Aerodinamica - Appunti Di Costruzioni Aeronautiche PDF
Aerodinamica - Appunti Di Costruzioni Aeronautiche PDF
Aerodinamica - Appunti Di Costruzioni Aeronautiche PDF
senza paura''
vadetecum tecnico e morale
per giovani ingegneri
ver. 2.92
17 settembre 2002
1
c
2002 Ho realizzato questo documento con LATEX. Una versione aggiornata puo essere reperita su
http://digilander.libero.it/turbopump/ o su http://131.114.29.9/%7Es180339/ Puo essere distribui-
to liberamente, purche gratuitamente. Sono reperibile per e-mail su s180339@studenti.ing.unipi.it e su
18033911@studenti.unipi.it. Questa breve raccolta di appunti non ha la pretesa di portare altro buio alla
materia delle costruzioni aeronautiche, ne di essere un valido schema riassuntivo. Essa e piuttosto una lista
di brevi istruzioni per chi sa gi
a ma vuole dimenticare.
Indice
2
5.6.1 Le centine di forma, dimensionate a rigidezza, usate per ridurre la lunghezza libera
d'in
essione dei pannelli alari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
5.6.2 Dimensionamento a robustezza delle centine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
5.6.3 Insomma, come scegliere trib ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
5.6.4 Crushingdella centina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
5.7 Non di sole centine e fatto un cassone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
5.8 Fusoliere: anche i cilindri circolari sono instabili, ma non ditelo a chi vola in prima classe . . . 53
6 Carichi sugli aeroplani 54
6.1 Pillole introduttive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
6.2 Carichi da manovre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
6.3 Carichi da rache . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
6.3.1 Descrizione statistica delle rache . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
6.4 Come sono distribuiti i carichi lungo l'ala . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
6.5 Carichi del suolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
Rimedio: visto che cr < snervamento, sarebbe bello bloccare y -cr per non fare insorgere
l'instabilita e permettere a x di crescere ancora (magari, no a snervamento). Questo e detto campo
di tensione diagonale (g. 1.4) ed in linea teorica e ottenibile riquadrando il pannello con irrigidimenti
4
Figura 1.2: Riferimento principale
ideali, tali da risultare scarichi no a cr ; successivamente, questi ricevono i carichi in eccesso lungo x
e y, a partire da y = -cr in poi (codesti correnti reggono solo sforzi normali alla propria sezione).
L'aggiunta dei riquadri pero fa s che il riferimento principale (x; y) sia ruotato rispetto a (x; y) di
un angolo generico 6= 45 .
cos - sen , si possono trasformare le tensioni da un
Data la matrice di rotazione R =
sen cos
riferimento all'altro tramite:1
x = 0 x = qs cot - cr
( x; y) y = 0 y = qs tan - cr
xy = cr xy = qs
Il campo diagonale sta tutto in queste equazioni. Ritornando al sistema naturale tramite T = RTR-1 ,
si ha
x = cos2 - cr sen2
y = sen2 - cr cos2
xy = q=s = ( + cr ) sen cos
ovvero, eliminando la dipendenza esplicita da riducendo tutto al
usso q:
q = ( + cr )s sen cos
)=
q
s sen cos - cr
Si ottengono le equazioni che si trovano in tab. 1.1. Rispetto al campo tangenziale il
usso q e piu
grande per ipotesi a causa del sovraccarico contenuto in . Si ha allora:
x = qs cot - cr
y = qs tan - cr
x = = s sen q cos
( x; y) y = 0
xy = 0
4
Figura 1.5: Campo tangenziale: qespl = espl s = 1=b, qeff = xys
Figura 1.6: Deformata assunta del pannello: si ipotizza di vincolare il lato sinistro,
permettendo al destro di spostarsi virtualmente di
= a Gs
qeff
xeff = qeff
s cot
yeff = qeff
s tan
e dalla relazione per c.d.c, x; y), (x; y), tab. 1.2:
(
Similmente lungo y:
A questo punto, sostituendo per il valore gia trovato a meno di in (1.1) e eguagliando Lest =
L int + L int si ottiene implicitamente denita da
corr x corr y
x = M
J y =
3Fa b
J 2
x x
(la
angia superiore e compressa, quella inferiore e tesa) vanno aggiunte quelle derivanti da un'analisi
in campo diagonale fatta con q = F=b.
Queste sono di due tipi. Innanzitutto gli irrigidimenti sono compressi dal campo diagonale e
quindi la
angia superiore e aggravata, mentre quella inferiore e alleviata, rispetto alle tensioni di
tipo trave. Essendo poi, pello stesso motivo, anche i montanti compressi, le
ange risultano caricate
come in g. 1.14, in cui i carichi concentrati provengono dai montanti mentre quelli distribuiti sono
la trazione esercitata dalla piastra ad equilibrare la compressione dei montanti.
Conseguentemente, attorno all'asse neutro di ciascuna
angia agisce un momento
ettente secon-
dario (g. 1.15) (massimo agli appoggi) che comprime ulteriormente le bre superiori e tende quelle
inferiori (l'opposto accade pella
angia inferiore). E allora possibile sommare i diversi contributi
(g. 1.16).
Figura 1.7: Campo diagonale completo: qespl = 1=b, qeff = eff s; sezioni di ciascun
irrigidimento: Areay = 2asy , Areax = 2bsx
Figura 1.10: Momento flettente secondario attorno all'asse neutro della flangia
Figura 1.16: Il risultato della sovrapposizione e che ciascuna flangia risulta caricata
attorno al proprio asse neutro da una ``farfalla'' molto squilibrata (non volera mai!)
I palloncini di gomma non hanno rigidita
essionale, bens solo quella a trazione (si comportano, cioe,
da membrana); questo e il modo piu eciente per resistere alla pressione interna, che e uniforme; la
forma variabile (non sferica) del palloncino e quindi dovuta alla resistenza, localmente variabile, del
materiale (es.: aumenti di spessore).
