La Coltivazione Biologica Delle Rose
La Coltivazione Biologica Delle Rose
La Coltivazione Biologica Delle Rose
La rosa (Rosa), dai magnifici fiori a 5 petali o doppi e stradoppi con, al centro della colonna
staminifera, molti carpelli, è un arbusto sarmentoso provvisto di aculei che consentono di
agganciarsi a supporti vari previa indispensabili legature a sostegni o graticci (soprattutto
sarmentose e rampicanti come R. moschata, R. sempervirens, R. multiflora).
La Rosa comprende numerosissime varietà e ibridi europei e asiatici grazie alla facilità di
ibridazione che ha permesso la costituzione di innumerevoli cultivar (garantite da un sistema di
brevetti e marchi), contraddistinte da un accentuato polimorfismo dei fiori, delle foglie, delle spine,
dei cinorrodi, con forme, dimensioni e colori anche molto diversi da una specie all'altra, tali da
costituire elemento distintivo. Ogni anno gli ibridatori eseguono migliaia di incroci alla ricerca di
nuove varietà; solo da pochi, però, si ottengono risultati commercialmente interessanti,
considerando che la fragranza è un carattere genetico recessivo, particolarmente difficile da fissare
e le rose moderne spesso ne sono prive.
Il carattere della rifiorenza delle rose moderne è stato fissato per ibridazione con le specie orientali
R. semperflorens, R. tea e R. rugosa.
Dal 1979 vengono distinte in rose antiche (R. alba, R. chinensis, R. Damascena, R. gallica, R,
noisettiana, R. portland, R. provenza, R. sempervirens), rose botaniche (selvatiche e ibridi
spontanei) e rose moderne.
Le specie europee sono circa 200, ma le più significative dal punto di vista agrario sono:
R. gallica ( sin. centifoglia), le più facili da coltivare; presentano arbusto eretto, compatto e fiori
rossi solitari.
R. canina arbusto resistente al freddo, vigoroso, pollonifero anche dopo innestato, dai fiori rosa
pallido, non rifiorente; come pertinnesto induce sviluppo modesto, resistenza al calcare attivo nel
suolo, resistenza alla siccità e al gelo.
R. gallica x R. canina da cui si sono ottenute moltissime cultivar non rifiorenti, a fiore doppio.
Ibridi di R. tea (sin R. fragrans), intensamente profumati, prosperano al caldo.
Ibridi di R. rugosa, portainnesti vigorosi, polloniferi dai fiori rossi di grandi dimensione e cinorrodi
rossi, persistenti.
Dall’incrocio tra R. gallica x R. tea sono nate le più importanti cultivar di R. hybrida bifera che
reincrociate con la R. tea ha visto esaltati i caratteri di rifiorenza, oltre ad una qualità dei fiori
migliore e dalle sfumature gialle.
Incrociando R. hybrida tea x R. lutea si è ottenuta la R. pernetiana di colore giallo.
Dall’incrocio di R. multiflora x R. hibrida tea si è originata la R. polyanthe (sin. multiflora),
ottimo portainnesto per i terreni acidi e per colture in vaso.
R. floribunda ibrido di R. Tea x di R. polyanthe, piuttosto bassa e molto rifiorente, è impiegata
soprattutto per creare siepi e aiuole.
Rosa multiflora, rampicante, è ampiamente utilizzata come portainnesto per l’apparato radicale
robusto e per la buona compatibilità con la maggior parte degli ibridi.
Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso,
che occupa in Italia circa 800 ettari. Si tratta di un compartimento che nel periodo della festa degli
innamorati e quella della mamma, rappresenta il 30% del mercato totale dei fiori.
Secondo i dati ISMEA i prezzi di aprile c.a. si sono attestati intorno a 0,34 – 0,74 €\ stelo.
Prodotto Anno-Mese Prezzo Variaz. su Mese Prec. Variaz. su Mese Anno Prec.
Rose - Altri colori 2018-4 0,34 €/Stelo 21,3% -4,9%
Rose - Rosse 2018-4 0,74 €/Stelo 10,0% 36,3%
Rose Estero - Altri colori 2018-4 0,50 €/Stelo 23,0% 3,1%
Rose Estero - ns 2018-4 0,48 €/Stelo 10,0% 12,9%
Rose Estero - Rosse 2018-4 0,71 €/Stelo 14,4% 22,1%
TECNICA COLTURALE
La possibilità di scegliere tra i numerosi portinnesti quelli che si adattano a particolari condizioni
pedologiche ad esclusione di quelli molto acidi e umidi, consente di poter attuare la coltura in
terreni tendenzialmente argillosi, moderatamente calcarei, neutri o sub alcalini, anche sciolti
sabbiosi purché ben drenati, concimati con letame maturo e irrigati.
