Introduzione Alla Sacra Scrittura

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Lezione del 30 settembre 2020

Bibbia è una parola che significa libri.

Taziano ha provato a scrivere il Diatessalon, ha cercato di


armonizzarli cercando di creare un unico vangelo, ma è stato un
tentativo rifiutato dalla chiesa. Quattro forme inconciliabili che ci
trasmettono l’esperienza di Gesù in modo diverso.
C’è una molteplicità di messaggi che vengono trasmessi.
La scrittura è nello stesso tempo un’unità e una molteplicità.
La chiesa ha rifiutato di conciliare le cose che erano diversi.
Die crezioni, due esodi.
Le diversità sia dell’antico sia del nuovo testamento, ci sono stati
tanti tentativi di fare un minestrone mettendo tutte insieme queste
cose. Ma la chiesa le ha mantenute perchè sono una ricchezza.
Anche i padri della chiesa si sono dovuti confrontare con questa
realtà. Tutto ciò ci aiuta a riflettere.
Raccolta plurale sia nella forma che nella sua costituzione.
Libri scritti in epoche diverse. Biblioteca scritta in ebraico, aramaico
ed in greco (NT).
Ci sono tanti autori, tanti autori fittizzi, ma dietro a Mosè che si
diceva aver scritto il pentateuco ci sono moltissimi altri autori
ignoti.
Pensiamo a Paolo che ha scritto molte lettere, ma alcune delle sue
come quella agli Ebrei non è stata scritta da lui.
Abbiamo un unità ed una pluralità che vanno sotto il nome di
testamento, nuovo ed antico.

Cosa vuole dire testamento?


Parola difficile da tradurre, per noi vuol dire il documento che
facciamo prima di morire.
Per gli ebrei significa alleanza, quindi si tradurrebbe Nuova ed
Antica Alleanza: dobbiamo ensare che per un uomo dell’epoca
quello che aveva valore era la cosa antico. Quindi dire che esisteva
un antico ed un nuovo. Il vecchio era quello che valeva, il nuovo
valeva in virtù delfatto che si appoggiava al vecchio.

Lezione del 6 ottobre 2020

samuelelucacecchi@gmail.com

C’è stato chi ha fatto un unico vangelo dei 4 vangeli, cioè Taziano,
ma la chiesa non ha accettato questo procedimento ma lachiesa ha
preferito avere il vangelo in 4 forme.
Poi c’è anche una pluralità successiva, Giacomo, Paolo, Giovanni, le
lettere, l’apocalisse.
La bibbia è il libro della chiesa cattolica, della protestante,
dell’ortodossa, dell’armena, della coopta.
Il primo daro che troviamo con la Bibbia, è un’unità ma anche una
diversità, Bibbia vuol dire “I Libri”.
La pluralità riguarda anche i canoni, si va dai samaritani che hanno
un loro pentateuco più il libro di Giosuè, (i samaritani esistono
ancora in Israele) e si arriva ai mormoni che hanno la bibbia più il
libro di Mormon che loro ritengono sacra scrittura.
Quando parliamo di bibbia di che cosa parliamo?
Questo è un aspetto importante che potrebbe essere una domanda
all’esame:

Come le diverse nazioni, le diverse confessioni leggono, credono


alla bibbia?
Nella Dei Verbum vedremo come la chiesa cattolica vede la sacra
scrittura.
se il prof ci chiede quale è il canone ebraico delle scritture?
La tradizione ebraica suddivide la scrittura in tre parti
1) la torah; (legge)
2) i nebi'im (pronuncia neviim), (i profeti)
3) i ketubim (tradotto con gli altri scritti) ( i sapienziali);ultima parte
della scrittura che è stata scritta.
La torah è la parte principale della scrittura ebraica, la legge.
non la legge in senso giuridico, non come il codice di diritto civile o
del codice di diritto penale, con legge s’intende istruzione, come si
deve vivere il rapporto con Dio.
Poi ci sono i profeti che non sono solo quelli che noi riteniamo i
profeti, ma sono anche i libri storici, Giosuè,I re, Samuele poi ci
sono i profeti scrittori.
Cosa significa la profezia nel canone ebraico, la torah che viene
assunta come metro di giudizio nella storia del popolo d’Israele.
La profezia è fondata sulla torah. Poi abbiamo quelli che noi
abbiamo sapienziali, ketibim, che sono gli altri scritti che sono I
salmi, Giobbe, I proverbi, poi due libri che per noi sono storici, I libri
delle cronache. Ecco come si struttura il canone ebraico che non è
una struttura che noi abbiamoimposto, ma se noi leggiamoi libri
storici trovisamo che erano già state fatte così,
La genesi inizia con In principio, un inizio assoluto, nella tradizione
ebraica si da anche un valore alla forma delle lettere, la beth è
come una parentesi aperta, quindi è come qualcosa che fa iniziare
tutto. La bibbia inizia con un inizio assoluto della storia. Poi la prima
parte del canone delle scritture.
Al capitolo 34 del Deuteronomio troviamo ai versetti 10-12 la morte
di Mosè. Così finisce il pentatueco. Il pentateuco finisce prima
dell’ingresso nella terra promessa, quasi a voler dire che adesso
tocca a ..

Se andiamo alla seconda parte, Il primo libro dei profeti è il Libro di


Giosuè che racconta l’ingresso nella terra promessa. Troviamoindizi
importanti. Quando nel pentateuco si parlava di Mosè si diceva che
Mosè era il servo del Signore, mentre Giosuè è il servo di Mosè.
Quindi si capisce che Mosè è più importante. Giosuè ha lo stesso
nome di Gesù in aramaico. Ad un certo
punto(aspettointeressantissima), al capitolo 1 versetto 8, “non si
allontani dalla tua bocca il testo di questa torah ma meditalo giorno
e notte per osservare e mettere in pratica tutto ciò che ci sta scritto
in modo tale che tu abbia successo ....”
Così si capisce che il testo fondamentale è la torah.
Ma se andiamo alla fine dei profeti, Se ancdiamo a leggere il libro di
Malachia 3, 22-24 ”Tenete a mente la legge del mio servo Mosè,
servo delSignore, al quale ordinai norme, precetti, ......”
La divisione del canone ebraiconon è qualcosa che è stato pensato
successivamente ma lo si evince dalla lettura dei testi.
Ma anche se andiamo alla terza parte della scrittura si capisce che è
così.
Se andiamo all’inizio della terza parte, dove troviamoil libro dei
Salmi. 150 componimenti che sono stati raccolti tutti insieme.
Il salmo 1 (insieme alsalmo 2) è stato composto per introduzione a
questa raccolta di poesie ” beato l’uomo, ...., ma nella legge del
Signore trova la sua gioia e la medita giorno e notte, ...” ed è quello
che troviamo in Giosuè 1-8. Così anche la terza parte del canone
ebreo fa riferimento alla torah come parte più importante.
Così nell’ultimo libro della terza parte ebraica il testo siconclude con
quel bel riferimento
Il Signore dio dei loro padri mandò incessantemente i loro ma essi si
beffaromno e
2 Libro delle Cronache Cap36, vv15-16, vv22-23

Quando noi parliamo del cnone ebraico non troviamo una divisione
successiva da parte di qualcuno , la scrittura era già stata pensata
così.
La vita più personale, la vta del singolo vissuta alla luce della parola
di Dio
Domanda di uno studente
Di questi libri si possono trovare le date di scrittura?
Se ancdiamo a prendere il libro del Siracide si legge che ci sono stati
dati dalla legge, dei profeti e deglia ltri scritti, prologo del Siracide
del primo secolo a.C., c’è già allora la consapevolezza di questo.
Tutti i libri scritti prima del I° secolo a.C.

Adesso la divisione cristiana della Bibbia,

sopratutto nella divisionee tra A.T . e N.T.


