Diritto Della Comunicazione
Diritto Della Comunicazione
Diritto Della Comunicazione
il diritto è un insieme di regole che rimandano ad un ordinamento giuridico che da ordine e coerenza al dritto stesso.
L'ordinamento giuridico è unico ma prende vita da varie fonti che variano da un livello interno, privato fino alle massime
organizzazioni statali, le fonti si organizzano orizzontalmente.
Le norme si ricavano da 2 elementi:
il testo scritto→ l'enunciato della regola
l'interpretazione del testo→ è sempre presente e necessaria e viene effettuata dal giudice che in alcuni casi può sbagliare (in
buona o cattiva fede). Interpretare può voler dire adeguare il testo ma non manipolarlo ed essa deve sempre riferirsi alle
fonti e alla loro gerarchia art. 12 “(1) Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese
dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore. (2) Se una
controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o
materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello
Stato”. Si preferisce solitamente un'interpretazione letterale che però ha dei limiti legati all'evoluzione del linguaggio, i
criteri da seguire sono: quello dell'interpretazione finalistica (privilegia gli obiettivi) e assiologica (privilegia i valori
contenuti nella costituzione).
Il secondo comma parla di analogia, vi sono 2 meccanismi, analogia legis (si applica per identità di ratio ad una norma
simile con finalità uguali) e analogia iuris (si ricorre ai principi generali dell'ordinamento giuridico ovvero valori
costituzionali fonti straordinarie e principi imprescindibili).
Nel caso esista una lacuna nella legge il principio da seguire è la sussunzione ovvero un meccanismo logico ai fini
dell'interpretazione letterale in cui si riconduce una fattispecie concreta a delle regole.
Fonti:
una delle prime è il codice civile (realizzato nel 1942 durante il regime e nel tempo modificato) esso è stratificato a causa
della sua complessità, è introdotto dalle preleggi. L'art. 1 di queste elenca le fonti:
art. 1 “sono fonti del diritto 1) le leggi 2) i regolamenti 3) le norme 4) gli usi” questa divisione è ormai del tutto superata, al
vertice della piramide le leggi sono state sostituite dalla costituzione italiana, in fondo invece gli usi hanno acquisito un
ambito marginale poiché le leggi sono solitamente scritte mentre gli usi si dividono in prassi e opinio iuris.
Con l'entrata in vigore della costituzione nel 1948 le fonti del diritto devono integrarsi ad essa.
Costituzione 1948→ è rigida non può essere modificata, per rimuovere le norme considerate incostituzionali
↓ esiste un organo: la corte costituzionale.
fonti europee 1957→ si rifanno all'unione economica monetaria e l'attuazione di politiche comuni con lo
scopo di attuare una politica sostenibile, essa però cede se in contrasto con la costituzione.
↓ Il trattato sull'UE ha ampliato le competenze dell'UE. Esistono anche regolamenti e
direttive e hanno portata generale in ogni paese membro e prevalgono sulle leggi
ordinarie interne, l'integrazione ha prodotto la nascita di un sistema italo-europeo.
fonti primarie (leggi ordinarie) 1970→ il governo ha potere di normazione sia per le fonti primarie sia
↓ secondarie, questa è rappresentata dal codice civile, dalle leggi regionali
fonti secondarie (regolamenti)→
↓
fonti terziarie (consuetudini)→ è una fonte-fatto e risulta da un comportamento costante e del quale si riconosce la
doverosità ma è inammissibile una consuetudine che vada contro la legge e deve rispondere ai principi fondamentali.
Le fonti internazionali si dividono in consuetudini internazionali (sono a volte superiori alle fonti primarie) e norme
internazionali pattizie. Il sistema che protegge i diritti umani garantito dall'UE è la convenzione europea per la salvaguardia
dei diritti dell'uomo o C.E.D.U. Firmata a Roma nel 1950 (art. 10).
esistono infine le fonti extra ordinem ovvero generalmente la disciplina che riguarda i contratti.
La gerarchia delle fonti indica la forza attiva e passiva della fonte in cui il livello inferiore si piega a quello superiore, a
questa si affianca una gerarchia orizzontale tra poteri privati e pubblici, in alcuni casi il privato può prevalere sul pubblico
in base all'art. 5 che afferma l'autonomia dei privati.
“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il
più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia
e del decentramento”.
La distinzione tra diritto pubblico e privato è teoricamente chiara ma concretamente molto più complessa, il diritto pubblico
è un sistema di regole che disciplina i rapporti tra stato e cittadino e tra le istituzioni dello stato, e nasce con il passaggio del
cittadino da suddito a titolare di diritti, mentre il diritto privato (o civile) vede lo stato porsi sullo stesso piano del cittadino
secondo una regola comune.
