Inquinamento Del Suolo
Inquinamento Del Suolo
Inquinamento Del Suolo
I rifiuti sono classificati in tre categorie: rifiuti urbani, rifiuti speciali, rifiuti tossici e
nocivi.
Alcuni sono rifiuti biodegradabili (rifiuti organici) , altri invece no ( carta, vetro,
e altri) .
Questi ultimi, per essere smaltiti, vengono buttati nelle discariche. In certi
paesi, come il nostro, esiste un altro tipo di smaltimento: la raccolta
differenziata.
Altri tipi di rifiuti prodotti dall'uomo sono i rifiuti liquidi che comprendono
insetticidi, fertilizzanti, concimi chimici, mercurio, medicinali liquidi scaduti,
liquidi di pile usate.
Questi rifiuti si sono rivelati molto dannosi per l'ambiente poiché inquinano
l'acqua delle falde.
Ci sono anche i rifiuti gassosi come il CFC che viene espulso dalle bombolette
al momento dell'uso.
CONSEGUENZE
Le conseguenze sono,come abbiamo detto prima i rifiuti, dopo essersi
depositati sul terreno, creano gravi danni all'ambiente e di conseguenza
all'uomo.
I rifiuti più dannosi sono soprattutto i CFC, i medicinali scaduti, il liquido delle
pile e tantissimi altri prodotti.
Nel medioevo i metalli venivano fusi e rifatti in altri oggetti di più o meno la
stessa importanza.
I rifiuti vengono mischiati con acqua e sminuzzati fino a ricavare una poltiglia
di piccoli pezzi. Poi con uno dispositivo magnetico vengono estratti i pezzi di
ferro più voluminosi.
La poltiglia ripulita poi viene immessa in una centrifuga che divide i rifiuti
pesanti (vetro, metallo, ceramiche) e poi vengono inviati ad un impianto per il
recupero del vetro e dei metalli.
TECNOLOGIE DI
SMALTIMENTO
Il sistema di smaltimento di rifiuti più comune è quello dell'affidamento alle
discariche , il resto dei rifiuti prodotti viene bruciato negli inceneritori e solo
una piccola parte viene inviata negli impianti di compostaggio e riciclaggio.
In Italia solo il 7% dei rifiuti prodotti viene riciclata e così è stata messa una
legge che dice che le amministrazioni locali provveda a fare raccolte
differenziate così che si incoraggi il riciclaggio.
Dati sintetici sulla gestione dei rifiuti urbani di varie città riferite al 1999. Città
Kg/ab.anno Rifiuti U totali kg/ab.anno Raccolta Differenziata % Raccolta
Differenziata
Kg/ab.anno kg/ab.anno % Raccolta
Città
Rifiuti U totali Raccolta Differenziata Differenziata
Monza 464 236 50,91*
Mantova 632 198 31,27*
Brescia 656 189 28,81*
Modena 555 126 22,70*
Parma 526 71 13,45*
Guardando la tabella qui sopra abbiamo visto che ci sono paesi in cui la
raccolta differenziata è molto sviluppata mentre nella maggior parte dei paesi
non è molto sviluppata.
INCENERIMENTO
Negli inceneritori convenzionali i rifiuti vengono bruciati su griglie mobili
producendo anidride carbonica, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, gas inquinanti e
scorie non gassose tipo ceneri, polveri e residui solidi incombustibili.
Però certe volte l'emissione di polveri nocive e gas che vanno a riversarsi nei
fiumi viene ridotta al minimo mediante la depurazione dei fiumi.
COS’E’ L’INQUINAMENTO
Gli inquinamenti provengono da attività industriali, agricole, urbane e
raggiungono i più diversi comparti ambientali, con gradi di tossicità e di
sinergia. Per questo motivo, per valutare il livello raggiunto dal degrado
ambientale è necessaria un'approfondita conoscenza dell'ambiente da usare
come base per successive rilevazioni periodiche che diano il quadro esatto dei
cambiamenti avvenuti.
Per analizzare la qualità ambientale si ricorre ad indicatori ambientali, cioè a
caratteristiche osservabili o calcolabili che descrivono un fenomeno e il grado di
vulnerabilità prevedibile dell'ambiente. Gli indicatori possono essere di tipo: a)
economico; b) sociale; c) chimico-fisica; d) biologici.
Gli indicatori chimici sono individuati con analisi chimiche che permettono di
individuare le sostanze che causano l'inquinamento e la loro concentrazione.
