Anafora Di San Basilio-1
Anafora Di San Basilio-1
Anafora Di San Basilio-1
*1. Prefazio
Tu sei il sovrano, Signore, Dio di verit;
tu esisti prima dei secoli e regni nei secoli;
abiti in luoghi eccelsi in eterno e guardi le creature umili.
Tu facesti il cielo e la terra e il mare, e quanto in essi.
5.Tu, Padre del Signore e Dio e salvatore nostro Ges Cristo,
per mezzo di lui facesti tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili.
Tu siedi sul trono della santa gloria del tuo regno;
da ogni santa virt sei adorato.
A te stanno dinanzi gli Angeli e gli Arcangeli, i Principati e le Potest,
10.i Troni, le Dominazioni e le Virt;
a te stanno intorno i Cherubini dai molti occhi e i Serafini dalle sei ali,
che continuamente inneggiano e vociferano e dicono:
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regge in forza della struttura sua propria , la quale pu avvalersi, o
meno, di verbi celebrativi. La recensione bizantina invece abbonda,
poich ne ha sette: lodare, inneggiare, benedire, adorare,
rendere grazie, glorificare, offrire il culto spirituale.
Tuttavia il tenore del dialogo invitatoriale, che nella recensione
alessandrina eccede il ritmo ternario , invita a completare
mentalmente l'inizio del prefazio nel modo seguente: [
veramente cosa degna e giusta rendere grazie a te] che sei
il sovrano ecc. Pur nella sua sobriet, la conduzione del Sanctus
(Un. 8-12) apprezzabile.
2. Sanctus
L'importanza del Sanctus <2> (liti. 13-15), che nei codici viene
dato in abbreviazione, sottolineata da tre monizioni diaconali ,
intese a predisporre l'animo dei fedeli alla proclamazione
dell'inno teologico. Il diacono interviene una prima volta (a
seguito della Un. 8) e dice: Voi che sedete, alzatevi!. Quindi
(a seguito della Un. 10): Guardate a Oriente!. La terza volta (a
seguito della Un. 12): Stiamo attenti!.
3. Post Sanctus
Santo, santo, santo sei veramente,
o Signore Dio nostro, che plasmasti noi e ci ponesti nel paradiso di delizie.
E quando trasgredimmo il tuo comando per linganno del serpente,
e decademmo dalla vita eterna, e fummo espulsi dal paradiso di delizie,
20.non ci rigettasti in maniera definitiva,
ma continuamente ci visitasti per mezzo dei tuoi santi profeti;
e in questi ultimi giorni apparisti a noi,
che sedevamo nelle tenebre e nellombra di morte,
per mezzo dellunigenito tuo Figlio, il Signore e Dio e salvatore nostro Ges Cristo.
25.Egli, incarnatosi dallo Spirito Santo
e dalla santa nostra Signora, madre di Dio e sempre-vergine Maria,
e divenuto-uomo, ci indic le vie della salvezza,
ci gratific della rigenerazione dallalto per mezzo dellacqua e dello Spirito,
e fece di noi un popolo a lui particolare: ci santific con lo Spirito tuo santo.
30.Egli am i suoi che erano nel mondo;
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diede se stesso in riscatto alla morte che regnava su di noi,
nella quale giacevamo venduti in potere del peccato;
ed essendo disceso per mezzo della croce nellAde,
risuscit dai morti il terzo giorno;
35.ed essendo salito al cielo, sedette alla destra di te, Padre,
avendo fissato il giorno della retribuzione,
nel quale apparir per giudicare il mondo con giustizia
e rendere ad ognuno secondo il suo operato.