Per identificare le fonti del diritto esiste un criterio formale e uno sostanziale (le norme sono generali [il comando della
norma non si rivolge al singolo ma alla collettività] e astratte [ perché si ripropone ogni volta che si ripresenta uno stato di
fatto specifico]), vi sono però norme individuali o applicabili ad una sola persona o una sola volta che rendono insostenibile
questa definizione.
Rapporto giuridico:
è una relazione tra situazioni giuridiche tra attivo e passivo, secondo alcuni la relazione non p tra situazioni ma tra
soggetti poiché ci sono delle situazioni in cui il soggetto è sia titolare della situazione attiva sia di quella passiva (es:
accettazione dell'eredità con beneficio di inventario).
Situazioni giuridiche soggettive (attive e passive):
La relazione tra due situazioni soggettive si definisce rapporto giuridico, la situazione del soggetto rispetto alla norma può
essere di potere (attiva) o di dovere (passiva “dovere di astensione dal recare danno ad altri”). In un rapporto giuridico, vi è
un soggetto attivo titolare di una posizione di vantaggio che può essere un diritto soggettivo, diritto potestativo o interesse
legittimo, e quello passivo titolare di una situazione soggettiva passiva come ad esempio un obbligo, dovere, onere,
soggezione. Le posizioni che un soggetto assume all'interno di un rapporto giuridico sono le situazioni giuridiche
soggettive.
Quando ad un soggetto qualificato è attribuito un potere che deve esercitare non per il suo soddisfacimento ma per
soddisfare interessi altrui egli diventa potestà (es: genitori e figli minorenni).
Il concetto di “onere” invece indica la necessità di tenere un comportamento specifico che soddisfi il bisogno di un soggetto
onerato.
Le situazioni possono riguardare diritti assoluti (responsabilità civile o aquiliana da fatto illecito) o relativi (responsabilità
da inadempimento o contrattuale).
Il rapporto tra soggetto e situazione si chiama titolarità: un soggetto è titolare di un diritto, essa può essere attuale o
potenziale, occasionale o istituzionale.
Il nostro ordinamento non dà una definizione delle posizioni o situazioni giuridiche soggettive, la cui nozione è da
rinvenirsi nella teoria generale, che le struttura in attive (poteri, facoltà, qualifiche, pretese, interessi e aspettative) o
passive (doveri, obblighi, soggezioni e oneri) le prime concesse ad un soggetto, le seconde gravanti su un soggetto.
I diritti soggettivi si possono classificare in:
diritti assoluti o relativi, diritti patrimoniali e non patrimoniali, diritti trasmissibili o intrasmissibili, diritti reali e reali di
godimento o diritti di obbligazione/di credito.
Persone fisiche vs giuridiche:
Essere una personalità significa essere soggetto di attitudine e diventare titolare di situazioni giuridiche sia attive sia
passive. I soggetti aventi diritti possono avere capacità giuridica o no ad esempio i neonati non ce l'hanno, sono comunque
possessori di diritti fondamentali come quelli della persona, la capacità giuridica si acquista con la nascita e termina con la
morte in cui alcuni diritti si trasferiscono a terzi mentre alcuni diritti come quelli di autoregolazione si acquisiscono con la
maggiore età. Lo status definisce la distinzione giuridica tra le persone e non ammette compromessi poiché i diritti
fondamentali sono inalienabili e inviolabili. Il mancato esercizio della situazione soggettiva ne prevede la decadenza mentre
l'uso difforme dalla norma è abuso, abuso si ha quando nell'esercizio del diritto si lede un diritto altrui.
Persone fisiche Vs Persone giuridiche (enti)
Il soggetto con diritti riconosciuto nella sua individualità, Si riferisce generalmente agli enti e non possono essere
secondo la teoria organica è composto da un organismo per questo poste sullo stesso piano delle persone fisiche.
psicofisico e la nascita che porta un riconoscimento Può essere richiesta per scopi generali o interessi esterni,
giuridico, invece secondo la teoria atomistica il soggetto per società associazioni, consorzi ecc...
di compone di una serie di comportamenti quante sono le per averla occorre poter disporre di un patrimonio e che
norme che li prevedono. La personalità giuridica esiste questo sia staccato dal patrimonio di un persona fisica,
anche prima della nascita o quando non vi è capacità esso infine deve essere destinato allo scopo dell'ente se
giuridica. Questa si acquisisce con la nascita e si perde in vita.
con la morte ma ci sono alcuni casi particolari come la Gli enti possono distinguersi tra privati e pubblici, a loro
scomparsa (c'è la possibilità di nominare un curatore per volta quelli privati possono distinguersi tra enti con
lo scomparso) o l'assenza (dopo 2 anni dall'ultima notizia finalità lucrative, miste o ideali (queste acquisiscono
dell'assente gli eredi subentrano nei diritti della persona, l'acronimo Es.).