Nei gusci di rilevanza ingegneristica (come le fusoliere) c'e \un po'" di rigidita
essionale, ma la
congurazione eciente deve minimizzarla. Tuttavia si noti che una fusoliera vera non solo non e
assialsimmetrica, ma e pure caricata diversamente: come una trave incastrata all'altezza dell'ala. Va
da se allora che un'analisi del genere puo essere utile solo per esaminare i carichi di pressurizzazione.
Studiamo un corpo generato per rotazione attorno ad un asse (gg. 2.1, 2.2). Siano:
Rm raggio di curvatura di un meridiano, ovvero della sezione tagliata da un piano meridiano; varia
da punto a punto su uno stesso meridiano, e negativo dove questo e concavo verso l'esterno ed
e innito nei punti di
esso e nei tratti rettilinei;
Rt raggio di curvatura di una delle sezioni tagliate da un piano localmente normale al meridiano
corrispondente; e sempre positivo pei corpi assialsimmetrici.
Gli sforzi di taglio non esistono per via della assialsimmetria, che per ipotesi riguarda anche la
13
pressione interna p (piu solitamente uniforme); cio rende immediata l'individuazione delle direzioni
principali e percio degli sforzi massimi, che sono quelli nelle direzioni m e t.
2.1 Forze
L'equilibrio in direzione normale a un elemento innitesimo da
2Nm dS m dS + 2N dSt dS - p dS dS = 0
2Rm t t 2R m m t
t
N
) m + t =p
N
Rm Rt
Ivi le incognite sono due: Nm , Nt . L'equilibrio lungo OO 0 di una delle due parti del contenitore
tagliato da un parallelo da:
2Rt Nm = p R2t
) m=p
N (2.1)
Rt 2
Il problema e dunque staticamente determinato. Osserviamo che codeste equazioni non valgono se il
corpo non e chiuso.
Figura 2.2: Vista di una sezione meridiana e di una sezione normale a un meridiano; forze
agenti su un elementino di superficie --- Nt , Nm hanno le dimensioni di un flusso di
taglio: [forza/lunghezza]
La copertura di estremita (bulkhead, g. 2.3) qui e sempre una calotta sferica, ma con raggi
1 = Rm > Rm
cil cal
= Rt
cal
> Rt
cil
= R0
Dai risultati precedenti:
Nt = p Rcil
cil
Nt = p Rcal 2
cal
percio si possono rendere uniformi le tensioni tangenziali scegliendo i raggi (ma vedi x2.3). Per la
tensione lungo i meridiani risulta:
Nm
pR
cil 2 cil =
Nm = p2 Rcal
cal
Dunque le tensioni sono uguali in modulo e direzione solo se Rcil = Rcal (x2.2.1). Piu genericamente
si ha la situazione di gura 2.3 in cui
Rcal sen = Rcil
e quindi
Nm
=
p sen
cil 2
Nm p
= Rcal
cal 2
L'equilibrio lungo l'asse OO 0 e sempre soddisfatto da un campo membranale perche basta che sia
Nm = Nm sen
cil cal
Invece l'equilibrio radiale e mantenuto solo aggiungendo un anello di rinforzo1 (che arreca inecienza
ponderale) per sostenere le componenti radiali di discontinuita negli
sforzi; questo anello risulta solo
compresso radialmente (come teso da una pelle di tamburo) da Nt
cal
= Nm
cal
cos e quindi
1
In altre parole, questa forma non e compatibile con un campo di tensione membranale | nessun bambino potra
giocare con un palloncino di questa forma!
Q = - @M
@x
(come in una trave, il taglio e uguale alla derivata del momento cambiata di segno)
2. alla traslazione lungo l'asse x:
@Nm = 0
@x
3. alla traslazione in direzione radiale (g. 2.5):
@Q R d dx - N d dx + p R d dx + N d2 w R d dx = 0
@x t m dx2
-D
d4 w - Nt + N d2 w = -p
dx4 R m dx2
scritta in termini dello spostamento w, ma anche Nt modica w. Percio un'altra relazione utile si
E
ottiene dalle deformazioni:
t = w
R
Marco R. Venturini Autieri http://digilander.libero.it/turbopump/ 17
Figura 2.5: Spostamenti radiale e assiale
2
w e u; risulta evidente dalla figura che la
variazione angolare tra x e x + dx vale ddxw2
t = R d = w d = w
R d R
che permette di scrivere
1 (N - N ) = w
t = Et t m R
) Nt = wEt
R - Nm
L'equazione nale che si ottiene governa il comportamento di un guscio cilindrico vincolato in
modo assialsimmetrico:
d4 w - Nm d2 w + wEt = p + Nm (2.2)
dx4 D dx2 R2 D D RD
Ponendo
g = - NDm c = REt
2D
l'equazione omogenea associata e detta biquadratica:
w(4) + g w 00 + c w = 0
Vista la natura non divergente del problema, la soluzione e
w(x) = w + e-r1 x + e-r2 x
r1 e r2 si determinano da
r4 + gr2 + c = 0
p
2 -g g2 - 4c
r1=2 = 2
18 ``le Costruzioni Aeronautiche senza paura''
w e l'espansione radiale all'innito (molto lontano da un'ordinata); si ottiene dalla (2.2) scegliendo
w =costante:
wEt = p + Nm
R2 D D RD
2
) w = p + Nm R
R Et
Per un piccolo aereo da trasporto (es. ATR42) valori tipici sono:
R = 1:5m t = 1mm p = 0:7Atm = 0:7 kgf =cm2 E = 700 kg=mm2
Risulta w = 2mm. I passi usati tra le ordinate consentono di considerarle isolate e di raggiungere la
Figura 2.7: Andamento qualitativo dell'espansione radiale del rivestimento, tra l'ordinata
(a sinistra) e all'infinito
Figura 2.8: Confronto tra le deformata con l'ordinata cedevole e con quella rigida
soluzione asintotica. Nella g. 2.7 e mostrato il caso con le condizioni al contorno w(0) = w 0 (0) = 0
riferite a un'ordinata innitamente rigida.
