Relazione Tecnica CDC Langhirano - Scheda 7 - Rev06 (113) A

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 48

NEXT GENERATION EU

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA


(Regolamento UE 2021/241 – GUUE Serie L 57 del 18/02/2021)

Missione M6C1
Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale

Misura M6C1.1 - “Case della Comunità e presa in carico della persona”

Scheda 7
CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO – NUOVA COSTRUZIONE CON
DEMOLIZIONE

Il RUP/Direttore del Servizio


Ing. Renato Maria Saviano

Parma, Febbraio 2022


AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

DOCUMENTO DI FATTIBILITÀ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI


(decreto legislativo n. 50 del 2016 - decreto legge 18 aprile 2019 n. 32)

Data redazione Data 1.a revisione Data 2.a revisione Data 3.a revisione

Dicembre 2021 Febbraio 2022

Scheda 7
CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO – NUOVA COSTRUZIONE CON
DEMOLIZIONE

Destinazione: Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma


Distretto Sud-Est

Ubicazione: Langhirano (PR) – Via Roma, 42/1 – Via Allende, 2

R.U.P.: ing. Renato Maria Saviano

ANNO: 2021 C.U.P. D 9 4 E 2 1 0 0 1 8 1 0 0 0 1

2
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

INDICE

1– PREMESSA

2– SINTESI DEL QUADRO ESIGENZIALE

3– CARATTERISTICHE URBANISTICHE E DI IMPATTO ABIENTALE, VERIFICA DELLA COMPATIBILITA’


CON GLI STRUMENTI URBANISTICI E NORME VIGENTI

4– CARATTERISTICHE EDILIZIE E TECNOLOGICHE DELL’INTERVENTO

5– QUADRO DEGLI ELEMENTI DI INDIRIZZO ALLA PROGETTAZIONE

6– APPENDICE – ELEMENTI NORMATIVI E REGOLAMENTARI

A) QUADRO ECONOMICO

B) RIEPILOGO PRESTAZIONI PROGETTUALI ED ESECUTIVE


C) ELABORATI GRAFICI

3
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

1 – PREMESSA

In esito agli effetti prodotti dalla crisi pandemica da Covid-19 sull’economia a scala globale, con Regolamento UE
n. 2021/241 (pubblicato in GUUE Serie L 57 del 18/02/2021) l’Unione Europea ha approvato Next Generation EU, uno
strumento temporaneo costituito da un pacchetto di misure straordinarie per la realizzazione del Piano di ripresa per
l’Europa, finalizzato a porre riparo agli effetti economici negativi prodotti dall’emergenza pandemica, nonché a
stimolare e promuovere la trasformazione delle economie nazionali verso modelli di sviluppo flessibili, sostenibili e
adeguati alla realizzazione della transizione climatica e digitale, del programma di ricerca e innovazione Orizzonte
Europa e, non da ultimo, del nuovo programma per la salute EU4Health.

L’Italia è lo Stato Membro risultato primo beneficiario dei due principali strumenti del NGEU, consistenti nel
Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e nel Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori
d’Europa; tali misure di sostegno sono state tradotte a livello nazionale in un pacchetto di investimenti e riforme
denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), articolato in sei missioni.

La Missione 6 – “Salute” si confronta con l’articolazione strutturale del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), di fatto
già rispondente ad un adeguato livello prestazionale, e tuttavia da potenziare in ottica di futuri sviluppi demografici,
epidemiologici e sociali, alla luce delle seguenti criticità:

- significative disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, in particolare in termini di prevenzione e


assistenza sul territorio;

- inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali;

- tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni;

- scarsa capacità di conseguire sinergie nella definizione delle strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici
e sanitari;

- carenti dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, competenze in materia di ricerca e innovazione e tecnico-


professionali, digitali e manageriali del personale.

La Missione 6 si articola nelle seguenti componenti:

 M6C1 – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale:


o M6C1.1 – Case della Comunità e presa in carico della persona

o M6C1.2 – Casa come primo luogo di cura e telemedicina

o M6C1.3 – Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di


Comunità)

 M6C2 – Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale:

o M6C2.1 – Aggiornamento tecnologico e digitale

o M6C2.2 – Formazione, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico

L’intervento di seguito proposto trova inquadramento nell’asse di investimento M6C1.1, finalizzato a rafforzare la
capacità del SSN di elargire sul territorio adeguati servizi, con particolare attenzione alle malattie croniche. In tale
prospettiva, le Case della Comunità rivestono la funzione di punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie,
catalizzando la presenza di un team multidisciplinare di medici di medicina generale, specialisti e di altri professionisti
della salute, potendo altresì ospitare personale de servizi sociali territoriali per una migliore integrazione con la
componente sanitaria assistenziale.

4
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

2 – SINTESI DEL QUADRO ESIGENZIALE

L’invecchiamento progressivo della popolazione e l’aumento delle patologie croniche che interessa il 40% della
stessa, obbliga ad un ripensamento profondo e ad una conseguente riprogettazione dei luoghi di cura e dei modelli
organizzativo/assistenziali, per giungere ad una vera integrazione ospedale-territorio, anche dal punto di vista
logistico.
Le Case della Comunità sono strutture sanitarie promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché
luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria. Per la
comunità di riferimento esse costituiranno l’accesso unitario fisico ai servizi di assistenza primaria e di integrazione
sociosanitaria, pertanto dovranno essere ben visibili, facilmente accessibili ed adeguatamente dimensionate.
Secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Casa della Comunità diventerà lo strumento
attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare rivolti ai malati cronici e sarà il punto di
riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso una infrastruttura informatica e la strumentazione
polispecialistica necessaria, con il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della
comunità di riferimento.
I riferimenti normativi a cui il presente studio si informa sono la DGR 291/10 e la DGR 2128/16 (Case della
Salute), gli atti e pubblicazioni del PNRR e il documento AGENAS in tema di “Modelli e standard per lo sviluppo della
assistenza territoriale nel SSN” (versione in bozza Ottobre 2021).
Il territorio della provincia di Parma è già dotato di una rete di assistenza territoriale di prossimità che può
contare su 24 Case della Salute attive, dislocate su tutti e quattro i Distretti dell’Azienda.
AUSL di Parma, d’intesa con la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, si è data l’obiettivo di rafforzare
ulteriormente tale rete nell’ottica definita dal PNRR: consolidare strutture distrettuali che garantiscono a livello
centrale servizi specializzati con elevati standard qualitativi a un territorio più vasto; promuovere strutture “satelliti”,
che consentano un’offerta assistenziale capillare per rispondere a bisogni più semplici nei diversi territori, i quali
hanno caratteristiche epidemiologiche e orografiche differenti. Il completamento della rete delle CDC ha come duplice
finalità l’aumento dell’efficienza e allo stesso tempo il perseguimento dell’equità e dell’universalismo che
caratterizzano il nostro SSN, e si concretizzerà in 10 CDC distrettuali di riferimento, 22 CDC “satelliti e un’ulteriore CDC
tematica specializzata sull’utenza dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’intervento è realizzato presso l’esistente Casa della Salute di Langhirano, che già oggi è struttura di riferimento
distrettuale, in quanto sede di funzioni centrali e strategiche e che si connota anche per l’ampia offerta specialistica,
essendovi rappresentate tutte le branche, oltre a una medicina di gruppo e una pediatria di gruppo. Per tale ragione,
pur essendo voluminosa nelle dimensioni, soffre comunque della carenza di spazi che impedisce ulteriore
implementazione di attività e la separazione funzionale dei servizi.
La congestione della struttura si è poi resa ancor più evidente in occasione del corrente evento epidemico, con la
difficoltà di controllare e contingentare gli accessi, e anche con l’attivazione del punto vaccinale. L’ampliamento
consentirebbe la delocalizzazione di alcune attività, con il recupero di spazi per allocare nuovi ambulatori specialistici,
nell’ottica di una ulteriore spinta verso l’integrazione Ospedale-Territorio. Proseguirebbe con maggiore e migliore
accessibilità la progettualità, già oggi avviata, dell’attività in stretta integrazione e con il concorso di professionisti di
Azienda Ospedaliero-Universitaria, in particolare in riferimento all’attività del Polo Oncologico, dedicato all’esecuzione
di follow-up dei pazienti, comprese le attività di medicazione, somministrazione di terapie infusive e monitoraggio
della terapia, concorrendo a decongestionare il Day Hospital Oncologico di Azienda Ospedaliero-Universitaria e a
ridurre il disagio dei pazienti negli spostamenti logistici.
La CDC sarà una casa di riferimento per la CDC di Corniglio, la CDC di Lagrisalute, la CDC di Monchio.
Nel piano complessivo per la realizzazione del sistema di Case di Comunità nella provincia di Parma questo
intervento è stato individuato come prioritario dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria.
Grazie agli interventi a valere sul PNRR e a quelli ulteriori che AUSL metterà in campo, complessivamente nel
Distretto Sud Est la rete delle Case di Comunità sarà di 9 strutture.

5
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Tipologia di struttura

L’intervento consiste nella realizzazione di un ampliamento dell’attuale Casa della Salute di Via Roma 42/1,
attraverso la costruzione di un corpo di fabbrica adiacente, nel quale collocare, trasferire parte degli ambulatori della
pediatria di gruppo con il conseguente recupero di spazi da destinarsi alle attività specialistiche sopra descritte, in
particolare ad ambulatori territoriali di integrazione con l’attività ospedaliera.

6
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

3 – CARATTERISTICHE URBANISTICHE E DI IMPATTO AMBIENTALE, VERIFICA DELLA COMPATIBILITÀ CON


GLI STRUMENTI URBANISTICI E NORME VIGENTI

3.1 INQUADRAMENTO CATASTALE

L’area di intervento, in proprietà di AUSL, è identificata al Catasto Terreni del Comune di Langhirano al fg. 34,
mappale 27, e presenta una superficie fondiaria pari a 9.075 mq.
Estratto di mappa catastale – Comune di Langhirano – Fg. 34 mappale 27

7
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

3.2 INQUADRAMENTO URBANISTICO

All’atto di redazione del presente documento, l’area di intervento risulta così classificata:
 con riferimento al vigente PSC comunale, approvato con deliberazione di Consiglio comunale n. 21 del
10/04/2019, e successive varianti,
- nella Carta P1c, “Ambiti e sistemi strutturali”, nel Territorio urbanizzato, come “Ambiti per dotazioni
territoriali (sovracomunali)” (art. 47 delle NA) e come “Programma di riqualificazione urbana” ;
- nella Carta P2c, “Carta delle tutele ambientali, storico-culturali e dei vincoli sovraordinati”, nel Sistema
insediativo urbanizzato come “Ambiti consolidati” e nel Sistema degli ambiti dichiarati di notevole
interesse pubblico ai sensi del D.Lgs. 42/2004, all’interno del “Perimetro della zona vincolata ai sensi del
D.Lgs. 42/2004 (ex Legge 1497/1939)” (art. 108.3 delle NA);
- nella Carta P3c, “Rispetti e limiti all’edificazione”, nel Sistema insediativo urbanizzato come “Ambiti
consolidati”, senza particolari prescrizioni;
- nella Carta P5, “Visualizzazione grafica dei vincoli relativi al Castello di Torrechiara”, nel Territorio
urbanizzato, come “Aree proposte per lo stralcio dal perimetro delle aree vincolate ai sensi del Titolo II°
del D.Lgs. 490/1999 (art. 139) (art. 16 del PRPA – Programma di Riassetto Paesaggistico Ambientale
delle aree contermini al Castello di Torrechiara);
 con riferimento al vigente RUE approvato con deliberazione di Consiglio comunale n. 22 del 10/04/2019, e
successive varianti:
- nella Carta P4c, nel Territorio urbanizzato come "Programma di riqualificazione urbana" (art. 13 delle
NA).

L’attuazione dell’intervento, di concerto con l’Amministrazione comunale, potrà avvenire mediante Procedura
Abilitativa Speciale ai sensi dell’art. 10 della L.R. 15/2013 e s.m.i., alla luce delle disposizioni in materia di
semplificazione per l’attuazione dei programmi del Ministero della Salute ricompresi nel Piano nazionale di ripresa e
resilienza di cui all’art. 56 del testo coordinato del Decreto Legge 31 maggio 2021, n. 77, con la legge di conversione 29
luglio 2021, n. 108.
Dal punto di vista dei vincoli e delle tutele iscritti nei vigenti strumenti di pianificazione, l'area di intervento è
interessata da Perimetro della zona vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (ex Legge 1497/1939), e dunque l’intervento
risulta assoggettato all’acquisizione di autorizzazione paesaggistica ordinaria. Si precisa inoltre che l’area, posta in
fregio al Rio Scalia, è interessata da vincolo sovraordinato di rispetto del corso d’acqua, dettato dal R.D. 523/1904, già
oggetto di deroga della distanza minima dal corso d’acqua rilasciata a cura dell’Amministrazione comunale all’epoca di
realizzazione dell’attuale Centro Cure Progressive, edificio oggetto di ristrutturazione edilizia contestualmente
all’intervento qui proposto. In seguito ad analisi specialistica condotta a cura di tecnico abilitato per lo studio delle
caratteristiche idrauliche e idrologiche del corso d’acqua, rilevante l’assenza di condizioni di criticità per la tutela del
Rio nel tratto interessato, anche a fronte della presenza di un tessuto urbanizzato consolidato nel tempo, edificato in
forza di titoli abilitativi e concessioni edilizie in deroga al R.D. 523/1904, con nota prot. n. PG0068470 del 07/10/2021
è stata formulata apposita osservazione nell’ambito della Sesta Variante PSC del Comune di Langhirano, adottata con
deliberazione di Consiglio comunale n. 23 del 15/05/2021, con la finalità di consolidare il diritto edificatorio in deroga
già consolidatosi nel tempo. La variante normativa proposta è stata accolta e controdedotta dal Comune di
Langhirano, rispettivamente con deliberazioni di Consiglio comunale nn. 47 e 48 del 14/10/2021, con formulazione
della seguente norma specifica di PSC, da inserirsi all’art. 47 “Ambiti per dotazioni territoriali di rilievo
sovracomunale”, al comma 5:
Per le aree occupate dal polo Socio-Sanitario di Langhirano, fermo restando il sedime dei fabbricati preesistenti in
caso di ristrutturazione o di nuova costruzione è consentito costruire a distanze inferiori dai confini di proprietà e di
zona omogenea, nonché dalle zone d’acqua e dai canali, in deroga al R.D. 523/1904, interventi condizionati
all’esecuzione preventiva degli interventi di adeguamento e messa in sicurezza del Rio Scalia previsti nella Relazione
idrologica idraulica allegata all’osservazione tardiva alla VI Variante al PSC inoltrata dall’Azienda Unità Sanitaria
Locale di Parma, riduzione della distanza fino a un minimo di m. 5 a partire dall’argine del canale o, ove presente, a

8
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

partire dal filo esterno del muro di sostegno del terrapieno posto a confine con il corso d’acqua. La riduzione delle
distanze è ammessa solamente lungo il perimetro settentrionale del lotto che confina con il Rio Scalia, previo parere
favorevole dell’Autorità idraulica competente e fermo restando il rispetto delle norme vigenti in materia di prevenzione
del rischio idraulico.
In attesa di approvazione della Sesta Variante al PSC, subordinata alla pronuncia del Servizio Pianificazione della
Provincia di Parma, si prevede che l’attuazione dell’intervento sia anticipata da procedura di acquisizione preventiva
degli atti di assenso della Soprintedenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Parma e del Servizio
Protezione Civile e Sicurezza Territoriale della Regione Emilia-Romagna, in ossequio all’art. 4-bis della L.R. 15/2013 e
s.m.i.

