Storia Del Jazz 1
Storia Del Jazz 1
Storia Del Jazz 1
1- Musica negli USA prima del jazz: influenze africane, ma quale Africa?
BAMBARA - Mali
WALOF - (Gambia Senegal) religione islamica, canti melismatici e strumenti cordofoni come lo Xalam.
Griot è un “cantastorie” girovago della cultura walof
BANTU - Congo, più tranquilli e con strumenti a percussioni. Arrivarono con gli spagnoli.
Importanta del ballo
- il Ragtime
Musica scritta per pianoforte, senza nessun incipit di improvvisazione. RAG significa tempo sincopato.
Caratteristiche: mano sinistra solida e precisa in ritmica e armonia sincopata, mano destra virtuosa e parte
melodica solitamente strutturata AABBCCDD con piccole variazioni (magari salendo di un’ottava con la
dx). Il più importante fu Scott Joplin con Maple Leaf Rag (1899). Joplin nasce nel 1868 e muore nel 1917
ed ebbe il maggiore successo durante la collaborazione con John Stark dove pubblicò successi come The
Entertainer e Solace. In quegli anni fece fortuna pubblicando le partiture dei suoi pezzi. Durante la sua vita
provò a distaccarsi dal rag time per dedicarsi alla scrittura di opere teatrali dove investì tutto il suo
patrimonio, sfortunatamente fallendo e morendo povero e malato nel 1917 (anno di pubblicazione primo
disco Jazz). Ebbe però una grandissima influenza sui pianisti a venire come JR MORTON JP JOHNSON
- La Austin Gang
Gruppo di soli bianchi che vedeva JIMMY MCPARTLAND alla cornetta, BUD FREEMAN al sassofono,
FRANK TESCHEMACHER al clarinetto, JIM LANNIGAN al contrabbasso, GEORGE WETTLING alla
batteria. Fondano questa sorta di club di bianchi che studiano i brani jazz di ODJB e della NORK
imparando a memoria i pezzi
JAMES P JOHNSON (1894 1955), insieme a Morton, fu il primo pianista che supera il concetto di ragtime
verso il jazz; fu uno de primi compositori, infatti a lui va riconosciuto di aver inventato il brano
CHARLESTON, successivamente divenuto ballo e riconosciuto come brano degli anni 20. Re incontrastato
del pianoforte di NY fino all’arrivo di Art Tatum.
Sfrutta a pieno il potere della pianola meccanica, strumento dove si incidevano dei rulli di carta, che
venivano successivamente suonati dalla pianola, il primo fu CAROLINA SHOUT. Questi brani sono stati
presi come studi da moltissimi musicisti, uno tra tutti Duke Ellington. Fu il primo ad accentuare i poliritmi
nelle sue creazioni, dove vengono fuori note di musica africana. La sua musica era piena, a grappoli di
note, con grandi contrasti ritmici nelle diverse aree del pianoforte. Ispirò, oltre ad Ellington anche Count
Basie, Art Tatum, Monk e l’allievo Fats Waller.
FATS WALLER (1904 1953) ebbe una vita completamente sregolata e caratterizzata dal suo essere
burlone (un po per un discorso razziale, un po per il personaggio). Abilissimo nel suonare l’organo a canne,
nasce con una concezione pianistica classica; fu solo grazie a JP JOHNSON che lo prese come allievo
che divenne un formidabile musicista insieme a WILLIE “THE LION” SMITH. Grandissimo Entertainer,
poteva cantare e accompagnarsi con il piano; formidabile compositore, ma senza molto riguardo per i
guadagni, infatti ha prodotto tantissimi brani, anche per Fletcher Henderson per pagarsi da bere o cibo. La
caratteristica dei suoi brani era il riuscire a dare un colore diverso per ogni situazione con le note del
pianoforte. Al pianoforte fu un precursore del boogie e influenzò Earl Hines, Art Tatum, Nat Cole e Teddy
Wilson Muore di polmonite nel 1943.
EUBIE BLAKE (1883 1983) noto per le sue composizioni di rag time e successivamente jazz. Iniziò a
suonare dapprima l’organetto, poi il pianoforte. Nel 1914 conosce Luckey Roberts che lo mette in contatto
con un manager e comincia a incidere rulli di pianola
LUCKEYTH ROBERTS (1887 1968), piccolo di statura ma con mani molto grandi e forzute, che
producevano un pianismo esplosivo e virtuosismo barocco. Suonò nei primi anni 20 nei cabaret, ma solo
nel 1958 incise dischi.
