Provincia di Avellino

provincia italiana

La provincia di Avellino è una provincia italiana della Campania di 396 940 abitanti.[2]

Provincia di Avellino
provincia
Provincia di Avellino – Veduta
Provincia di Avellino – Veduta
Palazzo Caracciolo, sede della provincia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Amministrazione
CapoluogoAvellino
PresidenteRizieri Buonopane (PD) dal 19-12-2021
Data di istituzione1860
Territorio
Coordinate
del capoluogo
40°54′55″N 14°47′23″E
Superficie2 806,07 km²
Abitanti396 940[2] (31-10-2023)
Densità141,46 ab./km²
Comuni118 comuni
Province confinantiBenevento, Foggia, Napoli, Potenza, Salerno
Altre informazioni
Lingueitaliano, arbëreshe (nel comune di Greci)
Cod. postale83100, 83010-83059
Prefisso081, 0824, 0825, 0827
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-AV
Codice ISTAT064
TargaAV
PIL(nominale) 7 741,32 mln [1](2021)
PIL procapite(nominale) 19 283 [1](2021)
Cartografia
Provincia di Avellino – Localizzazione
Provincia di Avellino – Localizzazione
Provincia di Avellino – Mappa
Provincia di Avellino – Mappa
Posizione della provincia di Avellino all'interno della Campania.
Sito istituzionale

Priva di sbocco al mare, confina a nord-ovest con la provincia di Benevento, a nord-est con la Puglia (provincia di Foggia), a est con la Basilicata (provincia di Potenza), a sud con la provincia di Salerno, a ovest con la città metropolitana di Napoli.

Lo stemma della provincia di Avellino rispecchia fedelmente quello della preesistente provincia di Principato Ultra, di cui Avellino costituiva il capoluogo fin dal 1806. A sua volta il territorio del Principato Ultra (istituito nel XIII secolo sotto forma di giustizierato) corrispondeva in larga parte al distretto storico-geografico dell'Irpinia, pur in assenza di legami diretti tra l'antica tribù sannitica degli Irpini e il duecentesco giustizierato angioino del regno di Napoli.

Geografia fisica

modifica
 
Mappa della Provincia

Territorio

modifica

Il territorio provinciale, ricompreso nell'Appennino campano, si presenta essenzialmente montuoso e collinare, ma non uniforme: i settori settentrionali e orientali si contraddistinguono infatti per la presenza di pianori e rilievi ondulati (di struttura argillosa o arenacea), per la maggior frequenza di borghi in altura (tra cui Trevico, il comune più elevato della regione con i suoi 1090 m s.l.m.) e per la minore piovosità (600-1000 mm annui) rispetto ai settori meridionali e occidentali caratterizzati invece da paesaggi più aspri (con presenza di montagne calcaree di notevole elevazione), dalla maggior frequenza di centri abitati di fondovalle (fin sotto i 100 m s.l.m. nel vallo di Lauro) e da precipitazioni più abbondanti (1000–1800 mm annui), soprattutto nei mesi autunnali e invernali. I monti principali sono:

Dal monte Accelica sorge il fiume Calore Irpino, uno dei maggiori della regione, che confluisce nel fiume Volturno. Altri corsi d'acqua di rilievo sono i suoi affluenti Sabato e Ufita nonché l'Ofanto (sfociante nel mare Adriatico), il Cervaro (tributario del lago Salso e dello stesso Adriatico), il Miscano (affluente del già citato fiume Ufita) e il Sele (il quale ultimo attraversa però solo per 12 km il territorio provinciale).

Pochissimi sono i laghi naturali: il più importante è il lago Laceno, di origine carsica, una volta molto più vasto, ma che a causa di falle apertesi nel fondo lacustre in seguito al terremoto del 1980 ha diminuito consistentemente la sua dimensione (che aumenta di parecchio solo nel periodo invernale). Un altro laghetto naturale è il Luza Aquafets, situato nell'alta valle del Cervaro in territorio di Greci (l'unico comune di lingua arbëreshe situato all'estremità settentrionale della provincia); l'esistenza del lago di Greci è attestata fin dal 1466.[3]

Di origine artificiale sono invece il lago di Conza e il lago di San Pietro (tra Aquilonia e Monteverde), entrambi creati nella seconda metà XX secolo per mezzo di apposite dighe nel bacino del fiume Ofanto.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Irpinia.

La provincia di Avellino fu proclamata quale parte del regno d'Italia nel 1860, all'indomani della conquista garibaldina. Tale divisione amministrativa coincideva inizialmente con il territorio della precedente provincia di Principato Ultra (detta anche Principato Ulteriore), quest'ultima appartenente dapprima al regno di Napoli e poi al regno delle Due Sicilie.

