Introduzione Alla Sacra Scrittura
Introduzione Alla Sacra Scrittura
Introduzione Alla Sacra Scrittura
samuelelucacecchi@gmail.com
C’è stato chi ha fatto un unico vangelo dei 4 vangeli, cioè Taziano,
ma la chiesa non ha accettato questo procedimento ma lachiesa ha
preferito avere il vangelo in 4 forme.
Poi c’è anche una pluralità successiva, Giacomo, Paolo, Giovanni, le
lettere, l’apocalisse.
La bibbia è il libro della chiesa cattolica, della protestante,
dell’ortodossa, dell’armena, della coopta.
Il primo daro che troviamo con la Bibbia, è un’unità ma anche una
diversità, Bibbia vuol dire “I Libri”.
La pluralità riguarda anche i canoni, si va dai samaritani che hanno
un loro pentateuco più il libro di Giosuè, (i samaritani esistono
ancora in Israele) e si arriva ai mormoni che hanno la bibbia più il
libro di Mormon che loro ritengono sacra scrittura.
Quando parliamo di bibbia di che cosa parliamo?
Questo è un aspetto importante che potrebbe essere una domanda
all’esame:
Quando noi parliamo del cnone ebraico non troviamo una divisione
successiva da parte di qualcuno , la scrittura era già stata pensata
così.
La vita più personale, la vta del singolo vissuta alla luce della parola
di Dio
Domanda di uno studente
Di questi libri si possono trovare le date di scrittura?
Se ancdiamo a prendere il libro del Siracide si legge che ci sono stati
dati dalla legge, dei profeti e deglia ltri scritti, prologo del Siracide
del primo secolo a.C., c’è già allora la consapevolezza di questo.
Tutti i libri scritti prima del I° secolo a.C.
Non è possibile alla chiesa e a noi uomini del nostro tempo poter
riconoscere di Dio nel tempo e nello spazio se non siamo attenti a
conoscerlo nella sacra scrittura. La sacra scrittura è la chiave di
lettura di tutte le altre parole di Dio. Conosco i segni dei tempi se
riesco a leggere i tempi attraverso laparola di Dio. La Sacra Scrittura
come mezzo per il discernimento del dialogo che Dio ha con l’uomo.
Es. Isaia, 7 .
Cosa fa un cristiano leggendo questo, cosa farà un cristiano, si dirà è
Gesù Cristo. Come mai gli ebrei che avevano tutte queste scritture
non hanno riconosciuto che la profezia era Gesù Cristo. Era un pro
fe mi, gli ebrei fanno una lettura storica della profezia, vanno a
vedere cosa voleva dire quella parola allora.
Pensate che nel vv18 del Cap 1 di Giovanni dice una cosa
importantissima:
“ Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.”
Il verbo da senso alla frase, ciò che da scopo alla frase, mette in
comunione le parole scollegate che non avrebbero senso.
La prof ci ha raccontato la storia di un binmbo e la madre che per
Natale fanno lo scketch sul verbo di Dio.
Sono al primo giorno di vacanze e già mi parli del verbo? Non me ne
parlare di analisi logica...
Il quarto passaggio
Questo è un dono di Dio per tutta l’umanità.
Questa iniziativa di rivelazione è un gesto di bontà nei nostri
confronti.
Il CV II fa un salto in avanto
Affinche dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i misteri di Dio. Fonte
diretta di questo parlare di Dio.
Porta a compimento l’opera affidatagli dal padre, con tutta la sua presenza ,
Gesù è una rivelazione personale, con parole e opere, compie e completa
larivelazione eche era iniziata con il primo testamento e la corrobora, la
completa. Questo è interesantissimoperchè dice che larivelazione pubblica è
conclusa. L’apice della rivelazione è Gesù che parla.
Cap. 5-6 Dei verbum
Doeil pensiero del concilio s’incentra su come il destinatario della rivelazione
dsi deve porre di fronte alla rivelazione di Dio.
La materia è una materia che ci chiama allacomunione, dobbiamo andare di
fronte alla rivelazione non solo con la nostra ragione. A Dio che rivelka è
dovuta l’obbedienza della fede, con la quale l’iomo si abbandona.
Non c’è l’uomo che deve seguire delle norme. L’uomo si abbandona tutto
intero, liberamente. Uesto non è un imperativo categorico ma è il linguaggio
che c’invita alla relazione. Quindi troviamo la proposta di una progresione
della libertà. L’intelletto e la volontà si mettono a disposizione di Dio, il
desiderio di essere in dialogocon lui.
