Igiene Sbobine

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Igiene generale e applicata

LEZIONE 1
“Spesso non è necessario scoprire cose nuove ma vedere con occhi differenti ciò che già
conosciamo (A. Einstein)”.

Bisogna innanzitutto definire la parola igiene, la quale in realtà viene collocata nell’ambito medico
specialmente “Nell’igiene e sanità pubblica – medicina preventiva”, dunque tutte quelle attività che
si svolgono nel paziente, nel territorio e nell’ambiente per permettere ad un uomo che nasce sano
di rimanere sano per un tempo più lungo possibile che la sua prospettiva di vita possa dare, per cui
noi dobbiamo tutelare e promuovere la salute e non pensare a come curare la malattia, in quanto
quest’ultima viene studiata dai clinici.
Bisogna analizzare tutte quelle attività che generalmente conosciamo, ad esempio una donna in
gravidanza rispetto al passato svolge delle attività preventive come l’assunzione dell’acido folico
per ridurre la possibilità di avere un feto malformato o fa una serie di accertamenti per ridurre la
possibilità che ci sia una problematica nel feto che possa poi proseguire nel corso del tempo ma
ciò che appare fondamentale è la corretta alimentazione in quanto permette non solo il
mantenimento del peso ma permette di ridurre i fattori di rischio che con l’aumento del peso
corporeo possono intervenire in una donna in gravidanza compromettendo non solo la sua salute
ma anche quella del feto. A questo proposito, occorre affrontare tutti quei fattori di tipo salutistico:
 Mangia bene
 Dormi tanto senza eccedere
 Non fumare
 Se fai attività fisica falla naturalmente senza doparti
 Evita le droghe e le sostanze di abuso
 Fai attività fisica

Purtroppo, esistono dei fattori di rischio che non si possono controllare, ma lavorando molto su
queste indicazioni si può aumentare la speranza di vita di un soggetto, ad esempio negli anni 50 la
speranza di vita di un bambino alla nascita era 30 anni, oggi arriviamo ad 86.

Per cui, l’igiene e la medicina preventiva fa sì che ogni persona nasca sana e mantenga il proprio
stato di salute al più alto di livello fino al naturale compimento della vita. Di fatto, l’Italia, la Spagna
e il Giappone sono i tre paesi con la più alta aspettativa di vita, di cui due sono paesi mediterranei
in quanto noi abbiamo una chiave in più vale a dire la dieta mediterranea che ci simula e ci emula
la dieta giapponese.

Ma cosa si intende per salute? La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e
sociale, dunque la mancanza di psicosi, la mancanza di depressione e la mancanza di instabilità
mentale, non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità, ciò viene affermato da OMS
nel 1948 (organizzazione mondiale di sanità che generalmente in inglese viene denominato WHO).
Di fatti, oggi si parla di cause cliniche derivanti da una problematica psicologica o psichiatrica, ad
esempio il mobbing, il quale si può riscontrare in luogo di lavoro, chi subisce un mobbing mostra
una specifica sintomatologia che aiuta di conseguenza non solo il medico ma anche il magistrato a
capire se realmente quel soggetto ha subito mobbing.

Allora, bisogna promuovere la salute attraverso una serie di fattori che hanno sia come oggetto di
azione il cittadino comune ma deve diventare anche un nostro partner attraverso un’advocasy
verso il mio paziente con l’obiettivo di mantenerlo sano. Non riuscire ad imprimere nel paziente
una giusta consapevolezza che lo stile di vita è un fattore importante porta ad un fallimento, non
soltanto dal punto di vista medico, ma anche nell’ambito statale in quanto se un soggetto muore
prima del suo ciclo di vita, era un soggetto ancora capace di lavorare e ciò comporta un
abbassamento del PIL.
Vi sono degli elementi, a costo zero, attraverso i quali si può intervenire direttamente potenziando
la salute di un soggetto:
 L’attività fisica, la quale abbassa la colesterolemia, abbassa la possibilità di avere un
infarto o un ictus, da maggiore compattezza e riduzione degli sbalzi pressori, dunque il
soggetto mantenendosi attivo non soffre di ipertensione. Inoltre, permette di mantenere
saldo l’apparato muscolo-scheletrico perché ad esempio nella donna in menopausa o
nell’uomo con un’età avanzata fare attività fisica rallenta l’osteoporosi con la diminuzione
del rischio di avare fratture che portano il sistema economico del nostro paese che copre
tutte le necessità a risparmiare del denaro per la riabilitazione o per la ricerca migliorando
dove è possibile la ricerca su quelle patologie dove poco ancora si può fare o è difficile
intervenire.
 La nutrizione, oggi si dice che “chi mangia bene si cura bene” perché la nutrizione non è
solo gola o avere la capacità di comprarsi ciò che si vuole da mangiare identificando
nell’alimento il proprio status symbol.
Il nostro paese è abituato ad associare nell’alimento una determinata classe sociale, da ciò
si deve capire il motivo per il quale noi abbiamo incominciato ad usare troppa carne in
quanto la carne rappresentava, nel paese contadino quale eravamo, una scalata sociale
avendo come contraccolpo tutta serie di patologie croniche che sono derivate dal
benessere.
La nutrizione deve essere osservata con quella che è la sua funzione biologica, inserire
elementi sostanzialmente utili al mantenimento corporeo ma anche saper scegliere e
fondere insieme i vari elementi senza eccedere nelle quantità, bisogna bilanciare la
mancanza di una effettiva attività fisica con una corretta alimentazione in termini di
proteine, carboidrati e grassi. Un assistente sociale non solo deve avere i presupposti e le
conoscenze giuridiche per seguire quelle persone ma deve avere una conoscenza di
psicologia, di pedagogia, di sociologia e di medicina, quel minimo che permettere di
intraprendere un’attività consapevole ma soprattutto oculata.
 La prevenzione

Cosa sono i determinati di salute? Sono tutti quei fattori che si possono sfruttare a mio piacimento
al fine di migliorare la salute di un soggetto.
I determinanti di salute possono essere non modificabili e modificabili. Tra i non modificabili,
riscontriamo:
 La genetica, se un soggetto ha una predisposizione genetica di una malattia, a meno che
non esiste la terapia genetica, non si può evitarla.
 Il sesso, se un soggetto affronta un’operazione per cambiare sesso, geneticamente rimane
sempre il sesso iniziale.
 L’età, la quale rappresenta un fattore di rischio per le malattie croniche, le quali iniziano a
manifestarsi con l’avanzare degli anni, ma allo stesso tempo vi sono persone che ricevono
una serie imput che gli permettono di raggiungere la propria età in maniera ottimale con
una lucidità mentale, questo rappresenta il risultato della sanità pubblica.

I modificabili sono distinti in quattro blocchi:


 Socioeconomici, suddiviso in:
- Povertà, sappiamo che nelle classi più disagiate (classe operaie, mono reddito, famiglie
numerose, in quartieri poco aperti all’aiuto) vi è una maggiore probabilità di trovare persone
malate, ad esempio l’Ilva, l’industria che nella Puglia ha creato un problema ambientale
andando ad interferire direttamente ed indirettamente sulla salute della popolazione, per
questa ragione vi è stata una valutazione epidemiologica dell’istituto superiore di sanità, il
quale afferma che il problema non è solo ambientale ma è anche economico in quanto le
persone con probabilità di morte sono tutte quelle persone che appartengono alla classe
sociale che subiscono una deprivazione economica (le classi sociali più povere), questo
perché lo stato cerca di dare i livelli d’assistenza gratuiti per tutta la popolazione, senza
distinzione di classe sociale, ma purtroppo non ci sono i fondi necessari e per questa
ragione alcuni tipi di attività sono ancora a carico del contribuente, quindi dove vi è una
famiglia problematica sotto questo punto di vita avrà anche una minore capacità di cura, di
prevenzione e di conseguenza si può vedere l’innalzamento dei tassi di nuovi malati.
- Occupazione, connessa alla povertà, se non si ha una occupazione, di conseguenza, non
si ha come sostenersi, portando in tal modo ad una esclusione sociale.
- Esclusione sociale, un fattore importante in quanto lo stato investe in sistemi di tenuta
della società, soprattutto per le fasce deboli (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza,
la cassa integrazione).

•Ambientali, suddiviso in:


- Aria, dove si ha un maggiore contributo ed inquinamento di ossidi di azoto e ossidi di zolfo
(anidridi fosforose) la pandemia si diffonde più velocemente.
- Acqua ed alimenti, la qualità dell’acqua, dunque la potabilizzazione delle acque, la qualità
degli alimenti, il quale subisce un controllo da parte della sanità pubblica che ci consente di
mangiare in totale sicurezza.
- Abitato
- Ambiente sociale e culturale, dove vi è una maggiore spesa o contributo economico sulla
crescita culturale di una società si ha un abbassamento dei casi di malattia in quanto si
rendono edotte le persone affinché si sappiano già districare nell’ambito della prevenzione.

Quindi, la qualità dell’ambiente che ci circonda direttamente ed indirettamente ci dà salute o ci dà


malattia.

•Stili di vita, suddiviso in:


- Alimentazione, la quale deve essere calibrata sul tipo di persona e sul tipo di vita che si
conduce, per cui la dieta deve essere fatta ad personam in quanto ognuno di noi ha un suo
sistema metabolico ed ognuno di noi ha una sua storia familiare, ad esempio se si ha un
soggetto che in famiglia hanno avuto una ipercolesterolemia bisogna considerare tale
rischio.
- Attività fisica, bisogna abolire la sedentarietà.
- Fumo, una sigaretta all’incirca inserisce nel nostro corpo 1200 diverse sostanze
cancerogene.
- Alcool
- Attività sessuale, bisogna avere un’attività sessuale sana dal punto di vista sanitario,
esistono tante malattie sessualmente trasmissibili (HIV, AIDS, il pidocchio del pube, la
sifilide), ma vi sono anche una serie di patologie virali che possono contribuire a produrre
una malattia trasmissibile al proprio partner ma che riesce anche a danneggiare altri organi
del nostro corpo (la sifilide, la quale è nota in quanto si dice che porta alla pazzia).
- Farmaci, veniamo da una società civile abbastanza ricca, la quale eccede al farmaco con
facilità. La comunicazione sanitaria va calibrata, va conosciuta ma va anche praticata nelle
migliori condizioni.

•Accesso ai servizi, il quale al Nord è molto più semplice dovuto ad una maggiore contribuzione
statale verso:
- Istruzione
- Tipo di sistema sanitario
- Servizi sociali
- Trasporti
- Attività ricreative, in Italia non vi sono città moderne e quindi non è stato mai considerato
L’Urban Health a differenza degli Stati Uniti dove si può incontrare uno spazio verde di due
ettari in ogni quartiere. Tale differenza la si può anche riscontrare tra i paesi del nord e i paesi
del meridione in quanto nei paesi del nord si consente di portare i bambini al parco con
maggiore sicurezza. Non c’è popolazione che sei evolve, se non si evolve il suo sistema
sanitario.

I fattori sociali sono legati all’ambiente sociale che include:


- Urbanizzazione, il grado e il tipo di urbanizzazione
- Industrializzazione, vale a dire la capacità di trovare lavoro
- Economia generale ed individuale
- Istruzione e il tempo libero
- Servizi pubblici (sociali, sanitari che consentono di vivere in una società con sicurezza)

Ma vi sono anche dei fattori lavorativi, i quali sono connessi al tipo ed all’intensità di attività
lavorativa svolta ed alla presenza di fattori di rischio e/o danno ad essa legati. Di fatti, quando
parliamo di medico competente o medicina del lavoro, questa è stata una delle attività che ha
consentito una maggiore prevenzione di sanità pubblica, in quando si va a tutelare il lavoratore in
base al tipo di lavoro che svolge per ridurre la sua probabilità di ammalarsi, ad esempio nelle
scuole o nelle aziende quando una donna rimane incinta se svolge una funzione che non è
salutare o sicura per una gravidanza il medico competente afferma che bisogna cambiare funzione
fin quando è in gravidanza al fine di garantire una corretta prevenzione.
Il danno può essere prodotto da fattori chimici, fisici, biologici, ma anche organizzativi e
manageriali, ad essi può colpire anche solo il lato psicologico.

Come si misura lo stato di salute di una popolazione? Ciò è legato all’igiene e all’epidemiologia, in
quanto si cerca di misurare lo stato di salute di una popolazione al fine di studiare attraverso la
ricerca sanitaria quali potrebbero essere i fattori di rischio o le cause che portano ad una specifica
malattia, per esempio per il covid si è capito che si trattasse di un virus e per questa regione si
sono messi in atto tutte quelle attività che permettono un controllo di gestione di un virus, a
differenza della tubercolosi, la quale è una malattia batterica e dunque ha delle caratteristiche
diverse, ma se si pensa all’obesità, la quale ha una serie di fattori di rischio che però si possono
studiare per eliminare quelle condizioni che potrebbero portare un soggetto a divenire obeso. Su
uno studio fatto sul tumore alla tiroide si è notato come con l’avanzare dell’età, a partire dai 56
anni, si inizia a consumare più zucchero, il quale non è solo un elemento che può portare peso o
iperglicemia ma porta anche degli squilibri ormonali, quindi è normale che si possono trovare più
diabetici nei soggetti con il tumore alla tiroide.

Lo studio di particolari popolazioni seguite per capire come evolve la malattia o da quali elementi
potrebbe derivare ci consente non solo di bloccare i nuovi casi di malattia ma di mettere in atto il
nostro elemento principale vale a dire tutti gli elementi di prevenzione.

Per misurare lo stato di salute di una popolazione si usa la metodologia epidemiologica, il quale è
composto da vari tassi al fine di controllare una misura ben specifica.
La metodologia epidemiologica è una metodologia scientifica applicata sulle persone, per cui
rientrano la statistica, la bio statistica e l’approccio terapeutico (cos’è la clinica? E cos’è evidence
based medicine?). Oggi sappiamo che per ogni tipologia di patologia esiste una terapia che deve
seguire dei protocolli.

La metodologia epidemiologica risponde ad alcune domande, tra cui:


- Qual è la frequenza delle malattie di una popolazione? È rara, è presente, è costante?
- Qual è stata la fonte di infezione di una malattia infettiva in caso di epidemia? Per esempio,
per il covid non si è ben capito da dove è partito, se è una zoonosi o se è partita
direttamente dall’uomo. La zoonosi comporta l’abbattimento degli animali, per esempio
quando vi è stata l’epidemia della mucca pazza. Mentre, per quanto riguarda l’uomo si
applica il protocollo di isolamento al fine di calmare la diffusione del contagio.
- Qual è l’efficacia degli interventi sanitari? Una volta messi in atto protocolli sanitari di
qualsiasi tipo (preventivi, clinici, terapeutici) bisogna capire se sono efficaci, specialmente
se sperimentali, per migliorarli dove è possibile o sospenderli se è necessario.

Per una corretta efficacia, bisogna avere degli indicatori che permettono di misurare il misurabile
ovvero il misurando. Esistono sia degli indicatori diretti che danno immediatezza della contezza
della situazione in cui si vive, o indiretti in cui si arriva trasversalmente, vale a dire attraverso vie
alternative ma che forniscono ugualmente una conoscenza importante.
Gli indicatori diretti sono:
 Demografici, suddivisi in:
- Mortalità
- Natalità
- Fecondità
- Immigrazione
- Speranza di vita
- Durata media della vita
- Piramide dell’età
- Indice di vecchiaia e rapporto di dipendenza

Un tasso di mortalità elevato o un basso tasso di natalità nella popolazione comportano delle
problematiche e per questa ragione da due anni vi è l’allerta di un basso tasso di natalità in quanto
così non si riesce a dare una possibilità alla popolazione di ringiovanire vale a dire di sostenere le
persone anziane del domani.

La fecondità, nella quale rientra la deprivazione economica in quanto vi è collegato anche il livello
culturale e sociale, ma mediamente oggi il primo figlio si fa intorno ai 42 anni perché la donna si è
emancipata e quindi come l’uomo tende a posticipare quanto è più possibile la gravidanza per
poter cercare di avere una posizione stabile, però questo prolungamento sta portando a nuclei
familiari con un solo figlio e in alcuni casi senza figli.

L’immigrazione che è arrivata da una mentalità rurale ha portato un piccolo ringiovanimento della
popolazione proprio perché il tasso di natalità più alto.

•Sanitari, suddivisi in:


- Mortalità per cause, vale a dire quando è vi è una distinzione dei tassi di mortalità (per
tumore, per malattie cardiovascolari, per incidente, per diabete)
- Morbosità, vale a dire la probabilità di ammalarsi
- Anni perduti di vita potenziale, quando una persona muore in giovane età ciò comporta non
solo problemi sociali ma anche economici in quanto non può più produrre per il suo paese
(gettito fiscale).
- Limitazioni funzionali e/o organiche, per esempio le disabilità, le invalidità permanenti e la
morbilità, vale a dire il numero di giorni persi di lavoro a causa di malattie, la quale è stata
un driver di conoscenza delle patologie perché molti fattori di rischio sono stati identificati e
osservati in una popolazione che era molto più omogenea vale a dire molto più simile, ad
esempio il mesotelioma pleurico è stato individuato nei lavoratori dell’amianto, quindi è
stato riconosciuto nell’amianto l’elemento ambientale e lavoratori che porta ad uno dei
cancri più pericolosi a livello polmonare in quanto non è operabile e non è prevenibile.
- Invalidità permanente
- Morbilità

Gli indicatori indiretti sono:


• Socioeconomici, suddivisi in:
- Disponibilità di beni essenziali (acqua potabile; abitazione adeguata, le quali possono
rappresentare un fattore di rischio per contrarre una malattia)
- Occupazione-disoccupazione
- Livello di scolarizzazione

• Sociosanitari
- Diffusione di fattori di rischio di tipo comportamentale (abitudini alimentari inadeguate; uso
di sostanze voluttuarie)
- Alterazioni genetiche, per esempio se si considera l’anemia mediterranea è una malattia
genetica ed endemica per il territorio italiano, soprattutto per il meridione, questo tipo di
alterazione già da un’indicazione che c’è un tasso di malattia costante e quindi
indirettamente dai dati sociosanitari di disabilità si risale alla condizione di salute della
popolazione
- Degrado e/o contaminazione ambientale
- Frequenza di utilizzazione delle strutture assistenziali sociosanitarie

La mortalità in Italia ha subito varie alterazioni. Nel 1861, piena era industriale, su 1000 persone 30
morivano costantemente, ma se ci spostiamo nel dopoguerra notiamo che vi è stato un drastico
abbassamento dovuto alla penicillina, così è iniziato il processo attraverso il quale si è cercato di
indagare quali potessero essere alcune malattie e soprattutto come era possibile prevenirle. Se
notiamo l’arco di tempo che va dal 1951 al 1991 è rimasto pressoché costante, questo perché è
entrato in gioco la vaccinazione per la difterite e la vaccinazione per altre patologie che erano
come la poliomielite vale a dire mortali e disabilitanti. Dal 1991 si è inserita l’ecografia, la quale ha
permesso di diminuire le morti neonatali, in quanto è uno strumento preventivo e terapeutico che
ha consentito di osservare in anticipo il possibile problema e quindi di intervenire prima che il
soggetto nascesse affinché si evitasse una situazione di rischio, di fatti notiamo che la mortalità
infantile con la sanità pubblica come è crollata e questo si deve alla bontà dei trattamenti ed ai
progressi della sanità pubblica che si sono svolti nel tempo.

Inoltre, possiamo parlare della speranza di vita alla nascita negli uomini e nelle donne. Se un
bambino o una bambina nascono, vi sono le certezze che la femmina a 43 anni è ancora sana,
mentre il maschio a 42, già possiamo vedere come è presente uno scostamento di un anno, ma se
la vita continua, di fatti noi oggi sappiamo che abbiamo una vita media di circa 83 anni in base se
si è maschi o femmina, notiamo come nel 2003 la donna aveva raggiunto gli 83, mentre 77 gli
uomini. Ciò viene confermato dal INPS in quanto si può notare come le reversibilità sono tutte
femminili, vale a dire vanno alla moglie, di fatti vi sono più vedove.

Se ci proiettiamo nel futuro, in Italia, nel 2040, siamo al sesto posto nella classifica mondiale dal
rapporto Health at a Glance: Europe 2018 elaborato dall’OCSE è emerso che l’aspettativa di vita in
Italia continua a essere la seconda più alta tra tutti i paesi dell’Unione europea, questo grazie
anche al livello climatico, subito dopo la Spagna.

L’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto gli 83,4 (81 anni gli uomini, 85,6 le donne) nel 2016, quasi
due anni e mezzo in più rispetto alla media europea (81 anni).
Sono nel 2015 si è registrato un rallentamento dell’aspettativa di vita in Italia, diminuita sia tra gli
uomini che le donne per poi risalire l’anno successivo: la riduzione sarebbe da imputarsi, almeno in
parte, all’accesso di mortalità nei mesi invernali, specialmente nelle persone anziane, legato a
influenza e a un aumento di malattie cardiovascolari, le quali hanno una frequenza collegata al
clima.

LEZIONE 2
Mortalità in Italia:
Vi è stato un abbassamento della curva della mortalità anche per ciò che riguarda la mortalità
infantile. Ricordiamo che con l’accesso alla penicillina, e come abbiamo intuito quali potevano
essere le malattie e come prevenirle, la vaccinazione ad esempio.
La mortalità infantile è crollata col tempo, questi sono dati demografici DIRETTI come osservato in
precedenza.

ASPETTATIVA DI VITA NEL 2040:


L’Italia è al sesto posto della classifica mondiale.
L’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto 81 anni per uomini e 85,6 per le donne, quasi 2 anni in più
rispetto alla media europea.
Solo nel 2015 si è registrato un rallentamento dell’aspettativa di vita in Italia, diminuita sia tra gli
uomini che tra le donne, determinata da un’influenza che ha toccato le persone anziane e con
problemi cardiovascolari.

La speranza di vita in Italia è alta, quindi probabilmente la qualità della vita è migliorata, abbiamo
pure una forte presenza di ultracentenari col genere femminile in maggioranza, tra il 2009 e il 2019
tra 125 persone ultracentenarie uno studio rivela come questi soggetti erano in maggioranza di
genere femminile.
Tra il 1976 e il 2016 l’età media è di 80 anni. Pure la probabilità di morire nel primo anno di vita si
riduce drasticamente di sette volte perché erano le femmine più a morire in tenera età?
Perché i figli maschi erano preferiti alle femmine molto tempo fa. L’Italia e la Francia detengono il
record europeo di ultracentenari.

Un problema fondamentale fu quello dello WELFARE perché vi è un abbassamento della natalità e


questo implica anche un problema a livello politico per una nazione.
Nelle regioni del nord a differenza del sud c’è maggiore qualità di vita ricordiamo che il primato va
al Friuli-Venezia Giulia e dopo solo al terzo posto troveremo la Puglia quindi in meridione e altre
zone del sud, non stiamo messi malissimo…
In teoria si vive più a lungo secondo al luogo di residenza ma anche ciò che concerne il livello di
istruzione, al sud si ha una speranza di vita più bassa su questo punto di vista, perché?
Perché se si raggiunge la laurea, ad esempio, è più facile trovare lavoro e si hanno anche più
conoscenze. Queste disuguaglianze tra nord e sud sono acuite dalle difficoltà di accesso ai servizi
a sua volta dovuti a fattori economici. Pure l’essere single, disoccupato può produrre maggiori
possibilità di ammalarsi e conseguente riduzione della speranza di vita.

Nella dinamica di INVECCHIAMENTO l’Italia sta al primo posto, oggi intorno al 32%, la Francia
segue. In altri posti invece come in NIGERIA c’è stato sempre un basso tasso ma ad oggi lo
vediamo in rialzo perché oggi si muore più tardi anche in quei posti (oggi l’indice sta intorno al 9-
10%)
Anche per ciò che riguarda la nascita il GIAPPONE tiene il primato mentre invece l’ITALIA AL
TERZO POSTO PER ACQUISIZIONE DI ATTESA DI VITA.

LA PIRAMIDE D’ETA’:
è un diagramma dove vengono riportate le classi d’età in cui è distribuita una popolazione, in
ascissa troviamo la percentuale o il numero di soggetti appartenenti a ciascuna classe suddivisi
per sesso, maschio e femmine.
La piramide d’età prende forma più larga e rettangolare se la speranza di vita è più alta, al
contrario assumerà una forma piramidale – vedi grafico slides seconda lezione.
Bisogna allora incentivare a fare figli. Gli immigrati assumendo gli stili di vita italiani come gli italiani
non fanno figli.

L’EPIDEMIOLOGIA:
studia la distribuzione delle cause che determinano una malattia. Nel 1900 la morte era dovuta a
problemi all’apparato respiratorio o digerente maggiormente in ITALIA e la mortalità era alta per
bambini e giovani, andando avanti le malattie vengono sostituite da tumori e malattie
cardiovascolari, c’è stata quindi una variazione, scivolamento da infettivo a cronico degenerativo.

Come abbiamo sconfitto le malattie infettive?


- Miglioramento condizioni nutrizionali
- Incremento delle difese immunitarie
- Migliori condizioni ambientali – ricorda bonifica paludi per la malaria
- Miglioramento delle condizioni di vita
- Disponibilità dei farmaci
- Tutto questo porterà ad un migliore BENESSERE.
-
LE CARATTERISTICHE epidemiologiche differenziali tra patologie infettive e cronico
degenerative.

La malattia infettiva è acuta se si sviluppa con tutta la sua violenza,


le malattie non infettive invece sono dette croniche perché hanno un andamento progressivo.
Evitare di bere, fumare e fare attività fisica lo si deve fare da giovani perché se inizio da grande il
danno già è conclamato.

I fattori causali sono specifici per le malattie infettive e sono necessari perché c’è bisogno di un
agente patogene, l’agente axiologico con un rapporto 1:1 tra microorganismo patogeno e malattia
specifica che viene prodotta…si interverrà allora con la prevenzione.

Nelle malattie croniche non ci sono fattori correlati ad una malattia cronica ma sono molti fattori
che insieme lavorano spostando la probabilità di ammalarsi verso quella numericamente positiva,
sono molteplici rischi allora che portano alla probabilità di ammalarsi.
Magari c’è chi muore di infarto senza mai aver avuto niente, beh li gioca la genetica… bisogna
sempre agire preventivamente, bisogna anticipare tutto anagraficamente, anche per familiarità.

La LATENZA è il momento in cui la malattia si sta organizzando ma non ha ancora presentato i


sintomi. Nelle malattie infettive è più breve, parliamo di giorni o settimane.
Per le croniche a differenza è più lungo, si parla di anni o decenni. Nel periodo di latenza di
interviene per evitare la malattia.

Per ciò che concerne l’ESORDIO invece, per le malattie infettive è clamoroso, mentre per le
croniche è spesso subdolo e lento...

Il DECORSO invece è rapido per le malattie infettive (o guarisci o muori), per le malattie croniche è
molto lento e si aggrava sempre di più.

L’ESITO per le infettive è la guarigione o la letalità mentre invece per le croniche parliamo di un
progressivo peggioramento.

Ci sono degli effetti di miglioramento dovuti alle terapie per le malattie infettive, i farmaci ad
esempio abbreviano il decorso e diminuiscono la prevalenza. Per le malattie croniche allungano il
decorso e aumentano la prevalenza.

Cosa è la PREVALENZA E INCIDENZA?

- INCIDENZA: NUMERO DI NUOVI MALATI REGISTRATI PER UN CERTO PERIODO DI


TEMPO PER UNA DETERMINATA MALATTIA (conteggio ANNUALE O MENSILE).
NELLA MALATTIA INFETTIVA LA CURVA AUMENTA ESPONENZIALMENTE perché IL VIRUS
CONTAGIA.
NEL CRONICO CI SONO ALTI TASSI DI INCIDENZA PERCHE LA POPOLAZIONE È ANZIANA e
il processo sarà più lento.
Si punta nel vaccino per evitare il picco ed il contagio.

- PREVALENZA: è il numero dei malati che rimangono tali, FRATTO, tutti i malati di quella
malattia.
Se guariscono 50 su 1000 la prevalenza è alta, muoiono più persone no?
Se ne guariscono 800 su 1000 la prevalenza è bassa.

Negli studi epidemiologici si devono cercare le cause per eliminare gli effetti e far sì che la
popolazione non incorra in quella malattia da evitare.
Chi ha avuto l’epatite, ad esempio, ha possibilità di sviluppare il cancro al fegato, non parliamo di
malattia cronica però perché? – perché ha una radice infettiva, come il papilloma virus che può
portare al tumore nei maschi.
Una patologia cronica, quindi, può avere una causa come un virus prima…
Il tumore per l’esposizione all’amianto è dovuto ad una causa di esposizione ad una sostanza.
L’HIV non è tipica come malattia infettiva, l’andamento è tipico di malattie croniche.

La metodologia epidemiologica usa studi per vedere se una terapia funziona per quella patologia,
oppure si usa per identificare le cause o i fattori di rischio per una malattia. Si fanno allora degli
studi trasversali come ad es. andare a prendere tutti i malati di trombosi e studiarli per vedere se
hanno concentrazione di metalli ematici.

Gli STUDI DI CORTE invece sono studi epidemiologici per eccellenza, durano dai 15 ai 25 anni e
seguono la popolazione nel tempo per vedere come la malattia si evolve nelle persone, sono studi
costosi, immagina di selezionare 500.000 persone e seguirli… quelle che muoiono o hanno
problemi devono essere sostituiti perché lo studio è costante. Si fanno interviste domande ecc.…
alle persone.

Ci sono anche studi CASO-CONTROLLO, caso chi ha la malattia, il controllo invece chi non la
tiene. ad esempio:
caso fumatore e non fumatore si studia ad esempio l’incidenza di casi di tumori al polmone tra i
due…

IL CAMPIONAMENTO è importante perché deve essere rappresentativo, può essere sistematico,


stratificato e a grappolo, per una popolazione.

La medicina preventiva si occupa di mantenere sana la popolazione e abbiamo tre tipi di interventi:
prevenzione primaria: sul soggetto sano.
Quella secondaria: è quella che mi consente di scovare un malato quando è asintomatico, è
un’attività di screening e diagnosi precoce.
La terziaria: si applica sul malato serve a rallentare la malattia per garantire una migliore qualità
della vita per quel che resta.

LEZIONE 3
Cos’è la prevenzione?
La prevenzione è l’insieme di mezzi intesi come atti finalizzati ad eradicare o eliminare le malattie e
le disabilità o a minimizzare il loro impatto.
Eradicare vuol dire eliminare completamente la malattia e ad oggi l’unica malattia che ha subito
tale processo è il vaiolo, eradicata ad esempio attraverso le vaccinazioni. L'eradicazione ha
successo nel momento in cui per un certo numero di anni, di norma tre anni, non si presenza un
caso della suddetta malattia, quindi non c’è stata un’indicazione di incidenza della malattia di un
solo caso su scala mondiale.
L'OMS, organizzazione mondiale della sanità, attualmente sta lavorando al tentativo di eradicare
un’altra malattia, il morbillo, che può provocare tra gli altri aspetti problematici anche disabilità
permanenti in alcuni soggetti. Questo perché il morbillo, come altre malattie esantematiche, cioè
malattie che solitamente si manifestano nell’infanzia come la rosalia o la varicella tra le altre, può
portare ad una serie di patologie particolarmente gravi tra cui la pericardite o l’encefalite e far
sviluppare ai bambini delle invalidità importanti.
Il concetto di prevenzione è poi articolato in livelli che definiscono una prevenzione
convenzionalmente chiamata primaria, secondaria e terziaria.

La prevenzione primaria si applica su un soggetto sano, quindi si pone l’obiettivo di potenziare il


benessere ed impedire l’insorgenza delle malattie.
Comprende tutti gli interventi rivolti all’ambiente e all’individuo sano o comunque non malato di cui
si propone di potenziare ed accrescere lo stato di benessere, di eliminare o ridurre la presenza di
fattori nocivi, di riparare eventuali danni da essi instaurati per evitare l’insorgenza della malattia.
In questo caso si può presentare una malattia infettiva, dovuta ad un attore patogeno, che può
essere eliminato attraverso l’immunoterapia, quindi attraverso la vaccinazione, o una malattia
cronico-degenerativa, come malattie oncologiche, cardiopatiche o diabetiche. Si può in
quest’ultimo caso avviare una soluzione attraverso ad esempio l’educazione alla vita,
promuovendo quindi nella popolazione stili di vita sani.

La prevenzione secondaria si applica su un soggetto sano ma entrato nella fascia di rischio


attraverso uno screening, che può aiutare ad individuare elementi clinici, i quali ci aiutano a
comprende come la malattia possa manifestarsi anche in forma asintomatica e di conseguenza
aiutare a recuperare il soggetto. Consiste quindi nella diagnosi precoce della malattia nella sua
fase preclinica e/o asintomatica con il fine non di evitare l’insorgenza, bensì di ottenere la
guarigione o comunque migliorarne la prognosi mediante un appropriato trattamento terapeutico.
Si basa sulla rilevazione, selezione e sorveglianza dei segni precursori e preliminari o stadi iniziali
delle malattie in popolazione a rischio o ad alto rischio, avvalendosi come già detto delle tecniche
di screening.

La prevenzione terziaria si applica su un soggetto con l’intenzione di estinguere o minimizzare i


sintomi di una patologia. È la prevenzione del deterioramento, delle ricadute, dell’handicap e della
dipendenza e mira ad evitare possibili conseguenze indesiderabili della malattia, quindi
cronicizzazione o invalidità. Essenzialmente si basa sulla riabilitazione fisica e psichica e sul
reinserimento sociale del soggetto in questione. Qui interviene la Sanità Pubblica, ad esempio
attraverso il miglioramento delle condizioni igieniche, il miglioramento nel trattamento e
conservazione degli alimenti, il miglioramento nel trattamento e gestione dell’acqua e dei reflui o la
campagna di vaccinazione. Si punta in conclusione al miglioramento della qualità della vita, grazie
anche alla terapia del dolore nei soggetti, ad esempio, affetti da tumore allo stadio terminale e ai
quali vengono somministrati oppioidi al fine di garantire un trattamento più umano durante la loro
fase terminale di vita, aspetto che fino al 2010 vedeva un limite giornaliero al dosaggio di oppioidi
da poter somministrare al paziente affetto da dolori lancinanti. Ma la terapia del dolore viene
utilizzata anche per il parto; in passato difatti chi partoriva poteva scegliere una terapia
antidolorifica, tuttavia, a pagamento perché non considerato un diritto. Oggi invece tale terapia è
totalmente gratuita e il parto viene vissuto dalla donna in modo totalmente differente rispetto al
passato.

DIFFERENZA TRA PREVENZIONE PER UNA MALATTIA INFETTIVA E UNA MALATTIA


CRONICO-DEGENERATIVA
Ma come si può prevenire la diffusione dell’elemento patogeno di una malattia infettiva?
Si può apportare un’attività di disinfezione e disinfestazione dell’ambiente, ad esempio quando si
disinfetta la superfice di un tavolo si sta compiendo un’attività di eliminazione e radicazione
dell’elemento principe che può portare la malattia infettiva. Posso quindi lavorare sull’ambiente, ma
posso anche lavorare sulla fortificazione del mio sistema immunitario, addestrandolo a riconoscere
in tempo l’elemento patogeno e contrastarlo prima che possa far produrre la malattia su un dato
soggetto. Questa fortificazione del sistema immunitario può essere raggiunta attraverso la
vaccinazione, detta anche immunoterapia.
In generale l’informazione aiuta affinché si possano tenere i soggetti lontani da eventuali fattori che
possono costituire un rischio. Verso gli anni 80 infatti vi era una pubblicità, durante il periodo
dell’epidemia di HIV, in cui si ribadiva il concetto secondo il quale “se io conosco il virus, lo evito”.
Questo può essere applicato come in questo caso per malattie infettive, ma anche e soprattutto
per le patologie cronico-degenerative, perché queste ultime sono difficili in un primo momento da
evidenziare, a meno che non si faccia uno screening.
Per cui se si ha piena consapevolezza di quali siano le possibili conseguenze dell’esposizione ai
fattori di rischio come il fumo, l’alcool, le droghe e le sostanze dopanti o l’eccesso di farmaci, ma
ancora l’ambiente inquinato, l’acqua di non buona qualità, un’alimentazione scorretta, ci si può
tutelare dalla possibilità di poter sviluppare malattie al livello coronarico, diabetico, disabilitante di
ordine e di natura degenerativa.
DIFFERENZA TRA INFEZIONE E MALATTIA INFETTIVA
Per infezione si intende la penetrazione di un microrganismo all’interno di un individuo senza
causare malattia.

Per malattia infettiva si intende invece la penetrazione di un microrganismo all’interno di individuo


che causa una malattia. La guarigione dell’individuo si verificherà quando le difese immunitarie e/o
la corretta terapia farmacologica impediranno al microrganismo di sopravvivere e riprodursi.
L’opera di contrasto che può essere apportato ad esempio dal sistema immunitario può garantire
un arresto della crescita numerica del microrganismo. Sappiamo difatti che la malattia infettiva
scaturisce da un aumento, un’impennata del numero dei microrganismi all’interno del soggetto,
detto ospite, quindi tutti noi in sostanza potremmo avere un microrganismo, ma se il nostro sistema
immunitario fosse forte abbastanza da mantenerlo bloccato nella sua crescita numerica, non
svilupperemmo la malattia. Proprio in questo si trova e si osserva la differenza tra soggetto
asintomatico da soggetto sintomatico.
Il soggetto asintomatico gode di un sistema immunitario considerato plastico, dovuto alla capacità
di adattare la nostra risposta anticorpale derivante da due fattori: la giovane età e un allenamento
del sistema immunitario attraverso le vaccinazioni.

In qualunque comunità che sia casa, scuola, ospedale e via discorrendo, il pericolo principale è
dato dalla trasmissione da persona infetta, quindi fonte di infezione, a persona sana, quindi
oggetto di infezione, oggetto dell’infezione dell’attore patogeno, perché l’attore patogeno per
essere tale dev’essere un parassita avente due caratteristiche: essere molto piccolo ma soprattutto
essere veloce nella sua elevata crescita numerica.
Questo aspetto vale per gli attori patogeni che non vediamo, come virus o batteri detti endogeni,
cioè che si sviluppano generalmente all’interno del corpo umano.
Perché hanno questa necessità di crescere numericamente?
È dovuto al fatto che non hanno la capacità di procacciarsi il cibo da soli, per cui necessitano di un
ospite, aumentando di numero al suo interno e consentendo a quelli che riescono ad uscire poi da
quel soggetto a perpetrare la specie in un soggetto in precedenza sano.

MICRORGANISMI
I microrganismi sono esseri viventi formati da una sola cellula e visibili solo al microscopio. Ne
esistono di vari tipi e i principali sono:

Virus: molto piccoli, visibili solo al microscopio elettronico. Non hanno capacità di vita propria
(sono infatti endocellulari obbligati) e, pertanto, per la loro sopravvivenza e riproduzione devono
obbligatoriamente colonizzare una cellula. Per tale motivo l’infezione virale avviene per contatto
molto ravvicinato.

Batteri: più “grandi” dei virus e, infatti, possono essere visti al microscopio ottico. Sono organismi
capaci di vita propria e la sopravvivenza all’interno dell’organismo colonizzato o infettato è
indipendente dalla “struttura cellula”.

Miceti (o funghi): ancora più grandi e con una struttura più articolata dei batteri, che li rende di
difficile eradicazione.

Esistono alcune altre categorie di microrganismi (rickettsie, clamidie, ecc.) ma virus e batteri sono
responsabili della maggior parte delle malattie infettive che interessano l’uomo.
Alcuni microrganismi possono aggredire nello specifico diverse specie di animali, altri invece sono
in grado di colpire solo certe specie o addirittura una sola.

Il prione, ad esempio, è una proteina malata che sviluppa la mucca pazza. Gli animali che erano
alimentati con farine a base di prodotti di origine zootecnica avevano preso le mucche carnivore,
sviluppando una proteina patogena che ricorreva attraverso l’alimentazione dell’animale e che
portava a questo punto la possibilità nell’uomo di produrre una patologia cerebrale spongiforme,
una volta cibatosi di carne contaminata, sviluppando anche nel soggetto umano la pazzia. Ad
esempio, è risaputo che nelle tribù indigene dove viene praticato il cannibalismo vi sia una
maggiore possibilità di sviluppare patologie psichiatriche.

OSPITE
È l’individuo suscettibile di contrarre l’infezione. La resistenza di ciascun individuo dipende da
molteplici fattori legati al suo stato di salute e all’efficienza del suo sistema immunitario.
Sono particolarmente suscettibili alle infezioni gli anziani, come si è potuto osservare attraverso la
pandemia da coronavirus, ed i bambini molto piccoli, come i neonati, questo è il motivo per cui i
neonati vengono vaccinati entro il terzo mese di vita: alcune patologie tipiche del neonato possono
essere la difterite, la polmonite, l’encefalite o lo pneumococco. Ulteriori fattori aggravanti sono la
malnutrizione, la presenza di stati patologici, l’assunzione di farmaci che riducono difese
immunitarie, ecc.

DEFINIZIONE DI RISCHIO
Il rischio è qualsiasi elemento che causa il rischio di sviluppare una patologia, ad esempio, il fumo
di una sigaretta che fa inalare sostanze cancerogene. Il rischio lo si deve individuare, cioè il risk
assessment, lo si deve valutare e gestire perché se c’è un rischio bisogna cercare di minimizzare
il più possibile affinché si possa proteggere la popolazione. Risk identification, risk assessment,
risk management, che sono le tre grandi e tematiche tipiche non solo dell’igienista ma anche
dell’epidemiologo ma che ricadono su tutte le discipline mediche che individuano un problema nel
momento in cui identifica un fattore di rischio, un nuovo parassita, affinché si possano stimare gli
effetti, questo è definito risk assessment. E, infine posso mettere in atto tutte quelle misure di
cautela rimozione o mitigazione degli effetti con il risk management. Il rischio può essere definito
come assoluto, relativo, attribuibile, attribuibile alla popolazione.

Rischio assoluto = Incidenza fra gli esposti ad un fattore


R As = EM/E EM= esposti malati E= esposti

Rischio relativo = Incidenza fra gli esposti

Incidenza fra i non esposti


RR = EM/E
NEM/NE

Rischio attribuibile = Incidenza fra gli esposti – incidenza fra i non esposti
RA = (EM/E) – (NEM/NE)

Rischio attribuibile di popolazione = Incidenza totale – Incidenza fra i non esposti


Oppure Rischio attribuibile x Prevalenza fattore di rischio
RAP = RA x P = IT - INE

Le malattie possono essere suddivise in base alle loro caratteristiche: decrescenti ad esempio
ridotte nel tempo come il tifo; stazionarie, ossia quelle che restano costanti nel tempo come
l’influenza o l’epatite A derivata da alimenti contaminati; malattie recrudescenti, ossia quelle che
nel tempo nonostante i controlli si innalzano, ad esempio la tubercolosi. In esse un’incidenza è
l’uso sconsiderato dei farmaci e in particolar modo dell’antibiotico resistenza come ad esempio la
tubercolosi. Le malattie cicliche che sono a sua volta suddivise in: cicli stagionali, ad esempio
influenza, malattie esantematiche e il tifo, cicli poliennali, ad esempio malattie esantematiche e
pertosse, cicli secolari, ad esempio influenza e colera. L’ospite non è sempre e solo l’uomo, ma
può essere anche l’animale specialmente attaccati da piattole, pidocchi o verruche cutanee.

LEZIONE 4
Riepilogo delle precedenti lezioni:
Avevamo cominciato a discutere dell’epidemiologia delle malattie infettive, questo tipo di patologie
che possono avere una serie di cause in particolare si chiamano microrganismi che di
conseguenza possono interagire con un ospite, colui che è suscettibile della scena parassitaria di
questo microrganismo. L’ospite deve avere delle caratteristiche che lo rendono idoneo alla
parassitoide.
Per cui ci sono dei microrganismi, ad esempio specializzati per alcune specie o ci sono dei
microrganismi che invece sono abbastanza trasversali a varie specie, ad esempio alle zoonosi
(patologie che vengono trasferite dall'animale malato all'uomo) ma solo in alcune condizioni; tra
quelle che sono le varie patologie infettive che si riguardano direttamente o indirettamente
attraverso la coabitazione o l'uso economico (quindi lavorativo) degli animali.
MICRORGANISMI, virus batteri miceti…PRIONE (aggiungereI prioni sono delle piccole proteine
che piuttosto che avere una funzione fisiologica, alterano la loro funzionalità in patogenicità
soprattutto per il sistema nervoso centrale, per cui il prione cioè questa piccola particella proteica
che se incontra una particella proteica sana la modifica facendola divenire a sua volta patogena; è
stata identificata la prima volta con la determinazione della ricerca alla causa della patologia (vai
nella lezione del 17 marzo)
DEFINIZIONE RISCHIO, (da aggiungere alla lezione 17 Marzo)  abbiamo individuato quali sono
i fattori di rischio, cioè cosa intendiamo per rischio, ovvero la qualsivoglia esposizione ad un fattore
negativo che può essere uno stato ambientale alterato, una cattiva gestione del proprio organismo
per esempio la malnutrizione, eseguire stili di vita non idoneo al mantenimento di salute, aggiunta
lavorativa particolarmente rischiosa per quello a cui viene al contatto il lavoratore e per quanto
tempo avviene il contatto.
Elementi Da aggiungere alla lezione 17 marzo  alla suddivisione delle patologie.
Malattie cicliche: suddivise in
-Cicli stagionali ovvero la patologia si presenta in base alle stagioni, per esempio le
influenze esantematiche (rosolia, morbillo varicella …) si presentano in inverno invece una
patologia come il tifo più facilmente si presenta in estate.
-Cicli Poliennali: malattie il cui tasso di incremento di incidenza raggiunge un apice molto più alto
in un certo anno, poi scende per 3-4 anni successivi e di nuovo risale; picco epidemico quindi è a
distanza di 3-4 anni, quindi ogni 4-5 anni si raggiunge un massimo di tassi di incidenza, mentre nei
periodi intermedi tra un picco epidemico e quello che avviene dopo 4 anni si ha sempre un numero
atteso che si mantiene costante nella popolazione, non sparisce, diminuisce e poi risale dopo un
tot.
ESEMPIO: Malattia esantematiche ha come elemento suscettibile dal punto di vista umano, il
bambino che ha un’età tra 3 e i 6 anni. Nel passato il vaccino non era obbligatorio. In quelle
condizioni in cui non c'era l'obbligo ovviamente una certa popolazione infantile si ammalava,
soprattutto il morbillo che era molto contagioso per es. Una volta che i bambini non vaccinati erano
già tutti colpiti, il virus non riusciva a trovare altri bambini di quell'età da colpire perché erano già
malati o vaccinati; quindi ha bisogno di 3-4 anni successivi per trovare una popolazione infantile
abbastanza ampia da poter colpire e permettere un epidemia perché naturalmente bisogna
attendere che altri bambini potevano dare vita alla trasmissione del contagio. Quindi poliennali
perché il picco epidemico è atteso in 4-5 anni.
-Cicli secolari: es dall’influenza spagnola sono passati 120 anni, il colera fu intorno gli anni ‘50 in
Campania, quindi queste manifestazioni così importanti di natura pandemica ha mediamente
un’alternanza di circa 150-200 anni e non di più perché se pensiamo alla peste che ha flagellato
l'Europa questa arrivava ogni 150-200 anni, il covid-19 sebbene sia un virus di raffreddore si è
manifestato all'incirca di 60 anni dall'ultima importante epidemia influenzale.
Parte “nuova” della lezione (finish 17 marzo):
Andiamo ad analizzare L'OSPITE:
L’ospite siede un ruolo importantissimo nella catena di contagio.
“Endoparassiti con una serie di ospiti in cui svolgono fasi diverse del ciclo vitale (slide).” Abbiamo
varie definizioni di ospite: l’ospite definitivo o terminale, l'ospite intermedio e l’ospite di trasporto.
Innanzitutto, specificare che l'endoparassita è quel parassita che sceglie un particolare ospite
all'interno del quale, può produrre una o più fasi vitali del parassita.
Per cui; l’ospite definitivo o terminale è quell'ospite, in cui il parassita compie la fase riproduttiva.
Ospite intermedio: quando un animale viene accidentalmente infestato da forme infettanti ma non
è lì che il parassita che si replica (cioè produce la riproduzione) si compie in questo ospite una fase
per la formazione di forme infettanti che si trasmettono all’ospite definitivo.
L’ospite di trasporto, ospite in cui l'infezione si esaurisce.
ESEMPI: pernia, particolare verme che produce delle cisti parecchio resistenti nel suolo per cui
l’animale come bovino, caprino, ovino che si nutrono di alimenti coltivati da terra e quindi è
contaminato da queste cisti produce al suo interno la crescita del verme, a sua volta questo verme
produce dei piccoli segmenti e vengono rilasciati nell’ano per riprodurre il ciclo di trasmissione. Per
cui esempio; Il verme si infissa nel muscolo del bovino per riprodurre la base formazione di quei
segmenti… ma se l'uomo mangia il muscolo del bovino (la carne) non cotta o nel caso in cui
l’animale non è ben allevato, con i criteri di igiene coerenti al mantenimento della salute pubblica, è
ovvio che qui si ha un salto di specie, quindi cosa succede? Il parassita va Nell'uomo, le cisti si
chiude e il verme ha dei particolari enzimi che si aggrappano all'intestino e comincia proprio
nell’intestino sano la forma riproduttiva, quindi ospite definitivo uomo (perché è qui che avviene la
riproduzione), intermedio anche nel caso in cui non avviene la forma riproduttiva è il bovino; ospite
definitivo è quindi colui che accoglie la fase vitale del parassita che può essere di vari tipi dove
avviene la fase produttiva.
Esempio 2: la malaria usa due specie per produrre la patologia la prima è la zanzara anopheles, in
particolare la femmina nelle cui ghiandole salivare si trova il protozoo della malaria, quando la
zanzara anopheles punge l'uomo attraverso la zona di penetrazione della cute, trasferisce tramite
la sua saliva un particolare enzima che non produce la coagulazione… Per cui in questo modo
l’anopheles che è infettata, infetta l'uomo ed è nell'uomo che si sviluppa la malaria; Quindi, ospite
di trasporto (intermedio) è l’uomo, donna avviene la riproduzione è nella zanzara femmina quindi
essa è l’ospite definitivo.
Esempio 3: Toxoplasmosi
Patologia che va prevenuta in gravidanza, motivo anche per il quale il ginecologo fa fare
costantemente delle analisi al sangue per verificare che il soggetto fosse negativo alla
Toxoplasmosi. L'ospite intermedio di questa patologia sono tutte le specie compreso l'uomo,
mentre l'ospite definitivo o terminale in cui il suo protozoo sviluppa la sua fase riproduttiva è il
felino, gatto. Questo è il motivo per cui una donna in gravidanza che ha un gatto oppure esce con
altri gatti nell'ambiente esterno, non disinfettati o non controllati deve usare i guanti o non dedicarsi
alla pulizia del gatto perché potrebbe, se il gatto fosse infettato contrarre infezione. La
toxoplasmosi di per se non è una patologia così grave perché si dimostra quasi come un
raffreddore tant'è che chi ha avuto la toxoplasmosi non ha neanche avuto la percezione dei sintomi
mentre nella donna in gravidanza questo parassita supera la barriera placentare e va a colonizzare
il sistema nervoso centrale del bambino; tanto è più precoce questa infezione nel corso della
gravidanza tanto più maggiori saranno i danni, si può andare incontro all'aborto o durante la
crescita degli organi, può riscontrare la sordità, cecità o ridotta capacità intellettiva, invece se
questa infezione viene contratta negli ultimi stadi della gravidanza, il danno sarà minore ma può
comunque causare sordità, cecità ecc…
PORTATORI:
I portatori sono quei soggetti che eliminano uno specifico agente patogeno in assenza di segni
clinici di malattia; i cosiddetti asintomatici che nonostante si ammalano, non hanno nessun
sintomo, hanno una grossa ripresa ma sono in grado di infettare gli altri senza avere la percezione.
Gli asintomatici possono essere portatori precoci, cioè soggetti che si trovano nel periodo di
incubazione di una malattia e che quindi possono diffondere in quel periodo l’agente patogeno
senza che ancora sia manifesta la patologia, quindi il cosiddetto periodo di latenza.
I portatori convalescenti (malati che continuano ad eliminare l’agente patogeno anche dopo la
guarigione clinica.) Ovvero i malati che continuano ad essere capaci di infettare gli altri, tipico delle
malattie esantematiche, hanno la caratteristica che dal momento in cui stanno guarendo i bambini
si creano tanti piccoli brufoletti nella pelle soprattutto nelle mani, tronco e viso ed è solo quando sta
guarendo che il virus sta cercando di uscire attraverso questi brufoletti, quindi in realtà la patologia
esantematiche ha la massima trasfusione nei portatori convalescenti.
Portatori cronici (malati che continuano al eliminare l’agente patogeno sempre) cioè coloro che
non guariscono, cronicizzano con la malattia, anche se infettiva es. HIV nonostante ci sia la
terapia quel soggetto è un portatore continuo di patologia quindi deve mettere in atto tutta una
serie di sistemi di precauzione per ridurre la possibilità che un altro soggetto sano possa essere
suscettibile della sua trasmissione.
I portatori sani ovvero coloro che si infettano ed eliminano l'agente patogeno senza sviluppare la
malattia (i cosiddetti asintomatici che noi abbiamo cominciato a conoscere con una maggiore
accuratezza la pandemia del covid).

