Tesina Di Scienze Motorie Nuoto
Tesina Di Scienze Motorie Nuoto
Tesina Di Scienze Motorie Nuoto
motorie
di Mario Laudazi
Classe III sezione E
Anno scolastico 2007/2008
Nuoto
Il nuoto è il metodo con cui gli esseri umani (o altri animali) si muovono nell'acqua. Il nuoto è una
popolare attività ricreativa, in special modo nei paesi caldi e in aree dotate di corsi d'acqua naturali.
È anche uno sport competitivo, e porta diversi benefici per la salute.
Storia
Il nuoto è conosciuto sin dai tempi preistorici. Disegni risalenti all'Età della Pietra sono stati trovati
nella "caverna dei nuotatori", nei pressi di Wadi Sora (o Sura) nell'Egitto sud-occidentale. Le notizie
scritte risalgono fino al II millennio AC, e comprendono l'Gilgamesh, l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia
(Ezechiele 47:5, Atti 27:42, Isaia 25:11), Beowulf, e altre saghe. Nel 1538 Nicolas Wynman, un
professore di lingue tedesco, scrisse il primo libro sul nuoto: "Colymbetes".
Il nuoto competitivo in Europa iniziò attorno al 1800, principalmente con il dorso. Il crawl, venne
introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, che lo copiò dallo stile degli amerindi. Il nuoto era già
nel programma delle prime olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. Nel 1902 il crawl venne
migliorato da Richard Cavill.
Nel 1908, venne fondata la Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA).
La farfalla era inizialmente una variante della rana, e venne accettata come stile distinto nel 1952.
Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1' nei 100m stile libero fu Carlo Pedersoli, meglio
noto come Bud Spencer: più precisamente con il tempo 59.50 nel lontano 1950, a Salsomaggiore in
vasca da 25 m.
Filippo Magnini è attualmente (2008) il campione del mondo dei 100m stile libero, la più rinomata
specialità del nuoto.
Svago
Il motivo più comune per nuotare è probabilmente lo svago. Molti stili di nuoto sono adatti a questo
scopo. La maggior parte dei nuotatori e delle nuotatrici per svago preferisce uno stile che gli
consenta di tenere la testa fuori dall'acqua (ad esempio: dorso o cagnolino).
La piscina è un luogo popolare per il nuoto a livello ricreativo, così come il mare, il lago, il fiume e
talvolta i canali.
In quasi tutte le piscine vengono organizzati corsi di nuoto a cui possono partecipare sia le persone
che hanno una buona tecnica, sia le persone che la vogliono migliorare e persino chi ha paura
dell'acqua. Anche i neonati possono andare in acqua nei loro primi 6 mesi.
Soccorso
Il nuoto viene usato anche per soccorso e per evitare affogamenti. Molto spesso si tratta di
autosoccorso, quando una persona, che è caduta involontariamente in acqua, nuota per restare a
galla e per raggiungere la riva.
In aggiunta il nuoto viene usato per soccorrere altri nuotatori in difficoltà. Esistono diversi stili di
nuoto adatti a questo scopo. Tali tecniche sono studiate ad esempio dagli Assistenti bagnanti, o da
membri della Guardia costiera. Il soccorso in acqua, dapprima praticato solo per recare aiuto a
nuotatori in difficoltà, è oggi diventato un vero e proprio sport detto salvamento. Le competizioni di
salvamento prevedono gare in acqua effettuate trasportando manichini, immergendosi in acqua sotto
degli ostacoli per simulare il soccorso di persone già mezze affondate o simili.
Esercizio fisico
Il nuoto è una buona forma di esercizio. Poiché la densità del corpo umano è all'incirca simile a
quella dell'acqua, il corpo viene sostenuto da questa e quindi meno stress viene posto su giunture e
ossa. Inoltre, la resistenza al movimento dipende pesantemente dalla velocità del movimento,
permettendo una calibrazione degli esercizi in base alle capacità di ciascuno. Per questo, il nuoto
viene frequentemente usato come esercizio nella riabilitazione a seguito di incidenti o per i disabili.
