La Probabilita Di Vincere - Instapaper
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Definizione
classica
di
probabilit
progettomatematica.dm.unibo.it
Il
Calcolo
delle
probabilit
e
la
Teoria
dei
Giochi
matematica.unibocconi.it
La
matematica
del
Superenalotto
focus.it
La
matematica
applicata
alla
roulette
roulette.am
La
percentuale
di
allibramento:
Il
vantaggio
dei
bookmakers
iopronostico.it
In
Italia
900mila
affetti
dalla
malattia
del
gioco
dazzardo
ilsole24ore.com
classica
di
probabilit
laplaciana
Spesso nella vita quotidiana affrontiamo scelte di cui non sappiamo prevedere le conseguenze. La
parte della matematica che si occupa di razionalizzare le interpretazioni dei fenomeni casuali, invece
che affidarsi a pregiudizi, a superstizioni o al fato, detta calcolo delle probabilit.
In certi casi, la probabilit si pu calcolare direttamente conoscendo il numero dei casi
favorevoli dalla totalit dei casi possibili, purch essi siano finiti e tutti ugualmente possibili (gli eventi
elementari sono equiprobabili).
La probabilit del verificarsi di un evento A, :
n. casi favorevoli/n. casi possibili
Per esempio nel "lancio di un dado" non truccato ci sono 6 eventi elementari, tutti ugualmente
possibili, corrispondenti alle 6 facce del dado.
Se consideriamo come evento di interesse il presentarsi della faccia con il numero 5, la
probabilit dell'evento in questione misurata dal valore 1/6. P (A=5) = 1/6
Se, nel medesimo esperimento, avessimo definito l'evento A come "presentarsi di una faccia
con numero pari", i casi favorevoli a A sarebbero stati 3 (i numeri 2;4;6) e la relativa probabilit
sarebbe stata espressa dal rapporto 3/6 =1/2.
Generalizzazione sul continuo Con Laplace non parliamo solo di numeri razionali appartenenti
allinsieme Q, ma anche di numeri reali. Parliamo di numeri reali quando ci riferiamo a misure di:
Aree
Esempio: Quale la probabilit che Giovanni tirando una freccetta a caso su un tiro a bersaglio faccia
centro ?
Volumi
Esempio: Quale la probabilit che Giovanni tuffandosi in modo casuale in una piscina, cada nel
punto x ?
L'estensione al caso di eventi con risultati continui si attua attraverso una rappresentazione
geometrica in la probabilit di un evento casuale data dal rapporto tra l'area favorevole all'evento e
l'area
totale
degli
eventi
possibili.
Consideriamo un esempio: Supponiamo che un bambino lanci dei sassi contro una parete forata senza
prendere la mira. Siano i fori sulla parete distribuiti a caso e per semplicit assumiamo che le
dimensioni dei sassi siano molto piccole rispetto a quelle dei fori. Ci si chiede qual la probabilit P
che un sasso passi dall'altra parte. Se A l'area della parete e a l'area di ciascuno dei k fori, la
probabilit che un sasso passi data dall'area "favorevole" divisa l'area totale
P
=
ka
/
A
La quantit 1/A pu essere considerata come una densit di probabilit. Essa infatti la probabilit che
ha un sasso di colpire una particolare superficie unitaria del muro: moltiplicando questa densit per
l'area
favorevole
si
ottiene
direttamente
la
probabilit.
Si noti bene che questa definizione oggettiva di probabilit diventa di difficile applicazione nelle
numerose situazioni in cui la densit di probabilit non pu pi essere considerata uniforme, ovvero
quando vengono meno le condizioni di simmetria. Ad esempio nel caso del bambino che lancia i sassi
contro il muro pu verificarsi che le dimensioni dei fori varino dal centro verso i bordi del muro e il
bambino
cerchi
di
mirare
al
centro.
La definizione classica di probabilit inutilizzabile quando non si conosca a priori il numero dei casi
possibili, come nella quasi totalit degli eventi reali, si pensi al caso in cui si voglia definire la
probabilit che l'anno prossimo una squadra vinca lo scudetto, o che l'autovettura che ho abbia un
guasto. Gli sviluppi del calcolo delle probabilit, e le sue applicazioni ad attivit commerciali come ad
esempio
le
assicurazioni,
fecero
vacillare
la
definizione
classica.
La definizione classica non si pu applicare se gli esiti sono infiniti.
Esempio: Nellinsieme dei numeri naturali qual la probabilit che un numero scelto a caso sia pari?