** 6.7 Duplice Epiclesi su di noi e sui doni (Epiclesi sui Doni e sui Comunicanti)
E preghiamo e invochiamo te,
filantropo buono, Signore, noi peccatori e indegni tuoi servi
e ti adoriamo ,
perch per il beneplacito della tua bont
venga lo Spirito tuo santo sopra di noi tuoi servi
70. e sopra questi tuoi doni presentati,
e li santifichi e li manifesti quali misteri santi dei santi,
e faccia che questo pane diventi il santo corpo
dello stesso Signore e Dio e salvatore nostro Ges Cristo,
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per la remissione dei peccati, e per la vita eterna a coloro che ne partecipano,
75.e che questo calice diventi il prezioso sangue
della nuova alleanza dello stesso Signore e Dio e salvatore nostro Ges Cristo,
per la remissione dei peccati,
e per la vita eterna a coloro che ne partecipano;
e rendi noi degni, Sovrano, di partecipare ai tuoi santi misteri,
80.per la santificazione dellanima, del corpo e dello spirito,
affinch diventiamo un solo corpo e un solo spirito,
e troviamo parte e abbiamo eredit con tutti i santi,
che fin da quando erano nel mondo ti furono graditi.
b) La sezione epicletica (Un. 66-fine)
Nella recensione alessandrina il passaggio dall'anamnesi
all'epiclesi e pertanto dall'intera sezione anamnetico-
celebrativa all'intera sezione epicletica agevolato
dall'acclamazione del popolo, che abbiamo appena menzionato.
Nella recensione bizantina poi la medesima transizione si trova
ulteriormente evidenziata dalla presenza della locuzione logico-
modale di TOTO [perci], erede del veterotestamentario
wecatt I Kai nun [e ora]58.
Attraverso una formulazione ottimale l'anafora di Basilio al pari
di altre anafore, tra cui principalmente Giacomo e Crisostomo
incrocia le due componenti epicletiche, ossia l'epiclesi per la
trasformazione delle oblate<6> e l'epiclesi per la
trasformazione escatologica dei comunicanti <7>, cos da
ottenere un'unica domanda letterariamente e teologicamente
inscindibile {Un. 66-83). Volendo schematizzare l'epiclesi a duplice
componente incrociata, otteniamo:
8. Intercessioni
<8> affinch la recezione di questi misteri gloriosi e santi sia, a tutti coloro che li
ricevono, per la vita eterna e per la risurrezione dai morti, e per l'espiazione del
corpo e dell'anima, e per l'illuminazione della conoscenza, e per la serenit del volto
nei tuoi confronti, e per la redenzione eterna che ci hai re-galmente-promesso per
mezzo del Signore nostro Ges Cristo. Cosicch tutti noi aderiamo gli uni agli altri,
per il reciproco consenso, per un solo vincolo di amore e di pace; cosicch siamo un
solo corpo (pgra) e un solo spirito, siccome siamo stati chiamati nella sola speranza
della nostra chiamata (cf E/4,2 -4). E che nessuno mangi e beva per la dannazione
del suo corpo e della sua anima; e che non gli sia (imputato) per la malattia e
l'infermit a causa dei suoi peccati, per il fatto che mangia di questo pane e beve di
questo calice, non essendone degno (cf ICor 11,27-29). Ma piuttosto sia rafforzato e
sia rinvigorito in tutto ci che per te onesto, allorch siamo resi61degni, con
coscienza pura, di comunicare al corpo {pgra) e al sangue del tuo Cristo .
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Abbiamo evidenziato il termine corpo, perch quello che di
fatto pone in luce il mutuo riferimento dinamico tra il pane e il
calice eucaristici, ai quali comunichiamo, e il raduno ecclesiale
che essi escatologicamente sono destinati a produrre.
Nel linguaggio anaforico il corpo e il sangue posti sull'altare
sono designati comprensivamente come misteri in greco
mysteria, in siriaco rza, in latino mysteria o sacramenta in
quanto sono il corpo mistico, misterico, figurativo, sacramentale. Si
tratta di quel corpo che, essendo a un tempo misteriosamente
identico e diverso dal corpo storico che ora siede alla destra del
Padre62, destinato a edificarci nel corpo ecclesiale.
Notiamo subito che la dimensione di presenza
irrinunciabilmente reale e permanente significata dalle nozioni di
mistero, figura, similitudine, sacramento, ecc, allorch sono dette
dell'eucaristia non viene recepita in maniera parziale e quasi
svincolata da noi, bens nella, sua imprescindibile destinazione alla
Chiesa. Infatti per usare espressioni familiari alla teologia latina
del I millennio il corpus mysticum quod est sacramentum esiste,
per cos dire, tutto e solo in funzione del corpus Christi quod est
ecclesia, e viceversa. In altri termini: l'eucaristia per la Chiesa, e
la Chiesa tale a partire dall'euca ristia. Non si da l'una senza
l'altra. Non si pu fare teologia dell'una a prescindere dall'altra.