Altro
Diverse persone praticano il nuoto come parte del proprio lavoro. Ad esempio i pescatori di perle o
di molluschi, nuotano e si tuffano per ottenere un guadagno economico.
Il nuoto viene anche praticato per il progresso scientifico. Naturalmente, il nuoto viene studiato per
migliorare le prestazioni dei nuotatori agonistici. Ma nuoto e tuffi vengono spesso usati nella
biologia marina per osservare piante e animali nel loro habitat naturale. Altre scienze possono
impiegare il nuoto. Konrad Lorenz ad esempio nuotava con le oche come parte dei suoi studi sul
comportamento animale.
Spesso il nuoto viene usato semplicemente come mezzo per spostarsi da un luogo all'altro.
Oggigiorno ponti e traghetti vengono usati nella stragrande maggioranza dei casi, ma esistono
occasioni in cui si nuota, ad esempio per attraversare fiumi o accedere a isole. Dei carichi possono
essere trasportati dal nuotatore o spinti tenendoli su appositi apparati galleggianti. Le truppe militari
utilizzano il nuoto per attraversare corsi d'acqua.
Il nuoto ha utilizzi militari che vanno oltre l'attraversamento di corsi d'acqua. Un nuotatore, in acqua
o sott'acqua, può essere difficile da individuare, specialmente di notte. Questo tipo di operazioni
vengono svolte di solito da corpi speciali, come ad esempio i Lagunari italiani o i Navy SEALS
americani. Il nuoto viene utilizzato per avvicinarsi a una postazione, raccogliere informazioni, per
sabotaggio o combattimento, e per lasciare una posizione. Questo può comportare il venire
paracadutati in acqua o il lasciare un sottomarino in immersione attraverso una boccaporto o dai
tubi dei siluri. Equipaggiamenti e tecniche speciali vengono impiegate per ingaggiare ostilità in e
sott'acqua.
Fisiologia del nuoto
Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati
più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel
nuoto agonistico, un'eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in
quanto esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia.
Comunque, questo dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con
le gambe, il crawl propelle il corpo principalmente con le braccia.
Nuotare è un esercizio aerobico, a causa dei tempi di esercizio relativamente lunghi che richiedono
un costante apporto di ossigeno ai muscoli, con l'eccezione degli sprint brevi, dove i muscoli
lavorano in maniera anaerobica. Come per molti altri esercizi aerobici, si ritiene che il nuoto riduca
gli effetti dannosi dello stress. Mentre gli esercizi aerobici tipicamente bruciano grassi ed aiutano a
perdere peso, questo effetto è limitato nel nuoto, anche se stando nell'acqua fredda si bruciano più
calorie per mantenere la temperatura corporea. Il motivo per cui nuotare non riduce
significativamente il peso è ancora poco compreso, ma sembra legato alla migliore conduzione del
calore dell'acqua. Si ipotizzano diverse ragioni.
Prima: l'acqua raffredda il corpo più rapidamente dell'aria, e molti ricercatori credono che di
conseguenza il corpo tenda a mantenere uno strato di grasso sotto la pelle come isolante.
Seconda: si ritiene che l'appetito diminuisca con il salire della temperatura corporea, come
ad esempio durante l'esercizio fisico. Comunque, durante il nuoto il corpo viene raffreddato
quasi istantaneamente, poiché la temperatura dell'acqua circostante è di solito più bassa di
quella del corpo. Alcuni ricercatori ritengono che questo possa aumentare l'appetito. Questa
assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.
Terzo: alcuni ricercatori credono inoltre che il metabolismo del corpo aumenti a temperature
corporee più alte, bruciando più calorie. Ancora una volta, durante il nuoto, il corpo viene
raffreddato dall'acqua circostante, riducendo il metabolismo, e conseguentemente il numero
di calorie bruciate. Anche questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.