Estratto PSC del Comune di Langhirano – Carta P1c – “Ambiti e sistemi strutturali”

9
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Estratto PSC del Comune di Langhirano – Carta P2c – “Carta delle tutele ambientali, storico-culturali e dei vincoli
sovraordinati”

Estratto PSC del Comune di Langhirano – Carta P3c – “Rispetti e limiti all’edificazione”

10
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Estratto PSC del Comune di Langhirano – Carta P5 – “Rispetti e limiti all’edificazione”

Estratto RUE del Comune di Langhirano – Carta P4c

11
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Parametri urbanistici ed edilizi


La formulazione della proposta progettuale oggetto della presente relazione è conforme ai parametri edilizi
dettati dal vigente RUE comunale e dai relativi Allegati alle Norme di Attuazione. Si richiamano di seguito i parametri
edilizi di riferimento per la progettazione dell’intervento, declinati nella configurazione planivolumetrica proposta.

Parametri edilizi per intervento di


Prescrizioni Rif. normativo
NUOVA COSTRUZIONE
INDICE DI VISUALE LIBERA (VI o IVL) Dmin = 5,00 ml. RUE - Allegato E – Art. B.58

Il maggiore tra D min = 10,00 ml. e Dmin=altezza del


DISTANZA TRA EDIFICI/DISTACCO (D3) RUE - Allegato E – Art. B.55
fronte più alto

DISTANZA DAI CONFINI DI PROPRIETÀ (D1) D min = 5,00 ml. RUE - Allegato E – Art. B.53

D min = 5,00 ml. in centro abitato per strade di tipo E


DISTANZA DAL CONFINE STRADALE (D4) RUE - Allegato E – Art. B.56
eF

Ai fini dell’inserimento dell’intervento all’interno del contesto urbanistico esistente, la presente proposta
progettuale è stata declinata con riferimento ai seguenti parametri dettati dal vigente RUE comunale, rispetto ai quali
si applicherà il regime derogatorio di cui all’art. 56 del testo coordinato del Decreto Legge 31 maggio 2021, n. 77, con
la legge di conversione 29 luglio 2021, n. 108.

Parametri urbanistici Parametri di PSC Proposta di PROGETTO


INDICE DI UTILIZZAZIONE FONDIARIA (Uf) UF=1,00 mq/mq UF=1,23 mq/mq
SU = 9.598,50 mq.
(preesistenza al netto delle
SUPERFICIE UTILE (Su) SU max=9.075,00 mq. demolizioni previste) +
1.542,00 mq. (nuova costr.) =
11.140,50 mq.
3 piani fuori terra + volumi
ALTEZZA DEL FRONTE (Hf) Max 3 piani fuori terra
tecnici in copertura
INDICE DI PERMEABILITÀ Ip max = 30% Ip = 34,58%

L’intervento previsto sarà, infine, rispondente ai requisiti igienico-sanitari prescritti dalle Norme di Attuazione del
vigente RUE comunale, con riferimento all’Allegato C, fatta salva – in ogni caso – la rispondenza ai requisiti per
l’autorizzazione delle strutture sanitarie prescritti dalla DGR 327 del 23 febbraio 2004:

Requisiti igienico-sanitari Prescrizioni Rif. normativo

DIMENSIONI MINIME DEI LOCALI CAT. A.2 Altezza media utile netta 2,70 ml. com altezza minima NTA di RUE – Allegato E –
(uffici, studi, gabinetti medici) netta non inferiore a 2,00 ml. Art. B.36

RAPPORTO ILLUMINANTE NEI LOCALI A.2 NTA di RUE – Allegato E –


R.I. ≥ 1/8
(uffici, studi, gabinetti medici) Art. B.36

DIMENSIONI MINIME DEI LOCALI CAT. S NTA di RUE – Allegato E –


- Altezza minima utile netta 2,40 ml.
(servizi igienici, disimpegni, ripostigli, ecc.) Art. B.36

RAPPORTO ILLUMINANTE NEI LOCALI S R.I. ≥ 1/12 NTA di RUE – Allegato E –


(servizi igienici, disimpegni, ripostigli, ecc.) Art. B.36

RAPPORTO ILLUMINANTE NEI LOCALI S NTA di RUE – Allegato E –


R.I. ≥ 1/8
(servizi igienici) Art. B.36

12
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

4 – CARATTERISTICHE EDILIZIE E TECNOLOGICHE DELL’INTERVENTO

4.1 PREMESSA

Il progetto riguarda la realizzazione di un ampliamento della Casa della Salute di Langhirano mediante
realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica in luogo dell’attuale corpo monopiano del Centro Cure Progressive “Pietro
Coruzzi” di Via Allende n.2, che sarà oggetto di demolizione.
Il nuovo corpo di fabbrica, a tre livelli fuori terra, sarà catalizzatore di un’ulteriore funzione, corrispondente al
nuovo Ospedale di Comunità (scheda intervento n. 17) del Distretto Sud-Est.
Nel nuovo corpo di fabbrica saranno trasferiti alcuni degli ambulatori della pediatria di gruppo già operativi
presso la limitrofa Casa della Salute, con il conseguente recupero di spazi all’interno della struttura esistente, da
destinarsi ad altre attività specialistiche ed ambulatori territoriali di integrazione con l’attività ospedaliera.

4.2 OBIETTIVI DELL’INTERVENTO

Dalle ricognizioni effettuate con la Direzione del Distretto è emerso in modo evidente che i 384 m² stimati per il
progetto possono soddisfare ampliamente le necessità legate alle funzioni coinvolte nel progetto.
Il progetto assistenziale ed organizzativo, formulato dalla Direzione Aziendale è stato tradotto in un layout
architettonico che offrisse anche uno standard di accoglienza elevato per privacy, personalizzazione, umanizzazione,
sostegno, comfort, ecc., studiato al fine di favorire un’elevata percezione di professionalità e di benessere abitativo
per utenti ed operatori.
Il messaggio che la struttura trasmetterà a chi vi è accolto conterrà tutte le prerogative tipiche di una struttura
pubblica: efficacia, efficienza, appropriatezza, qualità ed equa accessibilità alle prestazioni.
Durante le fasi di definizione dello studio di fattibilità sono state sottoposte all’Azienda più proposte alternative
che hanno permesso di individuare quale fosse la strada migliore da percorrere per pervenire congiuntamente ad una
soluzione che risolvesse efficacemente tutti gli aspetti del lavoro, avendo vagliato adeguatamente tutte le possibilità,
le alternative e le opzioni possibili con una metodologia di valutazione qualitativa e quantitativa, multicriteri o multi
obiettivo, tale da permettere di dedurre una graduatoria di priorità tra le soluzioni progettuali possibili.
La conformazione ed il dimensionamento dei locali in ampliamento della Casa della Comunità hub di Langhirano
sono sostenuti dallo studio volto all’individuazione della soluzione progettuale che coniugasse in modo convincente le
necessità emergenti dell’Azienda con la riorganizzazione funzionale delle strutture esistenti. Attraverso un’attenta
analisi dell’esistente e delle nuove esigenze, è stato prefigurato uno scenario che, seguendo i criteri di moderna
organizzazione sanitaria e di efficiente e appropriata erogazione dei servizi, individuasse in modo razionale e
lungimirante la configurazione della nuova struttura, con particolare attenzione alle possibilità di sviluppo e
potenziamento delle nuove tecnologie di diagnosi e cura.

4.3 STRUTTURAZIONE DELL’INTERVENTO

Allo stato attuale, l’area di intervento prevista è situata in luogo dell’attuale corpo mono-piano del Centro Cure
Progressive “Pietro Coruzzi” di Via Allende n.2.

13
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Ortofoto - STATO ATTUALE

Ortofoto - PROGETTO

Per garantire l’erogazione delle funzioni previste per le Casa di Comunità, come definite dai documenti nazionali
e regionali, viene preso come riferimento lo standard di dotazione indicato nei documenti AGENAS.
Il progetto prevede la realizzazione di un fabbricato completamente indipendente sia dal punto di vista
strutturale, che impiantistico rispetto alla limitrofa Casa della Salute e rispetto al Centro Cure Progressive “Coruzzi”,
con il quale tuttavia è ricercata l’integrazione funzionale e distributiva.
Il nuovo fabbricato ospiterà gli spazi e gli ambienti della Casa della Comunità in una porzione del piano terra, ove
si prevede la realizzazione di:

14
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

 Area di accettazione/reception e back office


 Sala di attesa
 n. 1 ufficio amministrativo
 n. 4 ambulatori per PLS
 n. 1 ambulatorio specialistico
 n. 1 ambulatorio infermieristico
 n. 1 sala riunioni (equipe)
 Sale di attesa
 Depositi e archivi
 Servizi igienici per utenti e personale

2 3
Piano Superficie m Altezza Volume m

Piano terra 384,00 3,50 1.344,0


Totale superficie utile
384,00 3,50 1.344,0
lorda

Questo documento preliminare alla progettazione vuole dare indicazioni sulle aspettative del layout distributivo
e pone l’attenzione su: percorsi, flessibilità, umanizzazione, sostenibilità ambientale ed impianto distributivo, che di
seguito vengono esplicitati:

A. Percorsi

L’organizzazione della struttura è stata pensata in modo tale da suddividere adeguatamente i differenti flussi
(utenti ordinari, logistica, ecc.), destinando ciascun percorso ad una funzione specifica. In dettaglio:
1. L’utenza ordinaria
2. Logistica
L’ingresso alla struttura, posto in testata al nuovo fabbricato in “raddoppio” del corpo di fabbrica del Centro Cure
Progressive “Pietro Coruzzi”, garantisce l’indipendenza funzionale della Casa della Comunità rispetto alle altre attività
afferenti al nuovo edificio (OSCO del Distretto Sud-Est). L’accesso agli ambulatori avviene lungo l’asse centrale
longitudinale del fabbricato, per un’ottimale razionalizzare degli spazi e dei percorsi in entrata e in uscita da parte
dell’utenza.

B. Flessibilità

La struttura organizzativa e formale dell’edificio è stata studiata in modo da garantire la possibilità di introdurre
funzioni differenti, oltre che di potervi apportare modificazioni nel tempo senza che questo ne comprometta
l’intrinseca coerenza.

Sussistono, infatti, distinti livelli di flessibilità:

1. interna edilizia – I sistemi costruttivi e la maglia modulare prevista consentono di modificare le partizioni
interne senza particolari difficoltà e, quindi, di adeguare la struttura alle diverse necessità.

2. interna funzionale – Lo schema distributivo e l’ubicazione ponderata dei collegamenti orizzontali consentono
di suddividere lo spazio per aree funzionali, senza però compromettere la viabilità ed i collegamenti generali,
conservando, quindi, l’interrelazione tra i diversi servizi e le differenti funzioni.

3. esterna planimetrica – L’ubicazione, il dimensionamento e la morfologia del nuovo edificio richiamano gli
elementi prospettici del parallelo fabbricato esistente adibito a Centro Cure Progressive “Pietro Coruzzi”; l’ingresso
dell’area ambulatoriale su Via Allende consente la riorganizzazione dei flussi di accesso ed esodo al Polo Sanitario,
decongestionando parzialmente l’area di parcheggio afferente a Via Roma 42/1.

15
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

C. Umanizzazione

Già in sede di documento preliminare alla progettazione è stata posta una grande attenzione all’umanizzazione
della struttura, intesa come centralità della persona e delle sue esigenze nell’elaborazione del progetto. L’edificio,
cioè, dev’essere percepito come un organismo a misura d’uomo, ovvero confortevole ed accogliente da una parte,
comprensibile e fruibile dall’altra.
Tale risultato è stato perseguito attraverso una proposta che garantisca la privacy, il comfort, l’orientamento, la
trasparenza, l’informazione e la comunicazione.
In particolare è stata sostenuta la necessità di illuminare naturalmente quanto più possibile tutti gli ambienti che
prevedessero la permanenza di persone.

