Galileo Galilei: Scienza e Filosofia
Galileo Galilei: Scienza e Filosofia
Galileo Galilei: Scienza e Filosofia
Il primo e forse più importante risultato decisivo dell’opera di Galileo è stata la netta separazione
tra religione e scienza e l’affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza di quest’ultima: infatti
secondo ciò che aveva stabilito la controriforma, ogni forma di sapere doveva essere in armonia con
la bibbia, e ciò per Galileo poteva avere come unico risultato quello di cerare un ostacolo per lo
sviluppo del sapere; dice Galileo che la scienza ci insegna come è fatto il cielo la fede come andare
al cielo. La scienza non deve essere solo indipendente dalla chiesa ma anche dall’autorità culturale
passata; Importante è un aneddoto col quale egli cercò di rendere giustizia alle tesi copernicane,
infatti disse al cardinale Bellarmino che se solo non si fosse rifiutato di guardare nel cannocchiale
avrebbe capito come stano veramente le cose e avrebbe accettato la realtà: questa affermazione fu
fatta al riguardo delle sue ipotesi sulla superficie lunare che si credeva del tutto liscia e invece lui
scoprì che era disseminata di crateri e montagne, scoprì poi anche le cosiddette macchie lunari e di
contro anche quelle solari evidenziando così come anche i corpi celesti fossero soggetti a mutazioni
e alterazioni; Bellarmino come Osiander per Copernico tendeva a riportare le tesi galileiane su di un
piano puramente teorico e matematico.
Nel 1632 diede vita al Dialogo sopra i due massimi sistemi: a Simplicio è dato il compito di
presentare la teoria geocentrica, Salviati difende la teoria copernicana e Sagredo fa da mediatore;
qui Salviati dice che non c’è cosa peggiore, quando si tratta di cose naturali che bisognano di una
spiegazione che arrivi qualcuno come Simplicio e pretenda di dichiarare falsa quella tesi e
affermare il contrario in base solo a un testo o a credenze. Per lui la scienza deve essere descrizione
oggettiva della realtà e per esserlo deve esser in grado di distinguere tra le realtà PRIMARI o
OGGETTIVE e la realtà SECONDARIE o SOGGETTIVE e deve prendere in considerazione
solo le prime le quali appartengono al corpo per natura e senza le quali il corpo non potrebbe
esistere.
Per lui la vera scienza e filosofia è la fisica e la natura è scritta con un linguaggio matematico
geometrico che è compito della scienza capire; è per questa matematizzazione che si parlato per
Galileo di uno sfondo e di un carattere platonico. Galileo afferma che nelle questioni legate alla
natura non servono le autorità ma l’esperienza e la matematica, tuttavia l’esperienza non basta ma
deve lavorare in stretta relazione con un ragionamento logico.
In Galileo il cannocchiale è importantissimo poiché senza di esso egli non avrebbe potuto
rivoluzionare l’astronomia, questi strumenti si rivelarono necessari sia per l’osservazione sia per la
riproduzione dei fenomeni in condizioni specifiche volute: ciò appare ovvio per noi ma ai tempi di
Galileo lo strumento in aiuto della scienza non era scontato; importante è poi notare come non fu
importante la costruzione del cannocchiale ma il suo uso scientifico, infatti gli olandesi
conoscevano già le lenti ma le consideravano come puro divertimento.