Nuoto e salute
Il nuoto è considerato uno sport a basso rischio di infortuni; la maggior parte degli incidenti letali in
ambiente acquatico, di fatto, riguardano persone incapaci di nuotare. Cionondimeno, è
raccomandabile nuotare in aree sorvegliate da bagnini e di prestare attenzione alle condizioni
dell'acqua.
Abbigliamento
Il desiderio o la richiesta culturale di pudore, unito alla scomodità o all'inadeguatezza in acqua
dell'abbigliamento tradizionale, hanno portato allo sviluppo del costume da bagno (e in epoca
vittoriana, della "macchina per i bagni").
I costumi da bagno degli uomini tendono ad essere a forma di mutanda, pantaloncino o bermuda. I
costumi da bagno femminili sono in genere o interi o bikini. Esiste anche il monokini, in caso la
copertura del seno non sia richiesta o desiderata.
Esistono poi degli speciali costumi da bagno per il nuoto agonistico, progettati per ridurre l'attrito
della pelle, che ricordano il costume intero ma vengono spesso usati in foggia simile anche dagli
uomini nelle gare di nuoto. Tale costume a seconda dei modelli ricopre interamente una o più parti
del corpo, nei casi più estremi lasciando scoperte solamente mani, piedi e capo. L'utilizzo di questi
costumi, iniziato nel anni Novanta, ha riscosso un successo enorme, tanto che oggi sono utilizzati
nell'ambiente agonistico fin dalle categorie esordienti.
Il successo è giustificato dagli oggettivi benefici che l'utilizzo di questo costume da all'atleta. I
vantaggi sono dovuti essenzialmente al miglioramento del galleggiamento in acqua, al minor attrito
che il costume ha con l'acqua rispetto alla pelle, e alla maggiore irrorazione sanguigna dei muscoli
quando su di essi preme un costume molto attillato. Tutti questi fattori contribuiscono a migliorare
la prestazione dell'atleta.
Tecniche
Il corpo umano, essendo composto in gran parte d'acqua, possiede all'incirca la stessa densità.
Quindi, rimanere a galla richiede solo la spinta verso il basso di una piccola quantità d'acqua,
rispetto alla massa complessiva del corpo, e il moto trasversale solo una leggera spinta dell'acqua in
direzione opposta alla direzione del moto, a causa di una generalmente bassa resistenza
idrodinamica. La propulsione viene .
Tutti gli stili si compongono per la bracciata di due fasi alterne: la fase attiva e la fase passiva. La
fase attiva dà propulsione, solitamente usando le mani come se fossero delle pale e sbattendo le
gambe in modo da spingere l'acqua lontano dal corpo; la fase passiva serve a recuperare gli arti. La
fase attiva si divide a sua volta in tre fasi:
L'appoggio o presa, dal momento in cui la mano entra in acqua fino a quando entra nella
fase successiva;
La trazione, ovvero la fase in cui la forza esercitata dal nuotatore è prevalentemente
orientata parallelamente al suo corpo;
La spinta, ossia la fase in cui si lascia indietro la massa d'acqua. La rana fa eccezione a
questa suddivisione, in quanto è l'unico stile che non presenta la fase di spinta.
Nella nuotata eseguita dagli agonisti, cosiddetta "nuotata tecnica", tali fasi sono ben individuabili, in
quanto in trazione avviene una flessione del braccio per orientare la forza parallelamente al corpo,
mentre in fase di spinta il braccio viene ridisteso completamente. Ottenere la massima efficacia
propulsiva richiede un notevole impegno muscolare e sviluppate capacità coordinative. L'impiego
delle tecniche agonistiche da parte dei principianti risulta pertanto controproducente: il più delle
volte si manifesta una diminuzione dell'ampiezza della bracciata (minor propulsione),
scoordinazione e movimenti inefficaci. Inoltre la forza richiesta dai gesti tecnici la rende
inappropriata quando l'apparato locomotore è in via di sviluppo (ad esempio per i bambini).