C’è da tener presente che essi forniscono solo un dato istantaneo, a volte non
mettono in evidenza certi inquinamenti (come nel caso dei DDT), oppure non
danno una valutazione complessiva sull'azione sinergica degli inquinamenti. Da
ciò nasce la necessità di integrare l'analisi chimica con l'indagine degli altri tipi
di indicatori come quelli biologici che rilevano gli indici di diversità di specie
negli ambienti inquinati, valutando le specie più tolleranti e confrontando il
livello di inquinamento di ambienti diversi e il variare nel tempo del livello di
inquinamento dello stesso ambiente.
La crescente consapevolezza ed attenzione ai problemi dell’inquinamento e della gestione delle
risorse ambientali ha prodotto nell’ultimo decennio (l’istituzione di un ministero per la tutela
dell’ambiente e la protezione della natura è del 1986) un incremento della normativa
ambientale e profondi cambiamenti sia dei comportamenti collettivi, sia delle azioni dei pubblici
poteri.
L’INQUINAMENTO DELL’ARIA
L'inquinamento atmosferico è un fattore di rischio per le malattie dell'apparato
respiratorio (infiammazioni, cancro dei polmoni ecc.). Il clima, come detto, può
agevolare o danneggiare la dispersione di sostanze inquinanti ad esempio la
temperatura per quanto riguarda la dispersione verticale ha una funzione
primaria. Altri elementi sono il vento e l'umidità.
CARATTERISTICHE DELL'ARIA
L'aria è composta da una miscela di gas; due ne sono presenti in maniera
rilevante:
a) AZOTO 4/5;
b) OSSIGENO 1/5, l'ossigeno è la componente dell'aria che sostiene la vita ed
è un gas attivo; l'azoto è relativamente inerte e si combina con altre
sostanze a temperature superiori. In percentuali molto minori troviamo:
vapore acqueo, anidride carbonica, gas nobili inerti.
Dalla composizione media dell'aria si possono rilevare le presenze di una o più
sostanze inquinanti: metano, monossido di carbonio, anidride solforosa ecc.
Clima
Il clima assume importanza nella valutazione degli effetti dell'inquinamento.
Gli elementi climatici (temperatura, umidità, venti, piogge) sono le entità in
cui il clima si manifesta. I fattori climatici (altitudine, latitudine, sole,
vegetazione) sono gli elementi terrestri che modificano il clima (effetto e
intensità).
Il trasporto, la dispersione o l'accumularsi degli inquinanti e le loro reazioni
chimiche con i costituenti dell'atmosfera dipendono dagli "elementi climatici".
INQUINANTI
EMISSIONE e IMMISSIONE di inquinanti secondo la legislatura italiana:
a) EMISSIONE: è la sostanza introdotta nell'atmosfera ed è misurata in base
alla portata volumetrica, la temperatura e la velocità.
b) IMMISSIONE: è la concentrazione della sostanza al suolo ed è misurata in
base alla quantità presente in unità di volume.
Le emissioni si dividono in "episodi acuti" concentrati nello soazio e nel tempo
ed "episodi cronici" le concentrazioni inferiori che perdurano nel tempo.
• COMBUSTIBILI FOSSILI
- I prodotti della combustione sono costituiti da: vapore acqueo; ossido di
carbonio; ossido di zolfo; idrocarburi incombusti; ossido di azoto; IPA;
metalli pesanti; elementi radioattivi e particelle sospese.
- Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sull'uomo si presentano dopo un
periodo di lunga permanenza in luoghi contaminati.
- Ossidi di zolfo e di azoto provocano disturbi all'apparato respiratorio.
- Le particelle sospese o particolato a secondo delle dimensioni si depositano
in vari punti (mucose, faringe, alveoli polmonari).
- Gli IPA sono cancerogeni.
- 'ossido di carbonio presenta disturbi cardio-vascolari.
• SMOG FOTOCHIMICO
- Lo smog fotochimico è composto da inquinanti secondari prodotti dalle
reazioni che la miscela di idrocarburi ha con l'azione della luce e del calore
solare. La combinazione produce sostanze fortemente ossidanti tipo PAN.
- Lo smog fotochimico è presente quindi ove vi siano inquinanti precursori
(miscela di idrocarburi) ed è legato alla variazione dell'intensità della luce
solare. Lo smog fotochimico è altamente fitotossico pericoloso per le piante,
perché solo alcune ne sopravvivono, si crea così una selezione drastica nel
tipo di vegetazione urbano.