3.PRINCIPIO D'INERZIA
Per la fisica aristotelica, lo stato naturale dei corpi sublunari era la quiete. Inoltre, i moti venivano
divisi in naturali e violenti. I primi erano i moti che dirigevano un corpo nel loro luogo naturale i
secondi invece fuori dal luogo naturale. Inoltre, aristotele credeva che la forza fosse direttamente la
causa della velocità. Galileo invece dice che un corpo tende a conservare indefinitamente il suo
stato di quiete o di modo rettilineo uniforme finchè non intervengono forze (attriti o altro) a
modificarne tale stato. Detto questo cìè da dire che galileo non arrivò ad una enunciazione generale
di questo principio, semplicemente lo utilizzava senza bisogno di enunciarlo questo è si può
aggiungere che dato che lui non lo enunciò mai in modo generale qualcuno arrivò a dire che non ci
sia veramente arrivato
INDUZIONE E DEDUZIONE
Facendo riferimento alle sensate esperienze e alle necessarie dimostrazioni, ci si può chiedere se
galileo fosse piu' induttivista o piu' deduttivista. In realtà, in media stat virtus, la verità sta nel
mezzo. Galileo non fu solo nè prevalentemente nè ind. nè dedutt. semplicemente, talvolta, se il caso
lo richiedeva, utilizzava prevalentemente uno dei due metodi, intendendo con induttivo il fatto di
arrivre a leggi generali partendo da fatti particolari e con deduttivista il fatto di partire da certe
presse e tramite ragionamenti logici su base matematica arrivare alle necessarie conclusioni. In ogni
caso comunque, c'è una stretta correlazione tra le due cose, in particolare le sensate esperienze
presuppongono un riferimento alle necessarie dimostrazioni in quanto l'esperienza viene
quantificata e matemetizzata e le certe dimostrazioni presuppongono un riferimento alle sensate
esperienze perchè comunque sia nata l'idea, questa deve trovare conferma nella realtà!!!ovviamente
non semrpe è possibile una verifica diretta, in questo caso si ricorre ad una verifica indiretta..in
conclusione cè da ricordare come la scienza piu' astratta ditutte si ponga come fondamentale
strumento per l'indagine della natura.
8. GIUSTIFICAZIONI FILOSOFICHE
Questi ragionamenti filosofici erano appnto già presenti nelle mentalità delle persone poichè egli si
rifece a delle concezioni filosofiche del passato:
1) ad esempio,la fiducia che Galileo aveva nella matematica è convalidata dalla dottrina platonico-
pitagorica della struttura matematica del cosmo,ovvero di vedere il mondo all'interno di un ordine
geometrico, e solo che conosce il linguaggio matematico può decifrare questa struttura matematica
del cosmo;
2)La distinzione tra proprietà oggettive e soggettive dei corpi deriva già dal passato (e poi verrano
riprese in futuro con Locke). Le prime caratterizzano i corpi in quanto tali, e sono proprietà
inseparabili dai corpi, le seconde esistono solo in relazione ai nostri sensi, e sono i caratteri
oggettivi dei corpi e vengono prodotte da essi (dai corpi);
3)la legge scientifica predente di valore in ogni tempo ed in ogni luogo. Primo problema: esistono
delle cose di cui non si può pensare in contrario, per esempio un quadrato con 5 lati..ma si può
pensare che fra 1000 anni non ci sia piu' per esempio F = M x a? certo che si, mica è
contraddittorio, allora come si può risolvere questo problema?introducendo il concetto
dell'uniformità della natura che dice che il corpo della natura non varia e che quindi sempre a cause
simili corrisponderanno effetti simili. Quindi serve a dare una spiegazione al fatto che le leggi
scientifiche devono valere sempre ed in ogni luogo
4) In questa parte si evidenziano la figura di Dio e quella dell'uomo messe in relazione dalla
conoscenza : infatti, per Galileo, Dio conosce intuitivamente la verità,conosce tutte le infinite
verità, mentre l'uomo la verità la può conquistare progressivamente attraverso il ragionamento
discorsivo, e può conoscere in maniera certa un numero limitato di verità
9.REALISMO DI GALILEO:
C'è spesso stato il dibattito riguardante il fatto che, ciò che la scienza scopre e indaga, i modelli
scientifici, sono corrispondenti al 100% con la realtà o sono conoscenze simili che magari servono
solamente allo scienziato per spiegare qualche fenomeno?ecco, galileo era realista, e diceva che il
rapporto tra scienza e realtà era di rispecchiamento e cioè che ciò la scienza diceva,
RISPECCHIAVA ESATTAMENTE la realtà (oggi questa teoria sta andando in
abbandono).Quindi l'immagine che la scienza dà della realtà è uguale alla realtà stessa! A Gali non
garbava essere definito un matematico, in quanto essere matematico significava basarsi su
conoscenze astratte (la matem è astratta), egli invece si definiva un filosofo-matematico , in quanto
alla realtà gnoseologica applicava si la matematica,ma insieme ad essa applicava la filosofia.