Per ovviare a queste problematiche si insegna ai principianti una nuotata elementare che consente di
nuotare in modo efficace pur non massimizzando le masse d'acqua spostate.
Qualunque genere di allenamento tuttavia può tramutare un nuotatore lento o normale in uno
moderatamente veloce; inoltre, poiché la velocità si tramuta direttamente in distanza, le stesse
tecniche che migliorano la velocità possono essere di aiuto per percorrere una distanza maggiore a
parità di sforzo. In particolare:
il torso e le gambe devono essere tenute il più possibile parallele alla superficie dell'acqua.
Gambe afflosciate e torso inclinato possono aumentare notevolmente la resistenza
dell'acqua.
è bene cercare di avere sempre un braccio steso in avanti, oltre la testa, e cercare di
estenderlo il più possibile. Questo accorgimento incrementa la lunghezza media alla linea di
galleggiamento e, in sostanza, fa aumentare la velocità. Questo è un effetto da tempo
sfruttato dai progettisti di barche, nonché utilizzato inconsciamente dai nuotatori
naturalmente dotati.
è bene cercare di massimizzare il tempo passato sul fianco, poiché il torso è più stretto tra
petto e schiena che tra i due lati. Questo accorgimento riduce la sezione frontale e, di
conseguenza, la resistenza dell'acqua; inoltre incrementa il rapporto tra lunghezza e
larghezza sulla linea di galleggiamento. Simili miglioramenti sono possibili orientando in
modo corretto la parte più stretta di testa, braccia e gambe nell'acqua. Il dorso è comunque la
parte più importante.
il movimento in avanti di mani, braccia e gambe, deve avvenire il più possibile fuori
dall'acqua, mentre quando sono in acqua devono essere orientate nel miglior modo possibile.
Questo perché gli arti devono muoversi ad una velocità due volte superiore a quella del
nuotatore e, in acqua, generano una resistenza otto volte superiore a quella della sezione
frontale del torso (la resistenza incrementa con il quadrato della velocità).
La "presa" base dell'acqua non è critica come gli accorgimenti innanzi descritti, nemmeno
lontanamente. La gran parte dei nuotatori "afferra" l'acqua con la mano piatta, o con le dita
leggermente divaricate, e la spinge dolcemente sotto il proprio corpo.
Si noti che nessuna delle tecniche sopra citate richiede un aumento della forza fisica. Con un
allenamento sulla forza, le mani e i piedi possono essere estesi maggiormente in acqua,
guadagnando più velocità. Per i principianti, una maggiore forza porta solo a piccoli miglioramenti
se le strategie riportate (minimizzare la resistenza ed allungare la linea di galleggiamento) non sono
attuate.
Stili ufficiali
Stile delfino.
Stile libero: non pone restrizioni sull'azione che possono intraprendere i nuotatori, ad
eccezione della porzione a stile libero delle gare miste. In pratica, la stragrande maggioranza
delle gare viene disputata usando il cosiddetto crawl che è lo stile più veloce, effettuato
spingendo all'indietro le braccia una alla volta e battendo le gambe dall'alto al basso non
contemporaneamente, senza restrizioni di simmetria.
Delfino: in queste gare al nuotatore è richiesto di mantenere un movimento simultaneo con
simmetria bilaterale (la metà sinistra del corpo fa gli stessi movimenti della destra, allo
stesso tempo). Inizialmente veniva eseguito raggruppando le gambe e scalciandole indietro
come nella rana. Tale nuotata veniva definita a Farfalla. Più avanti fu introdotto un colpo di
gambe dall'alto verso il basso simmetrico e simultaneo. L'innovazione, non contraria al
regolamento FINA, è stata largamente impiegata tanto da sviluppare un nuovo modo di
nuotare a farfalla detto delfino. Al giorno d'oggi nella totalità (o quasi) dei casi nelle gare a
farfalla viene utilizzata la nuotata a delfino, molto più veloce e efficace, tanto che le due
denominazioni "farfalla" e "delfino" hanno finito per diventare sinonimi. Qualche anno fa
nella gara a farfalla, è stato vietato il colpo di gambe a rana ed è quindi ormai consentito
solo nuotare a delfino (tale regola non vale per la categoria Master). Tuttavia la
competizione continua a chiamarsi "farfalla".
