Appunti Fare Radio, Fare Televisione

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L’Arte del Successo – Fare radio, fare televisione – con Valentina Lo Surdo

Lezione del 21/02/2022

Ospiti: Massimo Lombardi di Venice Classic Radio, una radio esclusivamente online che trasmette sia in
Italia che all’estero.

Proiezione della scheda di programmazione di “Primo Movimento” del 22/02. Considerazioni:

 Si lavora solo e rigorosamente sul cartaceo, perché spesso c’è bisogno di prendere appunti al volo
e la carta è lo strumento più efficace; infatti, molto del lavoro che si fa in radio è estemporaneo;
 Trucco della radio: la domanda esprime già la risposta. L’importante quindi è avere una scaletta
precisa e ordinata ed esprimere bene ciò che c’è scritto;
 Per qualsiasi argomento è fondamentale che l’apertura e la chiusura dell’intervento siano chiare e
forti, perché sono due argomenti cardine, l’apertura soprattutto poiché è il momento in cui
l’ascoltatore si immedesima e si gode la perfezione del momento.

ESERCIZIO: allenarsi a costruire l’apertura del programma radio (in questo caso Primo Movimento). Se ogni
volta è diversa e spontanea è meglio.

Dettagli emersi dalle aperture fatte a lezione: se si salutano gli ascoltatori è importante ribadire quale radio
stiano ascoltando, in questo caso Rai Radio 3. Infatti, se l’ascoltatore è, ad esempio, in auto e ha acceso la
radio in quel momento magari senza guardare non è detto che sappia dove sia sintonizzato. Team dello
studio, oltre al conduttore (Valentina): Attilio Fortunato, curatore; Fiore Liborio, tecnico (si può presentare
dicendo “Alla consolle” F. L.); Giorgia Franceschi, regia.

Clock: nome che definisce come è composta in un’ora la successione dei vari momenti del programma radio
(jngle, parole, musica, sigle ecc.).

La voce: l’uso della voce è ovviamente fondamentale così come è fondamentale la sua cura. Il timbro, il
tono, la velocità dipendono molto dall’ora in cui si sta trasmettendo, dal tipo di programma che si sta
conducendo, dal tipo di radio in cui si lavora (ad esempio, una radio commerciale avrà caratteristiche
completamente diverse da quelle di una radio culturale). È importante legare la voce, sostenerla, cercare di
tenere una frase intera con un solo respiro.

La dizione: è importante pulire al massimo possibile la pronuncia. Un corso vero e proprio di dizione
durerebbe tre anni, ma è per ora sufficiente adottare alcuni accorgimenti:

 Consultare il DOP (dizionario di ortografia e pronuncia) se si ha un dubbio sulla pronuncia di una


parola;
 Regola generale: tutte le sillabe non accentate di ogni parola sono sempre chiuse. Il dubbio perciò
rimane esclusivamente sulla sillaba che contiene l’accento tonico della parola;
 Esistono 5 vocali alfabetiche (a, e, i, o, u) e 7 vocali fonetiche (a, è, é, i, ò, ó, u). La vocale sempre
aperta è la A, mentre quelle sempre chiuse sono I e U.

ANALISI DELLA SCALETTA

 Durata totale trasmissione: 30 minuti (9:30-10:00);


 Durata musica: 18’59’’;
 Durata del parlato: 11’01’’ di cui devono far parte: apertura della trasmissione, lancio del pezzo
odierno, lancio della trasmissione successiva, chiusura
La durata del parlato deve essere estremamente precisa: non si ha il conto alla rovescia, ma l’orologio
normale con ora, minuti e secondi. Ad esempio, se il curatore indica che la fine della musica è/deve essere
a 53’30’’ quelli indicano i minuti di orologio e il tempo rimanente serve per chiudere la trasmissione.
Quindi, per sapere ad esempio a quale minuto far partire il brano da ascoltare, devo fare il calcolo in
funzione dei minuti di orologio.

L’attacco è la parte solitamente più lunga. Nel caso di trasmissioni come queste, più la trasmissione è lunga,
più la proporzione è vincente nei confronti della musica.

