Visualizza wikitesto di Monossido di silicio

{{S|composti chimici}}
{{Composto chimico
| nome = Monossido di silicio
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| immagine1_descrizione = Struttura di Lewis del monossido di silicio
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| immagine3_descrizione = Struttura 3D a sfere-stecche del monossido di silicio
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| nome_IUPAC = Monossido di silicio<ref name=iupac2005>{{Cita libro|titolo=  Nomenclature of Inorganic Chemistry : IUPAC Recommendations 2005 (Red Book) |anno=  2005 |url=  https://archive.org/details/nomenclatureofin0000unse_s5m7 |editore= The Royal Society of Chemistry |data= 2005 |città= Cambridge |p= [https://archive.org/details/nomenclatureofin0000unse_s5m7/page/315 315]| isbn = 978-0-85404-438-2}}</ref>

| abbreviazioni = 
| nomi_alternativi = Ossido di silicio

|titolo_caratteristiche_generali = ---
|note_CAS = [https://chemapps.stolaf.edu/jmol/jmol.php?model=10097-28-6 Immagine_3D]
|massa_molecolare = 44,09 g/mol
|aspetto = solido marrone
|titolo_proprietà_chimico-fisiche = ---
|densità_condensato = 2,13  (20&nbsp;°C)
|solubilità_acqua = (20&nbsp;°C) insolubile
|temperatura_di_fusione = 1.702&nbsp;°C (>1.975 K) 
|temperatura_di_ebollizione = 1.880&nbsp;°C (2.153 K) 
|titolo_indicazioni_sicurezza = ---
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|frasiR= -- 
|frasiS= -- 
|frasiH= ---
|consigliP= ---<ref>Sigma Aldrich; rev. del 30.01.2011</ref>
}}

Il '''monossido di silicio''' è un ossido del [[silicio]]. A temperatura ambiente si presenta come un solido marrone inodore.

È usato sotto alto vuoto per colorare materie plastiche o di vetro.

== Formazione di SiO ==
Il primo articolo accurato sulla formazione di SiO risale al 1887<ref name="Vol VI 1947 p. 235">J. W. Mellor "A Comprehensive Treatise on Inorganic and Theoretical Chemistry" Vol VI, Longmans, Green and Co. (1947) p. 235.</ref> redatto dal chimico [[Charles F. Maybery]] (1850–1927) al [[Case School of Engineering]] in [[Cleveland]]. Maybery pubblicò la formazione di SiO come una sostanza giallo-verde amorfa con lucentezza vitrea quando la silice veniva ridotta con carbone in assenza di metalli in un forno.<ref>C. F. Maybery ''[[Journal of the American Chemical Society|J. Am. Chem. Soc.]]'' 9, 11, (1887).</ref>La sostanza è stata sempre notata all'interfaccia tra il carbone e le particelle di silice. Studiando alcune sue proprietà chimiche, come la gravità specifica, e l'analisi della combustione, Maybery dedusse che doveva essere SiO. L'equazione chimica della riduzione parziale di SiO<sub>2</sub> con C è la seguente:

:{{chem|SiO|2| + C}} ⇌ {{chem|SiO + CO}}

La riduzione completa di SiO<sub>2</sub> con il doppio della quantità di carbonio produce silicio elementare e il doppio della quantità di monossido di carbonio.

:{{chem|SiO|2| + 2C}} ⇌ {{chem|Si| + 2CO}}

Nel 1890, il chimico tedesco [[Clemens Winkler]] (lo scopritore del [[germanio]]) fu il primo a provare a sintetizzare SiO riscaldando [[Silice|diossido di silicio]] con silicio in un forno a combustione.<ref>C. Winkler ''Ber''. 23, (1890) p. 2652.</ref>