sentenza patrimoniale. Se torna il soggetto c'è una Gli enti sono caratterizzati da una autonomia
restituzione parziale) o morte presunta (scomparsa da patrimoniale che può essere perfetta negli enti che hanno
almeno 10 anni, solo se non si può accertare la morte del personalità giuridica. Non vi è autonomia in caso di
soggetto, in alcuni casi si può dichiarare dopo 2 o 3 anni comunione patrimoniale mentre si parla di autonomia
e si paragona alla morte naturale, se il soggetto torna imperfetta quando non hanno la personalità giuridica
deve riavere i suoi beni). questa non si attribuisce alla società ma si acquisisce a
In caso di morte esiste l'accertamento diretto o indiretto e seconda del tipo di ente e delle sue finalità (se sono lecite
determina la fine della persona fisica se 2 o più persone o meno o possibili e se presentano un patrimonio
muoiono contemporaneamente si parla di commorienza. adeguato.
La capacità giuridica si distingue dalla capacità di agire, È opportuni distinguere anche tra enti (collettivi e hanno
essa infatti è la possibilità di compiere attività negoziali e sempre uno scopo) e organi (corrispondono a quelli della
giuridiche che possono modificare la propria sfera persona fisica e si dividono in assemblea e
patrimoniale e comprende i maggiorenni e coloro che amministratori, nella prima i soci deliberano per l'ente e
posseggono la capacità di intendere e di volere, esistono determinano ogni attività, gli amministratori invece si
infine i casi di incapacità per perdita permanente o meno occupano di gestire il patrimonio con l'unico scopo di
di questa abilità. Per perdere la capacità di agire si agisce perseguire l'obbiettivo dell'ente).
per interdizione
(è un provvedimento più grave e di solito giudiziale e si attua quando un soggetto è afflitto da infermità mentale
abituale e dichiarato incapace, può essere chiesta dai soggetti che hanno aspettative sul patrimonio della persona)
o inabilitazione (si può chiedere se il soggetto si trova in una condizione di malattia che non intacca la sua
capacità di interpretare la realtà oppure se è afflitto da prodigalità [la mancata percezione del valore del patrimonio
che lo fa disperdere] in alcuni casi successiva all'uso di alcolici o stupefacenti).
Nel caso dell'inabilitazione esiste la figura del curatore e affianca la volontà dell'incapace, mentre nel caso
dell'interdizione si parla di tutore che sostituisce la volontà dell'interdetto ma agisce nel suo interesse. Ogni atto
perpetrato dall'incapace senza supervisione è annullabile sia se vi è danno nel caso dell'inabilitazione e in caso di
pregiudizio o no nel caso dell'interdizione.
Per quanto riguarda la richiesta di nullità del contratto essa è imprescrittibile quindi si può richiedere anche dopo
anni ed è esistono 3 sentenze: dichiarativa (il giudice conferma una realtà esistente, anche detta di accertamento)
costitutiva (modifica la realtà e le sfere giuridiche dei soggetti coinvolti) e di condanna (accerta una responsabilità
a cui segue una condanna di colui ritenuto colpevole).
Per quanto riguarda i minori il discorso è altrettanto complesso, si è passati da patria potestà a istituto della
responsabilità genitoriale il cui unico limite è l'abuso o nella condotta che crei pregiudizio per il figlio, è composta
quindi da doveri e diritti, con la procreazione non ci si può alienare da questi doveri essendo il minore una persona
e quindi avente diritti. In assenza delle figure genitoriali il minore è sotto il controllo/responsabilità di un tutore o
curatore che agisce nell'interesse del minore
Diritti assoluti:
anche detti reali o quella della persona “diritti della personalità”: dell'uomo in quanto tale esistenti indipendentemente dalle
situazioni soggettive e dal contesto in cui vive la persona. Il diritto alla vita, all'integrità fisica, alla salute, al nome,
all'onore, alla libertà personale, all'espressione del pensiero... sono tutti diritti che presentano un carattere di inviolabilità da
parte dello stato e degli altri uomini e per questo in alcuni casi coinvolge anche il diritto pubblico. Alcuni dei principi
inviolabili sono contenuti nei primi articoli della costituzione 5, 7, 9, 10... la lesione di uno di questi diritti sancisce un
danno ingiusto risarcibile sia dal punto di vista morale sia patrimoniale, sentenza decisa da un giudice che utilizza dei
parametri che tengono conto della fattispecie, se il danno è economico è più facile da quantificare rispetto al danno morale.
Alcuni diritti assoluti sono “indisponibili” come quello alla vita e sono quei diritti che il titolare non può utilizzare in favore
di altri, inoltre sono inalienabili e non sono prescrittibili.
Art.2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove
si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Uno dei diritti assoluti è il diritto alla riservatezza che si distingue dal diritto al segreto: il primo fa si che la divulgazione di
un dato sia controllata dal titolare del dato stesso (nasce come diritto ad essere lasciati soli), il secondo invece è l'interesse
che nessuno preda conoscenza di dati o fatti considerati privati. Il diritto alla riservatezza è riconosciuto alle persone fisiche
ma non alle persone giuridiche e in ogni caso il titolare è sempre tenuto ad adottare le precauzioni minime per evitare la
diffusione dei dati (ovvero qualsiasi informazione relativa a persone fisiche che siano identificate o identificabili). Quando
si parla di trattamento del dato personale invece si parla della raccolta conservazione, modifica elaborazione selezione
utilizzo e comunicazione all'esterno dei dati in questione, art 5 comma 2 del codice della privacy “Il presente codice si
applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è stabilito nel territorio di un Paese non appartenente
all'Unione europea e impiega, per il trattamento, strumenti situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli
elettronici, salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio dell'Unione europea.”
Questo diritto protegge sia i pubblici sia i privati perché i dati possono essere raccolti solo con alcune finalità e solo se
pertinenti al trattamento**** lezione del 16.03 Commentato [ludovica1]: Privacy e trattamento dei
Diritti reali: dati
Identificano il rapporto tra uomo e cose, si parla di beni in senso giuridico, oggetti prodotti dall'uomo o ottenuti
trasformando i prodotti derivanti dalla natura, oggetti che soddisfano direttamente (beni di consumo) o indirettamente (beni
produttivi o mezzi di produzione) l'uomo. In conclusione non sono beni cose dalle quali l'uomo non può trarre utilità.
Possono esistere beni materiali o immateriali, pubblici o privati, mobili o immobili, divisibili o indivisibili, fungibili o
infungibili, fruttiferi o infruttiferi, produttivi o improduttivi, consumabili o inconsumabili.
Il bene ha un corso storico, un oggetto può essere prima bene e poi non esserlo più o viceversa e lo stesso vale per i bisogni
umani che sono di vari tipi: bisogni primari, bisogni indotti dalla società e bisogni dello spirito. Ci sono dei beni che
vengono forniti dalla natura in misura superiore a soddisfare i bisogni e tutti possono fruirne ad esempio le energie che sono
beni che hanno un valore economico derivanti però dal sole o dal vento. I beni pubblici sono sottratti da ogni tipo di
appropriazione da parte di singoli e appartengono alla società, allo stato o ad enti pubblici che li amministra o controlla che
ne sia fatto un uso corretto.
Ogni diritto consiste in una o più facoltà che il titolare può esercitare sulla cosa e queste facoltà compongono il contenuto
del diritto di cui si parla.
Nel nostro sistema giuridico i diritti reali significano diritti sulle cose e sono 7:
1) diritto di proprietà: sul quale si costruiscono tutti i diritti reali, ha una sfera di facoltà potenzialmente
illimitata. Art 832 del codice civile “Il proprietario ha diritto di godere* e disporre** delle cose in modo pieno ed
esclusivo***, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico”, *facoltà che spetta al
proprietario di utilizzare la cosa nel modo in cui vuole lui, di trasformarla o distruggerla, farne propri i frutti naturali o
civili. **Decidere di vendere o donare o lasciarla nel testamento o no. ***Il proprietario può escludere chiunque dal
godimento della cosa. I limiti del diritto di proprietà si trovano nell'art 833 “Il proprietario non può fare atti i quali non
abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri”. L'art 42 della costituzione garantisce la proprietà
privata ma le attribuisce una funzione: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi
di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti” ciò:
sancisce la libertà di accesso alla proprietà privata quando non sono riservati alla proprietà pubblica (enti pubblici) e implica
che i privati possono opporsi all'arbitrio dei pubblici poteri, lo stato può far valere la sua autorità su quei beni in caso di
espropriazione e requisizione. Le modalità con le quali si può venire in possesso di un bene sono: a titolo originario
(occupazione, invenzione, accessione, specificazione, unione, commistione, usucapione) e a titolo derivativo (per effetto di
contratto o per successione a causa di morte), nel primo caso il bene è indipendente da un possessore precedente, caso della
“cosa di nessuno” o il caso in cui il diritto del vecchio proprietario soccombe a quello del nuovo. Il secondo caso invece
prevede un diritto che proviene da un precedente proprietario e prevede un dante causa e un avente causa rispettivamente
chi trasferisce il diritto e chi lo acquista.