L’interazione è fondamentale: bisogna sapere come entrare in contatto con gli ascoltatori e come far
entrare loro in contatto con la radio. Ad esempio chiedere loro un feedback o una risposta a qualche
quiz/domanda fornendo il numero per inviare SMS/WhatsApp, suggerimenti di ascolto, indirizzo mail.
D’altrocanto è importante che gli stessi conduttori dei programmi radio siano in contatto tramite un flusso
verticale all’interno della stessa radio; cioè bisogna far capire che la radio ascolta se stessa, cioè che ogni
conduttore è a sua volta ascoltatore dei programmi altrui. Per farlo capire all’ascoltatore bisogna ad
esempio agganciarsi al programma precedente e collegare il programma successivo, per creare
nell’ascoltatore il desiderio di rimanere collegato. Per questo per ogni conduttore è importante studiare la
propria radio, capirne e ascoltarne il contesto (in questo campo è molto importante anche il lavoro del
redattore). Un errore che può scaturire dal non ascolto, ad esempio, è la ripetizione: può capitare un
evento di importanza rilevante che va comunicato in radio da ogni conduttore, ma la cosa fondamentale è
non ripetere esattamente lo stesso contenuto del collega, o lo stesso formato. È importante quindi cercare i
riferimenti da citare nelle varie trasmissioni, senza ripetere le stesse cose.

L’annuncio è parlare di ciò che sta per avvenire, mentre il disannuncio è parlare di ciò che stiamo salutando:
Devo essere coerente, ad esempio, con il brano che ho appena ascoltato: se è stato trasmesso un brano
particolarmente malinconico, toccante, doloroso, non posso cambiare subito il tono e dare quindi la
sensazione di non aver ascoltato nulla.

È bello anche fare un abstract del contenuto della puntata, oppure trovare una formula simpatica che
caratterizzi quel conduttore nell’apertura e/o nella chiusura: se si adotta questo metodo, però, è
importante che il resto del parlato sia estremamente mobile e dinamico, per evitare un effetto di noia e
non creare la routine.

Bisogna anche tenere conto se ciò che sto registrando è in diretta (quindi tenere conto del momento della
giornata e regolare di conseguenza il tono della voce, la velocità del parlato, il saluto) oppure se è ad
esempio in formato podcast, quindi non in diretta e riascoltabile in qualsiasi momento.

3 regole d’oro del conduttore (dall’ex direttore di Rai Radio 3 Marino Siribaldi):

 Non dire mai “Come (ben) sapete/come tutti sappiamo”: è una frase che può generare un senso di
esclusione nell’ascoltatore, perché potrebbe sentirsi stupido a non sapere la cosa di cui si sta
parlando;
 Stare attenti a non prendere vizi al microfono, come ad esempio intercalari, balbettii ecc. È
importante variare il modo di aprire e chiudere la trasmissione per evitare la “formuletta”;
 Ascoltare gli altri e se stessi (soprattutto riascoltarsi).

Perché è importante il cartaceo? Ad esempio, per aggiungere informazioni: può capitare che ci siano dei
buchi da riempire, dovuti a problemi tecnici delle altre trasmissioni o della stessa (ad esempio: non parte la
musica). Perciò è importante portarsi dietro altre informazioni da leggere in caso di emergenza.

ORGANIZZAZIONE DELLA CONSOLLE


 Orologio che segna ore, minuti e secondi;
 Vetro che separa il conduttore da regista e tecnico (a volte c’è anche il curatore, ma non sempre);
 Proiettore che proietta i fogli in modo che non sia necessario per regista e tecnico entrare nello
studio e conseguentemente fare rumore. Il proiettore se necessario proietta anche informazioni di
palinsesto, informazioni al volo, quali cambio del tecnico, cambio dell’orario di qualcosa ecc.; le
informazioni però sono anche prese dai libretti, dai CD, dalla programmazione del programma
successivo e da altro materiale cartaceo.

MATERIALE UTILE PER FARE RADIO/PODCAST ANCHE IN CASA

Spesso viene inviato un messaggio ai conduttori radio con le seguenti caratteristiche richieste: “Menù rec.
Wav 44Khz 16bit”, che in particolare riguarda la qualità della registrazione delle voci.

 Microfono Zoom H4n o Zoom H4n Pro: microfono classico da 250€ circa;
 Microfono Zoom H1n: simile, ma più piccolo;
 Rhode n1a da tavolo con stand: si può collegare direttamente al pc e registrare su Audacity, oppure
registrare su scheda audio.

