Lgneutropeniafebb
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IN ONCOLOGIA PEDIATRICA:
Le infezioni rappresentano una delle più importanti cause di letalità e morbosità nei
emorragia, rappresentava la causa terminale di morte nel 50-80% delle leucemie mieloidi
acute e nel 50% dei linfomi (1,2). E’ stato osservato che circa l’80% degli episodi di
febbre e che il 60% circa di questi episodi febbrili é di documentata origine infettiva (3).
L’insorgenza della complicanza infettiva può determinare ritardi nella ideale successione
tossicità legati alla terapia anti-infettiva e sicuramente peggiora la qualità di vita dei
pazienti (ad esempio con necessità di ricoveri prolungati). Non secondario, infine, è
complicanze infettive nel soggetto neutropenico. Ciò soprattutto a causa della crescente
Premesse
Scopi e metodologia.
gestione della febbre che insorge in corso di neutropenia conseguente alla chemioterapia
2
Oncologia Pediatrica, in modo da fornire una guida nella pratica clinica giornaliera che sia
I motivi che hanno giustificato questa iniziativa possono essere schematizzati nel
modo seguente :
2. esiste una grande variabilità di interventi da centro a centro, come dimostrato dai dati
sono indicati gli esami di laboratorio ritenuti irrinunciabili nelle varie situazioni cliniche. Per
quanto riguarda la scelta della terapia antibiotica empirica iniziale della febbre nel
paziente neutropenico, diverse possibili opzioni sono state considerate. Per ciascuna
opzione si è tentato di fornire elementi in grado di aiutare a compiere una scelta ragionata
del trattamento. E’ bene sottolineare tuttavia che tale scelta dovrebbe essere basata
anche sulla conoscenza dell’epidemiologia locale dei singoli centri, sia per quanto
riguarda i patogeni più frequentemente isolati, sia per quanto riguarda la loro sensibilità
agli antibiotici. Questi dati microbiologici dovrebbero essere gestiti con supporto
compaiono nel tempo e di adattare così le terapie in tempo reale. Per le nostre indicazioni
ci siamo anche basati sui dati relativi all’eziologia delle sepsi ed alle resistenze agli
antibiotici scaturenti dal già menzionato studio di sorveglianza delle sepsi in bambini
neutropenici effettuato presso 18 centri AIEOP nel 1995 (5). Questi dati possono fornire,
sia pur in maniera grossolana, un quadro della situazione microbiologica osservabile nei
di terapia empirica iniziale della febbre nel soggetto neutropenico, includenti sia pazienti
e polmoniti). Ciò non vuole dire comunque che si siano trascurati i dati relativi allo spettro
antibatterico delle varie opzioni terapeutiche ed alla loro efficacia in infezioni specifiche
documentate. Per quanto questo lavoro non si sia posto lo scopo di effettuare una
febbrile, tuttavia ci è sembrato utile fornire indicazioni sui costi di acquisizione dei farmaci,
parametro che, pur non essendo esaustivo del problema “costi della terapia”, rappresenta
comunque una valida indicazione per la valutazione delle spese effettuate per ogni
singolo trattamento. Le diverse opzioni sono state infine valutate anche alla luce
dell’esperienza personale dei componenti della del comitato ristretto che ha redatto il
documento e dei partecipanti alla riunione plenaria AIEOP in cui esso è stato presentato e
discusso. Per quanto riguarda le eventuali modifiche della terapia empirica iniziale, sono
state prese in esame le possibili scelte da effettuare in caso di mancata risposta clinica ed
diagnostiche, dando per scontato che eventuali modifiche “mirate” della terapia anti-
infettiva dovranno essere eseguite sulla base dei risultati degli esami colturali, dei test di
4
Sia i problemi correlati alla profilassi, sia quelli riguardanti le infezioni fungine e
virali, sia infine quelli relativi all’uso dei fattori di crescita esulano dagli scopi del presente
Le presenti Linee Guida non possono definirsi il risultato di una vera “Consensus
modalità di lavoro seguite per giungere alla stesura definitiva di questo documento di
la necessità di porre chiarezza nella gestione delle complicanze infettive nei bambini
preparare una bozza di documento e di discuterla nel corso di una riunione preliminare
Tale versione è stata poi presentata e discussa durante una riunione plenaria
Definizioni.