D. La sostenibilità ambientale

L’edificio, ovviamente, dovrà rispettare tutte le normative vigenti sul risparmio energetico (Delibera di Giunta
Regionale Emilia Romagna n. 1383 del 19/10/2020 e s.m.i.) e sulla qualità edilizia e, quindi, i livelli di progettazione
(fattibilità tecnico-economica, definitiva ed esecutiva) dell’edificio dovranno prevedere l’adozione di tutti i dispositivi
necessari a garantire il contenimento dei consumi, il risparmio energetico, il comfort acustico ecc.
A livello di involucro esterno (pareti, tetto e chiusure vetrate) dovranno essere seguiti tutti i dettami stabiliti dai
parametri e dalle valutazioni specifiche relative al contenimento delle dispersioni termiche ed degli apporti esterni
(irraggiamento).
Si dovrà avere cura di prevedere particolari accorgimenti per l’areazione dei vespai sotto i solai a piano interrato
e, se verrà ritenuto opportuno, sarebbe auspicabile, soprattutto negli spazi confinati, l’utilizzo di materiali
ecocompatibili e biocompatibili finalizzati al benessere ambientale, al fine di ridurre il più possibile i fattori di
produzione dell’inquinamento indoor.
Dal punto di vista acustico è bene individuare due ambiti, l’acustica ambientale e quella architettonica. Per la
prima, sulla base della Zonizzazione comunale, l’edificio in questione e quelli adiacenti verranno verificati rispetto ai
limiti assoluti di immissione della “Classe I” (strutture ospedaliere, DPCM 14/11/1997), è quindi auspicabile la scelta di
soluzioni all’avanguardia che ne riducano l’immissione di rumore verso l’esterno e rendano possibile la verifica sia dei
limiti assoluti di immissione che dei differenziali in ottemperanza al DPCM 14/11/1997.
Per l’acustica architettonica e quindi per tutto quello che riguarda i requisiti passivi dell’edificio si richiede il
rispetto del D.P.C.M. 5/12/97 e sono inoltre adottati i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’ «Affidamento di servizi di
progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici» riportati
nell’allegato al Decreto ministeriale 11 ottobre 2017 (che aggiorna il DM 24 dicembre 2015 e il DM 11 gennaio 2017).

E. L’impianto distributivo

La soluzione studiata, pur necessitando ancora di un’attenta progettazione, anche con particolare riferimento
all’impianto strutturale, di verifica soprattutto dei collegamenti e dei vani impiantistici, è stata ampliamente condivisa
e valutata in modo particolarmente approfondito sotto l’aspetto distributivo.
L’accesso alla struttura avviene al centro dell’edificio attraverso un piccolo “tunnel” ricavato all’interno del
volume dell’edificio in modo da assicurare un’adeguata copertura dell’ingresso principale dagli agenti atmosferici.
La porzione centrale prospiciente l’ingresso pedonale ospita un’ampia zona di accoglienza e accettazione, con
punto reception - informazioni per indirizzare l’utenza alle due aree laterali.
I servizi igienici per l’utenza sono accessibili, in entrambi i lati, dalle ampie aree di attesa dove trovano
collocazione anche i locali di deposito sporco e pulito.

16
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

5 – QUADRO DEGLI ELEMENTI DI INDIRIZZO ALLA PROGETTAZIONE

Si richiamano in via generale gli adempimenti previsti dal Decreto Legislativo 106/2017, relativo al recepimento
del Regolamento UE 305/2011 sui prodotti da costruzione, e le conseguenti responsabilità in capo ai professionisti.

5.1 INDICAZIONI PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO PER LE OPERE EDILI

Le opere dovranno essere descritte con riferimento alle vigenti norme tecniche unificate di prodotto e il progetto
dovrà indicare la modalità di certificazione richiesta all’esecutore.
Dovranno essere citate le vigenti leggi e norme di riferimento in materia di:
- resistenza al fuoco dei materiali e delle strutture portanti e separanti;
- reazione al fuoco dei materiali;
- requisiti acustici passivi;
- requisiti afferenti le caratteristiche energetiche;
- requisiti igienico-sanitari e ambientali.

5.1.1 Aspetti strutturali

Caratteristiche delle opere strutturali

Le opere di demolizione della struttura esistente obsoleta dovranno essere progettate con particolare riguardo
alle strutture adiacenti le quali che manterranno la loro funzione assistenziale durante l’esecuzione dei lavori.
Particolare attenzione dovrà essere posta all’individuazione ed alla risoluzione delle interferenze impiantistiche
eventualmente presenti nell’area di intervento ed interessate dalle opere di demolizione. Nella fase di progettazione
delle opere di demolizione strutturale occorrerà provvedere alla verifica di sicurezza tecnica della porzione di
fabbricato non oggetto di intervento, nella fase transitoria, avendo cura di dettagliare che la demolizione e successiva
realizzazione delle opere fondazionali del nuovo corpo di fabbrica non rappresenteranno interferenze con la struttura
che continuerà ad erogare prestazioni sanitarie a pazienti sottoposti a terapia salvavita.
La progettazione del sistema fondazionale dovrà essere sviluppata sulla base dati geologici e geotecnici del
terreno di sedime disponibili, come, ad esempio, travi rovesce in conglomerato cementizio armato, opportunamente
interconnesse tra loro. Nel caso di area di sedime caratterizzata da terreni incoerenti, dovranno essere prese in
considerazione le soluzioni che consentano di ridurre gli impatti derivanti dalla realizzazione delle strutture
fondazionali profonde, come, ad esempio, l’utilizzo di pali a costipamento laterale di opportuno diametro, ammorsati
ad una platea continua nervata, con ringrossi posti in corrispondenza delle elevazioni, ovvero delle zone caratterizzate
da maggiori sollecitazioni. Questa soluzione comporterebbe dall’assenza di fanghi bentonitici e dalla minima quantità
di materiale di risulta dovuta allo scavo con vantaggi in termini di pulizia del cantiere e riduzione dei trasporti a
discarica, dal processo di realizzazione senza vibrazioni e dall’elevata capacità portante dei pali in rapporto al
diametro, se paragonato alle tipologie tradizionali.
La maglia strutturale, e pertanto delle luci di calcolo, dovrà essere ottimizzata al fine di confermare il layout
distributivo funzionale architettonico del documento di indirizzo della progettazione e garantire al tempo stesso
un’opportuna flessibilità per eventuali future modifiche dello stesso.
I pilastri dovranno essere, per quanto possibile, privi di mensole per il sostegno delle travi e quest’ultime “in
spessore di solaio” per garantire la massima flessibilità dei percorsi impiantistici.
Particolare attenzione dovrà essere posta sullo spessore dei solai, sia per massimizzare lo spazio a disposizione
degli impianti all’interno del controsoffitto sia per garantire la complanarità con il corpo di fabbrica adiacente in caso
di struttura in ampliamento.

17
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Dovranno essere privilegiati sistemi strutturali in grado di garantire rapide tempistiche di realizzazione,
ottimizzazione delle aree di cantiere ed elevati standard di sicurezza durante la fase di costruzione. Si analizzeranno
soluzioni con elementi portanti (pilastri e travi) semi-prefabbricati a nodo umido, in conglomerato cementizio armato
realizzate in opera, ovvero in acciaio. I solai saranno di tipo predalles, con armatura mono o bidirezionale in funzione
degli esiti degli elaborati di calcolo.
Particolare attenzione dovrà essere posta alla resistenza al fuoco delle strutture portanti, raggiungibile sia per
caratteristiche proprie dell’elemento sia tramite l’applicazione di appositi materiali di protezione., La resistenza al
fuoco delle strutture è determinata dalle caratteristiche del fabbricato oggetto di progettazione, così come dettagliato
nel paragrafo dedicato agli aspetti di prevenzione incendi.
Le strutture portanti del fabbricato dovranno essere dimensionate in funzione dei sovraccarichi, o carichi
imposti, che comprendono i carichi legati alla destinazione d’uso dell’opera; i modelli di tali azioni possono essere
costituiti da:
- carichi verticali uniformemente distribuiti qk

- carichi verticali concentrati Qk

- carichi orizzontali lineari Hk


I valori nominali e/o caratteristici di qk, Qk ed Hk sono riportati nella Tab. 3.1.II. Tali valori sono comprensivi degli
effetti dinamici ordinari, purché non vi sia rischio di rilevanti amplificazioni dinamiche della risposta delle strutture.

18
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Tabella 1

I carichi di progetto dovranno prevedere l’installazione di macchine, UTA, impianti fotovoltaici, ed ogni altro
impianto necessario in copertura.

Aspetti di prevenzione sismica

La struttura portante dell’edificio dovrà essere conforme ai disposti del D.M. 17 gennaio 2018 – Norme Tecniche
per le Costruzioni – assumendo i seguenti dati di input:
 Vita nominale di progetto – Vn = 100 anni
 Classe d’uso – Cu = III
 Periodo di riferimento per l’azione sismica – Vs = 200 anni
Particolare attenzione dovrà, infine, essere posta sulle verifiche agli Stati Limite di salvaguardia della Vita (SLV) e
Stati Limite di Danno (SLD) per gli elementi non strutturali quali tamponamenti esterni, tramezzature interne,
controsoffitti, impianti, ecc.

19
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

5.1.2 Aspetti di prevenzione incendi

La progettazione antincendio dovrà essere effettuata osservando le vigenti disposizioni di prevenzione incendi di
cui al D.M. 18/09/2002 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed
esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private”, applicando i criteri previsti al Titolo II.
In alternativa alle disposizioni sopra citate, potranno essere applicate le norme tecniche di cui al Decreto 8 agosto
2015 e s.m.i.

La struttura esistente risulta soggetta ai controlli di prevenzione incendi in quanto individuata al punto 68/1/A
dell’Allegato I al DPR 151/11 e per tale attività è già stata presentata al Comando Prov.le dei Vigili del Fuoco la
Segnalazione certificata di inizio attività ai fini della sicurezza antincendio. L’intervento progettuale di ampliamento
comporta un aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza, pertanto al termine dei lavori dovrà essere presentata
una nuova Segnalazione Certificata di Inizio Attività ai fini della sicurezza antincendio, corredata dalla documentazione
prevista dall’art.4 del D.M. 7 agosto 2012.

5.1.3 Aspetti relativi all’impermeabilizzazione delle coperture e ai rischi di caduta dall’alto

La progettazione dovrà sviluppare in dettaglio tutte le soluzioni da adottare nella realizzazione delle coperture
piane al fine di garantire la perfetta tenuta e durata nel tempo; compresi i dettagli e particolari esecutivi dei punti di
discontinuità (elementi singolari quali torrette, comignoli esalazioni, canali dell’aria, ecc.).
Il progetto dovrà, inoltre, specificare la tipologia di installazione di eventuali impianti in copertura al fine di
garantire una semplice manutenzione ed accessibilità dei tratti di impermeabilizzazione posti al di sotto di detti
impianti.
Il progetto dovrà inoltre prevedere sistemi di sicurezza adeguati per l’accesso in copertura ai fini della
manutenzione della copertura e degli impianti.

5.1.4 Aspetti relativi alla realizzazione degli impianti di scarico dei reflui

La progettazione dovrà sviluppare in dettaglio tutte le soluzioni da adottare nella realizzazione delle reti di
scarico verticali ed orizzontali, con particolare riguardo agli aspetti legati alla tenuta degli stessi anche quando
sottoposti alle pressioni idrostatiche.
Nell’ipotesi in cui la platea del piano terra venga progettata con sistema ad “igloo”, i percorsi orizzontali al
suddetto piano dovranno essere con andamento non sottostante agli stessi.
Allo scopo si dovrà prevedere idoneo sistema di intubamento entro tubo guaina, la cui intercapedine funga da
ulteriore garanzia di tenuta o in alternativa con sistema di posa entro cassero in calcestruzzo.
Dovranno altresì essere previsti adeguati punti di ispezione che, per numero e collocazione, consentano di
intervenire in caso di occlusione con il minimo intervento murario possibile.

5.1.5 Aspetti relativi alla ottimizzazione degli spazi tecnici

La progettazione edile ed impiantistica dovrà essere, fin dall’origine, coordinata e condivisa al fine di raggiungere
il miglior rapporto tra spazi occupati dai componenti stessi e le superfici degli ambienti appositamente dedicati. Ciò si
otterrà definendo nel dettaglio il layout migliore sia dal punto di vista distributivo sia dal punto di vista manutentivo.
La collocazione dei vani tecnici dovrà essere valutata, oltre che in relazione ai percorsi distributivi degli impianti,
anche assicurando la necessaria accessibilità agli stessi senza interferire con le normali attività sanitarie che si
andranno a svolgere all’interno dell’edificio.

20
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

5.1.6 Aspetti relativi alla ottimizzazione dei parcheggi

L’intervento non prevede la realizzazione di ulteriori dotazioni territoriali rispetto a quelle esistenti. La
progettazione dovrà in ogni caso tenere in dovuta considerazione il raccordo con le aree esterne, ottimizzando i
collegamenti con i percorsi di viabilità, di collocazione dei parcheggi e di tutte le altre opere previste affinché si
preservi la possibilità di sfruttamento degli spazi residui, ancorché al momento non utilizzati, per eventuali
ampliamenti.

5.1.7 Aspetti di sicurezza per la protezione dalle scariche atmosferiche

Dovrà essere allegata agli elaborati della progettazione apposita relazione sul rischio di fulminazione e sulla
protezione dalle scariche atmosferiche.