L’uomo è libero di rispondere, se non ci fosse questa libertà,
qui ka furlanis ha interrotto e la prof ha continuato leggendo ma perdendo il
filo, il filo
Al punto 6 ci
“con la divina rivelzione Dio volle ... “
“il sacro concilio manifesta che Dio può essere conosciuto con la ragione
umana e possa cnhe essere conosciuto senza ragione umana” più o meno
così.
Abbiamo parlato dei paragrafi della dei verbum 1,2,3,4,5,6 Capitolo I
Incontrare la parola
CAPITOLO II
7. Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la
salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso
a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento
tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli apostoli che
l'Evangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e
promulgato di persona venisse da loro predicato a tutti come la fonte di
ogni verità salutare e di ogni regola morale [8], comunicando così ad essi i
doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli apostoli, i quali nella
predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che
avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vivendo con lui e guardandolo
agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello spirito Santo,
quanto da quegli apostoli e da uomini a loro cerchia, i quali, per
ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della
salvezza [9].
Ciò venne eseguito dagli Apostoli che trasmisero sia ciò che avevano ricevuto
dalle labbra, dalla fequentazione, vedendo le opere di Gesù Cristo e dallo
Spirito Santo che li suggerì di mettere per iscritto quello che avevano vissuto.
Gliapostoli annunciano ciò che hanno ricevuto dal Signore Gesù in parole ede
opere, questo ci rimanda a ciò che è scritto nella Dei Verbum che la
rivelazione avviene attraversoi gesti ed attraverso le parole. La rivelazione non
è fatta solo con parole ma anche con Gesti.
Molte volte ed in molti modi Dio ha parlato per mezzo dei profeti (trad
letterale “nei profeti”). Anche la stessa vita di Gesù è annuncio.
Anche i gesti di Gesù e dei profeti sono parola di Dio.
Non sappiamo chi ha scrittola lettera agli ebrei, non è di Paolo, tuttavia si
considera uno scritto apostolico, sappiamo che il Vangelo di Giovanni non è
stato scritto tutto da Giovanni, ma la cosa importante è che si è passati da
una fase orale ad una fase scritta.
Non ci può essere scrittura senza tradizione e la scrittur è la garanzia
dell’autentica tradizione.
La sacra tradizione
Intendiamo i libri che la chiesa intende ispirati, come norma della fede.
un conto è parlare del canone ebraico, cattolico, bizantino, protestante: i libri
sacri fondamento della regola della fede per una comunità.
Potremmo chiederci, come si è fromato il canone?
Partiamo dall’antico testamento:
la prima attestazione del canone del vecchio testamento lo troviamo nel
prologo del siracide dove si dice che “molti ed importanti insegnamenti ci
sono stati dati dalla legge e dai profeti e da molti altri scritti ...” nel 138 a.C.
Siamo nel II sec. a.C. esiste un canone ebraico.
Altre fonti dalla biblioteca di Qrman chiusa nel 60 d.C., dove troviamo la
presenza di libri che fanno parte delle tre parte delk canon ebraico. Nel nuovo
testamento ci sono degli scitti riconducibili al primo secolo d.C. si parla di
Legge, Profeti e Salmi.
Giuseppe Flavio nato nel 37, morto nel 100 ha scritto che i libri dell’antico
testamento riconosciuti come canone ebraico sono 22.
La definizione completa del canone ebraico sarà nel II – III secolo d.C.
Il giudaismo arriva alla definizione del canone ebraico.
Il canone ebraico che adottalachiesa cristiana è quello che fa riferimento alla
bibbia dei settanta scritta in greco.
Andiamo al nuovo testamenti, anche per il nuovo testamento il processo di
formazione è stato lungo. Dobbiamo tenere conto che i primi cristiani avevano
solo l’antico testamento.
In un primo tempo le parole di gesti di Gesù passa attrverso i discepoli di
Gesù, quindi abbimo una parola orale di coloro che sono stati testimoni del
Signore Gesù. Una lettura che diventa fondamentalista non è accettabile.
Questo fa parte del tema dell’ispirazione.
Dopo la fase orale abbiamo una prima fase di formazione:
ecco le lettere di Paolo, i primi scritti.
Paolo scrive dalla metà degli anni quaranta agli anni sessanta, le prime lettere
sono del 47-48-49-50.
Sette lettere sono certamente di San Paolo.
Il testo ispirato è il testo attraverso il quale la chiesa
riconosce che si può trasmettere la parola di Dio.