come di categoria A sono largamente accettate dalla maggior parte degli esperti perché
5
basate sui risultati di studi clinici controllati, prospettici e randomizzati, condotti su ampie
membri del comitato di redazione e dei partecipanti alla riunione plenaria, ma non
ma in rapida discesa
più importanti studi clinici di terapia empirica nel paziente neutropenico e febbrile prevede
persistenza di almeno uno dei seguenti parametri, dopo almeno 24-36 ore dall’inizio della
brivido scuotente;
ipotensione;
tachicardia;
dispnea/polipnea,
6
segni di disfunzione d’organo (oligo-anuria, insufficienza epatica, insufficienza
emorragie inattese;
acidosi inspiegata.
al termine del periodo di neutropenia, senza che siano state apportate modifiche al
trattamento iniziale stesso, a prescindere dalla causa della febbre o dalla diagnosi
presente negli studi di terapia empirica della neutropenia febbrile. Nonostante che molti di
questi studi siano disegnati o analizzati con valenza “esplicativa” (cioè allo scopo di fornire
poi data una valenza pragmatica (cioè come validi in generale nella terapia antibiotica
empirica della febbre nel paziente neutropenico “tipico”). Come è stato recentemente
rivisto (6), spesso, infatti, studi diversi hanno adottato definizioni diverse, per indicare il
LINEE GUIDA
Per quanto nessuno studio controllato abbia mai studiato il rapporto costo-beneficio
paziente che, verosimilmente, potrà andare incontro a complicanze infettive nel corso
dell’iter terapeutico della sua malattia di base. Pertanto si ritiene che la valutazione iniziale
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anamnesi infettivologica (tutte le malattie infettive che colpiscono soggetti
immunosoppressione iatrogena)
Colture di sorveglianza
colture di sorveglianza seriate in tutti i pazienti non è dimostrato, a meno che non ci si
un reparto (7) (categoria A). Uniche eccezioni potrebbero essere rappresentate dalla
corticosteroidi ad alte dosi (categoria C). Alcuni autori segnalano anche l’utilità delle
colture di sorveglianza per Candida per impostare terapie o profilassi antifungine (8).
Si ritiene utile premettere che il segno clinico “febbre” non deve essere
complicanza infettiva, non esclude la presenza di una infezione anche grave. Lo shock
settico, per esempio, può insorgere e decorrere in assenza di febbre o con ipotermia. E’
comunque vero che la febbre è il più comune segno clinico di infezione e che su di essa ci
almeno due volte al giorno, focalizzato alla presenza di eventuali sintomi o segni
8
suggestivi di localizzazione infettiva. L’effettuazione di un esame radiografico del torace
viene spesso considerata come parte integrante dell’esame clinico. In realtà, il rapporto
chiaro, invece, che una radiografia del torace dovrà sempre essere eseguita in caso di
di persistenza di febbre dopo 4-5 giorni di trattamento (13) (categoria B), insieme alla
dolore toracico, dispnea, alitamento delle pinne nasali, bassa saturazione di O2), sarà
l’esame radiografico del torace è normale (categoria B). La radiografia dei seni
paranasali può essere utile in pazienti con dolore al volto, edema o ostruzione delle cavità
Prima dell’inizio della terapia antibiotica empirica debbono essere eseguiti alcuni
almeno 2 emocolture (di cui una, possibilmente, in doppio, dal catetere centrale e da
vena periferica). In caso di soggetti portatori di catetere a doppio lume sarà necessario
tampone faringeo
urinocoltura
situazioni cliniche.
emocolture anche dopo l’inizio della terapia antibiotica. Si ritiene, arbitrariamente, che sia
9
consigliabile, proseguire le emocolture anche dopo l’inizio della terapia antibatterica, in
caso di persistenza di febbre. Esse possono essere l’unico modo di identificare patogeni
resistenti alla terapia già iniziata e sono utili per dimostrare la risposta microbiologica in
corso di sepsi (categoria C). Il volume di sangue da prelevare per ciascuna bottiglia da
neonati: 1-2 ml
3 - 14 anni: 3-5 ml
emocoltura usato.