L'anno successivo, in vista della creazione della confinante provincia di Benevento, la provincia di Avellino dovette cedere 29 comuni (18 dei quali sottratti al distretto di Avellino, i rimanenti 11 al distretto di Ariano) alla costituenda provincia, ricevendo però in compenso i territori del Baianese-Vallo di Lauro (distaccati dall'allora provincia di Terra di Lavoro), i comuni dei circondari di Montoro e Calabritto (dalla vicina provincia di Principato Citra), nonché il reintegro dalla provincia di Capitanata di molti di quei comuni che il Principato Ultra aveva dovuto cederle nel 1811 quale compensazione per la perdita del contado di Molise. Inoltre, anche il comune di Orsara (che pure in precedenza non aveva fatto parte del Principato Ultra) passò dalla Capitanata alla provincia di Avellino.[4]

Nel 1927 ebbe inizio un nuovo rivolgimento amministrativo: la provincia di Avellino dovette infatti cedere alla provincia di Foggia non soltanto la suddetta Orsara (nel frattempo ridenominata Orsara Dauno-Irpina) ma anche il comune di Accadia, mentre due anni più tardi pure Anzano degli Irpini e Monteleone di Puglia passarono alla medesima provincia pugliese;[5] inoltre, nel 1940 il comune di Rocchetta Sant'Antonio fu anch'esso ceduto alla provincia di Foggia. L'ultima modifica di confine ha riguardato il comune di Sant'Arcangelo Trimonte, fino al 1978 appartenente alla provincia come isola amministrativa all'interno del territorio della provincia di Benevento, quindi passato a quest'ultima.

Simboli

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma della provincia di Avellino.
 
Gonfalone della Provincia
Stemma

Lo stemma, riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 14 marzo 1938,[6] ha la seguente blasonatura:[7]

«Spaccato: al 1º di rosso, alla corona d'oro gemmata e cimata da quattro fioroni dello stesso (tre visibili), bottonati da una perla, sostenuti da punte; al 2º d'argento. Capo del Littorio: di rosso (porpora) al fascio littorio d'oro circondato da due rami di quercia e d'alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. Corona principesca.»

Gonfalone

«Drappo troncato di bianco e di rosso, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma, sopra descritto, con l'iscrizione centrata in oro "Provincia di Avellino". Le parti di metallo e i nastri saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Provincia e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.[8]»

Bandiera

La descrizione della bandiera, concessa con D.P.R. del 24 febbraio 2003,[7][9][10] è la seguente:

«Drappo troncato di bianco e di rosso, con lo stemma della Provincia attraversante; sopra la corona, la scritta centrata, in lettere maiuscole d'oro, Provincia di Avellino

Amministrazione

modifica

Elenco dei prefetti

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Prefetti della provincia di Avellino.

Elenco dei presidenti

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Avellino.

Turismo

modifica

Il territorio provinciale annovera quattro città d'arte, notevoli per la loro rilevanza storico-culturale: Ariano Irpino, Avellino, Mirabella Eclano e Montella.[11]

Castelli

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Castelli della provincia di Avellino.
 
Il castello normanno di Ariano Irpino

Nonostante i frequenti danni provocati dai terremoti e i conseguenti rimaneggiamenti, l'Irpinia è una terra ricca di castelli (oltre 70 nell'ambito del territorio provinciale[12]) poiché nell'alto Medioevo occupava una posizione strategica tra i possedimenti longobardi, bizantini e normanni.

Monumenti nazionali

modifica

Cinque sono i monumenti nazionali della provincia: la basilica cattedrale di Ariano Irpino, il carcere borbonico di Montefusco, il convento di San Francesco a Folloni a Montella, il santuario di Montevergine presso Mercogliano e il palazzo Caracciolo ad Atripalda.

 
Il convento di San Francesco a Folloni a Montella

Chiese e luoghi di culto

modifica
  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Chiese della provincia di Avellino.

Ad Atripalda vi è la chiesa di Sant'Ippolisto Martire (attestata fin dall'XI secolo da varie fonti, tra le quali la scritta sul sarcofago di San Sabino che attestava l'esistenza di una grotta per i martiri) d'epoca tardo-paleocristiana, al cui interno è custodito lo specus martyrum, una catacomba destinata ai martiri avellinesi.

Presso Ariano Irpino, in una vallata ricca di alberi secolari, nel tardo medioevo venne fondato il santuario della Madonna di Valleluogo, dopo che la Madonna era apparsa a una pastorella nelle adiacenze di un mulino ad acqua, tuttora esistente e visitabile. A non molta distanza, su un colle rivestito di oliveti, sorge invece il santuario di San Liberatore, le cui origini sono assai più antiche (alto-medievali).