5.1.8 Caratteristiche tecnico-tipologiche delle opere civili

Si elencano di seguito le caratteristiche tecnico-tipologiche e prestazionali da recepire in sede di progettazione


delle opere civili:

a) PARETI: Le pareti dovranno garantire i requisiti acustici ed antincendio previsti dalle diverse destinazioni
d’uso, in particolare per ottenere prestazioni previste dal D.P.C.M. del 05/12/1997 Determinazioni dei
requisiti acustici passivi degli edifici e dal DM 11 Gennaio 2017.
- Per le partizioni in cartongesso è preferibile non utilizzare materassini di lana di vetro, anche se
imbustata;
- Dovranno avere struttura antisismica.

b) MASSETTI: dovranno essere tali da garantire la necessaria resistenza meccanica richiesta per le varie
destinazione d’uso degli ambienti.
- Per le prove da effettuare vedere note generali paragrafo “Prove sui Materiali”.

c) PAVIMENTI: gres porcellanato, antiscivolo, disegni e formati di impatto, grado antiscivolo commisurato alle
destinazioni d’uso dei locali.

d) RIVESTIMENTI:
- Ambulatori, aree comuni e di accoglienza: tinteggiatura a smalto;
- Servizi igienici: piastrelle in gres di altezza pari a 2,20 m.

e) INFISSI ESTERNI: oltre alle caratteristiche di tenuta generali dell’infisso, dovranno essere garantiti un
adeguato grado di isolamento acustico e i requisiti previsti dalle normative sul risparmio energetico di cui alla
DGR n. 1383/2020 e s.m.i.

f) INFISSI INTERNI:
- Porte REI ad un’anta o doppia anta (senza elementi in rilievo per la battuta a terra delle ante e con chiudi
porta idraulico). I PUSH BAR dovranno essere con testata di alloggio della barra sagomata su entrambi i
lati in modo da non costituire appiglio in caso di spinta sul maniglione.
- Per gli ambulatori si dovranno prevedere porte con cerniere che permettano l’apertura dell’anta senza
creare ingombro nella luce del vano;
- Per i servizi igienici si dovranno prevedere sistemi di apertura di emergenza a moneta;
- Porte scorrevoli bussola esterna con sistema di apertura a spinta in caso di emergenza:

21
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

o Si dovrà prevedere un sistema di apertura che eviti il fenomeno delle correnti d’aria all’interno delle
zone di ingresso
o Conformità richieste: - direttiva macchine (2006/42/ce), norma UNI EN 16005, direttiva bassa tensione
(2014/35/UE), compatibilità elettromagnetiche (2004/108/ce) o direttiva EMC, dichiarazione finale di
corrispondenza alle conformità, di collaudo e messa in funzione dell’impianto compilata da tecnici
abilitati.”

g) CONTROSOFFITTI ED ULTERIORI ELEMENTI SECONDARI E /O NON STRUTTURALI: dovranno avere struttura


antisismica, con finitura superficiale differenziata in funzione delle esigenze sanitarie dei locali di
installazione. Dovranno inoltre essere rispettate le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali disposte
dal D.M. 19/03/2015.

h) ATTRAVERSAMENTI IMPIANTISTICI: nel caso di attraversamenti di pareti REI si dovranno prevedere le


opportune protezioni: collari, sacchetti, sigillanti, malte REI, ecc. Nel caso la tipologia di partizione
(cartongesso) o lo spessore non sia conforme a quanto previsto dalla certificazione delle protezioni da
installare si dovrà realizzare un apposito cassonetto. Tale soluzione sarà utilizzabile anche a solaio con gli
opportuni accorgimenti.

5.2 INDICAZIONI PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO PER GLI IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

Le qualità di base del sistema elettrico dovranno garantire:


- sicurezza per le persone e per le installazioni,
- qualità del servizio,
- affidabilità e riduzione delle probabilità di guasto e della sua propagazione,
- economicità di impianto e di esercizio,
- semplicità dello schema e delle relative funzioni,
- semplicità di esercizio e facilità di manutenzione,
- diagnostica delle anomalie.

5.2.1 Generalità impianti FM e illuminazione

L’impianto elettrico della nuova struttura avrà le seguenti caratteristiche


- Sistema di distribuzione TN-S
- Tensione 400V
- Frequenza 50Hz
e sarà derivato a valle di un interruttore magnetotermico differenziale con adeguate caratteristiche di intervento,
installato sul quadro elettrico generale esistente, mediante nuove linee elettriche

Struttura generale distribuzione FM e canalizzazioni

La struttura generale della distribuzione FM dovrà porre particolare attenzione alla selettività ed alla continuità
di servizio.
I percorsi delle canalizzazioni e delle condutture dovranno essere previsti entro controsoffitto o ad incasso in
pareti verticali. Non sarà ammessa la posa di alcun impianto sottopavimento.
In particolare dovranno essere previste più canalizzazioni o in alternativa un numero adeguato di setti di
separazione nella stessa canalizzazione per la separazione degli impianti a correnti “forti” da quelli a correnti “deboli”
(speciali).

22
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Per quanto riguarda la corrente di corto circuito, la scelta degli interruttori dovrà fare riferimento alla Icn
(corrente di corto circuito nominale secondo norma CEI EN 60898) al fine di garantire che in ogni punto dell’impianto
l’interruttore di riferimento sia in grado di interrompere la corrente di guasto ma garantisca anche la possibilità del
proprio riarmo.
La distribuzione verticale FM e luci dovrà essere realizzata in cavo, nel rispetto della normativa CPR vigente.

Illuminazione ordinaria e di sicurezza/emergenza

La struttura generale della distribuzione FM dovrà porre particolare attenzione alla selettività ed alla continuità
di servizio.
I percorsi delle canalizzazioni e delle condutture saranno previsti entro il controsoffitto o ad incasso in pareti
verticali. Non sarà ammessa la posa di alcun impianto sottopavimento.
Per quanto riguarda la corrente di corto circuito, la scelta degli interruttori dovrà fare riferimento alla Icn
(corrente di corto circuito nominale secondo norma CEI EN 60898) al fine di garantire che in ogni punto dell’impianto
l’interruttore di riferimento sia in grado di interrompere la corrente di guasto ma garantisca anche la possibilità del
proprio riarmo.
Tutta l’impiantistica elettrica sarà essere realizzata in cavo nel rispetto della normativa vigente.

Illuminazione ordinaria e di sicurezza/emergenza

L’illuminazione di corridoi, aree comuni ed aree esterne sarà realizzata con corpi illuminanti di tipo a “LED” e
gestiti da sistemi automatici di regolazione del flusso luminoso e temporizzatori programmabili.
L’illuminazione di bagni, WC depositi e vani di servizio (non tecnici) dovrà essere gestito da sistema automatico
con rilevazione di presenza nell’ottica dei principi di risparmio energetico.
L’illuminazione di emergenza/sicurezza sarà realizzata con corpi illuminanti del tipo autoalimentato con durata
minima di 2 ore; i corpi illuminanti saranno ad elevata efficienza energetica (LED).
Tutti i corpi illuminanti installati nei controsoffitti dovranno avere il cavo di acciaio di sicurezza in ottemperanza
alla norma NTC 2018 e s.m.i.

5.2.2 Particolari specifiche per tipologia di locale

Locali tecnici

Dovrà essere posta particolare attenzione alla salvaguardia del locale dalle infiltrazioni di acqua e allagamenti.
Per quanto possibile il raffrescamento del locale dovrà essere affidato alla ventilazione naturale.
Dovranno essere previsti estrattori ed impianto di raffrescamento che intervengano solamente in caso di
temperature eccezionali che non rendano sufficiente la ventilazione naturale.
All’interno dei locali tecnici dovrà essere presente l’impianto rilevazione incendi.
Ciascun locale tecnico dovrà essere dotato di illuminazione di emergenza/sicurezza in grado di garantire 10 lux
medi all’interno del locale. I corpi illuminanti dovranno privilegiare l’illuminazione dei quadri elettrici e non dovranno
essere del tipo SA.
Dovranno essere utilizzati cavi a bassa emissione di fumi e gas tossici.

Locali ad uso medico di gruppo 1

Dovrà essere posta particolare attenzione all’applicazione dei dettami della norma CEI 64-8/7 per i locali ad uso
medico di gruppo 1.
- Illuminazione di emergenza/sicurezza: dovrà necessariamente essere presente uno o più apparecchi
illuminanti di emergenza ad incasso autoalimentati Non dovranno essere previsti corpi illuminanti SA (sempre
accesi). I corpi illuminanti non dovranno essere dotati di pittogramma (la segnaletica di emergenza dovrà
essere realizzata con appositi cartelli fluorescenti).

23
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

- Illuminazione generale ordinaria: dovrà garantire i lux richiesti dalla tipologia delle attività sanitarie previste
attraverso corpi illuminanti da incasso con schermo al fine di garantire pulibilità ed igiene. Tale impianto
dovrà prevedere preferibilmente corpi illuminanti dimmerabili od in alternativa si dovranno prevedere n. 2
accensioni. I corpi illuminanti dovranno essere del tipo a LED con adeguata temperatura di colore.

Ciascun locale dovrà essere dotato di proprio centralino.


Dovrà essere realizzato il nodo equipotenziale di stanza a cui collegare tutte le masse e masse estranee del
locale.

Corridoi e sale di attesa

- Illuminazione generale ordinaria: dovrà essere realizzata con corpi illuminanti ad incasso del tipo a led.
L’illuminazione di tali locali dovrà essere controllata da un sistema automatico che rilevi l’apporto di
illuminazione esterna al fine di dimmerare l’illuminazione artificiale mantenendo in ogni momento la quantità
di lux necessari secondo la norma specifica. I corpi illuminanti dovranno essere necessariamente dimmerabili.

- Illuminazione di emergenza/sicurezza: dovrà essere realizzata con corpi illuminanti ad incasso del tipo a led.

- Illuminazione di emergenza/sicurezza: dovrà necessariamente essere presente un sufficiente numero di corpi


illuminanti autoalimentati in modo da garantire i lux minimi richiesti dalla normativa vigente.

L’illuminazione di cui si tratta dovrà illuminare in modo particolare cambi di direzione e di piano.
In corrispondenza delle uscite di sicurezza saranno previsti corpi illuminanti SA (sempre accesi) dotati di
pittogramma.

Depositi/archivi senza presenza di finestre

- Illuminazione di emergenza/sicurezza: dovrà necessariamente essere presente un corpo illuminante di


emergenza del tipo autoalimentato. Non dovranno essere previsti corpi illuminanti SA (sempre accesi).

- Illuminazione generale ordinaria: dovrà garantire l’illuminazione richiesta dalla norma vigente attraverso
corpi illuminanti a sospensione (ad incasso se presente controsoffitto) minimo IP44

L’alimentazione elettrica del locale dovrà fare riferimento al quadro di zona o di piano.
Dovrà essere prevista n. 1 presa di servizio (pulizie o altro) per ciascun locale.

Depositi/archivi con presenza di finestre

Si veda quanto previsto per i depositi senza presenza di finestre, inoltre dovranno essere previste:
- blocco di n. 2 prese UNEL di servizio per ciascun locale,
- n. 2 prese dati.

Bagni e wc

Oltre a quanto generalmente previsto occorrerà inserire:


- illuminazione di emergenza/sicurezza all’interno dell’antibagno e all’interno dei WC
- impianto di chiamata di emergenza per i bagni e wc destinati agli utenti e per tutti i servizi dedicati alle
persone diversamente abili.

24
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Atrio / Sala attesa

- Illuminazione generale ordinaria: dovrà essere realizzata con corpi illuminanti ad incasso del tipo a led.
L’illuminazione di tali locali dovrà essere controllata da un sistema automatico che rilevi l’apporto di
illuminazione esterna al fine di dimmerare l’illuminazione artificiale mantenendo in ogni momento la quantità
di lux necessari secondo la norma specifica. I corpi illuminanti dovranno essere necessariamente dimmerabili.

- Illuminazione di emergenza/sicurezza: dovrà necessariamente essere presente almeno un corpo illuminante


di emergenza del tipo autoalimentato.

Dovranno essere previsti corpi illuminanti SA (sempre accesi) dotati di pittogramma per indicare le vie di fuga
presenti
I corpi illuminanti non dovranno essere dotati di pittogramma (la segnaletica di emergenza dovrà essere
realizzata con appositi cartelli fluorescenti).

5.2.3 Struttura generale rete dati e fonia

La struttura generale della distribuzione dati e telefonia sarà di tipo “strutturato” privilegiando rack dati e fonia
con dimensioni minime di 80 cm di profondità e 90 cm di larghezza, altezza in funzione del numero di prese servite. In
presenza di più armadi rack sarà necessario realizzare un collegamento in F.O. doppio fra l’armadio principale ed ogni
armadio secondario. Inoltre in ogni armadio rack sarà necessario realizzare due alimentazioni elettriche distinte,
afferenti quindi ad interruttori automatici distinti.
L’impianto di cablaggio strutturato dovrà essere realizzato in categoria 6.
I cavi UTP utilizzati dovranno essere del tipo LSOH secondo standard IEC 60332 3c.
Dovranno essere progettati dei punti rete posti all’altezza di 2,3m o al centro del corridoio in presenza di
controsoffitto quale predisposizione per la realizzazione della rete wire-less).

5.2.4 Impianto rilevazione incendi e diffusione sonora dell’allarme

Impianto rilevazione incendi di tipo indirizzato secondo norma UNI 9795 sarà realizzato nel rispetto della
normativa vigente. Le logiche di programmazione saranno tali da suddividere la struttura in aree omogenee.
In presenza di unità di ventilazione, l’impianto di rivelazione incendi sarà realizzato prevedendo il blocco di tali
unità in concomitanza di incendi.
Impianto di diffusione sonora dell’allarme di evacuazione sarà realizzato in conformità alle orme EN 54-16 e EN
60849 e potrà essere funzionalmente collegato alla centrale di rivelazione incendi se previsto da una procedura
specifica.

5.2.5 Impianto antintrusione e videosorveglianza

E’ prevista l’installazione di un sistema di videosorveglianza e di allarme, realizzato con videocamere sia sull’area
esterna che interna, insieme a sensori volumetrici per il controllo delle aree interne.

5.2.6 Impianto fotovoltaico

L’impianto da realizzare avrà una potenza nominale di 8.5kWp per una produzione annua stimata pari a circa
10.500 kWh e sarà posizionato sulla copertura piana della nuova costruzione e condiviso con l’0spedale di Comunità

I pannelli fotovoltaici del tipo policristallino avranno una potenza unitaria non inferiore a 330Wp e saranno
installati sulla copertura piana mediante opportuni elementi zavorrati. I pannelli previsti saranno in classe 1 di
reazione al fuoco e saranno installati in modo da rispettare i dettami indicati dalla normativa di prevenzione incendi.
25
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

5.2.7 Categorie di impianti sulle quali si dovrà porre attenzione nelle fasi di progettazione

Si individuano di seguito alcune categorie di impianti per le quali, nelle fasi di progettazione, occorrerà porre
attenzione e valutarne necessità, funzionalità e locali da essi interessati.
1. Impianto controllo accessi;
2. Impianto antintrusione e videosorveglianza;
3. Impianto videocitofonico;
4. Impianti di controllo e gestione e supervisione impianti meccanici.

