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Il reddito di impresa

(prof.ssa Stefania Gianoncelli)


I soggetti che producono redditi di impresa
• Imprenditori individuali (artt. 55 – 66 TUIR) → IRPEF

• Società commerciali di persone (artt. 55 – 66 TUIR) → Principio trasparenza

• Società di capitali, cooperative, altri 73, c.1, lett. a), TUIR (artt. 82 ss. TUIR)
• Enti commerciali art. 73, c. 1, lett. b), TUIR (art. 82 ss. TUIR)
• Enti non commerciali art. 73, c. 1, lett. c), TUIR (art. 82 ss. TUIR)
→ IRES
Il rinvio ex art. 56 TUIR

Art. 56, c. 1, TUIR


« Il reddito di impresa è determinato secondo le disposizioni della Sezione I del Capo
II del Titolo II *, salvo quanto stabilito nel presente Capo **. Le disposizioni della
predetta Sezione I, e del Capo VI del Titolo II relative alle società e agli enti di cui
all’art. 73, comma 1, lettere a) e b) ***, valgono anche per le società in nome collettivo
e in accomandita semplice».

* Artt. 82 ss. TUIR


** Artt. 56, comma 2 – 66 TUIR
*** Società di capitali, cooperative, enti commerciali
Le imprese minori (art. 66 TUIR)
Per le imprese in contabilità semplificata (v. slide 9) è previsto un regime ad hoc di
determinazione del reddito, in base al quale:
l’ imponibile è dato dalla differenza tra (i) la somma di ricavi, dividendi e interessi
positivi percepiti nel periodo di imposta e (ii) le spese inerenti sostenute nello stesso
anno (imputazione per cassa); tale risultato è aumentato (iii) dei ricavi determinati da
autoconsumo, dei proventi immobiliari, delle plusvalenze imponibili e delle
sopravvenienze attive, e (iv) è diminuito delle minusvalenze e sopravvenienze passive
(imputazione per competenza).
In assenza di bilancio, si considerano deducibili esclusivamente gli accantonamenti per
quiescenza e previdenza (v. slide 37).
Il principio di derivazione (parziale)
Art. 83, c. 1, TUIR
« Il reddito complessivo è determinato apportando all’utile o alla perdita
risultante dal conto economico, relativo all’esercizio chiuso nel periodo di
imposta, le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti
all’applicazione dei criteri stabiliti nelle successive disposizioni della presente
Sezione».
Le variazioni positive e negative: esempi
Un esempio di variazione si ha nel caso di differente durata dell’ammortamento a fini civilistici
e fiscali (v. slide n. 14)
Supponiamo che il costo ammortizzabile del bene sia 100 e che l’ammortamento a fini civilistici
avvenga in 4 esercizi ( - 25 per ogni esercizio) e a fini fiscali in 5 ( - 20 per ogni periodo di
imposta).
Il costo dedotto a fini civilistici sarà 25 per l’esercizio in cui il bene è stato acquistato e per i 3
successivi; ai fini fiscali, invece, sarà 20 per l’esercizio di acquisto e per i 4 successivi.
Nel periodo di imposta di acquisto e nei 3 successivi dovrà apportarsi una variazione in
aumento al risultato civilistico di 5 per ogni p.i.; nel quarto periodo di imposta successivo
all’acquisto si avrà invece una variazione in diminuzione del risultato civilistico pari a 20.
Gli obblighi contabili degli imprenditori
Imprenditori individuali e società commerciali di persone:

CONTABILITÀ ORDINARIA (artt. 14 ss. DPR 600/73), come società di


capitali, cooperative ed enti commerciali.
CONTABILITÀ SEMPLIFICATA (art. 18 DPR 600/73), in caso di ricavi
inferiori - nel periodo di imposta precedente – a 400 mila Euro (in caso di
imprese che prestano servizi) o a 700 mila Euro per le altre

NB: gli imprenditori individuali e le società di persone che possiedono i requisiti per la contabilità semplificata possono
optare per quella ordinaria (opzione ha efficacia un triennio e può poi essere revocata). NON il contrario.
La contabilità ordinaria
• Libro giornale e libro inventari (2214 – 2220 c.c.)
• Registri IVA
• Scritture ausiliarie o conti di mastro (art. 14, c. 1, lett. c), d.p.r. 600/73)
• Scritture ausiliarie di magazzino (art. 14, c. 1, lett. d), d.p.r. 600/73)
• Inventario e bilancio (art. 15, d.p.r. 600/73)
• Registro beni ammortizzabili (art. 16, d.p.r. 600/73)
La contabilità semplificata

