Legge elettorale italiana del 2015

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Legge elettorale italiana del 2015
Titolo estesoLegge 6 maggio 2015, n. 52 "Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati."
StatoPubblicata in Gazzetta Ufficiale, applicabile a partire dal 1° luglio 2016[1]
Tipo leggeLegge ordinaria
LegislaturaXVII
ProponenteTesto unificato di legge di iniziativa popolare e proposte di legge Cirielli e altri
SchieramentoPD, AP, SC, PSI, PPI, PLI, MAIE
Promulgazione6 maggio 2015
A firma diSergio Mattarella
Testo
LEGGE 6 maggio 2015, n. 52

La Legge elettorale italiana del 2015, denominata ufficialmente Legge 6 maggio 2015, n. 52[2] e comunemente nota come Italicum dal soprannome che le diede nel 2014 l'allora segretario del Partito Democratico e futuro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, suo principale promotore (fino a fine gennaio 2015 con l'appoggio anche di Forza Italia di Silvio Berlusconi, col quale aveva stretto il Patto del Nazareno), prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e 100 collegi plurinominali con capilista "bloccati". Essa disciplina l'elezione della sola Camera dei Deputati a decorrere dal 1° luglio 2016 e sostituisce la precedente legge elettorale del 2005, modificata dalla Corte Costituzionale con un giudizio di illegittimità costituzionale nel dicembre 2013[3].

Storia

Il 4 dicembre 2013[4], con sentenza pubblicata nel gennaio 2014[5], la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionali il premio di maggioranza e le lunghe liste bloccate senza preferenze della Legge Calderoli (il cosiddetto Porcellum) che aveva regolato le elezioni politiche del 2006, del 2008 e del 2013, trasformandola in un proporzionale puro con un voto di preferenza (soprannominato Consultellum)[6][7]. Una nuova legge elettorale, da tempo in discussione in parlamento, avrebbe quindi dovuto tenere conto dei principi costituzionali indicati dalla Consulta.

Il 10 dicembre 2013, in seguito al pressing del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, la Commissione Affari Costituzionali della Camera iniziò ad esaminare una proposta di legge popolare che riformasse le legge elettorale e ne fece un testo unificato con ben trenta altre proposte di legge di iniziativa parlamentare; visto però il fallimento del progetto di riforma del Governo Letta, nel febbraio 2014 il Presidente del Consiglio rassegnò le dimissioni a favore proprio di Renzi, insediatosi a capo dell'Esecutivo il 22 febbraio[8]. L'ex sindaco di Firenze diede subito nuovo impulso al DDL presentando numerosi emendamenti al testo unificato che lo modificarono profondamente, dando vita al primo Italicum. Inizialmente esso conteneva anche le norme relative all'elezione del Senato, ma durante i lavori d'aula venne stralciata la parte riguardante la Camera alta, rendendo così la legge valida solo per la Camera dei Deputati, nell'ottica della riforma costituzionale allo studio in Parlamento che avrebbe dovuto rendere l'assemblea di Palazzo Madama non più direttamente elettiva. L'Italicum venne approvato dalla Camera in prima lettura il 12 marzo[9].

Dopo diversi mesi di latenza, l'esame della riforma elettorale riprese nel gennaio 2015 al Senato, dove subì importanti modifiche frutto di trattative tra il Presidente del Consiglio da una parte e le altre forze politiche e la minoranza interna al PD dall'altra. La nuova versione dell'Italicum, tanto rivoluzionata rispetto alla prima da essere ribattezzata "Italicum 2.0", fu approvata dal Senato il 27 gennaio con il sostegno dei voti di Forza Italia, mentre i senatori della minoranza PD rifiutarono di votare il provvedimento, uscendo dall'aula[10].

Nel febbraio 2015, in seguito all'elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica e la conseguente fine del Patto del Nazareno, Forza Italia cambiò radicalmente la sua opinione sull'Italicum, definendolo una legge autoritaria e incostituzionale e annunciando il suo voto contrario nella terza lettura della stessa.

