88-277-0186-7 Reti Idrauliche e Impianti Termotecnici PDF
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RETI IDRAULICHE
E IMPIANTI
TERMOTECNICI
DIMENSIONAMENTO ED ANALISI
DELLE RETI IDRAULICHE
SOFTWARE INCLUSO
CON SISTEMA G-CLOUD
QUARTA EDIZIONE
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Nicola Taraschi
RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Ed. IV (09-2020)
ISBN 13 978-88-277-0186-7
EAN 9 788827 7 01867
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SOMMARIO
PREFAZIONE........................................................................................................ p. 9
1. I CORPI TERMICI......................................................................................... ˝ 11
1.1. Radiatori................................................................................................. ˝ 11
1.2. Il collegamento monotubo...................................................................... ˝ 13
1.3. Ventilconvettori...................................................................................... ˝ 13
1.4. Le perdite di carico................................................................................. ˝ 14
1.5. L’inerzia termica dei corpi radianti......................................................... ˝ 15
1.6. Le caldaie................................................................................................ ˝ 17
1.6.1. Le caldaie a condensazione...................................................... ˝ 17
1.6.2. Le caldaie a premiscelazione.................................................... ˝ 18
1.6.3. Caldaie a temperatura scorrevole............................................. ˝ 18
2. LE PERDITE DI CARICO............................................................................ ˝ 19
2.1. L’equazione di Darcy-Weisbach per le perdite distribuite...................... ˝ 19
2.2. La viscosità............................................................................................. ˝ 20
2.3. Il moto laminare...................................................................................... ˝ 21
2.4. Il moto turbolento................................................................................... ˝ 22
2.5. Transizione moto laminare-moto turbolento.......................................... ˝ 23
2.6. Legame fra perdita e portata................................................................... ˝ 24
2.7. L’influenza della temperatura................................................................. ˝ 25
2.8. Influenza del diametro............................................................................ ˝ 26
2.9. Il diametro ottimale................................................................................ ˝ 27
2.10. Influenza della rugosità........................................................................... ˝ 29
2.11. Le perdite concentrate............................................................................ ˝ 29
2.12. Applicazioni con il calcolo elettronico................................................... ˝ 30
2.13. Il software per il calcolo delle perdite di carico di tubazioni................. ˝ 31
2.14. I canali a pelo libero............................................................................... ˝ 33
2.15. Il calcolo dei canali a pelo libero............................................................ ˝ 35
3. LE POMPE CENTRIFUGHE....................................................................... ˝ 37
3.1. Il punto di lavoro delle pompe centrifughe............................................ ˝ 37
3.1.1. Collegamento parallelo............................................................. ˝ 38
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
4. LE RETI IDRAULICHE................................................................................ ˝ 56
4.1. Generalità................................................................................................ ˝ 56
4.2. La determinazione delle portate delle utenze......................................... ˝ 59
4.3. Esempio di calcolo.................................................................................. ˝ 61
6. LE RETI IDROSANITARIE
E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE.......................................................... ˝ 80
6.1. Calcolo degli impianti idrosanitari......................................................... ˝ 80
6.1.1. Esempio applicativo................................................................. ˝ 81
6.1.2. Fase di carica con rete inattiva................................................. ˝ 83
6.1.3. Fase di carica con rete attiva..................................................... ˝ 84
6.1.4. Fase di scarica........................................................................... ˝ 85
6.2. Le valvole di regolazione....................................................................... ˝ 86
6.2.1. Generalità.................................................................................. ˝ 86
6.2.2. La caratteristica delle valvole di regolazione........................... ˝ 87
6.2.3. Dimensionamento delle valvole di regolazione........................ ˝ 88
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BIBLIOGRAFIA................................................................................................... ˝ 286
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PREFAZIONE
A partire dagli anni ‘80 l’avvento dei personal computer ha rivoluzionato il calcolo tec-
nico rendendo disponibile risultati con tempi e costi prima impensabili. Ad una sempre mag-
giore velocità di esecuzione del calcolo non poteva non seguire una nuova filosofia nella
progettazione e nell’approccio alle argomentazioni teoriche. Nel campo termotecnico, in
particolare, la presentazione di tabelle, grafici di aiuto al calcolo, equazioni semiempiriche
è diventata obsoleta. Gli stessi modelli di soluzione progettuali, che si appoggiavano sulla
limitazione dei mezzi di calcolo, doveva essere messa in discussione.
Questa pubblicazione ed il software su cui si basa, TUTTELERETI, risponde all’esi-
genza di un approccio alle reti idrauliche negli impianti termotecnici che soddisfa le muta-
te esigenze progettuali, volte ad affrontare problemi di ottimizzazione, oltre che di dimen-
sionamento, degli impianti.
La prima capacità tecnica del software è quello di trovare le portate reali in una rete
idraulica, secondo il metodo di Cross, adattato alla presenza di elementi attivi quali pompe
o pressioni iniziali. La conoscenza delle portate reali permette di conoscere anche la situa-
zione reale per quanto riguarda la potenza termica fornita dai corpi termici, oltre che il punto
di lavoro delle pompe ed il loro rendimento.
Questa pubblicazione è divisa in due parti. La prima parte esamina in modo sistematico
tutte le problematiche inerenti le reti idrauliche negli impianti termotecnici. Vengono prima
presentati i componenti fondamentali delle reti: corpi termici, tubazioni, pompe, valvole di
regolazione ed analizzati i legami con le grandezze che determinano il loro funzionamento
nell’ambito idraulico. Successivamente vengono esaminate le tipologie delle reti e le loro
applicazioni nell’ambito degli impianti.
La seconda parte è il manuale d’uso di TUTTELERETI. L’idea di un solo software per
molte tipologie di calcolo è basata sulla considerazione che il concetto di rete lega le diver-
se tipologie e, nello stesso tempo, rende comune gran parte del software.
Questa quarta edizione presenta, inoltre, TUTTELERETI 2.0 (2020) (versione Trial
per 60 giorni e un massimo 80 rami) che offre agli utenti: nuova veste grafica, nuove tipolo-
gie applicative (antincendio, aria compressa, acquedotti, ecc.), nuove funzionalità per l’am-
biente CAD (maggiore interazione e più rapida produzione dei dati di input e possibilità di
aggiungere piccole immagini allo schema).
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CAPITOLO 1
I CORPI TERMICI
I corpi termici di cui ci occupiamo sono i più comuni, radiatori e ventilconvettori. Dal
punto di vista della trasmissione del calore mentre un radiatore scambia calore con l’am-
biente per convezione ed irraggiamento, nei ventilconvettori lo scambio termico è essen-
zialmente dovuto alla convezione forzata tramite ventilatore. Inoltre, mentre i radiatori sono
solo corpi scaldanti, i ventilconvettori possono essere sia scaldanti che refrigeranti.
1.1. Radiatori
L’emissione termica dei radiatori è esprimibile, secondo UNI-ISO 6514 come:
E = f N E50 [2]
dove il termine f è:
f = [(Tm – Ta) / 50]a [3]
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affluente al corpo viene determinata, noto il fabbisogno termico FT e assegnato il salto ter-
mico DT fra mandata ed uscita, con l’espressione:
In condizioni termiche stazionarie l’energia termica entrante espressa con la [5] sarà
uguale all’emissione termica, secondo la [1].
Il numero di elementi N viene determinato con l’espressione:
N = FT / (f E50) [6]
Il prospetto 1.1 e la figura 1.1 riportano un esempio di calcolo con foglio elettronico
dove, immessi gli opportuni dati di ingresso (fabbisogno termico, salto termico, temperatu-
ra di mandata, tamb (temperatura ambiente), alfa (esponente a dell’espressione [3]), Emiss
nominale (emissione termica nominale), vengono calcolati:
– con l’espressione [4] la portata nominale (portata);
– con l’espressione [3] il fattore di correzione (fatt_correzione);
– con l’espressione [2] l’emissione;
– con l’espressione [6] il numero degli elementi (numero di elementi scelto).
Prospetto 1.1.
Valori di ingresso
Fabbisogno termico 1050 watt
salto termico 12 °C
T mandata 75,00 °C
tamb 20 °C
alfa 1,3
emiss nominale 80 watt
Valori calcolati portata 75,24 Kg/h
Tmedia 68,8 °C
fatt_correzione 0,969
emiss reale 1087 watt
numero elementi scelto 14,00 Figura 1.1
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1. I CORPI TERMICI
1.3. Ventilconvettori
L’emissione termica E del ventilconvettore è espressa generalmente dal costruttore come:
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Figura 1.2.
Esempio
Con una portata di 200 l/h, emissione = 2320 watt ed una tubazione di 13 mm velocità = 0,42
e k = 3, coefficiente di perdita localizzato comunemente assunto nei radiatori, si ha: H (perdita
in mmH2O) = 27 mm. In un ventilconvettore con 200 l/h e stessa emissione si ha H = 100
mm. In un ventilconvettore l’allacciamento in serie comporterebbe un aumento delle perdite di
carico, correlata all’aumento di velocità notevole: esempio se si allacciano 3 ventilconvettori,
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1. I CORPI TERMICI
e quindi con una portata tripla si ha, con riferimento all’esempio precedente, una perdita circa
9 volte maggiore, e quindi si passerebbe da 100 a 900 mmH2O! L’emissione aumenterebbe
considerevolmente, anche se non nella stessa misura: non è possibile una valutazione perché
il costruttore fornisce la curva dell’emissione del ventilconvettore fino ad un massimo di poco
oltre i valori nominali di portata.
M C dT = E50 F(T)a dt
dove:
– M C dT = calore accumulato dal corpo con una variazione di temperatura = dT;
– M = massa del corpo;
– C = calore specifico del corpo;
– E50 F(T)a dt = potenza termica emessa del radiatore, funzione della sua temperatura
media, T, nell’intervallo di tempo dt;
– F(T)a = emissione del radiatore, secondo l’espressione [1] dove T = temperatura media.
La soluzione della [12] viene fatta discretizzando l’intervallo di tempo, si assume cioè
che in intervalli di tempo molto piccoli la temperatura del corpo sia costante.
Si calcola pertanto:
DT = dt F(T)a k
Le figure 1.3 e 1.4 visualizzano l’andamento della emissione termica percentuale e tem-
peratura in funzione del tempo per 2 corpi termici (in ghisa ed in alluminio) in cui sia circa
uguale la emissione nominale.
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Prospetto 1.2.
È evidente che i corpi termici in alluminio hanno una inerzia termica molto minore (per
il minor peso e minor contenuto d’acqua). Valori tipici dei rapporti emissione/peso sono per
i radiatori in ghisa 16 watt/kg mentre per quelli in alluminio 75.
Rapporti emissione/contenuto d’acqua per i radiatori in ghisa sono 130-110 watt/kg
acqua, per quelli in alluminio 270. Non è possibile fare un confronto, non avendo dati atten-
dibili a disposizione per i fancoil, ma il contenuto d’acqua di questi ultimi è molto inferiore
a parità di potenza termica e minore il peso del corpo termico. Quindi il fancoil spento pra-
ticamente annulla la sua emissione al contrario di un radiatore in ghisa.
L’inserimento di una valvola termostatica su un corpo termico va visto pertanto in fun-
zione dei tempi di risposta: ove gli apporti di calore abbiano durata breve l’inerzia termica
del radiatore in ghisa non è in grado di inseguire il carico termico.
Figura 1.3.
Figura 1.4.
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1. I CORPI TERMICI
1.6. Le caldaie
I parametri che caratterizzano una caldaia sono:
– Pf: la potenza termica del focolare, la potenza termica sviluppata dalla combustio-
ne del combustibile;
– Pu: la potenza termica utile, ossia la quota di potenza trasferita al fluido termovettore.
– il rendimento ossia il rapporto fra Pu/PF. Una caldaia tradizionale ha un rendimen-
to dell’85%;
– le caldaie sono classificate secondo la loro efficienza energetica calcolata sulla
potenza nominale (classificazione definita nel decreto del Presidente della Repub-
blica del 15 novembre 1996, n. 660), in quattro classi di rendimento, da 1 a 4 stelle.
Le caldaie a 4 stelle hanno i più alti rendimenti di combustione, sia operando alla poten-
za nominale, sia al 30% della stessa. Gli apparecchi a 4 stelle disponibili sul mercato sono
le caldaie a premiscelazione e le caldaie a condensazione.
Le perdite di una caldaia sono legate in parte alle dispersioni di calore attraverso il man-
tello isolante e per la maggior parte, al calore sensibile disperso nei fumi che escono al cami-
no. Minore è la temperatura dei fumi in uscita minore è la potenza termica dispersa. Se la
temperatura dei fumi scende sotto il punto di rugiada (circa 56 °C per i fumi di una norma-
le combustione di metano), il vapor d’acqua, presente nei fumi di tutti i combustibili conte-
nenti idrogeno, condensa con un recupero del corrispondente calore di condensazione (circa
2400 kj/kg di acqua).
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Rendimento Rendimento
Tipologia caldaia
in condizioni nominali a carico parziale
Standard da 86,6 ad 88,7 da 83,9 a 86,9
Standard ad alta efficienza da 89,5 a 91,0 da 89,5 a 91,0
A condensazione da 92,3 a 93,3 da 98,3 a 99,3
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CAPITOLO 2
LE PERDITE DI CARICO
Figura 2.1.
Nella letteratura tecnica l’equazione universalmente accettata per il calcolo delle perdite
di carico è quella di Darcy-Weisbach:
Yc = λ L v2 / 2 g D [1]
dove:
– Yc = metri di colonna di fluido;
– λ = fattore di attrito [numero puro];
– v = velocità [m/sec];
– L = lunghezza tubazione [m];
– D = diametro interno tubo [m];
– g = accelerazione di gravità [m/sec2].
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il fattore di attrito λ dipende dal regime di moto che è determinato dal numero di Rey-
nolds R dove:
R = V D ρ / μ [3]
2.2. La viscosità
La viscosità dinamica è una proprietà fisica dei fluidi ed è una misura della resistenza di
attrito interna. Nei liquidi diminuisce mentre nei gas aumenta, all’aumentare della tempera-
tura. Nei liquidi, inoltre, si può considerare indipendente dalla pressione ed anche nei gas,
per pressioni lontane da quella critica.
Unità di misura della viscosità dinamica è il centipoise = 1 millipascal x sec; quella della
viscosità cinematica è il centistokes = 10–6 m2/sec. Unità di misura pratica è il grado Engler.
Tra gradi Engler e centistokes c’è la relazione:
υ [cst] = 7,32 E – 6,31 / E [5]
Figura 2.2.
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2. LE PERDITE DI CARICO
Si può notare, ad esempio come un olio pesante può essere bruciato in un bruciatore civi-
le solo quando raggiunge una temperatura di 100-110 °C.
Sviluppando l’equazione [2] con il fattore di attrito espresso con la [6] si ha:
Da questa equazione si può facilmente dedurre che nel moto laminare le perdite di cari-
co sono proporzionali direttamente alla velocità o portata.
Poiché la viscosità cinematica diminuisce con l’aumentare della temperatura e viceversa,
la potenza per il pompaggio dei fluidi viscosi aumenta al diminuire della temperatura. Nel
grafico di figura 2.3 viene riportata la perdita di carico per un olio combustibile fluido, in
funzione della temperatura, nelle condizioni: velocità = 1,5 m/s, diametro interno = 10 mm.
Si può notare un forte abbassamento della viscosità all’aumentare della temperatura.
Figura 2.3.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
dove:
– RR = rugosità relativa = ε / D;
– ε = rugosità assoluta tubazione.
Figura 2.4.
Nel moto laminare l’andamento del fattore di attrito sarà rappresentato da una retta
(espressione [6]), ed è indipendente dalla rugosità della tubazione. Nel moto turbolento il
fattore di attrito è funzione della rugosità relativa. Il relativo andamento sarà rappresentato
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2. LE PERDITE DI CARICO
da curve, ciascuna caratterizzata da una rugosità relativa costante. Queste hanno andamento
decrescente nel campo del moto di transizione mentre sono orizzontali nel campo del moto
turbolento completamente sviluppato (valori del numero di Reynolds molto grande).
All’esame congiunto della [1] e della [8] si può quindi affermare che la perdita di cari-
co dipende da:
– tipo di fluido, in quanto la massa volumica e la viscosità sono proprietà del fluido in
esame;
– portata o la velocità della tubazione;
– diametro interno del tubo;
– rugosità del tubo;
– temperatura, che influenza la viscosità e la massa volumica.
Non è quindi possibile rappresentare graficamente il legame fra la perdita di carico e
tutte le variabili in gioco ma occorre esaminare la loro influenza una alla volta. L’esame
viene fatto nel seguito per acqua.
Tubi lisci
Nel caso di tubi lisci il coefficiente di attrito può essere espresso con la formula di Blasius:
λ = 0,316 Rey-0,25
Figura 2.5.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Dall’esame della figura si può affermare che, nel campo usuale di portate e diametri, per
acqua si verifica sempre il moto turbolento. Nel campo R > 2100 ed R < 4000 si ha il cosid-
detto moto instabile: se la tubazione corre rettilinea senza disturbi alla corrente fluida rap-
presentati da curve, gomiti, saracinesche, ecc., si verifica il moto laminare, altrimenti si ha
il passaggio al moto turbolento.
Figura 2.6.
In realtà poiché il fattore di attrito non è costante tale legame quadratico si verifica solo
nel campo della turbolenza completa mentre in quello del moto di transizione l’esponente
non è più 2 ma inferiore (ad esempio nel caso dei tubi lisci circa 1.785).
Il grafico di figura 2.6 riporta l’andamento della perdita di carico per la tubazione 1″ UNI
8863 serie media nelle seguenti condizioni:
– temperatura = 15 °C;
– [A] rugosità assoluta = 0 micron;
– [B] rugosità assoluta = 50 micron;
– [C] rugosità assoluta = 250 micron.
Il grafico è così costruito: la perdita = Prif è calcolata alla rugosità assoluta pari a zero ed
alla portata qr, quella corrispondente ad una velocità di 0,5 m/sec. In ascissa viene rappre-
sentato q*, rapporto fra la portata e la portata di riferimento qr, in ordinata p* rapporto, per
ognuna delle tre curve fra la perdita alla relativa rugosità e la perdita Prif. È evidente dall’e-
same del grafico il legame quasi quadratico fra l’ordinata e l’ascissa. Un legame quadratico
significa che ad un raddoppio della portata consegue un aumento della perdita di circa quat-
tro volte e della potenza idraulica di circa otto. Si ricorda infatti che la potenza idraulica Wh
è esprimibile con la relazione:
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2. LE PERDITE DI CARICO
Wh = ρ g Q H [10]
dove:
– Q = portata volumetrica;
– H = prevalenza;
– ρ = massa volumica.
È possibile notare che all’aumentare della rugosità assoluta il legame fra ordinata ed
ascissa si fa sempre più vicino alla legge quadratica. L’aumento della rugosità, infatti, fa sì
che il regime idraulico si sposti verso la regione del moto turbolento completamente svilup-
pato, in cui il coefficiente di attrito è costante. Nell’equazione [1], quindi, la perdita è fun-
zione perfettamente quadratica rispetto alla velocità o portata. Differente è quindi il compor-
tamento dei tubi lisci come rame e plastica rispetto a quelli ruvidi come ferro, ghisa, ecc..
Nei primi l’aumento di perdita all’aumentare della portata è minore.
Figura 2.7.
Nel grafico di figura 2.7 è riportato p*, rapporto fra la perdita a temperatura = T e quella
a di riferimento Prif. La perdita di riferimento è presa nelle condizioni: Temperatura = 5 °C,
rugosità assoluta = 0, velocità pari a 1,5 m/sec.
I grafici riportano le tre condizioni:
– [A] rugosità assoluta = 0 micron;
– [B] rugosità assoluta = 150 micron;
– [C] rugosità assoluta = 250 micron.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si può pertanto desumere la forte influenza del diametro, a parità di altre condizioni,
sulla perdita di carico.
Nel grafico di figura 2.8 viene riportata la perdita di carico, relativamente alle tubazio-
ni specificate, serie UNI 8863 media, in funzione del diametro interno, espresso in millime-
tri, nelle condizioni:
– temperatura = 15 °C;
– rugosità assoluta = 46 micron;
– portata = 20 m3/h.
Figura 2.8.
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2. LE PERDITE DI CARICO
Il grafico di figura 2.9, costruito con questa logica, riporta l’andamento del rapporto por-
tata-peso della tubazione, espresso in [m3/h · kg], in funzione del diametro, nelle condizioni:
– perdita di carico 1000 Pa/m;
– rugosità assoluta pari a 0 micron;
– temperatura = 15 °C.
Figura 2.9.
Dall’esame del grafico si può dedurre che tanto maggiore è il diametro tanto più è favo-
revole il rapporto fra la portata e il peso di tubazione, quindi minore il costo per far deflui-
re una stessa portata.