 
Il santuario di Valleluogo

A Solofra è da visitare la collegiata di San Michele Arcangelo. Esso è il luogo di culto principale della città, in stile barocco, il cui soffitto è decorato dalle tele caravaggesche di Francesco Guarini, pittore nato a Solofra, e del padre Giovan Tommaso. Le tele sono inserite in un cassettonato ligneo, intagliato dalla stessa bottega del pittore. Nella collegiata sono presenti anche altre opere, tra cui l'organo cinquecentesco, la pala d'altare del Lama e le numerose sculture in legno di Giacomo Colombo, portate in processione durante la festa dedicata all'Arcangelo che si svolge in giugno.

A Materdomini di Caposele vi è il santuario dedicato a san Gerardo Maiella, patrono delle mamme e dei bambini, meta di pellegrinaggio. Sempre nello stesso comune degne di nota sono le sorgenti del fiume Sele e la chiesa madre di San Lorenzo.

Nel comune di Gesualdo si citano: la chiesa madre di San Nicola, in stile barocco, che, oltre alla tela seicentesca del "Miracolo della Madonna della Neve" commissionata dal principe Carlo Gesualdo e alla reliquia del braccio di Sant'Andrea, conserva altari in marmo policromo e statue lignee settecentesche; il cappellone, o chiesa del SS. Sacramento, singolare struttura architettonica; la chiesa del SS. Rosario, che fa da sfondo alla secolare tradizione del Volo dell'Angelo; la chiesa di Maria SS. Addolorata, con l'organo a canne settecentesco collocato sulla cantoria e il ciclo di pitture, ad opera della pittrice contemporanea francese Kathy Toma, che dal 2002 decora il catino dell'abside; il complesso conventuale dei frati Cappuccini, che conserva la pala del "Perdono di Carlo Gesualdo" del 1609, opera di Giovanni Balducci, e che ha ospitato nel 1909 il giovane Pio da Pietrelcina come studente di teologia.

A Mugnano del Cardinale è assai venerata santa Filomena nell'omonimo santuario. Fatto costruire nel 1641, esso conserva le spoglie mortali della martire Filomena, le sue reliquie e quelle di tanti altri martiri. Degni di apprezzamento sono gli affreschi su legno del soffitto di questo santuario.

A Pietradefusi vi è la collegiata di Santa Maria Assunta al cui interno è presente anche un cappellone dove ha sede il santuario di Maria SS. dell'Arco patrona di Pietradefusi e del circondario.

A Torre Le Nocelle è presente il santuario dedicato a san Ciriaco Diacono e Martire, il maggiore in Italia dove si pratica anche l'esorcismo.

Alcuni musei provinciali fanno parte del Sistema Museale Irpino. Essi sono: il museo irpino di Avellino, il museo civico di Villa Amendola di Avellino, il museo civico della ceramica di Ariano Irpino, il museo etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia, il museo delle produzioni artistiche e dell'artigianato popolare di Fontanarosa e il museo del lavoro e della vecchia ramiera di San Potito Ultra.

Musei di Avellino

modifica
  • Il Museo archeologico provinciale irpino, espone una serie di reperti archeologici ritrovati nel territorio della provincia;
  • il Museo d'arte, l'unico museo in Irpinia dedicato all'arte moderna e all'arte contemporanea[13][14];
  • la Pinacoteca provinciale (con dipinti dell'Ottocento di autori irpini) sita all'interno del carcere borbonico.

Musei di Ariano Irpino

modifica
 
Museo degli argenti (Ariano Irpino)

Altri musei della provincia

modifica

Artigianato

modifica

In ambito provinciale assumono notevole rilievo gli arazzi di Bisaccia, il tombolo di Santa Paolina, il marmo rosa di Fontanarosa, il ferro e il rame (lavorati un po' in tutta la provincia), nonché la ceramica di Ariano Irpino e Calitri[21].

Aree archeologiche

modifica
 
Rovine della città romana di Aeclanum

Il più antico insediamento della provincia e dell'intera Campania è costituito dal villaggio neolitico de La Starza (Ariano Irpino), situato nella valle del Miscano e popolato ininterrottamente dal VI al I millennio a.C. L'area archeologica di Carife rappresenta invece la principale necropoli di epoca sannitica (V-IV secolo a.C.).

I siti archeologici di età romana insistenti sul territorio provinciale sono Abella (l'attuale Avella), Abellinum (vicino Atripalda), Aeclanum (presso Mirabella Eclano), Aequum Tuticum (a nord di Ariano Irpino), Aquilonia (Lacedonia), Compsa (nei pressi di Conza della Campania) e Forum Aemilii (a valle di Flumeri).

Turismo invernale

modifica
 
Veduta invernale dell'altopiano del Laceno

Il turismo invernale si concentra principalmente nel territorio del comune di Bagnoli Irpino, che nella frazione Laceno (1100 m s.l.m.), ospita un comprensorio sciistico, con impianti di risalita e 25 km di piste, servite anche da innevamento artificiale. Gli impianti e le piste sono però fuori esercizio a decorrere dal 2017, benché la località disponga di strutture ricettive, aree campeggio e attrezzature per il turismo. Inoltre, il territorio presenta un notevole fenomeno carsico che dà vita a diversi tragitti sotterranei, meta anche di speleologi. Le grotte del Caliendo ne sono la testimonianza maggiore.