Le ordinate sono necessarie per introdurre carichi concentrati, per la stabilita della forma, per il
crack-arrest. Per quanto esse rovinino l'ecienza del rivestimento, una volta inserite per i motivi pre-
cedenti reggono una parte del carico di pressurizzazione; percio e piu realistico pensare a un'ordinata
parzialmente cedevole, di condizioni al contorno w(0) = wf , w 0 (0) = 0 (tipicamente wf = 1mm),
g 2.8.
Visto che M = -Dw 00 , la cedevolezza dell'ordinata allevia la curvatura del guscio e gioca a suo
favore. Per quanto riguarda Nm e Nt , la perturbazione delle ordinate riguarda soprattutto Nm , come
e pure intuibile dalla (2.1). Nt viene leggermente alleviata.
La pressione che agisce sul nestrino equilibra px ; le restanti tensioni py debbono essere annul-
late dal riquadro del nestrino, che ha dunque la sola funzione di annullare le tensioni dirette come
la corda della circonferenza.
Ovviamente, tutto cio soltanto in teoria: non solo non e possibile usare un solo riquadro (nella
pratica viene irrigidita un'ampia zona attorno al foro), ma nemmeno e possibile davvero conservare
lo stato membranale di tensione.
Tornano utili le seguenti equazioni per una membrana, in cui e facile intuire che indica quanto
dove T e la forza per unita di lunghezza (g. 2.10), t lo spessore e dunque T=t = . Siccome
x = y = 0 , la deformazione lungo ciascuna direzione vale:
0 = E0 (1 - )
Per la deformazione angolare:
anello = AE T
lamiera = E0 (1 - )
Si ottiene
T = A0 (1 - ) (2.3)
Resta l'incognita A.
E super
uo impostare un'equazione di equilibrio di forze. Energeticamente, l'energia elastica della
parte di lamiera mancante e:
Eforo = Vforo00
infatti la tensione e biassiale uniforme e 2 21 = 1. Invece per l'anello, in tensione monoassiale, resta
2
1=2:
Eanello = 12 Vanello AT AE
T
Vforo;lamiera = R2 t
Vanello = 2RA
ed eguagliando i due contributi energetici si ottiene
A = 1 Rt
-
3.1 Kt e K
Fattore di concentrazione degli sforzi:
4 picco
Kt = 1
picco e la tensione massima che si raggiungerebbe, tenendo conto che le strane forme dei pezzi
fanno discostare da 1 (che si ottiene con una analisi monodimensionale), ma ignorando eventuali
plasticizzazioni (ovvero supponendo che picco , per quanto maggiore di 1 , sia piccolo ).
Cos denito, Kt va bene per trazione e
essione. Kt e stimato teoricamente o misurato speri-
mentalmente.
La geometria del pezzo fa s che Kt esista e sia maggiore di 1: e quindi lecito aspettarsi che
Kt vari proprio con la forma: dimensioni, rapporti tra esse, eetti di bordo piu o meno trascurabili,
ecc. In genere, se la forma e tale da rendere omogenee le tensioni e da rendere plausibile una
!
analisi monodimensionale (per es. la piastra indenita di riferimento), allora Kt 1. Il fattore Kt e
adimensionale e in quanto tale dipende da grandezze adimensionali: dalla forma appunto, ovvero dal
rapporto di dimensioni. Tuttavia il gradiente di tensioni (quanto rapidamente cresce da 1 no a
picco ) non e adimensionale e dipende dalla dimensione eettiva del pezzo (g. 3.1). Gia questo solo
fatto suggerisce che la fatica non possa dipendere solo da Kt . La concentrazione Kt e alta quando le
linee di tensione si addensano, quindi le soluzioni costruttive che le redistribuiscono fanno bene a Kt;
inoltre cio suggerisce che Kt dipenda anche dalla (diversa) distribuzione del carico esterno (g. 3.2).
Crepe e suoi derivati: possono essere passanti o non (del tutto); ci occuperemo solo delle prime
(e piu semplice, ed e piu realistico pensarle in una lamiera sottile), g. 3.3.
23
Figura 3.2: Sicuramente e possibile esprimere la diversa distribuzione dei carichi tramite
un numero adimensionale! Kt dipende anche da questa, perci
o non e esatto chiamarlo
``fattore di forma''.
Denizione di K: data una crepa (se non c'e, la creiamo!) ed un riferimento polare ( r; ), le
componenti x ; y ; possono essere scritte cos (g. 3.4):
Figura 3.4: L'origine del riferimento polare e sempre posto nell'apice della fessura, e si
sposta con esso, mentre quella si apre
x = y = 0 fx ()
ra
y = y = 0 fy ()
(3.1)
ra
= y = 0 fxy ()
ra
In queste equazioni, = 0 e la tensione in direzione del carico, in prossimita (r a) della
y
ra
fessura di semiapertura a, lungo la linea della fessura stessa ( = 0).
Figura 3.5: Nel caso in esame, e utile sapere che K1 = K2 - K3 perche e evidente che K3 = 0 e
quindi K1 = K2
K e la plasticita: i picchi non esistono in natura,1 che li \livella" creando zone di plasticizzazione,
in cui non c'e piu proporzionalita lineare tra tensione e deformazione, che risulta inferiore a quanto
1
Eccezion fatta per quelli di gura 3.7.
previsto linearmente. Percio non puo piu essere scritta con l'equazione (3.3). Tuttavia, l'esistenza
e l'estensione della zona plastica sono descrivibili tramite K. Sotto diverse condizioni, due provini
presentano la medesima
zona plastica se K e lo stesso, purche | proprio come l'equazione vale per
r a | sia r
r
zona plastica
.
