L'estro nascosto
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Anteprima del libro
L'estro nascosto - Claudio Panzarani
Lange)
Prefazione
Esistono alcuni concetti che a prima vista possono apparire assai lontani tra loro:
- la crisi dei trent’anni
- il linguaggio pubblicitario
- la prostituzione
- la violenza sulle donne, fino ai femminicidi
- lo stalking
- il calo del desiderio femminile
- i tradimenti
- le separazioni e i divorzi
- le mantenute
- il successo dei quadri di Vicente Romero Redondo
E’ possibile che esista un filo conduttore capace di costituire un legame che accomuni tutti questi concetti, magari col risultato di riuscire ad approfondirne significati, effetti e cause?
Sembrerebbe di sì, ed è la teoria della Doppia Programmazione
analizzata ed esposta in questo libro.
Tranquillizzo subito Lettrici e Lettori: questo non è un testo scientifico, anche se gli argomenti che utilizza per costruire il puzzle
che lo costituisce sono stati rigorosamente approfonditi e scientificamente ricavati.
I suoi contenuti non sono quindi simili a quelli dei leggiadri rotocalchi settimanali, ma la lettura risulterà altrettanto scorrevole e a tratti divertente (almeno questo è stato l’intendimento costante dell’Autore…).
Come un puzzle
va letto interamente: anche una sola tessera mancante può alterarne il contenuto.
E alla stregua di un pezzo musicale non può essere letto a salti
: insomma, se decidete di avventurarvi in questa lettura fatelo dall’inizio alla fine, magari privilegiando momenti tutti vostri e possibilmente tranquilli. Con non più di poche serate completerete il lavoro.
Una psicologa quasi cinquantenne ha affermato: Se avessi letto questo libro tre anni fa, ora non sarei divorziata…
, e si poteva percepire un pizzico di rammarico, nella sua voce.
Un caro amico mi ha confessato: Ho sempre sentito dire che le donne sono strane. Dopo questo libro ho la prova che è proprio vero! Ma ho anche scoperto che ora possiedo gli strumenti per cercare di capire quello che prima era solamente strano…
. Un bel complimento, grazie.
Una signora, invece, molto risentita ha quasi gridato che in alcuni punti si è sentita offesa nel suo essere donna
.
Già, perché questo libro funziona un po’ come un test psicologico: argomenti che suscitano reazioni negative, come fastidio, rabbia o risentimento, sono proprio quelli che toccano da vicino problemi che la mente ha preferito nascondere nell’inconscio. Attenzione, quindi, a quei passaggi, se si vuole davvero crescere e migliorare.
E’ la vecchia storia del dito nella piaga
o – come recitava un vecchio detto – Se ti dicono ‘Sporco Negro’ e tu ti arrabbi, o sei sporco, o sei negro…
. Dura da mandare giù, vero?
Insomma, questo è un libro di miglioramento personale
, rivolto a chi sta bene e vuole stare meglio, ma anche a chi proprio bene non sta e vuole conoscerne il perché, magari per uscirne.
Perché se alcune persone vivono nella sventura di sapere che sono condannate a morire, tutti gli altri raramente si rendono conto di essere condannati a vivere, e farlo nel modo migliore possibile è addirittura un dovere morale.
Io, almeno, la penso così. Ma non sono il solo…
L’Autore
Il Circolo Bau e il Cinema Multisala
Alle porte di Roma, nei locali ristrutturati di un'antica fattoria, prospera oggi il Circolo Bau, mèta di una discreta folla di signore e signori di tutte le età e di varie estrazioni sociali, tutti indistintamente accompagnati dai loro fedeli amici a quattro zampe, delle razze più disparate e - chi più chi meno - blasonate.
Ci vanno per incontrare i propri simili: quelli a quattro zampe per scambiarsi delle annusatine d'intesa e poi correre insieme per i prati, quelli bipedi per chiacchierare, condividere tecniche ed esperienze, saggiare il terreno, fare amicizia, e poi chissà...
Molti vanno perché i loro amici cani necessitano di addestramento: non sono sufficientemente educati, decidono un po' troppo con la loro testa, non sentono l'autorità.
Gli addestratori, quando cominciano la scuola, sono perfettamente consapevoli che quelli che devono essere addestrati non sono i cani, ma i padroni, e che questa è la parte di gran lunga più difficile del duro lavoro che li aspetta.
E' per questo che ad ogni inizio hanno quello strano sguardo perplesso e a volte sospirano.
Al cancello d'ingresso è affisso un cartello che avverte:
E' VIETATO
L'INGRESSO
AI CANI AGGRESSIVI
E ALLE FEMMINE
IN CALORE
L'avviso non è poi così strano, e anzi per molti è addirittura inutile.
Ogni padrone di cane si rende infatti perfettamente conto che in quei due specifici casi è del tutto inopportuno inserirsi in ambienti frequentati da gruppi sociali di qualsiasi tipo.
