Introduzione Ai Tensori
Introduzione Ai Tensori
Introduzione Ai Tensori
Lo spazio vettoriale
Lo spazio euclideo
Le trasformazioni di coordinate
La definizione analitica dei vari tipi di tensori come systems che variano al variare delle coordinate
Operazioni tra tensori
Esempi di systems tensoriali
Tensori e manifolds: gli spazi tangenti
La formalizzazione algebrica astratta dei tensori
Approfondimenti di teoria algebrica astratta dei tensori
Lo spazio vettoriale
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Lo spazio vettoriale uno spazio astratto, dove i punti o vettori u, v, w, sono enti
di qualsiasi genere che soddisfano i seguenti assiomi:
u + (v + w) = (u + v) + w
u+v=v+u
1v=v
h (k v) = (h k) v
k (v + w ) = k v + k w
loro punto iniziale (o punto di applicazione) in una origine comune. Le copie di tali
vettori applicate a questo o quel punto dello spazio, definiti vettori applicati,
rappresentano in realt un unico vettore libero, di cui hanno la stessa direzione, lo
stesso verso e la stessomodulo o grandezza (lunghezza)
Un altro esempio, meno intuitivo, di spazio vettoriale, quello delle enople di numeri
con laddizione componente per componente e la moltiplicazione scalare.
Esiste lo spazio vettoriale delle funzioni su insiemi (es. spazio di Banach), lo spazio
vettoriale dei polinomi in x, lo spazio vettoriale delle matrici ecc.
La dimensione di uno spazio vettoriale il numero minimo di vettori linearmente
indipendenti {bi} necessari per esprimere ogni vettore dello spazio come loro
combinazione lineare:
v = v1 b1 + v2 b2 + + vn bn
dove vi (i = 1,,n) non un vettore ma uno scalare chiamato i-esima componente del
vettore v nella base b.
Lo spazio euclideo
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Uno spazio euclideo uno spazio affine su un K-spazio vettoriale V nel quale definito
un prodotto scalare.
Usualmente si utilizza una definizione meno generale, intendendosi per spazio
euclideo ln-spazio euclideo numerico, cio lo spazio affine numerico An(R) dotato del
prodotto scalare standard.
Si tratta dello spazio vettoriale Rn costituito dallinsieme delle n-ple di numeri reali
tra due punti qualsiasi del quale definito un vettore differenza o displacement
vector o vettore applicato costituito semplicemente dalla differenza componente per
componente tra le due enople considerate. In tal modo, ad ogni punto di Rn risulta
associato uno spazio tangente, che uno spazio vettoriale, isomorfo ad Rn, costituito
da tutti i vettori differenza che hanno come secondo termine della sottrazione il
vettore considerato.
Il prodotto scalare standard tra due enople X = (x1,,xn) ed Y = (y1,,yn) definito
come lo scalare
X Y = x1 y1 + + xn yn
Questo prodotto consente di dotare lo spazio euclideo della misura di lunghezze,
distanze ed angoli, ci di cui sprovvisto lo spazio vettoriale.
La lunghezza o norma di un vettore v = (v1,,vn) definita come:
La distanza tra due vettori definita come la norma del loro vettore differenza
Le trasformazioni di coordinate
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[0802062242]
y1 = y1(x1,,xn)
.........................
yn = yn(x1,,xn)
[0802062245]
e la matrice:
[0802062247]
y1 = a11 x1 + + a1n xn
..............
yn = an1 x1 + + ann xn
[0802070940]
y1 = a11 x1 + + a1n xn + b1
......................
yn = an1 x1 + + ann xn + bn
[0802070945]
y1 = a11 x1 + + a1n xn
...............
yn = an1 x1 + + ann xn
[0802070950]
...
yn = fn(x1, , xn)
[0802062249]
La definizione analitica dei vari tipi di tensori come systems che variano al variare
delle coordinate
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[0802062251]
[0802070929]
Considerando che le ajk non sono altro che le derivate parziali della trasformazione
possiamo scrivere:
[0802070931]
[0802062255]
dove si intende che due indici identici, uno in alto e uno in basso, vanno sommati per
tutti i loro valori.