La figura 2.10 presenta, nelle stesse condizioni precedenti, l’andamento della velocità in
funzione del diametro. Anche qui si può osservare che, ad una stessa perdita di carico, cor-
rispondono velocità crescenti all’aumento del diametro.
Figura 2.10.
27
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si supponga che:
– la spesa di installazione sia costante per diametri vicini;
– il costo annuo della tubazione, CTA, venga calcolato con l’espressione seguente
della matematica finanziaria:
CTA = p CT [12]
dove:
– p = rata annuale rappresentante l’ammortamento in n anni al tasso d’interesse i;
– CT = costo tubazione [€/m].
p = (1 + i)n i / [(1 + i)n – 1] [13]
CE = € Wh h / η [14]
dove:
– CE = costo energia [€/Kwh];
– € = costo in euro del kilowattora;
– η = rendimento del sistema nei confronti dell’energia elettrica assorbita;
– Wh = potenza idraulica persa per attrito da 1 metro di tubazione;
– h = ore annue di funzionamento.
Il grafico di figura 2.11 riporta l’andamento del costo totale in funzione della portata per
le tubazioni UNI 8863 serie media rispettivamente 2’’, 1 1/2”, 1 1/4’’, nelle condizioni: ore
annue di funzionamento 3650, costo KWh = 0,15 €, anni 5 di ammortamento, temperatu-
ra fluido = 15 °C.
Figura 2.11.
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2. LE PERDITE DI CARICO
Figura 2.12.
Vi è quindi un aumento della perdita all’aumentare della rugosità. I tubi rugosi hanno
una perdita maggiore di quelli lisci e, inoltre, il sorgere delle incrostazioni con il tempo
nelle tubazioni producono un aumento della rugosità che si traduce, fra l’altro, in un aumen-
to delle perdite di carico.
Yl = k V2 / 2g
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nel singolo tratto se il diametro e la portata sono costanti sarà uguale la velocità.
Il calcolo della perdita concentrata deve pertanto essere fatta tratto per tratto, somman-
do per ciascuno tutti i relativi valori di k al fine dell’uso della formula di cui sopra. Mentre
quindi il calcolo delle perdite distribuite comporta, ai fini del calcolo automatico, un minimo
impegno, quello delle perdite concentrate è senz’altro più laborioso per l’esame dello svi-
luppo della tubazione ai fini di individuare tutte le perdite localizzate presenti.
Bisogna poi aggiungere che il termine k non è indipendente dalle dimensioni della tuba-
zione ed assume valori diversi in dipendenza dei diversi diametri, il che rende ancora più
difficoltoso il calcolo.
Diversamente devono essere considerate quelle che sono pure perdite concentrate, quel-
le relative al valvolame. Pur essendovi nei manuali dei coefficienti relativi ai vari tipi di val-
vole è più opportuno fare riferimento ai cataloghi dei costruttori.
Questo tipo di perdita può essere rappresentata con l’espressione analitica:
P V = K Qm
Un metodo molto diffuso per la determinazione delle perdite di carico concentrate è quel-
lo della lunghezza equivalente, definita come quella lunghezza che dà una perdita distribuita
pari a quella concentrata. Ai fini del calcolo alla lunghezza geometrica della tubazione viene
a sommarsi quella equivalente per le perdite concentrate, dando un’ unica lunghezza deno-
minata virtuale. La perdita di carico del tratto è quella derivante dal calcolo della perdita
distribuita relativamente alla lunghezza non geometrica ma virtuale.
dove:
– ε = rugosità assoluta;
– R = numero di Reynolds;
– D = diametro interno.
L’impostazione dei calcoli relativi alle perdite di carico può essere fatta su un foglio elet-
tronico con relativa semplicità.
Il procedimento si impernia sul calcolo del coefficiente di attrito, secondo l’espressione
[15] e che è valida per tutti i fluidi. L’unica differenza ai fini del calcolo fra un fluido e l’altro
è nella diversità dei valori di massa volumica e di viscosità cinematica. Se si intende espri-
mere, per un dato fluido il calcolo della perdita al variare della temperatura, occorre impo-
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2. LE PERDITE DI CARICO
stare ulteriormente l’espressione analitica di massa volumica e viscosità cinematica del flu-
ido in funzione della stessa temperatura.
Si riporta infine il prospetto relativo all’impostazione del calcolo tramite un noto foglio
elettronico (prospetto 2.1).
Prospetto 2.1.
Temperatura C 20
Rugosità assoluta micron 50
Portata l/h 1000
Lunghezza metri 1
Diametro mm 12
Kappa 1
RISULTATI
Viscosità Cst 0,994
Massa volumica kg/m3 998,15
Kappa 1
Velocità m/s 2,46
Reynolds 29689
Rug rel 0,004
Lamda 0,0324
Y metri 0,8316
Perd distr Pascal 8143
Perd conc Pascal 3016
Perdite totali Pascal 11159
Perdite totali mH2O 1,445
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 2.13. I moduli Perdite di carico e canali
Figura 2.14. La videata per il calcolo delle perdite di carico per acqua
Nei seguenti prospetti 2.2 e 2.3 sono riportati i tabulati relativi al calcolo di progetto e
di verifica.
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2. LE PERDITE DI CARICO
Figura 2.15.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 2.16.
Formula di Chezy
V = χ Ri J
dove:
– Ri = raggio idraulico = area/perimetro bagnato;
– J = pendenza del canale;
– V = velocità media nella sezione.
χ = 87 / (1+ γ / R )
È ovvio che Q = V A.
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2. LE PERDITE DI CARICO
Formula di Manning
V = 1/ n Ri2/3 J1/2
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 2.20. L’altezza dell’acqua viene calcolata a partire dai dati di ingresso
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CAPITOLO 3
LE POMPE CENTRIFUGHE
Figura 3.1.
Nell’esempio di figura 3.1:
– ZA = 0 (quota di riferimento);
– ZB = H;
– PA = 0;
– PB/γ = a.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Ne consegue:
Hp = HB – HA + Hw
Figura 3.2. a)
Figura 3.2. b)
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
3.1.3. Un esempio
La figura 3.3 rappresenta graficamente i concetti sopra esposti.
Figura 3.3.
Prospetto 3.1.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
E = DH / DQ
Questo parametro è variabile e aumenta con la portata della pompa. Una pompa a curva
caratteristica completamente piatta è da considerarsi ad elasticità nulla: la prevalenza è
costante al variare della portata. Definiamo anche come ampiezza di lavoro il campo di por-
tata in cui il rendimento è uguale o maggiore del 95% del valore massimo. Questi valori
sono stati trovati per una pompa commerciale e riassunti nel prospetto 3.2 che è desunta dal
grafico di figura 3.4.
Sono rappresentate:
– la curva caratteristica della pompa (pompa);
– le curve caratteristiche dei tre circuiti (a, b, c), aventi tutti quota geometrica e piezo-
metrica nulla, ed i corrispondenti punti di lavoro (a, b, c).
Il punto A è quello in cui il rendimento della pompa è massimo, mentre i punti B, C sono
quelli limite in cui il rendimento è uguale al 95% del massimo.
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
Figura 3.4.
Prospetto 3.2.
– L = lunghezza tubazione;
– D = diametro tubazione.
Le conclusioni a cui possiamo arrivare sono: la pompa continua a lavorare in una zona
di rendimento ancora abbastanza alto (in questo caso tra il 95 e il 100% del massimo) per
variazioni di lunghezza del circuito + 85,5% e – 56% e variazioni di diametro molto più
contenute – 12,1%, + 11,3%. La perdita di carico del circuito b, con la portata del punto A,
sarebbe di H = 12,109 metri. Poiché la prevalenza del punto B è di 7, 75 metri, la variazio-
ne di prevalenza del punto di lavoro, con una diminuzione di portata del 22, 5%, è stata del
22%. Analoghe considerazioni potrebbero essere fatte per il circuito c. La pompa in prati-
ca limita l’aumento di prevalenza del circuito a valori più o meno contenuti in dipendenza
dall’elasticità della stessa. Maggiore è l’elasticità della pompa maggiore sarà la variazione
di prevalenza, e minore la variazione di portata. Una pompa ad elasticità zero (curva della
prevalenza costante) consente la massima variazione di portata e variazione nulla di preva-
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
lenza. Poiché il punto di lavoro è determinato per via teorica, il suo valore in pratica potreb-
be essere diverso da quello previsto, sempre supponendo che esso si collochi nel punto di
rendimento massimo della pompa o nelle vicinanze. Se il parametro ampiezza di lavoro è
grande può essere tollerata una certa discostanza fra valori teorici e reali: il punto di lavoro
resta in una zona di rendimento elevato. Viceversa se tale zona è stretta il punto di funziona-
mento può spostarsi in una zona non ottimale.
Si tenga presente che la resistenza idraulica del circuito nel tempo può aumentare per la
presenza di incrostazioni, che aumentano le perdite idrauliche.
NPSHr = V2 / 2g + DHp
in cui:
– a sta per available (utilizzabile);
– r sta per richiesto;
– v = velocità nel ramo di aspirazione;
– Ha = dislivello fra la bocca di aspirazione ed il pelo libero del serbatoio di aspirazione.
Figura 3.5.
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
Figura 3.6.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
– pressione del vapore [m]: 0,168 (pressione di ebollizione alla temperatura di eserci-
zio = 15 °C);
– NPSHr pompa: [m]: 0,579 (dal catalogo del costruttore per la portata di 3,5 m3/h);
– NPSHa circuito [m]: 2,94 = 10,33 – 7 – 0,222 – 0,168.
Nq = n Qopt / H0,75
Si ha: Nq = 27,8.
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
I punti Q, H, Rendimento della curva caratteristica della pompa con acqua andranno
corretti nel seguente modo:
– Q* = q · fq;
– H* = H · fh;
– R* = Rendimento · fr.
Il circuito ha caratteristiche:
– D = 1 1/2”;
– L = 27 metri;
– quota geometrica = 8 metri;
– quota piezometrica = 0.
Il grafico di figura 3.7 visualizza le curve caratteristiche della stessa pompa con acqua e
fluido viscoso.
Figura 3.7.
P=γH
Essendo diverso il peso specifico γ, per acqua = 9810 N/m3, per il fluido viscoso = 9,81
· 880 = 8633 una stessa prevalenza H consegue pressioni della pompa diverse. Si preferisce
esprimere pertanto la prevalenza della pompa in bar. Sono contrassegnate con H le curve
relative ad acqua e V quelle relative al fluido viscoso.
Dal grafico si può notare: tutte e due le curve del fluido viscoso, prevalenza e rendimento
sono più in basso di quelle con acqua. Si analizza ora come cambia il punto di lavoro quan-
do la stessa pompa, con lo stesso circuito funzioni con il fluido viscoso o acqua.
I rispettivi calcoli sono riassunti nel prospetto 3.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 3.3.
Figura 3.8.
Si può notare come l’andamento della prevalenza del circuito sia in un primo tratto, che
è poi quello nel quale ricade il punto di lavoro, lineare (siamo nel campo nel moto laminare
e la perdita di carico è proporzionale alla velocità o portata).
Il gradino corrisponde alla transizione fra moto laminare e turbolento. La quota geome-
trica corrispondente al fluido viscoso è minore perché il fluido ha minore massa volumica.
Le perdite di carico sono maggiori, per il maggiore coefficiente di attrito nel moto laminare
rispetto al moto turbolento che si verifica con acqua.
Con riferimento all’espressione di Darcy-Weisbach del coefficiente di attrito è nel caso
del fluido viscoso λ = 0,0626, nel caso di acqua λ = 0,025. In questo caso la spesa per il pom-
paggio (rapporto fra potenza assorbita e portata) è leggermente maggiore nel caso di flui-
do viscoso.
3.5. La curva caratteristica Q-H delle pompe centrifughe al variare del numero di giri
Nelle pompe centrifughe e in genere in tutte le macchine di tipo centrifugo, come i ven-
tilatori, le grandezze caratteristiche (portata Q prevalenza H) variano in funzione del nume-
ro di giri della macchina stessa, per uno stesso fluido trattato, secondo le seguenti leggi teo-
riche, che possono essere applicate in prima approssimazione:
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
Figura 3.9.
Con riferimento alla figura 3.9 sia il punto A un punto della curva caratteristica della
pompa funzionante ad n1 giri.
Il punto B, appartenente alla stessa pompa funzionante ad n2 giri può essere ricavato a
partire dal punto A con le espressioni di cui sopra (sia R = n2 / n1):
Qb = R Qa
Hb = R2 Ha
H 1 = M + N q + K Q2
H2 = R2 M + R N Q + K Q2
H2 = M’ + N’ R Q + K’ Q2
dove:
– M’ = R2;
– n’ = R N;
– K’ = K.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Esempio: i punti della curva caratteristica Q-H di una pompa funzionante a 1450 giri
siano:
– punto 1 Q = 1 m3/h H = 2,1 m;
– punto 2 Q = 2 H = 1,75;
– punto 3 Q = 4 H = 1,35;
Il prospetto 3.4 riporta i punti teorici e reali (dai dati del costruttore) della pompa funzio-
nante a 2900 giri, dove l’espressione analitica della prevalenza reale è:
e quella teorica:
Ht = 10,2 – Q + 0,05 · Q2
Prospetto 3.4.
Q H teorico H Differenza
[m3/h] [m] reale %
2 7,6 8,4 – 9,5
3 7 7,09 – 1,3
4 6,6 7 –6
5 6,125 6,1 – 0,4
6 5,7 5,66 + 0,7
8 4,8 5,4 – 12,5
Supponiamo ora che la pompa sia inserita in un circuito idraulico chiuso, costituito da
un’unica tubazione avente le seguenti caratteristiche:
– tubazione: rame pesante diametro = 29 mm;
– lunghezza = 54 metri;
– temperatura di esercizio = 15 °C;
– fluido: acqua.
Il punto di lavoro a 1450 giri è:
– Q = 2 m3/h;
– H = 1,75 m.
Con la stessa pompa a 2900 giri (curva reale) si avrà:
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
– Q = 4,23 m3/h;
– H = 6,49 m;
mentre con la curva teorica:
– Q = 4,34 m3/h;
– H = 6,8 m.
Pertanto nelle condizioni del punto M si ha: n = 100%, Q = 100%, H = 100%, rendimen-
to = 100%. La curva tratteggiata, che parte dall’origine inviluppa i punti Q, H che hanno il
massimo rendimento.
Nella figura 3.11, elaborata a partire dai dati della figura 3.10, sono riportati, sempre in
percentuale, le curve Q-H e, per ogni curva Q-H la relativa curva del rendimento e della
potenza assorbita W, calcolata come:
W = γ Q H / rendimento
Si notino i valori molto bassi della potenza, ad esempio, per la curva al 50% del nume-
ro di giri.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
HC = 15 – h + 0,0048 Q2
Nel prospetto 3.5 vi sono le condizioni di lavoro quando la portata d’ingresso (uguale
alla portata d’uscita in condizioni di equilibrio) varia da 5 a 31 m3/h.
Il livello varierà fra 2,73 e 3,5 m, mentre la variazione del numero di giri varia da un
minimo del 54% al 100%.
All’aumentare del livello h, conseguenza dell’aumento della portata affluente, la regola-
zione varia il numero di giri fino a raggiungere l’equilibrio fra portata affluente e defluente.
Prospetto 3.5. Condizioni di lavoro al variare della portata d’ingresso = portata d’uscita
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Pertanto alla zona arriva acqua calda a temperatura di caldaia, supponiamo Tman, che,
dopo lo scambio termico nei terminali, ritorna a temperatura = Trit.
Tenendo conto della variazione del numero di giri ed essendo R il solito parametro si ha
la prevalenza della pompa HP:
HP = 16 R2 – 0,5 R Q
HC = (k2 + k1/N2) Q2
k1 (Q/N)2 = prevalenza dei rami secondari aventi portata = Q/N e tutti con le stesse carat-
teristiche idrauliche, per cui la costante k1 è uguale per tutti.
N.B. Si suppone la perdita di carico sia esprimibile con espressione di tipo quadratico H
= K Q2. Quindi:
HC = KC Q2
dove KC = (k2+k1/N2).
k2 = 2,086
K1 = K2/20800,010002
quindi KC = 0,03086.
Q = 16,1 m3/h H = 8 m
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
M R2 + N R Q = KC Q2
da cui:
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
3.5.4. La regolazione
Se poniamo la retta di regolazione proporzionale con i seguenti punti:
R = 1 e dt = 10 °C e R = 0,5 dt = 8 °C
Q = 0,534 · dt – 3,204
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3. LE POMPE CENTRIFUGHE
Con la regolazione la portata della singola zona, e il conseguente salto termico, non dif-
ferisce sensibilmente dalle condizioni nominali, nonostante la diminuzione di zone attive.
Y = A + B x + C x2 [9]
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CAPITOLO 4
LE RETI IDRAULICHE
4.1. Generalità
Una rete idraulica è un insieme di rami mutuamente collegati che hanno la funzione di
trasportare un fluido da uno o più punti in cui il fluido è reso disponibile (alimentazione) ad
uno o più punti in cui il fluido viene utilizzato (utenze). Una rete di questo tipo è una rete di
adduzione, mentre in una rete di scarico il fluido disponibile alle utenze confluisce da que-
ste al punto di raccolta.
In una rete aperta il fluido circolante fuoriesce in corrispondenza delle utenze e lo scopo
della rete è un trasporto di massa.
In una rete chiusa al fluido è associato un trasporto di energia, abbinata alla massa. Per-
tanto il fluido ricircola fra l’alimentazione, dove riceve l’energia termica, e le utenze, dove
questa viene ceduta alle utenze.
La differenza sostanziale fra circuiti aperti e chiusi è che nei secondi l’energia necessaria
alla movimentazione del fluido è solo quella dovuta alle perdite di carico per attrito duran-
te il percorso, mentre nei primi l’energia idraulica è anche quella necessaria al sollevamen-
to del fluido. Nei circuiti aperti la movimentazione del fluido è possibile grazie ad un disli-
vello favorevole o alla presenza della pompa.
Nel caso di fluidi comprimibili come i gas, portata volumetrica e quindi massa volumica
e viscosità cinematica, variano con la pressione, quindi variazioni di pressione e perdite di
carico sono mutuamente collegati. È il caso delle reti gas in media ed alta pressione per il
gas naturale.
Il calcolo delle reti idrauliche consiste nella determinazione delle portate dei rami delle
rete, assegnate le condizioni geometriche e fluidodinamiche. Note che siano le portate, tante
quanti i rami, è possibile anche determinare le perdite di carico, le pressioni e le altre gran-
dezze fluidodinamiche.
A questo scopo è opportuno introdurre una opportuna terminologia.
Il ramo
Il ramo è un tratto di tubazione, a diametro costante, non necessariamente rettilineo e non
necessariamente formato da un singolo tratto, ma che potrebbe comprendere più tratti con-
secutivi. Ai fini del calcolo idraulico la schematizzazione del ramo avviene come segmento
rettilineo avente un nodo iniziale ed un nodo finale (figura 4.1). Il calcolo idraulico stabi-
lirà, nel caso di rete magliata o ad anello il verso effettivo del flusso. In una rete, per defini-
zione, ogni ramo è collegato ad uno o più rami.
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4. LE RETI IDRAULICHE
Una rete ad albero è rappresentata come in figura 4.2. Una rete ad albero avente una sola
alimentazione è caratterizzata da un verso univoco dei rami che non può variare con il calco-
lo. In questa tipologia fra il numero di nodi interni = NN ed il numero dei rami = NR c’è la
relazione = NN = NR+1. In una rete ad albero con più alimentazioni sussiste la stessa rela-
zione ma il verso dei rami assunto inizialmente può variare.
Percorso idraulico
È l’insieme dei rami che collegano la alimentazione alla utenza. Nel caso di rete ad albe-
ro il numero dei percorsi idraulici coincide con il numero delle utenze. Quindi NU = nume-
ro utenze = NP = numero percorsi.
Vale per una rete ad albero (NR = numero rami):
NR = NU + NN oppure NR = NP + NN
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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4. LE RETI IDRAULICHE
In conseguenza di questa operazione alcuni rami possono avere versi opposti a quelli ini-
ziali. La assegnazione delle portate nominali soddisfa in ogni caso la congruenza delle por-
tate affluenti ai nodi che è la prima condizione di equilibrio idraulico o di congruenza o con-
tinuità delle portate, in cui va assunto il verso positivo se la portata esce dal nodo e negati-
vo in caso contrario:
Σ Qi = 0
Percorso aperto
Percorsi chiuso
∑HW = 0 [2]
dove:
– QGP1 = somma della quota geometrica (Z) e piezometrica (p1/γ) del nodo iniziale del
percorso, p1 = pressione al nodo 1;
– γ = peso specifico del fluido;
– Z1 = quota verticale del nodo 1 (rispetto ad un piano di riferimento);
– QGP2 = quota geometrica e piezometrica del nodo finale del percorso;
– ∑HW = sommatoria delle perdite di carico dei rami appartenente al percorso;
– hutenza = perdite di carico o caduta di pressione nella utenza finale;
– hpompa = prevalenza fornita dalla pompa eventualmente inserita nei rami del percorso.