:{{chem|SiO|2| + Si}} ⇌ {{chem|2 SiO}}

Ebbene, Winkler non era in grado di produrre il monossido poiché la temperatura della miscela era solo intorno 1000&nbsp;°C. L'esperimento fu ripetuto nel 1905 da [[Henry Noel Potter]] (1869–1942), un ingegnere della [[Westinghouse Electric|Westinghouse]]. Usando una fornace elettrica, Potter riuscì ad ottenere una temperatura di 1700&nbsp;°C e osservò la formazione di SiO.<ref name="Vol VI 1947 p. 235"/>Potter ha anche studiato le proprietà e le applicazioni della forma solida di SiO.<ref>U.S. Patent 182, 082, 26 luglio 1905.</ref><ref>E. F. Roeber H. C. Parmelee (Eds.) [https://books.google.com/books?id=4pPmAAAAMAAJ&pg=PA443&lpg=PA443&dq=silicon+monoxide+dissociates+in+molten+silicon&source=bl&ots=pCjdTkrZUW&sig=2nhu_KDjGEnDRQ9b2UlLWzcryjM&hl=en&ei=DedgTv-xGZHViALOmunHDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CCsQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false Electrochemical and Metallurgical Industry, Vol. 5] (1907) p. 442.</ref>

Dovuto alla volatilità dell'SiO, la silice può essere rimossa dalle rocce o dai minerali col metodo di riscaldarli con silicio per produrre SiO gassoso.<ref name="Wiberg&Holleman">Holleman, Arnold Frederik; Wiberg, Egon (2001), Wiberg, Nils, ed., "Inorganic Chemistry", tradotto da Eagleson, Mary; Brewer, William, San Diego/Berlino: Academic Press/De Gruyter, {{ISBN|0-12-352651-5}}</ref>Tuttavia, a causa delle difficoltà associate alla misurazione accurata della sua pressione di vapore e alla dipendenza dalle specifiche del progetto sperimentale, sono stati riportati vari valori nella letteratura per la tensione di vapore di SiO(g). Per il p<sub>SiO</sub> sopra silicio fuso in un crogiolo di quarzo (SiO<sub>2</sub>) al punto di fusione del silicio, uno studio ha fornito un valore di 0.002 atm.<ref>W. C. O'Mara, R. B. Herring, L. P. Hunt, "Handbook of Semiconductor Silicon Technology". Noyes Publications (1990), p. 148</ref> Per la vaporizzazione diretta di SiO
solido puro, amorfo, è stata utilizzata una pressione di 0.001 atm.<ref>J. A. Nuth III, F. T. Ferguson, ''The Astrophysical Journal'', 649, 1178-1183 (2006)</ref>Per un sistema di rivestimento, al confine di fase tra SiO<sub>2</sub> e un siliciuro, si è notata una pressione di 0,01 atm.<ref>"High-Temperature Oxidation-Resistant Coatings". National Academy of Sciences/National Academy of Engineering (1970), p. 40</ref> La silice stessa, o refrattari contenenti SiO<sub>2</sub>, si possono ridurre con H<sub>2</sub> o CO ad alta temperatura, e.g.:<ref>Charles A. "Schacht Refractories handbook (2004)". [[CRC Press|CRC]], {{ISBN|0-8247-5654-1}}.</ref>

:{{chem|SiO|2|(s) + H|2|}}(g) ⇌ {{chem| SiO(g) + H|2|O(g)}}

Quando il prodotto SiO si volatilizza (viene rimosso), l'equilibrio della reazione si sposta a destra, ne risulta un consumo continuo di SiO<sub>2</sub>. Basato sulla dipendenza del tasso di perdita di peso di silice sulla velocità del flusso del gas normale all'interfaccia, la velocità di questa riduzione sembra essere controllata da diffusione convettiva o da trasferimento di massa dalla superficie di reazione.<ref>G. Han; H. Y. Sohn. ''[[Journal of the American Ceramic Society|J. Am. Ceram. Soc.]]'' 88 [4] 882-888 (2005)</ref><ref>R. A. Gardner ''[[Journal of Solid State Chemistry|J. Solid State Chem.]]'' 9, 336-344 (1974)</ref>
{{Clear|right}}

== Note ==
<references/>

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

{{Composti del silicio}}
{{Ossidi}}

{{Controllo di autorità}}
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