6 - Fletcher Henderson e la nascita della Big Band. Gli arrangiatori Don Redman e Benny Carter.
FLETCHER HENDERSON 1897 1957 nasce in Georgia da una famiglia benestante, studia e si laurea in
chimica tant’è che accompagnava al piano delle cantanti blues solo per diletto, incide qualche race record.
Nel 1923 fonda un’orchestra da ballo e si presenta ad un’audizione al Roseland di NY, dove vince e
diventa residente dal 1925 al 1930. Le orchestre da ballo avevano, naturalmente, tutte le parti scritte, così
dette STOCK ARRANGEMENT, e nel 1922 volle in squadra il 20enne DON REDMAN (1900 1964), fresco
di conservatorio che lo aiutò a riorganizzare le partiture. L’orchestra all’epoca comprendeva due trombe, un
trombone, due ance, pianoforte, banjo, tuba e batteria; un’orchestra giovane che comprendeva COLEMAN
HAWKINS, e KAISER MARSCHALL e lo stesso REDMAN. In breve tempo, grazie a Redman, gli stock
arrangement diventano solo il materiale di partenza, poiché tutto il resto veniva riorganizzato. Nel 1924 si
inserisce LOUIS ARMSTRONG e BUSTER BAILEY, entrambi di NOLA, che cambiano radicalmente lo stile
del gruppo trasformandolo il swing ed elasticità, diventando più jazzistica. Si stava creando quindi, il
prototipo ideale delle BIG BAND, poiché fu il primo a dividere gli arrangiamenti per sezioni. Essendoci
tantissime tantissime etichette discografiche e le regolamentazioni dei diritti d’autore erano ancora
indefinite si possono sentire molte rivisitazione di brani di altri, diversi tra una registrazione e l’altra.
Quando nel 1925 Armstrong torna a Chicago, l’orchestra ha assunto un aspetto decisamente jazzistico e al
Roseland, che aveva due palchi, era consuetudine che si “sfidassero” due orchestre. In quegli anni la rivale
di Henderson era quella di Challis, dove militavano Trumbauer e Beiderbecke. Verso la fine degli anni 20 la
formazione vedeva il duo di ance HAWKINGS e BAILEY, destinati a lasciare il segno nel jazz, REX
STEWART alla tromba amstronghiana e JOE SMITH al clarinetto. A metà degli anni 30, REDMAN va a
lavorare alla corte di BENNY GOODMAN.
A sostituirlo arrivò BENNY CARTER (1907 2003), abile sassofonista, maestro del sax alto. Con lui come
arrangiatore, l’orchestra si trasforma ulteriormente diventando un riferimento del LINDY HOP, una forma di
ballo sviluppatasi in quegli anni. Il suo stile era fluido e leggero, come il ballo stesso, dove la sezione fiati
accompagnava e il suo sax alto faceva gli assoli maturi, profondi e lirici.
7 - Duke Ellington, prima parte. Il Cotton Club e il Jungle Style.
DUKE ELLINGTON (1899 - 1974) nasce a Washington in una famiglia borghese, si avvicina al pianoforte
con i rulli di JP JOHNSON, nel 1923 si sposta a lavorare stabilmente al KENTUCKY CLUB di NY dove
prese forma la sua orchestra: OTTO HARDWICK sax contralto, ARTHUR WHERSOL cornettista, JAMES
MILEY formidabile nell’uso delle sordine e wa wa, JOE NANTON trombonista anch’egli abile con le
sordine, HARRY CARNEY al baritono, SONNY GREEN alla batteria. Successivamente si inserisce il
bassista di NOLA WELLMAN BRAUD che divenne il motore dell’orchestra.
Benché autodidatta, Ellington prende lezioni di arrangiamento da WILLIAM COOK, maestro più anziano e
guru di Broadway. Sfrutta questi insegnamenti per dare vita ad atmosfere e colori esotici, carichi di Africa e
di combinazioni inimitabili per l’epoca. Nel 1926 strinse un patto professionale con IRVING MILLS,
manager molto potente in NY, che lo promosse in stampe e registrazioni con la Victor e altre case
discografiche. È proprio dal 1926 al 1929 che la musica di Ellington matura, come il caso di BLACK AND
TAN FANTASY dove si possono fin da subito ascoltare i timbri sordinati di tromba e trombone, cosa che
all’epoca era totalmente nuovo e nell’ultima parte si può ascoltare una citazione delle marcia funebre di
Chopin.