N.B. L’energia cinetica può essere inglobata nelle perdite concentrate supponendo un
coefficiente di perdita localizzata k = 1.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Reti gas
Nel caso di reti gas le utenze sono localizzate in corrispondenza di apparecchi per la pro-
duzione di energia termica, la portata in volume sarà legato alla potenza termica dell’appa-
recchio ed al tipo di gas secondo l’equazione:
q = K N / PCI
dove:
– q = portata in volume [m3/h];
– N = potenza termica al focolare dell’apparecchio [kw];
– PCI = potere calorifico inferiore [kj/kg];
– K = costante dipendente dal tipo di combustibile.
Reti di riscaldamento
Le reti degli impianti di riscaldamento sono reti chiuse. Le portate delle utenze saranno
determinate in base al fabbisogno termico nominale FT, secondo la relazione (per radiatori):
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4. LE RETI IDRAULICHE
Il calcolo del fabbisogno termico deriva com’è noto dallo studio delle dispersioni di
calore dell’ambiente nel quale il corpo termico è inserito.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nella tabella 4.1 sono riportate diametri, lunghezze dei rami e le quote geometriche degli
idranti.
La pompa ha equazione:
Nella rete, a scopo dimostrativo, vengono assunti inizialmente i versi delle portate indi-
cati nella figura, che non corrispondono alla soluzione effettiva: questo per dimostrare che
sarà il metodo comunque a trovare i versi effettivi delle portate. Il percorso 1 è formato dai
rami 1,2,3,4,5,7. Essendo la rete ad anello si individuano due percorsi per ogni terminale, il
primo che percorre l’anello in un verso, il secondo in verso opposto. Il percorso 2, che porta
allo stesso nodo terminale è formato invece dai rami 1,6,7.
Abbiamo quindi 8 percorsi, due per ogni terminale. A questi percorsi, aperti, si aggiunge
quello della maglia chiusa formata dai rami 2,3,4,5,6, per un totale di 9.
Nel proseguo, ove non altrimenti specificato, le portate sono in L/m e le perdite o preva-
lenze in mmH2O.
Per ognuno di questi percorsi va rispettato la equazione [1] oppure [2].
La perdita di carico dei rami si calcola con l’equazione per il calcolo antincendio (ac-
ciaio):
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4. LE RETI IDRAULICHE
La portata di 60 l/m viene assegnata al ramo con segno positivo se è concorde con quel-
lo del ramo iniziale 7, con segno negativo nel caso contrario. Pertanto la portata di 60 L/m
è positiva nel percorso 1 per tutti i rami.
Nel percorso 2, avendo il ramo 6 verso opposto al ramo 7, la rispettiva portata è negati-
va. Automaticamente, con questa ripartizione, vengono rispettate le equazioni di congruen-
za ai nodi.
Nella tabella 4.2 sono riportati i dettagli delle operazioni.
Pertanto l’equazione di congruenza diventa (le portate hanno segno positivo se entran-
ti, negativo se uscenti):
Nodo 2
480 (ramo 1, entrante con portata positiva) – 240 (ramo 2, uscente con portata positiva)
– 240 ( ramo 6 entrante ma con portata negativa) = 0.
Operando analogamente per tutti i nodi si verificherà che con questa assegnazione delle
portate iniziale vengono rispettate anche le equazioni di congruenza delle portate ai nodi.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Sviluppando:
essendo questa equazione non rispettata si aggiunge a tutte le portate una portata corretti-
va ∆. Pertanto si impone che la nuova equazione sia zero.
ΣKWi (Qi + ∆)2 – KWp (Qp + ∆)2 + KWU (QU + ∆)2 + QG1 – QG2 = 0
ed essendo:
Ponendo:
NUM = HW – HP + HU + QG1
DEN = 2 [∑HQi + HQP + HQU]
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4. LE RETI IDRAULICHE
Il coefficiente 0,15 sostituisce quello che algebricamente dovrebbe essere 0,5, per pro-
blemi di stabilità del calcolo iterativo. Questo è dovuto al fatto che nella [1] vi sono termi-
ni costanti e che la stessa asserzione che riduce l’equazione della prevalenza della pompa ad
una espressione solo del quadrato della portata non è esatta.
Il coefficiente che determina il valore di Δ può essere 0,5 sono nel caso di percorsi chiu-
si dove non vi sono quote geometriche e pompe. Una ulteriore condizione di stabilità impo-
ne che il valore di Δ non superi in valore assoluto la metà della portata nominale delle uten-
ze, in questo caso 60 l/m.
Ad ogni ciclo iterativo vengono trovati i valori di correzione delle portate per ogni per-
corso. Pertanto l’iterazione prosegue finchè i valori delle portate correttive siano inferiori a
valori fissati oppure i valori del numeratore = Num sia inferiore ad un valore anch’esso pre-
fissato.
LE VERIFICHE
Relativamente ai percorsi 1 e 9, chiuso, si verificano le equazioni [1] e [2].
Si nota che l’equazione [1] per il percorso relativo al ramo 7 ha una differenza di -0,15
mmH2O, mentre quello della maglia chiusa un errore di appena 60,5 mm. Il calcolo ha
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si riporta infine nella figura 4.6 lo schema della rete con le portate reali. Si noti il verso
reale dei rami 5 e 6 derivante dal calcolo
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CAPITOLO 5
H = Ridr Q
dove Ridr = resistenza idraulica.
Potrebbe sembrare che fra portata e perdita vi sia una semplice proporzionalità. In real-
tà abbiamo già visto che questo legame dipende dal tipo di moto ed in genere è abbastan-
za complesso, dipendendo da molte grandezze della tubazione (lunghezza, diametro, porta-
ta, ecc.) e dal tipo di fluido.
Nel caso di moto di tipo laminare (Numero di Reynolds ≤ 2100) le perdite di carico sono
proporzionali alla velocità o portata (vedi l’espressione [7] sulla parte terza relativa alle per-
dite di carico).
La perdita di carico espressa in metri di colonna di fluido è infatti:
H = K Q L / D4 [1]
dove:
– la costante K dipende dal tipo di fluido;
– L = lunghezza tubazione;
– D = diametro interno tubazione.
H = K’ Q2 L / D5 [2]
In questo caso il valore di K’ non è costante e dipende anch’esso dalle grandezze carat-
teristiche del moto.
Vogliamo esaminare, con riferimento allo schema di figura 5.1, come questo legame
viene a influenzare le portate nelle reti. Lo schema rappresenta una tubazione principale di
diametro 2” da cui si dipartono 3 rami aventi lunghezza rispettivamente 10, 20, 30 metri e
ciascuna di diametro 1 1/4’’. Poiché ai capi dei rami 2, 3, 4 vi è la stessa differenza di pres-
sione, essi avranno la stessa perdita di carico (sono in parallelo). In questo primo esempio
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
a differenziare la resistenza idraulica dei rami derivati è solo la lunghezza. Nella rete sia
disponibile al nodo 1 una pressione di 5 metri di colonna d’acqua.
Figura 5.1.
La soluzione della rete (portate reali) per fluido acqua e per fluido viscoso da i risulta-
ti del prospetto 5.1:
Prospetto 5.1.
Q L = costante
Si può notare come le portate dei rami 2, 3, 4 siano inversamente proporzionali alle
loro lunghezze cioè fra due qualsiasi di questi rami:
Q1 / Q2 = L2 / L1
Q2 L circa costante
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5. IDRAULICA DELLE RETI
Q1 / Q 2 circa uguale a L 2 / L1
Dal punto di vista numerico in questo secondo caso si può notare che nel ramo 4 con L =
30 metri si ha una portata % del 24,2 contro il 45,3 del ramo 2, con L = 10 metri. Il ramo 2 con
lunghezza 3 volte minore del ramo 4 non ha una portata 3 volte maggiore ma meno del doppio.
Supponiamo ora, sempre facendo riferimento alla stessa rete, che:
– le lunghezze dei rami 2, 3, 4 siano uguali e pari a L = 20 metri;
– i diametri siano diversi, come specificati;
– il calcolo sia fatto per fluido acqua e quindi il moto risultante sia turbolento.
Il calcolo della rete consegue i risultati esposti nel prospetto 5.2.
Prospetto 5.2.
In questo caso, essendo per i rami del prospetto H = costante ed L = costante, sarà, con
riferimento all’espressione [2]:
Q2 / D5 circa costante
L’espressione, infatti, per l’essere nell’espressione [2] il valore di K’ non costante, è vera
solo in prima approssimazione. Ad esempio è:
– nel ramo 2: 1,8282 / 0,0275 = 232.880.734;
– nel ramo 3: 5,7392 / 0,04135 = 274.108.303.
dove:
– Ctubazione è la quota di ammortamento annua del costo della tubazione;
– Cenergia è la spesa annua di energia.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Wass = γ Q H / η [3]
dove:
– η = rendimento della pompa;
– H = prevalenza pompa;
– Q = portata pompa;
– γ = peso specifico fluido.
Si faccia ancora riferimento allo schema precedente ma si inserisca ora nel ramo 1 una
pompa, la pressione al nodo A sia quella atmosferica.
Il progetto delle tubazioni viene fatto, in base ad una portata nominale dei rami terminali
di 1,8 m3/h, e a una perdita di carico ammissibile per metro = Pamm di volta in volta diversa.
Questo comporta diversi diametri e quindi punti di lavoro della pompa diversi. Il risulta-
to dei calcoli è riportato nel prospetto 5.3.
Prospetto 5.3.
Caso 1 2 3 4 5 6
P 600 1200 1800 3600 7200 12000
C 360 347 272 261 227 214
Q 8,675 8,09 6,813 5,674 3,96 3,246
H 2,769 3,334 5,061 6,408 8,049 8,576
W 132 145 167 167 160 156
dove: P = perdita ammessa [Pa/metro]; C = costo tubazioni [€]; Q = portata [m3/h]; H = prevalenza
[m]; W = potenza assorbita [watt]
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5. IDRAULICA DELLE RETI
nodo A, i nodi di uscita siano tutti alla pressione atmosferica. I circuiti derivati dal nodo A
possono essere considerati essere in parallelo: essi hanno tutti ai loro capi la stessa caduta di
pressione, e quindi la stessa perdita di carico. La portata, se le caratteristiche idrauliche (dia-
metro, lunghezza, ecc.), sono uguali, sarà uguale per tutti i rami derivati.
Figura 5.2.
In questo calcolo supponiamo che i tubi siano lisci e valga la seguente espressione per
la perdita di carico H:
– H [mmH2O];
– L [metri] = lunghezza tubazione;
– Q [m3/h] = portata;
– D [mm] = diametro interno.
La portata Q del ramo primario si divide in misura uguale fra tutti i rami secondari n.
L’espressione H (l, D, Q) intende che il calcolo della perdita viene fatto con lunghezza
del ramo = l, diametro = D, portata = Q.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il ramo secondario ed i rami primari sono in serie e quindi la loro prevalenza, ai fini della
prevalenza del circuito, si somma.
L’equilibrio idraulico del circuito può essere espresso come:
La curva caratteristica del circuito al variare del numero di rami primari attivi viene rap-
presentata dalle curve della seguente figura 5.3, ognuna relativa ad un diverso numero di
utenze collegate.
Figura 5.3.
Sullo stesso piano sono anche rappresentate 3 diverse curve caratteristiche di circolatori
aventi diversa elasticità, e aventi per portata nulla la stessa prevalenza. La curva H = costan-
te è relativa ad un circolatore con elasticità zero.
L’elasticità di una pompa è stata definita nella parte quarta come il rapporto fra la varia-
zione di prevalenza e la variazione di portata e quindi la pendenza della curva caratteristi-
ca portata-prevalenza.
Si può notare:
– la curva caratteristica di n rami primari in parallelo è spostata sempre più a destra
all’aumentare del numero di rami;
– all’aumentare dei rami primari derivati la portata del circuito è sempre maggiore,
mentre minore è la portata dei singoli rami derivati;
– al diminuire del diametro del ramo secondario o all’aumentare della sua lunghezza la
portata del circuito diminuisce. Analogamente se si diminuisce il diametro dei rami
primari o la loro lunghezza;
– una pompa a caratteristica piatta, rispetto ad una a caratteristica ripida, ha portata del
circuito, all’aumentare del numero dei rami primari derivati, maggiore;
– questa portata è massima nella pompa a prevalenza costante, che realizza la stessa
prevalenza qualunque sia il numero di rami primari attivi.
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5. IDRAULICA DELLE RETI
Possiamo concludere che essendo in genere i circuiti idraulici chiusi degli impianti ter-
mici collegati in modo analogo, la variazione del numero delle utenze collegate comporta
una variazione di portata del circuito e quindi nei rami derivati.
L’istogramma di figura 5.4 rappresenta le portate di ciascuno dei rami primari derivati
(tutti uguali) al variare del numero di rami primari collegati, nei casi di funzionamento della
pompa cosiddetta piatta (valori di sinistra) e ripida (valori di destra).
Figura 5.4.
5.4. Il bilanciamento
In una rete idraulica le prevalenze dei percorsi, calcolate con le portate nominali, avran-
no valori differenti, mentre un percorso (il più sfavorito) avrà il valore massimo di preva-
lenza, gli altri (più favoriti) avranno valori inferiori. Se non si intervenisse, cambiando le
caratteristiche idrauliche della rete le portate reali dei circuiti più favoriti sarebbero maggio-
ri delle portate nominali e viceversa per i circuiti più sfavoriti. È possibile intervenire dimi-
nuendo i diametri dei percorsi più favoriti (ma solo relativamente ai rami appartenenti esclu-
sivamente al percorso interessato).
Questa procedura si scontra con il fatto che i diametri commerciali sono disponibili
secondo una limitata serie e che la perdita ha una forte variazione, a parità di portata, con la
variazione del diametro, è preferibile pertanto operare con i detentori. I detentori sono val-
vole la cui resistenza al passaggio del fluido può essere variata tramite manopola in corri-
spondenza di posizioni graduate. Tarando opportunamente queste resistenze si portano tutti
i percorsi, con i valori nominali di portata allo stesso esatto valore di prevalenza.
Ogni percorso, con le portate nominali, avrà una prevalenza (somma delle perdite distri-
buite e concentrate dei rami appartenenti) che chiameremo Ht. A questa si aggiunge la per-
dita del detentore in posizione tutta aperta che chiameremo Hd.
La prevalenza Hp dei percorsi sarà:
Hp = Ht + Hd
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Se Hmax è la prevalenza del percorso più sfavorito la perdita aggiuntiva Hb che dovrà
essere creata con il detentore sarà:
Hb = Hmax – Ht – Hd
è evidente che il detentore del percorso più sfavorito rimarrà in posizione tutto aperto (Hb
= 0) mentre le posizioni dei rimanenti saranno determinate dalle caratteristiche idrauliche
dei relativi detentori secondo l’equazione:
Hb = F (posiz, Q)
che esprime la perdita del detentore Hb come funzione della portata Q e della posizione di
taratura (posiz). Si faccia riferimento al circuito idraulico di figura 5.5.
Figura 5.5.
Supponiamo nulle le perdite concentrate. Nel nodo N1 di alimentazione vi sia una pres-
sione costante di 10 mH2O, mentre quella ai nodi d’uscita sia nulla. Siano nulle le quote geo-
metriche. Siano assegnate per tutti i nodi d’uscita una portata nominale di 0,2 m3/h.
Il diametro delle tubazioni viene calcolato sulla base di una perdita ammissibile di 50
mmH2O/m. Nel prospetto 5.4 viene riassunto il calcolo nominale dei rami.
Prospetto 5.4.
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5. IDRAULICA DELLE RETI
1ª fase
Il percorso relativo ai rami 1 + 8 non deve ovviamente essere bilanciato in quanto è sin-
golo.
2ª fase
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 5.5.
Portata
Fase Ramo Detent Hdif Posiz Hp
[kg/h]
1 3 200 1
/2” 1.583 3.8 4.558
1 4 200 1
/2” 0 TA 6.141
2 6 200 1
/2” 0.898 3.3 4.252
2 7 200 1
/2” 0 TA 5.150
3 2 400 /4”
3
0 TA 6.242
3 8 200 1
/2” 3.390 4.3 2.852
3 5 400 /4”
3
0.991 3.5 5.250
dove:
Hdif = differenza fra la prevalenza del percorso più sfavorito e quella del percorso interessato;
Hp = prevalenza del percorso;
TA = posizione del detentore tutto aperto = 1;
posiz = posizione di taratura del detentore.
Prospetto 5.6.
Si noti come la somma delle colonne Hb e Hp sia ancora la stessa per tutti i percorsi.
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5. IDRAULICA DELLE RETI
siderano i rami terminali degli altri percorsi (che sono quelli dove verrà effettuato
il bilanciamento e sono appartenenti esclusivamente ai relativi percorsi). Si imposta
per questi rami un diametro minore, con la condizione che la nuova prevalenza del
relativo percorso sia comunque inferiore a quella del percorso più sfavorito.
Questo tipo di bilanciamento porta a diametri minori per i rami 6 ed 8 come riportato nel
prospetto 5.7:
Prospetto 5.7.
Q Diam Hb POS
Ramo Ht Hdis Hb
[m3/h] [mm] preced DET
1 1.000 22 1.597 1.597 0.000 –
2 0.400 16 1.017 1.017 0.000 –
3 0.200 12 3.560 1.858 1.701 3.9
4 0.200 12 3.560 3.480 0.080 1.0
5 0.400 16 1.526 1.526 0.000 –
6 0.200 10* 3.051 2.538 0.513 1.969 2.7 (anziché 4)
7 0.200 12 3.051 1.977 1.074 3.3
8 0.200 10* 4.577 2.820 1.757 3.369 3.9 (anziché 4.3)
Si noti che per i rami 6 e 8, all’abbassamento del diametro (segnata con un asterisco),
corrisponda una diminuzione sia del numero di giri del detentore (tra parentesi il valore pre-
cedente) che della perdita nel detentore.
Verifica che tutti i percorsi hanno ancora la stessa prevalenza:
– rami 1, 2, 3: H = 4, 473 + 1, 701 = 6,174;
– rami 1, 2, 4: H = 6,094 + 0, 080 = 6,174 (percorso più sfavorito);
– rami 1, 8: H = 4,417 + 1,757 = 6,174;
– rami 1, 5, 6: H = 5,661 + 0,513 = 6,174;
– rami 1, 5, 7: H = 5,100 + 1,074 = 6,174.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
È evidenziato con stile diverso il ramo che appartiene esclusivamente al percorso relati-
vo. Il calcolo della rete viene effettuato con le seguenti condizioni:
– portate nominali dei rami terminali 3, 8, 6 = 1,81 m3/h;
– pressione al nodo 1 = 1,870 mH2O;
– pressioni agli altri nodi nulle.
Figura 5.6.
Prospetto 5.8.
Portata
Ramo Tubo Lungh Ht Hdis Hb Posiz
[m3/h]
1 5.430 1
/2 20.0 0.813 0.813 0.000
2 2.715 1 1/4 10.0 0.230 0.230 0.000
3 1.810 1 1/4 10.0 0.887 0.111 0.449 2,5
4 0.905 3
/4 10.0 0.777 0.402 0.374 2,3
5 2.715 1 1/4 15.0 0.346 0.346 0.000
6 1.810 1 1/4 10.0 0.772 0.111 0.661 2,4
7 0.905 3
/4 15.0 0.661 0.603 0.058 1 (TA)
8 1.810 1 1/4 10.0 0.111 0.111 0.000
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5. IDRAULICA DELLE RETI
QG1 – h1 – h5 – h7 – h8 = QG2
dove:
– QG1, QG2 = quote geometriche e piezometriche del nodo rispettivamente iniziale e
finale;
– h1, h5, h7, h8 = perdite di carico dei tratti relativi.
Numericamente:
– QG1 = 1.871,
– QG2 = 0,
e quindi: 1.871 – 1.209 – 0.440 – 0.176 – 0.046 ≈ 0.
Per il percorso 1:
Q1 = Q2 + Q5
Prospetto 5.9.
Portata Perdita
Ramo
[m3/h] [mH2O]
1 6.720 1.209
2 3.620 0.391
3 2.964 0.271
4 0.656 0.225
5 3.100 0.440
6 2.645 0.220
7 0.455 0.176
8 1.110 0.046
79
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CAPITOLO 6
dove:
– H = dislivello fra il punto più in alto del circuito e la mandata della pompa;
– Perdite = perdite di carico del circuito più sfavorito;
– Put = pressione immediatamente a monte del rubinetto per garantire la portata richiesta
(circa 5 mH2O).
dove:
– Psup = pressione massima al rubinetto, circa 45 mH2O;
– H1 = dislivello fra la pompa e il rubinetto più in basso.