Altro luogo a vocazione turistica invernale è il Monte Terminio, ove però non sono presenti impianti sciistici né piste.

Prodotti tipici

modifica
 
Paesaggio con visuale sulla città di Avellino

Grande attrattiva turistica della zona è la famosa cucina irpina. I prodotti principali sono:

Industria

modifica

L'apparato industriale è un settore importante per il moderno sistema economico avellinese che dispone di diversi nuclei industriali impiantati nella periferia est della città capoluogo: a Pianodardine, Prata di Principato Ultra e Pratola Serra. Anche in altre aree della provincia l'apparato industriale è significativo grazie alle aree industriali di Conza della Campania, Nusco, Lioni, Sant'Angelo dei Lombardi, Morra De Sanctis, Flumeri e Luogosano. Solofra è invece un polo della lavorazione delle pelli, in special modo quelle ovi-caprine.

Assistenza sanitaria

modifica

Il territorio provinciale è interamente servito dall'ASL di Avellino ed è suddiviso nei sei distretti sanitari di Ariano Irpino (DS 01), Monteforte Irpino (DS 02), Sant'Angelo dei Lombardi (DS 03), Avellino (DS 04), Atripalda (DS 05) e Baiano (DS 06). L'assistenza sul territorio è assicurata dall'ospedale Sant'Ottone Frangipane di Ariano Irpino e dall'ospedale Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi[23], oltre che dall'azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati cui fanno capo i due plessi di Avellino e Solofra[24].

Qualità della vita

modifica
Anno Qualità della Vita[25] (Il Sole 24 Ore) Qualità della Vita (Italia Oggi) Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente)
2004 89ª (- 1)[26] 61ª (+ 12)[27] 80ª[28]
2005 85ª (+ 4)[29] 86ª (- 25)[30] 82ª (-2)[28]
2006 77ª (+ 8)[31] 69ª (+ 17)[32] 42ª (+ 40)[33]
2007 87ª (- 10)[34] 74ª (- 5)[35] 34ª (+ 8)[36]
2008 83ª (+ 4)[37] 96ª (- 22)[38] 45ª (- 11)[39]
2009 93ª (- 10)[40] 78ª (+ 18)[41] 82ª (- 37)[42]
2010 91ª (+ 2)[43] 83ª (- 5)[44] 29ª (+ 51)[45]
2011 92ª (- 1)[46] 86ª (-3)[47] 15ª (città piccole)[48]
2012 93ª (- 1)[49] 93ª (- 7)[50] 26ª (città piccole, -11)[51]
2013 94ª (- 1)[52] 90ª (+ 3)[53] 28ª (città piccole, -2)[54]
2014 87ª (+ 7)[55] 58ª (+ 32)[56] 39ª[57]
2015 81 (+ 6)[58] 84ª (- 26)[59] 29ª (+ 10)[60]
2016 93 (- 12)[61] 92ª (- 8)[62] 42ª (- 13)[63]
2017 102 (- 9)[64] 82ª (+ 10)[65] 43ª (- 1)[66]
2018 90 (+ 12)[67] 105ª (- 23)[68] 76ª (- 33)[69]
2019 94ª (- 4)[70] 83ª (+ 22)[71] 65ª (+ 11)[72]
2020 84ª (+ 10)[73] 70ª (+ 13)[74] 31ª (+ 34)[75]
2021 93ª (- 9)[76] 76ª (- 6)[77] 74ª (- 43)[78]
2022 84ª (+ 9)[76] 83ª (- 7)[79] 69ª (+ 5)[80]

Nel rapporto di Unioncamere del 2007, la Provincia di Avellino risultava essere la più ricca della Campania, con un PIL per abitante che ammontava a quasi 19 000 euro.[81][82] Per il 2010 il valore del reddito disponibile pro capite era pari a 11.861 euro, risultando al 98º posto tra le 107 province analizzate.[83] Secondo i dati de Il Sole 24 Ore relativi all'anno 2012, il valore aggiunto pro capite era pari a 15.077,34 euro.[84]

Nel rapporto 2014 sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore, la provincia di Avellino si è classificata in seconda posizione in Campania e all'87ª generale, preceduta da Benevento (84º posto). Dal rapporto 2013, nonostante il 94º posto generale,[52] la provincia è risultata essere tra le più sicure d'Italia in merito a ordine pubblico (36º posto su 107 province, basata su dati 2012).[84]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Avellino.