Tutto ci diviene evidente se torniamo a considerare il termine
pgra, con cui le Chiese di espressione aramaico-siriaca rendono
tuttora il greco soma nella valenza di corpo sacramentale e di corpo
ecclesiale. A causa della sua singolare ampiezza semantica, tale
termine esprime anzitutto il corpo personale di Cristo , riportandoci
prima al corpo sfi nito del Venerd sant o e quindi al corpo risorto
nella mattina del pri mo giorno. Esso dice il Vivente, che continua a
darsi sotto i segni del corpo esanime, essendosi dato una volta per
tutte in espiazione vicaria. In pari tempo il termine pgra significa il
corpo sociale di Cristo , quel corpo perennemente lacerato
nell'esperienza delle nostre divisioni , ma destinato a compaginarsi
e a crescere al ritmo delle nostre eucaristie 63.
In un suo studio divenuto ormai classico Henri de Lubac ci
ricorda che nel pensiero di tutta l'antichit cristiana Eucaristia e
Chiesa sono legate, in quanto l'Eucaristia riferita alla
Chiesa come la causa all'effetto, come il mezzo al fine e
come il segno alla realt64. Infatti Eucaristia e Chiesa sono i
due corpi di Cristo , che perdurano nel tempo della pentecoste. Di
essi, l'uno (l'Eucaristia) viene designato abitualmente nel I
millennio come corpus mysticum o corpus per myste- rium, nel
senso di corpo secondo il modo di essere del sacramento,
in contrapposizione al corpo storico nato da Maria Vergine.
L'altro (la Chiesa) designato, sempre nel I millennio, come
corpus Christi.
Si sa che per un complesso di vicende storico-dogmatiche, che
hanno travagliato la fine del I millennio e l'inizio del II, tutta
l'attenzione dei teologi occidentali fu polarizzata sulla
preoccupazione di affermare l'identit tra il corpo
sacramentale e il corpo storico. Ci port rapidamente
all'abbandono dell'espressione corpus mysticum nei confronti del
sacramento, percepita come troppo labile e poco realistica. La
conseguenza fu che l'impiego delle due espressioni tradizionali
conobbe un'inversione curiosa, poich corpus Christi venne riferito
all'Eucaristia in parallelo con corpus Domini, corpus reale,
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verum corpus , mentre corpus mysticum pass a designare la
Chiesa.
A proposito dell'impiego, per cos dire nuovo, di codesta
designazione, doveroso ricordare qui l'intuizione stupenda di
Thomas Netter, meglio conosciuto come Thomas Waldensis (t
1430). Egli definisce la Chiesa come il corpo mistico di Cristo
nel quale, attraverso la recezione... della sacra eucaristia, i
singoli cristiani vengono transustanziati
{transsubstantiantur). Pur senza l'appoggio di alcun testo
anaforico, giacch anch'egli tra coloro che non frequentano pi
la scuola della lex orandi, Netter afferma che il fine della
celebrazione eucaristica la transustanziazione nostra nel
corpo mistico della Chiesa. Egli infatti legge la teologia dell'epiclesi
per la trasformazione escatologica in analogia con quel termine
che possiamo considerare come specifico dell'epiclesi per la
trasformazione delle oblate, quel termine cio che proprio allora la
riflessione scolastica stava mettendo 65 a punto in rapporto
all'efficacia delle parole della consacrazione .
A parte questa gemma scolastica, bisogna riconoscere che
l'eccessiva preoccupazione di affermare la verit del corpo
sacramentale ebbe una conseguenza grave per la teologia
eucaristica. Infatti, oltre all'inversione dell'impiego tradizionale
delle espressioni corpus Christi e corpus mysticum, venne meno la
percezione dell'unit e dell'interazio ne tra i due corpi di Cristo ,
cio tra l'Eucaristia e la Chiesa , dal momento che tutta
l'attenzione dei teologi fin per essere assorbita dalla questione di
sapere come avviene la produzione del corpus Christi.
