Books by Giulio D'Errico
Agenzia X, 2020
Una collezione di saggi, ricordi, storie e documenti sul punk anarchico in Gran Bretagna negli an... more Una collezione di saggi, ricordi, storie e documenti sul punk anarchico in Gran Bretagna negli anni del Tatcherismo, selezionati e tradotti da Giulio D'Errico per il pubblico Italiano.
Con scritti di: Russ Bestley, Greg Bull, Justine Butler, Rich Cross, Mike Dines, The Free Association, Alastair ‘Gords’ Gordon, Matt Grimes, Alistair Livingstone, Chris Low, Willie Rissy, Francis Stewart e Peter Webb, precedentemente pubblicati in Gran Bretagna in:
* Tales from the punkside, edited by Mike Dines & Greg Bull (Itchy monkey press, 2014)
* Not Just bits of paper, edited by Greg Bull & Mickey Penguin (Perdam Babylonis Nomen Publications/Situation Press, 2015)
* Some of us scream, some of us shout, edited by Greg Bull & Mike Dines (Itchy monkey press, 2016)
* The Aesthetic of our anger, edited by Mike Dines & Matthew Worley (Autonomedia, 2014)
Una mappa dell'anarcopunk britannico che si estende oltre Londra, mostrando la varietà delle espressioni locali di una controcultura che, forse per prima, riuscì a raggiungere città e villaggi dell'intero territorio britannico; che si estende oltre la musica, dando spazio a esperienze personali, ad altre forme d'arte e ai molteplici modi di fare politica; che si estende oltre i Crass, che con il loro ruolo di padri fondatori della scena, rischiano di oscurarne le differenze interne.
"Londra, ma anche Belfast e Bristol, i centri industriali del Nord e la brughiera del sud'ovest. I dodici capitoli di questo volume, ciascuno scritto da chi ha vissuto la scena in prima persona, presentano per la prima volta tematiche spesso ignorate come il ruolo del punk nell'abbattimento delle divisioni confessionali nell'Irlanda del Nord, l'importanza delle zine nella formazione intellettuale dei giovani punk, le manifestazioni di Stop The City nella Londra del 1983, l'incontro/scontro con i minatori in sciopero, l'apporto del femminismo, dell'animalismo e i vicoli ciechi da cui non tutti sono riusciti a salvarsi.
Questo, anche se non sembra, è un libro di storia del tempo presente.
Partire da qui per capire... more Questo, anche se non sembra, è un libro di storia del tempo presente.
Partire da qui per capire, 50 anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e come raccontarla, fornendo un quadro completo di contesto storico e strumenti di studio.
Provare ad analizzare l’origine delle storture attuali nell’immaginario collettivo e nella memoria pubblica e privata, per spiegare alle generazioni di ventenni – e trentenni – di oggi perché questa storia continua a essere la loro e, anche, la nostra.
Se la storia è il suo uso pubblico, riportare la strategia della tensione alle sue esatte coordinate può aiutare a sciogliere il grande nodo irrisolto dell’età repubblicana e correggere la rotta dell’attuale disgregazione politico-culturale cui stiamo assistendo.
Papers by Giulio D'Errico
Mimesis, 2019
Capitolo nel volume:
Dopo le bombe. Piazza fontana e l'uso pubblico della storia. di Aldo Giannul... more Capitolo nel volume:
Dopo le bombe. Piazza fontana e l'uso pubblico della storia. di Aldo Giannuli, Davide Conti, Elia Rosati, Giulio D'Errico, Elio Catania,Erica Picco, Sara Troglio e Fabio Vercilli. (Milano: Mimesis, 2019).
Questo capitolo intende affrontare le percezioni, le analisi e gli studi sulla strategia della tensione portati avanti all'estero, in particolare nelle pubblicazioni in lingua inglese.
Alcune importanti riflessioni contemporanee agli eventi saranno brevemente discusse e così anche i canali di trasmissione della Controinformazione e lo sviluppo dell'interesse alla situazione italiana.
Il cuore del capitolo analizzerà invece alcuni studi accademici pubblicati negli ultimi due decenni. L'intenzione è di mostrare come alcuni osservatori stranieri abbiano saputo utilizzare al meglio la mole di materiale prodotta in Italia da giudici e magistrati, militanti, giornalisti e storici, insieme a un numero di documenti prodotti al di fuori dei confini italiani, per dedicarsi a un lavoro di ricerca più interessato alle ricadute internazionali della situazione italiana e alle modalità di trasmissione della memoria della strategia della tensione e degli anni Settanta, che non all'ennesima ricostruzione degli eventi, data in parte per assodata.