Antico o primo Testamento e Nuovo testamento, non vecchio
testamento.
Nell’antichità ciò che era vecchio era la cosa importante, così anche
i cristiani ci tenevano a sentirsi dellepersone che fondavano
lapropria fede origianaria datanto tempo. Così era importante che
la propria Bibbia fosse stata innestata nella Bibbia degli ebrei.
La divisione cristiana della Bibbia era AT e NT.
Cosa vuol dire testamento? Patto o alleanza,
Così potremmo tradurre più esattamente questa divisione tra
Antica Alleanza e Nuova Alleanza, l’alleanza che Dio ha fatto con il
suo popolo.
La bIbbia cristiana si sudddivide in 4 parti:
L’antico testamento non è diviso nello stesso modo con cui
suddividono gli ebrei la suddividino.
Quando gli ebrei parlano di TANAK parlano della loro bibbia,
Tanak è la composizione delle iniziali delle tre parti, Torah, anakim,
ketuvim.
TM testo masoretico, testo ebraico che hanno prparato e
vocalizzata dai masoreti. Masoreti sono quelli che hanno curato la
traduzione del testo ebraico, testo masoretico è il testo recepito
dalla tradizione ebraica e si distingue con la sigla TM.
Altre volte troviamo un altra sigla LXX la bibbia greca che è la
traduzione della bibbia ebraica in greco. Probabilmente p la
traduzione della Bibbia Ebraica ma di una versione che non
conosciamo in quanto ci sono delle parti più lunghe.
La chiesa cristiana in alcuni casi hanno utilizzato la dicvisione della
LXX.
Così noi cristiani ci siamo rifatti alla bibbia in greco così il nostro
canone è diverso dagli ebrei
Torah è uguale
Libri storici:
I sapienziali:
I profeti:
Più il nuovo testamento che va a prendere il posto della quinta
parte.
Per i cristiani era più attraente avere i profeti nell’ultima parte della
scrittura, perchè annunciavano la venuta del Messia facevano da
“introduzione” al nuovo testamento.
Era appetitoso avere Malachia che finisce in tal modo prima
dell’inizio di Giovanni Battista.
Il Nuovo testamento
si divide in
4 vangeli, atti lettere di paolo, lettere apostoliche e apocalisse.
La cosa si complica perchè questo canone cristiano non è uguale
per tutte le chiese.-
Ortodossi, cattolici e protestanti non sono uguali.
Canone cattolico 46AT+27NT
Ortodossi hanno preso in pieno il canone dei settanti e quindi
hanno dei libri in più, così hanno 4 maccabei (2 in più), 4 esdra ( 3
in più), salmi di Salomone e ”Odi di Salomone ecc.
Quindi il canone ortodosso è più ampio di quello cattolico.
Per il prof è importante sapere solo che il canone ortodosso è
diverso da quello cattolico e che si è ripreso tutta la bibbia dei LXX.
Il canone è stato fissato dal concilio di trento ne 1500.
San Girolomo aveva due testi di riferimento una bibbia in greco una in ebraico (in un
secondo momento)
La Vulgata nel 90 per cento dei casi è uguale alla versione ebraica.
Esistevano più traduzioni della Bibbia in greco,
Poi esiste il canone della riforma dei protestanti.
Nell’antico testamento hanno assunto i testi della scrittura solo i testi che rientranon
nel canone ebraico.
Vengono tolte delle parti nel NT:
la lettera di Giacomo, la lettera di Giuda e l’apocalisse, la lettera gli ebrei, cioè messi
in appendice, perchè non erano conformi a quello che per lui era il centro del nuovo
testamento , cioè San Paolo.
Frutto di un equivoco, di una non comprensione di quello che la scrittura intendesse.

da pagina 7 a pagina 10 c’è una sintesi nel manuale


A pagina dieci c’è un aspetto importante, come si citano i libri biblici.
Se leggiamo con attenzione ci sono tutte le possibili situazioni per poter citare un
testo biblico.
Può essere utile per qualsiasi altro lavoro.
Eventualmente si potrebbe provare con uno schema per fare un esercitazione con il
professore.
Lezione del 13 ottebre 2020 Suor Giovanna ha tenuto la lezione

Siamo l’ultimo grande progetto che Dio ci ha donato attraverso gli


agiografi, attraverso il verbo che si fatto carne e rispetto alla chiesa
che si è formata dopo.

La prof ci parlerà della Dei Verbum, ma bisogna approfondire il


tema della rivelazione.

Nei documenti conciliari sono intitolati con la prima espressione del


libro.

Dei verbum è l’incipit deldocumento dedicato al tema della


rivelazione.

Questo è il frutto e la sintesi del CVII nella quale confluiscono


tantissime cose che sono accadute nella chiesa, perfino quando
Lutero sipropose uno studio attento della scrittura cercando di
tornare ad una esperienza spirituale davvero spirituale. Tutto ciò fa
nascere la DeiVerbum, dalle conflittualità. Nei tempi più maturi ci si
mette in dialogo. Questo documento diventa il punto di arrivo di un
lungo percorso ma è anche un punto di partenza. Infatti a questo
documento hanno fatto riferimento quasi tutti i documenti scritti
dai papi. Questo ha portato ricchezza alla chiesa e ha dato dei saldi
punti di riferimento nell’approccio della Scrittura.

Quale tema affronta la Dei Verbum?

Il rapporto che il credente e la comunità ha con la scrittura.

Se è vero che la Dei Verbum affrontae e riordina questa sfera della


scrittura è vero anche che la sacra scrittura è la parola di Dio. Dio ci
parla attraverso tante scritture, Dio ci parla attarverso la creazione,
attraverso i segni dei tempi, quindi la storia, la riscoperta della
dignità umana, il lavoro, lapovertà, la pace, la dignità della donna,
rispetto della natura. Ome se Dio ci parlasse attraverso le varie
aspirazioni umane e ci porta alla bellezza,, alla gioia, alla pace. Dio ci
parla anche attraverso il snetire umano. Un modo particolare di
parlare di Dio è attraverso la sacra scrittura.

Il cristiano deve conoscere e leggere la Bibbia perchè attraverso di


essa c’è laparola di Dio. La sacra scittura è una Bblia, cioè più libri.

Non è possibile alla chiesa e a noi uomini del nostro tempo poter
riconoscere di Dio nel tempo e nello spazio se non siamo attenti a
conoscerlo nella sacra scrittura. La sacra scrittura è la chiave di
lettura di tutte le altre parole di Dio. Conosco i segni dei tempi se
riesco a leggere i tempi attraverso laparola di Dio. La Sacra Scrittura
come mezzo per il discernimento del dialogo che Dio ha con l’uomo.

Dire che Dio parla è tanta roba, direbbero i ragazzi. In quanto la


prima cosa che colpisce è che dentro la sacra scrittura abbiamo
(agiografi, scrittore dellaparola sacra) ilparlare di Dio. Questo è
quanto di più bello e significativo c’è nella storia dell’umanità.

Dio ha parlato e ci parla attraverso la sacra scrittura: Dio vuole


comunicare con noi e lo fa in modo umano (nella dei verbum torna
tantissime volte).

“Dio ha parlato nella sacra scruittura per mezzo di uomini e alla


natura umana” (Dei verbum,12)
Dalla notte dei tempi è avvenuto con l soffio nel naso di Dio su
Abramo. Questo stesso alito divino che viene soffiato nelle narici
dell’uomo, gesto di comunicazione, è come se Dio desse all’uomola
parola. Quale parola? La Sua parola.
Dio vuol imprimere una relazione interpersonale con l’uomo.
Questa capacità di relazione diventa aprola, sulla paroa ci sono
tantissimi testi, Don Milani diceva che “la parola è la chiave atata
che ci apre alla realtà”.
La storia della Bibbia è la storia della parola di Dio agli uomini. C’è
un testo chiave che possiamoprendere da Ebrei 1,1-2.
Fa parte delle sette lettere che hanno lapprovazione di Paolo ed
hanno un linguaggio leggermente diverso.

“Dio che aveva già parlato nei tempi antichi...”

Questo testo riesce a darci un colpo d’occhio di come Dio ha parlato


all’umanità.
Come possiamo riconoscere quella parola. Sia l’antico che il nuovo
testamento ci hanno descritto il percorso/itinerario della parola di
Dio. Pensate che il parlare di Dio è creativo e fattivo. Mentre parla,
opera. Se infatti guardiamo Genesi 1, 1. Mentre Dio disse Sia la luce,
e la luce fu. Questo parlare non è loquace,mentre dice subito
realizza qualcosa. Non è una questione di magia. La lettura
sacramentale.

La prof rammenta il papa che nel 2019 ha fatto una lettera


normativa dove indicava l’ultima domenica di gennaio per dedicarla
alla parola di Dio, rammenta i discepoli di Emmaus e dice che la
comunità cristiana si trova nei suoi singoli membri a vivere degli stili
di vita diametralmente opposti a quelli che sono le cose che indica il
vangelo ed anche a giustificarle. Perchè c’è questa discrepanza,
perchè non c’è più lo studio della parola di Dio, infatti questa parola
mentalizza, si fissa dentro di noi e diventa nostra.
Difficilmente senza questa esperienza riuscirò a lasciarmi
trasformare dalla grazia di Dio.
Viene sempre in mente alla prof una coppia, lei credentissima, lui
no. Venivano a leggere le letture nel Vangelo di Marco.
Imprenditore immobiliare, aspettava un debitore sotto casa per
riscuotere. Il debitore non tornava avvisato dalla moglie, quindi
l’imprenditore aspettando si mise a leggere il vangelo, l’unica cosa
che aveva in macchina e cambiò il modo di vedere la relazione che
aveva con quell’uomo che non tornava.

