Igiene Sbobine
Igiene Sbobine
Igiene Sbobine
LEZIONE 1
“Spesso non è necessario scoprire cose nuove ma vedere con occhi differenti ciò che già
conosciamo (A. Einstein)”.
Bisogna innanzitutto definire la parola igiene, la quale in realtà viene collocata nell’ambito medico
specialmente “Nell’igiene e sanità pubblica – medicina preventiva”, dunque tutte quelle attività che
si svolgono nel paziente, nel territorio e nell’ambiente per permettere ad un uomo che nasce sano
di rimanere sano per un tempo più lungo possibile che la sua prospettiva di vita possa dare, per cui
noi dobbiamo tutelare e promuovere la salute e non pensare a come curare la malattia, in quanto
quest’ultima viene studiata dai clinici.
Bisogna analizzare tutte quelle attività che generalmente conosciamo, ad esempio una donna in
gravidanza rispetto al passato svolge delle attività preventive come l’assunzione dell’acido folico
per ridurre la possibilità di avere un feto malformato o fa una serie di accertamenti per ridurre la
possibilità che ci sia una problematica nel feto che possa poi proseguire nel corso del tempo ma
ciò che appare fondamentale è la corretta alimentazione in quanto permette non solo il
mantenimento del peso ma permette di ridurre i fattori di rischio che con l’aumento del peso
corporeo possono intervenire in una donna in gravidanza compromettendo non solo la sua salute
ma anche quella del feto. A questo proposito, occorre affrontare tutti quei fattori di tipo salutistico:
Mangia bene
Dormi tanto senza eccedere
Non fumare
Se fai attività fisica falla naturalmente senza doparti
Evita le droghe e le sostanze di abuso
Fai attività fisica
Purtroppo, esistono dei fattori di rischio che non si possono controllare, ma lavorando molto su
queste indicazioni si può aumentare la speranza di vita di un soggetto, ad esempio negli anni 50 la
speranza di vita di un bambino alla nascita era 30 anni, oggi arriviamo ad 86.
Per cui, l’igiene e la medicina preventiva fa sì che ogni persona nasca sana e mantenga il proprio
stato di salute al più alto di livello fino al naturale compimento della vita. Di fatto, l’Italia, la Spagna
e il Giappone sono i tre paesi con la più alta aspettativa di vita, di cui due sono paesi mediterranei
in quanto noi abbiamo una chiave in più vale a dire la dieta mediterranea che ci simula e ci emula
la dieta giapponese.
Ma cosa si intende per salute? La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e
sociale, dunque la mancanza di psicosi, la mancanza di depressione e la mancanza di instabilità
mentale, non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità, ciò viene affermato da OMS
nel 1948 (organizzazione mondiale di sanità che generalmente in inglese viene denominato WHO).
Di fatti, oggi si parla di cause cliniche derivanti da una problematica psicologica o psichiatrica, ad
esempio il mobbing, il quale si può riscontrare in luogo di lavoro, chi subisce un mobbing mostra
una specifica sintomatologia che aiuta di conseguenza non solo il medico ma anche il magistrato a
capire se realmente quel soggetto ha subito mobbing.
Allora, bisogna promuovere la salute attraverso una serie di fattori che hanno sia come oggetto di
azione il cittadino comune ma deve diventare anche un nostro partner attraverso un’advocasy
verso il mio paziente con l’obiettivo di mantenerlo sano. Non riuscire ad imprimere nel paziente
una giusta consapevolezza che lo stile di vita è un fattore importante porta ad un fallimento, non
soltanto dal punto di vista medico, ma anche nell’ambito statale in quanto se un soggetto muore
prima del suo ciclo di vita, era un soggetto ancora capace di lavorare e ciò comporta un
abbassamento del PIL.
Vi sono degli elementi, a costo zero, attraverso i quali si può intervenire direttamente potenziando
la salute di un soggetto:
L’attività fisica, la quale abbassa la colesterolemia, abbassa la possibilità di avere un
infarto o un ictus, da maggiore compattezza e riduzione degli sbalzi pressori, dunque il
soggetto mantenendosi attivo non soffre di ipertensione. Inoltre, permette di mantenere
saldo l’apparato muscolo-scheletrico perché ad esempio nella donna in menopausa o
nell’uomo con un’età avanzata fare attività fisica rallenta l’osteoporosi con la diminuzione
del rischio di avare fratture che portano il sistema economico del nostro paese che copre
tutte le necessità a risparmiare del denaro per la riabilitazione o per la ricerca migliorando
dove è possibile la ricerca su quelle patologie dove poco ancora si può fare o è difficile
intervenire.
La nutrizione, oggi si dice che “chi mangia bene si cura bene” perché la nutrizione non è
solo gola o avere la capacità di comprarsi ciò che si vuole da mangiare identificando
nell’alimento il proprio status symbol.
Il nostro paese è abituato ad associare nell’alimento una determinata classe sociale, da ciò
si deve capire il motivo per il quale noi abbiamo incominciato ad usare troppa carne in
quanto la carne rappresentava, nel paese contadino quale eravamo, una scalata sociale
avendo come contraccolpo tutta serie di patologie croniche che sono derivate dal
benessere.
La nutrizione deve essere osservata con quella che è la sua funzione biologica, inserire
elementi sostanzialmente utili al mantenimento corporeo ma anche saper scegliere e
fondere insieme i vari elementi senza eccedere nelle quantità, bisogna bilanciare la
mancanza di una effettiva attività fisica con una corretta alimentazione in termini di
proteine, carboidrati e grassi. Un assistente sociale non solo deve avere i presupposti e le
conoscenze giuridiche per seguire quelle persone ma deve avere una conoscenza di
psicologia, di pedagogia, di sociologia e di medicina, quel minimo che permettere di
intraprendere un’attività consapevole ma soprattutto oculata.
La prevenzione
Cosa sono i determinati di salute? Sono tutti quei fattori che si possono sfruttare a mio piacimento
al fine di migliorare la salute di un soggetto.
I determinanti di salute possono essere non modificabili e modificabili. Tra i non modificabili,
riscontriamo:
La genetica, se un soggetto ha una predisposizione genetica di una malattia, a meno che
non esiste la terapia genetica, non si può evitarla.
Il sesso, se un soggetto affronta un’operazione per cambiare sesso, geneticamente rimane
sempre il sesso iniziale.
L’età, la quale rappresenta un fattore di rischio per le malattie croniche, le quali iniziano a
manifestarsi con l’avanzare degli anni, ma allo stesso tempo vi sono persone che ricevono
una serie imput che gli permettono di raggiungere la propria età in maniera ottimale con
una lucidità mentale, questo rappresenta il risultato della sanità pubblica.
•Accesso ai servizi, il quale al Nord è molto più semplice dovuto ad una maggiore contribuzione
statale verso:
- Istruzione
- Tipo di sistema sanitario
- Servizi sociali
- Trasporti
- Attività ricreative, in Italia non vi sono città moderne e quindi non è stato mai considerato
L’Urban Health a differenza degli Stati Uniti dove si può incontrare uno spazio verde di due
ettari in ogni quartiere. Tale differenza la si può anche riscontrare tra i paesi del nord e i paesi
del meridione in quanto nei paesi del nord si consente di portare i bambini al parco con
maggiore sicurezza. Non c’è popolazione che sei evolve, se non si evolve il suo sistema
sanitario.
Ma vi sono anche dei fattori lavorativi, i quali sono connessi al tipo ed all’intensità di attività
lavorativa svolta ed alla presenza di fattori di rischio e/o danno ad essa legati. Di fatti, quando
parliamo di medico competente o medicina del lavoro, questa è stata una delle attività che ha
consentito una maggiore prevenzione di sanità pubblica, in quando si va a tutelare il lavoratore in
base al tipo di lavoro che svolge per ridurre la sua probabilità di ammalarsi, ad esempio nelle
scuole o nelle aziende quando una donna rimane incinta se svolge una funzione che non è
salutare o sicura per una gravidanza il medico competente afferma che bisogna cambiare funzione
fin quando è in gravidanza al fine di garantire una corretta prevenzione.
Il danno può essere prodotto da fattori chimici, fisici, biologici, ma anche organizzativi e
manageriali, ad essi può colpire anche solo il lato psicologico.
Come si misura lo stato di salute di una popolazione? Ciò è legato all’igiene e all’epidemiologia, in
quanto si cerca di misurare lo stato di salute di una popolazione al fine di studiare attraverso la
ricerca sanitaria quali potrebbero essere i fattori di rischio o le cause che portano ad una specifica
malattia, per esempio per il covid si è capito che si trattasse di un virus e per questa regione si
sono messi in atto tutte quelle attività che permettono un controllo di gestione di un virus, a
differenza della tubercolosi, la quale è una malattia batterica e dunque ha delle caratteristiche
diverse, ma se si pensa all’obesità, la quale ha una serie di fattori di rischio che però si possono
studiare per eliminare quelle condizioni che potrebbero portare un soggetto a divenire obeso. Su
uno studio fatto sul tumore alla tiroide si è notato come con l’avanzare dell’età, a partire dai 56
anni, si inizia a consumare più zucchero, il quale non è solo un elemento che può portare peso o
iperglicemia ma porta anche degli squilibri ormonali, quindi è normale che si possono trovare più
diabetici nei soggetti con il tumore alla tiroide.
Lo studio di particolari popolazioni seguite per capire come evolve la malattia o da quali elementi
potrebbe derivare ci consente non solo di bloccare i nuovi casi di malattia ma di mettere in atto il
nostro elemento principale vale a dire tutti gli elementi di prevenzione.
Per misurare lo stato di salute di una popolazione si usa la metodologia epidemiologica, il quale è
composto da vari tassi al fine di controllare una misura ben specifica.
La metodologia epidemiologica è una metodologia scientifica applicata sulle persone, per cui
rientrano la statistica, la bio statistica e l’approccio terapeutico (cos’è la clinica? E cos’è evidence
based medicine?). Oggi sappiamo che per ogni tipologia di patologia esiste una terapia che deve
seguire dei protocolli.
Per una corretta efficacia, bisogna avere degli indicatori che permettono di misurare il misurabile
ovvero il misurando. Esistono sia degli indicatori diretti che danno immediatezza della contezza
della situazione in cui si vive, o indiretti in cui si arriva trasversalmente, vale a dire attraverso vie
alternative ma che forniscono ugualmente una conoscenza importante.
Gli indicatori diretti sono:
Demografici, suddivisi in:
- Mortalità
- Natalità
- Fecondità
- Immigrazione
- Speranza di vita
- Durata media della vita
- Piramide dell’età
- Indice di vecchiaia e rapporto di dipendenza
Un tasso di mortalità elevato o un basso tasso di natalità nella popolazione comportano delle
problematiche e per questa ragione da due anni vi è l’allerta di un basso tasso di natalità in quanto
così non si riesce a dare una possibilità alla popolazione di ringiovanire vale a dire di sostenere le
persone anziane del domani.
La fecondità, nella quale rientra la deprivazione economica in quanto vi è collegato anche il livello
culturale e sociale, ma mediamente oggi il primo figlio si fa intorno ai 42 anni perché la donna si è
emancipata e quindi come l’uomo tende a posticipare quanto è più possibile la gravidanza per
poter cercare di avere una posizione stabile, però questo prolungamento sta portando a nuclei
familiari con un solo figlio e in alcuni casi senza figli.
L’immigrazione che è arrivata da una mentalità rurale ha portato un piccolo ringiovanimento della
popolazione proprio perché il tasso di natalità più alto.
• Sociosanitari
- Diffusione di fattori di rischio di tipo comportamentale (abitudini alimentari inadeguate; uso
di sostanze voluttuarie)
- Alterazioni genetiche, per esempio se si considera l’anemia mediterranea è una malattia
genetica ed endemica per il territorio italiano, soprattutto per il meridione, questo tipo di
alterazione già da un’indicazione che c’è un tasso di malattia costante e quindi
indirettamente dai dati sociosanitari di disabilità si risale alla condizione di salute della
popolazione
- Degrado e/o contaminazione ambientale
- Frequenza di utilizzazione delle strutture assistenziali sociosanitarie
La mortalità in Italia ha subito varie alterazioni. Nel 1861, piena era industriale, su 1000 persone 30
morivano costantemente, ma se ci spostiamo nel dopoguerra notiamo che vi è stato un drastico
abbassamento dovuto alla penicillina, così è iniziato il processo attraverso il quale si è cercato di
indagare quali potessero essere alcune malattie e soprattutto come era possibile prevenirle. Se
notiamo l’arco di tempo che va dal 1951 al 1991 è rimasto pressoché costante, questo perché è
entrato in gioco la vaccinazione per la difterite e la vaccinazione per altre patologie che erano
come la poliomielite vale a dire mortali e disabilitanti. Dal 1991 si è inserita l’ecografia, la quale ha
permesso di diminuire le morti neonatali, in quanto è uno strumento preventivo e terapeutico che
ha consentito di osservare in anticipo il possibile problema e quindi di intervenire prima che il
soggetto nascesse affinché si evitasse una situazione di rischio, di fatti notiamo che la mortalità
infantile con la sanità pubblica come è crollata e questo si deve alla bontà dei trattamenti ed ai
progressi della sanità pubblica che si sono svolti nel tempo.
Inoltre, possiamo parlare della speranza di vita alla nascita negli uomini e nelle donne. Se un
bambino o una bambina nascono, vi sono le certezze che la femmina a 43 anni è ancora sana,
mentre il maschio a 42, già possiamo vedere come è presente uno scostamento di un anno, ma se
la vita continua, di fatti noi oggi sappiamo che abbiamo una vita media di circa 83 anni in base se
si è maschi o femmina, notiamo come nel 2003 la donna aveva raggiunto gli 83, mentre 77 gli
uomini. Ciò viene confermato dal INPS in quanto si può notare come le reversibilità sono tutte
femminili, vale a dire vanno alla moglie, di fatti vi sono più vedove.
Se ci proiettiamo nel futuro, in Italia, nel 2040, siamo al sesto posto nella classifica mondiale dal
rapporto Health at a Glance: Europe 2018 elaborato dall’OCSE è emerso che l’aspettativa di vita in
Italia continua a essere la seconda più alta tra tutti i paesi dell’Unione europea, questo grazie
anche al livello climatico, subito dopo la Spagna.
L’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto gli 83,4 (81 anni gli uomini, 85,6 le donne) nel 2016, quasi
due anni e mezzo in più rispetto alla media europea (81 anni).
Sono nel 2015 si è registrato un rallentamento dell’aspettativa di vita in Italia, diminuita sia tra gli
uomini che le donne per poi risalire l’anno successivo: la riduzione sarebbe da imputarsi, almeno in
parte, all’accesso di mortalità nei mesi invernali, specialmente nelle persone anziane, legato a
influenza e a un aumento di malattie cardiovascolari, le quali hanno una frequenza collegata al
clima.
LEZIONE 2
Mortalità in Italia:
Vi è stato un abbassamento della curva della mortalità anche per ciò che riguarda la mortalità
infantile. Ricordiamo che con l’accesso alla penicillina, e come abbiamo intuito quali potevano
essere le malattie e come prevenirle, la vaccinazione ad esempio.
La mortalità infantile è crollata col tempo, questi sono dati demografici DIRETTI come osservato in
precedenza.
La speranza di vita in Italia è alta, quindi probabilmente la qualità della vita è migliorata, abbiamo
pure una forte presenza di ultracentenari col genere femminile in maggioranza, tra il 2009 e il 2019
tra 125 persone ultracentenarie uno studio rivela come questi soggetti erano in maggioranza di
genere femminile.
Tra il 1976 e il 2016 l’età media è di 80 anni. Pure la probabilità di morire nel primo anno di vita si
riduce drasticamente di sette volte perché erano le femmine più a morire in tenera età?
Perché i figli maschi erano preferiti alle femmine molto tempo fa. L’Italia e la Francia detengono il
record europeo di ultracentenari.
Nella dinamica di INVECCHIAMENTO l’Italia sta al primo posto, oggi intorno al 32%, la Francia
segue. In altri posti invece come in NIGERIA c’è stato sempre un basso tasso ma ad oggi lo
vediamo in rialzo perché oggi si muore più tardi anche in quei posti (oggi l’indice sta intorno al 9-
10%)
Anche per ciò che riguarda la nascita il GIAPPONE tiene il primato mentre invece l’ITALIA AL
TERZO POSTO PER ACQUISIZIONE DI ATTESA DI VITA.
LA PIRAMIDE D’ETA’:
è un diagramma dove vengono riportate le classi d’età in cui è distribuita una popolazione, in
ascissa troviamo la percentuale o il numero di soggetti appartenenti a ciascuna classe suddivisi
per sesso, maschio e femmine.
La piramide d’età prende forma più larga e rettangolare se la speranza di vita è più alta, al
contrario assumerà una forma piramidale – vedi grafico slides seconda lezione.
Bisogna allora incentivare a fare figli. Gli immigrati assumendo gli stili di vita italiani come gli italiani
non fanno figli.
L’EPIDEMIOLOGIA:
studia la distribuzione delle cause che determinano una malattia. Nel 1900 la morte era dovuta a
problemi all’apparato respiratorio o digerente maggiormente in ITALIA e la mortalità era alta per
bambini e giovani, andando avanti le malattie vengono sostituite da tumori e malattie
cardiovascolari, c’è stata quindi una variazione, scivolamento da infettivo a cronico degenerativo.
I fattori causali sono specifici per le malattie infettive e sono necessari perché c’è bisogno di un
agente patogene, l’agente axiologico con un rapporto 1:1 tra microorganismo patogeno e malattia
specifica che viene prodotta…si interverrà allora con la prevenzione.
Nelle malattie croniche non ci sono fattori correlati ad una malattia cronica ma sono molti fattori
che insieme lavorano spostando la probabilità di ammalarsi verso quella numericamente positiva,
sono molteplici rischi allora che portano alla probabilità di ammalarsi.
Magari c’è chi muore di infarto senza mai aver avuto niente, beh li gioca la genetica… bisogna
sempre agire preventivamente, bisogna anticipare tutto anagraficamente, anche per familiarità.
Per ciò che concerne l’ESORDIO invece, per le malattie infettive è clamoroso, mentre per le
croniche è spesso subdolo e lento...
Il DECORSO invece è rapido per le malattie infettive (o guarisci o muori), per le malattie croniche è
molto lento e si aggrava sempre di più.
L’ESITO per le infettive è la guarigione o la letalità mentre invece per le croniche parliamo di un
progressivo peggioramento.
Ci sono degli effetti di miglioramento dovuti alle terapie per le malattie infettive, i farmaci ad
esempio abbreviano il decorso e diminuiscono la prevalenza. Per le malattie croniche allungano il
decorso e aumentano la prevalenza.
- PREVALENZA: è il numero dei malati che rimangono tali, FRATTO, tutti i malati di quella
malattia.
Se guariscono 50 su 1000 la prevalenza è alta, muoiono più persone no?
Se ne guariscono 800 su 1000 la prevalenza è bassa.
Negli studi epidemiologici si devono cercare le cause per eliminare gli effetti e far sì che la
popolazione non incorra in quella malattia da evitare.
Chi ha avuto l’epatite, ad esempio, ha possibilità di sviluppare il cancro al fegato, non parliamo di
malattia cronica però perché? – perché ha una radice infettiva, come il papilloma virus che può
portare al tumore nei maschi.
Una patologia cronica, quindi, può avere una causa come un virus prima…
Il tumore per l’esposizione all’amianto è dovuto ad una causa di esposizione ad una sostanza.
L’HIV non è tipica come malattia infettiva, l’andamento è tipico di malattie croniche.
La metodologia epidemiologica usa studi per vedere se una terapia funziona per quella patologia,
oppure si usa per identificare le cause o i fattori di rischio per una malattia. Si fanno allora degli
studi trasversali come ad es. andare a prendere tutti i malati di trombosi e studiarli per vedere se
hanno concentrazione di metalli ematici.
Gli STUDI DI CORTE invece sono studi epidemiologici per eccellenza, durano dai 15 ai 25 anni e
seguono la popolazione nel tempo per vedere come la malattia si evolve nelle persone, sono studi
costosi, immagina di selezionare 500.000 persone e seguirli… quelle che muoiono o hanno
problemi devono essere sostituiti perché lo studio è costante. Si fanno interviste domande ecc.…
alle persone.
Ci sono anche studi CASO-CONTROLLO, caso chi ha la malattia, il controllo invece chi non la
tiene. ad esempio:
caso fumatore e non fumatore si studia ad esempio l’incidenza di casi di tumori al polmone tra i
due…
La medicina preventiva si occupa di mantenere sana la popolazione e abbiamo tre tipi di interventi:
prevenzione primaria: sul soggetto sano.
Quella secondaria: è quella che mi consente di scovare un malato quando è asintomatico, è
un’attività di screening e diagnosi precoce.
La terziaria: si applica sul malato serve a rallentare la malattia per garantire una migliore qualità
della vita per quel che resta.
LEZIONE 3
Cos’è la prevenzione?
La prevenzione è l’insieme di mezzi intesi come atti finalizzati ad eradicare o eliminare le malattie e
le disabilità o a minimizzare il loro impatto.
Eradicare vuol dire eliminare completamente la malattia e ad oggi l’unica malattia che ha subito
tale processo è il vaiolo, eradicata ad esempio attraverso le vaccinazioni. L'eradicazione ha
successo nel momento in cui per un certo numero di anni, di norma tre anni, non si presenza un
caso della suddetta malattia, quindi non c’è stata un’indicazione di incidenza della malattia di un
solo caso su scala mondiale.
L'OMS, organizzazione mondiale della sanità, attualmente sta lavorando al tentativo di eradicare
un’altra malattia, il morbillo, che può provocare tra gli altri aspetti problematici anche disabilità
permanenti in alcuni soggetti. Questo perché il morbillo, come altre malattie esantematiche, cioè
malattie che solitamente si manifestano nell’infanzia come la rosalia o la varicella tra le altre, può
portare ad una serie di patologie particolarmente gravi tra cui la pericardite o l’encefalite e far
sviluppare ai bambini delle invalidità importanti.
Il concetto di prevenzione è poi articolato in livelli che definiscono una prevenzione
convenzionalmente chiamata primaria, secondaria e terziaria.
In qualunque comunità che sia casa, scuola, ospedale e via discorrendo, il pericolo principale è
dato dalla trasmissione da persona infetta, quindi fonte di infezione, a persona sana, quindi
oggetto di infezione, oggetto dell’infezione dell’attore patogeno, perché l’attore patogeno per
essere tale dev’essere un parassita avente due caratteristiche: essere molto piccolo ma soprattutto
essere veloce nella sua elevata crescita numerica.
Questo aspetto vale per gli attori patogeni che non vediamo, come virus o batteri detti endogeni,
cioè che si sviluppano generalmente all’interno del corpo umano.
Perché hanno questa necessità di crescere numericamente?
È dovuto al fatto che non hanno la capacità di procacciarsi il cibo da soli, per cui necessitano di un
ospite, aumentando di numero al suo interno e consentendo a quelli che riescono ad uscire poi da
quel soggetto a perpetrare la specie in un soggetto in precedenza sano.
MICRORGANISMI
I microrganismi sono esseri viventi formati da una sola cellula e visibili solo al microscopio. Ne
esistono di vari tipi e i principali sono:
Virus: molto piccoli, visibili solo al microscopio elettronico. Non hanno capacità di vita propria
(sono infatti endocellulari obbligati) e, pertanto, per la loro sopravvivenza e riproduzione devono
obbligatoriamente colonizzare una cellula. Per tale motivo l’infezione virale avviene per contatto
molto ravvicinato.
Batteri: più “grandi” dei virus e, infatti, possono essere visti al microscopio ottico. Sono organismi
capaci di vita propria e la sopravvivenza all’interno dell’organismo colonizzato o infettato è
indipendente dalla “struttura cellula”.
Miceti (o funghi): ancora più grandi e con una struttura più articolata dei batteri, che li rende di
difficile eradicazione.
Esistono alcune altre categorie di microrganismi (rickettsie, clamidie, ecc.) ma virus e batteri sono
responsabili della maggior parte delle malattie infettive che interessano l’uomo.
Alcuni microrganismi possono aggredire nello specifico diverse specie di animali, altri invece sono
in grado di colpire solo certe specie o addirittura una sola.
Il prione, ad esempio, è una proteina malata che sviluppa la mucca pazza. Gli animali che erano
alimentati con farine a base di prodotti di origine zootecnica avevano preso le mucche carnivore,
sviluppando una proteina patogena che ricorreva attraverso l’alimentazione dell’animale e che
portava a questo punto la possibilità nell’uomo di produrre una patologia cerebrale spongiforme,
una volta cibatosi di carne contaminata, sviluppando anche nel soggetto umano la pazzia. Ad
esempio, è risaputo che nelle tribù indigene dove viene praticato il cannibalismo vi sia una
maggiore possibilità di sviluppare patologie psichiatriche.
OSPITE
È l’individuo suscettibile di contrarre l’infezione. La resistenza di ciascun individuo dipende da
molteplici fattori legati al suo stato di salute e all’efficienza del suo sistema immunitario.
Sono particolarmente suscettibili alle infezioni gli anziani, come si è potuto osservare attraverso la
pandemia da coronavirus, ed i bambini molto piccoli, come i neonati, questo è il motivo per cui i
neonati vengono vaccinati entro il terzo mese di vita: alcune patologie tipiche del neonato possono
essere la difterite, la polmonite, l’encefalite o lo pneumococco. Ulteriori fattori aggravanti sono la
malnutrizione, la presenza di stati patologici, l’assunzione di farmaci che riducono difese
immunitarie, ecc.
DEFINIZIONE DI RISCHIO
Il rischio è qualsiasi elemento che causa il rischio di sviluppare una patologia, ad esempio, il fumo
di una sigaretta che fa inalare sostanze cancerogene. Il rischio lo si deve individuare, cioè il risk
assessment, lo si deve valutare e gestire perché se c’è un rischio bisogna cercare di minimizzare
il più possibile affinché si possa proteggere la popolazione. Risk identification, risk assessment,
risk management, che sono le tre grandi e tematiche tipiche non solo dell’igienista ma anche
dell’epidemiologo ma che ricadono su tutte le discipline mediche che individuano un problema nel
momento in cui identifica un fattore di rischio, un nuovo parassita, affinché si possano stimare gli
effetti, questo è definito risk assessment. E, infine posso mettere in atto tutte quelle misure di
cautela rimozione o mitigazione degli effetti con il risk management. Il rischio può essere definito
come assoluto, relativo, attribuibile, attribuibile alla popolazione.
Rischio attribuibile = Incidenza fra gli esposti – incidenza fra i non esposti
RA = (EM/E) – (NEM/NE)
Le malattie possono essere suddivise in base alle loro caratteristiche: decrescenti ad esempio
ridotte nel tempo come il tifo; stazionarie, ossia quelle che restano costanti nel tempo come
l’influenza o l’epatite A derivata da alimenti contaminati; malattie recrudescenti, ossia quelle che
nel tempo nonostante i controlli si innalzano, ad esempio la tubercolosi. In esse un’incidenza è
l’uso sconsiderato dei farmaci e in particolar modo dell’antibiotico resistenza come ad esempio la
tubercolosi. Le malattie cicliche che sono a sua volta suddivise in: cicli stagionali, ad esempio
influenza, malattie esantematiche e il tifo, cicli poliennali, ad esempio malattie esantematiche e
pertosse, cicli secolari, ad esempio influenza e colera. L’ospite non è sempre e solo l’uomo, ma
può essere anche l’animale specialmente attaccati da piattole, pidocchi o verruche cutanee.
LEZIONE 4
Riepilogo delle precedenti lezioni:
Avevamo cominciato a discutere dell’epidemiologia delle malattie infettive, questo tipo di patologie
che possono avere una serie di cause in particolare si chiamano microrganismi che di
conseguenza possono interagire con un ospite, colui che è suscettibile della scena parassitaria di
questo microrganismo. L’ospite deve avere delle caratteristiche che lo rendono idoneo alla
parassitoide.
Per cui ci sono dei microrganismi, ad esempio specializzati per alcune specie o ci sono dei
microrganismi che invece sono abbastanza trasversali a varie specie, ad esempio alle zoonosi
(patologie che vengono trasferite dall'animale malato all'uomo) ma solo in alcune condizioni; tra
quelle che sono le varie patologie infettive che si riguardano direttamente o indirettamente
attraverso la coabitazione o l'uso economico (quindi lavorativo) degli animali.
MICRORGANISMI, virus batteri miceti…PRIONE (aggiungereI prioni sono delle piccole proteine
che piuttosto che avere una funzione fisiologica, alterano la loro funzionalità in patogenicità
soprattutto per il sistema nervoso centrale, per cui il prione cioè questa piccola particella proteica
che se incontra una particella proteica sana la modifica facendola divenire a sua volta patogena; è
stata identificata la prima volta con la determinazione della ricerca alla causa della patologia (vai
nella lezione del 17 marzo)
DEFINIZIONE RISCHIO, (da aggiungere alla lezione 17 Marzo) abbiamo individuato quali sono
i fattori di rischio, cioè cosa intendiamo per rischio, ovvero la qualsivoglia esposizione ad un fattore
negativo che può essere uno stato ambientale alterato, una cattiva gestione del proprio organismo
per esempio la malnutrizione, eseguire stili di vita non idoneo al mantenimento di salute, aggiunta
lavorativa particolarmente rischiosa per quello a cui viene al contatto il lavoratore e per quanto
tempo avviene il contatto.
Elementi Da aggiungere alla lezione 17 marzo alla suddivisione delle patologie.
Malattie cicliche: suddivise in
-Cicli stagionali ovvero la patologia si presenta in base alle stagioni, per esempio le
influenze esantematiche (rosolia, morbillo varicella …) si presentano in inverno invece una
patologia come il tifo più facilmente si presenta in estate.
-Cicli Poliennali: malattie il cui tasso di incremento di incidenza raggiunge un apice molto più alto
in un certo anno, poi scende per 3-4 anni successivi e di nuovo risale; picco epidemico quindi è a
distanza di 3-4 anni, quindi ogni 4-5 anni si raggiunge un massimo di tassi di incidenza, mentre nei
periodi intermedi tra un picco epidemico e quello che avviene dopo 4 anni si ha sempre un numero
atteso che si mantiene costante nella popolazione, non sparisce, diminuisce e poi risale dopo un
tot.
ESEMPIO: Malattia esantematiche ha come elemento suscettibile dal punto di vista umano, il
bambino che ha un’età tra 3 e i 6 anni. Nel passato il vaccino non era obbligatorio. In quelle
condizioni in cui non c'era l'obbligo ovviamente una certa popolazione infantile si ammalava,
soprattutto il morbillo che era molto contagioso per es. Una volta che i bambini non vaccinati erano
già tutti colpiti, il virus non riusciva a trovare altri bambini di quell'età da colpire perché erano già
malati o vaccinati; quindi ha bisogno di 3-4 anni successivi per trovare una popolazione infantile
abbastanza ampia da poter colpire e permettere un epidemia perché naturalmente bisogna
attendere che altri bambini potevano dare vita alla trasmissione del contagio. Quindi poliennali
perché il picco epidemico è atteso in 4-5 anni.
-Cicli secolari: es dall’influenza spagnola sono passati 120 anni, il colera fu intorno gli anni ‘50 in
Campania, quindi queste manifestazioni così importanti di natura pandemica ha mediamente
un’alternanza di circa 150-200 anni e non di più perché se pensiamo alla peste che ha flagellato
l'Europa questa arrivava ogni 150-200 anni, il covid-19 sebbene sia un virus di raffreddore si è
manifestato all'incirca di 60 anni dall'ultima importante epidemia influenzale.
Parte “nuova” della lezione (finish 17 marzo):
Andiamo ad analizzare L'OSPITE:
L’ospite siede un ruolo importantissimo nella catena di contagio.
“Endoparassiti con una serie di ospiti in cui svolgono fasi diverse del ciclo vitale (slide).” Abbiamo
varie definizioni di ospite: l’ospite definitivo o terminale, l'ospite intermedio e l’ospite di trasporto.
Innanzitutto, specificare che l'endoparassita è quel parassita che sceglie un particolare ospite
all'interno del quale, può produrre una o più fasi vitali del parassita.
Per cui; l’ospite definitivo o terminale è quell'ospite, in cui il parassita compie la fase riproduttiva.
Ospite intermedio: quando un animale viene accidentalmente infestato da forme infettanti ma non
è lì che il parassita che si replica (cioè produce la riproduzione) si compie in questo ospite una fase
per la formazione di forme infettanti che si trasmettono all’ospite definitivo.
L’ospite di trasporto, ospite in cui l'infezione si esaurisce.
ESEMPI: pernia, particolare verme che produce delle cisti parecchio resistenti nel suolo per cui
l’animale come bovino, caprino, ovino che si nutrono di alimenti coltivati da terra e quindi è
contaminato da queste cisti produce al suo interno la crescita del verme, a sua volta questo verme
produce dei piccoli segmenti e vengono rilasciati nell’ano per riprodurre il ciclo di trasmissione. Per
cui esempio; Il verme si infissa nel muscolo del bovino per riprodurre la base formazione di quei
segmenti… ma se l'uomo mangia il muscolo del bovino (la carne) non cotta o nel caso in cui
l’animale non è ben allevato, con i criteri di igiene coerenti al mantenimento della salute pubblica, è
ovvio che qui si ha un salto di specie, quindi cosa succede? Il parassita va Nell'uomo, le cisti si
chiude e il verme ha dei particolari enzimi che si aggrappano all'intestino e comincia proprio
nell’intestino sano la forma riproduttiva, quindi ospite definitivo uomo (perché è qui che avviene la
riproduzione), intermedio anche nel caso in cui non avviene la forma riproduttiva è il bovino; ospite
definitivo è quindi colui che accoglie la fase vitale del parassita che può essere di vari tipi dove
avviene la fase produttiva.
Esempio 2: la malaria usa due specie per produrre la patologia la prima è la zanzara anopheles, in
particolare la femmina nelle cui ghiandole salivare si trova il protozoo della malaria, quando la
zanzara anopheles punge l'uomo attraverso la zona di penetrazione della cute, trasferisce tramite
la sua saliva un particolare enzima che non produce la coagulazione… Per cui in questo modo
l’anopheles che è infettata, infetta l'uomo ed è nell'uomo che si sviluppa la malaria; Quindi, ospite
di trasporto (intermedio) è l’uomo, donna avviene la riproduzione è nella zanzara femmina quindi
essa è l’ospite definitivo.
Esempio 3: Toxoplasmosi
Patologia che va prevenuta in gravidanza, motivo anche per il quale il ginecologo fa fare
costantemente delle analisi al sangue per verificare che il soggetto fosse negativo alla
Toxoplasmosi. L'ospite intermedio di questa patologia sono tutte le specie compreso l'uomo,
mentre l'ospite definitivo o terminale in cui il suo protozoo sviluppa la sua fase riproduttiva è il
felino, gatto. Questo è il motivo per cui una donna in gravidanza che ha un gatto oppure esce con
altri gatti nell'ambiente esterno, non disinfettati o non controllati deve usare i guanti o non dedicarsi
alla pulizia del gatto perché potrebbe, se il gatto fosse infettato contrarre infezione. La
toxoplasmosi di per se non è una patologia così grave perché si dimostra quasi come un
raffreddore tant'è che chi ha avuto la toxoplasmosi non ha neanche avuto la percezione dei sintomi
mentre nella donna in gravidanza questo parassita supera la barriera placentare e va a colonizzare
il sistema nervoso centrale del bambino; tanto è più precoce questa infezione nel corso della
gravidanza tanto più maggiori saranno i danni, si può andare incontro all'aborto o durante la
crescita degli organi, può riscontrare la sordità, cecità o ridotta capacità intellettiva, invece se
questa infezione viene contratta negli ultimi stadi della gravidanza, il danno sarà minore ma può
comunque causare sordità, cecità ecc…
PORTATORI:
I portatori sono quei soggetti che eliminano uno specifico agente patogeno in assenza di segni
clinici di malattia; i cosiddetti asintomatici che nonostante si ammalano, non hanno nessun
sintomo, hanno una grossa ripresa ma sono in grado di infettare gli altri senza avere la percezione.
Gli asintomatici possono essere portatori precoci, cioè soggetti che si trovano nel periodo di
incubazione di una malattia e che quindi possono diffondere in quel periodo l’agente patogeno
senza che ancora sia manifesta la patologia, quindi il cosiddetto periodo di latenza.
I portatori convalescenti (malati che continuano ad eliminare l’agente patogeno anche dopo la
guarigione clinica.) Ovvero i malati che continuano ad essere capaci di infettare gli altri, tipico delle
malattie esantematiche, hanno la caratteristica che dal momento in cui stanno guarendo i bambini
si creano tanti piccoli brufoletti nella pelle soprattutto nelle mani, tronco e viso ed è solo quando sta
guarendo che il virus sta cercando di uscire attraverso questi brufoletti, quindi in realtà la patologia
esantematiche ha la massima trasfusione nei portatori convalescenti.
Portatori cronici (malati che continuano al eliminare l’agente patogeno sempre) cioè coloro che
non guariscono, cronicizzano con la malattia, anche se infettiva es. HIV nonostante ci sia la
terapia quel soggetto è un portatore continuo di patologia quindi deve mettere in atto tutta una
serie di sistemi di precauzione per ridurre la possibilità che un altro soggetto sano possa essere
suscettibile della sua trasmissione.
I portatori sani ovvero coloro che si infettano ed eliminano l'agente patogeno senza sviluppare la
malattia (i cosiddetti asintomatici che noi abbiamo cominciato a conoscere con una maggiore
accuratezza la pandemia del covid).
La spagnola ha colpito 1/3 della popolazione mondiale e in particolare a cavallo della Prima guerra
mondiale 1918-1919 fu particolarmente severa come malattia, addirittura con una letalità maggiore
del 2,5% e circa 50 milioni di decessi.
Ma parliamo di un periodo storico in cui la gran parte delle popolazioni non avevano una anagrafe
in realtà molti morti non sono mai stati conteggiati per cui si ipotizza che in realtà i 50 milioni di
decessi erano soltanto quelli stimati ovvero di cui ne abbiamo informazioni certe, ma si ipotizza
che al mondo siano morte 100 milioni di persone per la spagnola. Ovviamente i discendenti di
questo virus oggi circolano ancora, soprattutto nei maiali (e qui viene fuori e l'abbattimento che
hanno subito alcuni allevamenti di maiali in alcune zone asiatiche in seguito alla febbre suina
perché ci si spaventava che come in altri casi il virus potesse passare alla popolazione umana)
quindi negli anni 50 il nuovo ceppo H2N2 diede luogo, nel ‘57, all' influenza asiatica.
Dal 1995 a partire dal materiale autoptico conservato di questi soggetti furono isolati e sequenziati
frammenti di RNA virale della pandemia del 1918 siamo arrivati quindi a descrivere la sequenza
completa del virus e quella parziale di altri 4 ceppi, ma il virus del 1918 è probabilmente l'antenato
dei 4 ceppi umani e suini A/H1N1 A/H3N2 e A/H2N2 estinto. Ciò ci fa capire che il virus del 1918
era interamente nuovo e qui si può fare riferimento a quando un organismo è completamente
sconosciuto nel corso dei secoli non si è mai presentato, i sistemi umani, in particolare gli animali
che possono esserne suscettibili, non hanno a disposizione la memoria storica ovvero quella
memoria che gli consente di produrre l’anticorpo o cercare di contrastare questo organismo come
un pronto intervento. Quindi il numero di decessi è stato talmente elevato proprio perché era un
virus completamente sconosciuto alle generazioni che lo hanno vissuto, poi anche il tipo di curva
(quando si parla dei dati del covid si sente parlare della curva pandemica assume una certa forma)
che nel caso della mortalità per influenza, mediamente il tempo di della presentazione di una
pandemia rispetto a un'altra precedente di circa 150 anni e ha sempre avuto una forma a U con
mortalità più elevata tra i molto giovani e gli anziani, quindi: se si considera la scala anagrafica che
parte da zero e finisce per esempio a 90 anni io le grandi mortalità le ho avute tra i bambini piccoli
e gli anziani, quindi i due picchi superiori essendo sulla prima e ultima parte di questa scala
anagrafica mi produce una curva a U quindi diciamo erano soprattutto i bambini, i molto giovani e
gli anziani a perire di influenza spagnola, però la particolarità della spagnola del 1918 è che questa
curva ha assunto la forma a W cioè ha colpito principalmente tutte le fasce di età quindi ampliando
il numero di morti ma con in più un picco che se si trovava anche tra i 25 e i 44 anni quindi
abbiamo avuto tre picchi di mortalità in tre fasce di età cioè in realtà ha colpito tutta la popolazione.
Se voi pensate invece nel nostro caso del covid i bambini non ne hanno avuto (casi di mortalità)
ma soprattutto gli anziani, quindi diciamo non ha assunto una forma particolare, se dovesse
aumentare invece come si sta evidenziando la mortalità anche tra i 50-65 anni in questo caso
ovviamente la U si sposta a destra. I tassi di mortalità quindi per influenza e polmonite tra i 15 e 44
anni furono 20 volte maggiori di quelli degli anni precedenti e quindi quasi metà delle morti per la
spagnola furono i giovani adulti tra i 20 e 40 anni con un fenomeno unico nella storia conosciuta ad
oggi. Il 99% dei decessi furono a carico con persone di meno di 65 anni, cosa che non si è mai più
ripetuta né nel ‘57 e nemmeno nel ‘68 e quindi i dati demografici ci hanno permesso di capire qual
era. Quindi che la demografia ci dà un indicatore diretto sanitario e ci ha permesso di individuare
quella che era la fascia prevalentemente suscettibile all' azione deleteria di questo virus. Da
aggiungere sulla spagnola non si è ancora oggi in grado di dire da dove è partito il virus, quindi
oggi noi non sappiamo se era un virus cioè era un virus simile a quelli dell'aviaria ma non
sappiamo quale uccello l'ha potuta portare, quando c'è stata l'influenza aviaria Hong Kong (quando
c'è stata la strage dei tacchini dei polli delle anatre) questo è stata una forma di prevenzione
primaria che si chiama abbattimento dell’animale ipoteticamente malato, tale per cui l'abbattimento
animale è una forma di prevenzione primaria perché serve a mantenere noi sani e continuare a
essere sani eliminando la causa l'ospite malato che potrebbe essere appunto un volatile ammalato
(1968: Influenza Hong Kong (H3N2)
-Come nel 1957, la nuova pandemia provenne dal Sud Est Asiatico mediante una grande epidemia
in Hong Kong.
-Nel 1968, come nel ’57 le comunicazioni con la Cina continentale erano poco efficienti.
Poiché l’epidemia si trasmise inizialmente in Asia, ci furono importanti differenze con quella
precedente: in Giappone le epidemie furono saltuarie, sparse e di limitate dimensioni fino alla fine
del 1968. Il virus fu poi introdotto nella costa occidentale degli USA con elevati tassi di mortalità,
contrariamente all’esperienza dell’Europa dove l’epidemia, nel 1968–1969, non si associò ad
elevati tassi di mortalità.
-In Italia l’eccesso di mortalità attribuibile a polmonite ed influenza associato con questa pandemia
fu stimato di circa 20.000 decessi.
-Poiché il virus Hong Kong differiva dal suo antecedente dell’Asiatica del 1957 per l’antigene
emoagglutinina, ma aveva lo stesso antigene neuraminidasi, si pensò che l’impatto variabile nelle
diverse regioni fosse imputabile a differenze nell’immunità acquisita nei confronti dell’antigene
neuraminidasi.
L’epidemia dell’influenza russa (Questa epidemia si era diffusa nel maggio 1977 nel nord est
della Cina, ma fu denominata “Russa”. Essa si diffuse rapidamente ma soprattutto o quasi
unicamente tra i giovani con meno di 25 anni, con manifestazioni cliniche lievi, anche se
tipicamente influenzali. Si ritiene che i giovani non fossero stati esposti al virus H1N1, che non
aveva più circolato più dal 1957, quando erano diventati dominanti prima ceppi H2N2 e poi H3N2.
In effetti, la caratterizzazione antigenica e molecolare ha dimostrato che questo virus era molto
simile a quelli circolanti negli anni ’50.)
Oggi possiamo fare un salto e arrivare al 2020.
TRASMISSIONE CON LE GOCCIOLINE
Nel 2020 quindi siamo ancora in piena pandemia siamo si dice in seconda ondata ma si sta
presumendo che siamo già la terza ondata (per la spagnola ci furono almeno tre ondate cioè tre
recrudescenze, la seconda e la terza furono peggiori della prima) si parla di pandemia perché è
stata talmente veloce la compromissione delle popolazioni di tutti i vari continenti che l’OMS ha
dichiarato quella da covid una pandemia globale.
La trasmissione del covid-19 viene attraverso la fonazione, goccioline emesse dalla bocca
sottoforma di aerosol, con lo starnuto e con la tosse. Sono più piccole nella fonazione e più grandi
nello starnuto; la distanza che percorre questa gocciolina possibilmente infetta e di circa 30 cm se
parlo e circa 2-3 metri con lo starnuto e con la tosse circa 1 m questo è il motivo per cui una
persona che ha questi sintomi non può circolare. Per quanto riguarda la fonazione con la
mascherina ffp2 e chirurgica di può garantire protetti la mascherina chirurgica ma parlare a breve
distanza non protegge, invece da lontani viene garantita più protetta. Quella in stoffa non ha
questa capacità, possiamo utilizzarlo quando camminiamo ma quando incontriamo una persona
non garantisce la protezione né in entrata né in uscita. Quindi bisogna applicare quelle che sono le
regole di protezione individuale che generalmente si usano per l'influenza, lavare le mani, stare a
distanza, evitare rapporto interpersonale ma soprattutto usare i dispositivi di protezione individuale
quindi le mascherine o dov'è possibile i guanti.
IMMUNITA’
È la capacità di un organismo di uscirne assolutamente indegne da una patologia infettiva, cioè
sviluppo o la capacità di rispondere all’evento patogeno. Sono tutte quello condizioni che bloccano
la crescita del microorganismo all’interno della persona ospite per mettendo in questo modo di non
produrre la malattia o nel caso in cui si produce la malattia di avere un esisto finale una veloce
guarigione
Condizioni predisponenti alla malattia infettiva:
individuali: ereditarietà della predisposizione, età e sesso, stati morbosi o postumi di altre malattie,
trattamenti iatrogeni (manovre diagnostiche, terapie)
professionali e sociali: attività lavorativa, abitudini di vita, alimentazione, abitazione, livello culturale
(educazione igienica), calamità naturali, guerra, rivoluzioni
Climatico-ambientale
VARI TIPI DI IMMUNITA’
Congenita o refrattarietà: in seguito a meccanismi diversi dalla presenza di anticorpi -di specie, di
individuo
Acquisita: naturalmente esempio i casi di covid, chi si è ammalato ed è sopravvissuto è stato
perché ha sviluppato degli anticorpi, quindi è guarito naturalmente e spontaneamente (ciò si
chiama attiva) invece passiva avviene per esempio quando la madre allentando il figlio
passandogli tutti gli anticorpi. L’immunità artificiale può essere attiva attraverso la vaccinazione,
passiva per somministrazione di siero immune o Gammaglobuline.
SCHEDA DI SINTESI:
MALATTIE INFETTIVE E
GRAVIDANZA
Una infezione in corso di gravidanza può esporre la madre e il prodotto del concepimento a
complicanze di vario tipo, motivo per cui vanno prevenute.
Le malattie materne possono agire sul feto: direttamente, quindi per contagio attraverso la
placenta o nel canale del parto e indirettamente possono creare delle alterazioni al feto attraverso i
sintomi dei sintomi generali che già la mamma ha, pensiamo ad alterazioni della temperatura
(febbre), squilibri elettronici (nelle urine e sangue), ecc...
Quali sono le vie di contaminazione del feto?
1. La via ematica (ricordiamoci che si chiama via parenterale) che sono i villi coriali.
2. via ascendente o verticale ovvero attraverso la nascita vaginale (collo dell’utero)
3. a causa di focolai endometrici dell’amnios (che sarebbe il liquido che avvolge il feto)
4. per via diretta quindi con la mucosa della vagina nel canale del parto.
Patogenesi: se il feto viene colpito al 7º-8º mese di gravidanza si possono sviluppare 4 sindromi
della toxoplasmosi congenita con prognosi infausta:
1. sindrome neurologica da encefalomielite che è la più comune.
2. sindrome oculare.
3. idrocefalia: cioè il cervello e in particolare la zona tra il cervello e la membrana
ematoencefalica si riempie di liquidi, creando una pressione tale che questi bambini
nascono con un cranio molto più ampliato e tutto il materiale cerebrale viene compresso
nelle pareti del cranio producendo tutta una serie di problemi importanti. In questo caso si
fanno dei piccoli cateteri bucando o perforando il cranio e facendo scaricare questi liquidi,
oltre alla terapia farmacologica ovviamente.
4. le calcificazioni cerebrali, in questo caso è generalmente evidente quando la
toxoplasmosi inizia al secondo trimestre di gravidanza.
Nei mesi successivi al primo trimestre il virus attacca in particolare il fegato e la milza, il midollo
osseo e quindi ci sono tutta una serie di difetti che ovviamente ha più senso vaccinare la mamma
anche durante la gravidanza, per evitare che sia esposta a questo tipo di rischio.
Il neonato è contagioso per un lungo periodo (circa 6mesi), essendo eliminato il virus attraverso
saliva e secrezione nasale, bisogna ovviamente evitare che questo sia a contatto con donne
ulteriormente in gravidanza e negative alla precedente infezione.
DIAGNOSI:
La ricerca sierologica degli anticorpi specifici permette la diagnosi.
La diagnosi precoce con prelievo dal funicolo o su campioni di liquido amniotico.
PROFILASSI:
Cosa si fa? ovviamente si vaccina che può essere associato al vaccino del morbillo, della
parotite (gli orecchioni).
Il vaccino va somministrato almeno tre mesi prima dell'insorgenza di un eventuale gravidanza con
una terapia che è esclusivamente sintomatica, cioè la febbre, la tosse viene gestita con dei farmaci
adeguati.
Ricordiamo che nella donna in gravidanza non posso produrre la vaccinazione, ma posso usare
invece le immunoglobuline, quindi usare la siero profilassi.
HERPES SIMPLEX TIPO 1 E 2
L'herpes simplex invece è un herpes neonatale abbastanza raro ma gravissimo, perché porta
l'infezione e si trasmette attraverso il canale del parto.
La malattia causa aborto, embriofetopatia e mortalità perinatale elevata.
L’embriofetopatia è generalizzata con andamento setticemia e lesioni cutanee di tipo vescicolare a
carico di tutta la superficie corporea, quindi è una malattia erpetica particolarmente grave,
soprattutto per il bambino.
DIAGNOSI:
Si evidenziano le vescicole e delle ulcere genitali, quindi i neonati devono essere assolutamente
allontanati dalla madre e isolati per almeno 12 giorni per evitare il contagio, tra le gravide con
lesioni attive si usa il taglio cesareo per da eseguirsi a sacco integro, ovvero, mentre quando si fa
un cesareo normale si apre il sacco amniotico e si aspira il liquido, quindi il bambino entra a
contatto anche col sangue della mamma; per le donne invece che hanno questa tipologia di
malattia già diagnosticata, si asporta il feto con tutto il sacco integro di liquido amniotico e quindi si
esegue, non ho oltre le sei ore dalla sua rottura.
MALATTIE DA HERPETOVIRIDAE:
Altre malattie da erpetiche sono:
Varicella- Zoster (varicella e herpes zoster)
Epstein- Barr (mononucleosi infettiva, la cosiddetta malattia del bacio)
Cytomegalovirus (malattia citomegalica)
Quindi sono tutte che hanno una latenza particolarmente lunga, il virus addirittura persiste dopo
l'infezione primaria, si riattiva molto spesso anche dopo la cura, quindi sono patologie
particolarmente difficili da gestire e ci si ammala soprattutto se si hanno degli scambi sessuali
particolarmente liberi o poco protetti, in particolare negli omosessuali l'incidenza aumenta e
soprattutto tra le prostitute e i prostituti.
Nella sintomatologia, ci sono tutta una serie di patologie e sintomi correlati e se acquisite in
gravidanza, si ha anche la contaminazione del bambino durante l’attraversamento del canale del
parto e l'infezione tanto più grave, come abbiamo detto in funzione dell’età storica in cui il feto
viene contagiato, per cui tanto più è precoce, tanto più sarà generalizzato il danno che
riscontreremo sul bambino.
Anche in questo caso si scoraggia la promiscuità sessuale e il parto cesareo ovviamente è
preferibile a 2/3 settimane prima del parto, proprio per evitare che cominci ad evidenziarsi quelle
condizioni che limitano la possibilità di intervenire direttamente con il cesareo.
CITOMEGALOVIRUS:
Il Citomegalovirus è un virus ubiquitario (lo troviamo in tutti gli ambienti e in tutte le popolazioni)
che infetta in maniera sintomatica la maggior parte della popolazione, per cui si presume che a 30
anni oltre il 50% della popolazione sia già immunizzato.
Il virus è presente nei liquidi organici (il sangue, la saliva, le lacrime, le urine, le
secrezioni cervicovaginali, lo sperma, il latte materno) e si trasmette per contatto diretto, anche
questo è una delle malattie, ad esempio a trasmissione sessuale.
Se l'infezione avviene nel primo trimestre di gravidanza, si può verificare l'aborto o la forma
neonatale con malformazioni cardiovascolari, malformazioni del sistema nervoso centrale…
DIAGNOSI:
come facciamo la diagnosi? Ovviamente andando a cercare o gli anticorpi specifici nel sangue
materno o addirittura nel sangue fetale. Quindi sono particolari attività invasive che hanno un
rischio ma che in ogni caso vanno assolutamente eseguite nel caso in cui ci sono dei sintomi che
possono farci pensare che la donna abbia una particolare patologia di codesta gravità.
PROFILASSI:
La profilassi cos'è? l'uso di immunoglobuline, per cui io uso la siero profilassi per avere degli ottimi
risultati in gravidanza o l'isolamento quando possibile dalle fonti di contagio se in famiglia o se un
partner ha già questa patologia.
“OTHERS” (altre infezioni):
Quali sono invece le others?
AIDS, l'epatite virale, la parotite epidemica (gli orecchioni), il morbillo, l'influenza, la varicella, la
rabbia e possiamo mettere lo zika (è una patologia particolarmente importante che produce nel
bambino la microcefalia o l’anencefalia, quindi o l'assenza del cervello o un cervello talmente poco
sviluppato che ovviamente da tutta una serie di problemi ai bambini che vivono ma con
una disabilità al 100% e che ha un vettore che è una particolare flebotomo ed è una epidemia che
tra il 2011 e il 2015 ha imperversato nelle zone tropicali e subtropicali dell'America Latina e
del sud degli Stati Uniti, per cui Messico, Colombia, Brasile,Texas e Florida, che hanno avuto
questo tipo di problema, per cui l'unico modo è evitare l'incontro con il vettore durante la
gravidanza e quindi evitare il problema).
INFEZIONI BATTERICHE:
Gli streptococchi;
la listeria monocytogenes;
la serratia;
la pseudomonas;
la tubercolosi.
INFEZIONI PROTOZOARIE:
Quindi in others troviamo tutto comprese le malattie come:
La malaria, la tricomoniasi (un'altra patologia a carico di un vettore), gli elminti (i vermi), le infezioni
e ovviamente per poter completare dobbiamo parlare delle infezioni sessualmente (quando
affronteremo questo problema proprio come lezione).
ACQUA:
Alla fine della lezione la professoressa ha iniziato un dibattito sull'acqua. Che cos'è per voi l'acqua
potabile? Innanzitutto, è l'acqua che si può bere e quindi è destinata al consumo umano.
L’acqua la usiamo per bere, ma anche per lavarci, per cucinare, per lavare le stoviglie, la casa,
quindi vi è una serie di usi che noi ormai non percepiamo più l'importanza perché ne abbiamo a
disposizione una grande quantità.
Inoltre, l'unica acqua destinata a consumo umano, è l'acqua potabile ovvero quella del rubinetto.
Dopo una serie di domande ha fatto una distinzione tra l'acqua clorata e l'acqua minerale
affermando che l'acqua clorata ci consente di avere a disposizione un’acqua pura, a differenza
dell'acqua minerale che una volta aperta non lo è più per poter permetterci di usarla per lungo
tempo, mantenendo comunque la garanzia di sicurezza microbiologica o chimica. Qualcuno
potrebbe dire che aprendo il rubinetto a volte escono delle pietroline quindi si ha paura che l'acqua
sia sporca. La risposta è assolutamente no, perché c'è una quantità di cloro che serve proprio a
distruggere tutto ciò che dall'esterno può subentrare nell’acqua e per quanto riguarda le sostanze
organiche il cloro le fa sedimentare a fondo.
LEZIONE 6
Ci sono fattori che rappresentano elementi vitali per la popolazione, di conseguenza, ci
consentono anche di svolgere la nostra attività nel pieno delle nostre facoltà e quindi soprattutto
dare l'opportunità a chi non ha la fortuna di possedere una l'acqua potabile nella propria dimora o
avere la possibilità di raggiungere l'acqua potabile, comunque, di creare le condizioni affinché
queste le abbiano.
Un diritto fondamentale è dato dalla necessità con cui ovviamente la popolazione deve poter
accedere tranquillamente all’acqua.
L'acqua è la sostanza più diffusa sulla terra, ricopre 7/10 dell’intera superficie ma pochissima di
essa è realmente utile e adeguata al consumo umano. l'acqua segue tutto un ciclo idrogeologico
per cui ha una serie di possibili punti di contaminazione.
Ma perché l'acqua è necessaria? perché è un uomo soprattutto un uomo adulto di circa 70 kg è
fatto per circa 38 kg di acqua per cui l'acqua rappresenta quasi il 55% del peso corporeo e
questo è il motivo per cui la disidratazione in soggetti come i neonati e gli anziani rappresentano
una causa di morte abbastanza repentina. É impossibile vivere e sopravvivere quando c'è la
mancanza di acqua, la disidratazione su
un soggetto adulto di 5% del peso porta nausea e sonnolenza
un 10% gravi deterioramento delle condizioni psicofisiche
tra un 15% 20% si arriva alla morte.
Tuttavia, molto spesso l'acqua che viene utilizzata non sempre ha le caratteristiche chimico fisiche
e microbiologiche idonee per garantire la salute della popolazione molto spesso si usano dei pozzi
superficiali.
Esiste una relazione tra la salute e la disponibilità di acqua
se io vado a vedere la percentuale di accesso all'acqua vedo come tanto più è bassa la
percentuale tanto più alta la mortalità infantile tanto più bassa è l’aspettativa di vita e quindi lo stato
generale della popolazione passa da uno stato cattivo fino a un buon stato di salute a quando ho
un accesso al 97% di acqua. Quindi la mortalità infantile è fortemente correlata alla quantità di
acqua che abbiamo a disposizione di ottima qualità e come l’aspettativa di vita segua questo
indice.
Sono tanti, infatti, i casi di morbosità (ovvero il numero di nuovi malati per anno) e di mortalità (il
numero di morti per anno) in relazione a quanta acqua e soprattutto a quale sia la sua qualità.
Contiamo un miliardo di nuovi malati all’anno solo per malattie diarroiche, di cui 3.300.000
muoiono; ciò è dovuto alla non gestione delle o per gli escreti animali o umani che vanno a
contaminare le acque che vengono utilizzate per tutti gli altri usi.
Per quanto riguarda invece le infezioni intestinali con elminti (vermi) ad ammalarsi sono
1.500.000.000 e di questi ne muoiono 100.000; fortemente correlate con una malsana
eliminazione degli escreti, scarsa igiene personale e domestica.
La dracunculiasi, invece, è una malattia derivante da un verme la cui cisti viene assunta per via
acquatica (quindi utilizzando un’acqua non potabile) che usa l'uomo come ospite definitivo
all’interno del quale svolge la riproduzione sessuale; questa era una delle malattie tipiche ad ex.
delle mondine, che stavano sempre in acqua con le gambe e le mani, per cui era facile, toccandosi
la bocca o bevendo un’acqua contaminata da larve di questo piccolissimo crostaceo invisibile a
occhio nudo, che tali larve si sviluppassero all'interno del rene e dell’intestino e si dislocassero nel
sistema linfatico, sarebbero poi uscite e avrebbero continuato il loro ciclo. Tale malattia, era
presente nel sud Italia e quindi anche in Sicilia, ma soprattutto in Emilia-Romagna e Piemonte
dove era e importante la coltivazione del riso.
Patologie cronico degenerative correlate all’acqua:
Vi sono anche patologie cronico-degenerative correlate a una associazione tra consumo di acqua
ed effetti tossici, mutageni e cancerogeni per la presenza di alcuni microinquinanti chimici di natura
organica, inorganica (come i metalli o alcuni ioni) e derivanti dalla stessa clorazione.
ex. in base alla durezza, la carenza di magnesio porta alle patologie cardiovascolari; un eccesso di
alluminio e litio porta le patologie neurologiche; il fluoro invece è borderline ovvero, se in difetto
provoca le malattie dentarie come la carie, se in eccesso porta una patologia che si chiama
fluorosi (= sedimentazione della dentina, quindi nello smalto del dente del fluoro, che quindi
macchia in maniera indelebile e perenne i denti).
Acqua superficiale:
- Fiumi: autodepurazione legata alla rete trofica
- Laghi e bacini: autodepurazione legata al lento ricambio
- Acque meteoriche: necessari trattamenti di potabilizzazione
- Acque di mare: usabilità strettamente legata al fabbisogno
Quali potrebbero essere le cause di inquinamento delle acque sia profonde che superficiali?
Gli scarichi industriali, le attività agricole pregresse sugli ambienti o sui suoli dilavati dalle piogge (e
quindi quelle acque di percolazione che arrivano nei bacini imbriferi o nelle falde), dagli scarichi
urbani (= fognature), o da alcune situazioni naturali del sito (ex. ci sono alcune fonti che sono
ricche in alcuni elementi perché la geologia del suolo produce il rilascio di alcuni metalli o di alcune
sostanze).
ex. Se si ha una casa (specialmente se di villeggiatura) e per molti mesi l’acqua potabile non è
stata utilizzata, non si può subito riempire l'acqua del bicchiere dal rubinetto, bensì si apre il
rubinetto e si fa scorrere per parecchi minuti l'acqua in maniera tale che si eliminò le stagnazioni;
di fatti, passando acqua corrente vi è quella quantità di cloro che va a disinfettare tutti i rubinetti.
Pertanto, la colorazione è il metodo più utilizzato per poter rendere potabile l'acqua, ma, se non è
fatta con tutti i criteri, potrebbe creare come elemento di disturbo alcune sostanze dette D-DBP
(Disinfection-Disinfection By Products) o dette semplicemente “sostanze alorganiche” o
“sottoprodotti della disinfezione” che sono tossici.
ex. il cloroformio, il triclorometano, il diclorometano, il tribromometano di cloro, il tribometano, il
cloroacetonitrile (come possiamo notare c’è sempre la molecola del cloro). Questi sono i prodotti di
una prima disinfezione che vanno distrutti con la disinfezione al break-point (per cui si dice
breakpoint quando ho raggiunto la rottura di tutte queste molecole e non ho più sostanze
alogenate nell'acqua insieme al cloro libero).
Addirittura, negli Stati Uniti ce n'è uno che è più facile chiamare MX. Tale molecola in acqua di
rubinetto a PH normale esiste a forma aperta. Questa si forma dalla reazione di matrici organiche
complesse come gli acidi umici con sostanze clorurate (è un tipico ex. della pianura padana perché
sono i territori della pianura padana costituiti da torbiere, cioè da elementi alluvionali ricchi in
sostanza organica, il che, se si usano delle acque di quell’ambiente, si deve necessariamente fare
il break-point perché se ci si fermasse alla prima clorazione si avrebbe una grande quantità di MX
che è cancerogeno). Questo è molto più frequente negli Stati Uniti, tant'è che lo MS nel 2004 ha
detto che c'è e potrebbe esserci una ipotesi tra aumento del cancro nelle età adulte con l'uso di
acqua di rubinetto.
Dunque, ci si potrebbe chiedere: ma allora è meglio usare l'acqua minerale? No, perché quella non
mi dà la garanzia né di essere fisiologica né di essere disinfettata; per cui ho un rischio
microbiologico che può derivare o da un cattivo imbottigliamento o da una cattiva gestione delle
bottiglie, soprattutto se sono messe all'aria aperta esposte al sole. Dobbiamo, però, ricordare
quanti sono i casi di morte accertata nelle giovani età se non hanno acqua potabile (e perciò
clorata), quindi io questo rischio lo assumo come il male minore e, consapevole di ciò, incremento
anche le attività di gestione dell'acqua e di trattamento per ridurlo.
Ecco che, se si usa acqua potabile con un alto livello di sottoprodotti di disinfezione, si potrebbe
avere un rischio nell'età adulta (70-80 anni) di cancro alla prostata, all'intestino. Addirittura, si dice
che il 9% di tutti i casi di cancro alla prostata e il 15% di cancro al colon retto potrebbero essere
attribuiti ai sottoprodotti clorurati dell'acqua potabile.
Inoltre, se le acque sono cariche di nitrati (che servono a e concimare i terreni) entrano a contatto
con l'acqua si trasformano in nitriti (che invece hanno e rappresentano un'alta tossicità per l'uomo).
Quando vengono assorbiti, attraverso le verdure o attraverso le carni (perché molto spesso i nitriti
sono dei conservanti utilizzati per conservare carne, salumi e formaggi per non farli deperire o
ammuffire), allora in quel caso si consumano nitrosammine. Queste ultime, che si formano nel
nostro stomaco adatto a basso valore di PH e quindi a forte acidità, sono un rischio correlato all'
arricchimento dei terreni e/o delle produzioni agricole con i nitrati o dell’uso dei conservanti; per cui
quando oggi noi parliamo di carne rossa che stimola il cancro, non parliamo della carne fresca,
bensì di tutti i prodotti proteici (compresi i formaggi) di lunga scadenza che hanno nella loro
formula i nitrati e i nitriti. Per cui è ovvio che, nel momento in cui si dà un'indicazione di una
corretta nutrizione, i cibi conservati o di lungo tragitto si cerca di limitarli perché lì sicuramente la
quantità di conservanti è maggiore.
LEZIONE 7
Tra le varie molecole che noi abbiamo ieri identificato come elementi di controllo assiduo da parte
dei dipartimenti di prevenzione ci sono i sottoprodotti della disinfezione, i nitriti che derivano
dall’ossigenazione e dall’idratazione dei nitrati, dagli IPA gli idrocarburi policiclici aromatici.
Perché potrei acquisire una certa quantità di queste sostanze? Perché le posso trovare nelle
acque come elemento di disturbo, di inquinamento delle acque superficiali come il mare, i laghi, i
fiumi ma anche nelle acque profonde se i suoli contengono una quantità di rifiuti che possono
essere dilavati e possono quindi intercettare per scorrimento nel suolo, direttamente la falda
acquifera. Quindi gli idrocarburi policiclici aromatici possono rappresentare un problema per le
acque ma non solo, il fumatore ad esempio, ne assimila una grande quantità per via inalatoria, ma
con i cibi affumicati o con i cibi grigliati o cotti troppo quindi “anneriti”, oppure quando uso alimenti
che nell'ambiente dove sono si sono sviluppati io si sono accresciuti, ad esempio il pesce,
l’animale, i vegetali sono esposti agli idrocarburi, possono acquisirli e quindi veicolarli a noi
attraverso l'alimentazione.
Gli idrocarburi, in particolare il “benzo(a)pirene” ha una regione più scoperta detta “bay region”
che è suscettibile dell'attacco ossidativo dovuto a questi enzimi e che quindi produce una
ricombinazione della molecola sino al benzo(a)pirene 7-8 diol 9-10 epoxide; questa, quindi, diventa
la forma attiva cancerogena. Lo diventa perché ha la capacità di essere scambiata come una base
del DNA, e quindi si lega, si intercala nel DNA alterando e mutando di conseguenza quella che è la
trascrizione genica e quindi la funzionalità delle proteine trascritte o del segnale inviato dal punto
di vista del RNA messaggero. Quindi queste sostanze ,essendo mutagene, cioè che provocano
una alterazione e quindi una mutazione del DNA del soggetto che incontra queste sostanze le
assorbe, hanno anche la caratteristica di essere fortemente lipofili e quindi seguono il canale
alimentare legandosi fortemente alle sostanze grasse (questo è il motivo per cui in gravidanza, per
evitare l'esposizione del feto che è molto piccolo rispetto alla quantità di idrocarburi che potrebbe
essere assimilata dalla mamma, viene proibito l'uso, per esempio, del salmone, delle sostanze
grasse di origine animali ,l'uso per esempio del tonno e del pesce spada, perché sono animali
molto alti nel vertice della catena alimentare quindi sono dei grandi predatori che di conseguenza
biomagnificano, cioè assumono tutte le quantità di queste sostanze attraverso la loro dieta, quindi
se mangiano 10 acciughe con un microgrammo chilo di idrocarburi policiclici aromatici per ognuno
ne avranno assunto 10 e lo assimilano NON LO ESPELLONO per cui essendo animali molto
grassi assimilo con la mia dieta tutta la quantità di IPA o anche di altre sostanze come le diossine
che possono avere acquisito con la loro alimentazione).
Generalmente gli IPA si trova difficilmente nelle acque potabili dei sistemi occidentali perché noi
abbiamo sostituito quelle che sono le giunzioni o i coibentanti con sostanze o con materiali più
compatibili a quello che poi è l'uso dell'acqua per via alimentare, a differenza del passato in cui si
usava la canapa catramata (quindi se l'acqua fosse venuta a contatto col catrame ovviamente si
sarebbe caricata e arricchita di queste sostanze che erano tossiche). Questo elemento purtroppo
lo abbiamo invece nei paesi in via di sviluppo, dove ovviamente la tecnologia, anche
nell’impiantistica, è sicuramente molto più arretrata rispetto a quella che abbiamo nei paesi
occidentali. Però, abbiamo anche i metalli, molti metalli possono essere utili sotto forma di
“catalizzatori” quando queste sostanze sono presenti in traccia o ultratraccia cioè a concentrazioni
così piccole da dover ovviamente poter essere assorbite senza danno, anzi divenendo funzionali.
L'arsenico, in particolare, è uno dei metalli pesanti più osservati perché sappiamo che l'arsenico a
certe dosi è letale, perché avvelena il soggetto che lo assorbe e pertanto oggi sappiamo che la
tossicità dell’arsenico è correlata alla sua forma chimica, per cui l'acido arsenico interagisce col
metabolismo cellulare, ma è l'acido arsinico che forma legami stabili con i gruppi reattivi degli
enzimi della pelle e dei reni, denaturandoli. Per cui l’arsenico in questo caso è un composto
cancerogeno associato ai tumori della pelle. L'arsenico purtroppo, essendo tossico, è un elemento
che spesso entra nella formulazione dei prodotti fitosanitari (ovvero di quelli che noi
chiamiamo insetticidi, piretroidi e fitofarmaci, fitosanitari, insomma tutte quelle sostanze che
servono a debellare un animale, ad esempio la disinfestazione ma anche in merito alle piante
diciamo non utili, quindi quando si usa “l’erbicida” si usano delle sostanze che sono anche ricche
non solo di prodotti farmacologici tossici ma anche di metalli che ne ampliano e ne amplificano la
capacità di tossicità).
Perché fa parte dei fitosanitari e denatura gli enzimi della pelle? Perché molto spesso il
melanoma in origine era associato esclusivamente all'esposizione continua e senza protezione ai
raggi UVB e UBA del sole, però la medicina del lavoro ci ha offerto l'occasione di osservare che
invece “ il melanoma è un cancro particolarmente frequente negli agricoltori “ perché
l'agricoltore che lavora in campo generalmente prende più sole, ma è anche molto più esposto a
tutte quelle molecole che contengono arsenico ,quindi l'esposizione non è soltanto ambientale
(dovuto a uno stile di vita diciamo non opportunamente regolato) ma anche a un'esposizione di
tipo professionale che quindi va contemplata in quelle che sono tutte le attività che svolge il
medico competente nella valutazione ovviamente dei rischi a cui questo soggetto è esposto per
svolgere la sua funzione lavorativa.
I prodotti fitosanitari, quindi, sono più composti chimici usati in agricoltura per combattere sia i
parassiti ma anche altri organismi dannosi per l'uomo, ma anche per gli animali e le piante
(pensiamo all'antipulci all'antiflebotomo, all’antizecche, al vermifugo e a tutto quello che noi
mettiamo negli ambienti, nei giardini per combattere le parassitosi delle piante, quindi anche
l’insetticida che usiamo sulla nostra pelle per combattere per esempio la puntura della zanzara)
quindi bisogna NON ECCEDERE perché la quantità di pesticidi alterano il metabolismo umano e
come gli idrocarburi policiclici aromatici hanno una forte lipofilia e quindi come per gli IPA, tendono
a essere acquisiti. Consideriamo che i pesticidi, se l'assunzione o l’esposizione è costante nel
tempo anche durante la gravidanza, è fortemente correlata alla ipospadia cioè a tutte quelle
malformazioni che sono a carico dell'organo genitale e della parte bassa dell'intestino. Per
cui le “ipospadie” sono tutte quelle malformazioni urogenitali che possono anche creare una
disabilità permanente ai bambini. Sono oltretutto anche molti di questi cancerogeni, per cui
bisogna (oltre che per il melanoma) fare attenzione all'uso che se ne fa e alla dispersione che se
ne fa in ambiente. Pertanto, la risorsa idrica, per i suoi risvolti e per le sue ripercussioni che ha
sulla salute pubblica, diventa un focus collettivo di controllo ma anche un diritto e un dovere a
far sì che tutta la popolazione sia adeguatamente salvaguardata e tutelata. Quindi l'acqua
pubblica quindi l'acqua potabile, diventa un elemento sostanziale di sanità pubblica, un
intervento di sanità pubblica. Per salvaguardare, ovviamente, la qualità e anche la quantità (cioè
conservare una quantità adeguata di acqua) bisogna avere una visione integrata dei problemi in
seguito al “corretto utilizzo”, bisogna gestire l'ambiente che accoglie le fonti di
approvvigionamento in maniera da non apportare contaminazione, bisogna produrre un corretto
smaltimento dei rifiuti sia solidi ma anche di quelli fognari civili e industriali che sono liquidi,
tutto questo per salvaguardare la purezza e la qualità delle acque. L'organizzazione mondiale della
sanità (OMS) afferma che anche se il processo di disinfezione potrebbe provocare la presenza di
molecole in grado di causare effetti a lungo termine sulla salute dei consumatori ( intendiamo i
sottoprodotti della disinfezione) non si può però far a meno della disinfezione se vogliamo
prevenire rischi molto più gravi e molto più letali , soprattutto se ricordiamo le tavole di mortalità
infantile come la bassa qualità delle acque sia correlata ad altissimi tassi di mortalità infantile
sono dovuti ovviamente alla presenza di agenti patogeni o di sostanze chimiche tossiche
nell'acqua potabile. Pertanto, l'eliminazione della disinfezione (dov’è possibile) la si elimina
rendendola più blanda (ricordando l’esempio delle acque profonde per cui invece degli ipocriti di
cloro di sodio o della cloro-ammonizione, posso usare il “cloro gassoso” pertanto intervenendo
nella chimica delle acque in maniera più blanda). Inoltre, noi eliminiamo già i rischi collegati alla
disinfezione stessa con i vari trattamenti successivi.
SISTEMA FOGNARIO
generalmente oggi sono di tipo doppio misto quindi con doppia coibentazione per evitare che una
fratturazione esterna interna possa produrre la dispersione delle acque fognare. Ma la prima cosa
che noi dobbiamo sapere il carico inquinante di quest’acqua, per cui si fa:
-un monitoraggio con un prelevamento di un campione rappresentativo quindi si fanno delle analisi
agli impianti di scarico delle acque di trattamento delle acque di scarico
-dove si va a vedere con le determinazioni chimiche che cosa c'è e in quali concentrazioni.
LEZIONE 8
Biotossine algali
Abbiamo una presenza oggi di tossine algali anche negli ambienti acquatici d’acqua dolce (laghi,
fiumi) e questo problema sta diventando un problema di difficile gestione, in quanto coinvolgendo
la catena alimentare coinvolge anche l’acqua potabile, ovvero quei fiumi, o quei laghi, o quelle
dighe, che vengono utilizzate per produrre acqua potabile hanno un elemento di rischio in più e
quindi che va valutato prima di poter potabilizzare le acque, determinando se c’è un rischio. La
prima volta che si sono manifestate queste alghe rosse è stata una delle Piaghe d’Egitto che sono
ricorrenti nello studio della Bibbia e dove si evince che tutte le acque del fiume divennero sangue i
pesci che erano nel fiume morirono, il fiume ristagnò e gli egiziani non poterono più bere l’acqua
del fiume (due son le cose o Mosè se ha avuto la fortuna di incontrare questo elemento nel
momento giusto oppure era un problema che in particolari condizioni climatiche è esploso) per cui
questa è una particolare alga la cui tossicità è importante perché è emolitica, cioè distrugge i vasi
sanguigni, e dato che i pesci respirano attraverso le branchie (dove avviene lo scambio con
l’ossigeno e l’anidride carbonica) caratterizzate da un tessuto fortemente irrorato di sangue
capillarizzato, il primo elemento che viene a distruggersi a contatto con una grande
concentrazione di queste tossine è la branchia del pesce, e chiaramente muore perché non riesce
più a produrre l’atto respiratorio. Questo è divenuto un elemento di cui noi ci occupiamo per
stabilire se esiste il rischio, lo stimiamo, per poi gestirlo; per gestirlo applichiamo quelle che sono le
norme igienico-sanitarie, sia per quanto riguarda, ad esempio, la conduzione degli allevamenti (gli
allevamenti di mitili in mare o di pesce in mare o in acque dolci), questo elemento potrebbe creare
due problemi: economico perché muoiono gli animali, di conseguenza l’allevatore ha un problema
economico diretto, indirettamente invece rappresenta un elemento sostanzialmente negativo tipo
per quello che è invece la qualità del pesce che quindi non è più genericamente possibile
utilizzarlo e di conseguenza ha comunque un elemento di disturbo.
L’igiene ambientale, quindi, si occupa di monitorare le matrici ambientali al fine di rilevare tutte le
alterazioni che potrebbero causare nocumento alle forme di vita che esso ospita, uomo compreso.
È ovvio che io devo conoscere questo argomento nel momento in cui io applico la mia attività a
quelle persone che vivono in ambienti a rischio.
Cos’è l’Harmful algal bloom (HAB)? È la fioritura algale tossica. Ci sono tante specie che
possono produrre apparentemente delle bellissime colorazioni nelle acque, ma che invece
contengono una tossicità particolarmente acuta (es. alimentandosi con pesci che sono stati
contaminati con la tossina del ciguatera questo sarà letale). È possibile classificare le HABs
attraverso:
Colorazione dell’acqua, per cui alcune specie hanno questa caratteristica che le rendono
molto evidenti;
Rilascio di biotossine, che possono arrivare a noi tramite l’alimento;
Rilascio di ittiotossine, cioè tutte quelle tossine che uccidono i pesci;
Rilascio di biotossine che vengono trasportate dall’area di fioritura fino alla costa
La diffusione nel Mediterraneo di specie algali alloctone (estranee al mediterraneo) è stata
permessa grazie all’attraversamento dello stretto di Gibilterra delle navi, che dai Tropici come il
golfo del Messico o da alcune aree dell’oceano indiando arrivano attraverso l’Oceano Atlantico o
dal Pacifico, mentre attraverso il canale di Suez è possibile l’attraversamento delle navi, che
incamerano acqua di zavorra, la quale poi dovrebbe essere rilasciata nell’ambito portuale. Da un
punto di vista igienico-sanitario loro non possono rilasciare in mare aperto o in zone limitrofe alla
costa queste acque in quanto diventano un rifiuto, per cui va scaricata con le autobotti e gestita
come elemento pericoloso; purtroppo, però, siccome il trasferimento di questi rifiuti ha un costo per
l’armatore, alcune volte rilasciano l’acqua di zavorra in mare aperto, contribuendo alla diffusione di
queste specie tossiche.
L’azione contaminante prodotta dall’uomo può avvenire:
Attraverso il trasporto volontario, ad esempio con l’importazione di pesci o molluschi vivi
per poi allevarli in ambienti molto lontani da quelli da cui derivano;
Attraverso il trasporto involontario, ad esempio mediante l’acqua di zavorra o “ballast water”
delle navi che transitano da e per il mediterraneo.
È da considerare che queste specie sono presenti anche nei mari artici, dove in estate riescono a
fiorire rappresentando un ulteriore problema ambientale per chi alleva i salmoni.
È possibile anche catalogarle in funzione del tipo di effetto tossico o di sintomo che la persona
esprime quando entra in contatto con concentrazioni importanti di questa tossina:
Paralitiche: alcune persone credono di aver avuto una paralisi facciale o emiparesi dovuta
ad altri problemi di salute e invece si manifestano o a causa dell’ingerimento di alimenti
contaminati o all’assunzione inalatoria diretta;
Neurotossiche, che provocano infiammazioni o problemi importanti a livello del sistema
nervoso centrale e periferico;
Diarroiche
Amnesiche, che alterano la percezione e la capacità di conservare il ricordo nell’ambito del
sistema nervoso centrale;
Ciguatera, letale per via alimentare.
Ovviamente tante sono le tossine algali con cui noi possiamo vanire a contatto, ma sappiamo che
alcune di queste si concentrano, come fanno gli idrocarburi policiclici aromatici, i metalli, le
diossine per gli alimenti; anche queste possono entrare nella catena alimentare, accrescersi di
concentrazione man mano che mi sposto dai produttori fino ai predatori e infine l’uomo è l’ultimo
predatore della catena alimentare più alta, per cui è ovvio che mangiare alimenti che possono
acquisire queste sostanze diventa un problema. Per questo motivo in ambito dei mercati ittici,
l’istituito zooprofilattico (che è la parte sanitaria veterinaria di controllo degli alimenti) va a verificare
che gli organismi che potrebbero essere suscettibili vengano controllati a random.
Noi abbiamo sviluppato, purtroppo, una certa conoscenza con la palitossina, che è una tossina
rilasciata dal Genere Ostreopsis un ambiente in cui è presente diffusa verifichiamo già i ricci
perdono gli aculei e che le stelle di mare perdono alcune delle loro braccia. Questo è già un
indicatore che la qualità del mare è alterata, soprattutto da una palitossina (questa è la tossina più
letale conosciuta, tant’è che chi mangia il sushi a base di pesce palla viene utilizzato solo dopo
un’eviscerazione perfetta, in quanto il pesce palla tende a nutrirsi di coralli che sono ricchi di
questa tossina).
Questa tossina riesce anche attraverso la balneazione ad avere effetti diretti alla salute umana, ad
esempio con i rush (ulcerazioni). Abbiamo una serie di elementi che ci contraddistinguono per la
presenza di queste specie in vari posti nel mondo,
specialmente nel Mediterraneo.
Nutrizione e salute
Una corretta nutrizione, accompagnata da attività fisica e controllo di fattori di rischio, è un
elemento fondamentale per la prevenzione di numerose condizioni patologiche, dovute ad
esempio alla scarsa igiene degli alimenti nel momento in cui li assumiamo, in quanto potrebbero
portare a delle gravi infezioni alimentari. È infatti stato dimostrato quanto uno stile di vita sano
possa far diminuire in modo significativo la possibilità di sviluppo di malattie ma allo stesso tempo
bisogna dare particolare attenzione anche al tipo di alimento che bisogna assumere. Nel 1993 fu
creata la dieta Mediterranea, simile a quella giapponese, e si tratta di una dieta povera in cui è
indicata molta attività fisica e si prediligono frutta e verdure fresca quindi non vi è alcun bisogno di
utilizzare pesticidi o altri prodotti chimici, assunzione di legumi al posto della carne e pesce in
grandi quantità. Inoltre, il grano utilizzato è maggiormente integrale quindi ricco di fibre sia per il
controllo del colesterolo ma anche per eliminare i grassi che attaccandosi alle fibre vengono
eliminati attraverso le feci.
Il controllo dell’alimentazione è ancora più intenso durante l’infanzia e per le persone che hanno
determinate problematiche alimentari e che necessitano di ulteriori controlli. Col tempo, anche gli
scambi commerciali, la ristorazione di massa e la diffusione di grandi catene di supermercati o
fast-food hanno contribuito al sorgere di nuovi problemi per la sicurezza alimentare, a causa ad
esempio della cattiva conservazione dei prodotti e soprattutto per i problemi di impatto ambientale
dato che la maggior parte degli alimenti vengono consumati in luoghi molto lontani dal loro luogo di
produzione.
Per questo, nel 1996 al World Food Summit è stata accettata la definizione internazionale di
sicurezza alimentare: “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed
economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscono le loro necessità e preferenze
alimentari per condurre una vita attiva e sana”.
L’igiene alimentare contempla innanzitutto la buona qualità di un alimento sotto il profilo igienico e
sanitario. Spetta agli operatori del settore alimentare garantire che gli alimenti o i mangimi
soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi di
produzione, trasformazione e distribuzione. Il loro obbiettivo è quello di ottenere alimenti più sicuri
ed igienici possibili. E quando il processo di salubrità viene perfettamente rispettato dal produttore,
molto spesso sono proprio i consumatori a ridurre la qualità dell’alimento attraverso la cattiva
conservazione, poiché non si ha una corretta gestione dell’’alimento e ciò potrebbe portare danni
alla nostra salute. I rischi per una scorretta conservazione e da contaminazione sono quelli
microbiologici (batteri, virus, parassiti), quelli chimici (se negli alimenti sono presenti sostante
indesiderabili presenti in natura o tossiche) ed
infine fisici (corpi estranei come vetro, plastica,
osso, roccia).
L’alimentazione, secondo l’epidemiologia,
rappresenta il 50% delle tossinfezioni alimentari.
Infatti, secondo l’OMS, nel 2005, la maggior parte dei
morti per diarrea sono da ricondursi all’ingestione di
acqua e cibo contaminati.
Nei soli Paesi industrializzati, ogni anno oltre il 30% della popolazione è soggetto ad un’infezione
di tipo alimentare. Per questo motivo, molto spesso fare un controllo epidemiologico delle
tossinfezioni degli alimenti ci consente di verificare se ci sono in atto delle epidemie o dei patogeni
particolarmente rischiosi. Ad esempio, In Europa vi è il report annuale Ecdc-Efsa sulle malattie
trasmette da alimenti vi sono Salmonella, Listeria, Campylobacter…
Anche in Italia vi è un controllo per i possibili focolai di tossinfezioni alimentari previsto dal DM del
15 dicembre del 1990, che suddivide le malattie in 5 classi. Tuttavia, spesso i dati sono distorti a
causa della mancata diagnosi di laboratorio e alla poco tempestiva trasmissione delle informazioni
che non permettono di condurre le indagini necessarie per stabilire la fonte e le modalità di
trasmissione.
A causa della mancata cura degli alimenti possiamo andare incontro alle infezioni alimentari, che
solitamente contengono microrganismi vivi che colpiscono la mucosa intestinale, oppure alle
tossinfezioni alimentari, dovuti all’uso di alimenti di tossine e batteri, ed infine intossicazioni
alimentari, causate dal consumo di alimenti contenenti tossine prodotte da microrganismi che si
sono moltiplicati sull’alimenti precedente al suo consumo.
Nello specifico sono stati individuati dei focolai epidemici di tossinfezione alimentari soprattutto
all’interno della famiglia, mense, esercizi commerciali o servizi di ristorazione collettiva ma anche
alcuni fattori che condizionano l’insorgenza di tossinfezioni come l’età, la virulenza del ceppo, la
carica microbica, deficit immunologici, terapie antibiotiche…
Un elemento che favorisce la contaminazione è la scarsa conservazione. La contaminazione può
avvenire per:
cibi crudi;
cottura inadeguata dell’alimento.
MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI:
La dieta mediterranea può essere identificata come un presidio medico chirurgico, cioè ha la
stessa funzione di un farmaco. Da un punto di vista di sanità pubblica, il condividere delle
informazioni circa la capacità preventiva e salutare di questa dieta che ci consente di migliorare
tutte quelle che sono le determinanti inerenti agli stili di vita che possono permetterci di migliorare il
nostro stato di salute, mantenerlo sano per un tempo più lungo possibile.
La dieta mediterranea ha delle caratteristiche:
-è costituita da un’attività fisica sia moderata che costante nel tempo;
-ha bisogno di una bella frazione di cereali, ma anche di frutta e verdura fresca molto varia;
-utilizza principalmente, come fonte di grassi, l’olio d'oliva extravergine;
-si usa più frequentemente del pesce, a discapito invece di uova, latticini, derivati del latte e di
carni animali.
Nei dati di mortalità, tra i paesi, gli Italiani, gli spagnoli e i giapponesi, sono le popolazioni che
sopravvivono più a lungo. Questo significa che la dieta mediterranea con la dieta giapponese e la
dieta spagnola ha delle similitudini. Per la Spagna è ovvio, perché ricade nel bacino del
Mediterraneo, ma se si guarda la dieta giapponese principalmente utilizza come fonte proteica il
pesce e quindi ha un basso consumo di latticini e di carni.
Se si accosta a questo tipo di alimentazione una discreta attività fisica, la qualità di vita e lo stile di
vita del soggetto si avvicina a quello che è il Good standard, della qualità di vita o dello stile di vita
che viene consigliato per migliorare la salute dell'uomo. La nutrizione e la dieta essendo elementi
di sanità pubblica hanno una similitudine col concetto di salute.
L’ALCOOL
Molti dicono che bere un bicchiere di vino rosso aiuta a prevenire tutte le patologie cronico
degenerative a carico del sistema cardiovascolare, ma così non è, perché il “resveratrolo” ovvero
quell’ antiossidante che si usa per testare le sue qualità di elemento che contrasta la malattia, (per
esempio l’ipercolesterolemia), e che migliora la performance dell’apparato cardiovascolare,
bisogna prenderne in quantità veramente elevate. Per assumere questa quantità di resveratrolo, si
dovrebbe bere un centinaio di litri di vino e ovvio che questo è assurdo, quindi in realtà noi
accompagniamo i pasti con il bicchiere di vino ma bisogna essere molto molto moderati con l'uso
di alcool, perché anche nel vino rosso, nel vino bianco, oltre che nei superalcolici, esiste una
quantità di alcol che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare, per cui il l'alcol può
diventare all'interno della dieta un elemento a sfavore, nel momento in cui si vuole perseguire la
salute.
L’alcool, data la sua capacità di produrre la dipendenza nel soggetto, è considerato come una vera
droga. Il cervello si abitua alla stimolazione che viene fuori dall’assunzione dell’alcool, di
conseguenza si applicano sempre più dosi. I forti bevitori, ad esempio, non vanno in ebbrezza
quando invece bevitori occasionali con 2/3 bicchieri birra già vanno in escandescenza.
La dipendenza diventa quel fattore che produce tutta una serie di decadimenti neurologici e
alterazioni della capacità di discernimento che provoca poi tutta una serie di problematiche sulla
salute.
L'alcool entra a far parte di quelle che sono le sostanze che creano dipendenza, per cui è una
droga in tutto e per tutto, anche se la sua produzione e la vendita sono legali e pubblicizzate, ma
vengono taciuti però gli effetti di un suo cattivo uso, cosa che invece è stata by passata con il
tabagismo, poiché nei pacchetti di sigarette per legge ora i produttori devono mettere anche delle
indicazioni su quelle che sono le conseguenze negative. Il fumo porta problemi di tipo
cardiovascolare, oncologico sul soggetto fumatore. Si sta lavorando anche per il discorso
dell'alcool, così che si possa portare ad una completa informazione su quali sono gli effetti
dell’alcool.
Alcuni tumori correlati all'uso dell'alcool sono: quello del fegato, quelli dell’utero, dello stomaco e
del seno, sono appunto aumentati in concomitanza al consumo crescente di alcool. Inoltre,
l’alterazione dei sensi e della capacità di discernimento rende più facile andare incontro a incidenti
non solo stradali ma anche lavorativi, se si è stato di ubriachezza non si può guidare, di
conseguenza per tutelare sia il cittadino che il guidatore stesso ci sono delle leggi che invitano a
non mettersi al volante, nella legge viene sottolineato il rischio della sospensione della patente, se
si feriscono terzi si va incontro al penale (omicidio stradale).
IL FUMO
Il fumo può creare tutta una serie di problemi. Il fumo di sigaretta non è un vizio, non è una
abitudine, ma una vera e propria tossicodipendenza e di questo il fumatore se ne deve fare una
ragione. Il tabagismo è identificato come una malattia e come tale deve essere trattata, il fumo di
tabacco è un aerosol micidiale di 4000 sostanze nocive cancerogene, tra cui troviamo: gli
idrocarburi policiclici aromatici, le nitrosamine, il benzopirene, il benzoantracene. Poi ci sono tutta
un'altra serie di gruppi di sostanze che sono irritanti per la mucosa bronchiale, tra cui l'acido
cianidrico, l'acetaldeide, la formaldeide, l'ammoniaca e il monossido di carbonio, che si lega
all'emoglobina molto di più dell’ossigeno, mantenendo lo scambio ossigeno/anidride carbonica,
creando la condizione polmonare ipossica.
La nicotina è una sostanza che fa sì che il fumatore cerchi sempre un'altra sigaretta, senza
riuscire a farne a meno, è una sostanza che attraverso il fumo di tabacco, in pochi secondi, arriva
al cervello.
Nel 1988, la medicina ufficiale ha affermato che la nicotina creava dipendenza come le altre
droghe, tipo eroina, cocaina e anche alcool, mentre le industrie del tabacco ne conoscevano le
caratteristiche farmacologiche già dal 1963, ma continuavano ad affermare che non dava
dipendenza, per continuare a vendere liberamente il fumo a qualsiasi età e a qualsiasi genere di
persone, anzi addirittura era considerato e pubblicizzato come un componente importante per il
gusto, quindi si aveva a che fare con il business.
In passato veniva aggiunta la caffeina, perché, essendo un elemento diuretico, nel momento in cui
si inala la nicotina e caffeina, non solo viene potenziata la capacità stimolante della sigaretta, ma
viene anche subito eliminata la nicotina, attraverso le urine, per cui il cervello richiede sempre più
velocemente e costantemente l'uso e quindi il consumo di altra nicotina, quindi si ottiene sempre
un consumo crescente.
Ciò consiste in una frode, infatti la legge impone che nelle sigarette non siano messe sostanze
diuretiche; tra cui la caffeina,
Chi fa uso delle nuove tecnologie tabagistiche, quali ad esempio le sigarette elettroniche o i
riscaldatori di tabacco, spesso si usano gli aromi, tra cui c'è quella di cappuccino e caffè, ciò
alcune volte è un modo per imbrogliare il consumatore, per cui il consumatore sceglie di
abbandonare l'attività tabagica da combustione (sigaretta tradizionale) verso il fumo elettronico. Il
fumo elettronico deve essere solo uno strumento per cessare la dipendenza e quindi ridurre
sempre più il dosaggio di nicotina, fino ad usare la sigaretta elettronica con zero nicotina, quindi
permettendo al soggetto di disintossicarsi dalla nicotina e di liberarsi dalla sua dipendenza. Se
invece si tende ad usare entrambe le formulazioni, pensando di poter diluire in questo modo gli
effetti nocivi del fumo, è vero si può diluire l'effetto nocivo del fumo tradizionale con quello
elettronico, ma se si continua ad usare entrambi in realtà non si sta smettendo la dipendenza e
soprattutto si fuma più nicotina.
L’unica terapia corretta è smettere di fumare. Per aiutarsi bisogna utilizzare dei sostituti della
nicotina come: le gomme da masticare, i cerotti, le compresse, il fumo elettronico che rilasciano
sempre una sempre più ridotta quantità di nicotina, così da evitare le crisi di astinenza e abituare il
soggetto a consumarne sempre meno.
Questo tipo di terapia non è una terapia che può fare il singolo soggetto “malato” di tabagismo, ma
va accompagnato sia dal medico e soprattutto da uno psicologo, perché le due terapie vanno
combinate, altrimenti il risultato non sarà efficace come quello che generalmente viene utilizzato
dalla combinazione tra medico clinico e psicoterapeuta.
ALIMENTAZIONE E SALUTE
Con la dieta mediterranea tutto migliora, ma ci si deve chiedere perché si mangia? Perché è
salutare l'alimentazione? L’organismo di cosa ha bisogno realmente? Che cosa contengono gli
alimenti? Quando mangiare? Quanto e cosa mangiare? Per rispondere a ciò bisogna mettere in
relazione l'alimentazione con salute e malattia.
Si mangia solo per la necessità di nutrirci, quindi di far funzionare ottimamente il nostro corpo.
Un’alimentazione corretta serve, oltre che a soddisfare le necessità qualitative e quantitative
dell’organismo, ad armonizzare perfettamente con la nostra sfera psicologica e di soluzione.
Quando si dice che è rilassante bere al caldo una cioccolata, oltre che ad un apporto nutrizionale,
può anche migliorare la sensazione di benessere psicologico.
Si ha la necessità di:
-carboidrati, soprattutto quelli con la fibra, quindi integrali;
-proteine;
-grassi, anche se in minore quantità, ma necessari perché costituiscono in parte alcuni nostri
enzimi, il nostro colesterolo, ma soprattutto la gran parte delle nostre cellule è fatta anche da una
componente grassa;
-vitamine
-sali minerali, per il nostro equilibrio osmotico;
-acqua, tramite uno stato di idratazione completo.
L'italiano medio ha assunto delle abitudini alimentari assolutamente squilibrate e non più aderenti
alla dieta mediterranea, ma si deve comunque consumare :
-4/5 porzioni di cereali al giorno, esempio gli spuntini con qualche biscottino o dei cereali o una
porzione di pane;
-3 porzioni di verdura;
-2 porzioni di frutta, possibilmente mattina e sera, o dopo il pasto, oppure per merenda
-2 porzioni di latticini, generalmente magri, per cui lo si usa alla mattina o come spuntino;
-2 porzioni di alimenti ricchi di proteine, dove si privilegiano i legumi e il pesce, a discapito di carne,
uova e formaggi;
-quantità di grassi e di zuccheri limitati , addirittura per un pasto normale, secondo la dieta
mediterranea, non si devono consumare più di due o tre cucchiaini da caffè di olio d'oliva
extravergine durante la giornata, quindi si si predilige consumare l' olio in piccole quantità e
condire gli alimenti con altri condimenti, caloricamente parlando meno importanti, quali: limone,
succo d'acero e succo di mele.
Le malattie del benessere sono: l’anoressia e la bulimia, caratterizzate anche da una radice
psicologica. L' anoressia è un rifiuto totale dell'alimentazione, mentre la bulimia porta il soggetto ad
abbuffarsi, poi incorre il senso di colpa e di rifiuto del cibo e quindi in genere tendono a provocarsi
il vomito.
E’ possibile diagnosticare o interpretare alcuni segni clinici, che possono rappresentare il primo
sintomo nell’ anoressia: in passato era tipicamente femminile, oggi invece si è diffusa anche tra i
giovani ragazzi maschi, si nota un aumento eccessivo della cura della persona attraverso la
palestra, fanno tantissima attività fisica, perché il fine ultimo è quello di dimagrire, ma nello stesso
tempo avere un regime alimentare ristrettissimo, quindi il peso che si riduce, di conseguenza
nascono tutta una serie di problematiche, tra cui l'osteoporosi, l’infertilità nella femmina, per cui
vengono a sparire le mestruazioni e soprattutto vi è una perdita capacità di autoregolazione del
fegato, che cessa di funzionare in maniera fisiologica e diventa patologico, vi è soprattutto un
abbassamento delle difese immunitarie.
Il primo sintomo della bulimia può essere visto nell' arcata dentale, a differenza della anoressia,
questa incontra anche una fascia di popolazione più adulta. L'auto provocarsi il vomito produce un
deperimento della dentina dei denti, per cui in genere i denti rovinati, anche in soggetti sani, può
essere indice o sintomo o un campanello d'allarme per osservare se questo soggetto soffre di
bulimia, nel bulimico non c'è una magrezza eccessiva, bensì c'è un altalenante crescita e
dimagrimento, per cui il soggetto acquisisce e perde peso rapidamente.
L’anoressia e bulimia sono le due facce di uno stesso disturbo alimentare, che però diventano
drammatica malattia se non si curano in tempo. L’ anoressia inizia con una dieta e poi si trasforma
in un rifiuto totale del cibo, la bulimia invece è causata dall’ aumento della fame però poi con un
senso di colpa che porta a vomitare.
C’è invece chi non ha l'alimento a disposizione e di conseguenza i bambini e i soggetti che non
hanno la possibilità di avere un pasto, queste sono le cosiddette malattie della povertà sono
differenti da quelle del benessere, sono malattie che provocano molti danni, sono diffuse
soprattutto nei paesi sottosviluppati ,una malattia più diffusa è la tubercolosi e la malaria , perché i
ragazzini e gli adulti hanno un sistema immunitario depresso e la liberazione di queste malattie
sarà possibile solo quando anche i popoli saranno liberati da questo sottosviluppo, tra queste
anche l' HIV, che è frequente soprattutto nei paesi africani, cioè nei paesi in via di sviluppo, proprio
a causa della mal nutrizione. Il cibo è la prima cosa che previene l’AIDS. Una dieta sana può
aiutare a rinforzare il sistema immunitario e mantenere il fisico in forze, anche quando è attaccato
dall’HIV e dall’AIDS. Per molte famiglie nei paesi in via di sviluppo, i medicinali per l’AIDS e l’HIV
sono troppo cari o semplicemente introvabili, per molti, una buona alimentazione può essere
l’unica possibilità per rallentare la malattia (una buona alimentazione non è solo un modo di curare
la malattia, ma ne evita la diffusione).
LA SALUTE E LO SPORT
1) Che cosa è lo sport?
Lo sport è un fenomeno di massa diffusosi durante lo sviluppo industriale, non solo per occupare
il tempo libero ma anche per ovviare alla vita sedentaria che si conduceva.
Stili di vita che evitano sia le complicanze che l' aggravamento della malattia del reflusso
gastroesofageo, addirittura a non incorrere in questa malattia, quindi proprio a prevenirla sono:
-le abitudini alimentari, come eliminare il caffè anche decaffeinato ,il tè ,la cioccolata, le bevande
con caffeina, spremute di agrumi, che potrebbero rappresentare un elemento infiammante nello
stomaco;
-calare di peso, se si è in sovrappeso, perché il peso addominale costituito dal grasso addominale
crea problemi alla digestione;
-evitare i pasti molto abbondanti, per evitare una maggiore pressione addominale e di
conseguenza la risalita del liquidi digestivi;
-evitare di sdraiarsi dopo mangiato, bisognerebbe fare la pennichella solo dopo due o tre ore
dall'aver consumato il pasto;
-sollevare il materasso a livello della testa e non usare il cuscino, perché si creerebbe una piega
che invece di avere un effetto positivo avrebbe un effetto negativo sulla digestione, si consiglia di
mettere degli spessori nei piedi in maniera che il materasso tenda ad assumere una forma
obliqua;
-abolire il fumo;
-evitare i farmaci che riducono la pressione.
CALCOLI ALLA COLICISTI
Un altro tipo di patologie sono la litiasi della colecisti, ovvero i calcoli alla colecisti, bisogna:
-fare attività fisica quotidiana, perché permette lo svuotamento della colecisti;
-evitare il sovrappeso;
-evitare e diete dimagranti troppo dure, quindi una perdita di peso importante in poco tempo,
perché può creare i calcoli alla colecisti;
-evitare lunghi periodi di digiuno;
-effettuare tre pasti al giorno, più uno spuntino, la colecisti si svuota producendo la bile in maniera
tale che il fegato possa ben lavorare , quindi se non si tiene costantemente sotto azione questo
meccanismo dell’ introducendo degli alimenti la colecisti non si svuota e quindi può crearsi la litiasi;
-consumare una dieta ricca di fibre e carboidrati complessi, ovvero i farinacei;
-eliminare gli zuccheri semplici e grassi saturi, quindi grassi animali.
STILE DI VITA DEL BIMBO OBESO
I bambini oggi tendono a essere sempre più obesi, anche lo stile di vita nel bambino obeso deve
essere ben delineato dai genitori o dal tutore, bisogna:
-concentrare l'assunzione degli alimenti in 4 5 pasti non eccedere nelle calorie;
-promuovere e valorizzare la prima colazione, ma questo in tutti perché grazie a questa diamo la
spinta al nostro metabolismo per bruciare i grassi;
-ridurre l'apporto di grassi e proteine animali;
-aumentare invece l'apporto dei cereali , usare il fruttosio o il miele aumentare l'introduzione di fibre
alimentari, quindi frutta verdura e soprattutto cereali integrali;
-promuovere l'attività fisica.
EFFETTI DELL’ATTIVITA’ FISICA
L’attività fisica:
-accelera la perdita della massa grassa;
-potenzia la massa magra, chi fa palestra e soprattutto pesi vede crescere il muscolo e sottilizzare
il pannicolo adiposo, questo perché il muscolo per produrre energia brucia la gran parte dei grassi;
-riduce i livelli di colesterolo, quindi previene anche lo sviluppo del diabete e mantiene la pressione
costante;
-ha un’azione antidepressiva, un'azione di socializzante soprattutto per i bambini, anche per agli
anziani che cessano l'attività lavorativa e trovano nel fare sport nuovamente un elemento che li
renda inclusivi socialmente e che li porti ad avere la socialità e a cresce l' autonomia e la qualità
della vita, l'autostima aumenta il benessere percepito e diventa sempre più facile che si continui a
fare attività fisica.
Deve esserci uno stile di vita congruo dove sono sullo stesso piano l’introito calorico e il dispendio
energetico, pertanto bisogna limitare l'abuso di cibi con componenti nocivi e promuovere la salute
prescrivendo cibi selezionati e possibilmente freschi.
BRISICHELLA HERT STUDY
In questo studio si vede che nelle abitudini alimentari tra il 1980 e 88 c'era un eccesso di uso di
lipidi e colesterolo, cioè si usavano molto gli acidi i grassi saturi e poco gli acidi grassi poli insaturi
che erano oli d’oliva, effettivamente si aveva una pressione sistolica elevata tra i maschi e
femmine, anche qui i livelli di colesterolo totale andavano crescendo.
Non è semplice seguire una dieta nutrizionale quando necessita dimagrire, ma bisogna valorizzare
i gusti del paziente, bisogna cercare di rendere compiacente il paziente in quella che è la
prescrizione medica, perché la nutrizione è un atto medico, quindi nel momento in cui si prende
una dieta e la si segue e questa dieta è pubblicizzata su una rivista, senza essere calibrata sulla
persona, si sta svolgendo un'attività terapeutica non adeguata sul corpo. Chiunque voglia fare una
attività di riduzione del proprio peso, deve andare da persone qualificate, che calibrino il loro stile
nutrizionale, che bisognerà seguire come trattamento terapeutico, sulla scorta di quello che si fa, di
quello che si mangia, di quello a cui si è intolleranti, di quello che è consigliato in base al nostro
quadro, nel caso in cui ci siano delle patologie nel proprio quadro patologico, per cui bisogna
cercare di ottenere un approccio interattivo, dove si responsabilizza il paziente, quindi si avrà
bisogno ovviamente di tempi più lunghi di interazione tra paziente e medico.
LEZIONE 10
INQUINAMENTO ATMOSFERICO E SALUTE:
quando noi abbiamo parlato della pandemia che stiamo vivendo, abbiamo messo in relazione
come alcuni virus rischiano meglio di diffondersi quando in ambiente è presente un particolare
inquinamento, in particolare per quelli a trasmissione aerea (l’inquinamento atmosferico.)
È ovvio che tutte le caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo riflettono la loro qualità sulla qualità
della salute delle persone che vivono lì. Per cui dobbiamo cominciare a dire che le sorgenti
d’inquinamento per l’atmosfera possono essere di due tipi:
1. Naturali: per esempio le eruzioni vulcaniche, movimentazioni di sabbia e sostanze erose
dal vento (es. Sicilia orientale). Ma le eruzioni vulcaniche non rilasciano soltanto polveri ma
anche sostanze quali anidridi solforosi, sostanze ricche in anidride carbonica etc. ma
siamo esposti poi anche ai pollini (ad esempio agli allergici che in primavera quando l’aria
si carica di pollini aerodispersi entrano in crisi per la sintomatologia che viene esplicata). E
poi ci sono tutta una serie di sostanze derivate da processi di combustione di foreste (da
circa il 2018/2019 in Siberia, poi in Australia e in California sono scoppiati dei gravissimi
incendi che hanno distrutto ettari e ettari di foreste rilasciando nell’aria tutta una serie di
sostanze inquinanti tra cui i così detti policiclici aromatici che sono quegli idrocarburi che
hanno una funzione non solo infiammatoria per le alte vie respiratorie ma una volta
acquisite all’interno del corpo anche per inalazione possono andare a svolgere delle attività
mutagene e cancerogene.) per cui è ovvio che le sorgenti naturali non sono da non
considerare ma anzi attualmente sono sempre state sottovalutate e che invece vanno
fortemente controllate dove possibile prevenire.
2. Artificiali: sono invece gli impianti termici per uso domestico (es. le nostre caldaie a gas, a
metano, a pellet) sia nell’ambito pubblico che privato; gli impianti termoelettrici per la
produzione di energia , tutti gli impianti di produzione industriale; traffico autoveicolare;
impianti di smaltimento dei rifiuti; altre lavorazioni: agricole (l’agricoltura è uno degli
elementi che più impatta sulla qualità dell’aria perché l’uso dei pesticidi che vengono
aerodispersi, l’uso della movimentazione delle macchine agricole di grandi quantità di suolo
quindi rilasciano particolato) e poi abbiamo le pavimentazioni stradali: tutta la parte che non
viene utilizzata della raffinazione del petrolio gli scarti vengono utilizzati per fare bitume, ma
questo grazie al rullaggio dei copertoni sulla strada produce un’erosione di entrambi sia
del bitume frazionato in nanoparticelle quindi inalabili; ma anche gli stessi copertoni di
conseguenza vengono ridotti in nano e micro particelle inalabili.
Se io devo caratterizzare gli inquinanti che trovo in atmosfera li posso caratterizzare in funzione di
alcune caratteristiche:
- Se considero la loro capacità reattiva come molecole capaci di legarsi le vado a distinguere
come inquinanti primari e secondari
Primari: sono quelli che vengono immessi in atmosfera direttamente dalla sorgente. Es:
dal motore a scoppio di una macchina viene emesso direttamente biossidi di zolfo ovvero
anidridi solforose, ossidi di azoto, monossido di carbonio CO, e PM (particular matter=
materiale particellare) sta per polveri sottili.
Secondari: non sono altro che gli inquinanti primari che una volta immessi nell’atmosfera
trovano altre sostanze con cui combinarsi producendo delle sostanze chimiche. E sono
molto più tossici dei primari. Es: biossido di azoto. Oppure la ulteriore frammentazione
grazie all’incidenza dei raggi ultravioletti che si ha nell’incontro di barriere fisiche può
essere ulteriormente spezzata e quindi produrre delle polveri sempre più sottili.
Un altro modo per caratterizzare/ descrivere gli inquinanti sono la distinzione in INDOOR e
OUTDOOR.
Indoor sono quelli che derivano dalle zone/locali chiusi (scuole, negozi, palestre industrie) tutto
ciò che viene rilasciato al loro interno in atmosfera viene indicato come inquinante indoor es.
metalli e polveri sottili rilasciati con l’uso delle fotocopiatrici o delle stampanti; oppure i gas esausti
o derivanti sostanze infiammatorie derivanti dalla combustione del gas metano o del carbone o del
propano all’interno delle nostre cucine. Quindi vi sono una serie di sostanze presenti nell’ambiente
costruito che possono alterare la qualità di vita all’interno.
OUTDOOR: sono invece tutte quelle sostanze che generalmente vengono rilasciate in ambiente
esterno (inceneritori solo in occidente li troviamo di quarta gamma.); attività commerciali, traffico
veicolare etc.
Gli inquinanti hanno delle caratteristiche specifiche in funzione della sorgente che li ha prodotte, o
del percorso industriale che le ha prodotte. Gli inquinanti gassosi particolari sono invece tutti
quelli che vengono distinti in funzione della struttura fisica. Nello spazio come si comportano
queste molecole? Abbiamo i gas, elemento che a temperatura ambiente appare disperso, i
particolati sono polveri molto sottili la cui dimensione gli consente di galleggiare nelle fasce basse
dell’atmosfera e quindi nella zona antropica e per cui è detta anche antroposfera. La zona con cui
noi veniamo a contatto e di conseguenza possono rappresentare un pericolo.
Ma abbiamo anche gli Aerosoli: un misto tra un liquido in forma di vapore con all’interno una
porzione particellare aerodispersa.
Quindi gli Aerosoli possono essere definiti come dispersioni di sostanze liquide o solide in forma
finemente suddivisa: fumi derivanti da processi di combustione incompleta; polveri derivanti da
processi di frantumazione di origine naturale o artificiale; nebbie particelle liquide finemente
suddivise in aria di diametro variabile; idrocarburi, solventi, pesticidi; smog stato fisico in
associazione fra polveri sospese e nebbia (SMOKE fumo+ FOG nebbia) Associazioni tra polveri
sospese e la nebbia
Gas e vapori: sono sostanze naturalmente allo stato gassoso a temperatura ambiente, i vapori
sono sostanze temporaneamente in uno stato gassoso di sostanze che normalmente si trovano
invece allo stato liquido. Quindi per arrivare allo stato gassoso devono arrivare a temperature più
alte.
L’INQUINAMENTO DELL’ARIA
È un elemento fondamentale nella gestione di qualità soprattutto a livello urbano industriale per
quanto riguarda la gestione e la sicurezza della qualità della vita della popolazione.
L’inquinamento dell’aria, quindi, indica tutta una serie di fenomeni complessi e il reale meccanismo
con cui essi si muovono nell’atmosfera tra cui: l’emissione è la quantità di inquinanti che in un
dato periodo di tempo viene prodotta ed eliminata da una sorgente di inquinamenti.es. camino di
un’industria; La concentrazione: la quantità misurata all’internodi un volume d’aria. L’immissione
è la concentrazione che gli inquinanti emessi raggiungono a livello del suolo all’esterno del
perimetro industriale o a distanza dalla sorgente di emissione. Esempio: le sabbie del deserto a cui
noi siamo esposti quando c’è il vento di scirocco quando questo raggiunge potenze elevate riesce
a strappare le polveri sottili dal deserto e le trasporta nella parte del sud Italia. Questo significa che
la sorgente di emissione è il deserto ma il luogo di immissione è il sud Italia zona in cui ricadono di
nuovo al suolo. Prima si valutava solo l’effetto sull’ambiente, oggi con la vis si fa una valutazione
strategica su quello che sarà l’impianto come impatterà sull’ambiente e come impatterà sulle salite
dell’uomo. (l’assessorato decide o può chiedere delle modifiche al fine di evitare questo) es.
aumentare altezza del camino.
Inquinanti atmosferici possono essere quindi primari quello che è appena emesso e secondari
come si modifica questa sostanza primaria con quella che incontra. La prima cosa che incontra è il
vapore acqueo, l’anidride carbonica, l’ossigeno sono sostanze che hanno un’alta capacità di
legame chimico con le sostanze emesse.
Quindi possiamo dire che generalmente nell’ambiente i più riscontrati tra i contaminati sono gli
ossidi di zolfo, di azoto, il monossido di carbonio particolato atmosferico, l’ozono troposferico (più
pericoloso per la salute)il radon (gas esalato dalla crosta terrestre RG,LZ esalazioni + abbondanti
e nelle zone vulcaniche, monitorato in chi lavora in metropolitana o in miniera o etc., benzene,
asbesto, IPA, cloruro di vinile elemento che troviamo negli oggetti che ci circondano
(conservanti)formica aldeide.
Conseguenze particolari dell’inquinamento atmosferico:
effetto serra: ogni gas che riesce ad attraversa l’anidride carbonica e l’ozono arriva al suolo, serve
questo raggio solare a riscaldare il suolo, che durante le ore notturne rilascia il calore acquisito per
far avvenire quell’effetto di refrigerazione della crosta terrestre, il problema è che le polveri sottili e
l’ozono aggiunto in particolare e uno squilibro di co2 viene prodotto l’effetto serra non è più in
grado di far risalire il calore verso l’esterno. eccesso di metano allevamento intensivo di
bestiame e co2.
L’ozono ha questa funzione semipermeabile, cioè permette il passaggio solo di quei raggi solari
benefici all’ambiente terrestre e impedisce sotto forma di specchio quelli che sono altamente
energetici e radianti per cui l’aver consumato ozono grazie alla sua combinazione con le sostanze
rilasciate in atmosfera dall’uomo, questo ha prodotto la così detta formazione dei buchi dell’ozono
che si vanno a posizionare grazie all’influsso magnetico ai due poli e proprio quello sopra
l’Antartide aveva raggiunto una quota particolarmente rilevante. Oggi bandite le sostanze, si
stanno restringendo anche se ne stiamo producendo tante che producono l’effetto serra da qui
global warming. (+ Aumento mortalità soggetti cardiopatici.)
Però vi è anche la presenza di un effetto frigorifero dovuto alle polveri, infatti, nel momento in cui i
vulcani, gli incendi rilasciano una quantità di polvere si attende quello che si chiama il
raffreddamento delle temperature al suolo.
L’effetto UV, la radiazione, ha un effetto di modificazione delle sostanze primarie verso sostanze
secondarie, tra cui l’ozono. per cui la quantità di ozono che viene rilasciata negli ambiento urbani
generalmente è prodotta da una serie di sostanze primarie che sono quello che le nostre marmitte
rilasciano nell’ambiente sotto forma di ossido di azoto ma la cui molecola viene spezzata
dall’energia del raggio ultravioletto della luce solare trasformando le parti o ossigeno in una
molecola contestabile ozono triatomico (tre atomi d’ ossigeno) instabile ma anche molto ossidante.
EFFETTI SULLA SALUTE:
quindi inquinamenti e tumori polmonari sono collegati. l’incremento è compreso tra il 9 e il 33%
negli abitanti di aree urbane.
La mortalità è più elevata nelle categorie a rischio coloro che sono più esposti al traffico: vigili
urbani, tassisti, benzinai.
Però i dati non rilevano una netta associazione tra questi, ma invece è stato verificato tra
l’aumento dei tumori nell’esofago e tumore cerebrale dovuta all’esposizione di benzene (benzinai)
Ora facciamo una breve carrellata su quelle che sono le particolari sostanze che noi per legge
controlliamo sistematicamente. Si tratta di una prevenzione secondaria all’interno dell’ambiente
atmosferico. Nel momento in cui io ho una centralina che mi comincia a superare la soglia di allerta
(e non di pericolo), io sono in grado di mettere in atto tutte quelle misure che mi consentono di
poter ridurre l’inquinamento. Per prevenzione primaria invece si intendono quelle linee guida o
quelle forme di controllo sugli inquinanti per determinare una minore emissione e immissione di
queste sostanze nell’ambiente. Per parlare di sostanze inquinanti sono citate quelle sostanze più
compromesse quando si osservano gli esiti sulla salute. Generalmente questi sono gli ossidi di
zolfo.
Ossidi di zolfo:
Normalmente gli ossidi di zolfo presenti in atmosfera sono l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride
solforica (SO3); questi composti vengono anche indicati con il termine comune SOx.
-Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono dovute all’attività vulcanica. Quindi, un evento
naturale che non si può gestire come quello vulcanico può compromettere la qualità dell’aria dopo
tante attività di contenimento.
-Le emissioni antropogeniche degli ossidi di zolfo sono dovute ai processi di combustione.
Dal 1980 fino al 1999 siamo riusciti a scendere in termini di tonnellate le quantità di ossidi di zolfo.
Ma c’è ancora difficoltà a ridurre tutto ciò che deriva da produzione di energie e delle industrie di
trasformazione.
“Ma per l’elevata solubilità in acqua il biossido di zolfo viene facilmente assorbito dalle mucose del
naso e del tratto superiore dell’apparato respiratorio (questo rappresenta una fortuna dato che solo
quantità molto ridotte possono raggiungere gli alveoli polmonari). L’alta reattività lo rende un
composto estremamente irritante.” Inalare il biossido di zolfo, quindi, fa sì che vi siano tutte le
condizioni per andare verso un processo infiammatorio. È per questo che il covid è più facile
assumerlo nelle zone più inquinate come il nord-Italia, dove la Pianura Padana rappresenta la
maglia nera per quanto riguarda ossidi di zolfo, di azoto e polveri sottili di tutta l’Europa; questo
proprio perché la cintura delle alpi chiude questa zona depressa rispetto al livello del mare, che è
la Pianura Padana, e dove si trovano la gran parte delle industrie italiane. [Li, infatti, è stato
registrato il più alto tasso di morti per covid, non solo quindi per una cattiva gestione della sanità
(che è stata una sanità concentrica, cioè tutti verso l’ospedale, quindi è stata eliminata la medicina
territoriale) ma soprattutto perché hanno un fattore ambientale predisponente].
“È stato comunque notato un effetto sinergico con le polveri sospese per la capacità che queste
hanno di veicolare gli inquinanti nelle zone più profonde dell’apparato respiratorio.”
Quindi le polveri sottili non solo hanno una funzione irritativa ma anche di legare le sostanze
tossiche veicolandole all’interno del polmone.
La prima cosa che si può osservare è la defogliazione degli alberi. Si vede che essendo miscibile
all’acqua, l’ossido di zolfo produce acido solforico. Quindi sotto forma di aerosol, ricade sulle
foreste, sotto forma di piogge acide, producendo questa ustione delle foglie quindi la defogliazione.
Ossidi di azoto:
La sigla (NOx) identifica in modo collettivo gli ossidi di azoto che si producono come inevitabili
sottoprodotti durante una combustione che avvenga utilizzando aria.
Mentre gli ossidi di zolfo sono tipici della combustione del carbone o del diesel, quelli di azoto sono
tipici del camino a legna, del motore delle automobili (soprattutto quelle a benzina), delle centrali
termoelettriche.
Incidono fortemente i trasporti stradali e soprattutto la produzione energetica e industriale.
-L’azione sull’uomo dell’ossido di azoto relativamente blanda; inoltre, a causa della rapida
ossidazione a biossido di azoto, si fa spesso riferimento esclusivo solo a quest’ultimo inquinante,
in quanto risulta molto più tossico del monossido.
-il biossido di azoto è un gas irritante per le mucose e può contribuire all’insorgere di varie
alterazioni delle funzioni polmonari, bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare. Lunghe
esposizioni anche a basse concentrazioni provocano una drastica diminuzione delle difese
polmonari con conseguente aumento di rischio di affezioni alle vie respiratorie.
-Per il biossido di azoto l’organizzazione mondiale per la sanità (OMS) raccomanda il limite guida
Orario di 200 micro-g/mc, il limite per la media annuale è invece micro-g/mc.
Monossido di carbonio:
L’ossido di carbonio (CO) o monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, infiammabile, è
molto tossico. Si forma durante le combustioni delle sostanze organiche, quando sono incomplete
per difetto di aria (cioè per mancanza di ossigeno). Il monossido di carbonio è estremamente
diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell’inquinamento prodotto dagli scarichi degli
autoveicoli.
Il monossido di carbonio è tossico perché legandosi saldamente agli atomi di ferro nell’emoglobina
del sangue forma un complesso è molto più stabile di quello formato dall’ossigeno. La formazione
di questo complesso fa sì che L’emoglobina si è stabilizzata nella forma di carbossiemoglobina che
rilascia più difficilmente l’ossigeno ai tessuti. L’intossicazione da monossido di carbonio conduce
ad uno stato di incoscienza (il cervello riceve via via meno ossigeno) e quindi alla morte per
asfissia. Questo è il motivo per cui alcuni atti di suicidio hanno buon esito con il monossido di
carbonio, perché viene eliminata la funzione respiratoria del trasporto del gruppo Eme del nostro
sangue.
Particolato atmosferico:
-polveri totali sospese (PTS)
-particulate matter (PM).
Le particelle primarie emesse da sorgenti naturali ed antropiche; le secondarie si originano dalle
particelle primarie mediante una serie di reazioni chimiche e fisiche che avvengono in atmosfera.
Le particelle fini sono quelle che hanno un diametro inferiore a 2,5 micron, le altre sono dette
grossolane.
Le polveri PM10 rappresentano nel particolato che ha un diametro inferiore a 10 micron, mentre le
PM2,5 hanno un diametro inferiore a 2,5 micron.
Vengono dette polveri inalabili quella in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato
respiratorio (dal naso alla laringe). Le polveri toraciche sono quelle in grado di raggiungere i
polmoni. Le polveri respirabili possono invece penetrare nel tratto inferiore dell’apparato
respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari).
Le polveri si originano sia da fonti naturali che antropogeniche. Le polveri fini derivano
principalmente da processi di combustione (particolato primario cioè prodotto direttamente) e da
prodotti di reazione del gas (particolato secondario); la frazione grossolana delle polveri si origina
in genere da processi meccanici (solo p. primario).
Quindi siamo esposti ad una serie di rischi. Uno di questi è l’ozono troposferico.
Ozono troposferico:
L’ozono è un gas tossico di colore blu astro, costituito da molecole stabili formate da tre atomi di
ossigeno (O3); queste molecole si scindono facilmente liberando ossigeno molecolare (O2) ed un
atomo di ossigeno è estremamente reattivo (O3-> O2+O). Per questo le sue caratteristiche l’ozono
è quindi un energico ossidante in grado di demolire sia materiali organici che inorganici.
La molecola dell’ozono è estremamente reattiva, in grado di ossidare numerosi componenti
cellulari, fra i quali aminoacidi, proteine e lipidi. Alla concentrazione di 0,008-0,02 ppm (15-40
microg/mc) È possibile già rilevarne l’odore; a 0,1 ppm provoca una irritazione agli occhi e dalla
gola per la sua azione nei confronti delle mucose. Concentrazioni più elevate causano irritazioni
all’apparato respiratorio, tosse ed un senso di oppressione al torace che rende difficoltosa la
respirazione. I soggetti più sensibili, come gli asmatici e gli anziani possono essere soggetti ad
attacchi di asma anche a basse concentrazioni. Alla concentrazione di 1 ppm provoca mal di testa
e a 1,7 può produrre edema polmonare.
Benzene:
Il benzene è un idrocarburo aromatico strutturato ad anello esagonale ed è costituito da sei atomi
di carbonio e sei atomi di idrogeno.
La maggior parte del benzene presente nell’aria è un sottoprodotto delle attività umane.
Cause di esposizione al benzene: il fumo di tabacco, la combustione incompleta del carbone e del
petrolio (dei quali è un costituente naturale), i gas esausti dei veicoli a motore e le emissioni
industriali (gli usi industriali del benzene, inclusi la produzione di plastica e resine sintetiche,
causano spesso il rilascio di vapori contenenti questo inquinante). Anche i vapori liberati dei
prodotti che contengono benzene, come colle, vernici, c’era e per mobili e detergenti, possono
allora volta essere fonte di esposizione.
Perché è rischioso?
In passato le benzine dette rosse non contenevano il benzene ma il piombo, che è tossico perché
produce la leucemia, per cui è stato eliminato il piombo e sostituito con un altro detonante, il
benzene. Ma è stato sostituito il piombo che porta alla leucemia con il benzene che porta alla
leucemia.
L’intossicazione provocata dal benzene o dai suoi derivati e detta benzolismo.
L’inalazione di un tasso molto elevato di benzene può portare al decesso; un’esposizione da
cinque a 10 minuti ad un tasso di benzene nell’aria al 2% (ovvero 20.000 ppm) è sufficiente a
condurre un uomo alla morte.
Dei tassi più bassi possono generare sonnolenza, vertigini, tachicardia, mal di testa, tremori, stato
confusionale o perdita di coscienza.
La dose letale per ingestione è di circa 50/500 milligrammi su kilogrammi (milligrammo di sostanza
ingerita rispetto al peso dell’individuo espresso in kilogrammi).
Il principale effetto di un’esposizione cronica al benzene è il danneggiamento dei tessuti ossei e la
diminuzione delle cellule del midollo osseo, che può causare una diminuzione del tasso di globuli
rossi nel sangue è un’anemia aplastica o una leucemia. Può anche dare origine a coaguli, difficoltà
di coagulazione ed indebolimento del sistema immunitario.
Negli ultimi anni in alcune bibite gassate, perlopiù soft drink a base di frutta, sono stati trovati
elevati livelli di benzene, sostanza altamente cancerogena.
Il benzene non viene aggiunto volontariamente alle bibite ma si può sviluppare a seguito di una
reazione spontanea tra l’acido ascorbico (Vitamina C, E300) e qualsiasi additivo Benzoato, in
particolare il Benzoato di sodio (E211), il Benzoato di potassio (E212) e il Benzoato di calcio
(E213), conservanti utilizzati come antimicrobici (in grado di bloccare la crescita di batteri e lieviti)
nelle bibite stesse.
Alcune prove hanno suggerito poiché la presenza di acido citrico nella reazione con l’acido
ascorbico è il Benzoato accedere alla produzione di benzene. Altri fattori che ne favoriscono la
produzione sono il calore e la luce, per esempio durante il trasporto o nell’immagazzinaggio.
I suoi livelli nelle bevande sono regolati a livello nazionale e internazionale. Nella legge italiana non
vi sono limiti imposti per il benzene nelle bibite, e perciò ci si rifà all’OMS che lo fissa a 10 ppb
(parti per bilione- microgrammi per litro) così come indicato nella nota del 10 novembre 2006 n.
40.557 del ministero della salute. L’Unione Europea lo stabilisce a 1 ppb mentre gli Stati Uniti a 5
ppb.
Vediamo tutta una serie di sistemi tecnologici che usano queste sostanze e come attraverso l’aria,
il suolo, i sedimenti e l’oceano tutta la catena alimentare porta accumulando tutte queste sostanze,
all’uomo.
Es. malformazioni da diossine.
LEZIONE 11
Malformazioni da diossine
Possono incorrere in gravidanza, ma anche alcuni elementi in ambiente possono arrivare all’uomo.
Ma soprattutto la donna in gravidanza ha necessità di fare prevenzione per lei e per il bambino, in
quanto il bambino soprattutto in età fetale ha un peso irrilevante, considerando che nel primo
trimestre è solo 1,5 cm. Prendendo ad esempio l’arsenico, la sua dote letale è calcolata su un
adulto di 70 kg. Alcuni elementi possono essere estremamente dannosi nella donna in gravidanza
perché il bambino è molto piccolo e quindi la dose che viene assunta è molto più grande di quelle
che sono le capacità di difesa del feto. Quando, ad esempio, vengono bruciati dei rifiuti si liberano
dei fumi ricchi di diossine, i quali si sono depositati con l‘immissione nel suono. Le prime
popolazioni animali che si sono contaminante sono stati gli erbivori, i quali hanno manifestato una
sindrome malformativa, soprattutto nei piccoli che sono stati esposti durante la gravidanza, che si
chiama palatoschisi che può essere parziale o completa. La palatoschisi è anche detta labbro
leporino, che consiste in una apertura del palato. Questa condizione può essere parziale quando
viene coinvolto solo uno dei due palati; o completa quando compromette sia il palato che la
mascella. Sono bambini con estrema difficoltà nell’alimentazione, nella capacità di linguaggio e
soprattutto nelle zone in via di sviluppo sono bambini emarginati che tendono a morire molto prima
perché la famiglia non ritiene che sia in grado di poter sopravvivere quindi di essere curato. Questa
sindrome è molto grave soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Alcune condizioni possono anche
portare ad ulteriori malformazioni a carico delle braccia o delle gambe oltre che al palato. Questi
elementi possono essere trasportati sotto forma di grassi a tutta una serie di organi e quindi è
ovvio che la mammella di un mammifero che è ricca di grasso che serve a conservare quelle
riserve energetiche che contribuiranno all’allattamento e quindi a supportare la ghiandola a
produrre latte ricco di nutrienti. Questo significa che se io utilizzo del latte prodotto da animali che
pascolano in zone contaminate da sostanze come le diossine o i policlorobifenili o i policiclici
aromatici che però sono cancerogeni e alcuni metalli ho la possibilità di essere contaminato.
Mercurio e metilmercurio
Possono comportare alterazioni nello sviluppo celebrale dei bambini, durante la fase fetale, e ad
un livello più alto, alterazioni neurologiche negli adulti. La fonte principale di assunzione è il pesce
e i prodotti della pesca. Il mercurio ha la capacità di biomagnificarsi, l’animale man mano che si
alimenta di altri organismi con quota di mercurio, la somma alla sua quota, senza potersene
liberare, questa si chiama bioaccumulazione.
Buone e cattive molecole nei prodotti ittici
Noi abbiamo una serie di sistemi, come il fegato, che sono capaci di contrastare le molecole
tossiche.
• buone molecole: acidi grassi polinsaturi (omega 3)
• cattive molecole: metalli pesanti, policlorobifenili
L'inquinamento da mercurio inizialmente fu ritenuto un problema acuto ed a carattere locale, oggi,
è riconosciuto come un problema cronico e purtroppo di diffusione planetaria.
Proprietà chimico-fisiche del Mercurio
Esistono tre forme chimiche:
•Hg elementare, ad esempio quello dentro il termometro che non è tossico. Quando questo
mercurio arriva in mare esiste una tipologia di batteri che è in grado di usarlo come fonte
alimentare alternativa e gli legano un gruppo metile, facendolo diventare metilmercurio, diventando
simile nell’assorbimento ad un grasso.
•Hg inorganico (sali mercuri e mercurosi)
•Hg organico (metilmercurio)
La forma organica è da considerare sicuramente la più tossica per gli esseri viventi
Fonti di emissioni
Le sorgenti della missione del mercurio possono essere suddivise in:
Secondo European Pollutant Emission Register nel 2001 in Europa sono state immesse 24
tonnellate di MERCURIO in aria e oltre 2 tonnellate per via diretta o indiretta.
Le emissioni di MERCURIO in acqua proveniente dalle attività industriali sono per il 98%
costituite da scarichi diretti e per il 2% da scarichi indiretti
In atmosfera il mercurio si trasforma in ione mercurio attraverso l’attività fotochimica del sole. La
metilazione si verifica nei primi 10 Cm di sedimento e nei primi 2 Cm tutto il mercurio è presente in
forma metilata.
I fattori che contribuiscono alla metilazione sono:
• Bassi valori di Ph
• elevata temperature
• Concentrazioni elevate di solfati, di nutrienti, di carbonio organico.
Agente attivo è METILCOBOLAMMINA, derivato della vitamina B12 con -CH3 legato al cobalto, si
comporta da donatore del gruppo metile formando un legame covalente con Hg2+ —>
dimetilmercurio Hg (CH3)2.
Biotrasformazione:
Demetilazione;
Poco tempo dopo tali sintomi comparvero anche tra gli uomini.
Altri casi di avvelenamento: Iraq, Agano.
Circa il 95% del metilimercurlo assunto attraverso l'alimentazione viene assorbito dal tratto
gastrointestinale qui arrivato nel sangue si concentra nei globuli rossi. Dal sangue si distribuisce
nei vari tessuti (in circa 4 giorni). La concentrazione massima nel cervello è raggiunta dopo 5-6
giorni. Essendo il Hg (CH3)2 liposolubile, attraversa la barriera ematoencefallca. Interferisce con la
sintesi proteica e causa mutazioni. L'escrezione avviene attraverso via biliare e feci (90%) e urine
(10%).
Il bersaglio principale del metilmercurio sono il SNC e il SNP. Il sistema nervoso centrale (SNC) è il
cervello o cervelletto e midollo spinale; mentre il sistema nervoso periferico (SNP) sono tutti i nervi
che dalla colonna vertebrale si irradiano verso tutto il corpo. La causa morte è morte neuronale a
livello corticale e cerebellare, quindi tutti i danni sono incentrati a livello cerebrale e si passa da
una sintomatologia clinica che va dalla parestesia, all’atassia, debolezza muscolare, perdita di
vista e udito, tremore, coma e morte.
Il metilmercurio causa:
Depolimerizzazione microtubuli;
Disfunzione cardiovascolare;
Effetto teratogeno;
cadute dall’alto
vibrazioni
TERMICI
freddo
microclima
ELETTRICI E/O MAGNETICI
RISCHI CHIMICI
Esistono una serie di sostanze con diverse caratteristiche
1. aereodispersi
-polvere, fibre
-fumi
-nebbie
2. Liquidi
-immersioni
-aerosol, schizzi
3. Gas, vapori
4. SOSTANZE IRRITANTI E/O SENSIBILIZZANTI
5. Sostanze corrosive
6. Sostanze tossiche e/o nocive
1 SOSTANZE CANCEROGENE
2 SOSTANZE MUTAGENE
3 SOSTANZE TOSSICHE PER IL CICLO RIPRODUTTIVO 4 SOSTANZE PERICOLOSE PER
L’AMBIENTE
5 PIOMBO, AMIANTO
6 FITOFARMACI
7 FARMACI
8 FARMACI ANTIBLASTICI
RISCHI BIOLOGICI
1 BATTERI
2 VIRUS
3 FUNGHI
4 ENDOPARASSITI UMANI O ALTRI PARASSITI
5 ALTRI PARASSITI
6 COLTURE CELLULARI
AGENTI BIOLOGICI
Gli agenti biologici li abbiamo distinti in gruppo 1 2 3 4 in funzione della pericolosità dell’agente
biologico stesso in maniera tale che in funzione del gruppo di appartenenza si applicano tutta la
serie di condizioni di prevenzione al fine di tutelare chi è stato esposto
MICRORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATO
GRUPPO 1
GRUPPO 2
ATTIVITÀ PARTICOLARI CON RISCHIO BIOLOGICO
ALTRI RISCHI
1.Videoterminali > = 4h continuative al giorno per tutto l’anno
2.Movimentazione manuale dei carichi
• da 20 a 30 Kg
• da 3 a 20 Kg
RISCHI D’INCENDIO
• sostanze combustibili
• sostanze infiammabili
• sostanze esplosive
• sostanze comburenti
4.LOCALI PARTICOLARI
LEZIONE 12
Rumore.
Ci sono una serie di condizioni ambientali che possono alterare la percezione di salute o di
sicurezza del lavoratore, ma ci sono altri fattori impercettibili o per lo meno fattori che noi non
possiamo identificare come un rischio, ad esempio il rumore è un rischio per la salute. Noi
abbiamo una serie di informazioni sul rumore però in realtà lo identifichiamo poco con la possibilità
di creare un disturbo con dei sintomi clinici nel soggetto esposto e per tanto spesso noi non siamo
in grado di riconoscere dei sintomi collegati al rumore perché non sono collegati solo ed
esclusivamente all’apparato uditivo. Perché se siamo esposti a un rumore intenso, nel senso di
elevati decibel, la prima cosa che si immagina è che l’organo sensoriale uditivo possa subire un
abbassamento della capacità uditiva o la perdita quando si ha la rottura del timpano. Il rumore può
rappresentare uno dei più grandi rischi ambientali ad oggi sottostimati.
L’orecchio ha una porzione esterna che è costituita principalmente dal padiglione auricolare che,
come una vela, intercetta queste pressioni nell’aria veicolandole all’interno del canale uditivo. Il
condotto uditivo esterno serve a fungere da collo d’imbuto per veicolare le vibrazioni o le
pressioni d’aria che vengono inviate al suo interno per portarle al timpano. L’orecchio medio è
formato dal timpano e dai 3 ossicini: martello, incudine e staffa. La parte esterna ha solo la
funzione di spingere le vibrazioni all’interno. Da una forza pressoria esterna si trasformerà in
energia elastica e questa energia elastica la cui intensità è modulazione deriva dal tipo di suono
viene trasformata in energia meccanica per cui in funzione della vibrazione del timpano questi
ossicini cominciano a muoversi in maniera sincrona andando a sviluppare un ulteriore
spostamento meccanico all'interno della coclea, che è un sistema appartenente all'orecchio
interno ed è una sorta di chiocciola al cui interno si trova un tessuto pavimentoso di cellule ciliate;
le ciglia sono rivolte verso l'interno della coclea per cui loro si muovono come delle alghe spostate
dalla corrente marina in funzione di questo liquido. Pertanto, il movimento meccanico degli ossicini
interni dell'orecchio fa avvenire uno spostamento di questo liquido e sollecitano il piegamento di
queste piccolissime ciglia che sono rivolte verso il lume interno di questa chiocciola; quando,
invece, si spostano producono una scarica elettrica che sarà quindi veicolata all’interno tramite il
nervo acustico al cervello. Questa è la trasformazione dell'energia pressoria atmosferiche,
l'energia elastica, l'energia elastica e l'energia meccanica all'interno della coclea viene trasformata
in energia elettrica in impulso elettrico. Tutto questo meccanismo è particolarmente complesso, ma
anche particolarmente delicato per cui se anche uno solo di questi sistemi cessa di funzionare per
lesioni o non funziona pienamente la sensazione uditiva al cervello non potrà arrivare. Questo è il
motivo per cui oggi si mettono impianti cocleari elettronici, per esempio, dei bambini nati sordi non
hanno la capacità uditiva ma anche altri elementi possono essere corretti, ad esempio, vengono
ricostruiti gli ossicini con delle protesi per poi permettere appunto al bambino o al sordo di
riacquistare parte della sua sensazione uditiva.
Il danno può essere o monolaterale o bilaterale. Nell’aria il suono ha la più bassa conduzione,
perché i foglietti di aria ne incontrano altri per far avvenire lo spostamento 340m al secondo;
mentre nell’acqua riesce a propagarsi per 1500 m. Nell’acqua noi abbiamo una migliore capacità
uditiva. Nei solidi la continuità delle molecole è ancora più stretta per cui nel solido noi abbiamo
5km di conduzione del rumore o del suono al secondo. Queste conoscenze hanno permesso
anche di sviluppare tutte quelle tecnologie che consentono di conseguenza di permetterci una
capacità uditiva. La pressione atmosferica è collegata alla capacità della sensazione uditiva, se io
la considero come pressione, la considero come Pascal; quindi, il Pascal è il nostro metro di
giudizio per verificare l’intensità di un suono. Ma il Pascal è poco conosciuto, allora si va ad
equiparare a quello che, invece, è molto più comune: il decibel, per cui non è altro che un fattore
10 del Pascal di cui abbiamo discusso. Il decibel è la scala
di misura con cui intendiamo descrivere il suono.
EFFETTI EXTRAUDITIVI.
Gli effetti extrauditivi del rumore coinvolgono il
sistema nervoso centrale autonomo: in seguito
all'esposizione protratta dal rumore, si innesca
una reazione da stress, con insorgenza di
disturbi psichici, astenia, insonnia, espressione
e altri effetti negativi sull’attenzione e
l'apprendimento.
Un altro studio, invece, ha messo in evidenza in Olanda come il rumore può disturbare il sonno
non solo dalle persone che stanno dormendo ma anche in quelle che vanno da un sonno profondo
a un sonno leggero per cui in realtà il rumore è un qualcosa che ci fa stancare a prescindere dal
fatto che non ci svegliamo e quindi dormire in un ambiente rumoroso non ha la stessa capacità di
dormire in un ambiente calmo, quieto. Le evidenze suggeriscono poi che il traffico aereo è meno
facilmente la causa dei disturbi del sonno rispetto invece al traffico urbano.
LEZIONE 13
La possibilità di avere un feto malformato quando si contrae un’infezione o quando si esposte delle
sostanze dette eterogene, perché è molto spesso una delle motivazioni per cui i genitori non
portano i propri figli a
essere vaccinati sono
tutta una serie di fake
news, soprattutto di finte
complicazioni che
vengono elencate per
convincere il pediatra che
il figlio non abbia bisogno
di essere esposto a un
rischio ovvero quello della vaccinazione. Innanzitutto, noi dobbiamo capire come è fatto un
vaccino.