Sempre grazie a Mills, nel 1927 ottenne l’ingaggio al COTTON CLUB, il locale più esclusivo di HARLEM.
Un BLACK AND TAN cabaret, dove lavorano solo artisti e camerieri neri, con ballerine creole per un
pubblico esclusivamente bianco. Come in altri club, gli interni erano di gusto esotico, ma al COTTON CLUB
questo concetto veniva estremizzato con riproduzioni di giungle e paesaggi che ricordavano l’africa. Lo
scopo di Ellington era di far ballare i clienti e grazie all’innesto di JOHNNY HODGES al sax alto e di
ORLEANS BARNEY BIGARD clarinettista dal timbro caldo, Ellington salì ulteriormente di livello diventando
per Mills una macchina imprenditoriale. La sua musica era esplosiva, rapida e virtuosa, ma sapeva essere
leggiadra e drammatica soprattutto nei tempi medi. Nei brani lenti, carichi di atmosfera drammatica,
Ellington esprime tutto il potenziale armonico come nel caso di MOOD INDIGO.
Ellington provava tantissimo con la band, subito dopo gli spettacoli al Cotton Club, si sedeva al pianoforte e
inventava al pianoforte le parti per ogni singolo musicista, che doveva imparare a memoria. Si concentra di
più su tre strumenti: TROMBA SORDINATA a fare il tema, il TROMBONE SORDINATO subito sotto e il
CLARINETTO nel registro più grave.
La sua orchestra fu la prima ad avere 3 tromboni, e così rimase per tutta la sua vita. Da lui in poi, le altre
orchestre si adattarono o meno
Grazie a tutte queste innovazioni Ellington fu riconosciuto come primo grande compositore jazz a livello
europeo, non un capo orchestra alla Henderson, ne un arrangiatore come Redman: in lui si rispecchiano
tutti gli aspetti del compositore.
Mills lo porta sul grande schermo con un cortometraggio intitolato BLACK AND TAN il cui protagonista è
proprio Ellington che è il leader dell’orchestra del Cotton. Il film racconta della sfortunata vita di una
giovane ballerina, sua moglie, che muore prematuramente.
Ellington entra, inoltre, in una “cerchia” di nobiltà detta HARLEM RENAISSANCE, dove vengono accolte
solo le figure di spicco come poeti, pittori, scrittore, musicisti ecc..
8 - Il South West e le Territory Band. L’inizio dello Swing: Jimmie Lunceford.
Le TERRITORY BAND sono orchestre medio piccole che non hanno mai avuto la possibilità di sfondare a
NY o Chicago, ma non per questo meno famose, anzi esse divennero fucine di talenti per il jazz a venire.
Si possono dividere 6 grandi aree:
La costa EST, naturalmente dominata da NY
Il SUD EST dove vivevano la maggior parte dei neri americani, con forte influenza blues ed a causa
dell’isolamento geografico non ebbero molte possibilità di registrare. Solo una di queste piccole orchestre
lasciò il segno, ovvero quella di JIMMIE LUNCEFORD
Il MIDWEST dominata da Detroit dove si trovava l’imprenditore GOLDKETTE che agevolò lo
sviluppo di alcuni talenti come SY OLIVER, TEDDY WILSON e ROY ELDRIDGE
Il NORD OVEST zona decisamente povera e senza particolare rilievo
La WEST COAST ebbe rilievo come meta di alcuni musicisti come Armstrong e Goodman
Senza dubbio la parte più florida di talenti fu il SUD OVEST dovuta alle grandi migrazioni verso ovest,
cittadine come KANSAS CITY e DALLAS divennero punti nevralgici. Grazie ai famosi maestri dell’epoca,
quest’area era ricca di musicisti capaci di leggere la musica poiché era vista anche come professione e
rispetto sociale. Il sud aveva fortissime influenze blues e tantissime band arrivarono a Kansas City poiché
era una delle poche città che lasciava parecchie libertà nell’era del proibizionismo.