indice prognostico per valutare la risposta anti-infettiva e per discriminare febbri infettive
da altre che infettive non sono (14-18) (categoria B). Per quanto l’effettiva utilità di queste
partecipanti alla riunione sembrano dimostrare che una valutazione routinaria della
proteina-C-reattiva potrebbe essere utile nella pratica clinica quotidiana come indice
Gestione clinica
recentemente sottoposta a valutazione critica, sulla base di una serie di lavori che hanno
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dimostrato che, in casi selezionati e con situazione logistica favorevole (vicinanza
adulti (20-22), sia in età pediatrica (23) (categoria B). Esistono anche esperienze, in
migliore definizione del paziente a basso rischio di infezione grave (26) e/o di complicanza
La scelta dello schema di terapia empirica iniziale dovrebbe essere basata su dati
questi dati e a parità di efficacia clinica, l’opzione terapeutica di minor tossicità e minor
costo dovrebbe essere da privilegiare. Infine, ciascuna scelta dovrà essere aggiustata
I protocolli di terapia antibiotica empirica usati più comunemente sono elencati nella
tabella 4. Nella Tabella 5 sono riportati vantaggi e svantaggi delle singole opzioni,
secondo i dati della letteratura. Nella Tabella 6 sono riportati i costi del trattamento
giornaliero con ciascuno dei protocolli considerati. In nota alla tabella stessa vengono
Associazione ceftazidime+amikacina.
amikacina 20 mg/kg/die (massimo 1.5 g/die) in dose singola giornaliera infusa in 30’
11
Associazione ceftriaxone+amikacina.
tra costo ed efficacia (28), ma non è da consigliarsi in centri con elevata incidenza di
amikacina 20 mg/kg/die (massimo 1.5 g/die) in dose singola giornaliera infusa in 30’
Associazione piperacillina-tazobactam+amikacina.
amikacina 20 mg/kg (massimo 1.5 g/die) in dose singola giornaliera infusa in 30’
Gli antibiotici che sono stati maggiormente testati in monoterapia sono il ceftazidime ed i
e proprio per questa ragione non dovrebbero essere impiegati nella terapia iniziale,
anche perché i carbapenemici, a causa della loro capacità di indurre produzione di beta-
lattamasi ad ampio spettro (in grado di inattivare molti antibiotici), sono potenzialmente in
grado di portare ad un aumento della diffusione di ceppi batterici multiresistenti (33, 34). I
L’amikacina è l’aminoglicoside che è stato usato nella maggior parte dei grandi
studi di terapia empirica della neutropenia febbrile, comprendenti sia pazienti adulti, sia
pediatrici (22, 30, 35-39). Inizialmente, il farmaco veniva utilizzato alla dose di 15-20
monitorando i livelli ematici di base (categoria C). Purtroppo, quando il farmaco viene
somministrato in dose singola giornaliera, i livelli di base sono molto bassi e pertanto, per
ragioni tecniche legate al metodo che si usa nella determinazione routinaria, il valore
ottenuto può essere errato. Di conseguenza, quando si vogliono monitorare i livelli ematici
prelievo di sangue a 8 ore dal termine dell’infusione. Esiste infatti una correlazione lineare
tra i livelli ematici a 8 ore ed i livelli di base (41, 42) (categoria B). Il livello a 8 ore
alternativa valida e poco costosa potrebbe essere quella di monitorare i livelli di amikacina
solo in presenza di aumento dei valori della creatinina (categoria C). Nel paziente che
non risponde alla terapia e che ha una infezione documentata da patogeno sensibile
13
all’amikacina può essere indicato il monitoraggio dei livelli di picco (30 minuti dopo il
Gli autori riconoscono che anche altri aminoglicosidi (netilmicina, tobramicina, ecc.)