La risposta intuitiva 1/2, ma la definizione classica non si pu applicare perch sia gli esiti possibili
che
quelli
favorevoli
sono
infiniti
().
Esempio: Qual' la probabilit che prendendo a caso un punto nel quadrante [0;1][0;1] si trovi sopra la
bisettrice
y=x?
Esempio:
Al luna park una ruota di legno suddivisa in settori colorati di ampiezze diverse gira velocemente,
mentre un giocatoe spara una freccetta con una carabina ad aria compressa. Che probabilit ci sono di
vincere il premio abbinato al settore di colore nero il cui angolo misura 18?
Soluzione: lo spazio dei risultati dato dallintera area del cerchio; supponendo quindi che la
probabilit sia distribuita in modo uniforme allinterno della ruota, quella di colpire un particolare
settore legata al rapporto tra la superficie considerata e quella dellintero spazio dei risultati:
18/360
Questo tipo di lotto, chiamato "Gioco del Seminario" (dal nome dell'urna in cui avveniva l'estrazione),
si svolgeva tramite scommesse che la popolazione piazzava sui propri favoriti.
2. Lo studio della probabilit
Ed proprio dal gioco d'azzardo che ebbe inizio lo studio sistematico del Calcolo delle
probabilit che nasce nel Seicento per risolvere alcuni problemi sui dadi posti da un giocatore, il
cavaliere de Mr, a B. Pascal, del quale rimane, sull'argomento, un carteggio di sei lettere (tre per
parte), datato 1654, con il matematico P. Fermat, su cui ci soffermeremo pi avanti.
In effetti gi Luca Pacioli nel suo Summa de aritmetica, Geometria, proporzioni et
proporzionalit datato 1494, aveva trattato l'argomento insieme al cosiddetto problema delle parti che
consiste nel calcolo di come deve essere divisa la posta di una certa partita se essa viene interrotta
prima che vi sia un vincitore.
I primi studi conosciuti su questioni di probabilit si riferiscono al gioco dei dadi e compaiono
nel libro De ludo aleae (Il gioco dei dadi) di Girolamo Cardano (1501-1576), a sua volta appassionato
giocatore.
Cardano scrisse De Ludo Aleae sul gioco dei dadi (scritto intorno al 1525 ma pubblicato
postumo nel 1663); egli amava molto questo tipo di gioco, nel quale, da una parte dissip molte delle
sue sostanze, dall'altra qualche volta costitu un modo per incrementare le sue entrate, vincendo pi di
quanto perdesse, anche se era solito affermare che ..l'unico vantaggio deriva dal non giocare per
niente....".
Nella speranza di aumentare le sue possibilit di vittoria, egli studi a fondo il gioco a tal punto
che pu essere considerato il primo ad aver gettato le basi della moderna Teoria della probabilit; infatti
nell'opera egli defin la probabilit come rapporto tra il numero dei casi favorevoli e quelli possibili ed
enunci due importanti teoremi: la probabilit dell'evento prodotto logico (A e B) di due eventi
semplici A, B e una anticipazione della legge dei grandi numeri.
Anche Galileo Galilei, qualche anno pi tardi, intorno al 1630, si occup di probabilit ed il suo
contributo fu notevole: nell'opera Sulla scoperta dei dadi, come Pascal fa il calcolo dei casi
favorevoli all'avverarsi di evento rispetto a tutti quelli possibili. Su richiesta di un gruppo di nobili
fiorentini che volevano capire come mai nel gioco a tre dadi detto Zara uscissero di pi (abbiano una
frequenza maggiore, diremmo oggi) il 10 e l'11 rispetto al 9 o al 12, Galileo calcol che esistono 27
modi per ottenere il 10 e l'11 da tre dadi contro i soli 25 per il 9 e il 12.
Ormai chiaro che lo studio sistematico della probabilit nato dall'esigenza di risolvere dei
problemi puramente pratici legati al gioco d'azzardo; e fu proprio per questo motivo che Blaise Pascal
nel 1654 cominci ad interessarsi a questo ramo della Matematica. Infatti, come abbiamo gi
accennato, un cavaliere (un certo De Mre) gli pose una serie di quesiti sul gioco dei dadi, alcuni dei
quali piuttosto contorti. Uno di questi il seguente:
esiste la stessa probabilit di vincere scommettendo che esca almeno un 6 su 4 tiri consecutivi,
lanciando un dado alla volta, oppure scommettendo che escano almeno due 6 su 24 tiri, lanciando due
dadi alla volta?