80
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
La scelta dei diametri delle tubazioni può essere effettuata, in base alle portate, secondo
le norme del settore idrosanitario che fissano, per ogni diametro della tubazione, una veloci-
tà massima. In base alle stesse norme il dimensionamento dell’autoclave viene fatto in base
alle seguenti espressione (con alimentatore d’aria):
dove:
– V = volume dell’autoclave [litri];
– Qmax = portata d’acqua contemporanea [l/min];
– pins = pressione di inserimento pompa [mH2O];
– parr = pressione arresto pompa [mH2O];
– Z = numero inserzioni orarie della pompa.
VA = 0,8 V [4]
Figura 6.1.
Ad ogni utenza competano 2 unità di carico, per cui il numero di unità di carico totali
sia 80. Il tratto chiamato autoclave si innesta all’inizio del tratto mandata e subito dopo la
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
pompa, e supponiamo abbia perdite di carico trascurabili. Nel prospetto 6.1 riportiamo in
dettaglio le grandezze caratteristiche della rete.
Prospetto 6.1.
W = 9810 Q H / η
dove:
– Q = portata della pompa;
– H = prevalenza della pompa;
– η = rendimento della pompa;
– il numero di inserzioni orarie Z è: 25.
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
dove:
– H1 = perdite ramo aspirazione [mH2O];
– Hp = prevalenza pompa [mH2O];
– γ = peso specifico acqua = 9810 N/m3;
– Pa = pressione autoclave (in Pascal).
Algoritmo di soluzione
Se consideriamo un intervallo di tempo dt molto piccolo, tale da considerare costante la
portata Q, il volume d’acqua DV affluito all’autoclave, in questo intervallo, sarà: DV = Q ·
dt. In questo stesso intervallo di tempo il volume d’aria passerà da Viniz (volume inziale del
cuscino d’aria) a V = Viniz – DV. Poiché, per l’equazione di stato dei gas, il prodotto fra pres-
sione e volume d’aria è costante:
Piniz Viniz = P V
si può ricavare la nuova pressione P del cuscino d’aria (e quindi dell’acqua), in funzione del
nuovo volume V.
Il grafico di figura 6.2 rappresenta, in funzione del tempo, l’andamento delle grandez-
ze in gioco.
Figura 6.2.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
rami aspirazione-mandata-collettore-utenza.
– QG = dislivello fra l’inizio del ramo aspirazione e il rubinetto più alto.
Il sistema formato dalle equazioni [6] [7] contiene due incognite: Qp e Qu. La soluzio-
ne viene effettuata ricavando prima Qp (unica incognita) dalla [6] e sostituendolo nella [7]
e da quest’ultima ricavando Qu.
La figura 6.3 rappresenta l’andamento delle grandezze già elencate.
Figura 6.3.
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Figura 6.4.
Il tempo cosiddetto di esaurimento della riserva d’acqua dipende dal numero di utenze
aperte e, ovviamente, diminuisce all’aumentare di queste.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
6.2.1. Generalità
Per valvola si intende un organo che modula il flusso che lo attraversa per mezzo del
movimento di un otturatore che varia la luce di passaggio. La valvola, in genere, non assi-
cura l’intercettazione completa del flusso, e non è quindi adatta come organo di chiusura.
La topologia delle valvole è differente per:
– il movimento ed il tipo dell’otturatore:
– a settore, a sfera, a farfalla (movimento rotativo);
– ad otturatore (movimento lineare);
– il numero delle vie: a due vie, a tre vie che possono essere deviatrici e miscelatrici.
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Q = Kv p
dove:
– Q = portata in m³/h;
– Δp = caduta di pressione nella valvola (bar).
ΔH = 10,2 Q² / KV²
– a caratteristica equipercentuale:
KV = KV0 · Rcorsa
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Esempio numerico
Supposto R = 50 e KV1 = 3,2 si ha: KV0 = KV1/R = 0,064.
Nel prospetto 6.2 vengono calcolati i valori di KV per i 2 tipi di caratteristiche per alcu-
ni valori della corsa:
– nella caratteristica equipercentuale, in questo caso, ad un aumento della corsa del
10% si ha sempre un aumento del valore di KV del 48% (e questo spiega il signifi-
cato del termine);
– nella caratteristica lineare ad una stessa variazione di corsa corrisponde una stessa
variazione di KV.
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
W = KV m Z
dove:
– m = coefficiente funzione del rapporto p2/p1;
– p2 = pressione uscita [bar];
– p1 = pressione ingresso [bar];
– Z = fattore di comprimibilità, funzione della pressione e della temperatura iniziali.
Gas
La portata della valvola si può determinare tramite l’equazione:
W = 0,07 KV Z
dove: Z = fattore di comprimibilità, funzione del tipo di gas, della pressione, della tempe-
ratura iniziali.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Il dimensionamento della valvola viene fatto in base ad una perdita, in condizioni nomi-
nali, del 30% della tubazione.
Nelle condizioni nominali è pertanto:
– HW = perdita circuito: 3,142 mH2O;
– HV = perdita valvola: 0,937;
– Totali perdite: 4,084.
Il KV1 nominale della valvola, analogamente a quanto fatto nel paragrafo precedente è:
3,3 con un range di 50 KV0 = 0.066. La pompa andrà dimensionata per una portata nomina-
le di 1 m³/h ed una prevalenza nominale di 4,084 mH2O. Supponiamo pertanto che l’equa-
zione della prevalenza HP della pompa sia HP = 6-2 Q.
Quando la corsa della valvola varia dal 30% al 100% la perdita di carico della valvola
varia e varia quindi il punto di lavoro del circuito idraulico secondo l’equazione:
HP = HW + HV
Il grafico di figura 6.14 rappresenta la portata del circuito in funzione della corsa della
valvola.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nello schema di figura 6.15 la valvola ha 2 vie di ingresso ed 1 di uscita. Una via di
ingresso è collegata al ramo di bypass in cui giunge una frazione della portata di ritorno
dall’utenza, qb, e quindi alla temperatura di ritorno tr. L’altra via di ingresso è costituita dal
ramo proveniente dalla caldaia, da cui arriva una portata qc alla temperatura, supponiamo
costante, tc. La portata della via di uscita della valvola, che è anche la mandata ai corpi ter-
mici dell’impianto (utenza), sarà:
qm = qc + qb
qc · tc + qb · tr = qm · tm
Senza considerare qui le variazioni della portata qm, è evidente che la temperatura di
mandata diventa minore per effetto della miscelazione e minore, quindi, la potenza termi-
ca ceduta all’utenza.
Nella configurazione di figura 6.16 (valvola a 3 vie deviatrice) sarà invece:
qm = qc – qb
In questo caso la temperatura di mandata risulta costante ed uguale a tc, e a variare sarà
la portata qm. La figura 3 illustra come la valvola a 3 vie realizza fisicamente la miscelazio-
ne o la deviazione delle portate. Il passaggio del fluido dentro la valvola avviene nelle luci,
ossia nello spazio fisico delimitato fra l’otturatore e la sua sede. L’otturatore viene mosso
dello stelo, che effettua uno spostamento lineare, che viene chiamato corsa. Lo spostamen-
to dello stelo, e quindi la variazione di posizione dell’otturatore, determina una variazione
della luce di passaggio del fluido e quindi una diversa resistenza idraulica. In una valvola a
3 vie gli otturatori sono 2 e complementari fra di loro: quando l’uno tende alla chiusura della
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
propria luce l’altro apre la luce corrispettiva. La corsa dell’otturatore della via di bypass è
complementare a quella della via diritta e pari a: 100-corsa, esprimendo le corse sempre
in percentuale dello spostamento massimo percorribile dallo stelo. L’interesse del tecnico,
nella scelta della tipologia di valvola a 3 vie e delle sue dimensioni, è nella capacità della
stessa di garantire ampie variazioni della potenza termica P fornita all’utenza, secondo l’e-
quazione [1]. La potenza P, in entrambe le tipologie di valvole a 3 vie, è legata alla portate
del circuito, e queste alle caratteristiche idrauliche dei rami ed al valore KV1 della valvola.
La stessa potenza P è legata alla temperatura di mandata tm e a quella di ritorno tr, secondo
la tipologia dei corpi scaldanti.
Δpc/Δpb = 1
Δpm/Δpc > 2
Δpv/Δpm > 1
dove:
– Δpc = perdita di carico nominale ramo caldaia;
– Δpb = perdita di carico nominale ramo bypass;
– Δpm = perdita di carico nominale mandata;
– ΔpV = perdita di carico nominale della valvola.
Esempio di dimensionamento
Un impianto termico ha potenza termica = 80 kw con radiatori aventi tmandata = 75 °C e
tritorno = 65 °C.
La portata nominale Qn si trova dalla relazione:
Qn 4186 ∆T = W
Supponiamo che a questa portata corrisponda una perdita di carico del ramo mandata di
12 mH2O. Supponendo Δpv/Δpm = 1, si ha che la perdita della valvola deve essere ancora
12 mH2O, corrispondenti a 1,177 Bar. Dall’equazione [2] si ricava KV1:
KV1 = Q / Δp
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
dove:
– k è un valore legato alla lunghezza e al diametro della tubazione;
– α è un coefficiente dipendente dal tipo di tubazione (per tubi lisci circa 1,725 fino a 2 nel
caso di tubi rugosi).
Il ramo definito come mandata sostituisce tutta la rete a valle del ramo stesso con una
condizione di equivalenza idraulica: alla stessa portata del ramo corrisponde una perdita che
è la stessa della rete.
Questa condizione viene ottenuta con il calcolo del termine km:
km = ΔHr / qmα
Il valore di km è stato determinato con un software che determina prima ΔHr della rete
in funzione della portata e quindi, con i metodi matematici di regressione, il valore di km.
Anche in queste caso il coefficiente α ha significato analogo a quanto detto sopra.
Verranno pertanto definiti:
– Kc = valore di k relativo al ramo caldaia;
– Kb = valore di k relativo al ramo bypass;
– qc, qb, qm = portate dei rami rispettivi;
– HP = prevalenza della pompa (funzione della portata).
Supporremo, salvo fare poi assunzioni diverse, che il valore KV1 sia identico per le 2 vie.
Se trascuriamo le perdite di carico del ramo caldaia e bypass (Kc = Kb = 0), e si uguaglia
le due equazioni precedenti si ha:
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Essendo i 2 rami, caldaia e bypass in parallelo, le rispettive prevalenze sono uguali, per cui:
qc/qb = corsa/(100-corsa)
e quindi, in definitiva:
HP = (qm/KV1)² + km · qmα
Si dimostra quindi che, in queste condizioni ideali, la portata qm è costante e non dipen-
de dalla corsa. Questo motiva il fatto che lo schema della figura 6.15 con valvola miscela-
trice è contraddistinto nella letteratura tecnica da portata di mandata costante e temperatu-
ra di mandata variabile.
L’emissione termica dei corpi scaldanti (coincidente con la potenza termica dell’equa-
zione [1]) è, nel caso di radiatori come corpi termici:
E = E50 · {[(tm + tr)/2 – ta]/50]}m
dove:
– E50 = emissione termica nominale con salto termico radiatore-ambiente = 50 °C;
– m = esponente che vale circa 1,3;
– ta = temperatura ambiente.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
E = fq · (tm – ta)
fq = 5,9/(0,002/q + 0,075)
N.B. L’emissione termica nominale dei fancoil è fatta uguale a quella nominale dei radia-
tori. Il valore di questa emissione è 3640 watt.
ossia la perdita dei tratti caldaia e mandata con portata uguale a quella nominale bypass chiu-
so e corsa = 100%. La prevalenza HP della pompa ha equazione (q la portata della pompa):
La formulazione di questa curva caratteristica (puramente artificiale ai soli fini dello stu-
dio!) fa coincidere il punto di lavoro effettivo con quello nominale. Infatti quando q = qn si
ha HP = HN. Risolvendo le equazioni precedenti, con i valori numerici assunti, si ottengo-
no i risultati grafico-numerici che illustreremo.
Nelle figure 6.17, 6.18, 6.19 e 6.20 sono riportati i grafici delle portate e delle tempera-
ture e dell’emissione in funzione della corsa percentuale nei casi indicati.
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Figura 6.19. Valvola a 3 vie deviatrice a caratteristica lineare con radiatori: portate
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nel prospetto 6.3 è possibile rappresentare i valori numerici delle portate, dell’emissio-
ne termica in percentuale del valore nominale e della temperatura di mandata e di ritorno nei
casi elencati. Vengono inoltre definiti:
– E5 = emissione termica dei corpi termici con corsa 5%;
– E95 = emissione termica dei corpi termici con corsa 95%;
– DE = ampiezza di emissione dei corpi termici = E95-E5.
Corsa qc qb qm tm tr
Casi E% DE
% % % % [°C] [°C]
5 13 89 102 42 46 42
1) lineare, miscelatrice
50 52 52 105 82 67 59 55
con radiatori
95 89 13 102 97 74 64
5 5 95 100 22 33 31
2) equipercentuale,
50 43 43 107 78 66 57 77
miscelatrice con radiatori
95 95 5 100 99 75 65
5% 13 89 102 44 44 40
3) lineare, miscelatrice
50% 52 52 105 85 67 59 54
fancoil
95% 89 13 102 98 74 64
5% 164 145 19 68 75 39
4) Lineare, deviatrice
50% 165 109 56 91 75 59 31
radiatori
95% 118 28 90 99 75 64
5% 164 145 19 59 75 44
5) Lineare, deviatrice
50% 165 109 56 89 75 59 40
fancoil
95% 118 28 90 99 75 64
[segue]
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Corsa qc qb qm tm tr
Casi E% DE
% % % % [°C] [°C]
5% 100 7 93 26 39 37
6) Lineare, miscelatrice,
50% 100 50 50 82 67 59 73
radiatori kc = kb = 0
95% 100 93 7 99 74 64
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Valvole a basso recupero (FL > 0,8). Caratterizzate da tortuosità del percorso compiu-
to dal fluido al loro interno, che sono causa di attriti e vortici che dissipano energia (esem-
pio: valvole a globo).
Valvole ad alto recupero (FL < 0,8). In condizioni nominali le valvole rotative sono ad
alto recupero.
Δp < Δpk
dove:
– Δpk: KC (P1 – PV);
– KC: è il fattore di incipiente cavitazione. Per valvole a globo: KC = 0.8 FL2 per valvole
rotative: KC = 0.7 FL2;
– Pv: la pressione del vapore alla temperatura del fluido.
e quindi:
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Corsa KV KC KV · KC½
10 0.01 0.92 0.01
20 0.1 0.92 0.10
30 0.3 0.92 0.29
40 0.7 0.9 0.66
50 1.25 0.87 1.17
60 2.4 0.8 2.15
70 4.2 0.64 3.36
80 6.7 0.4 4.24
90 10 0.25 5.00
In conclusione:
– all’aumentare della temperatura del fluido aumenta Pv e quindi diminuisce la porta-
ta che può passare nella valvola;
– la portata massima è tanto minore quanto è minore la pressione di monte P1;
– all’aumentare della corsa la portata non può aumentare in proporzione al valore di
KV ma, per la presenza del termine KC, di un valore minore.
Figura 6.23. Impianto termico a zone con due valvole miscelatrici a 3 vie
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
ΔH = k · qα
dove:
– ΔH = perdita in mH2O;
– k = costante dipendente dal diametro, dalla lunghezza, ecc.;
– q = portata in m³/h.
I rami siano:
– p = ramo caldaia;
– c1,c2 = rami di adduzione rispettivamente al circuito 1 e 2;
– b1,b2 = rami bypass rispettivamente del circuito 1 e 2;
– m1,m2 = rami mandata ai corpi termici rispettivamente del circuito 1 e 2;
– f = ramo che collega i collettori di mandata e di ritorno;
– P1,P2,P3 = rispettivamente la pompa principale e le pompe dei circuiti 1 e 2.
Supponiamo che i circuiti 1 e 2 abbiano la stessa potenza termica e quindi la stessa por-
tata nominale, denominate qn1 e qn2. La portata nominale della pompa P1 sarà pari a qn =
qn1 + qn2, la sua prevalenza legata alle perdite di carico del ramo p. Parimenti le prevalenze
delle pompe P2 e P3 saranno determinate in base alla prevalenza dei rispettivi rami di addu-
zione e mandata (con la portata nominale).
Le pompe abbiano le caratteristiche portata-prevalenza del prospetto 6.5.
Q [m3/h] H [mH2O]
1 0,626 0.260
2 0,313 0,311
3 0,313 0,311
Per determinare le portate dei rami, come già visto in precedenza, si può applicare il
metodo di CROSS alle maglie.
Per la maglia costituita dai rami p, c1, m1 (zona 1) si ha:
HP1 + HP2 – kpc · qpcα – [qc1 / (KV1 · corsa1 / 100)²] + km1 · qm1α
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
HP1 – kpc · qpcα – [qc1 / (KV1 · (100 – corsa1) / 100)2] + kb1 · qb1α
dove HP1, HP2, HP3 sono rispettivamente le prevalenze delle pompe corrispettive.
6.3.1. Generalità
La valvola termostatica (v. figure 6.24/6.25), applicata ai corpi termici, permette la rego-
lazione della potenza termica del corpo scaldante adeguandola alle esigenze del locale nel
103
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
KV = Q / H
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
EEI = 0,25 × (Z / 40 + C + W / 1,5 + D)
108
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Si noti che una variazione di portata fra -50% e +100% produce una variazione di emis-
sione tra -15% e +5%, nel caso di radiatori. Il rapporto fra variazione di emissione e varia-
zione di portata è circa 0,13 per i radiatori e 0,46 per i fancoil. Questo significa che una
variazione di 1% di portata produce una variazione di emissione di 0,13% nel caso dei
radiatori e di 0,46%, cioè circa 3 volte tanto, nei fancoil. Se il fabbisogno termico del loca-
le diminuisce del 20% la portata si riduce al 31% (figura 6.30) e la temperatura si assesta a
t = 20,35 °C (figura 6.31).
100,0
95,0
90,0
e/e%
85,0
80,0
75,0
70,0
25,0 35,0 45,0 55,0 65,0 75,0 85,0 95,0
q/q%
0,8
0,7
0,6
0,5
KV
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
19 19,5 20 20,5 21
t °C
109
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
21
20,8
20,6
20,4
20,2
20
t
19,8
19,6
19,4
19,2
19
75 80 85 90 95 100
E%
110
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Consideriamo una progettazione che preveda un utilizzo della termostatica con banda
proporzionale BP sufficientemente ridotta; ciò significa che la valvola è chiamata a funzio-
nare con l’otturatore in prossimità della chiusura.
Consideriamo un radiatore con potenza nominale di 2,5 kW.
La progettazione prevede un differenziale di pressione Δp = 1,5 m.c.a.
Consideriamo un salto termico Δt, alla potenza nominale, di 10 °C.
La portata Q che interessa il radiatore è, pertanto, di 215 l / h, dall’equazione:
W = Q × 1,136 × Δt
Ricerchiamo, dai dati del costruttore, quale valore di Kv è necessario per ottenere la por-
tata richiesta, secondo l’equazione:
Q = KV (0,102 Δp)1/2
111
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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6. LE RETI IDROSANITARIE E LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
Corsa della valvola e temperatura dell’elemento sensibili sono legate. Alla temperatu-
ra di 20 °C la corsa sarà uguale alla sua posizione nominale, mentre a 21 °C la valvola sarà
chiusa (sia BP = 1 °C). Il Kv della valvola si porterà dal valore nominale a 20 °C a zero a
21 °C. Se supponiamo che la perdita di carico della valvola rimanga uguale, portata e KV
sono legati fra di loro (i circuiti dei radiatori sono in parallelo e l’aumento di resistenza
idraulica del radiatore la cui valvola termostatica va in chiusura, comporta una minore por-
tata con conseguente stessa perdita). Supponiamo che la valvola abbia un legame lineare fra
Il suo valore di KV e la corsa.
Nel grafico di figura 6.37 viene rappresentato in funzione del tempo la temperatura
dell’elemento sensibile che in circa 410 secondi si porta a 21 °C, mentre la portata passa in
questo tempo dal suo valore nominale a zero.
113
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CAPITOLO 7
LE RETI APERTE
Figura 7.1.
Prospetto 7.1.
Il risultato sia del calcolo nominale (con le portate nominali) che di quello reale porta al
prospetto riassuntivo 7.2.
114
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7. LE RETI APERTE
Sia inoltre:
– lunghezze di tutti i rami = 15 metri;
– si suppongono nulle le perdite concentrate.
Prospetto 7.2.
Qn Hn Qr Hr
Ramo Tubazione
[m3/h] [mH2O] [m3/h] [mH2O]
1 8.571 2 0.429 9.603 0.503
2 4.286 1 /2
1
0.394 5.03 0.529
3 10.000 2 0.571 8.586 0.430
4 1.429 1 0.427 – 1.017 – 0.231
5 5.714 2 0.203 3.557 0.086
6 4.286 1 /2
1
0.394 4.573 0.444
7 2.857 1 1/4 0.379 3.214 0.471
8 2.857 1 /4
1
0.379 3.184 0.463
9 2.857 1 /4
1
0.379 3.204 0.468
Si noti innanzi tutto il valore negativo della portata del ramo 4, nel caso reale. Questo
vuol significare che il verso inizialmente assunto della portata (contraddistinto dal nodo ini-
ziale e dal nodo finale) è risultato opposto. L’esattezza del calcolo può essere verificata sulla
base dei risultati reali.