Rischi nella donna in gravidanza nel periodo prenatale e postnatale del bambino
Questo è un argomento particolare perché molto spesso nei consultori, sia dentro gli ospedali che
quelli diciamo comunali della provincia, le persone soprattutto le più giovani o quelle più ignoranti
vengono a chiedere informazioni per capire come muoversi nel gestire una gravidanza anche
inaspettata.
Teratogenesi e l’embriofetopatie
Innanzitutto, dobbiamo dire cos'è la teratogenesi o l’embriofetopatie cioè gruppo di anomalie
congenite che si manifestano non per cause intrinseche (genetiche della mamma), ma per cause
estrinseche (esterne) manifestatesi durante lo sviluppo del feto. Le alterazioni possono avvenire
durante lo sviluppo dell’embrione (tra la quinta e la decima settimana) durante l’organogenesi o
ancora in momenti successivi. Le anomalie, comunemente dette “malformazioni”, posso essere
anatomiche, funzionali o spesso anatomo-funzionali (cioè constano di un’anomalia anatomica con
associato danno funzionale, come accade nelle anomalie cardiache o per i difetti di sviluppo del
sistema nervoso). Quando si parla di malformazioni anatomiche, può mancare un arto, può essere
poco sviluppato, può mancare un occhio, può mancare la mascella oppure può mancare un
organo come per esempio il rene muto, per cui l'organo c'è, ma è non funzionante, può esserci la
microcefalia (il cervello c'è, ma è sottosviluppato, molto piccolo) mentre l’anencefalia è la
mancanza del cervello. Dunque, ci sono tutta una serie di malformazioni che sono abbastanza rare
ma che possono essere problematiche anche per la conduzione della vita. Inoltre, alcune anomalie
sono funzionali, cioè alcuni organi non hanno la capacità di svolgere le loro funzioni e molto
spesso i quadri malformativi complessi, comprendo entrambe, quindi possono essere
anatomofunzionali in cui ti presenti con più problematiche sullo stesso soggetto.
LEZIONE 14
- MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE (MST)
- L’attività sessuale comporta il rischio di diffusione di malattie a trasmissione sessuale.
- Di maggiore o minore gravità, tutte possono essere pericolose per la salute dell’uomo e
della donna, pertanto è fondamentale conoscerle e prevenirle per porre una diagnosi tempestiva.
- Le caratteristiche sono:
- -che possono essere causate da una diversità di organismi patogeni
- -che possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti
- -che colpiscono l'apparato riproduttivo in prima istanza e in alcuni in alcune malattie c'è
anche la diffusione ad altri organi
- Ogni anno nel mondo ci sono 333.000.000 nuovi malati che sono generalmente donne e
generalmente giovani i 2/3 dei casi, infatti, sono persone con età inferiore ai 25 anni quindi attivi
sessualmente. Generalmente quando c'è giàà una malattia sessualmente trasmissibile la
coinfezione da HIV è favorita quindi è importante fare una diagnosi precoce per permettere al
soggetto malato di: attivarsi nel contenimento della malattia, nell’evitare dove possibile la
cronicizzazione e avendo quindi anche consapevolezza dello Stato di malato, anche di mettere in
atto tutte quelle precauzioni per evitare la diffusione.
-
- MALATTIE VENEREE DI 1 E DI 2 GENERAZIONE
- Quando parliamo di malattie sessualmente trasmissibili in realtàà, come è stato tra le
malattie infettive e cronico degenerative per le quali abbiamo avuto una differenziazione delle
malattie da un punto di vista epidemiologico più frequenti sulla popolazione, anche con le malattie
sessualmente trasmissibili è cambiato nel tempo lo scenario dei tassi di incidenza di alcune
malattie cosiddette classiche, che hanno un po’ lasciato posto a quelle considerate più collegate al
ventesimo secolo (non perchéé prima non ci fossero ma perchéé oggi abbiamo delle tecnologie di
indagine quindi di determinazione dello Stato patologico di un soggetto che prima ovviamente non
erano riconosciute o non erano disponibili). Ad esempio, il papilloma virus c'è sempre stato ma non
avevamo la possibilitàà di identificarlo quindi di fare lo screening. Pertanto le malattie veneree del
diciannovesimo secolo ad esempio, erano generalmente costituite dalla Sifilide, dalla gonorrea, dal
linfogranuloma venereo e l’ulcera molla (malattie veneree di prima generazione) mentre oggi
abbiamo anche il trichomonas vaginalis la Chlamydia il mycoplasma l’HIV l’herpes virus e
l’HPV(malattie veneree seconda generazione) e tante altre che sono poco conosciute ma in
realtàà hanno una particolare importanza soprattutto nell’abito del consultorio dove si approcciano
ovviamente i ragazzi giovani quindi bisogna spiegare ove possibile come prevenire o come
riconoscere i sintomi perchéé alcuni sintomi sono talmente lievi che vengono scambiati per delle
semplici manifestazioni infiammatorie. Quindi è importante anche con una certa curiositàà positiva
e non maliziosa, andare a verificare quali sono nell’organo genitale o nella pelle delle persone
ipoteticamente malate le condizioni cliniche che manifestano la malattia perché alcune possono
essere sottostimate o non riconosciute quindi essere più predisposto al contagio.
- Chi si occupa di malattie sessualmente trasmissibile è il dermatologo quindi la scuola di
specializzazione in dermatologia copre quello che è l'ambito specialistico della gestione cura e
prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
-
- HPV
- Noi oggi abbiamo la possibilitàà grazie alle tecnologie di laboratorio di andare a verificare
da un punto di vista sia clinico che microbiologico le mst di seconda generazione. Ad esempio
l’HPV è una di quelle patologie che stiamo attualmente gestendo con la prevenzione primaria,
ovvero stiamo cercando di vaccinare immunizzare tutti i ragazzi al di sotto dei 12 anni sia i maschi
che femmine perchéé la semplice malattia sessualmente trasmissibile potrebbe dare degli esiti
anche a distanza di anni molto più gravi in quanto per esempio l’ Hpv è una delle cause certe del
carcinoma della cervice uterina quindi se io prevengo la malattia sessualmente trasmissibile evito
anche un innalzamento dei tassi di incidenza per questa specifica patologia.
-
- EPATITE B e HIV
- anche PER il virus dell’epatite B esiste la vaccinazione e pertanto è importante conoscere
dove è possibile anche il partner. Per questo avere dei contatti sessuali liberi e soprattutto
occasionali non ci mette nelle condizioni di proteggerci nel momento in cui non usiamo l'unico
sistema di prevenzione di tipo barriera e quindi il preservativo. Ma soprattutto per l'epatite B che ha
una trasmissione simile a quella dell’Hiv, cioè attraverso il sangue, anche lo scambiarsi oggetti che
possono mettere a contatto sangue di un soggetto con un altro, come gli aghi per esempio delle
siringhe nei tossicodipendenti o l’uso, per esempio, di oggetti da toletta come i rasoi oppure le
lamette oppure gli spazzolini, possono essere veicolo di coinfezione a prescindere da quella che è
la classica via sessuale e quindi del contatto tra le cose.
- A completare lo scenario a partire dal 1980 è comparsa l'epidemia di HIV responsabile
dell'attuale pandemia di AIDS che riconosce una via di trasmissione sessuale sia etero che
omosessuale, inoltre, l’80% dei casi.
-
- Le malattie sessualmente trasmissibili sono tornate recentemente all’ordine del giorno dei
sistemi sanitari europei, per l’elevata incidenza rilevata nei nuovi paesi membri, in particolare quelli
appartenenti all’ex blocco sovietico dove erano in atto tutta una serie di epidemie. Portando così
ad un passaggio di questa parte di popolazione soprattutto femminile che è venuta a lavorare non
solo in Italia ma in Svizzera in Austria in Francia. Bisogna quindi ripetere che è necessario
conoscere le indicazioni su quella che è una malattia assolutamente prevenibile e ovvio che se
sappiamo che è in atto una pandemia è un'epidemia di AIDS da una parte e di sifilide dall’altra,
possiamo dare i migliori consigli soprattutto alle persone giovani, ma non sol, a migliorare la
prevenzione per quanto riguarda questi aspetti.
- L’incidenza media delle malattie sessualmente trasmissibili nei paesi dell'est europeo in
media 100 volte più alta che nei paesi europei occidentali tant'è che in Russia all'ultima epidemia
di sifilide è stata giàà nel 1990 che è iniziato diciamo a diminuire come tassi di incidenza solo nel
1998 mentre per questo motivo è in aumento invece la sifilide congenita cioè queste donne sono
rimaste in gravidanza e di conseguenza hanno partorito bambini che hanno contratto la sifilide in
utero o a causa del parto. Quindi diciamo che questa malattia continua a permanere sui territori a
prescindere dall’origine iniziale, è così lontana rispetto i nostri giorni ma molte persone che
attualmente sono adulte ma nate con la sifilide congenita continuano a rappresentare un rischio
quindi dei portatori.
-
- QUANTE MST CONOSCIAMO? DOVE SI CONCENTRANO?
- Oggi si riconoscono ben più di 30 malattie classificate come malattie sessualmente
trasmissibile però la lista è in costante espansione anche perchéé oggi abbiamo la possibilitàà con
i metodi molecolari di vedere anche diverse declinazioni degli stessi virus che però hanno la
capacitàà di produrre delle malattie simili rispetto al ceppo originale, ma con delle caratteristiche
diverse dovute alle mutazioni subite durante il tempo della replicazione di questi virali o batterici.
Secondo l'organizzazione mondiale di sanitàà (OMS) la stima dell'incidenza annuale delle malattie
sessualmente trasmissibili curabili e di 340 milioni di nuovi casi in adulti di età compresa tra i 15 e
49 anni e di questi 69 milioni si concentrano solo nella nell’Africa sub sahariana e 151 milioni nel
sud e sudest asiatico. Quindi i paesi in via di sviluppo come lo è stato il continente russo prima
della caduta del diciamo del blocco sovietico e rappresentano un fattore di rischio perchéé
essendo dei paesi, comunque, economicamente depressi hanno quel determinante economico e
sociale che crea maggiori problematiche da un punto di vista ovviamente della gestione e della
prevenzione di queste patologie ma soprattutto manca l’informazione. dare preservativi gratuiti al
blocco sahariano diventa diciamo una spesa importante anche se alcune organizzazioni no profit
proprio stanno investendo in quelli che sono dei sistemi di protezione individuale al fine di avere
comunque dei contatti sessuali.
-
- COME SI MANIFESTANO LE MST?
- Non sempre le MST si presentano con un sintomo o un segno specifico. Per esempio, si
stima che 10-20% della popolazione maschile ed il 75% di quella femminile con infezione da
Chlamydia trachomatis rimanga asintomatico. Tale caratteristica comporta la facile trasmissibilitàà
dell'infezione durante i rapporti sessuali, se questi ovviamente non risultano protetti. L'apparenza
sana del proprio partner sessuale, così come
l'apparente normalitàà delle sue aree genitali,
non costituiscono una garanzia di non poter
acquisire una MST, questo è anche uno dei
motivi per cui le ragazze sessualmente attive
dovrebbero fare il pap test proprio per andare
a verificare se la mucosa uterina sia sana
anche da un punto di vista infettivologico.
- in questa immagine abbiamo le malattie
che sono distinte in funzione della tipologia di
protozoo di parassita o di batterio che può
causarle e di conseguenza abbiamo
- -MST BATTERICHE
- Sifilide, Ulcera venerea, Linfogranuloma
venereo, Vaginosi batterica, Gonorrea,
Infezione da Clamydia trachomatis, Infezione da
micoplasmi genitali e
- Donovanosi (o granuloma inguinale)
- -MST VIRALI (virus) come Herpes simplex anogenitale, Mollusco contagioso, Infezioni da
Human Papilloma Virus, Infezioni da HIV
- -MICOTICHE Candidosi genitale
- PARASSITARIE Scabbia (Sarcoptes Scabie), Infezione da Trichomonas Vaginali,
Pediculosi del Pube (Phthirius pubis)
- ma abbiamo poi anche una suddivisione di queste patologie in funzione delle lesioni che
possono produrre, quindi le possiamo distinguere in
- -MST CON LESIONI ORGANICHE (cioè che vanno a intaccare non solo l'organo sessuale
ma anche altri) Sifilide, Ulcera venerea, Linfogranuloma venereo, Gonorrea Donovanosi (o
granuloma inguinale), Mollusco contagioso, HSV, HPV, Scabbia e Pediculosi del pube
- -MST SENZA LESIONI EVIDENTI Vaginosi batterica, Infezione da Clamydia trachomatis,
Infezione da Mycoplasmi genitalis, Infezione da Trichomonas genitalis, Candidosi vaginale
-
-
- però perché è importante curare o prevenire queste malattie?
- perchéé molto spesso le persone e che non si curano di questo problema poi hanno a
lungo termine un problema di fertilitàà di coppia. Le MST rilevanti per la fertilitàà di coppia sono
la sifilide, la gonorrea, l’infezione da Clamydia Trachomatis, Herpes simplex genitale, infezione da
Trichomanas vaginalis, infezioni da HPV e infezioni da HIV. Sono specialmente le giovani coppie
che devono fare attenzione circa i rischi della fertilitàà poichéé le condizioni predisponenti
biologiche sono proprio la giovane età e il sesso femminile. Invece, le condizioni predisponenti
comportamentali sono la tossicodipendenza, l’alcolismo, la promiscuitàà sessuale, turismo globale
(“turismo sessuale”) e l’immigrazione (perchéé anche lasciare dei retaggi culturali molto restrittivi
permettono in altre zone di godere al contrario della libertàà dal punto di vista religioso, sessuale e
soddisfare tali bisogni).
- MODALITA’ DI CONTAGIO
- generalmente un contatto etero omosessuale quindi in entrambi i casi è possibile e
soprattutto anche durante la gravidanza con la trasmissione verticale tra madre e figlio.
- FATTORI DI RISCHIO
- I fattori di rischio sono chiaramente l’elevato numero di partners sessuali (in particolar modo
quelli occasionali), la coinfezione da HIV, la precedente storia di MST (= se si è giàà avuta in
passato, è possibile una riacutizzazione della malattia o si è maggiormente esposti a contrarre
malattie simili), la scarsa istruzione (che pone anche un’incapacitàà nel riconoscere il rischio e nel
tenersi informato) e il mancato utilizzo di metodi protettivi di barriera.
SINTOMI PRINCIPALI
• Nella donna: perdite vaginali, bruciore, dolore, ulcere genitali e dolori addominali.
• Nell’uomo: dolore all’inguine, bruciore, perdite uretrali, ulcere genitali.
COMPLICANZE DELLE MST (in parte riconoscibili in parte no)
-sterilità
-gravidanze extrauterine
-aborto (soprattutto nelle fasi acute della malattia)
-infezione neonatale
-coinvolgimento pluriviscerale (cioè che si diffonde in vari organi)
-insorgenza di tumori (all'ovaio o alla cervice uterina per le donne e il tumore al testicolo per gli
uomini)
INQUINAMENTO INDOOR
abbiamo parlato molto spesso di tutte le conseguenze derivare dall'esposizione di un soggetto
sano da alcune sostanze che generalmente vengono rilasciate sia dai processi produttivi sia al
traffico veicolare o da processi di combustione naturale o vulcanica nell’ambiente Outdoor. però
quando noi parliamo di qualità dell'aria dobbiamo anche parlare dell'inquinamento dell'aria indoor
cioè quella che è racchiusa all'interno di un luogo chiuso, di lavoro o una palestra o un teatro cioè
un luogo dove l'aria è detta inframuraria cioè all'interno di un edificio abitato.
Fino agli anni ’50 (anche 70) non si è avuto un vero e proprio studio dell’inquinamento indoor, ci si
concentrava solo sull’inquinamento prodotto dalle attività industriali nell’ambiente esterno.
La normativa riguardante la qualità dell’aria negli ambienti interni arrivò solo negli anni ‘70 a causa
di alcune gravi infezioni polmonari (alcune letali) dovute a impianti di condizionamento (per questo
i filtri dei condizionatori devono essere puliti e disinfettati in quanto lì si possono sviluppare batteri
come la legionella).
Gli esseri umani che non fanno lavori in spazi esterni trascorrono il 90% del loro tempo in ambienti
chiusi (casa, lavoro, palestra, ecc..), quindi è probabile che ci siano maggiori rischi per
l’inquinamento indoor piuttosto che per quello outdoor.
Nella medicina del lavoro, il medico del lavoro è tenuto a controllare la qualità dell’aria per evitare
l’insorgere di patologia nei lavoratori, infatti il 40% delle assenze da lavoro per malattia
probabilmente è dovuto a problemi di qualità dell’aria interna nei luoghi di lavoro (es: nelle scuole,
prima della pandemia, se un bambino si ammalava si ammalava tutta la classe e spesso anche gli
insegnanti).
La qualità dell'aria che respiriamo è di fondamentale importanza ai fini del benessere della salute
delle persone negli ambienti confinati ad a tal fine è importante che l'aria non sia inquinata se ci
ricordiamo la definizione di inquinamento interno che non è diversa da quella esterno per cui
per inquinamento interno si intende quindi qualsiasi alterazione chimica, fisica e biologica dell’aria,
determinata sia da variazioni di concentrazione dei suoi normali costituenti, sia dalla presenza di
sostanze estranee alla sua composizione normale, in grado di determinare effetti di danno
all’uomo.
RUOLO ASSISTENTE SOCIALE (pt2)
l'assistente sociale nel momento in cui va a fare la sua attività professionale deve anche valutare
se il luogo dove viene presa in carico una persona magari inabile al muoversi non crei un problema
al soggetto che è lì passivamente esposto. Deve quindi controllare se ci sono sufficienti ricambi
d’aria, se la luminosità l'umidità è sufficientemente controllata, se la temperatura è adeguata
rispetto a quelle che sono le sue necessità.
LEZIONE 15
Nella lezione 19 aprile è stato discusso su quelli che sono le necessità per quanto riguarda la
valutazione dell'aspetto ambientale e microclimatico e della qualità dell'aria negli ambienti chiusi.
Ci sono tutta una serie di sostanze che vengono emesse anche dagli arredi, da strutture, dal tipo
di materiali con cui è stato edificato l’edificio, per cui sappiamo che in base a quanto è concentrata
la sostanza in quell’aria dell’ambiente chiuso noi possiamo aspettarci tutta una serie di
conseguenze: se una persona ovviamente vive o abita quell’ambiente senza fare ricambi d'aria
costanti frequenti, si possono quindi avere per esempio degli effetti irritativi sulla cute, alle mucose
per cui è capitato ad esempio che magari quando dopo una giornata fuori, appena si entra in casa
viene la tosse secca, la lacrimazione, viene a volte prurito, sono tutti una serie di elementi di un
campanello d'allarme, che non è sempre correlato alle allergie ma è correlato anche alla qualità
dell'aria all'interno dell'ambiente. Se la casa è stata chiusa per tanto tempo e si entra per
soggiornarvi soprattutto la sera e quindi ricambi d'aria non ci sono stati, l'aria si è caricata di quelle
sostanze che naturalmente vengono cedute per esempio dagli arredamenti o da altri elementi della
casa stessa. Possono avere anche degli effetti sul sistema nervoso ovvero producono le
emicranie, gli effetti sensoriali per esempio bruciore alla gola, lacrimazione, effetti neuropsichici e
per esempio difficoltà per prendere sonno, ma anche lo sbadigliare molte volte non è sempre
correlato alla stanchezza ma alla necessità del polmone di acquisire una maggiore capacità
ventilatoria perché l'aria che sta inalando non è delle migliori e poi effetti sul sistema riproduttivo
cardiovascolare, gastrointestinale es. il reflusso, la difficoltà digestiva, cardiovascolare per esempio
l’aritmia oppure effetti respiratori come es. l'asma, le allergie, le bronchiti, le infezioni alle alte vie
respiratorie e poi ci sono effetti genotossici per alcune particolari sostanze come alterazioni delle
cellule e cancro.
LA QUALITÀ DELL'ARIA INDOOR
La medicina del lavoro ha potuto calcolare gli impatti sanitari diretti, dovuti appunto alla valutazione
dell’aria all'interno di un ambiente chiuso e quali sono stati i costi sanitari diretti, per cui ci sono gli
allergeni come gli acari, muffe, forfore animali che quindi provocano l'asma bronchiale soprattutto
nei bambini e negli adolescenti. Ci ritroviamo oltre 160.000 casi all'anno prevalenti cioè che
rimangono tali, non incidenti ma prevalenza, è maggiore di 85 milioni di euro il costo solo per
gestire questi malati poi c’è il radon che è correlato al tumore al polmone e quindi ci sono dai 1005-
6000 decessi all'anno con una spesa veramente elevata. Il fumo di quando è prodotto all'interno
dell’ambiente chiuso come potete vedere spaziamo dall’asma bronchiale nei bambini all'infezione
acute delle aree delle vie aeree superiori -inferiori quindi significa sia dei bronchi che dei bronchioli,
tumore del polmone, infarto del miocardio, il benzene, la leucemia, l'intossicazione acuta da
monossido di carbonio ma in alcuni casi l' ipossia e che soprattutto in gravidanza può porre un
problema e quindi soprattutto nell'ambito lavorativo noi dobbiamo attenzionare questi elementi per
poter ridurre la possibilità che chi va a lavorare in quell’ambiente non esca poi a lungo termine con
un danno sanitario. Allora ovviamente se io acquisisco queste informazioni mi so anche difendere
nella casa privata oltre che sul lavoro e quindi questo tipo di lezioni servono anche a sviluppare
quella particolare sensibilità e capacità di interpretazione di quelli che possono essere degli
elementi di disturbo di tipo ambientale per esempio sui bambini. Per cui tante volte il disturbo la
DSA, il disturbo dell'attenzione che viene molto spesso indicato dalle maestre o dagli psicologi
come un elemento di disturbo nella crescita cognitiva o nella crescita scolastica di un bambino,
bisogna prima chiedersi se l'ambiente scolastico è idoneo per svolgere queste attività, quindi la
capacità di apprendimento del bambino non è disturbata da quelle che sono delle condizioni
ambientali idonee poi vedremo dal rumore; Tornando al radon che è la seconda causa di tumore al
polmone ma di origine naturale, possiamo sapere già dalle carte geologiche quali sono le regioni
che hanno una maggiore esposizione, il radon tende a salire, quindi quelli che sono maggiormente
coinvolti sono i piani bassi e di conseguenza i piani bassi vanno ventilati maggiormente rispetto ai
piani alti. Se si ha un piano cantinato come oggi molto spesso nelle villette monofamiliari o
plurifamiliari vengono fatte, c'è una cantina con un garage con una scala che mette in
comunicazione ovviamente tutto l'appartamento superiore in questi casi quindi la continuità che
succede tra i vari spazi produce una diffusione del radon anche in altezza e quindi in questo caso
vanno arieggiate tutti i vari piani. Noi veniamo fuori ovviamente da un periodo di ricchezza ma dei
tempi antecedenti e successivi al 40 quindi il periodo della guerra, era una normale attività
arieggiare le case la mattina e la sera perché era ancora presente di più la percezione della gravità
dell'infezione tubercolosi che molto spesso era correlata alla qualità della casa, quindi l'arieggiare
era una forma di prevenzione che in tempi in cui le malattie infettive erano note. Era noto l'effetto
che producevano ed era una buona abitudine, era diventata anche una consuetudine soprattutto
nella gestione della casa che invece abbiamo perso perché non solo non abbiamo più la
percezione che la casa possa essere un elemento di disturbo nel mantenimento della salute, ma
grazie agli arredi ipertecnologici e tutto quello che noi facciamo all'interno della nostra casa può
alterare la salute degli occupanti. Sappiamo tra le varie sorgenti inquinanti che abbiamo
sicuramente il radon che è radioattivo per questo è correlato al tumore al polmone, i materiali di
costruzione, i materiali di rivestimento, l'arredamento stesso, i rivestimenti in legno, i materiali
isolanti, le apparecchiature per la combustione, i prodotti per la pulizia, gli impianti per il
condizionamento, e climatizzatori oppure se in casa ci sono persone ovviamente i residenti o
animali o piante, il fumo di sigaretta, l'acqua quindi il cloro, il radon che può anche dissolversi
attraverso l'acqua, l'aria esterna quindi può entrare all'interno della casa e quindi in tal caso avere
anche un effetto di aumento delle concentrazioni di alcuni contaminanti, ci sono tutta una serie di
elementi che vanno assolutamente controllati e quindi ogni leaning ogni tipo di camera e
destinazione d'uso che ha a una certo rischio di incontrare una concentrazione elevata di alcune
sostanze. Quindi viene effettuato anche il controllo ambientale a tutela della salute della
popolazione che risiede O per attività lavorativa o per attività ludica o per la classica residenza e
ovviamente nell'ambito del proprio domicilio è il diretto interessato, il proprietario o chi ci abita a
valutare la qualità dell'aria e quindi non avendo delle strumentazioni adeguate si limita a ricambi
d'aria. Per ottimizzare, nell'ambito lavorativo, in ambito sanitario invece si fa tutta una serie di
rilevazioni che ci consentono di migliorare la prestazione del luogo in cui le persone sono costrette
a stare per attività lavorativa o perché è degente e quindi migliora non solo il benessere ma anche
si perfeziona il mantenimento della salute si fa innanzitutto un controllo dell’inquinamento quindi
della qualità dell'aria da un punto di vista biologico, chimico, fisico e tra il fisico rientra anche il
controllo del radon perché ha un effetto radioattivo ma poi si deve verificare anche se
quell’ambiente è adeguato a mantenere un certo benessere. Soprattutto da un punto di vista
termico microclimatico perché io possa avere una buona qualità dell'aria, se si inizia a soffrire per
esempio l'eccessivo caldo mi pone il rischio di altri problemi che vedremo più avanti. La qualità
dell'aria da un punto di vista dell'inquinamento e benessere termico devono andare a braccetto.
INQUINANTI DELL’ARIA INDOOR
Quali sono gli inquinanti dell’aria indoor sicuramente possono essere di natura chimica come il
biossido e monossido di carbonio, il biossido di azoto, l'ozono, i composti organici volatili, il fumo di
tabacco, i pesticidi che si usano sulla persona nell’ambiente o addirittura nel sono contenuti nei
mobili in quelli particolarmente aggredibili da alcuni organismi, alcuni insetti come i mobili in legno.
Si parla di pesticidi perché noi abbiamo un controllo delle zanzare indiretto, cioè spesso noi ci
spalmiamo alcune sostanze farmacologiche che contengono ovviamente delle molecole tossiche e
però perdiamo di vista la dose risposta per cui è più facile o sarebbe meglio utilizzare questi
prodotti e arieggiare bene prima di soggiornarvi. Invece spesso si vede, soprattutto nelle zone di
mare che le persone accendono lo zampirone e ci dormono dentro chiusi per evitare che le
zanzare possano sfuggire, l'azione deleteria di queste sostanze e come la zanzara avrà un danno
che è letale, noi avremo un danno che si riporrà nell'ambito della tossicità ma che a lungo termine
può creare problemi. Soprattutto i bambini devono essere assolutamente non esposti a queste
sostanze perché gli insetticidi e i pesticidi hanno una attività allergene, quindi, possono essere
anche elemento di leucemia o di asma bronchiale o di altri tipi di patologie severe. Vi è il problema
degli inquinanti di natura fisica che sarebbero le radiazioni, con radiazioni ionizzanti sono quelle
identificate come penetranti per cui il radon è capace di attraversare i corpi solidi e densi per cui
anche l'uomo. Le radiazioni non ionizzanti per esempio molto spesso noi usiamo il Wi-Fi, usiamo
per esempio i telefonini, usiamo tutta una serie di sistemi collegati via internet e quindi in questo
caso emettono radiazioni, fibre minerali artificiali come la lana di vetro, che insieme che può dare
una patologia se una esposizione avviene in eccesso che si chiama silicosi. Le fibre naturali,
invece dette amianto asbesto dalla vistosi, che poi finisce col produrre quella che si chiama il
mesotelioma pleurico che il tumore specifico è correlato all'esposizione all' amianto. In questo
caso è una delle poche malattie cronico degenerative dove non si parla di fattore di rischio ma si
identificata una causa e quindi l'amianto come anche dalla di vetro quindi la fibra di vetro può
provocare tutta una serie di patologie croniche a livello polmonare es. le polveri. Di natura
microbiologica sono tutti quei microrganismi o quegli elementi che oltre a produrre infezione
possono anche creare allergie con ovviamente un malessere poi visibilmente esplicato all'interno
dell'ambiente quando si rientra in questo ambiente; si svolge un'attività all'interno di questo
ambiente.
GLI AMBIENTI TERMICI
Per quanto riguarda gli ambienti termici si parla a questo punto non più di qualità dell'aria, ma
quanto è vivibile da un punto di vista termico l'ambiente sia se trattasi di attività lavorativa che di
attività di degenza quindi sanitaria. Generalmente viviamo o lavoriamo presso ambienti termici
moderati cioè dove non ci sono delle variazioni significative tra la temperatura corporea e quella
ambientale. Sono severi quegli ambienti molto caldi per cui sollecitano un tendenziale incremento
della temperatura corporea e tant'è che poi abbiamo la percezione del caldo cominciamo a
spogliarci, è richiesto uno debole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di
diminuire il potenziale accumulo di calore nel corpo. Invece all' opposto di climi gli ambienti termici
severi freddi sono caratterizzati da condizioni di bassa temperatura per cui chiede anche in
questo caso un intervento del sistema di termoregolazione umano per limitare la dispersione di
calore corporeo e in particolare cercando di ridurre più la temperatura corporea quei distretti che
sono veramente importanti per la sopravvivenza. Nel caso degli ambienti sia moderati che severi
noi abbiamo in ambito lavorativo la tutela della salute del lavoratore proprio rispetto al rischio di
ipo-ipertermia al fine di evitare le conseguenze. Un eccessivo caldo può creare un problema
quando es. ci sono i casi di cronaca dei bambini lasciati in macchina sotto il sole cocente abbiamo
visto che non solo si ustionano, ma hanno anche tutta una serie di squilibri che portano
ovviamente alla all' arresto cardio-respiratorio pertanto sia nell’ambito dell'ipertermia che
dell’ipotermia cioè nel freddo ci sono tutta una serie di elementi che intervengono nel cercare di
stabilire un omeotermia cioè di adattare la temperatura corporea quella ambiente ma in condizione
di severità può divenire ovviamente letale.
Qual è la qualità dell'aria indoor dettagli acqua come acronimo ha visto negli anni un
progressivo aumento degli studi soprattutto per quanto riguarda la necessità di controllare la
qualità dell'aria interna e si è visto che nel corso degli anni grazie a tutto quello che noi inseriamo
siano un po’ un punto di vista produttivo ma anche da un punto di vista di come arrediamo ma i
nostri ambienti sono aumentati non solo le specie di molecole presenti che prima ovviamente non
erano contemplate ma aumentano anche in concentrazione molte delle quali sono inquinanti
aerodispersi con relative ovviamente ricadute negative per gli effetti della salute di chi soggiorna.
Quando l'aria interna è accettabile per il mantenimento della salute? è considerata accettabile
quando in essa non sono presenti contaminanti conosciuti concentrazioni del loser, secondo
quanto stabilito dalle autorità competenti, e rispetto alla quale una notevole quantità di persone
almeno l'80% non esprime insoddisfazione quindi questo è il meccanismo attraverso il quale noi
facciamo le valutazioni della qualità interna dell'aria. Quindi non solo facciamo delle misurazioni
attive ma poi viene chiesto a chi soggiorna effettivamente come percepisce la qualità dell'aria e se
la gran parte dice che produce insoddisfazione arriviamo almeno all' 80% li bisogna mettere ha
una versione delle linee guida, per esempio sui ricambi d'aria o sul cambiamento di quelli che sono
i sistemi di condizionamento e così via.
INQUINAMENTO BIOLOGICO
Un primo elemento che va osservato è l'inquinamento biologico, oggi ne parliamo per esempio
in tempi di covid per cui in area affollate anche sul chiuso bisogna garantire un certo numero di
ricambi d'aria per diluire le concentrazioni di questi microrganismi e quindi evitare la catena di
trasmissione. Nell'ambiente sono presenti diversi microrganismi aerodispersi quali vengono
aerotrasportati e diffusi da polvere e particelle sospese nell'aria. I microrganismi immessi nell'aria
provengono principalmente dall’uomo soprattutto per quanto riguarda il tratto respiratorio a causa
della tosse, degli starnuti ma anche attraverso la fonazione perché noi rilasciamo tante piccole
micro goccioline che dette goccioline di Fluegge queste goccioline hanno la capacità di caricarsi in
questi microrganismi che necessitano dell’acqua per sopravvivere e quindi raggiunge un'altra
persona perché inala queste microparticelle acquose, questo è il motivo per cui si dice che le
persone dovrebbero distanziarsi almeno 1½ m se non 2 m uno dall'altro proprio per evitare di
inalare le il diciamo l'aerosol sotto forma di goccioline emesso dal dalla persona con cui si sta
discutendo e in questo modo quindi si riduce il rischio di contrarre delle patologie respiratorie. Il
controllo del microbiologico dell'aria ci consente anche di verificare il grado di contaminazione
microbiologica e questo, ad esempio è fortemente richiesto nelle sale operatorie, nelle sale
degenza oppure per esempio nelle industrie dove si trattano gli alimenti o anche l'industria
farmaceutica. Ci sono dei sistemi di controllo della qualità dell'aria che per esempio già vengono
utilizzate per quanto riguarda la struttura sanitaria dove attraverso delle attività di monitoraggio ci si
riesce ad intercettare delle problematiche di tipo microbiologico nell'aria cercando così di dare
delle linee guida a chi gestisce il reparto al fine di evitare il rischio o dove se si presenta a ridurlo in
maniera sostanziale.
LUOGHI E CIRCOSTANZE DI POSSIBILE ESPOSIZIONE PER IL LAVORO LAVORATORI AD
AGENTI BIOLOGICI
(ad esempio) gli archivi chi lavora nei locali polverosi come magazzini sono più esposti agli acari
della polvere e alle loro particelle fecali quindi a lungo termine se questo non è un elemento e di
controllo ambientale quindi se non avviene la disinfezione o tutte quelle misure che servono di
pulizia che servono a ridurre la loro presenza, il personale a lungo termine può sviluppare
un'allergia. Oppure l'utilizzo di servizi igienici o l'attività di andare di pulizia degli stessi chi lavora
degli impianti di depurazione delle acque reflue chi a contatto con acqua nebulizzata contaminata
può essere esposto a incorrere nell’infezione da batteri coliformi fecali. Le discariche la raccolta e
trasporto dei rifiuti urbani, raccolta dei rifiuti nelle mense aziendali e scolastiche ci può esporre il
lavoratore per esempio a microrganismi vari sia patogeni che non poi però possiamo avere anche
le persone che sono esposte loro malgrado ai condizionamento il condizionamento dell'aria per cui
locali con impianto di condizionamento non sottoposto a manutenzione e revisione periodica
oppure i locali dove filtri dei condizionatori non sono periodicamente sostituiti oppure il contatto più
o meno ravvicinato delle persone oppure vetture con i filtri dell'aria non periodicamente sostituiti ad
esempio i filtri antipolline può portare nei locali sia i pondini ma anche tutta una serie di sostanze
che possono aumentare la colonizzazione degli stessi filtri da parte dei microrganismi per cui c'è 1
1 eccesso di rischio per esempio per tutti quei microrganismi patogeni che sono ad esempio
coinvolti nelle polmoniti per cui abbiamo i batteri come la legionella pneumophila in rus le muffe
funghi ma anche altri agenti:
O2<17%
PETTENKOFER C02>1%
BROWN antropotossine
BENESSERE IN D'ARSONVAL chenotossine
AMBIENTE
CONFINATO temperat.
umidità
MICROCLIMA velocità
calore radiante
TERMOREGOLAZIONE
LEZIONE 16
Abbiamo già discusso di quanto sia importante la qualità dell'aria interna in un ambiente chiuso;
questo è fondamentale se penso a particolari capannoni dove si svolgono delle attività particolari,
per cui l'esposizione ad alcune sostanze potrebbero interferire con la salute del lavoratore. Se si
pensa ad una scuola, soprattutto oggi in tempi di covid, sappiamo quanto è importante areare le
aule per diluire quella che potrebbe essere una concentrazione di carica virale che potrebbe
compromettere la salute degli studenti.
Ci sono anche tanti altri fattori che possono disturbare una persona all'interno di un ambiente
chiuso -> sappiamo che sia la quantità di ossigeno disponibile che la quantità di anidride carbonica
possono essere individuati con degli indici. questo indice è detto il Pettenkofer. Noi valutando se
l'ossigeno inferiore al 17% e l'anidride carbonica aumenta oltre l'1% avviene il malessere nel
soggetto che si trova in questo ambiente chiuso; per esempio, in questo caso il polmone comincia
a chiedere più ventilazioni perché, essendo poco l'ossigeno e di più l'anidride carbonica, al fine di
mantenere ossigenato il sangue e quindi mantenere vitali e performanti gli organi, ha bisogno di
aumentare il ciclo della respirazione e quindi aumenta anche il battito cardiaco. Se ci pensiamo
bene, molto spesso, quando si è molto affaticati durante una lezione lunga o che è stata svolta in
un ambiente chiuso affollato, la prima cosa che facciamo è sbadigliare; lo sbadiglio in realtà
adesso non è solo un indice di sonno, ma il cervello spinge a produrre questo gesto involontario
perché lo sbadiglio fa sì che la respirazione diventi profonda. Quando si sbadiglia si aspira molta
più aria, questo per compensare nel caso in cui ci sia minore quantità di ossigeno che arriva con
un normale atto respiratorio.
Ma poi cosa avviene?
La sonnolenza, la stanchezza, l'incapacità di concentrarsi.
Quindi tutti questi fattori possono alterare la qualità di vita all'interno di un ambiente, quando
appunto questi indici sono modificati in termini peggiorativi.
Poi ci sono anche altri indici come il Brown, D’arsonval che vanno invece a misurare la quantità,
per esempio di sostanze organico-volatili.
-penso alle cucine, per cui dove avviene una combustione alcune sostanze possono essere
liberate sotto forma di chetoni;
-penso alla sudorazione
-oppure l’avere dentro degli animali comporta anche una modificazione dell’aria, soprattutto se ho
in casa un allergico, quindi comporta l'eccesso, per esempio, di acari.
Quindi la qualità dell'ambiente, soprattutto dell’aria confinata, diventa un elemento che molto
spesso, purtroppo, è sottostimato come fattore di rischio da tutta la popolazione.
Ci sono anche delle caratteristiche microclimatiche che possono alterare il soggiorno in un
ambiente confinato -> penso dunque al microclima che è costituito dalla temperatura, dall'umidità,
dalla velocità dell'aria all'interno dell'ambiente e dal calore radiante. Noi sappiamo che la
temperatura noi la percepiamo, ma la percezione della temperatura è vincolata e soprattutto
direttamente dipendente dal tasso di umidità. Tant'è che in estate, quando noi percepiamo 30º ma
con una percentuale di umidità bassa, quella percezione è molto simile alla temperatura oggettiva,
mentre se l'umidità aumenta, la percezione con cui noi sentiamo il calore si discosta di molto
rispetto a quello che realmente è. Per cui se io ho una temperatura di 35º con una umidità
dell'80%, la percezione che noi abbiamo non è di 35º ma arriva quasi a 40/45º quindi l'umidità è un
fattore che va tenuto sotto controllo e che va osservato con una maggiore accuratezza.
Un altro elemento importante è la velocità dell'aria -> perché se io ho un condizionamento o
comunque anche dei ricambi d'aria costanti, sia la qualità in termini chimici, quindi la viziatura
dell'aria, sia le temperature vengono a modificarsi; per cui oggi noi utilizziamo anche il
condizionamento e ricircolo dell'aria, non solo per raffreddarle, ma anche per mantenerle in una
condizione ottimale da un punto di vista chimico e climatico.
Cosa intendiamo con calore radiante? Quando acquistiamo o viviamo in una casa, sappiamo
benissimo che una casa esposta a Mezzogiorno più valore rispetto ad una a Tramontana. Questo
perché a tramontana è dove avviene appunto il tramonto, per cui usufruisce di meno ore di luce e
la casa in generale si mantiene più fredda, umida. Questo significa che in un ambiente chiuso,
anche l'esposizione al sole può direttamente o indirettamente portare ad una alterazione
microclimatica interna. Quindi le case molto assolate, ad esempio, hanno un indice di
riscaldamento interno maggiore, perché i muri cedono questo calore portando a un riscaldamento
climatico all'interno dell'ambiente stesso.
Noi però dobbiamo anche valutare se il clima, oltre alla viziatura dell'aria, consente a chi soggiorna
volontariamente o obbligatoriamente in quell’ambiente, di stare in un ambiente sano. Da un punto
di vista giuridico il benessere termico è stato descritto e indicato con una sua specifica
terminologia, per cui la definizione è venuta fuori dall’agenzia internazionale che si occupa di
sicurezza sul lavoro. Se io, ad esempio, lavoro in un altoforno dove si fa metallurgia, è ovvio che il
personale esposto a temperature molto più elevate e più severe rispetto ad un ufficio; al contrario
se io lavorassi in un macello, in un ambiente dove tratto gli alimenti. chi lavora in questi settori
generalmente lavora 8 ore al giorno in un ambiente freddo. Pertanto, ci sono degli ambienti
cosiddetti moderati e severi. Un ambiente moderato è il classico ambiente dove la temperatura
interna è generalmente molto prossima a quella esterna: penso gli uffici, penso ai negozi, ‘alle
palestre’, alle nostre case, dove quindi in genere non dovrebbe esserci uno squilibrio tra interno ed
esterno di più di 6º. Diciamo ‘dovrebbe’ perché da quando è stato inventato il condizionamento e
quindi il raffreddamento degli ambienti, molte persone non conoscono quali sono le problematiche
correlate alla differenza di temperatura potenziale tra l'interno e l'esterno. Il nostro organismo può
subire uno scombussolamento, perché noi abbiamo una forma di controllo termico che è
assolutamente autonoma. Quindi noi non facciamo nulla di volontario per alterare la nostra
temperatura, ma bensì noi abbiamo dei sistemi metabolici che innescano delle risposte.
Però il fatto che noi fuori abbiamo tanto quel caldo e dentro invece troviamo un freddo pazzesco,
noi questo dobbiamo evitare di trovarlo, per esempio dove alloggiano gli anziani, i disabili allettati,
per cui già la loro incapacità di muoversi li porta a sentire più freddo rispetto a un soggetto attivo,
oppure anche i bambini molto piccoli. Questi ultimi intorno fino ai 2/3 anni, non hanno la capacità di
termoregolazione; significa che se lo porto in un ambiente caldo, il bambino deve stare scoperto.
Al mare, ad esempio, il bambino con 40º non si può portare con il cappellino, la canottiera, il
pannolino e possibilmente la tovaglietta da mettergli addosso per coprirlo dal sole perché
praticamente lo sto bollendo e, soprattutto, perché il bambino a quell’età non suda. -> Noi abbiamo
un sistema di refrigerazione di tipo radiatore, naturalmente presente, che è la sudorazione. Il
bambino piccolo non suda e quindi non termoregola, perciò io devo avere il bambino il più
possibile scoperto che va coperto strati di cipolla al cambiare della temperatura.
Quindi io devo necessariamente conoscere i rischi collegati al microclima per difendere soprattutto
i soggetti più deboli.
Quindi il BENESSERE TERMICO per definizione è “l’assenza di disagio termico o stato di
completa soddisfazione del soggetto verso l'ambiente”. Se invece incomincio a sentire freddo, ad
avere la sensazione di una corrente, a tremare, vuol dire che ho una cattiva percezione di questo
ambiente, pertanto non è idoneo, lo stesso anche se soffro il caldo.
Dobbiamo tenere conto della capacità che noi abbiamo di scambiare la temperatura con l'ambiente
che ci circonda; quindi, noi che siamo soggetti omeotermi, cioè che tendiamo a adeguarci alla
temperatura esterna con tutta una serie di processi metabolici, cerchiamo di mantenere questo
equilibrio al fine di non incorrere in un disagio e quindi mettiamo in atto la termoregolazione.
La termoregolazione non è altro che l’insieme di tutti quei sistemi metabolici o quelle risposte
innate che noi abbiamo e che non sono soggette alla volontarietà, quindi sono tutte risposte
involontarie che il nostro sistema nervoso mette in atto al fine di termoregolarci con l'ambiente. Se
noi ci troviamo in un ambiente molto caldo, la prima cosa che avviene è la vasodilatazione,
questa consente l’ampliamento del diametro dei capillari, per cui passando più sangue,
quest’ultimo entrando a contatto con più tessuti e soprattutto con una parete capillare più ampia,
riesce per contatto a disperdere calore; quindi, disperdo più calore se ho la vasodilatazione. Se ci
pensiamo in estate, molto spesso le scarpe, gli anelli stringono perché la vasodilatazione richiama
anche più liquidi, quindi porta ad un maggior gonfiore. Questo, quindi, è uno dei meccanismi con
cui noi cediamo calore per regolarci a mantenerci omeotermi con un ambiente caldo.
Un’altra cosa che facciamo è la sudorazione, cioè si attivano sotto il segnale ormonale le
ghiandole sudoripare che rilasciano piccole goccioline di acqua sulla pelle, col fine di refrigerare la
pelle. È ovvio che un eccesso di caldo provoca le lesioni al sistema nervoso centrale, produce la
coagulazione delle proteine e la distruzione della ghiandola più importante cerebrale che va
proprio regolare questi meccanismi che è l’ipotalamo. Quest’ultimo nel bambino non funziona fino
ad una certa età, per cui il bambino ha necessità di essere tutelato dalla mamma; quindi, è buona
norma che se io per uscire mi metto una canottiera e un pantaloncino, il bambino non può uscire
con una tuta pesante e il maglione. perciò devo avere come riferimento me stessa e vestirlo a
cipolla nel momento in cui la temperatura aumenta o diminuisce, e avere quindi la possibilità di
compensare dato che il bambino non può compensare direttamente.
L'ipotermia o la ipertermia la porta a morte, per cui è importante conoscere anche questo aspetto,
perché diventa un aspetto importante di sopravvivenza.
Al contrario, cosa succede con il freddo? Beh, l'effetto contrario, cioè io ho una vasocostrizione,
tant'è che in inverno pensiamo tutti di essere dimagriti ma in realtà è perché i capillari, per
contrastare le perdite di calore, si stringono e cedono meno calore, quindi manteniamo più calore
nelle zone vitali quindi il cervello, il cuore, il polmone. Tant’è che quando c'è lì per l'ipotermia,
sappiamo che tendono a perdersi i piedi e le mani, cioè si parte dalle dita, ma poi in cancrena va
direttamente il piede e la mano. Questo perché considerandolo un elemento non utile alla
sopravvivenza, la gran parte del calore e della circolazione viene mantenuta negli organi vitali che
sono cervello, cuore, polmoni. Pertanto, l'ipotermia è un esempio chiaro di come l'organismo
innesca questi sistemi di autoprotezione.
Altri elementi che consentono al soggetto di riscaldarsi sono lo sbattere i denti e i tremori, la
cosiddetta anche pelle d'oca. Si tratta di contrazioni muscolari e il muscolo liscio, cioè quello
involontario, è una muscolatura che fa questo meccanismo -> quando si contrae, scivolano le
fibrille, in questo modo quando si distende si riportano allineate. Questo strofinamento, dovuto ai
brividi e alla pelle d'oca produce un rilascio di calore per attrito; quindi, il sentire freddo, avere i
brividi, è una forma di compensazione che l'organismo sta mettendo in atto per difendere il
soggetto dal freddo.
L'ipotermia porta alla depressione nervosa, la perdita di coscienza, l’aritmia, la fibrillazione
cardiaca e la morte.
Katatermometro di Hill —> Il katatermometro di Hill non è altro che un termometro a colonnina di
mercurio, che consente di misurare lo scambio termico tra la superficie del katatermometro e l'aria
che circola intorno al bulbo, la cui superficie ovviamente se messa in un ambiente caldo, si scalda
e la colonnina di mercurio sale al contrario se l'aria è fresca questa scende. Ora bisogna sempre
tener presente che la temperatura media è 36,3 °C e che il potere di raffreddamento, cioè il fattore
h, viene fuori dal rapporto tra le millicalorie cedute da un cm quadrato del katatermometro e il
tempo che sta tra i 38 e 35 °. Però questa è un tipo di misurazione esclusivamente oggettiva, cioè
misura la temperatura ma non mi da nessuna altra indicazione; quindi, offre un’accettabile
corrispondenza con le sensazioni termiche perché misura realmente la temperatura ma non valuta
per esempio come si muove l'aria, o il calore radiante, l'umidità, infatti gli scambi di potenza
termica sono statici e non dinamici. La limitazione dello strumento, infatti è che non mi consente di
considerare quegli elementi fisici, che possono alterare la percezione del calore quindi se non
registra contemporaneamente l'umidità, si ha soltanto la registrazione della temperatura che non
necessariamente corrisponde a quella percepita dagli occupanti.
Temperatura effettiva —> E allora per ovviare a questo problema si è passati dall'uso del
katatermometro a quello della temperatura effettiva (TE), la temperatura dell'aria quiete e satura di
umidità, a cui è associata una sensazione termica percepita in un generico ambiente caratterizzato
da parametri microclimatici propri. Si è inserita l’umidità che altera la percezione della temperatura,
quindi oltre a registrare la temperatura sappiamo anche quanta umidità c'è. Però siccome è una
misurazione che adegua la misura oggettiva, al calore che potrebbe essere percepito dall'uomo, ci
si è posti come punto di riferimento quello dell’umidità al 100%, cioè saturazione massima e quindi
percezione massima della temperatura. Ma con umidità al 100% si sovrastima di molto la
temperatura perché anche nelle peggiori condizioni possibili, non si raggiunge mai il 100% perciò
ci si sta ponendo in una situazione di estrema gravità, una situazione limite rispetto a quella che
potrebbe realmente essere. Per cui rispetto al katatermometro, la temperatura effettiva mostra in
più l'efficienza dello scambio termico dovuto all' umidità, ma ha la limitazione che essendo posta
nella condizione peggiore delle ipotesi, cioè il 100% di umidità, essa sovrastima l'influenza
dell’umidità sia ad alte che a basse temperature, perché al 100% anche una temperatura di 20-18
°C la si percepirebbe intorno ai 25 °C; inoltre sottostima anche la velocità dell'aria in ambienti caldi
e umidi.
Ipotesi di Fanger —> Quindi anche la TE non era uno strumento sufficiente per misurazioni
precise. Si pensò allora che il vero fattore positivo, per poter ben percepire l'ambiente in cui si vive,
fosse l’equilibrio del soggetto con l'ambiente stesso. L’ ipotesi di Fanger (bilanciamento termico tra
soggetto/ambiente, ossia omeotermia) prende di fatto in considerazione:
- potenza termica associata al metabolismo (M)
- la velocità di convenzione del calore (Cv), cioè aria calda che tende a salire, raffreddandosi, per
poi riscendere, generando dei movimenti d’aria all’interno di un ambiente chiuso.
-l’irraggiamento (R)
- l'evaporazione (E)
-l'entalpia, cioè quanto calore rilasciamo con la respirazione (Cr)
- il lavoro meccanico (N), ad esempio facendo attività fisica in un ambiente chiuso, sicuramente ci
si riscalda di più, e quindi si ha una maggiore potenza termica nel proprio scambio con l'ambiente
- sistema di mantenimento dell’omeotermia (S)
- la variazione di energia introdotta attraverso i cibi a temperatura diversa (K) che implica appunto
un'alterazione
-la conduzione (Cd) che sarebbe la capacità di trasferimento del calore.
Ora per l’ipotesi di Fanger, l'ambiente e l'uomo raggiungono l’omeotermia quando la sommatoria di
tutti questi fattori tra loro producono zero, cioè si equilibrano.
Sommatoria: M ± N ± Cd ± Cv ± R ± Cr ± S ± K ± E = 0
In pratica si può realmente intervenire con tanti sistemi in modo da equilibrare l’ambiente con il
soggetto: si può intervenire con l'alimentazione; con il tipo di vestiario. Ad esempio, in terapia
intensiva, i soggetti vengono tenuti nudi, con solo un lieve lenzuolino per coprirli (per la privacy);
dovendo mantenere mediamente 36 ° giusto per la presenza di pazienti nudi, il camice
dell’infermiere che lavora in terapia intensiva è ben diverso rispetto a colui che lavora in sala
operatoria. Questo perché la sala operatoria ha bisogno di basse temperature, sia per evitare la
disidratazione del paziente, e sia evitare che si sviluppino delle colonie, perché il freddo ha quella
funzione di asepsi cioè di mantenere stabile il microbo senza consentirgli di svilupparsi. In questo
caso lavorando in un ambiente termico più spostato verso il freddo, il vestiario di chi opera là
dentro è più pesante. A parte il vestiario un altro elemento su cui si può intervenire è l'uso di
bevande fredde o calde, per cui ad esempio quando c'è molto freddo si cercano le bevande calde
perché danno quell’aumento di temperatura che consente di avere una percezione di
miglioramento dell'ambiente. Un altro aspetto importante da considerare è equilibrare il sistema,
tenendo conto del tipo di attività fisica svolta, e così via.
Pertanto, nell’ipotesi di Fanger tutti i fattori della sommatoria vanno tenuti in considerazione, ossia
le possibili variabili che possono alterare la percezione dell'ambiente. L'ipotesi è che il benessere
termico deve tener conto sia di tutti questi fattori, ma anche delle potenze termiche individuali. La
persona anziana e il bambino avendo poca capacità di termoregolarsi, costituiscono la fascia più
sensibile agli sbalzi microclimatici. Possiamo dunque parlare di ambienti moderati, caratterizzati da
attività fisica non intensa, da resistenza termica di un vestiario standard non particolarmente
pesante o leggero, e da un indice di benessere termico che si determina combinando i parametri
microclimatici in modo da soddisfare la sensazione termica della persona esposta a
quell’ambiente.
Se consideriamo ora quest’equazione: (M – N) – Cr – E = Cv + R
Si può raggiungere l’equilibrio modificando uno di questi fattori, quindi il calore radiante,
schermando ad esempio gli ambienti; oppure lavorando sul metabolismo di particolari soggetti; o
sull’entalpia perché in presenza di un particolare lavoro meccanico o attività fisica, la respirazione
rilascia più calore, di conseguenza bisogna equilibrare il sistema schermando maggiormente
l'ambiente o aumentando la velocità dell'aria. Esistono cioè diversi modi per potersi muovere
all'interno di questo sistema, ma ciò che si deve tenere sempre in considerazione, come perno
centrale della propria attività, è il raggiungimento della sensazione termica favorevole verso
l'ambiente e quindi mantenere il soggetto soddisfatto di quella percezione.
Questionario
Tuttavia, se non si tenesse conto, anche avendo prodotto questo aggiustamento termico, della
valutazione degli occupanti, il tutto rimarrebbe solo ed esclusivamente una misurazione oggettiva.
Perciò per poter calibrare al meglio questa attività, si tiene anche conto dei questionari che
vengono dati agli occupanti, a cui si chiede quale sia la sensazione (dopo aver prodotto un
aggiustamento microclimatico), se di benessere o malessere. Tenendo conto anche
dell'insoddisfazione dell’utente, si cerca di migliorare quello che appunto è il carico termico sul
soggetto. Questa sensazione del soggetto dipende anche dall'attività fisica e dal vestiario, che
condizionano la temperatura media cutanea e l’evapocondensazione, ed inoltre dagli elementi
climatici ambientali che lo circondano.
Bisogna somministrare quindi il questionario a chi soggiorna e chiedere un voto da -3 che è il
pessimo freddo, a più 3 che è caldissimo, per ottenere un risultato che si avvicini al voto medio
previsto. In base a quello che viene fuori da questo questionario si può aggiustare ancora questa
regolazione al fine di raggiungere il miglior soddisfacimento possibile del paziente; il voto medio
previsto (PMV) viene calcolato sulla base della risposta dell’almeno 80% degli occupanti, che
devono dare un valore positivo. A quel punto raggiunto l’80% della soddisfazione ci si può ritenere
soddisfatti nell’aver prodotto quella modificazione. L'ambiente termico accettabile, cioè con il
massimo del benessere termico, lo si ha per valori di PMV tra -0,5 e +0,5 (fascia migliore) fino al -
0,85 e +0,85 (parametri questi che definiscono la fascia gialla di accettabilità).
Sbalzi termici
Gli sbalzi termici elevati tra ambianti esterni ed interni sono possibili sia in inverno che in estate; le
situazioni più critiche si presentano in corrispondenza di condizioni estive estreme, nelle quali non
è difficile creare differenziali dell'ordine di 10-15 ° fra interno ed esterno, che possono preludere a
danni per la salute. Di conseguenza si raccomanda di predisporre una zona di transizione non
condizionata, anche di dimensioni limitate, cioè una sorta di precamera di compensazione, nella
quale mantenere condizioni intermedie termiche fra quelle esterne e quelle interne e permettere
alla persona di acclimatarsi pian piano prima di entrare ed uscire. Questo perché ci sono tutta una
serie di elementi che possono creare alterazioni fisiche al soggetto: la sindrome del
raffreddamento, il mal di testa e il raffreddamento che può portare a polmonite, ma abbiamo anche
il sistema di surriscaldamento pertanto eccessiva sudorazione, mal di testa, affaticamento e così
via.
LEZIONE 17
TABACCO E DROGHE
Il tabacco è un prodotto che contiene nicotina, la quale genera dipendenza per cui il tabacco entra
in quelle sostanze che generano dipendenza e quindi che aumentano la richiesta di consumo da
parte del consumatore.