Rana: è lo stile dal quale si è evoluta la "farfalla", pone l'ulteriore restrizione che le mani del
nuotatore devono essere spinte in avanti dal petto, che le mani durante il movimento non
superino mai la linea dei fianchi, a parte nella prima bracciata subacquea dopo partenza e
virate, e che i gomiti devono rimanere sott'acqua. Inoltre la testa deve rompere l'acqua ad
ogni ciclo di bracciata con una qualsiasi sua parte. È lo stile più lento.
Dorso: non pone restrizioni di simmetria, ma i nuotatori devono stare girati sul loro dorso
per tutto il tempo, ad eccezione delle virate. È consentito il movimento di rollio delle spalle,
basta che non si raggiungano i 90 gradi. Il dorso viene eseguito in pratica, come un
inversione del crawl - i nuotatori portano le braccia sopra le loro spalle, alternativamente, e
le respingono lungo i fianchi sott'acqua per fornire la propulsione.
Non essendo il nuoto una disciplina in cui viene premiata la tecnica di esecuzione, ma la velocità
con cui vengono coperte le distanze, il perfetto metodo di esecuzione dei quattro stili è spesso
oggetto di controversie. A livello internazionale, infatti, è riconosciuto solamente il regolamento che
da indicazioni generali nel rispetto del quale saranno possibili interpretazioni pressoché infinite. Il
modello tecnico dev’essere quindi individuato nella nuotata di coloro che ottengono le migliori
prestazioni mondiali. Grazie a questo tipo di ricerca la tecnica del nuoto è in continua evoluzione e
spesso persino il regolamento promuove iniziative interessanti(esempio: dal 2005 è stato concesso
di effettuare una gambata a delfino nella subacquea a rana). Questi apporti non devono tuttavia
essere considerati marginali, basti pensare alla recente evoluzione del dorso: circa vent’anni fa gli
allenatori chiedevano di flettere le braccia nel recupero e mantenerle distese nella fase subacquea,
oggi avviene l’esatto opposto.
Virata
Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di
Virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta
tocchi il muro, pena la squalifica, cosa che avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si
appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente al bordo della vasca.
La virata stile-stile prevede un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo; solitamente, essa
è effettuata sfruttando l’ultima bracciata per la spinta verso il basso per eseguire una sorta di
capriola che termina quando i piedi sono rivolti verso il muro; la rotazione del busto per ritornare in
posizione "prona" può avvenire sia durante l'esecuzione della capriola, sia durante la fase di spinta.
La virata dorso-dorso prevede anch'essa semplicemente un contatto con il muro con qualsiasi parte
del corpo. È consentito, prima della virata, l'esecuzione di una bracciata a stile: il nuotatore si deve
girare sulla pancia una bracciata prima della fine della vasca per poter effettuare il cambio di
direzione. L'innovazione però è recente, in precedenza si usava toccare il bordo con una mano
rimanendo sul dorso e effettuare una "capriola all'indietro", ruotando poi il busto quando i piedi
erano ancora a contatto con il muro per ritornare in posizione supina.
Per quanto riguarda la virata dorso-rana si finisce la vasca a dorso e si tocca obbligatoriamente il
bordo con una mano; una volta toccato il muro ci si gira semplicemente dalla posizione supina a
quella prona; una variante della suddetta virata contempla la capriola all'indietro, affine alla vecchia
virata a dorso: dopo aver toccato il bordo con una mano si effettua una capriola all’indietro che
termina con una spinta dal bordo quando i piedi sono accostati al muro, questo per facilitare la parte
subacquea (nella rana il primo movimento, ovvero bracciata, gambata e scivolamento, può essere
effettuato completamente sott’acqua).
