La Rivoluzione Francese

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

La rivoluzione dei diritti


Il vero problema della Francia era lo stato assoluto, ma non tanto per il
fatto che non lasciava libertà o limitava la diffusione di idee illuministe, ma
perché era un potere debole. Si poteva considerare una vera
contraddizione.
Era presente una nobiltà estremamente privilegiata. Tuttavia, lo stato
aveva registrato un forte debito pubblico (guerre, problemi sociali ecc) e
sosteneva che l’unica soluzione per riempire le casse dello stato fosse
tassare la nobiltà. Nonostante il re ( secondo il principio dell’Assolutismo)
possedesse tutti e 3 i poteri, non era però in grado di attuare riforme
che potessero cambiare la situazione della Francia. Egli infatti non era
sostenuto dalla nobiltà, altri ceti volevano riforme, gli intellettuali
illuministi consideravano la monarchia una forma di arretratezza.

Conflitto fra monarchia e parlamenti


La debolezza del potere politico emerse nello scontro tra la monarchia e i
parlamenti.
I parlamenti, in Francia, non sono costituzioni rappresentative ma sono le
supreme corti di giustizia. C’erano 13 tribunali (uno a Parigi e altri in altre
provincie ) tutti composti dai membri della nobiltà di toga. Essi:

• Difendevano i privilegi fiscali


• Esaltavano la libertà dal dispotismo (Tirannide che si fonda sulla
indiscriminata e violenta imposizione della volontà del più forte.)
• Erano appoggiati dal popolo

Non erano quindi in linea con le idee del sovrano e si opponevano alla
riforma fiscale del re che voleva tassare i nobili.

Il debito pubblico cresce sempre di più


Nel 1778 Luigi XVI ci riprova e poichè non ci era riuscito con la nobiltà,
provò a tassare il clero e introdusse il catasto per le proprietà
immobiliari .
Ridusse la corruzione dei Fermiers —> funzionari che oltre che essere dei
liberi imprenditori si occupavano anche della riscossione dei tributi.
Essi erano corrotti, molti cittadini evadevano il fisco solo perché erano
legati da interessi o rapporti di parentela con i Fermiers—> QUINDI LE
PROTESTE AUMENTANO
La situazione precipita
Luigi XVI pubblicò il bilancio dello stato e introdusse un'imposta fondiaria
unica e senza esenzioni —> tutti venivano tassati in base alla proprietà e
alle proprie ricchezze.
Il parlamento di Parigi si rifiutò così Luigi decide di esautorare (togliere il
potere) i parlamenti poichè sosteneva che non fosse possibile che si
ostacolasse la decisione del re.
I nobili così si ribellarono e il re fu costretto a reintegrare il parlamento
di Parigi e a riunire gli stati generali, l’assemblea di 3 ordini : nobiltà,
clero e Terzo stato (borghesia) . Quest’ assemblea non si riuniva dal
seicento,( periodo delle guerre di religione in Francia e della fronda) poiché,
essendoci un potere assoluto non si necessitava di assemblee.
Di conseguenza era necessario rifare quindi le elezioni per eleggere i
deputati dei tre ordini. Si decise però di farle separate :
• Assemblea dei nobili
• Assemblea del clero
• Assemblea del Terzo stato

Si sceglievano i rappresentanti che avrebbero formato gli ordini


nell’assemblea degli stati generali
Il terzo stato era in evidente minoranza.

È in questo periodo che vengono pubblicati i Cahiers des doléances


(quaderno delle lamentele)—> lamentele di borghesi e contadini contro i
privilegi — QUINDI TUTTE LE LAMENTELE DEL TERZO STATO —>
famoso l’ opuscolo dell’Abate Sieyès. Questo documento fece successo, era
una riflessione sul concetto di terzo stato, che chiedeva di essere
considerato perché fino a quel momento solo i privilegi dei nobili e del
clero erano stati considerati.

Il 5 maggio del 1789 a Versailles ci fu l’assemblea degli stati generali,


l’assemblea era viziata da un’ambiguità di fondo , perché tutti si erano
riuniti, ma ognuno aveva interessi specifici:
il re voleva la riforma fiscale e cioè fare approvare l’introduzione di nuove
tasse;
la nobiltà era sempre più arroccata nei privilegi a cui non voleva rinunciare;
il Terzo stato voleva trasformare la monarchia da assoluta a
costituzionale.

Luigi XVI per ottenere consenso aveva triplicato il numero dei


rappresentanti del Terzo stato in modo che potesse avere maggiore
appoggio, il suo OBIETTIVO era la RIFORMA FISCALE che solo il terzo
stato aveva l’interesse ad approvare.

Sorgeva un problema:
Voto
Per testa o per ordine ?
Nell’Ancien Regime ogni ordine doveva riunirsi, deliberare e dare il voto, ma
in questo modo il terzo stato era sempre in minoranza.