T occupazione Art 923 “le cose mobili che non sono proprietà di alcuno si acquistano con l'occupazione, tali sono le
i cose abbandonate e gli animali che formano oggetto di caccia o pesca”, è il materiale
t impossessamento di un oggetto mobile che non sia proprietà di altri (per abbandono o perché non lo
o sono mai state)
l
invenzione Art 927 “Chi trova una cosa mobile deve restituirla al proprietario, e, se non lo conosce, deve
o
consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui l'ha trovata, indicando le circostanze del
ritrovamento” diverso è il caso dello smarrimento, chi trova l'oggetto ha diritto ad un compenso di
o
1/10 del valore dell'oggetto, dopo un anno dalla pubblicazione di smarrimento il ritrovatore diventa
r
proprietario della cosa
i
g Art 932 “Tesoro è qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può provare
i di essere proprietario. Il tesoro appartiene al proprietario del fondo in cui si trova. Se il tesoro è
n trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso, spetta per metà al
a proprietario del fondo e per metà al ritrovatore. La stessa disposizione si applica se il tesoro è
r scoperto in una cosa mobile altrui”
i accessione L'acquisizione di una cosa principale fa acquisire anche le cose accessorie di questa, in 3 forme:
o accessione di cosa mobile a cosa immobile (si manifesta la preminenza della proprietà immobile),
accessione di cosa immobile a cosa immobile (molto raro) e accessione di cosa mobile a cosa mobile
(ad esempio l'unione la commistione o la fusione).
Unione e 2 cose mobili sono unite e sono di 2 possessori diversi o sono accomunate da alcuni elementi
commistione
specificazione L'acquisto della proprietà di una cosa creata con materiale altrui e risolve un conflitto tra proprietà e
lavoro finalizzato alla creazione di una nuova cosa.
usucapione La possibilità di acquisire un bene se ne si ha un possesso prolungato nel tempo, ciò permette la
circolazione dei beni. Il termine di tempo ordinario è di 20 anni, ma se il possesso è iniziato in modo
violento o clandestino il termine decorre dalla fine della violenza.
Proprietà ≠ possesso→ è una situazione di fatto art 1140 “il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta
↓ in una attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto
situazione di diritto sulla cosa, reale, si può possedere direttamente o per mezzo di altra persona che ha la
il proprietario è possessore ma detenzione della cosa” si potere su di una cosa sulla
non può succedere diversamente quale non si ha diritto, la condizione che permette questa situazione può
(eccetto furto o vendita nulla). Essere la noncuranza dell'oggetto da parte del proprietario, il possessore
ha una protezione giuridica autonoma. È importante distinguere il possesso dalla
detenzione perché nel primo caso il possessore ha intenzione di comportarsi nei confronti dell'oggetto come il proprietario
avrebbe fatto mentre nel secondo caso si parla solo di avere la cosa in modo materiale. Un oggetto si può possedere
direttamente (detenendo la cosa) o indirettamente (per mezzo di altri). Di azioni possessorie ce ne sono di 2 tipi: azione di
reintegrazione o di spoglio (spetta al possessore spossessato della cosa in modo occulto o violento e prevede la restituzione
entro un anno a meno che non si dimostri di essere proprietario) e azione di manutenzione (riguarda i beni immobili e
universalità di mobili e prevede il caso del possessore molestato nel godimento della cosa o il possessore che ha subito un
spoglio non violento, si può richiedere un intervento entro un anno ma si deve dimostrare la proprietà) in entrambi i casi il
possesso precedente prevale su quello successivo.
Il passaggio da proprietario a possessore è indipendente dalla buona o cattiva fede del possessore, al massimo influisce sulla
durata dell'usucapione, si parla di prescrizione acquisitiva e dura massimo 10 anni, se la fede è buona dura di meno e
viceversa con l'usucapione cadono i diritti sulla cosa del proprietario ma anche i suoi debiti.
Art 1141 “si presume il possesso in colui che esercita il potere di fatto, quando non si prova che ha cominciato a esercitarlo
semplicemente come detenzione” si parla di animus possidendi e vale per le cose mobili. L'art 1147 invece parla del
possessore in buona fede ovvero chi possiede una cosa ignorando che abbia proprietà altrui, fino a prova contraria si
presume sempre la buona fede.
Diritti reali su cosa altrui:
1) diritto di superficie: il potere di edificare o di mantenere sul suolo altrui una propria costruzione, art
952 “il proprietario può costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri, che
ne acquista la proprietà” il proprietario del suolo e della costruzione sono quindi 2 soggetti diversi. Questo diritto si può
costituire in perpetuo o a tempo determinato (una volta scaduto il termine il diritto di superficie si estingue). Per quanto
riguarda il sottosuolo (es: autorimesse) la situazione è analoga, ma può riguardare anche la costruzione di sopraelevazioni
su edifici preesistenti. Esiste anche il diritto di superficie temporaneo ma raramente utilizzato in Italia ed evita la
speculazione sul territorio e sulla costruzione ma agevola la costruzione di strutture scadenti.
2) diritto di enfiteusi: art 958 “L'enfiteusi può essere perpetua o a tempo. L'enfiteusi temporanea non può
essere costituita per una durata inferiore ai venti anni” si trova nell'ambito dei diritti di godimento di cosa altrui e
attribuisce all'enfiteuta il godimento spettante al proprietario, prima era molto diffuso oggi non più ed è un diritto perpetuo o
comunque che non ha durata inferiore ai 20 anni e si può cedere o trasmettere in via ereditaria. Gli oggetti comuni di questo
diritto sono proprietà agrarie o fondi urbani in cui l'enfiteuta ha 2 obblighi: migliorare il fondo e corrispondere al
proprietario un canone periodico. L'affrancazione da parte dell'enfiteuta della cosa equivale all'appropriazione totale
dell'oggetto e si ottiene pagando una somma moltiplicata per il canone annuo dovuto al proprietario. L'estinzione del diritto
di enfiteusi avviene se l'enfiteuta non adempie agli obblighi imposti permettendo al proprietario la nuova acquisizione della
piena autorità.