Oltre ai displacement vectors vi sono molte altri systems di numeri che variano con
la legge [0802062255]: si pensi alle stesse coordinate.
Spesso la parola tensore non sta ad indicare un unico system, ma un campo tensoriale,
cio una funzione continua
f : (R*)r Rs E
dallo spazio dei tensori di tipo (s,r) allo spazio euclideo E, che assegna ad ogni punto
di E un tensore.
Consideriamo ora una trasformazione curvilinea (cio non necessariamente lineare)
di coordinate. Non sar pi possibile esprimere ildisplacement vector come oggetto
che si trasforma secondo la [0802062255], neppure considerando una diversa matrice
di trasformazione per ogni punto, poich vettori diversi (anche semplicemente di
lunghezza) applicati nel medesimo punto daranno displacements diversi nel nuovo
sistema di coordinate.
I systems che, come i displacement vector, variano con la legge [0802062255] in
relazione ad una trasformazione lineare omogenea di coordinate ma non in relazione
a trasformazioni non lineari o lineari non omogenee fanno parte della categoria
dei tensori cartesiani; i systems che variano con la legge [0802062255] in relazione ad
una trasformazione lineare non omogenea di coordinate ma non in relazione ad una
trasformazione curvilinea fanno parte della categoria dei tensori affini; i systems che
variano con la legge [0802062255] in relazione a trasformazioni generali di
coordinate, incluse quelle curvilinee fanno parte della categoria dei tensori generali o
tensori senza aggettivi.
Un esempio di tensore affine che per non un tensore rispetto a trasformazioni
generali di coordinate dato dalla ordinaria derivazione parziale di un campo
tensoriale. Rispetto a cambiamenti affini di coordinate linsieme degli nn numeri che
costituiscono le n derivate parziali per ognuno degli n componenti di un vettore
controvariante si trasformano con legge tensoriale, ma non cos quando il
cambiamento di coordinate curvilineo. In questo caso alla differenziazione
ordinaria si sostituisce la cosiddetta derivazione covariante, su cui vedi pi avanti.
Mentre per i tensori cartesiani non si distinguono tensori covarianti e controvarianti,
perch sono identici, per i tensori generali della massima importanza distinguerli
secondo la legge di variazione. Diamo pertanto le seguenti definizioni generali:
dove le
sono le derivate parziali della trasformazione di coordinate.
Il campo vettoriale V un tensore covariante di ordine 1 se le sue componenti (Ti) e
(Ti) relative rispettivamente ai sistemi (xi) e (xi) obbediscono alla legge di
trasformazione:
dove le
dove le
sua inversa
e le
E facile dimostrare che il prodotto di due tensori ancora un tensore, cio soddisfa
alla legge di trasformazione tensoriale
Scriveremmo forse cosa pi esatta se scambiassimo i membri e sostituissimo al segno
di eguale il segno di vero per definizione:
Wjkpqlmru Tjklm Spqru
da cui segue che la legge di variazione dei componenti del tensore rispettata, e
quindi si tratta di un tensore.
Consideriamo il caso pi semplice di un tensore T10 e di un tensore S01:
Wrs Tr0 S0s Tr Ss
che funziona da forma bilineare su V*xV:
W(f,v) = fr vs Wrs
che quanto dire una moltiplicazione matriciale
[f] [W] [v]
con [f] vettore riga e [v] vettore colonna e dove lindice "r" di W lindice di riga
(infatti se "r" varia lungo la riga di [f] allora il corrispondente indice di [W] varia
lungo le colonne) e "s" lindice di colonna (infatti se "s" varia lungo la colonna [v]
allora il corrispondente indice di [W] varia lungo le righe).