Tra le più importanti si citano i BLUE DEVILS di WALTER PAGE, l’orchestra di TRENT (paragonata a
quella di Ellington) e BONNIE MOTEN ORCHESTRA, in seguito divenuta COUNT BASIE ORCHESTRA
dove suonava un giovanissimo LESTER YOUNG. L’orchestra di Moten attuò una rivoluzione musicale
simile a quella che fece Armstrong poiché dopo aver acquistato delle partiture di Henderson e di Carter, le
adatta allo stile blusie del sud swingandole con il lindy hop. Dopo la morte di MOTEN nel 35 subentra
BASIE che fonde l’orchestra con i Blue Devils. Qui si possono sentire i primi walking Bass con il
contrabbasso. La caratteristica di queste orchestre è non seguivano stock arrangement, ma HEAD
ARRANGEMENT
A St Louis si forma un gruppo composto da COLEMAN HAWKINS, JACK TEAGARDEN trombonista,
GLENN MILLER trombonista e JAMES DORSEY clarinettista. In questo frangente il maturo Hawkins
diventa la prima star solista affermata con il soprannome di “Padre del sassofono”
Un altro talento sfornato dal sud ovest è CAB CALLOWAY, intrattenitore cantante e abile nell’uso dello
scat, che nel 31, sempre grazie a Mills suonerà al Cottonclub
JIMMIE LUNCEFORD (1902 - 1947) è stato un sassofonista e direttore d'orchestra statunitense, leader di
una grande band dell'era dello swing, che ha rivaleggiato con le orchestre di Duke Ellington, Benny
Goodman e Count Basie. L’orchestra nata nel 1929, sempre grazie a MILLS arriva a NY nel 1933, incide
per la Victorn e viene ingaggiata regolarmente al Cotton Club.
Importante fu l'inserimento dell'arrangiatore e trombettista Sy Oliver che ha conferito alla band Lunceford il
suo tipico suono a due battute, una sonorità forte e compatta, brillante soprattutto negli effetti di sfondo
negli assoli.
Anche Paul Webster alla tromba, Eddie Durham e più tardi Trummy Young al trombone e il cantante Dan
Grissom si rivelarono elementi fondamentali per la band di Lunceford a metà degli anni trenta.
Nel 1935 il gruppo, allora chiamato Jimmie Lunceford's Orchestra, era considerato uno delle migliori bande
swing nere.
Pur non essendo all’altezza dell’orchestra di Ellington, Lunceford’s Orchestra godeva di un ottimo swing
ma soprattutto di formidabili solisti, ma nonostante ciò, si adattò anche lui alla formazione con tre tromboni.
9 - La Swing Era e gli anni ’30: Count Basie, Benny Goodman, Artie Shaw…
Uno dei motivi per cui gran parte delle orchestre da ballo dei primi anni 30 sopravvissero alla grande
depressione fu proprio per lo spirito di adattamento diventando sempre più un elemento di sfogo positivo
della popolazione. Infatti aggiungendo sempre di più lo swing nelle loro composizioni, forme da ballo come
LINDY HOP e la nuova generazione di HIPSTER, fomentano le orchestre che poi tennero lo stile anche nel
New Deal. Infatti, la nuova generazione di compositori partendo da Ellington, Calloway, Goodman, Basie e
Shaw e Miller non fecero altro che riprendere i pezzi di Henderson per citarne uno e riadattarlo alle
esigenze del pubblico. È proprio così che il lindy hop esce dai confini dei quartieri neri a cui era legato per
entrare nel repertorio da ballo dei bianchi del Savoy, con brani come Jumping Jive di Calloway. Qui
nascono due scuole di pensiero del ballo i tradizionalisti del Lindy Hop e i nascenti HIPSTER del
JITTERBUG, se vogliamo preferiti dai musicisti, poiché seguivano regole precise nonostante la piena
autonomia in una sorta di improvvisazione nel ballo, cosa che aiutava i solisti delle orchestre ad eseguire
soli sempre più coinvolgenti.
COUNT BASIE 1904 1984 compositore, pianista e arrangiatore. Nei primi anni 20 viene influenzato da
FATS WALLER e accompagna cantanti blues. Nel 1927 si trasferisce a Kansas City e inizia a suonare
nella BONNIE MOTEN ORCHESTRA. Alla morte di Moten, diventa bandleader e fondendosi insieme ai
Blue Devils si crea un’orchestra di talenti: LESTER YOUNG sax, WALTER PAGE contrabbasso JO
JONES batteria. Furono proprio gli ultimi due a dare vita alla prima sezione ritmica poichè la batteria non
fungeva più da strumento per creare atmosfera ma la cassa diventa in quattro con la scansione ritmica
sull’Hi-hat e con il contrabbasso che faceva WALKING BASS, una vera rivoluzione della sezione ritmica.