Appartengono alla provincia di Avellino i seguenti 118 comuni:

Comuni più popolosi

modifica
Pos. Stemma Comune Abitanti
(31 dicembre 2022)[85]
Superficie
(km²)
Altitudine
(m s.l.m.)
  Avellino 52.198 30,55 348
  Ariano Irpino 21.023 186,74 788
  Montoro 19.347 40,14 190

Comuni meno popolosi

modifica
Pos. Stemma Comune Abitanti
(31 dicembre 2022)[85]
Superficie
(km²)
Altitudine
(m s.l.m.)
  Cairano 275 13,83 770
  Petruro Irpino 302 3,11 500
  Montaguto 347 18,38 730

Minoranze etno-linguistiche

modifica

Minoranze linguistiche storiche

modifica

L'unica minoranza linguistica ufficialmente riconosciuta in provincia e nell'intera regione è costituita dagli albanesi (arbëreshë) stanziati a Greci, il comune più settentrionale della provincia, fin dal XV secolo.

Etnie e minoranze straniere

modifica

In provincia di Avellino al 31 dicembre 2020 sono residenti 13.344 cittadini stranieri, provenienti da 127 stati diversi.[86] Le comunità con almeno 100 componenti sono quelle di:

Infrastrutture e trasporti

modifica

Ferrovie

modifica
 
Un treno InterCity Roma-Bari mentre effettua fermata nella stazione di Ariano Irpino, l'unica in provincia ad essere servita da relazioni a medio-lunga percorrenza

Il territorio provinciale è interessato da una sola linea fondamentale (la ferrovia Napoli-Foggia, con l'unica stazione di Ariano Irpino effettivamente operativa) e da cinque linee di importanza regionale: la Cancello-Avellino (passante per la valle Solofrana), la Avellino-Benevento (nella valle del Sabato), la Benevento-Cancello (instradata via Valle Caudina), la Napoli-Baiano (lungo la valle del Clanio) e la tortuosa Avellino-Rocchetta; quest'ultima, definitivamente chiusa al traffico regolare fin dal 2010, è saltuariamente adibita ad uso turistico.

Tutte le linee esistenti in provincia sono elettrificate o in fase di elettrificazione (ad eccezione dell'Avellino-Rocchetta), ma tutte dispongono di un semplice binario; tuttavia in valle Ufita (nello stesso territorio comunale di Ariano Irpino) è in fase di costruzione una nuova stazione ferroviaria comprensoriale lungo un tracciato rettificato ed elettrificato Napoli-Foggia-Bari a doppio binario e ad alta capacità.

Autostrade

modifica

L'autostrada A16 Napoli-Canosa (strada europea E842) percorre longitudinalmente l'intera provincia con sette svincoli e due raccordi:

Il raccordo autostradale 2 (strada europea E841) collega la città di Atripalda (alle porte di Avellino) con Fisciano, nei pressi dell'Università degli studi di Salerno, all'altezza dell'intersezione con le autostrade A2 del Mediterraneo e A30. All'interno del territorio provinciale vi sono gli svincoli di Serino, Solofra e Montoro nord e Montoro sud.

Il raccordo autostradale 9, che congiunge l'A16 alla città di Benevento si sviluppa nel territorio provinciale soltanto nei chilometri iniziali, precisamente nel tenimento di Venticano.

Strade statali

modifica

Le strade statali presenti nella provincia di Avellino sono le seguenti:

Strada statale 7 Via Appia: il tratto riguardante la provincia è quello che percorre la Valle Caudina e, dopo aver toccato Benevento, attraversa i territori di Venticano, Montemiletto, Pratola Serra, fino a giungere a Manocalzati, nei pressi nello svincolo "Avellino est" dell'autostrada A16. Da questo punto in poi, la strada è popolarmente conosciuta con l'appellativo di Ofantina, costeggiando, tra gli altri, i paesi di Volturara Irpina, Montella, Bagnoli Irpino, Lioni, Teora e Sant'Andrea di Conza, fino a sconfinare in Basilicata[87]

Strada statale 7bis di Terra di Lavoro: è una diramazione della strada statale 7 Via Appia, dalla quale si distacca nel territorio di Capua per poter entrare a Napoli e poi dirigersi ad Avellino, attraversando i comuni avellinesi di Avella, Sperone, Baiano, Sirignano, Mugnano del Cardinale, Monteforte Irpino, Mercogliano. Dalla frazione Torrette parte il tratto che viene comunemente definito variante di Avellino, che si incrocia con il raccordo autostradale 2 e, infine, si ricongiunge alla strada statale 7 Via Appia nel comune di Manocalzati, nei pressi del casello "Avellino est" dell'A16.[87]

Strada statale 90 delle Puglie: parte da Venticano, all'altezza della strada statale 7 Via Appia e si conclude a Foggia. Attraversa i comuni di Mirabella Eclano, Grottaminarda, Ariano Irpino, Savignano Irpino, Greci e Montaguto, questi ultimi tre situati nella valle del Cervaro. La strada statale 90 delle Puglie possiede tre diramazioni: la strada statale 90 bis (proveniente da Benevento e passante per Casalbore, nella valle del Miscano), la strada statale 90 dir (diretta verso l'area industriale di Flumeri, nella valle dell'Ufita) e la strada statale 90 var (posta al servizio del casello "Grottaminarda" dell'A16, nella stessa valle dell'Ufita).[87]

