10.4. Piscina Di Bethesda - Riassunto Alliata-Crimella PDF
10.4. Piscina Di Bethesda - Riassunto Alliata-Crimella PDF
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JERUSALEM
GERUSALEMME
Escursioni settimanali
in Gerusalemme e dintorni
guidate da
padre Eugenio Alliata ofm
INTRODUZIONE
Le pagine che seguono sono semplici trascrizioni delle lezioni itineranti di padre
Eugenio Alliata ofm. Non hanno pretesa alcuna, né di scientificità né di esattezza (verba
volant!); uno strumento umile nella speranza di non aver travisato le parole di padre
Eugenio, né perso tempo a compilarle.
ALLIATA E., Topografia cristiana della Palestina. I. Gerusalemme e dintorni, Appunti per gli
studenti, Gerusalemme, s.d. (citato con la sigla TCG. Il numero rimanda alla
pagina).
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E. Alliata, Escursioni a Gerusalemme
SANT’ANNA
Lunedì 19 di marzo 2001
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E. Alliata, Escursioni a Gerusalemme
pregare.
Si entra in chiesa e ci si reca alla cripta. La cripta è stata abbastanza
rimaneggiata dal restauro di Mauss. Accusato di aver mutato le caratteristiche
originarie, l’architetto si difese e tuttavia pare proprio che vi sono stati interventi.
L’impianto è abbastanza complesso: un nartece, una sala d’ingresso e una cripta vera e
propria. I tagli nella roccia testimoniano che questa era una grotta o una cisterna, come
ce ne sono in tutte le case di Gerusalemme. I disegni precedenti al 1850 mostrano che le
forme erano più rotondeggianti. L’altare era messo di sbieco, dove oggi c’è il
tabernacolo. In un’altra sala c’era una statuetta di Maria Bambina, oggi sostituita da
un’icona. Purtroppo il luogo ha perso il suo valore devozionale. Ci si chiede pure
perché il luogo è sotterraneo. Il motivo è legato alla sua conservazione. La casa è
andata distrutta mentre la grotta si è conservata. Vincent ipotizzò che in questo luogo
ci fossero due chiese, quella della Probatica e sant’Anna. Vincent fece pure scavi e
trovò qualche stanza con intonaco di epoca romana (oggi ritenuto dell’epoca di Ælia
Capitolina). Tuttavia non c’è nessun dato archeologico che dimostri essere questa la casa
di Gioachino ed Anna.
Vi sono anche due scale d’accesso alla cripta. Una serviva per i pellegrini, l’altra
per le monache benedettine che vivevano in questo luogo.
La chiesa è una delle chiese crociate meglio conservate in terra santa. Si possono
osservare le diverse fatture dei muri: la parte absidale pare essere più antica (con pietre
piccole); la parte della facciata invece è costruita con pietre più grosse. Vincent ipotizzò
che la parte più antica fosse precrociata mentre la parte più recente crociata. A prova di
questa tesi portava il fatto che le chiese crociate hanno un piccolo tamburo sotto la
cupola. In oriente invece la cupola è appoggiata sopra i quattro archi. Nel 1102 il
pellegrino Sewulfo ricorda la chiesa (quindi già esistente e costruita a tempo di record
in pochissimi anni [ELS 696]). Oggi l’opinione di Vincent non è più accettata; si
riconosce che la chiesa è stata costruita in due momenti e tuttavia non si parla più di un
edificio precrociato. Un altro particolare sono le finestre. Le finestre della zona absidale
hanno archi rotondi, mentre le finestre verso la facciata hanno arco a sesto acuto.
Tuttavia spesso questa alternanza è voluta e non è dato sufficiente per affermare
l’antichità della costruzione. Come pure c’è una scelta di asimmetria che non disturba.
Pure questa scelta è voluta ed è tipica del medioevo.
Dopo aver osservato la chiesa si volge l’attenzione ai resti della piscina detta
Betzatà. Si notano i vari strati. Anzitutto una piccola cappella crociata che ricordava la
guarigione del paralitico al di sopra della piscina, poggiata su muri possenti. Poi i resti
della basilica bizantina di santa Maria. Tale costruzione era veramente enorme: l’atrio
poggiava sui resti della piscina, la chiesa invece sulla terraferma. Al centro dell’atrio
c’era una piscina, a ricordo del miracolo. Sotto resti pagani (del tempo della Ælia
Capitolina): pavimenti in marmo e costruzioni forse in onore di Asclepio. Nella cisterna
e nel tetto della chiesa sono state trovati ex voto pagani: un piede con una scritta in
greco (Pompeia Lukilia ha dedicato), serpenti, figure umane, barche, etc., tipici segni di
ex voto. Al di sotto vi sono pure grotte del tempo di Cristo, mura e bagni. Sono stati
ritrovati, in particolare, sei bagni: uno completo e gli altri parziali ma ben riconoscibili.
Solitamente i bagni rituali ebraici sono composti da qualche scalino e da una piccola
vasca. Questi invece sono composti da una scala che scende, svolta a destra e termina
dentro una piscina quadrata. L’acqua creduta miracolosa era presa dalle piscine
(profonde 14 m) e posta nei bagni. (Anche il passo giovanneo è discusso. Molti e
autorevoli manoscritti espungono il versetto 5,4 laddove si parla dell’angelo che
muove le acque).
Si scende nella cripta del moustier. Il moustier crociato aveva un ambiente
sottostante, una specie di cripta, proprio al di sopra della cisterna d’acqua. Il
pavimento poggia su volte a sesto acuto appena prima del periodo crociato. La cripta è
stata costruita proprio per i pellegrini, affinché facessero memoria del miracolo. Sulla
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E. Alliata, Escursioni a Gerusalemme
parete c’erano dipinti, ancora visibili in foto precedenti la prima guerra mondiale.
Erano rappresentati un angelo (con il bastone, come in tutta la tradizione orientale) e
una moltitudine di persone. Nella costruzione si notano i cinque archi appositamente
costruiti per ricordare il fatto evangelico.
Si risale proprio sulla diga che divide le due piscine. Tale diga è larga 6 m e la
sua sommità era l’ingresso alla basilica bizantina. La diga è stata costruita per sbarrare
la prima piscina; poi un secondo sbarramento ha creato la seconda. La prima piscina è
dovuta al re Ezechia (VIII secolo a.C.). È ancora visibile un piccolo pozzo quadrato con
scale: su una parete vi sono finestre; servivano per regolare il livello dell’acqua nella
prima piscina. C’era pure un canale che portava acqua al tempio. Forse si tratta della
costruzione di cui parla il Siracide (Ai suoi [di Simone] tempi fu scavato il deposito per
le acque, un serbatoio ampio come il mare [50,3]).
Da sant’Anna ci si reca nei pressi dell’École biblique, precisamente all’incrocio fra
Nablus street e Ibn El-Aas street. In quel luogo ci sono pietre facenti parte del terzo
muro e di cui parla Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica V 147). Tale fortificazione aveva
solo scopo difensivo, onde evitare l’avvicinamento delle catapulte alla città. Ci sono
resti anche vicino al consolato americano (forse è il muro di una torre). È difficile
tuttavia precisare ulteriormente. Resti di mura sono stati trovati anche altrove ma non
è facile ricostruire il percorso del terzo muro.
IL GETSEMANI
Lunedì 26 di marzo 2001
Il nome Getsemani indica una località e non un sito preciso. I Vangeli parlano di un
luogo, al di là del torrente Cedron (Giovanni 18,1), chiamato con questo nome (Matteo
26,36; Marco 14,32). Nell’area ci sono: la Basilica dell’Agonia, l’orto degli ulivi, la grotta del
tradimento, la tomba della Vergine e il martirio di santo Stefano. Non lontano ci sono le
tombe ebraiche e la memoria della tomba di san Giacomo.
Iniziamo la visita dalla rupe del martirio di Stefano. Sulla strada c’è una chiesa
moderna, di proprietà dei greci ortodossi, la cui costruzione risale al 1968. La chiesa
non è stata edificata sul luogo indicato come il martirio di Stefano; è vicina. Il luogo
tradizionale è a ridosso della strada, oggi coperto da una costruzione, ma per molti
anni all’aperto. C’è una grotta con due stanze. Probabilmente era una grotta di
campagna e non una grotta funeraria (nella zona ci sono altre grotte così, per esempio
la grotta del tradimento, a fianco della tomba della Madonna). Ai tempi delle crociate si
riteneva che il luogo del martirio fosse vicino all’attuale porta di Damasco (dove
attualmente c’è la chiesa dei domenicani). Dopo le crociate quel luogo è stato
abbandonato e la memoria autentica della lapidazione del protomartire è stata
trasferita qui. Il 26 dicembre c’è una peregrinazione. Si discute sul tracciato dell’antica
strada; in scavi recenti si è ritrovata una strada con gradini uguali a quelli dentro la
grotta. Forse la strada andava verso la porta dorata o verso l’attuale porta di santo
Stefano. Sono stati pure ritrovati monumenti funerari, detti mausolei funebri. La zona
era adibita ad uso cimiteriale da molto tempo e la scoperta di tombe bizantine, nei
pressi della strada che conduce alla porta dei leoni e nell’attuale cimitero musulmano,
conferma l’ipotesi. Qualcuno afferma che, dopo i crociati, si rivitalizzò una tradizione
che dormiva. I testi antichi comunque parlano di una zona ad oriente della città e non a
settentrione.
Ci si reca alla tomba della Vergine o basilica della dormizione di Maria (per gli
orientali) o anche Assunzione della Vergine. Gli orientali indicano, col termine
dormizione, sia la morte sia il riposo. Per i latini al Sion c’è la memoria della morte
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