Billy+Holly+Noi=Amore

Daniela Perelli

La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.

Charles Darwin

A Billy, un gatto speciale.

Capitolo uno

Il caffè della domenica mattina

Il caffè della domenica mattina a casa della signorina Sibilla era un’abitudine.

Questo piacevole rito continuava ormai da un anno, da quando l’anziana cominciò a manifestare i primi sintomi dell’Alzheimer.

Gabriele e Giulia non se la sentivano di lasciarla sola e, siccome non era mai stata sposata né aveva mai avuto figli, si sentivano responsabili.

Sibilla era una donna piuttosto benestante, aveva un’infermiera dolce e gentile che si occupava di lei ogni giorno, ma l’affetto dei cari era ben più importante di qualsiasi altro aiuto e i due ragazzi lo sapevano bene. Si erano trasferiti in una di quelle villette a schiera costruite appena fuori Acqui Terme, cittadina piemontese. Un posto tranquillo, forse troppo, ma a loro piaceva. Se poi per vicina ti trovavi la signorina Sibilla: simpatica, arzilla, un po’ invadente, ma non troppo e il suo gatto tigrato Billy, giovane e vivace, adottato al gattile, il quadretto era a dir poco perfetto.

Peccato che nel giro di pochi mesi, quella terribile malattia la colpì, provocandole vuoti di memoria e difficoltà nell’eseguire, sempre più frequentemente, le solite incombenze giornaliere.

A parte in quei giorni particolari: quelle domeniche mattina, durante il loro caffè.

In quei momenti era inspiegabilmente sempre lucida.

Come oggi, solo che Gabriele era da solo.

Lui e Giulia si stavano lasciando. Non andavano più d’accordo da molto tempo. Erano troppo giovani, o forse semplicemente non erano fatti l’uno per l’altra. Insomma: quei litigi erano diventati ormai insopportabili.

Giulia sarebbe passata in un altro momento, aveva bisogno di stare un po’ da sola. Stavano ancora pagando il mutuo, così avevano deciso di vendere la loro casa, nella speranza di non metterci mesi, o forse anni a estinguerlo. Non avevano altra scelta, volevano lasciarsi.

In quei momenti però, l’unica cosa a cui entrambi riuscivano a pensare, era il loro cuore spezzato.

Erano sempre stati affiatati, innamorati!

Come erano finiti così?

«Voi giovani ne combinate di guai» affermò Sibilla, come se gli avesse letto nel pensiero, poi continuò: «ma vedrai che sistemerete le cose! Dovete solo capire di aver sbagliato entrambi e imparare ad affrontare i sacrifici. Siete due adulti, insomma!» E Gabriele lo sapeva bene, ma il lavoro di lui spesso lo portava a stare fuori casa per giorni. Era un fotografo professionista. Aveva un suo studio, che gestiva con il padre. Si occupava soprattutto di fotografie destinate a cataloghi e libri.

Giulia lavorava come commessa in un negozio di oggetti per la casa e spesso soffriva la lontananza di Gabriele.

Era gelosa quando lui non c’era, se poi fotografava modelle… Sapeva che era del tutto irrazionale e si sentiva egoista, ma non riusciva proprio, nonostante si rendesse conto di quanto Gabriele l’amava e che mai l’avrebbe fatta soffrire. Anche lui era geloso, certo! Giulia era bellissima, con quei capelli castani, lisci come spaghetti e la frangetta fitta che metteva in risalto ancor di più i suoi occhi verdi, senza contare che in negozio veniva spesso ammirata e corteggiata.

Erano riusciti a comprarsi una casa quando entrambi avevano poco più di venticinque anni.

Un lavoro sicuro e la testa sulle spalle non erano cosa da poco.

Come potevano essere così immaturi in certe situazioni? Non se lo spiegavano, ma purtroppo succedeva che da una lite per una stupidaggine si finiva per aggiungere altre sciocchezze.

Era un continuo battibeccare.

«Non credo Sibilla, ormai siamo due estranei sotto lo stesso tetto, ed