Per tutti i percorsi deve essere verificato il teorema di Bernoulli, secondo la:
115
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si noti che la perdita del ramo 4 comporta nell’equazione un segno positivo. L’erro-
re residuo è dovuto anche in questo caso al procedimento per approssimazioni successive.
Inoltre deve essere verificata la congruenza delle portate, ad esempio al nodo A deve essere:
q7 + q8 + q9 = q1
Prospetto 7.3.
Qr Tubazione Hr VEL
Pamm = 100 Pa/m 21.748 2 /2
1
0.672 1.66
Pamm = 10000 1.973 1 0.770 0.96
Si noti che variando i diametri si ha una considerevole variazione delle portate ma nello
stesso tempo una variazione molto ridotta delle perdite. Infatti, ad esempio per il percorso
relativo ai rami 9, 1, 2, 3 si ha:
La perdita di carico dei percorsi, fermo restando i valori di quota e di pressione dei nodi
terminali, è quindi costante e quindi ancora all’incirca costanti le perdite di carico dei sin-
goli rami.
Le pressioni nella rete. Supponiamo che le quote altimetriche dei nodi A, B, C, 2, siano
tutte di 4 metri. Trascurando la quota cinetica, note le perdite di carico è possibile determi-
nare le pressioni nei punti della rete. Relativamente al nodo A si può infatti scrivere:
P3 / γ + Z3 – h7 = Pa / γ + Za
e quindi:
Pa = γ (p3 / γ + Z3 – Za – h7)
risulta:
– PA = 1,529 mH2O;
– PB = 1,026 mH2O;
– PC = 0,497 mH2O;
– P2 = 0,067 mH2O; dovrebbe essere zero.
116
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7. LE RETI APERTE
Figura 7.2.
Prospetto 7.4.
117
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 7.6.
Ramo Qn Qr Tubo L [m] Hn Hr
1 2.100 5.173 1 1/4 10 0.261 1.197
2 0.700 3.489 1 10 0.267 2.299
3 0.700 1.319 1 10 0.267 0.504
4 0.700 0.364 1 10 0.267 0.139
Punto di lavoro della pompa:
Prevalenza [m]: 6.141; portata [m3/h]: 5.173; rendimento: 43.680; rend/rend max:
99.9.
La figura 7.3 rappresenta la curva caratteristica della pompa singola, di due pompe ugua-
li collegate in serie (S) ed in parallelo (P).
La curva caratteristica del circuito non parte per portata zero dal valore massimo di quota
(5,720 – 0,88 = 4,84). Infatti il minimo valore di portata che passa nel circuito è quello in
grado di assicurare una portata q4 circa zero, ma valori di q2, q3, q1 maggiori di zero.
Figura 7.3.
H = 5,72 – 0,88 + h1
118
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7. LE RETI APERTE
Figura 7.4.
P1 / γ – h1 – h2 – Z1 = 0 [1]
– h2 + h3 + h4 + Z2 – Z1 = 0 [2]
– h4 + h5 + h6 + Z3 – Z2 = 0 [3]
dove:
– h1..h6 sono le perdite di carico dei rami corrispettivi [in metri di colonna d’acqua];
– q1..q6 le relative portate [in m3/h];
– P1 / γ = quota piezometrica del nodo iniziale (alimentazione);
– Z1 = quota geometrica dell’utenza 1 (ramo 2);
– Z2 = quota geometrica dell’utenza 2 (ramo 4);
– Z3 = quota geometrica dell’utenza 3 (ramo 6);
– la quota geometrica dell’alimentazione si impone zero.
Si fa notare che quando q5 = q6 ed entrambi zero si annullano i termini relativi alle per-
dite h5 ed h6, si ha quindi dalla [3]:
h4 = Z3 – Z2 [4]
119
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
P1 / γ1 – h1 – h3 – h4 – Z2 = 0 [5]
P1 / γ1 = h1 + h3 – + Z3 [6]
h2 = Z2 – Z1
P1 / γ = h1 + Z2 [7]
Figura 7.5.
Il grafico di figura 7.5 riporta l’andamento delle portate q2, q4, q6 in funzione della pres-
sione di alimentazione. Sia: Z1 = 3; Z2 = 6; Z3 = 9 (metri).
Quando p > 13.97 tutte le portate sono maggiori di zero. Numericamente, dalla [6]: h1 +
h3 + Z3 = 13,97. In questo caso: h1 = 4.205; h3 = 0.796.
Quando la pressione P1 è minore di 13.87 e maggiore di 6.78 solo le portate q2, q4 sono
maggiori di zero; dalla [7]:
h1 + Z2 = 6,78
120
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7. LE RETI APERTE
Figura 7.6.
Prospetto 7.5.
Nodi totali: 12
Nodi esterni: 6
Uscita: 5
Entrata: 1
Rami: 12
Nodi interni: 6
Utenze previste: 5
Percorsi previsti: 6
Rete ad anello
121
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si può notare che gli irrigatori localizzano una perdita di carico molto grande che è in
pratica quasi tutta la pressione disponibile. Le portate tra i vari irrigatori sono poco diverse
anche se la loro posizione rispetto all’alimentazione è differente.
La prevalenza dei percorsi è infatti poco differente per l’apporto prevalente della cadu-
ta di pressione dell’irrigatore.
Ad esempio è per i percorsi:
– percorso 1 rami 1, 2, 3: H = 0,136 + 0,257 + 0,018 + 29,656;
– percorso 2 rami 1, 2, 4, 6, 7: H = 0,136 + 0,257 + 0,105 + 0,143 + 0,018 + 29,347.
La prevalenza H del percorso viene ottenuta facendo la somma delle perdite di carico
dei rami relativi e dell’irrigatore. È subito evidente come la perdita di carico dell’irrigatore
sia molto più grande degli altri termini. Ne consegue che avendo tutti gli irrigatori le stesse
caratteristiche hanno portate reali poco differenti.
Prospetto 7.6.
122
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7. LE RETI APERTE
Figura 7.7.
Supponiamo che ogni zona sia formata da 4 erogatori secondo questo raggruppamento:
– zona 1: rami 11, 12, 14, 15;
– zona 2: rami 5, 6, 8, 9;
– zona 3: rami 17, 18, 20, 21;
– zona 4: rami 23, 24, 26, 27.
La rete viene prima calcolata supponendo attiva la sola zona 1, i diametri saranno:
– rami 1, 2, 3, 4, 7, 10: 2 1/4”;
– ramo 13: 1 1/2”;
– rami 11, 12, 14, 15: 1 1/4”.
Le portate reali saranno, essendo questo circuito più favorito, maggiori; è infatti:
– ramo 23: 5,868;
– ramo 24: 5,884;
– ramo 26: 5,728;
– ramo 27: 5,746;
– portata totale: 23,225.
123
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Si può pensare di diminuire i diametri di questa zona, fermo rimanendo l’assunzione sul
minimo valore di portata alle utenze.
Riducendo i diametri dei rami 16, 19, 22 a 2” si ottiene:
– ramo 26 (il più sfavorito): 5,532;
– portata totale: 22,433.
La zona 3 rimane comunque la più favorita (portata totale: 23,923) e portate degli ero-
gatori fra 5,945 e 6,015 m3/h.
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7. LE RETI APERTE
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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7. LE RETI APERTE
cono cloro attivo libero che è caratterizzato da grande azione battericida. Il cloro attivo libe-
ro rimane nell’acqua anche nella distribuzione per poter agire in caso di eventuali contami-
nazioni biologiche o organiche, assicurando igiene e potabilità.
La dotazione idrica
Il dimensionamento dell’acquedotto deve fare riferimento alla popolazione servita e al
tipo di agglomerato urbano.
Tipologia dell’abitato km kg kh
Grandi agglomerati 1,1 1,2 1,3
Medi agglomerati 1,2 1,5 2,5
Piccoli agglomerati 1,3 2-3 4-6
127
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 7.9. Andamento tipico dei consumi giornalieri di acqua in un centro urbano
Acciaio
– L’acciaio presenta una grande resistenza unita alla tenacità che consente di soppor-
tare elevati valori di sollecitazioni addizionali (colpo di ariete, cedimenti di appog-
gi, vibrazioni, scosse telluriche).
– Massima affidabilità nel tempo dovuta alla conservazione delle caratteristiche mec-
caniche e tecnologiche tipiche dell’acciaio. La lunghezza dei singoli tubi risulta
superiore a quella dei tubi in ghisa sferoidale o in cemento armato. Questo comporta
una diminuzione del numero di giunti necessari per la realizzazione della conduttura.
I tubi in acciaio rispetto a quelli realizzati in ghisa hanno un costo ed un peso metri-
co decisamente inferiori.
I pezzi speciali in acciaio non sono penalizzati dagli elevati costi di quelli in ghisa
(soprattutto per grandi diametri), non hanno di norma bisogno di sistemi di anco-
raggio in blocchi di cemento, che limiterebbero sfavorevolmente sia il tempo che la
modalità di posa oltre a determinare forti aggravi ai costi generali dell’opera.
I tubi di acciaio rispetto a quelli realizzati in materiali polimerici (PEAD e PVC)
non hanno i problemi legati al progressivo decadimento delle caratteristiche mecca-
niche che ne precluderebbe a priori il raggiungimento di orizzonti temporali eleva-
ti. L’acciaio, inoltre, risulta notoriamente molto meno sensibile alle variazioni termi-
che, delle quali si deve tenere correttamente conto in fase di stoccaggio e posa delle
tubazioni.
Da ultimo, l’acciaio non è sottoposto ad eventuali rilasci di sostanze polimeriche nel
fluido trasportato, così come non è soggetto alla permeabilità a sostanze quali idro-
carburi, pesticidi e solventi che dall’esterno possono trasferirsi all’interno delle tuba-
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7. LE RETI APERTE
zioni con conseguente rischio per la qualità e la salute nel caso di trasporto di acqua
per il consumo umano.
Il difetto maggiore dei tubi in acciaio è quello di subire la corrosione ad opera delle
correnti elettrolitiche che si originano nei terreni di posa che sono elettrochimica-
mente aggressivi oppure in presenza di correnti vaganti nel terreno provenienti da
linee elettriche o correnti disperse.
Ghisa
La ghisa sferoidale si ottiene da ferro, carbonio, silicio con aggiunta di magnesio al 0.01
%, che fa cristallizzare la grafite sotto forma di sfere, conferendo caratteristiche meccaniche
paragonabili all’acciaio. La ghisa presenta buona resistenza alla corrosione.
Il rivestimento interno in malta cementizia dei tubi in ghisa sferoidale deve costituisce
uno strato omogeneo denso che copre la totale superficie interna del tubo.
Il rivestimento esterno dei tubi in ghisa sferoidale centrifugati comprende uno strato di
zinco metallico, coperto da uno strato di finitura di un prodotto bituminoso o resina sinteti-
ca compatibile con zinco.
PVC
Le caratteristiche principali del PVC sono:
– resistenza agli urti insuperabile;
– elevatissima resistenza a trazione;
– elevatissima resistenza a fatica;
– riduzione della propagazione delle cricche;
– elevatissima capacità elastica;
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
7.6.4. L’adduzione
Dalle opere di captazione l’acqua deve essere trasportata alle località di utilizzazione con
un collegamento diretto o con interposizione di un serbatoio, attraverso le opere di addu-
zione: condotte o condutture. Queste condotte, una volta realizzate a pelo libero, sono oggi
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7. LE RETI APERTE
quasi esclusivamente in pressione, con trasporto a gravità o con pompe in genere centrifu-
ghe, alloggiate in locali denominati stazioni o centrali di spinta.
Il tracciato degli acquedotti viene studiato con gli stessi metodi della progettazione stra-
dale, e va tenuto presente che la larghezza della striscia di terreno interessata dall’acquedot-
to è in genere limitata, e va da 80 cm a qualche metro.
Uno studio attento va fatto sia alle quote che alle pendenze del profilo. La distribuzione
ad anello è la tipologia più ricorrente di distribuzione. Da un anello principale, che non fa di
norma erogazione lungo il suo percorso, si dipartono, da punti denominati nodi, le condot-
te di distribuzione. A questo anello principale si raccordano poi uno o più anelli secondari in
conseguenza dell’espansione delle città.
Figura 7.11. Rete acquedottistica. Anelli principali, con condotte che possono raggiungere diame-
tri rilevanti (fino a 1000÷1200 mm). Anelli secondari (con diametri dai 100 ai 300 mm)
Agli anelli si collegano le condotte minori per l’allacciamento alle utenze. La progetta-
zione delle reti di distribuzione idrica deve osservare il decreto del Ministero dei lavori pub-
blici n. 99 del 1997, che obbliga la suddivisione delle reti in distretti di dimensioni contenu-
te, collegati al resto della rete con un numero minimo di nodi, nei quali si possa effettuare il
controllo sia della pressione che della portata. Nell’ambito di questo distretto risulta quindi
agevole il controllo della congruenza fra le portate entranti e quelle fatturate, individuando
i punti di eventuale malfunzionamento.
La distribuzione ad arteria principale è tipica dei centri abitati che hanno in planimetria
la direzione longitudinale prevalente su quella trasversale. Su una collina si posiziona un
serbatoio seminterrato da cui si diparte una rete distributrice lineare che distribuisce l’ac-
qua al centro abitato.
Ai diametri superiori ai 100 mm non si riserva il compito di distribuzione ma solo quel-
lo di trasporto. Condotte di diametro modesto, in genere in PEAD, vengono collocate al di
sotto dei marciapiedi, e da queste i si dipartono gli allacci alle utenze. Queste condotte sono
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Alimentazione utenze
La distribuzione dell’acqua alle utenze viene realizzata con diramazioni private che col-
legano le tubazioni principali e secondarie della rete ai contatori volumetrici installati pres-
so tutte le utenze servite.
L’acquedotto può alimentare edifici sino a 15÷18 metri dal piano di campagna. Affinché
l’acqua fuoriesca da un rubinetto con la necessaria velocità è necessario che vi sia a monte
di questo una pressione di almeno 5 metri di colonna d’acqua. Ne segue che ai piedi dell’e-
dificio posto nella zona più alta delle rete distributrice dovrà esservi una pressione di circa
25 metri di colonna d’acqua. Se il dislivello fra la zona più alta e quella più bassa è di 50
m la pressione massima consentita è di 80 metri di colonna d’acqua. Valori superiori com-
promettono la tenuta dei rubinetti in genere ed in particolare di quelli a chiusura automatica
come lavatrici, lavastoviglie, ecc..
Se la distribuzione dell’acqua alle utenze necessita di un pompaggio a causa dell’ecces-
siva altezza dell’edificio da servire, è preferibile l’adozione di un serbatoio in pressione al
piede dell’edifico (autoclave. Se il condominio ha diversi piani possono essere necessari più
di un impianto di sollevamento.
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7. LE RETI APERTE
Tra il serbatoio a monte dell’ autoclave vi deve essere riduttore di pressione e non vi deb-
bono essere presenti by-pass. Il by-pass permetterebbe il ritorno in rete di acque entrate nella
rete idrica del condominio.
In una rete acquedottistica vi è un abbassamento di pressione lungo la condotta propor-
zionale alla sua lunghezza e al quadrato delle portate (figura 7.12).
L’aumento del prelievo di acqua nella rete comporta automaticamente, a fronte di una
pressione di monte costante, una diminuzione delle pressioni quando vi sia un aumento del
prelievo, come è visibile, in modo qualitativo nella figura 7.13. Quindi maggiore è il pre-
lievo d’acqua complessivo, minore il singolo prelievo, per la diminuzione della pressione.
Figura 7.13. Legame qualitativo fra portata percentuale complessiva della rete e pressione
7.6.5. I serbatoi
I serbatoi sono accumuli di acqua che permettono di soddisfare il bisogno di acqua nei
periodi in cui la produzione è insufficiente.
133
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il compenso del serbatoio può spaziare da quello giornaliero a quello annuale. Ovvia-
mente man mano che l’arco temporale aumenta, aumentano le dimensioni per cui si deve
passare da vasche di qualche migliaio di metri cubi a veri laghi artificiali.
Nella figura 7.15 viene rappresentato l’andamento dei consumi, a fronte di una produzio-
ne costante, supposta per semplicità di 1 litri/sec.
Figura 7.15. Andamento della portata uscente Qu e del volume del serbatoio VOL
Esempio: con una produzione di 900 l/sec si ha un volume di V = 12600 m³, circa il 16%
dell’intera produzione giornaliera.
Per la loro collocazione i serbatoi possono essere suddivisi in:
– serbatoi interrati
– serbatoi seminterrati;
– serbatoi pensili (o sopraelevati).
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7. LE RETI APERTE
I primi sono costruzioni sotterranee, costose a cui si ricorre quando non é possibile una
soluzione seminterrata.
I serbatoi seminterrati sono di più frequente realizzazione, si avvalgono di un modesto
sbancamento su cui viene realizzata la struttura del serbatoio sopra il viene posto uno strato
di terreno che ha fini sia paesaggistici, che di isolamento termico.
I serbatoi pensili sono serbatoi con una vasca sopraelevata retta da una struttura edile.
Risultano i più costosi e permettono la realizzazione di volumi relativamente modesti. La
realizzazione di serbatoi interrati o seminterrati è dovuta alla necessità di proteggere l’acqua
dalle escursioni termiche dell’ ambiente esterno. Le escursioni termiche del terreno sono
tanto più contenute quanto maggiore è lo strato di terreno.
Un altra classificazione dei serbatoi è secondo la modalità di accumulo:
– serbatoi a gravità;
– serbatoi con pompaggio;
– serbatoi in pressione (idropneumatici).
Il serbatoio idropneumatico ha un funzionamento simile a quello dell’autoclave. Nel ser-
batoio sono presenti il volume d’acqua ed un cuscino d’aria in pressione. Man mano che il
volume d’acqua aumenta, il cuscino d’aria aumenta la sua pressione, che è uguale alla pres-
sione dell’acqua, e viceversa quando il volume d’acqua diminuisce. Nella figura 7.16 è pos-
sibile verificare che alla pressione di 2 bar corrisponde il 50% del riempimento in acqua, che
aumenta al 83% quando la pressione sale a 6 bar. In tal modo vi è una riserva d’acqua, ero-
gabile senza l’ausilio di pompe, con pressione, ad esempio, fra 6 e 2 bar.
Figura 7.16. Legame tra il volume percentuale contenuto nel serbatoio e la pressione
7.6.6. Il telecontrollo
Il Servizio Idrico Integrato viene definito come costituito dall’insieme dei servizi pubbli-
ci di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazio-
ne delle acque reflue, e deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed eco-
nomicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il D.M. 4 marzo 1996 in merito alle disposizioni sulle risorse idriche, prevede l’adozio-
ne, da parte del gestore, di un sistema di controllo dello stato del servizio con l’attivazione
di una banca dati che sia consultabile anche da soggetti che non siano il solo gestore.
Il Gestore si impegna ad utilizzare gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione
per attuare un controllo sul funzionamento del sistema, individuando con tempestività even-
tuali anomalie di funzionamento.
I dati raccolti vengono elaborati ed inseriti in un archivio storico, utilizzabile per le stati-
stiche sulle portate, le pressioni e gli allarmi. Il telecontrollo permette di intervenire tempesti-
vamente in caso di guasto delle apparecchiature o di intervenire prima i dispositivi, prima che
una situazione critica si rifletta sulla qualità del servizio e consente, grazie all’analisi dei dati
raccolti, di prevedere in anticipo il verificarsi di anomalie nella rete, ponendovi rimedio, quan-
do possibile, e tempestivamente salvaguardare così il funzionamento dell’acquedotto stesso.
Gli obiettivi raggiunti con il sistema di telecontrollo sono rilevanti: consistono nella
razionalizzazione del servizio, nella riduzione dei consumi e nell’incremento dell’efficienza
dell’impianto, nella prontezza della risposta in caso di guasti e anomalie. La normativa sugli
ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) ha indotto la creazione di consorzi sempre più estesi, che
spesso raggiungono bacini di utenza di centinaia di migliaia di persone e che altrimenti non
sarebbero facilmente gestibili.
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7. LE RETI APERTE
L’avvento del telecontrollo ha ridotto il numero del personale richiedendo però agli
addetti una maggiore specializzazione. Negli impianti moderni poche persone qualificate
sono in grado di controllare una vasta rete acquedottistica con ottimi risultati, sia in ordine
alla qualità delle verifiche e dei comandi che alla rapidità di intervento in caso di necessità.
Figura 7.18.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 7.7.
Qn L
Ramo
[m3/h] [m]
1 327 1100
2 81 1700
3 246 1750
4 114 2050
5 132 1250
Prospetto 7.8.