Furono la radio e JOHN HAMMOND a portare la COUNT BASIE ORCHESTRA (che nel frattempo si
trasforma da nonetto a una big band da tredici elementi) a NY.
L’accoglienza al Roseland Ballroom di NY non fu delle migliori poiché il pubblico era abituato alla
raffinatezza di Goodman e Lunceford; tutto cambiò con l’ingaggio al Savoy ad Harlem, dove il pubblico
impazzì per questo nuovo stile. Suonò anche nel più piccolo club del FAMOUS DOORS con il trio.
Registrò per la Columbia e per la Decca dove ebbe l’occasione di conoscere la giovane BILLIE HOLIDAY,
che divenne molto amica di Lester Young.
BENNY GOODMAN (1909 - 1986) di origini ebree si sposta negli USA con la famiglia che lo indirizza fin da
subito nella musica. Clarinettista influenzato dai solisti della Creole Band di King Oliver. Negli anni 20
suona nell’orchestra di BEN POLLACK Negli anni 30 fonda la prima Big Band con elementi bianchi e neri
che suonano insieme. La sua grande fortuna fu quella, sotto consiglio di JOHN HAMMOND,di essere
trasmesso in radio: nella costa est il palinsesto prevedeva un orario infelice, che durante la prima tournée
si rivelò fallimentare, fino alla tappa di Los Angeles, dove ascoltavano le sue musiche proprio nell’ora di
cena, proprio grazie al fuso orario; da quel momento in poi la carriera di Goodman incrementa
esponenzialmente. Grazie alla potenza economica, Goodman si impose affinché i musicisti neri non
fossero discriminati durante le trasferte. Sempre grazie all’imprenditore JOHN HAMMOND acquista i brani
di Fletcher Henderson e li trasforma in swing adatto al LINDY HOP. Lo stesso Henderson viene ingaggiato
nell’orchestra, la quale assume ancora più una raffinatezza e un marchio swing ben preciso. Questo era
dovuto anche alla precisione quasi maniacale delle prove con i musicisti, dove Goodman controllava
minuziosamente ogni singolo strumento e ogni singola sezione, provando ogni sezione singolarmente
prima di accorpare tutta la band. Goodman non ingaggiò solo Henderson, ma nel tempo tutti i migliori
passarono da lui, da DURHAM a CARTER.
L’organico si presentava: CHARLIE CHRISTIAN chitarrista (pioniere della chitarra elettrica), BUNNY
BERINGAN e ZIGGY ELMAN alle trombe, ART ROLLINI, VIDO MUSSO e BUD FREEMAN ai sax,
JOHNNY GUARNIERI al piano e l’eccezionale batterista GENE KRUPA, il primo a spostare lo swing con la
cassa in 4 e gli Hi-hat.
Sempre di Hammond l’idea di affiancare all’orchestra il trio con KRUPA, GOODMAN e TEDDY WILSON al
piano
La consacrazione di KING OF SWING avvenne il 16 gennaio 1938, quando, per la prima volta in assoluto,
si potè assistere ad una big band jazz al CARNEGIE HALL, tempio Ny della musica classica. Qui si può
ascoltare SING SING SING in versione integrale con continui scambi di assoli e virtuosismi della batteria,
diventando così la canzone swing più conosciuta.
ARTIE SHAW (1910 2003) Artie Shaw fu un Maestro assoluto del clarinetto. Nella sua epoca non ebbe
rivali. Come strumentista fu un innovatore, gettò le basi per il clarinetto jazz del futuro unendo lo swing con il
bebop. Insieme a Benny Goodman e Glenn Miller e Tom Dorsey, viene considerato uno dei fondatori dello
swing.
Shaw è inoltre ricordato per aver impiegato come cantante stabile del suo gruppo musicale Billie Holiday,
diventando così il primo direttore d'orchestra statunitense bianco ad utilizzare una vocalist di origine
afro-americana.
10 - I grandi solisti degli anni ’30, parte 1: Coleman Hawkins, Bunny Berigan, Roy Eldridge, Django
Reinhardt…
COLEMAN HAWKINS (1904 - 1969) sassofonista nato a Chicago inizia nei primi anni 20 ad accompagnare
Mami Smith e poco dopo viene inserito nell’orchestra di Fletcher Henderson, dove conosce Louis
Armstrong dal quale ne trae i migliori consigli per perfezionare il suo stile. Infatti, è solo grazie a lui se il
sassofono diventa lo strumento principale nel jazz ed è per questo che viene soprannominato IL PADRE
DEL SASSOFONO. Da lui crescono una serie di musicisti come CHU BERRY, BEN WEBSTER,
HERSCHEL EVAN e, naturalmente, LESTER YOUNG.