Pascal discusse di questo e degli altri problemi con Fermat in un carteggio formato da sei
lettere. Secondo il Cavaliere De Mer, la risposta avrebbe dovuto essere positiva. Ecco il suo
ragionamento:
Si pu assumere che su 6 lanci ogni faccia esca una sola volta, cio le possibilit di avere un 6
sono 1 su 6. Effettuando 4 lanci, queste possibilit dovrebbero essere 4*1/6 = 2/3 .
Se si lanciano due dadi, sui 36 risultati possibili solo uno sar un doppio sei, quindi la
possibilit di fare un doppio 6 ad ogni lancio si pu porre uguale a 1/36. Su 24 lanci, la possibilit
diventa 24*1/36 = 24/36 = 2/3.
Purtroppo si accorse del proprio errore a spese del suo patrimonio e questo lo indusse a
della legge dei grandi numeri, oggi fondamentale per le Scienze statistiche.
In base a esso, se E un evento e p la probabilit (costante) di successo, cio la probabilit
del verificarsi di E in una prova, allora la frequenza relativa dei successi su n prove indipendenti
eseguite converge a p', cio se il numero n delle prove effettuate sufficientemente grande, quasi
certo che la frequenza relativa dei successi nelle n prove differir assai poco dalla probabilit di
successo nella singola prova.
Vediamo di capire meglio con un esempio: se lanciamo una moneta, tutti sappiamo che la
probabilit che esca testa del 50%, cio , e cos per la probabilit che esca croce. Ci significa
che se eseguo dieci lanci otterr esattamente 5 volte testa e cinque volte croce? Certo che no,
rispondiamo tutti: per quanto ne so a priori, potrei ottenere dieci uscite dell'una e zero dell'altra. Se per
effettuo un numero molto grande di tentativi, la frequenza (cio il verificarsi di uno dei due eventi), per
esempio l'uscita testa, si avvicina, cio tende alla probabilit teorica, nel nostro caso . Se vogliamo
ancora un esempio per chiarire ulteriormente, pensiamo al sesso di un nascituro: anche in questo caso
la probabilit che sia maschio o femmina del 50%, ma su quattro figli non detto che due siano
maschi e due femmine. Se per pensiamo, ai nati in Italia, per esempio nel 2005, quindi un numero
abbastanza grande, scopriamo che i nati sono in tutto 554022 di cui 268325 femmine e 285697 maschi.
E' facile (con la calcolatrice) calcolare il rapporto tra nati femmine o maschi e quella totale (circa
0,51 nel primo caso e 0,48 nel secondo) e si vede che tale rapporto tende a 0,5.
La parola tende stata sottolineata per due motivi: il primo che questa semplice parola in
Matematica rappresenta un importante concetto, quello di limite ; il secondo perch ci servir, pi
avanti, a confutare alcune false credenze propinate ai giocatori del lotto per convincerli a continuare a
puntare, mascherando le motivazioni sotto una falsa parvenza scientifica.
Abbiamo gi visto che la probabilit si calcola come rapporto tra i casi ritenuti favorevoli al
verificarsi di un evento e quelli ritenuti possibili; ora introduciamo il concetto di speranza matematica
che ci porter a quello di gioco equo .
Si definisce speranza Matematicail prodotto della somma da vincere per la probabilit di
vincerla; per esempio se la probabilit p=1/18 la probabilit al gioco del Lotto che esca un numero su
una determinata ruota (spiegheremo pi avanti come si perviene a questo valore) ed io gioco 1 , la
speranza matematica
1 x , cio circa 0,056
Come si nota, la speranza matematica un valore espresso, per esempio, in Euro.
Se vogliamo capire meglio il significato di questo concetto, possiamo dire che esso rappresenta
la previsione della vincita media per partita che si avr facendone un numero molto elevato.
Questa nuova nozione ci porta ad un'altra, il cosiddetto gioco equo : esso si verifica quando il
prezzo del gioco uguale alla speranza Matematica della vincita, cio se alla fine i giocatori si trovano
a non aver guadagnato nulla, ma anche a non aver perso nulla, ovvero se la speranza Matematica di
ciascun giocatore nulla. Quindi:
Prezzo pagato = Vincita * probabilit.(1)
Di qui ricaviamo che la somma che dovremmo ricevere in caso di vincita pari al rapporto tra
il prezzo pagato e la probabilit, sempre che il gioco sia equo.
4. Il gioco del lotto
Vediamo di applicare tutti i concetti finora appresi a quello che Bruno De Finetti, grande
matematico italiano morto nel 1985, definiva la tassa sull'imbecillit: il gioco del Lotto.