Considerando infine che si ha:
W(f,v) = fr vs Wrs = fr Tr0 vs S0s
e cio, poich T un vettore e S una forma lineare:
W(f,v) =f(T) S(v)
si vede che :
W = ST
Come detto altrove, non tutti i tensori sono decomponibili, cio risultano dalla
moltiplicazione di due altri tensori.
Prodotto interno (inner product) o composizione (composition) di due tensori
Combinando loperazione di moltiplicazione di due tensori con quella di contrazione
otteniamo loperazione di inner product o composition:
Contrazione di un tensore
Consideriamo un tensore Tpqrstu ed eguagliamo due degli indici, ottenendo: Tpkrsku ;
secondo vari autori, questo indicherebbe automaticamente una sommatoria rispetto
agli indici. Se chiamiamo C il tensore contratto abbiamo:
Cprsu = Tp1rs1u + Tp2rs3u + Tp3rs3u + + Tpnrsnu
ovvero, pi sinteticamente:
Il concetto di superficie come entit i cui punti sono dotati di posizione reciproca e
coordinatizzazione mediante enople di Rn stato generalizzato dai matematici in
quello di manifold (variet )
Una variet topologica n-dimensionale (manifold topologico n-dimensionale) uno
spazio topologico di Hausdorff X, che soddisfa al secondo assioma di numerabilit, e
tale che ogni punto x X possiede un intorno aperto omeomorfo ad un aperto di Rn.
Una superficie M (ad es. una calotta semisferica) immersa in uno spazio
tridimensionale Rn un manifold bidimensionale, in quanto pu essere
coordinatizzata con due numeri. Una carta una funzione u : M R2 che assegna ad
ogni punto della superficie una coppia di numeri reali.
Possiamo ottenere una semplice carta ruotando gli assi di R3 in modo che lasse z sia
parallelo al raggio verticale della semisfera ed assegnando ad ogni punto P di essa la
coppia (a,b) che la coordinata della proiezione di P sul piano xy:
vettori che costituiscono una base privilegiata per tale spazio, il vettore /x e il
vettore /y che rappresentano le derivate vettoriali della funzione u1 : R2 M
rispetto a vx e vy, versori nelle direzioni x e y.
Tali vettori /x e /y prendono il nome di coordinate vector fields; un qualsiasi
vettore V pu essere espresso nelle sue componenti nella base da essi rappresentata.
Gli algebristi misero in evidenza che al variare delle coordinate nello spazio dei
parametri si verifica un cambio affine di coordinate nello spazio vettoriale e un
corrispondente cambio del system tensoriale.
Ad ogni trasformazioni di coordinate:
[0802101418]
x = x (x , y)
......
y = y (x , y)
dove la matrice
Esistono elementi di VV che non sono esprimibili nella forma vw per due scalari
v,w V. Si tratta dei tensori indecomponibili.
La esistenza di tensori indecomponibili mostra che la forma : VxV VV non
una bijezione, ma una semplice iniezione, e che linsieme delle forme vw = (v,w)
genera VV ma non lo esaurisce. Questo vuol altres dire che non tutti i tensori
possono essere rappresentati come moltiplicazione tensoriale di due tensori.
Tutto questo mostra infine che le classi di equivalenza entro lo spazio R(VxV) delle
funzioni VxV R aventi supporto finito non sono limitate alle classi corrispondenti
ai vari vw
Dire che non tutti i tensori di VV non possono essere rappresentati nella forma.v
w non vuol dire invece che tutti i tensori di VV non possano essere rappresentati
nella forma
v1v2 + v3v4 +
di combinazione lineare di tensori vjvk ; tutti i tensori possono essere comunque
rappresentati (si veda altrove per questa dimostrazione) come combinazioni lineari
nelle componenti della base biduale di VV
Gli algebristi hanno notato che il prodotto V*V* ha una propriet molto peculiare,
sintetizzata dal teorema sotto riportato:
Data una forma bilineare
h : V*xV* R
esiste una sola forma bilineare
b V*V* R
tale che si abbia
h=b
La forma
u : V*xV* R
definita per ogni coppia (v,v) dalla legge:
h(f,g) = f(v) g(v)
Consideriamo che scegliere un elemento (v,v) V* x V* consiste nel fissare una
forma dallo spazio dei tensori bicovarianti ad R, perch la
h(f,g) = f(v) g(v)
provvede a fornire una immagine ad ogni coppia (f.g) di forme lineari su V
Consideriamo che tale forma rende commutativo il diagramma:
h=b
Vediamo in tal modo che si pu identificare V*V* con lo spazio Trs dei tensori di
tipo (0,2) su V
Gli algebristi hanno poi generalizzato questa costruzione a spazi V1xV2 diversi di
qualsiasi numero (inclusi spazi duali) e dimensione (inclusi quelli a dimensione
infinita) e a forme bilineari verso uno spazio vettoriale qualsiasi (non necessariamente
R) o addirittura un modulo su un anello.