Elementi utili da aggiungere ai microfoni per migliorare la qualità audio:

 Filtro anti-pop;
 Gatto/spugna

COMPITO: scegliere una scaletta tra quelle proposte ed esercitarsi a fare un’ampia apertura (3 minuti) e
una chiusura (45 secondi), esercitandosi soprattutto a spaccare il secondo; ascoltare Rai Radio 3 e Venice
Classic Radio.

Lezione del 07/03/2022

È fondamentale fare attenzione al tono del conduttore, se lo si ha davanti, per vedere se si sta ad esempio
parlando troppo. ATTENZIONE a fare i tagli, perché si sente che manca il respiro, che è artificiale e che
comunque non sarebbe fedele ad una live.

Provare a fare tre chiusure di 45, 20 e 10 secondi con il segnale orario: è fondamentale spaccare il
secondo.

Per quanto riguarda la trasmissione “Primo Movimento” si dovrebbe finire alle 9h59’45’’ e finire MASSIMO
a e 52’’, dopodiché c’è il trillo e il segnale orario. In quei 7 secondi si può già finire oppure decidere di
riempirli, ma stando attenti a non eccedere.

 Regola 1: tempo
 Regola 2: analisi della scaletta. Es: martedì 8 marzo  siccome è la festa della donna bisogna dire
qualcosa e anche il curatore ha scelto il disco in funzione della giornata, se succede qualcosa.
 Regola 3: occhio a quando si dice l’ora di non avere un tono più lento dei secondi: è importante
essere precisi anche perché alla gente piace sentire che il conduttore è realmente live e lì con loro,
connesso al momento con gli ascoltatori. Anche dire che tempo c’è fuori o fare riferimenti.
 Regola 4: nome del tecnico, nome del curatore, nome del regista, se c’è una ragione particolare il
direttore della rete: per queste informazioni bisogna chiedere al direttore radio. Magari c’è uno
sponsor, un numero da contattare o comunque qualcos’altro, sempre chiedere quali sono i credits.
I numeri scritti in grassetto ad esempio dopo la casa discografica sono identificativi della casa e non vanno
detti. Se la casa discografica è abbastanza sconosciuta si può dire qualche informazione a riguardo.

Bisogna stare attenti al taglio editoriale: ascoltare la radio in cui si lavora. Es. Primo Movimento è una
trasmissione di cronaca.

Fare bene i calcoli della scaletta: è importante per avere un buon equilibrio del programma. Ad esempio,
guardando la scaletta dell’8 marzo troviamo 11’53’’ di parlato (su ogni scaletta sono segnate solo le durate
della musica, quindi ogni altro intervento è da calcolare). 5 interventi: uno prima di Hyde, uno prima di
Smyth, uno prima di Beethoven e uno prima di Morricone, infine il disannuncio. È meglio tenere 1 minuto
di chiusura per eventuali ritardi. Se si presenta il secondo brano dello stesso disco può essere anche un po’
più breve.

4’ di apertura alle 9h33’30’’

1’30’’ Smyth parlato alle 9h37’30’’ musica alle 9h39’’

2’30’’ Beethoven parlato alle 9h44’30’’ musica alle 9h47’

3’ prima di Morricone parlato alle 9h51’10’’ musica alle 9h54’10’’

1’ di chiusura alle 9h58’40’’ fino alle 9h59’45’’

Alle 9h59’45’’ deve finire la trasmissione. Tutti quei minuti sono dei paletti tassativi.

Ciò costringe a dare valore ai tempi del parlato: in quei 2 minuti e mezzo, ad esempio, sono obbligata a
dire cose interessanti e centrate perché so che ho quel tempo limitato.

FORVO: dizionario di pronuncia da consultare in cui i termini (nomi propri) sono pronunciati dai
madrelingua: è importante saper pronunciare in modo corretto i nomi di tutti.

Il curatore magari sbaglia a scrivere i minutaggi della musica e quindi bisogna controllare tutti i brani.

All’inizio va bene leggere tutta la scaletta, ma andando avanti è meglio avere soltanto delle parole chiave a
cui girare intorno.

Smettere di “ragionare” 10 secondi prima della fine dell’intervento se devo lanciare il brano e passare
subito al lancio successivo.

Usare la voce come strumento musicale! Fare sempre attenzione al momento della giornata, al timbro della
voce ecc.; usare ritmi diversi. Sulle cose meccaniche è meglio andare spediti, cioè sui dettagli che magari si
ripetono ogni giorno o non sono fondamentali.