zona elastica
Fatica con carichi AC: lo scopo di questa analisi e ottenere graci del tipo in g. 3.9 per carichi
ad AC e provini con Kt > 1, ovvero che presentano intagli. Alcune volte, la nucleazione in un pezzo
intagliato non e accettabile. In questi casi ogni ciclo deve avere (nel caso m = 0) a < fk (fk e il
limite di fatica del pezzo intagliato). Si assume che
f1 = K
fk t
in cui f1 e il limite di fatica per lo stesso pezzo senza intaglio. Ovviamente debbono esser disponibili
i dati di fatica su f1 , almeno per m = 0. Se i dati non sono disponibili, c'e chi prova a correlare
f1 col limite di snervamento. Infatti si assume che, se f1 , uniformemente distribuito nella sezione
resistente del provino non intagliato, basta a generare la nucleazione, allora la stessa f1 bastera a
generarla in una piccola parte (all'apice della fessura) del provino intagliato (g. 3.10); ovvero, basta
che sia picco = f1 . Percio, essendo anche picco = Kt 1 , si ha di nuovo
fk = Kf1
t
Quando m 6= 0, risultati brutti (ma non troppo) si hanno con alcune formule empiriche che tentano
di legare f con m .
Kf = 1 + Ktp- 1
1 + A=
dove e il raggio dell'intaglio e A e una costante che dipende dal materiale e dal suo limite di
snervamento.
Ma conoscere il limite di fatica f e solo uno dei dati necessari per costruire una curva S-N.
Qualche folle la completa raccordando l'altro asintoto noto (limite di snervamento y ) intorno a
N 102 e N 106 (g. 3.11). Ovviamente tutto cio funziona molto male.
Come legare la crescita delle fessure con K: si osserva innanzitutto che K e legato linearmente
al carico S:
S = 2Sa = Smax - Smin
p
K = C S a
R = SSmin = KKmin
max max
Sperimentalmente si ottiene una curva come in g. 3.9. Si aerma che, dato un materiale:
da
dN = f (K; R)
Da questa, per ottenere a(N) basta integrare; la dicolta in questo caso risiede nella stima di K
(la geometria della fessura puo essere complicata) e nello spostamento dei carichi causato dalle fes-
surazioni stesse (\load shedding"). Fissato R, le curve sono sigmoidali su scala logaritmica, rettilinee
in un ampio intervallo centrale (g. 3.12). Valgono le relazioni:
Figura 3.13: Modifica delle curve S-N in modo da eliminare il limite di fatica
Fatica con carichi AV: Il metodo piu noto ed usato e quello di Palmgren-Miner di accumulo lineare
del danno. Qui non lo si descrivera perche, essendo schifoso da fare schifo, sara di certo gia noto ai
miei 33 lettori. Piuttosto, lo si insultera un po': P-M non considera le storie di carico. Per P-M,
tre colpettini seguiti da una mazzata sono la stessa cosa di una mazzata seguita da tre colpettini.
La realta dice diversamente (per via della tensione residua all'intaglio, ecc.). In altre parole, esso
non considera eventuali danneggiamenti pre-esistenti (ovvero, eseguiti con carichi superiori al limite
di fatica) che, seppur \piccoli", rendono eventuali cicli successivi con < f sicuramente piu gravosi
che se eseguiti senza difetti iniziali.
Un metodo molto stupido, che serve solo a mettere a posto la coscienza del progettista che lo usa,
e eliminare il limite di fatica (cos tutti i cicli portano un danno) estrapolando la curva (g. 3.13).
P Per
i
dire che P-M fa previsioni troppo ottimiste, ovvero che sottostima i danni, si dice che prevede
n < 1. Infatti il numero di cicli N permessi, se ogni ciclo n e sotto al limite di fatica, vale
1 1
iN
N =
i
P1 n .
i
1 e perci
o n =N
1 1 =0 . La realt
a spesso assegna a n =N
1 1 un valore nito che fa aumentare
iN
i
P-M va relativamente bene su pezzi che non hanno gia intagli, in cui non avviene
zione macroscopica degli sforzi a causa dellaPplasticizzazione. In questi casi si ha
Puna redistribu-
> 1 (di poco)
se ci sono prima i cicli piu intensi, mentre P
< 1 se ci sono prima quelli al di sotto del limite di
P gia intagliati, P-M da risultati catastroci: > 1 (di poco) se vengono
fatica. Viceversa, con provini
prima i cicli deboli, ma 1 se vengono prima quelli intensi, che vanno a lavorare sugli intagli gia
esistenti ottenendo favorevoli plasticizzazioni, delle quali P-M non tiene conto.
L'eetto dei picchi su una storia di carichi che altrimenti sarebbe molto monotona!
L'eetto e positivo, perche plasticizza l'apice e tende a tenerlo chiuso. Quanto e positivo? La
risposta e in gura 3.14, che suggerisce che non e esatto fare previsioni su a semplicemente integrando
da
dN ... eppure e cio che si fa in pratica, con la consapevolezza di ottenere in modo semplice risultati
cautelativi.
Alternativamente, ci sono almeno due metodi che cercano di tenere in conto le storie di carico
diverse: sono detti di prima e di seconda generazione.
Metodi di 2a generazione, basati sulla chiusura della fessura: e necessario valutare Sop e
cose cos. Se volete fare una tesi di Laurea per approfondire il tema, accomodatevi!
L'Italiano non lavora, .
fatica
[5]
32
La struttura e progettata in modo che, in caso di danneggiamento, essa resta resistente nche
il danno non viene rilevato da una ispezione (prevista). Non solo, dunque, fail-safe (la struttura
danneggiata deve reggere al carico), ma anche s.c.g., ovvero il danno cresce lentamente, in maniera
prevedibile e il piu possibile osservabile.
La meccanica della frattura deve essere nota: per progettare in modo che le cricche crescano
lentamente, per fare previsioni statistiche sui tempi di ispezione e per determinare la resistenza
residua che la struttura conserva in presenza del difetto (che non e necessariamente dovuto alla
fatica: vengono considerati anche quelli degli causati dall'ambiente e dagli incidenti; Twin Towers a
parte).