Strada statale 303 del Formicoso: ha origine dalla strada statale 90 delle Puglie, in territorio di Mirabella Eclano, costeggia Gesualdo e Frigento, terminando la sua corsa con l'innesto nella strada statale 425 di Sant'Angelo dei Lombardi, presso Guardia Lombardi.[87]

Strada statale 400 di Castelvetere: il suo principio e la sua fine corrispondono, rispettivamente, con l'innesto della strada statale 425 di Sant'Angelo dei Lombardi (presso Sant'Angelo dei Lombardi) e con quello della strada statale 7 Via Appia (in territorio di Lioni). Misura circa 7 km.[87]

Strada statale 401 dell'Alto Ofanto e del Vulture: mezzo chilometro, dal confine con la Basilicata all'innesto della Strada statale 7 Via Appia a Sant'Andrea di Conza.[87]

Strada statale 425 di Sant'Angelo dei Lombardi: parte da quest'ultimo paese, raggiungendo Rocca San Felice e Guardia Lombardi, dove si inserisce nella strada statale 303 del Formicoso.[87]

Strada statale 691 Fondo Valle Sele: Ha origine dallo svincolo "Contursi Terme - Postiglione" dell'autostrada A3 Napoli-Reggio Calabria e sfocia nella strada statale 7 Via Appia presso Lioni. Presenta uscite nei comuni di Calabritto, Caposele e Teora.

Strade provinciali

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Avellino.

La provincia di Avellino gestisce, oltre alle strade provinciali propriamente dette, anche alcune ex-strade statali declassate a strade regionali, dopo che la regione Campania ha a sua volta provveduto a trasferire le proprie competenze all'ente provincia.

Cultura

modifica

Laceno d'oro

modifica

Il Laceno d'oro - Festival del cinema neorealistico è stato un festival cinematografico fondato nel 1959 da Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio, chiamato così dal nome della località Laceno, frazione di Bagnoli Irpino, dove si svolsero le prime edizioni.

Le due culture

modifica

Il meeting Le due culture,[88] organizzato nella prima decade di settembre dal centro di ricerche Biogem di Ariano Irpino (inaugurato nel 2006 alla presenza del premio Nobel Rita Levi-Montalcini), si propone di raggiungere un punto d'incontro tra il sapere umanistico e quello scientifico; vi prendono parte ogni anno insigni studiosi e premi Nobel.[89]

Tragedie

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoti in Irpinia.

Terremoto del 1980

modifica

Il violento terremoto del 1980, di magnitudo 6,9 della scala Richter, si verificò la sera del 23 novembre con epicentro nel comune di Conza della Campania. La scossa durò circa un minuto e mezzo e provocò gravissimi danni in tre regioni differenti. La ricostruzione fu assai lenta e non poche critiche furono mosse nei confronti della successiva gestione del problema: le industrie del nord Italia che sfruttarono l'affare dei fondi post-terremoto, le spartizioni di denaro tra i politici locali, il degrado dell'ambiente a causa di varie "opere" incompiute. Molti comuni risentirebbero tuttora di tali effetti negativi con migrazione di lavoratori qualificati.[90][91][92]

Incidente stradale di Monteforte Irpino

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Incidente stradale del viadotto Acqualonga.

Il 28 luglio 2013 un pullman precipitò da un viadotto dell'autostrada A16 nei pressi di Monteforte Irpino, provocando la morte di 40 persone e dando così luogo a uno dei più gravi incidenti stradali nella storia italiana.[93]