Usare sempre il corpo! Perché aiuta a stare nel mood (ad esempio nelle radio commerciali spesso i
conduttori stanno in piedi: ciò aiuta ad essere più dinamici).

Togliere tutti gli aggettivi tipo bello, bravo ecc. perché non sono necessari e sono sinonimo di
approssimazione.

Altra regola importante: se si è in diretta in più persone mai contraddirsi.

COMPITO: scrivere i tempi su tutti i giorni della scaletta di Primo Movimento della settimana del 7/03/2022;
esercitarsi su una scaletta in particolare, completa e senza editing, da eseguirsi come se si fosse in diretta.
Lezione del 14/03/2022

Come si calcolano i tempi:

 Vedere il tempo della musica;


 Calcolare il tempo del parlato totale;
 Dividere il tempo del parlato in X interventi: calcolare sia la durata di ogni intervento, sia il minuto e
il secondo dell’ora in cui sto parlando

Collaborazione con Radio Città Aperta: dal 1978, radio storica di Roma. Hanno i loro studi, sia con dirette
che con registrazioni. Hanno tanti DJ e fanno un lavoro cooperativo. Si pagano 120€ l’anno + 20€ mensili. Se
si è più di due conduttori in una stessa trasmissione non si va comunque oltre i 240€ totali all’anno. Per
diventare “DJ” della radio dopo aver fatto un provino. Dopodiché si ha una fascia di conduzione di 2h a
settimana, anche divise in più momenti, che poi possono essere fatte anche in due o più conduttori (non in
co-conduzione, a meno che non si abbiano strumenti avanzati o non si sia nello stesso posto a registrare).
Gianluca Polverari che è regista di Stazioni d’Italia lavora in questa radio. Nomi di alcuni DJ: Dario Pizzetti,
Riccardo Mameli, Irene Worms, Santa Spena, Michele Luches, Gianluca Polverari. Stile da radio
indipendente, più vicino alla radio di flusso.

Ripassare bene gli elementi di Radio 3, ad esempio che cos’è il filo rosso ecc. (tornando alle regole auree:
bisogna conoscere la radio per cui si parla). Ascoltare tutte le trasmissioni simili, ad esempio La Barcaccia,
quella prima e quella dopo la nostra.

Radio 3: radio di contenuti: è importante avere più informazioni sui contenuti della musica, degli interpreti
ecc. Ad esempio va ok fare il sommario, ma se si tratta dell’introduzione è meglio non soffermarsi troppo e
studiare meglio i contenuti del primo disco che si presenta.

Perché non piace la propria voce riascoltata? Perché la voce che noi sentiamo non è quella che si sente
esternamente, bensì la somma della voce che arriva dalle orecchie e quella che sentiamo da dentro; è
quindi una voce che unisce l’esterno alla risonanza interna. Quando l’ascoltiamo dall’esterno non la
riconosciamo, quindi è necessario fare pratica. Occhio anche alla registrazione casalinga col telefono VS
quella con un microfono e le cuffie: nelle cuffie la voce viene amplificata, così come altri rumori della bocca,
delle mani ecc., quindi bisogna farci ancora più attenzione. Bisogna fare attenzione anche nei momenti di
cambio conduttore: se si è di fretta e si è anche solo vestiti “rumorosi” (ad esempio il piumino come
cappotto) è pericoloso. Questo per dire che ciò che registriamo a casa non è ancora l’effetto radiofonico.

Siamo su Radio 3, non su Primo Movimento  Siamo su Radio 3, questa è Primo Movimento, la
trasmissione di novità discografiche  OK.

Pronunciare correttamente un nome, un titolo, una qualsiasi parola straniera aumenta la credibilità del
conduttore, della trasmissione e della radio.