LE PANDEMIE DEL VENTUNESIMO SECOLO


Le pandemie nel ventesimo secolo non sono state poche, solo che hanno avuto in alcuni casi una
collocazione più spostata nel continente asiatico e pertanto c’è stata una minore percezione, ma a
livello globale le pandemie sono state parecchie come nel 1918: la spagnola a causa del virus
H1N1, poi l’H2N2 nel 1957 di nuovo la H1N1 mutata nel ‘77 in Russia detta influenza russa. Nel
‘47 la pseudo pandemia ancora in Giappone e Corea di H1N1 e infine nel 1968 l'influenza di Hong
Kong con un ceppo AH3N2 queste sono tutte pandemie che hanno avuto come elemento
fondamentale il virus dell’influenza.

1918: La Spagnola (H1N1)

La spagnola ha colpito 1/3 della popolazione mondiale e in particolare a cavallo della Prima guerra
mondiale 1918-1919 fu particolarmente severa come malattia, addirittura con una letalità maggiore
del 2,5% e circa 50 milioni di decessi.
Ma parliamo di un periodo storico in cui la gran parte delle popolazioni non avevano una anagrafe
in realtà molti morti non sono mai stati conteggiati per cui si ipotizza che in realtà i 50 milioni di
decessi erano soltanto quelli stimati ovvero di cui ne abbiamo informazioni certe, ma si ipotizza
che al mondo siano morte 100 milioni di persone per la spagnola. Ovviamente i discendenti di
questo virus oggi circolano ancora, soprattutto nei maiali (e qui viene fuori e l'abbattimento che
hanno subito alcuni allevamenti di maiali in alcune zone asiatiche in seguito alla febbre suina
perché ci si spaventava che come in altri casi il virus potesse passare alla popolazione umana)
quindi negli anni 50 il nuovo ceppo H2N2 diede luogo, nel ‘57, all' influenza asiatica.
Dal 1995 a partire dal materiale autoptico conservato di questi soggetti furono isolati e sequenziati
frammenti di RNA virale della pandemia del 1918 siamo arrivati quindi a descrivere la sequenza
completa del virus e quella parziale di altri 4 ceppi, ma il virus del 1918 è probabilmente l'antenato
dei 4 ceppi umani e suini A/H1N1 A/H3N2 e A/H2N2 estinto. Ciò ci fa capire che il virus del 1918
era interamente nuovo e qui si può fare riferimento a quando un organismo è completamente
sconosciuto nel corso dei secoli non si è mai presentato, i sistemi umani, in particolare gli animali
che possono esserne suscettibili, non hanno a disposizione la memoria storica ovvero quella
memoria che gli consente di produrre l’anticorpo o cercare di contrastare questo organismo come
un pronto intervento. Quindi il numero di decessi è stato talmente elevato proprio perché era un
virus completamente sconosciuto alle generazioni che lo hanno vissuto, poi anche il tipo di curva
(quando si parla dei dati del covid si sente parlare della curva pandemica assume una certa forma)
che nel caso della mortalità per influenza, mediamente il tempo di della presentazione di una
pandemia rispetto a un'altra precedente di circa 150 anni e ha sempre avuto una forma a U con
mortalità più elevata tra i molto giovani e gli anziani, quindi: se si considera la scala anagrafica che
parte da zero e finisce per esempio a 90 anni io le grandi mortalità le ho avute tra i bambini piccoli
e gli anziani, quindi i due picchi superiori essendo sulla prima e ultima parte di questa scala
anagrafica mi produce una curva a U quindi diciamo erano soprattutto i bambini, i molto giovani e
gli anziani a perire di influenza spagnola, però la particolarità della spagnola del 1918 è che questa
curva ha assunto la forma a W cioè ha colpito principalmente tutte le fasce di età quindi ampliando
il numero di morti ma con in più un picco che se si trovava anche tra i 25 e i 44 anni quindi
abbiamo avuto tre picchi di mortalità in tre fasce di età cioè in realtà ha colpito tutta la popolazione.
Se voi pensate invece nel nostro caso del covid i bambini non ne hanno avuto (casi di mortalità)
ma soprattutto gli anziani, quindi diciamo non ha assunto una forma particolare, se dovesse
aumentare invece come si sta evidenziando la mortalità anche tra i 50-65 anni in questo caso
ovviamente la U si sposta a destra. I tassi di mortalità quindi per influenza e polmonite tra i 15 e 44
anni furono 20 volte maggiori di quelli degli anni precedenti e quindi quasi metà delle morti per la
spagnola furono i giovani adulti tra i 20 e 40 anni con un fenomeno unico nella storia conosciuta ad
oggi. Il 99% dei decessi furono a carico con persone di meno di 65 anni, cosa che non si è mai più
ripetuta né nel ‘57 e nemmeno nel ‘68 e quindi i dati demografici ci hanno permesso di capire qual
era. Quindi che la demografia ci dà un indicatore diretto sanitario e ci ha permesso di individuare
quella che era la fascia prevalentemente suscettibile all' azione deleteria di questo virus. Da
aggiungere  sulla spagnola non si è ancora oggi in grado di dire da dove è partito il virus, quindi
oggi noi non sappiamo se era un virus cioè era un virus simile a quelli dell'aviaria ma non
sappiamo quale uccello l'ha potuta portare, quando c'è stata l'influenza aviaria Hong Kong (quando
c'è stata la strage dei tacchini dei polli delle anatre) questo è stata una forma di prevenzione
primaria che si chiama abbattimento dell’animale ipoteticamente malato, tale per cui l'abbattimento
animale è una forma di prevenzione primaria perché serve a mantenere noi sani e continuare a
essere sani eliminando la causa l'ospite malato che potrebbe essere appunto un volatile ammalato
(1968: Influenza Hong Kong (H3N2)
-Come nel 1957, la nuova pandemia provenne dal Sud Est Asiatico mediante una grande epidemia
in Hong Kong.
-Nel 1968, come nel ’57 le comunicazioni con la Cina continentale erano poco efficienti.
Poiché l’epidemia si trasmise inizialmente in Asia, ci furono importanti differenze con quella
precedente: in Giappone le epidemie furono saltuarie, sparse e di limitate dimensioni fino alla fine
del 1968. Il virus fu poi introdotto nella costa occidentale degli USA con elevati tassi di mortalità,
contrariamente all’esperienza dell’Europa dove l’epidemia, nel 1968–1969, non si associò ad
elevati tassi di mortalità.
-In Italia l’eccesso di mortalità attribuibile a polmonite ed influenza associato con questa pandemia
fu stimato di circa 20.000 decessi.
-Poiché il virus Hong Kong differiva dal suo antecedente dell’Asiatica del 1957 per l’antigene
emoagglutinina, ma aveva lo stesso antigene neuraminidasi, si pensò che l’impatto variabile nelle
diverse regioni fosse imputabile a differenze nell’immunità acquisita nei confronti dell’antigene
neuraminidasi.
L’epidemia dell’influenza russa (Questa epidemia si era diffusa nel maggio 1977 nel nord est
della Cina, ma fu denominata “Russa”. Essa si diffuse rapidamente ma soprattutto o quasi
unicamente tra i giovani con meno di 25 anni, con manifestazioni cliniche lievi, anche se
tipicamente influenzali. Si ritiene che i giovani non fossero stati esposti al virus H1N1, che non
aveva più circolato più dal 1957, quando erano diventati dominanti prima ceppi H2N2 e poi H3N2.
In effetti, la caratterizzazione antigenica e molecolare ha dimostrato che questo virus era molto
simile a quelli circolanti negli anni ’50.)
Oggi possiamo fare un salto e arrivare al 2020.
TRASMISSIONE CON LE GOCCIOLINE
Nel 2020 quindi siamo ancora in piena pandemia siamo si dice in seconda ondata ma si sta
presumendo che siamo già la terza ondata (per la spagnola ci furono almeno tre ondate cioè tre
recrudescenze, la seconda e la terza furono peggiori della prima) si parla di pandemia perché è
stata talmente veloce la compromissione delle popolazioni di tutti i vari continenti che l’OMS ha
dichiarato quella da covid una pandemia globale.
La trasmissione del covid-19 viene attraverso la fonazione, goccioline emesse dalla bocca
sottoforma di aerosol, con lo starnuto e con la tosse. Sono più piccole nella fonazione e più grandi
nello starnuto; la distanza che percorre questa gocciolina possibilmente infetta e di circa 30 cm se
parlo e circa 2-3 metri con lo starnuto e con la tosse circa 1 m questo è il motivo per cui una
persona che ha questi sintomi non può circolare. Per quanto riguarda la fonazione con la
mascherina ffp2 e chirurgica di può garantire protetti la mascherina chirurgica ma parlare a breve
distanza non protegge, invece da lontani viene garantita più protetta. Quella in stoffa non ha
questa capacità, possiamo utilizzarlo quando camminiamo ma quando incontriamo una persona
non garantisce la protezione né in entrata né in uscita. Quindi bisogna applicare quelle che sono le
regole di protezione individuale che generalmente si usano per l'influenza, lavare le mani, stare a
distanza, evitare rapporto interpersonale ma soprattutto usare i dispositivi di protezione individuale
quindi le mascherine o dov'è possibile i guanti.

Aspetti più importanti per l’epidemia generale delle malattie trasmissibili.


Se dobbiamo però considerare i serbatoi o le sorgenti di infezione, l'organismo o l'ambiente da
cui è partita l’infezione, per esempio, la malaria si pensa che parte dalla zanzara femmina ma in
realtà, il serbatoio di infezione è l'ambiente paludoso. Oppure il covid; il serbatoio si pensa che sia
stata il pipistrello, o pangolino: animale selvatico che però ha permesso il salto interspecifico del
virus che conviveva con il pipistrello in realtà sull’uomo ha scatenato la sua potenza patogeno di
specie.
Per parlare di agenti etiologici, riserve o serbatoi e sorgenti di infezione dobbiamo capire che
questi microrganismi per poter accedere in un organismo sano, usa tutta una serie di percorsi, ad
esempio, se penso alle fungosi o se penso alle malattie esantematiche, il contatto del bambino con
la pustoletta che rilascia il virus può rappresentare un punto di contagio ma anche le mucose delle
vie respiratorie come nel caso della malattia infettiva influenzale (covid). apparato digerente i vermi
intestinali… sono tutti organismi che necessitano arrivare all'organo attraverso l'alimento infetto.
Il rischio infettivo: per qualunque individuo, dipende da diversi fattori:
1 Caratteristiche del microrganismo, (patogeno o non patogeno).
2 Carica microbica (quantità). Qua bisogna fare una differenza perché quando si parla di carica
microbica, cioè quanti virus o quanti batteri si sono replicati in quel soggetto ospite per poter poi
produrre la patologia? Se io ho un forte sistema immunitario blocco la loro crescita e non sviluppo
la malattia in questione ma nel caso non fosse così sviluppo la malattia quando raggiungo un certo
livello di microorganismi presenti nell’organismo sano. Se si parla di tossinfezione non è più
correlata alla quantità di microorganismi presenti ma a quale tossina loro rilasciano nel torrente
ematico, cioè nel nostro sangue -es: botulino
3 Capacità di sopravvivenza nell'ambiente esterno
4 Capacità di difesa del sistema immunitarioà Nel caso in cui ci fosse una bassa difesa
immunitaria il rischio infettivo aumenta.
5 Presenza di patologiaà se ci sono più patologia che rendono al soggetto contrastare la zona
patogena esempio la fragilità, quando ci sono patologia in cui il soggetto non riesce a rispondere
bene all’attacco patogeno
6 Concomitanza di procedure più o meno invasive.
LE SORGENTI DI INFEZIONE
Può essere un uomo già malato e quindi con la trasmissione può portare e far correre il patogeno
nella popolazione- ma anche il portatore sano; precoce; convalescente; temporaneo; intermittente
(che fasi in cui la patologia interloquisce e quindi che diventa anch’essa una catena di
trasmissioni); cronico; e la bestia malata
SERBATOIO DI INFEZIONI
Costituisce l'habitat del microrganismo, cui può essere trasmesso da soggetto suscettibile. Può
essere l’uomo, l’animale, l’ambiente (acqua; alimenti; suolo ecc)
VIE DI ELIMINAZIONE
1CUTE
2 MUCOSE
3 SANGUE (TRASFUSSIONI, MANIPOLAZIONI, INSETTI EMATOFAGI)
MODALITA’ DI CONTAGIO
TRASMISSIONE DIRETTA: per contatto fisico vero e proprio per rapporto di estrema vicinanza
TRASMISSIONE INDIRETTA: ovvero quella che usa ospiti intermedi e ospiti terminali, per cui…
a mezzo dei veicoli quali: aria (goccioline, nuclei delle goccioline, granuli di polvere) acqua (per lo
più inquinamento secondario) alimenti (contaminazione o secondaria), suolo, oggetti d’uso
(formites)
A mezzo dei vettori distinti in: meccanici o passivi; attivi o obbligatori e di arricchimento. Un
animale che fugge da ospite terminale definitivo esempio: la mosca, la zanzara

IMMUNITA’
È la capacità di un organismo di uscirne assolutamente indegne da una patologia infettiva, cioè
sviluppo o la capacità di rispondere all’evento patogeno. Sono tutte quello condizioni che bloccano
la crescita del microorganismo all’interno della persona ospite per mettendo in questo modo di non
produrre la malattia o nel caso in cui si produce la malattia di avere un esisto finale una veloce
guarigione
Condizioni predisponenti alla malattia infettiva:
individuali: ereditarietà della predisposizione, età e sesso, stati morbosi o postumi di altre malattie,
trattamenti iatrogeni (manovre diagnostiche, terapie)
professionali e sociali: attività lavorativa, abitudini di vita, alimentazione, abitazione, livello culturale
(educazione igienica), calamità naturali, guerra, rivoluzioni
Climatico-ambientale
VARI TIPI DI IMMUNITA’
Congenita o refrattarietà: in seguito a meccanismi diversi dalla presenza di anticorpi -di specie, di
individuo
Acquisita: naturalmente esempio i casi di covid, chi si è ammalato ed è sopravvissuto è stato
perché ha sviluppato degli anticorpi, quindi è guarito naturalmente e spontaneamente (ciò si
chiama attiva) invece passiva avviene per esempio quando la madre allentando il figlio
passandogli tutti gli anticorpi. L’immunità artificiale può essere attiva attraverso la vaccinazione,
passiva per somministrazione di siero immune o Gammaglobuline.

SCHEDA DI SINTESI:

Il decreto-legge 7 giugno 2017 numero 73,


con ordinato con la legge di conversione
31 luglio 2017 numero 119, recante:
introduce per i bambini di età compresa tra
zero e 16 anni e per tutti i minori stranieri
non accompagnati obbligatorietà per le
vaccinazioni di seguito indicate:
antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica,
anti abortite B, antipertosse, anti
haemophilus influenzea tipo B,
antimorbillo, anti Rosalia, antiparotite,
antivaricella.

SCHEMA DEGLI INTERVENTI DI PROFILASSI DELLE MALATTIE INFETTIVE


1-SORGENTE DI INFEZIONE:
uomo malato à può essere l’isolamento, notifica, e la terapia antibiotica
uomo conviventi e contatti à sorveglianza sanitaria
uomo portatore (identificato tramite degli accertamenti in laboratorio à bonica, isolamento,
educazione sanitaria
Nel caso dell’animale vi è l’abbattimento
2- AMBIENTALE, ovvero tutto ciò che può mediare l’incontro ospite-parassita – ciò riguardaà
risanamento ambientale (protezione delle fonti di approvvigionamento idrico; smaltimento dei rifiuti
liquidi e solidi, ecc.); Igiene sociale (dell’abitato, dell’abitazione, delle persone); disinfezione e
sterilizzazione (sui veicoli: oggetti d’uso, alimenti e bevande); disinfestazione.
3- SANO RECETTIVO:
-immunoprofilassi à vaccinazione (attiva)
Sieroprofilassi, immunoglobulina-profilassi (passiva)
-Chemioprofilassià cos’è? è conosciuta soprattutto da chi ha fatto viaggi all’estero, in particolare in
zone tropicali. Es: malaria – non abbiamo una vaccinazione ma abbiamo un farmaco che rende in
ospitale il sangue del soggetto sano all’attacco di questo plasmodio
PREVENZIONE: DIRETTA E INDIRETTA
DIRETTAà ad aumentare le difese dell’individuo nei confronti delle infezioni (FARMACI), attività
intesa a riconoscere i microrganismi patogeni nei singoli individui e nella popolazione e da
ostacolare la diffusione (ricerca e bonifica portatori, denuncia, accertamento diagnostico,
isolamento, contumacia), attività di bonifica Micro-ambientale (sterilizzazione, disinfestazione,
disinfezione, asepsi, antisepsi.
INDIRETTAà e miglioramento degli ambienti di vita e lavoro controllo della qualità dell'acqua,
alimenti, bevande.
BONIFICA DEI PORTATORI: microrganismo patogeno con farmaci o interventi particolari, misure
contumaciali in particolare, la lontanamente ad attività lavorative, educazione sanitaria (della
persona, disinfezione degli escrementi, eliminazione di contatti sessuali non protetti.)
Abbiamo modi per bonificare l’ambiente:
STERIALIZZZIONEà distruzione di ogni forma di vita in ambienti e materiali (sia patogeni che no.)
DISINFESTAZIONEà distruzione dei soli germi patogeni in ambienti e materiali.
DISINFESTAZIONE àDistruzione di macro-parassiti- vettori. (deblattizzazione, derattizzazione
ecc.)
LEZIONE 5
Quindi ricapitolando attraverso la bonifica dell’ambiente,
delle superfici, degli oggetti con cui siamo a contatto,
possiamo eliminare il rischio di patologie infettive perché
eliminiamo direttamente il patogeno correlato a queste.
Abbiamo anche due tipologie di bonifica: antisepsi e
asepsi.
Facciamo un esempio:
quando andiamo dal dentista gli strumenti che ci
vengono messi in bocca vengono usciti da una bustina
sigillata. Questa viene posta nell’autoclave dove
vengono sterilizzati gli strumenti; quando escono gli
strumenti da questa bustina e vengono posti nella
poltrona, vengono messi sotto una lampada UV che serve a mantenere le condizioni di sterilità tra
l’uscita dall’autoclave e l’utilizzo per la persona.
La bonifica ambientale abbiamo quindi capito che elimina quei fattori favorenti le patologie, nel
nostro caso infettive: sicuramente l’inquinamento fecale deve essere eliminato così come bisogna
evitare l’affollamento. Un’altra forma di prevenzione primaria è anche l’educazione sanitaria cioè
le informazioni su cause e fattori che favoriscono l’insorgenza, la diffusione di una patologia.
Per bonificare l’ambiente abbiamo mezzi naturali come l’uso dell’ossigeno, luce ultravioletta solare;
ma anche mezzi artificiali che possono essere fisici (come temperature, stufe, autoclave, e chimici)
e chimici (che hanno la capacità di distruggere le pareti batteriche).
La disinfestazione abbiamo detto che è una prevenzione che serve per eliminare i vettori i quali
possono essere passivi come le mosche dimestiche per cui fanno solo un trasporto meccanico dei
microrganismi infettati poggiandosi su un individuo sano, attivi che nel loro organismo permettono
la moltiplicazione dei microrganismi infettanti pensiamo alla pulce del topo per la peste; e anche
obbligati cioè necessari al parassita che, per arrivare a maturazione deve svolgere in essi una
parte del suo ciclo, esempio la zanzara anofele per la malaria.

Igiene del personale:


Abbiamo più volte ripetuto che il personale addetto alla manipolazione di elementi può essere
fonte di contaminazioni microbiologiche quando non rispetta alcune norme di buon comportamento
igienico-sanitario, nonché fonte di contaminazioni chimiche quando utilizza in maniera impropria
materiali e sostanze chimiche durante i processi di lavorazione (tipo detergenti). Per cui se io
penso ad una barista o un commesso che fornisce alimenti direttamente ad un consumatore non
deve avere unghie lunghe o smalto, deve usare cuffiette e mascherina. Il personale che lavora nel
settore alimentare deve pertanto essere in accertate buone condizioni di salute, nonché deve
seguire i precetti dell’igiene sia per la manipolazione dei prodotti che per la pulizia personale.
Spesso quando si va al bagno la pulizia delle mani si salta ma in realtà è fondamentale soprattutto
dopo che si va ai bagni.
Questo perché noi con la detersione -> eliminiamo lo sporco, il successivo risciacquo -> comporta
una pulizia visiva ma solo con la disinfezione -> eliminiamo i microbi e il successivo risciacquo ->
comporta una pulizia batteriologica.
Come si sfilano i guanti
monouso?
È importante utilizzare questi
ultimi nel modo corretto per
proteggersi da agenti “chimici” e
“biologici”. Per una maggiore
protezione, si deve imparare a
sfilarli nella maniera corretta.

MALATTIE INFETTIVE E
GRAVIDANZA
Una infezione in corso di gravidanza può esporre la madre e il prodotto del concepimento a
complicanze di vario tipo, motivo per cui vanno prevenute.
Le malattie materne possono agire sul feto: direttamente, quindi per contagio attraverso la
placenta o nel canale del parto e indirettamente possono creare delle alterazioni al feto attraverso i
sintomi dei sintomi generali che già la mamma ha, pensiamo ad alterazioni della temperatura
(febbre), squilibri elettronici (nelle urine e sangue), ecc...
Quali sono le vie di contaminazione del feto?
1. La via ematica (ricordiamoci che si chiama via parenterale) che sono i villi coriali.
2. via ascendente o verticale ovvero attraverso la nascita vaginale (collo dell’utero)
3. a causa di focolai endometrici dell’amnios (che sarebbe il liquido che avvolge il feto)
4. per via diretta quindi con la mucosa della vagina nel canale del parto.

Si parla di Embriopatia fino al terzo mese e Fetopatia nel periodo successivo.


Quali sono le malattie che generalmente vengono
controllate e fanno parte del complesso TORCH?
Questo è un complesso che rappresenta l’insieme di
esami che si fanno durante la gravidanza. TORCH è un
acronimo che sta per: *Rubella virus è la rosolia. *

Se parliamo della TOXOPLASMOSI: L’Eziologia->


deriva dall’esposizione al toxoplasma gondii, cioè un
protozoo parassita endocellulare obbligato che si localizza in tutti i tessuti e particolarmente si
sposta nei tessuti placentari e fetali, di questi fetali di più si annida nel cervello.
L’Epidemiologia -> si tratta di un’infezione acquisita contratta per via alimentare, che in genere
nella persona normale e non in gravidanza è asintomatica e benigna;
o infezione connatale, contratta durante la vita intrauterina, per trasmissione trasplacentale, cioè la
mamma si contagia e attraverso la placenta contagia anche il feto.
Trasmissione -> diretta, tramite la saliva del gatto o se si manipolano gli alimenti con mani sporche
di saliva di gatto; indiretta tramite l’ingestione di carni e verdure infette. Motivo per cui la donna in
gravidanza non può assolutamente mangiare carni crude.
L’infezione connatale abbiamo detto è determinata dal passaggio di questo parassita, il
toxoplasma gondii, dalla madre al prodotto del concepimento attraverso la placenta durante la
parassitemia.
-Se l’invasione avviene durante la fase embriogenetica, cioè il momento in cui si cominciano a
sviluppare gli organi, può provocare l’aborto.
-In epoca successiva invece si ha la fetopatia toxoplasmosica, caratterizzata da lesioni al sistema
nervoso, occhio e fegato (con necrosi centrale e disabilità importanti nel bambino, se non viene
abortito).

Patogenesi: se il feto viene colpito al 7º-8º mese di gravidanza si possono sviluppare 4 sindromi
della toxoplasmosi congenita con prognosi infausta:
1. sindrome neurologica da encefalomielite che è la più comune.
2. sindrome oculare.
3. idrocefalia: cioè il cervello e in particolare la zona tra il cervello e la membrana
ematoencefalica si riempie di liquidi, creando una pressione tale che questi bambini
nascono con un cranio molto più ampliato e tutto il materiale cerebrale viene compresso
nelle pareti del cranio producendo tutta una serie di problemi importanti. In questo caso si
fanno dei piccoli cateteri bucando o perforando il cranio e facendo scaricare questi liquidi,
oltre alla terapia farmacologica ovviamente.
4. le calcificazioni cerebrali, in questo caso è generalmente evidente quando la
toxoplasmosi inizia al secondo trimestre di gravidanza.

La DIAGNOSI si fa attraverso le indagini sierologiche e attraverso le analisi del sangue alla


mamma.
PROFILASSI:
-la donna in gravidanza ovviamente ogni quattro settimane deve fare il controllo specialmente se è
un soggetto negativo, cioè che non ha mai avuto la parassitosi.
-ci vuole un’osservazione rigorosa di norme igieniche atte ad evitare il contagio, quindi non ingerire
esempio verdure crude e carne poco cotta.
-bisogna evitare il contatto con animali, se non li ha l’accortezza di gestire la lettiera del gatto o di
pulirlo con i guanti.
-bisogna lavarsi le mani prima dei pasti specialmente in ambienti presumibilmente contaminati.
TERAPIA FARMACOLOGICA: sono delle sostanze che servono a uccidere questo protozoo,
collegate all’acido folico che si usa ancor prima della gravidanza perché abbassa la probabilità di
avere malformazioni in particolare sull’apparato nervoso per cui nel momento in cui scopro
l’infezione se non prendevo l’acido folico lo devo o incrementare o inserire per ridurre possibili
problematiche al cervello.
ROSOLIA
Il virus della rosolia ha una via di trasmissione aerea per cui i soggetti infetti possono emettere
anche delle goccioline di Flugge attraverso la tosse, gli starnuti e quindi il virus supera l'epitelio del
villo e può, tramite la placenta, attraversare la placenta e arrivare al bambino.
Esistono i casi in cui il bambino nasce con la rosolia congenita che da tutta una serie di
problematiche e in maniera eccezionale causa l'aborto, ma ovviamente nel primo trimestre si
configura l'Embriopatia rubeolica (ovvero l'infezione), mentre nei mesi successivi si parla di
diagnosi, Fetopatia rubeolica.
Il virus ha in particolare uno spiccato tropismo per gli organi di senso (occhio, orecchio) ma anche
per il cuore, il sistema nervoso; per cui le malformazioni più frequenti sono quelle oculari (la
cataratta congenita, la microftalmia, cioè l'occhio non si sviluppa e quindi ipovedente o addirittura
cieco, corioretinite, il glaucoma)e quelle dell’apparato uditivo, invece portano alla sordità mono
bilaterale o alla ipoacusia, le quali sono diverse, perché la sordità è l’incapacità totale di sentire,
l’ipoacusia invece, si sente molto poco e quindi ha toni elevati o ha un tono ai suoni acuti piuttosto
che quelli gravi e viceversa.

Le malformazioni cardiache e cardio-vascolari generalmente portano appunto la persistenza del


dotto di Botallo ( durante la formazione del cuore serve a irrorare il muscolo cardiaco e poi, durante
l'evoluzione del cuore, negli 8 mesi di gravidanza, questo dotto viene riassorbito, producendo così
la divisione dei setti e dei ventricoli in maniera completa; se questo dotto è aperto, ovviamente
c'è un ricircolo del sangue all'interno del cuore con tutta una serie di problemi che arriveranno
ovviamente all'atto della nascita), poi ci sono la stenosi dell’aorta-polmonare, dell’aorta
addominale, con problemi importanti da un punto di vista vascolare.

Le malformazioni neurologiche sono: la microcefalia(ovvero il cervello non si sviluppa) le agenesia


cerebrali(porzioni di cervello non si sviluppano) e l’idrocefalia; altre malformazioni sono il mielo-
meningocele, la spina bifida, l’ipospadia (sono malformazioni a carico degli organi
urogenitali, quindi o manca l'ano o mancano gli organi genitali o addirittura sono presenti entrambi
o c'è una distanza tra l'ano e l'organo genitale molto ravvicinato, molto lontano), il
criptorchidismo (quando gli organi e in particolare le gonadi, quindi il testicolo o le ovaie non si
sviluppano bene).

Nei mesi successivi al primo trimestre il virus attacca in particolare il fegato e la milza, il midollo
osseo e quindi ci sono tutta una serie di difetti che ovviamente ha più senso vaccinare la mamma
anche durante la gravidanza, per evitare che sia esposta a questo tipo di rischio.
Il neonato è contagioso per un lungo periodo (circa 6mesi), essendo eliminato il virus attraverso
saliva e secrezione nasale, bisogna ovviamente evitare che questo sia a contatto con donne
ulteriormente in gravidanza e negative alla precedente infezione.
DIAGNOSI:
La ricerca sierologica degli anticorpi specifici permette la diagnosi.
La diagnosi precoce con prelievo dal funicolo o su campioni di liquido amniotico.
PROFILASSI:
Cosa si fa? ovviamente si vaccina che può essere associato al vaccino del morbillo, della
parotite (gli orecchioni).
Il vaccino va somministrato almeno tre mesi prima dell'insorgenza di un eventuale gravidanza con
una terapia che è esclusivamente sintomatica, cioè la febbre, la tosse viene gestita con dei farmaci
adeguati.
Ricordiamo che nella donna in gravidanza non posso produrre la vaccinazione, ma posso usare
invece le immunoglobuline, quindi usare la siero profilassi.
HERPES SIMPLEX TIPO 1 E 2
L'herpes simplex invece è un herpes neonatale abbastanza raro ma gravissimo, perché porta
l'infezione e si trasmette attraverso il canale del parto.
La malattia causa aborto, embriofetopatia e mortalità perinatale elevata.
L’embriofetopatia è generalizzata con andamento setticemia e lesioni cutanee di tipo vescicolare a
carico di tutta la superficie corporea, quindi è una malattia erpetica particolarmente grave,
soprattutto per il bambino.
DIAGNOSI:
Si evidenziano le vescicole e delle ulcere genitali, quindi i neonati devono essere assolutamente
allontanati dalla madre e isolati per almeno 12 giorni per evitare il contagio, tra le gravide con
lesioni attive si usa il taglio cesareo per da eseguirsi a sacco integro, ovvero, mentre quando si fa
un cesareo normale si apre il sacco amniotico e si aspira il liquido, quindi il bambino entra a
contatto anche col sangue della mamma; per le donne invece che hanno questa tipologia di
malattia già diagnosticata, si asporta il feto con tutto il sacco integro di liquido amniotico e quindi si
esegue, non ho oltre le sei ore dalla sua rottura.

MALATTIE DA HERPETOVIRIDAE:
Altre malattie da erpetiche sono:
Varicella- Zoster (varicella e herpes zoster)
Epstein- Barr (mononucleosi infettiva, la cosiddetta malattia del bacio)
Cytomegalovirus (malattia citomegalica)
Quindi sono tutte che hanno una latenza particolarmente lunga, il virus addirittura persiste dopo
l'infezione primaria, si riattiva molto spesso anche dopo la cura, quindi sono patologie
particolarmente difficili da gestire e ci si ammala soprattutto se si hanno degli scambi sessuali
particolarmente liberi o poco protetti, in particolare negli omosessuali l'incidenza aumenta e
soprattutto tra le prostitute e i prostituti.
Nella sintomatologia, ci sono tutta una serie di patologie e sintomi correlati e se acquisite in
gravidanza, si ha anche la contaminazione del bambino durante l’attraversamento del canale del
parto e l'infezione tanto più grave, come abbiamo detto in funzione dell’età storica in cui il feto
viene contagiato, per cui tanto più è precoce, tanto più sarà generalizzato il danno che
riscontreremo sul bambino.
Anche in questo caso si scoraggia la promiscuità sessuale e il parto cesareo ovviamente è
preferibile a 2/3 settimane prima del parto, proprio per evitare che cominci ad evidenziarsi quelle
condizioni che limitano la possibilità di intervenire direttamente con il cesareo.
CITOMEGALOVIRUS:
Il Citomegalovirus è un virus ubiquitario (lo troviamo in tutti gli ambienti e in tutte le popolazioni)
che infetta in maniera sintomatica la maggior parte della popolazione, per cui si presume che a 30
anni oltre il 50% della popolazione sia già immunizzato.
Il virus è presente nei liquidi organici (il sangue, la saliva, le lacrime, le urine, le
secrezioni cervicovaginali, lo sperma, il latte materno) e si trasmette per contatto diretto, anche
questo è una delle malattie, ad esempio a trasmissione sessuale.
Se l'infezione avviene nel primo trimestre di gravidanza, si può verificare l'aborto o la forma
neonatale con malformazioni cardiovascolari, malformazioni del sistema nervoso centrale…
DIAGNOSI:
come facciamo la diagnosi? Ovviamente andando a cercare o gli anticorpi specifici nel sangue
materno o addirittura nel sangue fetale. Quindi sono particolari attività invasive che hanno un
rischio ma che in ogni caso vanno assolutamente eseguite nel caso in cui ci sono dei sintomi che
possono farci pensare che la donna abbia una particolare patologia di codesta gravità.
PROFILASSI:
La profilassi cos'è? l'uso di immunoglobuline, per cui io uso la siero profilassi per avere degli ottimi
risultati in gravidanza o l'isolamento quando possibile dalle fonti di contagio se in famiglia o se un
partner ha già questa patologia.
“OTHERS” (altre infezioni):
Quali sono invece le others?
AIDS, l'epatite virale, la parotite epidemica (gli orecchioni), il morbillo, l'influenza, la varicella, la
rabbia e possiamo mettere lo zika (è una patologia particolarmente importante che produce nel
bambino la microcefalia o l’anencefalia, quindi o l'assenza del cervello o un cervello talmente poco
sviluppato che ovviamente da tutta una serie di problemi ai bambini che vivono ma con
una disabilità al 100% e che ha un vettore che è una particolare flebotomo ed è una epidemia che
tra il 2011 e il 2015 ha imperversato nelle zone tropicali e subtropicali dell'America Latina e
del sud degli Stati Uniti, per cui Messico, Colombia, Brasile,Texas e Florida, che hanno avuto
questo tipo di problema, per cui l'unico modo è evitare l'incontro con il vettore durante la
gravidanza e quindi evitare il problema).
INFEZIONI BATTERICHE:
Gli streptococchi;
la listeria monocytogenes;
la serratia;
la pseudomonas;
la tubercolosi.
INFEZIONI PROTOZOARIE:
Quindi in others troviamo tutto comprese le malattie come:
La malaria, la tricomoniasi (un'altra patologia a carico di un vettore), gli elminti (i vermi), le infezioni
e ovviamente per poter completare dobbiamo parlare delle infezioni sessualmente (quando
affronteremo questo problema proprio come lezione).
ACQUA:
Alla fine della lezione la professoressa ha iniziato un dibattito sull'acqua. Che cos'è per voi l'acqua
potabile? Innanzitutto, è l'acqua che si può bere e quindi è destinata al consumo umano.
L’acqua la usiamo per bere, ma anche per lavarci, per cucinare, per lavare le stoviglie, la casa,
quindi vi è una serie di usi che noi ormai non percepiamo più l'importanza perché ne abbiamo a
disposizione una grande quantità.
Inoltre, l'unica acqua destinata a consumo umano, è l'acqua potabile ovvero quella del rubinetto.
Dopo una serie di domande ha fatto una distinzione tra l'acqua clorata e l'acqua minerale
affermando che l'acqua clorata ci consente di avere a disposizione un’acqua pura, a differenza
dell'acqua minerale che una volta aperta non lo è più per poter permetterci di usarla per lungo
tempo, mantenendo comunque la garanzia di sicurezza microbiologica o chimica. Qualcuno
potrebbe dire che aprendo il rubinetto a volte escono delle pietroline quindi si ha paura che l'acqua
sia sporca. La risposta è assolutamente no, perché c'è una quantità di cloro che serve proprio a
distruggere tutto ciò che dall'esterno può subentrare nell’acqua e per quanto riguarda le sostanze
organiche il cloro le fa sedimentare a fondo.
LEZIONE 6
Ci sono fattori che rappresentano elementi vitali per la popolazione, di conseguenza, ci
consentono anche di svolgere la nostra attività nel pieno delle nostre facoltà e quindi soprattutto
dare l'opportunità a chi non ha la fortuna di possedere una l'acqua potabile nella propria dimora o
avere la possibilità di raggiungere l'acqua potabile, comunque, di creare le condizioni affinché
queste le abbiano.
Un diritto fondamentale è dato dalla necessità con cui ovviamente la popolazione deve poter
accedere tranquillamente all’acqua.
L'acqua è la sostanza più diffusa sulla terra, ricopre 7/10 dell’intera superficie ma pochissima di
essa è realmente utile e adeguata al consumo umano. l'acqua segue tutto un ciclo idrogeologico
per cui ha una serie di possibili punti di contaminazione.
Ma perché l'acqua è necessaria? perché è un uomo soprattutto un uomo adulto di circa 70 kg è
fatto per circa 38 kg di acqua per cui l'acqua rappresenta quasi il 55% del peso corporeo e
questo è il motivo per cui la disidratazione in soggetti come i neonati e gli anziani rappresentano
una causa di morte abbastanza repentina. É impossibile vivere e sopravvivere quando c'è la
mancanza di acqua, la disidratazione su
un soggetto adulto di 5% del peso porta nausea e sonnolenza
un 10% gravi deterioramento delle condizioni psicofisiche
tra un 15% 20% si arriva alla morte.
Tuttavia, molto spesso l'acqua che viene utilizzata non sempre ha le caratteristiche chimico fisiche
e microbiologiche idonee per garantire la salute della popolazione molto spesso si usano dei pozzi
superficiali.
Esiste una relazione tra la salute e la disponibilità di acqua
se io vado a vedere la percentuale di accesso all'acqua vedo come tanto più è bassa la
percentuale tanto più alta la mortalità infantile tanto più bassa è l’aspettativa di vita e quindi lo stato
generale della popolazione passa da uno stato cattivo fino a un buon stato di salute a quando ho
un accesso al 97% di acqua. Quindi la mortalità infantile è fortemente correlata alla quantità di
acqua che abbiamo a disposizione di ottima qualità e come l’aspettativa di vita segua questo
indice.

Abbiamo detto che il ciclo idrogeochimico dell’acqua è particolarmente complesso e ovviamente


tanto più è complesso maggiore è la probabilità che questa possa trovare delle fonti di
contaminazione, ovviamente c'è sempre un fabbisogno( uno studio CEE del 74 ha detto e ha
risolto come 155 100 litri pro capite al giorno siamo necessarie) oggi siamo arrivati a 1500 litri
quindi guardate come consumi si sono vertiginosamente incrementati e pertanto necessitiamo di
fonti di approvvigionamento sempre più importanti nell'ordine della quantità di acqua disponibile.
Abbiamo dei serbatoi naturali come ovviamente i bacini, i pozzi profondi o anche alle acque
superficiali come laghi fiumi torrenti. ma oggi si parla anche di dissalatori per cui si usa l'acqua di
mare lavorandola fino a portarla alle condizioni di potabilità. è ovvio che il consumo umano ha tutta
una serie di opzioni di
uso delle acque e può essere:
-direttamente captate resa potabile
-corretta allo scopo cioè lavorata e quindi potabilizzata

REQUISITI E CRITERI DI POTABILITA’


L’acqua è considerato un fattore di benessere finché l'acqua che noi utilizziamo risponde a quattro
requisiti di potabilità che sono:
-la purezza ovvero l'assenza di contaminazione microbiologica
-l’innocuità assenza di fattori indesiderabili e tossici quindi sarebbe la giusta caratterizzazione
chimica
-la gradevolezza le caratteristiche organolettiche (sarebbe la temperatura il colore la limpidezza
l’odore)
-Infine, l'usabilità ovvero tutte quelle caratteristiche chimiche che consentono all'uomo di utilizzare
l'acqua potabile per tutti i suoi usi tecnologici (pensiamo alle caldaie a vapore, pensiamo al ferro da
stiro alla lavastoviglie la lavatrice ma anche a tutti quei sistemi industriali che utilizzano ad esempio
l'acqua come elemento di trasformazione del prodotto o anche come elemento che serve a
raffreddare impianti o a farli condurre bene)
quindi ci sono tutti questi quattro requisiti che se non sono soddisfatti non rendono l'acqua idonea
al consumo umano. Ci sono anche dei criteri idrogeochimici che sono: criteri idrogeologici, fisico
organolettici, chimici e microbiologici che non sono altro un modo diverso di completamento di
queste quattro di questi quattro requisiti di potabilità.
Per quanto riguarda la purezza dobbiamo dire innanzitutto che la purezza ci consente di definirla
generalmente microbiologica quando ci sono caratterizzate tutta una serie di analisi
microbiologiche che ci danno la contezza che effettivamente la qualità dell'acqua è assolutamente
buona quindi devono mancare tutti quegli elementi indesiderabili o patogeni che possono alterare
la qualità dell'acqua arrecando direttamente un infezione una tossinfezione all'uomo che la usa per
le vie dirette ovvero bevendo la usandolo per la doccia per il lavaggio delle stoviglie per cucinare e
così via (ESANE MICROBIOLOGICO)
Esame chimico ossia assenza di indici chimici di contaminazione lurida (ad esempio l’ammoniaca
gli ossidi di azoto i detergenti tensioattivi il l’eccesso di cloro, idrocarburi policiclici aromatici metalli)
tutta una serie di parametri che noi andiamo a verificare ogni giorno acqua per acqua per poter
garantire all'utente che nel momento in cui apre il rubinetto l'acqua è sicura al suo consumo.
Ovviamente noi dobbiamo però partire da dove viene captata l'acqua (STUDIO
IDROGEOLOGICO) perché è molto importante la natura del bacino imbrifero (ovvero il lago il
pozzo la falda profonda o il fiume) per poter delineare quali potrebbero essere i rischi associabili
all'uso di quell’acqua e quindi che avviene ovviamente trattata di conseguenza al fine di produrre
un'acqua potabile sicura al consumo, ma è importante anche la natura del terreno ovvero cosa è
stato fatto nel terreno che accoglie la falda sottostante o che circonda il lago o il fiume, per cui è
importante avere un'idea chiara di come è fatto questo e questo ambiente.
Andiamo quindi a definire l’innocuità prettamente definita dall’esame chimico dove dobbiamo
considerare:
- i fattori indesiderabili (bario, boro, clorofenoli, ferro, fluoro, manganese, residui di minerali,
idrogeno solforato) ovvero quegli elementi il cui eccesso può portare un elemento di disturbo al
metabolismo o alla fisiologia del soggetto umano che usa l'acqua perché gli indici di
inquinamento fecale sono correlati all’infezione che a sua volta è correlata al numero di colonia
che si sviluppano quindi è direttamente correlata alla carica batterica. Quindi noi andiamo a fare
delle analisi per determinare quanti batteri ci sono e se superano la dose indicata dalla legge
ovviamente quella è un'acqua che va trattata ulteriormente per renderla pura. Poi abbiamo
- i fattori tossici sono rappresentati dai metalli pesanti, dagli antiparassitari, dagli ipa i cianuri.
Quindi tutti quegli elementi che già a bassissima concentrazione sono fortemente tossici per il
consumatore. la gradevolezza: anche qui abbiamo un esame chimico organolettico
dove andiamo a verificare
- il colore che deve essere trasparente
- deve essere privo di odore l'acqua (ad esempio se sono ricche in solfuri fa odore di zolfo e quindi
quest’acqua non generalmente non è gradita a meno che io non vada alle Terme e lo bevo
perché so che quelle sostanze hanno degli effetti particolarmente intensi e positivi per le vie
epatiche e allora la funzione epatica viene migliorato anche quell'urinaria quindi io la utilizzo
guardate che alcune acque sulfuree non sono corrette per certi versi e vengono utilizzate come
acque minerali)
- la limpidezza deve essere un'acqua limpida figura figuriamoci se noi verremmo in acqua torbida
o
- la temperatura bere acqua calda non è piacevole per cui generalmente l'acqua deve avere delle
caratteristiche alla sorgente o al punto di captazione che abbia una temperatura abbastanza
bassa
- la quantità di ossigeno e soprattutto di anidride carbonica altera il gusto dell'acqua (ad esempio
la frizzantezza) determinata dalla quantità di anidride carbonica aggiunta volontariamente in
alcuni casi o normalmente ritrovata naturalmente nell'acqua se queste sono generalmente delle
falde in prossimità di un vulcano.
- il residuo fisso è la quantità di minerali che rimangono se scaldo un contenitore di porcellana e
faccio evaporare tutta l'acqua quindi ho esattamente quali e quanti minerali ho per litro. Ha
un’importanza, ad esempio, per l'infanzia per cui acque con basso residuo fisso sono ottime per
chi ha problemi renali o a un bambino molto piccolo sotto gli 8 9 mesi dove ancora il nefrone
(cioè l'unità funzionale renale) non è particolarmente funzionale e quindi ho bisogno di dare
un’acqua più leggera per non stressare portare infiammare il rene nel bambino.
- poi la conducibilità che è data dalla quantità di ioni presenti dissolti quindi all'interno dell’acqua.
quindi la conducibilità il residuo fisso sono direttamente correlati al grado di mineralizzazione.
abbiamo anche
l'usabilità ovvero la
presenza della durezza
quindi ferro manganese
cloruri solfati calcio
magnesio sodio
potassio alluminio
residuo fisso sono
elementi che se
superano certi limiti
possono diventare
problematici per
esempio creando quelle
cosiddette incrostazioni.
I MICROELEMENTI ci
sono degli elementi che
sono molto piccoli in
concentrazioni ma che
sono fondamentali per
la nostra salute per cui
noi potremmo avere un
aumento di questi microelementi in funzione dei trattamenti di potabilizzazione o in base alla
sorgente o nel luogo in cui noi stiamo approvvigionando. Essi concorrono a stabilire la qualità
delle acque destinate a consumo umano e hanno di conseguenza una serie di requisiti che sono
indicati dalla legge.
- abbiamo degli elementi che sono strutturali cioè noi abbiamo bisogno in quantità in grammi e
- che ci sono quelli che eliminiamo perché riteniamo che l'acqua calcarea faccia male o che abbia
ritenzione idrica o che possa creare una qualche problematica.
- CRITERI DI LUKEY quindi come facciamo noi a dire che un elemento è essenziale? perché ci
sono dei criteri che hanno evidenziato con degli esperimenti qual è l'essenzialità biologica e da
che cosa è dovuta. cominciamo con
- la ridotta assunzione di un elemento produce un danno funzionale quindi già la ridotta
assunzione ci consente di definire che quell’elemento invece è essenziale la cui assenza
provoca un danno alla salute.
- poi ci sono i sintomi di deficienza che vengono curati e annullati reintroducendo l'elemento che
venuto a mancare in quantità fisiologica
- poi c'è l'assenza che impedisce la crescita ed ostacola il ciclo vitale normale nell’organismo
quindi se manca quell’elemento il ciclo vitale non è svolto nella sua condizione ottimale
- inoltre, c'è l'influenza metabolica diretta sull’organismo e l'effetto non può essere totalmente
Vicariato sostituito da un altro elemento e questo è il motivo per cui è anche definito essenziale.
L’elemento essenziale che non vuol dire elemento stimolatore è coinvolto nella macchina
metabolica attraverso il ruolo coenzimatico nei metallo-enzimi. Nei siti attivi è quindi possibile
comprendere il meccanismo di azione degli enzimi di cui esce il marcatore naturale.
ci sono tutta una serie di leggi che servono a tutelare i bacini briferi quindi tutte quelle che sono
le risorse acquatiche dove noi potremmo pensare di usufruire di quella risorsa per trasformarla in
acqua potabile e nulla è lasciato al caso per cui non solo bisogna valutare la fonte di origine da
cui ho prelevo l'acqua ma soprattutto tutto quello che la caratterizzazione le analisi il controllo,
ma è tutto regolato e pianificato dalla legge quindi non ci sono degli elementi che mi possano
portare degli errori a meno che non siano volontari. Quali sono i parametri microbiologici che
noi andiamo a verificare sicuramente
- la presenza delle Escherichia coli,
- degli enterococchi
- dello pseudomonas aeruginosa
- del conteggio delle colonie a 22° e a 37° questo è il minimo sindacabile per poter determinare la
purezza microbiologica
- poi andiamo a controllare limpidità
colore sapore odore temperatura
- dal punto di vista della gradevolezza
- dal punto di vista delle caratteristiche
fisiche. tra le sostanze organiche noi abbiamo tutti i
pesticidi che sono circa un centinaio almeno 36
idrocarburi policiclici aromatici le sostanze organiche
volatili come il benzene il toluene lo xilene e altre
sostanze come i metalli pesanti. Quindi dietro l'acqua
potabile c'è una reale indicazione di controllo di
qualità.
Il potenziale di ossidoriduzione da solo ci dà grado di
mineralizzazione ma anche tutti quegli elementi che
ci consentono di individuare in tal caso gli elementi
da correggere.

Quali sono le patologie connesse all'inquinamento dell'acqua?


Sicuramente le patologie infettive, le patologie cronico-degenerative e, durante il suo ciclo sia fisico
che biologico, l’acqua ovviamente può diventare veicolo di sostanze patogene, chimiche e
biologiche (quindi fonte di rischio per la collettività).
Pertanto, si deve fare un controllo assiduo soprattutto quando si trovano dei nuovi pozzi o si
cominciano a usare delle acque di cui non si aveva prima una caratterizzazione; un controllo
anche dal punto di vista virale verificando la bontà di queste acque.

Sono tanti, infatti, i casi di morbosità (ovvero il numero di nuovi malati per anno) e di mortalità (il
numero di morti per anno) in relazione a quanta acqua e soprattutto a quale sia la sua qualità.
Contiamo un miliardo di nuovi malati all’anno solo per malattie diarroiche, di cui 3.300.000
muoiono; ciò è dovuto alla non gestione delle o per gli escreti animali o umani che vanno a
contaminare le acque che vengono utilizzate per tutti gli altri usi.
Per quanto riguarda invece le infezioni intestinali con elminti (vermi) ad ammalarsi sono
1.500.000.000 e di questi ne muoiono 100.000; fortemente correlate con una malsana
eliminazione degli escreti, scarsa igiene personale e domestica.
La dracunculiasi, invece, è una malattia derivante da un verme la cui cisti viene assunta per via
acquatica (quindi utilizzando un’acqua non potabile) che usa l'uomo come ospite definitivo
all’interno del quale svolge la riproduzione sessuale; questa era una delle malattie tipiche ad ex.
delle mondine, che stavano sempre in acqua con le gambe e le mani, per cui era facile, toccandosi
la bocca o bevendo un’acqua contaminata da larve di questo piccolissimo crostaceo invisibile a
occhio nudo, che tali larve si sviluppassero all'interno del rene e dell’intestino e si dislocassero nel
sistema linfatico, sarebbero poi uscite e avrebbero continuato il loro ciclo. Tale malattia, era
presente nel sud Italia e quindi anche in Sicilia, ma soprattutto in Emilia-Romagna e Piemonte
dove era e importante la coltivazione del riso.
Patologie cronico degenerative correlate all’acqua:
Vi sono anche patologie cronico-degenerative correlate a una associazione tra consumo di acqua
ed effetti tossici, mutageni e cancerogeni per la presenza di alcuni microinquinanti chimici di natura
organica, inorganica (come i metalli o alcuni ioni) e derivanti dalla stessa clorazione.
ex. in base alla durezza, la carenza di magnesio porta alle patologie cardiovascolari; un eccesso di
alluminio e litio porta le patologie neurologiche; il fluoro invece è borderline ovvero, se in difetto
provoca le malattie dentarie come la carie, se in eccesso porta una patologia che si chiama
fluorosi (= sedimentazione della dentina, quindi nello smalto del dente del fluoro, che quindi
macchia in maniera indelebile e perenne i denti).

Vi è una serie di patologie correlate ad alcuni elementi:

AGENTI INQUINANTI EFFETTI DI DANNO DERIVABILI


ALLA SALUTE UMANA
Batteri, Virus, Protozoi, Elminti Numerose malattie infettive e parassitarie a
prevalente ciclo di diffusione oro-fecale
(perché vengono introdotti attraverso l’uso di
alimenti trattati trasformati con acqua sporca
e/o bevuta direttamente o per via dermica.
ex. attraverso anche la doccia è possibile
introdurre acqua non adeguata; per cui,
utilizzare i pozzi privati di acqua non clorata per
la doccia, può essere un elemento di contagio
da listeria, la cosiddetta listeriosi, o la legionella
oppure anche la pseudomonas = malattie che
portano a polmoniti fulminanti).

Metalli (piombo, mercurio, cadmio, arsenico, Effetti tossici e/o cancerogeni


cromo, zinco, antimonio, nichel, selenio,
cobalto, berillio)
Nitrati Mataemoblobinemia
Solventi organici alogenati Effetti tossici e/o cancerogeni
Floruri Lesioni dentarie
Iodio Gozzo
(importante per le malattie tiroidee)
Pesticidi Effetti tossici e/o cancerogeni e mutageni
Vi sono alcuni pesticidi la cui esposizione è
rischiosa soprattutto per la mamma in
gravidanza, questo perché porta ad alcune
malformazioni del nascituro (ex. ipospadia)

Petrolio e fenoli Effetti tossici


Sostanze radioattive Azione cancerogena e danni genetici
(introdotte da circa cinque anni per eliminare il
rischio di esposizione a uranio, a trizio e a tutte
quelle sostanze che potrebbero dare degli
effetti simil da esposizione nucleare)
Acqua di falda:
L’acqua di falda è un’acqua molto profonda che si auto-depura per percolazione attraverso le
rocce: tanto più è spesso lo strato di roccia, tanto più sarà pura l'acqua profonda. Pertanto, la si
utilizza e la si potabilizza solo dopo una attenta analisi chimica e microbiologica.

Acqua superficiale:
- Fiumi: autodepurazione legata alla rete trofica
- Laghi e bacini: autodepurazione legata al lento ricambio
- Acque meteoriche: necessari trattamenti di potabilizzazione
- Acque di mare: usabilità strettamente legata al fabbisogno

Quali potrebbero essere le cause di inquinamento delle acque sia profonde che superficiali?
Gli scarichi industriali, le attività agricole pregresse sugli ambienti o sui suoli dilavati dalle piogge (e
quindi quelle acque di percolazione che arrivano nei bacini imbriferi o nelle falde), dagli scarichi
urbani (= fognature), o da alcune situazioni naturali del sito (ex. ci sono alcune fonti che sono
ricche in alcuni elementi perché la geologia del suolo produce il rilascio di alcuni metalli o di alcune
sostanze).

Dopo un'attenta valutazione chimica e microbiologica si devono correggere i caratteri che


esulerebbero dai limiti di legge riportandoli in una condizione di sicurezza garantendo la potabilità
all'utente che si trova a chilometri e chilometri dal potabilizzatore e la purezza dell’acqua nel
momento in cui apre il rubinetto.
Potrebbero intervenire, però, tutta una serie di elementi che potrebbero alterare la qualità
dell'acqua nonostante il trattamento: a questo punto si usano i sistemi di disinfezione che servono
sia ad abbattere gli elementi patogeni di natura microbiologica ma che possono anche abbattere
alcune sostanze organiche. Per cui, si usano l’ozono o il cloro, i quali presentano pregi e difetti:
▪ Ozono: generalmente lo si usa in ambito industriale perché ha un potenziale redox elevato
(si distruggendo la molecola di ossigeno fatta da tre ossigeni è una molecola molto instabile
che si rompe generalmente in ossigeno biatomico con un ossigeno singoletto: questo
comincia a produrre la catena di reazione ossidativa). L’ozono, di fatti, distrugge gli enzimi
dei microrganismi, inattiva il virus, inattiva i protozoi, i miceti e gli elminti, evita sapori
sgradevoli, ossigena l'acqua e soprattutto ha una disinfezione rapidissima.
Generalmente, l’ozono è un gas che viene sparato contro corrente all’acqua e che si
disperde. Successivamente, nel momento in cui incontra l'acqua, questa sì disinfetta
(seppur in seguito non si avrà la garanzia che questa non sia nuovamente impura).
Dunque, l'ozono si usa per i trattamenti industriali (ex. le acque fisiologiche che vengono
iniettate in corpo, solo dopo averle sterilizzate tramite l’ozono, perché altrimenti si potrebbe
produrre l’infezione nel soggetto che ha fatto uso del farmaco. In pochissimi secondi,
evapora, viene chiusa la provetta e di conseguenza la disinfezione e la sterilizzazione è
garantita fino a quando non si apre l’ampolla).
Ovviamente, quindi, ha la rapidità di attività e questa alta capacità di sterilizzare; ma ha il
difetto che gli impianti costano moltissimo perché viene prodotta questa molecola tre-
atomica dell'ossigeno (che è fortemente instabile e quindi anche pericolosa dal momento
che gli impianti di produzione possono essere soggetti a esplosioni), manca di azione
residua (cioè non permane nell’acqua, per cui non garantisce nel tempo la disinfezione) e
soprattutto può produrre anche dei sottoprodotti.
▪ Clororichiesta: se ne fa un maggiore uso a livello potabile. Si parla di clororichiesta perché
si usa tanto cloro quanto serve a distruggere tutto ciò che potrebbe essere stato identificato
con le analisi.
Per cui la clorazione può essere semplice: si mette una quantità di cloro che è sufficiente a
distruggere tutto e che ne rimane un pochettino per poter garantire la disinfezione
dell'acqua a lungo termine (e quindi che abbia un’azione residua). Con la clorazione
semplice si tiene il cloro per un tempo lungo di contatto, si ha una bassa velocità di
reazione del cloro, si possono formare i clorofenoli.
Per la cloro-ammoniazione si usano dei sali di ammonio contenenti cloro. Questa
impedisce la formazione di clorofenoli.
Quindi ogni tipo di colorazione è basata sul tipo di uso che si deve fare di quell’acqua.
La clorazione può essere usata con cloro gassoso che si usa generalmente per le acque
molto profonde (ex. per le acque profonde dei pozzi del massiccio etneo, quindi del
vulcano, essendo molto profondo e molto puro, si usa il cloro gassoso per cui quando viene
bevuta l'acqua ha una bassissima percezione a livello olfattivo e gustativo del cloro);
mentre le acque più superficiali vengono trattate con biossido di cloro ipoclorito e la
quantità di cloro utilizzata è maggiore perché essendo più superficiale l'acqua potrebbe
essere maggiormente esposta a rischio di contaminazione.
La clorazione ha dei pregi: può garantirmi la disinfezione, ha proprietà decoloranti e
deodoranti (quindi anche l'acqua, di per sé, assume quello che è l'aspetto adeguato dal
punto di vista organolettico per poter essere consumata), distrugge i loro clorofenoli (per cui
se anche si formassero dei sottoprodotti di disinfezione, il cloro stesso distrugge, quindi
riducendo il rischio da esposizione a cloro fenoli), ma soprattutto il costo è ridotto rispetto
allo zonizzazione ma il biossido di cloro rispetto agli ipocriti, essendo un gas, ha un
pochettino di problemi soprattutto per quello che riguarda la gestione degli impianti che
possono anch’essi creare dei problemi di esplosione.
Clorazione al break-point:
Noi sappiamo che scegliamo il tipo di colorazione in funzione al tipo di acqua che si deve
disinfettare. È ovvio quindi che se si ha a che fare con acque profonde, che sono generalmente più
pure, si userà il cloro gassoso; nel caso, invece, delle acque di lago o di fiume (come può avvenire
in Emilia-Romagna e in Piemonte o nel Lazio) si deve utilizzare un sistema che mi dia una
maggiore garanzia di potabilità delle acque perché le sostanze organiche, gli elementi di disturbo o
patogeni che possono arrivare sono maggiori (soprattutto in quantità ma anche nella varietà).
Per cui, si fa una prima clorazione dove si aggiunge una certa quantità di cloro (che è calcolato
sulla quantità e sul tipo di analisi che sono state fatte sulle acque grezze) per poter cominciare a
distruggere tutto quello che incontra, soprattutto le sostanze organiche e gli agenti patogeni di tipo
microbiologico. A questo punto, una parte si lega alle sostanze organiche (perché così le fa
flocculare, cioè diventano più pesanti e tendono a sedimentare). Si deve eliminare il cloro residuo
combinato a quello che aveva intercettato, dunque si usa un’ulteriore clorazione che raggiungerà il
break-point quando ha distrutto tutto ed il cloro residuo combinati della precedente clorazione e
rimarrà soltanto il cloro residuo libero ovvero quello che rimarrà libero nelle acque per garantire la
disinfezione quando ad ex. si rompe una tubazione, oppure c'è un'infiltrazione, e quindi nel
momento in cui si aprirà il rubinetto l'acqua sarà comunque pura.

ex. Se si ha una casa (specialmente se di villeggiatura) e per molti mesi l’acqua potabile non è
stata utilizzata, non si può subito riempire l'acqua del bicchiere dal rubinetto, bensì si apre il
rubinetto e si fa scorrere per parecchi minuti l'acqua in maniera tale che si eliminò le stagnazioni;
di fatti, passando acqua corrente vi è quella quantità di cloro che va a disinfettare tutti i rubinetti.
Pertanto, la colorazione è il metodo più utilizzato per poter rendere potabile l'acqua, ma, se non è
fatta con tutti i criteri, potrebbe creare come elemento di disturbo alcune sostanze dette D-DBP
(Disinfection-Disinfection By Products) o dette semplicemente “sostanze alorganiche” o
“sottoprodotti della disinfezione” che sono tossici.
ex. il cloroformio, il triclorometano, il diclorometano, il tribromometano di cloro, il tribometano, il
cloroacetonitrile (come possiamo notare c’è sempre la molecola del cloro). Questi sono i prodotti di
una prima disinfezione che vanno distrutti con la disinfezione al break-point (per cui si dice
breakpoint quando ho raggiunto la rottura di tutte queste molecole e non ho più sostanze
alogenate nell'acqua insieme al cloro libero).

Addirittura, negli Stati Uniti ce n'è uno che è più facile chiamare MX. Tale molecola in acqua di
rubinetto a PH normale esiste a forma aperta. Questa si forma dalla reazione di matrici organiche
complesse come gli acidi umici con sostanze clorurate (è un tipico ex. della pianura padana perché
sono i territori della pianura padana costituiti da torbiere, cioè da elementi alluvionali ricchi in
sostanza organica, il che, se si usano delle acque di quell’ambiente, si deve necessariamente fare
il break-point perché se ci si fermasse alla prima clorazione si avrebbe una grande quantità di MX
che è cancerogeno). Questo è molto più frequente negli Stati Uniti, tant'è che lo MS nel 2004 ha
detto che c'è e potrebbe esserci una ipotesi tra aumento del cancro nelle età adulte con l'uso di
acqua di rubinetto.
Dunque, ci si potrebbe chiedere: ma allora è meglio usare l'acqua minerale? No, perché quella non
mi dà la garanzia né di essere fisiologica né di essere disinfettata; per cui ho un rischio
microbiologico che può derivare o da un cattivo imbottigliamento o da una cattiva gestione delle
bottiglie, soprattutto se sono messe all'aria aperta esposte al sole. Dobbiamo, però, ricordare
quanti sono i casi di morte accertata nelle giovani età se non hanno acqua potabile (e perciò
clorata), quindi io questo rischio lo assumo come il male minore e, consapevole di ciò, incremento
anche le attività di gestione dell'acqua e di trattamento per ridurlo.
Ecco che, se si usa acqua potabile con un alto livello di sottoprodotti di disinfezione, si potrebbe
avere un rischio nell'età adulta (70-80 anni) di cancro alla prostata, all'intestino. Addirittura, si dice
che il 9% di tutti i casi di cancro alla prostata e il 15% di cancro al colon retto potrebbero essere
attribuiti ai sottoprodotti clorurati dell'acqua potabile.

Inoltre, se le acque sono cariche di nitrati (che servono a e concimare i terreni) entrano a contatto
con l'acqua si trasformano in nitriti (che invece hanno e rappresentano un'alta tossicità per l'uomo).
Quando vengono assorbiti, attraverso le verdure o attraverso le carni (perché molto spesso i nitriti
sono dei conservanti utilizzati per conservare carne, salumi e formaggi per non farli deperire o
ammuffire), allora in quel caso si consumano nitrosammine. Queste ultime, che si formano nel
nostro stomaco adatto a basso valore di PH e quindi a forte acidità, sono un rischio correlato all'
arricchimento dei terreni e/o delle produzioni agricole con i nitrati o dell’uso dei conservanti; per cui
quando oggi noi parliamo di carne rossa che stimola il cancro, non parliamo della carne fresca,
bensì di tutti i prodotti proteici (compresi i formaggi) di lunga scadenza che hanno nella loro
formula i nitrati e i nitriti. Per cui è ovvio che, nel momento in cui si dà un'indicazione di una
corretta nutrizione, i cibi conservati o di lungo tragitto si cerca di limitarli perché lì sicuramente la
quantità di conservanti è maggiore.

LEZIONE 7
Tra le varie molecole che noi abbiamo ieri identificato come elementi di controllo assiduo da parte
dei dipartimenti di prevenzione ci sono i sottoprodotti della disinfezione, i nitriti che derivano
dall’ossigenazione e dall’idratazione dei nitrati, dagli IPA gli idrocarburi policiclici aromatici.

Cosa sono gli IPA?


Sono delle sostanze organiche particolarmente grandi come dimensioni e molto pesanti. Gli
idrocarburi policiclici aromatici detti IPA come acronimo sono una classe molecolare
particolarmente vasta numericamente; in questa classe di idrocarburi noi troviamo all'incirca 150
fino a 300 e molecole diverse, però ce ne sono un certo numero che sono osservate
costantemente nelle acque e negli alimenti che sono gli IPA CANCEROGENI E MUTAGENI (sono
16). Questi idrocarburi policiclici aromatici hanno la caratteristica di avere un comportamento
simile dal punto di vista chimico-fisico a quello dei grassi, per cui gli idrocarburi policiclici
aromatici si sciolgono bene in una sostanza grassa oleosa mentre, al contrario, non si dissolvono e
non si disperdono in un ambiente acquoso (se pensiamo a quando siamo in spiaggia e ci
sporchiamo di catrame, anche se passiamo l'acqua, il catrame rimane e quest’ultimo è
ricchissimo di idrocarburi policiclici aromatici, mentre le mamme per pulire i loro bambini
usano l’olio d’oliva che permette appunto di pulire la superficie della pelle, asportando, perché si
dissolvono, questi idrocarburi policiclici aromatici). Sono, di per sé, degli agenti cancerogeni ma
alcuni lo diventano effettivamente quando vengono metabolizzati a livello dello stomaco, perché
quando noi assumiamo delle sostanze non idrosolubili, per poterle evacuare ed eliminare,
abbiamo la necessità di avere delle sostanze trasformate in sostanze idrosolubili per essere
quindi eliminate attraverso le feci e le urine, per cui il nostro fegato a un certo punto comincia a
elaborare tutta una serie di enzimi che servono a detossificarci da tutte queste sostanze che
possono produrre un danno diretto o indiretto a quello che è l'organo “target” dove generalmente si
accumulano. Gli idrocarburi policiclici aromatici, quindi, tendono a muoversi come grassi per cui
tendono a essere acquisiti e compartimentalizzati come grassi, quindi seguono il metabolismo del
grasso. Soprattutto nella donna in gravidanza, le scorte di grasso vengono poi utilizzate per
produrre latte materno, quindi nel momento in cui io sono esposta ad alte concentrazioni di queste
sostanze queste possono rappresentare un rischio per me stessa direttamente o per la mia prole
nel momento in cui ne smobilito i grassi e quindi nutro il feto durante la gravidanza o addirittura
fornisco la quantità grassa necessaria al bambino attraverso il latte e quindi attraverso la nutrizione
con l' allattamento al seno.

Perché potrei acquisire una certa quantità di queste sostanze? Perché le posso trovare nelle
acque come elemento di disturbo, di inquinamento delle acque superficiali come il mare, i laghi, i
fiumi ma anche nelle acque profonde se i suoli contengono una quantità di rifiuti che possono
essere dilavati e possono quindi intercettare per scorrimento nel suolo, direttamente la falda
acquifera. Quindi gli idrocarburi policiclici aromatici possono rappresentare un problema per le
acque ma non solo, il fumatore ad esempio, ne assimila una grande quantità per via inalatoria, ma
con i cibi affumicati o con i cibi grigliati o cotti troppo quindi “anneriti”, oppure quando uso alimenti
che nell'ambiente dove sono si sono sviluppati io si sono accresciuti, ad esempio il pesce,
l’animale, i vegetali sono esposti agli idrocarburi, possono acquisirli e quindi veicolarli a noi
attraverso l'alimentazione.
Gli idrocarburi, in particolare il “benzo(a)pirene” ha una regione più scoperta detta “bay region”
che è suscettibile dell'attacco ossidativo dovuto a questi enzimi e che quindi produce una
ricombinazione della molecola sino al benzo(a)pirene 7-8 diol 9-10 epoxide; questa, quindi, diventa
la forma attiva cancerogena. Lo diventa perché ha la capacità di essere scambiata come una base
del DNA, e quindi si lega, si intercala nel DNA alterando e mutando di conseguenza quella che è la
trascrizione genica e quindi la funzionalità delle proteine trascritte o del segnale inviato dal punto
di vista del RNA messaggero. Quindi queste sostanze ,essendo mutagene, cioè che provocano
una alterazione e quindi una mutazione del DNA del soggetto che incontra queste sostanze le
assorbe, hanno anche la caratteristica di essere fortemente lipofili e quindi seguono il canale
alimentare legandosi fortemente alle sostanze grasse (questo è il motivo per cui in gravidanza, per
evitare l'esposizione del feto che è molto piccolo rispetto alla quantità di idrocarburi che potrebbe
essere assimilata dalla mamma, viene proibito l'uso, per esempio, del salmone, delle sostanze
grasse di origine animali ,l'uso per esempio del tonno e del pesce spada, perché sono animali
molto alti nel vertice della catena alimentare quindi sono dei grandi predatori che di conseguenza
biomagnificano, cioè assumono tutte le quantità di queste sostanze attraverso la loro dieta, quindi
se mangiano 10 acciughe con un microgrammo chilo di idrocarburi policiclici aromatici per ognuno
ne avranno assunto 10 e lo assimilano NON LO ESPELLONO per cui essendo animali molto
grassi assimilo con la mia dieta tutta la quantità di IPA o anche di altre sostanze come le diossine
che possono avere acquisito con la loro alimentazione).
Generalmente gli IPA si trova difficilmente nelle acque potabili dei sistemi occidentali perché noi
abbiamo sostituito quelle che sono le giunzioni o i coibentanti con sostanze o con materiali più
compatibili a quello che poi è l'uso dell'acqua per via alimentare, a differenza del passato in cui si
usava la canapa catramata (quindi se l'acqua fosse venuta a contatto col catrame ovviamente si
sarebbe caricata e arricchita di queste sostanze che erano tossiche). Questo elemento purtroppo
lo abbiamo invece nei paesi in via di sviluppo, dove ovviamente la tecnologia, anche
nell’impiantistica, è sicuramente molto più arretrata rispetto a quella che abbiamo nei paesi
occidentali. Però, abbiamo anche i metalli, molti metalli possono essere utili sotto forma di
“catalizzatori” quando queste sostanze sono presenti in traccia o ultratraccia cioè a concentrazioni
così piccole da dover ovviamente poter essere assorbite senza danno, anzi divenendo funzionali.

L'arsenico, in particolare, è uno dei metalli pesanti più osservati perché sappiamo che l'arsenico a
certe dosi è letale, perché avvelena il soggetto che lo assorbe e pertanto oggi sappiamo che la
tossicità dell’arsenico è correlata alla sua forma chimica, per cui l'acido arsenico interagisce col
metabolismo cellulare, ma è l'acido arsinico che forma legami stabili con i gruppi reattivi degli
enzimi della pelle e dei reni, denaturandoli. Per cui l’arsenico in questo caso è un composto
cancerogeno associato ai tumori della pelle. L'arsenico purtroppo, essendo tossico, è un elemento
che spesso entra nella formulazione dei prodotti fitosanitari (ovvero di quelli che noi
chiamiamo insetticidi, piretroidi e fitofarmaci, fitosanitari, insomma tutte quelle sostanze che
servono a debellare un animale, ad esempio la disinfestazione ma anche in merito alle piante
diciamo non utili, quindi quando si usa “l’erbicida” si usano delle sostanze che sono anche ricche
non solo di prodotti farmacologici tossici ma anche di metalli che ne ampliano e ne amplificano la
capacità di tossicità).
Perché fa parte dei fitosanitari e denatura gli enzimi della pelle? Perché molto spesso il
melanoma in origine era associato esclusivamente all'esposizione continua e senza protezione ai
raggi UVB e UBA del sole, però la medicina del lavoro ci ha offerto l'occasione di osservare che
invece “ il melanoma è un cancro particolarmente frequente negli agricoltori “ perché
l'agricoltore che lavora in campo generalmente prende più sole, ma è anche molto più esposto a
tutte quelle molecole che contengono arsenico ,quindi l'esposizione non è soltanto ambientale
(dovuto a uno stile di vita diciamo non opportunamente regolato) ma anche a un'esposizione di
tipo professionale che quindi va contemplata in quelle che sono tutte le attività che svolge il
medico competente nella valutazione ovviamente dei rischi a cui questo soggetto è esposto per
svolgere la sua funzione lavorativa.

I prodotti fitosanitari, quindi, sono più composti chimici usati in agricoltura per combattere sia i
parassiti ma anche altri organismi dannosi per l'uomo, ma anche per gli animali e le piante
(pensiamo all'antipulci all'antiflebotomo, all’antizecche, al vermifugo e a tutto quello che noi
mettiamo negli ambienti, nei giardini per combattere le parassitosi delle piante, quindi anche
l’insetticida che usiamo sulla nostra pelle per combattere per esempio la puntura della zanzara)
quindi bisogna NON ECCEDERE perché la quantità di pesticidi alterano il metabolismo umano e
come gli idrocarburi policiclici aromatici hanno una forte lipofilia e quindi come per gli IPA, tendono
a essere acquisiti. Consideriamo che i pesticidi, se l'assunzione o l’esposizione è costante nel
tempo anche durante la gravidanza, è fortemente correlata alla ipospadia cioè a tutte quelle
malformazioni che sono a carico dell'organo genitale e della parte bassa dell'intestino. Per
cui le “ipospadie” sono tutte quelle malformazioni urogenitali che possono anche creare una
disabilità permanente ai bambini. Sono oltretutto anche molti di questi cancerogeni, per cui
bisogna (oltre che per il melanoma) fare attenzione all'uso che se ne fa e alla dispersione che se
ne fa in ambiente. Pertanto, la risorsa idrica, per i suoi risvolti e per le sue ripercussioni che ha
sulla salute pubblica, diventa un focus collettivo di controllo ma anche un diritto e un dovere a
far sì che tutta la popolazione sia adeguatamente salvaguardata e tutelata. Quindi l'acqua
pubblica quindi l'acqua potabile, diventa un elemento sostanziale di sanità pubblica, un
intervento di sanità pubblica. Per salvaguardare, ovviamente, la qualità e anche la quantità (cioè
conservare una quantità adeguata di acqua) bisogna avere una visione integrata dei problemi in
seguito al “corretto utilizzo”, bisogna gestire l'ambiente che accoglie le fonti di
approvvigionamento in maniera da non apportare contaminazione, bisogna produrre un corretto
smaltimento dei rifiuti sia solidi ma anche di quelli fognari civili e industriali che sono liquidi,
tutto questo per salvaguardare la purezza e la qualità delle acque. L'organizzazione mondiale della
sanità (OMS) afferma che anche se il processo di disinfezione potrebbe provocare la presenza di
molecole in grado di causare effetti a lungo termine sulla salute dei consumatori ( intendiamo i
sottoprodotti della disinfezione) non si può però far a meno della disinfezione se vogliamo
prevenire rischi molto più gravi e molto più letali , soprattutto se ricordiamo le tavole di mortalità
infantile come la bassa qualità delle acque sia correlata ad altissimi tassi di mortalità infantile
sono dovuti ovviamente alla presenza di agenti patogeni o di sostanze chimiche tossiche
nell'acqua potabile. Pertanto, l'eliminazione della disinfezione (dov’è possibile) la si elimina
rendendola più blanda (ricordando l’esempio delle acque profonde per cui invece degli ipocriti di
cloro di sodio o della cloro-ammonizione, posso usare il “cloro gassoso” pertanto intervenendo
nella chimica delle acque in maniera più blanda). Inoltre, noi eliminiamo già i rischi collegati alla
disinfezione stessa con i vari trattamenti successivi.

“FAKE NEWS SULLE ACQUE”


Perché sull'acqua parla chiunque senza avere cognizione di causa, pertanto per esempio questa
fake dice che “bere acqua da sdraiati è sicuramente meglio per la salute piuttosto che berla da
diritti in piedi”, un'altra per esempio informazione che è uscita in una in una città, dove si dice che
“l'acqua potabile è radioattiva e quindi potrebbe essere problematica per l'uso potabile”, bensì
l’acqua che è assolutamente controllata contro gli elementi radioattivi è proprio l'acqua potabile,
mentre, non si cercano per legge nell'acqua minerale. In “Meridione News edizione di Palermo”
troviamo una fake news sull'acqua potabile, articolo del 2018, dove qualcuno ha detto che “l'acqua
potabile del palermitano era contaminata” e quindi il sindaco Orlando ha dovuto invece mettere in
evidenza che il controllo che veniva fatto costantemente aveva dato esito positivo e quindi che i
controlli sulla rete idrica erano assolutamente eccezionali, per cui quello che era stato riportato qui
era assolutamente falso. Altro caso di fake news dice che una persona che ha scritto come “i
campioni di acqua, presi ovviamente dalle acque di rubinetto, erano inquinate, contaminate da
fogna” ma non era assolutamente vero. Tutte le fake news sull'acqua di rubinetto sono
condizionate anche da chi stimola a spingere il consumatore a usare acque di diverso tipo o
ad acquistare elementi prodotti tecnologici che dicono essere di ottima qualità per il
miglioramento delle acque di rubinetto i cosiddetti “depuratori”. In Italia 22 Marzo 2019 in
occasione della giornata mondiale dell'acqua, Culligan (un'azienda internazionale che si occupa di
trattamento delle acque) ha fatto un elenco delle fake news che girano in materia di acqua
potabile “l'acqua di rubinetto non è sicura” secondo una recente ricerca del CNR deputato al
controllo delle acque a livello nazionale, l'Italia si posiziona un ottimo quinto posto in Europa per
la qualità delle acque di acquedotto, ci precedono solo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria cioè
luoghi dove usano acque di montagna. Considerando che l'acqua di falda è sempre migliore di
quella di superficie, l'elevata qualità media della nostra acqua è dovuta all' origine sotterranea
per circa l’85% delle nostre fonti, l'acqua dei nostri acquedotti e rigorosamente e giornalmente
controllata dalle Asl insieme agli acquedotti stessi.
“L'acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto” questo è quello per cui tanti di voi pensano di
acquistare l'acqua in bottiglia, quindi “minerale” (per cercare di risolvere un problema di sicurezza
sulla salute) e l'acqua invece di acquedotto e quindi le acque potabili sono regolate da
normative differenti rispetto alle acque minerali che sono acque termali, per cui tale
discrepanza normativa fa si, invece, che alcune acque minerali in commercio contengono elementi
come l'arsenico, il manganese, i solfati in quantità superiori rispetto ai parametri ammessi per
l'acqua del rubinetto. Quindi molti di questi parametri normati per le acque di rete, non hanno
limite per le acque in bottiglia, le bottiglie di acqua minerale in commercio sono in plastica il
che significa che ha la tendenza a deteriorarsi se esposta a fonti di calore, a rilasciare le
microplastiche.
“L'acqua ad elevato contenuto di sodio fa male alla salute”, quindi, tutti compriamo l'acqua
oligominerale priva di sodio che fa urinare. In presenza di alcune patologie, l'acqua minerale è
assolutamente raccomandata un' assunzione ridotta di sodio, ma non è l'acqua che ci porta il
sodio ma E’ L’ALIMENTAZIONE, l'acqua in realtà ha un impatto trascurabile rispetto a quella
assunta attraverso gli alimenti( per esempio 100 grammi di prosciutto contengono quasi tre grammi
di sodio, mentre per assumere un solo grammo di sodio dall'acqua dovremmo bere in un giorno
solo 20 litri di acqua potabile) quindi è una cognizione sbaglia che bere acqua iposodica fa bene
alla salute perché totalmente irrilevante. “L’acqua ad elevato contenuto di calcio fa venire i calcoli”
altra fake news, è un luogo comune senza fondamento perché, come conferma anche l’Istituto
Superiore di Sanità, non c'è correlazione tra la quantità di calcio nell'acqua e l' insorgenza
dei calcoli ma, è anzi vero il contrario una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di
sviluppare questa patologia perché viene a mancare quello che è lo ione calcio che va ad
abbattere la formazione di acidi che servono appunto a creare il calcolo stesso. Quindi, in
generale, per chi ha predisposizione o soffre di “calcolosi” la raccomandazione medica è quella
di bere tanto perché quel che conta è la quantità totale di liquidi che si assumono nella giornata
per stimolare il rene a eliminare quei cataboliti che, nelle vie urinarie, possono sedimentare,
producendo i calcoli.
“Il cloro presente nell'acqua del rubinetto non fa bene” il cloro è presente per legge nelle acque
potabili per sanitizzare e disinfettare gli acquedotti ed eventuali contaminazioni batteriche, il cloro
presente nell'acqua del rubinetto può risultare sgradevole al gusto ma tale fastidio può essere
eliminato con semplici filtri a carbone attivo, che elimina l' eccesso (non molto consigliato) piuttosto
usare quelle che usavano le nostre nonne, cioè delle caraffe con bocca larga perché il cloro in
eccesso tende a evaporare.
“Le bottiglie d'acqua in plastica sono riciclabili e si smaltiscono senza problemi” la bottiglia di
plastica ha una vita media intorno ai 1000 anni, non sono biodegradabili ma sono molto ricche di
particelle all'interno, che si accumulano durante la soffiatura della bottiglia, la cui quantità rimane
bloccata all'interno della bottiglia perché per legge l'acqua minerale non può essere disinfettata
e pertanto nel momento in cui la bottiglia è calda e quindi ha scaricato e fratturato la plastica per
formarsi, viene immediatamente riempita con l'acqua minerale (quindi quello che noi beviamo
quando pensiamo di usare acqua minerale in realtà è un bel brodo di plastica). Attualmente solo
una parte di bottiglie in plastica viene raccolto e avviato al riciclo (perché noi pensiamo che
tutti gli oggetti di plastica che noi raccogliamo possono essere riciclati, ma non è così perché la
gran parte della plastica che noi raccogliamo dalla differenziata deve essere invece incenerita
perché non ha le caratteristiche per poter essere riciclata) quindi è ovvio che meno io uso la
plastica minore sarà la quantità di rifiuto che produco e quindi minore impatto ambientale ci sarà a
livello globale, in più la stessa produzione della plastica richiede grandi quantità di acqua e petrolio
per cui non è neanche un mercato di un prodotto sostenibile. Alcuni recenti studi hanno inoltre
confermato che l'acqua minerale non è sana rispetto alle altre acque ma l'acqua del rubinetto, il
cibo fornisce gli stessi minerali benefici per la salute. Infatti:
-il calcio è importante per la salute delle ossa e per prevenire le patologie cardiovascolari;
-il magnesio altrettanto;
-il fluoro previene le carie dentali;
-il sodio è un elettrolita importante (perché se io eccedo nel potassio ma non lo equilibrio con il
sodio ho una perdita di ioni, perché altera il metabolismo e la funzionalità renale);
-il rame ha una elevatissima funzione antiossidante e serve a fissare
-il ferro per quanto riguarda, quindi, quelle condizioni anemiche, un’acqua troppo povera di sali e
quindi anche di rame non mi consente di fissare il ferro, e quindi anche qua abbiamo degli effetti
diretti sia antitumorali per quanto riguarda la capacità antiossidante ma anche contro tutte le
patologie diciamo cardiovascolari.
-il selenio che ha una funzione antiossidante e soprattutto stimola il sistema immunitario
potenziandolo
-il potassio che ha tutta una serie di effetti biochimici ma, soprattutto, nelle acque ha dei livelli
importanti per cui, se si usa spesso acqua minerale iposodiche o oligominerali, si può soffrire di
crampi notturni agli arti inferiori per la carenza di potassio, magnesio e calcio. Infatti, lo sportivo
non usa implementare l’esercizio con i liquidi delle acque minerali, bensì utilizza banana e
cioccolata fondente.
Uno studio sulle acque in bottiglia nel 2001 in Nord America ha concluso che l’acqua generalmente
contenuta ha la stessa quantità di minerali dell’acqua potabile. Per cui, quando ad ex. si va a
comprare acqua oligominerale, si sta comprando la stessa acqua che esce dal rubinetto.

Consigli per una corretta idratazione:


a. Cercare di bere almeno un bicchiere d’acqua prima di ogni pasto (colazione, pranzo, cena,
spuntini) e durante ogni pasto.
b. Avere sempre a portata di mano una bottiglietta d’acqua (al lavoro, in borsa, nello zaino…)
c. Consumare frutta e verdura ogni giorno, sono alimenti ricchi di acqua e Sali minerali
fondamentali per mantenere un buon ricambio idrico (non solo l’acqua è importante per idratare
l’organismo).
d. Non ignorare lo stimolo della sete e non aspettare a bere quando lo si percepisce.
e. Limitare il consumo di sale e zucchero che alterano l’equilibrio idrico.
f. L’acqua naturale deve essere la scelta principale per soddisfare la necessità dell’organismo,
ma anche tè o tisane possono essere utili ove non ci siano controindicazioni mediche.

Condizioni che portano ad un aumentato fabbisogno di liquidi:


- quando si pratica attività fisica (a qualsiasi livello)
- quando in estate la temperatura si alza sensibilmente, facendo attenzione alle attività in mare e
piscina che non fanno percepire correttamente la sudorazione
- durante la gravidanza e l’allattamento le richieste di liquidi aumentano
- quando si ha la febbre alta poiché l’elevata temperatura corporea aumenta la dispersione dei
liquidi per favorire la termoregolazione
- infine, è utile ricordare ai bambini e agli anziani di bere, poiché hanno spesso una percezione
ridotta dello stimolo della sete e possono facilmente andare incontro a disidratazione. Fanno
eccezione i neonati con allattamento materno esclusivo, i quali ricevono i liquidi di cui hanno
bisogno attraverso il latte materno, è possibile che i bambini nati in una stagione particolarmente
calda necessitano infatti di poppate più ravvicinate per soddisfare oltre che gli aspetti nutrizionali
anche quelli idrici.
Rifiuti liquidi e solidi:
Fanno parte della gestione delle acque anche i rifiuti, soprattutto i rifiuti liquidi. Riguardo questi
ultimi sono indicati dalla legge come reflui.
I reflui possono essere distinti in reflui industriali e reflui urbani (o assimilati). I primi hanno delle
caratteristiche che sono particolarmente diverse da quelle chimico-fisiche delle acque rispetto a
quelle prodotte dalle città (ovvero i reflui urbani). Questi ultimi si dividono a loro volta in acqua
bianche (meteoriche che derivano dal lavaggio delle strade o dalle grondaie dopo la pioggia) e
acque nere (acque domestiche o derivate dagli scarti umani che vengono convogliate nelle
fognature).
I reflui urbani comunque presentano dei rischi perché possono arrecare dei danni:
- per il benessere: dovuti al cattivo odore, allo sviluppo di animali (in particolare insetti) se non
vengono mandate al di fuori della città attraverso il sistema fognario
- per la salute: perché possono essere ricettacolo di patogeni che sono alla base della
trasmissione delle malattie infettive o della tossicità nel caso in cui fossero ricche di sostanze
tossiche (ex. se consideriamo ciò che facciamo con le acque all’interno di case o negozi con
l’ausilio dei detergenti)
- per l’ambiente: perché le acque ricche di queste sostanze sono molto più nutrienti per le alghe
rispetto ad un’acqua trattata, per cui i bacini idrici che raccolgono acque di scarico come mare,
fiumi e laghi tendono a utrofizzarsi incrementando l’ipossia delle acque dal momento che le alghe
sottraggono ossigeno alle acque.

Come ha gestito l’essere umano i rifiuti?


Abbiamo 3 Tipi di approcci
-l’approccio primitivo: buttiamo tutto per strada come si faceva fino al medioevo (anche se nel
medioevo i romani avevano creato gli acquedotti)
poi abbiamo l'uomo consociativo
-l’uomo primitivo e consociato quindi è quello che fa scaricare nell’ambiente naturale (nel suolo nel
sottosuolo) le acque superficiali, lo scarico fognario e i reflui, aspettando che l'ambiente da solo
recuperi questa auto capacità depurativa. Ciò si verifica solo quando
A) BASSA QUANTITA' DI REFLUI
B) REFLUO BIODEGRADABILE
C) ELEVATA CAPACITA' AUTODEPURATIVA ECOSISTEMA ACC.
D) EVENTUALE ACCLIMATAZIONE DEI MICRORGANISMI (che si nutrono del refluo)
-mentre l’uomo tecnologico ci consente l'uso di tecnologie più importanti sia di natura chimica che
proprio microbiologica che ci permette di fare un trattamento efficace (sistema mi consente di
raggiungere l'obiettivo che mi sono posto) ed efficiente (un sistema più economico ma che mi
garantisce l'efficacia di un trattamento)
PRIMA FASE
A) CONFERIMENTO il refluo nel sistema tecnologico di approccio non è lasciato alla natura ma
viene conferito. quindi il conferimento è il rendere nello spazio limitato la dispersione di questo
elemento
B) RACCOLTA la raccolta nelle colonne fognarie che quindi si distribuiscono per tutto il luogo in
cui il sistema fognario è presente e ci consente quindi l’allontanamento
C) ALLONTANAMENTO, dunque, dalla dal luogo di produzione fino all’uomo.
Con la presenza del trattamento ha inizio la
SECONDA FASE
D) TRATTAMENTO intendiamo tutta una serie di
trattamenti che svolgiamo su sull’acqua che
arrivata al depuratore abbassandone il carico
inquinante permettendomi quindi lo smaltimento
E) SMALTIMENTO smaltire l'acqua dei bacini
idrici o nel suolo con un rischio bassissimo di
inquinamento.

SISTEMA FOGNARIO
generalmente oggi sono di tipo doppio misto quindi con doppia coibentazione per evitare che una
fratturazione esterna interna possa produrre la dispersione delle acque fognare. Ma la prima cosa
che noi dobbiamo sapere il carico inquinante di quest’acqua, per cui si fa:
-un monitoraggio con un prelevamento di un campione rappresentativo quindi si fanno delle analisi
agli impianti di scarico delle acque di trattamento delle acque di scarico
-dove si va a vedere con le determinazioni chimiche che cosa c'è e in quali concentrazioni.

TRATTAMENTO NELLO SPECIFICO


Quando si fa riferimento al trattamento è
importante distinguere:
-il pretrattamento: quando noi raccogliamo le
acque di scarico nelle condotte fognarie arrivano
al depuratore con questo colore e questa
torbidità per cui la prima cosa che viene fatta è la
grigliatura cioè quest’acqua cade su delle
griglie di dimensioni variabili in maniera da
trattenere le sostanze solide grossolane. Esse
poi vengono centrifugate, l’acqua entrerà
nuovamente nel refluo mentre il solido andrà a
essere trattato come un rifiuto solido organico.
Alla grigliata segue la dissabbiatura... molte sostanze tendono a sedimentare per cui quest’acqua
dopo la grigliatura entra in una vasca di calma dove sta parecchie ore per cui queste sostanze
hanno il tempo di sedimentare. Si scarica l'acqua in un ulteriore vasca e li si raccoglie questa
sabbia e limo. Quest’ultimo viene nuovamente centrifugato, si separa l'acqua e si riporta in scarico
in rifiuto liquido mentre la sabbia viene utilizzata come concime. Poi si passa alla camera di
sgrassatura dove l'acqua viene sottoposta a un lento movimento che fa sì che i globuli di grasso
vadano in superficie e una sorta di raschietto che raccoglie e sposta quindi questi grassi dalla fase
superficiale, ovviamente anche il grasso poi viene centrifugato e viene recuperato e smaltito sotto
forma di residuo solido a uso agricolo. Infine, c'è l’equilizzazione che è una forma di
flocculazione ovvero, ci sono sostanze che naturalmente non sedimentano e lasciano l'acqua
torbida queste particelle, quindi, vengono messe a contatto con dei sali generalmente sono solidi
ferrosi, che si legano a queste particelle le fanno precipitare sotto forma di flocculanti (es piscina e
fognature)
-il trattamento primario sedimentazione per recuperare quello che viene fuori dall'equalizzazione
quindi tutti i fiocchetti (?) di queste sostanze colloidali
-il trattamento secondario chimico fisico cioè si aggiungono delle sostanze flocculanti ulteriori per
far precipitare anche ciò che col primo flocculante non è precipitato (dipende dalla tipologia
chimica della sostanza che voglio far precipitare)
-e il trattamento terziario biologico ovvero inoculo delle colonie batteriche che utilizzano il fosforo e
l'azoto presente in queste acque come fonte di nutrimento. Acqua e batteri si mettono in reattori
chiusi ossigenati (o in carenza di ossigeno in base al tipo di ceppo che uso) e il batterio comincerà
a fare il lavoro sporco ovvero comincerà a mangiare sostanza organica per la propria crescita e
riproduzione. i batteri cominceranno ad avere una crescita logaritmica esponenziale ma non
appena finirà la sostanza organica cominceranno a morire, sedimenteranno e nasceranno i fanghi
da depurazione per cui l’acqua viene trattata ulteriormente se necessita (sempre da un punto di
vista chimico e biologico con il trattamento terziario) ma se alla fine è stata eliminata da tutte le
sostanze che potevano essere eutrofizzazione anti per le acque che le recepiscono come
smaltimento a quel punto vengono disinfettate generalmente con dei sistemi o cloro di cui per
esempio il mare è pieno o con l' ozono per distruggere i patogeni se sono rimasti e quindi smaltirli
in ambiente. Dei fanghi si fa concime e l'acqua oggi la si riutilizza per irrigare i campi o per
sostenere le richieste idriche delle fontane e oggi si sta attuando la depurazione per riportarla in
condizioni di potabilità e questo è il passaggio futuro che si sta studiando molto perché la quantità
di acqua che si spreca o che si perde enorme ma soprattutto la quantità di acqua disponibile per
usi potabili è sempre meno presente.
RIFIUTI SOLIDI
se io non gestisco le acque di scarico
possono essere motivo di infezioni
dall'uomo all’animale, dall’animale
all’ambiente e riportarla agli uomini
sani attraverso la contaminazione del
suolo, delle acque profonde, delle
piante, degli animali attraverso la
catena alimentare. Quindi è
importante gestire anche le acque di
scarico.
A questo punto è importante parlare
anche del rifiuto solido, il quale è un rischio ambientale e per la salute umana. Sappiamo già che
rifiuti solidi possono essere sia industriali che urbani e i rifiuti industriali possono essere pericolosi,
non pericolosi e inerti; mentre i rifiuti urbani possono derivare dalla pulizia delle strade, dai
materiali di rifiuto, degli uffici e negozi, i rifiuti ospedalieri e da tutto quello che noi produciamo
come rifiuti dalle attività domestiche.
Ovviamente come le acque sporche anche rifiuti solidi possono avere
-un danno estetico
-un danno ambientale possono inquinare la falda acquifera, l'inquinamento può essere anche di
tipo atmosferico per esalazioni di sostanze tossiche in particolare sostanze odorigene quindi
solforose (la puzza di marcio) e l'inquinamento del suolo.
-soprattutto un danno infettivo diretto indiretto in base al tipo di rifiuto solido e a quanto liquido
rilascia nell’ambiente, che ovviamente si carica di sostanze tossiche diventando un ricettacolo per
tutti quegli insetti che hanno necessità di questi ambienti per riprodursi (mosche alle zanzare ratti
blatte)
-E infine un dispendio energetico in quanto abbiamo un costo intrinseco del rifiuto stesso e un
costo di smaltimento.

TRATTAMENTO DEI RIFIUTI


il trattamento dei rifiuti urbani solidi deve essere efficace (eliminazione danni) ed efficiente
(repentino, poco oneroso, tutela all’ambiente) e consiste in:
A) CONFERIMENTO
B) RACCOLTA
-Direttamente svolto dai cittadini tramite raccolta differenziata -
C)ALLONTANAMENTO
C)SMALTIMENTO
-che attraverso i servizi municipali o le cooperative che vincono la gara d’appalto-
Per quanto riguarda lo smaltimento del rifiuto c'è una prima fase
-la cernita generalmente domiciliare o tramite centri di raccolta che migliorano la separazione
-poi abbiamo lo smaltimento che può comprendere:
a) COMPOSTAGGIO: Un problema del compostaggio è che non esiste ancora una normativa che
regola il controllo delle microplastiche nel compost per cui queste tendono a rientrare nell’ambiente
attraverso compost.
b) INCENERIMENTO che è generalmente visto dal cittadino come il male peggiore anche se è
meglio della discarica in quanto mentre la discarica una volta riempita tutto quello che succede non
può essere gestito, l’inceneritore oggi con le tecnologie attuali produce sostanze contaminanti
minori rispetto allo scarico di un'attività produttiva quali ad esempio un panificio. Quindi oggi
bisogna anche stare molto attenti a questa idea che l'inceneritore è il male assoluto perché fa
comodo perché la gestione dei rifiuti è uno degli elementi che maggiormente rende. inoltre, il rifiuto
quando viene incenerito provoca la riduzione del volume, la trasformazione in cenere inerti che
vengono molto spesso utilizzate per produrre i cementi, si abbassa la riduzione del costo, si riduce
il costo di trasferimento del rifiuto da un comune all'altro per trasformarlo e si recupera calore o
energia.
c) STOCCAGGIO IN DISCARICA CONTROLLATA (c’è la slide ma lei non l’ha spiegato)
d) RICICLAGGIO è importante come presupposto per lo sviluppo sostenibile. Ci permette di
avviare il rifiuto così raccolto al recupero, trasformandolo in nuova materia senza farlo diventare
rifiuto, quindi, sia così anche un minor consumo del Territorio un minor consumo di materie prime
naturali e una maggiore biocompatibilità di questi elementi. Di conseguenza oggi si pensa o
appunto a produrre uno sviluppo sostenibile anche nella gestione del rifiuto e quindi si cerca di
recuperare tutto il recuperabile per riutilizzarlo (per esempio l’organico la carta la plastica il vetro i
metalli)
-sino agli anni 70 abbiamo sottovalutato il problema con grandi investimenti economici
assolutamente non utili e che non ritornavano al cittadino
-tra gli anni 70 e 90 è cominciata a essere presente alla regolamentazione
-agli inizi degli anni 90 si è finalmente imposto di ridurre la produzione e incentivare il riuso dei
materiali e il recupero e
riciclaggio di materia ed energia
e di smaltire soltanto quello che
non poteva più essere
riutilizzato
-oggi invece si parla di circular
economy cercando di non
produrre più rifiuti (ad esempio
la dematerializzazione dei
documenti)

ALLA BASE DI TUTTE


QUESTE POLITICHE CREARE
UNA NUOVA CULTURA
DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
grazie anche all' informazione corretta del cittadino, a campagne di comunicazione attraverso la
scuola, sensibilizzando la popolazione soprattutto i più giovani, formando chi governa il territorio
ma anche chi governa l'economia del territorio e soprattutto implementando la ricerca scientifica
per cui la raccolta differenziata è sicuramente un elemento ottimo come punto di partenza per
ridurre il volume del rifiuto che non può essere più utilizzato.

LEZIONE 8
Biotossine algali
Abbiamo una presenza oggi di tossine algali anche negli ambienti acquatici d’acqua dolce (laghi,
fiumi) e questo problema sta diventando un problema di difficile gestione, in quanto coinvolgendo
la catena alimentare coinvolge anche l’acqua potabile, ovvero quei fiumi, o quei laghi, o quelle
dighe, che vengono utilizzate per produrre acqua potabile hanno un elemento di rischio in più e
quindi che va valutato prima di poter potabilizzare le acque, determinando se c’è un rischio. La
prima volta che si sono manifestate queste alghe rosse è stata una delle Piaghe d’Egitto che sono
ricorrenti nello studio della Bibbia e dove si evince che tutte le acque del fiume divennero sangue i
pesci che erano nel fiume morirono, il fiume ristagnò e gli egiziani non poterono più bere l’acqua
del fiume (due son le cose o Mosè se ha avuto la fortuna di incontrare questo elemento nel
momento giusto oppure era un problema che in particolari condizioni climatiche è esploso) per cui
questa è una particolare alga la cui tossicità è importante perché è emolitica, cioè distrugge i vasi
sanguigni, e dato che i pesci respirano attraverso le branchie (dove avviene lo scambio con
l’ossigeno e l’anidride carbonica) caratterizzate da un tessuto fortemente irrorato di sangue
capillarizzato, il primo elemento che viene a distruggersi a contatto con una grande
concentrazione di queste tossine è la branchia del pesce, e chiaramente muore perché non riesce
più a produrre l’atto respiratorio. Questo è divenuto un elemento di cui noi ci occupiamo per
stabilire se esiste il rischio, lo stimiamo, per poi gestirlo; per gestirlo applichiamo quelle che sono le
norme igienico-sanitarie, sia per quanto riguarda, ad esempio, la conduzione degli allevamenti (gli
allevamenti di mitili in mare o di pesce in mare o in acque dolci), questo elemento potrebbe creare
due problemi: economico perché muoiono gli animali, di conseguenza l’allevatore ha un problema
economico diretto, indirettamente invece rappresenta un elemento sostanzialmente negativo tipo
per quello che è invece la qualità del pesce che quindi non è più genericamente possibile
utilizzarlo e di conseguenza ha comunque un elemento di disturbo.
L’igiene ambientale, quindi, si occupa di monitorare le matrici ambientali al fine di rilevare tutte le
alterazioni che potrebbero causare nocumento alle forme di vita che esso ospita, uomo compreso.
È ovvio che io devo conoscere questo argomento nel momento in cui io applico la mia attività a
quelle persone che vivono in ambienti a rischio.
Cos’è l’Harmful algal bloom (HAB)? È la fioritura algale tossica. Ci sono tante specie che
possono produrre apparentemente delle bellissime colorazioni nelle acque, ma che invece
contengono una tossicità particolarmente acuta (es. alimentandosi con pesci che sono stati
contaminati con la tossina del ciguatera questo sarà letale). È possibile classificare le HABs
attraverso:

 Colorazione dell’acqua, per cui alcune specie hanno questa caratteristica che le rendono
molto evidenti;
 Rilascio di biotossine, che possono arrivare a noi tramite l’alimento;
 Rilascio di ittiotossine, cioè tutte quelle tossine che uccidono i pesci;
 Rilascio di biotossine che vengono trasportate dall’area di fioritura fino alla costa
La diffusione nel Mediterraneo di specie algali alloctone (estranee al mediterraneo) è stata
permessa grazie all’attraversamento dello stretto di Gibilterra delle navi, che dai Tropici come il
golfo del Messico o da alcune aree dell’oceano indiando arrivano attraverso l’Oceano Atlantico o
dal Pacifico, mentre attraverso il canale di Suez è possibile l’attraversamento delle navi, che
incamerano acqua di zavorra, la quale poi dovrebbe essere rilasciata nell’ambito portuale. Da un
punto di vista igienico-sanitario loro non possono rilasciare in mare aperto o in zone limitrofe alla
costa queste acque in quanto diventano un rifiuto, per cui va scaricata con le autobotti e gestita
come elemento pericoloso; purtroppo, però, siccome il trasferimento di questi rifiuti ha un costo per
l’armatore, alcune volte rilasciano l’acqua di zavorra in mare aperto, contribuendo alla diffusione di
queste specie tossiche.
L’azione contaminante prodotta dall’uomo può avvenire:
 Attraverso il trasporto volontario, ad esempio con l’importazione di pesci o molluschi vivi
per poi allevarli in ambienti molto lontani da quelli da cui derivano;
 Attraverso il trasporto involontario, ad esempio mediante l’acqua di zavorra o “ballast water”
delle navi che transitano da e per il mediterraneo.
È da considerare che queste specie sono presenti anche nei mari artici, dove in estate riescono a
fiorire rappresentando un ulteriore problema ambientale per chi alleva i salmoni.
È possibile anche catalogarle in funzione del tipo di effetto tossico o di sintomo che la persona
esprime quando entra in contatto con concentrazioni importanti di questa tossina:
 Paralitiche: alcune persone credono di aver avuto una paralisi facciale o emiparesi dovuta
ad altri problemi di salute e invece si manifestano o a causa dell’ingerimento di alimenti
contaminati o all’assunzione inalatoria diretta;
 Neurotossiche, che provocano infiammazioni o problemi importanti a livello del sistema
nervoso centrale e periferico;
 Diarroiche
 Amnesiche, che alterano la percezione e la capacità di conservare il ricordo nell’ambito del
sistema nervoso centrale;
 Ciguatera, letale per via alimentare.
Ovviamente tante sono le tossine algali con cui noi possiamo vanire a contatto, ma sappiamo che
alcune di queste si concentrano, come fanno gli idrocarburi policiclici aromatici, i metalli, le
diossine per gli alimenti; anche queste possono entrare nella catena alimentare, accrescersi di
concentrazione man mano che mi sposto dai produttori fino ai predatori e infine l’uomo è l’ultimo
predatore della catena alimentare più alta, per cui è ovvio che mangiare alimenti che possono
acquisire queste sostanze diventa un problema. Per questo motivo in ambito dei mercati ittici,
l’istituito zooprofilattico (che è la parte sanitaria veterinaria di controllo degli alimenti) va a verificare
che gli organismi che potrebbero essere suscettibili vengano controllati a random.
Noi abbiamo sviluppato, purtroppo, una certa conoscenza con la palitossina, che è una tossina
rilasciata dal Genere Ostreopsis un ambiente in cui è presente diffusa verifichiamo già i ricci
perdono gli aculei e che le stelle di mare perdono alcune delle loro braccia. Questo è già un
indicatore che la qualità del mare è alterata, soprattutto da una palitossina (questa è la tossina più
letale conosciuta, tant’è che chi mangia il sushi a base di pesce palla viene utilizzato solo dopo
un’eviscerazione perfetta, in quanto il pesce palla tende a nutrirsi di coralli che sono ricchi di
questa tossina).
Questa tossina riesce anche attraverso la balneazione ad avere effetti diretti alla salute umana, ad
esempio con i rush (ulcerazioni). Abbiamo una serie di elementi che ci contraddistinguono per la
presenza di queste specie in vari posti nel mondo,
specialmente nel Mediterraneo.

Il dipartimento di igiene siciliano ha valutato questo


problema, cominciando ad evincere la presenza di
queste alghe già nei comuni di Bagheria, Ficarazzi, S.
Flavia Capaci, Isola delle Femmine, Terrasini,
Tappeto, Balestrate ed Erice, e sono addirittura stati
superati i limiti di guardia.
Ovviamente c’è tutta una normativa che protegge il
consumatore: nel trattamento degli alimenti è
importante usare acqua pulita
Quelli illustrati in rosso sono i limiti di legge per cui se
un alimento supera per ogni singola tossina questi
parametri non è più edibile, e quindi non può essere
più consumato o venduto.
L’analisi per la rilevazione di biotossine algali negli
alimenti esiste, ci sono tutta una serie di monitoraggi
che ci consentono ti trovare quelli che sono gli
elementi che potrebbero essere distorsivi, tossici o
problematici e di conseguenza l’HACCP (che è uno
degli elementi che ci consente di verificare tutti i
passaggi, dalla raccolta del prodotto fino alla sua
trasformazione e alla vendita, tutti le possibili fonti di
rischio e di contaminazione. Possiamo dire che noi
abbiamo tutta una serie di sistemi di precauzione che
ci consentono di ridurre il rischio e pertanto ci
permette anche di tutelare la sanità.
Dobbiamo considerare che noi oggi stiamo valutando
la presenza di tossine algali anche nelle riserve idriche
esposte al sole (se non si clorasse l’acqua potrei avere le condizioni idonee per sviluppare alcune
di queste specie).

Nutrizione e salute
Una corretta nutrizione, accompagnata da attività fisica e controllo di fattori di rischio, è un
elemento fondamentale per la prevenzione di numerose condizioni patologiche, dovute ad
esempio alla scarsa igiene degli alimenti nel momento in cui li assumiamo, in quanto potrebbero
portare a delle gravi infezioni alimentari. È infatti stato dimostrato quanto uno stile di vita sano
possa far diminuire in modo significativo la possibilità di sviluppo di malattie ma allo stesso tempo
bisogna dare particolare attenzione anche al tipo di alimento che bisogna assumere. Nel 1993 fu
creata la dieta Mediterranea, simile a quella giapponese, e si tratta di una dieta povera in cui è
indicata molta attività fisica e si prediligono frutta e verdure fresca quindi non vi è alcun bisogno di
utilizzare pesticidi o altri prodotti chimici, assunzione di legumi al posto della carne e pesce in
grandi quantità. Inoltre, il grano utilizzato è maggiormente integrale quindi ricco di fibre sia per il
controllo del colesterolo ma anche per eliminare i grassi che attaccandosi alle fibre vengono
eliminati attraverso le feci.
Il controllo dell’alimentazione è ancora più intenso durante l’infanzia e per le persone che hanno
determinate problematiche alimentari e che necessitano di ulteriori controlli. Col tempo, anche gli
scambi commerciali, la ristorazione di massa e la diffusione di grandi catene di supermercati o
fast-food hanno contribuito al sorgere di nuovi problemi per la sicurezza alimentare, a causa ad
esempio della cattiva conservazione dei prodotti e soprattutto per i problemi di impatto ambientale
dato che la maggior parte degli alimenti vengono consumati in luoghi molto lontani dal loro luogo di
produzione.
Per questo, nel 1996 al World Food Summit è stata accettata la definizione internazionale di
sicurezza alimentare: “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed
economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscono le loro necessità e preferenze
alimentari per condurre una vita attiva e sana”.
L’igiene alimentare contempla innanzitutto la buona qualità di un alimento sotto il profilo igienico e
sanitario. Spetta agli operatori del settore alimentare garantire che gli alimenti o i mangimi
soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi di
produzione, trasformazione e distribuzione. Il loro obbiettivo è quello di ottenere alimenti più sicuri
ed igienici possibili. E quando il processo di salubrità viene perfettamente rispettato dal produttore,
molto spesso sono proprio i consumatori a ridurre la qualità dell’alimento attraverso la cattiva
conservazione, poiché non si ha una corretta gestione dell’’alimento e ciò potrebbe portare danni
alla nostra salute. I rischi per una scorretta conservazione e da contaminazione sono quelli
microbiologici (batteri, virus, parassiti), quelli chimici (se negli alimenti sono presenti sostante
indesiderabili presenti in natura o tossiche) ed
infine fisici (corpi estranei come vetro, plastica,
osso, roccia).
L’alimentazione, secondo l’epidemiologia,
rappresenta il 50% delle tossinfezioni alimentari.
Infatti, secondo l’OMS, nel 2005, la maggior parte dei
morti per diarrea sono da ricondursi all’ingestione di
acqua e cibo contaminati.

Nei soli Paesi industrializzati, ogni anno oltre il 30% della popolazione è soggetto ad un’infezione
di tipo alimentare. Per questo motivo, molto spesso fare un controllo epidemiologico delle
tossinfezioni degli alimenti ci consente di verificare se ci sono in atto delle epidemie o dei patogeni
particolarmente rischiosi. Ad esempio, In Europa vi è il report annuale Ecdc-Efsa sulle malattie
trasmette da alimenti vi sono Salmonella, Listeria, Campylobacter…
Anche in Italia vi è un controllo per i possibili focolai di tossinfezioni alimentari previsto dal DM del
15 dicembre del 1990, che suddivide le malattie in 5 classi. Tuttavia, spesso i dati sono distorti a
causa della mancata diagnosi di laboratorio e alla poco tempestiva trasmissione delle informazioni
che non permettono di condurre le indagini necessarie per stabilire la fonte e le modalità di
trasmissione.
A causa della mancata cura degli alimenti possiamo andare incontro alle infezioni alimentari, che
solitamente contengono microrganismi vivi che colpiscono la mucosa intestinale, oppure alle
tossinfezioni alimentari, dovuti all’uso di alimenti di tossine e batteri, ed infine intossicazioni
alimentari, causate dal consumo di alimenti contenenti tossine prodotte da microrganismi che si
sono moltiplicati sull’alimenti precedente al suo consumo.
Nello specifico sono stati individuati dei focolai epidemici di tossinfezione alimentari soprattutto
all’interno della famiglia, mense, esercizi commerciali o servizi di ristorazione collettiva ma anche
alcuni fattori che condizionano l’insorgenza di tossinfezioni come l’età, la virulenza del ceppo, la
carica microbica, deficit immunologici, terapie antibiotiche…
Un elemento che favorisce la contaminazione è la scarsa conservazione. La contaminazione può
avvenire per:

 commistione tra cibi già cotti e cibi crudi;


 cibo ottenuto da fonti incerte;
 cattiva igiene dell’alimentarista;
 attrezzatura non pulita.
Mentre, la moltiplicazione del microrganismo avviene a causa di:

 scorretto mantenimento della temperatura degli alimenti;


 aumento del numero di giorni tra preparazione dell’alimento e il suo consumo;
 scorretta preparazione dell’alimento.
Infine, si fa riferimento alla sopravvivenza del microrganismo che può avvenire per:

 cibi crudi;
 cottura inadeguata dell’alimento.
MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI:

- CONTAMINAZIONE DIRETTA: da uomo o animale malato/portatore sano a uomo sano;


- CONTAMINAZIONE INDIRETTA: tramite veicoli, cioè mezzi inanimati di trasmissione come
acqua o stoviglie, o vettori, cioè mezzi animati di trasmissione come mosche, zanzare o
topi;
- CONTAMINAZIONE CROCIATA: da alimento infetto ad un alimento sano.
Popolazione sensibile: bambini, anziani o persone con malattie come HIV.
LEZIONE 9
IL CONCETTO DI SALUTE
“LA SALUTE È UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE FISICO MENTALE SOCIALE, E NON
CONSISTE SOLAMENTE NELL’ASSENZA DI MALATTIE O INFERMITA”.
QUESTA È LA DEFINIZIONE DI SALUTE SECONDO L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA
SANITA’.
SECONDO NOI STAR BENE VUOL DIRERIUSCIRE A TROVARE UN EQUILIBRIO TRA
“CORPO E MENTE”.
SE UNA PERSONA NON SI TROVA BENE NELL’AMBIENTE SOCIALE PUO’ANDARE
INCONTRO A STRESS, SEINVECE UNA PERSONA RICONOSCE I PROPRI LIMITI E NON FA
PIU’ DI QUELLO CHE PUO’ FARE STARA’ BENE E NON RISCHIERA’ DI ANDAREINCONTRO A
MALATTIE DEL SISTEMANERVOSO.

La dieta mediterranea può essere identificata come un presidio medico chirurgico, cioè ha la
stessa funzione di un farmaco. Da un punto di vista di sanità pubblica, il condividere delle
informazioni circa la capacità preventiva e salutare di questa dieta che ci consente di migliorare
tutte quelle che sono le determinanti inerenti agli stili di vita che possono permetterci di migliorare il
nostro stato di salute, mantenerlo sano per un tempo più lungo possibile.
La dieta mediterranea ha delle caratteristiche:
-è costituita da un’attività fisica sia moderata che costante nel tempo;
-ha bisogno di una bella frazione di cereali, ma anche di frutta e verdura fresca molto varia;
-utilizza principalmente, come fonte di grassi, l’olio d'oliva extravergine;
-si usa più frequentemente del pesce, a discapito invece di uova, latticini, derivati del latte e di
carni animali.

Nei dati di mortalità, tra i paesi, gli Italiani, gli spagnoli e i giapponesi, sono le popolazioni che
sopravvivono più a lungo. Questo significa che la dieta mediterranea con la dieta giapponese e la
dieta spagnola ha delle similitudini. Per la Spagna è ovvio, perché ricade nel bacino del
Mediterraneo, ma se si guarda la dieta giapponese principalmente utilizza come fonte proteica il
pesce e quindi ha un basso consumo di latticini e di carni.

Se si accosta a questo tipo di alimentazione una discreta attività fisica, la qualità di vita e lo stile di
vita del soggetto si avvicina a quello che è il Good standard, della qualità di vita o dello stile di vita
che viene consigliato per migliorare la salute dell'uomo. La nutrizione e la dieta essendo elementi
di sanità pubblica hanno una similitudine col concetto di salute.
L’ALCOOL
Molti dicono che bere un bicchiere di vino rosso aiuta a prevenire tutte le patologie cronico
degenerative a carico del sistema cardiovascolare, ma così non è, perché il “resveratrolo” ovvero
quell’ antiossidante che si usa per testare le sue qualità di elemento che contrasta la malattia, (per
esempio l’ipercolesterolemia), e che migliora la performance dell’apparato cardiovascolare,
bisogna prenderne in quantità veramente elevate. Per assumere questa quantità di resveratrolo, si
dovrebbe bere un centinaio di litri di vino e ovvio che questo è assurdo, quindi in realtà noi
accompagniamo i pasti con il bicchiere di vino ma bisogna essere molto molto moderati con l'uso
di alcool, perché anche nel vino rosso, nel vino bianco, oltre che nei superalcolici, esiste una
quantità di alcol che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare, per cui il l'alcol può
diventare all'interno della dieta un elemento a sfavore, nel momento in cui si vuole perseguire la
salute.

L’alcool, data la sua capacità di produrre la dipendenza nel soggetto, è considerato come una vera
droga. Il cervello si abitua alla stimolazione che viene fuori dall’assunzione dell’alcool, di
conseguenza si applicano sempre più dosi. I forti bevitori, ad esempio, non vanno in ebbrezza
quando invece bevitori occasionali con 2/3 bicchieri birra già vanno in escandescenza.

La dipendenza diventa quel fattore che produce tutta una serie di decadimenti neurologici e
alterazioni della capacità di discernimento che provoca poi tutta una serie di problematiche sulla
salute.
L'alcool entra a far parte di quelle che sono le sostanze che creano dipendenza, per cui è una
droga in tutto e per tutto, anche se la sua produzione e la vendita sono legali e pubblicizzate, ma
vengono taciuti però gli effetti di un suo cattivo uso, cosa che invece è stata by passata con il
tabagismo, poiché nei pacchetti di sigarette per legge ora i produttori devono mettere anche delle
indicazioni su quelle che sono le conseguenze negative. Il fumo porta problemi di tipo
cardiovascolare, oncologico sul soggetto fumatore. Si sta lavorando anche per il discorso
dell'alcool, così che si possa portare ad una completa informazione su quali sono gli effetti
dell’alcool.

Gli effetti sono:


-la dipendenza;
-i problemi fisici, per cui chi utilizza con una certa frequenza l' alcool soffre di inappetenza e questo
è il motivo per cui gli alcolizzati tendono a diventare sottopeso;
-un deficit della memoria della capacità di apprendimento, difficoltà a camminare, formicolio agli
arti, esofagite (reflusso), gastrite, emorragie gastrointestinali e infine cirrosi epatica, pancreatite
acuta, ipertensione, delirium tremens (nella fase di astinenza in cui si cominciano ad avere dei
problemi anche di tipo neurologico);
-problemi relazionali, viene a mancare l'essere inclusi a livello sociale. Nel concetto di salute si
deve considerare anche l'inclusione sociale come determinante di salute, per cui i problemi
relazionali dovuti all'alcool sono dovuti al decadimento della facoltà intellettiva e alla perdita del
senso etico; quindi, si diventa aggressivi, si ha un cambiamento repentino dell'umore, possibilità di
incorrere ad incidenti stradali o ad incidenti con altre persone dovuti all' aggressivi e anche
frequenti ricoveri ospedalieri.

L' alcolismo è una condizione in cui un individuo si inserisce volontariamente, dovuto a un


eccesso di consumo di alcool, può dare problemi di tipo psico-sociale, può essere anche
ereditario, cioè in famiglie dove si fa un elevato uso di alcool, si può anche riconoscere nei figli
questo abuso, soprattutto se la donna in gravidanza bere e questo potrebbe portare delle
malformazioni al piccolo. Le categorie di individui che maggiormente fa uso di alcool è quella del
sesso maschile adulto, anche se negli ultimi anni ci si è resi conto che la fascia di popolazione più
sensibile all'uso dell'alcol sono soprattutto i minorenni e si sono unite le donne, per cercare di
mimare i costumi maschili hanno assunto anche le cattive abitudini dell'uomo.

Alcuni tumori correlati all'uso dell'alcool sono: quello del fegato, quelli dell’utero, dello stomaco e
del seno, sono appunto aumentati in concomitanza al consumo crescente di alcool. Inoltre,
l’alterazione dei sensi e della capacità di discernimento rende più facile andare incontro a incidenti
non solo stradali ma anche lavorativi, se si è stato di ubriachezza non si può guidare, di
conseguenza per tutelare sia il cittadino che il guidatore stesso ci sono delle leggi che invitano a
non mettersi al volante, nella legge viene sottolineato il rischio della sospensione della patente, se
si feriscono terzi si va incontro al penale (omicidio stradale).
IL FUMO
Il fumo può creare tutta una serie di problemi. Il fumo di sigaretta non è un vizio, non è una
abitudine, ma una vera e propria tossicodipendenza e di questo il fumatore se ne deve fare una
ragione. Il tabagismo è identificato come una malattia e come tale deve essere trattata, il fumo di
tabacco è un aerosol micidiale di 4000 sostanze nocive cancerogene, tra cui troviamo: gli
idrocarburi policiclici aromatici, le nitrosamine, il benzopirene, il benzoantracene. Poi ci sono tutta
un'altra serie di gruppi di sostanze che sono irritanti per la mucosa bronchiale, tra cui l'acido
cianidrico, l'acetaldeide, la formaldeide, l'ammoniaca e il monossido di carbonio, che si lega
all'emoglobina molto di più dell’ossigeno, mantenendo lo scambio ossigeno/anidride carbonica,
creando la condizione polmonare ipossica.

La nicotina è una sostanza che fa sì che il fumatore cerchi sempre un'altra sigaretta, senza
riuscire a farne a meno, è una sostanza che attraverso il fumo di tabacco, in pochi secondi, arriva
al cervello.
Nel 1988, la medicina ufficiale ha affermato che la nicotina creava dipendenza come le altre
droghe, tipo eroina, cocaina e anche alcool, mentre le industrie del tabacco ne conoscevano le
caratteristiche farmacologiche già dal 1963, ma continuavano ad affermare che non dava
dipendenza, per continuare a vendere liberamente il fumo a qualsiasi età e a qualsiasi genere di
persone, anzi addirittura era considerato e pubblicizzato come un componente importante per il
gusto, quindi si aveva a che fare con il business.
In passato veniva aggiunta la caffeina, perché, essendo un elemento diuretico, nel momento in cui
si inala la nicotina e caffeina, non solo viene potenziata la capacità stimolante della sigaretta, ma
viene anche subito eliminata la nicotina, attraverso le urine, per cui il cervello richiede sempre più
velocemente e costantemente l'uso e quindi il consumo di altra nicotina, quindi si ottiene sempre
un consumo crescente.
Ciò consiste in una frode, infatti la legge impone che nelle sigarette non siano messe sostanze
diuretiche; tra cui la caffeina,
Chi fa uso delle nuove tecnologie tabagistiche, quali ad esempio le sigarette elettroniche o i
riscaldatori di tabacco, spesso si usano gli aromi, tra cui c'è quella di cappuccino e caffè, ciò
alcune volte è un modo per imbrogliare il consumatore, per cui il consumatore sceglie di
abbandonare l'attività tabagica da combustione (sigaretta tradizionale) verso il fumo elettronico. Il
fumo elettronico deve essere solo uno strumento per cessare la dipendenza e quindi ridurre
sempre più il dosaggio di nicotina, fino ad usare la sigaretta elettronica con zero nicotina, quindi
permettendo al soggetto di disintossicarsi dalla nicotina e di liberarsi dalla sua dipendenza. Se
invece si tende ad usare entrambe le formulazioni, pensando di poter diluire in questo modo gli
effetti nocivi del fumo, è vero si può diluire l'effetto nocivo del fumo tradizionale con quello
elettronico, ma se si continua ad usare entrambi in realtà non si sta smettendo la dipendenza e
soprattutto si fuma più nicotina.

L’unica terapia corretta è smettere di fumare. Per aiutarsi bisogna utilizzare dei sostituti della
nicotina come: le gomme da masticare, i cerotti, le compresse, il fumo elettronico che rilasciano
sempre una sempre più ridotta quantità di nicotina, così da evitare le crisi di astinenza e abituare il
soggetto a consumarne sempre meno.
Questo tipo di terapia non è una terapia che può fare il singolo soggetto “malato” di tabagismo, ma
va accompagnato sia dal medico e soprattutto da uno psicologo, perché le due terapie vanno
combinate, altrimenti il risultato non sarà efficace come quello che generalmente viene utilizzato
dalla combinazione tra medico clinico e psicoterapeuta.
ALIMENTAZIONE E SALUTE
Con la dieta mediterranea tutto migliora, ma ci si deve chiedere perché si mangia? Perché è
salutare l'alimentazione? L’organismo di cosa ha bisogno realmente? Che cosa contengono gli
alimenti? Quando mangiare? Quanto e cosa mangiare? Per rispondere a ciò bisogna mettere in
relazione l'alimentazione con salute e malattia.

Si mangia solo per la necessità di nutrirci, quindi di far funzionare ottimamente il nostro corpo.
Un’alimentazione corretta serve, oltre che a soddisfare le necessità qualitative e quantitative
dell’organismo, ad armonizzare perfettamente con la nostra sfera psicologica e di soluzione.
Quando si dice che è rilassante bere al caldo una cioccolata, oltre che ad un apporto nutrizionale,
può anche migliorare la sensazione di benessere psicologico.

Si ha la necessità di:
-carboidrati, soprattutto quelli con la fibra, quindi integrali;
-proteine;
-grassi, anche se in minore quantità, ma necessari perché costituiscono in parte alcuni nostri
enzimi, il nostro colesterolo, ma soprattutto la gran parte delle nostre cellule è fatta anche da una
componente grassa;
-vitamine
-sali minerali, per il nostro equilibrio osmotico;
-acqua, tramite uno stato di idratazione completo.

Gli alimenti possono essere distinti in:


-alimenti plastici, che contengono:
 proteine, sali e vitamina e sono: carne, uova e pesce;
 proteine, calcio, grassi, vitamina A e B2 e sono: latte e derivati;
 amido, proteine, sali, minerali, fibra, vitamina B e sono: legumi secchi;
-alimenti energetici, che contengono:
 amido, vitamina B1 e B2, proteine e sono: cereali e tuberi;
 vitamina A, D, E e sono i grassi di contenimento, perché i grassi veicolano l’assorbimento
di tutte quelle vitamine, che sono liposolubili, si incamerano attraverso i grassi, quindi latte,
uova, carne e oli;
-alimenti protettivi, che contengono:
 sali, fibre, minerali e vitamine e corrispondono ai cosiddetti vegetali ricchi di vitamina A, che
sono carote, basilico, pomodori;
 sali, fibre, minerali e vitamine e corrispondono ai cosiddetti vegetali ricchi di vitamina C, che
sono arance e tutte le verdure colorate.

La giornata alimentare si articola in:


- una prima colazione, che molti giovani saltano, sbagliando, perché è il momento in cui si dà una
spinta al metabolismo, che ci aiuta a dimagrire;
-eventuale spuntino a metà mattinata;
-il pranzo che non deve essere esagerato;
-eventuale merenda pomeridiana (anche più di 2/3 spuntini durante il corso della giornata)
soprattutto se si è bambini, quindi in crescita, per cui il metabolismo è molto più accelerato e ha
bisogno di energia, oltre che di elementi strutturali plastici, importanti sono anche per la donna in
gravidanza, che arriva anche a 7 pasti, ovviamente non completi (o mangiare per tre), questi
piccoli spuntini servono a mantenere un minimo di alimenti che servono alla crescita del feto,
poiché è velocissima, ma questi alimenti devono essere molto magri, quindi si tende a mangiare la
frutta, la verdura, uno yogurt o un bel bicchiere di latte fino a 00:00, alternando ai tre pasti principali
questi spuntini, fino a quello notturno che serve a far riposare bene la donna, perché nel momento
in cui la donna in gravidanza non dorme, perché il bambino è sveglio, si agita perché ha fame,
quindi lo spuntino notturno, che generalmente è fatto di uno yogurt e di un tazza di latte, ha lo
scopo di far riposare bene la donna gravida e anche di mantenere il livello energetico adeguato per
il feto in crescita;
-cena.

L'italiano medio ha assunto delle abitudini alimentari assolutamente squilibrate e non più aderenti
alla dieta mediterranea, ma si deve comunque consumare :
-4/5 porzioni di cereali al giorno, esempio gli spuntini con qualche biscottino o dei cereali o una
porzione di pane;
-3 porzioni di verdura;
-2 porzioni di frutta, possibilmente mattina e sera, o dopo il pasto, oppure per merenda
-2 porzioni di latticini, generalmente magri, per cui lo si usa alla mattina o come spuntino;
-2 porzioni di alimenti ricchi di proteine, dove si privilegiano i legumi e il pesce, a discapito di carne,
uova e formaggi;
-quantità di grassi e di zuccheri limitati , addirittura per un pasto normale, secondo la dieta
mediterranea, non si devono consumare più di due o tre cucchiaini da caffè di olio d'oliva
extravergine durante la giornata, quindi si si predilige consumare l' olio in piccole quantità e
condire gli alimenti con altri condimenti, caloricamente parlando meno importanti, quali: limone,
succo d'acero e succo di mele.

C'è un legame strettissimo tra cibo e salute, un alimentazione sicura ed equilibrata è


essenziale per garantire il benessere ed è anche riconosciuto un legame tra cibo e malattie, ad
esempio un’associazione tra:
-la sclerosi e l'alimentazione ricca di grassi soprattutto di origine animale;
-l'obesità e l’infarto e un'eccessiva introduzione di calorie;
-i danni epatici e i disturbi neurologici e l'abuso di alcool, ma anche le persone che bevono alcool
sono molto più esposte di altre persone a incorrere in un tumore, infatti tanto più precoce è il
consumo di queste sostanze (il fumo insieme all'alcool, obesità) tanto più sarà probabile che il
giovane adulto abbia problemi di malattie cronico degenerative;
-eccessivo consumo di zuccheri e obesità, diabete e carie, gli uomini del passato non soffrivano di
carie, questo perché non usavano gli zuccheri raffinati come oggi, ma usavano solo ed
esclusivamente il fruttosio, ovvero il consumo di frutta, quindi prodotti derivati dalla frutta per
dolcificare e un pochino il miele, non accessibile a tutti. Oggi sappiamo con certezza che il diabete
e la carie sono elementi che derivano sostanzialmente da un consumo eccessivo di zuccheri, ma
anche una dieta ricca di grassi può far incorrere in diabete, perché il grasso quando viene
consumato sviluppa e libera zuccheri nel nostro sangue;
-eccessivo consumo di sale e ipertensione arteriosa, il sale va moderato nel suo consumo,
soprattutto nei bambini piccoli.

LE MALATTIE DEL BENESSERE E DELLE POVERTA’


Ci sono una serie di malattie che sono collegate all' alimentazione. Alcune sono collegate all'
eccesso di alimentazione, altre invece alla privazione di alimentazione.
Le malattie del benessere sono generalmente dovute ad un eccesso, quindi all' obesità.
Le malattie della povertà, invece, sono dovute ad una iponutrizione, che di conseguenza portano a
una minore longevità del bambino.

Le malattie del benessere sono: l’anoressia e la bulimia, caratterizzate anche da una radice
psicologica. L' anoressia è un rifiuto totale dell'alimentazione, mentre la bulimia porta il soggetto ad
abbuffarsi, poi incorre il senso di colpa e di rifiuto del cibo e quindi in genere tendono a provocarsi
il vomito.
E’ possibile diagnosticare o interpretare alcuni segni clinici, che possono rappresentare il primo
sintomo nell’ anoressia: in passato era tipicamente femminile, oggi invece si è diffusa anche tra i
giovani ragazzi maschi, si nota un aumento eccessivo della cura della persona attraverso la
palestra, fanno tantissima attività fisica, perché il fine ultimo è quello di dimagrire, ma nello stesso
tempo avere un regime alimentare ristrettissimo, quindi il peso che si riduce, di conseguenza
nascono tutta una serie di problematiche, tra cui l'osteoporosi, l’infertilità nella femmina, per cui
vengono a sparire le mestruazioni e soprattutto vi è una perdita capacità di autoregolazione del
fegato, che cessa di funzionare in maniera fisiologica e diventa patologico, vi è soprattutto un
abbassamento delle difese immunitarie.

Il primo sintomo della bulimia può essere visto nell' arcata dentale, a differenza della anoressia,
questa incontra anche una fascia di popolazione più adulta. L'auto provocarsi il vomito produce un
deperimento della dentina dei denti, per cui in genere i denti rovinati, anche in soggetti sani, può
essere indice o sintomo o un campanello d'allarme per osservare se questo soggetto soffre di
bulimia, nel bulimico non c'è una magrezza eccessiva, bensì c'è un altalenante crescita e
dimagrimento, per cui il soggetto acquisisce e perde peso rapidamente.

L’obesità invece è un eccesso di calorie consumate rispetto al proprio metabolismo e all’attività


fisica che si compie, quindi nei soggetti sedentari deve assolutamente ridurre le quantità di cibo
che assume. Oggi il problema dell’ obesità è un problema dell'occidente, perché si tende a fare dei
pasti molto completi rispetto a quello di cui dovrebbe usufruirne l' organismo, ma il problema
attuale sono soprattutto i bambini, poiché oggi tendono a essere obesi soprattutto al sud Italia,
dove sono più sedentari e la mamma ,essendo casalinga, tende a preparare il pasto e a renderlo
più ricco, mentre nel centro nord, la gran parte delle famiglie hanno una donna che lavora e di
conseguenza il bambino mangia in mensa scolastica, dove il diario alimentare viene più
controllato, proprio perché l'alimentazione consiste in una vera e propria attività di controllo della
salute .
L’obesità è una realtà dei paesi industrializzati si definisce sovrappeso chi supera il 10% del
proprio peso, obeso chi lo supera del 30% e l’obesità si definisce grave quando supera il 60% del
proprio peso. L'obesità è detta anche obesità psicogena perché indotta da problemi mentali,
perché la gente si trova a disagio quindi magari, per problemi psicologici tende a trovare beneficio
e conforto nell’ alimentazione, ma l'obesità provoca anche gravi danni al cuore, può condurre varie
malattie come il diabete, il cancro soprattutto del colon retto del fegato, dell'ovaio, del seno e poi
causa l’ipertensione .

L’anoressia e bulimia sono le due facce di uno stesso disturbo alimentare, che però diventano
drammatica malattia se non si curano in tempo. L’ anoressia inizia con una dieta e poi si trasforma
in un rifiuto totale del cibo, la bulimia invece è causata dall’ aumento della fame però poi con un
senso di colpa che porta a vomitare.

C’è invece chi non ha l'alimento a disposizione e di conseguenza i bambini e i soggetti che non
hanno la possibilità di avere un pasto, queste sono le cosiddette malattie della povertà sono
differenti da quelle del benessere, sono malattie che provocano molti danni, sono diffuse
soprattutto nei paesi sottosviluppati ,una malattia più diffusa è la tubercolosi e la malaria , perché i
ragazzini e gli adulti hanno un sistema immunitario depresso e la liberazione di queste malattie
sarà possibile solo quando anche i popoli saranno liberati da questo sottosviluppo, tra queste
anche l' HIV, che è frequente soprattutto nei paesi africani, cioè nei paesi in via di sviluppo, proprio
a causa della mal nutrizione. Il cibo è la prima cosa che previene l’AIDS. Una dieta sana può
aiutare a rinforzare il sistema immunitario e mantenere il fisico in forze, anche quando è attaccato
dall’HIV e dall’AIDS. Per molte famiglie nei paesi in via di sviluppo, i medicinali per l’AIDS e l’HIV
sono troppo cari o semplicemente introvabili, per molti, una buona alimentazione può essere
l’unica possibilità per rallentare la malattia (una buona alimentazione non è solo un modo di curare
la malattia, ma ne evita la diffusione).

LA SALUTE E LO SPORT
1) Che cosa è lo sport?
Lo sport è un fenomeno di massa diffusosi durante lo sviluppo industriale, non solo per occupare
il tempo libero ma anche per ovviare alla vita sedentaria che si conduceva.

2) Che cosa porta ogni ragazzo fare attività fisica?


Fare attività fisica mette ogni ragazzo in condizioni di sviluppare armoniosamente il fisico e di
crescere in modo sano fisico e di crescere in modo sano.

3) Che funzioni svolge?


Lo sport favorisce una funzione molto importante, quale la socializzazione

4) Che cosa può favorire lo sport?


Lo sport favorisce anche l’evoluzione psicologica, perché permette di auto valutarsi e di
confrontarsi con gli altri in modo corretto e rispettoso.

5) Lo sport può portare droghe?


Si, perché la competizione nello sport da una parte può essere bello, però allo stesso tempo può
essere pericoloso, soprattutto per i ragazzi che possono fare uso di droghe.
IL CIBO COME LINGUAGGIO E CULTURA
Il cibo può diventare un modo per rendere evidente la differenza sociale tra le persone, perché si
associa ad un alimento o ad uno stile alimentare un modo per distinguerci dagli altri. Si può
pensare ai vegetariani, ma anche al valore che si dà ad alcuni alimenti; un esempio può essere la
condivisione dello stesso cibo in famiglia in occasione di determinati avvenimenti sociali, introduce
le persone nella stessa comunità e li rende quindi membri della stessa cultura, tutta la famiglia si
riunisce a Pasqua ma anche di altre feste, dove si ha l’abitudine di condividere il pranzo con gli
altri. Il dono del cibo getta un ponte tra noi e l'altro, ad esempio quando si è invitati da qualcuno
siamo portati a portare del cibo, per condividerlo con gli altri, quindi l'alimento è un fattore
simbolico antropologico.
Il cibo diventa anche strumentale nel sottolineare le differenze tra gruppi e serve a rafforzare
l'identità di un gruppo o a separare e distinguere noi dagli altri, per cui spesso il cibo è utilizzato
come metafora di ciò che è buono e ciò cattivo, per esempio per i musulmani il maiale è impuro,
quindi non si mangia e non si beve nessun alcolico, ma se si pensa invece ai vegetariani non
usano alimentarsi di prodotti carnei per un discorso etico, ovvero per non uccidere gli animali.
L'approccio del vegano è anche diverso, perché mentre il vegetariano ha un approccio etico, ma
consumare soprattutto prodotti vegetali migliora lo stato di salute, quindi hanno sì un'etica ma
principalmente poggiata su un discorso salutistico, nei vegani invece ciò che predomina è l'aspetto
etico, tant'è che molti alimenti di origine animale, ma che non portano all' uccisione dell'animale
non vengono consumati, come le uova come i latticini cose che invece i vegetariani consumano.
Se poi invece si pensa allo status symbol, chi mangia caviale e ostriche o offre questo tipo di
alimento sta dimostrando una categoria sociale elevata, piuttosto di chi offre pasta e ceci, come e
cosa si da mangiare agli ospiti diventa un modo per sottolineare le differenze. Attraverso la
pubblicizzazione o dell'alto costo di alcuni alimenti, il cibo diventa anche stato symbol, oggi quindi
l'antropologia dell'alimentazione è in crescita.
L'assistente sociale è probabile che debba verificare se il bambino è ben nutrito dal punto di vista
alimentare da chi si ne deve prendere cura, se per esempio deve gestire un disabile, deve
osservare con quali tipi di alimenti lo nutre, perché potrebbe notare che il disabile mangia cibi
poveri e invece, nel resto della famiglia, viene riservato un alimento più ricco, questo è un
campanello d'allarme, per cui bisogna anche avere questa sensibilità, nel dover verificare come
viene gestita una persona che va accudita, anche da un punto di vista alimentare.
IL CIBO COME NECESSITA’
Il cibo diventa anche necessità e questa sua necessità diventa anche un elemento che ci ha
separato negli anni dallo stato bestiale (animale), perché noi a differenza degli animali siamo in
grado di trasformare l'alimento, ad esempio il pane assume il ruolo di marcatore d'identità, tant'è
che il pane viene spezzato dalla cultura musulmana e viene intinto dal pinzimonio, perché diventa
un modo per accettare l'altro alla propria tavola, quindi diventa parte del gruppo, oppure nel caso
della religione cristiana il pane diventa il corpo di Dio, di conseguenza vi è una condivisione anche
etica religiosa, ma ovviamente ancora oggi ci sono tutta una serie di elementi che però possono
alterare la qualità del cibo, dovuto alle mode, come all' eccessiva elaborazione delle cucine
europee, oppure l' eccessivo uso del barbecue, ci sono stati elementi che hanno cambiato gli
italiani, ma quello che li ha resi unici a livello mondiale è la dieta mediterranea, che condividono
soprattutto con spagnoli e greci.
CIBO E SALUTE
Il rapporto piacere -salute, proposto in termini spesso conflittuali nella dietetica contemporanea, è
stato invece vissuto nelle culture premoderne come un nesso scindibile, per cui è ovvio che
quando si pensa all'uso del vino era collegato alla festività del Dio Bacco, che era una festività del
piacere,
quindi le regole della salute sono soprattutto regole alimentari, ma anche una regola alimentare da
un punto di vista della cultura gastronomica. In termini di interculturalità, appare importante non
postulare un rapporto univoco tra salute e piacere, bensì rendersi consapevoli del legame
strutturale che entrambi gli elementi hanno con le coordinate culturali e scientifiche a cui una
determinata società fa riferimento. Anche tale rapporto, dunque, varia nel tempo e nello spazio.
CIBO E CULTURA
È ovvio che non si può vivere senza cibo, ma il cibo è anche un'occasione per incontrarsi e far
festa, un simbolo di abbondanza e di benessere. È ovvio che dietro ai sapori e agli odori si
nascondono tantissimi significati, che costituiscono il variegato panorama della scienza culinaria e
la storia dell’alimentazione ha permesso di avere tante sorprese, soprattutto per alimenti che noi
stiamo cominciando a utilizzare, sebbene non sempre siano collegati alla cultura italiana, ma ci
sono tutta una serie di usi e consumi alimentari collegati alle tradizioni, alla filosofia, alla scienza e
così via. La storia dell'alimentazione, dunque, è una storia ricca di sorprese, di civiltà. Il cibo come
linguaggio e cultura una storia ricca di sorprese, di civiltà alimentari che cambiano, un mondo di
gusti, sapori e profumi ancora tutti da scoprire. Un mondo che possiede naturalmente la sua
storia, i suoi usi e costumi, i suoi artisti, le sue leggende, tradizioni, e perché no, i suoi eroi,
scienziati, filosofi, musicisti e poeti.
IL CIBO COME LINGUAGGIO
Il cibo come linguaggio è inteso come convivio, ovvero vivere insieme, mangiare insieme, è un
altro modo per trasformare il gesto dell’alimentazione, poiché tutto quello che si fa assieme agli
altri assume un significato sociale, di comunicazione, questo è il motivo per cui molto spesso i
ragazzi tendono a bere tutti insieme o a fumare tutti insieme, perché è un fattore che li lega, li fa
gruppo. I messaggi però possono essere di varia natura, in alcuni casi positivi in alcuni casi
negativi.
C'è un identità:
-economica, quindi attraverso l'alimentazione e il regalare un cibo particolare, si usa il cibo come
linguaggio metaforico, quindi offrire cibi preziosi significa denotare la propria ricchezza;
-sociale, soprattutto in passato la qualità e la quantità del cibo erano il rapporto con
l'appartenenza a un certo grado sociale;
-religiosa, il pane il vino dei cristiani vanno ben oltre alla loro materialità, anche le diete
vegetariane legate al rispetto della natura vivente.
-etnica, il tipo di alimentazione si associa alla società in cui si vive e a cui ci si sente accomunati.
Il rispetto delle diversità sarà ,in questo caso, abituarsi a pensare in termini di relatività, ed evitare
ogni sorta di intolleranza al diverso quindi, se un assistente sociale valuta la gestione di un disabile
o un bambino in una cultura diversa dalla propria si deve calare nella loro cultura e verificare che
non vada in contrasto con quelle che sono le leggi attuali del paese in cui il soggetto vive, dovrà
anche capire che una cultura diversa userà una cucina diversa. Il comportamento alimentare
diviene in questo senso importante in ciascuna società.
ALIMENTAZIONE O SALUTE??
Sarebbe opportuno associare una corretta alimentazione anche un pasto piacevole. La variazione
dei consumi tra il 1985 e il 1996 fa vedere come i momenti di crisi sociale ed economiche hanno
inciso sulla qualità dell’alimentazione, per esempio dal 1990 al 1996 sono crollati il consumo di
pane e zucchero, mentre si sono mantenuti pasta e frutta, tranne nel 96 in cui pasta e frutta sono
calati mentre latte e formaggi sono aumentati, perché in genere le proteine sono ricercate da quelli
che sono gli elementi di origine animale più a portata rispetto alla carne e poi l'olio, in particolare è
sceso nel 1996. L'alimento poi invece nel 1990 è schizzato il consumo di carne rossa, mentre è
sceso nel 96 perché vi è stato il morbo della mucca pazza, è rimasta invariata in quel momento
anche la carne bianca, mentre è scesa nel 96 il consumo, perché subito dopo la mucca pazza c’è
stata l'aviaria, quindi l'infezione correlata al consumo di animali volatili infetti e quindi è cresciuta la
domanda di pesce a differenza del passato, perché il pesce mentre prima era considerato un
elemento povero della dieta, ha assunto nel tempo un fattore che denota uno status symbol, infatti
quando si fa una cena di pesce si vuole far bella figura con i gli ospiti; è sceso il vino mentre è
salita l'acqua minerale. Ovviamente ci sono tutta una serie di problemi collegati ai fattori di rischio
nei paesi sviluppati, come l'ipertensione arteriosa a causa del tabacco e l'alcol e
l'ipercolesterolemia e l'elevato BMI (beh body mass Index) cioè il peso, aumentando questi
elementi, scende il consumo di frutta e verdura, in più scende anche la sedentarietà, perché il
soggetto comincia ad essere educato al fatto che una buona alimentazione deve anche essere
correlata e corredata da una buona attività fisica.
Il 40% dei bambini oggi sono obesi e questo creerà un problema, perché porterà ad adolescenti
obesi e di questo 40% circa il 70- 80% diverranno adulti obesi, per cui l'alimentazione va
assolutamente gestita in maniera salutare.
CARATTERISTICHE DELLA DIETA MEDITERRANEA
Bisogna consumare:
-alimenti di origine vegetale, possibilmente freschi, non conservati e a chilometro zero;
-la frutta fresca, soprattutto a fine pasto, con dolci contenenti zuccheri concentrati o miele alcune
volte a settimana, quindi dolci che dovrebbero utilizzare zuccheri non raffinati;
-olio d'oliva, quale principale fonte di grassi;
-latte e derivati, solo in quantità moderata;
-pesce e pollame, in quantità moderata;
-carne rossa, in quantità molto moderata, cioè molto inferiore rispetto al pesce e alle carni bianche;
-vino, ai pasti in quantità molto moderata.
ALIMENTI FUNZIONALI: RUOLO PROTETTIVO
Assumere cibi integrali vuol dire abbassare il rischio di neoplasie, quindi di tumori all'apparato
digerente, ma soprattutto alle coronarie, perché il colesterolo tende a essere assorbito dalle fibre e
quindi evacuate attraverso le feci, mentre consumare poche fibre rende più facile l'assorbimento
del colesterolo e quindi a creare le coronaropatie.
Le proteine della soia tendono a ridurre la malattia coronarica, ma utilizzare olio d'oliva
extravergine sostituisce perfettamente le proteine della soia in questa attività di pulizia delle
coronarie.
Gli acidi grassi omega 3 li troviamo in alcuni semi come: nocciole, mandorle, noci, castagne, cioè
cibi semi secchi oppure anche nel pesce che migliora i livelli di colesterolo e di trigliceridi.
I carotenoidi o gli antiossidanti sono presenti nella frutta e nella verdura, spesso si dice di
variegare molto il colore del piatto, quando ad esempio si fa un insalata verde si aggiunge tutta
una serie di colori così da aumentare il carico di antiossidanti, che ci proteggono dalle patologie
cardiache, dal diabete, dalle malattie dismetaboliche in generale, ma soprattutto delle patologie
oncologiche, svolgendo un’attività anticancerogena.
DIETA MEDITERRANEA E MORTALITA’
I soggetti che hanno avuto una buona aderenza alla dieta mediterranea si è verificata una
riduzione della mortalità per patologia cardiovascolare e anche una riduzione della mortalità per
patologia neoplastiche, questo è uno studio fatto per delineare gli effetti della alimentazione sana.
ALIMENTAZIONE E CANCRO
Il cancro all'esofago è correlato all'uso di alcool, cibi molto caldi e obesità, ci si può fronteggiare da
questo cancro mangiando frutta e verdura. Un altro fattore di rischio è il fumo, perché l'inalazione
del fumo non va solo al polmone, ma una parte entra nel canale alimentare, fino al colon retto e
allo stomaco.
Il conservante nelle carni rosse conservate, non è di per sé la carne rossa essere cancerogena,
ma lo è l’elemento che si usa per poterla conservare che è a lungo termine. Un altro fattore di
rischio che correlato al cancro allo stomaco è l'infezione da Helicobacter pylori, che è un elemento
che si può prendere attraverso l'acqua contaminata, stoviglie infette o alimenti trasformati, ci
proteggono la frutta, la verdura, le fibre integrali.
Un altro fattore di rischio è la sedentarietà, quando si evacuano le feci, lo si fa perché lì sono il
fegato ha eliminato alcune sostanze tossiche cancerogene, se il soggetto soffre di stitichezza le
feci permangono per troppo tempo a contatto con lume intestinale e quindi possono queste
sostanze cancerogene implementare il loro affetto negativo, il fegato vede alcool e aflatossine,
cioè funghi microscopici, che troviamo in tantissimi tipi di alimenti conservati male, troviamo
l'aceto, il vino, la birra, il cacao e i prodotti da forno o a base di proteine animali, come i salumi,
anche nelle spezie o nei semi.
Correlati al rischio alimentare abbiamo i virus epatici, c’è un origine infettiva per cui il virus
dell’epatite fa sì che il fegato possa andare in cirrosi e quindi costateremo un cancro al fegato o al
pancreas.
Le ultimissime ricerche dicono che frutta e verdura con la loro capacità antiossidante lavorano in
senso positivo contro il tumore al pancreas, però uno dei fattori di cui si è certi è che possa
rappresentare un fattore di rischio reale per quanto riguarda il tumore del colon l'uso di grassi
saturi, cioè di grassi animali, come il burro e lo strutto, aumentano di molto il rischio di avere
questo tipo di tumore, mentre lo abbassano la frutta, la verdura, i cereali, l'olio d'oliva, l'olio di
pesce, l' antiossidanti fitosteroli e l’attività fisica, perché l'attività fisica nel soggetto ne stimola
l'evacuazione.
MALATTIA DEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO
La malattia da reflusso gastroesofageo è sottovalutata da molte persone, tant'è che, ci si rivolge al
medico solo quando già i sintomi sono frequenti o sono severi. Si dovrebbe andare dal
gastroenterologo quando i sintomi sono ancora lievi e saltuari, lì si può essere nella fase di
recupero della salute, invece spesso si ci fida dell'automedicazione, ovvero si prendono gli
antiacidi e tutte quelle sostanze che in realtà non servono a curare, ma soltanto a lenire il sintomo,
quindi è sbagliato usare l'automedicazione, perché non consente di poter curare la malattia.
MRGE sta per “malattia da reflusso gastroesofageo” ha un approccio terapeutico, ad esempio
l'inibizione della secrezione acida dello stomaco, l'assunzione di procinetici, che stimolano la
digestione, la terapia di mantenimento, in alcuni casi l'uso della chirurgia, la cosa più banale, ma
anche a costo zero, nella protezione verso questa malattia e la variazione dello stile di vita.

Stili di vita che evitano sia le complicanze che l' aggravamento della malattia del reflusso
gastroesofageo, addirittura a non incorrere in questa malattia, quindi proprio a prevenirla sono:
-le abitudini alimentari, come eliminare il caffè anche decaffeinato ,il tè ,la cioccolata, le bevande
con caffeina, spremute di agrumi, che potrebbero rappresentare un elemento infiammante nello
stomaco;
-calare di peso, se si è in sovrappeso, perché il peso addominale costituito dal grasso addominale
crea problemi alla digestione;
-evitare i pasti molto abbondanti, per evitare una maggiore pressione addominale e di
conseguenza la risalita del liquidi digestivi;
-evitare di sdraiarsi dopo mangiato, bisognerebbe fare la pennichella solo dopo due o tre ore
dall'aver consumato il pasto;
-sollevare il materasso a livello della testa e non usare il cuscino, perché si creerebbe una piega
che invece di avere un effetto positivo avrebbe un effetto negativo sulla digestione, si consiglia di
mettere degli spessori nei piedi in maniera che il materasso tenda ad assumere una forma
obliqua;
-abolire il fumo;
-evitare i farmaci che riducono la pressione.
CALCOLI ALLA COLICISTI
Un altro tipo di patologie sono la litiasi della colecisti, ovvero i calcoli alla colecisti, bisogna:
-fare attività fisica quotidiana, perché permette lo svuotamento della colecisti;
-evitare il sovrappeso;
-evitare e diete dimagranti troppo dure, quindi una perdita di peso importante in poco tempo,
perché può creare i calcoli alla colecisti;
-evitare lunghi periodi di digiuno;
-effettuare tre pasti al giorno, più uno spuntino, la colecisti si svuota producendo la bile in maniera
tale che il fegato possa ben lavorare , quindi se non si tiene costantemente sotto azione questo
meccanismo dell’ introducendo degli alimenti la colecisti non si svuota e quindi può crearsi la litiasi;
-consumare una dieta ricca di fibre e carboidrati complessi, ovvero i farinacei;
-eliminare gli zuccheri semplici e grassi saturi, quindi grassi animali.
STILE DI VITA DEL BIMBO OBESO
I bambini oggi tendono a essere sempre più obesi, anche lo stile di vita nel bambino obeso deve
essere ben delineato dai genitori o dal tutore, bisogna:
-concentrare l'assunzione degli alimenti in 4 5 pasti non eccedere nelle calorie;
-promuovere e valorizzare la prima colazione, ma questo in tutti perché grazie a questa diamo la
spinta al nostro metabolismo per bruciare i grassi;
-ridurre l'apporto di grassi e proteine animali;
-aumentare invece l'apporto dei cereali , usare il fruttosio o il miele aumentare l'introduzione di fibre
alimentari, quindi frutta verdura e soprattutto cereali integrali;
-promuovere l'attività fisica.
EFFETTI DELL’ATTIVITA’ FISICA
L’attività fisica:
-accelera la perdita della massa grassa;
-potenzia la massa magra, chi fa palestra e soprattutto pesi vede crescere il muscolo e sottilizzare
il pannicolo adiposo, questo perché il muscolo per produrre energia brucia la gran parte dei grassi;
-riduce i livelli di colesterolo, quindi previene anche lo sviluppo del diabete e mantiene la pressione
costante;
-ha un’azione antidepressiva, un'azione di socializzante soprattutto per i bambini, anche per agli
anziani che cessano l'attività lavorativa e trovano nel fare sport nuovamente un elemento che li
renda inclusivi socialmente e che li porti ad avere la socialità e a cresce l' autonomia e la qualità
della vita, l'autostima aumenta il benessere percepito e diventa sempre più facile che si continui a
fare attività fisica.
Deve esserci uno stile di vita congruo dove sono sullo stesso piano l’introito calorico e il dispendio
energetico, pertanto bisogna limitare l'abuso di cibi con componenti nocivi e promuovere la salute
prescrivendo cibi selezionati e possibilmente freschi.
BRISICHELLA HERT STUDY
In questo studio si vede che nelle abitudini alimentari tra il 1980 e 88 c'era un eccesso di uso di
lipidi e colesterolo, cioè si usavano molto gli acidi i grassi saturi e poco gli acidi grassi poli insaturi
che erano oli d’oliva, effettivamente si aveva una pressione sistolica elevata tra i maschi e
femmine, anche qui i livelli di colesterolo totale andavano crescendo.
Non è semplice seguire una dieta nutrizionale quando necessita dimagrire, ma bisogna valorizzare
i gusti del paziente, bisogna cercare di rendere compiacente il paziente in quella che è la
prescrizione medica, perché la nutrizione è un atto medico, quindi nel momento in cui si prende
una dieta e la si segue e questa dieta è pubblicizzata su una rivista, senza essere calibrata sulla
persona, si sta svolgendo un'attività terapeutica non adeguata sul corpo. Chiunque voglia fare una
attività di riduzione del proprio peso, deve andare da persone qualificate, che calibrino il loro stile
nutrizionale, che bisognerà seguire come trattamento terapeutico, sulla scorta di quello che si fa, di
quello che si mangia, di quello a cui si è intolleranti, di quello che è consigliato in base al nostro
quadro, nel caso in cui ci siano delle patologie nel proprio quadro patologico, per cui bisogna
cercare di ottenere un approccio interattivo, dove si responsabilizza il paziente, quindi si avrà
bisogno ovviamente di tempi più lunghi di interazione tra paziente e medico.

LEZIONE 10
INQUINAMENTO ATMOSFERICO E SALUTE:
quando noi abbiamo parlato della pandemia che stiamo vivendo, abbiamo messo in relazione
come alcuni virus rischiano meglio di diffondersi quando in ambiente è presente un particolare
inquinamento, in particolare per quelli a trasmissione aerea (l’inquinamento atmosferico.)
È ovvio che tutte le caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo riflettono la loro qualità sulla qualità
della salute delle persone che vivono lì. Per cui dobbiamo cominciare a dire che le sorgenti
d’inquinamento per l’atmosfera possono essere di due tipi:
1. Naturali: per esempio le eruzioni vulcaniche, movimentazioni di sabbia e sostanze erose
dal vento (es. Sicilia orientale). Ma le eruzioni vulcaniche non rilasciano soltanto polveri ma
anche sostanze quali anidridi solforosi, sostanze ricche in anidride carbonica etc. ma
siamo esposti poi anche ai pollini (ad esempio agli allergici che in primavera quando l’aria
si carica di pollini aerodispersi entrano in crisi per la sintomatologia che viene esplicata). E
poi ci sono tutta una serie di sostanze derivate da processi di combustione di foreste (da
circa il 2018/2019 in Siberia, poi in Australia e in California sono scoppiati dei gravissimi
incendi che hanno distrutto ettari e ettari di foreste rilasciando nell’aria tutta una serie di
sostanze inquinanti tra cui i così detti policiclici aromatici che sono quegli idrocarburi che
hanno una funzione non solo infiammatoria per le alte vie respiratorie ma una volta
acquisite all’interno del corpo anche per inalazione possono andare a svolgere delle attività
mutagene e cancerogene.)  per cui è ovvio che le sorgenti naturali non sono da non
considerare ma anzi attualmente sono sempre state sottovalutate e che invece vanno
fortemente controllate dove possibile prevenire.

2. Artificiali: sono invece gli impianti termici per uso domestico (es. le nostre caldaie a gas, a
metano, a pellet) sia nell’ambito pubblico che privato; gli impianti termoelettrici per la
produzione di energia , tutti gli impianti di produzione industriale; traffico autoveicolare;
impianti di smaltimento dei rifiuti; altre lavorazioni: agricole (l’agricoltura è uno degli
elementi che più impatta sulla qualità dell’aria perché l’uso dei pesticidi che vengono
aerodispersi, l’uso della movimentazione delle macchine agricole di grandi quantità di suolo
quindi rilasciano particolato) e poi abbiamo le pavimentazioni stradali: tutta la parte che non
viene utilizzata della raffinazione del petrolio gli scarti vengono utilizzati per fare bitume, ma
questo grazie al rullaggio dei copertoni sulla strada produce un’erosione di entrambi  sia
del bitume frazionato in nanoparticelle quindi inalabili; ma anche gli stessi copertoni di
conseguenza vengono ridotti in nano e micro particelle inalabili.

Se io devo caratterizzare gli inquinanti che trovo in atmosfera li posso caratterizzare in funzione di
alcune caratteristiche:

- Se considero la loro capacità reattiva come molecole capaci di legarsi le vado a distinguere
come inquinanti primari e secondari
Primari: sono quelli che vengono immessi in atmosfera direttamente dalla sorgente. Es:
dal motore a scoppio di una macchina viene emesso direttamente biossidi di zolfo ovvero
anidridi solforose, ossidi di azoto, monossido di carbonio CO, e PM (particular matter=
materiale particellare) sta per polveri sottili.
Secondari: non sono altro che gli inquinanti primari che una volta immessi nell’atmosfera
trovano altre sostanze con cui combinarsi producendo delle sostanze chimiche. E sono
molto più tossici dei primari. Es: biossido di azoto. Oppure la ulteriore frammentazione
grazie all’incidenza dei raggi ultravioletti che si ha nell’incontro di barriere fisiche può
essere ulteriormente spezzata e quindi produrre delle polveri sempre più sottili.

Un altro modo per caratterizzare/ descrivere gli inquinanti sono la distinzione in INDOOR e
OUTDOOR.
Indoor sono quelli che derivano dalle zone/locali chiusi (scuole, negozi, palestre industrie) tutto
ciò che viene rilasciato al loro interno in atmosfera viene indicato come inquinante indoor es.
metalli e polveri sottili rilasciati con l’uso delle fotocopiatrici o delle stampanti; oppure i gas esausti
o derivanti sostanze infiammatorie derivanti dalla combustione del gas metano o del carbone o del
propano all’interno delle nostre cucine. Quindi vi sono una serie di sostanze presenti nell’ambiente
costruito che possono alterare la qualità di vita all’interno.
OUTDOOR: sono invece tutte quelle sostanze che generalmente vengono rilasciate in ambiente
esterno (inceneritori solo in occidente li troviamo di quarta gamma.); attività commerciali, traffico
veicolare etc.

Gli inquinanti hanno delle caratteristiche specifiche in funzione della sorgente che li ha prodotte, o
del percorso industriale che le ha prodotte. Gli inquinanti gassosi particolari sono invece tutti
quelli che vengono distinti in funzione della struttura fisica. Nello spazio come si comportano
queste molecole? Abbiamo i gas, elemento che a temperatura ambiente appare disperso, i
particolati sono polveri molto sottili la cui dimensione gli consente di galleggiare nelle fasce basse
dell’atmosfera e quindi nella zona antropica e per cui è detta anche antroposfera. La zona con cui
noi veniamo a contatto e di conseguenza possono rappresentare un pericolo.
Ma abbiamo anche gli Aerosoli: un misto tra un liquido in forma di vapore con all’interno una
porzione particellare aerodispersa.
Quindi gli Aerosoli possono essere definiti come dispersioni di sostanze liquide o solide in forma
finemente suddivisa: fumi derivanti da processi di combustione incompleta; polveri derivanti da
processi di frantumazione di origine naturale o artificiale; nebbie particelle liquide finemente
suddivise in aria di diametro variabile; idrocarburi, solventi, pesticidi; smog stato fisico in
associazione fra polveri sospese e nebbia (SMOKE fumo+ FOG nebbia) Associazioni tra polveri
sospese e la nebbia

Gas e vapori: sono sostanze naturalmente allo stato gassoso a temperatura ambiente, i vapori
sono sostanze temporaneamente in uno stato gassoso di sostanze che normalmente si trovano
invece allo stato liquido. Quindi per arrivare allo stato gassoso devono arrivare a temperature più
alte.

L’INQUINAMENTO DELL’ARIA
È un elemento fondamentale nella gestione di qualità soprattutto a livello urbano industriale per
quanto riguarda la gestione e la sicurezza della qualità della vita della popolazione.
L’inquinamento dell’aria, quindi, indica tutta una serie di fenomeni complessi e il reale meccanismo
con cui essi si muovono nell’atmosfera tra cui: l’emissione è la quantità di inquinanti che in un
dato periodo di tempo viene prodotta ed eliminata da una sorgente di inquinamenti.es. camino di
un’industria; La concentrazione: la quantità misurata all’internodi un volume d’aria. L’immissione
è la concentrazione che gli inquinanti emessi raggiungono a livello del suolo all’esterno del
perimetro industriale o a distanza dalla sorgente di emissione. Esempio: le sabbie del deserto a cui
noi siamo esposti quando c’è il vento di scirocco quando questo raggiunge potenze elevate riesce
a strappare le polveri sottili dal deserto e le trasporta nella parte del sud Italia. Questo significa che
la sorgente di emissione è il deserto ma il luogo di immissione è il sud Italia zona in cui ricadono di
nuovo al suolo. Prima si valutava solo l’effetto sull’ambiente, oggi con la vis si fa una valutazione
strategica su quello che sarà l’impianto come impatterà sull’ambiente e come impatterà sulle salite
dell’uomo. (l’assessorato decide o può chiedere delle modifiche al fine di evitare questo) es.
aumentare altezza del camino.

Inquinanti atmosferici possono essere quindi primari quello che è appena emesso e secondari
come si modifica questa sostanza primaria con quella che incontra. La prima cosa che incontra è il
vapore acqueo, l’anidride carbonica, l’ossigeno sono sostanze che hanno un’alta capacità di
legame chimico con le sostanze emesse.
Quindi possiamo dire che generalmente nell’ambiente i più riscontrati tra i contaminati sono gli
ossidi di zolfo, di azoto, il monossido di carbonio particolato atmosferico, l’ozono troposferico (più
pericoloso per la salute)il radon (gas esalato dalla crosta terrestre RG,LZ esalazioni + abbondanti
e nelle zone vulcaniche, monitorato in chi lavora in metropolitana o in miniera o etc., benzene,
asbesto, IPA, cloruro di vinile elemento che troviamo negli oggetti che ci circondano
(conservanti)formica aldeide.
Conseguenze particolari dell’inquinamento atmosferico:
effetto serra: ogni gas che riesce ad attraversa l’anidride carbonica e l’ozono arriva al suolo, serve
questo raggio solare a riscaldare il suolo, che durante le ore notturne rilascia il calore acquisito per
far avvenire quell’effetto di refrigerazione della crosta terrestre, il problema è che le polveri sottili e
l’ozono aggiunto in particolare e uno squilibro di co2 viene prodotto l’effetto serra non è più in
grado di far risalire il calore verso l’esterno.  eccesso di metano allevamento intensivo di
bestiame e co2.

L’ozono ha questa funzione semipermeabile, cioè permette il passaggio solo di quei raggi solari
benefici all’ambiente terrestre e impedisce sotto forma di specchio quelli che sono altamente
energetici e radianti per cui l’aver consumato ozono grazie alla sua combinazione con le sostanze
rilasciate in atmosfera dall’uomo, questo ha prodotto la così detta formazione dei buchi dell’ozono
che si vanno a posizionare grazie all’influsso magnetico ai due poli e proprio quello sopra
l’Antartide aveva raggiunto una quota particolarmente rilevante. Oggi bandite le sostanze, si
stanno restringendo anche se ne stiamo producendo tante che producono l’effetto serra da qui
global warming. (+ Aumento mortalità soggetti cardiopatici.)
Però vi è anche la presenza di un effetto frigorifero dovuto alle polveri, infatti, nel momento in cui i
vulcani, gli incendi rilasciano una quantità di polvere si attende quello che si chiama il
raffreddamento delle temperature al suolo.

L’effetto UV, la radiazione, ha un effetto di modificazione delle sostanze primarie verso sostanze
secondarie, tra cui l’ozono. per cui la quantità di ozono che viene rilasciata negli ambiento urbani
generalmente è prodotta da una serie di sostanze primarie che sono quello che le nostre marmitte
rilasciano nell’ambiente sotto forma di ossido di azoto ma la cui molecola viene spezzata
dall’energia del raggio ultravioletto della luce solare trasformando le parti o ossigeno in una
molecola contestabile ozono triatomico (tre atomi d’ ossigeno) instabile ma anche molto ossidante.
EFFETTI SULLA SALUTE:
quindi inquinamenti e tumori polmonari sono collegati. l’incremento è compreso tra il 9 e il 33%
negli abitanti di aree urbane.
La mortalità è più elevata nelle categorie a rischio coloro che sono più esposti al traffico: vigili
urbani, tassisti, benzinai.
Però i dati non rilevano una netta associazione tra questi, ma invece è stato verificato tra
l’aumento dei tumori nell’esofago e tumore cerebrale dovuta all’esposizione di benzene (benzinai)

Cosa può fare il cittadino?


Una prima forma di autotutela:
Riduzione temperatura ambienti domestici in effetto e in difetto
Minor utilizzo autoveicoli privati  urban health
Verifiche periodiche scarichi autoveicoli
Evitare attività fisica in aree inquinate
Azionare impianti di ricircolo d’aria
Evitare prese d’aria dei condizionatori ubicate su vie inquinate

Ora facciamo una breve carrellata su quelle che sono le particolari sostanze che noi per legge
controlliamo sistematicamente. Si tratta di una prevenzione secondaria all’interno dell’ambiente
atmosferico. Nel momento in cui io ho una centralina che mi comincia a superare la soglia di allerta
(e non di pericolo), io sono in grado di mettere in atto tutte quelle misure che mi consentono di
poter ridurre l’inquinamento. Per prevenzione primaria invece si intendono quelle linee guida o
quelle forme di controllo sugli inquinanti per determinare una minore emissione e immissione di
queste sostanze nell’ambiente. Per parlare di sostanze inquinanti sono citate quelle sostanze più
compromesse quando si osservano gli esiti sulla salute. Generalmente questi sono gli ossidi di
zolfo.

Ossidi di zolfo:
Normalmente gli ossidi di zolfo presenti in atmosfera sono l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride
solforica (SO3); questi composti vengono anche indicati con il termine comune SOx.
-Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono dovute all’attività vulcanica. Quindi, un evento
naturale che non si può gestire come quello vulcanico può compromettere la qualità dell’aria dopo
tante attività di contenimento.
-Le emissioni antropogeniche degli ossidi di zolfo sono dovute ai processi di combustione.
Dal 1980 fino al 1999 siamo riusciti a scendere in termini di tonnellate le quantità di ossidi di zolfo.
Ma c’è ancora difficoltà a ridurre tutto ciò che deriva da produzione di energie e delle industrie di
trasformazione.
“Ma per l’elevata solubilità in acqua il biossido di zolfo viene facilmente assorbito dalle mucose del
naso e del tratto superiore dell’apparato respiratorio (questo rappresenta una fortuna dato che solo
quantità molto ridotte possono raggiungere gli alveoli polmonari). L’alta reattività lo rende un
composto estremamente irritante.” Inalare il biossido di zolfo, quindi, fa sì che vi siano tutte le
condizioni per andare verso un processo infiammatorio. È per questo che il covid è più facile
assumerlo nelle zone più inquinate come il nord-Italia, dove la Pianura Padana rappresenta la
maglia nera per quanto riguarda ossidi di zolfo, di azoto e polveri sottili di tutta l’Europa; questo
proprio perché la cintura delle alpi chiude questa zona depressa rispetto al livello del mare, che è
la Pianura Padana, e dove si trovano la gran parte delle industrie italiane. [Li, infatti, è stato
registrato il più alto tasso di morti per covid, non solo quindi per una cattiva gestione della sanità
(che è stata una sanità concentrica, cioè tutti verso l’ospedale, quindi è stata eliminata la medicina
territoriale) ma soprattutto perché hanno un fattore ambientale predisponente].
“È stato comunque notato un effetto sinergico con le polveri sospese per la capacità che queste
hanno di veicolare gli inquinanti nelle zone più profonde dell’apparato respiratorio.”
Quindi le polveri sottili non solo hanno una funzione irritativa ma anche di legare le sostanze
tossiche veicolandole all’interno del polmone.

La prima cosa che si può osservare è la defogliazione degli alberi. Si vede che essendo miscibile
all’acqua, l’ossido di zolfo produce acido solforico. Quindi sotto forma di aerosol, ricade sulle
foreste, sotto forma di piogge acide, producendo questa ustione delle foglie quindi la defogliazione.

Ossidi di azoto:
La sigla (NOx) identifica in modo collettivo gli ossidi di azoto che si producono come inevitabili
sottoprodotti durante una combustione che avvenga utilizzando aria.
Mentre gli ossidi di zolfo sono tipici della combustione del carbone o del diesel, quelli di azoto sono
tipici del camino a legna, del motore delle automobili (soprattutto quelle a benzina), delle centrali
termoelettriche.
Incidono fortemente i trasporti stradali e soprattutto la produzione energetica e industriale.
-L’azione sull’uomo dell’ossido di azoto relativamente blanda; inoltre, a causa della rapida
ossidazione a biossido di azoto, si fa spesso riferimento esclusivo solo a quest’ultimo inquinante,
in quanto risulta molto più tossico del monossido.
-il biossido di azoto è un gas irritante per le mucose e può contribuire all’insorgere di varie
alterazioni delle funzioni polmonari, bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare. Lunghe
esposizioni anche a basse concentrazioni provocano una drastica diminuzione delle difese
polmonari con conseguente aumento di rischio di affezioni alle vie respiratorie.
-Per il biossido di azoto l’organizzazione mondiale per la sanità (OMS) raccomanda il limite guida
Orario di 200 micro-g/mc, il limite per la media annuale è invece micro-g/mc.
Monossido di carbonio:
L’ossido di carbonio (CO) o monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, infiammabile, è
molto tossico. Si forma durante le combustioni delle sostanze organiche, quando sono incomplete
per difetto di aria (cioè per mancanza di ossigeno). Il monossido di carbonio è estremamente
diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell’inquinamento prodotto dagli scarichi degli
autoveicoli.
Il monossido di carbonio è tossico perché legandosi saldamente agli atomi di ferro nell’emoglobina
del sangue forma un complesso è molto più stabile di quello formato dall’ossigeno. La formazione
di questo complesso fa sì che L’emoglobina si è stabilizzata nella forma di carbossiemoglobina che
rilascia più difficilmente l’ossigeno ai tessuti. L’intossicazione da monossido di carbonio conduce
ad uno stato di incoscienza (il cervello riceve via via meno ossigeno) e quindi alla morte per
asfissia. Questo è il motivo per cui alcuni atti di suicidio hanno buon esito con il monossido di
carbonio, perché viene eliminata la funzione respiratoria del trasporto del gruppo Eme del nostro
sangue.

Particolato atmosferico:
-polveri totali sospese (PTS)
-particulate matter (PM).
 Le particelle primarie emesse da sorgenti naturali ed antropiche; le secondarie si originano dalle
particelle primarie mediante una serie di reazioni chimiche e fisiche che avvengono in atmosfera.
 Le particelle fini sono quelle che hanno un diametro inferiore a 2,5 micron, le altre sono dette
grossolane.
 Le polveri PM10 rappresentano nel particolato che ha un diametro inferiore a 10 micron, mentre le
PM2,5 hanno un diametro inferiore a 2,5 micron.
 Vengono dette polveri inalabili quella in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato
respiratorio (dal naso alla laringe). Le polveri toraciche sono quelle in grado di raggiungere i
polmoni. Le polveri respirabili possono invece penetrare nel tratto inferiore dell’apparato
respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari).
Le polveri si originano sia da fonti naturali che antropogeniche. Le polveri fini derivano
principalmente da processi di combustione (particolato primario cioè prodotto direttamente) e da
prodotti di reazione del gas (particolato secondario); la frazione grossolana delle polveri si origina
in genere da processi meccanici (solo p. primario).
Quindi siamo esposti ad una serie di rischi. Uno di questi è l’ozono troposferico.
Ozono troposferico:
L’ozono è un gas tossico di colore blu astro, costituito da molecole stabili formate da tre atomi di
ossigeno (O3); queste molecole si scindono facilmente liberando ossigeno molecolare (O2) ed un
atomo di ossigeno è estremamente reattivo (O3-> O2+O). Per questo le sue caratteristiche l’ozono
è quindi un energico ossidante in grado di demolire sia materiali organici che inorganici.
La molecola dell’ozono è estremamente reattiva, in grado di ossidare numerosi componenti
cellulari, fra i quali aminoacidi, proteine e lipidi. Alla concentrazione di 0,008-0,02 ppm (15-40
microg/mc) È possibile già rilevarne l’odore; a 0,1 ppm provoca una irritazione agli occhi e dalla
gola per la sua azione nei confronti delle mucose. Concentrazioni più elevate causano irritazioni
all’apparato respiratorio, tosse ed un senso di oppressione al torace che rende difficoltosa la
respirazione. I soggetti più sensibili, come gli asmatici e gli anziani possono essere soggetti ad
attacchi di asma anche a basse concentrazioni. Alla concentrazione di 1 ppm provoca mal di testa
e a 1,7 può produrre edema polmonare.

Benzene:
Il benzene è un idrocarburo aromatico strutturato ad anello esagonale ed è costituito da sei atomi
di carbonio e sei atomi di idrogeno.
La maggior parte del benzene presente nell’aria è un sottoprodotto delle attività umane.
Cause di esposizione al benzene: il fumo di tabacco, la combustione incompleta del carbone e del
petrolio (dei quali è un costituente naturale), i gas esausti dei veicoli a motore e le emissioni
industriali (gli usi industriali del benzene, inclusi la produzione di plastica e resine sintetiche,
causano spesso il rilascio di vapori contenenti questo inquinante). Anche i vapori liberati dei
prodotti che contengono benzene, come colle, vernici, c’era e per mobili e detergenti, possono
allora volta essere fonte di esposizione.
Perché è rischioso?
In passato le benzine dette rosse non contenevano il benzene ma il piombo, che è tossico perché
produce la leucemia, per cui è stato eliminato il piombo e sostituito con un altro detonante, il
benzene. Ma è stato sostituito il piombo che porta alla leucemia con il benzene che porta alla
leucemia.
L’intossicazione provocata dal benzene o dai suoi derivati e detta benzolismo.
L’inalazione di un tasso molto elevato di benzene può portare al decesso; un’esposizione da
cinque a 10 minuti ad un tasso di benzene nell’aria al 2% (ovvero 20.000 ppm) è sufficiente a
condurre un uomo alla morte.
Dei tassi più bassi possono generare sonnolenza, vertigini, tachicardia, mal di testa, tremori, stato
confusionale o perdita di coscienza.
La dose letale per ingestione è di circa 50/500 milligrammi su kilogrammi (milligrammo di sostanza
ingerita rispetto al peso dell’individuo espresso in kilogrammi).
Il principale effetto di un’esposizione cronica al benzene è il danneggiamento dei tessuti ossei e la
diminuzione delle cellule del midollo osseo, che può causare una diminuzione del tasso di globuli
rossi nel sangue è un’anemia aplastica o una leucemia. Può anche dare origine a coaguli, difficoltà
di coagulazione ed indebolimento del sistema immunitario.

Negli ultimi anni in alcune bibite gassate, perlopiù soft drink a base di frutta, sono stati trovati
elevati livelli di benzene, sostanza altamente cancerogena.
Il benzene non viene aggiunto volontariamente alle bibite ma si può sviluppare a seguito di una
reazione spontanea tra l’acido ascorbico (Vitamina C, E300) e qualsiasi additivo Benzoato, in
particolare il Benzoato di sodio (E211), il Benzoato di potassio (E212) e il Benzoato di calcio
(E213), conservanti utilizzati come antimicrobici (in grado di bloccare la crescita di batteri e lieviti)
nelle bibite stesse.
Alcune prove hanno suggerito poiché la presenza di acido citrico nella reazione con l’acido
ascorbico è il Benzoato accedere alla produzione di benzene. Altri fattori che ne favoriscono la
produzione sono il calore e la luce, per esempio durante il trasporto o nell’immagazzinaggio.
I suoi livelli nelle bevande sono regolati a livello nazionale e internazionale. Nella legge italiana non
vi sono limiti imposti per il benzene nelle bibite, e perciò ci si rifà all’OMS che lo fissa a 10 ppb
(parti per bilione- microgrammi per litro) così come indicato nella nota del 10 novembre 2006 n.
40.557 del ministero della salute. L’Unione Europea lo stabilisce a 1 ppb mentre gli Stati Uniti a 5
ppb.

Idrocarburi policiclici aromatici:


-idrocarburi policiclici aromatici, una classe numerosa di composti organici tutti caratterizzati
strutturalmente dalla presenza di due o più anelli aromatici condensati fra loro.
-sorgenti molto significative sono anche le attività umane dato che gli IPA si formano in tutti i
processi che vedono una combustione incompleta dei materiali a base di carbonio come il
carbone, il petrolio, il legno e il gas. (e anche il nostro alimento: mangiare sempre cibi alla griglia
con il carbone, non è molto consigliato).
Alcuni IPA hanno dimostrato in test di laboratorio di essere in grado di causare il cancro per
inalazione (ai polmoni), per ingestione (allo stomaco) e per contatto dermico (alla pelle).
Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) sono probabili cancerogeni per
l’uomo il benzo(a)pirene, il benz(a)antracene e il dibenz (a, h) antracene; mentre sono possibili
cancerogeni il benzo(b)fluorantene, il benzo(k)fluorantene e l’indeno (1,2,3,-c, d) pirene e tanti altri.
Negli alimenti non sottoposti a trasformazione la presenza degli IPA è dovuta a:
- Contaminazione ambientale
1. Deposizione di materiale particolato atmosferico (grano, frutti e verdure)
2. Assorbimento da suolo contaminato (patate)
3. Assorbimento da acque di fiume e di mare contaminate (mitili, pesci e crostacei)
Negli alimenti trasformati o lavorati:
- Trattamenti termici e di lavorazione
1. Cottura alla griglia
2. Arrosto
3. Al forno
4. La frittura
5. Affumicatura
6. Tostatura
L’eventuale presenza di IPA nell’acqua potabile è generalmente dovuta alla gestione dei
rivestimenti, in catrame o bitume, delle condutture di distribuzione.

Diossine e PCBs: mutagene e cancerogene


Si formano durante la combustione di rifiuti domestici ed industriali riversandosi sull’ambiente dai
gas di scarico degli inceneritori.
La popolazione è esposta attraverso gli alimenti 90% in particolar modo assumendo quelli con un
maggior contenuto lipidico.

Vediamo tutta una serie di sistemi tecnologici che usano queste sostanze e come attraverso l’aria,
il suolo, i sedimenti e l’oceano tutta la catena alimentare porta accumulando tutte queste sostanze,
all’uomo.
Es. malformazioni da diossine.

LEZIONE 11
Malformazioni da diossine
Possono incorrere in gravidanza, ma anche alcuni elementi in ambiente possono arrivare all’uomo.
Ma soprattutto la donna in gravidanza ha necessità di fare prevenzione per lei e per il bambino, in
quanto il bambino soprattutto in età fetale ha un peso irrilevante, considerando che nel primo
trimestre è solo 1,5 cm. Prendendo ad esempio l’arsenico, la sua dote letale è calcolata su un
adulto di 70 kg. Alcuni elementi possono essere estremamente dannosi nella donna in gravidanza
perché il bambino è molto piccolo e quindi la dose che viene assunta è molto più grande di quelle
che sono le capacità di difesa del feto. Quando, ad esempio, vengono bruciati dei rifiuti si liberano
dei fumi ricchi di diossine, i quali si sono depositati con l‘immissione nel suono. Le prime
popolazioni animali che si sono contaminante sono stati gli erbivori, i quali hanno manifestato una
sindrome malformativa, soprattutto nei piccoli che sono stati esposti durante la gravidanza, che si
chiama palatoschisi che può essere parziale o completa. La palatoschisi è anche detta labbro
leporino, che consiste in una apertura del palato. Questa condizione può essere parziale quando
viene coinvolto solo uno dei due palati; o completa quando compromette sia il palato che la
mascella. Sono bambini con estrema difficoltà nell’alimentazione, nella capacità di linguaggio e
soprattutto nelle zone in via di sviluppo sono bambini emarginati che tendono a morire molto prima
perché la famiglia non ritiene che sia in grado di poter sopravvivere quindi di essere curato. Questa
sindrome è molto grave soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Alcune condizioni possono anche
portare ad ulteriori malformazioni a carico delle braccia o delle gambe oltre che al palato. Questi
elementi possono essere trasportati sotto forma di grassi a tutta una serie di organi e quindi è
ovvio che la mammella di un mammifero che è ricca di grasso che serve a conservare quelle
riserve energetiche che contribuiranno all’allattamento e quindi a supportare la ghiandola a
produrre latte ricco di nutrienti. Questo significa che se io utilizzo del latte prodotto da animali che
pascolano in zone contaminate da sostanze come le diossine o i policlorobifenili o i policiclici
aromatici che però sono cancerogeni e alcuni metalli ho la possibilità di essere contaminato.
Mercurio e metilmercurio
Possono comportare alterazioni nello sviluppo celebrale dei bambini, durante la fase fetale, e ad
un livello più alto, alterazioni neurologiche negli adulti. La fonte principale di assunzione è il pesce
e i prodotti della pesca. Il mercurio ha la capacità di biomagnificarsi, l’animale man mano che si
alimenta di altri organismi con quota di mercurio, la somma alla sua quota, senza potersene
liberare, questa si chiama bioaccumulazione.
Buone e cattive molecole nei prodotti ittici
Noi abbiamo una serie di sistemi, come il fegato, che sono capaci di contrastare le molecole
tossiche.
• buone molecole: acidi grassi polinsaturi (omega 3)
• cattive molecole: metalli pesanti, policlorobifenili
L'inquinamento da mercurio inizialmente fu ritenuto un problema acuto ed a carattere locale, oggi,
è riconosciuto come un problema cronico e purtroppo di diffusione planetaria.
Proprietà chimico-fisiche del Mercurio
Esistono tre forme chimiche:
•Hg elementare, ad esempio quello dentro il termometro che non è tossico. Quando questo
mercurio arriva in mare esiste una tipologia di batteri che è in grado di usarlo come fonte
alimentare alternativa e gli legano un gruppo metile, facendolo diventare metilmercurio, diventando
simile nell’assorbimento ad un grasso.
•Hg inorganico (sali mercuri e mercurosi)
•Hg organico (metilmercurio)
La forma organica è da considerare sicuramente la più tossica per gli esseri viventi
Fonti di emissioni
Le sorgenti della missione del mercurio possono essere suddivise in:

 Naturali: degassamento della crosta terrestre attraverso attività vulcanica; evaporazione


degli oceani.
 Antropiche: processi di combustione del carbonfossile e dell’olio combustibile; impianti
cloro soda; produzione di vernici; parte plastica; produzione di termo metri; batterie,
lampadine, ecc.

 Riemissioni: Mobilizzazione di massa dell’atmosfera tramite processi biologici o


geologici, che agiscono su un deposito di mercurio accumulato sulla superficie terrestre.
EMISSIONI DI MERCURIO IN EUROPA

 Secondo European Pollutant Emission Register nel 2001 in Europa sono state immesse 24
tonnellate di MERCURIO in aria e oltre 2 tonnellate per via diretta o indiretta.

 Lo Stato che ha emesso più MERCURIO in atmosfera è la Germania, mentre in Italia è


stato il paese che ha scaricato più MERCURIO direttamente in acqua.

 Le emissioni di MERCURIO in acqua proveniente dalle attività industriali sono per il 98%
costituite da scarichi diretti e per il 2% da scarichi indiretti
In atmosfera il mercurio si trasforma in ione mercurio attraverso l’attività fotochimica del sole. La
metilazione si verifica nei primi 10 Cm di sedimento e nei primi 2 Cm tutto il mercurio è presente in
forma metilata.
I fattori che contribuiscono alla metilazione sono:
• Bassi valori di Ph
• elevata temperature
• Concentrazioni elevate di solfati, di nutrienti, di carbonio organico.
Agente attivo è METILCOBOLAMMINA, derivato della vitamina B12 con -CH3 legato al cobalto, si
comporta da donatore del gruppo metile formando un legame covalente con Hg2+ —>
dimetilmercurio Hg (CH3)2.
Biotrasformazione:

 Ossidazione di vapori di mercurio e mercurio di valente;

 Metilazione del mercurio in organico;

 Demetilazione;

 Riduzione del mercurio di valente a mercurio elementare.


SINDROME DI MINAMATA
La strage di Minamata ebbe inizio quando la Chisso Company versava notevoli quantità di
mercurio nella baia di Minamata. Il metilmercurio che si biomagnificava nei pesci provocò
numerose vittime tra gli abitanti che si nutrivano di pesce contaminato.

 I gatti manifestarono la cosiddetta sindrome danzante (alterazione del comportamento,


atassia, incoordinazione dei movimenti)

 Poco tempo dopo tali sintomi comparvero anche tra gli uomini.
Altri casi di avvelenamento: Iraq, Agano.
Circa il 95% del metilimercurlo assunto attraverso l'alimentazione viene assorbito dal tratto
gastrointestinale qui arrivato nel sangue si concentra nei globuli rossi. Dal sangue si distribuisce
nei vari tessuti (in circa 4 giorni). La concentrazione massima nel cervello è raggiunta dopo 5-6
giorni. Essendo il Hg (CH3)2 liposolubile, attraversa la barriera ematoencefallca. Interferisce con la
sintesi proteica e causa mutazioni. L'escrezione avviene attraverso via biliare e feci (90%) e urine
(10%).
Il bersaglio principale del metilmercurio sono il SNC e il SNP. Il sistema nervoso centrale (SNC) è il
cervello o cervelletto e midollo spinale; mentre il sistema nervoso periferico (SNP) sono tutti i nervi
che dalla colonna vertebrale si irradiano verso tutto il corpo. La causa morte è morte neuronale a
livello corticale e cerebellare, quindi tutti i danni sono incentrati a livello cerebrale e si passa da
una sintomatologia clinica che va dalla parestesia, all’atassia, debolezza muscolare, perdita di
vista e udito, tremore, coma e morte.
Il metilmercurio causa:

 Degenerazione e diminuzione cellule di Purkinje e dei granuli costituenti lo strato


granulare della corteccia cerebellare;

 Depolimerizzazione microtubuli;

 Modificazione turnover dopamina e norapinefrina;

 Demielinizazione fibre nervose.


Altri effetti

 Interferisce con i recettori (diminulzione acetilcolina e acetilcolinesterasi);

 Disfunzione cardiovascolare;

 Effetto teratogeno;

 Blocco della spermatogenesi.


Il metilmercurio attraversa la placenta nelle donne in gravidanza, arriva al feto, causando seri
problemi neurologici, in quanto il cervello in via di sviluppo è molto sensibile.
Importante:Alle donne in stato interessante o in fase di allattamento è consigliato di ridurre dalla
dieta le specie più ricche di metilmercurio come tonno e pesce spada. Categorie a rischio; donne
in età fertile, gravide e in fase di allattamento. Dall'EFSA viene confermata la tossicità del
metilmercurio nelle categorie a rischio già a bassi livelli d'esposizione per cui deve essere
minimizzata l'esposizione a questo tossico. Deve comunque essere riconosciuto il ruolo importante
del pesce in una dieta bilanciata.
Cadmio
Può essere accumulato nel corpo umano e
comportare disfunzioni renali, danni a carico dello
scheletro e carenze dell'apparato riproduttore. Non è
da escludere un'azione cancerogena. La fonte
principale di assunzione umana è costituita
dalla dieta.
Piombo e cadmio: limiti massimi degli alimenti
Particolare attenzione è stata rivolta dal legislatore all’arsenico che tra i metalli pesanti rappresenta
un grave pericolo per la salute dell'utente. La tossicità dell’arsenico dipende anche dalla forma
chimica dell'elemento:
•L'acido arsenico interagisce con il metabolismo cellulare;
• L'acido arsenico forma legami stabili con i gruppi reattivi degli enzimi della pelle e dei reni,
denaturandoli. L'As è un composto cancerogeno associato ai tumori della pelle. L'As rientra
spesso nella composizione di alcuni prodotti fitosanitari.
L'arsenico non presenta né odore né sapore. Questa caratteristica ha reso l'arsenico un veleno per
i "delitti perfetti", perché a bassi dosaggi provoca una morte pressoché uguale a quella naturale.
Da ricordare che a piccolissime dosi l'arsenico è utile per il nostro organismo, perché pare
migliorare le attività di alcuni neurotrasmettitori del SNC (sistema nervoso centrale). Gli esseri
umani possono essere esposti ad arsenico attraverso cibo, acqua ed aria. L'esposizione può
anche avvenire attraverso il contatto della pelle con terreno o acqua contenente arsenico. I livelli di
arsenico negli alimenti sono ragionevolmente bassi, in quanto non è aggiunto a causa della sua
tossicità. Ma si possono trovare livelli elevati di arsenico in pesci e frutti di mare, poiché i
pesci assorbono l'arsenico dall’acqua in cui vivono. Fortunatamente questa è principalmente
una forma organica ragionevolmente inoffensiva di arsenico, ma i pesci che contengono quantità
significative di arsenico inorganico possono essere un pericolo per la salute umana.
L'esposizione all'arsenico può essere più alta per le persone che lavorano con l'arsenico,
per le persone che bevono quantità significative di vino.
Effetti sulla pelle
Irritazione dello stomaco e degli intestini, produzione ridotta di globuli rossi e bianchi del sangue,
cambiamenti della pelle e irritazione dei polmoni. Si ipotizza che l'assorbimento di quantità
specifiche di arsenico inorganico possa intensificare le probabilità di sviluppo del cancro
soprattutto della pelle, di cancro polmonare, di cancro al fegato e di cancro linfatico.
Un'esposizione molto alta ad arsenico inorganico può causare sterilità, false gestazioni nelle
donne (gravidanza isteriche) e può causare disturbi alla pelle, bassa resistenza alle infezioni,
disturbi a cuore e danni al cervello sia negli uomini che nelle donne. Per concludere, l'arsenico
inorganico può danneggiare il DNA.
Cadmio, piombo e mercurio nei funghi UE
É ormai noto che i funghi assorbono in modo naturale sostanze potenzialmente tossiche, quale
deve essere il livello massimo di cadmio, ad esempio, in un porcino (Boletus edulis) o di piombo in
un ovolo (Amanita caesarea)?
La risposta è il rapporto "EUR Report- Elementi chimici nei funghi superiori", edito dal JRC della
Commissione Europea e presentato dall'ISPRA.
Da qui è uscito il Regolamento CEE 623/2008 per limitare il consumo di funghi.
IGIENE DEL LAVORO
Ha il fine di salvaguardare e tutelare la salute fisica e psichica di qualsiasi prestatore d'opera.
Cerca di puntualizzare le condizioni e le cause attraverso cui una certa attività lavorativa può
giungere a compromettere l'integrità fisica o psichica del lavoratore con lo scopo di eliminarle.
Disciplina in maniera preventiva quelle che sono le regole da considerarsi tali per poter mantenere
in sicurezza un lavoratore.
EFFETTI NEGATIVI sulla salute dei singoli lavoratori possono derivare:
1.Dalle caratteristiche dell'immobile dove viene svolto il lavoro;
2.Dalle condizioni fisiche negli ambienti legate al tipo di lavoro microclima cioè l’esposizione al
sole, all’umidità;
3.Dagli agenti inquinanti gli ambienti di lavoro;
4.Dall'età e stato di salute del lavoratore;
5.Dall'organizzazione del lavoro
MALATTIA E INFORTUNIO
Rappresentano la conseguenza del sommarsi di 20 o più di tali cause. La trascuratezza e/o
negligenza con cui sono utilizzati, o fatti utilizzare, sia i mezzi personali di protezione sia gli
accorgimenti tecnici atti a bonificare gli ambienti di lavoro. Inoltre, il mancato intervento dei titolari o
la mancata collaborazione dei singoli lavoratori per modificare abitudini comportamentali e, non
ultimo, una mancata informazione dei rischi presenti, sono elementi in grado di influire sui
provvedimenti di bonifica.
Cause di insalubrità in ambito lavorativo
In ambito lavorativo abbiamo la fatica fisica che può rappresentare un rischio in quanto può portare
a una maggiore distrazione o rallentamento delle operazioni. Questo significa che possono
aumentare anche gli incidenti. Poi ci sono gli incidenti veri e propri ma anche l’organizzazione del
lavoro, lo stress psicologico, ad esempio, può essere un problema. Anche l’ambiente può creare
incidenti alcuni sono imprevedibili, ad
esempio, quando si sente parlare che
un fulmine ha colpito una persona al
lavoro. Ma si possono creare tutta una
serie di problematiche dovute a come
viene gestito l’ambiente. Ci sono infatti
dei fattori fisici e meccanici come il
microclima quindi la temperatura,
l’umidità, l’esposizione al tipo di
illuminazione, il rumore, le vibrazioni,
radiazioni ionizzanti oppure a fattori
chimici, per esempio, la presenza di
sostanze che possono essere
maneggiate dall’operatore che possono provocare problemi alla salute. Poi abbiamo i fattori
biologici come gli allergeni e i microrganismi che possono arrecare infezioni o allergie.
RISCHIO CHIMICO
Nella medicina del lavoro ci si specializza per esempio nel rischio chimico, nel rischio biologico,
fisico e meccanico. Il rischio chimico per poter essere prevenuto esiste tutta una serie di
normative, la quale fa sì che qualsiasi sostanza che venga maneggiata sia etichettata.
Pericolo fisico-chimici
• Esplosive
• Comburenti
• Infiammabili
Pericoli tossicologici
• Tossiche
• Nocive
• Corrosive
• Irritanti
Pericoli ecotossicologici
• Effetti sull’ambiente
RISCHI FISICI e MECCANICI

 cadute dall’alto

 urti, colpi impatti, compressioni

 punture, tagli, abrasioni

 scivolamenti, cadute a livello

 vibrazioni
TERMICI

 calore radiante, fiamme libere

 freddo

 microclima
ELETTRICI E/O MAGNETICI

 contatto con elementi in tensione

 rischi da campi statici

 campi a frequenza industriale

 campi a frequenze superiori


RADIAZIONI

 non ionizzanti (ultravioletti, radiofrequenze, laser)

 ionizzanti (raggi X, radioisotopi)


RUMORE
Percepito come distrazione

RISCHI CHIMICI
Esistono una serie di sostanze con diverse caratteristiche
1. aereodispersi
-polvere, fibre
-fumi
-nebbie
2. Liquidi
-immersioni
-aerosol, schizzi
3. Gas, vapori
4. SOSTANZE IRRITANTI E/O SENSIBILIZZANTI
5. Sostanze corrosive
6. Sostanze tossiche e/o nocive

1 SOSTANZE CANCEROGENE
2 SOSTANZE MUTAGENE
3 SOSTANZE TOSSICHE PER IL CICLO RIPRODUTTIVO 4 SOSTANZE PERICOLOSE PER
L’AMBIENTE
5 PIOMBO, AMIANTO
6 FITOFARMACI
7 FARMACI
8 FARMACI ANTIBLASTICI
RISCHI BIOLOGICI
1 BATTERI
2 VIRUS
3 FUNGHI
4 ENDOPARASSITI UMANI O ALTRI PARASSITI
5 ALTRI PARASSITI
6 COLTURE CELLULARI
AGENTI BIOLOGICI
Gli agenti biologici li abbiamo distinti in gruppo 1 2 3 4 in funzione della pericolosità dell’agente
biologico stesso in maniera tale che in funzione del gruppo di appartenenza si applicano tutta la
serie di condizioni di prevenzione al fine di tutelare chi è stato esposto
MICRORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATO

 GRUPPO 1

 GRUPPO 2
ATTIVITÀ PARTICOLARI CON RISCHIO BIOLOGICO
ALTRI RISCHI
1.Videoterminali > = 4h continuative al giorno per tutto l’anno
2.Movimentazione manuale dei carichi
• da 20 a 30 Kg
• da 3 a 20 Kg
RISCHI D’INCENDIO
• sostanze combustibili
• sostanze infiammabili
• sostanze esplosive
• sostanze comburenti
4.LOCALI PARTICOLARI
LEZIONE 12
Rumore.
Ci sono una serie di condizioni ambientali che possono alterare la percezione di salute o di
sicurezza del lavoratore, ma ci sono altri fattori impercettibili o per lo meno fattori che noi non
possiamo identificare come un rischio, ad esempio il rumore è un rischio per la salute. Noi
abbiamo una serie di informazioni sul rumore però in realtà lo identifichiamo poco con la possibilità
di creare un disturbo con dei sintomi clinici nel soggetto esposto e per tanto spesso noi non siamo
in grado di riconoscere dei sintomi collegati al rumore perché non sono collegati solo ed
esclusivamente all’apparato uditivo. Perché se siamo esposti a un rumore intenso, nel senso di
elevati decibel, la prima cosa che si immagina è che l’organo sensoriale uditivo possa subire un
abbassamento della capacità uditiva o la perdita quando si ha la rottura del timpano. Il rumore può
rappresentare uno dei più grandi rischi ambientali ad oggi sottostimati.

Queste sono tutte le problematiche


collegate agli effetti sulla salute dovuti
all’esposizione del rumore. È importante
per quanto tempo noi siamo esposti al
rumore: se un rumore intenso avviene per
pochi secondi il problema è differente; se
si svolge un lavoro che mi pone a contatto
con una sorgente di rumore per parecchie
ore ogni giorno di lavoro allora si presenta
un rischio. L’educazione: è un
determinante sociale importante nell’indentificare e riconoscer e il rischio. L’età: soprattutto i
bambini e gli anziani sono suscettibili al rumore. Depressione: il rumore porta il sistema nervoso
centrare ad alterarsi, ad influire ad un inizio di depressione. Il problema della sottostima del rumore
è un problema globale; il rumore va quindi mitigato.

Possibili effetti della salute possono essere: lo


stress (l’ambito psicologico), attacchi di cuore
ipertensione (l’apparato cardiovascolare),
riduce l’attenzione (aumentano i rischi di
incidenti) e poi viene alterata la sfera emotiva
(aumenta l’attacco di ansia o di panico), la
stanchezza, i cambiamenti di umore. È
importante valutare a quanti decibel si è
esposti e per quanto tempo. Il rumore è, dal
punto di vista igienistico, un suono capace di
provocare una sensazione sgradita e molesta
per l'uomo. Il rumore o suono è una perturbazione (onda sonora) per mezzo della quale l'energia
meccanica generata dalla vibrazione di un corpo (sorgente sonora) si propaganda attraverso un
mezzo elastico (aria, acqua, solidi, non il vuoto) fino ad essere percepita come sensazione uditiva
dall’orecchio umano.

L’orecchio ha una porzione esterna che è costituita principalmente dal padiglione auricolare che,
come una vela, intercetta queste pressioni nell’aria veicolandole all’interno del canale uditivo. Il
condotto uditivo esterno serve a fungere da collo d’imbuto per veicolare le vibrazioni o le
pressioni d’aria che vengono inviate al suo interno per portarle al timpano. L’orecchio medio è
formato dal timpano e dai 3 ossicini: martello, incudine e staffa. La parte esterna ha solo la
funzione di spingere le vibrazioni all’interno. Da una forza pressoria esterna si trasformerà in
energia elastica e questa energia elastica la cui intensità è modulazione deriva dal tipo di suono
viene trasformata in energia meccanica per cui in funzione della vibrazione del timpano questi
ossicini cominciano a muoversi in maniera sincrona andando a sviluppare un ulteriore
spostamento meccanico all'interno della coclea, che è un sistema appartenente all'orecchio
interno ed è una sorta di chiocciola al cui interno si trova un tessuto pavimentoso di cellule ciliate;
le ciglia sono rivolte verso l'interno della coclea per cui loro si muovono come delle alghe spostate
dalla corrente marina in funzione di questo liquido. Pertanto, il movimento meccanico degli ossicini
interni dell'orecchio fa avvenire uno spostamento di questo liquido e sollecitano il piegamento di
queste piccolissime ciglia che sono rivolte verso il lume interno di questa chiocciola; quando,
invece, si spostano producono una scarica elettrica che sarà quindi veicolata all’interno tramite il
nervo acustico al cervello. Questa è la trasformazione dell'energia pressoria atmosferiche,
l'energia elastica, l'energia elastica e l'energia meccanica all'interno della coclea viene trasformata
in energia elettrica in impulso elettrico. Tutto questo meccanismo è particolarmente complesso, ma
anche particolarmente delicato per cui se anche uno solo di questi sistemi cessa di funzionare per
lesioni o non funziona pienamente la sensazione uditiva al cervello non potrà arrivare. Questo è il
motivo per cui oggi si mettono impianti cocleari elettronici, per esempio, dei bambini nati sordi non
hanno la capacità uditiva ma anche altri elementi possono essere corretti, ad esempio, vengono
ricostruiti gli ossicini con delle protesi per poi permettere appunto al bambino o al sordo di
riacquistare parte della sua sensazione uditiva.
Il danno può essere o monolaterale o bilaterale. Nell’aria il suono ha la più bassa conduzione,
perché i foglietti di aria ne incontrano altri per far avvenire lo spostamento 340m al secondo;
mentre nell’acqua riesce a propagarsi per 1500 m. Nell’acqua noi abbiamo una migliore capacità
uditiva. Nei solidi la continuità delle molecole è ancora più stretta per cui nel solido noi abbiamo
5km di conduzione del rumore o del suono al secondo. Queste conoscenze hanno permesso
anche di sviluppare tutte quelle tecnologie che consentono di conseguenza di permetterci una
capacità uditiva. La pressione atmosferica è collegata alla capacità della sensazione uditiva, se io
la considero come pressione, la considero come Pascal; quindi, il Pascal è il nostro metro di
giudizio per verificare l’intensità di un suono. Ma il Pascal è poco conosciuto, allora si va ad
equiparare a quello che, invece, è molto più comune: il decibel, per cui non è altro che un fattore
10 del Pascal di cui abbiamo discusso. Il decibel è la scala
di misura con cui intendiamo descrivere il suono.

La campanella della scuola, o le sirene sono suoni, ma


associati a informazioni. Se penso, invece, a un martello
pneumatico lo considero come un rumore perché disturba.
Il rumore ha una percezione diversa. Il rumore è un suono
non equilibrato e ripetitivo. La slide descrive gli effetti
verso l’esposizione al rumore, considerando 3 gradi di
stima: la zona di minore effetto è tra 0-10 decibel, abbiamo
un 30% di avere un esito negativo nel sistema organico.
Tra i 40-65 è intermedio e tra i 70- 100 decibel diventa un
impatto grave.

Per quanto riguarda lo screening neonatale


abbiamo la capacità di capire se ci sono
problemi. Siamo esposti al rumore per via diretta
(perdita dell’udito) e per via indiretta (disturbo
della comunicazione, alterazioni del rumore e
portando disturbi che sono indicati come
indicatori di stress). I fattori di rischio collegati al
sistema endocrino sono l’aumento della
pressione sanguigna, l’aumento dei lipidi nel
sangue e di conseguenza l'aumento della viscosità sanguigna, questi sono tre fattori che portano
alla trombosi.

Può esserci anche una lesione che può


portare all’ipoacusia (si sente poco) o alla
sordità (non si sente nulla). Con la vecchiaia si
sente di meno. La perdita delle cellule uditive è
irreversibile ma cessa con la rimozione dello
stimolo che l'ha provocata se questa non è
ancora cronicizzata. L’insorgenza
dell’ipoacusia però non è rapida, infatti viene
preceduta da quella che si chiama fatica
uditiva per cui oggi la patogenesi dell'ipoacusia
può essere dovuta all’esposizione al rumore
abbastanza elevato ma non tanto da
determinare le lesioni timpaniche, danni alle
strutture interne dell’orecchio che trasmetterà
gli impulsi ma non completamente nella loro
forma di timbrica, quindi il cervello riceverà
soltanto una parte del messaggio uditivo mentre il rumore intenso può produrre una perdita uditiva
dovuta alla rottura della membrana oppure a una grave riduzione della capacità vibratile delle
cellule.
GLI EFFETTI UDITIVI

Come tutte le patologie croniche


hanno uno scemare verso una
condizione di salute patologica per
cui si parte: una prima fase di
sensazione di orecchio pieno e senso
di stordimento che si può manifestare
solitamente con gli acufeni che sono
quei ronzii e fischi auricolari che si
presentano nei soggetti che hanno
già avuto un danno o un esposizione
a questi elementi di rischio, ma
all'esame audiometrico si può
evidenziare che sia solo un lieve e
temporaneo deficit solo ad alcune
sequenze, poi l'allontanamento, la
sospensione dell'esposizione al
rumore permette generalmente un rapido recupero della soglia uditiva.
Nella seconda fase, detta deficit
uditivo irreversibile in assenza di
sintomi, si verifica nei primi tempi
dell’esposizione al rumore o anche
dopo anni per cui si ritiene dalla
sommatoria tra l’intensità del
rumore, la durata dell'esposizione e
dalla sensibilità individuale
(suscettibilità, predisposizione ad
avere una sensibilità). Nella terza
fase, chiamata deficit uditivo
conclamato, che si può presentare
dopo anni dalla fase precedente. In
questo caso l'esame audiometrico,
se evidenzia un deficit uditivo grave deve andare a strutturare la tecnologia migliore per poter fare
recuperare almeno una parte della capacità uditiva. Nella quarta fase, abbiamo il deficit uditivo
generalizzato dove non si sente più nulla.

Il pattern spettrale, cioè se vi sono


suoni acuti o suoni bassi. La
frequenza indica quante volte si è
esposti a quel rumore; la durata,
invece, indica il prolungamento
dell’esposizione. L’ipoacusia
comporta una perdita di udito
bilaterale.

EFFETTI EXTRAUDITIVI.
Gli effetti extrauditivi del rumore coinvolgono il
sistema nervoso centrale autonomo: in seguito
all'esposizione protratta dal rumore, si innesca
una reazione da stress, con insorgenza di
disturbi psichici, astenia, insonnia, espressione
e altri effetti negativi sull’attenzione e
l'apprendimento.

Le patologie sono: alterazione della produzione degli ormoni, soprattutto adrenalina e


noradrenalina; gli scienziati non hanno avuto la possibilità gli di poter studiare approfonditamente,
ma alterano di conseguenza sia la capacità di respingere o di supportare bene dal punto di vista
metabolico il lavoro stesso o di essere più suscettibile a tutta una serie di problematiche.
Notando questo grafico, che viene
fuori da una ricerca fatta in Austria, si
vede che i problemi cardiovascolari
sono collegati al rumore ambientale
e sono tre fattori che hanno
aumentano la probabilità di avere
l’ipertensione, essi sono: l’età, la
storia familiare e lo Stato di Salute.
Questo studio, fatto in Austria, ha
valutato i vari disturbi in una
popolazione abbastanza numerosa
di soggetti che si trovano nel Sud
Tirol, nella parte austriaca dove passa una linea ferroviaria, si è visto che le femmine sono più
resistenti e quindi entra in gioco il determinante genetico. I maschi, quindi, sono più suscettibili alle
patologie cardiovascolari e le donne mostrano una più alta resistenza allo stress tra la pubertà e la
menopausa. Lo studio tirolese, quindi, ha messo in evidenza come c'è una forte interazione
rumore e l’età avanzata.

Un altro studio, invece, ha messo in evidenza in Olanda come il rumore può disturbare il sonno
non solo dalle persone che stanno dormendo ma anche in quelle che vanno da un sonno profondo
a un sonno leggero per cui in realtà il rumore è un qualcosa che ci fa stancare a prescindere dal
fatto che non ci svegliamo e quindi dormire in un ambiente rumoroso non ha la stessa capacità di
dormire in un ambiente calmo, quieto. Le evidenze suggeriscono poi che il traffico aereo è meno
facilmente la causa dei disturbi del sonno rispetto invece al traffico urbano.

LEZIONE 13
La possibilità di avere un feto malformato quando si contrae un’infezione o quando si esposte delle
sostanze dette eterogene, perché è molto spesso una delle motivazioni per cui i genitori non
portano i propri figli a
essere vaccinati sono
tutta una serie di fake
news, soprattutto di finte
complicazioni che
vengono elencate per
convincere il pediatra che
il figlio non abbia bisogno
di essere esposto a un
rischio ovvero quello della vaccinazione. Innanzitutto, noi dobbiamo capire come è fatto un
vaccino.

Che cosa è il vaccino?


Il vaccino è costituito da una piccolissima quantità di microrganismi uccisi o vivi attenuati, oppure
un pezzo di loro progettato in maniera tale da stimolare nel corpo la normale reazione immunitaria,
pertanto, fa sviluppare il vaccino una specifica resistenza a quella infezione che deriva
dall’accrescimento di quello specifico microrganismo di cui è fatto il vaccino.
La prevenzione umanitaria è costituita da una vaccino profilassi (attiva) e una siero profilassi
(passiva) perché è fatta esclusivamente da anticorpi già belli e confezionati, perché il sistema
immunitario del soggetto vaccinato non si attiva, vive ovviamente di tutto quello che già sta dando
come protezione l'anticorpo inoculato e quindi l'uso della siero profilassi non da nessuna
immunizzazione nel tempo. I sieri a loro volta possono essere eterologhi, cioè che vengono da
animali e quindi poi inoculati nell’ uomo, o omologhi se invece le immunoglobuline utilizzate sono
di origine umana. Poi abbiamo anche la chemioprofilassi, ovvero una somministrazione di farmaci
a scopo preventivo che rappresenta, per esempio per alcuni tipi di malattie tropicali, quali ad
esempio la malaria, l'unica forma di profilassi del momento in cui un soggetto deve partire per
lavoro o per vacanza e quindi deve essere coperto dal rischio di contrarre la malaria; di
conseguenza si danno dei farmaci che deve essere mantenuto il consumo di questo farmaco per
tutto il tempo della vacanza o del viaggio in maniera tale da rendere inidoneo il torrente sanguigno
del paziente rispetto al plasmodio e così anche quando fosse punto il plasmodio muore perché non
riesce ad attecchire sull’ uomo.

I requisiti dei vaccini


Oggi sentiamo parlare tanto dei requisiti dei vaccini e ognuno di noi dice la sua, senza però
conoscere quelle che sono diciamo le caratteristiche per essere messo in vendita e approvato un
vaccino. Quali sono i requisiti richiesti dai vaccini per la loro commercializzazione? Innanzitutto,
devono essere efficaci, cioè, un vaccino che protegge solo una piccola parte della popolazione
vaccinata non è efficace, quindi non si può disporre perché l'efficacia sarebbe troppo blanda per
cui oggi quando sentiamo Pfizer, Johnson & Johnson, AstraZeneca, Moderna, hanno tutti
dell’efficace che presentano il 98, 99% addirittura Pfizer e AstraZeneca 100%. Per quanto riguarda
la durata della protezione, ovviamente, tanto più è lunga la durata della protezione e tanto più è
soddisfacente il vaccino. Invece per l’innocuità quando si fa un vaccino a una persona sana,
questa deve rimanere sana, non deve avere degli effetti degli esiti negativi tali da produrre un
evento mortale o una disabilità permanente. Poi devono essere pratici di impiego, perché ovvio
che tanto più è facile l'uso di questi vaccini nella disposizione col paziente, tanto più la popolazione
si vaccina, con più con più attrazione positiva verso di questa.

Controindicazioni temporanee di ordine generale valida per tutti i vaccini


È ovvio che esistono delle controindicazioni per la vaccinazione, le controindicazioni temporanee
di ordine generale valgono per tutti i tipi di vaccino messi in commercio, per esempio, se un
soggetto ha una febbre acuta superiore ai 38 °C non può essere sottoposto al vaccino, qualunque
tipo sia. Lo stesso vale anche per le turbe generali giudicate clinicamente importanti, per cui, per
esempio, bambini immunocompromessi, soggetti che hanno avuto un trapianto d'organo oppure
che hanno particolari tipi di risposte autoimmunitaria importanti non possono essere ovviamente
vaccinati fin quando questa condizione non viene superata e quindi eliminata.

Controindicazioni temporanee o permanenti relative alle situazioni particolari


- Stato di immunodepressione, che può essere primitiva con l’immunodeficienza congenite
secondari a patologie, a deficienze congenite secondari a patologie come l’HIV, leucemie,
linfomi e tumori.
- Allergia costituenti dei vaccini, che non rende possibile l'uso dei vaccini stessi perché la gran
parte delle componenti del vaccino hanno degli antigeni proteici per cui se si hanno delle
particolari tipi di allergie che vengono testate prima ovviamente non si può utilizzare, per
esempio l' antibiotico, se un soggetto è allergico agli antibiotici, molto spesso non può utilizzare
alcuni tipi di vaccini perché questi derivano da colture cellulari e quindi per non farle ammalare
vengono sottoposte anche a trattamento antibiotico e di conseguenza il vaccino porta con sé
parte dell' antibiotico. Poi ci sono i conservanti, gli stabilizzanti che non hanno il mercurio, cosa
per la quale i novax dicono sempre che ci sono pezzi di feto di aborto, pezzi di cellule umane, ci
sono tutti i metalli di questa terra e ci sono sostanze tossiche. Questa è fantascienza, non
possono esserci perché i passaggi per la validazione del farmaco sono rigorosissimi.

Le false controindicazioni alle vaccinazioni


Sono quelle che molto spesso i genitori o le persone che elencano per convincere il medico
vaccinatore che loro rischiano vaccinandosi. Per esempio l'allattamento al seno. Molti pensano che
quel momento in cui la donna sta allattando non possa essere vaccinata, questo non è
assolutamente vero, perché non può portare nessuna malattia al bambino, anzi, nel momento in
cui c'è la risposta immunitaria, la mamma può attraverso il latte trasmettere l'anticorpo e quindi
continuare e ampliare la protezione del bambino. Dall’ acquisizione delle infezioni. Fin quando lo
allatta, perché l'allattamento preclude tutta una serie di infezioni in quanto il latte è composto
principalmente da entità anticorpi materni, oltre ovviamente ai fattori nutrizionali. La febbre e
reazioni locali precede che si sono manifestati alla prima dose, anche questa è una pura leggenda
metropolitana, perché il ponfo che si crea il sistema che sta riconoscendo quel pezzo che io sto
riconoscendo di virus di batterio modificato o attenuato-ucciso o attenuato-vivo, riconoscendolo
come un elemento estraneo e quindi qui sta dando anche l’evidenza che il sistema immunitario sta
reagendo producendo quella che è la desiderata risposta anticorpale, quindi di immunizzazione.
Per cui anche questo, soprattutto per i bambini, quando ci si presenta all' ambulatorio vaccinale i
bambini che hanno sofferto di una febbre, o di un ponfo e proprio nella posizione in cui è avvenuta
l' inoculazione, sulla cute del braccio o della gamba, ovviamente il bambino alla prima dose viene
anche osservato per 15/20 min prima di lasciare l' ambulatorio per valutare se possono esserci
delle controindicazioni gravi, quali per esempio le allergie, e superata questa fase, viene indicato al
genitore che accompagna il bambino in ambulatorio tutta una serie di precauzioni per evitare che il
bambino appunto, possa avere un ponfo irritativo, ad esempio, vengono generalmente consigliate
delle semplici pomatine a base di arnica, quindi totalmente naturali, che hanno un effetto
antinfiammatorio e quindi eliminano il prurito o il rossore nel punto dove è venuta l'inoculazione.
Inoltre, altre false controindicazioni sono le convulsioni febbrili nei bambini. Ci sono le cosiddette
febbri convulsive nel bambino che generalmente si manifestano dai sei mesi fino ai 4/5 anni di età
e consistono in febbre che quando raggiungono le temperature superiori ai 39/ 40 ° il bambino va
in convulsione come se fosse una crisi epilettica, ovviamente creando tutta una serie di
problematiche, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare e polmonare; di conseguenza il
discorso delle convulsioni è una falsa controindicazione, in quanto nel momento in cui i bambini
assumono l' infezione esantematica o la polio difterite, la poliomielite sono delle manifestazioni che
lasciano, anzi danno come sintomatologia clinica febbre anche superiori a 41, quindi mettendo a
grave rischio soprattutto in un bambino che ha uno stato febbrile convulsivo un rischio enorme per
la salute, quindi, anzi, questi bambini vanno assolutamente vaccinati. I bambini o i soggetti che
hanno il diabete vanno assolutamente vaccinati, perché le malattie infettive possono creare
ulteriori problemi questi soggetti aggravando il quadro sintomatologico della dismetabolia
diabetica; la sindrome di Down, inizialmente si pensa che siano soggetti molto fragili e quindi non
adeguati alla vaccinazione. Assolutamente è il contrario, in quanto nella sindrome di Down sono
inserite già nel quadro clinico de malformativo della sindrome di Down in una bassa capacità, una
scarsa performance cardiaca per cui generalmente questi ragazzi vanno anche operati al cuore e
con difficoltà respiratorie, pertanto questi ragazzini o queste persone non possono avere la
patologia infettiva perché il primo target, organo target, questi organi sono target per le malattie
infettive. Di conseguenza e ovvio che non vaccinare un bambino down vuol dire prendersi una
responsabilità enorme.

Alcuni tipi di vaccini sono disponibili in commercio


-vaccini costituiti da microrganismi viventi e attenuati antimorbillo e l'antipolio tipo sabin
-vaccini costituiti da microrganismi inattivati, anti-collerico e antipolio tipo solk
-vaccini costituiti da componenti antigenici purificati come l'antinfluenzale
-vaccini costituiti da antitossine, cioè l'antidifterico e l'antitetanico.
La difterite, il tetano non sono delle infezioni, ma delle tossinfezioni, per cui la tossinfezione crea
nel soggetto un quadro tossicologico particolare, quindi vengono utilizzate le anatossine, cioè la
tossina purificata e resa non ovviamente tossica, per farla riconoscere come elemento esterno
problematico al sistema immunitario e quindi far creare tutto quello che è la richiesta, ovviamente
di un anticorpo specifico per bloccare il microrganismo che produce questa tossina. Gran parte
delle vaccinazioni possono essere fatte nella gravidanza, ad eccezione delle malattie
esantematiche, perché le malattie esantematiche, a differenza di tutte le altre, necessitano di un
vaccino fatto di un microrganismo vivo, ma solo depotenziato rispetto a quello naturale cosiddetto
selvatico, pertanto diventerebbe un rischio fare questo tipo di vaccinazione alla mamma gravida,
quindi si mettono in campo, nella mamma gravida tutta, una serie di altre opportunità tra cui
sicuramente insegnati di non frequentare luoghi affollati e soprattutto con bambini piccoli, perché
loro sono il serbatoio ai portatori di queste malattie, ma soprattutto utilizzando invece una siero
profilassi che la copra la e la mantenga quindi coperta dalla possibilità di contrarre la patologia
grazie all' inoculazione direttamente degli anticorpi. Quindi dopo la gravidanza poi invece è
ovviamente consigliata la vaccinazione che invece diventa molto più duratura nel tempo. Questo
stesso problema si pone per la poliomielite. L’antipolio, tipo sapide, tipo salk è differente perché il
sapido è fatto di microrganismi vivi attenuati, mentre il solco è fatto da microrganismi uccisi e
quindi molto più deboli nella loro potenzialità patogeni che rispetto al sabin. Noi sappiamo che la
poliomielite è una malattia veramente difficile, primo perché ha degli effetti sulla salute devastanti,
lascia dei gradi di disabilità enormi, ma abbiamo anche la visione epidemiologica del fatto che la
poliomielite è altalenante con i tassi di incidenza, ovvero noi siamo riusciti a eliminarla
completamente su in alcuni stati, mentre in altri ci sono dei focolai dove la poliomielite riaffiora e
allora questo è dovuto al fatto che noi per una maggiore sicurezza utilizziamo il tipo salk, cioè
quello fatto da microrganismi totalmente uccisi. Questo però produce in alcuni soggetti meno
suscettibili ad avere una reazione immunitaria forte a non produrre completamente l'efficacia del
vaccino. Quindi cosa succede? che noi dobbiamo monitorare costantemente i tassi di incidenza e
prevalenza di questa patologia a livello mondiale e in quegli stati dove riaffiorano dei focolai,
perché ad alcuni soggetti, nonostante siano stati vaccinati, non hanno risposto bene alla
vaccinazione, in quel caso si sospende la vaccinazione di massa con il tipo salk che si ripassa al
tipo sabin, ovvero un tipo utilizzato di vaccino costituito da microrganismi viventi attenuati, che
quindi hanno una maggiore efficacia nel far avvenire la risposta ai soggetti. Allora perché non
usiamo sempre il sabin? Perché alcune persone sono questi rischi calcolati e sono 1/10 milioni,
potrebbe invece contrarre la malattia, quindi noi facciamo sempre una valutazione costo-beneficio,
per cui quando il focolaio si diffonde siamo costretti a passare al tipo sabin, perché un focolaio vuol
dire più persone, decine, centinaia, migliaia di persone che prendono la poliomielite contro una
vaccinazione di massa, dove su 10 milioni abbiamo il rischio che se ne ammali uno, ma con dei
sintomi e degli esiti finali molto blandi. Quindi diventa più sicuro vaccinare tutti con il sabin fino a
quando i tassi di incidenza ritornano alla normalità e quindi è possibile ritornare al tipo salk,
mantenendo comunque l'immunità di gregge elevata.
Allora con le vaccinazioni vengono evitati nel mondo ogni anno non meno di tre milioni di decessi
di bambini di età inferiore ai 5 anni e almeno 400.000 casi di polio paralitica, malattia di cui è
prossima la totale eliminazione di tutto il mondo, al pari di quanto già avvenuto per il vaiolo. Quindi
questo è uno degli obiettivi insieme al morbillo che si è posto l'organizzazione mondiale di sanità.
Questi traguardi sono stati raggiunti grazie al programma esteso di immunizzazione promosso
dall’organizzazione mondiale della sanità, a cui anche l'Italia ha aderito. In Italia sono
raccomandabili diverse vaccinazioni, tra cui morbillo, parotite, influenza Theophilus e pertosse
sono diventate tutte obbligatorie.

Il calendario vaccinale dell’infanzia


Con l'approvazione ovviamente di questo, la vaccinazione finalmente con le MPR, che sarebbe
morbillo, parotite, rosolia ci permette di avere un’efficacie controllo sul morbillo perché è una
malattia poliennale endemica dell'anno della regione europea pertanto noi, come regione europea
stiamo cercando di eliminarla dai nostri territori. La vaccinazione antidifterica tetanica, l’antipolio,
l’antiepatite B sono anch’esse obbligatorie. Quindi è ovvio che tutte le vaccinazioni, iniziano dal
terzo mese in poi perché proprio dal terzo mese fino al quindicesimo mese che molte patologie
hanno una maggiore probabilità di esplicarsi di avvenire sui bambini di quest'età. Se si fa caso alla
nascita si trova l’HB strong, cosa significa? che se una madre ha l'epatite e rimane incinta il
bambino sicuramente può essere contagiato dall' epatite in quanto la placenta scambia il sangue
col bambino. Quindi appena nasce il bambino viene subito immunizzato per ridurre la probabilità
che questa patologia possa cronicizzarsi sul bambino stesso. Ovviamente il calendario vaccinale
viene modificato in base alle esigenze dello Stato, quindi che derivano dopo come valutazione
epidemiologica di quelle che sono i tassi di incidenza e prevalenza di queste di queste infezioni sul
territorio nazionale e sono state implementate l’anti-pneumococco, l’anti-meningococco,
l’antivaricella e sono dette stata introdotta la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV), che
sarebbe il virus che è la causa di tante parti, tanti cancri alla cervice uterina.
Cosa dobbiamo tenere conto nella formulazione del calendario vaccinale?
Ai dati epidemiologici cioè immunizzare il bambino o il soggetto prima che possa essere messo a
contatto col fattore di rischio, deve essere efficace e la sua efficacia protettiva deve essere provata
per mettere in commercio un vaccino, la copertura vaccinale deve raggiungere i livelli richiesti per
conseguire l'obiettivo prefissato, cioè, dobbiamo raggiungere almeno il 95% e l'immunizzazione
estensiva della popolazione ci permette di ridurre la circolazione naturale dell’agente patogeno
nella popolazione. Però dobbiamo anche avere una certa maturità del sistema immunitario. Questo
è il motivo per cui cominciamo dai tre mesi e non appena nati, tranne appunto per l'epatite B, nel
caso nasca da madre infetta da epatite, interferenza con anticorpi di origine materna, per cui
partiamo dai tre mesi, perché quando il bambino comincia a perdere gli anticorpi che lo ha protetto
di origine materna. Le dosi e i relativi intervalli devono essere esplicati tutti ed effettuati, altrimenti
si perde la possibilità di mantenere ovviamente la copertura e poi devono essere pratici, quindi
molto spesso vengono combinati, tant'è che si parla di esavalente o deca valente o eptavalente
proprio per fare un'unica somministrazione al bambino. Qualcuno dirà sicuramente “Ah, ma
mettere 10 elementi o 7 elementi tutti in una volta nel bambino è dargli una bomba di virus”, se
vedete cosa vi ho spiegato questo non è vero perché noi diamo solo il segnale ma il virus non c'è,
tant'è che le MPR, cioè quelli che usano il virus attenuato vivo non si fa insieme agli altri, ma si fa
in un'altra seduta a distanza di mesi, quindi viene a cadere anche un ulteriore leggenda
metropolitana.

Se è una ragazza ad essere vaccinata si deve escludere la gravidanza?


Si, non si devono somministrare vaccini controindicati in gravidanza, cioè quelli con virus vivo
attenuato, ma è opportuno rimandare le vaccinazioni con microrganismi vivi attenuati. Se una
donna però non è mai stata vaccinata contro il tetano, dovrebbe comunque effettuare l’antitetanica
nel periodo compreso tra il quarto e l'ottavo mese di gravidanza, cioè quando è probabile che
possa ovviamente partorire.

Rischi nella donna in gravidanza nel periodo prenatale e postnatale del bambino
Questo è un argomento particolare perché molto spesso nei consultori, sia dentro gli ospedali che
quelli diciamo comunali della provincia, le persone soprattutto le più giovani o quelle più ignoranti
vengono a chiedere informazioni per capire come muoversi nel gestire una gravidanza anche
inaspettata.

Teratogenesi e l’embriofetopatie
Innanzitutto, dobbiamo dire cos'è la teratogenesi o l’embriofetopatie cioè gruppo di anomalie
congenite che si manifestano non per cause intrinseche (genetiche della mamma), ma per cause
estrinseche (esterne) manifestatesi durante lo sviluppo del feto. Le alterazioni possono avvenire
durante lo sviluppo dell’embrione (tra la quinta e la decima settimana) durante l’organogenesi o
ancora in momenti successivi. Le anomalie, comunemente dette “malformazioni”, posso essere
anatomiche, funzionali o spesso anatomo-funzionali (cioè constano di un’anomalia anatomica con
associato danno funzionale, come accade nelle anomalie cardiache o per i difetti di sviluppo del
sistema nervoso). Quando si parla di malformazioni anatomiche, può mancare un arto, può essere
poco sviluppato, può mancare un occhio, può mancare la mascella oppure può mancare un
organo come per esempio il rene muto, per cui l'organo c'è, ma è non funzionante, può esserci la
microcefalia (il cervello c'è, ma è sottosviluppato, molto piccolo) mentre l’anencefalia è la
mancanza del cervello. Dunque, ci sono tutta una serie di malformazioni che sono abbastanza rare
ma che possono essere problematiche anche per la conduzione della vita. Inoltre, alcune anomalie
sono funzionali, cioè alcuni organi non hanno la capacità di svolgere le loro funzioni e molto
spesso i quadri malformativi complessi, comprendo entrambe, quindi possono essere
anatomofunzionali in cui ti presenti con più problematiche sullo stesso soggetto.

Le cause possono essere


-biologiche, quindi contrarre infezioni durante la gravidanza come ad esempio la rosolia, il morbillo,
l'epatite il la toxoplasmosi, lo zika.
-chimiche e fisiche, cioè le sostanze tossiche o da radiazioni assunte dal feto durante la
gravidanza; -metaboliche nutrizionali nel momento in cui la mamma ha già una sua condizione
particolare, per cui può mettere a rischio anche il feto. Le alterazioni causate da agenti biologici
sono ovviamente le più note da un punto di vista clinico e fisiopatologico perché i virus, per
esempio, determinano gravi danni a carico del sistema nervoso ed ematologico (sarebbe del
torrente sanguigno del feto) inducendo seconda della gravità o ritardo dello sviluppo o
malformazioni o morte prenatale.
I patogeni maggiormente presenti e responsabili di effetti teratogeni ovvero di
malformazioni fetali sono racchiusi nel complesso detto TORCH.
Quest’ultimo sta per T di toxoplasma (parassita), la R sta per Rosolia, la C di citomegalovirus e l’H
per tutti gli herpes virus inclusa la varicella quindi c'è morbillo, rosolia, varicella e pertosse. E poi la
O che sta per Others, per esempio, ora possiamo inserire lo zika che è una patologia infettiva
derivante in alcune zone del dell’America Latina e anche del degli Stati Uniti del Sud, Florida,
Texas, Alabama, insomma i vari stati che sono nella zona più tropicale e che hanno la sfortuna di
avere una popolazione di flebotomi che possono infettarsi di un virus e che può essere traslocato,
inoculato alla mamma. Se la mamma incinta, questo va a collocarsi nel feto producendo
l’anencefalia tant’è che noi oggi sappiamo che c'è stata l'epidemia di zika proprio perché tutte le
nascite che ci sono state, hanno avuto un altissimo tasso di incidenza di encefalite dei bambini. Ma
poi vediamo che possono essere teratogeni il morbillo, la tubercolosi, la salmonella, la listeria, lo
stafilococco. La listeria è un microrganismo particolare cioè un batterio che a differenza di tutti gli
altri batteri che io contrasto con il freddo, tant'è che noi refrigeriamo gli alimenti per non farli andare
in cattivo stato, ha proprio bisogno del freddo per riprodursi. Quindi la Listeria è quel particolare
microrganismo che noi in igiene degli alimenti cerchiamo ad esempio nei gelati, in tutte quegli
alimenti che possono ovviamente essere utilizzati crudi oppure si possono infettare perché
vengono refrigerati, ad esempio l'ultima listeriosi e salmonellosi è stata dovuta all'uso di frutti di
bosco che vengono scongelati ma non vengono cotte oppure di latticini, gelati, yogurt, pertanto
possono rappresentare un rischio e quindi la danno in gravidanza deve avere tutta una serie di
diario nutrizionale che gli consenta di evitare questi rischi. Ma guardate che anche il virus
influenzale è un problema perché rompendosi i globuli Rossi in maniera massiccia, il feto ha
minore disposizione di ossigeno per la crescita, quindi può dare anche complicanze
broncopolmonari alla madre ma anche complicanze nello sviluppo fetale del feto. Quindi le madri
dovrebbero essere vaccinate prima di avere una gravidanza o vaccinarsi durante la gravidanza. Il
virus HIV è un altro elemento teratogeno, poiché se presente nella madre-affetta o meno della
relativa manifestazione clinica (AIDS) -può causare l’AIDS neonatale, ovvero un completo
malfunzionamento del sistema immunitario del bambino.
I periodi sensibili della gravidanza
Sono tutti sensibili, ma in maniera più cospicua le prime due settimane, cioè quando la morula
comincia a sviluppare i foglietti embrionali. Pertanto, se una donna in gravidanza entro le prime 2-3
settimane contrae un infezione oppure è esposta a sostanze teratogene quali farmaci (l'unico
farmaco che si può utilizzare in sicurezza durante la gravidanza è il paracetamolo) gli antibiotici, le
sostanze contaminanti, conservanti presi in eccesso, i contaminanti ambientali, ma soprattutto le
radiazioni, possono portare o all’aborto, mentre se questa esposizione viene man mano nell’età
fetali embrionali più alte, diciamo più avanzate o fetali quindi intorno al settimo e nono mese, in
quel caso la malformazione può essere focale, cioè può coinvolgere solo alcuni organi e non
produrre un quadro complesso malformativo. Ovviamente ci sono tutta una serie di malattie anche
metaboliche che la mamma può avere ancor prima della gravidanza, che possono compromettere
il frutto del concepimento.
Cause di mortalità perinatale o fetale e postnatale o infantile
Per cui è ovvio che insieme alla malformazione ci sono tutta una serie di cause di mortalità
perinatale o fetale (cioè prima della nascita), postnatale (entro una settimana dalla nascita) o
infantile (entro l'anno) che possono essere prevenute se si considerano tutti quegli elementi che
possono alterare il quadro clinico del bambino e di conseguenza, possono essere cause esogene
come gli agenti teratogeni, anche gli incidenti sono una delle cause che può portare alla perdita
della gravidanza o addirittura a un quadro malformativo, poi cause legate al parto, il parto distocico
si tratta di un parto con complicanze come può essere il parto podalico o può essere il parto dove il
bambino è posizionato in orizzontale piuttosto che verticale, quindi va o manipolato manualmente
oppure va effettuato un altro tipo di intervento che è il parto cesareo. Quando c'è una madre infetta
da malattie veneree, da epatite, da malattie infettive che hanno una connotazione nella loro
trasmissione di natura dermatologica, la mamma non può partorire naturalmente perché altrimenti
il bambino verrebbe a contatto con la mucosa uterina, quindi in quel caso, per evitare il contagio
del bambino si usa praticare il parto cesareo perché diventa ovviamente più sicuro per abbassare il
rischio di infezione del neonato. Poi ci sono le cause endogene, cioè quelle che derivano appunto
da un quadro clinico già presente nella mamma spostato verso un quadro patologico per cui le
malattie ereditarie come l’emofilia e le anomalie della meiosi (trisomie), o l’ISO
immunizzazione Rh per cui la donna che ha un partner positivo e lei è negativa o viceversa, al
primo parto deve fare un’ISO immunizzazione per isolare questo effetto, si tratta di una semplice
iniezione che si fa al trimestre prima dell'attesa gravidanza.
Grafico anencefalia
Vi è stata l'incidenza temporale nel nostro territorio nazionale dell'anencefalia. Nel giro di una
ventina di anni l'anencefalia è crollata perché, grazie alle tecnologie attuali di clinica e di
diagnostica, noi siamo in grado di visionare lo sviluppo degli organi e se si trovano nella loro sede
e se sono anche sviluppati come dovrebbero per poter poi essere funzionali in tempi molto
precedenti, per cui è stata messa una legge che consente ai genitori di poter praticare l'aborto
terapeutico nel caso in cui il quadro malformativo sarebbe sicuramente non idoneo alla vita del
bambino perché non lo supporterebbe. Alcuni accettano di far comunque nascere il bambino, ma il
bambino muore nel giro di poche ore. Quindi la legge consente di farlo anche fino all' ottavo mese
però il genitore può anche farlo nascere naturalmente e poi lasciare al destino fare il suo corso.
Cause favorenti la mortalità perinatale
Abbiamo detto le malattie materne, le infezioni materne, le sostanze chimiche voluttuari come
l’alcol, la cocaina, tutte le droghe da abuso compresi anche marijuana e Hashish e mettiamoci
dentro anche l’eroina, gli acidi quindi le sostanze da abuso sintetiche, poi abbiamo gli agenti
ambientali, argomento affrontato la volta scorsa, cioè del metilmercurio, dei pcb e delle diossine,
ma mettiamoci dentro anche tutte quelle sostanze che sono in grado di modificare il meccanismo
di replicazione cellulare, quindi ciò che sta alla base di un meccanismo molecolare la cui
mutazione può avere anche effetti epigenetici. Oggi stiamo studiando, proprio come i plasticizzanti,
che si trovano in tutti i prodotti del nostro uso-consumo, possono essere realmente uno degli
elementi ad oggi sottodimensionato e sotto studiato per quanto riguarda gli effetti epigenetici e in
particolare si è visto che incidono nei tumori detti virilizzanti perché agiscono sulle ghiandole
alterando il messaggio tra ghiandole e ormone. Queste sostanze sono talmente simili nella loro
struttura all'ormone che la ghiandola li recepisce come ormoni e comincia a funzionare quando
proprio non è necessario. E allora si è visto che alcuni tumori all' ovaio, al testicolo, alla tiroide,
soprattutto infantili, sono dovuti a un eccesso di esposizione a sostanze chimiche. A questo punto
quindi, noi dobbiamo dare delle indicazioni alle donne che tendono a programmare una
gravidanza, quindi dandogli dei consigli e formandole su quello che sarebbe un ottimo stile di vita
per prevenire tutti questi rischi, mentre delle donne che si trovano in gravidanza, loro malgrado,
senza averlo scelte, di poter comunque prevenire o lenire i rischi nel caso in cui non fosse stata
vaccinata per alcune infezioni o poter mettere in atto dei delle linee guida ad intervento preventivo
per quello che riguarda la nutrizione, la sospensione del fumo da tabacco e altro, l'uso di alcol e
così via. Ovviamente ci sono tutta una serie di cause che possono intercorrere tra l'ambiente fetale
ovvero cause di mortalità prenatale e quelle postnatali ma alcune possono essere anche
successive al primo anno di età e in quel caso entrano in gioco tutte le malattie infettive di cui oggi
esiste abbondantemente l'accesso per la vaccinazione gratuita del neonato.
Sintesi degli effetti delle radiazioni ionizzanti
Uno degli elementi più sfavorevoli durante la gravidanza è sicuramente l’esposizione a sostanze
radioattive.
Le radiazioni ionizzanti sono distinte in radiazioni ionizzanti cioè quelle che riescono a penetrare
l’organismo e riescono a mutare in maniera profonda il DNA, mentre le non ionizzanti sono quelle
più blande che hanno una minore capacità di penetrazione, ma che comunque vanno evitate
proprio per scansare, anche se il rischio è basso, di poter avere una malformazione.
I rischi specifici dell’abuso di alcol in gravidanza
I rischi sono poco noti, soprattutto dalla popolazione femminile e soprattutto in questo periodo
dove la donna comincia ad assumere degli stili di vita che sono prettamente maschili e dove la
donna oggi fuma e beve più del maschio. Pertanto, ci sono dei quadri malformativi tipici, per
esempio dell'alcolismo o dell’uso dell’alcol in gravidanza ed è consigliato di non usare mai prodotti
alcolici durante la gravidanza, neanche un bicchiere, quindi quel bel bicchiere di vino rosso che
viene dato a pasto dove per una leggenda metropolitana si dice che fa bene alla mamma e al
bambino, in realtà è perfettamente il contrario, tant'è che esiste una malformazione che si chiama
sindrome feto alcolica, dove il bambino nasce con la dipendenza da alcol e quindi nel momento
in cui sente la necessità va in spasmo con problemi cardiaci e problemi polmonari e poi ha un
quadro malformativo visivo, cioè ha una vera e propria faces che è specifica dell’uso dell’alcol.
Rischi specifici dell'uso di tabacco in gravidanza
I rischi sono ipossia, come abbiamo detto similmente al picco febbrile, può produrre sindattilia e
polidattilia, cioè le dita dei piedi e delle mani possono essere saldate, quindi il bambino deve
essere operato per poter avere le mani e i piedi funzionali oppure nascono con meno dita o con più
dita e addirittura in alcuni casi si contano anche 17 dita in un bambino, quindi vanno poi incontro a
tutta una serie di interventi di rimozione ovviamente degli elementi in più. Un altro problema è che
la ipossia che produce il fumo di tabacco, ma non solo, li ci metto tutto il fumo che rientra su quello
che è il fumo da combustione. Entra in gioco anche il basso peso alla nascita, che è un elemento
particolarmente pericoloso perché i bambini che nascono con basso peso hanno generalmente
poco sviluppato il polmone e poco attivo il cuore, quindi vanno messi immediatamente in terapia
intensiva neonatale per supportarli, essendo intubati, con respirazione artificiale fino a quando il
polmone ovviamente riprende la sua capacità ventilatoria autonoma. Inoltre, è normale che
bisogna evitare assolutamente l'esposizione a queste sostanze, ma io dico che non basta evitare
ma sarebbe meglio proprio non fumare perché il fumo con tutte le sostanze cancerogene e nocive
che ha, ha un effetto importante sull’aspetto epigenetico, quindi io posso aver smesso di fumare 10
anni fa, ma i danni che ho acquisito durante l'età in cui fumavo li posso trasferire comunque alla
mia generazione.

LEZIONE 14
- MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE (MST)
- L’attività sessuale comporta il rischio di diffusione di malattie a trasmissione sessuale.
- Di maggiore o minore gravità, tutte possono essere pericolose per la salute dell’uomo e
della donna, pertanto è fondamentale conoscerle e prevenirle per porre una diagnosi tempestiva.
- Le caratteristiche sono:
- -che possono essere causate da una diversità di organismi patogeni
- -che possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti
- -che colpiscono l'apparato riproduttivo in prima istanza e in alcuni in alcune malattie c'è
anche la diffusione ad altri organi
- Ogni anno nel mondo ci sono 333.000.000 nuovi malati che sono generalmente donne e
generalmente giovani i 2/3 dei casi, infatti, sono persone con età inferiore ai 25 anni quindi attivi
sessualmente. Generalmente quando c'è giàà una malattia sessualmente trasmissibile la
coinfezione da HIV è favorita quindi è importante fare una diagnosi precoce per permettere al
soggetto malato di: attivarsi nel contenimento della malattia, nell’evitare dove possibile la
cronicizzazione e avendo quindi anche consapevolezza dello Stato di malato, anche di mettere in
atto tutte quelle precauzioni per evitare la diffusione.
-
- MALATTIE VENEREE DI 1 E DI 2 GENERAZIONE
- Quando parliamo di malattie sessualmente trasmissibili in realtàà, come è stato tra le
malattie infettive e cronico degenerative per le quali abbiamo avuto una differenziazione delle
malattie da un punto di vista epidemiologico più frequenti sulla popolazione, anche con le malattie
sessualmente trasmissibili è cambiato nel tempo lo scenario dei tassi di incidenza di alcune
malattie cosiddette classiche, che hanno un po’ lasciato posto a quelle considerate più collegate al
ventesimo secolo (non perchéé prima non ci fossero ma perchéé oggi abbiamo delle tecnologie di
indagine quindi di determinazione dello Stato patologico di un soggetto che prima ovviamente non
erano riconosciute o non erano disponibili). Ad esempio, il papilloma virus c'è sempre stato ma non
avevamo la possibilitàà di identificarlo quindi di fare lo screening. Pertanto le malattie veneree del
diciannovesimo secolo ad esempio, erano generalmente costituite dalla Sifilide, dalla gonorrea, dal
linfogranuloma venereo e l’ulcera molla (malattie veneree di prima generazione) mentre oggi
abbiamo anche il trichomonas vaginalis la Chlamydia il mycoplasma l’HIV l’herpes virus e
l’HPV(malattie veneree seconda generazione) e tante altre che sono poco conosciute ma in
realtàà hanno una particolare importanza soprattutto nell’abito del consultorio dove si approcciano
ovviamente i ragazzi giovani quindi bisogna spiegare ove possibile come prevenire o come
riconoscere i sintomi perchéé alcuni sintomi sono talmente lievi che vengono scambiati per delle
semplici manifestazioni infiammatorie. Quindi è importante anche con una certa curiositàà positiva
e non maliziosa, andare a verificare quali sono nell’organo genitale o nella pelle delle persone
ipoteticamente malate le condizioni cliniche che manifestano la malattia perché alcune possono
essere sottostimate o non riconosciute quindi essere più predisposto al contagio.
- Chi si occupa di malattie sessualmente trasmissibile è il dermatologo quindi la scuola di
specializzazione in dermatologia copre quello che è l'ambito specialistico della gestione cura e
prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
-
- HPV
- Noi oggi abbiamo la possibilitàà grazie alle tecnologie di laboratorio di andare a verificare
da un punto di vista sia clinico che microbiologico le mst di seconda generazione. Ad esempio
l’HPV è una di quelle patologie che stiamo attualmente gestendo con la prevenzione primaria,
ovvero stiamo cercando di vaccinare immunizzare tutti i ragazzi al di sotto dei 12 anni sia i maschi
che femmine perchéé la semplice malattia sessualmente trasmissibile potrebbe dare degli esiti
anche a distanza di anni molto più gravi in quanto per esempio l’ Hpv è una delle cause certe del
carcinoma della cervice uterina quindi se io prevengo la malattia sessualmente trasmissibile evito
anche un innalzamento dei tassi di incidenza per questa specifica patologia.
-
- EPATITE B e HIV
- anche PER il virus dell’epatite B esiste la vaccinazione e pertanto è importante conoscere
dove è possibile anche il partner. Per questo avere dei contatti sessuali liberi e soprattutto
occasionali non ci mette nelle condizioni di proteggerci nel momento in cui non usiamo l'unico
sistema di prevenzione di tipo barriera e quindi il preservativo. Ma soprattutto per l'epatite B che ha
una trasmissione simile a quella dell’Hiv, cioè attraverso il sangue, anche lo scambiarsi oggetti che
possono mettere a contatto sangue di un soggetto con un altro, come gli aghi per esempio delle
siringhe nei tossicodipendenti o l’uso, per esempio, di oggetti da toletta come i rasoi oppure le
lamette oppure gli spazzolini, possono essere veicolo di coinfezione a prescindere da quella che è
la classica via sessuale e quindi del contatto tra le cose.
- A completare lo scenario a partire dal 1980 è comparsa l'epidemia di HIV responsabile
dell'attuale pandemia di AIDS che riconosce una via di trasmissione sessuale sia etero che
omosessuale, inoltre, l’80% dei casi.
-
- Le malattie sessualmente trasmissibili sono tornate recentemente all’ordine del giorno dei
sistemi sanitari europei, per l’elevata incidenza rilevata nei nuovi paesi membri, in particolare quelli
appartenenti all’ex blocco sovietico dove erano in atto tutta una serie di epidemie. Portando così
ad un passaggio di questa parte di popolazione soprattutto femminile che è venuta a lavorare non
solo in Italia ma in Svizzera in Austria in Francia. Bisogna quindi ripetere che è necessario
conoscere le indicazioni su quella che è una malattia assolutamente prevenibile e ovvio che se
sappiamo che è in atto una pandemia è un'epidemia di AIDS da una parte e di sifilide dall’altra,
possiamo dare i migliori consigli soprattutto alle persone giovani, ma non sol, a migliorare la
prevenzione per quanto riguarda questi aspetti.
- L’incidenza media delle malattie sessualmente trasmissibili nei paesi dell'est europeo in
media 100 volte più alta che nei paesi europei occidentali tant'è che in Russia all'ultima epidemia
di sifilide è stata giàà nel 1990 che è iniziato diciamo a diminuire come tassi di incidenza solo nel
1998 mentre per questo motivo è in aumento invece la sifilide congenita cioè queste donne sono
rimaste in gravidanza e di conseguenza hanno partorito bambini che hanno contratto la sifilide in
utero o a causa del parto. Quindi diciamo che questa malattia continua a permanere sui territori a
prescindere dall’origine iniziale, è così lontana rispetto i nostri giorni ma molte persone che
attualmente sono adulte ma nate con la sifilide congenita continuano a rappresentare un rischio
quindi dei portatori.
-
- QUANTE MST CONOSCIAMO? DOVE SI CONCENTRANO?
- Oggi si riconoscono ben più di 30 malattie classificate come malattie sessualmente
trasmissibile però la lista è in costante espansione anche perchéé oggi abbiamo la possibilitàà con
i metodi molecolari di vedere anche diverse declinazioni degli stessi virus che però hanno la
capacitàà di produrre delle malattie simili rispetto al ceppo originale, ma con delle caratteristiche
diverse dovute alle mutazioni subite durante il tempo della replicazione di questi virali o batterici.
Secondo l'organizzazione mondiale di sanitàà (OMS) la stima dell'incidenza annuale delle malattie
sessualmente trasmissibili curabili e di 340 milioni di nuovi casi in adulti di età compresa tra i 15 e
49 anni e di questi 69 milioni si concentrano solo nella nell’Africa sub sahariana e 151 milioni nel
sud e sudest asiatico. Quindi i paesi in via di sviluppo come lo è stato il continente russo prima
della caduta del diciamo del blocco sovietico e rappresentano un fattore di rischio perchéé
essendo dei paesi, comunque, economicamente depressi hanno quel determinante economico e
sociale che crea maggiori problematiche da un punto di vista ovviamente della gestione e della
prevenzione di queste patologie ma soprattutto manca l’informazione. dare preservativi gratuiti al
blocco sahariano diventa diciamo una spesa importante anche se alcune organizzazioni no profit
proprio stanno investendo in quelli che sono dei sistemi di protezione individuale al fine di avere
comunque dei contatti sessuali.
-
- COME SI MANIFESTANO LE MST?
- Non sempre le MST si presentano con un sintomo o un segno specifico. Per esempio, si
stima che 10-20% della popolazione maschile ed il 75% di quella femminile con infezione da
Chlamydia trachomatis rimanga asintomatico. Tale caratteristica comporta la facile trasmissibilitàà
dell'infezione durante i rapporti sessuali, se questi ovviamente non risultano protetti. L'apparenza
sana del proprio partner sessuale, così come
l'apparente normalitàà delle sue aree genitali,
non costituiscono una garanzia di non poter
acquisire una MST, questo è anche uno dei
motivi per cui le ragazze sessualmente attive
dovrebbero fare il pap test proprio per andare
a verificare se la mucosa uterina sia sana
anche da un punto di vista infettivologico.
- in questa immagine abbiamo le malattie
che sono distinte in funzione della tipologia di
protozoo di parassita o di batterio che può
causarle e di conseguenza abbiamo
- -MST BATTERICHE
- Sifilide, Ulcera venerea, Linfogranuloma
venereo, Vaginosi batterica, Gonorrea,
Infezione da Clamydia trachomatis, Infezione da
micoplasmi genitali e
- Donovanosi (o granuloma inguinale)
- -MST VIRALI (virus) come Herpes simplex anogenitale, Mollusco contagioso, Infezioni da
Human Papilloma Virus, Infezioni da HIV
- -MICOTICHE Candidosi genitale
- PARASSITARIE Scabbia (Sarcoptes Scabie), Infezione da Trichomonas Vaginali,
Pediculosi del Pube (Phthirius pubis)
- ma abbiamo poi anche una suddivisione di queste patologie in funzione delle lesioni che
possono produrre, quindi le possiamo distinguere in
- -MST CON LESIONI ORGANICHE (cioè che vanno a intaccare non solo l'organo sessuale
ma anche altri) Sifilide, Ulcera venerea, Linfogranuloma venereo, Gonorrea Donovanosi (o
granuloma inguinale), Mollusco contagioso, HSV, HPV, Scabbia e Pediculosi del pube
- -MST SENZA LESIONI EVIDENTI Vaginosi batterica, Infezione da Clamydia trachomatis,
Infezione da Mycoplasmi genitalis, Infezione da Trichomonas genitalis, Candidosi vaginale
-
-
- però perché è importante curare o prevenire queste malattie?
- perchéé molto spesso le persone e che non si curano di questo problema poi hanno a
lungo termine un problema di fertilitàà di coppia. Le MST rilevanti per la fertilitàà di coppia sono
la sifilide, la gonorrea, l’infezione da Clamydia Trachomatis, Herpes simplex genitale, infezione da
Trichomanas vaginalis, infezioni da HPV e infezioni da HIV. Sono specialmente le giovani coppie
che devono fare attenzione circa i rischi della fertilitàà poichéé le condizioni predisponenti
biologiche sono proprio la giovane età e il sesso femminile. Invece, le condizioni predisponenti
comportamentali sono la tossicodipendenza, l’alcolismo, la promiscuitàà sessuale, turismo globale
(“turismo sessuale”) e l’immigrazione (perchéé anche lasciare dei retaggi culturali molto restrittivi
permettono in altre zone di godere al contrario della libertàà dal punto di vista religioso, sessuale e
soddisfare tali bisogni).
- MODALITA’ DI CONTAGIO
- generalmente un contatto etero omosessuale quindi in entrambi i casi è possibile e
soprattutto anche durante la gravidanza con la trasmissione verticale tra madre e figlio.
- FATTORI DI RISCHIO
- I fattori di rischio sono chiaramente l’elevato numero di partners sessuali (in particolar modo
quelli occasionali), la coinfezione da HIV, la precedente storia di MST (= se si è giàà avuta in
passato, è possibile una riacutizzazione della malattia o si è maggiormente esposti a contrarre
malattie simili), la scarsa istruzione (che pone anche un’incapacitàà nel riconoscere il rischio e nel
tenersi informato) e il mancato utilizzo di metodi protettivi di barriera.
SINTOMI PRINCIPALI
• Nella donna: perdite vaginali, bruciore, dolore, ulcere genitali e dolori addominali.
• Nell’uomo: dolore all’inguine, bruciore, perdite uretrali, ulcere genitali.
COMPLICANZE DELLE MST (in parte riconoscibili in parte no)
-sterilità
-gravidanze extrauterine
-aborto (soprattutto nelle fasi acute della malattia)
-infezione neonatale
-coinvolgimento pluriviscerale (cioè che si diffonde in vari organi)
-insorgenza di tumori (all'ovaio o alla cervice uterina per le donne e il tumore al testicolo per gli
uomini)

PREVENZIONE DELLE MST


Oltre alla vaccinazione e quindi dall’immunizzazione abbiamo anche altri tipi di prevenzione
-Primaria: prevenzione della malattia
1)Corsi sull’educazione sanitaria/sessuale
2)Consulenza specialistica periodica con screening (= pap test, tamponi, sierologia)
3)Terapia vaccinale

-Secondaria: interventi diretti ad arrestare la progressione o le recidive della malattia


1)Controlli sanitari ciclici
2)Terapia medica
3)Screening sierologici

Terziaria: adozione di misure atte a minimizzare le conseguenze della malattia (terapia


assistenziale o domiciliare o ospedaliera in funzione del grado di cronicizzazione di danno che è
stato prodotto ovviamente sul soggetto coinvolto)
RUOLO DELL’ASSISTENTE SOCIALE (pt1)
L'assistente sociale svolge un ruolo importante anche a livello sanitario, in quanto si occupa di fare
da “ponte” tra il medico e il tribunale, essendo colui che redige la relazione da presentare al
giudice, per cui deve essere in grado di individuare se nel quadro clinico della persona aiutata si
manifesti una patologia che potrebbe essere collegata a qualche disagio di tipo sociale (abusi,
ambienti domestici non consoni, ecc..).
(Es.: la gonorrea si manifesta con delle pustole sulla pelle, simile all’acne in forma molto grave,
quindi se un assistito presenta pustole è necessario accertarsi che sia acne ed escludere eventuali
malattie sessualmente trasmissibili.)

INQUINAMENTO INDOOR
abbiamo parlato molto spesso di tutte le conseguenze derivare dall'esposizione di un soggetto
sano da alcune sostanze che generalmente vengono rilasciate sia dai processi produttivi sia al
traffico veicolare o da processi di combustione naturale o vulcanica nell’ambiente Outdoor. però
quando noi parliamo di qualità dell'aria dobbiamo anche parlare dell'inquinamento dell'aria indoor
cioè quella che è racchiusa all'interno di un luogo chiuso, di lavoro o una palestra o un teatro cioè
un luogo dove l'aria è detta inframuraria cioè all'interno di un edificio abitato.
Fino agli anni ’50 (anche 70) non si è avuto un vero e proprio studio dell’inquinamento indoor, ci si
concentrava solo sull’inquinamento prodotto dalle attività industriali nell’ambiente esterno.
La normativa riguardante la qualità dell’aria negli ambienti interni arrivò solo negli anni ‘70 a causa
di alcune gravi infezioni polmonari (alcune letali) dovute a impianti di condizionamento (per questo
i filtri dei condizionatori devono essere puliti e disinfettati in quanto lì si possono sviluppare batteri
come la legionella).
Gli esseri umani che non fanno lavori in spazi esterni trascorrono il 90% del loro tempo in ambienti
chiusi (casa, lavoro, palestra, ecc..), quindi è probabile che ci siano maggiori rischi per
l’inquinamento indoor piuttosto che per quello outdoor.
Nella medicina del lavoro, il medico del lavoro è tenuto a controllare la qualità dell’aria per evitare
l’insorgere di patologia nei lavoratori, infatti il 40% delle assenze da lavoro per malattia
probabilmente è dovuto a problemi di qualità dell’aria interna nei luoghi di lavoro (es: nelle scuole,
prima della pandemia, se un bambino si ammalava si ammalava tutta la classe e spesso anche gli
insegnanti).
La qualità dell'aria che respiriamo è di fondamentale importanza ai fini del benessere della salute
delle persone negli ambienti confinati ad a tal fine è importante che l'aria non sia inquinata se ci
ricordiamo la definizione di inquinamento interno che non è diversa da quella esterno per cui
per inquinamento interno si intende quindi qualsiasi alterazione chimica, fisica e biologica dell’aria,
determinata sia da variazioni di concentrazione dei suoi normali costituenti, sia dalla presenza di
sostanze estranee alla sua composizione normale, in grado di determinare effetti di danno
all’uomo.
RUOLO ASSISTENTE SOCIALE (pt2)
l'assistente sociale nel momento in cui va a fare la sua attività professionale deve anche valutare
se il luogo dove viene presa in carico una persona magari inabile al muoversi non crei un problema
al soggetto che è lì passivamente esposto. Deve quindi controllare se ci sono sufficienti ricambi
d’aria, se la luminosità l'umidità è sufficientemente controllata, se la temperatura è adeguata
rispetto a quelle che sono le sue necessità.

LE FONTI DI INQUINAMENTO DEGLI AMBIENTI CONFINANTI CHIUSI


Le fonti di inquinamento indoor possono essere molteplici:
-sorgente inquinamento esterne: il suolo (es: il radon, un gas radioattivo presente nella zona di
Ragusa e in alcune zone del Lazio), in questi casi traggono svantaggio le abitazioni più vicine al
suolo, come quelle a pianterreno;
-le attività umane che generano inquinamento (attività metaboliche, respirazione); presenza di
animali domestici con possibile rilascio di sostanze (allergeni); il fumo di tabacco; cottura dei cibi;
uso di detersivi e detergenti;
-sorgente inquinamento dagli ambienti fisici: emissioni da parte dei materiali da costruzione e degli
arredi (a Biancavilla molte persone si ammalavano di mesotelioma pleurico [soprattutto
casalinghe], a causa
degli edifici costruiti
con pietra lavica che
contiene amianto) (i
mobili di legno non
producono tarli perché
sono trattati con
pesticidi che a lungo
termine vengono
rilasciati nell’aria
interna);
- inquinamento
derivato da sistemi
impiantistici emissioni
dovute a impianti di
condizionamento, a
combustioni, alle diverse apparecchiature sia domestiche che per il lavoro;
-polvere;
-materiali isolanti;
-superfici umide.