In tal modo la dimensione dinamico-ecclesiale dell'eucaristia ,
nonostante il 66
permanere di asserzioni marginali pur sempre degne
di attenzione , di fatto nella mente dei teologi e nei risvolti
derivanti alla prassi liturgica svaniva nel nulla, a profitto di una
dimensione statico-devozionale che si imponeva sovrana. Ma di ci
parleremo diffusamente in seguito67. Al momento, questa sommaria
panoramica sufficiente a farci cogliere, per contrasto, la ricchezza
e l'equilibrio della teologia eucaristica, quale emerge dalla
lex orandi e dai Padri che ad essa attingono.
Per comprendere meglio l'entit del raduno richiesto e le
implicazioni concrete che ne risultano, lasciamo la parola a
Teodoro di Mopsuestia. Nella sua catechesi ai neofiti sulla
preghiera eucaristica, dopo aver commentato lepiclesi per la
trasformazione delle oblate e prima di passare a commentare le
intercessioni, il vescovo mistagogo cos spiega lepiclesi per la
nostra trasformazione nel corpo mistico di Cristo:
II sacerdote poi chiede che anche sopra tutti coloro che sono
radunati venga la grazia dello Spirito Santo, affinch anch'essi,
come attraverso la similitudine di una generazione nuova (=
battesimo) furono portati a compimento in un solo corpo,
anche ora siano stretti come in un solo corpo attraverso la
comunione al corpo (pgra) di nostro Signore; cosicch nella
concordia e nella pace e nell'applicazione a ci che giusto
vengano a (formare) una sola cosa e aderiscano gli uni agli altri.
Non succeda che, mentre noi tutti con mente pura guardiamo a
Dio, riceviamo per la condanna la comunione dello Spirito Santo,
essendo noi divisi nei pensieri e inclini alle passioni e alle liti e
all'invidia e alla gelosia, e sprezzanti degli onesti costumi. Ma
dimostriamoci degni di ricever (lo), poich nella concordia e nella
pace e nell'applicazione al bene e nella mente pura l'occhio della
nostra anima guarda a Dio. E cos aderiremo gli uni agli altri nella
comunione ai santi misteri, e per mezzo di essa saremo congiunti
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al nostro capo, Cristo nostro Signore, di cui crediamo che siamo il
corpo (pgra), e che a partire da esso noi abbiamo comunione alla
natura divina (cf2Pt 1,4)68.
Ma ritorniamo all'anafora di Basilio . Dalla porzione di Chiesa che
comunicher ai santi misteri, e per la quale in primo luogo . stata
chiesta la trasformazione in un solo corpo, la supplica subisce
un progressivo allargamento a tutte le altre porzioni di Chiesa che
non sono fisicamente presenti , ma che sono pur sempre presenti.
Di tale allargamento si fanno carico le intercessioni <8> (Un. 84-
154). Al di l di questa terminologia di comodo, bisogna aver
chiaro in mente che le intercessioni altro non sono che la
prosecuzione dell'epiclesi per la trasformazione escatologica.
(8a)Ricordati, Signore, della santa, unica, cattolica tua Chiesa,
85.e disponila-in-pace, essa che hai acquistato nel prezioso sangue del tuo Cristo.
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In particolare si chiede a Dio di benedire i raccolti . Non ci sfugga
l'impegno etico inerente a tale richiesta, quello appunto che
sgorga da ogni nostra eucaristia . Infatti domandare a Dio di
benedire i nostri raccolti e di riempire di gioia e di letizia i nostri
cuori significa risolverci a un impegno fattivo in favore di quanti ,
privi di sostegno, tutto attendono dalla benevolenza del Signore e
dalla generosit di noi che attendiamo al raccolto. In altri termini,
chiediamo a Dio che riempia i nostri granai, perch a nostra volta
possiamo largheggiare con i poveri.