Le virate rana-rana, rana-stile, e delfino-delfino, delfino-dorso, sono meno complesse, o meglio,
differenti. In esse vale il "tocco e riparto" ovvero si tocca obbligatoriamente il bordo in modo
simultaneo con entrambe le mani e si riparte nello stile prefissato.
Esistono altri stili di nuotata utilizzati per lo più dagli assistenti bagnanti di salvamento F.I.N..
Altri stili
È andato inoltre sviluppandosi, a livello didattico e amatoriale, un altro modo di nuotare molto
diffuso detto "a cagnolino". Esso non è assolutamente uno stile agonistico in quanto il suo unico
scopo è il galleggiamento e l'avanzamento senza alcuna attenzione alla velocità. Consiste nel
mantenersi a galla spingendo l'acqua lontano dal corpo muovendo a cerchi ristretti le braccia. È
tuttavia impossibile definirlo chiaramente non essendo regolato da normative agonistiche.
Il nuoto agonistico
Le gare da piscina (25 metri, "vasca corta"; 50 metri, "vasca lunga") sono le più conosciute e si
disputano in uno dei quattro stili, a seconda della gara, più le gare miste in cui ogni quarto della
gara viene nuotato in uno stile diverso (nell'ordine delfino, dorso, rana, stile libero). Oltre alle gare
singole esistono anche delle staffette in cui una squadra di quattro nuotatori gareggia uno dopo
l'altro: quando uno dei nuotatori tocca il bordo l'altro si può tuffare in acqua. Le staffette possono
essere a stile libero o miste, nel qual caso ogni nuotatore nuota in uno stile differente (nell'ordine
dorso, rana, delfino, stile libero).
gare singole:
o Delfino/Farfalla: 50m, 100m, 200m
o Dorso: 50m, 100m, 200m
o Rana: 50m, 100m, 200m
o Stile libero: 50m, 100m, 200m, 400m, 800m, 1500m
o Misti: 100m (solo vasca corta), 200m, 400m
staffette
o 4x50m stile libero (solo in vasca corta), 4x100m stile libero e 4x200m stile libero.
o 4x50m mista (solo in vasca corta) e 4x100m mista.
Poiché le Olimpiadi si svolgono in vasca lunga, non comprendono le staffette 4x50m e i 100m misti
(le Olimpiadi si svolgono in vasca lunga). Inoltre attualmente (2007) nel programma olimpico non
sono inserite le gare sui 50m (con l'eccezione dei 50m stile libero), i 1500m stile libero femminili,
gli 800m stile libero maschili.
Le gare di fondo, disputate in mare, sono diverse e vengono scelte con regolamenti appositi a ogni
manifestazione. Le più diffuse sono la 2500m stile libero, detta anche Mezzofondo, la 10000m stile
libero detta anche Fondo (quest'ultima inserita alle olimpiadi) e la 25000m detta anche Gran Fondo.
Altre gare di fondo molto conosciute sono quelle su percorso come l'attraversamento della Manica o
la circumnavigazione dell'Isola di Manhattan. Rientrano in questa categoria anche i primati di
distanza percorsa come il record del mondo per la più lunga nuotata senza sosta che è detenuto da
Martin Strel che nuotò per 504 km nel 2001 Danubio. Egli nuotò anche lungo il Mississippi nel
2002 coprendo un totale di 3.885 km in 66+2 giorni.
Le categorie
La F.I.N., adeguandosi alla disposizioni della FINA, prevede che gli atleti siano suddivisi in
categorie maschili e femminili:
Per tutte le prove in cui non si fa riferimento alle categorie, la gare sono dette a "Categoria
Assoluta".