5.3 INDICAZIONI PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO DEGLI IMPIANTI MECCANICI

5.3.1 Premessa

In conformità del DM 11 ottobre 2017, nella progettazione impiantistica del nuovo edificio che ospita la Casa
della Comunità di Langhirano, verranno adottati i seguenti Criteri Ambientali Minimi:

Approvvigionamento energetico
 Garantire che gran parte del fabbisogno energetico complessivo dell’edificio sia soddisfatto da impianti a fonti
rinnovabili o con sistemi alternativi ad alta efficienza (es pompe di calore centralizzate) che producono energia
all’interno del sito stesso dell’edificio.

Risparmio idrico
 Impiego di sistemi di riduzione di flusso, di controllo di portata, di controllo della temperatura dell’acqua;
 impiego di apparecchi sanitari con cassette a doppio scarico aventi scarico completo di massimo 6 litri e scarico
ridotto di massimo 3 litri; sistema di monitoraggio dei consumi idrici.

Ventilazione meccanica controllata


 Garantire la ventilazione dei locali in funzione della loro destinazione d’uso e dell’occupazione da parte di persone
facendo riferimento alla normativa tecnica applicabile (norme UNI, Linee Guida, Leggi);
 I servizi igienici dovranno essere dotati di sistemi di aerazione forzata, che garantiscano un alto numero di ricambi
orari;
 Nella realizzazione di impianti di ventilazione a funzionamento meccanico controllato (VMC) si dovranno limitare
la dispersione termica, il rumore, il consumo di energia, l’ingresso dall’esterno di agenti inquinanti e di aria calda
nei mesi estivi.
 Gli impianti di ventilazione dovranno prevedere anche il recupero di calore dell’aria.

Comfort acustico
 i valori dei requisiti acustici passivi dell’edificio devono corrispondere almeno a quelli della Classe II della norma
UNI 11367 (Tabella 1), e devono altresì rispettare i valori caratterizzati come «prestazione buona» nel prospetto
B.1 dell’appendice B alla norma UNI 11367.

26
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

 Gli ambienti interni devono essere idonei al raggiungimento dei valori indicati per i descrittori acustici riportati
nella norma UNI 11532.

Comfort termo-igrometrico
 Al fine di assicurare le condizioni ottimali di benessere termoigrometrico e di qualità dell’aria interna si dovrà
garantire condizioni conformi almeno alla classe B secondo la norma ISO 7730:2005 in termini di PMV (Voto
medio previsto) e di PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti);
 Inoltre verrà garantita la conformità ai requisiti previsti nella norma UNI EN 13788 ai sensi del decreto
ministeriale 26 giugno 2015 anche in riferimento a tutti i ponti termici sia per edifici nuovi che per edifici esistenti.

Impianti di riscaldamento e condizionamento


 Gli impianti a pompa di calore devono essere conformi ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla decisione
2007/742/CE (32) e s.m.i. relativa all’assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica;
 gli impianti di riscaldamento ad acqua devono essere conformi ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla
decisione 2014/314/UE (33) e s.m.i. relativa all’assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica;
 l’installazione degli impianti tecnologici verrà prevista in locali e spazi adeguati, ai fini di una corretta
manutenzione igienica degli stessi in fase d’uso;
 per gli impianti aeraulici verrà prevista ispezione tecnica iniziale da effettuarsi in previsione del primo avviamento
dell’impianto (secondo la norma UNI EN 15780:2011).

5.3.2 Proposta progettuale

Il progetto degli impianti meccanici terrà in particolare riguardo gli aspetti legati a:
 benessere interno degli occupanti sia a livello termoigrometrico sia acustico;
 flessibilità impiantistica;
 semplicità di manutenzione;
 risparmio di energia;
 igienicità e sicurezza;
La proposta progettuale è finalizzata a:
 utilizzo di sistemi di climatizzazione, in grado di assolvere alla funzione del controllo della temperatura sensibile dei
singoli locali sia in regime invernale sia in regime estivo;
 utilizzo di sistema di ricambio aria in pompa di calore per immettere aria in ambiente a temperatura neutra con lo
scopo, oltre che di apportare adeguati ricambi orari di aria esterna, di controllare entro i parametri di progetto
l’UR% degli ambienti;
 adozione di sistemi di regolazione in grado di essere interfacciati al sistema di supervisione già esistente
nell’Azienda USL di Parma, consentendo il capillare controllo di tutte le funzioni e quindi degli sprechi energetici;
 l’utilizzo di sistemi impiantistici con prestazioni energetiche superiori a quelli tradizionali;
 limitare entro valori di assoluto comfort i livelli di rumore, realizzando un impianto di climatizzazione di tipo
statico, utilizzando elementi terminali di immissione dell’aria a bassa rumorosità e limitando l’impiego di unità di
climatizzazione dotate di ventilatore;
 anche per quanto riguarda la rete di scarico acque nere si è optato per l’utilizzo nella distribuzione di tubazioni in
polietilene rinforzato con fibre minerali in grado di garantire una capacità fonoassorbente di 13 dB(A), mentre
nella distribuzione orizzontale “a vista”, nei controsoffitti, la stessa tubazione è prevista rivestita con una ulteriore
guaina in grado di garantire una ulteriore capacità fonoassorbente di 13 dB(A) e allo stesso tempo un isolamento
termico contro la sudorazione della tubazione;
 realizzare un impianto che consenta di ridurre i costi di manutenzione e gestione, con l’utilizzo di apparecchiature
ad alta efficienza e affidabilità , limitando il più possibile l’utilizzo di componenti dotati di elementi mobili soggetti
ad usura;

27
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

 realizzare un impianto che garantisca la massima igienicità sia per quanto riguarda le apparecchiature che le
canalizzazioni;
 realizzare un impianto idrico sanitario tale da escludere il rischio di contagio da Legionellosi; ovvero dotato di
sistema di distribuzione dell’acqua calda sanitaria con linea di ricircolo a ridosso dei punti di utilizzo in modo da
ridurre il più possibile i tratti di tubazione con ristagni di acqua, con sistemi di ritegno, con sistema di disinfezione
termica antilegionella.

Si rimanda al Capitolo 6 per la puntuale disamina della normativa di riferimento per la progettazione.

5.3.3 Intorno climatico

Ambulatori, Uffici
Questi ambienti saranno trattati con sistema di climatizzazione con ventilconvettori. I ventilconvettori, a cassetta a
controsoffitto, provvederanno al controllo della temperatura ambiente all’interno di ogni locale in quanto
apporteranno calore durante la stagione invernale, mentre sottrarranno calore durante la stagione estiva. La
temperatura di ogni locale potrà essere personalizzata mediante l’utilizzo di regolatori di temperatura di cui ogni
locale sarà dotato.

Accoglienza, accettazione, attesa


Anche questi locali saranno trattati con sistema di climatizzazione con ventilconvettori che provvederanno al controllo
della temperatura ambiente all’interno dei locali. Il ricambio dell’aria verrà garantito dall’unità di ricambio aria
monoblocco che fornirà agli ambienti aria pulita trattata che servirà al rinnovo d’aria in ragione di 40 m³/h per
persona e comunque per un ricambio minimo di 3 vol/h e al controllo dell’umidità ambiente. Il sistema non prevede
ricircolo in quanto tutta l’aria viziata verrà ripresa dagli stessi ambienti per essere espulsa all’esterno.
La temperatura dei locali potrà essere personalizzata mediante l’utilizzo dei regolatori di temperatura dedicati.

Servizi igienici
Il riscaldamento invernale nei servizi igienici verrà garantito da radiatori ad acqua calda. Nei servizi igienici è inoltre
previsto un sistema di estrazione aria l’aria viziata sarà estratta in ragione di 12 vol/h che transiterà dagli antibagni o
locali adiacenti che saranno dotati di mandata di aria primaria. Il transito dell’aria sarà garantito dal rialzo delle porte
oppure da griglie posizionate sulle porte se direttamente comunicanti con corridoi. Il sistema di estrazione aria sarà
indipendente per ogni gruppo bagni e l’estrazione avverrà da valvole di ventilazione a controsoffitto. La rete di
estrazione sarà in canalizzazioni circolari in PVC.

5.3.4 Impianti previsti

A servizio del nuovo edificio che ospita la Casa della Comunità di Langhirano dell’Azienda USL di Parma, sono
previsti i seguenti impianti:
 Produzione fluidi;
 Impianto di climatizzazione con ventilconvettori ad acqua;
 Impianto di ricambio aria con unità di trattamento aria per le zone ad elevato affollamento;
 Impianto idrico sanitario e di scarico acque;
 Impianto sollevamento persone e/o cose (vedere la scheda intervento n. 17 relativa all’Ospedale di Comunità);
 Presidi antincendio (estintori);
 impianto di supervisione e regolazione automatica;
 sistema di monitoraggio dei consumi energetici;
 modifiche/adeguamento impianti esistenti.

28
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

PRODUZIONE FLUIDI DI RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO:

PRODUZIONE RISCALDAMENTO

Il progetto degli impianti meccanici del nuovo edificio che ospita la Casa della Comunità di Langhirano, si pone
come obiettivo di rendere energeticamente autonomo l’edificio dal resto della complesso. A tal scopo è stata prevista
l’installazione di un generatore di calore a condensazione per la produzione di acqua calda di riscaldamento e, in aiuto
al sistema a pannelli solari, per la produzione di acqua calda sanitaria.

Sulla copertura dell’edificio è stata prevista anche la centrale termica. Sul tetto dell’edificio verranno installati
anche i pannelli solari e sarà posizionata la centrale di trattamento aria. La copertura dell’edificio sarà inoltre collegata
ai piani tramite un cavedio verticale per raggiungere le apparecchiature da alimentare.

Il generatore di calore sarà alimentato a gas metano, sarà funzionante a condensazione e a bassa temperatura
scorrevole completa di regolazione della temperatura di mandata dell’acqua in funzione della temperatura esterna.

Il generatore di calore sarà del tipo ad alto rendimento, con bruciatore a funzionamento modulante con rampa
conforme alle direttiva gas, completa di linea di alimentazione gas metano e accessori secondo norme vigenti UNI-CIG
e ISPESL. La suddetta caldaia sarà collegata alla canna fumaria eseguita in acciaio inox isolato a doppia parete con
interposto isolante termico, completa di accessori secondo normativa vigente. Gli accessori impiantistici ed il diametro
interno della canna fumaria dovranno essere conformi alle norme UNI 9615 e alla legge 10/91 e successive modifiche
ed integrazioni. Gli scarichi della condensa del generatore di calore e del camini saranno convogliati prima dello
scarico alla rete, in apposita unità di neutralizzazione della condensa dei prodotti di combustione composta da
contenitore con granuli salini dolomitici.

Secondo le specifiche tecniche applicative del titolo secondo del DM 01-12-1975 riguardante le norme di
sicurezza per gli apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione, l’impianto sarà dotato di tutti i dispositivi di
sicurezza, protezione e controllo, quali: manometro, pozzetto controllo temperatura, termometro, termostato di
regolazione, termostato di blocco, pressostato di blocco, vasi di espansione circuiti primari, vasi di espansione circuiti
secondari, valvola di sicurezza, tronchetto misuratore di portata, valvola di intercettazione combustibile installata sulla
linea di alimentazione del gas metano, pannello di comando.

Il circuito primario verrà dotato di dosatore proporzionale di liquido protettivo dell’impianto e di valvole per il
riempimento e lo svuotamento.

PRODUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA

Per la produzione di acqua calda sanitaria è previsto un impianto a pannelli solari del tipo con collettori a tubi
sottovuoto in grado di garantire un maggiore apporto energetico anche in condizioni di basso irraggiamento o basse
temperature esterne. Il sistema comprenderà un serbatoio di accumulo specifico per impianto solare, dotato di
scambiatore interno per lo scambio termico dell’acqua del circuito dei pannelli e di un ulteriore scambiatore (post-
riscaldamento) alimentato con acqua di riscaldamento proveniente dalla caldaia il quale andrà in funzione solo nei
momenti in cui l’impianto solare non riesca a raggiungere le temperature richieste.

Un gruppo idraulico completo di circolatore provvederà a far circolare l’acqua tra collettore solare e lo
scambiatore interno al serbatoio.

Come schema di principio, i collettori solari riscalderanno il fluido del circuito collettore in modo tale che, dopo il
raggiungimento di una differenza di temperatura utile, il serbatoio di accumulo dell’acqua sanitaria venga scaldato
dallo scambiatore di calore (interno al serbatoio), permettendo alla pompa di alimentazione di azionarsi
automaticamente. L’acqua calda sanitaria, sarà accumulata nel serbatoio a 70 °C e dovrà essere preventivamente
trattata con sostanze antiincrostanti, del tipo consentito per uso alimentare, e da un sistema di disinfezione per il
contenimento del batterio della “Legionella Pneumophila”.

29
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Nella rete di distribuzione verrà inviata ad una temperatura superiore a 50°C per mezzo di valvola miscelatrice
posta sull’uscita, come previsto dalla vigente normativa ed un circuito di ricircolo la manterrà in continua circolazione,
tramite elettropompe, in modo da renderla prontamente disponibile agli utilizzi ed evitare ristagni di acqua lungo il
precorso delle tubazioni.

La temperatura sarà controllata da un regolatore di temperatura corredato di sonde ad immersione; tale


temperatura, alla base di ogni linea di ricircolo, non dovrà mai scendere al di sotto dei 50 °C.