Rimane con l’orchestra di Henderson, nonostante Henderson avesse già lasciato l’orchestra, fino ai primi
anni trenta, dopo di che si trasferisce nella territory band di St Louis dove si afferma come prima star
solista in assoluto. Nel 1934 parte per una tournée in Europa dove affina la tecnica e registra con DJANGO
REINHARDT. Quando, a fine degli anni ‘30 torna in America, tutta la nuova generazione dei solisti swing e
primi bopper era nel pieno della forma. Fu in quegli anni che incise BODY AND SOUL in sax solo, cosa
mai successa, e sbaraglia la concorrenza con il suo stile inconfondibile. Il suo suono è caratterizzato da
note morbide, che scandiscono e ci accompagnano su ogni accordo. Improvvisatore raffinato, che esegue i
soli utilizzando intervalli di corda superiore, muovendo le dinamiche del solo stesso.
BUNNY BERIGAN (1908 - 1942) trombettista nato nel Wisconsin ha un’alta formazione accademica, sa
suonare tromba e violino, riuscendo a suonare nelle orchestre locali fin dalla sua adolescenza. Negli anni
30 si trova a suonare nell’orchestra di BENNY GOODMAN con GENE KRUPA alla batteria, anni in cui il
gruppo arriva all’apogeo di talenti. Uscito dall’orchestra, verso la fine degli anni 30 si trova ad
accompagnare BING CROSBY, BILLIE HOLIDAY, e nel 1937 si afferma portando alla ribalta lo standard I
CAN NOT GET STARTED. Il suo suono era caldo e lirico, denso di note nel registro basso della tromba.
ROY ELDRIDGE (1911 1989) soprannominato LITTLE JAZZ. Trombettista sviluppatosi nel Midwest, in
orchestre dove suonavano COLEMAN HAWKINS e BENNY CARTER, spostatosi a NY venne chiamato a
suonare per le big band swing di GENE KRUPA e ARTIE SHAW. Qui purtroppo, nonostante la protezione
dei bandleader bianchi, si trovò a fare i conti con la discriminazione razziale, tanto che lo portarono al
definitivo abbandono delle orchestre. Ispiratosi a LOUIS ARMSTRONG, ELDRIDGE attua la rivoluzione
della tromba che sentiamo ancora nel jazz moderno esplorando i registri più acuti dello strumento. La
velocità, i virtuosismi e la potenza di suono ispirarono i primi bopper, uno tra tutti DIZZY GILLESPIE.
Suonò, inoltre con COLEMAN HAWKINS e BILLIE HOLIDAY.
DJANGO REINHARDT (1910 - 1953), chitarrista di origine sinti, fu il primo talento jazz ad emergere
dall’Europa. In gioventù, la carovana dove viaggiava con la famiglia, prese fuoco e purtroppo rimase
menomato alla mano sinistra avendo paralizzati anulare e mignolo. Si appassionò di Joe Venuti e di Eddie
Lang e rivoluzionò l’utilizzo della chitarra, usando il suo handicap come punto distintivo nel suo suono. Per
e note singole usava solo indice e medio, mentre per suonare gli accordi scavalcava il manico con il pollice
andando a tastare la corda più grave e con mignolo e anulare faceva una sorta di barrè. Negli anni in cui
COLEMAN HAWKINS era in Europa, Django ne rimase parecchio influenzato, registrando anche qualche
brano. Intanto a Parigi nasceva il suo gruppo, HOT CLUB DE FRANCE, quintetto composto da:
STEPHANE GRAPPELLI il grande violinista che lo accompagnò per quasi tutta la carriera, un
contrabbasso e tre chitarre, di cui Reinhardt come solista. Lo stile era fresco e con influenze balcaniche e
di sonorità gitane, gli assoli erano sempre vari e pieni di inventiva, naturalmente di note singole, ma mai
troppo legate al tema. Fu il precursore del GIPSY JAZZ.