La lontananza dai loci del dibattito pubblico nazionale e dalle sue narrazioni tossiche ha favorito lo sviluppo di uno sguardo diverso, più distaccato e capace -in molti casi- di mettere in evidenza caratteristiche e meccanismi del discorso pubblico sulla memoria di quegli anni, localizzarne i silenzi e individuarne le storture. Questo non vuol dire che gli osservatori stranieri qui presi in considerazione siano magicamente immuni dal riprodurre le idiosincrasie, gli imbarazzi e le mezze verità troppo spesso offerte dagli studiosi nostrani, ma che siano stati in alcuni casi più liberi di orientarsi all'interno di quella confusione strategicamente cercata che ricopre gli eventi in oggetto.
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Books by Giulio D'Errico
Con scritti di: Russ Bestley, Greg Bull, Justine Butler, Rich Cross, Mike Dines, The Free Association, Alastair ‘Gords’ Gordon, Matt Grimes, Alistair Livingstone, Chris Low, Willie Rissy, Francis Stewart e Peter Webb, precedentemente pubblicati in Gran Bretagna in:
* Tales from the punkside, edited by Mike Dines & Greg Bull (Itchy monkey press, 2014)
* Not Just bits of paper, edited by Greg Bull & Mickey Penguin (Perdam Babylonis Nomen Publications/Situation Press, 2015)
* Some of us scream, some of us shout, edited by Greg Bull & Mike Dines (Itchy monkey press, 2016)
* The Aesthetic of our anger, edited by Mike Dines & Matthew Worley (Autonomedia, 2014)
Una mappa dell'anarcopunk britannico che si estende oltre Londra, mostrando la varietà delle espressioni locali di una controcultura che, forse per prima, riuscì a raggiungere città e villaggi dell'intero territorio britannico; che si estende oltre la musica, dando spazio a esperienze personali, ad altre forme d'arte e ai molteplici modi di fare politica; che si estende oltre i Crass, che con il loro ruolo di padri fondatori della scena, rischiano di oscurarne le differenze interne.
"Londra, ma anche Belfast e Bristol, i centri industriali del Nord e la brughiera del sud'ovest. I dodici capitoli di questo volume, ciascuno scritto da chi ha vissuto la scena in prima persona, presentano per la prima volta tematiche spesso ignorate come il ruolo del punk nell'abbattimento delle divisioni confessionali nell'Irlanda del Nord, l'importanza delle zine nella formazione intellettuale dei giovani punk, le manifestazioni di Stop The City nella Londra del 1983, l'incontro/scontro con i minatori in sciopero, l'apporto del femminismo, dell'animalismo e i vicoli ciechi da cui non tutti sono riusciti a salvarsi.
Partire da qui per capire, 50 anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e come raccontarla, fornendo un quadro completo di contesto storico e strumenti di studio.
Provare ad analizzare l’origine delle storture attuali nell’immaginario collettivo e nella memoria pubblica e privata, per spiegare alle generazioni di ventenni – e trentenni – di oggi perché questa storia continua a essere la loro e, anche, la nostra.
Se la storia è il suo uso pubblico, riportare la strategia della tensione alle sue esatte coordinate può aiutare a sciogliere il grande nodo irrisolto dell’età repubblicana e correggere la rotta dell’attuale disgregazione politico-culturale cui stiamo assistendo.
Papers by Giulio D'Errico
Dopo le bombe. Piazza fontana e l'uso pubblico della storia. di Aldo Giannuli, Davide Conti, Elia Rosati, Giulio D'Errico, Elio Catania,Erica Picco, Sara Troglio e Fabio Vercilli. (Milano: Mimesis, 2019).
Questo capitolo intende affrontare le percezioni, le analisi e gli studi sulla strategia della tensione portati avanti all'estero, in particolare nelle pubblicazioni in lingua inglese.
Alcune importanti riflessioni contemporanee agli eventi saranno brevemente discusse e così anche i canali di trasmissione della Controinformazione e lo sviluppo dell'interesse alla situazione italiana.
Il cuore del capitolo analizzerà invece alcuni studi accademici pubblicati negli ultimi due decenni. L'intenzione è di mostrare come alcuni osservatori stranieri abbiano saputo utilizzare al meglio la mole di materiale prodotta in Italia da giudici e magistrati, militanti, giornalisti e storici, insieme a un numero di documenti prodotti al di fuori dei confini italiani, per dedicarsi a un lavoro di ricerca più interessato alle ricadute internazionali della situazione italiana e alle modalità di trasmissione della memoria della strategia della tensione e degli anni Settanta, che non all'ennesima ricostruzione degli eventi, data in parte per assodata.
La lontananza dai loci del dibattito pubblico nazionale e dalle sue narrazioni tossiche ha favorito lo sviluppo di uno sguardo diverso, più distaccato e capace -in molti casi- di mettere in evidenza caratteristiche e meccanismi del discorso pubblico sulla memoria di quegli anni, localizzarne i silenzi e individuarne le storture. Questo non vuol dire che gli osservatori stranieri qui presi in considerazione siano magicamente immuni dal riprodurre le idiosincrasie, gli imbarazzi e le mezze verità troppo spesso offerte dagli studiosi nostrani, ma che siano stati in alcuni casi più liberi di orientarsi all'interno di quella confusione strategicamente cercata che ricopre gli eventi in oggetto.