scelta dell’amikacina è dovuta al fatto che questo farmaco è l’aminoglicoside che è stato
età pediatrica (30, 35-40). L’uso della gentamicina, che ha peraltro un costo assai ridotto,
non sembra essere consigliabile, almeno a giudicare dai dati di sensibilità agli antibiotici
scaturiti dal già menzionato studio di sorveglianza delle sepsi nel bambino emato-
terapia antibiotica empirica non è indicata, se non in centri con elevata incidenza di
portatore di cateteri venosi centrali a permanenza che sono malfunzionanti o recanti segni
da un’infezione documentata non dovrebbe essere inferiore ai 10-14 giorni, specie in caso
di sepsi (7,44) (categoria B), potendo talvolta raggiungere anche i 20-30 giorni. Per i
pazienti con febbre di origine sconosciuta le opzioni sono meno chiare. Alcuni autori
14
consigliano di proseguire il trattamento fino alla risalita dei granulociti al di sopra di 500-
1000 cellule/mmc (45), mentre altri preferiscono proseguire la terapia per 4 giorni dopo lo
sfebbramento, con un minimo di 7 giorni di trattamento totale, per poi sospendere anche
in assenza di risalita dei neutrofili (30,36,44). Pur trattandosi di un argomento sul quale le
opinioni non sono unanimi, si ritiene di poter indicare come accettabile la seconda
opzione, specie in pediatria (categoria C). Studi recenti hanno anche dimostrato che è
possibile una dimissione precoce con gestione domiciliare o in regime di day hospital,
anche senza l’aver raggiunto valori “di sicurezza” della conta dei granulociti (secondo
e/o piastrine),
Le indicazioni alla modifica della terapia antibiotica empirica nel paziente che non
risponde alla terapia stessa sono poco chiare ed i comportamenti non sono unanimi. Si
nota di frequente una forte tendenza a modificare la terapia antibiotica iniziale in assenza
di ragioni obiettive e, spesso, solo per la persistenza di febbre. In realtà, ciò non è sempre
15
corretto, in quanto la febbre non rappresenta di per se stessa un criterio di insuccesso di
una terapia, purché il paziente sia clinicamente stabile. A questo proposito, gli autori
ritengono utile qui di seguito sottolineare alcuni principi generali che dovrebbero guidare
Per quanto l’argomento sia controverso, gli autori ritengono che In caso di infezione
terapia a cui il germe isolato sia sensibile in vitro, anche se le sue condizioni cliniche
migliorano spontaneamente. Ciò significa che la terapia dovrà in ogni caso essere
modificata sulla base dei test di sensibilità agli antibiotici, se il germe isolato risulta
Eventuali modifiche della terapia empirica iniziale non dovrebbero in ogni caso essere
teicoplanina).
Per quanto non esistano studi clinici controllati che dimostrino l’utilità dell’aggiunta
differenza dei miceti. Inoltre, a differenza dei Gram-negativi, raramente i cocchi Gram-
Aggiunta di antifungini.
Sulla base di studi clinici (peraltro eseguiti su casistiche assai limitate) (54,55), è divenuta
farmaco antifungino dopo un periodo variabile di terapia antibatterica (di solito 5-6 giorni).
in assenza di recenti lavori edilizi all’interno del centro o nelle sue immediate vicinanze
con infusione della durata della durata di 4-6 ore (57); secondo alcuni, in pazienti con
funzione renale normale, il farmaco potrebbe essere infuso anche in 1-2 ore (categoria
18
Bibliografia
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Empiric antimicrobial therapy for febrile, granulocytopenic cancer patients: lesson from 4
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Home antibiotic therapy for low-risk cancer patients with fever and neutropenia: a pilot
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Single daily dose ceftriaxone plus amikacin treatment of febrile episodes in neutropenic
Risk assessment in cancer patients with fever and neutropenia: a prospective, two-center
Cost-effectiveness of ceftriaxone and amikacin as single daily dose for the empirical
22
Monotherapy for fever and neutropenia in cancer patients: a randomized comparison of
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In Lambert HP, O’Grady FW, eds: Antibiotic and chemotherapy. London: Churchill
Ceftazidime combined with a short or long course of amikacin for empirical therapy of
Efficacy and toxicity of single daily doses of amikacin and ceftriaxone versus multiple daily
doses of amikacin and ceftazidime for infection in patients with cancer and
Serum concentrations and safety of single daily dosing of amikacin in children undergoing
42. Prins JM, Koopmans RP, Bueller HR, Kuijper EJ, Speelman P
44. Pizzo PA
The identification of febrile, neutropenic children at low risk for bacteremia and
complications of sepsis.
fever: implications for discontinuation of antibiotics and early discharge from the
hospital.