Riassunto lezione precedente:
Riprendiamo dall’interpretazione
La volta scorsa ilprof ci ha detto che c’è un legame stretto tra
ispirazione ed ispirazione, l prof ci ha fatto l’esempio del
corano che non lascia nessuna possibilità d’interpretazione.
Nel libro di testo “Incontrare la parola di Guido Benzi alla
pagina 141,142, 143, 144 e 145 troviamo spiegato quello che
diceva la volta scorsa sull’ispirazione. Ci sono elencate le
diverse posizioni. L’autore umano inteso come lo strumento.
Dio inteso come l’autore spirituale e lo scritttore l’autore
umano.
Pensare l’ispirazione come assistenza di Dio, l’autore umano
come il redattore del testo. Adesso ci soffermiano
sull’interpretazione che deriva dall’ispirazione. Il testo va
compreso come un testo umano. Senza perdere di vista che
l’autore è Dio, possiamo vedere come l’uomo ha redatto
l’ispirazionedi Dio.
Al 12 Dei Verbum dobbiamo ricercare ciò che gli agiografi
volevano dimostrare e ciò che Dio ha voluto rivelare.
In quegli anni, 1960 si tiene di conto di quali nuove cose sono
state scoperte riguardo l’esegesi. Il metodo storico critico era
allora dominante. Quindi leggendo il testo la prima cosa da
fare è cercare di capire dove l’autore volesse arrivare. Alcuni
racconti si possono capire solo se si capisce cosa l’autore
volesse dire. É importante comprendere il genere letterario
usato dallo scrittore e le tradizioni. I generi lettereari c servono
per risalire a cosa l’autore volesse dire, così i modi di
esprimersi erano fondamentali in questo:
storici, profetici, poetici.
I generi letterari fanno anche riferimento dei luoghi in cui sono
nati, alla corte del re, all’educazione dei giovani. Il genere
letterario della parabola, proverbio, dei salmi, etc...
Poi alla fine aggiunse: però la lettura deve essere lettera con
la luce dello Spirito Santo ..... e tenedo conto dell’unità di tutta
la Scrittura....quanto infatti è stato detto sull’interpretazione
della scrittura è posto sotto il controllo della chiesa che svolge
il compito di dire come si debbano interpretare e come la
tradizione ne interpretiil senso, il significato.
Poi al cap.13 c’è una nella sacra scrittura , sempre restando e
intatta ..... affinchè possiamo comprendere la beata benignità
di Dio.
Si torna a quello che la DV aveva detto all’inizio, tutto partì
dalla bontà di Dio. Dio che ha voluto venirci incontro
parlandoci con le parole. É un dao fondamentale per la dei
verbum è un dato fondamentali, per parlarci ha voluto
assumere le nostre parole. Le parole di Do espresse con
lingua umana si sono fatte simili al modo diparlare dell’uomo.
Il verbo di Dio si fece simile all’uomo.
Il concilio fa un analogia tra il verbo eterno dal padre che ha
assunto la nostra natura umana. Non possiamo conoscere Dio
senza l’esperienza umana di Gesù, quello che dice Giovanni
nel prologo del suo Vangelo. Non si può dire quello che è
umano e quello che divo in Gesù: Gesù è
contemoraneamente tutto uomo e tutto divino.
Così è per la scrittura. Anche nella Bibbia non ci sono cose
umane e cose divine, ma tutto è contemporaneamente umano
e divino. Il compito dell’esegesi deve fornire quello che ci
permette di comprendere i testi, poi l’ascolto della parola è
qualcosa che va oltre.
Vediamo i metodi:
ci sono due tipi, i primi si chiamano Diacronici
e secondi Sincronici.
C’è sempre la parola cronos, il prefisso dia vuol dire attraverso
il tempo, il testo viene studiato per come si è formato nella
storia, quando è nato, se cè uono o più autori.
mentre il prefisso un che dice di studiarlo per quello che è.,
senza preoccuparci di cosa è avventuo nella storia ma
cercando di vedere cosa ha voluto realizzare l’autore finale nel
testo. Il prof ci manda qualcosa su questo argomento.
Oggi sono molto diffusi i metodi sincronici.
Il metodo diacronico vuol dire che la sua finalità è quella
dicercare di arrivare all’intenszione dell’autore. Si deve
cercare di capire cosa l’autore secondola cultura e le usanze
del suo tempo volesse dire.
Il primo passaggio è la critica testuale