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OROVITZ. Operazione Cassiopea
OROVITZ. Operazione Cassiopea
OROVITZ. Operazione Cassiopea
E-book70 pagine55 minuti

OROVITZ. Operazione Cassiopea

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Info su questo ebook

Un attentatore, una manciata di giorni, una tabella di marcia che segna il passo di ogni nuovo attentato. Sei in tutto, l’ultimo dei quali deve rappresentare l’apoteosi di una vendetta studiata per anni. Stavolta Orovitz è alle prese con la mente affilata e calcolatrice di un criminale già in carcere e reo confesso. Fuori però ha lasciato una serie di ordigni pronti a mietere vittime senza bisogno che qualcuno li azioni. E non sono i soliti ordigni. Quando gli altri ammiccano e temporeggiano, lui entra nell’indagine in prima persona con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto. E così l’attenzione maniacale che il criminale ha già da molti anni rivolto alla mitologia e alle costellazioni, testimoniata dagli oggetti e dalle ricostruzioni che Orovitz trova nella sua casa, porteranno il detective alla soluzione del caso tra i dubbi e lo scetticismo dei colleghi mentre il countdown dettato dall’attentatore lo costringe ad una corsa contro il tempo che lo esalta e lo rende lucido nelle decisioni e nelle conclusioni.
LinguaItaliano
Data di uscita25 gen 2014
ISBN9788898041275
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    Anteprima del libro

    OROVITZ. Operazione Cassiopea - Carmine Rubicco

    cover.jpg

    OROVITZ

    Operazione Cassiopea

    Carmine Rubicco

    Copyright© Officine Editoriali 2014

    Tutti i diritti riservati.

    Il presente file può essere usato esclusivamente per finalità di carattere personale. Tutti i contenuti sono protetti dalla legge sul diritto d’autore. Officine Editoriali declina ogni responsabilità per ogni utilizzo del file non previsto dalla legge. È vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook.

    ISBN 978-88-98041-27-5

    info@officineditoriali.com

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    Facebook: http://www.facebook.com/officineditoriali

    Ebook by: Officine Editoriali

    Foto di copertina: Carmine Rubicco

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    SOMMARIO

    Prefazione

    In aiuto di Simmons

    Caso risolto?

    David Anderson

    Primo attentato

    La vita di Anderson

    FBI

    Secondo attentato

    Sul luogo dell’attentato

    Secondo interrogatorio

    Comparazione crimini

    Secondo sopralluogo

    Analisi registrazioni

    Vigilia del terzo attentato

    Nella mitologia

    Cassiopea

    Gipsy Street

    Una corsa contro il tempo

    Sole. Appuntamento finale

    Prefazione

    I giorni scorrono veloci, fin troppo. Sarà l’inverno che ha le giornate più corte - anche se qui non ci si fa molto caso visto che la luce è artificiale - ma il tempo scappa. Risolvere un caso del genere mi ha dato un’ottica differente sul valore del tempo che scorre. Ho capito ancora di più che ogni attimo è importante, unico. Forse se lo avessi capito prima, con Pam non sarebbe andata com’è andata. Fatto sta che ora sono qui con questa nuova consapevolezza, mentre guardo dalla finestra il mare in movimento del livello che copre ogni dove.

    La mia Pam me lo diceva sempre di interessarmi a qualcos’altro oltre che ascoltare vecchi dischi. Alla luce di questo caso mi dico ancora quanto avesse ragione. Probabilmente avrei risparmiato un sacco di fatica e magari avrei risolto prima gli enigmi. Lei sì che ci sapeva fare. Leggeva un libro dietro l’altro ed era sempre indaffarata in qualche iniziativa. Che fossero manifestazioni benefiche o d’altro genere l’importante era partecipare.

    Ma tant’è. Una cosa è certa. Ne ho incontrati tanti di pazzi lungo la strada ma come questo, mai. Posso capire essere sociopatici, misantropi, però arrivare a questi livelli è davvero assurdo. Se proprio devo vedere un lato positivo in tutta questa storia è che magari ora mi deciderò, forse, a togliere un po’ di polvere dai volumi riposti sulla mia libreria. Il mio appartamento, pure se piccolo e a misura di single, ha una discreta biblioteca. Ogni volta che ci passo davanti mi ricordo di quando leggevo.

    In aiuto di Simmons

    Nonostante gli anni passati, i dissidi e i dissapori, deve essere qualcosa di veramente grosso e difficile se sono costretti a coinvolgermi ancora.

    Sono le cinque del pomeriggio. Gennaio a New Orleans. Sono nostalgico anche per il clima. Un tempo era decisamente migliore. L'inverno non si faceva quasi sentire. Oggi invece, con gli sconvolgimenti avvenuti, fa freddo pure qui.

    Sono le cinque e mi sto dirigendo verso il distretto di polizia. Meno di mezz'ora fa mi ha chiamato il capitano Simmons. Era qualche anno che non lo sentivo. A dire il vero, non mi mancava affatto. È stato il mio superiore fino al giorno delle mie dimissioni per mettermi in proprio. L'idea non gli è mai piaciuta molto. Ma sono andato via lo stesso portando con me ricordi e, soprattutto, esperienza.

    Come si può immaginare non è stata una chiamata di cortesia. Il  tono perentorio era lo stesso dei vecchi tempi; non mi ha chiesto di andare da lui, me l’ha ordinato.

    Sono a piedi. Il mio vecchio catorcio oggi sta bene in garage. Il distretto è due livelli sotto rispetto a dove abito, ossia al sesto. Per scendere utilizzo gli ascensori. Non tutti hanno la macchina da queste parti e dovevano pur avere la possibilità di spostarsi da un piano all'altro senza passare dalle strade. L'elevatore, che percorre tutto il monte della redenzione, dagli inferi più neri fino alla luce del paradiso, almeno fino ai suoi confini, è tutto in lega metallica. Nessuna usura del tempo. Funziona ancora come il primo giorno. Sono cambiati solo i graffiti sulle saracinesche attorno.

    La fauna umana che incrocio la conosco già. A quest'ora solo gente che rientra da lavori più o meno usuranti o che fa l'ennesimo giro per recuperare due soldi per andare a bere. Davanti all'ascensore una piccola folla. Per fortuna la cabina è capiente e non dovrò aspettare il prossimo.

    In verità le cabine sono due, una che sale e una che scende. Non c'è bisogno di avvicinarsi più di tanto per capire quale va dove. Lo si nota già alla distanza osservando i passeggeri. Quelli che scendono hanno i volti molto più tristi e stanchi. Quelli che salgono, sono quasi sollevati. Mi accodo. Attorno, qualche mugolio.

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