LEZIONE 15
Nella lezione 19 aprile  è stato discusso su quelli che sono le necessità per quanto riguarda la
valutazione dell'aspetto ambientale e microclimatico e della qualità dell'aria negli ambienti chiusi.
Ci sono tutta una serie di sostanze che vengono emesse anche dagli arredi, da strutture, dal tipo
di materiali con cui è stato edificato l’edificio, per cui sappiamo che in base a quanto è concentrata
la sostanza in quell’aria dell’ambiente chiuso noi possiamo aspettarci tutta una serie di
conseguenze: se una persona ovviamente vive o abita quell’ambiente senza fare ricambi d'aria
costanti frequenti, si possono quindi avere per esempio degli effetti irritativi sulla cute, alle mucose
per cui è capitato ad esempio che magari quando dopo una giornata fuori, appena si entra in casa
viene la tosse secca, la lacrimazione, viene a volte prurito, sono tutti una serie di elementi di un
campanello d'allarme, che non è sempre correlato alle allergie ma è correlato anche alla qualità
dell'aria all'interno dell'ambiente. Se la casa è stata chiusa per tanto tempo e si entra per
soggiornarvi soprattutto la sera e quindi ricambi d'aria non ci sono stati, l'aria si è caricata di quelle
sostanze che naturalmente vengono cedute per esempio dagli arredamenti o da altri elementi della
casa stessa. Possono avere anche degli effetti sul sistema nervoso ovvero producono le
emicranie, gli effetti sensoriali per esempio bruciore alla gola, lacrimazione, effetti neuropsichici e
per esempio difficoltà per prendere sonno, ma anche lo sbadigliare molte volte non è sempre
correlato alla stanchezza ma alla necessità del polmone di acquisire una maggiore capacità
ventilatoria perché l'aria che sta inalando non è delle migliori e poi effetti sul sistema riproduttivo
cardiovascolare, gastrointestinale es. il reflusso, la difficoltà digestiva, cardiovascolare per esempio
l’aritmia oppure effetti respiratori come es. l'asma, le allergie, le bronchiti, le infezioni alle alte vie
respiratorie e poi ci sono effetti genotossici per alcune particolari sostanze come alterazioni delle
cellule e cancro.
LA QUALITÀ DELL'ARIA INDOOR
La medicina del lavoro ha potuto calcolare gli impatti sanitari diretti, dovuti appunto alla valutazione
dell’aria all'interno di un ambiente chiuso e quali sono stati i costi sanitari diretti, per cui ci sono gli
allergeni come gli acari, muffe, forfore animali che quindi provocano l'asma bronchiale soprattutto
nei bambini e negli adolescenti. Ci ritroviamo oltre 160.000 casi all'anno prevalenti cioè che
rimangono tali, non incidenti ma prevalenza, è maggiore di 85 milioni di euro il costo solo per
gestire questi malati poi c’è il radon che è correlato al tumore al polmone e quindi ci sono dai 1005-
6000 decessi all'anno con una spesa veramente elevata. Il fumo di quando è prodotto all'interno
dell’ambiente chiuso come potete vedere spaziamo dall’asma bronchiale nei bambini all'infezione
acute delle aree delle vie aeree superiori -inferiori quindi significa sia dei bronchi che dei bronchioli,
tumore del polmone, infarto del miocardio, il benzene, la leucemia, l'intossicazione acuta da
monossido di carbonio ma in alcuni casi l' ipossia e che soprattutto in gravidanza può porre un
problema e quindi soprattutto nell'ambito lavorativo noi dobbiamo attenzionare questi elementi per
poter ridurre la possibilità che chi va a lavorare in quell’ambiente non esca poi a lungo termine con
un danno sanitario. Allora ovviamente se io acquisisco queste informazioni mi so anche difendere
nella casa privata oltre che sul lavoro e quindi questo tipo di lezioni servono anche a sviluppare
quella particolare sensibilità e capacità di interpretazione di quelli che possono essere degli
elementi di disturbo di tipo ambientale per esempio sui bambini. Per cui tante volte il disturbo la
DSA, il disturbo dell'attenzione che viene molto spesso indicato dalle maestre o dagli psicologi
come un elemento di disturbo nella crescita cognitiva o nella crescita scolastica di un bambino,
bisogna prima chiedersi se l'ambiente scolastico è idoneo per svolgere queste attività, quindi la
capacità di apprendimento del bambino non è disturbata da quelle che sono delle condizioni
ambientali idonee poi vedremo dal rumore; Tornando al radon che è la seconda causa di tumore al
polmone ma di origine naturale, possiamo sapere già dalle carte geologiche quali sono le regioni
che hanno una maggiore esposizione, il radon tende a salire, quindi quelli che sono maggiormente
coinvolti sono i piani bassi e di conseguenza i piani bassi vanno ventilati maggiormente rispetto ai
piani alti. Se si ha un piano cantinato come oggi molto spesso nelle villette monofamiliari o
plurifamiliari vengono fatte, c'è una cantina con un garage con una scala che mette in
comunicazione ovviamente tutto l'appartamento superiore in questi casi quindi la continuità che
succede tra i vari spazi produce una diffusione del radon anche in altezza e quindi in questo caso
vanno arieggiate tutti i vari piani. Noi veniamo fuori ovviamente da un periodo di ricchezza ma dei
tempi antecedenti e successivi al 40 quindi il periodo della guerra, era una normale attività
arieggiare le case la mattina e la sera perché era ancora presente di più la percezione della gravità
dell'infezione tubercolosi che molto spesso era correlata alla qualità della casa, quindi l'arieggiare
era una forma di prevenzione che in tempi in cui le malattie infettive erano note. Era noto l'effetto
che producevano ed era una buona abitudine, era diventata anche una consuetudine soprattutto
nella gestione della casa che invece abbiamo perso perché non solo non abbiamo più la
percezione che la casa possa essere un elemento di disturbo nel mantenimento della salute, ma
grazie agli arredi ipertecnologici e tutto quello che noi facciamo all'interno della nostra casa può
alterare la salute degli occupanti. Sappiamo tra le varie sorgenti inquinanti che abbiamo
sicuramente il radon che è radioattivo per questo è correlato al tumore al polmone, i materiali di
costruzione, i materiali di rivestimento, l'arredamento stesso, i rivestimenti in legno, i materiali
isolanti, le apparecchiature per la combustione, i prodotti per la pulizia, gli impianti per il
condizionamento, e climatizzatori oppure se in casa ci sono persone ovviamente i residenti o
animali o piante, il fumo di sigaretta, l'acqua quindi il cloro, il radon che può anche dissolversi
attraverso l'acqua, l'aria esterna quindi può entrare all'interno della casa e quindi in tal caso avere
anche un effetto di aumento delle concentrazioni di alcuni contaminanti, ci sono tutta una serie di
elementi che vanno assolutamente controllati e quindi ogni leaning ogni tipo di camera e
destinazione d'uso che ha a una certo rischio di incontrare una concentrazione elevata di alcune
sostanze. Quindi viene effettuato anche il controllo ambientale a tutela della salute della
popolazione che risiede O per attività lavorativa o per attività ludica o per la classica residenza e
ovviamente nell'ambito del proprio domicilio è il diretto interessato, il proprietario o chi ci abita a
valutare la qualità dell'aria e quindi non avendo delle strumentazioni adeguate si limita a ricambi
d'aria. Per ottimizzare, nell'ambito lavorativo, in ambito sanitario invece si fa tutta una serie di
rilevazioni che ci consentono di migliorare la prestazione del luogo in cui le persone sono costrette
a stare per attività lavorativa o perché è degente e quindi migliora non solo il benessere ma anche
si perfeziona il mantenimento della salute si fa innanzitutto un controllo dell’inquinamento quindi
della qualità dell'aria da un punto di vista biologico, chimico, fisico e tra il fisico rientra anche il
controllo del radon perché ha un effetto radioattivo ma poi si deve verificare anche se
quell’ambiente è adeguato a mantenere un certo benessere. Soprattutto da un punto di vista
termico microclimatico perché io possa avere una buona qualità dell'aria, se si inizia a soffrire per
esempio l'eccessivo caldo mi pone il rischio di altri problemi che vedremo più avanti. La qualità
dell'aria da un punto di vista dell'inquinamento e benessere termico devono andare a braccetto.
INQUINANTI DELL’ARIA INDOOR
Quali sono gli inquinanti dell’aria indoor sicuramente possono essere di natura chimica come il
biossido e monossido di carbonio, il biossido di azoto, l'ozono, i composti organici volatili, il fumo di
tabacco, i pesticidi che si usano sulla persona nell’ambiente o addirittura nel sono contenuti nei
mobili in quelli particolarmente aggredibili da alcuni organismi, alcuni insetti come i mobili in legno.
Si parla di pesticidi perché noi abbiamo un controllo delle zanzare indiretto, cioè spesso noi ci
spalmiamo alcune sostanze farmacologiche che contengono ovviamente delle molecole tossiche e
però perdiamo di vista la dose risposta per cui è più facile o sarebbe meglio utilizzare questi
prodotti e arieggiare bene prima di soggiornarvi. Invece spesso si vede, soprattutto nelle zone di
mare che le persone accendono lo zampirone e ci dormono dentro chiusi per evitare che le
zanzare possano sfuggire, l'azione deleteria di queste sostanze e come la zanzara avrà un danno
che è letale, noi avremo un danno che si riporrà nell'ambito della tossicità ma che a lungo termine
può creare problemi. Soprattutto i bambini devono essere assolutamente non esposti a queste
sostanze perché gli insetticidi e i pesticidi hanno una attività allergene, quindi, possono essere
anche elemento di leucemia o di asma bronchiale o di altri tipi di patologie severe. Vi è il problema
degli inquinanti di natura fisica che sarebbero le radiazioni, con radiazioni ionizzanti sono quelle
identificate come penetranti per cui il radon è capace di attraversare i corpi solidi e densi per cui
anche l'uomo. Le radiazioni non ionizzanti per esempio molto spesso noi usiamo il Wi-Fi, usiamo
per esempio i telefonini, usiamo tutta una serie di sistemi collegati via internet e quindi in questo
caso emettono radiazioni, fibre minerali artificiali come la lana di vetro, che insieme che può dare
una patologia se una esposizione avviene in eccesso che si chiama silicosi. Le fibre naturali,
invece dette amianto asbesto dalla vistosi, che poi finisce col produrre quella che si chiama il
mesotelioma pleurico che il tumore specifico è correlato all'esposizione all' amianto. In questo
caso è una delle poche malattie cronico degenerative dove non si parla di fattore di rischio ma si
identificata una causa e quindi l'amianto come anche dalla di vetro quindi la fibra di vetro può
provocare tutta una serie di patologie croniche a livello polmonare es. le polveri. Di natura
microbiologica sono tutti quei microrganismi o quegli elementi che oltre a produrre infezione
possono anche creare allergie con ovviamente un malessere poi visibilmente esplicato all'interno
dell'ambiente quando si rientra in questo ambiente; si svolge un'attività all'interno di questo
ambiente.
GLI AMBIENTI TERMICI
Per quanto riguarda gli ambienti termici si parla a questo punto non più di qualità dell'aria, ma
quanto è vivibile da un punto di vista termico l'ambiente sia se trattasi di attività lavorativa che di
attività di degenza  quindi sanitaria. Generalmente viviamo o lavoriamo presso ambienti termici
moderati cioè dove non ci sono delle variazioni significative tra la temperatura corporea e quella
ambientale. Sono severi quegli ambienti molto caldi per cui sollecitano un tendenziale incremento
della temperatura corporea e tant'è che poi abbiamo la percezione del caldo cominciamo a
spogliarci, è richiesto uno debole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di
diminuire il potenziale accumulo di calore nel corpo. Invece all' opposto di climi gli ambienti termici
severi freddi sono caratterizzati da condizioni di bassa temperatura per cui chiede anche in
questo caso un intervento del sistema di termoregolazione umano per limitare la dispersione di
calore corporeo e in particolare cercando di ridurre più la temperatura corporea quei distretti che
sono veramente importanti per la sopravvivenza. Nel caso degli ambienti sia moderati che severi
noi abbiamo in ambito lavorativo la tutela della salute del lavoratore proprio rispetto al rischio di
ipo-ipertermia al fine di evitare le conseguenze. Un eccessivo caldo può creare un problema 
quando es. ci sono i casi di cronaca dei bambini lasciati in macchina sotto il sole cocente abbiamo
visto che non solo si ustionano, ma hanno anche tutta una serie di squilibri che portano
ovviamente alla all' arresto cardio-respiratorio pertanto sia nell’ambito dell'ipertermia che
dell’ipotermia cioè nel freddo ci sono tutta una serie di elementi che intervengono nel cercare di
stabilire un omeotermia cioè di adattare la temperatura corporea quella ambiente ma in condizione
di severità può divenire ovviamente letale.
Qual è la qualità dell'aria  indoor dettagli acqua come acronimo ha visto negli anni un
progressivo aumento degli studi soprattutto per quanto riguarda la necessità di controllare la
qualità dell'aria interna e si è visto che nel corso degli anni grazie a tutto quello che noi inseriamo
siano un po’ un punto di vista produttivo ma anche da un punto di vista di come arrediamo ma i
nostri ambienti sono aumentati non solo le specie di molecole presenti che prima ovviamente non
erano contemplate ma aumentano anche in concentrazione molte delle quali sono inquinanti
aerodispersi con relative ovviamente ricadute negative per gli effetti della salute di chi soggiorna.
Quando l'aria interna è accettabile per il mantenimento della salute? è considerata accettabile
quando in essa non sono presenti contaminanti conosciuti concentrazioni del loser, secondo
quanto stabilito dalle autorità competenti, e rispetto alla quale una notevole quantità di persone
almeno l'80% non esprime insoddisfazione quindi questo è il meccanismo attraverso il quale noi
facciamo le valutazioni della qualità interna dell'aria. Quindi non solo facciamo delle misurazioni
attive ma poi viene chiesto a chi soggiorna effettivamente come percepisce la qualità dell'aria e se
la gran parte dice che produce insoddisfazione arriviamo almeno all' 80% li bisogna mettere ha
una versione delle linee guida, per esempio sui ricambi d'aria o sul cambiamento di quelli che sono
i sistemi di condizionamento e così via.
INQUINAMENTO BIOLOGICO
Un primo elemento che va osservato è l'inquinamento biologico, oggi ne parliamo per esempio
in tempi di covid per cui in area affollate anche sul chiuso bisogna garantire un certo numero di
ricambi d'aria per diluire le concentrazioni di questi microrganismi e quindi evitare la catena di
trasmissione. Nell'ambiente sono presenti diversi microrganismi aerodispersi quali vengono
aerotrasportati e diffusi da polvere e particelle sospese nell'aria. I microrganismi immessi nell'aria
provengono principalmente dall’uomo soprattutto per quanto riguarda il tratto respiratorio a causa
della tosse, degli starnuti ma anche attraverso la fonazione perché noi rilasciamo tante piccole
micro goccioline che dette goccioline di Fluegge queste goccioline hanno la capacità di caricarsi in
questi microrganismi che necessitano dell’acqua per sopravvivere e quindi raggiunge un'altra
persona perché inala queste microparticelle acquose, questo è il motivo per cui si dice che le
persone dovrebbero distanziarsi almeno 1½ m se non 2 m uno dall'altro proprio per evitare di
inalare le il diciamo l'aerosol sotto forma di goccioline emesso dal dalla persona con cui si sta
discutendo e in questo modo quindi si riduce il rischio di contrarre delle patologie respiratorie. Il
controllo del microbiologico dell'aria ci consente anche di verificare il grado di contaminazione
microbiologica e questo, ad esempio è fortemente richiesto nelle sale operatorie, nelle sale
degenza oppure per esempio nelle industrie dove si trattano gli alimenti o anche l'industria
farmaceutica. Ci sono dei sistemi di controllo della qualità dell'aria che per esempio già vengono
utilizzate per quanto riguarda la struttura sanitaria dove attraverso delle attività di monitoraggio ci si
riesce ad intercettare delle problematiche di tipo microbiologico nell'aria cercando così di dare
delle linee guida a chi gestisce il reparto al fine di evitare il rischio o dove se si presenta a ridurlo in
maniera sostanziale.
LUOGHI E CIRCOSTANZE DI POSSIBILE ESPOSIZIONE PER IL LAVORO LAVORATORI AD
AGENTI BIOLOGICI
(ad esempio) gli archivi chi lavora nei locali polverosi come magazzini sono più esposti agli acari
della polvere e alle loro particelle fecali quindi a lungo termine se questo non è un elemento e di
controllo ambientale quindi se non avviene la disinfezione o tutte quelle misure che servono di
pulizia che servono a ridurre la loro presenza, il personale a lungo termine può sviluppare
un'allergia. Oppure l'utilizzo di servizi igienici o l'attività di andare di pulizia degli stessi chi lavora
degli impianti di depurazione delle acque reflue chi a contatto con acqua nebulizzata contaminata
può essere esposto a incorrere nell’infezione da batteri coliformi fecali. Le discariche la raccolta e
trasporto dei rifiuti urbani, raccolta dei rifiuti nelle mense aziendali e scolastiche ci può esporre il
lavoratore per esempio a microrganismi vari sia patogeni che non poi però possiamo avere anche
le persone che sono esposte loro malgrado ai condizionamento il condizionamento dell'aria per cui
locali con impianto di condizionamento non sottoposto a manutenzione e revisione periodica
oppure i locali dove filtri dei condizionatori non sono periodicamente sostituiti oppure il contatto più
o meno ravvicinato delle persone oppure vetture con i filtri dell'aria non periodicamente sostituiti ad
esempio i filtri antipolline può portare nei locali sia i pondini ma anche tutta una serie di sostanze
che possono aumentare la colonizzazione degli stessi filtri da parte dei microrganismi per cui c'è 1
1 eccesso di rischio per esempio per tutti quei microrganismi patogeni che sono ad esempio
coinvolti nelle polmoniti per cui abbiamo i batteri come la legionella pneumophila in rus le muffe
funghi ma anche altri agenti:

Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici


Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici
AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA
AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA
Acari della polvere e loro particelle
Acari Archivi, locali polverosi.
fecali.della polvere e loro particelle Archivi, locali polverosi.
fecali.
Utilizzo servizi igienici ed attività di pulizia
Utilizzo serviziimpianti
degli stessi; igienicidi ed attività di pulizia
depurazione acque;
Batteri coliformi fecali. degli stessi; impianti diacqua
depurazione acque;
Batteri coliformi fecali. contatto con nebulizzata
contatto
contaminata. con acqua nebulizzata
contaminata.
Discariche; raccolta e trasporto rifiuti
Microrganismi vari (patogeni e non). Discariche;
urbani; raccolta
rifiuti e delle
trasporto mense
rifiuti
Microrganismi vari (patogeni e non). urbani; rifiuti
aziendali/scolastiche. delle mense
aziendali/scolastiche.
Locali con impianto di condizionamento non
Microrganismi patogeni (es. batteri Locali con impianto
sottoposto di condizionamento
a manutenzione non
periodica; locali
Microrganismi
come Legionella patogeni (es.
pneumophila, batteri
virus, sottoposto
ove i filtri a manutenzione
dei condizionatori periodica;
non locali
sono
come
muffe,Legionella
funghi) ed pneumophila, virus, ove
altri agenti biologici i filtri dei condizionatori
periodicamente sostituiti; contattonon sono
più o
muffe,
(acari funghi) ed altri agenti
della polvere, pollini) biologici
presenti periodicamente
meno ravvicinato sostituiti;
con persone;contatto più con
vetture o
(acari della e/o
nell’aria polvere,in pollini) presentidi meno
impianti ravvicinato
filtri dell’aria non con persone; vetture
periodicamente con
sostituiti
nell’aria e/o in
aerazione/condizionamento. impianti di filtri dell’aria non periodicamente
e/o senza filtri antipolline; presenza nei sostituiti
aerazione/condizionamento. e/o
localisenza filtri con
di piante antipolline; presenza nei
pollini allergizzanti.
locali di piante con pollini allergizzanti.
Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata
Microrganismi patogeni (es. Salmonella) Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata
Microrganismi patogeni (es. Salmonella) e/o che transita in tubazioni non sottoposte
presenti in impianti idrici. e/o che transita in tubazionienon sottoposte
presenti in impianti idrici. a periodica manutenzione disinfezione.
a periodica manutenzione e disinfezione.
Microrganismi vari (patogeni e non) altri Locali con moquette, tappeti e tendaggi non
Microrganismi
agenti biologici vari (patogeni
(acari della e non) altri Locali
polvere, con moquette,
regolarmente puliti;tappeti e tendaggi
contatto non
con acqua
agenti
pollini).biologici (acari della polvere, regolarmente puliti; contatto con acqua
nebulizzata contaminata.
pollini). nebulizzata contaminata.
Microrganismi vari, patogeni e non,
Microrganismi vari,
(batteri, parassiti) patogeni
e altri agenti e non,
biologici Contatto con animali vari.
(batteri, parassiti)
(es. pollini, e altri agenti biologici Contatto con animali vari.
tossine).
(es. pollini, tossine).
Tossine. Contatto con insetti (punture).
Tossine. Contatto con insetti (punture).
Utilizzo/contatto con sostanze contaminate
Microrganismi vari (patogeni e non). Utilizzo/contatto
(acqua tecnologica, con sostanze contaminate
olio, emulsioni, sangue,
Microrganismi vari (patogeni e non). (acqua
saliva,tecnologica,
ecc...). olio, emulsioni, sangue,
saliva, ecc...).

GLI INDICI DI COMFORT


I riferimenti legislativi sono stati legiferati solo nel 2008, quindi parliamo di una tematica veramente
giovane nell'ambito dell'igiene e della medicina del lavoro. Questi indici sono i riferimenti legislativi
fondamentali per la valutazione degli ambienti termici moderati sono indicati nell’allegato IV dell’ex
D.Lgs. 81/2008, oggi legge 626. Questi contengono tutta una serie di indicazioni circa le
disposizioni qualitative con riferimento a molte quantità, tra cui, temperatura, umidità, velocità
dell'aria, l'attività, (che può essere svolta all'interno di quella ambiente, o quali sono gli effetti
dell'attività svolta nell'ambiente), il soleggiamento, ma non nessuno indicatore semplice sulla base
del quale formulare un giudizio di qualità, né alcun criterio quantitativo di accettabilità. Siamo
dunque costretti a usare tutti questi parametri, e a sviluppare una equazione al fine di poter capire
se da un punto di vista analitico.
Indici sintetici di confort globale.
Il documento fondamentale per la valutazione del confort microclimatico in ambienti moderati è la
norma tecnica UNI EN ISO 7730-2006.
La procedura descritta in questo documento si fonda sull’esistenza di una relazione fra bilancio
energetico del corpo umano e sensazione termica, con associato confort o disconfort.
Tale relazione individua la sensazione di massimo confort in coincidenza con la condizione di
omeotermia del corpo umano.
Indici di disconfort locale:
legati alla presenza di disomogeneità nel riscaldamento o raffreddamento del corpo umano
1) correnti d’aria;
2) un gradiente verticale di temperatura;
3) pavimenti con temperatura eccessivamente alta o bassa;
4) asimmetria radiante.
Le correnti d’aria sono la più comune causa di disconfort locale

O2<17%
PETTENKOFER C02>1%
BROWN antropotossine
BENESSERE IN D'ARSONVAL chenotossine
AMBIENTE
CONFINATO temperat.
umidità
MICROCLIMA velocità
calore radiante

A.S.H.R.A.E. : ASSENZA DISAGIO TERMICO O


BENESSERE STATO DI COMPLETA SODDISFAZIONE DEL
TERMICO SOGGETTO VERSO L'AMBIENTE

EQUILIBRIO TERMICO OMEOTERMIA E SUO


SOGGETTO/AMBIENTE MANTENIMENTO

TERMOREGOLAZIONE

LEZIONE 16
Abbiamo già discusso di quanto sia importante la qualità dell'aria interna in un ambiente chiuso;
questo è fondamentale se penso a particolari capannoni dove si svolgono delle attività particolari,
per cui l'esposizione ad alcune sostanze potrebbero interferire con la salute del lavoratore. Se si
pensa ad una scuola, soprattutto oggi in tempi di covid, sappiamo quanto è importante areare le
aule per diluire quella che potrebbe essere una concentrazione di carica virale che potrebbe
compromettere la salute degli studenti.
Ci sono anche tanti altri fattori che possono disturbare una persona all'interno di un ambiente
chiuso -> sappiamo che sia la quantità di ossigeno disponibile che la quantità di anidride carbonica
possono essere individuati con degli indici. questo indice è detto il Pettenkofer. Noi valutando se
l'ossigeno inferiore al 17% e l'anidride carbonica aumenta oltre l'1% avviene il malessere nel
soggetto che si trova in questo ambiente chiuso; per esempio, in questo caso il polmone comincia
a chiedere più ventilazioni perché, essendo poco l'ossigeno e di più l'anidride carbonica, al fine di
mantenere ossigenato il sangue e quindi mantenere vitali e performanti gli organi, ha bisogno di
aumentare il ciclo della respirazione e quindi aumenta anche il battito cardiaco. Se ci pensiamo
bene, molto spesso, quando si è molto affaticati durante una lezione lunga o che è stata svolta in
un ambiente chiuso affollato, la prima cosa che facciamo è sbadigliare; lo sbadiglio in realtà
adesso non è solo un indice di sonno, ma il cervello spinge a produrre questo gesto involontario
perché lo sbadiglio fa sì che la respirazione diventi profonda. Quando si sbadiglia si aspira molta
più aria, questo per compensare nel caso in cui ci sia minore quantità di ossigeno che arriva con
un normale atto respiratorio.
Ma poi cosa avviene?
La sonnolenza, la stanchezza, l'incapacità di concentrarsi.
Quindi tutti questi fattori possono alterare la qualità di vita all'interno di un ambiente, quando
appunto questi indici sono modificati in termini peggiorativi.

Poi ci sono anche altri indici come il Brown, D’arsonval che vanno invece a misurare la quantità,
per esempio di sostanze organico-volatili.
-penso alle cucine, per cui dove avviene una combustione alcune sostanze possono essere
liberate sotto forma di chetoni;
-penso alla sudorazione
-oppure l’avere dentro degli animali comporta anche una modificazione dell’aria, soprattutto se ho
in casa un allergico, quindi comporta l'eccesso, per esempio, di acari.
Quindi la qualità dell'ambiente, soprattutto dell’aria confinata, diventa un elemento che molto
spesso, purtroppo, è sottostimato come fattore di rischio da tutta la popolazione.
Ci sono anche delle caratteristiche microclimatiche che possono alterare il soggiorno in un
ambiente confinato -> penso dunque al microclima che è costituito dalla temperatura, dall'umidità,
dalla velocità dell'aria all'interno dell'ambiente e dal calore radiante. Noi sappiamo che la
temperatura noi la percepiamo, ma la percezione della temperatura è vincolata e soprattutto
direttamente dipendente dal tasso di umidità. Tant'è che in estate, quando noi percepiamo 30º ma
con una percentuale di umidità bassa, quella percezione è molto simile alla temperatura oggettiva,
mentre se l'umidità aumenta, la percezione con cui noi sentiamo il calore si discosta di molto
rispetto a quello che realmente è. Per cui se io ho una temperatura di 35º con una umidità
dell'80%, la percezione che noi abbiamo non è di 35º ma arriva quasi a 40/45º quindi l'umidità è un
fattore che va tenuto sotto controllo e che va osservato con una maggiore accuratezza.
Un altro elemento importante è la velocità dell'aria -> perché se io ho un condizionamento o
comunque anche dei ricambi d'aria costanti, sia la qualità in termini chimici, quindi la viziatura
dell'aria, sia le temperature vengono a modificarsi; per cui oggi noi utilizziamo anche il
condizionamento e ricircolo dell'aria, non solo per raffreddarle, ma anche per mantenerle in una
condizione ottimale da un punto di vista chimico e climatico.
Cosa intendiamo con calore radiante? Quando acquistiamo o viviamo in una casa, sappiamo
benissimo che una casa esposta a Mezzogiorno più valore rispetto ad una a Tramontana. Questo
perché a tramontana è dove avviene appunto il tramonto, per cui usufruisce di meno ore di luce e
la casa in generale si mantiene più fredda, umida. Questo significa che in un ambiente chiuso,
anche l'esposizione al sole può direttamente o indirettamente portare ad una alterazione
microclimatica interna. Quindi le case molto assolate, ad esempio, hanno un indice di
riscaldamento interno maggiore, perché i muri cedono questo calore portando a un riscaldamento
climatico all'interno dell'ambiente stesso.
Noi però dobbiamo anche valutare se il clima, oltre alla viziatura dell'aria, consente a chi soggiorna
volontariamente o obbligatoriamente in quell’ambiente, di stare in un ambiente sano. Da un punto
di vista giuridico il benessere termico è stato descritto e indicato con una sua specifica
terminologia, per cui la definizione è venuta fuori dall’agenzia internazionale che si occupa di
sicurezza sul lavoro. Se io, ad esempio, lavoro in un altoforno dove si fa metallurgia, è ovvio che il
personale esposto a temperature molto più elevate e più severe rispetto ad un ufficio; al contrario
se io lavorassi in un macello, in un ambiente dove tratto gli alimenti. chi lavora in questi settori
generalmente lavora 8 ore al giorno in un ambiente freddo. Pertanto, ci sono degli ambienti
cosiddetti moderati e severi. Un ambiente moderato è il classico ambiente dove la temperatura
interna è generalmente molto prossima a quella esterna: penso gli uffici, penso ai negozi, ‘alle
palestre’, alle nostre case, dove quindi in genere non dovrebbe esserci uno squilibrio tra interno ed
esterno di più di 6º. Diciamo ‘dovrebbe’ perché da quando è stato inventato il condizionamento e
quindi il raffreddamento degli ambienti, molte persone non conoscono quali sono le problematiche
correlate alla differenza di temperatura potenziale tra l'interno e l'esterno. Il nostro organismo può
subire uno scombussolamento, perché noi abbiamo una forma di controllo termico che è
assolutamente autonoma. Quindi noi non facciamo nulla di volontario per alterare la nostra
temperatura, ma bensì noi abbiamo dei sistemi metabolici che innescano delle risposte.
Però il fatto che noi fuori abbiamo tanto quel caldo e dentro invece troviamo un freddo pazzesco,
noi questo dobbiamo evitare di trovarlo, per esempio dove alloggiano gli anziani, i disabili allettati,
per cui già la loro incapacità di muoversi li porta a sentire più freddo rispetto a un soggetto attivo,
oppure anche i bambini molto piccoli. Questi ultimi intorno fino ai 2/3 anni, non hanno la capacità di
termoregolazione; significa che se lo porto in un ambiente caldo, il bambino deve stare scoperto.
Al mare, ad esempio, il bambino con 40º non si può portare con il cappellino, la canottiera, il
pannolino e possibilmente la tovaglietta da mettergli addosso per coprirlo dal sole perché
praticamente lo sto bollendo e, soprattutto, perché il bambino a quell’età non suda. -> Noi abbiamo
un sistema di refrigerazione di tipo radiatore, naturalmente presente, che è la sudorazione. Il
bambino piccolo non suda e quindi non termoregola, perciò io devo avere il bambino il più
possibile scoperto che va coperto strati di cipolla al cambiare della temperatura.
Quindi io devo necessariamente conoscere i rischi collegati al microclima per difendere soprattutto
i soggetti più deboli.
Quindi il BENESSERE TERMICO per definizione è “l’assenza di disagio termico o stato di
completa soddisfazione del soggetto verso l'ambiente”. Se invece incomincio a sentire freddo, ad
avere la sensazione di una corrente, a tremare, vuol dire che ho una cattiva percezione di questo
ambiente, pertanto non è idoneo, lo stesso anche se soffro il caldo.

Dobbiamo tenere conto della capacità che noi abbiamo di scambiare la temperatura con l'ambiente
che ci circonda; quindi, noi che siamo soggetti omeotermi, cioè che tendiamo a adeguarci alla
temperatura esterna con tutta una serie di processi metabolici, cerchiamo di mantenere questo
equilibrio al fine di non incorrere in un disagio e quindi mettiamo in atto la termoregolazione.
La termoregolazione non è altro che l’insieme di tutti quei sistemi metabolici o quelle risposte
innate che noi abbiamo e che non sono soggette alla volontarietà, quindi sono tutte risposte
involontarie che il nostro sistema nervoso mette in atto al fine di termoregolarci con l'ambiente. Se
noi ci troviamo in un ambiente molto caldo, la prima cosa che avviene è la vasodilatazione,
questa consente l’ampliamento del diametro dei capillari, per cui passando più sangue,
quest’ultimo entrando a contatto con più tessuti e soprattutto con una parete capillare più ampia,
riesce per contatto a disperdere calore; quindi, disperdo più calore se ho la vasodilatazione. Se ci
pensiamo in estate, molto spesso le scarpe, gli anelli stringono perché la vasodilatazione richiama
anche più liquidi, quindi porta ad un maggior gonfiore. Questo, quindi, è uno dei meccanismi con
cui noi cediamo calore per regolarci a mantenerci omeotermi con un ambiente caldo.

Un’altra cosa che facciamo è la sudorazione, cioè si attivano sotto il segnale ormonale le
ghiandole sudoripare che rilasciano piccole goccioline di acqua sulla pelle, col fine di refrigerare la
pelle. È ovvio che un eccesso di caldo provoca le lesioni al sistema nervoso centrale, produce la
coagulazione delle proteine e la distruzione della ghiandola più importante cerebrale che va
proprio regolare questi meccanismi che è l’ipotalamo. Quest’ultimo nel bambino non funziona fino
ad una certa età, per cui il bambino ha necessità di essere tutelato dalla mamma; quindi, è buona
norma che se io per uscire mi metto una canottiera e un pantaloncino, il bambino non può uscire
con una tuta pesante e il maglione. perciò devo avere come riferimento me stessa e vestirlo a
cipolla nel momento in cui la temperatura aumenta o diminuisce, e avere quindi la possibilità di
compensare dato che il bambino non può compensare direttamente.
L'ipotermia o la ipertermia la porta a morte, per cui è importante conoscere anche questo aspetto,
perché diventa un aspetto importante di sopravvivenza.

Al contrario, cosa succede con il freddo? Beh, l'effetto contrario, cioè io ho una vasocostrizione,
tant'è che in inverno pensiamo tutti di essere dimagriti ma in realtà è perché i capillari, per
contrastare le perdite di calore, si stringono e cedono meno calore, quindi manteniamo più calore
nelle zone vitali quindi il cervello, il cuore, il polmone. Tant’è che quando c'è lì per l'ipotermia,
sappiamo che tendono a perdersi i piedi e le mani, cioè si parte dalle dita, ma poi in cancrena va
direttamente il piede e la mano. Questo perché considerandolo un elemento non utile alla
sopravvivenza, la gran parte del calore e della circolazione viene mantenuta negli organi vitali che
sono cervello, cuore, polmoni. Pertanto, l'ipotermia è un esempio chiaro di come l'organismo
innesca questi sistemi di autoprotezione.
Altri elementi che consentono al soggetto di riscaldarsi sono lo sbattere i denti e i tremori, la
cosiddetta anche pelle d'oca. Si tratta di contrazioni muscolari e il muscolo liscio, cioè quello
involontario, è una muscolatura che fa questo meccanismo -> quando si contrae, scivolano le
fibrille, in questo modo quando si distende si riportano allineate. Questo strofinamento, dovuto ai
brividi e alla pelle d'oca produce un rilascio di calore per attrito; quindi, il sentire freddo, avere i
brividi, è una forma di compensazione che l'organismo sta mettendo in atto per difendere il
soggetto dal freddo.
L'ipotermia porta alla depressione nervosa, la perdita di coscienza, l’aritmia, la fibrillazione
cardiaca e la morte.

Noi come facciamo a misurare la temperatura ambientale?


Conosciamo tutti, per esempio, i termometri con la colonnina di mercurio, ma dobbiamo cominciare
a ragionare anche in termini diversi.
Per cui:
-mettiamo in atto, intanto, da un punto di vista chimico il Pettenkofer, cioè il cubo d'aria
-poi abbiamo la temperatura cutanea
-la valutazione katatermometrica dell'ambiente
-la temperatura effettiva
-la temperatura effettiva corretta,
-poi abbiamo il PMV, cioè voto medio previsto in funzione.
-e poi abbiamo un altri due indici che sono Olf e Decipol

La valutazione del benessere termico ha necessità di avere un sistema di misurazione pratico


dove io posso identificare quella variazione climatica con un numero. Quindi avendo dei degli indici
numerici io riesco a trasferire la sensazione che ho percepito, oppure la registrazione da parte
degli strumenti di un dato che diventa oggettivo. Diciamo “oggettivo” perché se uno stesso
ambiente è vissuto da tre persone diverse, soprattutto con tre fasce di età diversa, avremo tre
percezioni diverse dell'ambiente.
Quindi chi è che ha ragione? Io devo avere un modo per rendere oggettiva la misurazione e
semmai affinare la sua correzione con il giudizio degli occupanti. Vediamo fare un esempio più
pratico. Supponiamo che noi siamo tutti in un'aula. In quest’aula supponiamo che siamo 20, è
abbastanza grande, è un po' esposta al sole: qualcuno sente freddo, qualcuno è perfettamente
pacifico là dentro, qualcun altro invece sente caldo.
Io la prima cosa che faccio è misurare la temperatura. Ma se la misuro con un termometro, quello
è oggettivo, cioè il termometro, misura 30º e così sarà per tutti, ma non è così. Perché io, per
esempio, che sono un tipo con una cattiva circolazione sanguigna, sento più freddo, quindi per me
io sento la percezione di 25º.
Però io non posso permettermi di adattare le temperature solo ad un singolo, ma devo tener conto
di tutti perché ognuno avrà una sua, per esempio chi è più coperto avrà una percezione veramente
di calore, chi invece è in bretelle e canottiera ne avrà di meno, chi ha uno stato di debilitazione
sente ancora meno caldo. Allora io devo usare due canali: un primo canale che è la misurazione
oggettiva, cioè io mi prendo tutti gli strumenti, li piazzo e registro tutti questi dati, è una misura
oggettiva dell'ambiente. Però, nel momento in cui io metti insieme questi dati mi esce fuori il
quadro oggettivo di quello che è in quel momento il microclima là dentro: quindi c'è una bassa
ventilazione, c’è forte calore radiante, per cui in quel momento, la camera è esposta al sole, ma
soprattutto all'interno ho anche alta umidità.
Io devo aggiustare questi elementi per renderli più compatibili ad un soggiorno piacevole, ma nel
momento in cui poi faccio questi aggiustamenti, quindi aumento col condizionamento la velocità
dell'aria, metto dei tendaggi, metto i filtri UV nei vetri per limitare l'ingresso del calore, oppure metto
un sistema realmente di condizionamento per abbassare la temperatura.
Beh, ho agito lavorando sui parametri oggettivi. Ma quando io faccio questa misurazione siamo
sicuri che è percepita bene dall'occupante? No, allora io prima registro, modifico dove è possibile e
adeguo questi parametri fisici, dopodiché chiedo agli occupanti se rispetto a prima si trovano in un
ambiente più soddisfacente o no. Quindi chiedo anche il parere dell'occupante, perché sarà poi lui
a rimanere là dentro per 6/8/10 ore, pertanto io poi devo fare dei piccoli aggiustamenti in funzione
della percezione degli occupanti.

L'importanza del microclima all'interno di un ambiente è stata valutata finalmente positivamente,


cioè come una cosa importante solo negli anni 70, per cui in realtà è un argomento nuovo anche
per chi si occupa di ambiente, di igiene del lavoro, di sicurezza, ma soprattutto è un elemento
fondamentale quando io devo contenere i danni derivanti dall’ambiente circostante sull’occupante
di un ambiente chiuso. Quindi se io parlo di degenza, se parlo di diagnostica, se parlo di terapie
devo svolgerle in ambito sanitario, in luoghi dove non solo è cautelato l’occupante o il paziente da
un punto di vista chimico e microbiologico, ma anche da un punto di vista microclimatico.
Inizialmente si faceva largo uso del katatermometro di Hill, successivamente però ci si accorse
che tale strumento, in realtà, offriva una misura scadente. Così si passò all’utilizzo della
temperatura effettiva (TE), strumento caratterizzato da un migliore approccio rispetto al
precedente, ma che comunque non riusciva a dare una misurazione completa ed esaustiva. Infatti,
anche la temperatura effettiva presentava dei difetti, quindi ad oggi ci serviamo di un sistema molto
più moderno per la valutazione del microclima, applicando l'ipotesi di Fanger. L'ipotesi di Fanger
consiste in una equazione, dove ogni contributo viene calcolato separatamente per poi annullarsi
tra di loro. Perciò quando questa equazione raggiunge lo zero, in teoria, si ottiene la perfetta
omeotermia tra uomo e ambiente. Sotto il profilo termico gli ambienti confinati si distinguono in
moderati, come le abitazioni e gli uffici, o ambienti severi.

Katatermometro di Hill —> Il katatermometro di Hill non è altro che un termometro a colonnina di
mercurio, che consente di misurare lo scambio termico tra la superficie del katatermometro e l'aria
che circola intorno al bulbo, la cui superficie ovviamente se messa in un ambiente caldo, si scalda
e la colonnina di mercurio sale al contrario se l'aria è fresca questa scende. Ora bisogna sempre
tener presente che la temperatura media è 36,3 °C e che il potere di raffreddamento, cioè il fattore
h, viene fuori dal rapporto tra le millicalorie cedute da un cm quadrato del katatermometro e il
tempo che sta tra i 38 e 35 °. Però questa è un tipo di misurazione esclusivamente oggettiva, cioè
misura la temperatura ma non mi da nessuna altra indicazione; quindi, offre un’accettabile
corrispondenza con le sensazioni termiche perché misura realmente la temperatura ma non valuta
per esempio come si muove l'aria, o il calore radiante, l'umidità, infatti gli scambi di potenza
termica sono statici e non dinamici. La limitazione dello strumento, infatti è che non mi consente di
considerare quegli elementi fisici, che possono alterare la percezione del calore quindi se non
registra contemporaneamente l'umidità, si ha soltanto la registrazione della temperatura che non
necessariamente corrisponde a quella percepita dagli occupanti.

Temperatura effettiva —> E allora per ovviare a questo problema si è passati dall'uso del
katatermometro a quello della temperatura effettiva (TE), la temperatura dell'aria quiete e satura di
umidità, a cui è associata una sensazione termica percepita in un generico ambiente caratterizzato
da parametri microclimatici propri. Si è inserita l’umidità che altera la percezione della temperatura,
quindi oltre a registrare la temperatura sappiamo anche quanta umidità c'è. Però siccome è una
misurazione che adegua la misura oggettiva, al calore che potrebbe essere percepito dall'uomo, ci
si è posti come punto di riferimento quello dell’umidità al 100%, cioè saturazione massima e quindi
percezione massima della temperatura. Ma con umidità al 100% si sovrastima di molto la
temperatura perché anche nelle peggiori condizioni possibili, non si raggiunge mai il 100% perciò
ci si sta ponendo in una situazione di estrema gravità, una situazione limite rispetto a quella che
potrebbe realmente essere. Per cui rispetto al katatermometro, la temperatura effettiva mostra in
più l'efficienza dello scambio termico dovuto all' umidità, ma ha la limitazione che essendo posta
nella condizione peggiore delle ipotesi, cioè il 100% di umidità, essa sovrastima l'influenza
dell’umidità sia ad alte che a basse temperature, perché al 100% anche una temperatura di 20-18
°C la si percepirebbe intorno ai 25 °C; inoltre sottostima anche la velocità dell'aria in ambienti caldi
e umidi.

Ipotesi di Fanger —> Quindi anche la TE non era uno strumento sufficiente per misurazioni
precise. Si pensò allora che il vero fattore positivo, per poter ben percepire l'ambiente in cui si vive,
fosse l’equilibrio del soggetto con l'ambiente stesso. L’ ipotesi di Fanger (bilanciamento termico tra
soggetto/ambiente, ossia omeotermia) prende di fatto in considerazione:
- potenza termica associata al metabolismo (M)
- la velocità di convenzione del calore (Cv), cioè aria calda che tende a salire, raffreddandosi, per
poi riscendere, generando dei movimenti d’aria all’interno di un ambiente chiuso.
-l’irraggiamento (R)
- l'evaporazione (E)
-l'entalpia, cioè quanto calore rilasciamo con la respirazione (Cr)
- il lavoro meccanico (N), ad esempio facendo attività fisica in un ambiente chiuso, sicuramente ci
si riscalda di più, e quindi si ha una maggiore potenza termica nel proprio scambio con l'ambiente
- sistema di mantenimento dell’omeotermia (S)
- la variazione di energia introdotta attraverso i cibi a temperatura diversa (K) che implica appunto
un'alterazione
-la conduzione (Cd) che sarebbe la capacità di trasferimento del calore.
Ora per l’ipotesi di Fanger, l'ambiente e l'uomo raggiungono l’omeotermia quando la sommatoria di
tutti questi fattori tra loro producono zero, cioè si equilibrano.
Sommatoria: M ± N ± Cd ± Cv ± R ± Cr ± S ± K ± E = 0
In pratica si può realmente intervenire con tanti sistemi in modo da equilibrare l’ambiente con il
soggetto: si può intervenire con l'alimentazione; con il tipo di vestiario. Ad esempio, in terapia
intensiva, i soggetti vengono tenuti nudi, con solo un lieve lenzuolino per coprirli (per la privacy);
dovendo mantenere mediamente 36 ° giusto per la presenza di pazienti nudi, il camice
dell’infermiere che lavora in terapia intensiva è ben diverso rispetto a colui che lavora in sala
operatoria. Questo perché la sala operatoria ha bisogno di basse temperature, sia per evitare la
disidratazione del paziente, e sia evitare che si sviluppino delle colonie, perché il freddo ha quella
funzione di asepsi cioè di mantenere stabile il microbo senza consentirgli di svilupparsi. In questo
caso lavorando in un ambiente termico più spostato verso il freddo, il vestiario di chi opera là
dentro è più pesante. A parte il vestiario un altro elemento su cui si può intervenire è l'uso di
bevande fredde o calde, per cui ad esempio quando c'è molto freddo si cercano le bevande calde
perché danno quell’aumento di temperatura che consente di avere una percezione di
miglioramento dell'ambiente. Un altro aspetto importante da considerare è equilibrare il sistema,
tenendo conto del tipo di attività fisica svolta, e così via.
Pertanto, nell’ipotesi di Fanger tutti i fattori della sommatoria vanno tenuti in considerazione, ossia
le possibili variabili che possono alterare la percezione dell'ambiente. L'ipotesi è che il benessere
termico deve tener conto sia di tutti questi fattori, ma anche delle potenze termiche individuali. La
persona anziana e il bambino avendo poca capacità di termoregolarsi, costituiscono la fascia più
sensibile agli sbalzi microclimatici. Possiamo dunque parlare di ambienti moderati, caratterizzati da
attività fisica non intensa, da resistenza termica di un vestiario standard non particolarmente
pesante o leggero, e da un indice di benessere termico che si determina combinando i parametri
microclimatici in modo da soddisfare la sensazione termica della persona esposta a
quell’ambiente.
Se consideriamo ora quest’equazione: (M – N) – Cr – E = Cv + R
Si può raggiungere l’equilibrio modificando uno di questi fattori, quindi il calore radiante,
schermando ad esempio gli ambienti; oppure lavorando sul metabolismo di particolari soggetti; o
sull’entalpia perché in presenza di un particolare lavoro meccanico o attività fisica, la respirazione
rilascia più calore, di conseguenza bisogna equilibrare il sistema schermando maggiormente
l'ambiente o aumentando la velocità dell'aria. Esistono cioè diversi modi per potersi muovere
all'interno di questo sistema, ma ciò che si deve tenere sempre in considerazione, come perno
centrale della propria attività, è il raggiungimento della sensazione termica favorevole verso
l'ambiente e quindi mantenere il soggetto soddisfatto di quella percezione.

Questionario
Tuttavia, se non si tenesse conto, anche avendo prodotto questo aggiustamento termico, della
valutazione degli occupanti, il tutto rimarrebbe solo ed esclusivamente una misurazione oggettiva.
Perciò per poter calibrare al meglio questa attività, si tiene anche conto dei questionari che
vengono dati agli occupanti, a cui si chiede quale sia la sensazione (dopo aver prodotto un
aggiustamento microclimatico), se di benessere o malessere. Tenendo conto anche
dell'insoddisfazione dell’utente, si cerca di migliorare quello che appunto è il carico termico sul
soggetto. Questa sensazione del soggetto dipende anche dall'attività fisica e dal vestiario, che
condizionano la temperatura media cutanea e l’evapocondensazione, ed inoltre dagli elementi
climatici ambientali che lo circondano.
Bisogna somministrare quindi il questionario a chi soggiorna e chiedere un voto da -3 che è il
pessimo freddo, a più 3 che è caldissimo, per ottenere un risultato che si avvicini al voto medio
previsto. In base a quello che viene fuori da questo questionario si può aggiustare ancora questa
regolazione al fine di raggiungere il miglior soddisfacimento possibile del paziente; il voto medio
previsto (PMV) viene calcolato sulla base della risposta dell’almeno 80% degli occupanti, che
devono dare un valore positivo. A quel punto raggiunto l’80% della soddisfazione ci si può ritenere
soddisfatti nell’aver prodotto quella modificazione. L'ambiente termico accettabile, cioè con il
massimo del benessere termico, lo si ha per valori di PMV tra -0,5 e +0,5 (fascia migliore) fino al -
0,85 e +0,85 (parametri questi che definiscono la fascia gialla di accettabilità).

Sbalzi termici
Gli sbalzi termici elevati tra ambianti esterni ed interni sono possibili sia in inverno che in estate; le
situazioni più critiche si presentano in corrispondenza di condizioni estive estreme, nelle quali non
è difficile creare differenziali dell'ordine di 10-15 ° fra interno ed esterno, che possono preludere a
danni per la salute. Di conseguenza si raccomanda di predisporre una zona di transizione non
condizionata, anche di dimensioni limitate, cioè una sorta di precamera di compensazione, nella
quale mantenere condizioni intermedie termiche fra quelle esterne e quelle interne e permettere
alla persona di acclimatarsi pian piano prima di entrare ed uscire. Questo perché ci sono tutta una
serie di elementi che possono creare alterazioni fisiche al soggetto: la sindrome del
raffreddamento, il mal di testa e il raffreddamento che può portare a polmonite, ma abbiamo anche
il sistema di surriscaldamento pertanto eccessiva sudorazione, mal di testa, affaticamento e così
via.

Viziatura dell’aria confinata


Per misurare invece la viziatura dell'aria bisogna far riferimento a tre indici, che permettono una
valutazione matematica di quell’ambiente, offrendoci dei valori numerici: l'indice Olf, il Decipol e il
Cubo d'aria.
- Per Olf si intende il tasso di emissione di bioeffluenti da una persona a riposo, che richiede
adeguata ventilazione se la velocità è minore di 0,32 l/s, cioè l’aria è ferma, si ha una
insoddisfazione massima perché il ricambio d'aria è pressoché nullo.
-Per Decipol è la corruzione dell'aria causata da un olf, e che richiede perciò un ricambio di 10 l/s
di aria.
-Per Cubo d'aria invece intendiamo la quantità oraria di aria, necessaria ad ogni individuo, per
soggiornare in un ambiente chiuso affinché l‘anidride carbonica non superi l’uno per mille, che è il
tetto del malessere. Il primo motivo per il quale si misura la viziatura dell’aria è da ricondurre all'
emanazione di legge che, per sopravvenute priorità di risparmio energetico, ha indotto a adottare
scelte costruttive che limitano gli scambi termici verso l'esterno, riducendo però in questo modo
anche ricambi d'aria. Il secondo motivo di queste attività, e pressoché parallelo al primo, ed è da
attribuire all'utilizzo di nuovi materiali per l'edilizia e per gli arredi, e all’incremento del
condizionamento che, per recuperare una quota parte dell’energia termica, adotta un ricircolo
d'aria. La qualità dell'aria diventa anche un termine importante nella gestione dell’ambiente indoor.
Quindi per sapere quanti metri cubi d'aria ci sono dentro un ambiente possiamo applicare l’Olf, il
Decipol e il Cubo d'aria per valutare se in quel quell’ambiente lavorativo, in quella sala degenza, in
quella scuola, in quell’ufficio, in quella casa, il numero di ricambi d’aria sono troppo pochi per
garantire una buona gestione dell'aria stessa e quindi della salute del soggetto.
Questo ci consente di meglio gestire l’inquinamento indoor inframurario presso le nostre abitazioni,
nelle scuole, palestre, uffici, mezzi di trasporto quindi anche gli autobus, le nostre macchine, gli
ambienti ricreativi e di ristoro, le piscine oppure le palestre oppure i palazzetti dello sport e gli
ambienti ospedalieri. Gli inquinanti possono essere ovviamente di varia forma: biologica, fisica,
chimica la cui provenienza può essere sia interna che esterna, ad esempio derivando da una
cessione degli ambienti interni; oppure addirittura può entrare da quelle cosiddette fessure
attraverso le finestre; inquinanti esterni possono derivare anche dalla strada e dal suono, dagli
impianti termici industriali, dal traffico veicolare ecc.