Safety and cost effectiveness of early hospital discharge of lower risk children with cancer
Early discharge of children with cancer treated for fever and neutropenia: identification
Gudelines for the use of antimicrobial agents in neutropenic patients with unexplained
fever.
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Early discharge of pediatric febrile neutropenic cancer patients by substitution of oral for
intravenous antibiotics.
Empiric antibiotic and antifungal therapy for cancer patoents with prolonged fever and
granulocyopenia.
amphotericin B.
27
Ringraziamenti:
(Istituto G. Gaslini, Genova) e E.Mariani (Roche Italia, Milano) per l’aiuto fornito nel
calcolo dei costi delle terapie. Si ringrazia infine la sig.ra L. Veroni (Istituto Nazionale
per la Ricerca sul Cancro, Genova) per avere curato la stesura del manoscritto.
28
Tabella 1. Eziologia delle sepsi in bambini trattati per malattia neoplastica in centri
AIEOP sulla base di uno studio prospettico di sorveglianza effettuato nel
1996 (voce bibliografica 5).
29
Tabella 2. Patogeni isolati in corso di sepsi in bambini trattati per malattia
neoplastica in centri AIEOP sulla base di uno studio prospettico di
sorveglianza effettuato nel 1996 (voce bibliografica 5).
30
Enterobacter agglomerans - 1 1
Enterobacter sakazakii 2 - 2
Serratia sp - 1 1
Serratia liquefaciens - (-) 1 (1) 1 (1)
Serratia marcescens 2 (-) 2 (1) 4 (1)
Proteus vulgaris 1 - 1
Proteus mirabilis - (-) 1 (1) 1 (1)
Acinetobacter sp 1 (-) 1 (1) 2 (1)
Acinetobacter calcoaceticus - (-) 1 (1) 1 (1)
Acinetobacter lwoffii - (-) 1 (1) 1 (1)
Acinetobacter baumanii 1 - 1
Achromobacter xylosidans 1 1
Aeromonas .hydrophila 1 - 1
Salmonella sp - 1 1
Pasteurella multocida - 1 1
Bacteroides fragilis - 1 1
Citrobacter freundii - (-) 1 (1) 1 (1)
Funghi 15 (5) 6 (3) 21 (8)
Candida sp 2 (-) 3 (1) 5 (1)
Candida albicans 3 (1) - (-) 3 (1)
Candida parapsilosis 6 (3) 2 (1) 8 (4)
Candida guillermondii - (-) 1 (1) 1 (1)
Torulopsis glabrata 1 - 1
Fusarium solani 1 - 1
Fusarium moniliforme 1 (1) - (-) 1 (1)
Saccharomyces cerevisiae 1 - 1
Totale 130 (22) 74 (38) 204 (60)
31
Tabella 3. Resistenza agli antibiotici di ceppi batterici isolati in corso di sepsi in
bambini trattati per malattia neoplastica in centri AIEOP sulla base di uno
studio prospettico di sorveglianza effettuato nel 1996 (voce bibliografica
5).