In questo modo si utilizzerà l’energia per irraggiamento solare in tutto il periodo dell’anno, inoltre si avrà la
sicurezza che la temperatura dell’acqua all’uscita dal miscelatore sia sempre costante in quanto il serbatoio di post-
riscaldamento riuscirà ad integrarla con l’ausilio del generatore di calore.

Tutta la rete di tubazioni, prevista di tipo multistrato (strato esterno in polietilene ad alta densità, anima in
alluminio con saldatura longitudinale, strato interno in polietilene), sarà isolata termicamente secondo la Legge 10/91
e successive modifiche per i fluidi caldi, mentre le linee fredde saranno coibentate per anticondensa.

Per il circuito di acqua calda sanitaria è previsto un sistema di disinfezione antilegionella; tale sistema consisterà
in un impianto per la produzione, il dosaggio e il controllo di biossido di cloro all’interno del circuito, e sarà completo
di quadro per il controllo della produzione e del dosaggio del biossido di cloro residuo, in modo da mantenere nel
circuito dell’acqua calda sanitaria un livello da 0,1 – 1,5 ppm di biossido di cloro. Verranno previsti inoltre punti di
prelievo per il campionamento dell’acqua: sulla tubazione a monte e a valle di ogni punto di dosaggio di biossido di
cloro, sulla tubazione di ricircolo e sulla tubazione dell’acqua fredda.

PRODUZIONE ACQUA REFRIGERATA

La produzione di acqua refrigerata sarà effettuata da un refrigeratore di acqua monoblocco con condensazione ad
aria del tipo a bassa emissione sonora dotato di compressori scroll e fluido frigorigeno R410a a basso impatto sullo
strato di ozono stratosferico.

Il refrigeratore sarà ubicato all’esterno sulla copertura e sarà dotato di idoneo buffer per consentire stabilità sulla
temperatura di mandata e regolarità di funzionamento dei compressori.

Saranno inoltre installati gruppi pompe di circolazione dei fluidi termovettori distinte per circuiti caldi e circuiti
freddi, che provvederanno alla circolazione dei fluidi nei terminali ambiente e nelle batterie della unità di trattamento
dell’aria.

IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE

La climatizzazione degli ambienti è affidata a ventilconvettori adibiti a riscaldamento e raffrescamento degli


ambienti e, per i soli servizi igienici, radiatori. I ventilconvettori verranno alimentati da una rete alimentata con acqua
calda in inverno e acqua refrigerata in estate. I radiatori saranno alimentati solo da acqua calda. La rete di
distribuzione farà capo alla centrale sulla copertura dell’edificio con risalita all’interno del cavedio tecnico. Le dorsali
principali correranno a vista in controsoffitto da cui saranno derivati gli stacchi secondari a servizio dei singoli
ventilconvettori posti negli ambienti.

La rete sarà realizzata in acciaio nero saldato SS UNI 8863, isolate termicamente con guaina a cellule chiuse con
rivestimento esterno in PVC bianco o lamierino di alluminio a seconda se interne a vista o esterne all’edificio. La rete
dovrà essere completamente ispezionabile. I ventilconvettori saranno del tipo da incasso a controsoffitto completi di
filtro, di valvole a due vie modulanti e di regolatore elettronico.

Il collegamento dalle dorsali al singolo ventilconvettore potrà avvenire con tubazioni in rame preisolate serie
UNI6507B. Ogni apparecchio derivato sarà singolarmente intercettabile dalla rete con valvole a sfera, per facilitare le
operazioni di manutenzione. I ventilconvettori posti nei vari ambienti saranno singolarmente o collettivamente (se il
locale è servito da più ventilconvettori) controllati da termostati ambiente applicati alle pareti.

30
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Per ottenere un corretto funzionamento dei componenti ed evitare l’eccessiva movimentazione di pulviscolo e
polvere, i ventilconvettori saranno dotati di apposito filtro, estraibile e lavabile, che provvederà a trattenere le
impurità grossolane. La rete di scarico condensa dei ventilconvettori sarà realizzata in polietilene ed installata a
controsoffitto e, ove necessario, sottotraccia. Le tubazioni saranno dotate di pendenza tale da convogliare le condense
alle opportune colonne di scarico.

IMPIANTO DI RICAMBIO ARIA

Per le zone ad elevato affollamento come sala attesa ed accettazione, è previsto un sistema di rinnovo dell'aria
tramite una unità monoblocco con estrazione / espulsione e recupero termodinamico attivo e tecnologia in pompa di
calore reversibile.
Il sistema sarà quindi autonomo con gestione dell’aria di mandata e ripresa con recupero termodinamico
dell’energia, funzionamento a tutt’aria esterna, controllo dell’umidità totale e della temperatura automatica
attraverso il suo circuito frigorifero reversibile.
L’aria immessa in questi ambienti dalla unità monoblocco avrà la funzione sia di ricambio d’aria, in quanto tutta
l’aria sarà prelevata dall’esterno. L’aria di rinnovo verrà prelevata all’esterno dalla unità monoblocco e immessa negli
ambienti indicati. L’aria viziata verrà convogliata nuovamente alle unità monoblocco dalla quale, dopo aver subito la
fase di recupero calore, verrà espulsa all’esterno. Le prese di aria esterna pulita e i punti di espulsione di aria viziata,
saranno disposte in modo da evitare possibilità di ricircolo tra l’aria espulsa e l’aria esterna.
Le canalizzazioni di convogliamento dell’aria saranno in pannello sandwich realizzato con due lamine di alluminio
con interposta schiuma poliuretanica (classe 1 di reazione al fuoco); sulla lamina interna è previsto un trattamento
superficiale con deposto di un coat a base di ioni d’argento con funzione antibatterica.
In corrispondenza di eventuali attraversamenti di compartimentazioni antincendio REI, sui canali saranno
installate serrande tagliafuoco REI 120, in osservanza delle prescrizioni della vigente normativa di prevenzione incendi
e di quanto richiesto dai Vigili del Fuoco. Ciascuna serranda tagliafuoco sarà dotata inoltre di servocomando elettrico
di riarmo, e sarà del tipo con tunnel interamente in silicato REI 120.
La diffusione dell’aria in ambiente avverrà a bassa velocità, in modo da non creare problemi agli occupanti;
l’immissione verrà effettuata tramite la cassetta del sistema ventilconvettori a controsoffitto, mentre la ripresa sarà
effettuata con l’impiego di griglie orizzontali ad alette fisse in alluminio anodizzato complete di serranda di taratura.
Nei servizi igienici verrà effettuata una elevata aspirazione dell’aria viziata, tramite estrattori collegati a valvole di
ventilazione a soffitto; l’aria estratta perverrà dagli antibagni attraverso feritoie sotto alle porte.
Il collegamento ai terminali di diffusione, sarà realizzato con canalizzazioni flessibili coibentate con fibra di vetro
e rivestite con foglio di alluminio.

IMPIANTO IDRICO SANITARIO E DI SCARICO ACQUE

L’impianto idrico-sanitario comprenderà gli apparecchi sanitari, le tubazioni, la rubinetteria e gli accessori
necessari al completo funzionamento degli impianti. Tale impianto farà capo al locale tecnico al piano in cui sono
presenti i collettori di distribuzione e il sistema di produzione e circolazione acqua calda sanitaria.
L’acqua fredda ad uso potabile verrà prelevata da un nuovo punto di fornitura di acqua potabile dall’acquedotto
cittadino. L’acqua fredda sanitaria non verrà trattata mentre per l’acqua calda ad uso sanitario sarà previsto un
impianto di addolcimento.
Gli ambulatori e i servizi igienici saranno serviti da acqua fredda potabile derivata dall’acquedotto cittadino e da
acqua calda sanitaria la cui produzione sarà effettuata a mezzo di sistema ad accumulo con tecnologia a pompa di
calore dotato, inoltre, di sistema antilegionella con resistenza elettrica. Accoppiato, è inoltre previsto un impianto di
produzione di acqua calda sanitaria con pannelli solari termici da ubicare in copertura per alimentazione dello
scambiatore di calore aggiuntivo. Le reti di distribuzione saranno in acciaio inox o rame.
I sanitari previsti saranno tali da conferire un elevato grado di igienicità agli ambienti; saranno del tipo sospeso a
parete, consentendo in tal modo la completa pulizia dei pavimenti dei servizi igienici. Nei servizi per i visitatori i lavabi
saranno dotati di rubinetteria “non tocco”, mentre per gli ambulatori sono previsti miscelatori del tipo a leva lunga

31
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

con comando a gomito. I servizi igienici per disabili saranno completi di vaso sospeso, lavabo senza colonna con
comando a leva, maniglione di sostegno corrimani orizzontali e verticali per ogni bagno.
Particolare attenzione dovrà essere posta nella realizzazione delle linee di acqua fredda, calda e di ricircolo, da
realizzare per consentire il costante deflusso dell’acqua su tutto lo sviluppo della tubazione, al fine di evitare punti in
cui vi può essere ristagno d’acqua con conseguente proliferazione del batterio Legionella. Tutti gli stacchi dalle dorsali
principali (acqua fredda, calda e di ricircolo) saranno provvisti di valvole di intercettazione poste ad una distanza
massima di 1.5 il diametro delle tubazioni di alimentazione di ogni servizio e di ogni locale servito e dovranno essere
dotate (a valle dei sezionamenti) anche di valvole di ritegno di tipo Clapet; inoltre ogni sanitario sarà dotato di
rubinetti di arresto.
Le tubazioni idriche avranno esclusivamente percorsi a soffitto o a parete; le tubazioni idriche calde saranno
isolate termicamente nel rispetto della legge 10/91, mentre quelle fredde saranno isolate per motivi anticondensa.
Tutti gli apparecchi sanitari saranno collegati al impianto di scarico delle acque reflue che dovrà essere composto
da:
 sistema di convogliamento delle acque composto da diramazioni, colonne e collettori;
 ventilazione primaria e secondaria.
 sistema di convogliamento alla rete di scarico cittadina.
Tutto il sistema di scarico è previsto in tubo di polietilene con giunzioni a saldare e/o a manicotto, mentre le
ventilazioni saranno previste con tubazione in PVC; le colonne di scarico saranno realizzate con tubazione in
polietilene del tipo silenziato.
Dovranno essere previste ispezioni facilmente accessibili alla base di ogni colonna di scarico e sulle linee principali
in numero e posizione adeguati come da normativa.

PRESIDI ANTINCENDIO (ESTINTORI)

Saranno installati estintori portatili distribuiti su tutta l’area dell’attività secondo il seguente schema:

2
un estintore, con capacità estinguente non inferiore a 34A-233BC, ogni 100 m di superficie a pavimento;
 un estintore, con capacità estinguente non inferiore a 34A-233BC, per ogni locale di deposito;
 un estintore, con capacità estinguente non inferiore a 55A-233BC, per ogni locale tecnologico.

Gli estintori saranno dotati di apposito cartello di segnalazione numerato e saranno posizionati in prossimità delle
vie di esodo e comunque in posizione protetta, facilmente individuabile ed accessibile.

IMPIANTO DI SUPERVISIONE E REGOLAZIONE AUTOMATICA

Il sistema di regolazione dovrà essere collegato al sistema di supervisione dell’Azienda USL per consentirne il
controllo tramite software di supervisione. Il controllore sarà in grado di comandare tutti gli apparati di regolazione sia
a bordo macchina che in campo.

Il sistema assolverà alle funzioni di:


 controllo di tutti i parametri del sistema di produzione e distribuzione acqua di riscaldamento e acqua refrigerata;
 controllo di tutti i parametri del sistema di condizionamento con ventilconvettori;
 controllo di tutti i parametri della produzione di acqua calda sanitaria
 controllo dei consumi di acqua fredda sanitaria.

SISTEMA DI MONITORAGGIO DEI CONSUMI ENERGETICI

Verrà previsto un sistema di monitoraggio dei consumi energetici connesso al sistema di supervisione e controllo
dell’Azienda USL in grado di fornire informazioni agli sull’uso dell’energia nell’edificio con dati in tempo reale ottenuti
da sensori combinati aventi una frequenza di misurazione di almeno trenta minuti. Il sistema di monitoraggio deve
essere in grado di memorizzare il dato acquisito e deve essere in grado di monitorare, in modo distinto, i principali usi
energetici presenti nell’edificio: riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione,
consumo acqua fredda sanitaria, ecc.

32
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

MODIFICHE/ADEGUAMENTO IMPIANTI ESISTENTI.

Sono inoltre previsti lavori di adeguamento e/o modifica e/o integrazioni degli impianti esistenti legate alla
costruzione del nuovo edificio e per modifiche di lay-out nell’edificio esistente.

5.3.5 CAM – Criteri Ambientali Minimi


La sostenibilità sarà perseguita tramite l’integrazione fra le elevate prestazioni dell’involucro edilizio, la
razionalizzazione degli impianti di produzione e distribuzione di energia elettrica e termica e l’impiego di energie
rinnovabili. Sarà inoltre prevista, come verifica del livello di sostenibilità della struttura in oggetto, l’applicazione dei
Criteri Minimi Ambientali (applicazione resa obbligatoria dal nuovo Codice degli Appalti D.lgs. 50/2016 e s.m.i.), con
particolare riferimento ai CAM approvati con D.M. 11 ottobre 2017. I CAM sono volti ad individuare la soluzione
progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo tutto il ciclo di vita.
In previsione di realizzare un edificio NZEB verranno analizzati tutti gli aspetti civili ed impiantistici che potranno
avere impatto sui futuri consumi energetici dell’edificio.
Saranno verificati e rispettati i requisiti imposti dal D.Lgs. n. 28 del 2011 relativamente alle percentuali minime
dell’energia necessaria per produrre l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento che dovrà essere
prodotta da fonti rinnovabili oltre alla potenza minima in kW dell’impianto fotovoltaico e dal regolamento regionale
di cui alla DGR n. 1383 del 19/10/2020 e s.m.i.