S'e detto: fail-safe = sicuro anche se si rompe. \Sicuro" qui vuol dire che la struttura (la sua
resistenza residua) deve reggere il carico limite (vecchie norme indicavano solo l'80% di questo) no
alla riparazione. \Se si rompe" vuol dire mettere in conto la possibilita di danneggiamenti multipli,
anche su percorsi di carico alternativi. I rimedi piu comuni per ottenere il f.s.
sono: crack-arrest (x4.8, ad esempio nel ventre della fusoliera, irrigidito da correnti che interrompono
la cricca), multiple load path (ad es. i cassoni alari divisi in piu tavole giuntate tra loro, anche
una cricca non possa estendersi da una tavola all'altra), back-up (strutture di riserva che iniziano a
lavorare solo nel caso di cedimento di quella principale). Condizione necessaria per il fail-safe e che
la struttura sia inerentemente iperstatica, a piu vie di sforzi.
Resistenza residua: Salvo che alla \nascita" oppure alla ne di un (breve) periodo iniziale pro-
gettato safe-life, l'aeroplano e (considerato) danneggiato secondo la losoa d.t., percio si parla di
resistenza residua. Questa (g. 4.1) non deve mai essere inferiore al carico ultimo ; puo eventualmente
esservi superiore all'inizio della vita o successivamente ad un restauro.
L'incivilimento ha posto in uso le fatiche ne ec. che consumano e logorano ed estinguono le facolta
umane
[4, pag. 76]
Carico Limite: l'aeroplano puo tollerarlo per tre secondi conservando la possibilta di volare (a
terra, verra ispezionato). Statisticamente, deve avvenire non piu di una volta nella vita di ciascun
aeroplano.
Carico Ultimo: dopo tre secondi di C.U., l'aeroplano, pur danneggiato, deve pero essere ancora in
grado di atterrare. Statisticamente, il C.U. non deve vericarsi piu di una volta della vita dell'intera
otta.
4.4 Durability
Il D.T., nato in ambiente militare (MIL-A-8344), oggi e obbligatorio anche in campo civile (FAA,
JAA).
Figura 4.4: Ala con quattro longheroni: se se ne rompe uno, restano ben i 3=4 della
robustezza
Un cassone alare, nella parte compresa tra il longherone anteriore e quello posteriore, puo essere
composto da 4 tavole (ad es.) anziche solo da una (g. 4.5), congiunte da strisce longitudinali. L'idea
e che se si spacca una tavola, non si spacca tutto il dorso, perche la frattura resta connata dalle
giunzioni. Quindi che la struttura sia composta e non integrale e condizione necessaria per questo.
Possiamo riferirci al carico applicato di trazione S come alla \resistenza residua" nel senso se-
guente: ssato K = Kc , si ha propagazione instabile della fessura per un carico che e tanto inferiore
quanto, a pari geometria C, aumenta la fessura a:
Kc
S = Cp a
Una lastra piana (C = costante = 1) non ha nessun modo per arrestare la crescita di a: una volta
che, corrispondentemente ad un carico S0, si sia raggiunta la lunghezza critica a0 :
S0 = CpKa
c
0
allora a aumenta (a > a0 ) perche la resistenza residua scende (S < S0 ). L'unico modo perche questo
non accada e modicare C: e quel che si fa con la soluzione a trasferimento di carico, in cui non
soltanto C < 1, ma soprattutto C varia durante la crescita di a, diminuendo.
In gura 4.7, il caso della lastra piana mostra che S(a) e monotona decrescente. La condizione
di instabilita e duplice:
8<
K Kc
=
Nel caso della lastra piana C resta costante e percio e sempre dK=da > 0, dunque la condizione di
instabilita si riduce a K = Kc . Viceversa il graco per un pannello irrigidito e del tipo in g. 4.8, in
cui esistono zone con dK=da < 0 (curva in salita) e percio, raggiunto a critico per cui K = Kc , a
cresce e K diminuisce e la fessura torna stabile. Cio e possibile grazie alla presenza degli irrigidimenti.
Una struttura integrale non ha la capacita di crack-arrest.
Crack-arrest vuol dire dunque questo: arresto della crescita istantanea della fessura.
piatta (che pure viene talvolta usata, ad esempio in forma di strisce incollate)
ed ha una forte eccentricita che fa s che gli sforzi che i rivetti applicano sul corrente producano, oltre
a un allungamento globale della struttura, anche un allungamento maggiore della
angia a contatto
col pannello, a fronte di un allungamento inferiore | che pero non ha interesse | della
angia libera:
questo equivale a una diminuzione di rigidezza. Percio spesso i correnti del dorso dell'ala hanno forma
diversa da quelli del ventre.
(c) Dall'alto: i ri- (d) Possono esserci altri correnti, oltre a quelli di
vetti sono sfasati irrigidimento
p
Figura 4.7: Lastra piana semplice: S = CpKca , K = CS a
Figura 4.11: a: la sezione piu sollecitata (a trazione) e quella all'altezza della frattura
--- b: la sezione pi
u sollecitata
e quella di estremita
Figura 4.12: Curve di cedimento della lamiera irrigidita, dei rivetti, dei correnti
sovrapposte
41
Elenco dei Simboli
42
Il minimo peso e un'invenzione delle sinistre.
Danilo
Un'ala del prolo alare di corda c e spessore massimo s viene idealizzato in un cassone rettangolare
di larghezza w 0:5 c ed altezza h 0:8 s, rinforzato con correnti solo sul pannello in compressione
[3, pp. 33,34]. Il prolo e dato, quindi l'ottimizzazione di minimo peso non riguarda w e h ma solo
lo spessore equivalente e la geometria degli irrigidimenti. L'ala diventa una trave rettangolare a
prolo sottile, incastrata, soggetta a carichi concentrati (motori, piccioni, ecc.) e distribuiti (peso,
portanza, ecc.), i quali generano un momento
ettente M e un momento torcente Mt (molto minore,
confrontabile con M solo verso l'estremita dell'ala). La sezione rettangolare risulta allora sollecitata
a taglio dai carichi concentrati e da Mt , e sollecitata a trazione/compressione da M, con \indice di
carico"1
N = t = wMb
w
in cui l'altezza centroidale bw tiene conto della posizione dell'asse neutro del pannello rinforzato
(funzione della geometria), invece che della posizione (h) della sola supercie esterna del cassone.