Batteri Gram-positivi
OXA PEN
(resistenti (resistenti
/testati) /testati)
S.aureus 1/16 (6) -
stafilococchi coagulasi 12/33 (35) -
negativi
streptococchi viridanti - 8/19 (42)
Batteri Gram-negativi
AK CAZ CRO IMP CIP
(resistenti (resistenti (resistenti (resistenti (resistenti
/testati) /testati) /testati) /testati) /testati)
Pseudomonada 9/35 (25.7) 13/34 (38.2) 17/25 (68%) 11/30 (36.7) 3/35 (8.6)
ceae
Enterobacteriac 4/21 (19) 2/21 (9.5) 2/16 (12.5) 0/12 (0) 6/20 (30)
eae
non Gruppo-KES
Enterobacteriaceae 2/19 (10.5) 5/20 (25) 4/15 (26.7) 0/13 (0) 2/20 (10)
Gruppo KES
Altri 1/6 (16.6) 2/7 (28.5) 3/6 (50%) 0/4 (0) 1/5 (20%)
Totale 16/81 (19.7) 22/82 (26.8) 26/62 (41.9) 11/59 (18.6) 12/80 (15)
Legenda:
32
Gruppo KES= Klebsiella-Serratia-Enterobacter
33
Tabella 4. Posologia e modalità di somministrazione dei farmaci proposti per la
malattia neoplastica
Amikacina 20 1 20 1,500
Ceftriaxone 80 1 80 2,000
Meropenem 60 3 20 3,000
Imipenem/cilastatina 80 4 20 4,000
potrebbero risultare efficaci; questi farmaci non sono stati inclusi nella presente tabella in
quanto, al meglio delle nostre conoscenze, non sono stati testati su ampie casistiche (500-
1000 pazienti) e in trials clinici condotti in maniera appropriata o erano inferiori come
efficacia
34
Tabella 5. Trattamenti proposti per la terapia empirica iniziale della febbre in corso
di neutropenia
36
Tabella 6: Costo giornaliero (in lire) della terapia antibiotica empirica della febbre nel soggetto neutropenico in età pediatrica.
FARMACO COSTO DELLA DOSE TOTALE GIORNALIERA IN RAPPORTO AL PESO (KG) DEL PAZIENTE
5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 60 70
AMIKACINA 2500 46500 7150 9250 9250 11750 13900 18500 18500 18500 23150 27750
CEFTRIAXONE 7150 15400 19800 29250 29250 29250 29250 29250 29250 29250 29250 29250
CEFTAZIDIME 12750 18450 18450 31200 45300 45300 58050 63750 63750 86850 86850 86850
PIPERACILLINA- 26200 26200 52400 52400 52400 78600 78600 78600 104800 104800 104800 104800
TAZOBACTAM
IMIPENEM-CIL. 48200 48200 83200 83200 83200 166400 166400 166400 166400 166400 166400 166400
MEROPENEM 46200 46200 83550 83550 83550 129750 129750 157050 157050 157050 157050 157050
In età pediatrica vengono normalmente somministrate “frazioni” delle confezioni di farmaco preparate dall’industria, con dosi calcolate
sulla base del peso dei pazienti. Perciò una parte del farmaco presente nella confezione viene generalmente “sprecata”. Poiché il
costo delle confezioni varia a seconda della quantità di farmaco presente in ciascuna di esse, allo scopo di calcolare il costo reale del
trattamento si è proceduto nella seguente maniera:
1. calcolo della dose pro kg/die in rapporto al peso del paziente e del numero di sottodosi/die
2. calcolo del numero di fiale necessarie per poter somministrare ogni singola sottodose di farmaco, basato sulle confezioni disponibili
in commercio. In questo caso si è considerato di impiegare le confezioni a più basso dosaggio possibile (impiegando però non più
di 2 confezioni a dosagio differente; per esempio per somministrare 750 mg di un farmaco 1 fiala da 500 mg + 1 fiala da 250 mg,
ma per somministrare 800 mg 1 fiala da 1000 mg e non 1 fiala da 500 mg + 1 fiala da 200 mg + 1 fiala da 100 mg). Sono state
prese in considerazione dapprima le fiale per somministrazione e.v. e qualora queste non fossero state disponibili per una
determinata confezione sono state valutate le fiale per somministrazione i.m. Si ricorda a questo proposito che per utilizzare per
via e.v. un preparato per uso i.m. è necessario ricostruire la fiala con acqua per preparazioni iniettabili o soluzione fisiologica, non
utilizzando il solvente allegato alla fiala che potrebbe contenere lidocaina.
3. è stato valutato infine il costo confezioni di farmaco necessarie per ogni singola somministrazione, che è stato quindi moltiplicato
per il numero di sottodosi giornaliere per ottenere il costo/die riportato in tabella.
Il calcolo dei costi è stato eseguito sulla base dei prezzi dei farmaci riportati sull’ Informatore Farmaceutico, edizione gennaio 1997,
ridotti del 50% (sconto di legge per gli ospedali).
38