Zd – Zc = h1 + h2
Zd – Za = h1 + h3 + h4
Zd – Zb = h1 + h3 + h5
dove:
– h1, h2. .. = perdite di carico dei corrispettivi rami;
– Za, Zb, Zc, Zd sono le quote geometriche dei serbatoi (si trascurano le energie cinetiche).
Prospetto 7.9.
Qn L D Hn
Ramo
[m3/h] [m] [mm] [mH2O]
1 327 1100 250 14,476
3 246 1750 225 22,693
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7. LE RETI APERTE
Sarà pertanto:
h2 = Zd – Zc – h1
dove L150 è la lunghezza del tratto a diametro 150 e analogamente per L125.
Si trova pertanto:
– L150 = 340 m;
– L125 = 1352 m.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Tratto adduttore
Vi è solo caduta di pressione. La caduta di pressione ∆p (tubi lisci) è ∆p è:
∆p = kp × L × q1.75
Tratto distributore
Diviso il ramo di lunghezza = L in N tratti di lunghezza dl = L/N, si ha per ogni tratto:
– la portata ∆q defluente dal tratto è: ∆q = kq × dl × p0.5;
– mentre la caduta di pressione (tubi lisci) ∆p è: ∆p = kp × dl × q1.75;
– nel tratto successivo la nuova pressione è p = p – ∆p e la nuova portata q = q – ∆q.
Pertanto, alla fine delle iterazioni è nota:
– la portata q2 uscente;
– la pressione p2 finale.
Le portate nominali della rete vengono assunte come quelle in cui non vi è caduta di
pressione per attrito. I rami adduttori avranno una portata pari alla somma delle portate dei
rami distributori a valle. In conseguenza delle perdite di carico le pressioni nei nodi della
rete diminuiscono e quindi diminuiscono anche le portate. Iterando il calcolo si ottengono le
portate e le pressioni effettive della rete.
L’esempio numerico seguente fa riferimento alla figura 7.20, con i risultati dei prospet-
ti 7.10 e 7.11 e della figura 7.21.
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7. LE RETI APERTE
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CAPITOLO 8
8.1. Esempio
L’esempio fa riferimento ad un impianto autonomo con 8 radiatori, secondo lo schema
della figura 8.1.
Figura 8.1.
Il calcolo del fabbisogno termico e quindi il calcolo nominale dei radiatori abbia dato i
risultati riportati nel prospetto 8.1. Per quanto riguarda il calcolo dei radiatori si rimanda a
quanto già detto nella prima parte.
Tutti i rami primari sono collegati ad un collettore, in pratica un tronco di tubazione dal
quale si dipartono:
– la mandata della pompa (proveniente dalla caldaia);
– le mandate ai corpi termici;
– il ritorno alla caldaia;
– il ritorno dai corpi termici.
Si suppone che il collettore abbia resistenza idraulica trascurabile, pertanto dal punto di
vista schematico esso può essere rappresentato da due soli nodi: quello che individua tutte
le mandate e quello che individua tutti i ritorni. Ne consegue, dal punto di vista circuita-
le, che gli 8 rami primari (quelli dei corrispettivi corpi termici) e il ramo secondario (quel-
lo della pompa) possono essere considerati in parallelo: (hanno la stessa perdita di carico).
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8. LA RETE CON COLLETTORE COMPLANARE
Prospetto 8.1.
Inoltre: il numero dei percorsi idraulici è pari al numero di rami primari ed ognuno è
costituito dal rispettivo ramo primario e da quello secondario comune a tutti.
Il software compie prima l’esame della geometria della rete (prospetto 8.2):
Prospetto 8.2.
Successivamente effettua il calcolo delle perdite di carico dei rami con le portate nomi-
nali (prospetto 8.3).
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 8.3.
Il calcolo delle perdite di carico dà valori differenti di prevalenza per i vari percorsi. Il
percorso più sfavorito è quello appartenente al ramo primario 4. Definito pertanto il modello
di detentore il software determina le dimensioni e la posizione di taratura; il dettaglio dei cal-
coli del bilanciamento è riportato nel prospetto 8.4. La colonna Hdif dà la differenza di perdi-
ta fra quella del relativo percorso Hperc e quello del percorso più sfavorito (= 1,002 mH2O).
Prospetto 8.4.
Il calcolo reale determina le portate ed emissioni dei rami ed è riassunto nel prospetto
8.5. Si possono trarre le seguenti conclusioni:
– le portate reali sono in questo caso sempre maggiori di quelle nominali (il punto di
lavoro della pompa è infatti superiore leggermente a quello nominale). L’incremen-
to di portata è però costante, cioè il rapporto per ogni ramo Qr/Qn è circa costante;
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8. LA RETE CON COLLETTORE COMPLANARE
– l’emissione reale dei corpi termici si scosta poco da quella nominale. La temperatu-
ra d’uscita varia invece più sensibilmente rispetto a quella nominale in relazione alla
variazione di portata.
Prospetto 8.5.
Il prospetto 8.6 riporta invece il calcolo della rete (non bilanciata) con i detentori tutti
aperti. Lo sbilanciamento produce delle portate sensibilmente differenti rispetto a quelle
nominali, ma l’effetto sulle emissioni termiche è minore, mentre è sensibile quello sulle
temperature d’uscita (superiori a quelle nominali per l’aumento di portata).
Prospetto 8.6.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 8.2.
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8. LA RETE CON COLLETTORE COMPLANARE
Figura 8.3.
D’altro canto l’emissione dei corpi termici, in un sistema di regolazione basato sulla
temperatura esterna, deve essere legata a quest’ultima secondo l’equazione:
ed è:
– E = En quando 20 – Te = DTN (si suppone la temperatura ambiente = 20 °C);
– DTN = salto termico nominale di progetto = Temperatura ambiente – Temperatura ester-
na di progetto.
Sostituendo il valore di E, ricavato dalla [3], nella [4] si ricava il legame analitico fra la
Tm e la temperatura esterna.
Il grafico di figura 8.4 rappresenta l’andamento sia dell’emissione % (rapporto fra l’e-
missione e l’emissione nominale) che della temperatura di mandata dei corpi radianti in fun-
zione della temperatura esterna.
Il regolatore climatico basato sulla variazione della temperatura di mandata in funzione
della temperatura esterna dovrebbe appunto seguire teoricamente la curva della temperatu-
ra di mandata del grafico.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 8.4.
Il calcolo del vaso viene effettuato tenendo presente la legge dei gas:
dove:
– Viniz = volume vaso, inizialmente occupato dall’aria;
– Piniz = Pressione assoluta statica iniziale;
– DV = dilatazione dell’acqua fra 4 °C e 100 °C = 0,035 x Vimp;
– Pfinale = pressione assoluta apertura valvola di sicurezza (generalmente 2,5 bar);
– Vimp = volume d’acqua delle tubazioni, corpi termici, caldaia, ecc.;
ricavando:
– V = volume vaso.
Un esempio applicativo è riportato nel prospetto 8.7, relativo al circuito a collettore dello
schema di figura 8.1:
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8. LA RETE CON COLLETTORE COMPLANARE
Prospetto 8.7.
Figura 8.5.
Supponiamo che ad impianto fermo ed acqua alla temperatura ambiente il vaso sia tutto
occupato da aria, alla pressione relativa di 7 mH2O. Quando l’acqua viene portata alla tem-
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
La pressione relativa nel punto A sarà pA = 17,03 metri. La pressione in questo punto è
sempre la stessa e cambia solo in funzione della temperatura.
Nel punto B, immediatamente dopo la pompa si avrà una pressione: pB = 17,03 + 1,3
(la prevalenza della pompa si aggiunge alla pressione all’aspirazione) = 18,33 mH2O. Ad
impianto fermo era invece pA = pB = 7 mH2O.
Nel punto C la pressione sarà:
pC = pB – 5 – 0,3 = 13,03
Se il vaso di espansione viene invece inserito nel punto B si ha (fermo restanti i dati pre-
cedenti): pB = 17,03; pA = 15,73; pC = 11,73.
A diverse temperature di mandata corrisponderanno diverse dilatazioni dell’acqua e
quindi la pressione nel cuscino d’aria varierà e così in tutto l’impianto. Supponiamo ora che
anziché un vaso di espansione chiuso si inserisca un vaso di espansione aperto, ad esempio
nel punto A. In questo caso, la dilatazione dell’acqua provoca una variazione modesta della
colonna d’acqua sovrastante e pertanto possiamo affermare:
– il punto A è sempre a pressione costante (punto cosiddetto neutro);
– negli altri punti dell’impianto non c’è variazione di pressione al variare della tempe-
ratura, ma c’è variazione di pressione fra la condizione statica (pompa ferma) e dina-
mica (pompa in movimento).
Sarà, supponendo ancora i dati precedenti: pA = 7; pB = 8,3; pC = 3.
Q = Kv p
per cui la caduta di pressione Δp = (Q / Kv)2.
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8. LA RETE CON COLLETTORE COMPLANARE
Figura 8.6.
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CAPITOLO 9
LE RETI CHIUSE
Figura 9.1.
Prospetto 9.1.
Qn Hdif
Ramo Detentore Posiz Hperc
[kg/h] [mH2O]
1 361 3/4” 0.000 1.0 3.252
4 312 3/4” 0.237 1.6 3.015
7 135 1/2” 0.898 3.1 2.353
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9. LE RETI CHIUSE
Prospetto 9.2.
Calcolo nominale
Qn L Ht
Ramo Tubo Hd + Hc Hbil Hv
[m3/h] [m] [mH2O]
1 0.803 19 4.0 0.803 0.224 0.102 0.477
2 0.803 19 8.0 0.925 0.448 0 0.477
3 0.803 19 16.0 1.373 0.896 0 0.477
4 0.694 19 15.0 1.314 0.645 0.313 0.356
5 0.694 19 13.0 0.915 0.559 0 0.356
6 0.694 19 12.0 0.872 0.516 0 0.356
7 0.300 12 11.0 2.025 0.988 0.949 0.088
8 0.300 12 11.0 1.076 0.988 0 0.088
9 1.796 1” 2.0 0.151 0.086 0 0.064
Il progetto del radiatore viene fatto per un salto termico di 4,5 °C. Questo salto termico
è quello che assicura un salto termico complessivo degli anelli di 10 °C. Questo comporta
un incremento della portata che affluisce al radiatore, tenuto conto che, per il collegamento
serie, la portata è la somma delle portate così calcolate, relative all’anello.
Facciamo un confronto fra il corpo termico del ramo 4 nelle due tipologie: collegamen-
to a collettore (vedi parte ottava) e collegamento monotubo. Il fabbisogno termico nomina-
le è 2320 watt il che comporta nel primo caso, salto termico 10 °C, una portata di 200 kg/h.
Questo corpo termico è inserito nel anello che unisce i rami 2, 3, 4: il fabbisogno termico
complessivo dei 3 corpi termici è: 4650 watt cui corrisponde quindi una portata di 803 kg/h
(quindi 4 volte maggiore).
La portata di calcolo del radiatore denominata portata equivalente è però, per il tipo di
valvola a 4 vie impiegato, il 50% della portata dell’anello (vedi la parte seconda sui corpi
termici). Ricordiamo che questa minore portata abbassa la temperatura media del corpo ter-
mico e quindi l’emissione.
Il calcolo del radiatore viene fatto con l’espressione:
dove:
– Ti = temperatura di ingresso al corpo termico;
– Tu = temperatura di uscita;
– Tm = temperatura media;
– TA = temperatura ambiente;
– E60 = emissione termica nominale con salto termico radiatore-ambiente di 60 °C;
– N = numero elementi;
– GDE = portata equivalente = portata anello x frazione della portata dell’anello.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 9.3.
Q N T T Emiss
Prog Ramo
[kg/h] el man [°C] rit [°C] watt
1 1 796 8 85.0 83.3 783
2 2 796 13 83.3 80.7 1217
3 3 796 27 80.7 75.6 2327
4 4 688 16 85 81.2 1533
5 5 688 10 81.2 78.9 898
6 6 688 16 78.9 75.5 1350
7 7 297 8 85.0 80.6 762
8 8 297 11 80.6 75.1 942
Emissione totale: 9.812 watt.
Si noti che il numero di elementi 109 è rimasto quasi immutato rispetto alla soluzione
con collettore complanare. Se, per ipotesi, si fosse assunto un salto termico di 10 °C il cal-
colo avrebbe portato a un numero di elementi ben maggiore, 124.
dove:
– ρf = massa volumica dell’acqua alla temperatura di ritorno;
– ρc = massa volumica dell’acqua alla temperatura di mandata;
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9. LE RETI CHIUSE
Come prima osservazione si fa notare che tanto maggiore è il dislivello h tanto maggio-
re è la forza idromotrice e viceversa.
Le forze idromotrici disponibili, data la piccola differenza di massa volumica alle usua-
li temperature di mandata e di ritorno, sono piccole il che comporta l’adozione di diametri
maggiori che nel caso di circolazione forzata.
Il maggior costo delle tubazioni e dell’isolamento relativo sono le cause per cui in prati-
ca gli impianti a circolazione naturale non vengono più realizzati. Per farne comunque capi-
re il calcolo consideriamo l’esempio sempre riferito alla figura 9.2.
Figura 9.2.
Sia:
– h = 8 m;
– L = lunghezza ramo mandata = lunghezza ramo ritorno = 10 m;
– l’unico corpo termico abbia emissione termica nominale E60 = 100 watt, numero di
elementi N = 10, esponente m = 1,3;
– la temperatura di mandata Tm sia di 85 °C, la temperatura ambiente Tamb sia pari a
20 °C, Tr sia la temperatura di ritorno;
– il tubo adottato sia liscio.
Le equazioni di equilibrio termico sono:
Q = 1163 q (Tm – Tr) [1]
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
L’espressione F (D, Tm, q) indica la perdita distribuita unitaria, nel ramo di mandata, cal-
colata per i valori del diametro = D, della temperatura = Tm, e della portata = q, indicati fra
parentesi (e così per il ramo di ritorno).
La perdita distribuita unitaria moltiplicata per la lunghezza da la perdita totale (in que-
sto che vuole essere solo un esempio indicativo non si considerano le perdite concentrate).
Una volta impostata una certa Temperatura di ritorno, uguagliando la [1] e la [2] si può
ricavare la portata q:
q = N · E60 fm / 1163 (Tm – Tr)
La prevalenza H del circuito sarà invece uguale alla forza idromotrice disponibile, rica-
vata con la [3]. Ne consegue che, con il valore di prevalenza H e di portata q così trovati,
può essere risolta, in funzione del diametro, la [4].
Il grafico di figura 9.3 riporta l’andamento delle grandezze caratteristiche dell’esempio
per una temperatura di ritorno variabile fra 60 e 80 °C.
Figura 9.3.
156
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9. LE RETI CHIUSE
Si può notare:
– la portata aumenta all’aumentare della temperatura di ritorno (diminuisce il salto ter-
mico);
– l’emissione termica aumenta anche se non in modo rilevante;
– la forza idromotrice diminuisce: aumentando la temperatura di ritorno diminuisce
infatti il termine ρ(tr);
– in conseguenza di una maggiore portata e di una minore prevalenza disponibile il
diametro adottato aumenta.
Prospetto 9.4.
Prospetto 9.5.
157
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Q Tubo
Ramo Ht Hd+Hc Hbil
[m3/h] [mH2O]
5 0.248 1/2 0.504 0.272 0.086
6 0.248 1/2 0.504 0.255 0.103
7 0.248 1/2 0.504 0.238 0.120
8 0.248 1/2 0.504 0.238 0.120
9 0.248 1/2 0.504 0.085 0.273
Prospetto 9.6.
Qr
Ramo
[m3/h]
1 2.223
2 0.278
3 0.279
4 0.279
5 0.278
6 0.278
7 0.278
8 0.277
9 0.276
Figura 9.4.
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9. LE RETI CHIUSE
Prospetto 9.7.
Q Hdif
Ramo Detentore Posiz H perc
[kg/h] [mH2O]
2 63 3/8” 1.346 3.2 0.234
4 99 3/8” 1.023 2.3 0.557
7 200 1/2” 0.605 2.0 0.975
10 125 3/8” 0.447 1.6 1.133
13 76 3/8” 0.292 2.0 1.288
16 112 3/8” 0.027 1.0 1.553
19 60 3/8” 0.042 1.2 1.538
21 75 3/8” 0.000 1.0 1.580
Si noti che pur essendo i corpi termici, e quindi le corrispettive portate nominali le stes-
se dell’esempio con collettore complanare, vi sono degli squilibri idraulici maggiori. Infatti
il percorso che porta all’utenza 4, ad esempio, è costituito non dal solo ramo stesso ma dai
rami di collegamento e così via per gli altri corpi termici.
I valori nominali di portata e prevalenza sono:
– prevalenza nominale [mH2O]: 1.580;
– portata nominale [m³/h]: 0.809.
Prospetto 9.8.
Q N T usc Emiss
Prog Ramo
[kg/h] el [°C] watt
1 2 74.7 9 75.6 813
2 4 117.8 13 76.4 1184
3 7 237.2 26 76.4 2369
4 10 148.9 17 76.1 1544
5 13 92.0 10 76.5 912
6 16 134.8 15 76.3 1365
7 19 75.3 8 76.7 731
8 21 88.9 10 76.2 909
Emissione totale: 9.827 watt
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 9.5.
Bilanciamento
Bisogna in questo caso operare secondo 3 livelli di bilanciamento:
Prospetto 9.9.
Bilanciamento collettori (è analogo a quanto fatto nella parte ottava relativo al collettore
complanare, prospetto 8.4):
Fra le zone del 1° montante
Q
Ramo Detent Hdif Posiz Hperc
[kg/h]
37 796 1” 0.169 2.1 2.042
39 796 1” 0.000 1.0 2.210
Bilanciamento fra le zone del 2° montante
47 796 1” 0.169 2.1 2.195
49 796 1” 0.000 1.0 2.363
Bilanciamento fra i montanti
35 1592 1 1/4” 0.153 2.0 2.269
45 1592 1 /4”
1
0.000 1.0 2.422
È interessante esaminare la situazione che si viene a creare quando una o più zone ven-
gono chiuse.
Il prospetto 9.10 riporta:
– il punto di lavoro della pompa;
– portata e prevalenza;
– l’emissione termica;
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9. LE RETI CHIUSE
– la temperatura di ritorno dall’impianto (quella di mandata sia paria 85 °C) nei casi
elencati:
Prospetto 9.10.
Q H E Trit
Q% E%
[m3/h] [m] [watt] [°C]
Tutte aperte 2,821 100 1,926 37776 100 73.5
Chiusura zona 1 2,534 90 2,144 28862 76.4 75.2
Chiusura zone 1 e 2 1,976 70 2,561 19516 51.6 76.5
Chiusura zone 1, 2, 3 1,265 45 3,056 9940 26.3 78.2
La colonna Q % riporta il rapporto fra la portata e quella con le zone tutte aperte. La
colonna E % ha analogo significato per le emissioni.
Si noti che l’emissione si mantiene sostanzialmente proporzionale al numero di zone. La
portata invece è sempre proporzionalmente maggiore.
H = K QA
Il software opera secondo questo algoritmo: si effettua il calcolo della rete con una
pompa virtuale di prevalenza Hi = costante assegnata, valore che pertanto costituisce la pre-
valenza del circuito, la portata corrispondente sarà Qi.
Ripetendo questo calcolo nell’intervallo di interesse si otterrà un serie di valori Hi, Qi.
Con il procedimento dei minimi quadratici si ottengono le costanti K, A che equivalgono, in
genere con ottima approssimazione i punti considerati.
L’equivalenza termica (a parità di portata) si ottiene con analogo ragionamento e secon-
do il modello di equazione:
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
E = B Tm
La serie di punti si ottiene in questo caso con le portate reali della rete e con temperatu-
ra di mandata variabili fra 85 °C e 50 °C.
I calcoli ottenuti con i circuiti già esaminati danno il prospetto 9.11.
Prospetto 9.11.
Caso K A B M
1 Collettore 0,788 1,823 9691 1,3
2 Due Tubi 1,713 1,893 9691 1,3
3 Monotubo 1,962 1,886 9835 1,266
4 Rete A Zona 0,295 1,899 38503 1,3
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CAPITOLO 10
10.1. La rete a due tubi: confronto fra l’impiego come corpi termici dei radiatori e
ventilconvettori
La rete è schematizzata nella figura 10.1 e utilizza 4 corpi termici uguali fra loro. I fab-
bisogni termici nel caso dei radiatori o l’emissione, nel caso dei ventilconvettori, siano gli
stessi (4100 watt), uguale sia anche il salto termico dei corpi scaldanti.
Figura 10.1.
Questo comporterà portate nominali uguali per entrambe le tipologie. Poiché anche le
valvole e i detentori inseriti nella rete sono gli stessi saranno uguali le perdite di carico
nominali, con l’eccezione delle perdite dei corpi termici.
Mentre infatti le perdite di carico dei radiatori sono modeste, maggiori sono quelle dei
ventilconvettori.