3) diritto di usufrutto:comprende la facoltà di godere (l'usufruttuario può fare propri i frutti naturali e
civili della cosa) ma nel rispetto del fine economico della cosa deciso dal proprietario, all'usufruttuario competono le spese
per la manutenzione ordinaria della cosa ma le spese straordinarie competono al proprietario, art 1014 “l'usufrutto si
estingue: 1) per prescrizione per effetto del non uso durato per venti anni; 2) per la riunione dell'usufrutto e della proprietà
nella stessa persona; 3) per il totale perimento della cosa su cui e' costituito”. La durata dell'usufrutto non può eccedere la
vita dell'usufruttuario, L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica non può durare più di trent'anni, questo diritto
infatti non si può cedere in modo ereditario. L'usufrutto può essere volontario (costituito per contratto o testamento) o legale
(costituto dalla legge indipendentemente dalla volontà dei partecipanti). L'acquisizione di questo diritto può avvenire anche
per usucapione e si deve occupare della cosa con la diligenza di un “buon padre di famiglia”.
4) diritto di uso e abitazione: l'uso si differenzia dall'usufrutto per le sue minori possibilità di godimento
dell'oggetto, l'usuario può infatti godere dei frutti dell'oggetto limitatamente ai suoi bisogni dovendo consegnare l'eccesso al
proprietario. Il diritto di abitazione ha per oggetto tendenzialmente una casa che può essere abitata limitatamente ai bisogni
del titolare del diritto. In sostanza entrambi non concedono di dare in locazione o vendere o cedere questo diritto.
5) diritto di servitù: art 1027 “La servitù prediale consiste nel peso imposto sopra un fondo per l'utilità di un
altro fondo appartenente a diverso proprietario” nasce con riferimento alla proprietà fondiaria, prevede una limitazione
della facoltà di godimento dell'immobile, i presupposti per la servitù sono la contiguità dei due fondi, l'appartenenza di essi
a titolari distinti e dalla previsione di un peso a carico di uno dei due fondi.
Ci sono vari modi di classificare la servitù, secondo il loro modo di manifestarsi:
Positiva Permettono al proprietario del Continue Quelle che presuppongono una precedente opera
fondo dominante forme di
utilizzazione diretta del fondo
servente Discontinue Quelle che prescindono da eventuali costruzioni
Negativa Sono imposti degli obblighi di “non fare” al proprietario del fondo servente
Apparenti Non apparenti
Se esistono sul fondo servente delle opere Manca un'opera visibile
naturali o artificiali visibili o permanenti
Volontarie Coattive
Si costituiscono per volontà di singoli Si costituiscono per legge
Contitolarità dei diritti reali:
di regola questi diritti appartengono ad una persona sola, la comunione di proprietà in cui più persone condividono dei
diritti reali allo stesso tempo su una stessa cosa, (art 1100) si esprime secondo 3 possibilità: volontaria (più persone
aderiscono ad essere comproprietarie di un bene) incidentale (indipendente dalla volontà ma dalla quale ci si può liberare
volontariamente es: eredità) e forzosa (dalla quale non ci si può sottrarre es: condominio). Facoltà di godimento della cosa:
Art 1102 “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli
altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni
necessarie per il miglior godimento della cosa” la cosa si scompone in una pluralità di quote determinate in modo
aritmetico, ciò distingue la proporzione con la quale una persona concorre nei benefici e nei pesi della cosa, possono esserci
quote disuguali.
L'amministrazione della cosa comune spetta collettivamente a tutti i partecipanti che deliberano a maggioranza di quote.
Disposizione della propria quota: art 1103 “Ciascun partecipante può disporre del suo diritto e cedere ad altri il godimento
della cosa nei limiti della sua quota”, questa situazione però ostacola la circolazione dei beni quindi ogni partecipante può
in qualsiasi momento chiedere al giudice di dividere la comunione facendo diventare le quote reali in utilità materiali salvo
che si tratti di una cosa che divisa non adempierebbe al fine per cui è destinata. Il patto di comunione non può superare i 10
anni, allo scadere del tempo se si può la divisione si fa in natura sennò si procede o all'assegnazione di proprietà ad uno dei
partecipanti che versa il valore in denaro della quota agli altri o si vende a terzi con la ripartizione del ricavato.