Il tabacco è stato importato in Europa nel XV secolo con la scoperta delle Americhe ma solo dalla
metà del XVIII secolo si diffuse il consumo di sigarette. Il fumo di sigaretta è una miscela composta
da: una parte e gassosa (gas vapori) e una parte solida (particelle microscopiche) il cosiddetto PM
diventando quindi un elemento di inquinamento in ambiente indoor
FUMO PASSIVO
anche avere una certa attenzione da fumatore a chi ci circonda è una forma di prevenzione, il fumo
di tabacco infatti danneggia anche chi non ne fa un uso diretto e i danni da fumo passivo
generalmente sono:
-un basso peso alla nascita
-la morte in culla (SIDS)
-malattie respiratorie nei bambini che molto spesso finiscono per divenire un’asma o delle bronco
affezioni persistenti
-tumori e cardiopatie negli adulti
ALCOL ETILICO
e quindi dobbiamo considerare che molto spesso l'attività tabagica si associa anche all'uso
dell'alcool perché come per il fumo di sigaretta, anche l'alcol crea dipendenza quindi anche questa
è una sostanza d’abuso.
Negli ultimi decenni è cambiato il modo di approcciarsi all’alcol; se prima l'alcol era una fonte
nutrizionale calorica che il contadino metteva in tavola tutti i giorni per dare quell'energia che gli
serviva da un piatto molto spesso povero e privo di proteine e l'energia e le calorie venivano date
da quel bel bicchiere di vino rosso che molto spesso si diceva far bene alla salute, in realtà era una
forma di sostentamento per poter avere le energie adeguate a sopperire un lavoro.
Ma poi nel tempo è cambiata, si tende a consumare alcol per socializzare incontrandosi per gli
aperitivi o incontrandosi in discoteca per bere. I giovani, quindi, cominciano a bere prima e in
grandi quantità soprattutto durante il fine settimana con il solo fine di sballarsi.
Questo tipo di uso dell'alcol sta creando non pochi problemi sia psicologici sia sociali ma anche
per la salute sulla popolazione giovanile, anche perché generalmente viene considerato come un
elemento positivo in realtà così non è, Infatti questa molecola non viene digerita viene totalmente
assorbita dallo stomaco e viene metabolizzata al massimo al 90% del fegato. Quindi il primo target
delle dei danni è il fegato tant'è che nei forti bevitori la cirrosi epatica quindi il cancro al fegato, è
una di quelle patologie cronico degenerative associate all’uso dell’alcol etilico. Anche le sostanze
prodotto dalla metabolizzazione producono danni al fegato (distruzione degli epatociti). Pertanto,
anche in questo caso l’assistente sociale deve tener conto che anche questo è un tassello da
considerare nella valutazione generale.
Quali sono gli organi che vengono compromessi da l'uso dell’alcol?
i polmoni (è più a rischio di infezione tubercolosi, quindi, implica un abbassamento del sistema
immunitario)
Muscoli (debolezza e perdita di tessuto muscolare perché chi beve Mangia meno perché crea
quel senso di sazietà )pertanto anche lo stomaco (ulceri gastriti e carcinoma) e l'intestino (ulcere
infiammazione tissutale cattivo assorbimento) organi sessuali (impotenza oligo dismenorrea e
ipertrofia testicolare) Quindi anche la fertilità viene ovviamente alterata ma non meno importante
l'infiammazione al pancreas (pancreatite dolori ) e guardate che l'infiammazione del pancreas
potrebbe poi nel tempo creare problemi di tipo oncologico e se c'è un cancro che non perdona e il
cancro al pancreas. il fegato (cirrosi epatiti dolore epatico cancro) e poi il cuore (aritmie cardiache
ipertensione arteriosa per ipertrofia miocardica) la pelle il sangue vengono ad alterate (ematomi
sudore invecchiamento, alterazioni del trasporto dell’ossigeno) e infine il cervello (perdita di lucidità
e della memoria confusione e allucinazioni che quindi possono portare anche il soggetto ad avere
danni gravi o addirittura letali) DOSI ACCETABILI DI ALCOL
Quindi la FAO l'organo mondiale che si occupa di alimentazione per conto dell’OMS dice che al
massimo il 10% del fabbisogno calorico giornaliero viene introitato con l'uso di alcol, ma secondo
l’OMS bisogna non prenderne più di 30 grammi al giorno. Questi valori cambiano in funzione
dell'età del sesso e pertanto
nel maschio sotto i 30 anni non può superare i 43 grammi nella femmina 30
tra i 30 e i 60 anni i maschi 28-43 e per le femmine 24-30
superiore ai 60 anni si scende perché si diventa sempre più suscettibili ai danni
ma qui manca l'età infantile e della prima giovinezza per cui intorno ai 11 12 13 e 14 anni bisogna
essere proprio lontani dall'alcol perché si può andare incontro a quello che si chiama coma etilico
in quanto il cervello e soprattutto gli organi dei ragazzi non sono in grado di metabolizzarlo
pertanto fa sì che al cervello arrivi non il 10% dell'alcol assunto ma bensì tutto.
Ci sono poi anche delle razze che non possono entrare a contatto con l’alcool, per esempio, la
razza cinese o giapponese. Loro usano non usano birre e vini ma usano per esempio il sache che
è a base di riso perché loro sono molto più esposti al come etilico.
COS’E LA DROGA?
Oltre alle dipendenze da tabacco e da alcol, un’altra dipendenza altrettanto dannosa è quella
provocata dalla droga. La droga secondo l’OMS è qualsiasi sostanza dotata di azione
farmacologica psicoattiva la cui assunzione provoca alterazione dell'umore dell’attività mentale.
Una sostanza psicoattiva diventa una droga per via di un riconoscimento sociale significativo ed
emergente che rimanda al contempo ad un controllo di informazioni su di esso capace di
determinare conseguenze sociali. Esse riguardano ovviamente la filiera della droga da inizio a fine
(la produzione la distribuzione e il consumo il trattamento degli effetti delle conseguenze sociali) e
in tutti gli stati di diritto accidentali tali conseguenze sono state piuttosto vincolate a: scienza
medica e diritto. Però c'è un’emersione storica delle droghe, ad esempio, era noto nel passato
l'uso per esempio dell’oppio. Quindi l'uso delle droghe non è un fattore degli anni 2000 del
ventesimo secolo ma nasce già dal 1800, cioè da quando l’oppio veniva utilizzato prima con una
forma terapeutica ma poi anche di evasione, esistevano proprio le fumerie d'oppio per chi voleva
trarre beneficio o in alcuni casi un allentamento dei problemi.
TIPI DI DROGHE
Oggi noi abbiamo sicuramente delle
droghe legali quindi sostanze prescritte dai medici come i tranquillanti, gli psicofarmaci in genere
o ad esempio le droghe che vengono utilizzate in psichiatria o nell'ambito dell'anestesia oppure
della terapia del dolore (malato terminale oncologico che finalmente è stata dato il libero accesso
agli oppioidi)
Droghe illegali terapeutiche che sono le sostanze dopanti che vengono generalmente usate
nello sport soprattutto nello sport non professionistico.
Droghe ricreative come l'alcol e il tabacco che sono legalizzate ma comunque bisogna informare
il cittadino a tutti i rischi ai quali si va incontro
Droghe illegali come la cannabis,
la cocaina, l'eroina exstacy ecc.
LA CANNABIS
l'assunzione una tantum si riferisce al 20% circa come media della popolazione europea dei 15 e
64 anni, qui appunto il consumatore è molto più eterogeneo ben al di sotto di quella americana
perché in America invece il consumo che se ne fa è maggiore soprattutto perché la utilizzano
anche come farmaco per il trattamento di alcune patologie.
Come nel contesto statunitense. Invece l’uso si prolunga nel tempo, oltre la classe dei giovani
adulti: i dati provenienti da Spagna e Regno Unito sembrano suggerire che la gente continui a
farne uso anche dopo i 30 e 40 anni divenendo un consumatore stabile. secondo le percentuali di
continuità notiamo che si sta allargando lo spettro dei consumatori abituali, un soggetto ogni tre
che dichiari di avere fumato cannabis almeno una volta nella vita l’ha fumata anche nell'ultimo
anno e di questi, il 16% anche nell'ultimo mese quindi il consumo diventa anche più frequente.
EROINA
abbiamo detto che era un utilizzo subculturale in quanto la sostanza veniva iniettata.
Pertanto, il consumatore stesso era una persona emarginata e poco raccomandabile.
Però oggi l'eroina viene anche fumata o inalata e quindi è cambiata la percezione del rischio e su
questo bisogna molto stare attenti con i giovani perché l'eroina è una sostanza allucinogena che
crea una serie di problematiche
Il periodo Neonatale la crescita del bambino e l'anziano rappresentano le fasi più suscettibili da un
punto di vista temporale a quelle che sono i rischi sulla salute di vario genere.
Il servizio sociale è una metaistituzione del sistema organizzato delle risorse sociali e una
disciplina di organizzato delle risorse sociali e una disciplina di sintesi che, attraverso il lavoro
professionale sintesi che, attraverso il lavoro professionale dell’assistente sociale rivolto a individui,
famiglie e dell’assistente sociale rivolto a individui, famiglie e gruppi in situazioni problematiche di
bisogno, gruppi in situazioni problematiche di bisogno, concorre:
-gruppi in situazioni problematiche di bisogno,
-Alla rimozione delle cause del bisogno.
-Alla promozione della piena e autonoma realizzazione delle persone.
-A facilitare il rapporto cittadino –– istituzioni.
-A collegare il bisogno dei singoli al sistema dei servizi e viceversa e contribuisce ai processi di
modifica delle istituzioni prevalentemente considerate nell’ambito dei servizi sociali.
L’assistenza in realtà ha avuto anche un cambiamento sociale e temporale per cui se prima
l'assistenza era dedicata e collegata solo alla discrezionalità o la volontarietà (Assistenza tout
court) gli interventi di soccorso rivolte agli individui bisognosi temporaneamente o
permanentemente incapaci di risolvere autonomamente la propria situazione; a un certo punto
l'assistenza sociale è diventato un obbligo a dare se un servizio di aiuto quindi un intervento
dipendente da atti normativi che limitano, circoscrivono ed escludono la volontarietà personale
dell'assistente o la discrezionalità e prevedono invece degli obblighi.
attualmente non si parla più solo di obbligo a dare ma anche di diritto a ricevere un aiuto quindi
una persona che ha una disabilità che ha un problema psichico che non è incluso socialmente ha
diritto a ricevere l'aiuto sociale al fine di migliorare la propria qualità di vita. Quindi l'assistenza
sociale divenuta diritto a ricevere è sempre più basata sul diritto del cittadino e realizzata
attraverso servizi sociali e prestazioni monetarie finanziata dalla fiscalità generale (per esempio
pensiamo a reddito di cittadinanza) è eventualmente cofinanziata dei cittadini stessi destinate
rimuovere a contenere le condizioni bisogni e difficoltà del singolo o della collettività.
NELLA STORIA…
Prima dell'unificazione dell'Italia l'assistenza era uguale alla beneficenza per cui chi faceva
beneficenza generalmente era chi si ergeva a persona di riferimento di spiccata rettitudine che
cercava di redimere chi aveva delle particolari problematiche ponendosi quindi nel rapporto di “ti
dico io cosa devi fare per poter migliorare la tua vita” e soprattutto io ti elargisco con un aiuto
perché lo voglio fare altrimenti non sono costretta a farlo.
Chi aveva questa funzione prima dell'unificazione dell'Italia era la chiesa che era l'unica
depositaria delle attività di beneficenza e dell'amministrazione del patrimonio destinato ai poveri
cioè il patrimonio della chiesa che molto spesso venivano però poi recuperate solo delle piccole
somme dette anche obolo. Le opere Pie invece erano delle opere di beneficenza però tipo
pubblico civile che erano quindi totalmente indipendenti sia dallo stato ma anche dalla Chiesa.
Solo nel 1890 con la legge Crispi lo Stato ha trasformato le opere Pie in istituti di beneficenza
statali e poi nel 1904 la beneficenza è divenuta con la legge Giolitti un diritto del cittadino di
essere assistito e l'assistenza privata deve essere controllata coordinata e integrata all'assistenza
pubblica. Nel 1948 la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e quindi
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale esempio il
diritto del lavoro, ad esempio, il diritto della tutela per gli inabili al lavoro e sprovvisti di mezzi
necessari è stato sancito con l'articolo 38.
dopo la Seconda Guerra Mondiale c'è stata anche una separazione tra assistenza sanitaria e
quella sociale nel 1968
OGGI.
verso le politiche di assistenza grazie alla legge 328 del 2000 ovviamente l'assistenza sociale
assistenziale ha avuto un arricchimento, quindi anche tante leggi hanno consentito di arricchire
questa funzione questa figura di tutta una serie di attività e competenze per cui
la prima legge quadro sui servizi sociali in Italia ha fatto da nuova cornice istituzionale e finanziaria
alla figura dell'assistente sociale, ha inserito la universalismo selettivo, l’omogeneità dei criteri di
accesso alla richiesta di aiuto di salute (questo vale sia per la sanità che per la l'assistente
sociale), l’unificazione degli istituti di redistribuzione monetaria, e la qualificazione del sistema il
principio di sussidiarietà e l’integrazione verticale e orizzontale.
La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi
sociali, promuove gli interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non
discriminazione e diritti di cittadinanza, previene elimina o riduce le condizioni di disabilità bisogno
di disagio individuale e familiare derivanti da inadeguatezza del reddito, difficoltà sociali, condizioni
di non autonomia in coerenza con gli articoli 2 3 e 38 della Costituzione.
Pertanto, i livelli di decentramento o integrazione sono
-lo Stato per quanto riguarda i livelli essenziali (per quanto riguarda i livelli essenziali sanitari sono i
Lea)
-le Regioni invece programmano cordino e indirizzano gli uffici di tutela
-le Province partecipano alla programmazione regionale ma fanno monitoraggio e formazione
dell'andamento delle attività presso le loro zone
-i Comuni fanno una programmazione locale, progettazione e realizzazione erogazione
autorizzazione e accreditamento degli enti e sociali
Per cui a livello assistenziale abbiamo tante procedure però il primo nucleo a essere soggetto
all’assistenza è la famiglia. In cui l'individuo trova risorse materiali ma anche affettive per
crescere in modo sano. Ha un ruolo fondamentale nella presa in carico di bisogni poiché si dedica
alla cura dei soggetti più deboli(minori anziani disabili ) ma sono anche coloro che poi permettono
il sostentamento di queste persone, quindi i servizi sono chiamati a collaborare con le famiglie nel
momento in cui entra in crisi (non solo nel rapporto di coppia e quindi di gestione dei figli ma anche
per esempio monetario economico oppure dei particolari bisogni di tipo sanitario per esempio dei
disabili in casa per cui ha bisogno di un ulteriore richiesta di aiuto o di supporto da parte dello stato
) La famiglia è il luogo primario in cui viene svolto il Welfare e quindi è ovvio che io devo poter
supportare ove possibile la famiglia nel condurre una vita sana normale e possibilmente dove
vengono applicati tutti quei principi di precauzione e prevenzione che consentono alla famiglia
stessa di limitare i danni correlati a tutta una serie di eventi tra cui anche quelli sociali quelli
economici o quelli sanitari.
LEZIONE 18 (ULTIMA!!)
ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA E ALL’ANZIANO
Oggi sappiamo che uno degli elementi che è fulcro dell’attività dell’assistente sociale è la famiglia.
La famiglia è il nucleo primario in cui l’individuo trova risorse materiali ed affettive per crescere in
modo sano ed equilibrato. Essa ha un ruolo fondamentale ed attivo nella presa in carico dei
bisogni poiché si dedica alla cura dei soggetti più deboli (minori, anziani, disabili, ecc.).
I servizi sono chiamati a collaborare con la famiglia sia nell’attivazione del processo di aiuto ma
anche nella definizione di qual è la richiesta di aiuto.
Per permettere tutto ciò però rispetto al passato sono state apportate una serie di aggiunte
legislative che hanno delineato alcune leggi fondamentali.
Minori
Il soggetto che ha più diritto alla tutela è il minore. Per ordinamento giuridico il minore è soggetto di
diritto, ed essendo considerato incapace di intendere e di volere fino al compimento della maggiore
età, va tutelato sia da chi ne ha la podestà (in quanto genitore o tutore) sia dai servizi sociali.
Disabili
La condizione di disabilità tocca vari aspetti di vita della persona: fisico, psichico, relazionale,
culturale, sociale, giuridico ecc. I bisogni vengono colti dalle istituzioni, soprattutto le necessità
della famiglia su cui grava il carico assistenziale e la cura del proprio caro. Ai servizi specialistici
sono demandati interventi per l’inserimento scolastico, lavorativo e la socializzazione, oltre alle
tradizionali attività di prevenzione, cura e riabilitazione.
Vecchiaia
La popolazione italiana sta subendo un forte processo di invecchiamento è questo comporterà
anche ad un aumento degli oneri sociali a sostegno dei bisogni degli anziani. La vecchiaia non è
solo un dato biologico, cioè un progressivo venir meno delle difese rispetto ai cambiamenti
dell’ambiente e alla graduale perdita delle capacità funzionali. Essa è anche influenzata da fattori
socioculturali che dipingono l’anziano esaltando i tratti somatici, la conclusione del ciclo lavorativo
con il pensionamento e la malattia con la conseguente perdita di autonomia. Tuttavia, gli operatori
sociali hanno il compito di trasmettere immagini positive della terza età, valorizzare le risorse
residue di ogni persona e favorire il mantenimento dell’anziano presso il proprio ambiente di vita e
familiare (Esempio: permettendo di essere accudito da una badante nella propria casa).
Gli anziani di oggi grazie alla nascita di nuove tecnologie e al miglioramento della sanità sono
molto più indipendenti rispetto al passato. Generalmente coloro che hanno bisogno di essere
assistiti dalla propria famiglia o da una badante superano i 75 anni di età.
MALATTIE INFETTIVE
Poliomielite
La poliomielite è una di quelle malattie che può portare all’amputazione di arti ma che nel corso del
tempo si sta andando ad esaurire grazie alla vaccinazione in ambito globale.
Essa è una malattia infettiva per la quale ci sono più varianti. Questa ha una patogenesi particolare
poiché la penetrazione avviene nell’organismo per via orale e la localizzazione si trova nei nervi
spinali (in particolare nelle placche del Peyer). Una volta che arriva ai nervi si ha una diffusione per
via ematica prendendo per bersaglio alcuni organi che sono i motoneuroni delle corna anteriori del
midollo.
La trasmissione del virus può essere per via diretta (starnuti, goccioline di saliva) o per via indiretta
da contaminazione ambientale (latte infetto ed acqua infetta).
La manifestazione della malattia inizia con una progressione dell’infezione (mucosa, linfatica,
ematica, meningea, nervosa) dovuta al rapporto ospite-parassita. L’infezione inizialmente
inapparente non consente di farci capire i sintomi. Subito però inizia la malattia febbrile con la
meningite asettica e la malattia paralitica.
Per la diagnosi si fa un isolamento del virus dal liquor (si aspira dalla parte nucale) e si vanno a
cercare gli anticorpi specifici di classe IGM con metodo immunoenzimatico.
Epidemiologia
Quindi da un punto di vista epidemiologico sappiamo che la circolazione del virus in epoca pre-
vaccinale era molto collegata alla stagione, soprattutto a quella invernale, alle condizioni
socioeconomiche, cioè quanto era scadente l'ambiente, la qualità degli alimenti, della famiglia che
accoglieva il malato e poi la latitudine in ambito geografico.
L'incidenza della malattia paralitica era maggiore nei Paesi a livello igienico-sanitario elevato,
soprattutto negli adolescenti e negli adulti.
Nel periodo 1946-63, in Italia, furono registrati 3.000 casi di poliomielite paralitica. Dal 1964, si
iniziò a registrare una riduzione notevole del numero dei casi, dovuta all'introduzione della
vaccinazione con virus attenuati. Negli anni 1981-90, sono stati registrati soltanto 15 casi di
sospetta poliomielite (l'ultimo caso accertato in Italia risale al 1983).
A Genova vi è uno degli ospedali pediatrici più importanti al mondo. L'istituto Gaslini in realtà non
è un ospedale pubblico, ma è nato come tale dalla donazione che fecero i genitori Gaslini per
aiutare tutti i bambini malati, in quanto la loro figlia ebbe la poliomielite e morì; in sua memoria è
stata fatta questa donazione e con il tempo è divenuto uno degli ospedali pediatrici più importanti a
livello nazionale.
Prevenzione
Salk (1954): preparazione inattiva somministrata per via sottocutanea o intramuscolare. È stata
applicata come vaccinazione obbligatoria in Italia nel 1958.
Sabin (1964): virus attenuati vivi somministrati per via orale. Anche in questo cosa solo i sierotipi
sono stati associati, quindi immunizzati, per tutti i tipi di poliomielite presenti nel territorio e già nel
72 è stato fatto il trivalente. La prima dose al terzo mese di vita, la seconda dopo 6-8 settimane, la
terza al 10°-11° mese e quarta dose al terzo anno di vita. Questo per rendere infinitamente
protetto il bambino.
TETANO
Eziologia: molto diversa perché non provoca una malattia infettiva ma una tossinfezione; la
malattia infettiva è collegata alla crescita del batterio o del virus, quindi alla carica, alla numerosità,
mentre la tossinfezione nasce da un quadro clinico determinato dal rilascio di una tossina batterica
all'interno del corpo umano.
La malattia infettiva è costituita da una esotossina liberata dal Clostridium tetani:
Gram-positivo;
Ha forma bastoncellare a mazza di tamburo;
Sporigeno: emette delle spore che sono molto resistenti all'ambiente esterno;
Mobile;
Anaerobio obbligato, cioè ha bisogno di rimanere dentro i tessuti per poter sviluppare la
sua azione tossica;
Le spore resistono sia ad agenti chimici che fisici e nel terreno conservano la loro vitalità per mesi,
motivo per cui quando arriva una persona in pronto soccorso con ferite, abrasioni o fratture
scomposte bisogna immediatamente fare il siero per proteggerlo dalla possibilità di avere la
vaccinazione scaduta e successivamente riproporre la vaccinazione nel caso in cui il richiamo non
è stato fatto per oltre 10 anni.
Le spore, quindi, rappresentano il tallone d'Achille, perché è difficile gestirle, se non con la
sterilizzazione; qui entra in gioco il tetano come causa di morte durante il parto, quando cioè il
parto viene coadiuvato con strumenti che possano essere non correttamente sterilizzati.
Produce più tipi di esotossine, ma la più importante è la Tetanospasimina che è altamente
virulenta, neurotropa (va ad incidere sul sistema nervoso) e termolabile.
Il Clostridium tetani è una saprofita nell'intestino dell'uomo e di alcuni animali, le scorie eliminate
con gli escrementi contaminano il suolo, le acque ed il pulviscolo atmosferico.
È una malattia tossinfettiva acuta non contagiosa perché non permette di essere trasferita da
un soggetto malato ad uno sano, ma è l'ambiente a fare da tramite. Il bacillo penetra attraverso le
ferite e produce l'esotossina con tropismo elettivo. Ha potere invasivo limitato e l'infezione è
limitata al punto di ingresso; nelle lesioni superficiali permettono le condizioni di aerobiosi che
consentono a questo microrganismo di essere fagocitato dai globuli bianchi, impedendone la
germinazione.
Nelle ferite profonde le condizioni di anaerobiosi favoriscono:
La germinazione delle spore
Elaborazione della esotossina
Raggiungimento del Sistema Nervoso Centrale
Blocco delle sinapsi inibitorie, crisi, spasmi muscolari sino ad arrivare nei casi più gravi alla
morte
L'incidenza e la prevalenza: dipendono da dove ci si ammala, dal tipo di popolazione dove si va
a verificare questo tipo di patologia e dal tipo di lavoro che si svolge. Nel mondo ci sono da
300.000 a 500.000 casi di tetano all'anno, con una mortalità del 45% circa. L'incidenza più alta è in
India, Africa ed America latina, con una mortalità del 50%-60%.
Distribuzione geografica: cosmopolita, con una maggiore incidenza dai poli all'equatore; il terzo
mondo è particolarmente coinvolto da questa patologia.
Distribuzione sesso, età, attività lavorativa: le femmine sono meno sensibili alle esotossine,
sono esposti a maggior rischio le persone addette ai lavori agricoli (le donne rientrano nella
categoria a rischio durante il parto).
In Italia la notifica dei decessi è scesa grazie alla vaccinazione e alla sieroprofilassi per quanto
riguarda il blocco del tetano.
Andamento stagionale: estate e autunno sono dei periodi di maggiore rischio all'esposizione.
Riserve infezione: diffuso nell'ambiente, spore presenti nella polvere di strade, abitazioni,
ospedali ecc.
Trasmissione: si acquisisce in seguito a lesioni traumatiche, ferite contaminate di terra, interventi
chirurgici, parti e aborti. L'aborto illegale è uno dei motivi per cui c'è un'alta mortalità, in quanto non
si possiedono quelle che sono le indicazioni sanitarie minime per poter evitare anche il decesso e
l'infezione della mamma.
La Diagnosi è clinica. È molto difficile riconoscerla nella fase iniziale, quando scaturisce l'esito
clinico diventa più semplice riconoscerla. L'associazione, nelle fasi iniziali della malattia, viene data
alla presenza di febbre, rigidità nucale, associata o meno a turbe del sensorio, trasformandosi poi
in meningo-encefalite; pertanto, da tali malattie il tetano si differenzia per la compromissione
tardiva del sensorio e per la negatività del liquor cefalo-rachidiano.
Profilassi
Si attua con la vaccinazione preventiva della popolazione.
È obbligatorio per tutti i nuovi nati entro il terzo mese di vita
I lavoratori che sono più esposti al rischio di contrarre l'infezione vengono sempre
controllati dal medico competente che gli opportuni richiami ove necessita
I militari
Gli sportivi
Gestanti
La vaccinazione viene attuata somministrando l'anatossina, cioè la tossina detossificata di questi
microorganismi; si esegue con due iniezioni intramuscolari distanziate di 4-6 settimane di vita,
seguite da una terza dose dopo 6-12 mesi.
I livelli protettivi compaiono dopo la seconda somministrazione e persistono per circa 8-10 anni
dopo il completamento del ciclo di base.
La profilassi specifica del paziente traumatizzato può essere eseguita con il vaccino antitetanico da
solo o in associazione con immuglobuline umane (come avviene in pronto soccorso).
Vaccinati regolarmente:
1)Dal I al V anno dopo l'ultima inoculazione non necessitano di alcun trattamento
2)Dal VI al X anno dopo l'ultima inoculazione bisogna fare 1 dose di richiamo
3)Oltre il X anno dall'inoculazione di immunoglobuline umane bisogna fare una dose di
richiamo di vaccino.
Non vaccinati o vaccinati in maniera completa o se non se ne conosce lo stato di
protezione
Somministrazione di immunoglobuline umane, quindi la sieroprofilassi, è importante perché
ci consente di anticipare il ciclo di vaccinazione dive l'urgenza ci pone nelle condizioni di
dover essere immediatamente protetti.
DIFTERITE
Un'altra malattia particolarmente grave è la Difterite; anche in questo vediamo come le notifiche
dei malati tra il 1976 e 1998 sono scesi, quasi scomparsi.
Il
Epidemiologia
La pertosse è diffusa in ogni paese e clima, ha carattere endemico con epidemie ogni 3-5 anni
(dovuto al l'accumulo dei soggetti recettivi).
L'uomo è l'unica fonte di contagio.
Oltre al malato, sono importanti il portatore precoce ed il malato non diagnosticato (non esistono
portatori sani).
La malattia è più frequente nelle femmine.
Prevenzione
L'isolamento del malato (in ospedale o nella propria abitazione), ma è alquanto difficile non
trattandosi di soggetti non costretti a letto (in quanto non si ha febbre, dolore alle ossa, ma solo
dolore alla gola principalmente).
In Italia l'isolamento dura sette giorni a partire dall'inizio della terapia ai conviventi e ai contatti non
si impone nessuna restrizione.
Diagnosi
Essenzialmente clinica, con analisi batteriologiche su tamponi. Le tecniche sono sia di prove
molecolari con DNA, oppure si dispone di prove sierologiche.
Vaccinazione
Resta la sola concreta possibilità di prevenzione
I vaccini attualmente in uso, sono allestiti con sospensioni di batteri uccisi. Ha subito varie
modificazioni nel tempo e lo schema di vaccinazione è simile a tutte le altre perché bisogna
iniziare al terzo mese di vita e prevede tre dosi iniziali ad intervalli di uno due mesi ognuno,
con un rinforzo dopo 12 mesi ed un richiamo al terzo e il sesto anno.
In Italia la vaccinazione antipertossica non è obbligatoria, ma viene di solito associata a
quella antidifterica e antitetanica proprio perché, soprattutto nel bambino piccolo può creare
problemi di respirazione, quindi anche cardiaci.
Si osservano percentuali di protezione dei vaccinati oscillanti tra il 50% e il 95%.