La seconda versione della riforma elettorale venne rapidamente trasmessa a Montecitorio, approdando nella Commissione Affari Costituzionali della Camera l'8 aprile 2015 e giungendo in Aula il 27 aprile[11]. Il 28 aprile, tra le proteste delle opposizioni, il governo decise di porre la questione di fiducia sui tre articoli del testo in discussione (il quarto non aveva subito modifiche e quindi non sarebbe stato votato) con l'intenzione di evitare modifiche a parti degli articoli stessi e quindi una quarta lettura al Senato, dove i numeri della maggioranza non erano così ampi come a Montecitorio[12]. Dopo aver superato tutti e tre i voti di fiducia, la riforma elettorale venne approvata in via definitiva pochi giorni dopo, il 4 maggio; al momento del voto finale i partiti di opposizione uscirono dall'aula in segno di protesta nei confronti del provvedimento da loro fortemente contestato e la minoranza del Partito Democratico votò contro in polemica col segretario/premier Renzi[13].

Due giorni più tardi, il 6 maggio, il testo dell'Italicum arrivò al Quirinale, dove il Presidente della Repubblica Mattarella vi appose la sua firma, di fatto promulgando la nuova legge elettorale[14][15]. L'8 maggio il provvedimento compì il suo ultimo passaggio, venendo pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventando a tutti gli effetti legge dello Stato[16].

Caratteristiche principali e funzionamento

Nel testo dell'Italicum approvato in prima lettura dalla Camera vi era un sistema proporzionale corretto con brevi liste bloccate senza possibilità di esprimere preferenze, soglie di sbarramento nazionali al 12% per le coalizioni, al 4,5% per i partiti coalizzati e all'8% per i partiti non coalizzati, premio di maggioranza del 55% dei seggi alla coalizione che al primo turno avesse raggiunto almeno il 37% dei voti su base nazionale e ballottaggio nel caso di mancato raggiungimento di tale soglia.

Schema di scheda elettorale per il primo turno.

La versione finale licenziata dal Senato e poi in terza lettura a Montecitorio invece prevede[17]:

  • premio di maggioranza di 340 seggi (54%) alla lista (non più alla coalizione) in grado di raggiungere il 40% dei voti (non più il 37) al primo turno;
  • ballottaggio tra le due liste più votate se nessuna dovesse raggiungere la soglia del 40%, senza possibilità di apparentamento tra liste;
  • soglia di sbarramento unica al 3% (anzi che all'8) su base nazionale per tutti i partiti, non essendo più previste le coalizioni;
  • suddivisione del territorio nazionale in 100 collegi plurinominali e designazione di un capolista "bloccato" in ogni collegio da parte di ciascun partito, con possibilità per i capilista di candidarsi in massimo 10 collegi;
  • possibilità per gli elettori di esprimere sulla scheda elettorale due preferenze "di genere" (obbligatoriamente l'una di sesso diverso dall'altra, pena la nullità della seconda preferenza) da scegliere tra le liste di candidati presentate;
  • garanzia dell'alternanza di genere grazie all'obbligo di designare capilista dello stesso sesso per non più del 60% dei collegi nella stessa circoscrizione (regione) e di compilare le liste seguendo l'alternanza uomo-donna.

Il riparto finale dei voti nell'Italicum avviene, come detto, con metodo proporzionale, precisamente secondo il Metodo Hare-Niemeyer dei quozienti interi e dei più alti resti, seppur corretto: i seggi vengono assegnati proiettando le percentuali ottenute dai partiti a livello nazionale sui 100 collegi (i seggi assegnati da ognuno di essi variano da un minimo di 3 a un massimo di 9); alla lista che raggiunge almeno il 40% dei voti al primo turno o che vince al ballottaggio vengono automaticamente assegnati i 340 seggi derivanti dal premio di maggioranza, mentre i 277 seggi restanti (si escludono infatti quello della Valle d'Aosta e i 12 della circoscrizione Estero) vengono divisi fra le altre liste che superano lo sbarramento seguendo il metodo proporzionale[18].

Come nella legislazione precedente, Trentino Alto-Adige e Valle d'Aosta costituiscono un'eccezione al metodo proporzionale, in quanto l'assegnazione dei loro seggi avviene tramite nove collegi uninominali.

Inoltre, data la forte connessione con la legge di revisione costituzionale e di superamento del bicameralismo perfetto, nel testo dell'Italicum è inserita anche una clausola di salvaguardia che posticipa l'applicazione delle sue disposizioni a decorrere dal 1° luglio 2016, data per la quale il governo prevede che la riforma della Costituzione abbia terminato il suo iter e il Senato non sia più direttamente elettivo. Fino al 1° luglio 2016 continueranno ad applicarsi all'elezione di Camera e Senato le disposizioni del Consultellum; dal 1° luglio 2016, qualora il Senato continui ad essere direttamente elettivo, si applicheranno le disposizioni dell'Italicum per l'elezione della Camera e le disposizioni del Consultellum per l'elezione del Senato[19].

Note

  1. ^ Italicum approvato alla Camera: la nuova legge elettorale in 12 punti, http://http://www.altalex.com, 4 maggio 2015. URL consultato l'8 maggio 2015.
  2. ^ LEGGE 6 maggio 2015, n. 52, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 8 maggio 2015. URL consultato l'8 maggio 2015.
  3. ^ Riforma elettorale, in Camera dei Deputati, 27 aprile 2015.
  4. ^ Incostituzionalità della Legge elettorale n. 270/2005 (PDF), su ilsole24ore.com, Ufficio Stampa ― Corte Costituzionale, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 maggio 2015.
  5. ^ Sentenza n° 1/2014, su cortecostituzionale.it, Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, 13 gennaio 2014. URL consultato il 5 maggio 2015.
  6. ^ Legge elettorale, ecco perché la Consulta ha bocciato il Porcellum, in Il Sole 24 Ore, 13 gennaio 2014.
  7. ^ Con il Consultellum al Pd solo 270 seggi, in Centro Italiano Studi Elettorali, 29 maggio 2014.
  8. ^ Renzi giura da premier. Gelido passaggio di consegne con Letta. In Cdm: "Ricreazione finita", http://qn.quotidiano.net, 22 febbraio 2014. URL consultato il 4 maggio 2015.
  9. ^ LAVORI PREPARATORI DEI PROGETTI DI LEGGE, su camera.it, Camera dei Deputati. URL consultato il 4 maggio 2015.
  10. ^ Legge elettorale: sì Senato a Italicum, torna alla Camera. Renzi: "Riforme vanno avanti", http://www.ansa.it, 27 gennaio 2015. URL consultato il 6 maggio 2015.
  11. ^ LAVORI PREPARATORI DEI PROGETTI DI LEGGE, su camera.it, Camera dei Deputati. URL consultato il 4 maggio 2015.
  12. ^ ITALICUM, IL GOVERNO PONE LA FIDUCIA, IL PD SI SPACCA. LE OPPOSIZIONI INSORGONO, BAGARRE IN AULA, http://www.rainews.it, 28 aprile 2015. URL consultato il 4 maggio 2015.
  13. ^ Italicum è legge, via libera della Camera alla nuova legge elettorale. Renzi supera prova, http://www.ansa.it, 4 maggio 2015. URL consultato il 4 maggio 2015.
  14. ^ Italicum: Mattarella firma la legge elettorale, http://www.ansa.it, 6 maggio 2015. URL consultato il 6 maggio 2015.
  15. ^ Mattarella ha firmato l'Italicum. Giudizi positivi da Fitch e Moody's, http://www.repubblica.it/, 7 maggio 2015. URL consultato il 7 maggio 2015.
  16. ^ Serie Generale n. 105 del 8-5-2015, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 8 maggio 2015. URL consultato l'8 maggio 2015.
  17. ^ # Italicum. Il Senato approva la nuova legge elettorale, su passodopopasso.italia.it, http://passodopopasso.italia.it. URL consultato il 4 maggio 2015.
  18. ^ Ecco il nuvo Italicum, su ilsecoloxix.it, http://www.ilsecoloxix.it/, 27 gennaio 2015. URL consultato il 4 maggio 2015.
  19. ^ Una nuova legge elettorale. Anzi no, in Articolo 21, 5 maggio 2015.