Il contenuto dell'intercessione per la Chiesa nel mondo
presenta una formulazione ancor pi dettagliata e umana nella
recensione bizantina della medesima anafora. Cos recita il testo:
Ricordati, Signore, del popolo che sta intorno e di coloro che per
giusto motivo sono stati omessi, e abbi misericordia di loro e di
noi secondo l'abbondanza della tua misericordia: riempi le loro
dispense di ogni bene; conserva le loro unioni coniugali nella pace
e nella concordia; alleva i bimbi, educa i giovani, fortifica gli
anziani; consola i deboli d'animo, raduna i dispersi, riconduci gli
erranti e ricongiungili alla tua santa, cattolica e apostolica Chiesa;
libera coloro che sono afflitti da spiriti impuri; con i naviganti
naviga; con quanti camminano cammina insieme; prendi cura
delle vedove, proteggi gli orfani, libera i prigionieri, guarisci gli
ammalati; (ricordati) di coloro che sono nei tribunali, nelle miniere,
in esilio, in dura schiavit e in ogni tribolazione e necessit, e nel
turbamento; ricordati, o Dio, anche di tutti coloro che hanno
bisogno della tua grande compassione, di coloro che ci amano e di
coloro che ci odiano, e di quanti hanno chiesto a noi indegni di
pregare per loro. E ricordati anche di tutto il tuo popolo, Signore
nostro Dio, e su tutti riversa l'abbondanza della tua misericordia,
accordando a tutti (l'esaudimento del)le richieste per la salvezza;
e di coloro di cui non abbiamo fatto memoria per ignoranza o per
dimenticanza o per l'abbondanza dei nomi: tu stesso ricordati, o
Dio, che di ognuno conosci l'et e il nome, che conosci ognuno fin
dal grembo di sua madre. tu infatti, Signore, sei la cura di quanti
sono trascurati, la speranza dei disperati, il salvatore di quanti
sono agitati, il porto dei naviganti, il medico dei malati; sii tu per
tutti loro, tutto, tu che conosci ciascuno, e la sua richiesta, la sua
casa e la sua necessit. E libera, Signore, questo gregge, e tutta la
citt e regione, dalla fame, dalla peste, dal sisma, dal naufragio,
dal fuoco, dalla spada e dall'invasione straniera e dalla guerra
civile...69
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a causa del forestiero di passaggio e del forestiero residente,
a causa di noi tutti che speriamo in te e invochiamo il tuo santo Nome:
poich gli occhi di tutti in te sperano,
115.e tu di il loro nutrimento al tempo dovuto.
Comportati con noi secondo la tua bont,
tu che di il nutrimento a ogni carne.
Riempi di gioia e di letizia i nostri cuori,
perch, avendo sempre e dovunque tutto il necessario,
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l'esistenza, essa non ci autorizza a collocarvi positivamente alcuno.
Ne consegue che a noi incombe l'amorevole debito di carit di
pregare indistintamente per tutti i nostri morti .
(8e)E poich, o Sovrano, vi un comandamento dellunigenito tuo Figlio,
145.nel seno dei nostri santi padri Abramo, Isacco e Giacobbe; distoglili (da questo mondo,)
legali-gli-uni-agli-altri in un luogo verdeggiante,
presso acqua di riposo, nel paradiso di delizie, da dove fuggito il dolore
e la tristezza e il gemito, nello splendore dei tuoi santi.
150.Quelli, Signore, di cui hai accolto l le anime,fa riposare, e rendili degni del regno dei cieli.
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indubbiamente un pregio, che Basilio ha in comune con la totalit
delle anafore orientali.
9. Dossologia Finale
155.perch in questo tempo come in ogni tempo
sia glorificato ed esaltato e lodato e benedetto e santificato
il santissimo, venerato e benedetto Nome tuo,
in Cristo Ges e nel santo Spirito,
come era, come , e come sar di generazione in generazione,
160.per i secoli dei secoli.
Amen!
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momento in cui il formulario sommo della preghiera della Chiesa si
incarna, si incultura, assume la nostra fisio nomia, una fisionomia
che tutta umana e tutta divina .
Come si vede, abbiamo toccato il punto nodale di tutta la teologia
eucaristica. Il magistero autorevole della lex orandi, non solo pone
in un rapporto di interdipendenza dinamica i due corpi di Cristo ,
ma neppure ha timore di subordinare il corpo sacramentale al
corpo ecclesiale. infatti in funzione del secondo che il primo ci fu
dato, perch potessimo camminare spediti verso quella statura che
conviene alla piena maturit di Cristo (cf Ef4,12-13).
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