  1. ^ a b Eurostat, Gross domestic product (GDP) at current market prices by NUTS 3 regions, su ec.europa.eu. URL consultato il 26 maggio 2024.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, Roma, Stamperia Salomoni, 1794, p. 408.
  4. ^ Erminio Paoletta, I Dauni-Irpini, Napoli, Generoso Procaccini, 1990, pp. 59-63.
  5. ^ Regio Decreto Legge 24 gennaio 1929, n. 106, art. 1
  6. ^ ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali, su 151.12.58.148:8080. URL consultato il 23 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
  7. ^ a b Decreto di riconoscimento del 14 marzo 1938, su montefalcioneonline.it. URL consultato l'08-08-2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  8. ^ Immagine del gonfalone sul profilo Facebook della provincia di Avellino.
  9. ^ Bandiere su cisv.it, su cisv.it. URL consultato il 14-07-2011.
  10. ^ Emblema della Provincia di Avellino, su Governo italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica.
  11. ^ Musei (PDF), su Corriere del Mezzogiorno (archiviato il 24 dicembre 2022).
  12. ^ Ariano Irpino: un viaggio tra i castelli irpini, su Terre di Campania. URL consultato l'11 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  13. ^ Scheda del Museo MdAO dal sito artit.it, su artit.it. URL consultato il 2 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  14. ^ Info sul Museo d'Arte
  15. ^ Carife, le memorie sannitiche hanno il loro museo, su In terris. URL consultato il 15 gennaio 2019.
  16. ^ Museo Civico Archeologico di Bisaccia
  17. ^ Museo delle Tecnologie, della Cultura e della Civiltà Contadina - Guardia Lombardi, su museoguardialombardi.it. URL consultato il 3 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2015).
  18. ^ Museo diocesano di Arte Sacra di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia Archiviato il 3 gennaio 2015 in Internet Archive.
  19. ^ Musei in Irpinia
  20. ^ http://www.aquiloniamusei.it
  21. ^ Artigianato in Irpinia
  22. ^ Prodotti tipici irpini, su Viaggio in Irpinia.
  23. ^ Azienda sanitaria locale Avellino, su aslavellino.it. URL consultato il 16 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2022).
  24. ^ Strutture ospedaliere pubbliche, su Regione Campania. URL consultato il 16 luglio 2023.
  25. ^ Il dossier realizzato dal Sole-24 Ore che, da oltre 15 anni, misura la vivibilità delle 103 province italiane attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche. Dal reddito all'occupazione, dalla natalità alla sanità, dai reati alle opportunità per il tempo libero
  26. ^ Il sole 24 Ore 20/12/2004
  27. ^ Qualità della vita 2004 (PDF), su comune.bologna.it.
  28. ^ a b Ecosistema urbano 2005 (PDF), su legambiente.it.
  29. ^ Il sole 24 Ore 19/12/2005, su ilsole24ore.com. URL consultato il 28 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  30. ^ Qualità della vita 2005 (PDF), su comune.bologna.it.
  31. ^ Il sole 24 Ore 18/12/2006, su ilsole24ore.com. URL consultato il 28 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  32. ^ Qualità della vita 2006 (PDF), su comune.bologna.it.
  33. ^ Ecosistema urbano 2006 (PDF), su legambiente.it.
  34. ^ Il sole 24 Ore 17/12/2007
  35. ^ Qualità della vita 2007, su comune.bologna.it.
  36. ^ Ecosistema urbano 2007 (PDF), su legambiente.it.
  37. ^ Il sole 24 Ore 29/12/2008, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  38. ^ Qualità della vita 2008 (PDF), su comune.bologna.it.
  39. ^ Ecosistema urbano 2008 (PDF), su legambiente.it.
  40. ^ Il sole 24 Ore 19/12/2009
  41. ^ Qualità della vita 2009 (PDF), su comune.bologna.it.
  42. ^ Ecosistema urbano 2009 (PDF) [collegamento interrotto], su legambiente.it.
  43. ^ Qualità della vita 2010, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  44. ^ Qualità della vita, vince Trento (Italia Oggi), su epicentrobenevento.it. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
  45. ^ Ecosistema urbano XVII edizione (PDF), su risorse.legambiente.it, legambiente.it. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2012).
  46. ^ Qualità della vita 2011, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2013).
  47. ^ Trento è la città più vivibile, su italiaoggi.it.
  48. ^ Ecosistema urbano XVIII edizione (PDF), su legambiente.it.
  49. ^ Qualità della vita 2012, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2013).
  50. ^ Nuova bocciatura sulla qualità della vita: l'Irpinia sprofonda, su irpiniaoggi.it. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2015).
  51. ^ Ecosistema urbano XIX edizione (PDF), su legambiente.it.
  52. ^ a b Qualità della vita 2013, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  53. ^ Qualità della vita, Macerata scende in graduatoria, su cronachemaceratesi.it.
  54. ^ Ecosistema urbano XX edizione (PDF), su legambiente.it.
  55. ^ Qualità della vita 2014 (PDF), su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  56. ^ Qualità della vita, Trento, Bolzano e Mantova su podio. Ma Italia arretra, crisi blocca il Sud, su repubblica.it.
  57. ^ Ecosistema urbano XXI edizione (PDF), su legambiente.it.
  58. ^ Qualità della vita 2015, su ilsole24ore.com. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2017).
  59. ^ Qualità della vita 2015, su repubblica.it.
  60. ^ Ecosistema urbano XXII edizione (PDF), su legambiente.it.
  61. ^ Qualità della vita 2016, su ilsole24ore.com. URL consultato il 12 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2016).
  62. ^ Qualità della vita 2016, su repubblica.it, italiaoggi.it.
  63. ^ Ecosistema urbano XXIII edizione (PDF), su legambiente.it.
  64. ^ Qualità della vita 2017, su ilsole24ore.com. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2017).
  65. ^ Qualità della vita 2017 (PDF) [collegamento interrotto], su italiaoggi.it.
  66. ^ Ecosistema urbano XXIV edizione (PDF), su legambiente.it.
  67. ^ Qualità della vita 2018, su lab24.ilsole24ore.com, ilsole24ore.com.
  68. ^ Qualità della vita 2018 (PDF), su static.italiaoggi.it, italiaoggi.it.
  69. ^ Ecosistema urbano XXV edizione, su legambiente.it.
  70. ^ Qualità della vita 2019, su lab24.ilsole24ore.com, ilsole24ore.com.
  71. ^ Qualità della vita 2019 (PDF), su static.italiaoggi.it, italiaoggi.it.
  72. ^ Ecosistema urbano XXVI edizione, su legambiente.it.
  73. ^ Qualità della vita 2020, su lab24.ilsole24ore.com, ilsole24ore.com. URL consultato il 7 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2021).
  74. ^ Qualità della vita 2020 (PDF), su static.italiaoggi.it, italiaoggi.it.
  75. ^ Ecosistema urbano XXVII edizione (PDF), su legambiente.it.
  76. ^ a b Qualità della vita - Storico, su lab24.ilsole24ore.com, ilsole24ore.com.
  77. ^ Qualità della vita 2021, su ottopagine.it.
  78. ^ Ecosistema urbano XXVIII edizione (PDF), su legambiente.it.
  79. ^ Qualità della vita 2022, su ottopagine.it.
  80. ^ Ecosistema urbano XXIX edizione (PDF), su legambiente.it.
  81. ^ Campania: in Irpinia i più ricchi della Regione
  82. ^ Anticipazione del PIL pro capite provinciale del 2007 (PDF) [collegamento interrotto], su an.camcom.gov.it.
  83. ^ Il patrimonio delle famiglie italiane nel 2011, su unioncamere.gov.it. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2015).
  84. ^ a b Dettaglio rapporto qualità della vita 2012 - Provincia di Avellino, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  85. ^ a b Dati Istat - Popolazione residente al 31-12-2022 - Dati provvisori, su demo.istat.it, istat.it.
  86. ^ Dati cittadini stranieri demo.istat.it
  87. ^ a b c d e f g Consistenza, su stradeanas.it.
  88. ^ Le Due Culture - Archivio, su Biogem. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2019).
  89. ^ I Nobel tornano a Biogem al Festival delle due culture, su Il Sole 24 ore. URL consultato il 24 agosto 2019 (archiviato il 24 agosto 2019).
  90. ^ Irpinia, 33 anni dal terremoto ricostruzione ancora incompleta, su napoli.repubblica.it.
  91. ^ Irpinia, 33 anni dal terremoto ricostruzione ancora incompleta, su metropolisweb.it. URL consultato il 20 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  92. ^ Dopo trentadue anni e 70 miliardi Monti chiude il terremoto in Irpinia, su iltempo.it (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  93. ^ Un anno fa la strage del bus in Irpinia, su napoli.repubblica.it.