La Sacra Scrittura ci parla di un Dio che non parla ad un uomo


singolo ma a un popolo. Quindi la dimensione della relazione. Un
popolo di chiamati. Dio diventa il contenuto della relazione tra gli
uomini. Quindi oltre alla relazione verticale si aggiunge anche la
relazione orizzaontale. Relazione interpersonale, comunione di
Popolo. Leggete Giuosuè 1,1 .
Un popolo che riesce a portare a compimento una promessa fatta
ad un popolo.
Relazione profetica. Fondamentale nella dei verbum.
Quando si parla di profezia, non si parla di oroscopi. La profezia è il
pro fe mi.

Parlare per , al posto di un altro, a nome di ...

In questo caso si parla a nome di Dio.

Quindi quella parola di Dio contiene sempre un potenziale


fortissimo. Quindi La parola di Dio diventa una parola storica, non
dobbiamo fare l’errore
Si pensa chiaramente che al centro di tutta la scrittura c’è Gesù
Cristo e ciò che è nascosto nell’antico risplende nel Nuovo e si fa
un’operazione semplicistica, cioè non si comprendono gli ebrei.

Es. Isaia, 7 .
Cosa fa un cristiano leggendo questo, cosa farà un cristiano, si dirà è
Gesù Cristo. Come mai gli ebrei che avevano tutte queste scritture
non hanno riconosciuto che la profezia era Gesù Cristo. Era un pro
fe mi, gli ebrei fanno una lettura storica della profezia, vanno a
vedere cosa voleva dire quella parola allora.

Possiamo leggere Osea 1,1

Poi questa parola ha colegato i popoli, ha avutouna funzione


profetica ha preso le forme di un uomo.

Pensate che nel vv18 del Cap 1 di Giovanni dice una cosa
importantissima:
“ Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.”

Il verbo da senso alla frase, ciò che da scopo alla frase, mette in
comunione le parole scollegate che non avrebbero senso.
La prof ci ha raccontato la storia di un binmbo e la madre che per
Natale fanno lo scketch sul verbo di Dio.
Sono al primo giorno di vacanze e già mi parli del verbo? Non me ne
parlare di analisi logica...

Questa aprola si diffonde e cresce attraverso il dilatarsi della Chiesa.


La parola è personificata, San Luca ne parlava Atti 6,7 – 12,24, -
19,20. Poi alla fine questa scrittura regola l’inizio del Nuovo
mondo.-

AP. 19, 11-16 21, 1-seguenti.


C’è un filo conduttore, laparola di Dio non la sentiamo mai
direttanente, ma è sempre mediata.
Domanda da esame
La rivelazione ha molto a che fare con il principio della
incarnazione.
Riusciamo a capire questa esperienza salvifica di Dio che si fa uomo,
la Dei Verbum non ci dice esattamente quello che dobbiamo fare.
La rivelazione ci mette inrelazione con Dio. Il principio della
rivelazione è l’incarnazione. Tutto il tema della rivelazione risplende
nella incarnazione che è il chiaro apice di tutto ciò.

Gesù ha usato un linguaggio umano. Gesù parlava in aramaico. Ma


la prima redicazione degli apostoli fu trascritta in greco nei vangeli.
Questa lingua così adatta, il vangelo della koinè che era conosciuta
in tutto il mediterraneo e tutto l’impero.
Teresa di Lisie diceva che se fosse stata prete avrebbe voluto stdare
l’ebraico e il greco per poter comprendere come Dio pensa.
La scrittura comporta uno studio. Es.Il salmo 19 (o un altro), il Dio
scatena il tuono, il Signore tuona con forza,
Probabilmente quello era un inno al Dio tuono.
Sicuramente a loro piace questa visione e modificano il testo del
salmo secondo la loro visione. Progetto di inculturazione. Se voglio
capire cosa voleva dire il salmista devo studiare cosa voleva dire,
studiare l’inno cabnaneo al Dio tuono. Csì facendo la Bibbia rivela
l’umanità rivelando Dio.

Dio condiscindendente e tutto quello che riguarda la parola umana.

La scrittura contirne delle informazioni, del periodo dell’anno, della


zona geografica.
Poi c’è un livello espressivo, oi la scrittura veicola l’espressività.
Linguaggioperformante, se dico alla Vania le dò un fiore, questo
atteggiamneto crea un miglioramento nei rapporti.
Nella parola di Dio avvengono tante cose.

La citazione della parola nei sacramenti e non ti trasforma , gli


manca qualcosa.
Il linguaggio performante riempie il mondo.
Non ce ne rendiamo conto.
Detro la scrittura troviamo questi tre livelli.
Il testo che possiamo leggere.

In questo processo di informazione , espressione, applello ed


esperienza performante della parola di Dio.
Se la parola ti chiama ti trasforma.
La dei verbum mette in evidenza che per descrivere il rapporto
dialogico, i tratti antropoligici della relazione tra uomini possiamo
trasportarli per descrivere il dialogo tra gli uomini e Dio.
Leggere i tratti antropologici della comunicazione di Dio, come
padre, come fratello e come sposo. I tratti sono quelli della
comunicazione amicale, di amore.
Lezione del 20/10/20