Il condominio rimane un esempio particolare, ci possono essere due situazioni
– comunione forzosa→ gli appartamenti sono di singole proprietà soggettive dei partecipanti ma Sono
oggetto di proprietà comune dei proprietari delle singole unità immobiliari dell'edificio: 1) tutte le parti dell'edificio
necessarie all'uso comune; 2) le aree destinate a parcheggio nonché i locali per i servizi in comune, come la portineria; 3) le
opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere destinati all'uso comune, come gli ascensori.
– Comproprietà tra tutti i proprietari degli appartamenti, ma se ci sono più di 8 condomini deve essere
stabilito un amministratore e se ci sono più di 10 condomini deve essere istituito un regolamento delle cose comuni. Le parti
comuni sono indivisibili a meno che non ci sia l'accordo di tutti i condomini e che ciò non rechi pregiudizio a nessuno.
Obbligazione:
è un vincolo che si instaura tra 2 soggetti per l'esecuzione di una trattazione, in cui vi è un creditore (soggetto attivo) e un
debitore (soggetto passivo) sul quale grava l'obbligo di condotta finalizzato a soddisfare l'interesse del creditore, la
prestazione è l'oggetto della contrattazione. I soggetti possono essere anche di più da entrambi le parti ma nel momento in
cui sorge l'obbligazione diventano soggetti determinati o determinabili. La prestazione deve essere suscettibile del carattere
di patrimonialità ovvero deve essere possibile effettuare una valutazione economica, infatti questa fa parte dei diritti
patrimoniali e deve consistere o nel pagamento di una somma di denaro o in un altro modo traducibile in una somma di
denaro.
Art 1173 “Le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in
conformità dell'ordinamento giuridico” art 1174 “La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere
suscettibile di valutazione economica e deve corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore”
Esistono vari tipi di prestazione: di restituire (, può generare obbligazioni di specie o di genere)
Obbligazione di dare Obbligazione di Obbligazione di restituire
consegnare
pagamento di una la consegna di un chi ha ricevuto in prestito una somma o un bene e deve restituirlo
somma di denaro bene Obbligazione di specie Obbligazione di genere
La consegna di una cosa La consegna di una cosa nel genere,
determinata nella sua nella categoria, non si può infatti
identità restituire beni con qualità inferiori al
bene originale
Obbligazione di fare Le prestazioni per l'esecuzione delle quali sono richiesti comportamenti attivi del
debitore diversi dal dare o dal consegnare, quindi ad esempio che producano qualcosa
Obbligazioni di non fare Sono quelle che hanno ad oggetto prestazioni che si attuano attraverso una astensione
es: patto di non concorrenza
Obbligazione di mezzi Il debitore è obbligato a svolgere un'attività senza garantire il risultato atteso
Obbligazione di risultato Il debitore è obbligato a raggiungere il risultato prestabilito
Obbligazione di Art 2597 “Chi esercita un'impresa in condizione di monopolio legale ha l'obbligo di
contratto contrattare con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell'impresa,
osservando la parità di trattamento”
Obbligazione solidale attiva quando, essendoci più di un creditore, ciascuno ha diritto a pretendere la
prestazione per l'intero. La prestazione ottenuta da uno dei creditori libera il debitore
verso tutti.
Obbligazione parziale Il creditore può rifiutare un adempimento parziale anche se la prestazione e' divisibile,
salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente.
Il creditore può esigere uno sforzo del debitore che si rifà al concetto di diligenza art 1176 “Nell'adempiere l'obbligazione il
debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia, Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di
un'attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata”.
Le prestazioni si dividono in principale e accessorie (un esempio è quello di comportarsi secondo le regole della
correttezza) entrambi devono impegnarsi per far si che la prestazione si estingua.
Ci sono 3 tipi di fonti dell'obbligazione, 2 specifiche (contratto e illecito) e una generica (ogni atto che l'ordinamento
consideri idoneo a produrre obbligazioni).
Contratto→ è accolto tra 2 o più parti e costituisce un rapporto giuridico
illecito→patto che cagiona ad altri un fatto ingiusto e fa nascere l'obbligazione di contratto
adempimento delle obbligazioni→ l'esatta esecuzione da parte del debitore della prestazione che forma oggetto della
prestazione, secondo:
modalità Seguendo sempre il principio di diligenza, può essere normale o particolare
tempo Art 1183 “Se non e' determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita, il creditore può
esigerla immediatamente. Qualora tuttavia, in virtù degli usi o per la natura della prestazione ovvero per
il modo o il luogo dell'esecuzione, sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo delle parti,
e' stabilito dal giudice”.
luogo La prestazione deve essere eseguita nel luogo prestabilito dalle parti, se non è stato stabilito si seguono 3
criteri: 1) se l'obbligazione è di dare (consegna) l'oggetto va consegnato nel luogo in cui si trova quando è
sorta l'obbligazione, 2) se l'obbligazione consiste nel pagamento di denaro si adempie al domicilio del
creditore, 3) ogni altra obbligazione si adempie al domicilio del debitore.