Diamo inizio, allora, al nostro processo con l' obiettivo di dimostrare, al di l ogni ragionevole
dubbio, che tutte le teorie su numeri ritardatari, numeri gemelli, numeri spia e chi pi ne ha ne metta,
sono false.
La prima cosa da stabilire che non un gioco equo e che l'unico che veramente guadagna(il
giocatore pu vincere, ma non guadagnare) lo Stato che lo gestisce. Infatti, se il gioco fosse equo,
chi indovina un numero su una determinata ruota dovrebbe vincere 18 volte la posta giocata, mentre
invece lo Stato paga circa 11 volte la quota; se si indovina un ambo si incassa 250 volte la somma
scommessa, anzich 400, e cos via.
Passiamo poi ad un'altra truffa perpetrata ai danni di giocatori ingenui da sedicenti esperti in
quella che stata chiamata lottologia scientifica e cio la teoria sui numeri ritardatari.
Innanzi tutto dobbiamo confutare la convinzione che l'uscita dei suddetti numeri sia legata alla
legge dei grandi numeri, legge sicuramente valida, ma usata in maniera errata per mascherare con
principi matematici reali ci che, invece, un inganno bello e buono e sedurre, cos, i pi sprovveduti e
incitarli a continuare a puntare e a spendere denaro.
Tacito, considerato uno degli storici pi importanti dell'antichit (nacque intorno al 55 d. C) e
autore degli Annales, diceva " La speranza di diventare ricchi la pi diffusa causa di povert":
quanto attuale questa affermazione e come si collega alle nostre argomentazioni!
I telegiornali e la stampa, in genere, esaltano con servizi particolarmente accattivanti e
convincenti le vincite milionarie (rare), ma porgono poca o nessuna attenzione ai casi di persone che si
sono rovinate per il gioco del lotto e per la tristemente famosa teoria dei numeri ritardatari: qualche
anno fa u n impiegato di una banca dell'Oltrep pavese stato licenziato, perch aveva sottratto un
milione di euro dai conti correnti dei clienti per giocare il 53 sulla ruota di Venezia, in ritardo da molte
settimane, mentre altre quattro persone si sono suicidate , dopo aver dilapidato i beni di famiglia,
continuando a puntare sul numero; ma queste sono storie che non fanno notizia.
Esistono riviste, trasmissioni televisive e, persino il sito web della Lottomatica, che forniscono
ricche tabelle con tutti i numeri che non escono da pi tempo con, ovviamente, il numero di
settimane
di
ritardo.
Nel sito prima citato riportata questa affermazione: " La tradizione vuole che l'estrazione di certi
numeri
"preannunci"
l'uscita
di
altri.
Ma questa dichiarazione ha il significato scientifico che alcuni cercano di attribuirle? Vediamo di
rispondere nel modo pi rigoroso e, nello stesso tempo, pi chiaro possibile.
Gi ai primi dell'ottocento, il gi citato De Laplace scrisse: Quando un numero non esce da
molto tempo, i giocatori corrono a coprirlo di danaro, essi ritengono che quel numero reticente debba
uscire al primo colpo, a preferenza di altri, ma il passato non pu avere alcuna influenza sull'avvenire.
Qualcuno, come abbiamo gi detto, si appella alla legge dei grandi numeri per avvallare la
propria tesi secondo cui l'affermazione precedente vera: chi fa ci o ha letto in maniera molto
superficiale qualche manuale di probabilit o in mala fede.
Infatti ogni numero ha sempre la stessa probabilit di essere estratto (a meno che non ci sia
frode, con bussolotti riconoscibili al tatto o altri imbrogli). Non affatto vero che i numeri con
maggiore ritardo abbiano pi probabilit di uscire rispetto agli altri: i numeri sono "senza memoria",
come si dice, tutti hanno la stessa probabilit d'uscita, indipendentemente da ci che successo in
precedenti estrazioni, cio la probabilit continua ad essere 1/18.
Non facile convincere gli accaniti giocatori che se un numero uscito molte volte (o poche)
nelle estrazioni precedenti, allora dovr uscire pi raramente (o viceversa pi spesso) nelle successive
in modo che il valore della frequenza si avvicini a quello della probabilit, perch questo ci che
afferma la Legge dei grandi numeri, secondo molti falsi esperti.
Questa un'interpretazione distorta della Legge.