La prof ci h dato lavolta scorsa le coordinate della dei Verbum , ci ha


parlato della parola fi Dio, di come Dio ci parla nella storia.Questa
rivelazione che ha avuto il suo apice nell’incarnazione di Gesù e
anche nella risurrezione. Ma la presenza di Gesù e le sue opere, con
il dono del suo spirito ci concede di tenere unite le pagine
delVangelo e dell’a.T. e la storia della nostra vita.
Quandosi conclude larivelazione ?
Si conclude con la morte dell’ultimo apostolo.
Dpmanda d’esame.
Ad un certo punto il Signore dice a Pietro di seguirlo, mentre Pietro
si girò indietro a guardare Giovanni chiedendogli quando verrà lui?
Giovanni ultimo apostolo autorevole poteva pretendere un
riconoscimento attuativo superiore a quello Petrino.
Si dice che San Giovanni sia morto centenario, Ci sono molte
questioni aperte se Giovanni Apostolo, abbia scritto l’Apocalisse.
Perchè il tempo della rivelazione siconclude con la sua morte?
Perchè igli apostolisono i custodi, i testimoni, coloro che
hannocostatodipersona la Pasqua, laresurrezione degli apostoli.
Poi coloro che hannoricevuto la fede per laloro testimonianza .
Con lam morte dell’ultimo apostolo non avremoun aggiunta, avremo
solo un approfondimento.
Si parla di rivelazione pubblica e di rivelazione privata.
Questo discorso viene (riv pubblica o privata).
La rivelazione del Signore pubblica è data perfettamente e
completamente, Giovanni al capitolo 16 , dice ai suoi che non tutta
la verità poteva essere rivelata dal Signore, ma con la sua morte
avrebbero ricevuto il suo spirito che gli avrebbe dato lapossibiltà di
comprendere ciò che il Signore aveva rivelato. Questa progressione
che c’è stata nella rivelazione delle verità di fede, per cui la
rivelazione publica si è conclusa. Pubblico vuol dire che quella
rivelazione ha la finalità della salvezza di tutto il popolo. C’è già
tutto.
Il Signore è venuto a chiederci di essere in comunione con Lui.
Nella storia della rivelazione cristiana ci sono delle rivelazioni
private. AI fini della salvezza queste rivelazioni non aggiungono
nulla di nuovo.
Queste rivelazioni animano ed irrobustiscono la nostra devozione.
Le rivelazioni private sono un riflesso della fonte.
La fonte è la rivelazione pubblica.
Se devo fondare lamia fede devo dire che lo faccio perchè il Signore
Gesù si è rivelato.
Lourdes coincide con laconferma del dogma dell’Immacolata
concezione. Conferma a quello che la chiesa stava facendo.
Eppure anche Lourdes non aggiunge nulla.
La Resurrezione è un evento storico, un seme dentro la storia,
tornerà con il corpo.
La tradizione Apostolica è una parte integrante della rivelazione
pubblica di Gesù.
La chiesa dovrà custodire e proteggere la rivelazione pubblica.
Inoltre la chiesa verrà anche giudicata da quella rivelazione.
Il Papa si firma il servo dei servi.
La progressione della rivelazione va tenuta presente per dei problemi
molto logici e giusti vengano riordinati.
La scrittura non sbaglia mai riguardo la salvezza.
Non riguardo a motivi astronomici. Galileo è stato giudicato dalla
chiesa per il fatto che lui sosteneva che la terra girava intorno al sole.
Poi la chiesa si rimetteràin strada con il concilio di ..
Riguardo a cosa la verità? Rispettoo la salvezza.
Nella storia la salvezza è stat progressivamente rivelata.
Gesù ci datteo vi è stato detto ora vi dico io.
La vita di Gesù, la sua storia, l’attivazione profonda di una capacità
di perdono che viene dallo spirito. Perdono annunciato in una
cukltura fratricida.
Perchè è progressivo?
Esempio: Se si va a vedere Genesi 4,23, si trova la legge di Lamec
che è terribile ma è una miglioria rispetto all’uso del tempo.
23 Lamech disse alle mogli:
«Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24 Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette».
Questa era un grande progresso perchè dava una fine alla vendetta.
Poi c’è la legge del taglione. Che dice Occhio per occhio, dente per
dente. Esodo 21:24 “occhio per occhio, dente per dente, mano per
mano, piede per piede”
Progresso enorme.
Pensiamo all’inquinamento e all’Eden.
Ora alla luce di questa rivelazione possiamo leggere il testo.
La dinamica ed il dinamismo del credente con il rapporto con Do
rimane quello di Giovanni
Cap 16 delVangelo di Giovanni, dal versetto 7
“Eì’ bene che me ne vada per far venire il paraclito, Gesù parla
delpeccato e po dal versetto 12 ci dice”molte cose ho da Dirvi ma per
il momento non siete in grado disopportare quetso peso”.
Quando verrà lo Spirito di Verità vi guiderà alla verità (comunione
con Dio, il Figlio e lo Spirito Santo).”
Dio non butta nulla di noi, è come quello che lavora il maiale, Dio non
butta via nulla di noi.
Teniamopresente che l’antico testamento e la tadizione ebraica
hanno dellepagine sulla misericordia perfette. Il principio
dell’incarnazione ci permette di conoscere la sua rivelazione con una
esperienza personale, c condurrà a vivere questa esperienza
da’amore.
Nella Dei Verbum troviam, con un approvazioneall’ultimominuto
prima della chiusura del concilio Vaticano II.
Il concilio viene chiuso l’8 dic 1965, L’ultima sistemazione della Dei
Verbum avviene il 15 novembre del 1965.
Nella Dei Verbum leggiamo che questo testo ci aiuta ad entrare
anche negli altri documenti conciliari, tempo della chiesa che ci deve
ancora portare la futuro.
Nella Dei Verbum si parla della presenza di Dio nella chiesa,
specialmente nel VI capitolo che diventa una sintesi che ci permette
di capire tutto quello che precede.
Leggere Quindicipassi da pagina 10, ed avremo un bignami di quello
che ha preceduto quello che ha conseguito.
La rivelazione ha uno scopo, quello che stiamo con lui.
Il Signore sia con Voi e voi fate sempre che Lui sia con voi.
C’è tutto un percorso sul discorso che la Scrittura è la fonte della
rivelazione. C’è un turbamento in questo evoluzione, con Lutero che
pur avendo fatto degli studio che approfondirono molto il rapporto
con la scrittura, con il suo approccio scientifico, allora che succede
che la chiesa non accettò immediatamente a questa illuminazione.
Ci sono tanti passaggi della Dei Verbum che hanno unìapproccio alla
scrittura. Fino a che arriva Paolo VI che fonda l’istituto di tantur a
Gerusalemme, dove vengono ospitati i cristiani delle verie
confessioni, cristiani per svolgere un lavoro scintifico sulla sacra
scrittura. Così oggi anche noi cattolici usiamo dei testi scientifici
pubblicati da anglicani, da protestanti.
Abbaimo diversi documenti che progressivamente vengono fuori, il
testo di riferimento Providentissimus Deus del 1883, con il quale
Leone XIII ridà un impulso agli studi biblici, che avvia un lavoro
scientifico di studio, recuperando un bel po di terreno sul lavoro di
approccio alla scrittura. Abbiamo poi l’intervento di Pio X , che di
fronte ai modernisti, che con la perdita della lettura d’insieme poteva
diventare pericoloso, tirò un po’ il freno a mano.
Pio X nel 1909 fonda un istituto per approfondire studi biblici.
Poi con Pio XII fece qualcosa d’interessante con l’enciclica “Divino
Aflante spiritu,” dove esortava tutti credenti a usare ogni mezzo per
approfondire la conoscenza sulla sacra scrittura.
Poi si arrivò al Concilio Vaticano I, questo concilio non verrà mai
chiuso per via della guerra. Molte cose rimaste sospese.
Dice Benzi, che in tutto questo percorso, che ci sono 4 aspetti da
tenere presenti

1) l’inquadramnento teologico della sacra scrittura e ......


rivelazione riguardo la rivelazione
2) c’è da studiare il rapporto che si stabilisce tra tradizione e scrittura,
fin dai tempi della riformaluetrana era stato messoin crisi.
Solo scrittura si può leggere ma in comunione con la chiesa e la
rivelazione che ci confermano
3) Applicazione di metodi scientifici con l’Giudizio sul metodo storico
critico
4) Aspetto pastorale.
Nella dei Verbum a pag 13,14 troviamo un po di storia del
documento.

Si può leggre il Libro incontarere la parola da pag 7 a pag. 10


Leggere il capitolo primo
Guardare su Discite di Ferrari
Lezione del 27 ottobre 2020

L’incontro di oggi a cui seguirà la ripresa dei lavori di Matteo, ci


dovrebbe far leggeree alcuni capitolidella Dei Verbuum

La prof ci vorrebbe far capire quale è il passaggio fondamentale dalla


posizione che la chiesa aveva prima del cv II e durante il concilio
riguardo la rivelazione.
La prof ci fa presente nel CVI la chiesa si pronunciava sulla
rivelazione II Capitolo di Mazzinghi:

Dal concilio vaticano primo da


“dei filius” cap II documento CVI
“La stessa santa madre chiesa ritiene che dio principio e fine di ogn
cosa può essere conosciuto con certezza apartire dalle cose create,
infatti nelle sue opere si può incontrare Dio.
“dei filius” cap II documento CVI
” Le parole che sono qui riportate sono approssimative poi
dicembre”ma la stessa madre chiesa ... gli è piaciuto alla sua eterna
bontà ... ci ha parlato per mezzo del Figlio Suo.”

Dopo il primo livello di conoscenza di Dio attraverso la natura, Dio


tramite la sua bontà in un secondo momento in modo soprannaturale
ci ha rivelato quali erano le sue volontà, i suoi decreti
(comandamenti), e ha continuato mostrandoci chi era lui attraverso
Gesù e con Gesù ci ha spiegato meglio le sue volontà spiegandoci
meglio le sue volontà.
Perchè si è rivelato?
Perchè evidentemente, Dio si rivela per farci capire la sua volonta
“dei filius” cap II documento CVI
La rivelazione era necessaria perchè noi riuscissimo a conoscere
delle verità.
Queste verità possonoessere conosciute da tutti facilmente, con
assoluta certeza e senza alcun errore. Dio nella sua infinita bontàa
permesso all’uomo di partecipare a quelle immense capicità spirituali
che Dio ha preparato agli uomini dopo la loro morte.
Il terzo passaggio
Siamo in grado di conoscere la volontà di Dio senza errore

Il quarto passaggio
Questo è un dono di Dio per tutta l’umanità.
Questa iniziativa di rivelazione è un gesto di bontà nei nostri
confronti.

La rivelazione soprannaturale è costituita dai libri della scrittura e


dalla tradizione non scritta trasmessa dagli apostoli.

Il CV II fa un salto in avanto

Larivelazione è preentata con la categoria della parola e del dialogo


amichevole, si dice che Dio parla agli uomini come amici, con un
linguaggio umano in vista di un traguardo che è la comunione con
noi.
Il dialogo amichevole è il punto fndmentael del conc vat II,
lo scopo fondamentale della rivelazione èche noi possiamo entarer in
comunione con Dio.
Nel15 passi, leggendo la dei verbum I, II, III e IV si può notare questo
significativo passaggio.
Nella dei verbum 1 si può trovare l’argomento del cvI e efa partire il
ragionamento dell’impianto che parla di questo argomento.
Il santo concilio aderisce all prima lettera di Giovanni,
(Prima Giovanni 1,1-4* può essere chiesto anche agli esami, attesta
come avvene la rivelazione del Signore)
il tema principale, il padre si è manifestatoe d ha avviato nel figlio, e
tutto los copo della rivelazione è concentrato in questa iniziativa.
Al cap II ddel CVII

Piacque a Dio piacque a Dio nella sua bontà di rivelare se stesso,


(CVI Dio ha rivelato i suoi decreti, questa è la novità), e il mistero
della sua volontà.

Quello che era in principio, potrebbe essere anche tradotto,quello


che accadeva all’inizio della missione di Gesù, quello che è accaduto
ed ha vissuto la prima generazione dei discepoli di Gesù.