Per semplicita [3, pag. 35] si suppone di dimensionare a minimo peso soltanto in base a M (che
puo contenere maggiorazioni dovute a fattori di sicurezza, ad es. 1.1, e alle normative, ad es. 1.5):
M = 1:1 Multimo = 1:1 1:5 Mlimite
Trascureremo quindi i
ussi di taglio e ci occuperemo solo delle tensioni ; si invita il lettore a non
volare mai su un aeroplano in questa guisa dimensionato.
Longitudinalmente, l'ala e divisa in cassoni da centine spaziate di L, le quali aumentano la stabilita
euleriana degli elementi longitudinali ed introducono nell'ala, sotto la forma di
ussi di taglio, i carichi
aerodinamici e quelli concentrati.
Ogni cassone w h e di tipo multibox (solitamente per le ali sottili degli aeroplani supersonici)
oppure2 irrigidito da n correnti, di sezione trascurabile rispetto a w h e spaziati di b, tale che
b n = w.
Un eccesso tira l'altro, perche gli eccessi, contro quello che a prima vista apparisce sono piu ani,
amici e vicini tra loro, che con quello che e fra loro di mezzo
[4, pag. 2032]
Analiticamente, la tensione applicata a = N=t, la tensione critica euleriana co , la tensione cri-
tica locale cr (e tutte le tensioni critiche di eventuali altre forme di instabilita considerate) debbono
essere uguali tra di loro e cioe alla tensione ottimale o :
Esempio: in una trave a sezione sottile quadrata3 b b, di spessore t e caricata di punta con P:
2 2
co = 6Et bL2 / b2 (5.2)
2 2
cr = 3:62 Es bt 2 / bt 2 (5.3)
a = 4bP t / b1t
Ferma restando l'uguaglianza tra le diverse tensioni, data la dipendenza su indicata dalle variabili di
progetto b e t, se in luogo della (5.1) si scrive equivalentemente
o = cr
o = co
in cui o e ora termine noto.
Minimo peso vuol dire massimo sfruttamento del materiale [3, pp. 28,29]: non e insolito usarlo in
campo plastico. Tra le molte formule che tentano di descrivere il comportamento del materiale che
3
Sia la sezione quadrata, sia quella circolare non hanno \direzioni preferenziali" (sono simmetriche) e quindi non
hanno una parte inutilmente piu pesante.
Et = E = E 1 (modulo tangente)
n-1
1 + 37 n 0:7
Es = E = E 1 (modulo secante)
n-1
1 + 37
0:7
= p
L'importanza di e legata al fatto che provando a scrivere la soluzione del carico ottimale nella
forma
r
o = NL0 E (5.4)
p
e possibile vedere un senso sico, se L 0 = L= c. e legato al materiale e a cy (si ha infatti che
= 1 se < cy , mentre < 1 fuori dal limite elastico), invece misura l'ecienza strutturale della
geometria del pannello.
Dunque = f() e = f(): cio causa la necessita di un procedimento iterativo per la
determinazione di co e cr .
Il calcolo delle probabilita dimostra l'improbabilita di ogni calcolo
[6]
determinazione di
=1
o = f()
Et = f(o )
Es = f(o )
= f(Et ; Es )
confronto con
precedente
return
W=L3 =
A L=L3 =
P=L2 0 =A L2 0
Guardando la (5.4) si conclude che, siccome L e N sono grandezze date e non ottimizzabili, e dipen-
dendo dalla geometria ma non dal materiale, le variabili che dettano la scelta del solo materiale
sono nella relazione seguente:
W=L3 / p
P=L2 E
Minore e questa quantita, migliore e il materiale ai ni del minimo peso. p
In campo elastico ( = 1) il confronto sui materiali e regolato da
= E; nel campo plastico, il
valore ottimo o essendo limitato da cy , il confronto e fatto su
=cy.
L'ecienza puo essere ricavata dal graco di g. 5.2(b) oppure scritta analiticamente:
r
p p4
= K b tt (5.5)
K = kp ffb
0
in cui kp = 12(4
2
1-2) = 3:62 (per piastre semplicemente appoggiate e = 0:3); mentre fb =f0 =
f (As =b t; ts =t) e estratto dal graco di g. 5.2(a). Il fattore kp e quello della piastra singola, semplice;
il fattore correttivo fb =f0 tiene conto della presenza degli irrigidimenti dimensionati in modo tale che
la loro tensione di instabilizzazione locale coincide con quella propria euleriana. Cio sottintende la
Il graco fb =f0 , in base ai parametri coi quali viene letto, descrive il tipo di instabilita che insorge
per prima: locale del pannello/euleriana del corrente, al primo tratto, oppure torsionale del corren-
te/laterale, al secondo tratto. Il graco include gia la geometria dei correnti, la quale e a \Z", con
d=h = 3=10.
2
b2 = K E t
Imponendo che sia massima:
r
= o = NEL
Esprimendo = N=t e ponendo = 3 =2 si scrive
2 r r
b2 = K t N K N 1
L2 3 t E L = 3 E L 1 + Abts
Siccome sia K sia sono funzioni solo di Abts e ts t (vedi i graci di g. 5.2), si pone
s
Fb As ; ts =
K 1 (5.8)
bt t 3 1 + Abts
cosicche
r
b =F 4 N (5.9)
L b E L
Dunque, se b; L; N; E; sono scelti, allora Fb e determinato dalla (5.9). Questo valore, insieme
1
alla (5.8), permette di legare univocamente Abts con tts , lasciando 1 soluzioni; tra queste, va scelta
quella con maggiore.
