolini, a proposito degli effetti dell'affermarsi della società neocapitalista in It... more Pier Paolo Pasolini, a proposito degli effetti dell'affermarsi della società neocapitalista in Italia negli anni del boom economico, parla di mutazione antropologica e di genocidio culturale. Il neocapitalismo è il modo di produzione della società borghese, e per Pasolini «borghese è qualsiasi forma di costrizione violenta della vita, qualsiasi forma di beatificazione della norma e di esortazione al conformismo» 1 .
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Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è ... more Il tema del desiderio, indagato sullo sfondo di una società in continuo e vorticoso mutamento, è centrale nella narrativa (e nelle riflessioni di poetica, espresse sia in opere saggistiche che in interviste che accompagnano la produzione d'invenzione) di due autori contemporanei per altri versi molto distanti tra loro, Salvatore Mannuzzu e Walter Siti. Al centro di un costante interesse della critica all'uscita di ogni nuovo romanzo, i due scrittori sono stati recentemente oggetto di due monografie che, per la prima volta, hanno preso in considerazione la loro opera complessiva, e che tentano di fare il punto su una produzione ormai vasta e su una "carriera" iniziata per Mannuzzu (fatto salvo l'esordio giovanile del Dodge a fari spenti) nel 1988 con Procedura, per Siti nel 1994 con Scuola di nudo. Nella sua tesi di dottorato su Walter Siti («Il carnaio di ora»: autofiction, desiderio e ideologia nell'opera di Walter Siti) che indaga la produzione dello scrittore modenese sino al 2016, Giacomo Tinelli, facendo convergere categorie psicanalitiche e di critica ideologica (i suoi autori di riferimento sono Lacan, Althusser, Žižek e Lipovetsky), interpreta la trilogia autofittiva Il dio impossibile e i romanzi che a questa hanno fatto seguito come una continua elaborazione attorno a un desiderio perverso, l'attrazione feticistica verso i corpi ipersviluppati dei culturisti che mette in moto nel Walter autofittivo una coazione a ripetere che spossessa l'io, facendolo coincidere col proprio "sinthomo". L'ossessione del personaggio, che copre il vuoto del desiderio (che coinciderebbe con l'abisso di insensatezza che al di là di ogni costruzione fantasmatica è la realtà) con l'oggetto feticistico, "colluderebbe", aderendovi e al contempo mettendone in mostra il funzionamento, con l'ideologia della civiltà dei consumi che, attraverso la merce feticistica provocherebbe la distruzione del desiderio, la sua impossibilità, perché costitutiva del desiderio è l'insoddisfazione: «Hanno capito che per estinguerli basta avvicinare i desideri alla loro soddisfazione-perché tu non abbia tempo di formularli, di nutrirli, di elevarli a ideale», dice il Walter personaggio della società neocapitalista. Se per Siti abbiamo a che fare con l'elaborazione della perversione, per Mannuzzu, come ben chiarisce Alessandro Cadoni nel suo libro Il fantasma e il seduttore. Ritratto di Salvatore Mannuzzu, pubblicato nel 2017, l'elaborazione è quella di un lutto, che da privato si allarga sino a diventare «lutto delle radici», espressione che l'autore di Procedura formula in riferimento al romanzo Il giorno del giudizio di Salvatore Satta e che ha a che fare con la scomparsa di una certa Sardegna e della sua cultura popolare, dovuta a quella che Pier Paolo Pasolini, negli anni immediatamente precedenti la pubblicazione del romanzo di Satta, e allargando lo sguardo a tutte le culture particolari, indicava come una vera "mutazione antropologica"
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