* Il Verbo incarnato e la comunione con il Padre e il Figlio


1
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi
abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che
le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita 2(poiché la vita si è fatta
visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo
la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), 3quello che
abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi
siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo
Gesù Cristo. 4Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Questo testo di Giovanni è un anello importantissimoperchè il testo


greco è un ciò, neutro quindi non è teos che è maschile, qualcuno
indica questo “ciò” lo riconduce all’esperienza ecclesiale, ci sta il fatto
che qualcuno ha visto, udito, toccato con le proprie mani. Chi scrive
fa parte delle seconda generazione. Questo apice della rivelazione
s’incunea nell’esperienza ecclesiale e fa si che l’esperienza della
rivelazione sia attiva all’interno della chiesa. Il passaggio interessante
è che prima c’è stat un’esperinza, legata all’incontro conGesù, e
adesso lo annunziamo perchè il verbo incarnato sia in comunione
con voi. Anche noi che vi annunziamo queste cose veniamo messi in
comunione con il Padre.
Lo stesso principio è arrivato dentro lacomunità cristiana, all’inizio ce
lo siamotramandati di boca in bocca e poi siamo arrivati a scriverli. In
modo tale che la scrittura contiene laPArola di Dio.
Attraverso il verbo possiamoentrare in comunione con Dio.
...... mi manca un pezzetto
Ancora dice che s’intrattiene con essi per farlirimanere con se, infatti
questa rivelazione che ha larivelazione in risto, questa esperienza è
ancora attiva e ancora ruota tra i primi credenti e generazioni di
credenti. Gesti illuminati dalle parole. Raporto tra azioni, gesti,
parole.
I testi del Vaticano II utilizzano frequentemente e in vari modi questa
espressione. Ad esempio, la Costituzione dogmatica Dei Verbum ricorda che
"questa economia della Rivelazione avviene con eventi e parole
intrinsecamente collegati, in modo che le opere compiute da Dio nella storia
della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e la realtà significata da
parole e parole, da parte loro, proclamano le opere e chiariscono il mistero in
esse contenuto "(n. 2).
Mazzinghi fa una riflessione a pagina 41,42, 43 seguendoil secondo capitolo
del suo libro
dice che
il CVI parte dalla conoscenza naturale, ne dice che alla luce della ragione
umana si passa all’esperienza soprannaturale.
Il CVI difendeva l’idea che la ragione umana non avesse la possibilità di
arrivare alla consoceza di Dio.
Nel CVII si capovolge tutto questo nella 2 e 4, 5 della Dei Verbum.
NelCVII si ha un clima diverso.
Allafine del capitolo 6 dei verbum ci accorgiamo che il CVII recupera la
posizine del CVI contestualizzandolo dentro la chiave che è di tipo
comunionale e relazionale. Questo approccio razionale al mistero di Dio vuol
dire che l’uomo per conoscere Dio non deve lasciare da parte tutti i mezzi,
deve usarli tutti per fare una conoscenza più profonda di Dio.
Abbiamo visto Dei verbum 2 che ci mostra la natura della rivelazione,
rivelazione personale e storica in vista del Dio visibile. Dio non lo ha mai visto
nessuno ma Gesù Cristo ce lo ha rivelato.
Dopo che la Dei Verbum dice che Dio parla agli uomini come a degli amici nel
n.3 e 5 dice “Dio offre agli uomini nelle cose create una etrena testimonianza
di se, volendo aprire una via ...”inoltre volendo aprire una vi di salvezza
superiore... li risollevò alla speranza della salvezza ...... c”
In modo progressivo Dio si rivela ed attua il suo itinerario verso questo
mistero. Poi la storia della salvezza ci porta verso l‘incarnazione e prearò tutto
ciò con abramo preparando in tal modo la venuta del figlio di Dio.
La rivelazione come rrelazione di iacere di Dio, “Piacque a Dio”.
Il punto di partenza il linguaggio della piacevolezza e benevolenza di Dio, che
passa attraverso la disponibilità degli uomini e arriva nell’umanità. Ancora
oggi Dio ci fa ancora approfondire il mistero della rivelazione. Attraverso gesti
e parole questo ha chiarito l’aspetto dottrinale, le parole sono diventate gesti, i
gesti sono stati scritti e quindi diventati parole la testimonianza di questi testi
si è ritrasformata in parole e in ciclo infinito che si avvolge intorno a gesti e
parole. Gesti di comunione, parole di testimonianza di ciò che abbimo
sperimentato.
Al n.4 , dei verbum ci dice che dio a più riprese dopo aver parolato ai profeti,
ha parlato a noi per mezzo del verbo. L’evento storico, il figlio di Dio che ci
parla di Dio. La parola ci aiuta a leggere la storia, mandò infatti suo figlio, il
verbo eterno , perchè dimorasse con gli uomini. Giovanni 1,35 “Maestro dove
abiti?” “Dove stai?”

Affinche dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i misteri di Dio. Fonte
diretta di questo parlare di Dio.
Porta a compimento l’opera affidatagli dal padre, con tutta la sua presenza ,
Gesù è una rivelazione personale, con parole e opere, compie e completa
larivelazione eche era iniziata con il primo testamento e la corrobora, la
completa. Questo è interesantissimoperchè dice che larivelazione pubblica è
conclusa. L’apice della rivelazione è Gesù che parla.
Cap. 5-6 Dei verbum
Doeil pensiero del concilio s’incentra su come il destinatario della rivelazione
dsi deve porre di fronte alla rivelazione di Dio.
La materia è una materia che ci chiama allacomunione, dobbiamo andare di
fronte alla rivelazione non solo con la nostra ragione. A Dio che rivelka è
dovuta l’obbedienza della fede, con la quale l’iomo si abbandona.
Non c’è l’uomo che deve seguire delle norme. L’uomo si abbandona tutto
intero, liberamente. Uesto non è un imperativo categorico ma è il linguaggio
che c’invita alla relazione. Quindi troviamo la proposta di una progresione
della libertà. L’intelletto e la volontà si mettono a disposizione di Dio, il
desiderio di essere in dialogocon lui.
L’uomo è libero di rispondere, se non ci fosse questa libertà,
qui ka furlanis ha interrotto e la prof ha continuato leggendo ma perdendo il
filo, il filo
Al punto 6 ci
“con la divina rivelzione Dio volle ... “
“il sacro concilio manifesta che Dio può essere conosciuto con la ragione
umana e possa cnhe essere conosciuto senza ragione umana” più o meno
così.
Abbiamo parlato dei paragrafi della dei verbum 1,2,3,4,5,6 Capitolo I

Quindi ci passi nella dei verbum

Bibbia come parola di dio

Incontrare la parola

Poi anche il grilli quaranta pagine da studiare

Link Dei Verbum


http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-
ii_const_19651118_dei-verbum_it.html
Lezione del 3 novembre 2020.

Dalla DEI VERBUM:

CAPITOLO II

LA TRASMISSIONE DELLA DIVINA RIVELAZIONE

Gli apostoli e i loro successori, missionari del Vangelo

7. Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la
salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso
a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento
tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli apostoli che
l'Evangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e
promulgato di persona venisse da loro predicato a tutti come la fonte di
ogni verità salutare e di ogni regola morale [8], comunicando così ad essi i
doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli apostoli, i quali nella
predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che
avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vivendo con lui e guardandolo
agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello spirito Santo,
quanto da quegli apostoli e da uomini a loro cerchia, i quali, per
ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della
salvezza [9].

Gli apostoli poi, affinché l'Evangelo si conservasse sempre integro e vivo


nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi « affidando
il loro proprio posto di maestri » [10]. Questa sacra Tradizione e la
Scrittura sacra dell'uno e dell'altro Testamento sono dunque come uno
specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale
tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com'egli è (cfr.
1 Gv 3,2).

Commento del prof a questo brano della Dei Verbum

Ciò venne eseguito dagli Apostoli che trasmisero sia ciò che avevano ricevuto
dalle labbra, dalla fequentazione, vedendo le opere di Gesù Cristo e dallo
Spirito Santo che li suggerì di mettere per iscritto quello che avevano vissuto.
Gliapostoli annunciano ciò che hanno ricevuto dal Signore Gesù in parole ede
opere, questo ci rimanda a ciò che è scritto nella Dei Verbum che la
rivelazione avviene attraversoi gesti ed attraverso le parole. La rivelazione non
è fatta solo con parole ma anche con Gesti.
Molte volte ed in molti modi Dio ha parlato per mezzo dei profeti (trad
letterale “nei profeti”). Anche la stessa vita di Gesù è annuncio.
Anche i gesti di Gesù e dei profeti sono parola di Dio.
Non sappiamo chi ha scrittola lettera agli ebrei, non è di Paolo, tuttavia si
considera uno scritto apostolico, sappiamo che il Vangelo di Giovanni non è
stato scritto tutto da Giovanni, ma la cosa importante è che si è passati da
una fase orale ad una fase scritta.
Non ci può essere scrittura senza tradizione e la scrittur è la garanzia
dell’autentica tradizione.

DEI VERBUM da Capitolo II Punto 8

La sacra tradizione

8. Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei


libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino
alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi
avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che
avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2 Ts 2,15), e di combattere
per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre [11].
Ciò che fu trasmesso dagli apostoli, poi, comprende tutto quanto
contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della
fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto,
perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che
essa crede.

Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con


l'assistenza dello Spirito Santo [12]: cresce infatti la comprensione, tanto
delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la contemplazione e lo
studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con
la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia
per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno
ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la Chiesa nel corso dei secoli
tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa
vengano a compimento le parole di Dio.

Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa


Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della
Chiesa che crede e che prega. È questa Tradizione che fa conoscere alla
Chiesa l'intero canone dei libri sacri e nella Chiesa fa più profondamente
comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre Scritture.
Così Dio, il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa
del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce
dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo,
introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di
Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Col 3,16).

Commento del Prof Ferrari?


Testo letto insieme al Prof.
Come si trasmette la rivelazione; Scrittura e Tradizione?
La traadiszione si trasmette nella dottrina , nella vita e nel culto,, attravreso
queste 3 realtà la chiesa trasmette tutto ciò che essa è , tutto ciò che la
chiesa fa. Ogni generazione deve accettare quello che gli è stato trasmesso,
lo deve vivere e lo deve consegnare alle nuove generazoni. La tradizione si
deve intendere come qualcosa di dinamico, ogni generazione lo vive nel suo
tempo, la trasmette se l’ha vissuta a suo modo.Tipo la parabola dei talenti, se
si sotterra il talento vuol dire che non è stata vissuta.
I tre ambiti traverso cui si trasmette la rivelazione sono la dottrina,la vita e il
culto: senza questi tre elementi non ci sarebbe neanche la scrittura.
La dottrina, il magistero in tutto, anche i teologi, la dimensione morale della
chiesa che fa anche questa parte della dottina della chiesa.
Per culto s’intende la liturgia e la preghiera.
Quando parliamo di tradizione parliamo di dinamicità, altrimenti la chiesa
sarebbe un museo.
Questa tradizione progredisce nella chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo
Cresce la comprensione delle parole trasmesse, i fedeli meditano queste
parole in cuor loro. Si ritorna a gesti e parole intimamente connessi.
Senza la tradizione non ci sarebbe nemmeno la scrittura.

LIBRO PER L’ESAME PRENDERE IL FILE CHE IL PROF HA INVIATO.

Addesso TEMA CANONE

Canone vuol dire misura, regola:


quindi quando si parla di canone si può pensare anche alla regola della fede,
canone vuol dire metro. Indica i libri che fannoparte delle scritture che sono la
base per una comunità di credenti.

Intendiamo i libri che la chiesa intende ispirati, come norma della fede.
un conto è parlare del canone ebraico, cattolico, bizantino, protestante: i libri
sacri fondamento della regola della fede per una comunità.
Potremmo chiederci, come si è fromato il canone?
Partiamo dall’antico testamento:
la prima attestazione del canone del vecchio testamento lo troviamo nel
prologo del siracide dove si dice che “molti ed importanti insegnamenti ci
sono stati dati dalla legge e dai profeti e da molti altri scritti ...” nel 138 a.C.
Siamo nel II sec. a.C. esiste un canone ebraico.
Altre fonti dalla biblioteca di Qrman chiusa nel 60 d.C., dove troviamo la
presenza di libri che fanno parte delle tre parte delk canon ebraico. Nel nuovo
testamento ci sono degli scitti riconducibili al primo secolo d.C. si parla di
Legge, Profeti e Salmi.
Giuseppe Flavio nato nel 37, morto nel 100 ha scritto che i libri dell’antico
testamento riconosciuti come canone ebraico sono 22.
La definizione completa del canone ebraico sarà nel II – III secolo d.C.
Il giudaismo arriva alla definizione del canone ebraico.
Il canone ebraico che adottalachiesa cristiana è quello che fa riferimento alla
bibbia dei settanta scritta in greco.
Andiamo al nuovo testamenti, anche per il nuovo testamento il processo di
formazione è stato lungo. Dobbiamo tenere conto che i primi cristiani avevano
solo l’antico testamento.
In un primo tempo le parole di gesti di Gesù passa attrverso i discepoli di
Gesù, quindi abbimo una parola orale di coloro che sono stati testimoni del
Signore Gesù. Una lettura che diventa fondamentalista non è accettabile.
Questo fa parte del tema dell’ispirazione.
Dopo la fase orale abbiamo una prima fase di formazione:
ecco le lettere di Paolo, i primi scritti.
Paolo scrive dalla metà degli anni quaranta agli anni sessanta, le prime lettere
sono del 47-48-49-50.
Sette lettere sono certamente di San Paolo.
Il testo ispirato è il testo attraverso il quale la chiesa
riconosce che si può trasmettere la parola di Dio.
Riassunto lezione precedente:

il primo anello della trasmissione


Quando aprimao il nuovo testamento siamo abituati a trovare i
vangelima i primi scritti sono le lettere di Paolo negli anni 40,
dal 47 in poi.
15 anni dopo la crocefissione di gesù.
Queste lettere che venivano scritte ad una comunità venivano
scambiate con le altre. Lettere che venivanoinviate ad un
intera regione, es. Lettera ai Galati, la Galazia è una regione.
Se noi leggiamo l’inizio della seconda Lettera ai Corinzi e
all’intera Acaia.
Altr lettere devono esserelettere ad altre comunità, tipo la
lettera ai Tessalonicesi: vi scongiuro che questa lettera si letta
a tutti i fratelli.
per questo motivo queste lettere devono essere raccolte e
conservate peressere inviate alle altre comunità. Ai versetti 16
si dice la magnanimità del Signore nostro sia ... e che questi
versetti non dovranno essere lette a tutti perchè ci sono parti
difficili da capire.
Il secondogruppo è costituito dai vangeli canonici, testi ispirati:
matteo, luca, marcoe giovanni. Il più antico è quello di marco,
poi matteo e luca e poi giovanni.
I vangel sono stati scritti dal 60 in poi. Matteo dopo la
distruzione del tempio dagli anni 70 in poi.
Già San Giustino testimoinia le memorie degli apostoli che
vengono letti durante la liturgia insieme ai testi dell’antico
testamneto.
Poi si aggiungono gli atti degli apostoli che sono scritti da luca:
illustrano la continuità tra l’opera di Gesù e la chiesa.
Poi troviamo le lettere cattoliche: giacomo, pietro 1-2, giovanni
1-2-3, giuda. Quelle che entrano per ultime nel canone,
faticano ad entrare perchè sono più tarde, etc.
L’ultimo libro accolto nel canone biblico è l’Apocalisse di
Giovanni, per alcun c’è un problema di ortodossia, sembra
che sia vicino ad alcune eresie dell’epoca, il montanismo e il
millenarismo.
A partire dal V-VI sec. tutte le chiese accolgono l’Apocalisse
come canonica.
Alla fine del II sec. c’è un nucleo di scritti ben precisi.
Per i cristiani significa che il testo canonico è costituito da due
testamenti, quelli canonici della tradizione ebraica, bibbia
scritta in greco, più i libri del N.T.
Criterio di scelta:
apostolicità (antichità), ortodossia, uso liturgico.
Nel primo millennio ci sono dei concili che fanno delle liste con
i libri.
Ma per avere la lista ufficiale della chiesa cattolica serve il
concilio di Firenze del 1441. Per la prima volta viene
enumerato il canone, ma non si tratta di una definizione
solenne. Al concilio di trento nel 1546 viene stabilito il canone
dei libri della Bibbia.
Lutero aveva scelto l’AT scritto in ebraico, e del NT aveva
scartato la lettera di Giacomo.
Il concilio così interviene per evitare dubbi con il
protestantesimo perchè nessuno possa dubitare.
Il concilio di trento oltre a dire i lbri canonici dice che ci sono
due criteri per la scelta:
1) lettura liturgica, la chiesa stessa ha riconosciuto così il
canone;
2) i libri contenuti nell’antica vulgata latina di San Girolamo, in
fondo vuol dire che la tradizione incide su questo argomento.
La differenza di anone esprime anche la diveristà delle chiese.
Il canone come ftto di tradizione, la chiesa e il magistero che
riconosce le scritture. Il canone delle scritture rifletteanche
l’aurocompresione che ogni chiesa ha auto di se stessa.
Regola non vuol dire solo lista di libri, ma che in questi libri
quella chiesa ha scelto i propri valori.
I criteri che il concilio di Trento ha scelto valgono sia per il NT
che per il AT.
La sacra scrittura e la tradizione sono comunicanti, esse
formano in un certo modouna sola cosa.
.... problemi di collegamento ....mi sono perso da quale libro il
prof sta leggendo , forse sta leggendo dal documento pdf che
ci ha inviato ed è allegato sulla cartella della sua materia
La sacra scrittura è ispirata da Dio e la tradizione è stata
ispirata ai discepoli, agli aostoli per mezzo dello SS.
Senza la tradizione non avremmo potuto avere nemmeno le
scritture che sono state scelte secondo la sacra tradizione.
Il prof ci consiglia di leggere la parte di questolibro 15 PASSI
NELLA DEI VERBUM in cui si parla di quest’argomento.
Che cosa intendiamo quando affermiamo che un testo è
ispirato?
Qui si capisce che c’è una profondo legame tra ispirazione ed
ispirazione. Dal modo di comprendere l’ispirazione abbiamo
un giusto modo di comprendere.
Il Corano, dettato da Dio nega la possibilità d’interpretare il
testo sacro. Testo dettato da Maometto in una notte, ancora
oggi gli studiosi che fanno delle letture diverse rischiano
grosso.-
Nel numero 11 della Dei Verbum si parla del’ispirazione dello
Spirito Santo.
La chiesa crede che i testi che fannoparte delcanone sono
ispirati dallo Spirito Santo.
Non si può ritenere che una parte sia canonica ed un’altra no.
Se anche gli studi storici arrivano ad affermare che una parte
del vangelo non sia stata scritta da quell’autore non vuol dire
che non sia canonica, si permette lo studio per comprenderlo
meglio, ma sono canonici perchè conformi alla tradizione,
perchè erano stati scelti nella liturgia, etc.
Chia ha scritto il canone?
1) Le scritture hanno Dio per autore e come tali sono stati
consegnati alla chiesa;
2) per scrivere i libri, Dio scelse degli uomini che erano nel
pieno del possesso delle capacità e facoltà;
3) questi uomini hanno scritto per ispirazione dello Spirito
Santo ma cme veri autori, Dio e l’uomo insieme;
4) Certamente furono scritte tutte le cose che voleva che
fossero scritte.
L’ispirazione non è una dettatura ma è un’azione interna, chi
scrive realizza un testo secondo le proprie capacità, con le
proprie convinzioni, l’azione interna dello Spirito Santo li ha
rispettati come veri autori.
Ciò intendiamo per ispirazione, in passato cipoteva essere
una visione strumentale dell’autore sacro quasi come per la
tradizione islamica.