Si e cos determinata una terna ottimale Abts ; tts ; e da questa anche o . Dalla (5.6) ottengo t.
Disponendo ora di t; Abts ; tts ; hd , sono noti anche As e ts e, tramite la relazione geometrica
As = h ts 1 + 2d
h
anche h e quindi la geometria completa del pannello.
Tutto cio va ovviamente iterato su due livelli: per determinare = f() e per identicare la
coppia di parametri geometrici Abts ; tts cui corrisponde max .
determinazione di
e di o come
descritto a pag. 45
= 3 =2; calcolo
Fb tramite la (5.9)
Fb converge
Dalla terna
ottimale
ottengo
As ; ts ;
bt t o
bw converge
return
5.6 Centine
Le centine sono in maggior parte dette \di forma" e servono per irrigidire la struttura (ritardarne
l'instabilita aumentando la tensione critica) e reggere i carichi aerodinamici, trasferendoli all'anime
k= w 4 (EJ) (5.10)
4 rib
alle estremita del pannello di rivestimento lungo L.4 Inoltre, ciascuna porzione di lamiera larga b = 1,
con un solo corrente, e analizzabile come una colonna compressa, posata su molle k spaziate L. La
rigidita di queste colonne e allora, per unita di larghezza:
E J = (E J)lamiera
b=1
+corrente
e poggia su molle di costante k 0 = k=w. Se le molle (centine) fossero appoggi rigidi, il carico critico
Pcr = c 2LE2 J avrebbe il valore massimo5 dato da c = 1 e corrispondente al carico critico euleriano
Peul = 2LE2 J di una colonna semplicemente poggiata alle estremita. Tuttavia, perche c raggiunga
questo valore massimo non e necessario (ne auspicabile ai ni del minimo peso) che k . !1
Sperimentalmente si osserva una dipendenza dell'ecacia del vincolo da kL3 =B del tipo di g. 5.3,
in cui B = E J .
La struttura di supporto (centine, ecc.) dev'essere progettata in modo da non fornire rigidezza
in piu rispetto al minimo valore eettivamente richiesto per un collegamento rigido: una volta che k 0
e suciente a forzare i modi della deformata, tutto il resto e grasso che cola. Nella pratica, s'e visto
che bastano 3 o 4 centine.
Lo spessore equivalente della centina e messo in conto tramite Jrib :
trib = Jrib2
h rib
In base al criterio di rigidezza k L3 =B = 42 e alla denizione (5.10) di k:
4
trib = 4Bw 1
2 hL3 (E 2 )rib
2 2
Peul = (E J)Llam
2
+corr
) B = Peul2 bL (5.11)
Queste forze sono analoghe a quelle introdotte dalla rastremazione, ma derivano da una piccola
deformazione: in tal senso sono del secondo ordine. Con riferimento alla g. 5.4, la deformazione fa
s che sulla centina (in direzione y ovvero radiale) si aggiunga una forza di compressione
F = N# = NL=R
che tende a instabilizzare l'anima della centina. Dall'equazione della linea elastica si ottiene la
curvatura R1 = -v 00 :
M = -EJv 00 ) R1 = M
EJ
L'anima della centina puo allora instabilizzarsi per due cause: eetto del taglio (campo di tensione
diagonale) o del crushing.
= tLw hLw
+ trib hw
=
t + trib
h L
Come gia detto, h non e libero per l'ottimizzazione. S'e gia visto che, se t e ottenuto con la coincidenza
di tutti i modi di instabilita:
r
t = N = 1 NL E
o
p
pertanto t / L. Invece, la dipendenza di trib da L puopvariare a seconda dei criteri di progetto:
trib / L1 (rigidezza), trib / L (robustezza) o anche trib / L (dati empirici: [3, pp. 54{56]). Percio
e ovvio che Lott vari a seconda del criterio e delle formule adottate.
La descrizione della confusione e qualcosa di diverso da una descrizione confusa
(Walter Benjamin)
In ogni caso, pero, in queste formule di ottimo resta una dipendenza funzionale da N=h, che percio
e assunto come parametro di progetto. Inne, Lott deve essere compatibile con rigidezza e robustezza.
Dierentemente che all'ala, a una fusoliera e permesso imbozzarsi, visti i minori disagi arrecati
all'aerodinamica. Questa considerazione, unita al fatto che la spaziatura di minimo peso tra i cor-
renti sarebbe molto piccola e percio tecnologicamente ed economicamente sconveniente, porta a un
certo... lassismo nella distribuzione dei correnti, accompagnato percio da uno spessore maggiore del
rivestimento.
Quando una fusoliera si instabilizza, forma tre semionde [3, g. 7.2] nella parte compressa, di
nodi distanti w:
w = 3nD (5.13)
2 , con n 2 [2:5; 5:5]. Questi nodi
in cui, se e l'angolo al centro che comprende le tre semionde, n = 2
possono considerarsi di semplice appoggio per la lamiera tra essi inclusa, delimitata dalle ordinate,
ciascuna delle quali | simlmente a quanto visto per le centine a pag. 50 | oppone una resistenza
elastica come fosse una molla di costante
4
k = (EJ)F w 4
Assumendo, conservativamente, che un pannello irrigidito curvo si comporti come un pannello piano,
vale lo stesso criterio
k L3 = 42
B
e percio, assumendo che B = (E J)lam b
+corr sia dimensionato in base al carico critico euleriano (come
per la (5.11)), il criterio per la rigidezza delle ordinate che si ottiene e [3, pag. 122]
(E J)F =
4 Ncr w 4 (5.14)
L
Inne, unendo (5.12), (5.13), (5.14) e Ncr = cr t, si ottiene
(E J)F =
16 M D2
81 n4 L
che Gerard suggerisce di scrivere come
(E J)F = Cf
M D2
L
perche Cf e determinabile empiricamente in modo tale che per un determinato piccolo intervallo
di Cf accade la contemporanea instabilita del cilindro e dei pannelli (sperimentalmente Cf max =
6:25 10-5 ). Questo equivale a identicare n.