11- I grandi solisti degli anni ’30, parte 2: Lester Young, Billie Holiday, Teddy Wilson, Art tatum
LESTER YOUNG (1909 1959)cresciuto in una famiglia di musicisti itineranti è decisamente l’alter ego di
Coleman Hawkins. Ebbe una vita sregolata tant’è che durante il servizio militare venne incarcerato per
possesso di marijuana, fatto che cambiò per sempre il suo stile di suono. Testimonianze raccontano di uno
Young spensierato con suoni esorbitanti legati proprio al suo essere, dopo di che maturò lasciando quei
fraseggi per assoli più profondi. Suonò prima nell’orchestra dei BLUE DEVILS di WALTER PAGE e
successivamente nella COUNT BASIE ORCHESTRA, dove ebbe l’occasione di incontrare Hawkins in tour
con Henderson. Un altro grande ispiratore fu TRUMBAUER perchè trasferì i registri del C Melody al suo
sax tenore, dolce e lirico. Anche nei fraseggi si può ritrovare Trumbauer e Beiderbecke con l’aggiunta del
blues a riff del Sud Ovest.
Al contrario di Hawkins il suo stile era luminoso e sfuggente, le improvvisazioni erano virtuosismi trascinanti
, arcate armoniche e vere e proprie frasi che influenzarono i grandi SONNY ROLLINS, JOHN COLTRANE
e CHARLIE PARKER
BILLIE HOLIDAY (1915 -1959) era una cantante jazz americana con una carriera lunga quasi trent'anni,
soprannominata "Lady Day" dal suo amico e partner musicale Lester Young. Ebbe un’infanzia turbolenta,
vittima di abusi sessuali, comincia a cantare influenzata da MILDRED BAILEY, dalle armonie di
ARMSTRONG e dal blues di BESSIE SMITH. JOHN HAMMOND la scopre e la ingaggia in molte big band,
tra le quali quella di COUNT BASIE e ARTIE SHAW (primo compositore bianco a collaborare con una
cantante nera) nelle quali conosce il pianista TEDDY WILSON e il suo più caro amico LESTER YOUNG
che la accompagnerà in moltissimi dischi controcantando con il suo sax tenore.
I suoi limiti di estensione vocale furono il suo punto di forza poiché sprigionava l’emotività della canzone
stessa con virtuosismi vocali e note roche. Il timbro vocale viene paragonato ad una tromba sordinata,
come si può sentire in STRANGE FRUIT.
A causa dello sciopero dei musicisti degli anni 1939 1942, fu una dei pochi artisti a registrare (potevano
registrare dischi solo cantati) e qui si può sentire tutta la maturità della voce con apogeo nel 1944.
Purtroppo ebbe problemi legali che la tormentarono fino alla morte e la sua voce ormai era diventata
sempre più roca e vecchia. Nonostante questo la padronanza del suo strumento la portò a rimanere sulla
cresta dell’onda, ma i problemi dell’alcol la portarono alla morte. Influenzò la generazione di cantanti a
venire come FRANK SINATRA e PEGGY LEE, proprio per la rivoluzione al canto che attuò.
TEDDY WILSON (1912 1986) pianista nato in Texas, da subito polistrumentista, nel 1933 JOHN
HAMMOND lo volle a NY dove gli procurò parecchie sedute discografiche con BILLIE HOLIDAY
diventandone l’arrangiatore, LESTER YOUNG, SARAH VAUGHAN e ROY ELDRIDGE. Ma soprattutto lo
inserì nel trio di BENNY GOODMAN insieme a GENE KRUPA diventando uno dei primi musicisti neri
integrato in un contesto bianco. Padrone dello swing grazie ad una tecnica sopraffina, influenzato da
DOMENICO SCARLATTI, in molte sue composizioni si possono ascoltare dei chiarissimi richiami. Con lui,
la tecnica pianistica si evolve poiché fu il primo a modulare durante la canzone. La fluide improvvisazioni
tra le diverse trasposizioni di tonalità lo fanno assomigliare per estro ad HINES e per raffinatezza a FATS
WALLER.