Se si fesse votavo per testa avrebbe ottenuto la maggioranza il terzo


stato, non a caso il re triplica i rappresentati di quest’ultimo.
Si riunirono così i 3 ordini e proposero il voto per testa. Nelle riunioni
organizzate dagli Stati Generali si creava fermento perché erano
assemblee aperte al pubblico perciò assistiamo ad un particolare sviluppo
dell’opinione pubblica.

Il terzo stato ottiene sempre più consenso e si proclama ASSEMBLEA


NAZIONALE perché in questo modo dichiarava il proprio intento di
voler rappresentare la nazione —> il messaggio era “il Terzo stato è la
nazione”
Il re decise così di far chiudere i locali dove si riuniva l’assemblea che a
seguito di ciò decise di trasferirsi nella sala della palla corda, dove il 20
giugno del 1789 fecero il “giuramento della palla corda”, ovvero giurarono
che non si sarebbero più separati fino a quando la Francia non avrebbe
avuto una costituzione.

Il 7 luglio il Terzo stato si proclama quindi ASSEMBLEA NAZIONALE


COSTITUENTE.
C’era del malcontento causato dall’aumento del prezzo del pane perché i
raccolti non erano buoni e coloro che vendevano il pane non riuscivano a
sopportare il carico fiscale, vedendosi così costretti ad aumentare i
prezzi.

Scoppia un’insurrezione:
• Vengono incendiati i caselli daziari, dove si paga il dazio, una tassa per
l’esportazione dei prodotti;
• Vengono assaltati anche i depositi della armi;
• Per affrontare l’esercito del re si forma una milizia popolare chiamata
Guardia Nazionale
La Francia stava diventando sempre più consapevole della sua identità
nazionale.

Il 14 luglio ci fu l'assalto alla Bastiglia, il carcere in cui venivano


rinchiusi i detenuti politici, simbolo dell’assolutismo.
Scoppiarono violente rivolte e assalti ai castelli, ma non solo. Questo
periodo, chiamato “DELLA GRANDE PAURA” non era da intendersi come le
semplici jaqueries (rivolte francesi dei contadini) ma rappresentava la FINE
DELL’ASSOLUTISMO

L’assemblea nazionale proclama l’abolizione del feudalesimo, della servitù,


delle corvees, di canoni e censi (tasse), delle decime e dell’acquisto delle
cariche pubbliche.
Si dichiara il libero accesso alle cariche civili e militari — purché si
abbia però i requisiti per entrarci

Il 26 agosto l’assemblea approva la dichiarazione dei diritti dell’uomo e


del cittadino,
libertà, proprietà, sicurezza e uguaglianza di fronte alla legge,
separazione dei poteri e sovranità popolare — la Rivoluzione può dirsi
COMPIUTA.
Inizia così una nuova epoca.

I DIVERSI PARTITI

La rivoluzione poteva dirsi conclusa ma rimaneva il problema della


COSTITUZIONE: quale assetto politico dare alla Francia? ed ecco che
si formarono 2 partiti distinti.

I monarchici erano moderati e volevano una costituzione con parlamento


bicamerale con potere legislativo e giudiziario.
Il potere esecutivo sarebbe spettato al sovrano (Quindi volevano una
costituzione come quella inglese).

I riformatori avevano delle idee più radicali. Sostenevano la sovranità


della nazione cioè del popolo e non del re. La costituzione, secondo loro,
doveva essere scritta dal popolo e non doveva essere il frutto della
monarchia.Quindi volevano che il potere esecutivo fosse dell’assemblea
nazionale.
Un altro importante problema riguardava il suffragio : chi vota? Chi può
essere votato?
Negli ambienti intellettuali, la borghesia e gli abitanti di Versailles volevano
che ad eleggere fossero coloro che erano indipendenti economicamente
che quindi non potevano essere corrotti. Questo principio valeva sia per
l’elettorato passivo sia per quello attivo.

Il popolo quindi non sarebbe stato incluso nelle elezioni perché non
conosceva bene la politica ed era facilmente corruttibile. Non potevano
votare i minorenni, le donne ed i domestici.

Si decide per il suffragio censitario perchè si basa sulla proprietà


economiche. l’11 settembre del 1789, l’assemblea approva una costituzione
monocamerale che ha il potere legislativo, eletta con suffragio censita
rio. Il re ha il potere esecutivo ma è anche controllato dall’assemblea
nazionale.

Il re ha il diritto di veto cioè può rimandare una proposta dell’assemblea


per 2 anni per favorire un possibile ripensamento.
Si trattava perà di un esperimento fallimentare perchè re Luigi XVI
abusò più volte di questo diritto, continuando a rimandare le proposte che
gli venivano avanzate dall’assemblea.
Il 5 ottobre scoppia una nuova insurrezione : un corteo di donne che invade
tutta Parigi e la reggia di Versailles. Il re cede ed è costretto ad
accettare le riforme sull’abolizione del feudalesimo e la dichiarazione dei
diritti.

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