Intanto essa applicabile e risulta vera per numeri dell'ordine di molte decine di migliaia,
mentre il ritardo dei numeri dell'ordine delle centinaia. Inoltre la legge dei grandi numeri non dice che
la probabilit si bilancia dopo un elevato numero di prove, ma che all'aumentare del numero di prove
eseguito, le frequenze dei due eventi si avvicinano al valore delle rispettive probabilit. Qual l'errore
del giocatore? Nel trasformare la frase che dice all'aumentare del numero di prove con la frase dopo
La questione, per, non fin cos semplicemente. Infatti essa fu proposta nel 1990 nella
popolare rubrica di domande e risposte Chiedilo a Marylin della rivista americana Parade dal Sig
Craig F. Whitaker (Columbia, Maryland). La rubrica era tenuta da Marylin vos Savant, personaggio
non certo di poco conto, in quanto presente nel Guinness dei Primati per il suo altissimo Q.I.(228)
Marylin rispose che la soluzione prima fornita errata e che al concorrente conviene comunque
cambiare, in quanto la probabilit di vincita passa da a 2/3.
Questa risposta, per, non soddisf i suoi lettori che la subissarono di lettere di proteste (tra cui,
pare, molti matematici insigniti del Ph.D, titolo equivalente al nostro dottorato di ricerca) che
contestavano la soluzione della Savant.
Persino Paul Erdos, uno dei pi grandi matematici del '900 disse Impossibile. Non pu fare
differenza il cambiare la porta (L'uomo che amava solo i numeri, P.Hoffman) e dall'Universit della
Florida le scrissero: "Lei sembra avere difficolt a cogliere gli aspetti fondamentali della teoria della
probabilit... C' gi abbastanza ignoranza Matematica nel paese, senza che si metta a creare
confusione anche la persona con il pi alto QI del mondo!"
Marylin non cedette e dimostr di essere nel giusto con un metodo molto efficace; costru una
tabella con i sei casi possibili: l'auto dietro la porta A, B o C e il giocatore non cambia la scelta
oppure, l'auto dietro A, B o C e il giocatore cambia .
Ne risulta che se si sostituisce si vince in due casi su tre. Se non si cambia in un caso su tre. Nel
caso in cui l'auto sia dietro la porta A la tabella potrebbe essere come la seguente. (Si tenga presente che
prima della proposta di cambio il presentatore apriva una porta che nascondeva la capra)
Porta scelta
Il giocatore cambia
Il giocatore non cambia
A
Perde
Vince
B
Vince
Perde
C
Vince
Perde
Per chiarire ulteriormente la situazione riassumiamo i risultati delle due strategie possibili con
le rispettive probabilit teoriche di vincita:
mantenere la scelta iniziale (P = 33%);
scegliere la porta non aperta (P = 67%).
6. Il paradosso del compleanno
Nella speranza che il lettore incominci ad appassionarsi a questo tipo di problema, ne propongo
un altro, altrettanto curioso e in apparente contraddizione con il nostro senso comune, tanto che, a
volte, si fatica a crederci anche se viene dimostrato: il paradosso del compleanno (o problema del
compleanno ) definito nel 1939 da Richard von Mises. Il paradosso afferma che la probabilit che due
persone in un gruppo compiano gli anni nello stesso giorno largamente superiore a quanto potrebbe
dire l'intuito: infatti gi in un gruppo di 23 persone la probabilit circa del 51%; con 30 persone essa
supera il 70%, con 50 persone tocca addirittura il 97%, considerando un gruppo di 60 si arriva
praticamente all'evento certo.
Richard von Mises (Lemberg, 19 aprile 1883 Boston, 14 luglio 1953) stato un matematico,
ingegnere e accademico austriaco naturalizzato statunitense. E' conosciuto per i suoi importanti
contributi nel campo della Meccanica dei fluidi, dell'aerodinamica, dell'aeronautica, della statistica e di
teoria della probabilit, che il campo in cui trova appunto applicazione il suo paradosso.
Per capire la soluzione del problema utilizziamo la spiegazione di Martin Gardner, matematico
americano morto nel1914, il quale nel suo libro Probability paradoxes, fornisce un semplice
procedimento che permette di calcolare la suddetta probabilit.
Supponiamo di prendere in considerazione il fatto che due persone non compiano gli anni lo
stesso giorno e calcoliamo la probabilit contraria: essa vale 1- 1/365=364/365 (dato che vi una sola
possibilit su 365 che il compleanno di una persona coincida con quello di un'altra).