Nella seconda lettera a Timoteo si dice che la scrittura ha


quattro fini: insegnare, convincere, correggere ed educare.
Ad esempio nel racconto dell’ingresso nella terra promessa gli
autori hanno scritto dando il taglio che a loro inetressava. Più
volte nella bibbia si raccontano le stesse cose in modo
diverso, c’interessa capire cosa quell’autore ci voleva dire
nell’interpretazione del racconto. L’autore teneva conto anche
a chi avrebbe letto quel testo.
email de
Nel numero 12
Lezione del 17 novembre 2020

Riprendiamo dall’interpretazione
La volta scorsa ilprof ci ha detto che c’è un legame stretto tra
ispirazione ed ispirazione, l prof ci ha fatto l’esempio del
corano che non lascia nessuna possibilità d’interpretazione.
Nel libro di testo “Incontrare la parola di Guido Benzi alla
pagina 141,142, 143, 144 e 145 troviamo spiegato quello che
diceva la volta scorsa sull’ispirazione. Ci sono elencate le
diverse posizioni. L’autore umano inteso come lo strumento.
Dio inteso come l’autore spirituale e lo scritttore l’autore
umano.
Pensare l’ispirazione come assistenza di Dio, l’autore umano
come il redattore del testo. Adesso ci soffermiano
sull’interpretazione che deriva dall’ispirazione. Il testo va
compreso come un testo umano. Senza perdere di vista che
l’autore è Dio, possiamo vedere come l’uomo ha redatto
l’ispirazionedi Dio.
Al 12 Dei Verbum dobbiamo ricercare ciò che gli agiografi
volevano dimostrare e ciò che Dio ha voluto rivelare.
In quegli anni, 1960 si tiene di conto di quali nuove cose sono
state scoperte riguardo l’esegesi. Il metodo storico critico era
allora dominante. Quindi leggendo il testo la prima cosa da
fare è cercare di capire dove l’autore volesse arrivare. Alcuni
racconti si possono capire solo se si capisce cosa l’autore
volesse dire. É importante comprendere il genere letterario
usato dallo scrittore e le tradizioni. I generi lettereari c servono
per risalire a cosa l’autore volesse dire, così i modi di
esprimersi erano fondamentali in questo:
storici, profetici, poetici.
I generi letterari fanno anche riferimento dei luoghi in cui sono
nati, alla corte del re, all’educazione dei giovani. Il genere
letterario della parabola, proverbio, dei salmi, etc...
Poi alla fine aggiunse: però la lettura deve essere lettera con
la luce dello Spirito Santo ..... e tenedo conto dell’unità di tutta
la Scrittura....quanto infatti è stato detto sull’interpretazione
della scrittura è posto sotto il controllo della chiesa che svolge
il compito di dire come si debbano interpretare e come la
tradizione ne interpretiil senso, il significato.
Poi al cap.13 c’è una nella sacra scrittura , sempre restando e
intatta ..... affinchè possiamo comprendere la beata benignità
di Dio.
Si torna a quello che la DV aveva detto all’inizio, tutto partì
dalla bontà di Dio. Dio che ha voluto venirci incontro
parlandoci con le parole. É un dao fondamentale per la dei
verbum è un dato fondamentali, per parlarci ha voluto
assumere le nostre parole. Le parole di Do espresse con
lingua umana si sono fatte simili al modo diparlare dell’uomo.
Il verbo di Dio si fece simile all’uomo.
Il concilio fa un analogia tra il verbo eterno dal padre che ha
assunto la nostra natura umana. Non possiamo conoscere Dio
senza l’esperienza umana di Gesù, quello che dice Giovanni
nel prologo del suo Vangelo. Non si può dire quello che è
umano e quello che divo in Gesù: Gesù è
contemoraneamente tutto uomo e tutto divino.
Così è per la scrittura. Anche nella Bibbia non ci sono cose
umane e cose divine, ma tutto è contemporaneamente umano
e divino. Il compito dell’esegesi deve fornire quello che ci
permette di comprendere i testi, poi l’ascolto della parola è
qualcosa che va oltre.
Vediamo i metodi:
ci sono due tipi, i primi si chiamano Diacronici
e secondi Sincronici.
C’è sempre la parola cronos, il prefisso dia vuol dire attraverso
il tempo, il testo viene studiato per come si è formato nella
storia, quando è nato, se cè uono o più autori.
mentre il prefisso un che dice di studiarlo per quello che è.,
senza preoccuparci di cosa è avventuo nella storia ma
cercando di vedere cosa ha voluto realizzare l’autore finale nel
testo. Il prof ci manda qualcosa su questo argomento.
Oggi sono molto diffusi i metodi sincronici.
Il metodo diacronico vuol dire che la sua finalità è quella
dicercare di arrivare all’intenszione dell’autore. Si deve
cercare di capire cosa l’autore secondola cultura e le usanze
del suo tempo volesse dire.
Il primo passaggio è la critica testuale

Sopra c’è il testo greco del nuovo testamento, le sigle sotto


sono i vari manoscritti o papiri del nuovo testamneto, per ogni
versetto vengono riportati i più noti manoscritti del nuovo
testamento, vengono segnalati i casi in cui un versetto ha
riportato un’altra versione. Questi studi vengono fatti per
cercare di capire cosa l’autore volesse dire. Infatti i copisti
potevano fare molti errori, saltare una riga, scrivere male
sbagliando il senso, oppure dei passi del nuovo testamento
ibarazzanti così i copisti la correggevano, oppure copisti che
non conoscevano il senso di ciò che c’era scritta.
Questo è il primo passo della critica diacronica.
2)
Il secondo passo è la critica delle fonti, serve per individuare
le fonti utilizzate dagli autori.
3) Studio delle diverse redazioni, pensiamo il libr di isaia,
scritto da 3 profeti diversi.
4)archeologia, soprattutto negli ultimi hanni l’archeologia
biblica ha portato molti elementi che ci aiutano a comprendere
la vita familiare, la cultura, le leggi dei luoghi incui la bibbia è
nata.

5) Critica delle fore, delle forme dei testi:


cercare di capire il genere letterario.
Veloce panoramica della critica storico- critica.
L’approccio storico critico ci ha portato a sapere che nella sua
forma finale non la fine del vangelo non è quella che
conosciamo noi, ma c’è stato l’aggiunta che a qualcuno non
piaceva ed ha aggiunto nel capitolo 16 le apparizioni del
risorto.
I versetti aggiunti sono canonici, ma abbiamo scoperto cosa e
come si è formato il testo che leggiamo.
La finale drastica del vangelo di Marco avrebbe il senso di
qualcosa di molto bello, un racconto interrotto che affida al
lettore il compito di continuare il racconto, la storia. É come se
l’autore dicesse: vai a portare l’annuncio del Risorto o ti chiudi
dentro la tua paura.
Il metodo sincronico da per scontato che il redattore finale ci
voleva dire qualcosa, così si applica il
1) metodo narrativo,
2) l’analisi retorica che legge il testo come una composizione,
poi ci sono gli approcci
3) strutturale e
4) semiotico.

