Il re serpente e altri racconti calabresi
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Anteprima del libro
Il re serpente e altri racconti calabresi - Miriam Coccari
Miriam Coccari
Il re serpente
e altri racconti calabresi
Illustrazioni: Genea Girimonte
Proprietà letteraria riservata
by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
Edizione eBook 2017
Via Camposano, 41 (ex Via De Rada) - 87100 Cosenza
Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672
Sito internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinieditore.it
E-mail: info@pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Ai narratori della mia infanzia
Nota dell’autore
Nessun posto sarà mai più rassicurante dell’infanzia, nessuna età più dolce e il ricordo di una fanciullezza felice resterà sempre il miglior rifugio dalle tempeste della vita.
Sono stata una bambina fortunata, amata e protetta da una grande famiglia, che comprendeva oltre a due premurosi genitori e un fratello maggiore, anche nonni, bisnonni e una lunga lista di zii e cugini.
Una caratteristica comune a molti dei membri della mia famiglia è la predisposizione al racconto. Sono nata in un periodo in cui la televisione a colori era già presente in ogni casa, eppure, ricordo che nelle fredde sere d’inverno, quando ci piaceva riunirci nella casa dei nonni, spesso si spegneva il tubo catodico e, seduti attorno al braciere incandescente, tutti, bimbi e adulti, si ascoltava le fiabe che il più anziano del gruppo raccontava. Può sembrare questa un’immagine poco veritiera, tratta da un repertorio comune appartenente ormai alla tradizione popolare, uno stratagemma letterario, eppure, nella mia famiglia accadeva davvero.
Pendevamo dalle labbra del narratore, io per prima. Quest’ultimo raccontava, rigorosamente in dialetto, storie di re e regine, di principi e principesse, di luoghi lontani e misteriosi, di palazzi reali e di giardini incantati. Adoravo quei momenti, la mia mente iniziava a costruire immagini perfette. Man mano che il racconto procedeva, io collocavo ogni dettaglio al posto giusto e mi sembrava di vederli quei personaggi, erano così reali nella mia mente che avrei potuto parlarci, anzi a volte lo facevano loro, mi parlavano, mi parlano ancora, non hanno mai smesso di farlo. Erano quelle le uniche sere in cui il sonno non mi sorprendeva all’improvviso. Sarei potuta restare sveglia anche tutta la notte ad ascoltare quelle storie, tuttavia, arrivata una certa ora, il narratore sospendeva il suo racconto, con la promessa che lo avrebbe ripreso la prima sera utile. Dispiaciuta e ansiosa me ne andavo a letto e spesso mi capitava di continuare nel sogno il racconto sospeso, tanto che, a distanza di anni, quando iniziai a nutrire il desiderio di portare su carta quelle fiabe, mi venne difficile ripulire completamente i racconti dalle mie contaminazioni oniriche, a dir la verità, pur avendoci provato con forte volontà, non sono sicura di esserci riuscita a pieno.
Quelle sere, ormai lontane nel tempo, restano tra i ricordi più cari della mia infanzia e quei racconti hanno influenzato così prepotentemente il mio percorso futuro che era quasi un obbligo da parte mia non lasciare che perissero nell’oblio e, proprio quando stavano sbiadendo, ho deciso di catturarli.
Con l’aiuto di mia nonna, di mia madre e delle mie zie ho cercato di ricostruire i tre racconti più significativi. Con enorme sorpresa, ci siamo rese conto che Il re serpente era quello che la memoria di tutte conservava meglio, infatti, è stato riportato fedelmente, l’unico forzo da parte mia è stato nella traduzione dal dialetto all’italiano. Le tre arance è forse il racconto più conosciuto, perché presente in diverse raccolte già edite, la versione presente in questo lavoro non è tuttavia priva di elementi originali e inediti. Ne Alla ricerca dell’uccello dalle piume verdi l’intervento da parte mia è stato più