Allo stesso modo eseguiamo il calcolo se le persone sono tre (363/365), sono quattro (362/365)
fino a 24 persone che risulta essere 342/365. Moltiplicando tra loro le 23 frazioni si ottiene un risultato
che semplificato d 23/50, ci significa che su 24 persone la probabilit che due di esse festeggino il
compleanno lo stesso giorno di 27/50, cio del 54%. A conferma di questo risultato che, forse, ci
sorprende un po', vorrei riportare una statistica pubblicata sul sito Espresso Web in un articolo del 19
gennaio 2008: esaminando le date di nascita e di morte di Presidenti americani (43 date di nascita e 39
date di morte) si vede che Polk e Harding nacquero il 2 novembre mentre Carter e Heisenhower il 14
ottobre; Truman e Ford morirono il 26 dicembre, Polk e Buchanan il 15 giugno e ben tre presidenti,
Jefferson, Adams e Monroe, morirono il 4 luglio.
matematica.unibocconi.it
Seconda legge matematica per la roulette Un altro concetto fondamentale, che va di pari passo
con quanto appena esposto sulla legge per l'indipendenza degli eventi, la legge dei grandi numeri
(formulata dal grande matematico Bernoulli) che afferma che con l'aumentare dei tentativi la
probabilit media prevista di verificarsi di un evento si avvicina molto alla sua reale probabilit di
successo. Esempio: se giocassimo sempre sul rosso e nero, dopo 10 tiri potrebbe verificarsi di tutto:
ossia che siano usciti 10 neri o 7 neri e 3 rossi, e raramente capiter che siano usciti esattamente 5 neri
e 5 rossi (come vuole la statistica, se escludessimo lo zero). Dopo 100 tiri magari si avranno 40 rossi e
60 neri, quando in teoria, sempre eliminando ipoteticamente lo zero, la percentuale di un colore
dovrebbe essere del 50% e non del 40% o 60%. Ecco, se questi lanci aumentassero (meglio dire
tendessero ad infinito come enuncia il teorema) si raggiungerebbe una percentuale vicinissima al 50% e
mai lontana da questa cifra, come potrebbe accadere con pochi giri di roulette. Dunque, aumentando
notevolmente il numero dei giri sulla roulette, la probabilit di uscita di un colore si avviciner a quella
del colore opposto (se ragioniamo sulle combinazioni semplici dei colori). Naturalmente, lo stesso
postulato vale per tutte le altre combinazioni. La probabilit di uscita del numero 7, dopo infiniti spin,
sar uguale o leggerissimamente differente da quella del numero 23.
La roulette non un gioco equo Secondo la teoria della probabilit un gioco viene considerato
equo se il giocatore che vince riceve un importo uguale al prodotto tra la somma giocata e l'inverso
della sua probabilit di vincita. Ad esempio, se puntiamo 1 su un solo numero pieno della roulette, la
probabilit di successo di (1/37) il cui inverso (37/1) pari a 37 e dunque prevediamo di ricevere 1 x
37 = 37 euro, realizzando un profitto netto di 36 euro (visto che un euro lo avevamo gi in tasca), cio
ci aspettiamo in caso di vincita che il banco ci paghi 36 volte la posta. Invece, la casa ignora lo zero e
ritorna al giocatore 35 volte la scommessa effettuata. Quindi, il casin quando vince si prende tutto,
mentre quando perde limita i danni, pagando una somma inferiore a quanto dovuto. Per questo il gioco
della
roulette
non
equo.
Questo tipo di vantaggio da parte del casin non si verifica solo sui numeri pieni, ma su tutte le
combinazioni. Se prendiamo il rosso e nero, tutto sembra filare liscio: punto 1 e se vinco mi danno un
altro euro, mentre se perdo il casin incassa il mio euro. Si, ma la percentuale di uscita di un colore non
del 50% (1/2) come dovrebbe essere se il gioco fosse equo, ma minore (18/37) a causa dello zero,
quindi secondo la definizione di gioco equo il banco ci dovrebbe restituire (1 x 37) : 18 = 2,05;
facendoci
guadagnare
1,05
euro,
invece
che
1.
Si dice, in questi casi, che la roulette un gioco con speranza matematica negativa, infatti il banco ha
sempre un vantaggio fisso del 2,7% sul giocatore, realizzato grazie al divario esistente tra il pagamento
e la probabilit media. Cio, la somma pagata di una puntata vincente sempre un pochino sotto
l'eventualit che si verifichi e come abbiamo appurato questa forbice resa possibile grazie alla
presenza dello zero.