Malattie legate agli ambienti confinati


Tutto ciò però ci ha consentito anche di poter riconoscere che esistono delle malattie che molto
spesso non si tengono in considerazione. Ad esempio, prima fra tutte, la Building Related Illness o
malattia correlata all’edificio. Fra le patologie appartenenti a questo gruppo si ricordano: alveoliti
allergiche estrinseche, infezioni da virus e funghi, asma bronchiale, febbre da umidificatori, febbre
da Pontiac e legionellosi. Le patologie appartenenti a questo gruppo sono caratterizzate da una
bassa incidenza fra gli occupanti, la patogenesi è di tipo allergico o tossico-infettivo.
Un’ altra malattia è la Sick Building Syndrome ovvero la sindrome dell'edificio malato,
caratterizzata da: disturbi plurisintomatici, aspecifici, di tipo prevalentemente irritativo a carico delle
mucose e delle prime vie aeree, da manifestazioni riguardanti l'apparato respiratorio, digerente,
cardiovascolare, osteomuscolare, nervoso, cutaneo. Ad oggi sappiamo che c'è una correlazione
con il ricambio d'aria ma non è il solo fattore di rischio, infatti dipende anche molto dalla
suscettibilità personale e soprattutto da come è usato l'ambiente e di come è arredato.
Si parla anche della sindrome da sensibilità chimica multipla, che ad oggi non è stata realmente
indicata dall’OMS come malattia, però i tassi di incidenza di questa condizione stanno aumentando
sensibilmente nel tempo. Tale condizione patologica ha una natura incerta e controversa, si
ipotizzano nella fattispecie reazioni negative ad agenti chimici o ambientali, presenti a
concentrazioni generalmente tollerate dalla maggioranza dei soggetti; i sintomi, tanto più o meno
intensi, generalmente riguardano il sistema nervoso centrale causando insonnia, sonnolenza,
difficoltà di concentrazione, stanchezza, depressione, ansia.
Dunque, riassumendo, i sintomi della Sick Building Syndrome sono: i sintomi nasali (naso chiuso),
oculari (secchezza e bruciore), orofaringei (secchezza di gola, per cui anche tosse secca), cutanei
(secchezza cutanea), respiratori (sensazione di torace chiuso o asma), e altri sintomi come la
cefalea, l’eccessivo affaticamento.
Come si possono prevenire tali condizioni sintomatiche? Sicuramente andando a verificare da un
punto di vista strutturale come è predisposta la casa e come può essere migliorata da questo
punto di vista; viene fatta un’ispezione generale dei locali e degli impianti; viene fatta una
distribuzione del questionario agli occupanti dei locali sospetti; si misurano i parametri
microclimatici con delle centraline; si fanno, per concludere, delle indagini cliniche sui soggetti
colpiti, che vengono effettuate per verificare lo stato di malessere.

LEZIONE 17
TABACCO E DROGHE

Il tabacco è un prodotto che contiene nicotina, la quale genera dipendenza per cui il tabacco entra
in quelle sostanze che generano dipendenza e quindi che aumentano la richiesta di consumo da
parte del consumatore.
Il tabacco è stato importato in Europa nel XV secolo con la scoperta delle Americhe ma solo dalla
metà del XVIII secolo si diffuse il consumo di sigarette. Il fumo di sigaretta è una miscela composta
da: una parte e gassosa (gas vapori) e una parte solida (particelle microscopiche) il cosiddetto PM
diventando quindi un elemento di inquinamento in ambiente indoor

SOSTANZE DANNOSE NEL FUMO


TOSSICHE: troviamo per esempio la nicotina che fa rientrare il tabacco fra le droghe per il senso
di dipendenza che procura e il monossido di carbonio perché riduce il trasporto di ossigeno del
sangue. Ma tossiche anche perché contiene molto arsenico cadmio piombo alluminio zinco e
cromo.
IRRITANTI: che quindi irritano l'apparato respiratorio soprattutto le alte e basse vie aeree con gli
ossidi di azoto (anche in ambito ambientale quando abbiamo parlato di smog ossidante) e la
formaldeide che è una sostanza cancerogena che generalmente viene rilasciata dal fumo di
sigaretta; che danneggiano quindi la funzione dei bronchi
CANCEROGENI: ce ne sono oltre 50 tipi di cui alcuni proprio completi oppure altri che aumentano
la capacità cancero-genetica di altri e sono agenti causali per il cancro al polmone, e aumentano
anche il rischio di cancro al cavo orale (trachea laringe esofago rene vescica seno e il colon retto)

DIPENDENZA DA FUMO: il craving


il fumo quindi a tutta una serie di effetti negativi sulla salute che vanno man mano ampliando la
loro azione sul soggetto. Un elemento che li contraddistingue da altri prodotti di consumo è la
dipendenza.
Il craving è il desiderio irrefrenabile di fumare dovuto appunto alla dipendenza psichica da nicotina
che si instaura nel fumatore, e dal 1996 infatti il tabagismo è classificato dall’OMS come “malattia
dipendenza”
La dipendenza dal tabacco è anche fisica oltre che psicologica tant'è che il craving si dà anche il
nome di “sindrome di astinenza” (ansia irritabilità incapacità di concentrarsi) e di conseguenza
abbiamo una serie di gradualità con cui questa dipendenza si acquisisce:
Abbiamo 3 fasi
la prima è L’AVVICINAMENTO: cioè si prova un'esperienza in grado di soddisfare bisogni rilevanti
quindi cominciare ad osservare il fumatore e cercare di trovare anche delle similitudini.
L’avvicinamento può essere di due tipi /qui la prof è stata un po’ ambigua/
-tipo psicologico perché molto spesso ci si avvicina al fumo per sentirsi inclusi in un gruppo oppure
per sentirsi più duri per quanto riguarda gli uomini e più sexy per le donne (le pubblicità del
passato dove molte dive del cinema erano raffigurate con la sigaretta perché gli sponsor erano le
industrie del tabacco)
-tipo imitativo in quanto i ragazzini si avvicinano al fumo perché lo vedono fare alla maggior parte
dei loro coetanei e quindi gli dà quella sensazione di essere già più grandi
Poi avviene il vero e proprio CONTATTO cioè la persona comincia ad aspirare il fumo di sigaretta
e se il giudizio è positivo si ha poi la STABILIZZAZIONE cioè la ricorrenza all'uso e quindi l'uso
diventa un'abitudine stabile secondo lo stile di consumo preferito.
Per questo motivo quando si decide di smettere di fumare è importante farlo gradualmente tant’è
che non basta solo smettere di fumare ma bisogna avere un accompagnamento medico
(sostituzione, per esempio, del tabacco con dei sistemi più blandi e che eliminano soprattutto in
quel caso la combustione) passando per esempio in un primo momento alla sigaretta elettronica o
alla gomma contenente nicotina in maniera tale che la dose di nicotina scende gradualmente. Ma
anche grazie ad una supporto psicologico da parte degli psicologi tant'è che i centri antifumo
hanno tutta una serie di supporti medici specialistici ma anche di uno psicologo che accompagna e
cerca di aiutare il fumatore a liberarsi della dipendenza lavorando su quelli che sono gli aspetti
mentali.

EPIDEMIOLOGIA DEL TABACCO


secondo l’OMS un terzo della popolazione mondiale fuma.
Nei paesi non sviluppati sono per la gran parte maschi, nei paesi industrializzati le donne iniziano
ad assumere questa abitudine tabagica imitando l’uomo. Qua entra in gioco la società perché nei
paesi in via di sviluppo. Il fumo è visto ancora come una brutta abitudine che veniva associata a
persone di un certo tipo. Ad esempio, se una donna fumava era vista come una prostituta cioè una
persona non affidabile, cattiva e facile.
Nonostante questo fosse un vero e proprio atto
discriminatorio, bisogna dire che la donna nel passato si
è protetta, proprio per questa cattiva percezione del
fumo, da quelle che erano le malattie cronico-
degenerative tipiche del maschio fumatore, (tant’è che
nella donna non esisteva ad esempio il cancro al colon
retto o al polmone)

FUMO NEI GIOVANI


Un altro problema è anche quando si inizia a fumare,
perché il problema del fumo e la sua pericolosità non
dipendono solo da quante sigarette fumi ma da quando
ho iniziato: tanto più ero giovane maggiore sono i danni
che io ho arrecato al mio organismo. Ci sono una serie
di elementi che ci fanno verificare proprio con dati alla
mano che le persone che hanno una maggiore
esposizione al rischio di ammalarsi sono soprattutto
coloro che hanno iniziato a fumare molto giovani. In
Italia già dal 1999 iniziavano intorno ai 14 anni con una
tendenza al calo del 1999 proprio perché le campagne antifumo hanno in un certo qual modo
aiutato chi aveva quella voglia di avvicinarsi al tabacco. Quindi l’informazione e le campagne di
educazione sanitaria alla salute soprattutto nelle scuole sono molto importanti.
nella fascia tra i 15 e i 24 anni la quota di percentuale di fumatori appare simile a quella degli adulti
di oltre 24 anni ma fortunatamente con tendenza a calare. I giovani fumatori nel 2001 erano del
34,1% nel 2002 29,1 nel 2003 26,8. Chi riduce l'attività del fumo sono soprattutto le donne e le
ragazzine proprio perché in genere il sesso femminile si presta maggiormente all’ascolto delle
campagne di comunicazione sanitarie tant'è che fanno più prevenzione nell'ambito della
popolazione generale dandoci un maggiore per il futuro delle gravidanze.

FUMO PASSIVO
anche avere una certa attenzione da fumatore a chi ci circonda è una forma di prevenzione, il fumo
di tabacco infatti danneggia anche chi non ne fa un uso diretto e i danni da fumo passivo
generalmente sono:
-un basso peso alla nascita
-la morte in culla (SIDS)
-malattie respiratorie nei bambini che molto spesso finiscono per divenire un’asma o delle bronco
affezioni persistenti
-tumori e cardiopatie negli adulti

ALCOL ETILICO
e quindi dobbiamo considerare che molto spesso l'attività tabagica si associa anche all'uso
dell'alcool perché come per il fumo di sigaretta, anche l'alcol crea dipendenza quindi anche questa
è una sostanza d’abuso.
Negli ultimi decenni è cambiato il modo di approcciarsi all’alcol; se prima l'alcol era una fonte
nutrizionale calorica che il contadino metteva in tavola tutti i giorni per dare quell'energia che gli
serviva da un piatto molto spesso povero e privo di proteine e l'energia e le calorie venivano date
da quel bel bicchiere di vino rosso che molto spesso si diceva far bene alla salute, in realtà era una
forma di sostentamento per poter avere le energie adeguate a sopperire un lavoro.
Ma poi nel tempo è cambiata, si tende a consumare alcol per socializzare incontrandosi per gli
aperitivi o incontrandosi in discoteca per bere. I giovani, quindi, cominciano a bere prima e in
grandi quantità soprattutto durante il fine settimana con il solo fine di sballarsi.
Questo tipo di uso dell'alcol sta creando non pochi problemi sia psicologici sia sociali ma anche
per la salute sulla popolazione giovanile, anche perché generalmente viene considerato come un
elemento positivo in realtà così non è, Infatti questa molecola non viene digerita viene totalmente
assorbita dallo stomaco e viene metabolizzata al massimo al 90% del fegato. Quindi il primo target
delle dei danni è il fegato tant'è che nei forti bevitori la cirrosi epatica quindi il cancro al fegato, è
una di quelle patologie cronico degenerative associate all’uso dell’alcol etilico. Anche le sostanze
prodotto dalla metabolizzazione producono danni al fegato (distruzione degli epatociti). Pertanto,
anche in questo caso l’assistente sociale deve tener conto che anche questo è un tassello da
considerare nella valutazione generale.
Quali sono gli organi che vengono compromessi da l'uso dell’alcol?
i polmoni (è più a rischio di infezione tubercolosi, quindi, implica un abbassamento del sistema
immunitario)
Muscoli (debolezza e perdita di tessuto muscolare perché chi beve Mangia meno perché crea
quel senso di sazietà )pertanto anche lo stomaco (ulceri gastriti e carcinoma) e l'intestino (ulcere
infiammazione tissutale cattivo assorbimento) organi sessuali (impotenza oligo dismenorrea e
ipertrofia testicolare) Quindi anche la fertilità viene ovviamente alterata ma non meno importante
l'infiammazione al pancreas (pancreatite dolori ) e guardate che l'infiammazione del pancreas
potrebbe poi nel tempo creare problemi di tipo oncologico e se c'è un cancro che non perdona e il
cancro al pancreas. il fegato (cirrosi epatiti dolore epatico cancro) e poi il cuore (aritmie cardiache
ipertensione arteriosa per ipertrofia miocardica) la pelle il sangue vengono ad alterate (ematomi
sudore invecchiamento, alterazioni del trasporto dell’ossigeno) e infine il cervello (perdita di lucidità
e della memoria confusione e allucinazioni che quindi possono portare anche il soggetto ad avere
danni gravi o addirittura letali) DOSI ACCETABILI DI ALCOL
Quindi la FAO l'organo mondiale che si occupa di alimentazione per conto dell’OMS dice che al
massimo il 10% del fabbisogno calorico giornaliero viene introitato con l'uso di alcol, ma secondo
l’OMS bisogna non prenderne più di 30 grammi al giorno. Questi valori cambiano in funzione
dell'età del sesso e pertanto
nel maschio sotto i 30 anni non può superare i 43 grammi nella femmina 30
tra i 30 e i 60 anni i maschi 28-43 e per le femmine 24-30
superiore ai 60 anni si scende perché si diventa sempre più suscettibili ai danni
ma qui manca l'età infantile e della prima giovinezza per cui intorno ai 11 12 13 e 14 anni bisogna
essere proprio lontani dall'alcol perché si può andare incontro a quello che si chiama coma etilico
in quanto il cervello e soprattutto gli organi dei ragazzi non sono in grado di metabolizzarlo
pertanto fa sì che al cervello arrivi non il 10% dell'alcol assunto ma bensì tutto.
Ci sono poi anche delle razze che non possono entrare a contatto con l’alcool, per esempio, la
razza cinese o giapponese. Loro usano non usano birre e vini ma usano per esempio il sache che
è a base di riso perché loro sono molto più esposti al come etilico.

10 GR DI ALCOL IN VARIE BEVANDE

l'eccesso di alcol che stanno facendo i


giovani sicuramente procurerà nel lungo
termine una sorta di epidemiologia
correlata per quelle che sono le malattie
legate al all'uso dell’alcool.

DANNI DA COMA ETILICO


innanzitutto, la MORTALITÀ per cirrosi, tumori (del fegato bocca laringe esofago) l'aumento dei
suicidi soprattutto tra i ragazzi e degli incidenti stradali e degli infortuni sul lavoro
E la MORBOSITÀ che è invece il numero di malati suscettibili è: la malattia da intossicazione
disturbi neurologici, il deficit nutrizionali, le epatiti croniche, i tumori gastrointestinali e l'ipertensione
l'anemia e la cardiopatia ischemica.
Quindi come potete vedere in realtà tutti gli organi vengono compromessi dall’uso di alcol
soprattutto se la quantità di alcol eccede soprattutto sui soggetti giovani. Quindi un soggetto
giovane che beve già una o due birre in un colpo solo è un ragazzo che probabilmente intorno ai
50-60 anni avrà sicuramente un problema neurologico o un deficit epatico o un cancro al fegato.
La cirrosi epatica è fortemente correlata ovviamente all'uso del bere ed è per questo che in
gravidanza è assolutamente da eliminare l’alcol. Anche perché esiste una malformazione che si
chiama sindrome feto alcolica in cui la donna che beve tanto durante la gravidanza produce delle
malformazioni specifiche al feto che ha un deficit cognitivo e ha proprio fisicamente una facies che
è tipica del bambino che ha avuto alcol durante la gravidanza e queste sindromi insieme al fumo di
tabacco portano alla nascita di bambini con la crisi di astinenza che diventa veramente
problematica da gestire.
ALCOLISMO
Come per quanto riguarda il tabagismo, anche l’alcolismo ha tutta una serie di fasi con cui il
soggetto comincia ad avvicinarsi. È ovvio che chi è soggetto all'alcolismo è anche una persona
che ha dei disturbi o delle problematiche psicologiche e quindi riversa nell'alcool (come chi usa la
droga o il fumo di tabacco) le ansie e le problematiche cercando una via di fuga.
Quindi l'alcolismo è la manifestazione della dipendenza cioè quando ormai il soggetto cerca
l'alcool ovunque.
-fase pre-tossicomanica → aumenta la tolleranza, cioè il soggetto che usa l'alcol ogni giorno riesce
a sostenerne sempre di più e quindi aumenta la tolleranza alla ubriachezza
-fase prodromica → dove comincia ad esserci l’amnesia da alcol
-fase cruciale→ la perdita del controllo sul bere e sull'adattabilità sociale cioè al senso di
ubriachezza poi si aggiunge il rimanere isolato dall'ambiente (Perché giustamente un ubriaco non
è ben visto dalla società, quindi, tende a essere emarginato comincia a perdere il controllo sul
bere) quindi bere di continuo creando problemi di incapacità nel relazionarsi con gli altri e di
svolgere bene il proprio lavoro.
-fase cronica → riduzione della tolleranza e cominciano a manifestarsi le complicanze mediche
È importante quindi fare prevenzione perché io posso intercettare anche alcuni sintomi e posso
cominciare subito con le terapie di disintossicazione e soprattutto con un buon supporto
psicologico.
QUADRI CLINICI DA ALCOL
è ovvia l'associazione tra l'uso dell'alcol e l'aspetto psicologico pedagogico ma anche ovviamente
antropologico. Ci sono tutta una serie di quadri clinici che possono dare delle evidenze a chi
osserva il soggetto del punto a cui è arrivato del grado di dipendenza che ha assunto:
SINDROME DI ASTINENZA → compare in soggetti con alcolismo non avanzato con tremori
nausea vomito e insonnia quindi ancora lì posso intervenire per cercare di recuperare al meglio il
soggetto
poi arriva il DELIRIUM TREMENS → cioè segue l'astinenza in soggetti con alcolismo avanzato e
porta confusione, allucinazioni e aritmie cardiache fino al caso più grave che è la SINDROME DI
WERNICKE-KORSAKOFF → da alterazioni nutrizionali perché pensa solo a bere non a mangiare
e causa confusione e grave delirio seguiti da una fase di amnesie e apatia.
EPIDEMIOLOGIA DELL’ALCOL
ovviamente così come per il tabacco, anche per l’alcol c’è una anche un’epidemiologia dell’alcol.
A livello mondiale il consumo sta crescendo. in Italia il fenomeno è uguale ma con calo del
consumo di vino ed un aumento invece del consumo di birra e liquori e superalcolici; un aumento
soprattutto del consumo negli adolescenti che supera quello di ogni altra droga.
Quindi è un qualcosa che va controllata su cui bisogna battere molto in ambito di prevenzione di
educazione e di comunicazione del rischio.

COS’E LA DROGA?
Oltre alle dipendenze da tabacco e da alcol, un’altra dipendenza altrettanto dannosa è quella
provocata dalla droga. La droga secondo l’OMS è qualsiasi sostanza dotata di azione
farmacologica psicoattiva la cui assunzione provoca alterazione dell'umore dell’attività mentale.
Una sostanza psicoattiva diventa una droga per via di un riconoscimento sociale significativo ed
emergente che rimanda al contempo ad un controllo di informazioni su di esso capace di
determinare conseguenze sociali. Esse riguardano ovviamente la filiera della droga da inizio a fine
(la produzione la distribuzione e il consumo il trattamento degli effetti delle conseguenze sociali) e
in tutti gli stati di diritto accidentali tali conseguenze sono state piuttosto vincolate a: scienza
medica e diritto. Però c'è un’emersione storica delle droghe, ad esempio, era noto nel passato
l'uso per esempio dell’oppio. Quindi l'uso delle droghe non è un fattore degli anni 2000 del
ventesimo secolo ma nasce già dal 1800, cioè da quando l’oppio veniva utilizzato prima con una
forma terapeutica ma poi anche di evasione, esistevano proprio le fumerie d'oppio per chi voleva
trarre beneficio o in alcuni casi un allentamento dei problemi.
TIPI DI DROGHE
Oggi noi abbiamo sicuramente delle
droghe legali quindi sostanze prescritte dai medici come i tranquillanti, gli psicofarmaci in genere
o ad esempio le droghe che vengono utilizzate in psichiatria o nell'ambito dell'anestesia oppure
della terapia del dolore (malato terminale oncologico che finalmente è stata dato il libero accesso
agli oppioidi)
Droghe illegali terapeutiche che sono le sostanze dopanti che vengono generalmente usate
nello sport soprattutto nello sport non professionistico.
Droghe ricreative come l'alcol e il tabacco che sono legalizzate ma comunque bisogna informare
il cittadino a tutti i rischi ai quali si va incontro
Droghe illegali come la cannabis,
la cocaina, l'eroina exstacy ecc.

IL CONSUMO DEL MONDO

ci sono quindi tutta una serie di


approcci che cambiano in funzione
al tipo di fascia sociale, ad esempio
la cocaina che è molto costosa (3-
400 €500 al grammo) quindi chi la
può usare è un livello sociale
veramente elevato, comporta che
ad essa è stata associato un’idea di
status Symbol ( si va a cercare
proprio questi ambienti per fare uso
di droga perché ci si sente inclusi in
un ambiente vip senza tenere conto
di tutti i rischi che sono correlati ed il caso genovese lo ha anche dimostrato). Poi abbiamo anche
l'uso della cannabis molto usata da chi è meno abbiente ma diciamo un trasversale considerata
meno dannosa in quanto non è molto chiara la differenza tra chi usa la cannabis d'abuso e chi
invece quella terapeutica. Per cui oggi la cannabis per i suoi effetti terapeutici è anche utilizzata
ma quella basso dosaggio di THC ovvero quella che non crea dipendenza.
quindi gli oppiacei sono molto scarsi nel consumo ma sono più utilizzati per quanto riguarda l'uso
terapeutico e quindi è molto controllato. Mentre le anfetamine e le droghe sintetiche stanno
cominciando a crescere perché molto più economiche anche per chi le vende in quanto vendono
una dose a €30 ma la sua costituzione è di circa pochi centesimi perché trattasi tutti di farmaci di
largo consumo o sostanze tossiche che vengono sintetizzate per produrre quell'effetto appunto
riconosciuto nelle droghe sintetiche.
La prevalenza annua della cocaina nei vari paesi dell'Europa tra i 15 e i 64 anni tra i 15 e i 34 e tra
i 15 e i 24 e sono soprattutto i molto giovani tra i 15 e 24 ad essere i maggiori consumatori.
La cocaina è divenuta la seconda sostanza d'abuso per quanto riguarda le denunce e i casi di
trattamento nei Ser.T dopo l’eroina. L'eroina era diciamo appannaggio del disperato di chi aveva
già dei problemi gravi pertanto era più marginale, l’eroinomane era la persona diciamo alla stregua
del barbone o della persona senza speranze per cui l'eroina è scesa nel consumo; ma ha preso
molto piede per quel discorso dell’implicazione di uno status sociale elevato, la cocaina. La
cocaina come sostanza primaria, infatti, è passata da 10625 denti nel 2002 a 21090 solo nel 2005
con un incremento 98,5% in solo 4 anni, quindi il consumo di cocaina è aumentato anche perché
chi riesce ad accedere alla cocaina vera sono molto pochi.

LA CANNABIS
l'assunzione una tantum si riferisce al 20% circa come media della popolazione europea dei 15 e
64 anni, qui appunto il consumatore è molto più eterogeneo ben al di sotto di quella americana
perché in America invece il consumo che se ne fa è maggiore soprattutto perché la utilizzano
anche come farmaco per il trattamento di alcune patologie.
Come nel contesto statunitense. Invece l’uso si prolunga nel tempo, oltre la classe dei giovani
adulti: i dati provenienti da Spagna e Regno Unito sembrano suggerire che la gente continui a
farne uso anche dopo i 30 e 40 anni divenendo un consumatore stabile. secondo le percentuali di
continuità notiamo che si sta allargando lo spettro dei consumatori abituali, un soggetto ogni tre
che dichiari di avere fumato cannabis almeno una volta nella vita l’ha fumata anche nell'ultimo
anno e di questi, il 16% anche nell'ultimo mese quindi il consumo diventa anche più frequente.

EROINA
abbiamo detto che era un utilizzo subculturale in quanto la sostanza veniva iniettata.
Pertanto, il consumatore stesso era una persona emarginata e poco raccomandabile.
Però oggi l'eroina viene anche fumata o inalata e quindi è cambiata la percezione del rischio e su
questo bisogna molto stare attenti con i giovani perché l'eroina è una sostanza allucinogena che
crea una serie di problematiche

⚠ (inizio dell’ultima lezione che completerà la prossima volta) ⚠

Il periodo Neonatale la crescita del bambino e l'anziano rappresentano le fasi più suscettibili da un
punto di vista temporale a quelle che sono i rischi sulla salute di vario genere.
Il servizio sociale è una metaistituzione del sistema organizzato delle risorse sociali e una
disciplina di organizzato delle risorse sociali e una disciplina di sintesi che, attraverso il lavoro
professionale sintesi che, attraverso il lavoro professionale dell’assistente sociale rivolto a individui,
famiglie e dell’assistente sociale rivolto a individui, famiglie e gruppi in situazioni problematiche di
bisogno, gruppi in situazioni problematiche di bisogno, concorre:
-gruppi in situazioni problematiche di bisogno,
-Alla rimozione delle cause del bisogno.
-Alla promozione della piena e autonoma realizzazione delle persone.
-A facilitare il rapporto cittadino –– istituzioni.
-A collegare il bisogno dei singoli al sistema dei servizi e viceversa e contribuisce ai processi di
modifica delle istituzioni prevalentemente considerate nell’ambito dei servizi sociali.

L’assistenza in realtà ha avuto anche un cambiamento sociale e temporale per cui se prima
l'assistenza era dedicata e collegata solo alla discrezionalità o la volontarietà (Assistenza tout
court) gli interventi di soccorso rivolte agli individui bisognosi temporaneamente o
permanentemente incapaci di risolvere autonomamente la propria situazione; a un certo punto
l'assistenza sociale è diventato un obbligo a dare se un servizio di aiuto quindi un intervento
dipendente da atti normativi che limitano, circoscrivono ed escludono la volontarietà personale
dell'assistente o la discrezionalità e prevedono invece degli obblighi.
attualmente non si parla più solo di obbligo a dare ma anche di diritto a ricevere un aiuto quindi
una persona che ha una disabilità che ha un problema psichico che non è incluso socialmente ha
diritto a ricevere l'aiuto sociale al fine di migliorare la propria qualità di vita. Quindi l'assistenza
sociale divenuta diritto a ricevere è sempre più basata sul diritto del cittadino e realizzata
attraverso servizi sociali e prestazioni monetarie finanziata dalla fiscalità generale (per esempio
pensiamo a reddito di cittadinanza) è eventualmente cofinanziata dei cittadini stessi destinate
rimuovere a contenere le condizioni bisogni e difficoltà del singolo o della collettività.

NELLA STORIA…
Prima dell'unificazione dell'Italia l'assistenza era uguale alla beneficenza per cui chi faceva
beneficenza generalmente era chi si ergeva a persona di riferimento di spiccata rettitudine che
cercava di redimere chi aveva delle particolari problematiche ponendosi quindi nel rapporto di “ti
dico io cosa devi fare per poter migliorare la tua vita” e soprattutto io ti elargisco con un aiuto
perché lo voglio fare altrimenti non sono costretta a farlo.
Chi aveva questa funzione prima dell'unificazione dell'Italia era la chiesa che era l'unica
depositaria delle attività di beneficenza e dell'amministrazione del patrimonio destinato ai poveri
cioè il patrimonio della chiesa che molto spesso venivano però poi recuperate solo delle piccole
somme dette anche obolo. Le opere Pie invece erano delle opere di beneficenza però tipo
pubblico civile che erano quindi totalmente indipendenti sia dallo stato ma anche dalla Chiesa.
Solo nel 1890 con la legge Crispi lo Stato ha trasformato le opere Pie in istituti di beneficenza
statali e poi nel 1904 la beneficenza è divenuta con la legge Giolitti un diritto del cittadino di
essere assistito e l'assistenza privata deve essere controllata coordinata e integrata all'assistenza
pubblica. Nel 1948 la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e quindi
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale esempio il
diritto del lavoro, ad esempio, il diritto della tutela per gli inabili al lavoro e sprovvisti di mezzi
necessari è stato sancito con l'articolo 38.
dopo la Seconda Guerra Mondiale c'è stata anche una separazione tra assistenza sanitaria e
quella sociale nel 1968
OGGI.
verso le politiche di assistenza grazie alla legge 328 del 2000 ovviamente l'assistenza sociale
assistenziale ha avuto un arricchimento, quindi anche tante leggi hanno consentito di arricchire
questa funzione questa figura di tutta una serie di attività e competenze per cui
la prima legge quadro sui servizi sociali in Italia ha fatto da nuova cornice istituzionale e finanziaria
alla figura dell'assistente sociale, ha inserito la universalismo selettivo, l’omogeneità dei criteri di
accesso alla richiesta di aiuto di salute (questo vale sia per la sanità che per la l'assistente
sociale), l’unificazione degli istituti di redistribuzione monetaria, e la qualificazione del sistema il
principio di sussidiarietà e l’integrazione verticale e orizzontale.
La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi
sociali, promuove gli interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non
discriminazione e diritti di cittadinanza, previene elimina o riduce le condizioni di disabilità bisogno
di disagio individuale e familiare derivanti da inadeguatezza del reddito, difficoltà sociali, condizioni
di non autonomia in coerenza con gli articoli 2 3 e 38 della Costituzione.
Pertanto, i livelli di decentramento o integrazione sono
-lo Stato per quanto riguarda i livelli essenziali (per quanto riguarda i livelli essenziali sanitari sono i
Lea)
-le Regioni invece programmano cordino e indirizzano gli uffici di tutela
-le Province partecipano alla programmazione regionale ma fanno monitoraggio e formazione
dell'andamento delle attività presso le loro zone
-i Comuni fanno una programmazione locale, progettazione e realizzazione erogazione
autorizzazione e accreditamento degli enti e sociali
Per cui a livello assistenziale abbiamo tante procedure però il primo nucleo a essere soggetto
all’assistenza è la famiglia. In cui l'individuo trova risorse materiali ma anche affettive per
crescere in modo sano. Ha un ruolo fondamentale nella presa in carico di bisogni poiché si dedica
alla cura dei soggetti più deboli(minori anziani disabili ) ma sono anche coloro che poi permettono
il sostentamento di queste persone, quindi i servizi sono chiamati a collaborare con le famiglie nel
momento in cui entra in crisi (non solo nel rapporto di coppia e quindi di gestione dei figli ma anche
per esempio monetario economico oppure dei particolari bisogni di tipo sanitario per esempio dei
disabili in casa per cui ha bisogno di un ulteriore richiesta di aiuto o di supporto da parte dello stato
) La famiglia è il luogo primario in cui viene svolto il Welfare e quindi è ovvio che io devo poter
supportare ove possibile la famiglia nel condurre una vita sana normale e possibilmente dove
vengono applicati tutti quei principi di precauzione e prevenzione che consentono alla famiglia
stessa di limitare i danni correlati a tutta una serie di eventi tra cui anche quelli sociali quelli
economici o quelli sanitari.
LEZIONE 18 (ULTIMA!!)
ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA E ALL’ANZIANO
Oggi sappiamo che uno degli elementi che è fulcro dell’attività dell’assistente sociale è la famiglia.
La famiglia è il nucleo primario in cui l’individuo trova risorse materiali ed affettive per crescere in
modo sano ed equilibrato. Essa ha un ruolo fondamentale ed attivo nella presa in carico dei
bisogni poiché si dedica alla cura dei soggetti più deboli (minori, anziani, disabili, ecc.).
I servizi sono chiamati a collaborare con la famiglia sia nell’attivazione del processo di aiuto ma
anche nella definizione di qual è la richiesta di aiuto.
Per permettere tutto ciò però rispetto al passato sono state apportate una serie di aggiunte
legislative che hanno delineato alcune leggi fondamentali.

ESEMPIO: LEGGE 194/1978 (procedure assistenziali per l’interruzione volontaria di gravidanza).


Questa legge ha legalizzato per la prima volta l’interruzione volontaria di gravidanza. Essa quindi ci
consente di accompagnare la persona con particolari difficoltà attraverso un intervento di aiuto.
Ovviamente l’intervento può essere effettuato presso le strutture pubbliche del Servizio sanitario
nazionale e le strutture private convenzionate e autorizzate dalle Regioni (cliniche convenzionate).
Le procedure con il tempo si sono arricchite per potere aiutare la donna in gravidanza poiché molto
spesso quest’ultima è delicata non solo dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista
economico/sociale.
-Legge 34/1996: prevede un Consultorio Familiare ogni 20 mila abitanti e la norma richiamata nei
LEA mira a garantire alla donna e al partner, durante tutto il percorso nascita, le prestazioni
erogate gratuitamente dalla struttura dedicata del Sistema Sanitario Nazionale.
-Legge 405/1975: Nei CCFF si dedicano all’assistenza territoriale e domiciliare operatori del ruolo
sanitario laureati (ginecologo, psicologo), ma anche ostetriche, infermieri, assistenti sociali e
consulenti per i problemi andrologici, legali e di mediazione culturale.
Quindi la prima legge ha creato il consultorio e quella del 1996 l’ha legato al numero di abitanti
perché ovviamente l’utenza che deve affluire deve avere anche la possibilità di poter entrare in
contatto velocemente con gli operatori del settore.
Ovviamente c’è un’articolazione per le modalità di intervento ma anche geografico di distribuzione
delle azioni che vengono date in termini di assistenza. Le strutture territoriali si occupano
dell’assistenza alla gravidanza e di mettersi in collegamento con i centri nascita. Il centro nascita
è l’unità operativa ostetrico-anestesiologica-neonatologica dove avverrà il travaglio, il parto, il
puerperio (prima fase dopo la nascita durante la degenza). I centri nascita sono sempre collegati
alle strutture territoriali e alla dimissione che è protetta e serve per valutare la salute del neonato
della puerpera, e spiegare le modalità dell’allattamento, l’adeguatezza e la sicurezza ambientale
per il bambino e la mamma, e l’eventuale presenza di rischio Socio-Sanitario.
Poi la struttura territoriale ambulatoriale permette anche di fare degli screening neonatali (attività di
prevenzione secondaria che consentono alla mamma di poter verificare in tempo ideale se ci sono
delle problematiche di tipo sanitario dovute a qualche disabilità o difficoltà).
Se compaiono particolari problemi di natura psicologica, sanitaria, economica l’operatore incaricato
dell’assistenza domiciliare (ostetrico, pediatra) segnalerà alle strutture di competenza i problemi
evidenziati. Se la madre, quindi ha più problemi verrà fatta una segnalazione ai servizi territoriali,
all’unità ostetrica del centro nascita, al medico di base, ai servizi sociali. In caso invece di problemi
del neonato verrà fatta una segnalazione ai servizi territoriali, all’unità di neonatologia del Centro
nascita, al pediatra di base, ai servizi sociali.

Procedure assistenziali rivolte ai genitori


Il genitore ha la necessità di essere accompagnato se ha dei particolari problemi o difficoltà alla
crescita dei figli.
-Art.30 della Costituzione: è dovere e diritto dei genitori mantenere istruire e educare i figli,
anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che
siano assolti i loro compiti (assegnazione di un tutore o A.S.). La legge assicura ai figli nati fuori dal
matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia
legittima.
-Art.31 della Costituzione: la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la
formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativo con particolare riguardo alle famiglie
numerose. Protegge la maternità e l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale
scopo.
-Legge 53/2000: disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura
e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città.

Minori
Il soggetto che ha più diritto alla tutela è il minore. Per ordinamento giuridico il minore è soggetto di
diritto, ed essendo considerato incapace di intendere e di volere fino al compimento della maggiore
età, va tutelato sia da chi ne ha la podestà (in quanto genitore o tutore) sia dai servizi sociali.

Procedure assistenziali nell’infanzia


Bisogna garantire una tutela economica e sociale ai bambini.
-Legge-quadro 104/1992: nel periodo neonatale, gli accertamenti utili alla diagnosi precoce delle
malformazioni e l’obbligatorietà del controllo per l’individuazione e il tempestivo trattamento
dell’ipotiroidismo congenito, della fenilchetonuria e della fibrosi cistica.
Le vaccinazioni raccomandate nell’infanzia sono l’antidifterite, l’antitetano, l’antiepatite virale B,
l’antiemofilo, l’antimorbillo-parotite-rosolia e l’anti HPV. Tutte queste vaccinazioni sono gratuite e
vengono effettuate preso gli ambulatori della pediatria di comunità. Servono a tutelare l’infanzia da
tutte quelle malattie che possono essere prevenute con la vaccinazione.
Legge 285/1997
Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza.
Legge 328/2000
Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Disabili
La condizione di disabilità tocca vari aspetti di vita della persona: fisico, psichico, relazionale,
culturale, sociale, giuridico ecc. I bisogni vengono colti dalle istituzioni, soprattutto le necessità
della famiglia su cui grava il carico assistenziale e la cura del proprio caro. Ai servizi specialistici
sono demandati interventi per l’inserimento scolastico, lavorativo e la socializzazione, oltre alle
tradizionali attività di prevenzione, cura e riabilitazione.

Procedure assistenziali rivolte ai disabili


Consentono di integrare socialmente e definire quelli che sono i diritti delle persone con handicap.

Vecchiaia
La popolazione italiana sta subendo un forte processo di invecchiamento è questo comporterà
anche ad un aumento degli oneri sociali a sostegno dei bisogni degli anziani. La vecchiaia non è
solo un dato biologico, cioè un progressivo venir meno delle difese rispetto ai cambiamenti
dell’ambiente e alla graduale perdita delle capacità funzionali. Essa è anche influenzata da fattori
socioculturali che dipingono l’anziano esaltando i tratti somatici, la conclusione del ciclo lavorativo
con il pensionamento e la malattia con la conseguente perdita di autonomia. Tuttavia, gli operatori
sociali hanno il compito di trasmettere immagini positive della terza età, valorizzare le risorse
residue di ogni persona e favorire il mantenimento dell’anziano presso il proprio ambiente di vita e
familiare (Esempio: permettendo di essere accudito da una badante nella propria casa).
Gli anziani di oggi grazie alla nascita di nuove tecnologie e al miglioramento della sanità sono
molto più indipendenti rispetto al passato. Generalmente coloro che hanno bisogno di essere
assistiti dalla propria famiglia o da una badante superano i 75 anni di età.

Procedure assistenziali rivolte agli anziani


Servizi sociali di assistenza, che vogliono aiutare gli anziani ad affrontare situazioni di difficoltà, e i
servizi sociosanitario, diretti a chi ha problemi di salute oltre che difficoltà di natura sociale, sono
gestiti dagli enti locali. Sono i singoli comuni che organizzano ed erogano le varie prestazioni, in
relazione ai bisogni particolari delle città e alle risorse disponibili.

MALATTIE INFETTIVE
Poliomielite
La poliomielite è una di quelle malattie che può portare all’amputazione di arti ma che nel corso del
tempo si sta andando ad esaurire grazie alla vaccinazione in ambito globale.
Essa è una malattia infettiva per la quale ci sono più varianti. Questa ha una patogenesi particolare
poiché la penetrazione avviene nell’organismo per via orale e la localizzazione si trova nei nervi
spinali (in particolare nelle placche del Peyer). Una volta che arriva ai nervi si ha una diffusione per
via ematica prendendo per bersaglio alcuni organi che sono i motoneuroni delle corna anteriori del
midollo.
La trasmissione del virus può essere per via diretta (starnuti, goccioline di saliva) o per via indiretta
da contaminazione ambientale (latte infetto ed acqua infetta).
La manifestazione della malattia inizia con una progressione dell’infezione (mucosa, linfatica,
ematica, meningea, nervosa) dovuta al rapporto ospite-parassita. L’infezione inizialmente
inapparente non consente di farci capire i sintomi. Subito però inizia la malattia febbrile con la
meningite asettica e la malattia paralitica.
Per la diagnosi si fa un isolamento del virus dal liquor (si aspira dalla parte nucale) e si vanno a
cercare gli anticorpi specifici di classe IGM con metodo immunoenzimatico.

Epidemiologia
Quindi da un punto di vista epidemiologico sappiamo che la circolazione del virus in epoca pre-
vaccinale era molto collegata alla stagione, soprattutto a quella invernale, alle condizioni
socioeconomiche, cioè quanto era scadente l'ambiente, la qualità degli alimenti, della famiglia che
accoglieva il malato e poi la latitudine in ambito geografico.
L'incidenza della malattia paralitica era maggiore nei Paesi a livello igienico-sanitario elevato,
soprattutto negli adolescenti e negli adulti.
Nel periodo 1946-63, in Italia, furono registrati 3.000 casi di poliomielite paralitica. Dal 1964, si
iniziò a registrare una riduzione notevole del numero dei casi, dovuta all'introduzione della
vaccinazione con virus attenuati. Negli anni 1981-90, sono stati registrati soltanto 15 casi di
sospetta poliomielite (l'ultimo caso accertato in Italia risale al 1983).
A Genova vi è uno degli ospedali pediatrici più importanti al mondo. L'istituto Gaslini in realtà non
è un ospedale pubblico, ma è nato come tale dalla donazione che fecero i genitori Gaslini per
aiutare tutti i bambini malati, in quanto la loro figlia ebbe la poliomielite e morì; in sua memoria è
stata fatta questa donazione e con il tempo è divenuto uno degli ospedali pediatrici più importanti a
livello nazionale.

Prevenzione
Salk (1954): preparazione inattiva somministrata per via sottocutanea o intramuscolare. È stata
applicata come vaccinazione obbligatoria in Italia nel 1958.
Sabin (1964): virus attenuati vivi somministrati per via orale. Anche in questo cosa solo i sierotipi
sono stati associati, quindi immunizzati, per tutti i tipi di poliomielite presenti nel territorio e già nel
72 è stato fatto il trivalente. La prima dose al terzo mese di vita, la seconda dopo 6-8 settimane, la
terza al 10°-11° mese e quarta dose al terzo anno di vita. Questo per rendere infinitamente
protetto il bambino.

TETANO
Eziologia: molto diversa perché non provoca una malattia infettiva ma una tossinfezione; la
malattia infettiva è collegata alla crescita del batterio o del virus, quindi alla carica, alla numerosità,
mentre la tossinfezione nasce da un quadro clinico determinato dal rilascio di una tossina batterica
all'interno del corpo umano.
La malattia infettiva è costituita da una esotossina liberata dal Clostridium tetani:
 Gram-positivo;
 Ha forma bastoncellare a mazza di tamburo;
 Sporigeno: emette delle spore che sono molto resistenti all'ambiente esterno;
 Mobile;
 Anaerobio obbligato, cioè ha bisogno di rimanere dentro i tessuti per poter sviluppare la
sua azione tossica;
Le spore resistono sia ad agenti chimici che fisici e nel terreno conservano la loro vitalità per mesi,
motivo per cui quando arriva una persona in pronto soccorso con ferite, abrasioni o fratture
scomposte bisogna immediatamente fare il siero per proteggerlo dalla possibilità di avere la
vaccinazione scaduta e successivamente riproporre la vaccinazione nel caso in cui il richiamo non
è stato fatto per oltre 10 anni.
Le spore, quindi, rappresentano il tallone d'Achille, perché è difficile gestirle, se non con la
sterilizzazione; qui entra in gioco il tetano come causa di morte durante il parto, quando cioè il
parto viene coadiuvato con strumenti che possano essere non correttamente sterilizzati.
Produce più tipi di esotossine, ma la più importante è la Tetanospasimina che è altamente
virulenta, neurotropa (va ad incidere sul sistema nervoso) e termolabile.
Il Clostridium tetani è una saprofita nell'intestino dell'uomo e di alcuni animali, le scorie eliminate
con gli escrementi contaminano il suolo, le acque ed il pulviscolo atmosferico.
È una malattia tossinfettiva acuta non contagiosa perché non permette di essere trasferita da
un soggetto malato ad uno sano, ma è l'ambiente a fare da tramite. Il bacillo penetra attraverso le
ferite e produce l'esotossina con tropismo elettivo. Ha potere invasivo limitato e l'infezione è
limitata al punto di ingresso; nelle lesioni superficiali permettono le condizioni di aerobiosi che
consentono a questo microrganismo di essere fagocitato dai globuli bianchi, impedendone la
germinazione.
Nelle ferite profonde le condizioni di anaerobiosi favoriscono:
 La germinazione delle spore
 Elaborazione della esotossina
 Raggiungimento del Sistema Nervoso Centrale
 Blocco delle sinapsi inibitorie, crisi, spasmi muscolari sino ad arrivare nei casi più gravi alla
morte
L'incidenza e la prevalenza: dipendono da dove ci si ammala, dal tipo di popolazione dove si va
a verificare questo tipo di patologia e dal tipo di lavoro che si svolge. Nel mondo ci sono da
300.000 a 500.000 casi di tetano all'anno, con una mortalità del 45% circa. L'incidenza più alta è in
India, Africa ed America latina, con una mortalità del 50%-60%.
Distribuzione geografica: cosmopolita, con una maggiore incidenza dai poli all'equatore; il terzo
mondo è particolarmente coinvolto da questa patologia.
Distribuzione sesso, età, attività lavorativa: le femmine sono meno sensibili alle esotossine,
sono esposti a maggior rischio le persone addette ai lavori agricoli (le donne rientrano nella
categoria a rischio durante il parto).

In Italia la notifica dei decessi è scesa grazie alla vaccinazione e alla sieroprofilassi per quanto
riguarda il blocco del tetano.
Andamento stagionale: estate e autunno sono dei periodi di maggiore rischio all'esposizione.
Riserve infezione: diffuso nell'ambiente, spore presenti nella polvere di strade, abitazioni,
ospedali ecc.
Trasmissione: si acquisisce in seguito a lesioni traumatiche, ferite contaminate di terra, interventi
chirurgici, parti e aborti. L'aborto illegale è uno dei motivi per cui c'è un'alta mortalità, in quanto non
si possiedono quelle che sono le indicazioni sanitarie minime per poter evitare anche il decesso e
l'infezione della mamma.
La Diagnosi è clinica. È molto difficile riconoscerla nella fase iniziale, quando scaturisce l'esito
clinico diventa più semplice riconoscerla. L'associazione, nelle fasi iniziali della malattia, viene data
alla presenza di febbre, rigidità nucale, associata o meno a turbe del sensorio, trasformandosi poi
in meningo-encefalite; pertanto, da tali malattie il tetano si differenzia per la compromissione
tardiva del sensorio e per la negatività del liquor cefalo-rachidiano.
Profilassi
Si attua con la vaccinazione preventiva della popolazione.
 È obbligatorio per tutti i nuovi nati entro il terzo mese di vita
 I lavoratori che sono più esposti al rischio di contrarre l'infezione vengono sempre
controllati dal medico competente che gli opportuni richiami ove necessita
 I militari
 Gli sportivi
 Gestanti
La vaccinazione viene attuata somministrando l'anatossina, cioè la tossina detossificata di questi
microorganismi; si esegue con due iniezioni intramuscolari distanziate di 4-6 settimane di vita,
seguite da una terza dose dopo 6-12 mesi.
I livelli protettivi compaiono dopo la seconda somministrazione e persistono per circa 8-10 anni
dopo il completamento del ciclo di base.
La profilassi specifica del paziente traumatizzato può essere eseguita con il vaccino antitetanico da
solo o in associazione con immuglobuline umane (come avviene in pronto soccorso).

 Vaccinati regolarmente:
1)Dal I al V anno dopo l'ultima inoculazione non necessitano di alcun trattamento
2)Dal VI al X anno dopo l'ultima inoculazione bisogna fare 1 dose di richiamo
3)Oltre il X anno dall'inoculazione di immunoglobuline umane bisogna fare una dose di
richiamo di vaccino.
 Non vaccinati o vaccinati in maniera completa o se non se ne conosce lo stato di
protezione
 Somministrazione di immunoglobuline umane, quindi la sieroprofilassi, è importante perché
ci consente di anticipare il ciclo di vaccinazione dive l'urgenza ci pone nelle condizioni di
dover essere immediatamente protetti.

DIFTERITE
Un'altra malattia particolarmente grave è la Difterite; anche in questo vediamo come le notifiche
dei malati tra il 1976 e 1998 sono scesi, quasi scomparsi.

Il

numero di casi è sceso, però bisogna continuare su


questo percorso proprio per evitare di perdere
terreno con la difterite che è altamente contagiosa.
L’immunizzazione sta procedendo in ambito globale, però ci sono paesi abbastanza scoperti, dove
la difterite fa ancora tutto il suo percorso.
Distinti per sesso I maschi sono i più portati ad ammalarsi
Definizione
Malattia tossi-infettiva, acuta e contagiosa.
Eziologia
 Ha un'estremità più arrotondata, prendendo una forma a palizzata
 Producono un’esotossina ad azione patogena con attività inibitrice della sintesi proteica.
Patogenesi:
o La sede di infezione: prime vie aeree (cavità nasali, faringe e laringe)
o Sulla mucosa si attua una prima flogosi di tipo necrotica, con essudato costituito da fibrina,
emazie e leucociti
o Angina difterica su tonsille e mucosa pretonsillare
o Laringite difterica
o Rinite difterica
Sintomatologia:
 Tempo di incubazione da 2 a 8 giorni
 Febbre poco elevata, cefalea, vomito, modico dolore di gola, mucosa arrossata
Sintomatologia generalizzata (alterazioni cardiocircolatorie e renali)
Diagnosi
Consiste in tutte quelle che sono le analisi microbiologiche che si fanno attraverso un tampone
faringeo e si fa un’identificazione per via immunofluorescenza.
Epidemiologia
 La malattia è in fortissima diminuzione in molti paesi, in altri è scomparsa ormai da anni ma
resta in diverse aree dell'Asia e dell'Africa dove la vaccinazione non ha sconfitto la
trasmissione.
 L'uomo è l'unico serbatoio naturale dell'infezione (discusso e trascurabile il ruolo di alcuni
animali).
 Il contagio può avvenire sia in maniera diretta che in maniera indiretta.
 Prima della vaccinazione obbligatoria l'età più colpita era tra i 2 e i 5 anni, attualmente nei
Paesi in cui il vaccino è estesamente praticato, i pochi casi che si manifestano riguardano
soggetti di età superiore ai 20 anni.
Prevenzione
 Vaccinazione, la cui efficacia è dimostrata dalla rarefazione della malattia fino alla sua
scomparsa
 Isolamento ospedaliero del malato fino alla negatività di tre esami batteriologici del
decreto Rino-faringeo.
Il vaccino anadifterico è una anatossina. La vaccinazione viene associata all'antitetano, quindi
entro il primo anno, con la stessa somministrazione (tre dosi al terzo, sesto e undicesimo mese di
vita). Una dose di richiamo viene praticata nell'età scolare.
PERTOSSE
Eziologia
 È una malattia altamente contagiosa a decorso acuto.
 La Bordetella pertussis è il patogeno che la porta
 Ha la forma di coccobacilli tondeggianti
 Dimensioni di pochissimi micro
 Sono immobili
 Non sporigeni
 Producono la tossina ipertossica
 Emoagglutinante
 Proteine della membrana esterna, endotossina, tossina dermonecrotica e l'emolisina
vengono liberate.
Patogenesi:

 Penetrazione per via aerea


 Localizzazione sulla mucosa tracheo-bronchiale tra le ciglia delle cellule epiteliali
 Provoca la flogosi catarrale dell'epitelio e la sua necrosi
 Periodo di incubazione 10-16 giorni
 Periodo catarrale 1-4 settimane, che rappresenta il periodo di maggiore contagiosità
 l'esordio con manifestazioni catarrali a carico delle prime vie aeree, permettendo la
fuoriuscita del batterio
 Produce rinofaringite
 Tosse
 Catarro bronchiale
 Periodo accessuale fino a 3-4 sett.
 Vi sono tutta una serie di sintomi clinici come il colpo di tosse costante seguito da
inspirazione profonda, rumorosa e sibilante
 All'accesso segue l'emissione di muco denso e filante
I tassi di incidenza schizzano in maniera epidemia ogni 2-3 anni; quindi, ha questo andamento
poliennale

In Italia vi erano picchi ogni 2-4 anni, ma con la


vaccinazione li abbiamo annullati

Epidemiologia
La pertosse è diffusa in ogni paese e clima, ha carattere endemico con epidemie ogni 3-5 anni
(dovuto al l'accumulo dei soggetti recettivi).
L'uomo è l'unica fonte di contagio.
Oltre al malato, sono importanti il portatore precoce ed il malato non diagnosticato (non esistono
portatori sani).
La malattia è più frequente nelle femmine.
Prevenzione
L'isolamento del malato (in ospedale o nella propria abitazione), ma è alquanto difficile non
trattandosi di soggetti non costretti a letto (in quanto non si ha febbre, dolore alle ossa, ma solo
dolore alla gola principalmente).
In Italia l'isolamento dura sette giorni a partire dall'inizio della terapia ai conviventi e ai contatti non
si impone nessuna restrizione.

Diagnosi
Essenzialmente clinica, con analisi batteriologiche su tamponi. Le tecniche sono sia di prove
molecolari con DNA, oppure si dispone di prove sierologiche.
Vaccinazione
Resta la sola concreta possibilità di prevenzione

 I vaccini attualmente in uso, sono allestiti con sospensioni di batteri uccisi. Ha subito varie
modificazioni nel tempo e lo schema di vaccinazione è simile a tutte le altre perché bisogna
iniziare al terzo mese di vita e prevede tre dosi iniziali ad intervalli di uno due mesi ognuno,
con un rinforzo dopo 12 mesi ed un richiamo al terzo e il sesto anno.
 In Italia la vaccinazione antipertossica non è obbligatoria, ma viene di solito associata a
quella antidifterica e antitetanica proprio perché, soprattutto nel bambino piccolo può creare
problemi di respirazione, quindi anche cardiaci.
 Si osservano percentuali di protezione dei vaccinati oscillanti tra il 50% e il 95%.

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