Io stesso, che pur condividendo con un simpatico cagnetto parecchi momenti della giornata, non sono particolarmente incline a partecipare a club canini e riunioni di quel genere, non ho attribuito al cartello un valore diverso da quello strettamente informativo per il quale evidentemente è stato scritto.
Devo ammettere però che - almeno per un po' - mi è rimasto nella memoria.
E qualche sera dopo, al cinema, mi è ritornato in mente.
Una volta i cinema erano costruiti diversamente: c'era la platea, in piano, dove per scoprire se anche qualche amico fosse venuto lì per assistere allo spettacolo bisognava alzarsi e scrutare tutto intorno, oppure dirigere lo sguardo verso la galleria nella speranza che l'amico fosse seduto proprio nella prima fila, quella davanti alla balaustra, dato che le altre file non erano visibili da sotto.
Ora invece non ci sono più né platea né galleria, ma una sorta di anfiteatro dove il ruolo più importante non spetta più solo allo schermo ma viene diviso quasi in egual misura tra lui e il pubblico presente.
Con l'altro vantaggio, non di poco conto, che se davanti a noi si siede un giocatore di pallacanestro riusciamo lo stesso a vedere tutto lo schermo, senza rovinarci lo spettacolo come accadeva ai tempi che furono.
Nell'attesa dell'inizio del film, mentre sono più o meno assorto in queste considerazioni tecnico-sociologiche, ecco che il pensiero ritorna al cartello del Circolo Bau: ma perché fuori questo cinema non ce n'è uno simile?
Eppure anche qui ci sono femmine, e certamente alcune di loro sono in calore
.
Il conto è presto fatto: siamo in duecento, più o meno cento uomini e cento donne, ogni donna è feconda due giorni ogni ventotto. Cento per due diviso ventotto (è un semplice calcolo delle probabilità): ci sono almeno sette donne fertili, e quindi in calore
.
E come mai i cento maschi non si azzuffano per accaparrarsi il diritto all'accoppiamento?
In un attimo immagino la scena apocalittica: latrati, denti digrignati, lotte, sangue, vestiti strappati.
Poi guardo la realtà: niente di tutto questo.
Tutti tranquilli, qualcuno chiacchiera a voce bassa, per non disturbare, altri sgranocchiano pop corn.
Maschi, che ci è successo?
Anzi, femmine: cosa è accaduto a voi? Come mai non ci comunicate più che siete pronte
? Dove sono finite le vostre manifestazioni dell'estro, presenti in tutte le altre specie viventi?
E soprattutto, quando è accaduto tutto questo?
L’Estro, questo sconosciuto
Quando un pensiero così sorprendente si affaccia alla mia mente mi comporto esattamente come un bambino alle prese con un giocattolo nuovo: ne sono completamente catturato, quasi non riesco a pensare ad altro e fino a che non sono riuscito a saperne almeno un bel po' cerco notizie continuamente e dovunque.
Credo che mia moglie si sia ormai rassegnata a questo lato del mio carattere, e quando mi vede con quella particolare espressione sa bene che per le settimane successive diventerà la confidente
primaria delle mie progressive scoperte.
Di notte riesco a non svegliarla, se la mia testa mette improvvisamente a fuoco qualche nuovo aspetto dell'argomento. Ma la mattina successiva, a volte prima del buongiorno, non manco di aggiornarla, e con dovizia di particolari, poverina.
Ogni tanto le chiedo se le mie informative a valanga non siano, come dire, un po' invadenti, ma lei mi rassicura e mi dice che, al contrario, la interessano moltissimo. Sarà vero oppure lo fa per non bloccare il libero fluire dei miei pensieri? Probabilmente non lo saprò mai...
Così ho cominciato la mia ricerca: libri, riviste, Internet, interviste
casuali.
Mi ha colpito molto che nessuno dei miei amici, sia uomini che donne, abbia dimostrato di conoscere l'argomento in una misura che non sia completamente superficiale.
L'estro? Quello dell'artista?
mi sono sentito chiedere.
Insomma, le nostre femmine non manifestano più l'estro e tutti noi abbiamo finito per dimenticarcene. D'altra parte è naturale: a che scopo occuparci di qualcosa che non c'è?
Ed ecco la prima domanda: non c'è proprio più, oppure c'è ma non si vede?
E prima ancora: ma che cavolo è, davvero, questo estro
?
L'Estro è definito come uno stato fisiologico
, quindi una situazione complessa sia interna (con modificazioni ormonali e biochimiche che però lasciamo agli specialisti del settore) e sia esteriore, che in estrema sintesi possiamo identificare con la forte pulsione sessuale che la caratterizza, tesa alla ricerca di individui del sesso opposto per giungere all'accoppiamento.
Si manifesta con atteggiamenti particolari che invitano il maschio, con comportamenti che comunicano la fine delle resistenze, e non ultima con la produzione di feromoni di tipo sessuale, sostanze chimiche che percepite attraverso l'olfatto dai maschi della stessa specie scatenano in loro forti reazioni di accoppiamento.
Che le nostre femmine producano feromoni ancora oggi ne sono empiricamente certo: tutti i vari cani