- Registri IVA integrati con annotazione delle operazioni irrilevanti ai fini


dell’imposta sul valore aggiunto (perché escluse dal suo ambito di applicazione),
ma rilevanti ai fini reddituali;
- Registro cespiti ammortizzabili (facoltativo)
I beni relativi all’impresa
• Beni merce (art. 85, c. 1, TUIR): beni o servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta
l’attività dell’impresa *
• Beni strumentali per l’esercizio dell’impresa (art. 102 ss. TUIR): beni, materiali o immateriali,
utilizzati ai fini dell’attività commerciale **, diversi dai beni merci
• Beni meramente patrimoniali (categoria residuale): beni, materiali o immateriali, di proprietà
dell’impresa ***, diversi dai beni merce e strumentali

* equiparati: materie prime, semilavorati, strumenti finanziari iscritti nell’attivo circolante (impiego temporaneo di
liquidità).
** v. art. 43 TUIR su beni immobili relativi all’impresa e strumentali per natura
***se imprenditore individuale devono essere iscritti nell’inventario (art. 65 TUIR)
I beni merce: componenti di reddito
I beni merce ed i beni agli stessi equiparati generano
• Ricavi (componenti +: artt. 85 e 57 TUIR) in caso di:
• Cessione a titolo oneroso (il corrispettivo costituisce ricavo)
• Perdita o danneggiamento (l’indennità risarcitoria, anche assicurativa, è ricavo)
• Autoconsumo (il valore normale - ex art. 9 TUIR – è ricavo)
• Destinazione a finalità estranee all’esercizio dell’impresa (il valore normale è ricavo)

N.B.: costituisce ricavo altresì qualsiasi contributo in denaro o in natura (valore normale) spettante in base a
contratto. Costituiscono ricavi i contributi pubblici in conto esercizio, funzionali ad integrare i corrispettivi
applicati dall’impresa (ad esempio in regime di prezzi imposti).
I beni merce: componenti di reddito
I beni merce, le materie prime ed i semilavorati generano
• Variazioni delle rimanenze (componenti + o - : art. 92 TUIR) date da:
RIMANENZE FINALI – ESISTENZE INIZIALI
Rimanenze finali: beni merce, materie prime e semilavorati invenduti al termine del periodo di imposta
Esistenze iniziali: beni merce, materie prime e semilavorati invenduti all’inizio del periodo di imposta

N.B.: esigenza di correlare il costo al ricavo. Il costo viene portato in deduzione nel periodo di imposta in cui
il bene che lo ha generato genera il ricavo; per questo motivo il costo viene fatto transitare da un periodo di
imposta all’altro attraverso la contabilizzazione di rimanenze finali (di segno positivo) ed esistenze iniziali (di
segno negativo). Le rimanenze finali del periodo di imposta X sono le esistenze iniziali del periodo di imposta
X + 1. V. esempio slide successiva.
Rimanenze finali ed esistenze iniziali
esempio
Impresa vende scarpe. I beni merce sono quindi scarpe che acquista all’ingrosso e rivende al
dettaglio.
Nel periodo di imposta X, in cui inizia l’attività, acquista 50 paia di scarpe al prezzo di 120 Euro
l’uno: sostiene costi per un totale di 6000 Euro.
Vende 30 paia delle scarpe acquistate al prezzo di 150 Euro. Realizza ricavi per 4.500 Euro e
rimanenze finali per Euro 2.400 (20 invendute x 120 Euro).
Componenti positivi totali 6.900 Euro; componenti negativi 6.000 Euro.
Nel periodo di imposta X+1, supponendo per semplicità che non effettui altri acquisti, registra
esistenze iniziali per 2.400 Euro; vende le restanti 20 paia a 140 Euro l’uno, realizzando ricavi per
2.800 Euro.
Componenti positivi 2.800 Euro; componenti negativi 2.400 Euro.
I beni strumentali: componenti di reddito
I beni strumentali generano
• Quote di ammortamento (componenti - : artt. 102 ss. TUIR): i beni strumentali sono soggetti
ad ammortamento. Ciò significa che il loro costo (dato da prezzo di acquisto + oneri accessori) è
dedotto attraverso un frazionamento su più periodi di imposta. La durata dell’ammortamento è
stabilita inderogabilmente dalla legge tributaria.
• Plusvalenze (componenti + : artt. 86 ss. e 58 ss. TUIR): qualora: (a) siano ceduti ad un prezzo
superiore rispetto al VFR; (b) siano persi o danneggiati e l’impresa sia risarcita, se il risarcimento
è superiore al VFR; (c) siano autoconsumati o destinati a finalità estranee all’esercizio
dell’impresa, se il loro valore normale è superiore al VFR*.
* VFR = Valore Fiscalmente Riconosciuto, i.e. il costo non ancora ammortizzato.
I beni strumentali: componenti di reddito

I beni strumentali generano


• Minusvalenze (componenti - : art. 101 TUIR): qualora: (a) siano ceduti ad un
prezzo inferiore rispetto al VFR; (b) siano persi o danneggiati e l’impresa sia
risarcita, se il risarcimento è inferiore al VFR*.
* VFR = Valore Fiscalmente Riconosciuto, i.e. il costo non ancora ammortizzato.
I beni meramente patrimoniali:
componenti di reddito
I beni meramente patrimoniali generano:
• Plusvalenze (componenti + : artt. 86 ss. e 58 ss. TUIR): qualora: (a) siano ceduti ad un
prezzo superiore rispetto al VFR; (b) siano persi o danneggiati e l’impresa sia risarcita, se il
risarcimento è superiore al VFR; (c) siano autoconsumati o destinati a finalità estranee
all’esercizio dell’impresa, se il loro valore normale è superiore al VFR*.
N.B. se si tratta di partecipazioni, potrebbe applicarsi il regime di PEX (participation exemption):
v. slide successiva.

* VFR = Valore Fiscalmente Riconosciuto, i.e. il prezzo di acquisto aumentato di eventuali oneri.
Participation EXemption (PEX)
Art. 87, c. 1, TUIR:
«Non concorrono alla formazione del reddito imponibile in quanto esenti nella misura del 95
per cento le plusvalenze realizzate e determinate ai sensi dell’art. 86, c. 1, 2 e 3, relativamente
ad azioni o quote di partecipazioni in società ed enti indicati nell’art. 5, escluse le società
semplici e gli enti alle stesse equiparate*, e nell’art. 73*, comprese quelle non rappresentate da
titoli, con i seguenti requisiti:»
Art. 58, c. 2, TUIR:
Le plusvalenze di cui all’art. 87, in caso di imprenditori individuali e società commerciali di
persone, non concorrono in quanto esenti nella misura del 41,86 per cento.
* Società di persone commerciali
** Società di capitali ed altri enti IRES
Participation EXemption: i requisiti
Quattro requisiti per l’applicabilità del regime di esenzione, due dei quali afferenti
all’ente che detiene la partecipazione, due concernenti invece l’ente partecipato:
1) Holding period: le azioni o la partecipazione devono essere ininterrottamente
detenute da 12 mesi. Si considerano cedute per prime le azioni o partecipazioni
acquistate per ultime (LIFO: last in first out)
2) Classificazione delle azioni o della partecipazione tra le immobilizzazioni
finanziarie, nel primo bilancio chiuso dopo l’acquisto. È irrilevante qualsiasi
successiva modificazione (i.e.: trasferimento nell’attivo circolante).
Participation EXemption: i requisiti
3) La partecipata deve avere la propria residenza fiscale, o comunque essere
localizzata, in uno Stato o in un territorio diversi da quelli a fiscalità privilegiata
individuati ai sensi dell’art. 47-bis TUIR * .
4) La partecipata deve esercitare un’impresa commerciale, secondo la definizione di
cui all’art. 55 TUIR **.
* Stato o territorio extra UE, non aderente allo Spazio Economico Europeo, che non garantisca, su base
convenzionale, un effettivo scambio di informazioni, e nel quale la tassazione sia inferiore al 50 per cento
di quella – effettiva o nominale - applicabile in Italia, anche in considerazione di regimi speciali
** Presunzione assoluta di insussistenza del requisito se il patrimonio sociale è prevalentemente costituito
da immobili meramente patrimoniali (né beni merce, né beni strumentali).
Participation EXemption: ratio
La PEX è funzionale ad evitare la doppia imposizione economica del plusvalore latente
in un’impresa commerciale, che può verificarsi tassando – anche - la plusvalenza
realizzata da un ente attraverso la cessione della partecipazione detenuta nell’ente che
conduce tale impresa commerciale.
La cessione dell’impresa commerciale determina infatti, in capo al cedente, l’emersione
di una plusvalenza imponibile (data dalla differenza tra il prezzo percepito e il costo
fiscalmente riconosciuto dell’azienda); la tassazione della plusvalenza derivante dalla
cessione della partecipazione detenuta nell’ente che a sua volta detiene l’impresa,
comporterebbe la duplicazione dell’imposizione sul medesimo plusvalore.
I beni meramente patrimoniali:
componenti di reddito
I beni meramente patrimoniali generano:

• Minusvalenze (componenti - : artt. 101 ss. TUIR): qualora: (a) siano ceduti ad un prezzo
inferiore rispetto al VFR; (b) siano persi o danneggiati e l’impresa sia risarcita, se il
risarcimento è inferiore al VFR *.

N.B. se si tratta di partecipazioni cui è applicabile il regime di PEX, le minusvalenze sono indeducibili. Se le
partecipazioni sono cedute da imprenditori individuali o società di persone, l’indeducibilità si applica negli stessi
limiti dell’esenzione (41,86 per cento).

* VFR = Valore Fiscalmente Riconosciuto, i.e. il prezzo di acquisto aumentato di eventuali oneri.
I beni meramente patrimoniali:
componenti di reddito
I beni meramente patrimoniali possono generare:

• Dividendi (componenti + : artt. 89 e 59 TUIR): esclusi * da tassazione nella misura del 95


per cento se l’imprenditore è soggetto IRES; nella misura del 41,86 per cento in caso di
imprenditori individuali e società commerciali di persone.

• Interessi (componenti +: artt. 59, c. 4 ss., TUIR): si applica, in quanto compatibile,


disciplina redditi di capitale (44 ss. TUIR).

* L’esclusione, a differenza dell’esenzione, non limita la possibilità di eventuali componenti negativi correlati: saranno
quindi deducibili gli eventuali oneri sopportati in relazione alla percezione dei dividendi (v. art. 109, c. 5, TUIR).
I beni meramente patrimoniali:
componenti di reddito
I beni meramente patrimoniali possono generare:
• Proventi immobiliari (componenti + : art. 90 TUIR): si applica, in quanto
compatibile, disciplina dei redditi fondiari (25 ss. TUIR) se l’immobile è in
Italia, o quella dei redditi diversi (art.70, c. 2, TUIR) se l’immobile è all’estero.

Tuttavia, nella determinazione del reddito del fabbricato, qualora sia concesso in locazione,
hanno rilievo solo le spese effettivamente sostenute, purché nei limiti del 15% del canone
stesso.
Il principio di competenza economica
Art. 109, c. 1, TUIR:
Dal punto di vista dell’imputazione temporale, in via generale e salvo eccezioni
previste per le singole componenti di reddito, il criterio previsto è quello della
competenza: ha quindi rilievo il momento di maturazione, e non quello di
incasso o esborso. Unicamente se in un certo periodo di imposta il componente
di reddito non sia certo nell’an o nel quantum, occorre rinviarne l’imputazione al
periodo di imposta successivo, in cui tali requisiti si concretano.
In ogni caso, si applica il principio di correlazione dei costi ai ricavi (v. slide 12).
Competenza economica: applicazione
Indipendentemente dal movimento finanziario, il corrispettivo della cessione si
considera conseguito (e dunque matura il componente positivo) e la spesa si considera
sostenuta (e dunque matura il componente negativo):
- in caso di cessione di beni mobili, alla data della consegna o della spedizione;
- in caso di cessione di immobili o aziende, alla data di stipula dell’atto pubblico;
- in caso di prestazione di servizi, alla data di ultimazione della stessa;
- in caso di prestazioni di servizi dipendenti da contratti da cui derivano corrispettivi
periodici (locazione, mutuo ecc.), alla data di maturazione dei corrispettivi.
Competenza economica: qualche eccezione
Non ha rilievo il momento di maturazione, ma esclusivamente l’incasso (o
l’uscita) per i seguenti componenti:
- sopravvenienze improprie (art. 88, comma 3, TUIR);
- oneri fiscali e contributivi (art. 99 TUIR);
- oneri di utilità sociale (art. 100 TUIR);
- compensi agli amministratori (art. 95, comma 5, TUIR).
Correttivi alla competenza economica: le
sopravvenienze proprie
L’applicazione del principio ai principali componenti, positivi e negativi, del
reddito di impresa, comporta la necessità di un correttivo, allorché, quando si
verifichi il movimento finanziario (incasso o esborso, a seconda dei casi), esso
sia manifesti in maniera differente rispetto a quanto registrato in applicazione
del principio di competenza economica.
Es.: l’impresa dichiara un ricavo di 10.000 Euro, pari al prezzo pattuito, al
momento in cui spedisce la merce al proprio cliente, nel 2018. Nel 2019,
tuttavia, il cliente chiede ed ottiene uno sconto, in considerazione di alcuni vizi,
e l’incasso effettivo è 8.000 Euro.
Correttivi alla competenza economica: le
sopravvenienze proprie (segue)
Es.: l’impresa dichiara un costo di 10.000 Euro, pari al corrispettivo pattuito, al
momento in cui il suo fornitore completa un servizio richiesto presso la propria
sede, nel 2016. L’impresa tuttavia tarda nel pagamento, che il fornitore
dimentica di sollecitare, il relativo diritto si prescrive nel 2019, ed il pagamento
non avverrà mai.
In entrambi i casi abbiamo una discrasia tra componente maturato e
movimento finanziario. Non si può tuttavia parlare di errore da correggere, in
quanto nel 2018 l’annotazione del ricavo, e nel 2016 la deduzione del costo,
erano corrette.
Correttivi alla competenza economica: le
sopravvenienze proprie (segue)
L’annotazione del ricavo nel 2018 e quella del costo nel 2016 non devono essere
modificate. Tuttavia, nel periodo di imposta in cui si verificano il minore incasso ed il
venir meno del debito (2019), l’impresa contabilizzerà (art. 88, c. 1, TUIR):
- una sopravvenienza passiva di Euro 2.000, pari alla differenza tra il ricavo
(correttamente) contabilizzato nel periodo di maturazione e quello effettivamente
incassato;
- una sopravvenienza attiva propria di Euro 10.000, pari al costo definitivamente
non pagato in considerazione della prescrizione.
Sopravvenienze proprie vs
sopravvenienze improprie
Le sopravvenienze proprie, attive e passive, non devono essere confuse con le
sopravvenienze improprie, solo attive (art. 88, c. 3, TUIR).
Queste ultime sono componenti positive che non modificano in alcun modo
componenti di reddito relativi a periodi di imposta precedenti, ma derivano da un
evento estraneo alla gestione normale, o ordinaria, dell’impresa; sono, in qualche
modo, componenti extra – ordinarie.

Es: contributi pubblici in conto capitale, liberalità, indennità risarcitorie diverse da quelle che
generano ricavi o plusvalenze, ecc.
NO: versamenti in conto capitale o a fondo perduto dei soci, o la rinuncia ai crediti degli stessi.
Gli altri componenti negativi

Non esistono sopravvenienze passive in senso improprio o in senso lato.


Attraverso la categoria delle sopravvenienze attive in senso improprio o in
senso lato, ogni incremento patrimoniale conseguito dall’impresa viene
assoggettato a tassazione
Al contrario, non ogni costo o onere che l’impresa sostiene può essere
portato in deduzione; concorrono al suo imponibile unicamente quelli
che rispettino i criteri ed i limiti imposti dal legislatore tributario.
Il principio di previa imputazione
a conto economico
Art. 109, c. 4, TUIR:
I componenti negativi possono essere dedotti solo se siano stati annotati nel conto
economico dell’esercizio di competenza. Due eccezioni:
1) Componenti negativi imputati a conto economico in esercizi precedenti, e non
ancora dedotti ai fini fiscali;
2) Costi neri *, risultanti da elementi certi e precisi, afferenti a ricavi neri*.

* Per neri si intende sostenuti (per i costi) o conseguiti (per i ricavi), ma non contabilizzati e,
conseguentemente, non dichiarati.
Il principio di inerenza
Il principio non è sancito come tale da una disposizione di legge, ma ha rilievo centrale
nella determinazione dell’imponibile dell’impresa.
L’inerenza è un nesso funzionale, che lega il costo alla vita dell’impresa.
Sono deducibili i componenti negativi che afferiscono all’attività dell’impresa; quelli
sostenuti per il perseguimento dei fini dell’impresa; non le spese che rappresentano un
impiego del suo reddito.
L’inerenza ha un profilo qualitativo (i.e. deve essere valutata in ragione del tipo di spesa)
e uno quantitativo (i.e. comporta un giudizio anche in ordine al quantum della spesa, e,
dunque, alla sua congruità).
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione
• Spese per prestazioni di lavoro (artt. 95 e 60 TUIR): sempre deducibili,
anche in natura o a titolo di liberalità; simmetria con il principio di
onnicomprensività nella tassazione del reddito di lavoro dipendente.
Limitazioni quantitative giornaliere per spese di trasferta art. 95, comma 3,
TUIR per evitare abusi (rimborsi trasferte non sono imponibili in capo al
lavoratore dipendente).
N.B.: in caso di imprenditori persone fisiche, non sono deducibili i compensi per il lavoro
prestato o per l’opera svolta da imprenditore, coniuge, figli minori, ascendenti e collaboratori
dell’impresa familiare.
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione (segue)
• Interessi passivi (artt. 96 e 61 TUIR): deducibili a prescindere dalla correlazione a
specifici ricavi o proventi esclusi. Limitazioni di ordine quantitativo:
a) In caso di imprenditori soggetti IRES, pienamente deducibili sino a concorrenza degli
interessi attivi e proventi finanziari assimilati, relativi al periodo di competenza o
riportati da anni precedenti; l’eccedenza deducibile nel limite del 30% del ROL *;
b) In caso di imprenditori individuali e società commerciali di persone, deducibili in ragione
del rapporto: (componenti + imponibili ed esclusi): (componenti +).

* Risultato Operativo Lordo della gestione caratteristica, dato dalla differenza tra valore e costi della produzione.
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione (segue)
• Oneri fiscali e contributivi (art. 99 TUIR): deducibili a prescindere dalla specifica
correlazione a ricavi o proventi esclusi. Imputazione per cassa. Escluse le imposte reddituali e
quelle per le quali si applica la rivalsa (fra le quali l’IVA).
• Oneri di utilità sociale: tradizionalmente inquadrati come eccezione al principio di
inerenza. Considerati come erogazioni del reddito di impresa a favore di soggetti e finalità
meritorie. Deducibili nei limiti quantitativi e qualitativi definiti dall’art. 100 TUIR.
• Perdite (art. 101, c. 5, TUIR): relative a beni strumentali e patrimoniali - corrispondenti al
valore fiscalmente riconosciuto – e su crediti. Deducibili se risultano da elementi certi e
precisi. P. su crediti: sempre deducibili se il debitore è assoggetto a procedure concorsuali o
conclude accordi di ristrutturazione.
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione (segue)

Accantonamenti → principio di tipicità: deducibili solo quelli menzionati dal TUIR, a


prescindere dagli accantonamenti in bilancio.
Diversa ratio norme civilistiche e fiscali.
A fini civilistici, l’accantonamento per futuri oneri e passività, anche solo potenziali,
è caldeggiato.
A fini fiscali, la deduzione di quell’accantonamento può violare la regola per cui il
costo deve essere certo ed oggettivamente determinato o determinabile nel quantum.
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione (segue)
Accantonamenti → individuazione tassativa da parte del legislatore tributario.
A. quiescenza e previdenza (art. 105 TUIR): deducibili nei limiti delle quote maturate
nell’esercizio in conformità della normativa civilistica e delle pattuizioni contrattuali.
A. Rischi su crediti ( art. 106 TUIR): deducibili annualmente nei limiti dello 0,5% del
valore di acquisto o nominale del credito e sino a concorrenza del 5% del valore dei
crediti iscritti a bilancio. In caso di perdita del credito interessato, la deduzione è limitata
in ragione dell’accantonamento dedotto.
Altri A. (art. 107 TUIR): ipotesi specifiche (es. oneri derivanti da operazioni e concorsi
a premio).
Altri componenti negativi deducibili:
individuazione (segue)
Spese relative a più esercizi (art. 108 TUIR)
→ spese di pubblicità e propaganda
→ spese di ricerca e sviluppo
deducibili nel limite della quota imputabile a ciascun esercizio (sostanzialmente rimando alla
deduzione effettuata a fini civilistici)
→ spese di rappresentanza
deducibili nel rispetto dei limiti di inerenza individuati con decreto ministeriale e, comunque, nel
rispetto dei limiti quantitativi indicati dall’art. 108, c. 2, parametrati ai ricavi dell’impresa.

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