Ne risultata la nozione generale di prodotto vettoriale come oggetto algebrico
astratto di cui il prodotto vettoriale VV solo un esempio particolare. La
generalizzazione data dal seguente teorema:
Per ogni modulo C sullanello K e per ogni applicazione n-lineare
h : V1 x x Vn C
esiste una ed una sola applicazione lineare
t : V1 Vn C
che rende commutativo il diagramma:
La teoria dei tensori ha cos potuto essere riferita ad un oggetto algebrico lievemente
meno generale, in cui gli spazi vettoriali Vn sono identici tra loro e in cui lo spazio
immagine di h lo spazio euclideo R, come mostrato dal diagramma sottostante, che
ormai il lettore sa interpretare:
Gli elementi di V V (r volte) si diranno tensori di tipo (r,0) ovvero tensori con
r indici di controvarianza
Gli elementi di V* V* (s volte) si diranno tensori di tipo (0,s) ovvero tensori con s
indici di covarianza
Gli elementi di V* V* V V (rispettivamente s ed r volte) si diranno
tensori di tipo (r,s) ovvero tensori con r indici di controvarianza e s indici di
covarianza.
(bj,bk)
Allora il valore di una funzione lineare F*(v,v) sar:
F*(b1 1++ bn n , b1 1++ bn n)
e cio la sommatoria (usando la Einstein summation convention):
F*(bj j , bk k)
e cio:
j k F*(bj , bk)
e cio
j k jk jk*(bj , bk)
dove
jk = F(bj , bk)
mentre jk* una forma bilineare il cui valore 1 se largomento (bj,bk) e zero
altrimenti. Sviluppando ancora, per la bilinearit di jk* si ha:
jk jk*(bj j , bk k)
e cio
jk jk*(v, v)
da cui si vede che le jk* sono le basi duali dello spazio (VxV)*
Data la loro definizione si ha:
jk*(v,v) = j k
dove j il j-esimo coefficiente del vettore v di (v,v) nella base {b} mentre k il kesimo coefficiente del vettore v di (v,v) nella base {b}
Espressa relativamente a queste basi una funzione b assume quindi la forma:
F = 11 11*+ + nn nn*
e cio:
F(f,g) = (11* 11 + + nn* nn)(f,g) = 11 11*(f,g)+ + nn nn*(f,g)
Attenzione: esistono altre funzioni che danno 1 per un dato argomento, ma non
sono bilineari. Le jk* sono invece funzioni bilineari.
La costruzione di VW come insieme quoziente del modulo di funzioni
I moduli Rn sono un caso particolare di moduli di funzioni RX di tutte le funzioni
XR
Ma u non affatto bilineare; per es., se b 0 lelemento (a1,b) + (a2,b) non mai
lelemento (a1 + a2,b). Infatti, essendo u una iniezione, lunico modo sarebbe che
fosse 2b = b. Ma lendomorfismo x b+x con b fisso un automorfismo, e se fosse
(b + b) + x = b + x sarebbe anche b + (b+x) = b+x da cui b = 0, che contro lipotesi.
Per aggirare lostacolo consideriamo linsieme quoziente composto dai laterali del
sottomodulo S generato da: