Toscana, Prevenzione Delle Cadute, Ospedale, 2011
Toscana, Prevenzione Delle Cadute, Ospedale, 2011
Toscana, Prevenzione Delle Cadute, Ospedale, 2011
Il quaderno “La prevenzione delle cadute in ospedale” fa parte della collana relativa alle
I quaderni delle campagne
campagne per la sicurezza del paziente del Servizio Sanitario Toscano.
LA PREVENZIONE
Le campagne per la sicurezza promosse dal Centro regionale per la Gestione del Rischio
Clinico si svolgono secondo un approccio multidisciplinare, basato sul coinvolgimento
delle diverse professioni sanitarie presenti in ciascuna azienda, per affrontare problemi
specifici che impattano sul livello di sicurezza dei pazienti.
DELLE CADUTE
La ricerca applicata che si accompagna alle campagne è svolta in collaborazione con le
aziende sanitarie e le società scientifiche interessate.
In questo quaderno è trattata una delle principali e più frequenti cause di evento avverso
IN OSPEDALE
in ospedale, la caduta del paziente.
Sono presentati i risultati di una indagine svolta in alcune aziende toscane, proposti
strumenti per la valutazione del rischio e indicate misure di prevenzione per ridurlo.
A seguito di questa campagna è stato introdotto uno specifico indicatore nel bersaglio di
valutazione della performance delle aziende sanitarie toscane.
http://www.regione.toscana.it/rischioclinico
Edizioni ETS
I quaderni delle campagne
per la sicurezza del paziente 4
LA PREVENZIONE
DELLE CADUTE
IN OSPEDALE
A cura del Gruppo di lavoro di coordinamento del progetto regionale
Tommaso Bellandi (Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza dei
Pazienti, Regione Toscana), Angela Brandi (Azienda Ospedaliera
Universitaria Careggi), Laura Rasero (Università degli Studi di Firenze,
Dipatimento di Sanità Pubblica), Donatella Rizzini (Azienda Sanitaria di
Massa-Carrara), Stefania Rodella, Monica Simonetti (Agenzia Regionale
di Sanità della Toscana, Osservatorio Qualità) e Riccardo Tartaglia
(Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza dei Pazienti, Regione
AToscana).
cura del Gruppo di lavoro di coordinamento del progetto regionale
Tommaso Bellandi (Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza dei
Centro Gestione
Pazienti, RegioneRischio Clinico
Toscana), e Sicurezza
Angela del Paziente
Brandi (Azienda - GRC
Ospedaliera
Responsabile: Riccardo Tartaglia
Universitaria Careggi), Laura Rasero (Università degli Studi di Firenze,
Direzione Generale
Dipatimento diritti
di Sanità di cittadinanza
Pubblica), e coesione
Donatella sociale Sanitaria di
Rizzini (Azienda
Regione Toscana
Massa-Carrara), Stefania Rodella, Monica Simonetti (Agenzia Regionale
Via
di Taddeo
Sanità Alderotti,
della Toscana,26/NOsservatorio Qualità) e Riccardo Tartaglia
50139 Firenze
(Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza dei Pazienti, Regione
Tel: 055 438.3325
Toscana). Fax: 055 438.3232
e-mail: rischio.clinico@regiona.toscana.it
Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente - GRC
Progetto grafico
Responsabile: e impaginazione
Riccardo Tartaglia
Francesco Ranzani
Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale
Regione Toscana
Segreteria
Via Taddeo organizzativa
Alderotti, 26/Ndel progetto regionale di prevenzione delle cadute
Elena Beleffi
50139 Firenze
Tel: 055 438.3325 Fax: 055 438.3232
La prevenzione delle cadute in ospedale / [a cura del Gruppo di lavoro di coordinamento del
e-mail: rischio.clinico@regiona.toscana.it
progetto regionale: Tommaso Bellandi … et al.; Regione Toscana, Direzione Generale diritti di
cittadinanza e coesione sociale]. - (I quaderni delle campagne per la sicurezza del paziente ; 4)
Progetto grafico e impaginazione
I. Bellandi, Tommaso
Francesco Ranzani
II. Toscana. Direzione generale diritti di
cittadinanza e coesione sociale
Segreteria
1. Ospedaliorganizzativa del progetto
– Ricoverati – Cadute regionale
– Prevenzione di- prevenzione
– Toscana Progetti delle cadute
362.109455
Elena Beleffi
La prevenzione delle cadute in ospedale / [a cura del Gruppo di lavoro di coordinamento del
2 © Copyright
progetto 2011
regionale: Tommaso Bellandi … et al.; Regione Toscana, Direzione Generale diritti di
GRC
cittadinanza e coesione sociale]. - (I quaderni delle campagne per la sicurezza del paziente ; 4)
ISBN 978-884673098-5
I. Bellandi, Tommaso
II. Toscana.
Finito Direzione
di stampare nel mese generale diritti2011
di settembre di
in Pisa dalle e coesione sociale
cittadinanza
Edizioni
1. ETS – Ricoverati – Cadute – Prevenzione – Toscana - Progetti
Ospedali
Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa
362.109455
info@edizioniets.com - www.edizioniets.com
2
SOMMARIO
5 0. Premessa
9 1. Introduzione
10 1.1 La ricognizione e la valorizzazione delle esperienze esistenti in
Toscana
12 1.2 L’articolazione delle attività per il progetto regionale
12 1.3 Indicazioni generali per la prevenzione delle cadute
15 2. Il progetto di ricerca “La prevenzione delle cadute in
ospedale”
15 2.1 L’epidemiologia delle cadute
16 2.2 Studi ed esperienze in Italia
17 2.3 La valutazione dei pazienti a rischio di caduta
18 2.3.1 Fattori di rischio intrinseci
23 2.3.2 Fattori di rischio estrinseci
25 2.4 Il protocollo di ricerca
25 2.4.1 Quesiti di ricerca
25 2.4.2 Disegno dello studio
25 2.4.3 Metodi di indagine
31 2.5 La formazione degli operatori
3
33 3. I risultati: il campione in studio
33 3.1 La qualità dei dati
34 3.2 Link con Schede di Dimissione Ospedaliera e procedure di
validazione delle schede
36 3.3 Dati descrittivi sul campione
37 3.4 Analisi dei pazienti caduti
39 3.5 Indici di caduta
43 3.6 Come e dove cadono i pazienti
48 3.7 Le cadute ripetute
48 3.8 Analisi delle cadute complessive
51 3.9 I fattori di rischio correlati all’evento caduta
53 4. I risultati: la costruzione della scala ReTos
53 4.1Le analisi statistiche
54 4.2 Descrizione dei fattori
56 4.3 Stima dei pesi e determinazione dello score di rischio
59 5. I risultati: la predittività delle scale di valutazione dei
pazienti a rischio di caduta
65 6. I risultati: la qualità percepita della scala ReTos
69 7. Le esperienze delle aziende
77 8. Conclusioni
83 9. Bibliografia essenziale.
89 10. Allegati
99 11. Vademecum degli strumenti operativi per la
prevenzione delle cadute In ospedale
99 10.1 La valutazione dei pazienti a rischio di caduta
108 10.2 La valutazione della sicurezza ambientale e dei presidi
111 10.3 La rilevazione ed il monitoraggio delle cadute
115 12. Allegati Vademecum
4
0.
Premessa
1800
1667
1583 1546 1534 1587
1600 1507
1429
1400
1266
1200
1000
800
600
400
213 234 220 201
188 200
200 154 141
Fig 1 - Sinistri aperti per lesioni o decesso in seguito a caduta (fonte: Osservatorio regionale per
il contenzioso)
5
Ciò nonostante, nel nostro Paese a tutt’oggi le cadute non fanno parte dei
sistemi di gestione del rischio clinico implementati né risultano diffusi strumenti
validi e affidabili per la valutazione dei pazienti a rischio di caduta, della
sicurezza di ambienti e presidi, per la segnalazione, analisi e prevenzione
della caduta. Partendo da alcune importanti esperienze e ricerche condotte in
alcune strutture ospedaliere italiane e toscane, nel 2007 la Regione Toscana
promuove, nell’ambito delle iniziative condotte dal Centro regionale Rischio
Clinico, la “Campagna per la prevenzione delle cadute in ospedale”.
La campagna ha avuto inizio con la costituzione di un gruppo di coordinamento
regionale e di un gruppo di lavoro (GLR) coordinato dal Centro Gestione
Rischio Clinico di cui hanno fatto parte i Clinical Risk Manager (o loro
delegati) di alcune aziende USL che già avevano avviato progetti di studio
o di prevenzione delle cadute e esperti della materia (referenti HPH e
progetto Nursing ARS). Vi hanno inoltre preso parte alcuni operatori dei
Servizi di Prevenzione e Protezione ai quali il progetto prevedeva di affidare
la valutazione dei rischi ambientali e dei rischi correlati ai presidi e ausili
utilizzati per l’assistenza dei pazienti ricoverati.
6
Stante l’originalità e la rilevanza dello studio, i suoi risultati, ancorchè non
comprendessero quelli relativi alla elaborazione e validazione della nuova
scala ReTos, sono stati presentati nel corso di una specifica giornata di studio
tenutasi nel giugno del 2009 alla quale ha partecipato, tra gli altri, un
rappresentante dell’Agenzia per la sicurezza del paziente presso il Servizio
Sanitario Nazionale del Regno Unito.
Nel 2011 lo studio sulle cadute degli anziani verrà esteso alle strutture
territoriali con l’obiettivo di implementare anche nelle residenze sanitarie
assistite il sistema di incident reporting già introdotto nelle aziende sanitarie.
7
8
1.
Introduzione
Le cadute dei pazienti durante l’assistenza sanitaria sono tra le prime cause di
sinistri denunciati a carico delle aziende del SSR della Toscana (Grafico 1).
Autorevoli studi a livello internazionale (WHO, 2004; Quality + Safety Council,
2005; NPSA, 2005, VHA, 2004) richiamano l’attenzione del management e
del personale delle strutture sanitarie alla gestione del rischio di cadute dei
pazienti, per cui esistono raccomandazioni e strumenti validati da un punto di
vista scientifico, efficaci nel ridurre l’incidenza delle cadute e utili per supportare
la gestione del paziente a seguito dell’evento avverso.
Facendo riferimento alle esperienze consolidate in alcune realtà locali oltre che
alle evidenze scientifiche internazionali, nell’ambito delle campagne regionali
per la sicurezza dei pazienti il Centro GRC ha sviluppato un progetto per la
prevenzione delle cadute con lo scopo di elaborare indicazioni e strumenti
operativi da implementare nelle strutture del SSR.
9
2. Formazione e informazione:
• agli operatori sulle modalità di valutazione del rischio di cadute, di
gestione del paziente a rischio e di interventi in caso di caduta;
• ai pazienti sui comportamenti da tenere per prevenire le cadute in
e fuori dal reparto/ospedale, sugli indumenti preferibili per ridurre i
rischi, sullo stile di vita da tenere una volta dimessi per prevenire le
cadute;
• ai caregivers informali sulle modalità di assistenza.
1.1
La ricognizione e la valorizzazione delle esperienze esistenti
in Toscana
10
• la definizione di raccomandazioni destinate al personale sanitario per
prevenire le cadute intervenendo sulle scelte terapeutiche e assistenziali.
Rispetto a quest’ultimo punto, il gruppo di lavoro ha approfondimento le
motivazioni e le implicazioni etiche, professionali e legali relative all’uso di
mezzi di contenzione fisica o farmacologica per prevenire le cadute nei pazienti
a rischio. Tra i prodotti finali del progetto, si è prevista l’inclusione del tema
della contenzione nelle raccomandazioni per la prevenzione delle cadute.
La gestione della caduta avviene in modalità differenti nelle nostre aziende,
sia per quanto riguarda le modalità di rilevazione, che di segnalazione e
valutazione dell’evento.
11
1.2
L’articolazione delle attività per il progetto regionale
Sulla base dell’analisi dei sinistri, della letteratura e della ricognizione di
esperienze esistenti in Toscana, citate nei precedenti paragrafi, il gruppo di
lavoro ha deciso di articolare le attività del progetto in tre grandi aree ciascuna
sviluppata da altrettanti sottogruppi:
1. Scale di valutazione dei pazienti a rischio di cadute per ospedale e strutture
territoriali.
Obiettivo: definire una raccomandazione sulle scale di valutazione dei pazienti
a rischio di cadute da adottare nel SSR.
2. Checklist per la valutazione degli ambienti e dei presidi.
Obiettivo: definire una raccomandazione sui requisiti minimi di sicurezza e di
fornire una checklist di valutazione degli ambienti e dei presidi rispetto al rischio
di cadute.
3. Rilevazione, analisi e gestione della caduta.
Obiettivo: censire gli strumenti attualmente in uso per la rilevazione delle cadute,
la modalità di gestione delle informazioni e l’attuazione di azioni di prevenzione
per definire una raccomandazione di buona pratica a tutte le strutture del SSR.
Per ogni area sono stati messi a punto materiali e iniziative di comunicazione e
formazione destinate al personale e ai pazienti.
Il progetto ha previsto una fase di sperimentazione degli strumenti messi a
punto dai tre sottogruppi in un campione di reparti degli ospedali toscani, al
fine di testarne l’efficacia e la sostenibilità.
Tutte le aziende del SSR sono state formalmente invitate a partecipare allo studio.
I risultati dello studio sono divenuti parte integrante del sistema regionale per la
gestione del rischio clinico.
1.3
Indicazioni generali per la prevenzione delle cadute
Per quanto riguarda la prevenzione delle cadute, già nella fase dello studio
sperimentale sono state assunte a riferimento le linee guida internazionali
ancorchè esse contengono poche raccomandazioni con un grado di evidenza
di livello A della linea guida rilasciata dalla Agency for Healthcare Research
and Quality statunitense, tra le più recente e approfondite, possiamo trarre le
seguenti raccomandazioni:
Linea guida AHRQ 2006 – Raccomandazioni con grado di evidenza A
1. Identificare le persone che hanno una storia di cadute, determinare il rischio
di future cadute e ridurre i fattori di rischio individuali.
12
2. Quando è possibile, si dovrebbe considerare la riduzione delle terapie
farmacologiche per le persone anziane che prendono 4 o più farmaci e in
generale per quelli che assumono psicofarmaci.
3. La minimizzazione dell’allettamento durante il ricovero per pazienti anziani
è una misura pratica e realistica che ha implicazioni per la prevenzione delle
cadute così come per altre complicazioni acquisite in ospedale.
4. Non c’è nessuna evidenza scientifica che supporta l’uso di mezzi fisici di
contenimento come strategia per la prevenzione delle cadute in pazienti anziani.
Alla fine del progetto è stata messa a punto una buona pratica per la
prevenzione delle cadute, che si basa sulle evidenze ottenute nel corso
dello studio pilota e accompagnata da indicazioni per specifici interventi di
prevenzione sull’ambiente e sui presidi, sulla valutazione e gestione dei pazienti
a rischio e sul monitoraggio delle cadute.
13
14
2.
Il progetto di ricerca
“La prevenzione delle
cadute in ospedale”
2.1
L’epidemiologia delle cadute
15
• fisiologiche imprevedibili causate da fattori legati alle condizioni della
persona ma che non possono essere previste come ad esempio infarto, ictus,
svenimenti o fratture patologiche dell’anca.
Si stima che circa il 14% delle cadute in ospedale sia classificabile come
accidentale, l’8% come fisiologico imprevedibile, mentre il restante 78%
rientrerebbe fra le cadute fisiologiche prevedibili.
Gli esiti correlati all’evento caduta rappresentano per le strutture ospedaliere
e residenziali una causa di maggiorazione dei costi dovuti al prolungarsi della
degenza e alle procedure diagnostiche e terapeutiche necessarie. (SmartiK,
2004; Morse, 1989). In Gran Bretagna un terzo della popolazione sopra i 65
anni cade e metà di questi soggetti cade almeno due volte (Swift, 2001). Per
l’anno 1997 la stessa fonte riferisce che il 67% delle morti accidentali nelle
donne sopra i 65 anni è dovuta a cadute.
Per quanto riguarda le cadute del paziente ricoverato, in Svezia quasi un terzo
delle fratture dell’anca avvengono nella popolazione ospedalizzata (Uden,
1999), negli ospedali Australiani il 38% di tutti gli incidenti che avvengono
durante il periodo di ricovero è dovuto a cadute (The Johanna Briggs Institute
for EBN, 1998), il 50% dei pazienti anziani residenti in strutture residenziali
cade ogni anno e circa il 7% di questi muore a causa della caduta (Kiely, 1998;
Luukinen, 1995; Rubenstein, 1996). Tra le lesioni che portano al decesso i
soggetti anziani, il trauma cranico costituisce la prima causa di morte nel 29%
degli uomini e nel 14% delle donne, le fratture degli arti inferiori sono al
secondo posto con il 68% nelle donne rispetto al 29% degli uomini.
In Svezia almeno un terzo delle fratture di femore si verifica nella popolazione
ospedalizzata (Uden, 1985). La mortalità è strettamente correlata all’età del
soggetto (Balducci, 2002). È stato stimato che, se la frequenza del numero
di fratture di femore continua ad aumentare come si è verificato dal 1990,
l’incidenza annuale potrebbe aumentare in proporzione variabile tra il 60 e il
96% nel 2031 (Armstrong, 1994). Uno studio prospettico in una comunità di
abitanti anziani in Baltimora ha evidenziato un costo pari a 37.250 dollari/
anno per le fratture di femore conseguenti a caduta. Sottraendo i costi medi
sostenuti annualmente per le cure sanitarie alla spesa totale pagata nell’anno
dell’incidente, il costo addizionale attribuito alla frattura del femore diventa
compreso tra i 16.300 e i 18.700 dollari (Brainsky, 1997).
2.2
Studi ed esperienze in Italia
In Italia uno studio condotto nel 2000 presso l’Ulss 22 della Regione Veneto
ha evidenziato che la frequenza delle cadute accidentali è pari allo 0,86% su
tutti i ricoveri (Vanzetta, 2001). Un altro studio condotto nell’ospedale S.Orsola
16
Malpighi di Bologna nel 2002 stima che le cadute accidentali si verificano nel
5% dei ricoveri nei reparti selezionati per lo studio e nell’ 1% circa del numero
totale dei ricoveri del Presidio Ospedaliero (Chiari, 2002).
Sempre nel 2002, uno studio osservazionale condotto nell’arco di sei mesi
nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi di Firenze, ha osservato
un’incidenza di cadute nei pazienti anziani ricoverati pari al 1,2% (Brandi,
2005), (dato in aumento rispetto alle due precedenti indagini retrospettive
relative agli anni 2000-2001). Nell’ASL 11 di Empoli uno studio condotto lo
stesso anno sugli eventi avversi ha rilevato che la caduta dei pazienti si verifica
nel 4% circa di tutti i ricoveri; il 13 % di queste sono cadute dal letto o dalla
poltrona (CINEAS, 2002).
In Regione Lazio i medici di medicina generale hanno condotto uno studio,
conclusosi nell’aprile 2004 (vedi Gruppo dei MMG, provincia di Latina “La
fragilità dell’anziano”), in cui la popolazione studiata (classi d’età 75 - 79
aa, 80 - 84 aa, => 85 aa), ha evidenziato che il 33,7% degli anziani era già
caduto nei 6 mesi precedenti alla valutazione, che l’ 82,1% soffriva di malattie
muscolo-scheletriche e che l’80,7% assumeva più di due farmaci al giorno e
viveva in ambienti nei quali erano presenti barriere architettoniche interne ed
esterne (Cavallini, 2005).
In Regione Lombardia il dato valutato nel 2004 è del 4,09 su 1000 ricoveri
ospedalieri, in tutte le Az. Ospedaliere della Regione (Bertani, 2006).
2.3
La valutazione dei pazienti a rischio di caduta
Le linee guida internazionali sottolineano l’importanza della valutazione
del rischio di caduta nella persona che si ricovera in ospedale quale parte
integrante dei programmi di prevenzione (RNAO, 2005; Gillespie, 2003; The
Johanna Briggs Institute, 1998; Leipzig, 1999; Moreland, 2003; American
Geriatric Society, 2001; Health Care Association of New Jersey, 2005; NICE,
2004; Chiari, 2004).
Le scale di valutazione del rischio di cadute possono essere utilizzare sia
all’ingresso del paziente in ospedale sia per il successivo monitoraggio
durante il ricovero. Negli ultimi 20 anni sono state costruite e applicate diverse
scale, es. Morse, Conley, Tinetti, Stratify (Oliver, 1997; Oliver, 2004; Eagle,
1999; Smith, 2006); una revisione critica della letteratura pubblicata nel 2003
sottolinea come nessuna di queste scale sembri essere stata sufficientemente
studiata in termini di validità e affidabilità (Myers, 2003). Un problema di
particolare rilevanza è rappresentato dalla scarsa specificità dimostrata dalle
scale quando applicate in popolazioni diverse da quella in cui erano state
sviluppate e sperimentate.
17
Questo dato riveste una notevole importanza per l’utilizzo degli strumenti
di valutazione in ambito clinico, dove l’identificazione di un numero troppo
elevato di falsi positivi (pazienti considerati a rischio che successivamente non
andranno incontro a caduta) può implicare un eccessivo dispendio di risorse a
fronte di uno scarso beneficio in termini di prevenzione.
Tuttavia, esaminando i fattori di rischio considerati dalle diverse scale, è facile
constatare come alcuni di essi vengano rilevati in due o più di esse, anche se
con formulazioni differenti (non tutte le differenze di formulazione sono del
resto sostanziali).
Inoltre, nella letteratura più recente e in particolare in alcune revisioni
sistematiche e metanalisi, il riesame critico dei diversi studi ha consentito di
selezionare e confermare un set di fattori di rischio più rilevanti in termini
di predittività, in particolare: anamnesi di cadute, problemi di equilibrio e di
andatura, alterazioni della mobilità, della vista, ipotensione ortostatica, uso
contemporaneo di più farmaci, ecc. (Ganz, 2007, Rubenstein, 2006).
In definitiva, la letteratura e le linee guida più recenti tendono ormai a
considerare il risk assessment non tanto sulla base dell’utilizzo di scale
‘preformate’ e relativi punteggi, quanto piuttosto sulla base di singole variabili
in grado di rilevare un ‘core set’ di fattori di rischio; addirittura si suggerisce
che pochissimi fattori (tra cui sono senz’altro inclusi un’anamnesi di cadute
e problemi di andatura ed equilibrio) costituiscano il set minimo adatto allo
screening dei pazienti, sia in ospedale sia in comunità (Rubenstein, 2006).
Di seguito sono descritti i principali fattori di rischio individuati in letteratura.
2.3.1
Fattori di rischio intrinseci
Età
Si delineano due fasce di età: gli anziani compresi tra i 65 e 80 anni considerati
a rischio, e i pazienti con 80 anni e oltre giudicati a più alto rischio. E’ da
sottolineare che alcuni studi non sono d’accordo nel considerare l’età del
paziente, di per sé, un fattore di rischio (Evans D. et al 1988).
18
Alterazioni organiche e funzionali connesse all’invecchiamento
Sono modificazioni organiche o funzionali di confine tra la fisiologia e la
patologia vera e propria presenti nella quasi totalità degli anziani, alcune
delle quali potenzialmente curabili (esempio: interventi protesici per ipoacusia
e presbiopia) (Zurlo A; Anzivino F. 2001).
Stato mentale
L’alterazione dello stato mentale può manifestarsi come confusione mentale,
disorientamento, deficit mnemonico, difficoltà di comprensione, agitazione
(Grenier-Sennellier C. et al 1998; Linda B. Horn 2000; Rubenstein L.Z. et al
1988; Oliver D. 1997). Altri fattori che possono influenzare lo stato mentale
come la depressione (Swift C.G. 2001), l’insonnia o l’abuso di sostanze in
grado di alterare la percezione spazio-temporale e l’abilità ad orientarsi e di
muoversi.
Farmaci
Particolare attenzione va posta all’uso dei farmaci.
Dobbiamo ricordare che l’anziano assume in genere molti farmaci e spesso
tra questi più di uno può predisporre alla caduta a causa degli effetti collaterali
(alterazione dell’equilibrio, concentrazione). In particolare sono state
identificate specifiche classi di farmaci che includono i farmaci che agiscono
sul sistema nervoso centrale (tranquillanti, sedativi, benzodiazepine), i farmaci
per le malattie cardiovascolari (antipertensivi), i farmaci antinfiammatori non
steroidei.
È sempre opportuno valutare attentamente l’utilità e l’appropriatezza di ogni
farmaco, i suoi effetti collaterali e le possibili interazioni farmacologiche
(Rubenstein L.Z. 1988; Lightbody E. et al 2000). È stimato che l’uso
contemporaneo di quattro o più farmaci può aumentare il rischio di caduta
(Horn B.L. 2000).
19
CLASSI DI FARMACI EFFETTI PREDISPONENTI ALLA CADUTA
Antiipertensivi Ipotensione ortostatica, urge-incontinence
Sedativi E Ipnotici Sedazione, confusione mentale
Ipoglicemizzanti Ipoglicemia
Neurolettici Disturbi extrapiramidali
Antianginosi e Antiaritmici Ipotensione ortostatica, vertigini, aritmie
Antidepressivi Sedazione, astenia, stato confusionale, ipotensione ortostatica,
tremore
Lassativi Disidratazione
Tab 1 - Farmaci
Disturbi motori
E’ riportato che i disordini legati alla mobilità colpiscono dal 20 al 50% delle
persone anziane (Rubenstein L. Z. et al 1988). Le cause della debolezza
muscolare e la scarsa coordinazione dei movimenti in parte sono legate
all’età, in parte, soprattutto per i soggetti istituzionalizzati, alle limitate attività
quotidiane e ai prolungati allettamenti, nonché alla presenza di patologie
concomitanti quali cardiopatie, stroke, parkinson , ecc.
Patologie
I dati in letteratura indicano un’alta percentuale (più del 65%) di casi in cui
la valutazione clinica non individua una singola e definita causa apparente
dell’evento caduta (in Zurlo A.; Anzivino F. 2001) tuttavia, è dimostrato che
la presenza di un’anamnesi positiva per determinate patologie croniche può
influenzarne il rischio (Horn L.B. 2000).
Tra le cause più frequenti prevalgono alcune patologie dell’anziano: la
demenza, lo scompenso cardiaco, l’anemia, lo stroke (Swift C.G. 2001),
neoplasie, malattie cerebrovascolari, Parkinson (Swift C.G. 2001), Alzheimer
(Swift C.G. 2001), Ipoglicemia.
I pazienti affetti da queste patologie presentano spesso più fattori di rischio
che in modo sinergico concorrono a determinare la caduta (disabilità+ deficit
sensoriale+ effetti collaterali dei farmaci = caduta).
20
Miscellanea
• In aggiunta ai fattori sopra sono da considerarsi anche gli stati conseguenti
all’anestesia (agitazione, confusione, disorientamento), l’uso di ausili per la
deambulazione (Horn L.B. 2000) e la lunghezza del ricovero.
Nella classificazione proposta da Smith (2005) si considerano fattori di rischio
intrinseci alcune delle caratteristiche del paziente identificate come variabili
positivamente correlate ad un maggiore rischio di cadute, così come sintetizzati
in tabella 2.
21
22
FATTORI DI RISCHIO INTRINSECI
23
Nelle strutture nuove in certi casi permangono problemi di dimensionamento
degli spazi, anche se principalmente sono evidenti delle carenze nell’uso dei
presidi e degli spazi a disposizione. In particolare:
• gli ausili per la movimentazione dei pazienti, le barelle e le sedie a rotelle
spesso sono collocate in corridoio, nei bagni o nelle sale dei medici e degli
infermieri;
• i letti regolabili in altezza non sempre sono impiegati per i pazienti a rischio
di caduta;
• la dislocazione dei pazienti nelle camere di degenza non tiene conto dei
bisogni assistenziali differenziati, per cui talvolta gli infermieri hanno difficoltà
a tenere sotto osservazione i pazienti a maggiore rischio di caduta.
La scarsa considerazione degli ambienti e dei presidi come fattore di rischio per
le cadute dei pazienti potrebbe essere dovuta alle caratteristiche dei valutatori:
trattandosi solitamente di clinici che lavorano all’interno della struttura valutata,
potrebbero non avere le competenze tecniche per valutare questi rischi e avere
una tale familiarità con quell’ambiente che provoca un’assuefazione al rischio
(Slovic, 2001).
24
2.4
Il protocollo di ricerca
2.4.1
Quesiti di ricerca
2.4.2
Disegno dello studio
2.4.3
Metodi di indagine
La popolazione in studio
La popolazione in studio è rappresentata dai pazienti con età maggiore di 65
anni ricoverati in regime di ricovero ordinario negli ospedali pubblici toscani.
25
Le motivazioni che hanno portato all’inclusione dei soli soggetti anziani sono
legate sia a quanto indicato in letteratura, poiché risulta essere l’età più a
rischio, che di carattere clinico.
Il campione
Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti con età uguale o superiore a 65
anni ricoverati negli ospedali pubblici a partire dalla data di inizio dell’indagine
e per tutto il periodo dello studio.
Area Medica
• Medicina
• Pneumologia
• Neurologia
• Geriatria
• Cardiologia
• Onco/ematologia
Area Chirugica
• Ortopedia
• Chirurgia generale
26
sperimentazione al fine di avere una valutazione del fenomeno cadute anche
in unità operative a minor rischio e verificarne quindi l’eventuale sottostima.
Le altre unità operative sono state comunque invitate ad adottare gli strumenti
di rilevazione, analisi e gestione della caduta.
27
Fig 2 - La gestione della Scala ReToss
28
determinare quali fattori di rischio strutturali connessi ad ambienti e presidi,
e che non dipendono dalle condizioni dei pazienti, possono contribuire al
verificarsi dell’evento.
A questo proposito è stata messa a punto una checklist che contiene i principali
fattori di rischio ambientali e riferiti ai presidi identificati attraverso l’analisi
della letteratura, dei referti delle cadute verificatesi nelle Aziende Ospedaliere
di Firenze e Pisa e da osservazioni dirette sul campo. L’applicazione della check
list è stata affidata ad un ergonomo certificato o ad un operatore del servizio
di prevenzione e protezione aziendale coadiuvato da un operatore sanitario di
ciascun reparto coinvolto nel progetto.
La checklist viene applicata una sola volta prima dell’avvio della sperimentazione
e riapplicata in caso di modifiche apportate agli ambienti o ai presidi. La
check list era accompagnata da una specifica procedura che ne descriveva
le modalità di impiego. Sulle checklist compilate il Centro GRC ha condotto
un’analisi aggregata e ha fornito un report ad ogni azienda, da impiegare in
occasione degli audit GRC sulle cadute per valutare l’effettivo impatto degli
ambienti e dei presidi sulle cadute verificatesi nel periodo di riferimento. Il
report ha messo in luce i problemi principali dell’ambiente e dei presidi del
reparto. Al termine della sperimentazione è stato inoltre possibile aggiornare
la checklist, selezionando i fattori di rischio più rilevanti e attribuendo a ciascun
fattore un peso commisurato all’effettivo impatto che ha avuto sul verificarsi o
meno delle cadute.
29
al centro regionale GRC una relazione inerente alle attività di analisi delle
cadute, agli audit condotti e ai piani di miglioramento definiti e attuati. In esso
venivano indicate le azioni di miglioramento messe in atto per la gestione
delle criticità rilevate nel corso dell’audit come cause latenti dell’evento
(criticità organizzative, tecnologiche, formative). In caso di cadute con danno
il facilitatore inviava direttamente al clinical risk manager aziendale la
segnalazione con richiesta di attivazione della procedura amministrativa di
apertura del sinistro. In questo caso l’audit veniva coordinato congiuntamente
dal clinical risk manager e dal facilitatore e effettuato entro quindici giorni
dall’evento. Se al termine della sperimentazione non si erano verificate cadute,
si suggeriva comunque l’effettuazione di un audit allo scopo di revisionare il
processo di analisi e prevenzione dei rischi di cadute. Di seguito (figura 3)
viene descritto il processo inerente alla rilevazione e all’analisi delle cadute.
Tutte le cadute erano da segnalare sia che il paziente avesse subìto un danno
sia che non vi fossero danni apparenti. Laddove il dato fosse stato ricavabile,
al referente aziendale per lo studio veniva richiesta la rilevazione del numero
complessivo di cadute verificatesi nei reparti nei sei mesi antecedenti l’inizio
della sperimentazione.
30
sperimentazione. Durante la sperimentazione i referenti, avvalendosi di un
software ad hoc, hanno inviato mensilmente al Centro GRC il report relativo
all’analisi delle cadute rilevate e a loro segnalate dai facilitatori. Il Centro
GRC ha così potuto monitorare l’andamento delle cadute, verificando se le
cadute segnalate corrispondevano a quelle attese e sollecitando le aziende
con un tasso di segnalazioni basso a verificare l’effettiva presenza di cadute.
Tale verifica è stata fatta impiegando l’indicatore denominato “reporting gap”
derivato dal confronto tra il tasso di cadute segnalate sui ricoveri attesi nel
periodo di riferimento e il tasso di cadute atteso sulla base dei dati di incidenza
delle cadute degli studi di letteratura.
2.5
La formazione degli operatori
31
Le modalità di erogazione formativa sono state quelle della formazione
itinerante; ciò al fine di realizzare il massimo livello di adesione e partecipazione
degli operatori coinvolti. La formazione sui metodi di identificazione e analisi
del rischio è stata specificamente rivolta agli Infermieri Rilevatori (IR), ai
facilitatori (FC), ai Referenti Aziendali di Progetto (RAP) e ai Clinical Risk
manager aziendali (CRM). I RAP hanno assunto la funzione di formatori a
seguito della partecipazione al corso specifico. Il personale coinvolto ha fruito
della formazione specifica secondo le modalità della formazione a cascata.
3.
32
I risultati:
il campione in studio
3.1
La qualità dei dati
33
nell’invio delle schede da parte degli stessi.
Complessivamente hanno aderito allo studio 41 ospedali e 150 reparti, un
numero superiore rispetto a quello inizialmente previsto (146). In figura 4 è
mostrato l’andamento temporale dell’adesione allo studio da parte dei centri
e delle relative schede inviate. La maggiore numerosità di ReTos inviate si
rileva nel mese di ottobre (3.398 schede); nello stesso mese si registra sia la
massima adesione da parte degli ospedali (41 centri dei 42 iniziali) che dei
reparti (87% dei reparti iniziali). Il mese di giugno presenta invece un numero
di schede compilate molto basso in quanto lo studio ha avuto inizio il 18
giugno e l’avvio dello studio ha riscontrato qualche ritardo in alcune strutture
per problemi organizzativi. Ad agosto si rileva un andamento in calo, sia
nel numero di centri/reparti partecipanti che nel numero di schede dovuto,
presumibilmente in conseguenza della riduzione dei posti letto per ricoveri
programmati nei mesi estivi e per la riduzione dei ricoveri tipica in questo
periodo dell’anno. Anche i mesi di novembre e dicembre presentano un calo
nella numerosità negli invii. Complessivamente, delle 18.693 schede raccolte
nello studio, 1.243 (6,6%) presentano una gravità elevata tale da determinarne
l’esclusione (schede con un livello di qualità insufficiente).
Le incompletezze maggiori si rilevano sul codice nosologico, sulla presenza di
patologie e sull’assunzione di farmaci. Il 18,7% delle schede validate (3.502)
presenta una gravità moderata e lieve; tali schede sono quindi di livello buono
nel 6% dei casi e sufficiente nel 12,67% dei casi. Infine sono da considerarsi
come ottime e quindi senza nessuna omissione nella compilazione delle
variabili, 13.948 schede pari al 74,6% delle schede totali.
3.2
Link con Schede di Dimissione Ospedaliera e procedure
di validazione delle schede
34
4000 45
40 41
40 40
3500 3,398 39 40
3,374 3,356
34 3,134
35
3000 2,720 34
30
2500
nro schede
nro centri
25
2000 1730
20
1500
15
963
1000
10
500 5
0 0
Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
35
parte dell’infermiere rilevatore. L’attribuzione del dato mancante per la variabile
sesso è stata effettuata tenendo conto non solo della corrispondenza tra il
codice ID nelle due banche dati ma anche dell’età e della data di rilevazione
indicata sulla ReTos che, come anzidetto, deve essere compresa tra la data di
ingresso e quella di dimissione del paziente. Complessivamente, delle 420
schede con informazioni mancati sul sesso, sono stati riattribuiti 323 valori.
Per l’attribuzione dell’età si è tenuto conto della corrispondenza tra il codice
ID, il sesso e la data di rilevazione indicata sulla ReTos. Complessivamente,
delle 90 schede con informazioni mancati sull’età, sono stati assegnati 55
valori. Al termine dell’analisi di validazione delle schede ReTos, sia in termini
di qualità e completezza delle informazioni che di confronto e recupero delle
schede con i dati SDO, sono state incluse nelle studio 15.159 (81,09% del
campione iniziale) che rappresentano il campione finale di riferimento per le
analisi successive.
3.3
Dati descrittivi sul campione
Dei 15.159 pazienti, 8.009 (52,8%) sono donne con un’età media di 80,4 ±
7,6 (Media ± Dev. Std.) e 7.150 (47,17%) uomini con un’età media pari a
78,1 ± 7,6 (Media ± Dev. Std.) (Figura 5).
Maschi Femmine
30
20
10
0
<=69 70-74 75-79 80-84 85-89 >=90 <=69 70-74 75-79 80-84 85-89 >=90
classi di età
Graphs by sexsdo
36
cardiaci (8%), respiratori (3,7%) e di trombosi cerebrale (Ictus 3,0%). Il 18,5%
dei pazienti ha subito un intervento chirurgico.
totale (N=15.159)
3.4
Analisi dei pazienti caduti
37
Classi di età Maschi Femmine Totale
38
totale (N=278) totale (N=15.159)
Degenza
Degenza
U.O
media
U.O
media
Cardiologia 7,4
Cardiologia 14,7 Chirurgia generale 10,5
Chirurgia generale 14,9 Ematologia 13,8
Ematologia 15,3 Geriatria 13,5
Geriatria 16,2 Immunologia 10,0
Lungodegenti 22,7 Lungodegenti 28,4
Medicina generale 12,0 Medicina generale 9,4
Neurochirurgia 24,6 Neurochirurgia 15,2
Neurologia 19,4 Neurologia 11,3
Oncologia 16,3 Oncologia 10,5
Ortopedia e traumaologia 14,8 Ortopedia e traumaologia 10,3
Pneumologia 15,1 Pneumologia 10,2
Radioterapia 12,0 Radioterapia 15,6
Riabilitazione 27,6 Reumatologia 12,3
Unita coronarica 12,0 Riabilitazione 25,3
Unita coronarica 7,3
Totale 14,6
Totale 10,1
Tab 6 - Giornate medie di degenza: soggetti caduti Vs soggetti ammessi
3.5
Indici di caduta
39
totale (N=15.159)
Prevalenza periodale
Nro Nro schede Ricoveri
U.O Fallers ReToss
Ricoveri ReToss SDO
Medicina generale 155 30,318 8,931 0.5% 1.7%
Neurologia 18 1,813 608 1.0% 3.0%
Oncologia 18 904 380 2.0% 4.7%
Geriatria 16 1,539 354 1.0% 4.5%
Chirurgia generale 15 5,590 1,159 0.3% 1.3%
Pneumologia 14 1,356 563 1.0% 2.5%
Riabilitazione 10 294 136 3.4% 7.4%
Ortopedia e traumatologia 9 5,365 1,634 0.2% 0.6%
Cardiologia 7 2,945 855 0.2% 0.8%
Lungodegenti 6 481 163 1.2% 3.7%
Neurochirurgia 5 455 67 1.1% 7.5%
Ematologia 3 102 81 2.9% 3.7%
Radioterapia 1 68 57 1.5% 1.8%
Unita coronarica 1 258 159 0.4% 0.6%
Immunologia - 40 2 0.0% 0.0%
Reumatologia - 133 10 0.0% 0.0%
Totale 278 51,661 15,159 0.54% 1.83%
40
Inoltre il valore dell’incidenza è stato determinato sia complessivamente che
per tipologia di reparto.
totale (N=15.159)
Incidence rate*1000pdy
41
I valori risultano essere tutti entro i limiti di controllo e inoltre si registra una
diminuzione nel tempo dell’incidenza, che è più marcata nel caso dei pazienti
valutati con la scala ReTos.
ottobre
novembre
luglio
agosto
settembre
dicembre
month
u_cl l_cl
u u_m
settembre
ottobre
luglio
agosto
novembre
dicembre
month
u_cl l_cl
u u_m
42
3.6
Come e dove cadono i pazienti
58
60
40
14
20
3 1 1 2
0
43
totale (N=278)
Nro
Modalità della caduta %
Cadute
dal letto 97 34.9
dalla posizione eretta 96 34.5
dal letto con spondine 27 9.7
non rilevato 24 8.6
dalla sedia 19 6.8
dalla sedia a rotelle 13 4.7
cadeva dal vasone 1 0.4
stava rialsandosi dal WC 1 0.4
Nella tabella 10 sono presentati i fattori intrinseci (legati alle condizioni cliniche
del paziente) che possono aver influito o contribuito al verificarsi dell’evento.
Tali fattori sono riportati in modo sintetico, mentre una valutazione più
completa verrà presentata successivamente sulla base di quanto riportato nella
corrispondente scheda ReTos. Anche se le cause sono diverse ed è difficile
capire quali potrebbero essere prevenibili, tra i fattori intrinseci più frequenti
vi sono: le condizioni cliniche (107, 38%), lo stato mentale (90, 32%) e la
mobilità (84, 30%).
totale (N=278)
44
Solo in poche schede è riportato il dato relativo ai fattori organizzativi e quelli
maggiormente indicati sono il carico assistenziale (5%) e la comunicazione
(4%). Anche se non in tutte le schede sono riportati i dati sui fattori ambientali è
comunque importante riflettere su quanto indicato in quanto si tratta di cadute
potenzialmente prevenibili con maggiori controlli sistematici sugli arredi, il loro
utilizzo e sullo stato di manutenzione dei presidi e dei locali. Da quanto indicato
nelle schede di analisi (tabella 11), emerge che le caratteristiche ambientali
che maggiormente potrebbero aver contribuito al verificarsi dell’evento sono
la struttura del letto, il pavimento, la struttura della camera e del bagno.
totale (N=278)
Ambienti Frequenza %
Mezzi di contenzione 18 6%
Pavimento 37 13%
Corridoio 5 2%
Deambulatore 6 2%
Sedia a rotelle 11 4%
Barella 1 0%
Camera 28 10%
Letto 48 17%
Asta per flebo 5 2%
Comodino 3 1%
Bagno 30 11%
Ausili movimentazione 8 3%
Altro 11 4%
45
Le differenze su tali coppie di dinamica e fattori di rischio consentono di
spiegare e quindi di prevedere, da un punto di vista statistico, l’occorrenza
degli specifici scenari di caduta dei pazienti che si sono verificati nel corso
dello studio. Nel figura 8 è riportata in sintesi la distribuzione dei fattori che
possono aver contribuito al verificarsi dell’evento caduta. Complessivamente,
dei 278 pazienti caduti, 257 (92,4%) presentano almeno uno dei fattori
intrinseci riportati in tabella 15, per 147 casi (53%) è riportato almeno un
fattore ambientale e per 11 eventi (13%) è indicato un fattore organizzativo.
92.45
52.88
12.95
3.95
46
Gli esiti delle cadute (tab.12) sono nella maggior parte dei casi senza danno
(67,3%) mentre le tipologie di danno più frequenti sono le contusioni (15,1%) e
le escoriazioni (15,1%). Il 50% dei pazienti cade dalle 20.00 alle 7.00, ovvero
nella fascia oraria che corrisponde al turno di notte (figura 9). Tali cadute sono
dovute principalmente allo scendere dal letto (33,5%) e agli spostamenti verso
il bagno (“camminava per andare in bagno” 23%) mentre per il 16% delle
cadute non viene riportata la dinamica. Per queste cadute, come già indicato,
dei corrimano e appropriate luci notturne potrebbero aiutarne la prevenzione.
Analogamente, per molti degli eventi che si verificano al mattino e nelle ore
pomeridiane non è stata riportata la dinamica ma, se indicata, le motivazioni
sono principalmente lo scendere e salire dal letto e andare in bagno. L’ora in
cui si verifica l’evento e la dinamica sono aspetti importanti da rilevare per la
pianificazione delle azioni di prevenzione.
51.44
50
40
%
30
25.9
22.3
20
10
.3597
0
47
3.7
Le cadute ripetute
Su un totale di 278 pazienti caduti, 16 sono caduti nuovamente durante il periodo
di degenza, le cadute complessive risultano essere quindi 294. Osservando la
distribuzione per sesso, su un totale di 16 pazienti di cui dieci sono uomini
con un’età compresa tra i 75 e gli 80 anni. Ancora una volta, il luogo della
caduta è prevalentemente la camera da letto e la caduta è avvenuta mentre
il paziente camminava per andare in bagno. Vista la dinamica dell’evento,
come potevamo attenderci, le cadute si sono verificate principalmente nelle
ore notturne. La maggior parte delle cadute ripetute è avvenuta nei reparti di
medicina generale infatti, solo per queste unità operative si registrano degli
indici di caduta leggermente superiori. Il tasso di incidenza per 1000 pazienti
giorno (pdy), calcolato sui ricoveri SDO, è pari a 0.62 mentre la prevalenza
periodale è pari a 0.56% (5.6 per 1000 ricoveri).
3.8
Analisi delle cadute complessive
Complessivamente, nel periodo in studio, sono state analizzate e valutate 443
schede di segnalazione cadute valide ai fini dell’analisi. Delle 443 schede, 21
sono relative a cadute ripetute e quindi complessivamente i pazienti analizzati
risultano essere 422. Come già anticipato dei 422 pazienti, è stato possibile
effettuare un link con le schede di valutazione del rischio (ReTos) per 278 pazienti
(66%). Per completezza nelle analisi in questo paragrafo verranno presentati i
principali risultati descrittivi rilevati sulle 443 cadute totali. Dei 422 pazienti il
54,5% (230) sono uomini con un’età media di 78,8 ± 6,7 (Media ± Dev. Std.)
mentre per le donne (192; 45.5%) l’età media è pari a 80, ± 7,2 (Media ±
Dev. Std.).
48
Per quanto riguarda il luogo della caduta, i pazienti cadono più frequentemente
in camera (322; 72,7%), in bagno (86; 19.9%) e in corridoio (23; 5.2%).
Sulla modalità della caduta, i valori più frequenti sono dalla posizione eretta
(35.6%) e dal letto (33%). Anche in questo caso abbiamo un numero elevato
di pazienti (48) caduti nonostante le spondine del letto e pazienti caduti
per scivolamento dalla sedia o dalla sedia a rotelle che potrebbero essere
prevenute con l’uso di arredi idonei. Nel 6% dei casi non è stata specificata
la modalità di caduta.
Se consideriamo la dinamica dell’evento, circa il 27% dei pazienti sono caduti
mentre scendevano dal letto e un 2.5% circa è caduto mentre vi stava salendo.
Il 15,8% circa è caduto nel tragitto tra la camera e il bagno mentre per un 15%
non è stata rilevata la dinamica. I risultati fin qui presentati riflettono quanto
riportato per le 278 cadute analizzate in precedenza. I fattori intrinseci (legati
alle condizioni cliniche del paziente) che possono aver influito o contribuito al
verificarsi dell’evento più frequenti sono, le condizioni cliniche (178; 40%), lo
stato mentale (149; 34%) e la mobilità (126; 28%).
Come già precedentemente osservato, il dato relativo ai fattori organizzativi,
è riportato solo in pochi casi e quelli maggiormente segnalati sono il carico
assistenziale (5%) e la comunicazione (5%).
49
Incidence rate*1000pdy
Nro % sui
U.O Falls
Ricoveri ricoveri
Medicina generale 243 30,318 0.8%
Oncologia 34 904 3.8%
Neurologia 32 1,813 1.8%
Geriatria 26 1,539 1.7%
Pneumologia 20 1,356 1.5%
Chirurgia generale 18 5,590 0.3%
Riabilitazione 16 294 5.4%
Lungodegenti 15 481 3.1%
Ortopedia e traumatologia 15 5,365 0.3%
Cardiologia 10 2,945 0.3%
Neurochirurgia 8 455 1.8%
Ematologia 4 102 3.9%
Unita coronarica 1 258 0.4%
Reumatologia 1 133 0.8%
50
3.9
I fattori di rischio correlati all’evento caduta
In questo paragrafo si presentano i risultati delle analisi sui fattori di rischio
rilevati, attraverso la scala ReToss, per ogni paziente arruolato nello studio al
momento dell’ingresso in ospedale. Ogni singolo fattore di rischio è stato messo
in relazione, sia singolarmente che con gli altri fattori, con gli eventi caduta
registrati nel periodo al fine di rilevarne eventuali associazioni significative.
Nella tabella 16 è riportata la distribuzione dei principali fattori di rischio, rilevati
all’ingresso, nella scheda ReTos calcolata separatamente per i pazienti caduti
(fallers) e non caduti (no fallers). I dati relativi alla distribuzione per età e sesso
sono stati già ampliamente descritti nel paragrafo precedente. Osservando
invece il dato dei soli pazienti caduti (colonna Fallers) relativamente ai fattori
di rischio si rileva che le frequenze maggiori sono legate a deficit sensoriali,
eliminazione, mobilità, stato mentale e terapia farmacologica.
Fallers No Fallers N
278 14,881 15,159
% %
Sesso
Uomini 2.2 97.8 7,150
Donne 1.5 98.5 8,009
Età
<=69 8.6 11.8 1,785
70-74 15.8 16.2 2,454
75-79 24.1 21.8 3,317
80-84 26.6 23.9 3,629
85-89 18.0 17.2 2,614
>=90 6.8 9.0 1,360
Condizioni ed anamnesi
51
52
4.
I risultati:
la costruzione
della scala ReTos
4.1
Le analisi statistiche
Per la costruzione della Scala ReTos sono stati utilizzati due tecniche di analisi
statistica (analisi fattoriale e analisi delle componenti principali) che, pur
partendo da ipotesi diverse, possono essere utilizzate insieme al fine di avere
una conoscenza più approfondita del fenomeno stesso. Sulla base dei risultati
delle diverse analisi fattoriali, si è arrivati a scegliere una scala formata da 5
fattori sulla base e 11 indicatori che costituiscono la scala ReTos. Di seguito
sono riportati gli output relativi all’analisi finale, la matrice dei punteggi
fattoriali e l’elenco degli indicatori. Nel paragrafo successivo verranno
analizzati nel dettaglio i singoli fattori.
53
Items
ha un’andatura compromessa
è agitato
Gli indicatori sono stati rivisti dal gruppo di lavoro e tradotti in items al fine di
migliorane la comprensione e la condivisione da parte del personale sanitario
che utilizzerà tale strumento.
4.2
Descrizione dei fattori
Fattore 1 (Factor1): Disturbi motori
Il primo fattore, costituito da 3 items, rappresenta la dimensione latente
legata ai disturbi motori quali andatura e mobilità nel compiere le
attività quotidiana e un indicatore legato alla necessità di assistenza negli
spostamenti. Questo primo fattore spiega il 61% della varianza totale e
tutti gli items sono positivamente correlati all’evento. Le saturazioni degli
indicatori variano tra 0,55 (i_12-necessità di assistenza negli spostamenti)
e 0,64 (i_14-andatura compromessa) mentre il valore di Cronbach è pari a
0,70 per i tre items. La debolezza e i problemi d’andatura sono le più comuni
cause di caduta e questo spiega il peso di tale fattore nell’analisi. Il 40% dei
pazienti osservati ha una difficoltà nel compiere le attività quotidiane e questo
indicatore è significativamente associato alle cadute (OR 1,88 p=0,00) così
come l’indicatore i_14-andatura compromessa (OR 2.26) che rappresenta
anche il fattore con maggiore saturazione nella matrice dei factor loading.
Nell’analisi multivariata l’unico fattore che resta significativamente associato
al rischio di caduta è l’indicatore i_14 con valore dell’OR elevato (OR 1.85).
54
Sia l’analisi fattoriale che l’analisi logistica confermano che il fattore di rischio
maggiormente predittivo per le cadute, relativamente ai disturbi motori, è
avere un’andatura compromessa.
55
precedenti al ricovero è molto bassa (23,4%) così come coloro che hanno
avuto episodi di vertigini (28,4%).
4.3
Stima dei pesi e determinazione dello score di rischio
56
punteggio
Items
assegnato
4) Ha problemi di udito? 5
5) Ha difficoltà nel compiere le sue attività quotidiane (spogliarsi, vestirsi, igiene
personale)?
2
punteggio
Items
assegnato
1) E’ caduto o ha rischiato di cadere nel corso degli ultimi sei mesi? 2
2) Ha manifestato episodi di vertigini o capogiri nel corso degli ultimi sei mesi? 1
3) La vista le crea problemi nelle attività di vita quotidiana? 2
4) Ha problemi di udito? 2
5) Ha difficoltà nel compiere le sue attività quotidiane (spogliarsi, vestirsi, igiene
personale)?
3
57
58
5.
I risultati:
la predittività
delle scale
di valutazione
dei pazienti a rischio
di caduta
59
Essendo le singole scale di rischio un’aggregazione di items diversi della
scheda ReToss iniziale, al fine di garantire una maggiore confrontabilità tra le
stesse e attendibilità nei punteggi finali assegnati ai singoli pazienti, le analisi
che seguono sono state effettuate solo su quelle schede che presentavano
tutte le variabili, relative ai fattori di rischio all’ingresso, complete.
Scala Conley
I pazienti osservati sono stati valutati secondo la scala Conley composta da
6 indicatori per la valutazione del rischio di caduta. I pazienti a rischio di
caduta, ovvero con un punteggio maggiore di 2, risultano essere il 31,4% del
totale dei pazienti analizzati. Dei pazienti caduti, 116 (47,3%) presentano un
punteggio maggiore di 2 e quindi a rischio mentre il 19% è riportato un valore
pari a zero e quindi di assenza di rischio. La scala Conley assegna punteggi
maggiori agli indicatori di valutazione dello Stato Mentale, se confrontiamo
infatti il punteggio complessivo con tali indicatori l’85% dei pazienti risulta
essere ad alto rischio. Qualche dubbio si pone comunque sulla capacità
predittiva degli indicatori della scala Conley. Sono stati quindi verificati i livelli
di sensibilità, specificità, predizione positiva e probabilità pre test (prevalenza)
della scala. Il livello di sensibilità della scala è del 47%, la sua specificità è
del 69%. Ciò significa che essa non consente di individuare molti pazienti a
rischio di caduta che effettivamente cadranno (veri positivi) ma è più specifica,
per cui include meno pazienti nella categoria a rischio che non cadranno.
60
I pazienti che sono risultati positivi per il rischio caduta, quando sottoposti a
screening con la scala Conley, sono caduti nel 3% dei casi (valore predittivo
positivo 0.03), mentre coloro che sono risultati non a rischio, non sono
effettivamente caduti nel 99% dei casi (valore predittivo negativo 0.99). Infine
la probabilità pre-test (prevalenza) è pari al 2%. I valori mostrano un basso
livello di sensibilità e specificità.
Scala Morse
La scala Morse è composta da 6 items ciascuno con punteggio diverso; il
punteggio totale va da un minimo di 0 ad un massimo di 150. Alcuni studi
propongono un cut-off di 45 oltre il quale il paziente è a rischio mentre
alcuni autori propongono una stratificazione in 3 classi: 0-24 = (paziente
con basso rischio), 25-50 = ( paziente a rischio di caduta), > 51= (paziente
a massimo rischio). Sulla base del valore di cut-off pari a 45 il 44,6% dei
pazienti indagati sono stati classificati come a rischio di caduta. Dei pazienti
caduti il 66% presentano un punteggio maggiore di 45 e quindi a rischio
mentre per circa il 3% è riportato un valore pari a zero e quindi di assenza
di rischio pur avendo subito una caduta nel periodo di osservazione. Il livello
di sensibilità della scala è del 66%, la sua specificità è del 56%. In questo
caso la scala è in grado di individuare più pazienti a rischio di caduta che
effettivamente cadranno mentre ha una minore capacità di escludere pazienti
che non cadranno. Questo risultato era atteso in quanto la scala Morse è
caratterizzata da molti indicatori che rilevano lo stato di mobilità dei pazienti
che, come abbiamo visto in precedenza, presentano il maggior livello di
sensibilità.
I pazienti che sono risultati positivi per il rischio caduta, quando sottoposti a
screening con la scala Morse, sono caduti nel 3% dei casi (valore predittivo
positivo 0.03), mentre coloro che sono risultati non a rischio, non sono
effettivamente caduti nel 99% dei casi (valore predittivo negativo 0.99).
Scala Stratify
La scala Stratify è composta da 5 indicatori e come per la Conley gli autori
hanno individuato come soglia (cut-off) un valore pari a due. La percentuale
di pazienti a rischio di caduta, secondo la scala Stratify, risultano solo l’8%
circa dei pazienti analizzati. Dei pazienti caduti, 28 (11,4%) presentano un
punteggio maggiore di 2 e quindi a rischio mentre per il 27% è riportato
un valore pari a zero e quindi di assenza di rischio. Per completezza di
informazioni sono stati verificati i livelli di sensibilità, specificità, predizione
positiva e probabilità pre test (prevalenza) della scala. Il livello di sensibilità
della scala è molto basso 11% mentre la sua specificità è alta 92%. La scala
non consente di individuare molti pazienti a rischio di caduta che effettivamente
61
cadono (veri positivi) ma è molto specifica per cui include pochi pazienti nella
categoria a rischio che non cadranno.
Scala ReTos
Come già detto, ad ogni items della scala ReTos è stato assegnato un
punteggio attraverso due metodi: Approccio analitico statistico (metodo ACP)
e Consultazione degli esperti (metodo di Thurstone). I pesi finali “standard”,
da utilizzare per il calcolo dello score di rischio, sono stati determinati con
il metodo di consultazione degli esperti (vedi tabella 56). Questo ci ha
permesso di individuare un continuum su cui collocare i singoli individui
sulla base della presenza/assenza dei fattori di rischio rilevati attraverso
la scala ReTos. Il passo successivo dell’analisi è stato quello di valutare la
capacità discriminante della scala; per fare ciò è necessario individuare
un valore soglia oltre il quale i pazienti sono classificati come a rischio. Le
analisi che seguono, relative alla determinazione del valore soglia (cut-off),
costituiscono un riferimento preliminare e rappresentano un primo passo per
l’identificazione di valori soglia della scala ReTos. Se costruiamo un grafico
sui diversi livelli decisionali di specificità e sensibilità (figura 10) della scala
ottenuta con il metodo di Thurstone, per ognuno di questi livelli otteniamo
dei punti che ci permetteranno di costruire una curva spezzata. Osservando
il grafico, nella zona compresa tra i punteggi 6 e 7, i valori di sensibilità
e specificità risultano essere entrambi abbastanza alti, potremmo quindi
individuare come soglia il valore 7.
1.00
4
3
0
1
2
3
4
0.75
7
Sensitivity
0.50
8
9
10
0.25
11
12
13
14
15
16
0.00
17
18
19
20
21
62
maggiori di pazienti classificati come a rischio si rilevano nelle Geriatrie,
Lungodegenze, Neurochirurgie e nei reparti di Riabilitazione.
1.96 2.718281828
63
Tra i pazienti caduti, il 69% presenta un punteggio maggiore di 7, a rischio
più “alto” mentre per circa il 3% è riportato un valore pari a zero e quindi
di assenza di rischio. Il livello di sensibilità della scala, sulla base del valore
soglia individuato, è pari al 69% mentre la sua specificità è 52%. La scala
ReTos presenta valori degli indici di predittività molto simili alla scala Morse
anche se l’area sottesa alla curva ROC risulta essere leggermente inferiore
rispetto a quest’ultima (62%).
64
6.
I risultati:
la qualità percepita
della scala ReTos
31
08
38
05
< 2 minuti
2-3 minuti
3-5 minuti
5-10 minuti 18
> 10 minuti
65
Nella fig. 11 si può apprezzare come nella maggior parte dei casi il tempo
impiegato nella compilazione della Scala ReTos è stato inferiore ai 5 minuti
(61,2%) e solo nell’8% dei casi superiore ai 10 minuti. Per quanto riguarda la
facilità di somministrazione, due terzi degli operatori hanno ritenuto questo
aspetto della Scala da soddisfacente a ottimo.
36
28
25
07
04
Per quanto riguarda la capacità dello strumento di tenere conto degli effettivi
fattori di rischio del paziente e l’utilità della rivalutazione periodica, la
maggior parte degli infermieri sostiene che la ReTos sia almeno soddifacente
per questi aspetti. Le stesse frequenze si apprezzano nel voto complessivo
dato alla scala.
32
28
26
10
05
66
Infine, per quanto attiene all’accettabilità della valutazione da parte dei
pazienti, i risultati sono confortanti in quanto ben il 42,5% degli infermieri
ritiene che la scala abbia un livello di accettazione buono o ottimo.
34
28
19
11 09
67
68
7.
Le esperienze
delle aziende
69
della persona e della sua presa in carico, per migliorare la sicurezza e la
qualità dell’assistenza infermieristica erogata.
Da sempre il personale infermieristico si è dimostrato sensibile ai problemi
legati alla sicurezza della persona, ritenendo il lavoro in equipe e la visione
sistemica dell’errore come indispensabili ad aumentare la consapevolezza, la
previsione e la preparazione ad affrontare i rischi connessi alla soluzione dei
problemi di salute della persona.
Il progetto è stato implementato all’interno della Azienda Ospedaliero
Universitaria Careggi seguendo le linee di indirizzo del progetto regionale sia
per la scelta delle aree di attività, sia per la programmazione degli interventi
formativi precedenti alla attuazione della sperimentazione sul campo.
Il personale sia infermieristico che medico coinvolto ha contribuito al
dibattito che si è andato delineandosi da subito sia sull’organizzazione che
sull’implementazione del progetto. I contributi sono stati importanti sia per
lo spessore che per la qualità degli interventi e hanno permesso ai referenti
aziendali del progetto di agire secondo delle indicazioni coerenti con il
mandato e con le aspettative di chi sperimentava sul campo.
I facilitatori, reclutati sulla base di un interesse professionale per lo strumento
oggetto della rilevazione, sono risultati fin da subito, insieme al supporto
sempre presente dei coordinatori infermieristici, la chiave organizzativa
nevralgica perché la sperimentazione avesse successo e fosse promossa fra
i professionisti.
Altresì la puntualità e la precisione degli interventi formativi d’aula hanno
creato quel clima di condivisione necessario per un evento che si sarebbe
trasferito nella realtà operativa con periodi di rilevazione estesi nel tempo.
L’impegno sia dei rilevatori che dei facilitatori, in un periodo di inizio della
rilevazione critico, quale quello estivo, ha garantito un risultato estremamente
importante sia qualitativamente che quantitativamente.
L’interesse manifestato nel testare lo strumento è andato ogni previsione
sperata. I professionisti hanno riconosciuto sia la strategicità che la necessità
di lavorare ulteriormente su strumenti di accertamento del rischio nell’
interesse della sicurezza della persona ricoverata.
All’interno del progetto che prevedeva l’analisi delle cadute avvenute nel
periodo di rilevazione è risultata particolarmente interessante la fase di
costruzione degli Audit interni relativi agli eventi più significativi. L’obiettivo
è stato di coinvolgere tutti i professionisti nelle aree di attività effettuando
una revisione dei singoli eventi in una ottica il più possibile sistemica. È stato
interessante il crescente interesse che veniva a crearsi in merito alla revisione
e all’analisi dell’evento. Gli audit effettuati hanno prodotto una revisione sia
in merito alla appropriatezza di alcune attività, sia una riflessione in merito al
contesto strutturale e tecnologico nel quale si operava.
70
Successivamente questa esperienza è stata inserita da parte dell’AOUC
all’interno di numerosi seminari formativi in relazione al Rischio Clinico e
l’implementazione delle buone pratiche, ed è stato importante constatare
come fosse vivo l’interesse sull’argomento della prevenzione delle cadute
da parte delle aree di attività non inserite nel progetto. I seminari hanno
determinato una informativa e una aspettativa per una futura applicazione
della scheda ReTos, sulla buona pratica per la prevenzione delle cadute,
all’interno della nostra Azienda che speriamo di poter soddisfare a breve
termine attraverso uno strumento ufficiale e validato quale quello in oggetto.
71
• come si distribuisce per sesso e fascia di età l’evento caduta
• quando l’evento caduta comporta danno al paziente
• la distribuzione temporale del fenomeno
• i siti ospedalieri di maggiore accadimento
• la modalità della caduta (spesso è avvenuta nel tentativo di scendere dal
letto)
72
studio e quindi, la loro valutazione, è decisamente positiva. Il tempo che
gli infermieri reputano necessario per la somministrazione della scala ReTos
risulta inferiore a 5 minuti nel 76% dei casi.
Risultati raggiunti
La formazione, la sensibilizzazione e la predisposizione e condivisione
dei “materiali” da utilizzare ha reso i partecipanti al progetto consapevoli
delle criticità interne ai processi, ha responsabilizzato rispetto al compito
di segnalare gli eventi avversi, di partecipare alle iniziative di analisi e ad
attivarsi per migliorare la sicurezza dei pazienti.
La segnalazione e la condivisione dell’analisi di eventi potenzialmente
dannosi ha rappresentato il punto di partenza per i gruppi di lavoro orientati
alla “attuazione” delle buone pratiche.
Prospettive di sviluppo
Le azioni di prevenzione delle cadute e la buona pratica regionale saranno
implementate in tutte le UU.OO. che hanno partecipato alla sperimentazione.
E’ auspicabile che successivamente l’implementazione avvenga in tutte le
UU.OO. che ricoverano pazienti con gli stessi criteri di inclusione previsti per
lo studio.
73
• Zona Valdarno – UU.OO. di Medicina Interna A e B – Medicina D’Urgenza
– cardiologia – Chirurgia;
• Zona Valdichiana – UU.OO. di Medicina Interna – Chirurgia – Ortopedia;
• Zona Casentino – UU.OO. di Medicina Interna – Chirurgia;
• Zona Valtiberina – UU.OO. di Medicina Interna – Chirurgia – Ortopedia.
A gennaio 2007 una edizione del corso di formazione per Facilitatori per
la Gestione del Rischio Clinico inserito nel Piano Formativo 2007, è stata
completamente dedicata al progetto per la prevenzione delle cadute in
ospedale.
In questa edizione sono stati coinvolti gli operatori delle UU.OO. inserite nel
progetto di studio che avrebbero svolto il ruolo fondamentale di Facilitatore
GRC. Un primo passaggio informativo è stato fatto invitando i Direttori, i
Coordinatori Infermieristi e i Facilitatori delle UU.OO. interessate e il
responsabile della U.O. SPP nell’incontro di Area Vasta di presentazione del
progetto. In collaborazione con la U.O. Formazione Permanente sono stati
organizzate 12 edizioni itineranti nelle 5 zone sanitarie aziendali, dell’evento
formativo relativo alla modalità di conduzione del progetto e utilizzo degli
strumenti adottati; gli operatori formati sono stati circa 380 suddivisi tra
Infermieri, Medici e OSS.
Prima di introdurre la scheda ReTos nelle realtà operative si è proceduto,
tramite gli operatori afferenti alla struttura SPP, alla valutazione di ambienti e
presidi tramite apposita check list.
Questo è stato un aspetto che ha contribuito a dare forza al progetto in
quanto gli operatori stessi hanno visto prendere in considerazione aspetti
che loro stessi avevano spesso messo in evidenza; per la prima volta un
progetto prendeva in considerazione aspetti ambientali e strutturali che
molto potevano incidere sulle cadute dei pazienti ricoverati, tanto che dopo
una prima valutazione sono state effettuate delle modifiche strutturali che
potessero favorire l’autonomia del paziente e al tempo stesso migliorare il
livello di sicurezza.
La scala sperimentale ReTos non si è dimostrata, fin dall’inizio, uno strumento
di facile utilizzo per gli operatori, ma come per tutti gli strumenti anche per
questa scala si possono elencare i punti di forza e le criticità.
Punti di forza
L’applicazione della scala comporta una attenta e approfondita osservazione
della persona assistita per la quale occorre dedicare necessariamente del
tempo, contribuendo a migliorare la relazione tra operatore – persona
assistita. I dati raccolti nella scala comprendono notizie utili per lo sviluppo
del piano assistenziale.
74
Criticità
L’impegno richiesto per la compilazione della scheda è stato elevato e spesso
in condizioni con carico di lavoro elevato
Difficoltà nel somministrare la scala a soggetti anziani non collaboranti e
spesso accompagnati da badanti con difficoltà ad esprimersi e quindi a riferire
dati importanti. Difficoltà nel rispettare le procedure di codifica (inchiostro
nero, non fuori dai campi, se errore compilare nuovamente tutta la scheda).
Non avendo ancora definito uno score, al momento non ci aiuta a predire
una possibile caduta o a considerare quel soggetto potenzialmente a rischio
di caduta.
Evidenziate le criticità abbiamo deciso di convocare i facilitatori e i coordinatori
infermieristici per un duplice motivo, dare un feed-back a metà progetto ma
soprattutto renderli ancora una volta partecipi di un percorso che li vede
e li vedrà sicuramente protagonisti. Questo incontro è servito anche per
confermare certe informazioni rese note all’inizio del progetto quali il massimo
riconoscimento Ecm a tutti gli operatori sanitari (facilitatori e valutatori). Una
volta terminata la fase sperimentale alcune UU.OO. hanno chiesto di poter
continuare ad utilizzare certi items presenti nella scala ReTos poichè ritenuti
utili nell’anamnesi infermieristica ma soprattutto perchè validi “campanelli
di allarme” e quindi indicatori predittivi di cadute per certi pazienti nella
convinzione che un’assistenza di qualità giova al paziente, all’operatore, al
cittadino e all’intera comunità.
75
76
8.
Conclusioni
Dall’analisi della casistica emerge una elevata coerenza con quanto indicato
in letteratura, sia relativamente ai fattori di rischio che per il luogo e le
modalità con cui si verificano le cadute.
Infatti, i fattori intrinseci maggiormente predittivi sono risultati essere quelli
relativi alla mobilità, all’andatura e allo stato mentale. Sulla base dei
risultati dell’analisi logistica, avere un’andatura compromessa rappresenta
un indicatore fortemente correlato al rischio di cadute (OR 2.26 p=0.000)
così come spostarsi aggrappandosi agli arredi (OR 1.82 p=0.000) e avere
un’alterazione della capacità del giudizio e del senso del pericolo (OR 1.64
p=0.000).
Dalla revisione della letteratura emergono invece dati contraddittori per
quanto riguarda l’età quale fattore di rischio. Alcuni studi non rilevano l’età
come un fattore determinante; altri riportano invece che i pazienti con un’
età superiore agli 80 anni sono da considerarsi ad alto rischio di caduta. In
tal senso è da sottolineare che, 12 dei 16 pazienti che hanno subito l’evento
caduta più di una volta durante il ricovero, hanno un’età compresa tra i 75 e
gli 85 anni. Al fine di valutare la presenza di una associazione statisticamente
77
significativa tra il ripetersi dell’evento e l’età, è stata effettuata un’analisi di
regressione di Poisson.
L’analisi ha evidenziato un maggior rischio di caduta ripetuta per i soggetti in
età compresa tra 75-79 anni (p=0,04) e 80-85 anni (p=0.05). Anche il dato
sulle cadute pregresse è coerente con quanto indicato in letteratura; infatti,
aver subito una caduta nei sei mesi antecedenti al ricovero, aumenta il rischio
per il paziente di ripetere l’evento (OR 1,6 p=0.00). Fino a poco tempo fa
la paura di cadere era considerata una conseguenza legata al dramma
psicologico derivante da precedenti cadute.
Oggi la ricerca mostra che la paura di cadere riguarda anche gli anziani che
non sono caduti e gli studiosi ritengono che sia legata a diversi fattori fisici,
psicologici e funzionali che accompagnano l’età avanzata.
Da diversi studi prospettici di coorte si evince che un soggetto anziano con
paura di cadere sembra essere a rischio di una caduta successiva. Pertanto,
la paura connessa al cadere è un importante elemento da considerare,
riconoscere e misurare quando si conduce la valutazione di soggetti anziani
e si programmano interventi preventivi.
Non vengono invece confermati i risultati di ricerche effettuate a proposito
dell’incontinenza: l’uso frequente del bagno, dovuto ad incontinenza o diarrea,
non risulta essere un fattore predisponente al rischio caduta nell’anziano (OR
1.13 p=0.36; OR 1.23 p=0.26). Il dato è confermato anche da quanto
riportato sulle schede di analisi delle cadute dalle quali si rileva che solo il 7%
dei pazienti caduti presentava problemi di eliminazione.
Tranne che per le specialità di Medicina Generale, i risultati dello studio
confermano quanto indicato in altri studi sui reparti a maggior rischio. Si
evince infatti che sono a maggior rischio, per le caratteristiche cliniche dei
pazienti ivi ricoverati, la Riabilitazione, la Neurologia e la Geriatria.
Il dato che merita invece una maggiore attenzione è quello relativo alle unità
di Oncologia dove il valore dell’incidenza per 1000 pazienti giorno, pari a
2,28, è tra i più alti rilevati. Nella lettura del dato di incidenza dobbiamo
comunque tenere conto che la numerosità dei pazienti caduti per tipologia
di reparto è molto bassa. Il luogo dove maggiormente si verifica l’evento
caduta è la stanza di degenza con una maggiore frequenza della dinamica
“scendeva/saliva dal letto”.
Per quanto riguarda la modalità di caduta, il dato che fa più riflettere è quello
relativo ai 27 pazienti caduti dal letto nonostante le spondine.
Anche se è difficile fare una valutazione a posteriori su questa specifica
modalità di caduta non avendo a disposizione informazioni aggiuntive, lo
studio conduce a sostenere che le spondine non andrebbero mai utilizzate se
esiste la possibilità, da parte del paziente, di scavalcarle e che, laddove ritenute
necessarie a consentire una adeguata gestione del paziente disorientato, non
78
dovrebbero delimitare tutta la lunghezza del letto. Le cadute da scivolamento
dalla sedia o dalla sedia a rotelle potrebbero essere prevenute con l’uso di
arredi idonei.
Per quanto riguarda i fattori ambientali e correlati ai presidi il letto, i pavimenti,
la struttura della camera e del bagno sembrano influire maggiormente
sull’aumento di probabilità di caduta ma solo come fattori secondari alle
condizioni cliniche del paziente. In presenza di condizioni ambientali
sfavorevoli, una buona illuminazione, specialmente quella notturna, letti
disarticolati e a massima movimentazione verso il pavimento e i corrimano
nei percorsi più usati dai pazienti, possono aiutare nella prevenzione. I valori
degli indici di caduta (Tabella 25) risultano essere in linea con quanto riportato
in letteratura.
Prevalenza Incidence Rate
periodale *1000 *1000pdy
dimissioni
Schede analisi cadute totali registrate nel periodo in studio
Fallers (N=422) 8,2 0.89
Falls (N=443) 8,6 0.94
Schede analisi cadute con ReToss
Fallers (N=278) 5,4 0.59
Falls (N=294) 5,6 0.62
79
esperti, nella definizione dei pesi, ha portato ad un diverso ranking degli
items. Le differenze più rilevanti emergono per tre indicatori:
• assunzione dei farmaci (items 11);
• difficoltà negli spostamenti con richiesta di aiuto (items 9);
• aver avuto vertigini o capogiri nel corso degli ultimi sei mesi (items 2).
Per questi items si inverte l’ordine di importanza: mentre con il metodo
analitico vengono attribuiti punteggi alti a tali items, con il secondo metodo i
pesi risultano invece essere i più bassi.
Come rilevato dalla analisi dei livelli di sensibilità e specificità, l’utilizzo in
ambito clinico delle quattro scale di valutazione del rischio mostra delle
incertezze.
Se la scala Morse presenta un maggior livello di sensibilità (0.65) consentendo
quindi di individuare più pazienti a rischio di caduta che effettivamente
cadranno (veri positivi), di contro presenta un minor livello di specificità (0.56)
non consentendo di limitare la selezione dei pazienti a rischio includendo in
tale fattispecie molti pazienti che non cadranno (falsi positivi).
Per la Stratify e la Conley la valutazione è opposta: la sensibilità è molto
bassa, rispettivamente 0.14 e 0.45.
Queste due scale individuano quindi pochi pazienti a rischio di cadere che
manifesteranno l’evento durante il ricovero mentre sono molto specifiche
(0.88 e 0.69) includendo quindi nella categoria a rischio pochi pazienti che
effettivamente non cadranno.
Per tutte le scale si rileva un basso valore predittivo positivo ma un alto valore
predittivo negativo.
Per quanto riguarda la scala ReTos, se consideriamo i dati emersi dalla
valutazione del livello di sensibilità, il 69% dei pazienti caduti era a rischio.
La ReTos consente quindi di individuare più pazienti a rischio di caduta che
effettivamente cadranno (veri positivi) rispetto alle altre scale analizzate.
Di contro, la scala riesce ad individuare solo il 3% di pazienti a rischio che
sono effettivamente caduti (valore predittivo positivo 0.03) mentre il valore
predittivo negativo (0.99) consente di individuare il 99% dei pazienti non a
rischio che hanno alta probabilità di non cadere.
Come ci si può attendere nel caso di eventi rari, la scala ReTos è piuttosto
predittiva per quanto riguarda l’individuazione dei pazienti che non cadranno,
ma lo è molto meno nell’individuazione di soggetti con alta probabilità di
caduta.
La tabella 26 presenta, confrontandoli tra loro, gli indici di predittività delle
scale analizzate nello studio.
80
1.96 2.71828
81
rimanda, in relazione ad esso, alla scelta diretta da parte del professionista
infermiere e medico delle specifiche azioni di prevenzione. A tal fine la scala
contiene nella sua struttura tutte le specifiche indicazioni di buona pratica
attivabili dall’operatore. La rilevanza di questo progetto è anzitutto di carattere
metodologico e costituisce un punto di partenza per introdurre negli ospedali
uno strumento atto a monitorare e ridurre la frequenza del fenomeno cadute
e a migliorare, di conseguenza, lo standard di sicurezza per gli assistiti.
Lo studio rappresenta quindi una importante esperienza di attuazione dei
programmi miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria e concorre
in maniera significativa a delineare uno degli ambiti di maggiore e specifico
interesse per l’assistenza infermieristica. Realizzare a favore della collettività
degli utenti del sistema dei servizi sanitari programmi di miglioramento della
qualità dei servizi e dell’assistenza per quanto attiene alla prevenzione delle
cadute, non può prescindere dalle seguenti azioni:
• sensibilizzare tutto il personale ospedaliero impegnato nell’assistenza e
nella cura dei pazienti sull’importanza del fenomeno;
• sensibilizzare e informare il paziente e i familiari sul rischio di caduta;
• individuare i soggetti che per particolari condizioni cliniche pregresse o in
atto sono a maggior rischio di caduta;
• monitorare tutti quei fattori ambientali che possono influire sull’evento
caduta o aumentarne il rischio.
Tenuto conto delle ripercussioni che l’evento caduta può avere sia sulla salute
dei pazienti che sul sistema ospedaliero in termini di aggravio economico e
organizzativo, risulta evidente la necessità di attivare specifici programmi di
prevenzione soprattutto per i soggetti in età geriatrica. In conclusione, una
valutazione continua dei principali fattori di rischio di cadute, resa possibile
anche grazie all’uso di semplici scale di misura, dovrebbe entrare a far parte
dei sistemi di prevenzione del rischio di caduta in ambito ospedaliero. Per
realizzare questo importante obiettivo a conclusione del progetto di ricerca è
stata elaborata, nell’ambito delle azioni di indirizzo e valutazione del sistema
regionale di gestione del rischio clinico, e approvata da parte degli organismi
regionali preposti (Consiglio Sanitario Regionale e Giunta Regionale) una
specifica Buona Pratica (inclusa nel Vademecum allegato al presente volume).
La struttura e il contenuto della Buona Pratica costituisce il risultato di maggiore
impatto sulla sicurezza e qualità dell’assistenza ai pazienti ricoverati nelle
strutture del servizio sanitario della Regione Toscana.
82
9.
Bibliografia
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87
88
10.
Allegati
89
Allegato A
90
91
Scheda di segnalazione*
delle cadute in ospedale
(da consegnare al facilitatore)
Operatore
Descrizione (luogo e dinamica, eventuali conseguenze):
Evento
Paziente
Data Soggetto N° nos.
Ora caduto
Visitatore
Data segnalazione
Allegato B
92
Scheda di analisi
delle cadute in ospedale
Medico Medico in formazione Medico consulente Tecnico
SEGNALATORE (professione)
Infermiere Infermiere in formazione OTA/OSS Altro
Data segnalazione Reparto / Servizio
Paziente Anno di nascita Sesso M F N° nos.
Visitatore*
compilare solo descrizione evento (vedi retro)
*
Valutato con la Scala ReToss Si No
Modalità caduta: Dal letto Dal letto con spondine Dalla sedia a rotelle Dalla sedia
Dalla barella Dalla barella con spondine Dalla posizione eretta Non rilevato
Allegato C
93
Scheda di analisi
delle cadute in ospedale
Descrizione evento:
94
Check list
sicurezza ambiente e presidi
Unità Operativa o Servizio Valutatori (SePP, GRC)
Reparto con accesso libero secondo i criteri dell’ospedale aperto Si No
LETTI: Adattabilità in altezza Spondine adattabili in altezza Luce tra sbarre/sponde < 10 cm
Spondine rimovibili Spondine completamente abbassabili
Campanelli chiamata raggiungibili Ruote efficienti Freni efficienti
ASTE PER FLEBO: Integrate nel letto Regolabili in altezza Ruote efficienti Base a cinque piedi
Allegato D
95
Check list
sicurezza ambiente e presidi
Appunti
96
Regione Toscana Agenzia Regionale di Sanità
V.Taddeo Alderotti 26 N Via Vittorio Emanuele II, 64
50139 Firenze Villa Fabbricotti
Tel. 055 43.83.325 Fax 055 43.83.466 50134 Firenze
rischio.clinico@regione.toscana.it
Azienda___________________________
Nome reparto_______________________
Codice reparto______________________
Allegato E
97
98
11.
Vademecum degli
strumenti operativi
per la prevenzione
delle cadute
in ospedale
La scala ReTos
La scala ReTos (allegato 1) è uno strumento di valutazione del rischio di
caduta dei pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere del SSR, finalizzato
ad orientare le attività di prevenzione del rischio di caduta. La ReTos è
stata validata per pazienti con età maggiore o uguale a 65 anni in stato
di coscienza, per ricoveri della durata superiore alle 24 ore, per cui se ne
raccomanda l’utilizzo secondo i medesimi criteri dello studio di validazione.
La ReTos è organizzata in 3 sezioni: Domande da rivolgere al paziente (D),
Osservazioni sulle condizioni di salute del paziente (O) e Rilevazioni sulla
documentazione clinica (R). La sezione D prevede 5 domande che l’infermiere
chiede direttamente al paziente, che risponde con l’eventuale supporto dei
familiari o del tutore. La sezione O prevede 4 osservazioni che l’infermiere
conduce valutando le condizioni di salute indicate.
99
La sezione R contiene 2 rilevazioni da effettuare consultando la documentazione
clinica disponibile.
I risultati della valutazione con la ReTos possono essere monitorati nel tempo
incrociando i dati con il monitoraggio delle cadute. Il layout della ReTos ne
consente l’eventuale lettura ottica con gli appositi strumenti, se correttamente
compilata.
Modalità di applicazione
L’infermiere al momento del ricovero del paziente ha la responsabilità di
applicare la Scala ReTos per la prima volta e di inserirla all’interno della
cartella del paziente. La fase di ingresso del paziente è da considerarsi
entro le prime 24 ore dall’ammissione in rerparto. Durante il ricovero, agli
eventuali terzo e quinto giorno di degenza e in caso di significative variazioni
delle condizioni cliniche del paziente, l’infermiere applicherà nuovamente
la ReTos, riservandosi la decisione di proseguire con ulteriori valutazioni
impiegando più schede ReTos in caso di ricoveri prolungati. La ReTos fa parte
della documentazione clinica e in quanto tale va conservata nella cartella
del paziente. In caso di riscontro delle condizioni previste nelle domande D,
nelle osservazioni O e nelle rilevazioni R, l’infermiere che applica la scala
annerisce il cerchietto a fianco del punteggio indicato nell’apposita cella alla
destra del quesito. Dopo aver completato la valutazione, l’infermiere somma
i punteggi ottenuti e indica il totale nell’apposita cella. Il punteggio totale
ottenuto determina lo Score Rischio di Caduta del Paziente (RCP).
100
accompagnatori. Le vertigini sono defininte come alterazione della sensibilità
spaziale con sensazione di rotazione. È causata da un’alterazione dei rapporti
tra il proprio schema corporeo e l’ambiente circostante Può essere associata
a sudorazione, nausea, vomito, pallore cutaneo, ipotensione, nistagmo,
bradicardia, acufeni e a disturbi dell’equilibrio.
3. La vista le crea problemi nelle attività di vita quotidiana?
La diminuzione dell’acutezza visiva si può manifestare con modalità diverse:
visione profondamente sfocata, restrizione del campo visivo (come se si
guardasse il mondo attraverso un tubo), presenza di macchie scure che
coprono le immagini. L’item include tutte quelle situazioni riferite dal paziente
o dai familiari/accompagnatori in cui il deficit della vista ha causato problemi
o limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane (con o senza strumenti
correttivi).
4. Ha problemi di udito?
Sono incluse tutte le riduzioni unilaterali o bilaterali della capacità uditiva
riferite dal paziente o dai familiari/accompagnatori.
5. Ha difficoltà nel compiere le sue attività quotidiane (spogliarsi, vestirsi,
igiene personale)?
L’item include le difficoltà riferite dal paziente o dai suoi familiari/
accompagnatori a compiere le attività quotidiane, che possono dipendere
da limitazioni funzionali di tipo fisico o cognitivo comportamentale. Si fa
in particolare riferimento allo spogliarsi, al vestirsi e all’effettuare l’igiene
personale in quanto si tratta di situazioni in cui si può verificare l’evento
caduta durante il ricovero.
101
• senza uso di ausili aggrappandosi agli arredi;
• con asta per flebo, sacchetto urine, drenaggio e pertanto necessita di una
persona che lo aiuti negli spostamenti.
Sono inclusi i pazienti che si muovono in almeno una delle condizioni indicate
e quindi per potersi spostare in sicurezza hanno bisogno di una persona che li
aiuti negli spostamenti. L’item include anche i casi di pazienti che rispondono
ad una delle condizioni ma che rifiutano l’assistenza negli spostamenti.
Neurologiche e
Cerebrovascolari Cardiache
psichiatriche
Ictus Angina pectoris Cefalea
TIA Aritmie cardiache Demenza
Infarto acuto del
Trauma cranico Disturbi mentali
miocardio
Tumori cerebrali Ipertensione arteriosa Epilessia
Malattia di Alzheimer
Scompenso cardiaco Malattia di Parkinson
Sclerosi multipla
11. Si rileva che il paziente assume almeno uno dei farmaci per uso sistemico
appartenenti alle seguenti tipologie:
• vasodilatatori
• antiipertensivi
• diuretici
• antistaminici
• antidolorifici
• psicotropi
102
alla Scheda Terapeutica Unica dove dovrebbero essere indicate tutte le terapie
prescritte.Alla valutazione in ingresso è opportuno che l’infermiere verifichi
anche i farmaci assunti dal paziente prima del ricovero, con l’eventuale aiuto
di un medico. Nella seguente tabella 1 vengono fornite indicazioni generali
relative ad alcune categorie di farmaci che possono influire sul rischio di
caduta. Per ciascuna categoria viene riportato anche il corrispondente codice
della classificazione internazionale ATC. Poiché per ciascuna categoria i
possibili principi attivi (sostanza farmacologica) e i relativi nomi commerciali
sono numerosissimi, non è stato possibile né sembra opportuno stilare un
elenco completo. Nel caso ci siano dubbi, è possibile risalire alla categoria
di appartenenza di un singolo farmaco conoscendone il nome commerciale
e, attraverso quest’ultimo, consultando il prontuario terapeutico (nazionale o
ospedaliero), che dovrebbe essere disponibile in ogni reparto.
103
Diuretici
Farmaci che stimolano la secrezione di acqua e sali
dai reni aumentando la produzione e secrezione
dell’urina (diuresi). I diuretici possono essere
C03
prescritti in diverse patologie acute o croniche
per le quali è necessario ridurre il carico di liquidi
nell’organismo. Alcuni diuretici vengono prescritti
per il loro effetto
Antistaminici per uso sistemico
Sostanze che agiscono come antagonisti degli
effetti farmacologici dell’istamina inibendone
la liberazione oppure bloccandone i recettori.
Vengono usati soprattutto per prevenire o ridurre
reazioni allergiche. R06
Per il nostro studio interessano soltanto i farmaci
antistaminici somministrati per bocca o per via
venosa. Sono esclusi gli antistaminici per uso locale
(creme).
N02
Antidolorifici
(analgesici, oppioidi
Farmaci usati nei casi di dolore acuto e cronico,
e non)
diminuiscono la sensibilità al dolore attenuandone
la percezione. Comprendono sostanze stupefacenti
M01
e non. Sono usati a scopo antidolorifico anche
(antinfiammatori)
farmaci antinfiammatori e antireumatici che
includono gli antinfiammatori non steroidei (FANS)
M01A (FANS)
Score RCP
Il punteggio dei singoli fattori di rischio inclusi nella ReTos è stato ottenuto
mediante l’elaborazione dei risultati dello studio regionale toscano condotto
nel 2007-2008 ed è coerente con le indicazioni della letteratura scientifica.
Il punteggio totale denominato Score RCP ha valore di orientamento del
giudizio dell’infermiere e del medico in merito all’effettivo rischio di caduta
del paziente e delle azioni da intraprendere per contenere il rischio. Non
sono stati definiti eventuali punteggi soglia per mantenere l’attenzione
degli operatori sul significato di ciascun fattore di rischio e per consentire
104
alle strutture operative di definire eventualmente nel tempo i cut-off in
relazione alla propria casistica di pazienti, nonché alle condizioni strutturali
e organizzative presenti. In altre parole, visto che uno Score RCP uguale a
7 può essere ottenuto con un paziente che ha i fattori D1+D5+R10 oppure
D3+O6+O7+R11, il giudizio dell’infermiere in merito all’effettivo livello
di rischio di questi pazienti dovrà tenere conto congiuntamente di ciascun
fattore di rischio e dello Score RCP. Inoltre la differenza tra uno Score 7 e
uno score 14 dovrà essere considerata in relazione alla casistica, al rischio
legato agli ambienti e presidi, alla disponibilità di personale infermieristico
per differenziare l’intensità delle azioni di prevenzione del rischio di caduta.
Il personale medico e infermieristico ha la responsabilità di riportare in
cartella clinica le eventuali azioni intraprese per la prevenzione del rischio di
caduta a seguito di ciascuna valutazione effettuata con la ReTos.
Si ribadisce l’importanza di caratterizzare le misure di prevenzione del rischio
di caduta considerando gli effettivi fattori di rischio del paziente rilevati con
la ReTos e nella valutazione di ambienti e presidi. Le più recenti evidenze
internazionali in materia di prevenzione delle cadute raccomandano infatti
l’adozione di interventi di tipo sistemico sui fattori di rischio comprimibili,
adattando le azioni alle caratteristiche del paziente, dei presidi disponibili
e dello specifico setting clinico-assistenziale. E’ comunque possibile dare
alcune indicazioni di prevenzione del rischio di caduta a carattere generale
e di intensità clinico-assistenziale variabile agli operatori sanitari, individuate
in letteratura e nello studio regionale, a seconda dello Score RCP ottenuto in
riferimento alla casistica locale.
Attività clinico-assistenziali
Rispetto alle attività clinico-assitenziali le indicazioni riguardano la
mobilizzazione precoce, che in tutti i casi riduce il rischio di caduta oltre che
di lesioni da pressione. Per i pazienti con Score RCP aumentato o maggiore
è raccomandato il progressivo incremento della frequenza delle osservazioni
infermieristiche per monitorare eventuali variazioni rilevanti nelle condizioni
del paziente che richiedono una rivalutazione con la ReTos o interventi
assistenziali immediati; l’assistenza del paziente durante l’igiene personale,
visto che la maggior parte delle cadute avviene quando il paziente scende
dal letto per recarsi in bagno, nel percorso dal letto al bagno o in bagno;
la revisione delle terapie farmacologiche da parte del medico al fine di
105
ridurre eventuali farmaci non essenziali che aumentano il rischio di caduta.
Per i pazienti con Score RCP maggiore è da considerare infine l’eventuale
intervento del fisioterapista per mantenere il paziente in condizioni di mobilità
e di autosufficienza.
Altri interventi da considerare in seconda istanza riguardano l’opportunità
di gestire gli eventuali problemi della vista o dell’udito del paziente, nonché
i disturbi cognitivo-comportamentali, con l’intervento di specialisti in
consulenza.
106
25 cm tra il margine della spondina e la testata del letto, in modo tale
da consentire al paziente di scendere in sicurezza se lo desidera. L’utilizzo
delle spondine è consigliato quando il paziente è collaborante e in grado
di comprenderne l’utilità per ridurre il rischio di scivolamento dal letto o
caduta, mentre è sconsigliato se il paziente ha uno stato mentale alterato ed è
scarsamente collaborante, per cui potrebbe tentare di scendere scavalcando
le spondine oppure rimanere con gli arti intrappolati tra le spondine.
In quest’ultimo caso è opportuno abbassare al minimo il livello del letto,
incrementare le osservazioni infermieristiche e/o l’assistenza del caregiver
informale.
L’utilizzo delle spondine è particolarmente consigliato in fase di risveglio da
un trattamento anestesiologico, nonché al momento del parziale recupero
della mobilità a seguito di un periodo prolungato di allettamento. In presenza
del materasso antidecubito le spondine possono diventare inefficaci perché il
piano del letto si alza avvicinandosi o superando il livello della spondina. E’
da evitare l’accoppiamento di spondine con letti non compatibili.
In alcuni letti elettrici di ultima generazione è il paziente stesso, se collaborante
e cosciente, a poter alzare e abbassare il livello del letto e le spondine.
Il design delle spondine è molto vario, si va da sponde rimovibili a tutta
lunghezza con barre di metallo verticali, a sponde a tre quarti con il lato
pieno, integrate nel letto.
I requisiti delle norme tecniche prevedono spondine con almeno tre sbarre
orizzontali con una luce inferiore a 12 cm tra le due sbarre limitrofe e uno
spazio inferiore a 6 cm o superiore a 25 cm tra il margine della spondina e la
testata del letto. Il modello migliore da un punto di vista ergonomico sembra
quello a tre quarti con lato pieno, integrate nel letto, in quanto non pone
problemi di contenzione né rischi di intrappolamento degli arti. E’ necessario
che gli infermieri segnalino agli uffici tecnici la presenza di spondine che
non rispondono ai requisiti delle norme tecniche al fine di rimuoverle dalle
strutture operative e sostituirle con modelli idonei. E’ inoltre auspicabile che
in fase di acquisizione di nuovi letti si tenga conto delle caratteristiche delle
spondine sia dal punto di vista della sicurezza dei pazienti che degli operatori
sanitari.
Nella decisione in merito all’utilizzo o meno delle spondine gli operatori
sanitari sono comunque tenuti a comunicare al paziente l’utilità e i rischi relativi
all’utilizzo delle spondine, tenendo conto delle condizioni del paziente, del
design delle spondine e dell’organizzazione del lavoro interna alla struttura.
Con i pazienti collaboranti è opportuno promuovere una scelta condivisa in
merito all’utilizzo delle spondine durante il ricovero.
107
Interventi consigliati per la prevenzione rivolti al paziente
Gli interventi più efficaci principali includono:
• Raccolta, analisi e valutazione dei dati sulle cadute
• Individuazione del paziente a rischio
• Monitoraggio sistematico dei fattori di rischio del paziente
• Interventi di carattere educativo.
La Checklist SAP
La checklist SAP (allegato 2) è uno strumento di valutazione dei fattori di
rischio di caduta dei pazienti connessi alla sicurezza di ambienti e presidi
nelle strutture ospedaliere del SSR. La checklist SAP ha la finalità di orientare
le attività di miglioramento della sicurezza di ambienti e presidi in relazione
al rischio di caduta dei pazienti in ospedale. I fattori di rischio inclusi
nella checklist sono stati individuati mediante revisione della letteratura
e selezionati a seguito della sperimentazione sul campo dello strumento
effettuato durante lo studio regionale del 2007-2008. I fattori di rischio
maggiori sono evidenziati in grassetto e sono quelli risultati statisticamente
significativi nello studio regionale. Tutti gli altri fattori inclusi nella checklist
sono comunque logicamente significativi in quanto coerenti con scenari di
caduta effettivamente verificatisi.
Modalità di applicazione
L’infermiere coordinatore della struttura, possibilmente con la collaborazione
di un addetto del servizio prevenzione e protezione aziendale, è responsabile
dell’applicazione della checklist SAP. E’ consigliata l’applicazione della
checklist con cadenza annuale, oppure in caso di modifiche rilevanti negli
108
ambienti o nei presidi in uso nel reparto. In data e ora concordata, i valutatori
effettuano l’osservazione degli ambienti e dei presidi del reparto guidati dalla
checklist, che viene riempita durante l’osservazione, apponendo un simbolo
nella casella relativa alla presenza o assenza di ciascun fattore di rischio. La
checklist è organizzata in modo tale da guidare i valutatori nell’osservazione
in sequenza dei diversi ambienti e presidi che popolano il reparto.
La prima sezione è dedicata alla valutazione di pavimenti, corridoi e scale.
Sono da includere nell’osservazione le aree di accesso ai reparti. La seconda
sezione contiene i presidi impiegati per la movimentazione dei pazienti non
deambulanti. In caso di reparti dotati di presidi dello stesso tipo ma in modelli
diversi, la valutazione si riferisce alla stima della qualità media della varietà
di modelli presenti per ciascun presidio.
Ad esempio se in reparto ci sono tre modelli diversi di sedie a rotelle, i
valutatori devono verificare almeno una sedia a rotella per ciascun modello.
La terza sezione è dedicata agli ambienti di degenza in cui i pazienti
trascorrono la maggior parte del tempo e ai presidi che vi si possono trovare.
In caso di reparti in cui ci sono diverse tipologie di camera o bagno, la
valutazione si riferisce alla stima della qualità media della varietà di camere
e bagni presenti. Ad esempio, se in un reparto ci sono due formati di camere,
i valutatori devono verificare almeno una camera per formato. Per quanto
riguarda i presidi, si proceda come indicato per la sezione 2. Al termine della
valutazione, si effettua la somma dei fattori di rischio presenti e dei fattori di
rischio assenti, specificando inoltre se sono presenti o assenti fattori di rischio
maggiore (evidenziati in grassetto).
109
agire in modo tempestivo ad esempio per abbassare l’altezza del letto o
evitarne l’utilizzo se i freni non funzionano, per valutare l’opportunità di utilizzo
delle spondine, per mantenere l’illuminazione nel percorso dalla camera al
bagno, per interdire l’utilizzo del bagno quando il pavimento è bagnato,
ecc. Rendersi conto di quando è necessario un intervento di manutenzione
e conoscere le modalità di richiesta dell’intervento è un’altra conoscenza
fondamentale per gli operatori sanitari.
Al tempo stesso è opportuno disporre di modulistica e procedure aziendali
per regolare gli interventi di manutenzione.
A questo proposito sembra particolarmente rilevante la disponibilità sia di
un calendario di manutenzione programmata per ciascun presidio, che la
disponibilità di manutenzione straordinaria in caso di malfunzionamenti o
rotture. A seguito dell’applicazione della checklist SAP è opportuno rivedere
la programmazione della manutenzione individuando le priorità sulla base
dei fattori di rischio rilevati.
La modifica degli ambienti di lavoro è estremamente difficile nel breve e medio
termine, anche se è una opzione da tenere in considerazione in particolare
per situazioni con elevato numero di fattori di rischio e quando si presenta
l’occasione di una ristrutturazione programmata. Per quanto riguarda i presidi
è invece possibile agire in modo più incisivo, perché in certi casi si tratta di
interventi a basso costo ma alto impatto per la sicurezza, come la dotazione di
campanelli di chiamata raggiungibili dalla doccia/vasca, mentre in altri casi
è necessario intervenire in fase di acquisizione di nuovi presidi prevedendo
nei capitolati requisiti specifici d esempio relativi alle caratteristiche dei letti.
110
Interventi consigliati per ridurre i rischi ambientali
La valutazione dei rischi ambientali da parte di un operatore, insieme
a specifiche raccomandazioni dopo la dimissione dall’ospedale, è
stata associata ad una riduzione del 20% del rischio di cadute (NEJM
2003, 348: 2269).
Le modifiche più spesso raccomandate sono:
• Rimuovere il disordine e gli ostacoli dai pavimenti.
• Assicurare i fili elettrici e telefonici che sono sul pavimento ed
intralciano il cammino.
• Far installare luci notturne vicino al letto, nei bagni, nei corridoi e
lungo i percorsi dal letto ai bagni e viceversa.
• Fornire letti, accessori stabili e arredi appropriati.
• Far collocare maniglie nei bagni.
• Far collocare corrimano nei percorsi più usati dai pazienti come ad
esempio il percorso camera-bagno e viceversa.
• Togliere scendiletto mobili.
• Asciugare immediatamente qualsiasi cosa versata sul pavimento.
• Controllare periodicamente lo stato di manutenzione degli arredi e
dei presidi.
• Segnalare le zone a rischio all’UO competente come ad esempio
gradini sconnessi, pavimenti irregolari.
• Segnalare durante le pulizie le zone di lavaggio dei pavimenti con
appositi cartelli.
Segnalazione dell’evento
La caduta è definita come l’ “evento in cui il paziente/visitatore viene trovato
seduto o giacente al suolo o riferisce di essere caduto e di essere riuscito a
ritornare nel letto o sulla poltrona/sedia”.
In questa definizione sono comprese tutte le situazioni in cui il paziente ha
rischiato di cadere. Tutte le cadute sono da segnalare sia che il paziente
abbia subito una lesione apparente sia che non vi siano state conseguenze
apparenti.
L’operatore sanitario che è testimone diretto o indiretto della caduta di un
paziente segnala l’evento al facilitatore di riferimento impiegando l’apposita
a scheda (allegato 3).
Nelle aziende in cui è già in uso una modulistica ed è in vigore un sistema
111
consolidato di segnalazione delle cadute con lesioni apparenti verso la
direzione di presidio o gli uffici legali, una copia della stessa scheda viene
inviata contestualmente alla segnalazione anche al facilitatore del reparto.
Si precisa che la segnalazione al facilitatore non modifica le prassi di
segnalazione delle cadute con lesioni apparenti attraverso i flussi informativi
che le aziende hanno predisposto per la gestione amministrativa dell’evento e
per l’apertura cautelativa del sinistro. La segnalazione dell’evento al facilitatore
attiva un processo a sé stante finalizzato all’analisi e alla prevenzione dei
rischi di cadute. Nel caso in cui vi sia un facilitare medico e uno infermieristico
all’interno della stesso reparto è utile accordarsi affinché le schede vengano
recapitate sempre allo stesso facilitatore.
Audit GRC
In generale, è opportuno condurre con cadenza periodica un audit clinico
GRC per l’analisi approfondita delle cadute che si sono verificate all’interno
della struttura, tenendo conto della frequenza e dell’entità delle cadute
segnalate. Nel caso in cui si verifichi una caduta con esito particolarmente
grave è opportuno tenere l’audit entro 15 giorni dall’evento, al fine di
analizzare i rischi e porre immediato rimedio alle criticità che hanno favorito
l’evento avverso.
Se non si sono verificate cadute in un arco di tempo di un anno, è comunque
utile fare un audit per la revisione del processo di monitoraggio e prevenzione
dei rischi di cadute, al fine di fare emergere le buone pratiche che hanno
evitato le cadute oppure le ragioni per cui non sono state segnalate.
Il facilitatore, con il supporto del Direttore di struttura e del Clinical Risk
112
Manager, ha la responsabilità di organizzare tutte le fasi dell’audit. Nei
contenuti, l’audit è preparato insieme al segnalatore e con l’eventuale
supporto del clinical risk manager. L’audit è focalizzato sull’analisi delle cause
dell’insieme dei casi di cadute verificatesi in reparto.
A Questo proposito è utile verificare se è stata applicata la Scala ReTos e
la Checklist SAP e qual’e stato l’esito della valutazione del paziente e degli
ambienti e presidi. Il momento della discussione è condotto dal facilitatore
e realizzato con il supporto degli strumenti di analisi per l’individuazione
delle criticità latenti e l’elaborazione di azioni di miglioramento. A seguito
dell’audit il facilitatore redige un alert report (report d’allerta) che contiene
una sintesi dell’analisi dei principali problemi rilevati (e non dei casi), una
descrizione dettagliata delle raccomandazioni identificate e del piano di
azioni per implementarle. I contenuti essenziali del report devono essere
condivisi tra i partecipanti al momento della discussione. E’ altresì necessaria
l’approvazione del Clinical Risk Manager o di un membro del gruppo di
lavoro aziendale GRC prima della diffusione dello stesso. Il piano di azioni
si sviluppa su due livelli: azioni che possono essere gestite a livello di unità
operativa e promosse a livello aziendale dal gruppo di lavoro e dal Clinical
Risk Manager; azioni che necessitano dell’approvazione e del supporto della
Direzione Sanitaria.
Sono disponibili i seguenti strumenti a supporto della conduzione dell’audit
(allegato 6):
• A1_schema audit: guida alla conduzione dell’audit
• A2_schema analisi sistemica: composto da scheda 1 e scheda 2, è lo
strumento da utilizzare e compilare durante l’audit
• A3_checklist fattori contribuenti: lista di controllo che supporta il
facilitatore nell’analisi dei fattori di rischio che hanno contribuito alla caduta
oggetto di analisi
• A4_format alert report: prima pagina dell’alert report da compilare per
ogni audit
113
sanitaria sono analizzate dal Clinical Risk Manager e dal gruppo di lavoro
aziendale GRC, che le inseriscono in un piano di priorità per la sicurezza del
paziente. Il piano è presentato periodicamente alla direzione sanitaria che
valuta e seleziona le azioni da implementare, supervisiona la implementazione
e il monitoraggio nel tempo.
114
12.
Allegati Vademecum
115
Scala ReTos
Valutazione del rischio di cadute
Da applicare per tutti i pazienti con età > o = a 65 anni, ricoverati per più di 24 ore ed in stato di coscienza
Infermiere
Nome e Cognome paziente
Anno di nascita Data del ricovero N° nos.
Data rivalutazioni
? Domande da rivolgere al paziente (D)
Ingresso / / / / / /
........ ........ ............... ........ ........ ............... ........ ........ ...............
Score RCP*
Sigla infermiere
*Lo Score RCP si ottiene sommando i punteggi corrispondenti ai fattori di rischio rilevati nel paziente
e va impiegato come orientamento per la scelta della azioni di prevenzione delle cadute
Allegato 1
116
Il personale medico e infermiersitico ha la responsabilità di riportare in cartella clinica le
eventuali azioni intraprese per la prevenzione del rischio di caduta a seguito di ciascuna
valutazione effettuata con la ReTos.
L’applicazione della ReTos non sostituisce il giudizio clinico complessivo sul paziente e consente di evidenziare i fattori di rischio con
valore probabilistico, per cui va comunque contemplata la possibilità che si verifichi una caduta nonostante la valutazione del paziente
Infermiere
e l’attuazione delle raccomandazioni.
Indicazioni di medio carico clinico-assistenziale consigliate per i pazienti con Score RCP aumentato
Informazione al paziente Informare il paziente ed i familiari del rischio di caduta e chiedere di:
• utilizzare calzature e abbigliamento idonei
• chiamare il personale per recarsi in bagno
• se possibile chiedere la presenza di una persona (caregiver) per assistere il
paziente nelle attività quotidiane quotidiane (spogliarsi, vestirsi, igiene
personale)
Indicazioni di elevato carico clinico-assistenziale consigliate per i pazienti con Score RCP maggiore
Informazione al paziente Informare il paziente ed i familiari del rischio di caduta e chiedere di
• utilizzare calzature idonee
• chiamare gli infermieri in caso di necessità di recarsi in bagno
• avere un familiare presente per assistere il paziente nelle attività quotidiane
quotidiane (spogliarsi, vestirsi, igiene personale)
Gestione presidi Abbassare il piano del letto fino al livello più vicino al pavimento
117
Check list
sicurezza ambiente e presidi
Unità Operativa o Servizio Valutatori (SePP, GRC)
Reparto con accesso libero secondo i criteri dell’ospedale aperto Si No
Si No
PAVIMENTI: Scivolosi
Dislivelli o buchi
Assenza cartello di pericolo durante il lavaggio
Allegato 2
118
119
Fattori di rischio SAP rilevati Obiettivo annuale di riduzione del rischio SAP
Check list
sicurezza ambiente e presidi
Azioni di miglioramento Obiettivo Modalità di Tempi Responsabile Risorse
specifico valutazione
Conoscenze e comportamenti degli operatori
Manutenzione
Modifica ambienti o presidi
Scheda di segnalazione* Sch
delle cadute in ospedale
(da consegnare al facilitatore)
Operatore
Descrizione (luogo e dinamica, eventuali conseguenze):
Evento
Paziente
Data Soggetto N° nos.
Ora caduto
Visitatore
IMPORTANTE: Tutte le informazioni fornite saranno mantenute riservate dal facilitatore IMPOR
di riferimento. di riferi
Autore della segnalazione Auto
Nome e Cognome Reparto / Servizio Nome
Data segnalazione
CADUTA: evento in cui il paziente/visitatore viene trovato seduto o giacente al suolo CAD
o riferisce di essere caduto e di essere riuscito a ritornare nel letto o sulla poltrona/sedia. o rif
In questa definizione sono comprese tutte le situazioni in cui il paziente/visitatore In q
ha rischiato di cadere. ha r
Allegato 3
120
Scheda di analisi
delle cadute in ospedale
Medico Medico in formazione Medico consulente Tecnico
SEGNALATORE (professione)
Infermiere Infermiere in formazione OTA/OSS Altro
Data segnalazione Reparto / Servizio
Paziente Anno di nascita Sesso M F N° nos.
Visitatore*
compilare solo descrizione evento (vedi retro)
*
Valutato con la Scala ReToss Si No
Modalità caduta: Dal letto Dal letto con spondine Dalla sedia a rotelle Dalla sedia
Dalla barella Dalla barella con spondine Dalla posizione eretta Non rilevato
Allegato 4
121
Scheda di analisi
delle cadute in ospedale
Descrizione evento:
122
Regione Toscana
V.Taddeo Alderotti 26 N
50139 Firenze
Tel. 055 43.83.325 Fax 055 43.83.466
Allegato 5
rischio.clinico@regione.toscana.it
Nome Azienda:
Nome Reparto:
Nome Facilitatore:
123
124
Regione Toscana
V.Taddeo Alderotti 26 N
50139 Firenze
Tel. 055 43.83.325 Fax 055 43.83.466
rischio.clinico@regione.toscana.it
2
Regione Toscana
V.Taddeo Alderotti 26 N
50139 Firenze
Tel. 055 43.83.325 Fax 055 43.83.466
rischio.clinico@regione.toscana.it
125
126
Regione Toscana
V.Taddeo Alderotti 26 N
50139 Firenze
Tel. 055 43.83.325 Fax 055 43.83.466
rischio.clinico@regione.toscana.it
4
Schema per l’analisi sistemica delle cadute
Scheda 1: Analisi approfondita della caduta
Per ogni caduta segnalata, riportare il numero nosologico, la descrizione dettagliata della caduta e le criticità rilevate.
Per la descrizione fare riferimento alla segnalazione, alle testimonianze degli operatori coinvolti ed alla documentazione clinica.
Per rilevare le criticità partire dalla scheda di analisi della segnalazione, aggiungendo eventuali ulteriori criticità che emergono nella
discussione, ed applicare la checklist dei fattori contribuenti ad ogni fattore rilevato
Nr nosologico:__________________ Criticità rilevate (sulla base dei fattori che hanno contribuito all’evento)
Descrizione dettagliata della caduta Condizioni del paziente Organizzazione del lavoro Ambienti e presidi
127
128
Schema per l’analisi sistemica delle cadute
Scheda 2: proposta azioni di miglioramento
Per ogni audit indicare il codice del reparto.
Elencare le criticità rilevate per tutte le cadute analizzate con la scheda 1, aggregando le criticità assimilabili e mettendole in ordine di priorità in accordo con il livello
di rischio stimato in riferimento alla frequenza della situazione di pericolo rilevata ed alla gravità delle possibili conseguenze.
Descrivere in modo sintetico le azioni di miglioramento per ogni criticità rilevata
2)
3)
2
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1. Condizioni cliniche: Quali condizioni cliniche del paziente hanno favorito la cadute?
2. Cadute pregresse: Quando si sono verificate le cadute pregresse e che effetti hanno
provocato sulla salute del paziente?
3. Alterazione dei sensi: Che tipo di problemi di alterazione dei sensi (vista, udito, altro) ha il
paziente e di quale entità (lieve, moderato, grave)?
4. Problemi di eliminazione: Quali problemi di eliminazione affliggono il paziente (urine o feci) e di
che entità (lieve, moderato, grave)?
5. Mobilità: Quali sono le difficoltà rilevate relative alla mobilità del paziente e di
che entità (lievi, moderate, gravi)?
6. Terapie farmacologiche: Quali farmaci ha assunto il paziente durante il ricovero che possono
aver contribuito alla caduta?
7. Andatura e attività quotidiane: Quali problemi di andatura e di svolgimento di attività quotidiane
affliggono il paziente e qual è il livello di compromissione
dell’autonomia individuale (lieve, moderato, grave)?
8. Stato mentale: Qual era lo stato mentale del paziente immediatamente prima della
caduta e quanto era compromesso (poco, abbastanza, molto)?
9. Abbigliamento / calzature: Che tipo di abbigliamento e calzature impiegava al momento della
caduta?
10. Altro: Descrivere eventuali altri problemi relativi alle condizioni del paziente.
11. Carico assistenziale: Al momento della caduta la tipologia dei pazienti in carico al reparto
richiedeva un fabbisogno assistenziale di bassa/media/alta
complessità e gli operatori presenti erano in grado di gestire tale
fabbisogno?
12. Turni di lavoro: L’organizzazione dei turni ha inciso sulla presa in carico e sulla
gestione clinico-assistenziale del paziente caduto?
13. Comunicazione: La comunicazione tra colleghi, con il paziente ed i suoi familiari in
merito alla prevenzione del rischio di caduta è stata insufficiente o
poco efficace?
14. Protocolli/procedure: Il modo di lavorare all’interno del reparto ha creato delle difficoltà tali
da contribuire alla caduta?
15. Altro: Descrivere eventuali ulteriori problemi relativi all’organizzazione del
lavoro
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AMBIENTI E PRESIDI
16. Mezzi di contenzione: Sono stati impiegati mezzi di contenzione (spondine, cinture, altro) che
hanno favorito o aggravato la caduta del paziente ed in che misura
(lieve, moderata, grave)?
17. Pavimento: Quali caratteristiche del pavimento hanno contribuito alla caduta?
18. Corridoio: Quali caratteristiche del corridoio (illuminazione, ingombro arredi,
presenza corrimano) hanno contribuito alla caduta?
19. Deambulatore: Quali caratteristiche, inefficienze o problemi di manutenzione del
deambulatore hanno contribuito alla caduta?
20. Sedia a rotelle: Quali caratteristiche, inefficienze o problemi di manutenzione della
sedia a rotelle hanno contribuito alla caduta?
21. Sedia / Poltrona: Quali caratteristiche, inefficienze o problemi di manutenzione della
sedia o della poltrona hanno contribuito alla caduta?
22: Barella: Quali caratteristiche, inefficienze o problemi di manutenzione della
barella hanno contribuito alla caduta?
23. Camera: Che tipo di camera è quella in cui è avvenuta la caduta e quali sono
le carratteristiche che possono avere favorito la caduta (dimensioni,
illuminazione, numero di degenti, altro)?
24. Letto: Quali sono le caratteristiche del letto (adattabilità in altezza, presenza
e caratteristiche spondine, comfort, altro) da cui è caduto il paziente?
25. Asta per flebo: Quali sono le carattersitiche, inefficienze o problemi di manutenzione
dell’asta per flebo che hanno contribuito alla caduta?
26. Comodino: Quali sono le carattersitiche, inefficienze o problemi di manutenzione
dell’asta per flebo che hanno contribuito alla caduta?
27. Bagno: Che tipo di bagno (interno/esterno alla camera) è quello in cui è
avvenuto la caduta e quali sono le carratteristiche che possono avere
favorito la caduta (dimensioni, illuminazione, presenza corrimano, tipo
WC, tipo doccia, altro)?
28. Ausili movimentazione: Quali sono le carattersitiche, inefficienze o problemi di manutenzione
degli ausili per la movimentazione assistita (sollevatori, roller, altro)
dei pazienti che hanno contribuito alla caduta?
29. Altro: Descrivere eventuali ulteriori problemi relativi agli ambienti e presidi
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Alert Report
Indicare il nome dell’azienda, il codice ed il nome del reparto, il nome del
facilitatore e del tutor
Compilare la tabella seguendo le indicazioni riportate sulle celle dei contenuti scritte
in corsivo, lasciando inalterati i contenuti scritti in grassetto
Allegare i documenti richiesti
Condividere con il Clinical Risk Manager, che rivede ed approva
Nome Azienda:
Nome Reparto:
Nome Facilitatore:
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Campi Contenuti
1. Titolo Report Analisi approfondita delle cadute e degli strumenti
della sperimentazione
2. Focus Caso singolo o insieme di casi
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LA PREVENZIONE
DELLE CADUTE
IN OSPEDALE
Le cadute dei pazienti durante I sette passi per prevenire le cadute:
l’assistenza sanitaria sono tra gli
eventi avversi più frequenti.
1. Valutare la sicurezza degli ambienti e
dei presidi in reparto
Autorevoli studi a livello
internazionale richiamano 2. Applicare la scala per valutare i
l’attenzione del management e del pazienti a rischio di cadute all’ammissione
personale delle strutture sanitarie in reparto ed a cadenza prefissata durante
alla gestione del rischio di cadute il ricovero
dei pazienti, per cui esistono
raccomandazioni e strumenti
3. Per i pazienti valutati a rischio:
considerare la possibilità di ridurre il
validati da un punto di vista numero di farmaci negli anziani e in
scientifico, efficaci nel ridurre generale il numero di psicofarmaci;
l’incidenza delle cadute ed utili per minimizzare l’allettamento durante il
supportare la gestione del paziente ricovero
a seguito dell’evento avverso.
4. Rilevare e segnalare le cadute dei
Nell’ambito delle campagne pazienti e dei visitatori che si verificano in
reparto
regionali per la sicurezza del
paziente, stiamo lavorando per la 5. Analizzare ogni caduta con il supporto
prevenzione delle cadute. Facendo della scheda di analisi
riferimento alle esperienze
consolidate in alcune realtà locali 6. Organizzare periodicamente un audit
oltre che alle evidenze scientifiche clinico GRC per analizzare a fondo le
internazionali stiamo sperimentando cause delle eventuali cadute che si sono
verificate nei mesi precedenti, per
l’applicazione di strumenti innovativi
promuovere azioni di miglioramento e per
per la valutazione e la riduzione dei monitorarne l’andamento
rischi con un percorso in sette passi.
7. Attivare iniziative di prevenzione per
L’obiettivo generale è ridurre migliorare i comportamenti del personale
l’incidenza delle cadute nei pazienti e dei pazienti, i presidi sanitari in uso in
ricoverati nelle strutture del SSR. reparto e la qualità degli ambienti
Gli obiettivi specifici sono
l’empowerment di operatori e
pazienti nella prevenzione delle
cadute; la condivisione di metodi e
strumenti di rilevazione ed analisi
delle cadute; la buona gestione
della relazione con i pazienti e con i
familiari a seguito della caduta per
favorire il pronto recupero del
paziente.
In collaborazione con:
Agenzia Regionale Sanità Toscana
Dipartimento di sanità pubblica
Università degli studi di Firenze
HPH - Health Promoting Hospital
Allegato 6
133
Il rischio di caduta in ospedale
In ospedale, in particolare durante il ricovero, circa l’1% dei pazienti è vittima di una caduta
che in alcuni casi può avere conseguenze serie sulla salute.
Allegato 7
134
Area Standard Buona pratica Ambito di applicazione
Sviluppo sistema Prevenzione delle cadute
Prevenzione cadute
di gestione dei pazienti ricoverati Struttura
dei pazienti
del rischio clinico in ospedale
Razionale
Le cadute dei pazienti sono un problema estremamente rilevante sia per la frequenza che per la gravità delle conseguenze.
Nello studio condotto in Toscana nell’ambito del progetto regionale sulla prevenzione delle cadute l’incidenza delle cadute è
pari a circa l’1% del totale dei ricoveri nei reparti studiati e riguardano prevalentemente la popolazione anziana (età maggiore
o uguale di 65 anni).
Le cadute dei pazienti sono inoltre tra le prime cause di sinistri oggetto di richiesta di risarcimento a carico del SSR.
La valutazione dei pazienti a rischio di caduta, la valutazione della sicurezza di ambienti e presidi ed il monitoraggio delle cadute
mediante un sistema specifico di segnalazione ed analisi di questo tipo di eventi è fondamentale per mantenere un’attenzione
costante da parte di tutti gli operatori sul problema, per individuare azioni di prevenzione da intraprendere nell’immediato e
nel breve termine, al fine di ridurre le conseguenze sui pazienti e la frequenza degli eventi con lesioni.
La prevenzione delle cadute è parte integrante del sistema aziendale di gestione del rischio clinico.
Requisiti minimi
1) La valutazione dei pazienti a rischio di caduta comporta la verifica della presenza dei fattori di rischio più significativi all’ammissione
in ospedale e durante il ricovero. I fattori di rischio risultati statisticamente significativi nello studio toscano sono:
• cadute pregresse;
• vertigini o capogiri;
• problmemi di vista;
• problemi di udito;
• difficoltà a svolgere le attività quotidiane;
• mancanza di senso del pericolo;
• stato di agitazione psicomotoria;
• andatura compromessa;
• utilizza stampelle, bastone, deambulatore o sedia a rotelle e necessita di una persona che lo aiuti negli spostamenti;
• presenza di almeno una delle seguenti patolgie: cerebrovascolari, cardiache, neurologiche e psichiatriche;
• assunzione di almeno uno tra le seguenti tipologie di farmaci per uso sistemico: vasodilatatori, antiipertensivi, diuretici,
antistaminici, antidolorifici, psicotropi.
In caso di riscontro di uno o più fattori di rischio è necessario che il personale applichi le opportune misure di prevenzione
in coerenza con la verifica effettuata, tenendo conto delle caratteristiche del paziente e del contesto clinico-assistenziale.
La valutazione del rischio di caduta del paziente in fase di ammissione e durante il ricovero, nonchè le azioni eventualmente
intraprese per prevenirla devono essere indicate nella documentazione medica e infermieristica.
2) La valutazione della sicurezza di ambienti e presidi relativamente al rischio di caduta deve essere condotta almeno una
volta all’anno, registrando l’esito della verifica su un documento interno alla struttura, che comprenda sia il riscontro della
verifica effettuata che l’eventuale piano di miglioramento.
3) La segnalazione delle cadute dei pazienti deve rispondere ai requisiti previsti per la segnalazione degli eventi indicati
nella scheda tecnica 2.1 ed inoltre deve prevedere i seguenti contenuti:
• età e genere del paziente;
• la dinamica della caduta;
• la modalità della caduta;
• il luogo della caduta;
• gli effetti sul paziente;
• i fattori organizzativi, di ambienti e presidi e del paziente che hanno contribuito all’evento .
4) L’analisi delle cadute deve rispondere ai requisiti previsti dalle schede tecniche “Audit clinico GRC” e “Gestione eventi
sentinella” ed inoltre deve prevedere i seguenti requisiti specifici:
• eventi simili sono oggetto di analisi aggregate
• l’analisi dei fattori latenti indaga le condizione del paziente, l’organizzazione del lavoro e le caratteristiche di ambienti e presidi;
• ogni analisi si conclude con un piano di azioni specificamente indirizzato al contenimento degli effetti delle possibili
cadute ed alla riduzione del rischio di questo evento mediante interventi di formazione e gestione del personale,
organizzazione del lavoro, miglioramento ambienti, presidi e tecnologie, con il coinvolgimento dei pazienti e dei loro
familiari nella definzione, attuazione e valutazione dei miglioramenti.
Allegato 8
135
Livello di prestazione
1. Deliberazione
L’organizzazione ha definito formalmente un piano per la prevenzione delle cadute nei pazienti ricoverati in ospedale
2. Attuazione
• Il personale ha a disposizione una scheda per la valutazione dei pazienti a rischio di caduta.
• Il personale valuta i pazienti a rischio di caduta impiegando la scheda e registrando l’esito della valutazione nella
cartella del paziente.
• Il personale adotta azioni di prevenzione del rischio di caduta coerenti con la valutazione effettuta e le registra nella
cartella del paziente.
• Almeno una volta all’anno viene effettuata una valutazione della sicurezza di ambienti e presidi con il relativo piano di
miglioramento.
• La struttura operativa ha un facilitatore di riferimento per la raccolta delle segnalazioni e l’organizzazione dei momenti
di analisi delle cadute.
• Il personale ha a disposizione le schede di segnalazione delle cadute.
• Periodicamente le segnalazioni raccolte sono analizzate e valutate dal facilitatore, che decide quando promuovere
l’analisi approfondita degli eventi in accordo con il clinical risk manager.
• Il personale è stato formato sulla prevenzione delle cadute.
3. Valutazione
Indicatori:
• numero di pazienti anziani valutati per il rischio di caduta / numero di pazienti anziani ricoverati > 80%;
• personale sanitario formato sulla prevenzione delle cadute dei pazienti / personale sanitario della struttura operativa = 100%;
• piano di riduzione dei fattori di rischio di caduta connessi con ambienti e presidi;
• numero di cadute segnalate dagli operatori della struttura/numero di cadute nella struttura oggetto di richiesta di risar-
cimento > 1;
• numero di audit condotti sulle cadute;
• numero di azioni di miglioramento intraprese a seguito dell’analisi;
• ricorrenza criticità rilevate.
1. Definizione di azioni di coordinamento e sviluppo delle attività di gestione del rischio clinico (delibera n. 225 del
03/04/2006.
2. Procedura IR definita dal centro GRC.
3. WHO draft guidelines for adverse event reporting and learning systems.
4. Quaderno GRC “La prevenzione delle cadute in ospedale” (include ampia bibliografia di riferimento).
136
137
Il quaderno “La prevenzione delle cadute in ospedale” fa parte della collana relativa alle
campagne per la sicurezza del paziente del Servizio Sanitario Toscano.
Anche questo quaderno, come i precedenti (Aidia o Lidia, Le Mani Pulite, Scheda
Terapeutica Unica, Buone pratiche per la sicurezza in Ginecologia e Ostetricia), è uno
strumento operativo per migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria.
Le campagne per la sicurezza promosse dal Centro regionale per la Gestione del Rischio
Clinico si svolgono secondo un approccio multidisciplinare, basato sul coinvolgimento
delle diverse professioni sanitarie presenti in ciascuna azienda, per affrontare problemi
specifici che impattano sul livello di sicurezza dei pazienti.
La ricerca applicata che si accompagna alle campagne è svolta in collaborazione con le
aziende sanitarie e le società scientifiche interessate.
In questo quaderno è trattata una delle principali e più frequenti cause di evento avverso
in ospedale, la caduta del paziente.
Sono presentati i risultati di una indagine svolta in alcune aziende toscane, proposti
strumenti per la valutazione del rischio e indicate misure di prevenzione per ridurlo.
A seguito di questa campagna è stato introdotto uno specifico indicatore nel bersaglio di
valutazione della performance delle aziende sanitarie toscane.
http://www.regione.toscana.it/rischioclinico