Bibliografia

modifica
  • A.A.V.V., Tra arte e scienza: i musei privati di Avellino, Napoli, Omicron, 2012, SBN IT\ICCU\NAP\0880784.
  • Associazione Culturale ACO, Musei Avellino 2007, Avellino, 2007, pp. 4.
  • Gabriele Crepaldi, Musei d'Italia, voce Avellino pag. 244, Arnoldo Mondadori Editore, 2007.
  • Michelina Femina, Lauretana Carbone, L’Irpinia dei musei, Avellino, MZO Edizioni, 1997, SBN IT\ICCU\NAP\0324135.
  • Stefano Orga, Michelina Femina, Musei da esplorare ad Avellino, Avellino, MZO Edizioni, 2002, SBN IT\ICCU\NAP\0284376.
  • Michelina Femina, Musei della natura in Campania, Avellino, MZO Edizioni, 2003, SBN IT\ICCU\NAP\0298255.
  • Francesco De Franchi, Avellino illustrata da' santi e da' santuari, Forni, Napoli, 1709.
  • Giampiero Galasso, Avellino. Storia e immagini, Ed. De Angelis, 1992.
  • Carlo Muscetta, Le Chiese di Avellino, E.P.T. di Avellino, 1931.
  • Gabriella Pescatori Colucci, Errico Cuozzo, Francesco Barra, Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia, Sellino & Barra, 1996.
  • Serafino Pionati, Ricerca sull'istoria di Avellino, Forni, 1828-29.
  • Francesco Scandone, Storia di Avellino dalle origini alla fine della dominazione Longobarda, M. d'Auria, 1905.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN240900747 · ISNI (EN0000 0004 1768 8841 · SBN NAPV052973 · BAV 494/42869 · LCCN (ENn82167159 · GND (DE4243972-3 · BNE (ESXX6523792 (data) · J9U (ENHE987007555264605171
  Portale Provincia di Avellino: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Provincia di Avellino