ART TATUM (1909 1956) pianista cieco da un occhio e ipovedente dall’altro nasce a Toledo in Ohio. Nel
1932 si trasferisce a NY dove diventa il re incontrastato del pianoforte fino alla sua morte. La vita passata
tra club e feste private, lo vede quasi sempre ubriaco, problema che non influenzò il suo modo di suonare,
ma la salute. L’arrivo sulle scene stravolge tutto il panorama pianistico perchè lui portò una
sovrabbondanza di note, una potente mano sinistra che alternava tempi sincopati di straight piano a
walking bass e una virtuosissima mano destra che riversava scale ascendenti e discendenti a velocità
elevatissime. Fu il primo ad inserire le sostituzioni armoniche e i voicing, sbaragliando tutti i limiti dell’epoca
che poi divennero di ispirazione per tutta il jazz degli anni 50. L’esempio più travolgente è OVER THE
RAINBOW dove si possono ascoltare tutte queste novità armoniche in soli 3 minuti. I critici lo hanno più
volte accusato di sovrabbondanza sonora, infatti si apprezza meglio nel piano solo, poichè la sua
imprevedibilità e la sua totale padronanza dell’improvvisazione non lo hanno mai visto particolarmente
impegnato nel trio. Tutti i futuri bopper sono stati ispirati da lui da ROY ELDRIDGE, CHARLIE PARKER,
DIZZY GILLESPIE E CHARLES MINGUS. Tra 1953 e 1955 gli misero a disposizione uno studio di
registrazione dove poter registrare quello che poi diverrà l’antologia di Tatum e il libro di testo postumo dei
bopper: SOLO MASTERPIECE.
12 - Duke Ellington, seconda parte: la Blanton-Webster Band.
L’orchestra di Duke Ellington nel mezzo degli anni 30 ebbe una leggera battuta d’arresto dovuta alle scelte
stilistiche del compositore. L’era dello swing e del ballo aveva come protagonisti Goodman, Basie, Miller,
Shaw, ciò nonostante Ellington aveva la sua raffinata orchestra presente nei palinsesti radiofonici, in teatri
e nelle stesse sale da ballo. Ciò fino al 1939, quando ingaggiò BILLY STRAYHORN come paroliere e
arrangiatore che rivide il modo di esposizione dell’orchestra, pur rimanendo più raffinata e ordinata delle
altre. Da questa fusione nascono gioielli come DAYDREAM e PRELUDE TO A KISS e riscrive in maniera
più swing e blues i classici come Mood Indigo. I pezzi esotici con CARAVAN vedono la presenza
importante di JUAN TIZOL, trombonista che caratterizza il tema con i wa wa, che poi nella B sfocia in uno
swing travolgente.
Ma è nel 39 che ritorna al successo indiscusso, con l’abbandono dello storico manager IRVING MILL e
l’ingaggio di STRAYHORN, che diventò subito il suo braccio destro, di JIMMY BLANTON al contrabbasso
e BEN WEBSTER come quinto saxofono. La big band assume colori e atmosfere ancora più alte fino alla
morte prematura di Blanton, l’abbandono di Webster e il passaggio all’orchestra di Goodman nel 1941 di
Cootie Williams; si chiude così il biennio chiamato BLANTON-WEBSTER BAND.
Le straordinarie innovazioni legate a questa band sono moltissime a partire dall’inserimento del quinto sax,
Ellington si trova ad avere una tavolozza di suoni più ampia, infatti era l’unica band che vantava quattro
trombe, tre tromboni, cinque ance e sezione ritmica. Proprio nella sezione ritmica di Blanton c’è l’altra
rivoluzione: Blaton infatti si trova a stravolgere il ruolo del basso, da metronomo insieme alla batteria ad
accompagnatore degli altri strumenti con note lunghe o pizzicate o con swing elastico che crea delle linee
melodiche complementari e autonome all’interno dell’orchestra. Fu il primo a registrare dei duetti con il
pianoforte in cui emerge come solista influenzando i successivi OSCAR PETTIFORD e CHARLES
MINGUS.
WEBSTER era il terzo dei sassofonisti più grandi di quegli anni insieme a YOUNG e HAWKINS.
Capolavori come JACK THE BEAR, KO KO, BOJANGLES, TAKE THE A TRAIN, JUMP FOR JOY, C JAM
BLUES furono scritti nei due anni Blanton-Webster Band
AUSTIN GANG
JIMMY MCPARTLAND cornetta
BUD FREEMAN al sassofono
FRANK TESCHEMACHER al clarinetto
JIM LANNIGAN al contrabbasso
GEORGE WETTLING alla batteria
BIX BEIDERBECKE tromba Suonarono nell’orchestra di PAUL WHITEMAN e CHAILLS
FRANKIE TRUMBAUER sassofono C Melody -> Lester Young
ADRIAN ROLLINI baritono
BLUE DEVILS
WALTER PAGE contrabbasso