Il bilanciamento porterà alle stesse posizioni di taratura dei detentori (sarà differente la
prevalenza dei percorsi ma uguali le differenze):
Prospetto 10.1.
Portata Hdif
Ramo Posiz
[kg/h] [mH2O]
2 355 1.117 1.6
4 355 0.568 1.3
8 355 0.313 1.2
9 355 0.000 1.0
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 10.2.
Qn L Ht
Ramo Tubo Hd + Hc Hbil
[m3/h] [m] [mH2O]
1 1.419 1 18.0 0.503 0.423 0.000
2 0.355 1/2 1.0 2.124 0.026 1.736
3 1.065 3/4 6.0 0.274 0.274 0.000
4 0.355 1/2 1.0 1.575 0.026 1.187
5 1.065 3/4 6.0 0.274 0.274 0.000
6 0.710 3/4 6.0 0.128 0.128 0.000
7 0.710 3/4 6.0 0.128 0.128 0.000
8 0.355 1/2 1.0 1.320 0.026 0.932
9 0.355 1/2 13.0 1.320 0.339 0.619
Il calcolo del volume d’acqua dell’impianto, e quindi del vaso d’espansione, denota la
grande differenza fra il caso dei ventilconvettori e i radiatori (volumi in litri):
– tubazioni: 21.935 (uguale in entrambi i casi);
– corpi termici:
– 3.000 ventilconvettori;
– 122.4 radiatori;
– volume totale:
– ventilconvettori: 24.935;
– radiatori:144.335.
I risultati principali del calcolo reale, vengono confrontati nei seguenti 4 casi:
– caso 1: ventilconvettori bilanciato;
– caso 2: ventilconvettori non bilanciato (detentori in posizione tutto aperto);
– caso 3: radiatori bilanciato;
– caso 4: radiatori non bilanciato.
Prospetto 10.3.
q2, q4, q6, q9: portate [kg/h] dei corpi termici inseriti nei corrispettivi rami
E1, E2, E3, E4: emissione dei corpi termici corrispettivi [watt]
Hp, Qp: prevalenza [mH2O] e portata [m3/h] della pompa
q2 q4 q8 q9 E1 E2 E3 E4 Hp Qp
Caso 1 301 300 300 301 3940 3936 3935 3940 1.903 1.201
Caso 2 407 337 303 265 4259 4048 3946 3812 1.751 1.312
Caso 3 315 314 314 315 4058 4056 4056 4058 1.825 1.258
Caso 4 451 359 315 266 4194 4113 4058 3978 1.647 1.391
Si può notare:
– quando la rete è bilanciata le portate dei corpi termici sono praticamente uguali
(bisogna tener comunque presente le piccole inesattezze del calcolo reale);
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10. L’ANALISI DELLE RETI
– le minori portate nel caso di ventilconvettori sono dovute alle maggiori perdite di
questi ultimi;
– nei casi non bilanciati i corpi termici più favoriti hanno una portata maggiore di quel-
li più sfavoriti;
– lo scostamento relativo delle portate è maggiore nel caso dei radiatori (maggiore dif-
ferenza di prevalenza rispetto al caso dei ventilconvettori);
– le emissioni sono praticamente uguali quando la rete è bilanciata (il valore inferiore
a quello nominale dipende dal fatto che la pompa non è in grado di assicurare esat-
tamente i valori nominali di portata e prevalenza);
– nel caso senza bilanciamento si vede un abbassamento dell’emissione nei corpi ter-
mici più sfavoriti, ovviamente se il numero di rami e di corpi termici fosse maggio-
re lo sbilanciamento porterebbe a valori di emissione ancora minori rispetto a quel-
li nominali.
Figura 10.2.
Prospetto 10.4.
Qn Hdif
Ramo Posiz Hperc
[kg/h] [mH2O]
9 355 0.118 1.1 2.350
4 355 0.000 1.0 2.468
8 355 0.000 1.0 2.468
2 355 0.118 1.1 2.350
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Q Emiss
Ramo
[kg/h] [watt]
2 308 3964
4 305 3953
8 307 3960
9 306 3956
Con riferimento alla figura 10.2 vogliamo dimostrare che la rete a ritorno inverso è,
come asserito prima, quasi intrinsecamente bilanciata. Supponiamo che le caratteristiche
come diametri e lunghezze dei rami 2, 4, 8, 9 siano uguali e così per i rami 3, 6, 10, 5, 7, 11.
Tutti i percorsi che fanno capo ai corpi termici hanno la stessa prevalenza (la pressione ini-
ziale, al nodo A, e finale, al nodo B) è uguale per tutti. Per il percorso 1 è:
H1 = h2 + h5 + h7 + h11
per il percorso 3:
H3 = h3 + h6 + h8 + h11
si intende con H la prevalenza del percorso, con h la prevalenza del ramo ma poiché i rami
7 e 6 hanno la stessa portata, avranno la stessa perdita. Sarà quindi:
H1 – H3 = h2 + h5 – h3
la differenza di prevalenza sarà quindi contenuta. Analogo ragionamento ripetuto per gli
altri percorsi porta quindi all’asserto che la rete a ritorno inverso ha uno sbilanciamento
minore di quella, ad esempio, a due tubi.
Ritorno inverso senza detentori. Supponiamo ora che nella rete a ritorno inverso non
vengano inseriti i detentori.
Nel prospetto 10.5 vengono riassunti i risultati del calcolo reale.
Prospetto 10.5.
166
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10. L’ANALISI DELLE RETI
Prospetto 10.6.
Prospetto 10.7.
La colonna % dei prospetti 10.6 e 10.7 indica il rapporto fra calore sensibile e totale. Il
prospetto 10.7 riporta i calcoli del caso reale con circuito non bilanciato. Lo sbilanciamen-
to delle portate crea una differenziazione delle emissioni. Nello stesso tempo all’aumentare
delle portate il rapporto fra calore sensibile e totale si fa più basso.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 10.3.
Ai fini del calcolo idraulico si congloba il ramo 1° con il ramo 1 (stesso diametro e por-
tata). L’equilibrio idraulico si scrive:
h1 + h2 – HP2 = 0
h1 + h3 – HP1 = 0
Il ramo 3, che rappresenta l’utenza, è il ramo equivalente della rete a zone (vedi parte
nona). Nel ramo 3 viene cioè inserita una valvola fittizia la cui perdita di carico, a parità di
portata, è uguale a quella della rete a zona. Questo modo di procedere permette di valuta-
re effetti globali, come l’azione di valvole di regolazione che si esamineranno successiva-
mente, con un tempo di calcolo molto ridotto. Se le perdite del ramo caldaia sono trascura-
bili allora le due pompe sono per così dire indipendenti. In questo caso la pompa principa-
le bilancia le perdite di carico del solo ramo utenza mentre quella di ricircolo le sole perdi-
te del ramo di ricircolo.
Prospetto 10.8.
Qr L Ht
Ramo Tubo Hd + Hc Hv
[m3/h] [m] [mH2O]
1 3.414 1 1/4 2.0 0.187 0.070 0.116
2 0.768 3/4 1.0 0.878 0.030 0.848
3 2.646 1 /4
1
0.0 1.872 0.000 1.872
Pompa principale: H [m]: 2.059; Q 2.646. [m3/h]:
Pompa ricircolo: H [m]: 1.066; Q [m3/h]: 0.768.
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10. L’ANALISI DELLE RETI
dove:
– q1, q2, q3 le portate dei corrispettivi rami (prospetto 10.8);
– TR = temperatura di ritorno in caldaia.
Figura 10.4.
169
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 10.9.
Qr L Ht
Ramo Tubo Hd + Hc Hv
[m3/h] m [mH2O]
1 6.173 2 2.0 0.412 0.031 0.381
2 2.757 1 1/4 1.0 2.048 0.024 2.024
3 3.416 1 1/4 2.0 0.070 0.070 0
4 2.735 1 1/4 0 1.994 0 1.994
5 0.680 3/4 0 0.002 0 0.002
Pompa 1: H [m]: 1.974 Q [m3/h]: 2.757;
Pompa 2: H [m]: 0.485 Q [m3/h]: 6.173;
Pompa 3: H [m]: 1.991 Q [m3/h]: 2.735.
Figura 10.5.
Si tenga presente che anche in questo caso i rami 3, 5 fanno parte fisicamente del collet-
tore e quindi hanno perdite di carico trascurabili.
Nel prospetto 10.10 è riassunto il calcolo relativamente allo schema proposto.
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10. L’ANALISI DELLE RETI
Prospetto 10.10.
Qr L Ht
Ramo Tubo Hd + Hc Hv
[m3/h] [m] [mH2O]
1 6.306 2 2.0 0.430 0.032 0.397
2 0.864 3/4 1.0 0.041 0.037 0.004
3 5.442 2 2.0 0.025 0.025 0.000
4 2.741 1 1/4 0.0 2.002 0.000 2.002
5 2.701 1 1/4 2.0 0.046 0.046 0.000
6 2.701 1 /4 1
2.0 1.993 0.046 1.947
Pompa 1: H [m]: 2.017; Q [m3/h]: 2.701;
Pompa 2: H [m]: 1.986; Q [m3/h]: 2.741;
Pompa 3: H [m]: 0.470; Q [m3/h]: 6.306.
Si può osservare:
– la massima portata della pompa di caldaia si ha con entrambe le zone attive (Q =
6,306), la minima (Q = 3,599) con le zone inattive;
– in ogni caso il ramo di bypass ricircola parzialmente la portata da un minimo = 0.864
con le zone attive a tutta (= 3,599) con le zone inattive;
– la portata delle pompe P2, P3 è quasi indipendente fra di loro: in caso di fermo della
P2, ad esempio, la P3 passa da 2,701 a 2,815 m³/h;
– il ramo di bypass eleva la temperatura di ritorno in caldaia in modo variabile nei 3
casi. Si può scrivere, supponendo anche in questo caso 85 °C la temperatura di man-
data e 75 °C quella di ritorno:
q4 · 75 + q6 · 75 + q2 · 85 = q1 · TR
Si ha:
– caso A: TR = 76,4;
– caso B: TR = 79, 6 e ovviamente TR = 85 °C nel terzo caso;
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
– h1, h2, h3, h4, h5, h6, h7: perdite di carico dei corrispettivi rami;
– HP1, HP2, HP3: prevalenze delle pompe 1, 2, 3.
Figura 10.6.
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10. L’ANALISI DELLE RETI
Prospetto 10.12.
Corsa 1 50 10 50 90 10
Corsa 2 50 50 90 90 10
Utenza 1 1.590 1.462 1.581 1.505 1.465
Utenza 2 1.650 1.659 1.665 1.652 1.604
Mandata 1 0.834 0.186 0.822 1.340 0.189
Mandata 2 0.866 0.878 1.509 1.494 0.182
Caldaia 3.988 3.571 4.378 4.668 3.090
Bypass 2.288 2.507 2.047 1.834 2.718
Portate in m3/h.
Si può notare che al variare dell’apertura delle valvole le utenze vengono servite ancora
da una portata praticamente costante.
La portata al bypass diventa minima in condizioni di completa apertura delle valvole ed
è massima in condizioni di chiusura.
Le zone hanno in pratica una resistenza idraulica che varia con l’apertura delle valvole:
quando queste chiudono si ha una diminuzione di portata ai rami di mandata ed una aumen-
to di portata nel ramo di bypass.
Il punto di lavoro delle pompe di zona rimane comunque costante (è costante la portata),
mentre la pompa di caldaia lavora in condizioni variabili di portata e quindi di prevalenza.
Da una minima portata (Q = 3.09 m³/h H = 0.772 m) con valvole chiuse ad una massima
(Q = 4.668 H = 0.638 m) con valvole quasi completamente aperte.
Figura 10.7.
173
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il circuito alimenta l’utenza ad una temperatura TM più bassa di quella di caldaia TC,
miscelando la portata q3 del ramo 3 a temperatura TC con quella q4 del ramo 4 alla tempe-
ratura di ritorno dall’utenza TR.
Nello stesso tempo una parte della portata di caldaia q1, a temperatura TC, viene bypas-
sata e miscelata con la portata q3, a temperatura Tr, per ottenere una portata q1 di ritorno
in caldaia a temperatura TRC più alta di quella TR. La valvola di regolazione VR regola la
portata e quindi la temperatura all’utenza, mentre le valvole V1, V2 sono valvole di tara-
tura. Supponiamo che l’utenza sia rappresentata da un sistema di riscaldamento a pannelli
radianti. L’emissione termica è rappresentabile sotto la forma:
E = K · (TM’ – TA)
dove:
– TM’ = temperatura media del fluido;
– TA = temperatura ambiente;
– E [watt].
È noto infatti che l’emissione termica di questo tipo di riscaldamento non dipende dalla
portata ma solo dalla temperatura media del fluido.
Le equazioni di bilancio termico saranno:
– al nodo B: q3 · TC + q4 · Tr = q5 · TM [1]
– al nodo A: q3 · TR + q2 · TC = q1 · TRC [2]
inoltre è:
q1 – q2 = q3 [5]
q3 + q4 = q5 [6]
Supponiamo che la perdita di carico del ramo 5, che rappresenta l’utenza sia rappresen-
tabile nella forma: h5 = K · q2 dove k = 0,4.
Si impone, inoltre, che quando la valvola VR sia completamente aperta (corsa = 100%) sia:
– TC = 80 °C;
– TM = 60 °C;
– TR = 50 °C;
– TRC = 60 °C;
– K’ = 858.
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10. L’ANALISI DELLE RETI
Con questi valori la rete viene risolta con valori della corsa della valvola VR dal 10 al
100% ottenendo i valori di portate dei rami riportati nel grafico di figura 10.8: q1 = caldaia;
q2 = ricircolo; q3 = mandata; q4 = bypass; q5 = impianto.
Si può notare:
– la portata di ricircolo è praticamente costante;
– la portata caldaia e mandata aumentano in misura uguale;
– la portata impianto aumenta in misura modesta;
– la portata di bypass diminuisce.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 10.8.
Nel grafico di figura 10.9 sono invece riportate le temperature TM = man; TR = rit; TRC
= rit cald e l’emissione E.
Si noti l’aumento della temperatura TM all’aumentare della apertura della valvola VR,
mentre la TRC diminuisce leggermente. L’emissione, infine, aumenta da circa 5000 a 22000
watt segnando un aumento di oltre 4 volte, dovuto sia all’aumento di portata che all’aumen-
to della temperatura di mandata all’impianto.
Figura 10.9.
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10. L’ANALISI DELLE RETI
I programmi di CAD generano a partire dal file vero e proprio di disegno un file testo con
estensione .dxf che contiene tutte le informazioni sul disegno stesso.
La lettura di tale file consente quindi di risalire alla geometria della rete. Si faccia riferi-
mento alla figura 10.10.
Figura 10.10.
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CAPITOLO 11
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11. INSTALLAZIONE E ATTIVAZIONE DEL SOFTWARE INCLUSO
2) Inserire i codici “A” e “B” (vedi ultima pagina del volume) e cliccare [Continua];
3) Utenti già registrati su www.grafill.it: inserire i dati di accesso e cliccare [Accedi],
accettare la licenza d’uso e cliccare [Continua];
4) Utenti non ancora registrati su www.grafill.it: cliccare [Iscriviti], compilare il
form di registrazione e cliccare [Iscriviti], accettare la licenza d’uso e cliccare [Con-
tinua];
5) Un link per il download del software e la password di attivazione saranno invia-
ti all’indirizzo e-mail inserito nel form di registrazione.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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CAPITOLO 12
IL SOFTWARE TUTTELERETI
Per bassa pressione si intende una pressione di alimentazione inferiore a 5 kpa, per media
pressione si intende la pressione fra 5 e 400 kpa. È il calcolo secondo le norme UNI-CIG
delle reti che trasportano gas in bassa pressione (le proprietà del fluido, come la massa
volumica e la viscosità rimangono pertanto costanti).
La norma stabilisce che la caduta di pressione fra l’alimentazione e le utenze venga con-
tenuto in un limite prefissato. La rete è aperta ad albero. Vengono generalmente assegnate le
potenze termiche delle utenze e, in base al tipo di gas utilizzato, risultano assegnate le portate.
Oppure possono essere assegnate direttamente le portate. Il calcolo della rete gas viene effet-
tuato secondo l’equazione di Renouardt (rete in bassa pressione) (vedi parte successiva 11.4).
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
In questi tipi di calcolo le perdite concentrate vengono assimilate ad una perdita distribuita
calcolando una lunghezza equivalente Le:
Le = ς · D /26
dove:
– ς = coefficiente caratteristico della perdita concentrata.
dove:
– L = lunghezza geometrica della tubazione.
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12. IL SOFTWARE TUTTELERETI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 12.2.
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12. IL SOFTWARE TUTTELERETI
La pendenza dei rami sarà calcolata tenendo presente che il dislivello è dh = J L, dove: J
è la pendenza del ramo ed L la lunghezza.
Il programma prima calcola il percorso avente somma delle lunghezze dei rami mag-
giore, e trova con la formula di cui sopra (dove L = lunghezza totale dei rami) la penden-
za relativa.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Procede identicamente per gli altri percorsi, conservando le pendenze dei rami già cal-
colate e tenendo presente il dislivello da rispettare. Si tengono inoltre presenti le espressio-
ni: J ≥ 0,001 / D per le fognature nere, e J ≥ 0,0012 / D per le fognature meteoriche o miste
(condizioni che rispettano il trasporto delle parti solide), da cui deriva il diametro minimo.
Inoltre i diametri minimi osserveranno la seguente tabella:
– diametro minimo acque meteoriche: DN 100;
– diametro minimo con scarichi wc: DN 150;
– diametro minimo lavelli, ecc.: DN 125;
– diametro minimo pilette da cortile: DN 100;
– diametro minimo pilette interne: DN 80.
La velocità viene calcolata con la formula di MANNING:
V = K R2/3 J1/2
dove:
– R = raggio idraulico;
– K = costante (default = 85, può essere variata nelle OPZIONI).
La portata Q sarà:
Q=VA
N.B. La portata relativa agli orinatoi continui va sommata direttamente alla portata totale.
Unita Portata
Tipologia
di scarico l/sec
BAGNO COMPLETO 4 2.5
CUCINA COMPLETA 2 0.7
LAVABO 1 0.25
BIDET 1 0.25
VASCA DA BAGNO 1 0.35
DOCCIA 1 0.25
WC 1 1.5
ORINATOIO 1 0.1
ORINATOIO (continuo) 1 0.1
LAVATRICE 1 0.4
LAVAPIATTI 1 0.4
PILETTA CORTILE
PILETTA INTERNA
186
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12. IL SOFTWARE TUTTELERETI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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12. IL SOFTWARE TUTTELERETI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nel caso di collegamento monotubo i corpi termici sono posti in serie: l’uscita dell’ele-
mento precedente diventa l’ingresso dell’elemento successivo.
La soluzione più frequente è quella con l’impiego delle valvole a 4 vie, che consente di
collegare sia l’ingresso che l’uscita del radiatore con una unica valvola. Le valvole a 4 vie
prevedono una ripartizione della portata totale dell’anello: mentre una parte affluisce effet-
tivamente al corpo scaldante l’ altra lo bypassa.
Poiché ingresso ed uscita sono localizzate in basso viene influenzata l’emissione rispet-
to a quella con condizioni di allacciamento standard, che prevede l’ingresso in alto e l’usci-
ta in basso dal lato opposto.
Per consentire il calcolo ancora secondo la norma UNI EN 442 si considera una porta-
ta equivalente GDE che è una frazione della portata dell’anello: la portata GDE è la portata
che, ai fini del calcolo, dà la stessa emissione dell’allacciamento standard.
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12. IL SOFTWARE TUTTELERETI
DARCY: Δp = ρ g λ L V2 / 2 g D
dove:
– K = 26,645 per gas naturale, 81 per il GPL;
– P1 = pressione iniziale del tratto e P2 pressione finale, in bar.
Δp = K · L · Q1,85 / (D4,87)
dove K vale:
Materiale K
Ghisa 2156980285
Acciaio 1539433278
Acciaio inox 1157468844
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CAPITOLO 13
L’AMBIENTE DI LAVORO
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13. L’AMBIENTE DI LAVORO
– Stampe schemi (da tastiera [S]) – Nel caso di un progetto già presente in memoria
ed eseguito viene visualizzato su video lo schema grafico selezionato.
– Esportazione (da tastiera [E]) – Crea un file DXF compatibile AUTOCAD in cui
vengono riportati i rami ed i risultati associati ai rami, come lunghezze, portate dia-
metri, perdite di carico del ramo.
– Report su WORD (da tastiera [R]) – Viene letto un file già salvato su disco e pro-
dotto un file WORD. A video compaiono gli schemi associati alla rete che verranno
inglobati nel file WORD.
– Copia Progetto (da tastiera [C]) – Viene fatta una copia del progetto su un percor-
so differente.