e il volo livellato, nz = 0 e il volo in caduta libera (o in assenza di gravita simulata col volo
peso
Il carico in coda: e utile conoscerlo per stimare il momento sulla fusoliera, vista come trave
incastrata nelle ali. Durante il volo ci sono variazioni e spostamenti del carico, soprattutto in coda,
importanti per il progetto a fatica. L'eetto dei
ap sulla distribuzione di portanza e duplice:
il centro di pressione si muove verso il retro del prolo, nella zona
appata; la portanza aumenta,
spostandosi verso la radice dell'ala, dove ci sono i
ap. Per vedere come varia il carico in coda si
M + a mg - LT (a + lT ) = 0
-M a mg
) LT =
lT + a + lT + a
S'osservi che: a puo talvolta essere negativo LT varia col tempo: si consuma carburante (mg
scende) e si svuotano i serbatoi (a varia); di solito il prodotto ma diminuisce LT varia colla velocita
che, quando cresce, fa aumentare M. Tracciando un graco (LT ; V ) si ottengono diverse parabole:
1 C cS
LT = - 2l +ma V 2 + la mg
T T+a
Ci sono poi cause che fanno arretrare Lw e che quindi incrementano M, gia picchiante di per se:
l'estensione dei
ap e l'aumento della velocita (a pari portanza l'incidenza diminuisce). Allora:
Decollo: coda deportante (i
ap sono parzialmente estesi)
Atterraggio: ancora di piu!
54
Salita: la coda spesso e portante, pochino (la velocita e molto bassa e M e molto piccolo)
Crociera: la coda e deportante, leggermente, e lo e sempre di piu col passare del tempo
Discesa: la velocita e bassa, la coda e portante
t = 21 m = spessore
pR
Fatica acustica: e provocata specialmente dai motori, con frequenze da 50 a 15000Hz, quindi
molto alte: se si manifesta fatica acustica, lo fa molto alla svelta!
Figura 6.1: I carichi G.A.G. sono come dei macrocicli che si sovrappongono agli altri
dovuti alle raffiche, alle manovre, al rullaggio, ecc. L'ampiezza e di circa due volte la
tensione che si ha quando nz = 1.
Carichi e fatica G.A.G.: qui G.A.G. non sta per Gambe-Addominali-Glutei da palestra ma per
Ground-Air-Ground ovvero T.A.T. o S.A.S... Questi cicli portano le ali ad essere
esse verso il basso
e verso l'alto (g. 6.1).
Richiamata: l'accelerazione normale su una traiettoria circolare vale V 2=R, quindi la portanza
deve reggere m(V 2=R + g cos
) e il coeciente di carico e nz = VRg2 + cos
.
Virata corretta:
s
2
nz = 1 + Rg V2
nz cos = 1
Le manovre brusche: Sono quelle in cui i comandi vengono mossi rapidamente. Sono schema-
ticamente divise in controllate e incontrollate (a seconda del grado di terrore che assale il pilota) e
matematicamente descritte come in g. 6.3. Le FAR prescrivono che tutti i tipi di manovra sica-
mente realizzabili muovendo (anche in modo folle) i comandi ricadano nel diagramma di manovra
(sta dunque al progettista... progettare bene i comandi), es. in g. 6.4.1
Figura 6.5: Esempio di diagramma di raffica --- l'equazione di ciascuna retta viene perche
n(t = 0) = 1 dalla (6.1): n = 1 kg 0 C2W=S
l VEUde
tutte la stessa forma, detta \uno meno coseno" (g. 6.6) di equazione wg = 12 Ude 1 - cos 2
H , piu
L0 = 12 V 2SCL 0
cui corrisponde una salita verticale a velocita w(t) dell'aereo e quindi un
(t) = wg -Vw(t)
L'equazione del moto F = ma diventa
F = Fpeso + Faerodinamica = -mg + L + L = m dw
dt
e quindi
L = m dw
dt
La variazione nz e per denizione il rapporto tra la variazione di forze aerodinamiche (L) e il peso:
L = mw_ = 1 V S C (w - w(t))
nz = mg (6.1)
W 2 W L g
Rispetto al massimo nz che si ottiene con w = 0, il nz che corrisponde alla nostra raca puo
essere espresso tramite un fattore di attenuazione della raca kg < 1 che normalizza il valore rispetto
al suo massimo:
nz = kg nz
Per la raca \1-cos" con H = 25 si ha
0:88g
kg = 5:3 + g
g =
4 m
1 SC c
2 L
Resta indeterminato il valore di Ude , ovvero di wg , che entra nel calcolo di nz . In FARlandia le
velocita di raca di progetto Ude sono velocita equivalenti assegnate, descrescenti con la velocita
equivalente del velivolo e con la quota per motivi statistici,2 come si riscontra nel diagraa di raca
6.5.
Le rache frontali producono un aumento relativo nella pressione dinamica pari a
q = (V + w)2 - V 2 2w
q V2 V
importante solo a basse velocita.
Ude=a1
z }|U =a{
componente temporalesca
N= B| 1 e-{z } + B2 e- de 2
1. tratteggiata, detta statica: e un'iperbole perche e dovuta a una compressione ideale molto
lenta, in cui la reazione e solo quella di pressione di un gas ideale: pressione volume = costante;
2. continua, detta dinamica: e dovuta all'attrito dell'olio ed e proporzionale alla velocita di
aondo che raggiunge presto un massimo.
[1] J. B. de Jonge. An introductory course on aircraft loading. Lecture notes for a summer course
given at the Technical University of Bandung (ITB), 1984.
[2] D. J. Farrar. The design of compression structures for minimum weight. Journal of the Royal
Aeronautical Society, pagine 1041{1052, 1949.
[3] George Gerard. Minimum Weight Analysis of Compression Structures. New York University
Press.
[4] Giacomo Leopardi. Zibaldone.
[5] Leo Longanesi. La sua signora.
[6] Alessandro Morandotti. Minime. 1979.
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