Nei giardini al mare l’aria salmastra e i terreni sabbiosi limitano la scelta a R. rugosa più resistente
al freddo e R. virginiana per i climi miti.
Ad agosto si esegue lo scasso del terreno alla profondità di circa 50 x 50 x 50 cm o meno in base al
prevedibile sviluppo dell’apparato radicale del portainnesto profondo di una R. indica maior
oppure espanso e superficiale come per la R. canina.
A gennaio-febbraio nei climi temperati o marzo-aprile in quelli freddi si esegue l’impianto del
roseto, su terreno asciutto e ben amminutato, facendo attenzione a interrare di un centimetro il
punto di inserzione dell’innesto se si tratta di rose su portainnesto da seme; se innestate su talea il
punto di inserzione, invece, deve trovarsi leggermente al di sopra del suolo.
In pieno campo si dispongono le piante a 40 cm sulla fila e 80 cm-1 metro tra le file.
Fondamentale la riduzione dell’apparato radicale (per evitare che nella messa a dimora le radici si
pieghino verso l’alto) e della parte aerea a 2-3 branche con 3-6 gemme.
Colmata la buca, al fine di prevenire eventuali carenze nutrizionali, è opportuno distribuire in
superficie cornughia che si decompone lentamente, farina di ossa, letame pellettato di immediata e
veloce assimilazione o guano.
Segue un periodo di formazione per la costituzione di un solido arbusto asportando, per uno-due
anni, i boccioli e i getti pedali sotto il portainnesto così da stimolare polloni vigorosi che vanno
cimati quando raggiungono l’altezza del resto della pianta. Dall’apice si svilupperanno 3 getti
fiorali.
A parte questo intervanto, le rose botaniche, le Mermaid e le R. banksiae, non si potano.
Neppure le varietà molto vigorose come le sarmentose, con un’unica fioritura strepitosa in
maggio-giugno: è sufficiente eliminare dalla base solo i rami principali invecchiati di 3 anni e
vanno curvati i sarmenti di 1 anno che fioriranno nella primavera successiva.
Le rose rampicanti non si potano nei primi due-tre anni; in seguito si accorciano a 10 cm i rametti
laterali che hanno prodotto fiori nella stagione precedente.
La potatura non deve mai stravolgere il naturale portamento della cultivar; in certi casi è
necessaria per una crescita ordinata e una fioritura abbondante.
Alle rose non rifiorenti (R. gallica, R. centifolia, R. damascena) i rami principali vanno ridotti di
un terzo della lunghezza eliminando anche quelli che si incrociano.
Gli ibridi di R. tea e di R. floribunda vanno potate più drasticamente accorciando tutti i rami a tre
quarti della lunghezza. Le rose rifiorenti moderne sono molto vigorose e invecchiano
precocemente, pertanto necessitano di un taglio di rinnovo invernale e di uno primaverile dopo la
fioritura lasciando solo 2 - 3 gemme dalla base se sono ibridi di R. tea (rose da taglio) e R.
floribunda, oppure 4 - 5 gemme se sono rose di nuova generazione (rifiorenti come le inglesi di
David Austin).
D’altra parte una potatura leggera stimola le rose inglesi a formare moltissimi fiori di dimensioni
ridotte, mentre se i rami si tagliano a metà della lunghezza produrranno un numero inferiore di
fiori di maggiori dimensioni.
Alle rose rampicanti, che tendono a spogliarsi alla base, dal terzo anno in poi, va tagliato uno dei
rami più vecchi a 15 cm da terra, lasciando 3 gemme, da cui svilupperanno forti germogli.
Le rose Polyantha si potano a marzo, dopo la prima e le fioriture successive, fino all'autunno.
I resti di potatura e le foglie vanno bruciati e mai aggiunti al cumulo di compostaggio perché
possono contenere patogeni.
La propagazione per seme si effettua all’aperto immediatamente dopo la raccolta dei cinorrodi
ricchi di acheni, la cui germinabilità è pregiudicata dalla conservazione e dalla mancata esposizione
al freddo. Si seminano in autunno e germineranno nella successiva primavera o l’altra ancora. I
portinnesti che così vengono moltiplicati sono R. canina, R. multiflora, R. rugosa.