TECNOLOGIE DI ABBATTIMENTO
1) Una soluzione è quella di eliminare, ove possibile, anche economicamente,
dal ciclo produttivo quella sostanza che presenta maggiori inquinanti.
2) Altra soluzione è l'intercettazione delle sostanze, prima della loro
dispersione in aria, attraverso tubi di scarico; in questo sistema complici
sono gli effetti climatici.
3) Ulteriore soluzione consiste nell'isolamento dello scarico di emissione e dal
trattamento depurativo che può prevedere anche una fase di riciclaggio.
PARAMETRI MICROBIOLOGICI
Dove avviene lo scarico delle acque nere l'ossigeno saturo diminuisce per il
processo aerobico, l'acqua però per effetto del suo movimento si riossigena
facendo ritornare la saturazione di ossigeno a livelli normali. In sistemi chiusi,
ad esempio laghi, la riossigenazione non avviene, le sostanze sedimentano
innescando processi putrefattivi (eutrofizzazione).
Nel mare invece la solubilità dell'ossigeno è inferiore per la presenza del sale;
le acque nere creano pericoli per la balneazione e l'alimentazione in quanto i
molluschi delle sostanze facendo salire il rischio di malattie epidemiche.
ACQUE DI SCARICO
ACQUE URBANE
ACQUE INDUSTRIALI
Sito inquinato
DEPURAZIONE LIQUAMI
Le fasi di depurazione sono così schematizzate:
1) - Fase preliminare + fase meccanica
2) - Fase secondaria e biologica
3) - Fase terziaria (chimica-biologica)
4) - Fase del trattamento dei fanghi da risulta.
I valori limite e quindi i parametri e gli indicatori sono quantificati e qualificati
nella legislazione italiana dalla legge 316 del 1976 e dai successivi
aggiornamenti.
Composizione dei liquami in base alle sostanze e alle loro dimensioni:
a) - grossolane, di grandi dimensioni (carta, stracci, legni, vetro),
b) - grossolane di piccole dimensioni (sabbie, polveri, ceneri),
c) - in sospensione galleggianti e sedimentabili (oli, grassi, feci, rifiuti),
d) - in sospensione colloidale e disciolte, organiche e inorganiche,
e) - microrganismi.
ALTRI INQUINAMENTI
RUMORE
ELETTROMAGNETISMO
QUESTIONI ENERGETICHE
L’energia utilizzata dalle attività umane oggi è prodotta a livello mondiale per
oltre l’80% da combustibili fossili (petrolio, gas naturale, carbone): il petrolio
contribuisce per circa il 38%, il carbone per circa il 25% e il gas per circa il
20%; la parte restante è prodotta da energia nucleare (7%) e da fonti
rinnovabili (rifiuti e risorse “pulite”, cioè biomasse, sole, vento, acqua,
geotermia, maree).
In Italia il petrolio soddisfa circa la metà del fabbisogno energetico nazionale,
seguito dal gas naturale (più del 30%), dal carbone (circa 10%) e dalle
rinnovabili (circa 8%); queste risorse devono essere per più di 4/5 importate
da paesi esteri.
I combustibili fossili sono fonti di energia non rinnovabili e le quantità presenti
sulla terra potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico mondiale ancora per
un periodo di tempo limitato (è stato stimato circa 64 anni per il gas naturale,
35 per il petrolio e 234 per il carbone); ma il problema più urgente
relativamente a queste risorse non è l’abbondanza, bensì i danni che il loro
utilizzo non accurato causa all’ambiente ( inquinamento, effetti su biodiversità
e salute umana, disponibilità dirisorse per le generazioni future).
Anche l’energia nucleare è una risorsa non rinnovabile, inoltre il suo utilizzo è
associato a elevati rischi di produzione e smaltimento dei residui.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, bisogna distinguere i rifiuti (con
problematiche in parte affini a quelle dei combustibili fossili) dalle fonti “pulite”,
che permettono di produrre energia causando alterazioni ridotte all’ambiente; il
loro utilizzo però è ancora limitato, per ragioni molteplici e diversificate a
seconda della fonte (maggior prezzo dell’energia ottenuta, assenza di una
filiera adeguata, necessità di maggiori investimenti iniziali, etc.).