5.4 PROVE SUI MATERIALI

Dagli elaborati di progetto dovrà emergere chiaramente che l’Impresa costruttrice dovrà, a proprie cura e spese,
effettuare prove sulla qualità dei materiali, dei sistemi di costruzione, di manutenzione e di organizzazione del
personale per i quali le norme UNI, direttive, prassi consolidate prevedano specifiche prove e controlli delle
caratteristiche misurabili degli stessi. I risultati ottenuti dalle prove dovranno essere consegnati alla Direzione Lavori,
all’organo di collaudo per la loro validazione.
A titolo di esempio si evidenziano alcune prove da effettuare sui materiali e componenti:
Per le opere e materiali edili:
a) Massetti: prove relative alla resistenza, verifiche dell’umidità residua prima della posa dei pavimenti;
b) Impermeabilizzazioni interne e sulla copertura: Verifiche con prova di tenuta all’acqua;
c) Pavimenti: verifiche del coeff. d’attrito, ecc.;
d) Infissi: verifiche di tenuta all’acqua, aria, isolamento acustico, ecc.;
e) Pareti: verifiche dell’isolamento acustico, ecc.;
f) Intonaci: verifiche di resistenza;
g) Controsoffitti: verifiche dell’assorbimento e dell’isolamento acustico;
h) Prove di tenuta a pressione idrostatica e dinamica sugli scarichi dei reflui.

Per gli impianti elettrici e speciali:


a) Prova di autonomia UPS al carico nominale
b) Prove di primo impianto
c) Continuità del PE e resistenza totale di terra
d) Ove necessario misura di impedenza dell’anello di guasto
e) Prova isolamento condutture
f) Prove funzionali su impianti rilevazione fumi ed impianti elettrici a servizio degli impianti meccanici
g) Prove funzionali su impianto di diffusione sonora degli allarmi
h) Collaudo prestazionale della rete dati
33
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Per gli impianti meccanici:


a) Prova di tenuta a vuoto di tutti gli impianti
b) Verifica dei parametri di funzionamento con corretta impostazione dei valori di progetto e dei bilanciamenti
idraulici
c) Verifica termoigrometrica sulle strutture al fine di accertare la correzione di tutti i ponti termici e la continuità
dell’isolamento termico
d) Verifica dei sistemi di contabilizzazione
e) Verifica funzionale sui sistemi di captazione solare e protezione da irraggiamento diretto tramite solarimetro. Tale
verifica dovrà anche accertare le ripercussioni dell’irraggiamento sull’innalzamento della temperatura delle
strutture (faccia esterna colpita direttamente e faccia interna) al fine di accertare la conformità dello sfasamento
dell’onda termica alle normative di riferimento ed ai calcoli di progetto
f) Prove di rumorosità dell’impianto aeraulico ai sensi della norma UNI 8199 in vigore.

E’ necessario specificare nel progetto che sarà onere del Affidatario dei lavori incaricare dell’esperimento delle
prove uno o più soggetti terzi (laboratori ufficiali, istituto di certificazione, etc.) proposti ed accettati dalla Direzione
Lavori, fornire e predisporre ogni assistenza tecnica, strumentazione, logistica, attrezzature, mano d’opera e materiali
necessari per realizzare i test, le ispezioni, i sopralluoghi e/o le campionature necessarie.
rispondere del pieno rispetto, da parte dei soggetti incaricati, della adeguatezza delle tecniche di rilevazione
delle prove e del rispetto delle istruzioni impartite dalla Direzione Lavori, effettuare, con le stesse modalità di cui
sopra, ovvero quelle stabilite dalla D.L., prove diverse da quelle previste dal presente contratto e da ogni altro atto
contrattuale.
Tutte le misurazioni effettuate dovranno essere eseguite con strumenti dotati di certificato di taratura in corso di
validità.

34
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

6 – APPENDICE – ELEMENTI NORMATIVI E REGOLAMENTARI

L’obiettivo primo è ovviamente quello di permettere all’Azienda di soddisfare i requisiti per ottenere
l’autorizzazione e l’accreditamento sanitario, con riferimento quindi alle normative in materia di accreditamento sia a
livello nazionale sia quelle della Regione Emilia-Romagna.
Lo sviluppo del progetto dovrà essere svolto nella osservanza di tutte le norme legislative e dei regolamenti
statali, regionali e locali riguardanti le opere in oggetto, tra le quali di particolare rilievo:
• D.Lgs. 50/2016 (cd. Codice dei Contratti) e s.m.i. e DPR 207/2010 (cd. Regolamento applicativo nelle parti
residuali e viventi);
• DPR 380/2001 e s.m.i. in materia edilizia;
• L.R. 24/2017 e s.m.i. “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio;
• L.R. 15/2013 e s.m.i. “Semplificazione della disciplina edilizia”;
• D.M. 17 gennaio 2018 “Norme Tecniche per le costruzioni” (cd. NTC2018) anche in relazioni ad aggiornamenti
normativi intervenuti e a relative circolari esplicative;
• D.P.R. 151/2011 e s.m.i. e D.M. 07/08/2012 (in materia di procedimenti relativi alla Prevenzione Incendi);
• Decreto Ministeriale 18/09/2002 come aggiornato dal D.M. 19 marzo 2015 Approvazione della regola tecnica
di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e
private;
• D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro;
• D.P.R. 503/1996 in materia di superamento delle barriere architettoniche;
• D.G.R. n. 327 del 23/02/2004 “Applicazione della L.R. 34/98 in materia di autorizzazione e di accreditamento
istituzionale delle strutture sanitarie e dei professionisti alla luce dell'evoluzione del quadro normativo
nazionale. Revoca di precedenti provvedimenti”;
• Quadro normativo complessivo e norme tecniche applicabili in materia di edilizia sanitaria, progettazione
impiantistica, prevenzione incendi.
Inoltre, in ragione di recenti aggiornamenti normativi, il progetto dovrà tener conto in particolare:

a) Criteri Ambientali Minimi (CAM)

Ai sensi dell’art. 34 del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., nella documentazione da porre a base di gara di appalto
(capitolato e disciplinare) deve essere previsto il rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) di cui al D.M. 11 ottobre
2017. Tali criteri si suddividono in criteri ambientali di base (oggetto dell’appalto, specifiche tecniche e condizioni di
esecuzione) e criteri premianti (facoltativi, criteri di aggiudicazione utilizzati per valutare l’offerta tecnica nelle gare
aggiudicate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa).
Sarà cura del progettista recepire tali indicazioni:
- mettendo in atto, a partire dal Progetto di Fattibilità, le scelte progettuali di livello generale corrispondenti ai criteri
ambientali di base;
- mettendo in atto, a partire dal Progetto definitivo, quegli accorgimenti progettuali in grado di assicurarne il rispetto
nell’ambito dell’opera realizzata per quanto dipendente dall’appaltatore. A titolo esemplificativo ma non esaustivo,
il recepimento dei criteri dal punto di vista della scelta dei materiali utilizzati dovrà corrispondere a specifiche
prescrizioni tecniche dettate dal capitolato tecnico di appalto e dall’elenco prezzi unitari.

b) Criteri di riferimento in materia di risparmio energetico e prestazione energetica degli edifici

Il progettista, nello sviluppo del progetto per le parti applicabili, assicurerà, mediante l’apporto di adeguata
professionalità dotata di specifica competenza energetica, l’integrazione delle prestazioni progettuali specialistiche
(edile, meccanica, elettrica) che concorrono a determinare la prestazione energetica dell’edificio.
Si riepiloga il quadro normativo e tecnico di riferimento ai fini dell’approccio progettuale in materia di risparmio
e prestazione energetica.
• Direttiva Europea 2010/31/UE del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia;
35
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

• Legge 90 del 3 agosto 2013 che converte il D.L. n. 63/2013 di recepimento della Direttiva Europea in tema di
“Prestazione energetica dell’edilizia”;
• Decreto del 26 giugno 2015 di Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e
definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici (G.U. n. 162 del 15/07/2015) e s.m.i.;
• Decreto del 26 giugno 2015 Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (G.U. n. 162 del
15/07/2015) e s.m.i.;
• Decreto del 26 giugno 2015 Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della Relazione tecnica di
progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici
(G.U. n. 162 del 15/07/2015) e s.m.i.;
• D. Lgs. n. 28 del 03 marzo 2011 di Attuazione della Direttiva 2009/28/UE sulla promozione dell’uso
dell’Energia da fonti rinnovabili e s.m.i.;
• Deliberazione della Giunta regionale 19 ottobre 2020 n. 1385 recante Modifiche alle disposizioni regionali in
materia di attestazione della prestazione energetica degli edifice (certificazione energetica) di cui alla
deliberazionedi Giunta regionalen. 1275 del 7 settembre 2015 e s.m.i.;
• Deliberazione della Giunta regionale 19 ottobre 2020 n. 1383 recante Modifiche all’atto di coordinamento
tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifice di cui alle
deliberazioni di Giunta regionale n. 967 del 20 luglio 2015 e 1715 del 24 ottobre 2016 e s.m.i;

La Relazione Tecnica Energetica dovrà riportare gli estremi per il suo controllo ai fini della Validazione ovvero:
dati di input, metodi di calcolo (anche se derivati dalla normativa tecnica), risultati dei calcoli onde assicurare la
riproducibilità dei risultati (anche se elaborati da software).

c) Criteri di verifica della sicurezza strutturale, con particolare riguardo agli elementi non strutturali ed
elementi secondari

Stante l’attuale fase di aggiornamento del quadro normativo ai fini della progettazione strutturale, sarà valutato
in accordo con il RUP il riferimento normativo nell’ambito in vigore.
Particolare attenzione sarà posta nella definizione tecnica, prestazionale e di certificazione degli elementi
strutturali secondari e/o non strutturali, nel contesto dei possibili riferimenti applicabili quali, a titolo esemplificativo e
non esaustivo:
• Linee guida per la riduzione della vulnerabilità di elementi non strutturali, arredi e impianti della Presidenza
del Consiglio dei Ministri del giugno 2009;
• Linee di indirizzo per la riduzione della vulnerabilità sismica dell’impiantistica antincendio del Ministero
dell’Interno del dicembre 2011;
• Per interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici ai sensi art. 9 L.R. 19/2008 e s.m.i. il
professionista rilascerà la corrispondente documentazione al completo di asseverazione secondo quanto
previsto dalla D.G.R. 2272/2016.

d) Criteri di riferimento in materia di prevenzione incendi

• Decreto Ministeriale 18/09/2002 come aggiornato dal DM 19 marzo 2015 “Approvazione della regola tecnica
di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e
private”;
• D.M. 16/02/2007 “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da
costruzione”;
• D.M. 09/03/2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco”;
• D.M. 10/03/2005 “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le
quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio”;

36
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

• D.M. 15/03/2005 “Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate
da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo”;
• D.M. 03/11/2004 e D.M. 06/12/2011 “Disposizioni relative all’installazione ed alla manutenzione dei
dispositivi per l’apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso
d’incendio”;
• D.M. 15 settembre 2015 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di
sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”;
• nota DCPREV n.1324 del 07/02/2012 e successivi chiarimenti di cui alla nota DCPREV n.6334 del 04/05/2012
“Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Edizione 2012”;
• D.M. 8 agosto 2015 e s.m.i. “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15
del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139”.

e) Criteri di riferimento in materia di impianti elettrici e speciali

• D.P.R. 27/4/1955, n.547 e successive integrazioni;


• D.M. n.37 del 22/01/2008 – Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies,comma 13,
lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di
installazione degli impianti all'interno degli edifici (G.U. n. 61 del 12/03/2008);
• Legge n. 818 del 7/12/1984 e successivo decreto M.I. del 8/3/1985;
• Norme CEI del CT 11: tutti i fascicoli applicabili;
• CEI EN 61439 - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) –
fascicoli applicabili. Parte 1: Regole generali - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per
bassa tensione (quadri di BT): fascicoli applicabili;
• Regolamento UE 305/2011 (C.P.R.) – sezione cavi elettrici;
• Norma CEI EN 50575 – Cavi per energia, controllo e comunicazioni – Cavi per applicazioni generali nei lavori di
costruzione soggetti a prescrizioni di resistenza all’incendio;
• Norme CEI 64-8 e s.m. - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V c.a. e 1500V
in c.c.;
• CEI 64-8/7 (2012): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente
alternata ed a 1500 V in corrente continua. Parte 7: Ambienti e applicazioni particolari. Sezione 710 Locali
adibiti ad uso medico;
• Norme CEI 103.1/1 -:103.1/16 - Impianti telefonici interni;
• Norme CEI del CT 210 (Compatibilità Elettromagnetica) e CT 211 (esposizione umana ai campi
elettromagnetici);
• Norme CEI del CT 81: tutti i fascicoli applicabili;
• Norma UNI EN 12464-1:2011 Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni;
• Norma UNI 9795 (2013) - Sistemi fissi automatici di rilevazione e di segnalazione manuale d'incendio e
successive modifiche;
• Norma EN 54 – Tutti i fascicoli applicabili;
• UNI11607 (2015) - Linea guida per la progettazione, l'installazione, la messa in servizio, l'esercizio e la
manutenzione degli avvisatori acustici e luminosi di allarme incendio;
• CEI 11-20: Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria;
• CEI EN 60904 : Dispositivi fotovoltaici - fascicoli applicabili;
• CEI EN 61727 (CEI 82-9): Sistemi fotovoltaici (FV) - Caratteristiche dell'interfaccia di raccordo con la rete;
• CEI EN 50380 (CEI 82-22): Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici;
• CEI 0-21 e V1 - Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle
imprese distributrici di energia elettrica;
• D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., Allegato IV - Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro;
• Decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462;

37
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

• Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione


contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici
pericolosi;
• DECRETO MINISTERIALE 18 settembre 2002 e s.m (DM 19/03/2015) - Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e
private (sezioni applicabili);
• Tutta la normativa specifica sulle apparecchiature utilizzate.
• In particolare le apparecchiature elettriche dovranno essere provviste di Marchio Italiano di Qualità (IMQ),
ove applicabile e di marcatura CE (Il D.Lgs 626/96 vieta l’installazione dopo il 30/6/97 di materiale non
marcato CE).