Regole per migliorare la voce:

1. Sorriso: l’autorevolezza non deve essere autorità (sorriso nella voce, ma pronuncia e contenuti
giusti ecc.) o serietà/severità eccessiva;
2. Esercizio dello sbadiglio: fare uno sbadiglio con la vocale A e alla fine dello sbadiglio, quando la
laringe è nella posizione più bassa, più rilassata, significa che ho raggiunto la voce ideale. Alla fine
dello sbadiglio, senza interrompere il fiato, dico “Ecco la mia voce ideale”, che verrà quindi
“Aaaaaaecco la mia voce ideale”, rimanendo sulla stessa frequenza. Si sentirà molto la risonanza
“giusta” e piena della voce nel corpo.
Feedback di Massimo: miglioramenti per tutti nella settimana, osservazione generale: nelle chiusure tutti
hanno un buon ritmo, forse dato dal poco tempo, mentre nelle aperture dopo un po’ il ritmo iniziava a
perdersi e si aveva la sensazione che uno non sapesse come arrivare alla fine dell’intervento. Fare
attenzione anche al timbro durante tutti gli interventi, non dovrebbe cambiare senza motivo o sentirsi uno
stacco evidente. Da questo punto di miglioramento generale è importante fare un passo in più e imparare a
modulare la voce per catturare meglio l’attenzione degli ascoltatori, sia nel timbro, sia nel ritmo: parole
troppo uguali e cadenze troppo uguali  PIATTO! Ricordare che chi è dall’altra parte deve rimanere
incollato alla radio.

Non si annunciano due brani di seguito: prima si annuncia il primo, va in onda, si disannuncia e si annuncia
il brano successivo, anche se è dello stesso compositore o addirittura della stessa opera/sonata ecc.

COMPITO: usare le scalette della trasmissione Il Concerto del Mattino  dai 4 ai 5 minuti di contenuto,
imparando ad argomentare bene e andare nei dettagli del brano. Per i musicisti classici è fondamentale dire
i dettagli che si conoscono “da musicista” sempre però rivolgendosi ad un pubblico anche di non esperti,
mentre per Martina e Mattia esercitarsi a presentare il brano con uno stile che si possa adattare ad una
radio più commerciale come a una più culturale. No disannuncio e no chiusura, soltanto i contenuti.

COME STARE IN VIDEO

Anche radio e video sono sempre più connessi.

Inquadratura professionale (anche in videochiamate): aria sopra di noi, aria a destra e sinistra, bisogna
essere centrati. Un’inquadratura professionale significa non soltanto noi nel riquadro, ma anche evitare un
brutto sfondo (in videochiamata ci sono le opzioni). Scegliere uno sfondo virtuale (occhio a tenere le mani
davanti per non farle “sparire” in videochiamata mentre ci si muove). È importante essere illuminati e
vedere come essere illuminati in base al momento della giornata. È meglio usare colori chiari rispetto a
colori scuri per lo sfondo.

Posizione centrata che guarda in avanti per dare il senso di io con te e non io sopra/sotto di te: schermo
perfettamente dritto, senso che ci si stia guardando negli occhi, fare attenzione anche all’altezza della sedia.

Lo sfocato aiuta se ci sono oggetti che distolgono l’attenzione dall’interlocutore, a meno che io voglio che
quell’oggetto o colore o abbigliamento sia caratteristico e caratterizzante.

Se si vuole focalizzare sullo speech è importante saper usare le mani, dare senso di movimento ed energia,
soprattutto se si parla per lungo tempo. Se non è una diretta si può tagliare, per creare quei piccoli
“strappi” che richiamano l’attenzione. SIMMETRIA nelle mani e nel corpo, fondamentale, crea armonia;
creare coralità con le mani, muoverle in modo simmetrico, ma dare un senso di ordine, usarle ad esempio
in apertura, ma sapere dove e quale è il punto di “chiusura”, di ritorno.

YouTube e Facebook: formato orizzontale.

Storie e Reel di Instagram: formato verticale, nei reel anche con tagli.

A volte serve il doppio formato; le strisce laterali per rendere orizzontale il video è un po’ brutto se si passa
da un social a un altro.

Comunicare con gli occhi: provare a vedere dove si guarda in video e dove bisogna guardare (se si è con più
telecamere). Come si fa quando bisogna leggere? O tecniche di memoria, o “gobbi virtuali”: iPad in cui si
mette un testo a scorrimento che va in automatico, oppure il “gobbo analogico”: scrivere su un grande
foglio le parole chiave che accendono i macro-contenuti, per cui basterà buttare un occhio. Deve essere a
una distanza tale che non si deve sgranare la palpebra o far vedere che si sta leggendo.
Accessori per migliorare i video: green screen (anche a poco prezzo), webcam di buona qualità da circa un
centinaio di euro, software gratuito: OBS Studio per eliminare il green screen.

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