– Uscita (da tastiera [U]) – Si esce dal programma.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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13. L’AMBIENTE DI LAVORO
Figura 13.7. Il menu Ambiente
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
13.7. Gli esempi (videata principale del programma) (da tastiera [E])
Fornisce esempi per tutte le tipologie di calcolo (figura 13.12). Selezionando passo
passo l’esecuzione viene fatta una videata alla volta, altrimenti viene prodotto tutto il tabu-
lato di calcolo a video.
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13. L’AMBIENTE DI LAVORO
Figura 13.12. Gli esempi
13.8. Elenco progetti su disco (videata principale del programma) (da tastiera [P])
Fornisce informazioni sui file di progetto memorizzati nella cartella selezionata (tipo
di progetto, numero di rami e numero di testi presenti), figura 13.13. Selezionando con il
mouse il singolo file viene visualizzato il file grafico di input della rete.
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CAPITOLO 14
Verrà visualizzata la maschera Dati generali che si differenzia a seconda del progetto.
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Figura 14.3-2. Dati generali rete idrosanitaria secondo norme UNI 806
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
– 5ª riga: salto termico ammesso di default nei corpi termici (per il calcolo delle por-
tate e solo per i radiatori);
– 6ª riga : temperatura ambiente di default. È possibile variare questo dato successiva-
mente per ogni singolo corpo termico;
– 7ª riga: serie valvole terminali: cliccando sulla colonna di sinistra si seleziona,
dall’archivio valvole, la valvola o meglio la serie associata a quella valvola (inte-
so come valore numerico). In sede di calcolo ad ogni terminale verrà assegnata la
valvola avente la serie selezionata ed il diametro in base al diametro della tubazio-
ne. Successivamente, il software selezionerà la valvola, tra quelle aventi lo stes-
so numero di serie, in base al diametro della tubazione dove è il terminale (radiato-
re, fancoil). Con la selezione comparirà sulla colonna destra il numero della serie.
Cliccando sulla colonna di destra si può eventualmente modificare il valore numeri-
co. Il valore zero non comporta alcuna operazione.
Nella figura 14.5 sono evidenziati i rami a cui verranno assegnate le valvole.
– 8ª riga: serie detentori. Cliccando sulla colonna di sinistra di questa riga si selezio-
na, dall’archivio Detentori, il detentore o meglio la serie associata a quel detento-
re, come nel caso delle valvole. Successivamente, il software bilancerà tutta la rete e
selezionerà il detentore in base al bilanciamento e al diametro della tubazione (come
nel caso delle valvole). Con la selezione comparirà sulla colonna destra il nume-
ro della serie. Cliccando sulla colonna di destra si può eventualmente modificare il
valore. Se c’è il valore zero l’operazione di cui sopra non viene eseguita;
– 9ª riga: il volume acqua caldaia viene aggiunto a quello delle tubazioni e dei corpi
termici per il calcolo del vaso di espansione;
200
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Figura 14.11. Spostamento nell’area grafica a destra e sinistra.
Con la rotella del mouse lo spostamento è verticale.
203
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Comando [Ramo]
– Inserimento. Avviene quando è attivo [Inser] ed il pulsante [Ramo]. Si inseriran-
no nuovi rami nell’area grafica con 2 click del mouse (nodo iniziale e nodo finale).
N.B. Il concetto di rete implica che tutti i rami siano fra loro interconnessi e quindi
il nodo iniziale o il nodo finale o entrambi di ogni ramo devono coincidere con altro
nodo di altro ramo. Nell’inserimento fisico dei rami i 2 nodi logicamente coincidenti
possono essere non fisicamente coincidenti, ammettendo una certa tolleranza defini-
ta come approssimazione (modificabile nelle opzioni). L’approssimazione è il valo-
re numerico di questa tolleranza entro il quale vengono ricercati i nodi della rete. Il
programma memorizza i nodi di ogni ramo immesso solo se questi sono nuovi, cioè
non appartenenti ad altri rami già esaminati. L’algoritmo è il seguente.
Detti:
– xi, yi: le coordinate dei nodi in memoria;
– xn, yn: le coordinate del nodo esaminato;
– e: approssimazione definita dall’utente.
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Comando [Testo]
L’uso di [Testo] è riferito generalmente all’immissione delle lunghezze dei rami (immes-
si semplicemente come valori numerici sul ramo relativo).
– Inserimento. Per l’inserimento deve essere attivo [Inser] e il bottone [Testo]. Il testo
viene inserito nel punto dell’area grafica dove si clicca con il mouse. Compare una
finestra nella quale scrivere e si conclude cliccando con il tasto destro dentro que-
sta finestra.
– Cancellazione. Rendere attivo il bottone [Canc] e cliccare sull’area del testo (com-
pare una maschera di conferma).
– Edita. Rendere attivo il bottone [Edita] e cliccare sull’area del testo: compare una
finestra di immissione analoga al caso di inserimento.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
rattiva che permette una selezione oppure una immissione di valori numerici, al ter-
mine della quale compare nell’area grafica un testo. Ad esempio il testo T = 16 indi-
ca l’assegnazione della tubazione con codice = 16 al ramo puntato dal testo digitato.
– Cancellazione. Rendere attivo il comando [Canc] e cliccare sull’area del testo (com-
pare una maschera di conferma).
– Edita. Rendere attivo il comando [Edita] e cliccare sull’area del testo: compare una
finestra di immissione analoga al caso di inserimento.
Sostando con il mouse sui comandi si attiva una spiegazione degli stessi. Cliccando con
il tasto destro sui comandi dell’area grafica si attiva la spiegazione dei codici inseriti.
Commenti
I commenti (figura 14.14) sono testi, ininfluenti nel calcolo, preceduti da:
– %: il testo viene scritto in rosso;
– &: il testo viene scritto in blu.
– Lunghezze dei rami: sono immesse come valori numerici sul ramo selezionato atti-
vando il comando [Testo] (figura 14.15);
– T = assegna al ramo la tubazione selezionata, secondo un calcolo di sola verifica e
non di progetto (figura 14.16);
– ST = assegna al ramo la serie di tubazioni selezionata: il calcolo di progetto sceglierà
poi il diametro (figura 14.16);
– > ST = assegna ai rami a valle del nodo selezionato la serie di tubazioni selezionata:
il calcolo di progetto sceglierà poi il diametro (figura 14.17);
206
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
208
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Figura 14.26. Il menu attivato con il tasto destro del mouse
– Varia verso: attiva la variazione dei versi dei rami che avviene cliccando sul ramo
selezionato. Cliccando sul ramo questo assume verso opposto.
– Importa file autocad: permette l’inserimento nell’area grafica di un disegno
AUTOCAD in formato dxf. Vengono importate le sole entità TESTO e LINEA. Non
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
vengono alterate le coordinate dei punti. Questa soluzione è conveniente nel caso di
progetti di notevoli estensioni. Le regole di produzione del file AUTOCAD sono le
stesse. Nell’importazione il file deve essere CHIUSO nell’ambiente AUTOCAD.
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Le discontinuità nelle reti gas possono essere immesse come testi con una dicitura a 3
cifre (eventualmente seguite da una cifra numerica indicante il loro numero).
Esempi:
– RUB = rubinetto (inserito automaticamente nei rami terminali);
– CUR = curva;
– GOM = gomito;
– TEE e CROCI sono inserite automaticamente;
– GOM3 = 3 gomiti.
211
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Esempio dei comandi [FT =] (progetto del radiatore con calcolo del numero di elemen-
ti) e [VER =] (il numero degli elementi è assegnato).
Nel caso di ritorno inverso questi comandi devono essere localizzati sul ramo e non nel
nodo finale del ramo (figura 14.34).
212
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Nel caso di monotubo i comandi [FT =] e [VER =] vanno inseriti nel nodo finale del
ramo (figura 14.35).
– > BIL =: bilancia fra di loro le utenze a valle del nodo in cui è posizionato il coman-
do, con la serie di detentori specificata (figura 14.36);
– > SV =: assegna alle sole utenze a valle del nodo in cui è posizionato il comando, la
serie di valvole specificata (il calcolo, in base al diametro del ramo determinerà la
valvola fra quelle avente la stessa serie ed in base al diametro della tubazione) (figu-
ra 14.36);
– SV =: assegna al ramo dove è posizionato il comando, la serie di valvole specificata
(il calcolo, in base al diametro del ramo determinerà la valvola fra quelle avente la
stessa serie) (figura 14.37);
– D = assegna al ramo dove è posizionato il comando, il detentore specificato;
– V =: assegna al ramo dove è posizionato il comando, la valvola specificata;
– > MB =: bilancia fra di loro le utenze a valle del nodo in cui è posizionato il coman-
do, con la serie di detentori specificata (figura 14.38). Successivamente bilancia i
percorsi relativi ai rami a monte del nodo con la serie di detentori specificata come
secondo numero.
213
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 14.36. Reti con radiatori. Esempio dei comandi >BIL = e >SV =
214
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Quote variabili
In questo calcolo alla utenza viene assegnato il comando (esempio):
QH = 1,3,5
dove:
– Portata nominale = 1 m3/h;
– Quota geometrica iniziale = 3 m;
– Superficie serbatoio = 5 m2
ed inoltre un nome alle utenze (precedendo il nome con il carattere !): !UTENZA DI VALLE-
In conseguenza della portata affluente alle utenze i volumi dei serbatoi variano secon-
do l’equazione:
DV = Q x dt = S x dh
dove:
– DV è la variazione di volume dei serbatoi;
– Q x dt è il volume di acqua affluente nel tempo dt;
– dh = aumento di livello del serbatoio di superficie di base = S.
215
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 14.40. Esempio del comando QH = con la maschera di immissione dei dati relativi
216
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14. LA PRODUZIONE DI UN NUOVO PROGETTO
Anziché con T = i diametri delle tubazioni possono essere assegnati con i comandi (non
sono disponibili i relativi bottoni!): D10, D15, D20, D25, D32, D40, D50, D65, D80, D100
corrispondenti ai codici 167…176 (serie 8863 serie M) (figura 14.39).
N.B. In aggiunta ai comandi disponibili nella videata di realizzazione del disegno sono
disponibili i seguenti comandi, introducibili come testi: [PEN = x] associato al ramo fissa la
pendenza x (in %) del ramo.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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CAPITOLO 15
Figura 15.1.
219
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 15.3. Inserimento di nuove tubazioni. L’inserimento può avvenire solo per codici
maggiori di 617 inserendo nell’ordine: descrizione tubazione, diametro esterno ed interno,
serie (deve fare riferimento ad una serie memorizzata)
220
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
15.2. I fluidi
Cliccando sul bottone [Accetto i dati] vengono archiviati i dati relativi al fluido corren-
te (nell’ipotesi di congruenza dei dati immessi).
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
15.3. Le discontinuità
Figura 15.6.
dove:
– γ = peso specifico del fluido;
– V = velocità del fluido;
– K = valore tipico della discontinuità selezionata;
– DP = caduta di pressione della discontinuità.
Oppure:
DP / γ = K V2 / 2 g (metri di colonna di fluido)
Figura 15.7.
222
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
K = A + B D + C D2
Figura 15.8.
Le discontinuità possono essere immesse nell’ambiente grafico anche come testi con la
loro dicitura a 3 caratteri. Le associazioni sono al momento, nell’ordine: (nell’ordine: dici-
tura, descrizione, codice fisico di registrazione):
– GOM--gomito = 19;
– COL--collettore = 4;
– CUR--curva larga = 12;
– CUS--curva stretta = 13;
223
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
15.4. Le valvole
I campi introducibili sono: (figura 15.10)
– descrizione;
– serie;
– diametro minimo per la selezione (mm);
– diametro massimo per la selezione (mm);
– GDE;
– costante m (zero se il valore successivo è KV);
– costante K, oppure KV.
Diametro minimo per la selezione e diametro massimo per la selezione sono i valori che
il software cercherà per la selezione della valvola in base alla serie specificata. Assegnato ad
esempio la serie = 2 per la valvola nel ramo, essendo D il diametro interno del ramo e D1
e D2 i valori del diametro minimo e massimo, la scelta sarà fatta in base alla condizione:
D1 = < D = < D2
La perdita sarà:
H = K · Qm
Q = KV Dp DP = Q2 / KV2
dove:
– DP [bar];
– GDE è il valore percentuale di portata che ottiene la stessa emissione termica del corpo
radiante (per le valvole monotubo).
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Nel caso di collegamento monotubo il software andrà a cercare nel ramo dove è il corpo
termico la valvola monotubo e correggerà l’emissione termica secondo il valore impostato.
Selezionando il diametro sulla destra, automaticamente vengono impostati i valori di
DMIN e DMAX. I valori sono memorizzati nel file testo: DIAMETRI.TXT che può essere
modificato dall’utente attraverso la voce:
15.5. I detentori
I campi introducibili sono (figura 15.11):
– descrizione;
– serie;
– diametro minimo per la selezione (mm);
– diametro massimo per la selezione (mm);
– coppie (max 10) di:
– descrizione posizione di regolazione;
– valore di KV relativo.
Valgono le analoghe considerazioni fatte per le valvole.
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
15.6. I radiatori
L’immissione dei dati si presenta come in figura 15.12.
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
N.B. L’esame preliminare controlla che la portata nominale nel ramo della pompa sia
compreso nell’intervallo min-max della portata della pompa e la prevalenza nominale neces-
saria sia compresa essa pure nell’intervallo min-max della prevalenza archiviata della pompa.
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15. L’IMMISSIONE DEI NUOVI COMPONENTI
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CAPITOLO 16
GLI ESEMPI
Gli esempi sono presenti nel programma attivando il bottone [Esempi] nella finestra
principale del programma.
I tabulati presentati non sono completi ma riproducono, per brevità di trattazione, le parti
più significative.
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16. GLI ESEMPI
Figura 16.2. Lo schema della rete elaborato dal software: i rami (rosso) e i nodi (verde)
233
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Il calcolo parte dal nodo di alimentazione e calcola iterativamente le pressioni fino alla
verifica dell’ equazione di Bernoulli.
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16. GLI ESEMPI
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16. GLI ESEMPI
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16.4. Radiatori
240
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16. GLI ESEMPI
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16. GLI ESEMPI
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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16. GLI ESEMPI
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Il tabulato
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 16.10. Il file grafico della rete con Radiatori a ritorno inverso
Il tabulato
250
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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16. GLI ESEMPI
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Il tabulato
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16. GLI ESEMPI
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16. GLI ESEMPI
Figura 16.17. Rete con idranti
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16. GLI ESEMPI
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
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16. GLI ESEMPI
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 16.24. Rete con idranti con 120 rami (max capacità del programma)
270
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16. GLI ESEMPI
271
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
– Tutti i rami della rete devono essere collegati tra loro. La situazione di figura 16.31
è evidentemente errata.
– Se il risultato del calcolo trova portate negative (rete magliata) questo significa che il
verso reale della corrente è contrario a quello assunto. In tal caso avviene la segnala-
zione ed è opportuno, successivamente, ripetere il calcolo con i versi corretti.
– Nel caso di inserimento di una pompa (max 1 pompa per ramo) la portata nominale
del ramo deve essere compreso nell’intervallo min-max di definizione della pompa,
come nel tabulato qui di seguito.
– Per ogni percorso idraulico la prevalenza disponibile deve essere maggiore di quella
necessaria. Nella figura 16.32, relativamente ai rami 1 e 2 si ha:
– Quota geometrica iniziale = 2 m;
– Quota geometrica finale = 13 m;
– Prevalenza massima della pompa = 3,04 m.
– Poiché la prevalenza disponibile è: 2 + 3,04 e la prevalenza necessaria = 13, non è
possibile risolvere il circuito della figura.
Figura 16.27. Figura 16.28.
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16. GLI ESEMPI
Figura 16.29.
Figura 16.30.
Figura 16.31.
Figura 16.32.
273
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CAPITOLO 17
ESEMPI AVANZATI
Con riferimento alla figura 17.1 il calcolo nominale produce il seguente tabulato:
Il calcolo a riduzione della velocità produce quest’ultimo tabulato, con una velocità della
pompa pari a 82% di quella massima (si noti che la portata reale si avvicina ora alla porta-
ta nominale):
274
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17. ESEMPI AVANZATI
Si faccia riferimento alla figura 17.2. La rete prog_3.cad è composta da 10 rami, mentre
la rete prog_1.cad contiene i rami da 1 ad 8 ed il calcolo relativo è quello del prospetto 17.1
(i rami dentro la cornice appartengono sia alla rete prog_1.cad che prog_3.cad).
275
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
dimensionati con lo stesso diametro, mentre i rami 9 e 10 (nuovi) vengono dimensionati abi-
tualmente (prospetto 17.3).
276
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17. ESEMPI AVANZATI
Esempio
Il file corrente è quello associato alla rete esempio_zone_tutte.cad della figura 17.3 che
calcola tutte le zone con il comando zona = T.
Il file esempio_zone.cad è quello associato alla zona 1 (con il comando zona = 1), il
file esempio_zone_2.cad associato alla zona 2 (con il comando zona = 2), il file esempio_
zone_3.cad associato alla zona = 3 (con il comando zona = 3). I calcoli separati per i 4 file
producono i risultati di diametri e portate del prospetto 17.4.
Il calcolo separato delle reti produce una numerazione differente dei rami per cui il pro-
spetto 17.5 riporta l’associazione riferita al file corrente. Il confronto fra i soli file da 1 a 3
determina un diametro massimo fra quello dei singoli file. Ad esempio per il ramo 1 il dia-
metro più grande è quello 3″ associato al file 1 e 3. Il risultato di questo confronto viene
memorizzato nel file massimodiam.tub, ad esempio:
scrittura del file diametri=F:\DELPHI_retiuno\massimodiam.tub sul disco
277
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Prospetto 17.4.
Prospetto 17.5.
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CAPITOLO 18
Figura 18.1.
279
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
L’ambiente CAD ha funzionalità che permettono una maggiore interazione e più rapi-
da produzione dei dati di input (funzioni di zoom, spostamento, copia …). Possono essere
aggiunte piccole immagini allo schema.
Sono stati potenziati i comandi, più di 120, soprattutto quelli di dimensionamento tuba-
zioni.
Ad esempio, il comando > T = 332 assegna a tutte le tubazioni a valle del ramo in rosso
il codice tubazione specificato.
Il calcolo si basa su algoritmi più complessi che permettono la soluzione di estese reti
magliate fino a 4000 rami. L’archivio tubazioni arriva a 1200 elementi. Il tabulato prodotto
dettaglia tutte le fasi del calcolo per permettere al tecnico l’analisi dei risultati. Una rete di
1000 rami viene calcolata in 45 secondi su un PC a 1,8 MHZ.
L’output grafico permette di esaminare rapidamente i risultati ottenuti e i dati di input
associati allo schema. Nello schema le velocità sono associate a colore diverso a seconda
del valore.
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18. LA NUOVA VERSIONE DEL SOFTWARE TUTTELERETI
Identicamente a diametri diversi corrispondono spessori diversi dei rami. Il tabulato può
essere esportato in formato Word, Excel, Autocad, web.
La documentazione è online e dettaglia sia gli aspetti teorici che l’immissione dei dati.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Alcune videolezioni dettagliano la fase di input. Novanta esempi a corredo sono già
installati.
Nella figura i valori di x, y, z nei dati di input vengono sostituiti, nella fase di calco-
lo, dai corrispondenti valori assegnati.
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18. LA NUOVA VERSIONE DEL SOFTWARE TUTTELERETI
– Il confronto fra reti con identico dimensionamento ma geometria diversa (il caso di
rami bloccati).
– L’andamento temporale delle portate e dei livelli dei serbatoi di alimentazione nel
caso di serbatoi a livello variabile.
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RETI IDRAULICHE E IMPIANTI TERMOTECNICI
Figura 18.6. I punti di lavoro nel caso di erogatori più favoriti/meno favoriti
– Le pompe inseribili possono essere con accoppiamento serie, parallelo a giri variabili.
– Visualizzazione grafica della piezometrica.
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18. LA NUOVA VERSIONE DEL SOFTWARE TUTTELERETI
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BIBLIOGRAFIA
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Guida teorico-pratica e software per il dimensionamento di reti idrauliche negli im-
pianti termotecnici che tratta: ottimizzazione e dimensionamento degli impianti; ti-
pologie di reti idrauliche e loro applicazioni negli impianti termotecnici; componenti
fondamentali delle reti e analisi dei legami con le grandezze che determinano il loro
funzionamento nell’ambito idraulico; le reti acquedottistiche; l’uso delle valvole ter-
mostatiche; esempi di calcolo e confronto fra diverse soluzioni della stessa rete.
Nicola Taraschi, ingegnere, è sviluppatore software e autore di numerose pubblicazioni su riviste del settore
termotecnico. Con Grafill ha già pubblicato: Progettazione e calcolo di impianti di climatizzazione (2014), Calcoli
rapidi per l’impiantista (2015), Le canne fumarie (2017) e Contabilizzazione del calore con Excel (2019).
ISBN 13 978-88-277-0186-7
Software
in G-Cloud
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