f) Criteri di riferimento in materia di impianti meccanici

Di seguito vengono elencate, in modo indicativo e non esaustivo, le principali norme e disposizioni legislative
interessanti gli impianti oggetto del presente documento.
• DM 11 ottobre 2017 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la
nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”;
• Decreto Ministeriale 18/09/2002 come aggiornato dal DM 19 marzo 2015 Approvazione della regola tecnica
di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e
private;
• Deliberazione della Giunta regionale 19 ottobre 2020 n. 1383 recante Modifiche all’atto di coordinamento
tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifice di cui alle
deliberazioni di Giunta regionale n. 967 del 20 luglio 2015 e 1715 del 24 ottobre 2016 e s.m.i;
• D.M. n.37 del 22/01/2008 – Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies,comma 13,
lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di
installazione degli impianti all'interno degli edifici (G.U. n. 61 del 12/03/2008);
• D.M. 20 dicembre 2012 Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi;
• D.M. 31 marzo 2003 “Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e
riprese dell’aria degli impianti di condizionamento e ventilazione”;
• Requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture in Emilia Romagna;
• UNI 10779:2014. Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio;
• UNI EN ISO 7730:2006 Ergonomia degli ambienti termici - Determinazione analitica e interpretazione del
benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale;
• UNI 10339:1995 Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la
richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura;
• Linee guida Aicarr;
• UNI 11169:2006. Impianti di climatizzazione degli edifici - Impianti aeraulici ai fini di benessere - Procedure
per il collaudo;
• UNI EN 806:2008. Specifiche relative agli impianti all'interno di edifici per il convogliamento di acque
destinate al consumo umano;
• UNI EN 1717:2002. Protezione dall'inquinamento dell'acqua potabile negli impianti idraulici e requisiti
generali dei dispositivi atti a prevenire l'inquinamento da riflusso;
• UNI 9182:2014. Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Progettazione, installazione
e collaudo;
• UNI EN 752:2017. Connessioni di scarico e collettori di fognatura all'esterno degli edifici - Gestione del
sistema di fognatura;
• UNI EN 12056:2001 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici;
• Ex ISPESL: Linee Guida sugli standard di sicurezza e di igiene del lavoro nel reparto operatorio;

38
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

• D.M. 9 dicembre 1987 n.587 “Attuazione delle direttive n.84/529/CEE e n.86/312/CEE relative agli ascensori
elettrici;
• UNI 11570:2015 “Istruzioni per l’integrazione di un sistema di ascensori al servizio di un edificio”;
• D.P.R. 30 aprile 1999 n.162 e ss.mm.ii “Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva
2014/33/CE, relativa agli ascensori ed ai componenti di sicurezza degli ascensori, nonché per l’esercizio degli
ascensori”.

g) Criteri di riferimento in materia acustica

• D.P.C.M. 14/11/1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore;


• D.P.C.M. 5/12/97 Requisiti acustici passivi degli edifici.
• D.M. 11 ottobre 2017 Criteri Ambientali Minimi

h) Criteri di riferimento in materia di controllo della legionellosi

Tutti gli impianti dovranno essere progettati in conformità a quanto indicato dai seguenti documenti:

• Linee Guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi, Conferenza permanente per i rapporti tra o
Stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, pubblicato in G.U. n. 103 del 5 maggio 2000;

• Deliberazione Giunta Regionale 12 giugno 2017 n. 828: Approvazione Linee Guida Regionali per la
sorveglianza e controllo della legionellosi - Regione Emilia Romagna.

39
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

A) QUADRO ECONOMICO

QUADRO ECONOMICO INIZIALE DELL'INTERVENTO

Importo esecuzione lavorazioni Base d'asta


A misura € 0,00

A corpo € 611.681,42

Importo attuazione piani di sicurezza


A misura € 0,00
A corpo € 16.682,22
Totale per opere € 628.363,64

Somme a disposizione della stazione appaltante


Ribasso d'asta
Lavori in economia esclusi dall'appalto € 0,00
Espropri/Acquisizioni € 0,00
Acquisto arredi € 27.460,41
Attrezzature biomediche € 0,00
Attrezzature ICT € 10.854,92
Imprevisti € 0,00
Rilievi accertamenti, indagini e allacciamenti € 29.109,38
Accantonamento ex art.133 D.Lgs 163/06 € 0,00
Spese tecniche (art. 113 co 2 D.lgs 50/2016) 2% € 10.053,82
Oneri assicurativi (art.24 c.4 D.Lgs 50/2016) € 383,30
Spese per attività consulenza e supporto € 0,00
Spese per commissioni aggiudicatrici € 0,00
Spese per pubblicità € 0,00
Spese tecniche (progettazione esecutiva+collaudi) € 27.909,36
IVA 22% € 20.973,50
IVA 10% € 62.836,36
Totale somme a disposizione € 189.581,06

Totale generale € 817.944,70

40
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

B) RIEPILOGO PRESTAZIONI PROGETTUALI ED ESECUTIVE

B.1 - Fase di progettazione

Da effettuare

Affidamento
Omesse non

all’esterno
all’interno
richieste
FASI PROGETTUALI PRESTAZIONI/ELABORATI

Pre-progetto e fattibilità X
Supervisione coordinamento verifica progettazione X
Funzioni amministrative fase di progettazione X
ATTIVITÀ DI SUPPORTO Funzioni amministrative fase di affidamento X
Verifica di progetto (art. 26 Codice) preliminare X
Verifica di progetto (art. 26 Codice) definitivo X
Verifica di progetto (art. 26 Codice) esecutivo X
Di aree esterne X
RILIEVI
Di edifici X
Relazione generale (art. 20 Regolamento) X
Relazione tecnica corredata da rilievi, accertamenti, indagini e studi
X
specialistici (art. 21 Regolamento)
Relazione geotecnica X
Relazione idrologica X
Relazione idraulica X
Relazione sismica e sulle strutture X
Valutazione preventiva dell'interesse archeologico art. 25 D.Lgs
X
PROGETTAZIONE 50/2016
FATTIBILITÀ TECNICA ED Relazione geologica (riservata al geologo) X
ECONOMICA
Eventuali studi di fattibilità ambientale e paesaggistica X
(ex PRELIMINARE)
Art. 19 DPR 207/2010 e Calcolo sommario della spesa X
s.m.i. Quadro economico X
Piano economico finanziario di massima X
Prime indicazioni e prescrizioni in materia di sicurezza X
Prime indicazioni di progettazione antincendio X
Capitolato speciale descrittivo e prestazionale X
Schema di contratto X
Bonifica preventiva degli ordigni bellici X
Elaborati grafici (art. 23 Regolamento) X
Relazione generale (art. 28 Regolamento) X
PROGETTAZIONE Relazione geotecnica X
DEFINITIVA
Artt. 26-27 DPR 207/2010 e Relazione idrologica X
s.m.i.
Relazione idraulica X

41
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

X
Relazione sismica e sulle strutture

Relazione archeologica X
Relazione geologica (riservata al geologo) X
X
Relazione tecnica impianti

X
Relazione tecnica di applicazione dei CAM

X
Relazione sulla risoluzione delle interferenze

Relazione sulla gestione delle materie X

Relazione paesaggistica X

Valutazione previsionale di clima e impatto acustico X


Relazione di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi X
Studio definitivo ambientale/Studio di impatto ambientale X
Rilievi planoaltimetrici X
Elaborati grafici (art. 31 Regolamento) X
Calcoli preliminari delle strutture X
Calcoli preliminari degli impianti X
Computo metrico estimativo X
Quadro economico X
Elenco dei prezzi unitari ed eventuale analisi X
Schema di contratto X
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici X
Relazione generale X
Relazioni specialistiche X
Elaborati grafici X
Calcoli esecutivi delle strutture X
Calcoli esecutivi degli impianti X
Particolari costruttivi e decorativi X
Computo metrico estimativo e quadro economico definitivi X
PROGETTAZIONE
ESECUTIVA Analisi dei prezzi X
Art. 33 DPR 207/2010 e Elenco prezzi unitari X
s.m.i.
Incidenza manodopera X
Capitolato speciale d’appalto X
Schema di contratto X
Cronoprogramma X
Piano di manutenzione dell’opera X
Piano di ripristino ambientale X
Piano di sicurezza e coordinamento e Fascicolo dell'opera X
"Illustrazione sintetica degli elementi essenziali del progetto
PROGETTO ESECUTIVO X
strutturale" (paragrafo B.2.2. dell'Allegato B della DGR 1373/2011)
DELLE STRUTTURE
Piano di manutenzione della parte strutturale dell'opera X
42
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Relazioni specialistiche sui risultati sperimentali:


- relazione geologica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione
X
geologica del sito
- relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione
X
del volume significativo di terreno
- relazione sulla modellazione sismica concernente la "pericolosità
X
sismica di base" del sito di costruzione
Elaborati grafici del rilievo geometrico-strutturale X
Valutazione della sicurezza X
Modulistica MUR X X
Studio di fattibilità X
Verifica di esclusione dalla valutazione di impatto ambientale X
Relazione finanziaria X
Analisi di sostenibilità X
Piano particellare di massima per avvio procedura esproprio X
Verifica e attestazione conformità urbanistica X
Variante urbanistica al PRG con procedura X
Variante urbanistica al PSC-RUE-POC con procedura art. 53 L.R.
X
24/2017 e s.m.i.
Iter Accordo Operativo art. 38 L.R. 24/2017 e s.m.i. X
Permesso di costruire in deroga X
Assenso A.S.L. (igienico-sanitario) X
Assenso A.R.P.A.E. (ambientale) X
Autor. Soprintendenza parte II d.lgs. n. 42 del 2004 X X
Decreto in sub-delega parte III d.lgs. n. 42 del 2004 X
Autorizzazione vincolo idrogeologico X
Autorizzazione vincolo idraulico X
PRESTAZIONI
ACCESSORIE Denuncia lavori ex art. 65 DPR 380/2001 e s.m.i. e relativa modulistica
X X
MUR
Altri atti di assenso esterni:
- ANAS X
- Ferrovie dello Stato X
- Comune/Provincia X
- altri enti X
Relazione e pratica art. 125 d.P.R. n. 380 del 2001 e s.m.i. - Allegato 4
X
DGR 1383/2020
Protezione scariche atmosferiche X
Parere conformità VV.F. X
Verifica e attestazione sul progetto DPR n. 503 del 1996 X
Relazione rendimento energetico X
Partecipazione a conferenza di servizi X
Relazione geologica (riservata al geologo) X
Modellazioni, indagini e simulazioni X
Perizie di stima beni da alienare X
Modifica sostanziale Autorizzazione Integrata Ambientale X
PRESTAZIONI SPECIALI Soluzioni diverse del preliminare X
43
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Elaborati superiori speciali difficoltà X


(altro)

B.2 - Prescrizioni specifiche e diverse per le prestazioni progettuali


Possibilità di fondere i livelli progettuali definitivo ed esecutivo in - SI
a) un’unica serie di elaborati tecnici e amministrativi, fatta salva la
loro completezza come richiesto nell’elenco che precede. - NO
Elaborati e adempimenti specifici e ulteriori da predisporre :
b)
In base alle valutazioni del Responsabile Unico del Procedimento
ed alle eventuali richieste di integrazione in sede di conferenza dei
servizi
Elaborati e adempimenti specifici che si possono omettere:
c)
In base alle valutazioni del Responsabile Unico del Procedimento

B.3 - Fase di esecuzione

Da effettuare

Affidamento
Omesse non

all’esterno
all’interno
richieste
Supervisione alla direzione dei lavori X
ATTIVITA’ DI SUPPORTO
Supervisione alla sicurezza X
Funzioni amministrative in fase di esecuzione X
Direzione dei lavori
- direzione dei lavori, visite in cantiere, sorveglianza ecc. X
- assistenza al collaudo X X
- prove di officina e/o laboratorio X
DIREZIONE LAVORI
- misure, contabilità e liquidazioni X
- Accertamento e certificazione regolare esecuzione X
Controllo e aggiornamento elaborati X X
Coordinamento ufficio di direzione lavori X
COORDINAMENTO Responsabilità lavori in fase di esecuzione X
SICUREZZA Coordinamento in fase di esecuzione X X
Fornitura elaborati “as built” (anche su supporto informatico) X
Piano lavoro rimozione amianto X
Autorizzazioni allo scarico d.lgs. n. 152 del 2006 X
Analisi e/o prove di laboratorio X
PRESTAZIONI ACCESSORIE
Prove in sito X
Verifica tecnica degli impianti tecnologici X
Certificato di regolare esecuzione X
Pratiche di accatastamento X

44
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Segnalazione certificata di inizio attività ai fini della sicurezza


X
antincendio
Certificazione energetica X
Verifica e attestazione finale d.P.R. n. 503 del 1996 X
Certificato di agibilità X
(altro)
Collaudo Statico X
Collaudo tecnico impianti elettrici X X
Collaudo tecnico impianti di raccolta percolato e regimazione
X X
acque meteoriche
PRESTAZIONI DI COLLAUDO Collaudo tecnico e prestazionale impianto di compostaggio X X
Collaudo acustico X X
Collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera X X
Collaudo tecnico-amministrativo finale X X
(altro)

45
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

C) ELABORATI GRAFICI
PIANTA PIANO TERRA – STATO DI PROGETTO

48
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

PROSPETTI – STATO DI PROGETTO

NUOVA COSTRUZIONE

NUOVA COSTRUZIONE

49
AZIENDA U.S.L. DI PARMA – DISTRETTO SUD-EST Scheda 7 – CASA DELLA COMUNITÀ DI LANGHIRANO
DOCUMENTO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI

PIANTA PIANO TERRA – LAY-OUT DELLE FUNZIONI

50

Potrebbero piacerti anche