Persona che Art 1180 adempimento di un terzo “L'obbligazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la
esegue volontà del creditore, se questi non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione
Tuttavia il creditore può rifiutare l'adempimento offertogli dal terzo, se il debitore gli ha manifestato la
sua opposizione. ” per adempiere non è necessaria la capacità di intendere o di volere.
Persona che Il creditore deve necessariamente essere dotato della capacità di intendere e di volere e chi adempie con
riceve l'incapace e non con il suo rappresentante deve dimostrare di averlo fatto in buona fede. L'adempimento
deve essere rivolto a chi è autorizzato a riceverlo.
Identità della Il debitore è liberato solo se esegue la prestazione che deve e non una diversa, il debitore che adempie ad
prestazione una obbligazione di dare in denaro ha diritto alla quietanza ovvero una “confessione” che afferma
l'avvenuto adempimento. Art 1193 “Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può
dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il
pagamento deve essere imputato al debito scaduto; tra più debiti scaduti, a quello meno garantito; tra
più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore; tra più debiti ugualmente onerosi, al più
antico. Se tali criteri non soccorrono, l'imputazione e' fatta proporzionalmente ai vari debiti”
Obbligazioni pecuniarie→ hanno per oggetto il pagamento di denaro
inadempimento della prestazione→ il debitore è inadempiente se non esegue la prestazione o se non lo fa in modo esatto,
la responsabilità del debitore che deve ristorare il creditore per il pregiudizio che gli è stato cagionato dall'inadempimento
secondo delle regole: concorre il principio dell'impossibilità sopravvenuta della prestazione che derivi da una causa non
imputabile al debitore e lo esoneri dalla responsabilità (concetto di fatalità o caso fortuito) il fatto che ha causato
l'inadempimento quindi non doveva essere prevedibile da nessuno.
Mora:
spesso coincide con il concetto di inadempimento, è il ritardo qualificato o semplice che non produce conseguenze
giuridiche, nonostante in seguito la prestazione venga conclusa rimane inadempimento a causa del ritardo.
La costituzione in mora è un atto formale di richiesta da parte del creditore nei confronti del debitore di adempiere alla
prestazione, in alcuni casi è superflua, ad esempio se il debitore dichiara per iscritto di non voler adempiere, se una
prestazione sottoposta a un termine scaduto da eseguirsi al domicilio del creditore, se l'obbligazione deriva da un fatto
illecito, se si tratta di un'obbligazione di non fare e se il debitore è considerato immeritevole di tolleranza.
Effetti della mora→ 1) l'aggravamento del rischio del debitore (il debitore non può più invocare l'esimente della
responsabilità di una impossibilità anche se oggettiva della prestazione, a meno che non provi il perimento dell'oggetto nelle
mani del creditore) 2) responsabilità contrattuale (obbligo di risarcimento dei danni, vale per qualunque tipo di
inadempimento art 1223 “Il risarcimento del danno per l'inadempimento o per il ritardo deve comprendere cosi' la perdita
subita dal creditore come il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta” gli elementi del
danno sono il danno emergente (la perdita subita dal creditore) e il lucro cessante (il mancato guadagno). Tra
inadempimento e danno deve esserci un rapporto di causalità, non sono risarcibili i danni che si relazionano
all'inadempimento secondo un rapporto di causa effetto, ma solo i danni immediatamente conseguenti all'inadempimento e
prevedibili dal debitore. Se l'inadempimento è consapevole o volontario prevede che il debitore risarcisca il creditore anche
dei danni indiretti, se invece il creditore ha concorso nella realizzazione del danno allora il debitore è tutelato.
Mora del creditore→ l'ingiustificato rifiuto di ricevere la prestazione dal debitore, ha la facoltà di farlo ma non se pregiudica
il debitore, inoltre il creditore è sempre tenuto a non ostacolare il debitore nel suo adempimento, ci sono 3 effetti alla mora
del creditore: 1) il rischio del perimento supportato dal creditore, il debitore conserva il diritto alla controprestazione 2) non
sono più dovuti dal debitore interessi sulle somme di denaro 3) sono dovute il rimborso delle spese della cosa e il
risarcimento dei danni subiti dal debitore.
Il debitore può conseguire un altro effetto: la propria liberazione dal debito depositando (nel caso di una prestazione
pecuniaria) la somma dovuta n una banca o (nel caso di oggetti mobili) la consegna degli stessi nel luogo indicato dal
giudice o infine (nel caso di immobili) consegnandole ad un sequestratario nominato da un giudice.
Estinzione della prestazione che non sia attraverso l'adempimento:
Prestazione oggettivamente Se le cause non sono dipendenti dal debitore, se invece si parla di impossibilità temporanea
impossibile allora il debito non si estingue ma il debitore non è ritenuto responsabile del ritardo.