Con scritti di: Russ Bestley, Greg Bull, Justine Butler, Rich Cross, Mike Dines, The Free Association, Alastair ‘Gords’ Gordon, Matt Grimes, Alistair Livingstone, Chris Low, Willie Rissy, Francis Stewart e Peter Webb, precedentemente pubblicati in Gran Bretagna in:
* Tales from the punkside, edited by Mike Dines & Greg Bull (Itchy monkey press, 2014)
* Not Just bits of paper, edited by Greg Bull & Mickey Penguin (Perdam Babylonis Nomen Publications/Situation Press, 2015)
* Some of us scream, some of us shout, edited by Greg Bull & Mike Dines (Itchy monkey press, 2016)
* The Aesthetic of our anger, edited by Mike Dines & Matthew Worley (Autonomedia, 2014)
Una mappa dell'anarcopunk britannico che si estende oltre Londra, mostrando la varietà delle espressioni locali di una controcultura che, forse per prima, riuscì a raggiungere città e villaggi dell'intero territorio britannico; che si estende oltre la musica, dando spazio a esperienze personali, ad altre forme d'arte e ai molteplici modi di fare politica; che si estende oltre i Crass, che con il loro ruolo di padri fondatori della scena, rischiano di oscurarne le differenze interne.
"Londra, ma anche Belfast e Bristol, i centri industriali del Nord e la brughiera del sud'ovest. I dodici capitoli di questo volume, ciascuno scritto da chi ha vissuto la scena in prima persona, presentano per la prima volta tematiche spesso ignorate come il ruolo del punk nell'abbattimento delle divisioni confessionali nell'Irlanda del Nord, l'importanza delle zine nella formazione intellettuale dei giovani punk, le manifestazioni di Stop The City nella Londra del 1983, l'incontro/scontro con i minatori in sciopero, l'apporto del femminismo, dell'animalismo e i vicoli ciechi da cui non tutti sono riusciti a salvarsi.
Partire da qui per capire, 50 anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e come raccontarla, fornendo un quadro completo di contesto storico e strumenti di studio.
Provare ad analizzare l’origine delle storture attuali nell’immaginario collettivo e nella memoria pubblica e privata, per spiegare alle generazioni di ventenni – e trentenni – di oggi perché questa storia continua a essere la loro e, anche, la nostra.
Se la storia è il suo uso pubblico, riportare la strategia della tensione alle sue esatte coordinate può aiutare a sciogliere il grande nodo irrisolto dell’età repubblicana e correggere la rotta dell’attuale disgregazione politico-culturale cui stiamo assistendo.
Dopo le bombe. Piazza fontana e l'uso pubblico della storia. di Aldo Giannuli, Davide Conti, Elia Rosati, Giulio D'Errico, Elio Catania,Erica Picco, Sara Troglio e Fabio Vercilli. (Milano: Mimesis, 2019).
Questo capitolo intende affrontare le percezioni, le analisi e gli studi sulla strategia della tensione portati avanti all'estero, in particolare nelle pubblicazioni in lingua inglese.
Alcune importanti riflessioni contemporanee agli eventi saranno brevemente discusse e così anche i canali di trasmissione della Controinformazione e lo sviluppo dell'interesse alla situazione italiana.
Il cuore del capitolo analizzerà invece alcuni studi accademici pubblicati negli ultimi due decenni. L'intenzione è di mostrare come alcuni osservatori stranieri abbiano saputo utilizzare al meglio la mole di materiale prodotta in Italia da giudici e magistrati, militanti, giornalisti e storici, insieme a un numero di documenti prodotti al di fuori dei confini italiani, per dedicarsi a un lavoro di ricerca più interessato alle ricadute internazionali della situazione italiana e alle modalità di trasmissione della memoria della strategia della tensione e degli anni Settanta, che non all'ennesima ricostruzione degli eventi, data in parte per assodata.
La lontananza dai loci del dibattito pubblico nazionale e dalle sue narrazioni tossiche ha favorito lo sviluppo di uno sguardo diverso, più distaccato e capace -in molti casi- di mettere in evidenza caratteristiche e meccanismi del discorso pubblico sulla memoria di quegli anni, localizzarne i silenzi e individuarne le storture. Questo non vuol dire che gli osservatori stranieri qui presi in considerazione siano magicamente immuni dal riprodurre le idiosincrasie, gli imbarazzi e le mezze verità troppo spesso offerte dagli studiosi nostrani, ma che siano stati in alcuni casi più liberi di orientarsi all'interno di quella confusione strategicamente cercata che ricopre gli eventi in oggetto.