Non ho riportato tutto quello che il prof ha detto sulle tre


parabole del Vangelo di Marco? che sono state introdotte
dall’introduzione: ecco qui dis eguito la parabola e poi invece
c’erano tre parabole.

Il prof dice che i metodi devono essere usati insieme, cioè si


devono usare il metodo diacronico e quello sincronico
insieme. Così il metodo diacronico ci fa smontare a scrittura
come se si smontasse un orologio senza magari saperlo
ricomporre, poi con la lettura diacronica si può dare un
interpretazione alla luce di quello che l’autore voleva dire.

Al tempo del concilio si usava il sistema diacronico.

Oggi si preferisce usarli insieme.

Lezione del 24 novembre 2020

Il corso è strutturato sui vari punti della Dei Verbum.


Rapporto tra antico e nuovo testamento.
La parola Antico potrebbe dare modo ad un’idea fuorviante.
Vecchio ancora peggio.
Ciò che è anticoè anche prezioso.
Si preferisce parlare di un primo e secondo testamento.
L’importanza del primo testamento è grande per la chiesa.
Nel N. 14-15
Nel 16 si parla del rapporto indisensabile tra i due testamenti,
rapporto di unità.
Iniziamo a parlare del capitolo 4 della dei Verbum, paragrafi
14,15 e 16.
Ecco il punto 14:
Iddio progettando .... si scelse un popolo al quale affidare le
promesse, infatti ... egli si rivelo al popolo che si è
acquistato ..... l’economia della salvezza si trava ... quanto fu
scritto fu per nostro ammaestramento ....
In questo numero che ci fa d’apertura per questo grande tema
ci sono diversi passaggi.
La Dei Verbum ci fa partire con il piede giusto richiamando
alcune espressioni del suo incipit, quando nel N.2 si diceva
“Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi ...”
Si dice che questa storia della rivelazione inizia con lo scopo
che è comune a tutta la storia della salvezza, di sollecitudine,
di amore. Questa progettualità inizia con la scelta di un popolo
a cui vengono affidate le promesse che sono le colonne
portanti di questo dipanarsi del primo testamento. Abramo,
Mosè e si dice che Dio ha parlato per mezzo dei profeti, e per
mezzo dei profeti ha permesso al popolo di capire con
maggiore profonditaà ed accuratezza laportata della
rivelazione. La professoressa suora ci invita a studiare una
parte consistente del puntoo di riferimento “Incontrare la
parola”, questo sussidio ci permette come la storia dell’antico
testamnto si è formata e cristallizzata nella scrittura nel
TAMAK.
Cosa è l’antico testamento e la storia della salvezza.
Benzi a pag.31 (Autore di incontrare la parola), parla delle tre
grandi ondate:

lo schema generale dei grandi eventi che ci sono nell’AT si


può dividere in tre parti:
La prima parte è quella del Pentateuco: Genesi,
creazione, Passa attraverso i padri diluviani, decreazione,
prima alleanza , alleanza Noaitica, alleanza universale che
riguarada tutta la creazionbe, tutte le reature, la scena naif
dell’arca con tutte le creature. Per poi acquisire un Dio che ha
una forma personale con Abramo. Il suo viaggio, l’arrivo nella
terra di Canaan:
1-11 patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, i figli con l’ultimo
12-50Giuseppe, che viene venduto ed introduce la storia in
egitto.
51- segiuenti Esodo Nascità di Mosè è l’inizio della terza
parte.
Grande prima parte

La seconda grande parte è narrata in modo principale nei libri


di Giosuuè ed i Giudici:
La prima fase quella premonarchica
Seconda parte dai giudici – alla .....;
Un unico regno che però si divide , entra in conflitto ed si
divide la terra di canaan tra il popolo del nord ed il sud: Giuda
(sud) e Samaria (Nord).
La seconda fase si conclude quando i due regni vengono
distrutti nel 722 ( a causa degli assiri) il nord nel 586 il sud.-
Tutta la classe dirigente del sud viene portata in esilio a
Babilonia per 50 anni. Fino a Quando Ciro permette agli ebrei
di tornare, secondo esodo. I dirigenti possono tornare in
Canaan.
Dio è fedele al suo popolo e dopo un percorso di purificazione,
Dio fedele riporta il suo popolo nella sua terra.
Ciro rimanda gli ebrei, e la cosa bella di Ciro, che viene visto
come una figura messianoca, perchè oltre a farli tornre invita il
popolo a ricostruire la centralità culturale del popolo che è il
tempio.
Quindi per israele ci fu il tempo del primo tempio e il tempo del
secondo tempio.

Terza ondata inizia conil secondo tempio, che è quella parte


della storia Biblica che riguarda due momenti, il tempo del
secondo tempio e il tempo della dominazioni ellenistica e il
controllo dei romani su tutto il mediterraneo.

Dentro le tre grandi ondate ci sono i diversi generi letterari.


La letteratura profetica abbraccia millenni, radicata in queste
tre ondate, non va pensatoo l’antico testamento come se ora
c’è la storia del pentateuco, poi i profeti, ma sappiamo che la
narrazione parte dauna sedimentazione di tradizioni orali, poi
successivo un lavoro redazionale.
Il racconto di genesi ha dei tratti sapienziali, che si addicono
olto al contesto del decadimento del regno, probabilmente
siamo nel periodo salomonico quando il regno inizia a
mostrare la sua fragilità.
Ci sono delle fragilitàlegate alle molte mogli del re Salomone,
che a poco a poco haperduto l’atteggaimento alla fedeltà.

Semplificando le tre ondate


1) Dalla creazione del mondo all’occupazione della
transgiordania;
Creazione, Noè,
2)alla conquista dei giudici alla distruzione dei due regni.

Nel libro incontare la parola a Pag. 64 – 65 si trova una cartina


importante dove si trovano delle informazioni importantissime

3) Periodo persiano ellenistico fino al periodo della


dominazione romana che include il contesto della nascita del
nuovo testamento.
Quando la dei verbum parla di questa sollecitazione di Dio,
Storia è.
La narrzione non ha interesse storicistico, precisione storica,
ma ha nella sua intenzione il fine teologico.
L’economia della salvezza si trova in qualità di vera parola di
Dio.

Poi c’è il numero 15, affronta il ropportoche i cristiani hanno


con l’AT, si dice che nella comunità cristiana serpeggia la
tentazione del marcionismo, ciò di credere che l’antico
testamento sia qualcosa di lontano, qualcosa che non ci
riguarda. Tutto quello che è narrato nell’AT serve a capire
verso quale pienezza andiamo.
Lettura sincronica e diacronica.
La scrittura non è una scuola di sociologia, dobbiamo pensare
al passo avanti della pedagogia dei rapporti che devono vivere
le persone , gli uni con gli altri.
Abbiamo visto l’inerranza, come l
Qunado Dio vide che era buona, vuol dire che era ottimale.
Manifesta a tuti chi è Dio e chi è uomo.
Questi libri sebbene contengano cose imperfette, dimostrano
la pedagogia di Dio.
Siamo al 9° capitolo del 15 passi troviamo due paginette che
dannol’idea di cosa ci sia nel rapporto tra i cristiani e l’AT.
Non ci sono stati tante difficoltà in questi capitoli 14-16 non c’è
stato da discutere durante il concilio, ma non dobbiamo
pensare che non ci siano mai state difficoltà nel comprendere
cosa volesserotrasmettere.
L’antico testamento ha un senso in se, dimostra come il
progetto salvifico di Dio sia iniziato attraverso le vicissitudini
vissute dal popolo d’Israele.
Una bella sintesi di questa lezione “Commento sull’unità dei
testamenti” di uno dei libri di testo, si dice che ci sono diversi
approccio per comprendere l’unità dei testamenti.
La finale diquesta problematica , Benzi presenta due vie una
oristica, imparare ad avere una visoje totale, lettura sincronica
per cui questa visione totale è testimoniata e descritta in 4
passaggi (1 manifestazione di Dio nella storia dell’uomo, 2 la
rivelazione è avvenuta nella storia della chiesa e in quella
d’israele, 3 bisogna guardare l’aspetto letterario della storia, 4
dice vhe il lettore attuale della bibbia interviene nella
comunicazione di Dio, diventa il quarto elemento della lettura
di Dio, anche tu sei prte integrante della rivelazione) ed una
bosciamp, parta della deuteresi (due) si ritorna continuamente
sulle stesse cose riesprimendole, si ritorna sempre suisoliti
versanti ma con un livello sempre più forte, prima si egge, poi
s’interpreta poi si rilegge, se la torah ha una funzione da
caposaldo poi c’abbiamo i vangeli, fa una riflessione creativa
ed interessante del parallelo tra l’Antico ed il Nuovo
Testamento.

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