La maggior parte delle rose viene moltiplicata tramite innesto a gemma vegetante (in febbraio-
marzo) o a gemma dormiente (in settembre) su portinnesti provenienti da seme. La riuscita
dipende dalla compatibilità del portainnesto con la cultivar da propagare e se è adatto al
microclima del luogo; altrettanto importante la qualità della gemma (prelevata dalla parte mediana
di un rametto subito dopo l’appassimento del fiore). I portinnesti con maggiore affinità e più
utilizzati sono R. canina e R. multiflora. Se l’innesto è ben riuscito, la gemma si rigonfierà
rapidamente sviluppando un germoglio nella primavera successiva. A questo punto si potrà cimare
il portainnesto.
Il metodo più semplice per la propagazione è il taleaggio: a fine estate o inizio autunno, effettuando
un taglio obliquo poco sotto una gemma, si preleva una talea legnosa di 20 – 25 cm alla quale
vanno asportate tutte le gemme ad esclusione di una coppia di foglie apicali con funzione tira-linfa
e di alcune basali che emetteranno le radici e piantata immediatamente in terriccio umido per un
terzo della lunghezza.
A fine inverno, prima che inizino a vegetare si possono tagliare dalle radici porzioni lunghe 5-10 cm
e porle in sabbia umida a 2 cm di profondità.
Le rose sono piante robuste in grado di sopportare condizioni difficili; ma per dare fioriture
abbondanti ed essere resistenti all’attacco di patogeni, devono essere collocate in posizioni
arieggiate e soleggiate e ricevere cure adeguate soprattutto a maggio.
Un roseto per la produzione primaverile e autunnale dei fiori ha una durata di 10 anni; ma si riduce
a 3-5 anni in coltura intensamente forzata. La poliennale permanenza sullo stesso appezzamento è
causa di accumulo di fitotossine e di agenti patogeni per cui a fine ciclo è bene attendere 6 anni
prima di tornare a coltivarci le rose.
L’ecosistema subisce ogni anno danni dovuti alla coltivazione convenzionale delle rose: le acque
vengono contaminate dai prodotti agrochimici e l'incidenza di episodi di avvelenamento
riguardanti la fauna - ma anche l'uomo - è elevata.
La lotta biologica delle rose, invece, si avvale soltanto della consociazione con santoreggia,
tagete, nasturzio e aglio dal potere repellente contro afidi (Macrosiphum rosae) e cocciniglie
(Quadraspidiotus perniciosus, Aonidielle aurantii, Parlatoria oleae, Eulecanium corni,
Aulacaspis rosae, Hemiberlesia camelliae).
Molto utili l’irrorazione con getti di acqua miscelata a sapone di Marsiglia o bicarbonato (2
cucchiaini\1 litro d’acqua) o limone (succo di 2 limoni\ 1 litro d’acqua) o aceto (50%).
Utile anche il macerato di ortiche (300 gr\ 5 litri d’acqua) oppure il decotto a base di aglio che si
prepara portando a ebollizione tre teste di aglio in un litro d’acqua e, una volta raffreddato,
irrorarlo sulla pianta e sotto le foglie nel tardo pomeriggio.
Pericolosi per le coccinelle, voraci predatrici di afidi, sono i prodotti a base di piretro e
rotenone, da usare per forti infestazioni una volta a settimana, contro afidi (Macrosiphum rosae),
coleotteri (Agrilus viridis, Sinoxylon sex-dentatum, Coroebus rubi, Cetonia aurata - prediligono
come preda le rose chiare e quelle più profumate), lepidotteri (Lymantria dispar, Euproctis
chrysorrhoea, Porthesia similis), cicalina (Typlocyba rosae).
In autunno si consiglia di smuovere la terra in modo da esporre al gelo uova e larve così da
limitarne la diffusione in primavera.
Il mal bianco della rosa (Sphaerotheca pannosa) va trattato con applicazioni di zolfo bagnabile-80
e rame.
Per la ticchiolatura (Venturia inaequalis) e la peronospora della rosa (Peronospora sparsa) sono
utili preventivi trattamenti settimanali con solfato di rame tribasico-15,2 oppure poltiglia
bordolese-20.
PROPRIETA’
I petali vengono utilizzati per l’estrazione dell’essenza di rosa e per infusi dalle proprietà medicinali
astringenti, così come le foglie usate per la preparazione di un ottimo thè.
L’estratto di rosa è antinfiammatorio, antirughe, rigenerante della pelle e inalarne il profumo
induce rilassamento e benessere.
I cinorrodi (falsi frutti derivati dall'ingrossamento del ricettacolo del fiore invece che dall'ovario),
molto ricchi di vitamina C (da 2275 mg a 6977 mg\100gr contro i 50 mg delle arance), sono
impiegati nella preparazione di tisane e marmellate.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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